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Modelli di giornalismo. Seconda parte Atelier di Web e Interface design Proff. Federica Dal Falco, Marco Quintavalle, Elena Valentini Roma, 1 marzo 2009 Innovazione e analisi dei modelli di giornalismo Laboratorio di tecniche e linguaggi del giornalismo Prof. ssa Elena Valentini Roma, 4 ottobre 2019

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Modelli di giornalismo.Seconda parte

Atelier di Web e Interface design

Proff. Federica Dal Falco, Marco Quintavalle, Elena

Valentini

Roma, 1 marzo 2009

Innovazione e analisi dei modelli di giornalismo –Laboratorio di tecniche e linguaggi del giornalismo

Prof. ssa Elena ValentiniRoma, 4 ottobre 2019

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Lezioni-incontro e blog

Lezioni incontro con il Prof. Pasquale Mallozzi sulle scritture

giornalistiche multimediali

• lunedì 7 ottobre

• martedì 15 ottobre

• venerdì 25 ottobre

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Variazione SOLO per la prossima settimana

Lezioni di Innovazione e analisi dei modelli di giornalismo

• lunedì 7 ottobre

• martedì 8 ottobre

• mercoledì 9 ottobre dalle 14 alle 16 Aula Blu 1 al posto della lezione di Teorie e tecniche della televisione (Proff. Gavrila-Ruggiero)

• Venerdì 11 ottobre, al posto della lezione di Innovazione e analisi dei modelli di giornalismo, si terrà la lezione di Teorie e tecniche della televisione dalle 12 alle 14, in aggiunta alla lezione prevista dalle 10

alle 12.

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Il corso intende fornire le basi di

• sociologia del giornalismo

• processi di newsmaking

con specifico riferimento alle diverse piattaforme disponibili

(carta stampata, radio, tv, web, dispositivi mobili).

Pagina 4

Obiettivi formativi del corso

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Il corso intende fornire le basi di

• sociologia del giornalismo

Pagina 5

Obiettivi formativi del corso

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In particolare, il corso ha i seguenti obiettivi:

• fornire conoscenze relative a: – principali modelli di giornalismo (tradizionali e digitali); – specificità del caso italiano (origini, evoluzione e tendenze in corso di

sviluppo); – principali fasi ed elementi del newsmaking; – generi giornalistici e ambiti del giornalismo; – tematiche di approfondimento legate al giornalismo digitale (tra cui citizen

journalism, ruolo delle piattaforme, dei social media, degli algoritmi, fakenews, data journalism, ruolo dei dispositivi mobili e caratteristiche dell’informazione e dei formati sul mobile);

• fornire competenze necessarie per analizzare le principali caratteristiche dei modelli giornalistici su diversi media

• fornire competenze per la redazione e gestione di contenuti informativi in ambienti digitali. Pagina 6

Obiettivi formativi del corso

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Prima parte

Il campo giornalistico e le funzioni del giornalismo

•Modelli di giornalismo: modelli tradizionali e modelli

digitali

• Il caso italiano: peculiarità, evoluzione dei modelli

giornalistici e dei quotidiani, mercato e assetti proprietari

• I generi

• Fondamenti di newsmaking: la notizia, il problema della

notiziabilità, i valori notizia Pagina 7

Contenuti e temi

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• relative alle teorie e tecniche del giornalismo e del newsmaking,

necessarie per analizzare il linguaggio giornalistico su diversi media

e applicare tali conoscenze per la redazione e gestione di contenuti

giornalistici per la carta stampata e in ambienti digitali

• competenze direttamente spendibili nel campo dell’analisi del

contenuto e della produzione d’informazione a stampa, televisiva e

web

Pagina 8

Conoscenze e competenze che il corso intende fornire

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Cosa intendiamo per modelli di giornalismo?

Qual è l’attualità dei modelli di giornalismo?

Rispetto a diversi media

Rispetto alla capacità di interpretare e conoscere la realtàgiornalistica

Rispetto ai journalism studies

Obiettivi della lezione

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Modelli di interrelazione tra le caratteristiche dei sistemi politici e di informazione

•Proposta di analisi comparativa dei sistemi di comunicazione e dimensioni di analisi•Conoscenza delle caratteristiche principali dei sistemi mediali europei e nord americani•Contestualizzazione del caso italiano

Potenzialità e limiti della comparazione

Pagina 10

Perché studiamo i modelli di Hallin e Mancini

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Pagina 11

Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Europa centro-settentrionale o democratico-corporativo

Nord-atlantico o liberale

I modelli di Hallin e Mancini

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Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna

Europa centro-settentrionale o democratico-corporativo

Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Svizzera

Nord-atlantico o liberale

Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Irlanda

I modelli di Hallin e Mancini

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Criteri per l’analisi e comparazione dei sistemi di comunicazione dell’Europa occidentale e del Nord America•Sviluppo dei mercati di comunicazione (focus su diffusione della stampa)•Parallelismo politico•Sviluppo della professionalità giornalistica•Ruolo dello Stato

Pagina 13

Una proposta per l’analisi comparativa

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• Il ruolo e le funzioni del giornalismo nella vita politica già a partire dalla fine del XVIII secolo

Pagina 14

Parallelismo politico

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“Dalla fine del XIX secolo cominciava a configurarsi un modello diverso di giornalismo politico, in cui il giornalista era visto come arbitro neutrale della

comunicazione politica, al di fuori di particolari cause e interessi, un professionista che forniva informazioni e analisi non macchiate da partigianeria. Questo modello è stato perlopiù connesso allo sviluppo della stampa commerciale il cui proposito era di fare profitto piuttosto che di servire una causa politica, e che era

finanziata dalla pubblicità anziché dalla sovvenzione degli attori politici”

(Hallin e Mancini, 2004)Pagina 15

Parallelismo politico

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“Perfino dove i giornalisti possono essere sinceramente legati all’ideologia professionale dell’ “obiettività” le notizie incorporano valori ideologici, derivano da una serie di influenze, dalle routine di raccolta d’informazioni, dalle modalità di assunzione dei giornalisti e dalle convinzioni

ideologiche predominanti nella società. Non sarebbe neanche corretto delineare una dicotomia troppo marcata fra stampa commerciale e politicizzata: i media commerciali possono essere politicamente schierati e quelli non commerciali, anche se supportati da partiti politici, possono

adottare norme di equilibrio politico"(Hallin e Mancini, 2004)

Pagina 16

Parallelismo politico

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“Il risultato delle elezioni che si terranno il 9 e l0 aprile appare quanto mai incerto. È questo un buon motivo per spiegare

perché il nostro giornale auspica un esito favorevole auna delle parti in competizione: il centrosinistra"(Paolo Mieli, Corriere della Sera, 8 marzo 2006)

(citato in Boldrini, 2017)

Parallelismo politico

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“Chiamata in causa, assieme a tutti gli altri grandi giornali italiani, come parte di un’informazione nemica che costituirebbe un pericolo per la democrazia, “La Stampa” non ha bisogno di difendersi dalle accuse per la loro evidente insensatezza: dato che nel lessico berlusconiano “nemica” equivale a “critica” e che proprio la critica nei confronti del potere, in democrazia, è la

ragione d’essere dell’informazione"(Giulio Anselmi, La Stampa, 20 marzo 2006)

(citato in Boldrini, 2017)

Parallelismo politico

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L’endorsement più recentemente i “Sana e ormai consolidata tradizione, a ogni tornata elettorale questo Fogliuzzo dichiara le proprie intenzioni di voto, e non potevamo saltare

l’appuntamento quest’anno, con la campagna elettorale più pazza del mondo quasi al termine. Se avessimo rilevanza statistica, beh, il 5 marzo i risultati elettorali sarebbero abbastanza chiari. Ma andiamo con ordine. Il direttore

del Foglio, Claudio Cerasa voterà, nel collegio Roma 1, “Gentiloni e Bonino”, e voterà Pd perché “ha governato bene e perché è importante tenere il piùlontano possibile dal governo i pericolosi anti europeisti, gli estremismi

nazionalisti, i dannosi protezionisti per far nascere una coalizione di buon senso, popolare e non populista, insieme con il Cav, alternativa allo sfascismo

grillozzo e salviniano”. Il fondatore del Foglio, Giuliano Ferrara: “Io casa pound o casa euro, sono ancora indeciso”.

(“Come vota il Foglio. Intese larghe da Pd a FI, poi +Europa, astensioni, no grillozzi e populisti. Il nostro 4 marzo in grande allegria”, Redazione Il Foglio, 1

Marzo 2018)

Parallelismo politico

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pluralismo esterno

pluralismo interno

Pagina 20

tendenza dei diversi mezzi di comunicazione a riflettere punti di vista politici o ideologici distinti

tendenza a rappresentare una serie di differenti punti di vista all’interno dello stesso giornale, programma o canale

Parallelismo politico

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Il parallelismo politico nella regolamentazione delle TV

•Modello governativo

•Modello professionale

•Modello parlamentare o di rappresentanza proporzionale

•Modello civico o corporativo

Pagina 21

Parallelismo politico

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Il parallelismo politico nella regolamentazione delle TV

•Modello governativo

La TV pubblica è controllata dall’esecutivo

Pagina 22

Parallelismo politico

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Il parallelismo politico nella regolamentazione delle TV

•Modello professionale

La TV dovrebbe essere radicalmente isolata dal controllo politico e dovrebbe essere retta da professionisti

Pagina 23

Parallelismo politico

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Pagina 24

Parallelismo politico

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Il parallelismo politico nella regolamentazione delle TV

•Modello parlamentare o di rappresentanza proporzionale

Il controllo della TV pubblica è diviso tra i partiti politici in modo proporzionale

Pagina 25

La lottizzazione negli anni ‘80

Parallelismo politico

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Il parallelismo politico nella regolamentazione delle TV

•Modello civico o corporativo

Il controllo della TV pubblica è distribuito tra vari gruppi sociali e politici, inclusi altri tipi di “gruppi socialmente

rilevanti”: sindacati, associazioni economiche, organizzazioni religiose, associazioni etniche

•Sistema olandese “a pilastri”•Comitati televisivi tedeschi

Pagina 26

Parallelismo politico

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Il parallelismo politico nella regolamentazione delle TV

“I 4 modelli non si escludono reciprocamente e nella realtàsono quasi sempre integrati”

(Hallin e Mancini, 2004)

Pagina 27

Parallelismo politico

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Pagina 28

Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna

Europa centro-settentrionale o democratico-corporativo

Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia,

Svezia, Svizzera

Nord-atlantico o liberale

Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Irlanda

Parallelismo politico

I modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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Pagina 29

Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna

Alto livello di parallelismo politicoPluralismo esterno

Giornalismo orientato al commentoModello parlamentare o governativo di

gestione della TV pubblica

Europa centro-settentrionale o democratico-corporativo

Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia,

Svezia, Svizzera

Pluralismo esterno, soprattutto nella stampaRadicata tradizione della stampa di partitoTendenza verso una stampa commerciale

neutraleSistema di “politica della televisione” (TV pubblica) con sostanziale autonomia

Nord-atlantico o liberale

Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Irlanda

Stampa commerciale neutrale Pluralismo interno (esterno in UK)

Giornalismo d’informazioneSistema professionale di gestione della TV

pubblica con autonomia formale

Parallelismo politicoI modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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Criteri per ‘analisi e comparazione dei sistemi di

comunicazione dell’Europa occidentale e del Nord

America

•Sviluppo dei mercati di comunicazione (focus su

diffusione della stampa)

•Parallelismo politico

•Sviluppo della professionalità giornalistica•Ruolo dello Stato

Pagina 30

Una proposta per l’analisi comparativa

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“Negli Stati Uniti le lauree in giornalismo non sono poi così diffuse tra coloro che lavorano per le testate piùprestigiose, i cui giornalisti, peraltro, raggiungono invece un livello di professionalizzazione molto alto. I giornalisti spagnoli probabilmente hanno titoli di studio più alti dei loro colleghi tedeschi, ma questo chiaramente

non significa che il giornalismo spagnolo sia caratterizzato da un livello più ampio di professionalizzazione di quello tedesco”

(Hallin e Mancini)

Pagina 31

Professionalizzazione

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“Poiché una preparazione formale non è necessaria, inoltre, l’accesso alla professione giornalistica non è

fortemente regolato.Per ironia, l’unica eccezione nel mondo occidentale è

l’Italia, dove per divenire membri dell’Ordine dei giornalisti si deve superare un esame che è obbligatorio per poter esercitare la professione. Per altri aspetti,

tuttavia, il giornalismo italiano ha un livello di professionalizzazione particolarmente basso”

(Hallin e Mancini)

Pagina 32

Professionalizzazione

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Criteri di professionalizzazione• Autonomia• Norme professionali distinte• Giornalismo come servizio pubblico e meccanismi di

autoregolamentazione

Pagina 33

Professionalizzazione

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Professionalizzazione e strumentalizzazione

“Per strumentalizzazione intendiamo il controllo dei media da parte di attori esterni - partiti, politici, gruppi sociali o movimenti o soggetti economici – che sono alla ricerca di influenza politica, e quindi usano i media per

intervenire nel mondo della politica”(Hallin e Mancini)

Pagina 34

Professionalizzazione

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Pagina 35

Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna

Europa centro-settentrionale o democratico-corporativo

Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia,

Svezia, Svizzera

Nord-atlantico o liberale

Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Irlanda

Professionalizzazione

I modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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Pagina 36

Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Francia, Grecia, Italia, Portogallo,

Spagna

Debole professionalizzazione

Strumentalizzazione

Europa centro-settentrionale

o democratico-corporativoAustria, Belgio, Danimarca,

Finlandia, Germania, Paesi Bassi,

Norvegia, Svezia, Svizzera

Forte professionalizzazione

Autoregolamentazione formalizzata

Nord-atlantico o liberale

Gran Bretagna, Stati Uniti,

Canada, Irlanda

Forte professionalizzazione

Autoregolamentazione non formalizzata

ProfessionalizzazioneI modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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Criteri per l’analisi e comparazione dei sistemi di comunicazione dell’Europa occidentale e del Nord America•Sviluppo dei mercati di comunicazione (focus su diffusione della stampa)•Parallelismo politico•Sviluppo della professionalità giornalistica•Ruolo dello Stato

Pagina 37

Una proposta per l’analisi comparativa

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Quali sono le principali modalità di intervento statale?

Pagina 38

Ruolo dello Stato

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Quali sono le principali modalità di intervento statale?•Servizio pubblico radioTv•Sussidi alla stampa (diretti e indiretti)•Leggi sul segreto professionale dei giornalisti•Leggi che regolano la concentrazione dei media•Leggi che regolano la comunicazione politica, in particolare le campagne elettorali

Pagina 39

Ruolo dello Stato

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Ruolo dello Stato

Quali sono le principali modalità di intervento statale?•Servizio pubblico radioTv•Sussidi alla stampa (diretti e indiretti)•Leggi sul segreto professionale dei giornalisti•Leggi che regolano la concentrazione dei media•Leggi che regolano la comunicazione politica, in particolare le campagne elettorali

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Ruolo dello Stato

Quali sono le principali modalità di intervento statale?•Servizio pubblico radioTv•Sussidi alla stampa (diretti e indiretti)•Leggi sul segreto professionale dei giornalisti•Leggi che regolano la concentrazione dei media•Leggi che regolano la comunicazione politica, in particolare le campagne elettorali

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Ruolo dello Stato

Sui sussidi alla stampa (diretti e indiretti)

DECRETO LEGISLATIVO 15 maggio 2017, n. 70Ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, in attuazione dell'articolo 2, commi 1 e 2,

della legge 26 ottobre 2016, n. 198.

“esclusione dai contributi: 1) degli organi di informazione dei partiti, dei movimenti politici e

sindacali, dei periodici specialistici a carattere tecnico, aziendale, professionale o scientifico;

2) di tutte le imprese editrici di quotidiani e periodici facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in

mercati regolamentati”

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Sui sussidi alla stampa (diretti e indiretti)DECRETO LEGISLATIVO 15 maggio 2017, n. 70

Categorie di imprese editoriali che possono chiedere il sostegno pubblico:1. Cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici;2. Imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura

maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro, limitatamente ad un periodo transitorio di cinque anni dall’entrata in vigore della legge di delega;

3. Enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti;

4. Imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche;

5. Imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti;

6. Associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo;

7. Imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.

Ruolo dello Stato

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• Da un lato sistemi relativamente liberali– Intervento statale limitato– Media lasciati soprattutto alle forze di mercato

• Dall’altro lato sistemi più "dirigisti”– Ruolo dello Stato maggiore nella proprietà, nel finanziamento

e nella regolamentazione dei media

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Ruolo dello Stato

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Il caso degli USA

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Ruolo dello Stato

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Il caso degli USA

“Il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione, o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle

persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per la riparazione dei torti”

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Ruolo dello Stato

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Pagina 47

Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna

Europa centro-settentrionale o democratico-corporativo

Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia,

Svezia, Svizzera

Nord-atlantico o liberale

Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Irlanda

Ruolo dello Stato

I modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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Mediterraneo o pluralista-polarizzato

Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna

Forte intervento dello StatoSussidi economici alla stampa (Italia e Francia)

Periodi di censuraDeregolamentazione selvaggia (non in Francia)

Europa centro-settentrionale

o democratico-corporativoAustria, Belgio, Danimarca,

Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Svizzera

Forte intervento dello Stato con elevata tutela della libertà di stampa

Sussidi economici particolarmente forti in Scandinavia

Forte sistema di servizio pubblico radiotv

Nord-atlantico o liberale

Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Irlanda

Sistema di mercato, ad eccezione di UK e Irlanda dove c’è una forte TV pubblica

Ruolo dello Stato I modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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Eterogeneità interna a ciascun modello

•L’idea comune di un modello “anglo-americano” di giornalismo è in parte solo un mito•La Francia è un caso misto: es. della circolazione dei quotidiani•Spagna e Portogallo v/s Italia e Francia rispetto alla politica democratica

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Differenze all’interno dello stesso modello

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Collocazione dei diversi paesi rispetto ai tre modelli

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Svezia

Democratico-corporativo Liberale

Pluralista-polarizzato

Grecia

Spagna Portogallo

Italia

Francia

Belgio

AustriaGermania

Paesi Bassi

Finlandia

Svizzera

Norvegia

DanimarcaIrlanda

Regno Unito

CanadaStati Uniti

I modelli di Hallin e Mancini

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Eterogeneità interna a ciascun paese

•Es. del Quebec e della Catalogna

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Differenze all’interno dello stesso modello

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• I modelli sono ancora attuali?

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I modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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“Transnational ownership, non-national technologicalreach, extra-national diasporic communities, and

supranational governmental forms have weakened the connection between journalism and its traditional nationstate base, leading to increasingly ‘global logics’ within

journalism”(Reese, 2008)

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I modelli: le caratteristiche del sistema dei media

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I modelli: le caratteristiche del sistema dei media

Contaminazioni e flessibilità dei modelli

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Media impiegati per accedere alle news

I modelli oggi: le caratteristiche del sistema dei media

Fonte: Nozal Cantarero, Gonzales Neira, Valentini, 2017

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Modello Pluralista polarizzato: penetrazione internet piùbassa che in altri paesi e modelli: Spagna (77%), Italia (62%), Portogallo (68%) e Brasile (58%).

Modello Democratico corporativo: livelli di penetrazione superiori all’80% nei paesi selezionati: Belgio (85%), Svizzera (87%) e Germania (88%).

Modello Liberale: i più alti livelli di prenetrazione di internet: Gran Bretagna (92%), Stati Uniti (87%) e Canada (93%)

I modelli oggi: la penetrazione di Internet

Fonte: Internet World Stats, 2015In Nozal Cantarero, Gonzales Neira, Valentini, 2017

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Ancora debole (sebbene in crescita)• Particolarmente debole nel mercato English-speaking

altamente competitivo (Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada, media al 9%).

• Alcuni paesi del modello Pluralista sono sopra questa media (Spagna al 10%, Italia al 16%) con l’eccezione del Portogallo (9%), e con la peculiarità del Brasile (22%).

• Alcuni paesi del modello Democratico sono leggermente sopra la media degli English-speakingcountries (Belgio al 12%, Svizzera al 10%), con l’eccezione della Germania (8%)

Fonte: Reuters Institute Digital News Report, 2016 in Nozal Cantarero, Gonzales Neira, Valentini, 2017

I modelli oggi: propensione a pagare per le online news

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I modelli oggi

I modelli di Hallin e Mancini e i formati digitali per tablet?

Ne parleremo nella seconda parte del corso con riferimento alla ricerca presentata in Nozal Cantarero, Gonzales Neira, Valentini, 2017

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• Il modello è un processo di traduzione tra la teoria e la realtà

• Diverse accezioni dell’espressione “modelli di giornalismo”

• I modelli di Hallin e Mancini si basano su 4 criteri per l’analisi e comparazione dei sistemi di comunicazione dell’Europa occidentale e del Nord America

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Per riepilogare

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• Nel modello pluralista-polarizzato (Europa meridionale)– Bassa circolazione di giornali di carta stampata– Centralità dei media elettronici– Alto parallelismo politico, giornalismo di opinione, forte

legame con le forze politiche, strumentalizzazione dei media da parte del governo e dei partiti politici (ma anche degli interessi economici)

– Debole professionalizzazione– Forte intervento statale su TV e ruolo importante dello Stato

come proprietario, regolatore e finanziatore dei media

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Per riepilogare

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• Nel modello democratico –corporativo (Nord e centro Europa)– Precoce avvento della stampa di massa e elevata circolazione

di giornali di carta stampata– Coesistenza di stampa politica e stampa commerciale– Forte professionalizzazione e autoregolamentazione– Forte intervento statale su TV e media percepiti come

istituzioni sociali di cui lo Stato è responsabile

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Per riepilogare

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• Nel modello liberale (nord atlantico)– Informazione di massa precoce e medio-alta circolazione di

giornali di carta stampata– Basso parallelismo politico– Stampa più “neutrale” e professionalizzata– Professionalizzazione abbastanza forte del giornalismo– Ruolo dello Stato abbastanza contenuto (ma forte intervento

statale su TV in Gran Bretagna e Irlanda)

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Per riepilogare

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• I paesi che appartengono allo stesso modello sono molto diversi tra loro, eterogenei per molti aspetti e non è intenzione degli autori minimizzare le differenze

• I paesi stessi non sono omogenei al loro interno, soprattutto rispetto al sistema di comunicazione

• L’attualità dei modelli di giornalismo

• Le tipologie di giornale: dalle testate nazionali alle varietà in rete

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Per riepilogare

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In quali testi studiare e approfondire questi temi?Testi d’esame •F. Giorgino, Giornalismi e società. Informazione, politica, economia e cultura, Mondadori, Milano, 2017•T. Nozal Cantarero, A.González-Neira, E. Valentini, “Newpaper apps for tablets and smartphones in different media systems: a comparative analysis”, Journalism, First Published October 30, 2017

Altri riferimenti •M. Bruno, A. Massa, Modelli di giornalismo e analisi comparata negli spazi medialitransnazionali, Altravista, Roma, 2018•D.C. Hallin, P. Mancini, Modelli di giornalismo. Mass media e politica nelledemocrazie occidentali, Laterza, Roma-Bari, 2004•C. Sorrentino, Bianda E.,Studiare giornalismo, Carocci, Roma, 2013•WAN-IFRA, World Press Trend 2018

Credits delle immagini: www.pexels.com/ e https://pixabay.com/Pagina 64