iCordai2_02_2008

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• due Febbraio 2008 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua foto: Ag. LiberaImmagine, Salvo Ruggieri Ignazio Buttitta Così come Francesco, circa un anno fa 250 operai che credevano essere sulla strada giusta per la pensione si ritrovarono precari. Si ribellarono ed occuparono l’aula del consiglio provinciale

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La vita a volte è strana, ci hanno sempre detto quanto è importante nellavoro fare sacrifici all'inizio, stringere i denti, salire gradino dopo gradi-

no, farci valere e magari avere qualche amicizia giusta. Alla fine l'importan-te è sistemarsi e fare carriera. Ma la storia che qui si racconta capovolge tuttoquesto. La storia è di Francesco e devo ringraziare il barbiere Massimo, fonteinesauribile di storie e di amicizie, che me lo ha presentato.

Francesco Torrisi ha 43 anni, ha un bell'aspetto, alto, bruno, molto curato,e conoscendolo, mi accorgo che è una persona molto sensibile. Mi raccontala sua storia con emozione e con passione, ha una gran voglia di condividerequello che vive in questi mesi con i figli Giacomo e Mirko e la moglie PinaCatania, 41 anni, sposata giovanissima 25 anni fa. Francesco ha una storiaparticolare, forse comune a tante altre, ma ogni storia è unica e irripetibile perchi la vive sulla sua pelle, e forse è giusto così.

Partiamo da lontano, Francesco.I miei genitori hanno avuto 4 figli maschi, ma uno dei miei fratelli ad appe-

na nove anni è morto investito da un camion ad Aci S.Antonio. Una tragedia.Un mio fratello è diventato pasticcere e l'altro ha iniziato come meccanico.Papà faceva il saldatore specializzato all'Itin da Rendo alla zona industriale,la mamma la casalinga. Io dopo la terza media ho cominciato subito a lavo-rare come lavagista in Via Vecchia Ognina. Ma maturavo la passione per icarabinieri in un periodo in cui nessuno lo voleva fare per via delle BrigateRosse e a 16 anni, siamo nel 1980, ho fatto domanda per entrare nell'arma.Ho superato tutte le prove ed ero ben voluto. Ero pronto a partire per la scuo-la allievi, avevo 17 anni e non mi sembrava vero. Ma il giorno prima di par-tire, mio fratello che faceva il meccanico, per aiutare un compagno suo, va aS. Giovanni Li Cuti per spingere una cinquecento che credeva del suo amico.In quel momento passa un'auto civetta della finanza: l'amico suo che invecestava "schiavettando" l'auto, fiutando il pericolo, scappa e si butta a mare.Mio fratello "ancora cà sta ammuttanu sta machina" e non aveva capito nien-te, viene fermato e portato in piazza Lanza. Dopo due giorni tutto si chiari-sce, ma la mia partenza viene bloccata dal Comando dell'Arma. Malgradol'interessamento di alcuni carabinieri locali che credevano in me non mihanno fatto più partire. Ho odiato mio fratello in quel periodo.

E poi cosa è successo?Ho ripreso a fare vari lavori, di tutti i tipi. Ricordo che lavavo le scale in un

residence di dieci palazzine a largo Carnazza. Nell'84 riuscii ad entrare allaVigil Sud come guardia giurata e prendevo 450 mila lire, questo famoso miofratello meccanico, con moglie e 2 figli, invece non se la passava bene.Grazie a un mio parente che "contava" alla SAC avevo la possibilità di entra-re all'aeroporto come addetto allo scarico dei bagagli, ma visto la situazionechiesi se poteva entrare mio fratello al posto mio. E così lui adesso, graziealle sue capacità, "unni tocca sona", ha fatto carriera ed è responsabile dellamanutenzione dell'aeroporto. Nell'86 sono passato alla Virtus e lavoravo,sempre come vigilante, alla manifattura tabacchi di piazza S.Cristoforo prima

e poi al deposito di via Barcellona. Ero messo a regola e per tanti anni sonostato tranquillo.

Ma…Ma ad un certo punto, visto l'esubero dei finanzieri in Italia, li hanno distac-

cati presso le manifatture, sostituendo le ditte di vigilanza privata, senza pen-sare che c'erano cristiani in carne ed ossa che con quel lavoro ci vivevano datanti anni. Ci hanno fatto fuori completamente lo scorso anno, dopo averciridotto lo stipendio negli ultimi anni.

Come avete reagito?La scorsa estate io e i miei colleghi siamo stati sotto la prefettura e sia il

viceprefetto Galeani che i sindacati, la CGIL, avevano promesso di risolvereil nostro problema, collocandoci in altri istituti di vigilanza. Ma finora nonhanno mantenuto le promesse. Ci hanno dato solo la disoccupazione specia-le di 6 mesi tramite l'Inps di 830 euro, e questo è l'ultimo mese!

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• due Febbraio 2008

U populu diventapoviru e servuquannu ci arrub-banu a lingua

Ignazio Buttitta

Iniziative del G.A.P.A. 4Ricicliamo i rifiuti 2 “La cultura non rilascia interviste” 3Sant’Agata liberaci dalla mafia 3

IN CARRIERA PER IL PRECARIATO

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Così come Francesco, circa unanno fa 250 operai che credevanoessere sulla strada giusta per lapensione si ritrovarono precari. Siribellarono ed occuparono l’auladel consiglio provinciale

Così come Francesco, circa unanno fa 250 operai che credevanoessere sulla strada giusta per lapensione si ritrovarono precari. Siribellarono ed occuparono l’auladel consiglio provinciale

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2 iCordai / Numero Due

continua dalla prima paginaAnche con il nuovo prefetto Finazzo non è cambiato nulla.Tua moglie lavora?Non ci crederai, nello stesso mio periodo perdeva il lavoro anche lei. Lavorava

in una ditta di pulizie all'ST, con la Polisplend. Poi l'appalto l'ha vinto laMeridionale Impianti e molti lavoratori della Polisplend sono stati liquidati. I lavo-ratori hanno lottato giorno e notte per garantirsi il posto, hanno occupato gliimpianti. Alla prefettura prima hanno convocato i pezzi grossi della ST e poi hannofatto salire la CGIL. Lo sai che gli ha detto alla CGIL il Prefetto Finazzo? Se nonterminavano l'occupazione avrebbe mandato i cellulari della polizia e li avrebberoarrestati tutti. Alla fine sono riusciti a trovare una specie accordo: mia moglie e tantisuoi colleghi, lavorano 5 ore anziché 8 ore, più un'ora ora e mezza la mette l'Inpse questo solo per due anni, con la clausola, che le ore possono diventare 4 più un'o-ra e mezza che farebbero 350 euro al mese, ti rendi conto. E fra due anni usciran-no 120 persone, tra cui mia moglie.

Queste sono le istituzioni che ci sono a Catania, anziché aiutare gli operai, difen-dono gli imprenditori. Al mio vecchio amministratore, negli incontri per la risolu-zione del nostro problema, il viceprefetto Galeani lo ha aiutato a prendere un'altralicenza, per aprire un altro istituto di vigilanza con altri dipendenti, e noi sottopoveri illusi ad aspettare, chi con due figli, chi con tre.

I tuoi figli?Giacomo è il primo figlio, ha 23 anni, lavora come elettricista industriale, ha

anche due diplomi di parrucchiere unisex e ha un diploma di istruttore di ballo.Lavora tutto il giorno e la sera gestisce una scuola di ballo a S.Giorgio. L'altrofiglio, Mirko, ha 13 anni e va a scuola. Viviamo a Vaccarizzo, dietro al Torero,abbiamo preso una casetta vicino ai parenti di mia moglie e paghiamo un mutuo,fatto ai tempi quando lavoravamo tranquillamente tutti e due.

Facciamo il punto della situazione economica.

830 euro io come disoccupazione, e miresta solo quest'ultimo mese, 450 euromia moglie, 1000 euro di mutuo al meseper la casa, per altri 15 anni. "Chi n'arre-sta"?! Se non ci aiutasse mio figlio gran-de... Una volta erano i genitori che aiuta-vano i figli, è pazzesco, ora è al contrario.Ancora non si vuole sposare, se non civede tranquilli non ci vuole abbandona-re. Ogni tanto Giacomo ci invita fuori aprendere una pizza, è commovente e misi stringe il cuore. Mia mamma e miasuocera a volte fanno un po' di spesa inpiù per noi.

Che farai adesso?Non lo so, spero di rientrare nel giro

delle vigilanze. In questi anni ho manda-to più di 100 domande per cercare lavo-ro, di tutti i tipi, alle case di cura per la sicurezza, come centralinista, …. La rispo-sta è sempre la stessa. Troppo vecchio, cercano sempre giovani sotto i 28 anni. Unapersona in Sicilia a 43 anni è tagliato fuori dal mondo del lavoro!

Posso chiederti se questi problemi hanno avuto ripercussioni tra te e tua moglie?Si, ma hanno rafforzato il nostro amore, siamo molto uniti, a volte la sera davan-

ti la televisione, nel divano, lei scoppia a piangere per la situazione, ha paura di per-dere la casa e ci stringiamo per darci coraggio.

Grazie Francesco e …Non mollo, credimi, non mi arrendo, ancora la mia dignità non me l'hanno tolta.

Toti Domina

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"Signora, a munnizza l'ha ghittariintra u cassonettu …!" Così impre-

cava un operatore ecologico rivolgen-dosi ad una signora che lasciava il sac-chetto della spazzatura sul marciapie-de, invece che gettarlo nel cassonettodell'immondizia.

La signora di rimando rispondeva:"Ma lei chi talìa a mia? Picchì non sapigghia cu tutti l'autri ca lassanu amunnizza 'nda strata…? " Così l'ope-ratore ecologico si è dovuto zittire,continuando a raccogliere l'immondi-zia dentro il suo "cartone" che trascina-

va con sé.Sembra assurdo, ma l'attrezzatura

posseduta dagli operatori ecologici perripulire le strade consiste in una scopaed un cartone legato ad una corda,usato come paletta per raccogliere laspazzatura. Roba da terzo mondo!Inoltre non si vedono mai automezziche lavano il manto stradale ed i casso-netti, come viene fatto in tutte le altrecittà.

Con questo sistema le strade delquartiere di San Cristoforo e di tutti glialtri quartieri di Catania si mantengono

sempre sporche e piene di rifiuti. Adesempio, all'angolo di via Plebiscitocon via Madonna dell'Aiuto c'è unaperenne montagna di rifiuti che strari-pa fuori dai cassonetti e vengono getta-ti lì anche i cartoni da imballaggio, lecassette della frutta e tante altri oggettiingombranti. E' chiaro che i cassonettinon sono sufficienti ed è anche chiaroche l'Amministrazione comunale nonsi preoccupa minimamente di fare laraccolta differenziata di plastica, carta,vetro, lattine, legno, umido, etc..Portando tutti i rifiuti non differenzia-ti alle pubbliche discariche, queste siriempiranno prima, trovandoci nellasituazione di non potere più smaltire irifiuti.

E pensare che la raccolta differenzia-ta viene effettuata in quasi tutte le cittàe persino in tutti i paesi limitrofi aCatania. Eppure entro il 2006 eraobbligo di tutti i Comuni raccogliere inmaniera differenziata almeno il 35%dei rifiuti ed adesso la nuova normati-va prevede di raggiungere il 65% entroil 2010.

Perché, allora, noi Catanesi dobbia-mo essere sempre indietro rispetto allealtre città?

E' possibile che anche rispetto la"munnizza" il quartiere di SanCristoforo deve essere sempre abban-donato da chi amministra Catania?

In Pescheria, all'orario di chiusura, cisono degli enormi cumuli di rifiutimaleodoranti (ossa di animali, verdure,frutta marcia, teste ed interiori di pesce,

scarti di sangeli, etc.), racimolatidurante le ore di attività commerciale,che vengono puntualmente raccoltidagli operatori della nettezza urbanama che lasciano un fetore molto sgra-devole che permane anche dopo la rac-colta dei rifiuti.

La gente, infastidita e schifata, ècostretta a fare una gincana per evitarei mucchi di spazzatura.

Un anziano signore carico di borsedella spesa, esclama irritato: "Ma nonsarebbe meglio dare ai commerciantidella Pescheria recipienti muniti dicoperchi, dove versare i rifiuti? Così sieviterebbe l'accumulo maleodorantedegli scarti, gli spazzini effettuerebbe-ro un lavoro meno disgustoso, piùdignitoso e igienicamente più sicuro enoi potremmo camminare tranquilla-mente senza problemi!". Quel signoreha proprio ragione. E' vero, a voltebasta la volontà per risolvere i proble-mi. Ma a Catania c'è questa volontà?

Probabilmente anche da noi succe-derà quello che sta succedendo aNapoli e allora ci meraviglieremo e cichiederemo come sia potuto succedere,con un conseguente scaricabarile degliAmministratori Comunali e Regionali.

Allora,evitiamo che la nostra cittàpossa trovarsi sommersa dalla spazza-tura usando quegli accorgimenti cheriducono notevolmente i rifiuti, quali laraccolta differenziata ed il riciclaggiodei materiali come plastica, vetro,carta, legno, lattine e umido.

Marcella Giammusso

RICICLIAMO I RIFIUTIEvitiamo che la nostra città possa trovarsi sommersa dalla spazzatura

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3iCordai / Numero Due

Nuovo atto plateale dell'Assessoreai beni culturali Silvana Grasso,

da poco insignita anche del titolo diAssessore alle politiche giovanili. Laprofessoressa di lettere classiche, ci haben mimato il gesto delle tre scim-miette:

NON PARLOIncontrata dalla nostra redazione in

pieno centro, proprio davanti laPrefettura, la Grasso ha rifiutato un'in-tervista. Nonostante apparisse pocoimpegnata, e dietro le promesse di uncolloquio assai breve, l'Assessore hastorto dito e testa, palesando ancheuna certa irritazione. Abbiamo alloravoluto seguire le vie convenzionali,fissando un appuntamento attraversola sua segreteria.

NON SENTOTre volte abbiamo chiamato la

segreteria assessoriale e cercato dicontattare la Grasso. C'è sempre statoripetuto, dalle segretarie e addettestampa, che il messaggio sarebbestato recapitato e che a breve sarem-mo stati richiamati per fissare la datadell'intervista. Ma, probabilmente,Silvana aveva le orecchie turate, e inbarba alla Costituzione, ha snobbato ilnostro organo d'informazione, prefe-rendone altri, magari di parte.

NON VEDOLa nostra epica dispensatrice di cul-

tura, non si avvede delle condizioni dicui versa il nostro pregiato e vastopatrimonio artistico-culturale. Se per-fino il "liotru" nei suoi marmi prezio-

si è ricoperto di graffiti e scritte amo-rose, sinonimo di inciviltà e pocorispetto delle radici storiche (ahimèquesto è un male che si fa largo tra lenuove generazioni), se la stessa sortetocca all'appena restaurata "fontanadei Delfini" di fronte il TeatroMassimo, anch'esso preso di miranelle facciate laterali (nonostante perquella zona l'assessore Drago avessepromesso un sistema di videosorve-glianza contro gli atti vandalici) c'èpoco da sperare. Se la chiesa di SanNicolò l'Arena ha una scalinatamonca, dove i lastroni di marmo figu-rano uno si, e due no, e i fari proietto-ri sono per metà spenti, non c'è nullada sperare.

Se viene proclamata da anni a

S.Cristoforo l'apertura di un museoArcheologico, e lo si attende ancora,se proprio qui non vengono reputatidegni d'attenzione i tanti mestieri arti-gianali, destinati ormai all'estinzione,forse la "nostra assessora" e tutta laGiunta non hanno occhi davvero. Sepoi, ad un semplice cittadino del sopracitato quartiere popolare, non rimaneneanche un cinema, nonostante unavolta ce ne fossero in tanti per le vie diSan Cristoforo, la cultura è mortaveramente, e con lei noi tutti. "Tutti aCatania pagheremo per visitare unbene archeologico. Lo sbigliettamen-to è pratica consolidata in tutta le cittàmoderne" fa eco la Grasso, dal miotelevisore di casa…

Salvo Ruggieri

Un vigile, davanti alla prima cande-lora, si sbraccia, fischia, poi si

appoggia a un auto della municipale, efuma. Mi metto davanti per fargli unbel ritratto con la macchina fotografica,lui scatta di lato e mi fa il gesto di anda-re via. Intorno a me auto posteggiate suimarciapiedi, furgoni col muso dentro aicespugli, o appiccicato al palo verde delsemaforo. E banconi di arancini, pizze,panini, ogni due metri. Abusivi, quasitutti. E' la sera del 4 e chi vende arma-di, o mobili, o uova, o marmitte, quellanotte vende da mangiare. "Macchè! E'la festa della carne di cavallo", mi diceun uomo poche ore prima, nel pome-riggio. Tiene in mano due detersivi perla casa, è un bottegaio, e mi dice cos'èoggi l'estorsione: "Soldi non ce n'è.Uno viene e ti chiede quello che ti devechiedere, sapone, carne, quello che è, etu non lo fai pagare. E' questo il pizzo".Gli avevo solo chiesto che ne pensavadi Sant'Agata e della notizia di pochigiorni prima: "La piovra sulla festa diSant'Agata", "Le mani dei boss sullafesta di Sant'Agata". Una notizia cheaveva fatto rapidamente il giro dei gior-nali e di tutti i tg nazionali. Poi punta ildito verso i cielo: "I veri mafiosi sono i

politici lissù, questa è solo manovalan-za". E' il 4 sera e la festa sta per comin-ciare. L'odore della carne scende giàper tutta via Plebiscito, nauseante."CATANIA - Cosa Nostra non rispar-mia neanche la festa di Sant'Agata,patrona di Catania: è questa la tesi dellaProcura della Repubblica che fatto noti-ficare l'avviso di conclusione indagini aotto presunti appartenenti al clan deiSantapaola e Mangion. Il reato ipotiz-zato è associazione mafiosa finalizzataad ottenere ingiusti vantaggi" (Corrieredella sera, 1 Febbrao). "Io non sonulla", "E' solo una festa", "Voci, tuttevoci, io vedo qua solo persone corret-te", "La mafia è dovunque", dice unaltro, sempre col sacco, "ma si restadevoti". Saranno le dieci, già in terra c'ècera mescolata a coriandoli. Un gruppodi devoti, col cero grande quanto il pesodel loro corpo, si inginocchiano e pre-gano davanti a un altare della santa. Unragazzo resta ancora un po', mentre glialtri partono, rimane in ginocchio, nonriesce ad alzarsi, due amici lo aiutano,tirano su il cero, lui cade in terra, poi sirisolleva e si tiene la spalla. Si piegasulle ginocchia e urla di dolore. Soprale nostre teste ci sono tutte le luminarie

accese, il fuco delle can-dele, le lampade deinegozi, dei banconi ditavola calda. Ora è tuttauna luce. Ma nei giorniscorsi la città era stata nelbuio. Il prefetto GiovanniFinazzo, ha supplicatol'Enel, creditore di decinedi milioni di euro, e l'Enelriaccende i lampioni soloper la durata della festa. Ilsindaco Scapagnini, sulla

mafia e sullaSanta, non dicenulla, l'arcivesco-vo chiamato incausa, sicuro di sée della fede diceprima: "La delin-quenza deve star-ne fuori", ma poi"Chi ha sbagliatoha sempre la pos-sibilità di pentirsi".Intanto la varacammina in fondo,di frontea l l ' O s p e d a l eVittorio, a passo dilumaca. Tutti, purei meccanici, fannosoldi. I magistratidella procura dico-no che le indaginisono concluse, che Santapaola eMangion, tessera 1 e 2 del circoloSant'Agata, controllano le tappe, itempi, la vendita della cera, le scom-messe sulla salita di via San Giuliano."Cosa Nostra sulla festa…è una cosascandalosa", mi dice piano un uomo,con un filo di voce, appoggiato a unaparete, tenendo la mano alla moglie."Sono deluso. Io ci ho sempre creduto",mi confessa un anziano seduto fuori,sul marciapiede, e col sacco. C'è unvigile per candelora, ciascuno ha unfischietto e sbraccia e suda per farsgombrare la gente. Ci sono coppie divigili che parlottano agli angoli dellestrade, con le mani in tasca. Sono tanti.Sono quelli che non ci sono mai duran-te l'anno. Di fronte ai loro occhi l'abusi-vismo, il posteggio selvaggio, per unanotte scompare. "Io vivevo in via

Plebiscito, ci ho vissuto per quarant'an-ni, e non c'erano banconi di carne ognipasso, non c'erano macchine, e non c'e-rano vigili davanti alle candelore. Che èsuccesso? Di che ci stupiamo poi se lamafia controlla Sant'Agata?". E' l'albae io sono in via di San Giuliano. Il caffèè poco cremoso e le suore del conventodi via Crociferi, capita ormai l'antifona,ronfano ancora. Apro la Sicilia e leggola lettera della moglie di A. Santapaolache si chiede perché tutto questo bacca-no a tre giorni dalla festa, e difende ilmarito, che sta in galera da tre anni.Eppure solo così la città si è interrogatae indignata. Intanto la vara è ancoralontana ma dietro di me, appeso a unbalcone, l'attende uno striscione scrittocon lo spray: "Sant'Agata liberaci dallamafia".

Giuseppe Scatà

SANT'AGATA LIBERACI DALLA MAFIA

“LA CULTURA NON RILASCIA INTERVISTE”

Dopo le indagini, la città s’interroga e s’indigna

L’Assessore Silvana Grasso non è disponibile per i piccoli giornali

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GAPA20ANNIiniziative:

4 iCordai / Numero Due

Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Millauro,Via Montenero 30, Catania

Grafica: Massimo GuglielminoFoto: Ag. Liberaimmagine, Toti Domina, PaoloParisi, Giuseppe Scatà

Hanno collaborato a questo numero:Giovanni Caruso, Giuseppe Scatà, Toti Domina,Paolo Parisi, Carmelo Guglielmino, SalvoRuggieri, Marcella Giammusso

"Incontro del volonta-riato

di base siciliano e perl'antimafia sociale"28, 29, 30 Marzo 2008

VENERDI 2813,00 - 16,00: benvenuto eaccoglienza16,00 - 17,00: presentazionedell'incontro e dei gruppiPartecipanti17,00 - 20,00: dibattito sultema "l'importanza dell'antimafiaSociale e le sue pratiche"21,00: cena22,30: contributi dalle varieassociazioni (per chi volesse pro-durre documenti filmati, piccolispettacoli, etc... lo comunichi inanticipio)

SABATO 298,00 - 9,00: colazione 9,00 - 13,00: laboratori:1: scolarizzazione e formazione alternativa

2: attività ludiche (il giocoattraverso

il teatro, lo sport, arti crea-tive

attraverso il protagonismo dei minori e degli adolescenti)

3: relazioni e rapporto con gliadulti

e adulte nel territorio4: la partecipazione

nota: chi vuole può scegliere illaboratorio che più gli interessa13,00 - 15,00: pranzo15,30 - 17,30: attività ludi-che con i ragazzini e le ragazzinedel centro Gapa17,30 - 18,30: giro nelquartiere 18,30 - 20,00: "Faciti chidduca vuliti"20,00: cena 21,30: spettacolo teatrale con

RASSEGNA CINEMATOGRAFICA

LA STORIA ITALIANAVISTA DAI BAMBINI

VENERDI 15 FEBBRAIO ORE 21:00SARA' PROIETTATO IL FILM:

"LADRI DI BICICLETTE"

INGRESSO GRATUITO

MOSTRA FOTOGRAFICA:Una storia da salvare:

immagini da una Cataniaferita ma pulsante

Il suo barocco, le sue feste,i suoi mercati, i suoi volti

Esposta nei locali del centro "GAPA" dal febbraio 2008 al maggio 2008,

per contribuire all'autofinanziamentodel nostro centro

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONESono ammesse alla mostra:√ Stampe di fotografie su supporto ana-

logico o digitale o loro elaborazioni inb/n e a colori.

√ Le misure consentite di ogni operasono stampe su cartaceo 24x30 cm,edovranno essere montate su passepar-tout nero, largo 4 cm per lato.

Oltre a quella esposta se ne richiedonoaltre 3 che saranno vendute per soste-nere il centro GAPA.Gli autori delle 3 opere più vendute, rice-veranno come riconoscimento dal centroGapa la pubblicazione di queste fotogra-fie sul nostro mensile "I Cordai".GAPA centro di aggregazione Popolare√ San Cristoforo Catania √ via Cordai,47/49Per informazioni:333 389 29 70 / 348 122 32 [email protected] /[email protected]

CERTA POLITICA E LAMAFIA

VANNO INSIEME

"U populu diventa poviru e servuquannu ci arrubbanu a lingua"

Ignazio Buttitta