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C armelo ha 13 anni ed abita in via Belfiore A scuola se la calìa un giorno sì e uno no. Coi suoi quattro amici si vede davanti alla putia in fondo alla strada, dove ormai vanno a bere vino e birra pure i polacchi e gli afri- cani della zona. Da lì, d'inverno, i cinque ragazzi vanno a spasso per il quar- tiere o si spingono fino al centro. "D'estate andiamo alla Playa, c'è un oretta di strada a piedi, oppure c'è l'autobus. Se non becchiamo il controllore ci stiamo la metà del tempo". Mi dice che suo nonno faceva il pescatore. Ma non è una cosa strana. Anzi, del tutto normale. San Cristoforo è a due passi dal mare, cinque minu- ti ad andatura rilassata, e le principali attività del quartiere erano proprio la pesca, il lavoro alla Manifattura Tabacchi (funzionante fino a vent'anni fa) e il mercato di via Belfiore. Si stava bene, e si tirava avanti con dignità. Nelle piazzette, al pomeriggio, gli uomini badavano a rattoppare le reti. C'era una vera e propria flotta peschereccia e le donne, oltre a sbrigare le faccende di casa, lavoravano proprio alla Manifattura. Carmelo queste cose le ha sentite a malapena dalla nonna, ma ormai non gli appartengono più. Se scende da via Plebiscito oggi si ritrova davanti a un muro. L'hanno costruito subito dopo la seconda guerra mondiale tutto intor- no al perimetro del porto. E' per questo che lui e suoi amici devono dirotta- re per la Playa. "Certe volte ci siamo entrati dentro, al Porto. Davanti al mer- cato del pesce c'è un buco, lì dove c'è un cancello chiuso. L'hanno fatto i pescatori per arrivare subito al mare, perché qualcuno ci ha la barca lì", mi dice, "ci sono questi enormi cosi di metallo, sembrano missili. Un amico di mio padre m'ha detto che prima c'era il grano. Lì, poi, è tutto pieno di yacht e barche a vela". Scendo con lui e i suoi amici a farmi un giro proprio accanto al porto. E' una bella giornata di sole e un buon gelato al cioccolato, zabaione, noccio- la e panna, non ce lo toglie nessuno. Andiamo verso via Dusmet e passiamo sotto gli archi della marina. All'altarino di Sant'Agata, proprio lì di fronte, due dei ragazzi si fanno il segno della croce. Su una lapide in basso c'è scrit- to che il porto nacque nel 1621. In verità fu solo risistemato nel 1621, dato che il porto per la prima volta era stato fatto dai Saraceni nel decimo secolo e poi rafforzato più volte fino alla disastrosa mareggiata del 1600. Continuiamo a camminare. Sia l'arcivescovo che il principe Biscari si fecero qui due palazzi con centinaia di stanze, rivolti proprio al porto, per- ché volevano che chi arrivava via mare li riconoscesse subito come autorità sulla città. Tanto che le rifiniture barocche, sulle nostre teste, sono davvero in direzione mare, e non dall'altra parte. Arriviamo davanti all'ingresso di via Dusmet. Camminiamo da una ventina di minuti e del mare nemmeno l'om- bra. In compenso sentiamo il ciauro d'aqua salata. continua a pagina 2 mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• tre Marzo 2008 €0,50 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua Ignazio Buttitta GAPA20ANNI 4 La rivincita del pescatore 2 Sostenete la libertà d’informazione CAMPAGNA ABBONAMENTI Per info: 348 1223253 La lotta paga! 3 Ciauru di mari foto: Ag. LiberaImmagine, Giovanni Caruso Qualcuno vuole fare soldi col Porto di Catania, e i catanesi sono tenuti alla larga

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C armelo ha 13 anni ed abita in via Belfiore A scuola se la calìa un giorno La lotta paga! 3 Per info: 348 1223253 mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• tre Marzo 2008 €0,50 foto: Ag. LiberaImmagine, Giovanni Caruso U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua continua a pagina 2 Sostenete la libertà d’informazione Ignazio Buttitta

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Carmelo ha 13 anni ed abita in via Belfiore A scuola se la calìa un giornosì e uno no. Coi suoi quattro amici si vede davanti alla putia in fondo

alla strada, dove ormai vanno a bere vino e birra pure i polacchi e gli afri-cani della zona. Da lì, d'inverno, i cinque ragazzi vanno a spasso per il quar-tiere o si spingono fino al centro. "D'estate andiamo alla Playa, c'è un orettadi strada a piedi, oppure c'è l'autobus. Se non becchiamo il controllore cistiamo la metà del tempo".

Mi dice che suo nonno faceva il pescatore. Ma non è una cosa strana.Anzi, del tutto normale. San Cristoforo è a due passi dal mare, cinque minu-ti ad andatura rilassata, e le principali attività del quartiere erano proprio lapesca, il lavoro alla Manifattura Tabacchi (funzionante fino a vent'anni fa) eil mercato di via Belfiore. Si stava bene, e si tirava avanti con dignità. Nellepiazzette, al pomeriggio, gli uomini badavano a rattoppare le reti. C'era unavera e propria flotta peschereccia e le donne, oltre a sbrigare le faccende dicasa, lavoravano proprio alla Manifattura.

Carmelo queste cose le ha sentite a malapena dalla nonna, ma ormai nongli appartengono più. Se scende da via Plebiscito oggi si ritrova davanti a unmuro. L'hanno costruito subito dopo la seconda guerra mondiale tutto intor-no al perimetro del porto. E' per questo che lui e suoi amici devono dirotta-re per la Playa. "Certe volte ci siamo entrati dentro, al Porto. Davanti al mer-cato del pesce c'è un buco, lì dove c'è un cancello chiuso. L'hanno fatto ipescatori per arrivare subito al mare, perché qualcuno ci ha la barca lì", midice, "ci sono questi enormi cosi di metallo, sembrano missili. Un amico dimio padre m'ha detto che prima c'era il grano. Lì, poi, è tutto pieno di yachte barche a vela".

Scendo con lui e i suoi amici a farmi un giro proprio accanto al porto. E'una bella giornata di sole e un buon gelato al cioccolato, zabaione, noccio-la e panna, non ce lo toglie nessuno. Andiamo verso via Dusmet e passiamosotto gli archi della marina. All'altarino di Sant'Agata, proprio lì di fronte,due dei ragazzi si fanno il segno della croce. Su una lapide in basso c'è scrit-to che il porto nacque nel 1621. In verità fu solo risistemato nel 1621, datoche il porto per la prima volta era stato fatto dai Saraceni nel decimo secoloe poi rafforzato più volte fino alla disastrosa mareggiata del 1600.

Continuiamo a camminare. Sia l'arcivescovo che il principe Biscari sifecero qui due palazzi con centinaia di stanze, rivolti proprio al porto, per-ché volevano che chi arrivava via mare li riconoscesse subito come autoritàsulla città. Tanto che le rifiniture barocche, sulle nostre teste, sono davveroin direzione mare, e non dall'altra parte. Arriviamo davanti all'ingresso di viaDusmet. Camminiamo da una ventina di minuti e del mare nemmeno l'om-bra. In compenso sentiamo il ciauro d'aqua salata.

continua a pagina 2

mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• tre Marzo 2008 €0,50

U populu diventapoviru e servuquannu ci arrub-banu a lingua

Ignazio Buttitta

GAPA20ANNI 4La rivincita del pescatore 2

Sostenete la libertàd’informazione

CAMPAGNAABBONAMENTIPer info: 348 1223253

La lotta paga! 3

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Qualcuno vuole faresoldi col Porto diCatania, e i catanesisono tenuti alla larga

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2 iCordai / Numero Tre

continua dalla prima paginaNon accade la stessa cosa a Napoli, Trieste, Savona, Ravenna, o Bari, e in

altre città portuali. Lì stanno tutti ripensando a un nuovo rapporto con il maredando al territorio cittadino un contatto diretto con la costa. A Genova, adesempio, hanno abbattuto già nel 1992 la cancellata che ne impediva l'ac-cesso, prima di costruire acquari, musei e quant'altro.

Al Porto di Catania, invece, l'autorità portuale medita soluzioni diverse:creare a sud un enorme porto turistico da affidare a un solo gestore, costrui-re edifici dai 12 ai 20 metri, impedendo ancora la visibilità del mare. E nonsviluppare invece il settore delle crociere, del diporto, della pesca sportiva eprofessionale, e degli sport come il canottaggio o la vela, strozzati in unangolo. Per fortuna tutto è stato bloccato in Consiglio Comunale, grazie allasupervisone di un comitato cittadino creato ad hoc, il comitato "Porto delSole".

Ma bisogna restare vigili, perché l'autorità portuale sta meditando nuovipiani regolatori. Il signor Barbagallo, del Coni di Catania, una volta mi disse:"Gli spazi per gli sport nautici sono spazi pure per i ragazzi del quartiere, che

potrebbero venire qua a godere del mare e fare qualcosa di bello, piuttostoche starsene in giro, in mezzo alla strada."

Un vecchio se ne sta seduto sul marciapiede di via Dusmet. Davanti a luic'è il cancello d'ingresso al Porto. Io lo conosco. Faceva il marinaio nellenavi che trasportavano grano dalla Russia e dal Sudamerica. Racconta airagazzi che da piccolo pescava direttamente da quel marciapiede perché l'ac-qua arrivava fino a lì. "Minchia", fa uno, Antonio. Poi, dopo il muro e ilcemento buttato dagli americani, lui e sua sorella si sono spinti fino a Ogninaper fare il bagno d'estate. Ci andavano a piedi. Carmelo propone di entrare efarsi un giro dentro. Guardiamo tutti, compreso il vecchio, nella direzionedel cancello. C'è un finanziere che ogni tanto si sporge per controllare lemacchine che entrano. Uno dei ragazzi che fino a quel momento non avevaparlato, Franco, si mette le mani in tasca e fa: "Andiamo a casa, và". E insie-me, e in silenzio, come se fossimo già tutti d'accordo, salutiamo il vecchio erisaliamo per via Plebiscito. Cominciamo a sudare e nelle narici sentiamoancora forte il ciauro del mare.

Giuseppe Scatà

Il varo della nuova barca

Vi ricordate del nostro amicoAndrea Guerriera, il pescatore di

cui abbiamo parlato su "I Cordai" delmese di luglio 2006? Sabato 9Febbraio abbiamo avuto il piacere difesteggiare con lui il momento dellasua rivincita: "Il varo della sua nuovabarca".

Siamo in tanti, parenti e amici chehanno sofferto con lui per le sue disav-

venture e adesso gioiscono per la suarivincita: una grande barca di colorebianco, completa di attrezzature, reti,apparecchiature; una barca che a guar-darla, nonostante il freddo ed il cieloscuro per le nuvole, ti trasmette gioiaed entusiasmo. La barca è posizionatasul molo in attesa del varo e noi tuttisaliamo sopra per poterla apprezzareda vicino. La gioia di Andrea è anche

di tutti i presenti, c'è chi porta in donofiori, chi il corno e lo attacca in cabina,e chi altri oggetti utili al suo lavoro. Ilprete dà la sua benedizione.Finalmente il varo! La barca viene sol-levata dal molo da una grossa gru e lapoggia sul mare ed i padrini, i generidi Andrea, lanciano la bottiglia dichampagne, questa si rompe sullabarca fra gli applausi di tutti i presenti.

Saliamo tutti a bordo, Andrea accen-de il motore e via, affrontiamo il marefino al limite del porto e poi torniamoindietro. Durante questo giro c'è unasignora che sparge il sale in ogni ango-lo del ponte e dentro la cabina, fra gliapplausi di tutti i presenti pieni dientusiasmo ed allegria. Andrea altimone è felicissimo. Poi torniamo sulmolo di partenza e festeggiamo il

LA RIVINCITA DEL PESCATORE

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3iCordai / Numero Tre

Di questi tempi, in cui l'unica solu-zione propagandata al triste stato

di cose sembra la rassegnazione, chela lotta paghi sembra solo uno mes-saggio fuori dal tempo. Eppurel'Università di Catania è stata costrettaa fare marcia indietro davanti alla pro-testa sulla ventilata chiusura dellaScuola Media Manzoni e del CentroPopolare Experia.

Ecco come è andata.Alcuni mesi fa in un'intervista rila-

sciata alla radio dell'università diCatania, "Radio Zammù", il presidedella facoltà di GiurisprudenzaArcidiacono annunciava l'intenzionedell'università catanese di rilevare ilplesso dell'ex Gil di via Plebiscito cheattualmente ospita i locali della scuo-la, del Centro Popolare e l'unica strut-tura sportiva della zona (un campo dacalcio).

La mobilitazione dell'Experia èimmediata e trova la solidarietà degliabitanti del quartiere, che vedono perl'ennesima volta minacciati i lorodiritti e la loro qualità della vita. Allaprotesta si uniscono gli studenti uni-versitari e gli studenti medi, soprattut-to quelli del Liceo Spedalieri, presentinel quartiere e da sempre attenti ad unprocesso di apertura della scuola edelle sue attività agli abitanti. Si deci-de quindi di intervenire insieme, pro-muovendo una protesta l'1 marzo perl'inaugurazione dell'anno accademico.

L'università inizialmente non accet-ta l'ipotesi di un confronto pubblico espera che la protesta si sgonfi dasola.,La protesta invece si allarga finoai genitori degli alunni della Manzoniche, allarmati, chiedono spiegazioniai dirigenti scolastici.

Finalmente l'università rompe ilsilenzio e il rettore dichiara: "l'attualeamministrazione dell'Università nonintende certo sottrarre spazi ad altreistituzioni formative e ad iniziativesociali"; successivamente, sotto lapressione popolare, il ProrettorePioletti si impegna pubblicamente arinunciare con un atto del SenatoAccademico all'acquisto dell'edificio.

La protesta dell'1 marzo avviene lostesso, con un tono di festa per la vit-toria acquisita, ma con la determina-zione a proseguire la lotta per le batta-glie che rimangono da vincere:

- gli innumerevoli problemi deglistudenti (quelli che lavorano perprimi),costretti a studiare in strutturefatiscenti, a subire gli effetti dei conti-nui tagli ai fondi alle scuole pubblichea vantaggio delle private, e delle rifor-me che tendono a creare una scuola eun'università che selezionano gli stu-denti in base alla classe sociale diappartenenza.

- il barbaro processo che sta trasfor-mando l'Antico Corso in una cittadel-la universitaria costringendo gli abi-tanti storici ad andare via (famigliemonoreddito che non possono reggerela crescita degli affitti dovuta alla pre-senza di troppe facoltà in quartiere) .

- il piano "antisprechi" del Comunedi Catania che anziché i suoi costosiconsulenti vuole liquidare le scuolemedie dei quartieri popolari comel'Andrea Doria, la Corridoni e la suc-cursale della Manzoni.

La lotta del popolo vicentino controla base di guerra degli Usa, dei valsu-sini contro la Tav, dei napoletani con-tro le discariche nocive e quest'ultimavinta a casa nostra dimostrano che laresistenza popolare può essere piùforte degli interessi economici deipotenti e di tutti gli apparati di potereche sempre di più impongono scelteche gravano sulla testa e sulla qualitàdella vita dei lavoratori e delle lorofamiglie.

Centro Popolare Occupato Experia

LA LOTTA PAGA!varo. La barca si chiama "Agata" .Andrea, perché Agata?"Questo è il nome di mia moglie, è

giusto che io mettessi questo nome,glielo devo. Lei mi è stata vicina, miha incoraggiato e sostenuto neimomenti poco felici, è l'elementoessenziale della mia vita."

Da quante persone è composto iltuo equipaggio?

"Siamo in tre ed uno di questi è miogenero. Fra di noi abbiamo un ottimorapporto e c'è molta allegria, si lavorabene insieme. A volte capita di dormi-re sulla barca ancorati nel porto, quan-do siamo lontani da Catania. In cabinaci sono tre cuccette e la cucina, quindidormiamo e cuciniamo lì, passiamomolto tempo insieme e ciò rafforza ilnostro rapporto con tanta armonia."

Che tipo di pesca fate?"Noi peschiamo il novellame, "u

mucchu", il bianchetto di sarda o,nello stesso periodo, quello rosso, chenon è novellame di triglia, come dico-no alcuni, ma bensì è un pesce cheresta così, piccolo; noi lo chiamiamo"u mucchu russu", detto "rossetto".Però nelle nostre acque è sempre piùdifficile pescare, c'è sempre menopesce."

Tu come spieghi questa mancanzadi pesce?

"Io non credo che ciò sia dovutoallo sfruttamento delle risorse ittiche.Sono convinto, con la mia lunga espe-rienza, che ci sono fattori esterni chedeterminano la mancanza di pescato.E' già capitato che il neonato, il bian-chetto, è mancato per più stagioni epoi si verifica in un certo periodo chequesto pescato è presente per un

tempo molto lungo e ciò permette chesi possa pescare il novellame di sardafino ad agosto. Probabilmente vienesballottato dalle correnti e poi l'inqui-namento fa la sua parte. Al limite losfruttamento potrebbe incidere inmodo insignificante."

Avete strumenti a bordo che ti aiu-tano nel tuo lavoro?

"La mia barca è munita di due eco-scandagli, di un sonar e di tutte leapparecchiature per navigare in sicu-rezza, cartografico, radar, baracchinoradio WHF etc. Senza di ciò sarebbeimpossibile fare questo tipo di pesca."

Si può guadagnare molto con que-sto lavoro?

"No, assolutamente, nessuno siarricchisce con il proprio lavoro, men-tre lavorando sodo si può vivere tran-quillamente. Sono finiti i tempi belli.Comunque il periodo migliore che ioricordo sono gli anni ottanta, quandola gente spendeva con facilità, mentreadesso le persone non hanno soldi. Intutti i settori c'è crisi, vedi il muratore,il fruttivendolo, il negoziante o il com-merciante in genere.

Oltre la crisi ci sono altre difficoltàche rendono il lavoro più complicato.C'è poco pescato ed inoltre le spesecontinue fra concessioni, autorizza-zioni e carta bollata, diventa semprepiù difficile andare avanti. Per finirec'è la burocrazia che incide in modorilevante. Per qualsiasi cosa ci voglio-no autorizzazioni e queste per essererilasciate impiegano periodi lunghi,attese ingiustificabili! Pensa che quan-do io richiedo l'autorizzazione per untipo di pesca, dopo aver pagato letasse di concessione, questa per essere

rilasciata occorreil vistodell'AssessoratoRegionale, quindiva a Palermo e poitorna a Catania. Itempi si allunganoed io sono costret-to a stare fermosenza poterepescare."

Se tu potessitornare indietrofaresti le stessecose che haifatto?

"Si, rifarei lestesse cose, ilmare è l'elementoprincipale dellamia vita, la passio-ne e la mia espe-rienza mi dannouna spinta in piùper fare questolavoro."

Auguri AndreaPaolo Parisi

PPaanniiffiicciioo ddeelllleessaalleetttteeDi Franco Ficarra

Biscottificio e generialimentari

Via S.M. delle Salette, 74San Cristoforo, Catania

"NELLA BELLEZZA DEI SAPORI ANTICHI,TUTTA L'ARTE DEL FARE IL PANE"

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4 iCordai / Numero Tre

Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Millauro,Via Montenero 30, Catania

Grafica: Massimo GuglielminoFoto: Ag. Liberaimmagine - Giovanni Caruso,Paolo Parisi

Hanno collaborato a questo numero:Giovanni Caruso, Giuseppe Scatà, Toti Domina,Paolo Parisi, Carmelo Guglielmino, SalvoRuggieri, Marcella Giammusso, “Centro PopolareOccupato Experia”

Caro Giovanni, volevamo dirti chetutti i momenti che abbiamo trascorsoinsieme, nel bene o nel male, non lidimenticheremo mai, e con essi, nondimenticheremo te. Resterai semprecon noi, nei nostri cuori, e nei momen-ti in cui faremo i giochi che facevamoquando eri con noi, ripenseremo a

quanto era bello farli con te. A ricor-darti sono gli amici più cari dellacomitiva di via S. Maria delle Salette,che anche con questo piccolissimopensiero, vogliono mandarti un grossoabbraccio e dirti che ci mancherai unsacco.

Gli amici di Giovanni

A GIOVANNI, UN RAGAZZO DI SOLI 15 ANNI,SCOMPARSO IN UN INCIDENTE STRADALE

VENERDI 2813,00 - 16,00: benvenu-to e accoglienza16,00 - 17,00: presen-tazione dell'incontro e deigruppi Partecipanti17,00 - 20,00: dibattitosul tema "l'importanza dell'antimafiaSociale e le sue pratiche"21,00: cena22,30: contributi dallevarie associazioni (per chivolesse produrre documentifilmati, piccoli spettacoli,etc... lo comunichi in antici-pio)

SABATO 298,00 - 9,00: colazione 9,00 - 13,00: laboratori:1: scolarizzazione e forma-

zione alternativa2: attività ludiche (il gioco

attraverso il teatro, lo sport,arti creative attraverso il

protagonismo dei minori edegli adolescenti)3: relazioni e rapporto con

gli adulti e adulte nel territo-rio4: la partecipazione

nota: chi vuole può scegliereil laboratorio che più gliinteressa13,00 - 15,00: pranzo15,30 - 17,30: attivitàludiche con i ragazzini e leragazzine del centro Gapa17,30 - 18,30: giro nelquartiere 18,30 - 20,00: "Facitichiddu ca vuliti"20,00: cena 21,30: spettacolo teatralecon testi di Guido Benni eintervalli di musica Jazz,messi in scena da OrazioCondorelliInfine, per chi volesse, gironotturno nel centro storico ed altro

"Incontro del volontariato di basesiciliano

offre agli abitanti del quartiere di San Cristoforo

CONSULENZE LEGALI GRATUITE IN MATERIA DI DIRITTO CIVILE

in particolare:

DIRITTO DI FAMIGLIA E MINORICAUSE CONDOMINIALI

CONTRATTICAUSE LAVORO E PREVIDENZA

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