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di Giancarlo Consoli I l governo del Partito del Popolo delle Libertà di Silvio Berlusconi ha fatto approvare, qualche giorno fa, dal Parlamento una legge contro i cittadini sul pas- saggio agli speculatori privati della gestione e della vendita dell'acqua pubblica. Immediatamente, duran- te l'approvazione della legge, il valore finanziario di tutte le Società per azioni che si occupano di acque e gestione degli acquedot- ti è aumentato del 100% nel mer- cato della Borsa finanziaria. Ciò significa che questi signori si arricchiranno senza ritegno a spese dei cittadini, diventando padroni dell'acqua che esce dai nostri rubinetti e dalle nostre belle fontanelle pubbliche (che scompa- riranno). Ciò significa che l'acqua costerà molto di più rispetto ad oggi e le bollette che presto arriveranno a tutti noi saranno molto più salate. In verità l'acqua dovrebbe costa- re meno e il servizio dovrebbe diventare migliore dato che ci hanno spiegato che le società gesti- te da privati sono più efficienti e quindi forniscono servizi migliori a prezzi più bassi. Purtroppo, soprattutto in Sicilia da tempo, questo imbroglio a danno dei citta- dini è diventata la regola per la for- nitura di servizi di interesse pub- blico con la complicità dei politi- canti regionali. L'abbiamo visto con l'imbroglio delle società che gestiscono la raccolta della spazza- tura. Costi per i cittadini altissimi e servizi assolutamente scadenti e carenti. Deficit di bilancio spaven- tosi e continui scioperi dei lavora- tori della raccolta dei rifiuti che si accumulano a marcire lungo le strade cittadine. Inoltre la raccolta differenziata, che servirebbe a diminuire i costi sopportati dai cit- tadini ed a non far scoppiare le discariche, risulta praticamente insignificante. Questo vergognoso scenario del fallimento della gestione per la raccolta dei rifiuti che viviamo tutti i giorni rischia di ripetersi per la gestione dell'acqua ceduta alle società private. Le famiglie con redditi bassi non potranno far fron- te ad un ulteriore aumento del costo di beni indispensabili come l'acqua. Le bollette resteranno impagate come quelle della spaz- zatura, aumenteranno i tagli alle forniture e gli illeciti allacciamenti abusivi alle condutture degli acquedotti, soprattutto nei quartie- ri popolari. La battaglia vinta dalle Associazioni che si sono battute per far cancellare dalle bollette dell'acqua il pagamento di servizi inesistenti di fognatura e depura- zione sarà vanificata dagli aumenti incontrollati delle tariffe. Le nostre utili ed amate fontanelle pubbliche verranno fatte sparire. Di conse- guenza spariranno anche i tanti cit- tadini che riempivano bottiglie e bidoni nell'illusione che l'acqua fornita dalle fontanelle fosse migliore e dalla necessità di evita- re di acquistare la costosa acqua minerale imbottigliata. Acque minerali in gran parte commercia- lizzate dalle stesse ricche Società che andranno ad impadronirsi degli acquedotti che forniscono l'acqua comune potabile. Come evitare che questa grande truffa a danno di tutti i cittadini si realizzi? Prima di tutto protestando contro quei politici (magari votati da noi stessi) che oltre a prenderci per fessi ci danneggiano con leggi fatte contro l'interesse dei cittadini comuni e a favore dell'arricchi- mento di potenti gruppi economici. E inoltre organizzandosi insieme con associazioni come il GAPA a S. Cristoforo che ha aderito al Forum per l'acqua pubblica catane- se per contrastare questa cattiva legge e tutelare i cittadini più deboli contro la speculazione sul- l'acqua, bene prezioso ed indispen- sabile che non può essere conside- rato come merce superflua e costo- sa al pari di caviale e champagne. L'acqua è una risorsa naturale che appartiene a tutti e non può essere permesso che venga gestita da pochi ma potenti speculatori a danno dei cittadini. mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles AnnoQuarto n• undici Dicembre 2009 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua Ignazio Buttitta Il pranzo di natale 7 cercasi casa a catania 4 experia e Villa Fazio 3 la nostra terra non si svende! 2 I padronI dell'acqua ...non vanno in paradiso foto: Deborah Minutola e Giovanni Caruso

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U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles AnnoQuarto n• undici Dicembre 2009 foto: Deborah Minutola e Giovanni Caruso di Giancarlo Consoli Ignazio Buttitta

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di Giancarlo Consoli

Il governo del Partito del Popolodelle Libertà di Silvio

Berlusconi ha fatto approvare,qualche giorno fa, dal Parlamentouna legge contro i cittadini sul pas-saggio agli speculatori privati dellagestione e della vendita dell'acquapubblica. Immediatamente, duran-te l'approvazione della legge, ilvalore finanziario di tutte leSocietà per azioni che si occupanodi acque e gestione degli acquedot-ti è aumentato del 100% nel mer-cato della Borsa finanziaria.

Ciò significa che questi signorisi arricchiranno senza ritegno aspese dei cittadini, diventandopadroni dell'acqua che esce dainostri rubinetti e dalle nostre bellefontanelle pubbliche (che scompa-riranno).

Ciò significa che l'acqua costeràmolto di più rispetto ad oggi e lebollette che presto arriveranno atutti noi saranno molto più salate.

In verità l'acqua dovrebbe costa-re meno e il servizio dovrebbediventare migliore dato che cihanno spiegato che le società gesti-te da privati sono più efficienti equindi forniscono servizi miglioria prezzi più bassi. Purtroppo,soprattutto in Sicilia da tempo,questo imbroglio a danno dei citta-dini è diventata la regola per la for-nitura di servizi di interesse pub-blico con la complicità dei politi-

canti regionali. L'abbiamo vistocon l'imbroglio delle società chegestiscono la raccolta della spazza-tura. Costi per i cittadini altissimi eservizi assolutamente scadenti ecarenti. Deficit di bilancio spaven-tosi e continui scioperi dei lavora-tori della raccolta dei rifiuti che siaccumulano a marcire lungo lestrade cittadine. Inoltre la raccoltadifferenziata, che servirebbe adiminuire i costi sopportati dai cit-tadini ed a non far scoppiare lediscariche, risulta praticamenteinsignificante.

Questo vergognoso scenario delfallimento della gestione per laraccolta dei rifiuti che viviamotutti i giorni rischia di ripetersi perla gestione dell'acqua ceduta allesocietà private. Le famiglie conredditi bassi non potranno far fron-te ad un ulteriore aumento delcosto di beni indispensabili comel'acqua. Le bollette resterannoimpagate come quelle della spaz-zatura, aumenteranno i tagli alleforniture e gli illeciti allacciamentiabusivi alle condutture degliacquedotti, soprattutto nei quartie-ri popolari. La battaglia vinta dalleAssociazioni che si sono battuteper far cancellare dalle bollettedell'acqua il pagamento di serviziinesistenti di fognatura e depura-zione sarà vanificata dagli aumentiincontrollati delle tariffe. Le nostreutili ed amate fontanelle pubbliche

verranno fatte sparire. Di conse-guenza spariranno anche i tanti cit-tadini che riempivano bottiglie ebidoni nell'illusione che l'acquafornita dalle fontanelle fossemigliore e dalla necessità di evita-re di acquistare la costosa acquaminerale imbottigliata. Acqueminerali in gran parte commercia-lizzate dalle stesse ricche Societàche andranno ad impadronirsidegli acquedotti che fornisconol'acqua comune potabile.

Come evitare che questa grandetruffa a danno di tutti i cittadini sirealizzi? Prima di tutto protestandocontro quei politici (magari votatida noi stessi) che oltre a prenderciper fessi ci danneggiano con leggifatte contro l'interesse dei cittadinicomuni e a favore dell'arricchi-mento di potenti gruppi economici.E inoltre organizzandosi insiemecon associazioni come il GAPA aS. Cristoforo che ha aderito alForum per l'acqua pubblica catane-se per contrastare questa cattivalegge e tutelare i cittadini piùdeboli contro la speculazione sul-l'acqua, bene prezioso ed indispen-sabile che non può essere conside-rato come merce superflua e costo-sa al pari di caviale e champagne.L'acqua è una risorsa naturale cheappartiene a tutti e non può esserepermesso che venga gestita dapochi ma potenti speculatori adanno dei cittadini.

mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles AnnoQuarto n• undici Dicembre 2009

U populu diventa

poviru e servu

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Ignazio Buttitta

Il pranzo di natale 7cercasi casa a catania 4experia e Villa Fazio 3la nostra terra non si svende! 2

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L’antimafia traditadalla finanziaria

di Giovanni Caruso

9000chili di olive, 1800 litridi olio, decine di uomini

e donne volontari e non, a scuotere glialberi di ulivi e piegati in due a racco-gliere le olive, in quella terra, a pochichilometri da Catania, confiscata allamafia.

Questo è accaduto in contradaCasabianca nei terreni di pertinenzadel Comune di Belpasso, confiscatodallo Stato alla famiglia mafiosaRiela.

La raccolta delle olive è stata orga-nizzata dall'associazione "Libera" diCatania, da alcune associazioni cheaderiscono a questa che continueran-no a lavorare affinché l'olio prodottosia "libero" e possa essere gustato allafaccia della mafia da cittadini e citta-dine, uomini e donne che credono chela mafia si possa battere partendo dalbasso.

Lo Stato ha confiscato questa terra e"Libera" e le associazioni che la

sostengono sono pronte a far diventa-re questa terra confiscata un luogo dilavoro e libertà.

Lo Stato ha confiscato questa terra eadesso attraverso quest'ultima finan-ziaria ce la vuole togliere per riven-derla alla mafia. Chissà forse questoGoverno deve mantenere le promessefatte ai boss mafiosi?

Lo Stato ha confiscato questa terra eadesso ce la vuole togliere, a noi tuttie tutte ci tocca difenderla anche con-tro chi ha stabilito questo infameemendamento nascosto nella leggefinanziaria.

Si, difendere questi luoghi è undovere, è un diritto, e lo dobbiamofare con le nostre facce con i nostricorpi perché questa terra ci appartie-ne.

Probabilmente l'emendamento chesi trova nella legge finanziaria è giàpassato e le tante firme raccolte sonosolo nomi e cognomi che non sonostati tenuti in considerazione in barbaa tutte le democrazie, non ci resta cheresistere e "riprenderci il maltolto".

la nostra terra non si svende!

Appello di “liberA”

NieNte regAli Alle mAfie: i beNi coNfiscAti soNo cosA NostrA

Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione chechiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beniconfiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche,che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sognodi chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vital'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.Oggi quell 'impegno rischia di essere tradito. Un emendamento intro-dotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita deibeni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E'facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazionimafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per compra-re ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavanoaltrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue,i soprusi, fino all'intervento dello Stato.La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato siarrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzosociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponi-bilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forzedell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stes-sa credibilità delle istituzioni. Per queste ragioni chiediamo al gover-no e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla ven-dita dei beni confiscati. Si rafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga perindividuare le ricchezze dei clan. S'introducano norme che facilitano ilriutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla normache stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innan-zitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia isoldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non vendiamoquei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italiacivile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosanostra". Firma l'appello sul sito www.libera.it per bloccare la vendita dei beniconfiscati alle mafie

Beni confiscati get-tati in "Fondo" alpassato

di Sonia Giardina

L'emendamento alla finanziariasancisce la vendita dei beni confi-

scati i cui ricavati, una volta confluitinel Fondo unico giustizia, verrannoassegnati al Ministero dell'interno e alMinistero della giustizia.

Ma questo emendamento - bisognadirlo - non salta fuori dal nulla. Con ilsilenzio di tutte le associazioni anti-mafia lo scorso febbraio è stata appro-vata la legge 14/2009. Per risanare ilbilancio pubblico questa legge dirottaai ministeri, attraverso il Fondo unicogiustizia, non solo le somme liquide oinvestite in prodotti bancari o finan-

ziari, oggetto di provvedimenti disequestro, ma anche le somme didenaro derivanti dai beni confiscati osequestrati e, per finire, le disponibi-lità finanziarie delle aziende in pienaattività. In pericolo quindi tantissimeaziende che rischiano di finire in pas-sivo, chiudere battenti e mandare aspasso i lavoratori. E col fallimentol'azienda può essere messa in liquida-zione. Ma ecco cosa complica lasituazione. Il sequestro a differenzadella confisca non è un atto definitivo,perché, imposto per misure di preven-zione o penale, ha natura temporanea.E se il sequestro viene revocato, chesuccede? Oltre alla restituzione ailegittimi proprietari anche gli interes-si da pagare…

Ecco alcune delle cose più gravidella legge del 27 febbraio 2009.

Gestione mafiosadell’antimafia

di Sonia Giardina

Iparadossi qui da noi non finisconomai. Si può pensare di fare antima-

fia andando a braccetto con la mafia?Da un anno esiste il "Consorzio

etneo per la legalità e lo sviluppo",composto da più di 15 Comuni, crea-to al fine di garantire pratiche traspa-renti e rapide nell'assegnazione deibeni confiscati. Ma chi è il suo presi-dente?

Raffaele "Pippo" Nicotra. Primocittadino di Acicatena, deputato regio-

nale del PdL, re dei supermercati, vol-tagabbana della politica (Dc, NuovoPsi, poi Nuova Sicilia, Mpa ed infinePdl), indagato nell'inchiesta su voti discambio "Euroracket" che portò nel2001 all'arresto di 44 persone (presun-ti appartenenti al clan Santapaola),infine raggiunto da un avviso digaranzia lo scorso maggio con l'accu-sa di favoreggiamento aggravato allamafia ed in particolare, di nuovo, allacosca Santapaola. E con tutto ciòRaffaele "Pippo" Nicotra non solo è ilpresidente del "Consorzio etneo per lalegalità e lo sviluppo" ma anche mem-bro della commissione antimafia!

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Catania spera se experia resiste

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Il Centro Popolareriaprirà!

del C.P.O. Experia

21novembre dopo la manifesta-zione in via plebiscito tutti i

sostenitori che oggi riconoscono nellastoria dell'Experia hanno occupato ilBastione degli infetti (reperto archeo-logico del 1553 nel quartiere).

Dopo le inaugurazioni da parte delSindaco Scapagnini questo spaziopubblico, unica area verde del quartie-re, è rimasto chiuso e abbandonato pernove anni.

Il 4 dicembre decine di personehanno invaso gli uffici dellaSorpintendenza ai Beni Culturali diCatania con il preciso intendo dirichiedere tutti gli incartamenti cheriguardano l'area dello stabile sgom-berato il 30 ottobre sede del CentroPopolare Experia.

La lenta agonia del quartiere AnticoCorso.

Gli interventi urbanistici finora rea-lizzati hanno seguito una politicaoccasionale come obiettivo dell'acqui-sizione di grossi contenitori storici daparte dell'Università.

Mascherati dalla parola d'ordine

della "riqualificazione", l'unico obiet-tivo in questi anni è stato quello diaccrescere i propri profitti secondouna logica della speculazione e delcalpestare le esigenze popolari.

Questo ha portato ad un selvaggioaccaparramento degli edifici, adun'ondata di sfratti, ed un abbassa-mento della qualità della vita, ad unadistruzione dei beni storici da un lato,ma ad un notevole aumento della ric-chezza di pochi, e del loro prestigio.

Insomma, la politica delle recentiAmministrazioni aiuta i padroni dellacittà ad espandere il loro potere, e arafforzarlo, a scapito di chi lavora.

Il quartiere Antico Corso è l'areadella città con la più alta concentrazio-ne di beni archeologici e architettoni-ci.

Sino ad oggi le richieste avanzatedagli abitanti del quartiere, dalComitato Antico Corso e dal CentroPopolare Experia sono state perselasciando posto a un vero e propriodisastro sociale e urbano.

Anche per questo lo sgombero vio-lento del Centro Popolare è a nostroparere eseguito in malafede e nascon-de probabilmente ragioni e interessiche tuttora restano occulti.

experia e villa Fazio

Quando gli spazisociali diventano unpericolo per la sicu-rezzadi Massimiliano Nicosia (La Periferica)

14Novembre, Viale Sisinna e viaPlebiscito, due strade nei due

quartieri più poveri di Catania scenaridi due conferenze stampa assurde neicontenuti: si chiede il diritto di far stu-diare e giocare i propri bambini, comese fossimo ancora un Paese normale.

Nella partecipazione della società

civile alla riappropriazionedell'Experia e all'appello per VillaFazio, vicende simili seppur diverse,c'è tutto il segnale di una città, nonsolo di due quartieri, che inizia a pren-dere consapevolezza, riappropriando-sene, dei diritti sottratti da poco menodi 10 anni di amministrazioni didestra.

Da un lato l'Experia, un centro diaggregazione popolare occupato, atti-vo e funzionante, scomodo perchéconsiderato "rosso", dunque antago-nista, e chiuso in modo brutale uffi-cialmente per "problemi di sicurezza"

Il nostro progetto di riqualificazione:Chiediamo la concessione degli

spazi sequestrati in via plebiscito 782a Catania dalla Magistratura al CentroPopolare (costituito in associazione) eal Comitato Antico Corso.

Le associazioni provvederanno allamessa in sicurezza dei locali, resi ina-gibili dopo lo sgombero; ripristino ditutte le attività svolte sino allo sgom-bero che consistono in: PalestraPopolare, Laboratorio Giocoleria; atti-vità di doposcuola per i bambini, labo-ratorio di Cicloofficina, ecc.

Entro due anni le associazioni siimpegnano a recuperare l'area dell'a-rena dell'ex-cinema per la realizzazio-ne di una Bambinopoli attrezzata averde.

Ci impegniamo, in concerto conl'Amministrazione Comunale, a pre-sentare un progetto di recupero dell'a-rena della Purità attualmente occupatodal cantiere abbandonatodell'Università per la creazione di unParco Archeologico tale da valorizza-re i ritrovamenti e il valore turisticoche l'intera area può avere.

senza alcun progetto credibile alterna-tivo. Dall'altro una masseria, di pro-prietà del Comune la quale, primadell'avvento del centro-destra allaguida della città, rappresentava unpolo sportivo, riferimento per i giova-ni di Librino. Oggi Villa Fazio è ridot-ta a un rudere abbandonato e vanda-lizzato, al cui interno, in barba ad ognipresunto "problema di sicurezza", sicompiono crimini che vanno dallosmantellamento di motorini rubatialle violenze sui minorenni.

La vicenda del centro sportivo VillaFazio a Librino è in un certo modo ilpreavviso di ciò che potrebbe accade-re all'Experia se la società civiledovesse cedere a coloro che coi man-ganelli stanno provando ad interrom-pere quella "palestra di opportunità"in via Plebiscito 782.

Anche Villa Fazio, oggi posta sottosequestro, è stata vittima del meccani-smo secondo il quale chi vince le ele-zioni "piglia tutto". L'ottima gestionedella struttura composta da "pezzi" disocietà civile (dalla UISP alle coope-rative edilizie), inaugurata sotto lagiunta Bianco, evidentemente consi-derata troppo di sinistra, dalla nuovaamministrazione di centro destra laquale ha immediatamente provvedutoa "licenziarla" per consegnare la strut-tura al parroco del quartiere ritenuto

più amico. La conseguenza pratica diquesto furto è stata la trasformazionedi Villa Fazio da luogo pubblico gesti-to dai cittadini, a luogo privato (non)gestito da un'unica persona e l'imme-diato abbandono del centro sportivoridotto oggi ad un cumulo di macerie.

Sono entrambi preoccupanti tenta-tivi di colpire e disperdere gli ultimispazi di autogestione efficiente, gliultimi "respiri" di partecipazione atti-va in una Catania sempre meno amisura del cittadino dove le scuolenei quartieri popolari rischiano dichiudere o cadere a pezzi, dove ven-gono costruiti centri commercialiabusivi spacciati per parcheggi, doveil doposcuola dell'Experia o i campidi calcio di Villa Fazio rappresentanoil pericolo "rosso" dello studio e dellosport.

Eppure questi semplici ma fonda-mentali segni di riappropriazione delbene comune cominciano già a mette-re in crisi il "sistema". La decisionedel Sindaco, in seguito alla presa diposizione delle associazioni diLibrino, di revocare la concessione diVilla Fazio a padre Lo Cascio e allacuria, dopo 10 anni di disastrosagestione, sono motivo di speranzaanche per la lotta dell'Experia e per lacittà: uniti si vincono anche le batta-glie più difficili.fo

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4 icordai / Numero Undici

Le difficoltà di chivive in affitto

di Enrico Cavalli e Giorgio Alecci

Esiste un problema casa aCatania? La maniera più

diretta per rispondere a questadomanda è guardare il rapporto1

2008 del Ministero dell'Internosul tema degli sfratti: a Cataniac'è stata una brusca accelerazio-ne a partire dal 2004 con 569sfratti eseguiti contro i 102 del-l'anno precedente (due anniprima erano stati solo 22) men-tre lo scorso anno ne sono statieseguiti 541. Tra i provvedi-menti eseguiti nel 2008 quellicausati da morosità rappresenta-no il 76% del totale, su scalanazionale la percentuale è del78,8% (nel 1983 erano circa il13%).

Aumentano gli sfratti edaumenta la percentuale di quellicausati da morosità, che succe-de ai canoni di affitto?

Si rileva dai dati offerta da unindagine del SUNIA2 che nelperiodo tra il 1998 ed il 2008l'aumento medio dei canoni dilocazione è stato del 150%,quasi nello stesso periodo si èregistrato inoltre un grandeaumento del numero di compra-vendite (nel 2006 sono state il75% in più rispetto al '96) e lacostruzione di nuovi alloggi èandata avanti a ritmi sostenuti(circa 2600 nuovi alloggi l'annonella provincia di Catania).

Si costruisce tanto soprattuttoper l'andamento positivo (fino adue anni fa) del mercato immo-

CerCasi Casa a Catania

INCHIESTA - Emergenza casa (III parte)

biliare ma contemporaneamentecrescono gli affitti ed il disagioabitativo, qual è il nesso?

Le famiglie che vivono inaffitto sono sempre meno ed ilrapporto proprietà/affitto si èinvertito rispetto agli anni '70.Le politiche per la casa in Italiahanno puntato più all'accessoalla casa in proprietà che allacostruzione di alloggi da affitta-re a canone sociale; per rimedia-re alla carenza di alloggi pubbli-ci in affitto è stato adottato unregime di controllo degli affittie nel 1978 attraverso la leggesull'equo canone vengono fissatiil canone massimo e la durataquadriennale del contratto.

Con la legge 431 del 1998 èsparito l'equo canone ed è statoliberalizzato il mercato degliaffitti, i contratti in corso sonorimasti in vigore per i quattroanni previsti ed in molti casirinnovati per altri quattro, rima-ne per i proprietari la possibilitàdi affittare a canone concordatoin cambio di vantaggi fiscali ma

la crescita dei canoni di affittonon ha mai reso convenientequesta alternativa. È previstoinoltre dalla legge un fondonazionale per le famiglie inaffitto che però funziona pocoperché i soldi messi sul piattosono sempre meno (nel 1998erano 310 milioni, nel 2005 solo230), a Catania sono stateammesse più di 1700 domandesu quasi 35 mila famiglie inaffitto.

In Italia gli alloggi in affitto acanone sociale sono il 4% deltotale, nel Regno Unito sono il20%, in Olanda il 35%. È veroche in Italia il canone sociale èmolto più basso di quello dimercato ed inferiore rispettoalla media europea, ma a cheserve? Questi alloggi sono difatto inaccessibili, anche aCatania, per lo scarso numero edi tempi delle liste di attesa.

Se l'offerta di alloggi è così,solo quella del mercato si deter-mina una propensione crescenteverso l'acquisto di case e l'au-

mento dei canoni. In altre paro-le la grande quantità di alloggiimmessi in questi anni sul mer-cato non ha risposto alla doman-da di case accessibili (per gio-vani, nuove coppie, famigliemono reddito, anziani, nuoviresidenti), è stata possibile inlarga misura grazie ad un cre-scente indebitamento nei con-fronti delle banche ed haaumentato le dimensioni delproblema che riguarda non sonosolo le categorie tradizional-mente "a rischio" ma anche lefasce medie esposte all'aumentodei canoni di affitto in regime dilibero mercato.

Il rischio concreto, in assenzadi adeguate politiche pubbliche,è che molti abitanti vengano difatto allontanati dalle zone incui hanno vissuto per l'insoste-nibilità degli affitti, spinti versole periferie e spesso con il con-seguente aumento dei tempiimpiegati per lo spostamento. Ilrischio è che i quartieri popola-ri, dove il costo degli immobiliè mediamente più basso, diven-tino terreno per speculazioniimmobiliari che a volte prendo-no il nome di "riqualificazione".

Cosa è possibile fare? Inprimo luogo bisogna aggiornarei ragionamenti sulle politicheper la casa: costruire altri metricubi a Librino o in altre perife-rie non è soluzione al problema,è un'idea datata utile solo alleimprese di costruzione. Da quibisogna partire per ripensare ildiritto all'abitare.

1 Ministero dell'Interno;Procedure per il rilascio degliimmobili ad uso abitativo, anno2008 (luglio 2009)

2 Sunia; L'offerta di abitazioni inaffitto nelle aree metropolitane(luglio 2009)

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5icordai / Numero Undici

Catania: contraddi-zioni urbane e sociali

di Rosalba Cancelliere

Uscendo dai paesi etnei versola città lasciamo i viali

costeggiati da alberi secolari chetrasudano la loro natura, ossigenoe profumi per narici e polmoniignari di tanta fragranza.

Le strade si riempiono e sisvuotano in un attimo, lasciandoposto al cemento, armato fino aidenti di segnaletiche e gard railche indicano fino al millimetrodove può e deve andare la mac-china, se vuole tornare in città. Leauto si moltiplicano man manoche dall'autostrada ci immettiamonell'ultimo imbuto, che proiettasu un nuovo scenario. Un tappetodi auto. Sopra non troveremoAladino, bensì una cappa di smogche costringe a chiuderci dentro.

Poi il caldo investe, apri il fine-strino e respiri l'aria ancora intri-sa di salsedine e smog. I polmonitornano alle insane abitudini cit-tadine.

Ogni strada racconta una storia,come la Via Santa Maria dellaCatena, una traversa di via delPlebiscito, nella zona cosiddettadei "Cappuccini". È un piccolovillaggio con diversi negozi. C'èun chiostro che vende seltz allimone; ci sono la "Putia" per lacarne di cavallo e un negozio d'a-limentari che vende anche polliallo spiedo. Ci sono le mercerie ei negozi tutto mille; l'angolo dellafrutta e perfino lo studio delmedico di famiglia. Percorrendolaci accorgiamo dell'estrema peri-colosità che questo comporta.Sembra di essere su un pianeta alcontrario. Una linea di auto è par-

cheggiata sopra il marciapiede; ele persone dove camminano? Chedomande! Camminano in strada!

Gli abitanti e chi ci lavora giu-stificano il fatto con la necessitàdi parcheggiare e la mancanza dispazi dove poter lasciare la mac-china. Alcuni residenti paganouna quota mensile ad un parcheg-gio privato, sulla stessa via. Altrisi lamentano per le condizionidella strada, piena di buche, quasiogni giorno avvengono incidenti.Un ragazzo sul motorino si è purerotto un braccio. Il Consiglio diQuartiere in questo caso, nono-stante abbia promesso un inter-vento di risanamento, non ha maifatto nulla.

Al centro della via esiste unampio 'parcheggio'. È pieno d'au-to e abbandonato all'incuria. Haun cancello chiuso con un cate-naccio. Il meccanico dice chequesto parcheggio è gestito dal-l'ospedale Vittorio Emanuele eriservato al personale. Aggiungeche la nuova gestione ha toltospazio non soltanto alle macchinedei residenti, ma anche ai ragazzi-ni che andavano lì a giocare e chequindi sono stati "sfrattati".

Dove sono finiti con le lorourla, dov'è finito il pallone chefino a poco tempo fa usciva ognitanto dal cancello in strada? Ilvigilante dell'ospedale confermal'informazione e aggiunge che ilparcheggio rimane aperto dallamattina, fino alle 16:30 del pome-riggio. Ci sono stati tentativi dirompere il cancello, da parte deiragazzini.

Li ritroviamo quindi intenti ariprendere un posto vuoto, quan-do a loro potrebbe servire, machiuso. Di più non è dato sapere,

due passi a piedi per le vie della Città

Strada impolveratapoesia di Rosalba Cancelliere

Cade a terraAll'incespicato passo.Steso come uno straccioUna scatola di cartonePiegata al passo umano

È vecchioSenza dentiUn alito di vino per coperta

Immobili gli occhiIl visoLe braccia

Bambino Dentro la culla del mondo

Una strada,su di essa gocce di pioggia, su di lui

Una sirenaE non è UlisseNon torna a casa.

Si dibatte come un bimbo appena natola sua culla è una stradaimpolverata di macchine

Da Facebook parte laprotesta

di Marcella Giammusso

Sabato 5 dicembre 2009 a Romacirca 1 milione di persone arrivate

da tutta l'Italia hanno partecipato allamanifestazione "No Berlusconi Day".Nessun colore di partito, ma un unicocolore "Viola" ha coperto piazza SanGiovanni e tutte le strade e le piazzelimitrofe ad unire una popolazionestanca di essere malgovernata. Tutti ipartecipanti avevano qualcosa di viola,una sciarpa, una giacca, un maglione ei vari gruppi portavano dei grandi stri-scioni viola con su scritte contro ilgoverno Berlusconi. Alcune persone

avevano il viso dipinto di viola.La manifestazione è partita ed è stata

organizzata dal grande popolo diFacebook, via Internet, il nuovo mododi comunicazione con cui si ha unainformazione libera. Il popolo diFacebook ha dimostrato che non è vir-tuale, ma che è gente reale capace diribellarsi ai soprusi e creare una formadi resistenza che viene dal basso, dallagente comune che "non si occupa dipolitica" ma che la subisce. A manife-stare in piazza c'erano persone di tuttele età e di tutti i ceti sociali, personemolto arrabbiate, pensionati, disoccu-pati, lavoratori, studenti, ma soprattuttotantissimi giovani che non vedonoalcun futuro in questa Italia calpestata.

Si è formato un corteo lunghissimo conmusica, canti e proteste e tutti chiede-vano a gran voce le dimissioni diBerlusconi.

A piazza San Giovanni si è allestitoun grande palco da dove hanno fatto iloro interventi gli organizzatori dellamanifestazione e alcune personalitàcome Salvatore Borsellino, che hacommosso parlando degli uomini dellascorta del fratello Paolo, morti e dila-niati nell'esplosione della bomba.Infine sono intervenuti anche GiorgioBocca, Moni Ovadia, Franca Rame eDario Fo e tanti altri personaggi. A con-clusione della serata Roberto Vecchioniha dato un messaggio di speranza conla canzone "Viva l'Italia".

“no berlusConi day”

visto che non è stato possibileparlare con l'ingegnerSpampanato, responsabile del-l'ufficio tecnico dell'ospedale.

Ogni villaggio che si rispetti,insieme alle case, ai negozi, almeccanico, ha anche una chiesa.La Via Santa Maria della Catenaaccoglie ben due chiese. UnaEvangelica, a metà strada, orga-nizza periodicamente incontricon i bambini ed i giovani. Lachiesa dei frati Cappuccini, suVia del Plebiscito, ha un chiostroall'interno e un elegante ingresso.Il sacrestano racconta che il con-vento ha affittato, in passato, ilocali dell'oratorio ad una coope-rativa con un appalto del comuneper attività con i minori.L'esperienza è stata fallimentare,visto che i ragazzi hanno distrut-to i locali. Non l'avrebbero maipiù ripetuta.

La via straripa d'auto; la stradaè piena di buche. Le vittime inquesta storia non sono i pedoni dipassaggio, a piedi o sul motorino,ma le nuove generazioni cherimangono senza voce e paganola trascuratezza urbana e la con-traddizione sociale.

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6 icordai / Numero Undici

di Carmelo Guglielmino

Quando un oggetto o un materiale hafinito di svolgere il compito per il

quale è stato creato, viene chiamatorifiuto. In realtà il rifiuto è il punto dipartenza per nuove vite: innanzituttoquella del RIUTILIZZO e poi quella delRICICLAGGIO. Chiudere il cerchio(comportandosi come la natura) è un'o-perazione che richiede la presenza dimolte persone, ma esiste un primo fon-damentale gesto che tutti dobbiamo farequotidianamente: la RACCOLTA DIF-FERENZIATA. Gettare una bottiglia divetro in un contenitore dove c'è la scrit-ta "raccolta vetro" significa che da quelmomento il cerchio, aperto con la crea-zione della bottiglia, si potrà chiudere. Ela stessa cosa vale per tutti gli altri mate-riali che noi scartiamo: non solo carta,plastiche, alluminio, legno, tutti ricicla-bili, ma anche quelli che possono esseredannosi come le pile esaurite, i farmaciscaduti, le batterie delle automobili, ecc.Ogni città ha le sue regole e i suoi siste-mi per la raccolta differenziata dei rifiu-ti (quando esiste), si possono utilizzare icassonetti, le campane, i contenitorimultimateriali, i sacchetti differenziaticondominiali e i centri di conferimento.

I RIFIUTI CARTECEIPer produrre una tonnellata di carta da

cellulosa vergine occorrono: 15 alberi,440.000 litri di acqua e 7.600 kWh dienergia elettrica. Per produrre la stessaquantità di carta riciclata, invece, basta-no: nessun albero, 1.800 litri di acqua e2.700 kWh di energia elettrica. Soloquesti valori ci fanno capire come siautile riciclare la carta sia per un rispar-mio economico, sia per la riduzione del-l'impatto ambientale. La carta, però, puòessere non solo riciclata ma ancheampiamente riutilizzata: il retro dei foglidi carta già stampati può servire perprendere appunti o lasciare messaggi, isacchetti di carta possono trasportare laspesa più volte, i libri usati possonoessere donati ad amici, associazioni,

scuole, biblioteche, ecc. La carta da rici-clare proviene dai cassonetti, o da altraforma di raccolta differenziata, o diretta-mente dalle industrie, sotto forma discarti di lavorazione, imballaggi o resedell'editoria, cioè giornali o libri nonvenduti. Prima di iniziare il processo direcupero, la carta va in un punto di rac-colta generale dove si fa una prima sele-zione, separando giornali, cartoni, cartapiù leggera, moduli continui. I varimateriali così separati vengono pressatie confezionati in balle, quindi inviatialle cartiere. Per smaltire la carta, depo-sitare il tutto nei raccoglitori forniti pocotempo fa da "Catania Ambiente Spa".

RIFIUTI IN ALLUMINIOA differenza di molti altri materiali,

l'alluminio può essere riutilizzato all'in-finito senza perdere le sue qualità origi-nali; l'alluminio che si ottiene dal rici-claggio viene detto "alluminio seconda-rio" e questo nome è l'unica differenzacon l'alluminio ottenuto dalla bauxite (ilminerale da cui si ricava l'alluminio). Ilriciclaggio dell'alluminio permette unrisparmio del 95% dell'energia richiestaper produrlo partendo dalla materiaprima; per questo motivo, il "rottamed'alluminio" non è un rifiuto da buttare,ma un prezioso materiale da riutilizzare.Infatti, a Catania ci sono molte personeche girano con la loro camionetta allaricerca di questo materiale per poi gua-dagnare qualcosa portandolo in discari-ca. Potreste rivolgervi a loro per smalti-re l'alluminio.

Cose da sapere per riciclare l'allumi-nio:

1) L'alluminio si può riciclare soltan-to se pulito.

2) Non sono adatte per il riciclaggiodell'alluminio: le confezioni rivestite dicarta o di sostanze sintetiche (es. i sac-chetti delle minestre preconfezionate).Le lattine in banda stagnata e tutti glialtri oggetti in ferro (per riconoscerli sipuò utilizzare una calamita).

3) Sono adatti al riciclaggio dell'allu-

minio: cerchioni di bicicletta (senzamozzo né raggi), bombolette spraysenza nebulizzatore, lattine per bibite econserve, fogli di protezione dell'allu-minio per le cioccolate, fogli d'allumi-nio per uso domestico, coperchietti perlo yogurt, contenitori per la congelazio-ne, stampi per dolci e molto altro anco-ra.

RIFIUTI DI PLASTICAIn apparenza le plastiche sembrano

tutte simili ma in realtà ciascuna hacaratteristiche chimiche diverse. Solo ilPET (Poli-Etilen-Tereftalato o Poli-Etilenf-Talato) è in grado di trattenerel'anidride carbonica delle bevande gas-sate; con il PVC (Poli-Vinil-Cloruro) sifanno bottiglie (oggi non più bottiglieper contenere alimenti perché il PVC ètossico), nastro isolante, fili elettrici,tubi, ecc.; di PP (Poli-Propilene) sono lesiringhe, i pennarelli, le vaschette per ilformaggio, ecc.; infine di PE (Poli-Etilene) sono i sacchetti per l'immondi-zia, per la spesa, per i surgelati e cosìvia. Tutte le plastiche sono dette "mate-riali polimerici", cioè possiedono lecaratteristiche essenziali dei polimeri:elevato potere calorifico e leggerezza edelevata inerzia chimica (non si biode-gradano).

Il primo fondamentale passo per unabuona riuscita del processo di riciclo è laseparazione già a casa, per poi deposita-re questi rifiuti nell'apposito contenitoredella "raccolta plastica", fornito pocotempo fa dalla "Catania Ambiente Spa".Ma attenzione, in quel raccoglitore nonsi deve scaricare qualsiasi oggetto diplastica, ma solo i contenitori in PET ePVC (bottiglie, flaconi, ecc.), e soprat-tutto, fare attenzione che nell'oggetto inesame ci sia questo simbolo. Per far sìche la plastica occupi meno spazio, èconsigliabile schiacciarla.

RIFIUTI DI VETROIl vetro è utilizzato principalmente

in due settori: edilizia e imballaggi.

Per quanto riguarda la raccolta diffe-renziata del vetro, c'è da dire subitoche prima di tutto il vetro va riutiliz-zato (andare alla fontana e riempirlod'acqua per esempio) prima di esserericiclato. Il vetro occupa, all'internodel mercato degli imballaggi, unposto di privilegio per le ottime qua-lità di igiene, capacità conservativadel prodotto e riciclabilità. Il primobeneficio di un suo riciclaggio è evi-dentemente una riduzione del volumedei rifiuti e dei costi di smaltimento. Ivantaggi ambientali, economici e tec-nici della raccolta differenziata delvetro sono innumerevoli. Il riciclag-gio del vetro consente: di risparmiarele materie prime minerali (sabbia sili-cea, calcare, ecc.) necessaria per pro-durre il vetro, limitando l'apertura dinuove cave a tutto vantaggio della sal-vaguardia del territorio e di ridurre iconsumi energetici. Fare sempre casoal simbolo e mettere il materiale nel-l'apposito contenitore.

Quindi, cercate di cominciare alme-no a fare la differenziata di questimateriali, perché, c'è il rischio concre-to che qui si finisca come già succes-so a Napoli.

Fai la diFFerenza!

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7icordai / Numero Undici

Pochi semplici passiper un'alimentazionecorretta, per noi eper l'ambiente

di Irenea Privitera

Fare la spesa e di conseguenzamangiare è un'operazione che

svolgiamo quotidianamente. Ma nonsempre in realtà siamo consapevolidi quello che mettiamo dentro il car-rello e perciò dentro lo stomaco.Catania e provincia vede l'aperturadi nuovi iper e supermercati ad unavelocità supersonica. Ne abbiamoveramente bisogno? Ma la veradomanda è: sono i luoghi miglioridove comprare i nostri prodotti?Senza dubbio sono una comodità sesi ha poco tempo, ma per una cosaimportante come nutrirci vale lapena di spenderne un po' di più. Èquindi possibile fare una spesa e diconseguenza avere un'alimentazioneche sia responsabile e sostenibile pernoi e per l'ambiente? La risposta è sìed ognuno di noi, nel suo piccolo,può apportare con le sue scelte deicambiamenti importanti.

Innanzi tutto Catania ha la fortunadi avere due grandi mercati in città(la pescheria e la fiera) dove com-prare frutta, verdura, carne e pesce.Inoltre qui a San Cristoforo si trovail mercato di via Belfiore, perciò nondobbiamo spostarci più di tanto.Forse non sono così lontani i tempiin cui il fruttivendolo ci consigliavaqual era la verdura migliore in quel-la stagione, e ancora oggi ci invitanoad assaggiare la frutta dicendoci:"taliassi quantu è duci!".

La scelta di comprare al mercato èinnanzi tutto ambientale: evitiamoinfatti di ricoprirci di plastica eimballaggi vari che avvolgono inostri prodotti. Inoltre e più probabi-le (ma non è una cosa esclusiva) tro-

vare al mercato prodotti locali e cheperciò hanno percorso pochissimichilometri per arrivare a casa nostrae la spesa del carburante di trasportoè decisamente minore alla spesa diun prodotto importato.

Al mercato troveremo sempreprodotti di stagione e questo è unottimo vantaggio in quanto possia-mo essere certi che il prodotto nonè stato trattato per mantenere le suecaratteristiche.

Se ci troviamo alla pescheriaanche qui bisogna fare attenzionealla stagionalità e alla taglia.Compriamo quindi pesce del perio-do (per esempio in inverno triglie,sardine, alici, vongole, seppie, ecce-tera), oppure pesce azzurro reperibi-le tutto l'anno. Per capire al meglioquali sono i pesci di stagione la cosamigliore è chiedere al pescivendoloo meglio ancora al pescatore, chesapranno darci le giuste informazio-ni. Evitiamo quei pesci talmentedepredati da essere ormai diventatiquasi a rischio di estinzione o la cuipesca ha un impatto devastante sul-l'ambiente, quando non è addiritturaillegale (parliamo quindi di: sal-mone, tonno rosso, gamberetti tropi-cali, pesce spada, datteri di mare,merluzzo dell'atlantico, cernia brunadel mediterraneo). Infine, cosamolto importante, non comprareassolutamente pesci di taglia piccola(cioè pesci giovani e neonato) poi-ché favoriscono lo spopolamento delmare in quanto gli viene ostacolatala possibilità di riproduzione.

Dando per assodato che comun-que i supermercati e i grandi centricommerciali fanno parte della nostravita possiamo tutta via avere qualcheaccorgimento in più. Leggere l'eti-chetta può essere un aiuto importan-te.

Sulle etichette per legge si deveobbligatoriamente trovare la lista

degli ingredienti. È questa la parte acui dobbiamo porre maggiore atten-zione. In linea di massima più la listaè lunga e poco comprensibile piùbisogna diffidare del prodotto. Se lalista è corta è più probabile chemeno elementi "estranei" siano pre-senti. Nella lista degli ingredientil'ordine è decrescente perciò il primoè l'ingrediente presente in quantitàmaggiore. Stiamo attenti quando citroviamo di fronte una lunga lista dinumeri e codici, questi infatti stannoad indicare gli additivi: coloranti(E100-E199), conservanti (E200-E299), antiossidanti e regolatori diacidità (E300-E399), addensanti,emulsionanti e stabilizzanti (E400-E499), anti-agglomeranti (E500-E599), esaltatori di sapidità (E600-E699). Queste sono sostanze na-turali o chimiche che hanno lo scopodi conservare, colorare, addensareeccetera ma non posseggono nessunvalore nutrizionale. Alcuni additivisono innocui, altri possono provo-care reazioni allergiche.

Tornando alla nostra etichetta èobbligatoria la descrizione del pro-

dotto, la data di scadenza, la quan-tità, la sede di fabbricazione e confe-zionamento, lotto, origine, modo diconservazione e d'uso.

Anche al supermercato possiamofare delle scelte "etiche", che evitanogli sprechi. Prediligiamo sempreprodotti locali. In secondo luogo, nelscegliere la carne, per esempio, nonscegliamo soltanto i tagli più nobilima anche quelli che ci sembrano"meno raffinati", eviteremo in que-sto modo, per quanto sia possibile,un inutile macello. Sarebbe comun-que raccomandabile diminuire espo-nenzialmente il consumo che faccia-mo di carne rossa.

Adesso che siamo in periodo nata-lizio per il nostro pranzo rispolveria-mo vecchie ricette delle nostrenonne e mamme; sarà una piacevolesorpresa riscoprire i piatti della tra-dizione, quando mangiare non eraun atto frenetico ma un piacere con-viviale. Cerchiamo di avere ancoracuriosità per il cibo, riscoprendo isapori semplici che la terra ci offre,perché sono ancora profumati ebuoni.

il pranzo di natale

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8 icordai / Numero Undici

Redazione “i cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla tipografia paolo millauro,

Via Montenero 30, CataniaGrafica: massimo guglielmino

Foto: sonia giardina, giovanni caruso, deborah

minutola, giuseppe scatà, massimiliano Nicosia,

paolo parisi, rosalba cancelliere

Hanno collaborato a questo numero:g. caruso, t. domina, s. giardina, g. consoli, i.

privitera, c. guglielmino, g. scatà, r.

cancelliere, m. giammusso, e. cavalli, g. Alecci,

c.p.o. experia, m. Nicosia (la periferica)

Crescere a Librinodi Giuseppe Scatà

Luciano Bruno, per la prima voltasul palco, ma col talento di una

attore navigato, ha scosso il pubblicocon il suo racconto di vita, da bambi-no del vecchio Librino, borgo di cam-pagna ricco di acqua e coltivazioni diogni tipo, ad adolescente e poi adultonel quartiere ricoperto dal cemento edalla follia della politica locale, colpe-vole di aver costruito in pochi anni unquartiere ghetto di 70.000 abitanti,senza allacci fognari, spazi per i bam-bini, parchi e quanto di utile può esse-re per la cittadinanza.

I veri protagonisti dello spettacolosono stati gli adolescenti impersonatida Luciano Bruno, personaggi di undestino contrario, che ha impeditoloro, solo perchè nati a Librino, gioca-re a calcio e di crescere come ciascuncittadino di un paese civile si merita:"Alla fine quell'anno", chiude LucianoBruno sotto le luci del palco, "nonpotemmo giocare nemmeno una parti-ta. Nè potremmo farla adesso perchè

ciascuno dei miei amici ha preso la suastrada, ma soprattutto perchè tuttoquello che è successo, Kenzo Tange, lavecchia Dc, la mafia, l'ho pianta iosulla mia pelle e così tutti quelli comeme". Luciano Bruno, in lacrime, hadedicato lo spettacolo all'Experia, alGapa, all'Iqbal Masih e ai centri socia-li e di accoglienza di Catania perchéha spiegato che: "Se vent'anni fa cifosse stata qualcosa del genere aLibrino, oggi non ci sarebbe quelladelinquenza che ormai ha marchiatoper sempre il quartiere".

La scenografia, semplice e povera,comprendeva una scala, a rappresen-tare la collina di Librino, dei mate-rassini per suggerire il mare, unaporta da calcio delimitata da unaddobbo natalizio, un pallone gigan-te e di colore giallo, dei pallonciniscoppiati col coltello, coi piedi e lemani a ricordare il suono delle ruotedi un auto e una piccola macchinettatelecomandata. Le scene più fortisono state accompagnate dalle per-cussioni del musicista senegaleseMor. Luciano Bruno, alla sua prima

volta su un palco, confessa: "Quandosono entrato dal fondo con il paccodi patatine in mano ed ErosRamazzotti aveva appena comincia-to a cantare 'Adesso tu', il pezzo chedà il via allo spettacolo, ho visto tuttiquegli occhi su di me e ho subitopensato di scappare via. Poi qualcu-no mi ha dato una grossa spinta e hocominciato a camminare col cuore ingola".

Alla fine, spente le luci della ribal-ta - montate per l'occasione daDomenico Guglielmino - il Gapa(che ha prodotto e promosso lo spet-tacolo) ha offerto una cena al pubbli-co, il quale ha potuto così commen-tare e condividere le impressioni suuna storia amaramente vera che coin-volge tutta la cittadinanza catanese.Lo spettacolo teatrale è stato poi rap-presentato a Librino di fronte al tea-tro Moncada "Inaugurato sette o ottovolte tra Bianco e Scapagnini" - diceLuciano Bruno - e ora abbandonato edistrutto, e di fronte al centro popola-re Experia di via Plebiscito, da pocosgomberato dalla polizia.

teatro al gapa

ogNi mese troVerete il Nostro meNsile presso:

Ostello del Plebiscito

Via Plebiscito, 527 - Cataniawww.ostellodelplebiscito.itinfo@ostellodelplebiscito.ittel 095 4531483

Libreria Sociale Mangiacarte

Via Verginelle 13 - [email protected] Libreria Sociale Mangiacarte è un'associazionedi promozione sociale no-profit costituita nel 2005,quando un gruppo di ragazzi si riunisce volonta-riamente allo scopo di creare un libero spazio cul-

turale e sociale. Da allora, grazie a libere donazioni di volumi, film e affini, laMangiacarte ha formato la Libreria Sociale, che comprende una biblioteca e una cinete-ca a disposizione dei soci. Sita in via Verginelle, vicino al Monastero dei Benedettini, laMangiacarte propone diversi corsi di formazione, progetti ed attività culturali e sociali. Ilnostro é uno spazio libero, chi volesse proporre un progetto o volesse semplicemente col-laborare con noi nel portare avanti la Libreria Sociale è il benvenuto!

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icordai GAPAvi augurano

Buone Feste!