identità coloniale della corea del sud

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L’identità nazionale è un concetto culturale, storico, politico ed economico che ogni cittadino coreano sostiene di condividere. Ciò che rafforza la percezione di questa identità è la nozione di in-group che plasma le relazioni tra l’identità del sé con il mondo esterno 1 . L’aspetto cultu- rale è alla base dell’identità nazionale in Corea, una caratteristica che molti studiosi hanno osservato per il forte legame di appartenenza che si instaura tra i membri dell’in-group, ad esempio nei confronti del proprio Paese, in contrasto con il sentimento che questi provano verso i membri appartenenti ad out-group, e per esteso, ad esempio, nei confronti di Paesi stranieri. Dato che i concetti di in-group e out-group sono diffusi tra gli antropologi e sociologi per analizzare le società individualiste in contrasto con quelle collettiviste, in questo articolo essi costituiscono una chiave di lettura essenziale per comprendere la stretta relazione, quasi di equivalenza, che i coreani riconoscono tra l’identità nazionale e quella etnica. Il senso di appartenenza, di solidarietà, di orgoglio, il senso del dovere e del diritto rafforzano la perce- zione d’identità del sé nei confronti di altri membri dell’in-group e con le istituzioni che questi rappresentano, ed è la base su cui si regge la percezione dell’identità nazionale-etnica. Se la stretta relazione tra i concetti d’identità nazionale e quella etnica è alla base della chiarezza ed immediatezza con cui risponde un coreano medio alle domande relative all’identità, altri fattori che intervengono invece nella formazione di questa identità vanno individuati senz’al- tro negli eventi storici e nella politica culturale sviluppata nel corso della storia coreana. 1. Il senso d’identità nazionale: come è percepito dai coreani Da alcune interviste sull’identità nazionale cui sono stati sottoposti i sudcoreani di varie età e fasce sociali emergono i seguenti aspetti chiave 2 : 1. A.L. Bruno, Corea del Sud: ‘Calma mattutina’ o ‘Corea dinamica’?, in EAD. (a cura di), Conoscere la Corea: viaggio attraverso la Cultura, la Lingua, la Storia e l’Economia, Firenze, Le Lettere, 2011, pp. 130-152. 2. Le interviste sono state da me condotte nell’ambito del progetto “In Search of National Identity in South Korea”: si è scelto un campione altamente rappresentativo costituito da 122 studenti universitari di età compresa tra i 20 e i 24 anni, ai quali è stato somministrato un questionario a risposta multipla, distribuito nella città di Seoul nel corso del mese di gennaio 2012. A NTONETTA L. B RUNO L’identità nazionale post-coloniale in Corea del Sud 79

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estratto di un libro di storia della corea

Transcript of identità coloniale della corea del sud

  • Lidentit nazionale un concetto culturale, storico, politico ed economico che ogni cittadino coreano sostiene di condividere. Ci che rafforza la percezione di questa identit la nozione di in-group che plasma le relazioni tra lidentit del s con il mondo esterno1. Laspetto cultu-rale alla base dellidentit nazionale in Corea, una caratteristica che molti studiosi hanno osservato per il forte legame di appartenenza che si instaura tra i membri dellin-group, ad esempio nei confronti del proprio Paese, in contrasto con il sentimento che questi provano verso i membri appartenenti ad out-group, e per esteso, ad esempio, nei confronti di Paesi stranieri. Dato che i concetti di in-group e out-group sono diffusi tra gli antropologi e sociologi per analizzare le societ individualiste in contrasto con quelle collettiviste, in questo articolo essi costituiscono una chiave di lettura essenziale per comprendere la stretta relazione, quasi di equivalenza, che i coreani riconoscono tra lidentit nazionale e quella etnica. Il senso di appartenenza, di solidariet, di orgoglio, il senso del dovere e del diritto rafforzano la perce-zione didentit del s nei confronti di altri membri dellin-group e con le istituzioni che questi rappresentano, ed la base su cui si regge la percezione dellidentit nazionale-etnica. Se la stretta relazione tra i concetti didentit nazionale e quella etnica alla base della chiarezza ed immediatezza con cui risponde un coreano medio alle domande relative allidentit, altri fattori che intervengono invece nella formazione di questa identit vanno individuati senzal-tro negli eventi storici e nella politica culturale sviluppata nel corso della storia coreana.

    1. Il senso didentit nazionale: come percepito dai coreani

    Da alcune interviste sullidentit nazionale cui sono stati sottoposti i sudcoreani di varie et e fasce sociali emergono i seguenti aspetti chiave2:

    1. A.L. Bruno, Corea del Sud: Calma mattutina o Corea dinamica?, in EAD. (a cura di), Conoscere la Corea: viaggio attraverso la Cultura, la Lingua, la Storia e lEconomia, Firenze, Le Lettere, 2011, pp. 130-152.

    2. Le interviste sono state da me condotte nellambito del progetto In Search of National Identity in South Korea: si scelto un campione altamente rappresentativo costituito da 122 studenti universitari di et compresa tra i 20 e i 24 anni, ai quali stato somministrato un questionario a risposta multipla, distribuito nella citt di Seoul nel corso del mese di gennaio 2012.

    antonetta l. BrUno

    Lidentit nazionale post-coloniale in Corea del Sud

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    a. bandiera nazionale, mappa geografica;b. aspetti somatici (magrezza, carnagione chiara, viso tondo, capelli neri, etc.); c. presenza nella penisola, sin dalle origini della storia umana, di un unico popolo,

    appartenente ad ununica tipologia umana, e che ha mantenuto la propria cultura; d. equivalenza del concetto di identit nazionale con quello di identit etnica.

    A conferma di quanto sopra esposto, dai risultati dei sondaggi effettuati, risulta che la defini-zione emica didentit nazionale abbia il particolare valore semantico inclusivo della nozione didentit etnica: tuttavia, a differenza di questultimo, il primo un concetto recente di prestito occidentale. Ad esempio, nel periodo pre-moderno, linfluenza cinese non ha mai co-stituito per i coreani fonte di dubbio sulla propria identit etnica e culturale e, pur accettando volentieri i contatti con il Paese di Mezzo, non mancarono occasioni per ribadire le differenze linguistiche, storiche e culturali-religiose. Accanto a questo senso didentit etnica e culturale autoctona va notato che vi era anche una diffusa percezione di appartenenza alla civilt ci-nese che si traduceva nella condivisione dellegemonia culturale di questultimo Paese; in tal modo, la classe dominante coreana sentiva di appartenere ad unidentit di tipo orizzontale, unidentit riferita ad un gruppo sociale, con i cinesi che operavano una distinzione, sul piano culturale, tra le aree barbare (nelle quali emergeva il rifiuto o lincapacit di adottare norme siniche) e non, tra gli ignoranti (i contadini) e gli istruiti (i letterati). Da questa prospettiva, si potrebbe dire che un letterato coreano sentisse di avere molte pi cose in comune con un letterato cinese che con i contadini del proprio Paese. Questo senso di appartenenza e di condivisione diverso dallidentit nazionale di tipo verticale, centrato sul concetto di Stato-nazione, con il presupposto ideologico che un contadino coreano e un intellettuale coreano sentano di avere pi cose in comune tra loro che due intellettuali appartenenti a due Paesi differenti. Il nazionalismo coreano, in senso occidentale, che si sviluppa nel tardo XIX secolo in seguito alle pressioni straniere, un nazionalismo conservatore focalizzato sulla conser-vazione della tradizione, che verr superato, dal periodo coloniale in poi, da un nazionalismo progressista aspirante alla modernizzazione e allindipendenza.

    Lapproccio emico ci indica anche sul piano linguistico che lindiscussa omogeneit delli-dentit etnica con quella nazionale espressa nelle parole che hanno il significato di unica nazione, hanguk, di unico popolo, hanguk-in. Il sentimento didentit nazionale-etnica manifestato pi volte nellorgoglio di essere stati capaci di preservare la propria distinzione etnica, culturale e linguistica grazie allo spirito di resistenza sia contro le influenze culturali cinesi che si sono registrate in passato, sia contro le numerose invasioni avutesi sin dai tempi remoti; il merito va soprattutto allaver preservato un forte sentimento didentit pi vicino a quello etnico che nazionale, nonostante il lungo periodo di colonialismo giapponese3. In effetti, nei fatti storici che i coreani individuano il senso e la formazione di coscienza didentit nazionale, eventi che, da una parte hanno reso i coreani familiari con la storio-grafia nazionalista, e dallaltra sono stati lo strumento politico dei governanti per ottenere il sostegno del popolo.

    3. Do Myoung-hoi, The implications of Colonial Modernity without Colonialism, Korea Journal, Summer 2004, pp. 189-209.

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    Nel corso della storia moderna il concetto didentit nazionale ha subito pi volte varie revisioni. Al fine di segnalare il sottile cambiamento semantico a cui esso soggetto nel tempo a causa delle circostanze politico-storiche e di cogliere le caratteristiche dellidentit nazionale di una nazione, pu essere individuato un percorso evolutivo: baster prendere in esame, nellambito della politica culturale, i curricula nazionali4 e i testi scolastici per gli insegnanti, ai quali assegnato il compito di formare il carattere etico-morale delle futu-re generazioni, particolarmente quando le revisioni sono condotte dal governo centrale. Kim Hyo-jeong ha analizzato sette revisioni curriculari di scienze sociali messe a confronto con il primo curriculum nazionale del 19555. Ogni revisione presenta il concetto di identit nazionale modificato rispetto a quello precedente e in modo pi evidente nelle ultime due iterazioni del curriculum, a conferma del fatto che lidentit in generale, e nello specifico quella nazionale, non innata, ma viene sviluppata progressivamente.

    I cambiamenti dei curricula indotti dal governo indicano modifiche strettamente legate ai mutamenti politici, a seconda della leadership al potere: lordine cronologico delle revisioni di tali curricula va dal colpo di Stato nel 1960, con le modifiche della Costituzione nazionale al fine di legittimare la dittatura militare, al secondo colpo di Stato e quindi allavvento del nuovo governo democratico nel 1992.

    Luso dei piani educativi per definire il concetto didentit nazionale-etnica da parte del governo ancora pi evidente nelle caratteristiche della disciplina degli studi etici-morali che apparve per la prima volta nel 19556 e che da allora costituisce una materia importantis-sima nel curriculum nazionale. Dei sette curricula, gli ultimi due sono di particolare interesse ai propositi di questa relazione, e nello specifico i testi di etica, dove lidentit nazionale viene spiegata nei termini dettagliati della sua definizione, formazione, ruolo in cui si distinguono unidentit nazionale positiva e una negativa:

    Unidentit nazionale positiva porta ad essere orgogliosi del proprio Stato e della sua gente, ad una devozione spontanea per la societ e lo Stato a cui si appartiene. Al contrario, lidentit nazionale formata erroneamente, porterebbe ad avere un atteggiamento aggressi-vo ed esclusivo verso altri Stati e popoli7. E ancora: Unidentit nazionale corretta si forma sulla base di politiche di successo dello Stato e sul senso di orgoglio e di devozione del popolo verso lo Stato. Pertanto, lo Stato e ciascun membro di esso devono cooperare tra loro per la formazione di una identit positiva nazionale8.

    Nei testi dei curricula successivi, lassunto di identit nazionale sostituito con quello di identit etnica, ribadendo lequivalenza tra entrambi. Unulteriore novit nella definizione di identit nazionale recente, conforme al periodo storico, luso del termine nazionalismo,

    4. Tra i programmi scolastici ministeriali, la Corea ha un curriculum nazionale che stato rivisto periodicamente secondo un ciclo che va da cinque a dieci anni, a partire dalla prima revisione nel 1954-1955. Il Ministro dellI-struzione ha la responsabilit di fornire il quadro generale per i programmi scolastici e il curriculum nazionale proclamato in forma di circolari. Si veda il link http://www.inca.org.uk/korea-curricula-mainstream.html.

    5. Kim Hyo-jeong, National Identity in Korean Curriculum, Canadian Social Studies, internet ed., vol. 38, n. 3, Spring 2004.

    6. Korean Ministry of Education, Korea: Curricula, last updated 24.11.2011, ).

    7. Ibidem.8. Ibidem.

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    inteso nella prerogativa prioritaria della politica culturale e recepito in stretta connessione con la globalizzazione, che segna il passaggio del concetto ad una nuova fase. Tuttavia, anche in questo contesto viene enfatizzato il mantenimento della propria identit coreana che deve aprirsi verso unidentit compatibile con la globalizzazione: il proposito dunque quello di ottenere una concezione di cittadinanza basata su una forte identit nazionale-etnica e, al contempo, proporne una mondiale, caratterizzata da una visione ampia, cio da un nazio-nalismo aperto, che non escluda le altre nazioni o popoli9. Sottolineare come la Corea abbia mantenuto una buona comunit nazionale-etnica10 in tutta la sua storia, evidenzia come la situazione attuale della divisione delle due Coree sia inaccettabile; pertanto la prerogativa della politica educativa insiste sulla riunificazione, considerata il modo giusto per ritrovare lomogeneit coreana11.

    2. La costruzione dellidentit nazionale attraverso la politica culturale della decolonizzazione

    Gli eventi della storia moderna coreana furono per il governo la base su cui innestare la propria politica culturale. Nel 1948 la politica educativa di una educazione nazionalista-democratica enfatizzava il significato dellidentit nazionale quale fondamento per costruire lindipendenza:

    A causa dei governi militari degli Stati Uniti e dellUnione Sovietica in Corea, a seguito delloppressione coloniale giapponese, le nostre idee nazionali e gli spiriti sono completamente dispersi, e la nostra identit nazionale messa a rischio. Con la formazione di un nostro Governo, la prima cosa che dobbiamo fare ri-trovare la nostra identit nazionale al fine di costruire le basi per lindipendenza unificata. [....] Pertanto, la nostra educazione dovrebbe essere guidata da idee universali, con lobiettivo di recuperare lidentit nazionale che ci appartiene, al fine di comprendere lessere umano e la natura affinch sia applicabile a tutte le persone nel mondo12.

    La Corea, come altri Paesi che hanno vissuto il colonialismo, affronter, dalla Liberazione in poi, lunghi anni di cancellazione di quello che stato definito the ghost of colonization still loomed over the post-colonial world, per usare le parole di James Chiriyankandath13. Il concetto di indipendenza assume unaccezione specifica nella politica post-coloniale in Corea: la liberazione dal colonialismo giapponese nel 1945 signific per la Corea porre come

    9. Ibidem.10. Ibidem. La comunit nazionale-etnica definita nei termini di una comunit che unisce profondamente gli

    elementi oggettivi, quali biologico, culturale, lomogeneit storica, allelemento soggettivo, cio la coscienza nazionale.

    11. Ibidem.12. Oh Chunsuk, citato in Kim Sin-il, Democratic Citizenship Education in Korea, Seoul National University, 2003. Si

    rimanda al link .13. J. Chiriyankandath, Colonialism and Post-Colonial Development, in P. Burnell, V. Randall (a cura di), Politics in the

    Developing World, Oxford-New York, Oxford University Press, 2008, pp. 35-52.

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    obiettivo prioritario il ripristino non solo dellidentit nazionale-etnica, ma anche quella culturale, assimilate o minacciate di scomparire da trentacinque anni di colonialismo. Altri eventi storici, quali la divisione della Corea (dal 1945 ad oggi), la guerra del 1950-1953, la modernizzazione rapida e lafflusso indiscriminato della cultura occidentale, sono con-siderati, da parte del governo, come minacce che fomentano la discontinuit culturale tra la cultura tradizionale coreana e quella contemporanea. Dagli anni 90, invece, si assiste ad un compromesso e ad una strumentalizzazione di tale discontinuit nella questione del nazionalismo-globalizzazione..

    Yim Haksoon suddivide la politica culturale perseguita dal governo dopo la Liberazione ad oggi sulla base di quattro aspetti culturali: esperienza coloniale, divisione della Corea, cultura occidentale, globalizzazione14.

    Il graduale affrancamento dalleredit coloniale e, dunque, il recupero della sua indi-pendenza come nazione e del suo popolo nella propria identit etnica, culturale, storica e economica, appaiono di fondamentale importanza.

    Il periodo post-coloniale caratterizzato da una politica culturale che segue una linea di apertura-negoziazione e di chiusura-sradicamento delleredit del colonialismo giapponese nei rapporti tra la Corea e il Giappone15. Questa linea governativa, cos significativa nella sua contraddizione durante i governi militari da costituire un paradosso del post-colonialismo secondo Park Sangmi16, e invece interpretabile come una delle conseguenze diffuse del post-colonialismo in molti Paesi colonizzati, secondo lo studio di James Chiriyankandath17, sar meno ambigua sotto i governi democratici, dalla fine degli anni 80 in poi. Il paradosso na-sconde un significato pi profondo di colonizing the Mind, ossia la sottomissione non solo delle istituzioni, ma anche del modo di pensare, di vedere il mondo, soprattutto della classe intellettuale, che costituisce uno degli aspetti di colonial legacy. Di questo si sono occupati maggiormente gli studiosi dei Paesi che hanno subito il colonialismo, in particolare quelli indiani, i quali condividono la lettura del colonialismo nei termini di: the colonial intent was to rule on the cheap 18.

    Per chi si occupa di post-colonialismo, la Corea un esempio interessante di buona riusci-ta, di un Paese che stato colonizzato non da uno Stato occidentale ma da un altro Paese asia-tico, il Giappone. Il ripristino dellidentit culturale e nazionale avviene con la rivalutazione della cultura tradizionale, ossia con la ricerca mirata a ristabilire limportanza di unidentit pre-coloniale che costituisca un continuum storico-culturale con il post-colonialismo: la consacrazione di figure e siti storici andati distrutti dal colonialismo, lalfabeto coreano e il suo inventore, il re Sejong, vengono innalzati a simbolo della Corea. Al contempo sono state finanziate ricerche sul colonialismo giapponese, sulle tradizioni e la storia coreana.

    Il governo della prima dittatura militare del presidente Park Chung Hee ha attuato un

    14. Y. Haksoon, Cultural Identity and Cultural Policy in South Korea, The International Journal of Cultural Policy, vol. 8, n. 1, 2002, pp. 37-48.

    15. Korean Ministry of Culture and Information, Culture and Communication for 30 years (1948-1978), Seoul, 1979, p. 248.16. P. Sang Mi, The Paradox of Postcolonial Korean Nationalism: State-Sponsored Cultural Policy in South Korea, 1965-Present,

    Journal of Korean Studies, vol. 15, n. 1, Fall 2010, pp. 67-93.17. J. Chiriyankandath, Colonialism and Post-Colonial Development, cit., p. 41. 18. F. Copper, Colonialism in Question, Theory, Knowledge, History, Berkeley, University of California Press, 2005, p. 157.

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    piano quinquennale nel 1974 basato su tre punti: 1) promozione degli studi nazionali; 2) propagazione della cultura alla popolazione; 3) introduzione della cultura coreana allestero. Il 78% del totale del finanziamento coperto dal governo e il restante 21,6% dai privati. La studiosa Park Sangmi segnala come il modello della Cultura coreana segua quello giappo-nese, con la differenza che nel 1957 il governo giapponese investe molto meno della Corea (140000 di dollari contro i cento milioni di dollari in Corea)19. Un ulteriore esempio citato da Park Sangmi il movimento saemal undong, che richiama quello giapponese ma che, come segnala la studiosa, enfatizza la necessit di ripristinare la cultura tradizionale nellambito di un discorso di decolonizzazione dellesperienza coloniale. Una chiara politica culturale di decolonizzazione segnata con la fine della dittatura militare. Per citare alcune di queste iniziative, Kim Young Sam (al potere negli anni 1993-1998) lancia il sistema della cosiddetta pulizia dei resti del colonialismo e di costruzione della storia cos com20; Roh Mu Hyun (al potere negli anni 2003-2008) organizza nel 2006 una Commissione dindagine sulle Propriet Pro-giapponesi e sui collaborazionisti e confisca quelle dei collaborazionisti coreani che si erano arricchiti illegalmente21; sotto il governo di Kim Dae Jung (al potere dal 1998 al 2003) dal 1998 si sancisce labbandono del divieto di esecuzione o esibizione della cultura e delle arti giapponesi in Corea, nellambito della sua politica di globalizzazione del sapere nazionale mediante la promozione dello scambio culturale con altre nazioni, compreso il Giappone22.

    Allinterno del discorso sullidentit culturale e nazionale, la divisione della Corea av-venuta nel 1945 costituisce un argomento complesso nellottica di considerazioni emiche del popolo coreano etnicamente e linguisticamente omogeneo prima e dopo la divisione. Tuttavia non si pu neanche negare lesistenza di un aumento di differenze e di eteroge-neit tra il Sud e Nord della Corea. La questione dellidentit culturale stata mobilitata nel processo di competizione tra la legittimit culturale e storica della Corea del Sud e del Nord. La politica culturale per lunificazione, pi attiva e concentrata sul recupero dellidentit culturale di una Corea unita e sulla promozione dello scambio tra le due Coree, inizia dagli anni 90 e diviene pian piano il miglior canale per gli scambi e i negoziati tra il Sud e il Nord.

    Dalla met degli anni 90, nella costruzione di una nuova politica culturale entrano in gioco alcuni fattori fondamentali. La globalizzazione culturale mondiale impegna la Corea del Sud a non poter trascurare pi a lungo limmagine che d di s al mondo; questo aspetto favorisce infatti anche la competitivit industriale e commerciale, tesa soprattutto allo sviluppo dellICT (Information and communications technology) e delle industrie culturali. Lim-magine internazionale della Corea muta progressivamente da quella di un Paese orientale tradizionale a quella di una comunit associata alle alte tecnologie cui si accompagnano contenuti culturali globali i cui prodotti sono intimamente legati alla propria identit na-zionale. Il valore economico delle industrie culturali considerato una risorsa importante e da promuovere nella creazione della ricchezza nazionale.

    In breve, nel contesto della politica culturale, la questione dellidentit stata pi volte

    19. P. Sang Mi, The Paradox of Postcolonial Korean Nationalism: State-Sponsored Cultural Policy in South Korea, 1965-Present, cit., p. 84.

    20. Ivi, p. 85.21. Ibidem.22. Y. Haksoon, Cultural Identity and Cultural Policy in South Korea, cit., p. 41.

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    reinterpretata in base ai cambiamenti negli ambienti politici, economici e socio-culturali, mantenendo una forte influenza nella definizione della politica culturale nel suo complesso.

    Vi un altro aspetto che oggigiorno i coreani sentono con orgoglio come elemento fon-damentale della propria identit nazionale-etnica: il successo economico e tecnologico rag-giunto dopo la Liberazione, e in particolare dagli anni 70 ad oggi. Esso, come gi affermato in precedenza, anche un risultato della politica culturale governativa di sostegno finanziario per trasformare il Paese in senso pi competitivo nel mercato globale. Il decollo economico e tecnologico , sin dalla met degli anni 80, uno dei temi maggiormente analizzati dagli studiosi coreanisti, ma non ha mancato di suscitare interesse anche nellambito degli studi post-coloniali, alla ricerca dellindividuazione dei fattori responsabili dello sviluppo durante il periodo coloniale. Leccezionalit del caso coreano stato oggetto di studio anche nella-nalisi comparativa con altri Paesi di nuova industrializzazione in Asia orientale, i cosiddetti quattro piccoli draghi (Corea, Taiwan, Singapore e Hong Kong), producendo diverse teorie ed approcci che sostanzialmente si sono individuati come determinanti per lo sviluppo: il capitale umano, lo stato orientato allo sviluppo e la cultura confuciana. I processi di sviluppo dei quattro Paesi sono per determinati da molteplici fattori, legati in varia misura sia alle peculiarit specifiche dei singoli, sia alle condizioni globali definite in ambito internazionale, dove evidente come la crescita non possa essere fatta dipendere da un numero ridotto di variabili, come molteplici studi hanno evidenziato.

    Nello specifico della Corea, la ricerca si focalizzata sul passato coloniale per controbatte-re la tradizionale visione secondo cui proprio durante il colonialismo si siano sviluppati molti fenomeni moderni, quali le fasi iniziali dellindustrializzazione e della modernizzazione.

    Yang Janghoe individua cinque aspetti relativi al decollo economico coreano: 1) le infra-strutture delle comunicazioni e dei trasporti; 2) la base industriale; 3) la forza dello Stato; 4) laccumulo di un capitale umano di alta qualit; 5) il nazionalismo23. Oltre a queste carat-teristiche, molti studiosi del periodo post-coloniale riconoscono altri fattori cruciali per la crescita delleconomia Coreana orientata allesportazione, quali la favorevole situazione internazionale dalla Seconda Guerra Mondiale in poi e i valori confuciani24.

    In altre parole, il senso dellidentit nazionale, rafforzato e consolidato dopo aver supe-rato lunghi anni di decolonizzazione, deve fare i conti ancora una volta con il colonialismo, responsabile, secondo alcuni esperti, del decollo economico post-coloniale.

    3. Lo stato dellarte sulle varie letture del colonialismo e del post-colonialismo coreano

    Non rientra tra gli scopi di questo lavoro affrontare le diverse posizioni teoriche degli stu-diosi, n approfondire la complessit di ulteriori dibattiti che si sono creati allinterno di

    23. Yang Janghoe, Development and Society Colonial Legacy and Modern Economic growth in Korea: a Critical Examination of their Relationship, Sungkyunkwan University Journal, vol. 33, n. 1, June 2004, pp. 1-24.

    24. Cho, Hee-Yeon, Kim Eun Mee, State Autonomy and its Social Conditions for Economic Development in South Korea and Taiwan, in Kim Eun Mee (a cura di), The Four Asian Tigers: Economic Development and the Global Political Economy, New York, Academic Press, 1998, pp. 125-158. Si veda anche Kim Kyong-dong, Confucianism and Capitalist Development in East Asia, in L. Skalair (a cura di), Capitalism and Development, London, Routledge, 1994, pp. 876-906.

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    ciascuna scuola. Mi limito ad introdurre una sintesi di alcuni approcci riconducibili alla questione dellidentit nazionale-etnica.

    Unampia letteratura di studi coloniali, firmati sia da autori provenienti dai Paesi co-lonizzati che occidentali, ha esaminato gli effetti del colonialismo e post-colonialiasmo in Corea. Lanalisi della situazione coloniale comunemente accettata dai ricercatori ritiene che, sebbene il potere dei colonizzatori giapponesi abbia determinato in larga misura gli assetti politici, economici e culturali del Paese subordinato, tuttavia si trattato di un potere che ha inciso solo superficialmente rispetto al corpo vivo del popolo coreano. In estrema sintesi si pu affermare che esso sia limitato alle aree tecniche ed amministrative, soprattutto delle istituzioni centrali, mentre gli assetti di potere locali non sono stati sostituiti, ma eventual-mente solo subordinati25.

    Attenzione viene posta sulla necessit di evitare alcun turbamento dellordine sociale: la produzione segmentata, non pienamente sviluppata, economicamente dipendente dalle necessit del colonizzatore; la partecipazione locale non indipendente e non comple-ta, perch lalta direzione viene mantenuta dal personale giapponese. Viene incoraggiata uneconomia orientata al mercato, volta alla produzione di merci utili per leconomia del colonizzatore. uneconomia distorta, sbilanciata, caratterizzata dalla presenza di aree di grande sviluppo verticale contigue a spazi rurali economicamente depressi. Gli effetti a me-dio e lungo termine sono dannosi e incompatibili per futuri sviluppi post-coloniali.

    I dibattiti che hanno caratterizzato la rilettura del colonialismo in funzione del decollo economico coreano, sono raggruppabili in tre diversi punti di vista: la teoria dello sfrut-tamento coloniale, quella della modernizzazione coloniale e quella della modernit colo-niale26. La teoria dello sfruttamento coloniale nasce negli anni 60 e 70 e costituisce la base tradizionale della lettura del colonialismo, approfondita e rivista nel corso degli anni con nuovi risultati di studi: essa focalizzata sullo studio di aspetti di sfruttamento economico della terra e forza lavoro da parte dellimpero giapponese. La teoria della modernizzazione e quella della modernit coloniale nascono negli anni 80: le ricerche si basano sullo sviluppo economico e sulla modernizzazione durante il periodo coloniale. Park Chang Seun nota come queste analisi siano pi incentrate sullo studio del progresso e della modernit e tralascino invece la natura del colonialismo27.

    La cosiddetta scuola del Germe sostiene la teoria dellinterruzione di una modernizza-zione delleconomia dovuta al colonialismo, indicando come i semi del capitalismo fossero evidenti alla fine della dinastia Choson: laumento di ricchi imprenditori agricoli, che as-sumevano operai salariati nelle loro fattorie commerciali e producevano prodotti agricoli da vendere sul mercato, e laumento del commercio nei secoli XVII e XVIII, erano segni del

    25. Si vedano S.N. Eisenstadt, Modernization: Protest and Change, Englewood Cliffs, NJ, Prentice-Hall Inc., 1966; Chung Tae-Hun, Hanguk-i shikminjijok kndaehwa mosumgwa k silje (Contraddizioni e realt della modernizazione coloniale in Corea), in Hanguk-i kndaehwa kndaesng pipan (Critica del moderno e della modernit in Co-rea), a cura del Yksamunje ynguwn (Centro di ricerche storiche), Seoul, Yksamunje yngusa, pp. 241-272; Kim Jin-Kyun, Chung Keun-Sik (a cura di), Kndaejujewa sikminji kyuyulgueollk (Soggettivit moderna e il potere disciplinare del colonialismo), Seoul, Munhwagwa haksa, 1997, pp. 76-116.

    26. Park Chang Seung, Japanese Rule and Colonial Dual Society in Korea, Korea Journal, Winter 2010, pp. 69-98.27. Ibidem.

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    nascente capitalismo coreano28.A questo approccio controbattono i teorici che vedono lo sviluppo del capitalismo core-

    ano iniziare dopo la Liberazione. In questa prospettiva viene sottolineato come leconomia coloniale dipendesse dalleconomia giapponese in termini di capitale e tecnologia (recenti ricerche, tuttavia, evidenziano una discreta partecipazione anche del capitale coreano)29. Gli aspetti che questi studiosi enfatizzano sono gli eventi storici che portarono alla cessazione di tale dipendenza avvenuta nel 1945 con la Liberazione; successivamente, la guerra del 1950-1953 e la divisione delle due Coree, disintegrarono il sistema industriale e ostacolarono gravemente la sua capacit produttiva. Questi eventi spinsero leconomia coreana a dover ricominciare da capo dopo lindipendenza, a causa della penalizzante eredit coloniale: il prezzo per lindipendenza fu pagato nel corso degli anni con tutte le caratteristiche diffuse del post-colonialismo. Altri notano come lo sviluppo coloniale produsse sia i fattori favorevoli e sfavorevoli alla crescita economica del dopoguerra30.

    Se lidentit nazionale, il senso di orgoglio che i coreani provano per il decollo economico e tecnologico, sono terreno di discussione da parte di alcuni esperti che vedono lorigine di tale decollo nella politica coloniale, va sottolineato come il fantasma del colonialismo si aggiri anche tra altri fenomeni culturali di successo in Corea, quali la modernizzazione istituzionale. In risposta a coloro che sostengono che il Giappone coloniale abbia diffuso il sistema dellistruzione moderna, gli studiosi coreani controbattono sostenendo che esso fu non tanto un mezzo illuminante, ma piuttosto un modo per trasformare la popolazione coloniale in sudditi imperiali, tali da poter essere mobilitati senza molta coercizione, con-dizionandoli con moderna disciplina31. Le recenti ricerche mettono in forte discussione i dati quantitativi relativi alla reale diffusione delle scuole e del numero di studenti; queste ricerche sono supportate anche da case studies che hanno permesso di ricostruire il reale curriculum per i coreani e il numero di coreani iscritti. Si pu operare una sintesi sulla scia dellindagine proposta da Yang Jonghae32, che individua un gruppo di fattori considerati o come elementi di crescita economica o come elementi di retaggio coloniale, che possono essere raggruppati nelle seguenti cinque categorie: 1) capitale fisico, 2) capitale umano, 3) istituzioni33, 4) cultura, 5) ambiente internazionale.

    28. I principali rappresentanti di questa scuola sono Kim Yong-Seop [Chosnhugi nongpsa yngu (Ricerca sulla storia dellagricoltura nel tardo periodo Chosn), Seoul, Iljogak, 1971] e Kang Mangil [Chosnhugi sangpjaboni paldal (Sviluppo del capitale commerciale nel tardo periodo Chosn), Seoul, Korea University Press, 1973].

    29. Di particolare interesse il contributo di Yun, Hae-dong et al., Kndae rl tasi ilhanda (Rilettura della storia coreana), voll. 1-2, Seoul, Yksa pipyngsa, 2006.

    30. Questo approccio appartiene alla scuola della Colonial Modernity. Si veda Gi-Wook Shin, M. Robinson (a cura di), Colonial Modernity in Korea, Cambridge, Harward University Press, 1999.

    31. Kim Jin-Kyun, Chung Keun-Sik (a cura di), Kndaejujewa sikminji kyuyulgueollk, cit.32. Yang Janghoe, Development and Society Colonial Legacy and Modern Economic Growth in Korea: a Critical Examination

    of their Relationship, cit.33. Molto interessante anche il contributo di Oh Seong-Cheol e Kim Ki-Seok, Japanese Colonial Education as a Contested

    Terrain: What Did Koreans Do in the Expansion of Elementary Schooling?, Asia Pacific Education Review, vol. 1, n. 1, 2000, pp. 75-89.

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    a n t o n e t t a l . B r U n o

    Gli studiosi impegnati nella revisione del colonialismo, tendono a dimenticare altri fattori di pari importanza; invece per coloro che si occupano di post-colonialismo e, nello specifico, della Corea del Sud, lambiente internazionale e geopolitico giocano un altro ruolo importan-te per lo sviluppo coreano. La divisione del Paese in capitalista liberale al Sud e socialista al Nord, ha stimolato lo sviluppo economico del Sud verso lesterno, giacch le materie prime necessarie per la crescita industriale erano concentrate nel Nord; sono da considerare inoltre la Guerra Fredda, determinante per la presenza degli USA in Corea del Sud, sia in termini militari sia economici, ma anche laccesso al grande mercato americano. Inoltre, le politiche culturali adottate da vari governi dopo la Liberazione costituiscono fattori non certamente derivanti da uneredit coloniale.

    4. Conclusioni

    Lodierna interpretazione dellidentit nazionale in Corea del Sud prende le distanze dalla lettura dello sviluppo economico, istituzionale e tecnologico come eredit del colonialismo, in quanto gli eventi storici successivi alla Liberazione avevano distrutto la maggior parte di quel che rimaneva delle infrastrutture coloniali, per cui stato possibile, grazie al clima geopolitico creatosi, spianare la strada per lo sviluppo successivo. Leredit coloniale in Corea continua ad essere lombra, nel bene e nel male, che si protende in settori non solo istituzionali; questi ultimi sono anche gli ambiti meno studiati, in riferimento alla menta-lit post-coloniale, per cui Yang Jonghae scrive: Forse si pu aggiungere un contributo in pi al colonialismo: cio, lideologia della volont-di-sviluppo, o volont-di-riscatto, che recupera il senso didentit nazionale proibito durante il colonialismo34.

    34. Yang Janghoe, Development and Society Colonial Legacy and Modern Economic Growth in Korea: a Critical Examination of their Relationship, cit.

    CATEGORIA

    1. Capitale fisico

    2. Capitale umano

    3. Istituzioni statali

    4. Cultura

    5. Ambiente internazionale

    RETAGGIO COLONIALE

    Infrastrutture: alcune basi industriali

    Classe borghese, lavoratore industriale

    Stato forte; economia capitalistica; istruzione moderna,

    altre istituzioni moderne

    Nazionalismo

    CRESCITA ECONOMICA

    Classe borghese

    Istruzione

    Nazionalismo, valori asiatici / cultura confuciana/ volont di sviluppo

    Guerra di Corea, guerra fredda, mercato USA