ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA … · ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI...
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1ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
ASSEMBLEA NAZIONALE GIOVANI IMPRENDITORI CONFARTIGIANATO
ECONOMIA IN 3D:
I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE,
DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO
Presentazione dell’Osservatorio 2011 sulla imprenditoria giovanile artigiana
Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato
4 marzo 2011
2ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Il percorso del Rapporto del 5°°°° Osservatorio
Economia in 3D: la crisi del lavoro e il rapporto tra mondo della scuola e della formazione e mondo del lavoro artigiano*
- Le imprese e la competitività*
- Economia in 3D: debito pubblico
- Economia in 3D: demografia e previdenza *
- Il Fisco: il federalismo*, ma non solo……
* risultati indagine Ispo-Confartigianato
3ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Questo 5° Osservatorio Confartigianato Giovani imprenditori è stato coordinato da Enrico Quintavalle, Responsabile dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, con la collaborazione di
Silvia Cellini.
Al percorso di analisi che trova la sintesi in questo Rapporto ha partecipato Stefania Multari, Direttore Relazioni Istituzionali, con la collaborazione di Fabio Carosi.
Il capitolo dedicato alla presentazione dei risultati di una indagine sui giovani artigiani è stato realizzato in collaborazione con ISPO, Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione, l’istituto di
ricerca del Prof. Mannheimer.
In relazione ai rispettive aree di competenza analizzate dal Rapporto hanno collaborato: Riccardo Giovani, Direttore Relazioni SindacaliBruno Panieri Direttore Politiche EconomicheAndrea Trevisani, Direttore Politiche Fiscali
4ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
La crisi del lavoro
5ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
37,8
36,0
36,5
37,0
37,5
38,0
gen-07 apr
lug ott
gen-08 apr
lug ott
gen-09 apr
lug ott
gen-10 apr
lug ott
gen-11
Tasso di disoccupazione in Italia stabilmente inferiore alla media dell’Unione Europea
Dati Istat
Tasso di disoccupazione nel periodo gennaio 2006–gennaio 2011Valori %-dati destagionalizzati
Il tasso di disoccupazione in Italia rimane stabilmente al di sotto di quello europeo. A gennaio 2011 l’Italia fa registrare un tasso dell’8,6% contro il 9,5% dell’Unione a 27 e il 9,9% dell’Area euro.
In Italia, dall'inizio della crisi (inizio 2008), si osserva una tendenza alla crescita del tasso di inattività (al netto della stagionalità)
Tasso di inattività gennaio 2007-gennaio 2011 Valori %-dati destagionalizzati
8,6
9,58,8
9,9
7,3
8,6
5,0
5,5
6,0
6,5
7,0
7,5
8,0
8,5
9,0
9,5
10,0
10,5
gen-06
mar
mag lug
set
nov
gen-07
mar
mag lug
set
nov
gen-08
mar
mag lug
set
nov
gen-09
mar
mag lug
set
nov
gen-10
mar
mag lug
set
nov
gen-11
UE 27 Area Euro ItaliaDati Eurostat
6ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Boom della disoccupazione giovanile:il divario con l’Europa si allarga a quasi 10 punti
Tasso disoccupazione giovanile (meno di 25 anni) negli ultimi 5 anni Gennaio 2006 – gennaio 2011 - dati destagionalizzati
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Recessione tecnica di 5 trimestri: II, III e IV 2008 e I e II 2009
Nella ripresa il divario Italia-Europa raddoppia:da 5,6 punti a 9,5 punti
29,4
19,9
14,0
16,0
18,0
20,0
22,0
24,0
26,0
28,0
30,0
2006M01
2006M05
2006M09
2007M01
2007M05
2007M09
2008M01
2008M05
2008M09
2009M01
2009M05
2009M09
2010M01
2010M05
2010M09
2011M01
Italia Euro area
7ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Nell’ultimo anno l'occupazione degli under 35 è scesa del 6,5%, pari a 432.400 unità in meno, mentre gli occupati over 35 sono aumentati dell’1,3%, contando 209.200 unità in più. A seguito di questa dinamica nell'ultimo anno il tasso di occupazione degli under 35 anni scende di oltre due punti, passando dal 67,3% al 65,0%.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
La dinamica degli occupati under 35 continua ad essere negativa
Dinamica occupati 15-34 anni e 35-64 anni nel periodo I trimestre 2005-III trimestre 2010Variazioni % trimestre su stesso periodo anno precedente
-2,0-2,6
-4,1
-2,8
-0,8 -0,5 -0,1
-1,7
-3,7
-2,0
-1,0
-1,8
-0,3-1,3
-2,6 -2,8
-5,7
-7,5-7,0 -7,0
-6,1-5,7
-6,5
3,3 3,02,4
1,8
2,93,6
3,0 2,9 2,61,8
3,12,6
1,9 2,21,8 1,6 1,3 1,2
0,3 0,41,3 1,1 1,3
-9,0
-8,0
-7,0
-6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
I trim 2005
II trim
III trim
IV trim
I trim 2006
II trim
III trim
IV trim
I trim 2007
II trim
III trim
IV trim
I trim 2008
II trim
III trim
IV trim
I trim 2009
II trim
III trim
IV trim
I trim 2010
II trim
III trim
15-34 anni 35-64 anni
8ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Tra il III trimestre 2008 e lo stesso periodo del 2010 la crisi ha manifestato pesantemente i suoi effetti sulla componente più giovane del mercato del lavoro: si contano 934.600 occupati under 35 in meno, pari ad una variazione del 13,1%. Tengono invece gli over 35 aumentati nello stesso periodo di 253.400 unità, pari all’1,6% in più.
Nei 2 anni della crisi calo di quasi un milione di di occupati under 35
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
La dinamica degli occupati under 35 e over 35III trimestre 2010 su stesso periodo 2008-variazioni assolute, dati in migliaia
-934,6
253,4
-1.000,0
-800,0
-600,0
-400,0
-200,0
0,0
200,0
400,0
15-34 anni 35-64 anni
9ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Nel III trimestre 2010 si registra un calo dell'occupazione dipendente dell’1,4%, pari a 246.000 unità in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’occupazione indipendente aumenta dello 0,4%, pari a 24.500 unità in più.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Il lavoro indipendente ha sofferto di più ma èpiù veloce a recuperare
Dinamica tendenziale dell’occupazione dipendente e indipendenteI trimestre 2005-III trimestre 2010-variazioni % trimestre su stesso periodo anno precedente
-1,9-2,7
-5,9 -5,9
-0,5
0,71,2
1,5
-0,8-0,5
1,4
-1,3
1,0
-0,9
-3,7
-2,7
-4,5
-3,6-3,1 -3,0
-0,5
0,90,4
2,7 2,4 2,7 2,6 2,53,0
2,3
1,50,9 0,8
2,0 2,31,6 2,0 1,9
1,10,4
-0,9
-1,9 -1,4-1,0
-1,4 -1,4
-7,0
-6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
I trim. 2005
II trim.
III trim.
IV trim.
I trim. 2006
II trim.
III trim.
IV trim.
I trim. 2007
II trim.
III trim.
IV trim.
I trim. 2008
II trim.
III trim.
IV trim.
I trim. 2009
II trim.
III trim.
IV trim.
I trim.. 2010
II trim.
III trim.
Indipendenti Dipendenti
10ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
5,5
1,0
2,92,9
0,8
1,4
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
Uomini Donne TOTALE
15-34 anni 35-64 anni
In aumento i giovani under 35 che escono dal mercato del lavoro
Non forze lavoro per sesso e fascia d'etàVariazioni % III trimestre 2010 su stesso periodo anno precedente
Preoccupa l'incremento del tasso di inattività, in particolare quello giovanile che rivela anche un rischio di concorrenza sleale subita da artigiani e piccole imprese. Nel III trimestre 2010 aumentano del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2009 i giovani che escono dalla forza lavoro, prevalentemente maschi (+5,5%). L'aumento degli adulti usciti dalla forza lavoro è stato inferiore e pari al 1,4%.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
11ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Nel 2009 sono oltre due milioni (2.044.000) i giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano (gruppo indicato con l'acronimo Neet, Not in Education,Employment or Training), pari al 21,2% della popolazione di questa fascia di età. La quota maggiore si registra in Campania (33,5%) e quella minore a Bolzano (9,8%).
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
1 giovane su 5 non studia e non lavora
Quota dei giovani 15-29 anni che non studiano né lavorano (Neet) per regioneAnno 2009-% della popolazione 15-29 anni-Neet (Not in education, employment or training)
33,5 33,0
28,8 28,6 28,0
24,3
20,1 18,7 17,3 16,6 16,5 15,4 15,1 14,8 14,3 14,2 14,0 13,6 13,211,2 9,8
21,2
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
Campania
Sicilia
Calabria
Puglia
Sardegna
Basilicata
Molise
Abruzzo
Lazio
Piemonte
Marche
Umbria
Lombardia
Valle d'Aosta
Liguria
Friuli V. G.
Toscana
Emilia-Romagna
Veneto
Trento
Bolzano
ITALIA
908.000non studiano e
nemmeno cercano lavoro
12ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Quale ritiene sia la priorità per migliorare il rapporto tra impresa, scuola e università?”
Totale risposte
Per migliorare il rapporto impresa-scuola, le priorità: 1) diffusione dell’apprendistato
2) valorizzazione degli istituti professionali
44
27
24
18
17
15
2
1
Maggiore diffusione dell'apprendistato
Valorizzare gli istituti professionali
Dedicare più tempo ai laboratori e alle esperienze dilavoro negli istituti tecnici e professionali
Creare un maggior numero di percorsi formativiprofessionalizzanti alternativi alla scuola superiore
Mantenere aggiornata la scuola circa i fabbisogni delmondo del lavoro nelle varie realtà territoriali
Facilitare il passaggio tra scuola superiore e università emondo del lavoro
Nessuna, il rapporto tra imprese e scuola va già benecosì
Non sa
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
13ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
50
32
32
29
1
1
Ampliare e semplificare leoccasioni di formazione in
azienda
Migliorare le attività diroientamento dei giovani e delle
loro famiglie
La qualificazione dei programmiscolastici
Accrescere l'appeal e lepotenzialità di crescita del
giovane nel lavoronell'artigianato
Non è necessario cercare nuovesoluzioni
Non so
“Negli ultimi mesi si è sviluppato un dibattito riguardo all’importanza di cercare di mantenere in vita i mestieri artigiani “trascurati”. Secondo lei, quali potrebbero essere le strategie più appropriate per mantenere in vita questi
mestieri?”
Totale risposte
L’apprendistato, e in generale la formazione, è la strategia maggiormente auspicata per mantenere in vita i mestieri
artigiani “trascurati”
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
14ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
13
11
10
8
5
4
4
2
1
Maggiori occasioni di esperienza inazienda/apprendistato
Dovrebbero avere più voglia di lavorare/esseremeno schizzinosi
Agevolazioni fiscali
Corsi di formazione
Trasmettere i valori dell'artigianato e la passioneper il lavoro
Maggiori incentivi per i giovani
Maggiore collaborazione tra scuole e aziende
Ridurre la burocrazia
Niente
“Che cosa proporrebbe per avvicinare i giovani all’artigianato, anche alla luce delle sue esperienze quotidiane?”
Per avvicinare i giovani all’artigianato è prioritaria l’esperienza in azienda.
Valori percentuali - Base casi: 400NB! Il completamento a 100 è dato dagli “Altro” - 14% e dai “Non so” – 28%
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
15ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
La prof. Paola Mastrocola intervistata da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ del 20 febbraio
Paola Mastrocola ha presentato il suo ultimo libro 'Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di nonstudiare'. Nel libro viene citata l'uscita del 24 ottobre 2010 del Rapporto di Confartigianato sui mestieri ‘trascurati’ e, inoltre, riporta:
“Dovremmo adoperarci affinché il percorso di studi per arrivare e padroneggiare questi mestieri sia il più nobile possibile: dovremmo migliorare - e nobilitare! - le nostre scuole tecniche, professionali, artigianali. Dovremmo far sì che siano non una scelta scolastica minore o perdente, ma il nostro fiore all'occhiello. Ma prima ancora e' nella nostra testa che deve avvenire la rivoluzione: dovremmo recuperare stima e ammirazione per chi è capace di costruire un tavolo, assistere un anziano, tagliare un vestito, rieducare un arto, produrre un cioccolatino, riparare un motore, un computer, un ferro da stiro".(Paola Mastrocola, 'Togliamo il disturbo., pagg. 219-220)
16ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Le imprese
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Nel III trimestre del 2010 l'Italia registra 1.926.700 imprenditori e lavoratori autonomi under 40 (il 19,8% degli occupati di questa fascia d’età). Questi giovani indipendenti sono il 58,5% in più rispetto al Regno Unito, l’82,3% in più rispetto alla Germania, oltre il doppio che nella Spagna (102,0%) e nella Francia(115,2%).
L’Italia è il paese europeo con più imprenditori under 40
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Imprenditori e lavoratori autonomi under 40 nell’Unione Europea a 27III trimestre 2010 – valori assoluti in migliaia
1.927
1.2161.123
1.057954
895
734
407353 338
223 195 167 151 131 121 118 88 79 64 39 35 31 18 17 8 40
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
Italia
Regno Unito
Polonia
Germania
Spagna
Francia
Romania
Grecia
Paesi Bassi
Rep. Ceca
Portogallo
Belgio
Rep. Slovacca
Ungheria
Austria
Svezia
Bulgaria
Finlandia
Irlanda
Danimarca
Slovenia
Lituania
Latvia
Cipro
Estonia
Malta
Lussemburgo
18ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
La demografia d’impresa ha visto progressivamente diminuire il tasso di natalità in corrispondenza con la crisi ed ora nel 2010 è pari al 7,4%. Su base annua il calo della natalità di impresa registrato durante la crisi ha fatto mancare all'appello 13.571 nascite di impresa.Nonostante il calo della natalità, nel 2010, ogni giorno si sono iscritte 520 imprese artigiane al Registro Ditte tenuto dalle Camere di commercio.
Nella crisi calo di natalità, ma nel 2010 520 nuove imprese artigiane al giorno
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese
Tasso di natalità delle imprese artigianeAnni 2003-2010 - tassi percentuali – per 2010 stime
8,3 8,2
9,3
8,4
7,3 7,4
5,0
5,5
6,0
6,5
7,0
7,5
8,0
8,5
9,0
9,5
10,0
2005 2006 2007 2008 2009 2010
19ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Gli imprenditori* artigiani under 40 sono aumentati nel 2010 di 32.160 unità (+5,2%). La crescita è trainata dal +20,1% (46.800 nuovi imprenditori) Costruzioni, seguono i Servizi(1) con un +4,9% (10.200 nuovi imprenditori). E' il Manifatturiero(2), ancora in forte difficoltà: infatti mancano all'appello 24.881 imprenditori, pari ad un -14,4%.
* Per imprenditori si intende chi ricopre le cariche di Titolare, Socio, Amministratore e/o Altre cariche(1) Servizi= Totale-Manifatturiero -Costruzioni(2) Manifatturiero= A (Agricoltura, silvicoltura e pesca) + B (Estrazione minerali da cave e miniere) + C (Attività manifatturiere)+D35 (Fornitura Energia
elettrica, gas, vapore e aria condiz.)+ E (Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanam.)
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese-Unioncamere
Dinamica l’imprenditoria artigiana: artigiani under 40 in aumento del 5,2%
Dinamica del totale cariche ricoperte dagli imprenditori artigiani under 40 per settoreVariazioni percentuali 2010 su 2009-classificazione Ateco 2007
5,2
20,1
4,9
-14,4 -20,0
-15,0
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
TOTALE SETTORI Costruzioni Servizi e altre attività Manifatturiero esteso
20ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Nel 2010 i giovani imprenditori artigiani aumentano in tutte le ripartizioni. La crescita maggiore si è registrata nel Mezzogiorno (+8,9%), seguito dal Nord Ovest (+6,6%), dal Centro (+2,9%) ed infine il Nord-Est (+1,8%).
Gli imprenditori artigiani under 40 aumentano di più nel Mezzogiorno
Dinamica del totale cariche ricoperte dagli imprenditori artigiani under 40 per ripartizioneVariazioni percentuali 2010 su 2009
NB: Per imprenditori si intende chi ricopre le cariche di Titolare, Socio, Amministratore e/o Altre cariche
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese-Unioncamere
8,9
6,6
2,9
1,8
5,2
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
Mezzogiorno Nord-Ovest Centro Nord-Est ITALIA
Variazioni assolute e relative del 2010 su 2009
Regioni Var.assoluta Var.% 2009-2010
Piemonte 7.390 13,4
Lombardia 6.096 5,3
Sicilia 3.876 11,9
Campania 3.104 10,3
Calabria 2.727 19,0
Toscana 2.508 4,9
Emilia-Romagna 2.484 4,0
Puglia 2.247 7,3
Veneto 1.336 2,1
Le regioni in cui gli imprenditori artigiani under 40 sono aumentati di più di 1,000 unità
21ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Internazionalizzazione, competitività e aggregazione
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9
25
9
13
Totale Manifatturiero Costruzioni/edilizia Servizi
“In quale percentuale, rispetto al fatturato, la sua azienda opera sui mercati internazionali, direttamente o indirettamente attraverso i committenti?”
Aziende che operano su mercati internazionali - PER SETTORE
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
Nel Manifatturiero 1 impresa guidata da giovani su 4 opera sui mercati internazionali.
Sono poco più di un decimo (13%) le imprese guidate dai giovani che operano sui mercati internazionali, direttamente o indirettamente attraverso il committente
23ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
37
20
11
8
7
7
6
32
La concorrenza sleale di economieemergenti che non rispettano norme sul
lavoro e sull’ambiente
La contraffazione
cambio euro
L’aumento della pressione fiscale legatoalla crescita del debito pubblico
La rivalutazione dell’euro
La crescita delle materie primeenergetiche
La crescita delle materie prime nonenergetiche
Non sa/non risponde
“Quali sono, a suo giudizio, i due maggiori rischi che possono essere riscontrati riguardo ai rapporti con l’estero delle imprese italiane?”
Totale risposte
Le criticità nei rapporti con l’estero: concorrenza sleale emergenti e contraffazione
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
24ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“La sua impresa partecipa a qualche esperienza di rete/aggregazione di impresa?”
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
5
3
2
1
1
1
1
1
Collaborazione per produzionenell'ambito di un distretto/filiera
Stabile rapporto di subfornituracon diversi committenti
Acquisto materie prime e/o servizi
Partecipazione a consorzio energia
Collaborazione percommercializzazione einternazionalizzazione
Partecipazione a consorzio fidi
Collaborazione per innovazione ericerca
Altro
Il 15% dei giovani imprenditori partecipa a qualche esperienza di aggregazione di impresa. Inoltre 2 su 10
dichiarano di volerlo fare nel 2011
25ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Maggiore la partecipazione ad aggregazioni in Produzione, Edilizia e nel Nord Est
Imprese che partecipano ad esperienze di rete/aggregazione di impresa
PER SETTORE E AREA GEOGRAFICA
9
17
11
13
16
10
15
Manifatturiero Costruzioni/edilizia Servizi Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
26ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Secondo Lei, tra le seguenti finalità quali sono le due principali in ordine di importanza che HANNO ORIENTATO/possono ORIENTARE la sua impresa a partecipare ad una rete di imprese?”
Totale risposte
Nelle opinioni dei giovani imprenditori, il motivo che piùspinge alla creazione di una rete di imprese è la possibilità di condividere conoscenze, capacità e competenze tecniche
18
11
9
7
7
7
7
5
4
28
20
Condividere le conoscenze, capacità e competenze tecniche
Sfruttare economie di scala
Aumentare l’affidabilità nei confronti del mercato
Aumentare l’affidabilità nei confronti delle banche
Aumentare il livello di innovazione per creare nuovi prodotti odiversificare la propria offerta
Acquisire maggiore potere contrattuale
Raggiungere una posizione dominante nel proprio mercato
Rispondere alle sfide del mercato in termini di innovazione einternazionalizzazione
Superare le barriere / difficoltà esistenti per entrare in unnuovo mercato
Nessuna di queste
Non so
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
27ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Le imprese familiari e la trasmissione di impresa
28ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
L’ha ereditata o è subentrato afamiliari
Ha affiancato dei familiari
L’ha acquisita/ Ha affiancato altrisoggetti
È stata fondata da lei
Lavorano altri familiari Non lavorano altri familiari
12
1
4
16
8
6
53
Impresa familiare: costruzione della tipologia
IMPRESA FAMILIARE: tutte le imprese il cui titolare l’ha ereditata/èsubentrato/ha affiancato dei familiari e le imprese il cui titolare è affiancato da
qualche familiare nella gestione dell’azienda o tra i dipendenti
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
Imprese familiari41%
Imprese NON familiari59%
29ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Impresa familiare: incidenza perArea geografica
Le imprese familiari guidate da giovani sono tendenzialmente piùpresenti nel Nord Ovest; nel settore manifatturiero sono i due terzi
del totale
54
33
42
31
Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
Valori percentuali - Base casi: 400;Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
Impresa familiare: incidenza per Settore
62
3532
Manifatturiero Costruzioni/edilizia Servizi
4,1 addetti impresa familiare1,7 impresa non familiare
30ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Economia in 3D:
Debito pubblico
31ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
La folle corsa del debito pubblico nelle maggiori economie avanzate
Dinamica del debito pubblico nelle maggiori economie avanzate e nel resto del mondo% del PIL-anni 2007-2015-costanza euro/dollaro per 2010-2015
Nelle maggiori economie avanzate (Eurozona, Usa, Regno Unito e Giappone) tra il 2007, anno pre crisi e il 2015 il loro debito crescerà di 45,3 punti di PIL, cioè19.136 miliardi di euro, quasi 12 volte il PIL dell'Italia. Dinamica inversa nel resto del mondo che vedrà un calo del debito di 8,3 punti di PIL.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati FMI e BCE
78,486,1
101,3109,5
115,5 118,6 120,6 122,2 123,7
38,1 35,4 34,8 34,7 34,0 33,4 32,4 31,2 29,8
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
140,0
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Totale maggiori economie avanzate Resto del mondo
45,3 punti di PIL in 8 anni68.359 euro/secondo,7 impresa non familiare
32ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
0,610,79 0,73 0,79
1,371,10 1,21 1,14 1,14
1,311,61
1,80 1,73
4,01 4,00 3,92 3,91 4,034,20 4,10
3,86 3,92 3,874,22
4,55 4,67
0,93 0,99 1,05 1,07
1,64
2,091,84 1,79 1,84 1,90
2,17
2,592,82
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
gen-10 febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dic-10 gen
BOT BTP CCT
Rischi /1Incremento tassi interesse sul debito
Rendimenti medi dei principali titoli pubblici ( BOT, BTP e CCT) negli ultimi 12 mesiGennaio 2010-gennaio 2011
La forte crescita del debito pubblico nelle economie avanzate determina tra loro una competizione fatta di massicce emissioni di bond ed aumento dei tassi di interesse: nell’ultimo anno i rendimenti medi dei CCT sono saliti di 189 punti base, quelli sui BOT di 112 punti base e quelli sui BTP di 66 punti base. In occasione della crisi greca (maggio 2010) si registra il rialzo più consistente per BOT (598 punti base rispetto ad aprile.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia
33ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Rischi 2/Politiche più restrittive
Le manovre sui DEFICIT 2011 in Europaindebitamento netto in % del PIL-previsioni autunno 2009, primavera 2010 e autunno 2010
L’evoluzione delle previsioni relative ai deficit di bilancio della Commissione Europea nell'European Economic Forecast mostrano che in dodici mesi le previsioni sul deficit 2011 nell’Area Euro si sono ridotte di quasi due punti (1,9) di PIL. Infatti nell’autunno del 2009, il deficit previsto nel 2011 era pari al 6,5% del PIL, nella primavera del 2010 il deficit 2011 scende al 6,1% e a novembre 2010 il deficit previsto, sempre per quest'anno, si riduce drasticamente al -4,9% del PIL.
Dati Commissione Europea
-6,5-6,1
-4,6
-7,0
-6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
Previsioni autunno 2009 Previsioni primavera 2010 Previsioni autunno 2010
34ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
317,2
267,6250,5
226,1 220,1 219,2 217,1 210,8
180,2155,3
136,5 133,8 125 121,7
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
250,0
300,0
350,0
Irlanda Portogallo Danimarca Svezia Spagna Regno Unito Belgio Paesi Bassi Finlandia Francia Austria Germania Italia Grecia
L’Italia ha un alto debito pubblico,ma un basso debito privato
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministero Economia e Finanze-DFP 2011-2013
115,8 115,1
96,7
77,6 76,8 73,268,1 66,5 64 60,9
53,244 42,3 41,6
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
140,0
Italia Grecia Belgio Francia Portogallo Germania Regno Unito Austria Irlanda Paesi Bassi Spagna Finlandia Svezia Danimarca
Debito Nazionale Lordo: la componente IMPRESE E FAMIGLIE nell’Area UE 14Anno 2009-% del PIL
Debito Nazionale Lordo: la componente SETTORE PUBBLICO nell’Area UE 14
Anno 2009-% del PIL
35ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Economia in 3D:
Demografia e previdenza
36ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
L’Italia è il secondo paese al mondo per quota di over 65 sul totale popolazione, pari al 20,2%
Incidenza degli anziani sul totale della popolazioneAnno 2009 – popolazione 65 anni ed oltre sul totale della popolazione
L’Italia è il secondo paese al mondo più vecchio, con una quota di popolazione con 65 anni del 20,2%; solo il Giappone presenta un valore maggiore, con una quota dipopolazione anziana pari al 22,0%. Dietro all’Italia si collocano la Germania (20,2%), la Grecia con il (18,2%) e la Svezia (18,0%). La quota di over 65 in Italia è di 2,1 punti superiore rispetto alla media di 18,2% dell’area Euro e di 5,8 punti superiore al 14,4% della media Ocse.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca Mondiale
22,020,2 20,2
18,2 18,0 17,7 17,4 17,3 17,3 17,3 17,2 17,0 17,0 17,0 16,8 16,7 16,4 16,3 16,2 16,2 16,2 15,7 15,2 15,0 14,9 14,8 14,4 14,4 14,3 14,0
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
Giappone
Italia
Germania
Grecia
Svezia
Portogallo
Bulgaria
Lettonia
Austria
Belgio
Croazia
Spagna
Estonia
Svizzera
Finlandia
Francia
Regno Unito
Danimarca
Ungheria
Slovenia
Lituania
Ucraina
Isole del Canale
Paesi Bassi
Repubblica Ceca
Norvegia
Serbia
Malta
Georgia
Lussemburgo
37ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
3,2 3,12,7 2,6 2,4 2,2
0,50,1 0,0
4,1 3,83,3 3,1 2,8 2,8 2,7
2,2
1,0 1,00,6
0,0
2,1
0,2 0,4 0,2 0,3 0,0
1,0
0,1 0,30,6
-0,4 -0,6 -0,7-0,4
-0,7 -0,6-0,9
-1,7
-1,0
-0,2 -0,1-0,4
-0,1
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
Lazio
Trento
Veneto
Lombardia
Valle d'Aosta
Bolzano
Sicilia
Puglia
Campania
Emilia-Romagna
Umbria
Toscana
Marche
Piemonte
Abruzzo
Friuli V. G.
Liguria
Molise
Sardegna
Calabria
Basilicata
ITALIA
Saldo di crescita naturale e saldo migratorio totale nel quadriennio 2007-2010Ogni 1.000 residenti
Nella maggior parte delle regioni (11) saldo naturale negativo con saldo migratorio positivoIn 8 regioni saldo naturale e saldo migratorio entrambi positiviIn 1 regione saldo naturale e saldo migratorio entrambi negativi
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Saldo migratorio totale POSITIVOSaldo di crescita naturale POSITIVO
Saldo migratorio totale POSITIVOSaldo di crescita naturale NEGATIVO
Saldi entrambi NEGATIVI
I bilanci demografici sono sostenuti dal saldo migratorio positivo
38ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
L'Italia è prima nell'Unione Europea per incidenza della spesa pensionistica rispetto al PIL
Spesa pensionistica nell'Unione EuropeaAnno 2008-% del PIL
Secondo la classificazione della spesa pubblica proposta da Eurostat, l'Italia è il paese europeo con la maggiore incidenza sul PIL della spesa per pensioni, pari al 15,0%.I primi 8 paesi per l'incidenza della spesa pensionistica sul PIL evidenziano una spesa pensionistica superiore alla media europea che è dell'11,7%.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
11,712,4
15,013,9 13,6 13,2
12,6 12,3 12,0 11,8 11,6 11,4 11,1 10,9 10,79,6 9,3 9,3
8,7 8,5 8,37,5 7,4 7,1 7,1 7,0 6,9
6,0 6,0
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
UE 27
Eurozona
Italia
Austria
Francia
Portogallo
Grecia
Germania
Olanda
Svezia
Polonia
Belgio
Danimarca
Ungheria
Finlandia
Slovenia
Spagna
Malta
Gran Bretagna
Rep. Ceca
Lussemburgo
Romania
Lituania
Estonia
Rep. Slovacca
Bulgaria
Cipro
Irlanda
Lettonia
39ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
In 40 anni si dimezzerà la coperturadelle pensioni per i lavoratori autonomi
Il tasso di sostituzione della previdenza pubblica registrerà una caduta, particolarmente accentuata per le pensioni dei lavoratori autonomi. Un lavoratore autonomo che nel 2010 ottiene una pensione pari al 67,9% dell’ultima retribuzione, nel 2060 vedrà ridursi tale percentuale - a parità di requisiti contributivi - di oltre la metà, passando al 31,4%.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MEF-RGS
68,7
60,155,0
52,4 51,8
67,9
44,2
34,1 31,8 31,4
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
2010 2020 2030 2040 2050
Lavoratore dipendente privato Lavoratore autonomo
Dinamica del tasso di sostituzione lordo della previdenza obbligatoria DIPENDENTI PRIVATI e AUTONOMIIpotesi base 63 anni età e 35 anni contribuzione - scenario base
40ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Come si dividerà ‘la torta pensionistica’a metà secolo
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MEF-RGS
15,2
12.085.000 milioni di pensionati anziani 65 anni e +
19.522.000 milioni di pensionati anziani 65 anni e +
14,6
Spesa pensionistica/PIL
Nel 2010 Nel 2050
41ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Per mantenere la sostenibilitàserve crescere molto
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e MEF-RGS
1000000
1100000
1200000
1300000
1400000
1500000
1600000
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Dinamica prevista da previsioni RGS Dinamica su media decennio precrisi 1997-2007
PIL reale 1990-2009 e previsioni 2010-2020 con previsioni RGS e con media decennio pre crisiMilioni di euro - Valori concatenati anno 2000
2,0%
1,4%
Manca oltre mezzo punto di crescita del PIL (media 2010-2020) per la sostenibilità del sistema previdenziale pubblico
42ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
73,067,8 67,1
35,5
25,2
8,15,2 4,1
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
Regno Unito Stati Uniti Ocse - media ponderata Ocse - media semplice Giappone Spagna Germania Italia
Peso dei fondi pensioni in alcuni paesi OcseAnno 2009 - in % del PIL
Va incrementata la quota della previdenza complementare sul PIL
Il calo del tasso di sostituzione, più accentuato per i lavoratori autonomi, richiede un maggior consolidamento del pilastro costituito dalla previdenza complementare. Oggi la previdenza complementare in Italia gestisce risorse pari al 4,1% del PIL, di gran lunga inferiore rispetto al 67,1% della media dei paesi Ocse.
Dati OCSE
43ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Sbilanciamento della spesa per Welfare:solo 4,4% escluso pensioni e malattia
La spesa per Welfare al netto delle aree di intervento relative a Vecchiaia, superstiti e malattia in Ue a 15Anno 2007 - % del PIL
In Italia la quota di spesa relativa a Vecchiaia e Superstiti rappresenta il 58,4% della spesa totale per il Welfare, la quota maggiore tra quelle registrate tra tutti i paesi dell‘UE a 15. Sottraendo alla spesa totale per il Welfare tali interventi e quelli per Malattia vengono destinate alle aree di Welfare residuali una quota di PIL pari al 4,4%, la quota minore tra quelle registrate nei paesi dell‘UE a 15.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
11,7
10,29,4 9,4
8,9 8,78,1
7,6 7,3 6,9 6,5 6,4 6,25,3
4,4
7,4
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
Danimarca Svezia Belgio Finlandia Paesi Bassi Francia Germania Austria Lussemburgo Irlanda Regno Unito Portogallo Spagna Grecia Italia Ue15
44ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Il paradosso del Welfare: più benefici fiscali per un defunto che per un bimbo
Paradossi del welfare: la detrazione per bambino (0-3 anni) e la detrazione per decessoAnni 2007-2009-valori in euro
Il paradosso che diventa emblematico di una spesa di welfare decisamente poco orientata ai giovani è osservare che nel 2009 le detrazioni fiscali per asili nido si concretizzano in 15 euro di beneficio fiscale per ciascun bambino tra 0 e 3 anni mentre le detrazioni delle spese funebri ammontano a 199 euro per ciascun 'caroestinto'.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e Istat
15
199
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
250,0
Detrazione per bambino 0-3 anni Detrazioni per decesso
45ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Lei è titolare di un fondo pensione o di una pensione integrativa?”
1 giovane artigiano su 4 è titolare di un fondo pensione o di una pensione integrativa
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
Sì25%
Non indica4%
No71%
Età media di attivazione di
fondo pensione o pensione
integrativa: anni
27,4
46ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Non indica15%
Non sarà sufficiente e dovrò integrarla con maggiori
versamenti nei prossimi anni47%
Non sarà sufficiente e dovrò integrarla con redditi da
altre fonti18%
Sarà sufficiente ad integrare la pensione
20%
“Ritiene che la rendita che le garantirà la sua pensione integrativa…”
Due terzi dei titolari di pensione integrativa la ritengono ancora insufficiente e necessaria di integrazioni
Valori percentuali - Base casi: 100Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
Sarà sufficiente20%
Non sarà sufficiente65%
47ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Può dirmi, per cortesia, quanto si trova d’accordo con le seguenti affermazioni, rilasciate da alcuni intervistati prima di lei?”
Il 90% degli intervistati ritiene giusto che chi effettua lavorifisicamente più faticosi debba poter entrare prima in
pensione
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
1
2
6
9
14
13
84
81
90È giusto che chi effettua lavorifisicamente più faticosi possaentrare prima in pensione
Lo Stato in futuro non potràgarantire pensioni dignitose per i
giovani imprenditori di oggi
Tra trent'anni il sistemapensionistico avrà pochi
contribuenti e troppi beneficiari
Molto/abbastanza d'accordo Non so Poco/per nulla d'accordo
Rischio d discriminazione
dello schema di Decreto
legislativo in materia di
accesso anticipato al
pensionamento per gli addetti
a lavorazioni particolarmente
faticose e pesanti. Nei settori
privati inclusi nella lista del
decreto, ogni 100 dipendenti
troviamo 49 imprenditori
che svolgono le medesime
mansioni usuranti del
dipendente
AUTISTA BUS
EXTRAURBANO
38.000 KM/ANNO
TITOLARE DITTA DI
AUTOTRASPORTO CON
77.400KM/ANNO
48ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Può dirmi, per cortesia, quanto si trova d’accordo con le seguenti affermazioni, rilasciate da alcuni intervistati prima di lei?”
3 imprenditori su 4 auspicano lo sviluppo di forme di previdenza integrativa
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
5
34
33
23
21
26
45
41
72È indispensabile sviluppare formedi pensione integrativa
Le famiglie sempre più piccolecreano una maggiore domanda di
welfare
La spesa di welfare in Italia èsbilanciata a favore delle pensioni
Molto/abbastanza d'accordo Non so Poco/per nulla d'accordo
49ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Indice Confartigianato del Lavoro e dell'Imprenditorialità giovanile
50ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Indicatore sintetico su efficienza/efficacia delle politiche regionali
31 indicatori relativi a 5 ambiti di politiche legate alle funzioni della spesa regionale: Imprenditorialità, Mercato del lavoro giovanile, Contesto socio-demografico, Istruzione e Capitale umano e Politiche per giovani e imprese.
Al primo posto la Provincia Autonoma di Trento (indice di 709) seguita da Lombardia(indice di 669) e Emilia-Romagna (indice di 667). In coda Sicilia, Campania e Calabria.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati da fonti diverse
Indice Confartigianato del Lavoro e dell'Imprenditorialità giovanile
Indice Confartigianato del Lavoro e dell'Imprenditorialità giovanile per regioniAnno 2011-indice massimo 1000-minimo 100
709
669 667 662 654 653631 630 626 618 613
590
556 549
512485 479
463 462 461 453
400
450
500
550
600
650
700
750
Prov. Aut. Trento
Lombardia
Emilia-Romagna
Veneto
Umbria
Marche
Toscana
Friuli V. G.
Piemonte
Valle d'Aosta
Prov. Aut. Bolzano
Lazio
Liguria
Abruzzo
Puglia
Basilicata
Molise
Sardegna
Calabria
Campania
Sicilia
51ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Le prime 3 posizioni nei 5 ambiti dell'Indice
Primi 3 posti dell'Indice Confartigianato del Lavoro e dell'Imprenditorialità giovanile e dei suoi ambiti
Indice sintetico media di tutti gli indicatori e indici di ambito media dei valori dei rispettivi indicatori
Ranking
INDICE CONFARTIGIANATO DEL LAVORO E
DELL'IMPRENDITORIALITÀ GIOVANILE
Imprenditorialità Mercato del
lavoro giovanile
Contesto socio-demografico
Istruzione e
capitale umano
Politiche per giovani e imprese
(4 indicatori) (6 indicatori) (9 indicatori) (9 indicatori) (3 indicatori)
1 Prov. Aut. Trento Liguria Veneto Prov. Aut. Bolzano Friuli V. G. Calabria
2 Lombardia Valle d'Aosta Prov. Aut. Bolzano Prov. Aut. Trento Emilia - Romagna Molise
3 Emilia - Romagna Toscana Marche Lombardia Lombardia Sicilia
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati da fonti diverse
52ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Nel Rapporto le SCHEDE per tutte le regioni degli indicatori su cui si basa l'Indice
53ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Last but not least
il fisco: federalismo, ma non solo……
54ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
42,3 42,4
41,6
41,3
40,8
41,4
40,640,4
42,0
43,142,9
43,1
42,6
42,0
42,6
42,2
41,2
40,9 40,9
40,6
41,241,4
40,2
40,8
40,9
40
41
41
42
42
43
43
44
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Italia Eurozona
Con la crisi alta la pressione fiscalee il divario con il resto d’Europa
La pressione fiscale in Italia e nell’area Euro1998-2010 - valori in % del PIL – per Italia dato del 2010 pubblicato da Istat il 1 marzo 2011
Dati ISTAT e Commissione Europea
Negli ultimi anni si è allargato il divario tra la pressione fiscale in Italia e quella del resto d’Europa: nel 2005 la pressione fiscale era di 0,2 punti inferiore alla media dell'area euro e nel 2009 arriva a quasi a 3 punti superiore rispetto alla media dell'area euro. Dal 2010 la pressione fiscale in Italia scende di mezzo punto.
Divario max2,9 punti
55ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“L’autonomia generata dal federalismo fiscale comporterà un cambiamento delle responsabilità di diversi attori sociali. Secondo lei, in che misura cambierà la responsabilità di…”
Secondo i giovani artigiani saranno soprattutto le responsabilità di amministratori pubblici e imprenditori ad
aumentare con l’introduzione del federalismo fiscale
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
28
29
43
20
20
22
7
7
9
45
26
44
Amministratori pubblici
Imprenditori
Privati cittadini
Aumenterà Resterà invariata Non so Diminuirà
56ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
42
28
29
32
31
15
23
21
27
48
47
57
Il federalismo fiscale dovrebbeessere attuato con modalitàdifferenti a seconda dellespecificità territoriali
Attraverso il federalismo fiscaleverranno ridotti gli sprechi di
spesa pubblica
Con il federalismo fiscale saràpossibile avere un maggiorecontrollo sull’evasione fiscale
Il federalismo fiscale comporteràuno snellimento delle procedureburocratiche che gravano sulle
imprese
Molto/abbastanza d'accordo Non so Poco/per nulla d'accordo
“Alcuni intervistati prima di lei hanno espresso le seguenti opinioni sul federalismo fiscale. Potrebbe dirmi, per cortesia, quanto è d’accordo con ciascuna di esse?”
Il federalismo, per la maggioranza del campione, dovrebbe essere attuato con modalità differenti a seconda delle
specificità territoriali
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
57ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Alcuni intervistati prima di lei hanno espresso le seguenti opinioni sul federalismo fiscale. Potrebbe dirmi, per cortesia, quanto è d’accordo con ciascuna di esse?”
C’è molta indecisione riguardo alla direzione che assumerà la pressione fiscale sulle imprese
Valori percentuali - Base casi: 400Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
39
31
30
20
29
34
40
36
41Attraverso il federalismo fiscale laPA sarà in grado di fornire servizimigliori in quantità e qualità
Con il federalismo fiscale ci saràuna diminuzione della pressione
fiscale sulle imprese
Con il federalismo fiscale ci saràun aumento della pressione fiscale
sulle imprese
Molto/abbastanza d'accordo Non so Poco/per nulla d'accordo
58ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Con l’attuazione del federalismo fiscale nell’ambito di un contesto di riduzione di deficit del debito pubblico, quali sono secondo lei i capitoli di spesa pubblica su cui si può maggiormente intervenire?”
Totale risposte
Il primo capitolo di spesa pubblica da tagliare è la spesa per il personale della Pubblica Amministrazione
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
49
27
21
11
10
9
7
2
13
La spesa per il personale della PA
La spesa della PA per beni e servizi
Sanità (ospedali e assistenza)
Servizi di assistenza alla persona:faliglie, anziani (esclusa la sanità)
Ambiente
Spesa pensionistica
Spesa farmaceutica
Altro
Non so
Nel Mezzogiorno si sente
maggiormente il peso del
personale della P.A.
60%
59ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
“Quali strumenti introdotti/rafforzati con il federalismo fiscale possono incrementare autonomia ed efficienza della spesa?”
Totale risposte
Fondamentale la fiscalità di sviluppo, in particolare per le nuove attività di impresa
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
26
22
17
16
12
9
1
28
Forme di fiscalità di sviluppo, in particolare per nuove attività di impresa
Trasparenza delle politiche pubbliche e maggiore conoscenza deicittadini sull'uso del denaro pubblico
Compartecipazione degli enti locali nei risultati della lotta all'evasionefiscale
Valorizzazione del demanio pubblico statale da parte degli Enti territoriali
Penalizzazione (ineleggibilità, ecc…) degli amministratori locali che noncreano extra deficit
Rigorosa applicazione dei costi standard (finanziamento dello Stato finoal limite dei costi medi standard uguali per tutte le regioni)
Altro
Non so
60ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
…. nelle diverse fasi del ciclo di vita dell’impresa
la variabile chiave è sempre quella fiscale
61ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
56
36
25
17
11
1
1
1
Agevolazioni fiscali per le nuove impreseartigiane almeno per i primi 3 anni
Finanziamenti a fondo perduto mirati allacreazione di nuove imprese artigiane da
parte dei giovani
Ampliare e semplificare le occasioni diformazione in azienda
Finanziamenti speciali per nuove impreseinnovative di nuove tecnologie
Accrescere l'appeal della gestionedell'impresa artigianale nei confronti dei
giovani
Altro
Nulla, la situazione va già bene così
Non so
“Quali dovrebbero essere gli strumenti da offrire ai giovani di oggi affinché l'auto-imprenditorialità possa ancora rappresentare una reale possibilità di impiego e realizzazione?”
Totale risposte
Fisco come variabile chiave /1AUTO IMPRENDITORIALITA’
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
62ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Fisco come variabile chiave /2COMPETITIVITA’ DI IMPRESA
“Nonostante i segnali di ripresa, l’ambiente competitivo in cui operano le imprese artigiane rimane fortemente selettivo. In che modo, secondo lei, è possibile rafforzare la posizione competitiva delle imprese artigiane?”
Totale risposte
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
25
18
9
8
8
7
7
6
6
6
6
5
1
1
27
Attraverso incentivi e sgravi fiscali
Con semplificazione delle procedure burocratiche
Garantendo uguali condizioni competitive sui mercati
Entrando in nuovi mercati nazionali
Con maggiori investimenti nell’innovazione
Attraverso fusioni con altre imprese
Con intensificazioni delle politiche di marketing e commerciali
Entrando in nuovi mercati esteri
Incrementando la produttività del lavoro nell’impresa (tramite licenziamenti oriduzione dell’orario di lavoro)
Con un maggiore orientamento all’ambientale dei prodotti e servizi aziendali
Attraverso un maggiore ricorso ad ammortizzatori sociali
Attraverso un maggiore sviluppo di reti di imprese
Altro
Non credo che il mio settore abbia particolari problemi di mortalità aziendale
Non sa/non risponde
63ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Fisco come variabile chiave /3TRASFERIMENTO DI IMPRESA
“Le leggerò ora alcune tra le problematiche possibili nell’ambito della trasmissione di impresa. Quali sono, a suo parere, i fattori critici di maggiore minaccia?”
Totale risposte
55
33
8
8
6
6
5
5
5
2
13
I costi fiscali
I costi burocratici
Impostare il rapporto con i clienti
Riuscire ad entrare in nuovimercati, diversi da quelli storici
Trasferire le conoscenze aziendalidal vecchio al nuovo titolare
La capitalizzazione dell’impresa ela sua evoluzione
Impostare il rapporto con idipendenti e i collaboratori
La tendenza all’innovazione
Valorizzare le competenze e ilruolo del nuovo titolare
L’attuazione dei processidecisionali strategici
Nessuna di queste
Valori percentuali - Base casi: 400NB! La somma è superiore a 100 perché era possibile più di una risposta
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
64ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
29
10
7
5
5
3
3
3
6
Ridurre la pressione fiscale
Ridurre gli oneri burocratici
Rinnovo della classe politica/più giovani in politica
Incentivi per le imprese
Aiuti mirati alle piccole imprese
Aiutare i giovani nell'avvio di una nuova impresa
Agevolare le assunzioni e migliorare le retribuzioni
Maggiore collaborazione tra politici ed artigiani
Altro
“Quali sono, secondo lei, le principali priorità che devono essere affrontate dalla politica che possono avere un impatto positivo sul “fare impresa”?”
Fisco come variabile chiave /4POLITICHE DEL FARE IMPRESA
Valori percentuali - Base casi: 400NB! Il completamento a 100 è dato dai “Non so” – 29%
Osservatorio ISPO-Confartigianato; periodo di rilevazione: 8-11 febbraio 2011; scheda di ricerca in fondo alla presentazione
65ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
La strada da percorrere è ancora molta
Per arginare le minacce dell’ economia in 3D servono
+ crescita
- spesa pubblica fisco + amico dell’impresa
per innescare + crescita
66ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Grazie per la vostra attenzione!
Queste slides e il Rapporto di ricerca completo sono disponibili
nell’area riservata ‘Ricerche e Studi’ del portale www.confartigianato.it
67ECONOMIA IN 3D: I RISCHI DI DISOCCUPAZIONE, DEMOGRAFIA E DEBITO PUBBLICO - Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato - Firenze 4 marzo 2011
Nota informativa (in ottemperanza al regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in materia di pubblicazione e
diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa: delibera 153/02/CSP, pubblicato su G.U. 185 del 8/8/2002 e
237/03/CSP del 9/12/2003)
Indirizzo del sito dove sarà disponibile la documentazione completa in caso di diffusione: www.agcom In caso di pubblicazione è obbligatorio riportare le informazioni della scheda indicata, a pena di gravi sanzioni. Ispo non si assume alcuna responsabilità in caso di inosservanza.
Scheda di ricerca
Titolo: I giovani imprenditori associati e le nuove sfide – 5°°°°Osservatorio Confartigianato Giovani Imprenditori
Soggetto realizzatore: ISPO Ricerche S.r.l.
Committente/Acquirente: Confartigianato
Periodo/Date di rilevazione: 8-11 febbraio 2011
Tema: Economia
Tipo e oggetto dell’indagine: Studio sui giovani imprenditori associati
Popolazione di riferimento: Imprese artigiane associate a Confartigianato gestite da imprenditori fino ai 40 anni
Estensione territoriale: Nazionale
Metodo di campionamento: Campione casuale stratificato per quote
Rappresentatività del campione: Campione di imprese artigiane associate a Confartigianato gestite da giovani imprenditori
Margine di errore: 4,9%
Metodo di raccolta delle informazioni: CATI (Computer Assisted Telephone Interview)
Consistenza numerica del campione: 400 casi. Totale contatti: 971; totale interviste effettuate 400
(tasso di risposta: 41,2% sul totale dei contatti);
rifiuti/sostituzioni 571 (rifiuti: 58,8% sul totale dei contatti)
Elaborazione dati: SPSS