iCordai Anno 2 Numero 4 marzo 2007

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Secondo n• quattro Marzo 2007 A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare? Giuseppe Fava O re 19, Lunedì 5 Marzo: in Piazza Duomo esplode la protesta, si manifesta la necessità inequivocabile di un cambio di rotta alla città. Proprio davanti al Palazzo degli Elefanti, laddove contemporaneamente il Consiglio Comunale era in riunione, circa 200 cittadini si sono stretti per urlare il loro no al governo Scapagnini. E lo hanno fatto con fischietti, pentole, arnesi vari, creando un' atmosfera di contestazione. Obiettivo l’ultima mara- chella del nostro primo concittadino: quella di vendere gli immobili, o meglio i patrimoni artistici che Catania ha in dote, è l' ultima poco edificante azione della Giunta Scapagnini, che prima di “piazzare” il Palazzo Tezzano, sito in Piazza Stesicoro, avrebbe già ceduto il Monastero di Santa Chiara, di Sant' Agata, di San Giuliano e tutti quelli comprendenti Via Crociferi e i "4 canti", a "Catania Risorse", una S. R. L ufficialmente attiva dal 31 Dicembre 2006. Era cosa ben nota a tutti che ci fosse un dissesto finan- ziario tale da non permettere stravizi, ma che addirittura si dovessero vendere i patrimoni artistici che hanno sem- pre contraddistinto la cultura catanese, questo era inim- maginabile! Ma non rappresentano soltanto la vendita di immobili o l'ingente buco finanziario, i problemi di que- sta città. I cittadini hanno lamentato anche il raddoppio della tassa dei rifiuti e l’aumento delle bollette dell’ac- qua, i buchi enormi per le strade, il sistema fognario ine- sistente, l'assenza di istituzioni nei quartieri, i parcheggi mai utilizzati come quello di Nesima, i posteggiatori abu- sivi, la scarsa presenza dei vigili urbani e via discorren- do. La realtà dei fatti è che Catania non migliora affatto, anzi, peggiora come suggeriscono le recenti classifiche che ci vedono agli ultimi posti delle città “vivibili”. In molti ritengono che questa città sia governata in modo fallimentare, e rimangono forti le perplessità. Soprattutto ci si chiede cosa ne pensi l'altra parte della città, quella che non si espone, che ha quasi paura dell'in- subordinazione e che preferisce il silenzio omertoso alla realtà dei fatti, che oggi più che mai parlano come aves- sero un corpo e una voce. Mentre si svolge la protesta, veniamo a conoscenza che il Consiglio Comunale è stato rinviato “per motivi tecni- ci”. Un peccato, ma assicurano i più che la settimana prossima questa stessa manifestazione verrà riproposta, almeno fino a quando la Giunta Scapagnini non accetti il confronto o non presenti le dimissioni. Francesco Casicci Biblioteca a S. Cristoforo 4 “Vile attacco” alla scuola 2 Il mercato dimenticato 4 I barbieri di S. Cristoforo 3 foto: Ag. LiberaImmagine LA PROTESTA

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mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Secondo n• quattro Marzo 2007

A che serve vivere se nonc’è il coraggio di lottare?

Giuseppe Fava

Ore 19, Lunedì 5 Marzo: in Piazza Duomo esplode laprotesta, si manifesta la necessità inequivocabile di

un cambio di rotta alla città. Proprio davanti al Palazzodegli Elefanti, laddove contemporaneamente il ConsiglioComunale era in riunione, circa 200 cittadini si sonostretti per urlare il loro no al governo Scapagnini. E lohanno fatto con fischietti, pentole, arnesi vari, creandoun' atmosfera di contestazione. Obiettivo l’ultima mara-chella del nostro primo concittadino: quella di vendere gliimmobili, o meglio i patrimoni artistici che Catania ha indote, è l' ultima poco edificante azione della GiuntaScapagnini, che prima di “piazzare” il Palazzo Tezzano,sito in Piazza Stesicoro, avrebbe già ceduto il Monasterodi Santa Chiara, di Sant' Agata, di San Giuliano e tuttiquelli comprendenti Via Crociferi e i "4 canti", a "CataniaRisorse", una S. R. L ufficialmente attiva dal 31Dicembre 2006.

Era cosa ben nota a tutti che ci fosse un dissesto finan-ziario tale da non permettere stravizi, ma che addiritturasi dovessero vendere i patrimoni artistici che hanno sem-pre contraddistinto la cultura catanese, questo era inim-maginabile! Ma non rappresentano soltanto la vendita diimmobili o l'ingente buco finanziario, i problemi di que-sta città. I cittadini hanno lamentato anche il raddoppiodella tassa dei rifiuti e l’aumento delle bollette dell’ac-qua, i buchi enormi per le strade, il sistema fognario ine-sistente, l'assenza di istituzioni nei quartieri, i parcheggimai utilizzati come quello di Nesima, i posteggiatori abu-sivi, la scarsa presenza dei vigili urbani e via discorren-do. La realtà dei fatti è che Catania non migliora affatto,anzi, peggiora come suggeriscono le recenti classificheche ci vedono agli ultimi posti delle città “vivibili”.

In molti ritengono che questa città sia governata inmodo fallimentare, e rimangono forti le perplessità.Soprattutto ci si chiede cosa ne pensi l'altra parte dellacittà, quella che non si espone, che ha quasi paura dell'in-subordinazione e che preferisce il silenzio omertoso allarealtà dei fatti, che oggi più che mai parlano come aves-sero un corpo e una voce.

Mentre si svolge la protesta, veniamo a conoscenza cheil Consiglio Comunale è stato rinviato “per motivi tecni-ci”. Un peccato, ma assicurano i più che la settimanaprossima questa stessa manifestazione verrà riproposta,almeno fino a quando la Giunta Scapagnini non accetti ilconfronto o non presenti le dimissioni.

Francesco Casicci

Biblioteca a S. Cristoforo 4“Vile attacco” alla scuola 2 Il mercato dimenticato 4I barbieri di S. Cristoforo 3

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LA PROTESTA

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Catania 04/04/2007Caro amore,Ti scrivo provando a sfogarmi

un po' con te, che sempre mi seistata accanto! la situazione quidiventa disperata. Oggi il nemicocon un vile attacco ha distruttouno dei nostri ultimi avamposti.Nel loro assalto non hannorisparmiato nemmeno bambini,anzi sembrava che fossero i primiobiettivi per i loro fucili. Infami!Noi abbiamo resistito con leunghie e con i denti, ma lorosono meglio equipaggiati! Ma lanostra non è stata una ritirata.Presto riuniremo le forze e pro-veremo a batterci ancora unavolta, fino all'ultimo respiro, perriconquistare ciò che ci hannotolto, per riconquistare lalibertà! Ricorda che in questalotta che potrebbe apparirti stra-niera, perché combattuta lontanodalle nostre case, dipende il futu-ro di quei figli, dipende il Nostrofuturo.

Con affetto, Tuo Gianni.

Quella che sembrerebbe, unapagina di diario inviata dal

fronte, un fronte lontanissimo, inrealtà potrebbe benissimo essereuna lettera inviata direttamenteda San Cristoforo, dove da annisi combatte una guerra. Unaguerra che fa meno fracasso dellebombe, che non lascia ferite fisi-che. Una guerra che però uccideugualmente l'uomo, lo rendeincapace di scegliere, incapace direagire, di combattere, di aggre-garsi. È la guerra per laDemocrazia! Giorno 4 Aprile, unfendente mortale, potrebbe esserelanciato. L'Istituto ComprensivoAndrea Doria, rischia di chiudereper sempre. L'amministrazionelocale, "primo nemico in questaturpe guerra", ha deciso che quel-la scuola, uno tra gli ultimibaluardi del quartiere, presidio didemocrazia e vita partecipata,possa benissimo chiudere i bat-tenti! Non pagando alla proprietàné i mesi arretrati, né quelli cor-renti di fitto, ha dimostrato laprecisa volontà di abbandonarel'immobile.

Ma a spiegarci meglio la situa-zione provvede il Presidedell'Istituto, Prof. Santonocito:

Preside, ad oggi, qual’è lasituazione?

La situazione si presenta dram-matica! Giorno 4 Aprile, ci saràun incontro a scuola a cui pre-

senzieranno un Ufficiale giudi-ziario, il Comune, la Scuola e laProprietà. Ovviamente non ver-ranno applicati i sigilli, perché ilcorrente anno per Legge deveessere portato a termine. Ma pos-sibilmente saranno collocati peril successivo anno scolastico.Tutto ciò è ancora più drammati-co, se si pensa al fatto che, gliinsegnanti, non hanno più tempoper richiedere il trasferimento, egli alunni hanno già presentatodomanda d'iscrizione.

E l'edificio di Via Case Sante?Premettendo ovviamente, chequella zona non è SanCristoforo, e che semmai quelplesso debba diventare succur-sale.

L'Assessore Maimone dice chesono a nostra disposizione inquel plesso ben 10 aule per 10classi. Io lo smentisco! In viaCase Sante, ci sono soltanto 4classi. Il resto delle aule è utiliz-zato per la mensa, dalla palestrae da vari laboratori, da cui lascuola moderna non può prescin-dere. Inoltre i lavori per l'altraala sono ancora allo stato dibando.

Preside, l'Assessore da mesiribadisce che la popolazionescolastica è in netto calo e chequindi il patrimonio Comunaledi beni immobili può essereridotto. Lei come risponde a taleaffermazione?

A parte, che invece di diminu-zione, l'assessore dovrebbe uti-lizzare i termini di dispersione edevasione. Ma tralasciando questodiscorso, seppur fondamentale,voglio ritornare alle parole dipocanzi. La scuola di oggi,necessita di un numero maggioredi spazi rispetto al passato, spazida utilizzare per laboratori.

Preside la ringraziamo per lenotizie. Vuole lanciare un mes-saggio ai genitori ed alla gentedel quartiere?

Si, grazie! Io voglio ricordarea tutti, dopo gli ultimi tragiciavvenimenti dei giorni addietro,che abbiamo vitale bisogno dieducatori! La Scuola non può enon deve chiudere. Lancio unappello a tutti: la società è civile,quando pensa all'insieme. Dasoli non si vince!

Ancora grazie Preside, le sta-remo accanto.

Grazie a voi. A presto!

Salvo Ruggieri

La scuola media Andrea Doria nuovamente sotto sfratto

“VILE ATTACCO” ALLA SCUOLA

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Il barbiere è sempre stato uno di queipersonaggi che ha costituito e costi-

tuisce un punto di riferimento nellavita di un uomo. La fedeltà al barbie-re è indiscussa, cambiarlo è quasiimpossibile. In un quartiere popolarecome San Cristoforo assume ancoradi più questo significato, fino a diven-tare quasi un'istituzione. Ma chi sono,cosa pensano, qual'è la loro storia.

Ne abbiamo intervistati due, fra itanti, due molto diversi fra loro, macon la stessa passione e la stessa pro-fessionalità: il signor Pippo eMassimo. E nei prossimi numeri rac-conteremo la storia di un barbiere sto-rico che non c'è più, Salvatore Todaro,barbiere in S. Cristoforo dalla finedegli anni venti alla fine degli annicinquanta.

Il signor Pippo non ha bisogno dipresentazioni, lo conoscono tutti nelquartiere. Ha una bottega in via delleSalette davanti alla scuola CesareBattisti. Per la cronaca e per i pochiche non lo conoscono ha 56 anni, unamoglie, Francesca e due figli, Enza ePaolo. Lui è nato e vissuto nel quar-tiere e tiene subito a precisare di esse-re orgoglioso di stare in questa zona.Tiene gli occhiali bassi per essere pre-ciso nel taglio, ma anche, alzando losguardo, per guardarti negli occhimentre ti parla, senza filtri e menzo-gne, diretto e senza giri di parole. Isimboli religiosi hanno il sopravventosugli altri suppellettili del salone, cheneanche a dirlo è pulito e accogliente.Ha tanto da dire e conosce il quartierecome pochi. Le storie di vita lui nonse le va a cercare, non ne ha bisogno,sono le storie stesse che vanno da lui,e lui ascolta tra una barba, un taglio euna spruzzata di profumo. È uno chedà consigli a tutti, e credo che siano inmolti ad ascoltarlo.

Mi racconti come è arrivato a fareil barbiere.

Ho fatto fino alla quinta elementa-re, poi ho lavorato da un falegname,dal Sig. Licari, ancora vivente. Dopoun paio di anni mia sorella si è sposa-ta con un barbiere e io ho iniziatocome suo aiutante. Ho fatto due anni(1970-71) di militare in marina, face-vo il marò-barbiere, tutti mi volevanobene perché ero pulito ed onesto. Io

soffrivo il mal di mare, ma ero nel sot-tomarino e quando scendevo sott'ac-qua stavo bene. Lì ho preso la licenzadi barbiere. Nel '74, grazie a miamamma, ho trovato in affitto questilocali e ho iniziato l'attività in manie-ra indipendente, sono orgoglioso dimia mamma e di non averla delusa.Nel '79 ho acquistato la bottega.

Che tipo di taglio di capelli preferi-scono i giovani?

Di tutti i tipi, qualcuno lungo, altricorti. Io preferisco i ragazzi che ten-gono i capelli corti, così vengono dame ogni dieci giorni e io guadagno dipiù. Vorrei dire agli stilisti di prende-re modelli con i capelli corti, cortissi-mi. Lei ad esempio con questa barbalunga, se lo immagini "fussiru tutticome a lei!".

Senza rompere il "segreto confes-sionale", che confidenze e che storiele raccontano i suoi clienti-pazienti,sig. Pippo?

Io ci tengo al segreto, mi tengo tuttodentro lo stomaco. Comunque un po'di tutto, molte storie di "corna", piùfatte che subite si intende. Molte sto-rie di difficoltà familiare che mi fannosoffrire e io mi sento in dovere di dareconsigli. Lavoro che manca, ragazziche sniffano, che rubano, …

Il quartiere?Intanto sono orgoglioso di essere

in questa zona, qui c'è la vita, quellavera. Una cosa negativa è che ci sonotroppi anziani che criticano i giovani,ma loro stessi sono giocatori incallitidi questi "gratta e vinci", che stannotutto il tempo a cancellare. Prima,secondo me, c'erano tanti bambiniche rubavano, mi portavano radio ..,adesso non ne vedo più, adesso hannopiù cose.

Forse adesso li usano per spaccia-re e qui sicuramente non vengono?

Gia lei lo sa, non c'è lo devo dire io.Il figlio Paolo, 27 anni, si inserisce

nella discussione e dice: “qui i politicivengono per prendere solo i voti,prima tutti amici, e poi spariscono, pertornare poco prima delle votazioni.Però qui ho tanti amici, e qui la genteè povera e generosa, mentre al centrosono ricchi e tirchi. Più centri per ibambini, per giocare e stare assieme”.

Un regalo al quartiere signorPippo.

Lavoro a tutti, non permettere chemolti giovani vadano a rubare perchénon hanno uno stipendio. Vattene alavorare, ci dico io ai ragazzi, se tiprendono e ti fai 5 anni di carcere chehai concluso nella vita, che rappre-senti per la tua famiglia, che poi tuamoglie deve lavorare per campare.Che dice poi tuo figlio: mio papà è in

carcere? No, tuo figlio deve dire: miopapà è un impiegato di banca, un bar-biere, mio papà è un muratore.

Grazie mille signor Pippo.“Grazie per la discussione è stato un

piacere” mi risponde, e mi regala undopobarba: che sia un invito a toglier-mi la barba e diventare suo cliente?

Massimo, 33 anni, sposato, due bel-lissime bimbe, una di otto anni e unadi sei mesi, barbiere dall'età di 15anni. Massimo è un ragazzo di bellapresenza, muscoloso ma gentile nellostesso tempo, tratti poco catanesi,infatti è del "nord", di Lineri a nordovest della città. La bottega è sempli-ce e pulita, e i poster del CataniaCalcio hanno preso il sopravvento deivecchi calendari sexy della mia gene-razione. L'amore e l'ammirazione perle belle donne svestite è stato sostitui-to da un amore più grande, anche se inquesto momento ferito.

Da quattro anni ha preso una botte-ga a S.Cristoforo.

Come mai da Lineri aS.Cristoforo?

Mi è capitata un occasione di avereuna bottega tutta mia, non conoscevoil quartiere, ma ho deciso di venirequi e ci sto benissimo. Vengono clien-ti da S.Giorgio, Lineri, S.PietroClarenza, oltre che dal quartiere stes-so.

Il barbiere è da sempre un luogodove i clienti vengono per rilassarsi econfidarsi, è ancora così, e che cosati raccontano, che cosa ti "confessa-no"?

Sì, è ancora così, i miei clienti miconsiderano un amico a cui confidarei loro problemi, le loro preoccupazio-ni. Si parla di tutto ma le difficoltà nellavoro sono gli argomenti principali.Difficoltà a trovare lavoro, a esserepagato puntuale, a non riuscire aspiegare alla moglie e ai figli perchénon si riesce ad arrivare a fine mese.

Come è cambiato il taglio di capel-li da 17 anni a questa parte, qualisono le nuove tendenze dei ragazzi?

Molti ragazzi ci tengono al look,per loro i riferimenti sono i giornali ela televisione. Più dei corsi di aggior-namento, a noi barbieri serve guarda-re alcuni programmi Tv tipo "MariaDe Filippi" e vedere come hanno i

capelli i ragazzi. Qualcuno vuoledisegnata nei capelli una piramide,chi il simbolo del Catania Calcio, chiil simbolo di una marca famosa.

Una cosa bella del quartiere?È un quartiere molto unito nelle

cose positive e negative. C'è ancorasolidarietà. Sono questi quartieripopolari che fanno lavorare e ti fannoandare avanti. Nelle zone più centra-li, più "in", non è la stessa cosa. Iragazzi che vengono qua, magarilavorano a giornata, ma non stanno lìa contarsi i soldi in tasca e ti lascianoanche una buona mancia. Quandolavoravo in via Firenze, da ragazzo,dietro al tribunale, le mance dei clien-ti "bene" erano ridicole. Qui no, nonsi fanno queste paranoie.

Una cosa negativa del quartiere?La condizione di molti bambini, mi

mette tanta tristezza, magari singolar-mente se uno li prende si può ragio-nare, ma quando si uniscono a grup-po diventano pericolosi. Ma mi fannotanta tenerezza, e non è giusto. Vedobambini piccolissimi buttati per stra-da tutto il giorno. Mancano centridove i bambini possono giocare estare tranquilli. Anche dei parchi gio-chi, però controllati da adulti.

I politici?Passano sempre, un mese prima

delle elezioni, quindi, … ogni 4 anni e11 mesi.

Ciao Massimo, grazie.Non te ne puoi andare senza un

caffè.

testo e foto: Toti Domina

BARBIERI A S. CRISTOFORO

3iCordai / Numero Quattro

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4 iCordai / Numero Quattro

Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Paolo Millauro,Via Montenero 30, Catania

Grafica: Massimo GuglielminoFoto: Paolo Parisi, Agenzia LiberaImmagine

Hanno collaborato a questo numero:Salvo Ruggieri, Francesco Casicci, MarcellaGiammusso, Toti Domina, Giovanni Caruso,Paolo Parisi

Sabato mattina, via Belfiore angolovia Zuccarelli, mercato rionale

coperto. L'immagine che ci si presen-ta è del tutto inusuale in un quartierecome San Cristoforo ed in una matti-na come quella di sabato. Il mercatocoperto è quasi completamente deser-to. Gli unici commercianti che occu-pano il mercato sono tre fruttivendolied un salumiere e di tanto in tanto sivede entrare qualche persona per farela spesa. L'erba alta un metro chesovrasta le pensiline sull'entrata evi-denzia lo stato di abbandono dell'edi-ficio. I muri ed i soffitti sono scrosta-ti e con evidenti macchie di umidità.Gli spazi che dovrebbero essere occu-pati dai commercianti sono vuoti edalcune botteghe sono addirittura tran-sennate. È un vero peccato che questoedificio costruito con i soldi dei citta-dini catanesi non venga utilizzato.

Ma la cosa più strana è che il mer-cato si svolge tutto su via Belfiore.Infatti, come è usuale in questo quar-tiere, i commercianti di questa viaespongono gran parte della loromerce sulla strada.

Mi chiedo come mai, avendo unmercato coperto a disposizione icommercianti preferiscono venderela merce sulla strada. Un commer-ciante racconta che quarant'anni fa ilmercato non era così. C'era tantagente che vendeva la propria merce

dentro il mercato e tanti altri faceva-no la fila per avere un posto dentrol'edificio. Adesso i commercianti pre-feriscono stare sulla strada e fare gliambulanti perché chi svolge l'attivitàdentro al mercato è soggetto a piùcontrolli da parte degli organi prepo-sti.

Un altro commerciante si lamentadei tanti, anzi troppi, supermercati eipermercati che sono stati aperti nellazona, perché questi tolgono lavoro aipiccoli negozianti, danneggiandoliulteriormente.

Ad un pescivendolo che sta davan-ti la sua bancarella di pesce sulla stra-da chiediamo il suo nome e se vende-rebbe i suoi prodotti dentro il merca-to coperto. Con molta tranquillitàrisponde: "Io mi chiamo Fassari erispondo che non andrei a svolgere lamia attività dentro il mercato perchého la mia bottega di proprietà e quin-di non mi conviene. Se non l'avessi,andrei lì dentro!"

Ma allora come mai, avendo unmercato coperto a disposizione glialtri commercianti preferiscono ven-dere la loro merce esponendoladavanti il proprio negozio sulla stra-da?

Se svolgessero la loro attività den-tro il mercato comunale avrebberotante garanzie e vantaggi, come lamaggiore igiene della merce, la sor-

veglianza da parte dei vigili urbani,essere riparati dalle intemperie deltempo, avere l'assistenza degli opera-tori ecologici comunali per la puliziadel mercato, etc., come avviene intutte le altre città d'Italia.

Invece no, preferiscono stare sullastrada!

Forse perché non è vero che ci sono

i vigili urbani che sorvegliano il mer-cato, o forse perché il mercato coper-to non è molto sicuro, visto che è dan-neggiato, o forse perché il serviziodegli operatori ecologici comunalinon è sufficiente, visto il cattivoodore che esce dai cassonetti siti pro-prio in via Zuccarelli, forse…

Ma perché anche le cose più sem-plici da realizzare a Catania diventa-no impossibili?

Marcella Giammusso

Abbiamo mantenuto una promessa,noi del "GAPA", lo scorso tre marzo,inaugurando la "BIBLIOTECA POPO-LARE" e il "CENTRO DI DOCUMEN-TAZIONE" in quella "via Cordai", nelquartiere di San Cristoforo.

Abbiamo mantenuto una promessafatta ad un uomo, ad un magistrato, aGiovanbattista Scidà, punto di riferi-mento contro l'illegalità, le mafie e per idiritti dei minori, che ha creduto in noi,e "cammina" con noi già da quella "esta-te del 92", estate di stragi che sembravasegnare la "fine di tutto" ed invece erasolo l'inizio di lotte contro le mafie.

Vorremmo che la "BIBLIOTECAPOPOLARE" è il "CENTRO DIDOCUMENTAZIONE" contagi, con lesue "parole di carta", i ragazzi e le ragaz-ze di San Cristoforo attraverso i labora-tori di scrittura, di lettura e, perché no,della "fabbrica delle fiabe".

Vorremmo che il "CENTRO DIDOCUMENTAZIONE" fosse un puntodi riferimento per tutti coloro chevogliono "sapere" cos'è lo sfruttamentoinfantile, il disagio giovanile, la lotta allacriminalità attraverso la nostra esperien-za e quella che verrà.

Tutto questo vorremmo a SanCristoforo, in quella "via Cordai", inquel centro di aggregazione, dove il"diritto" e la democrazia sono alla basedei nostri princìpi.

GAPA

Il mercato, costruito con denaro pubblico, non viene utilizzato

IL MERCATO DIMENTICATO “La biblioteca promessa”

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