I verbi 1

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I VERBI prima parte

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I VERBI

prima parte

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Che cosa sono i verbi?

I verbi esprimono le azioni, uno stato

di cose, una trasformazione

Il verbo è il centro dell’informazione

che si vuole comunicare

I verbi sono le parole per eccellenza:

in latino VERBUM significa ‘parola’

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Italiano e inglese

Ogni lingua ha un proprio sistema di rappresentarsi tutte queste infinite “azioni” possibili, un sistema che è in parte uguale a quello delle altre lingue, in parte proprio e particolare.

In italiano esiste il verbo augurare, per cui si dice Ti auguro buon Natale, Ti auguro un piacevole soggiorno. In inglese, per esprimere la stessa idea, si usa il verbo to wish, cioè il verbo che, nella maggior parte dei casi, corrisponde all’italiano desiderare: si dice quindi I wish you a merry Christmas, I wish you a pleasant stay. In italiano si dice Io suono la chitarra, tu suoni il piano, mentre in inglese si usa il verbo corrispondenteall’italiano giocare: si dice quindi I play the guitar, you play the piano.

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Le forme verbali si

compongono di tre elementi

la radice. È il nucleo lessicale del verbo: cant- per cantare, corr- per correre, dorm- per dormire, ecc.

il tema. A volte la radice del verbo si differenzia in più temi, usati in settori diversi della coniugazione: la radice corr- di correre si differenzia nel temacorr- usato per i presenti, gli imperfetti e i futuri e nel tema cors- usato per il passato remoto e il participio passato: corsi, corso.

la desinenza: la parte finale della forma, che ne specifica il modo, il tempo e la persona.

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Verbi “durativi” e “non-

durativi” I verbi durativi (come camminare,

volare, oziare, studiare) esprimono

azioni che durano nel tempo.

I verbi non-durativi (come nascere,

incontrare, spaventarsi) esprimono

azioni istantanee.

La rondine volò per ore

Carla è nata per ore*

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La persona

La persona è la categoria grammaticale cheidentifica quale ruolo un “attore” gioca nellacomunicazione: la I persona (io, noi) è il ruolo di chi emette il messaggio, la II (tu, noi) è il ruolo di colui al quale è destinato il messaggio, la III (lui, lei, ciò, loro, essi) è il ruolo di colui o ciò di cui si parla.

La I e la II persona sono sempre umane, o trattate come umane (possono essere anche animali o oggetti parlanti), mentre la III (non essendo veramente una “persona” che partecipaall’atto di comunicazione) può benissimo essereinanimata. Infatti anche le azioni impersonali, come piove vengono espresse alla III persona (che è in realtà una “non-persona”).

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Il numero

Tutti i modi finiti dei verbi dicono,

attraverso la desinenza, se il soggetto

che fa l’azione è singolare o plurale e

anche un modo indefinito come il

participio – sia presente che passato -

ha il numero: sing. amante / plur.

amanti, sing. amato, -a / plur. amati, -

e.

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Il tempo

Tutte le azioni espresse da un verbo vengonocollocate nel tempo in riferimento al momentodell'enunciazione: un’azione è presente se avviene nel momento in cui viene enunciata, è passata se è avvenuta prima di essereenunciata, è futura se avverrà dopo esserestata enunciata.

I tempi verbali esprimono la posizionetemporale relativa di un’azione rispetto ad altre azioni espresse nel messaggio: segnalare se un’azione si è svolta o si svolgerà prima o dopo o contemporaneamente a un’altra azione.

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L’aspetto

Un verbo ha aspetto perfettivo quando

l’azione viene vista come compiuta (la

sua conclusione viene focalizzata)

Gigi ha giocato a tennis per due giorni

Ha aspetto imperfettivo quando

l’azione viene presentata nel suo

svolgersi (la sua conclusione non

viene focalizzata).

Gigi giocava a tennis con Paola

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Flettere o coniugare i verbi

La flessione o coniugazione ovvero il

paradigma dei verbi è l’insieme di tutte

le variazioni di forma che i verbi

sviluppano quando vengono appunto

flessi ovvero coniugati nei vari modi,

tempi, persone.

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I verbi ausiliari

Essere e avere, oltre a essere due

verbi usatissimi con significato

proprio, sono i verbi ausiliari che

servono a formare tutti i tempi

composti della diatesi attiva e tutte le

forme della diatesi passiva.

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Le tre coniugazioni

La prima coniugazione, dei verbi cheall’infinito finiscono in –are e in tutta la coniugazione sono caratterizzati dalla vocale tematica a

La seconda coniugazione, dei verbi cheall’infinito finiscono in –ere (desinenzaaccentata come in temére o non accentatacome in crédere) e in tutta la coniugazionesono caratterizzati dalla vocale tematica e;

La terza coniugazione, dei verbi cheall’infinito finiscono in –ire e in tutta la coniugazione sono caratterizzati dalla vocale tematica i.

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La prima coniugazione

è la più numerosa: l’80% dei verbi usati in italiano appartiene alla prima coniugazione.

è anche la più regolare di tutte: su tante migliaia di verbi che ha, pochissimi sono irregolari.

è anche di gran lunga la più produttiva: la grande maggioranza dei verbi nuovi che la lingua produce oggi sono verbi in –are: cementificare, demitizzare, fascicolare, marginalizzare, monetizzare;

Comprende tutti i verbi presi dall’inglese, legati ai computer e alle tecnologie in genere: cliccare, faxare, upgradare, zoomare, ecc.

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La seconda coniugazione

La seconda coniugazione ha un po’

meno del 10% dei verbi usati in

italiano ed è la più irregolare di tutte:

su un totale di circa 800 verbi che ha

(cifra che si raggiunge andandone a

contare anche molti strani e rari), una

buona metà sono irregolari.

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La terza coniugazione

La terza coniugazione ha un po’ più del 10% dei verbi usati in italiano ed èparecchio regolare: conta circa 1.000 verbi, di cui gli irregolari sono poche decine.

È divisa in due grandi gruppi: uno èquello di base, l’altro ha il temaampliato con l’infisso -isc- che si applica all’indicativo e congiuntivopresente e all’imperativo (partire –parto / finire – finisco).

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La coniugazione passiva e

quella riflessiva La diatesi passiva si realizza con

l’ausiliare essere (o con gli ausiliari

venire o andare) e il participio passato

concordato in genere e numero col

soggetto.

La diatesi riflessiva si realizza con

pronomi riflessivi: proclitici con le forme

verbali dei modi finiti (mi diverto, che tu ti

sia divertito, ecc.), enclitici con le forme

verbali dei modi indefiniti e con

l’imperativo: divertirsi, divertendosi,

divertitosi, divertitevi.

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Verbi difettivi

Alcuni verbi – detti difettivi - non hannotutte le forme del paradigma, anzi ne hanno pochissime. Si tratta di verbilatineggianti antiquati.

Es: Prùdere: Si usa al presente e imperfetto: Mi prudeva la schiena.

Es: Secèrnere: ‘emettere una sostanzaorganica’, termine della biologia. Si usa al presente (una cellula secerne un enzima) e al participio passato secrèto(un ormone secreto dalla tiroide)

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Verbi sovrabbondanti

Altri verbi hanno, o meglio avevano

fino a qualche tempo fa, due

coniugazioni: p.es. starnutare e

starnutire.

Ma oggi è rimasto in uso solo

starnutire. I soli doppioni ancora in uso

sono adémpiere / adempìre e

còmpiere / compìre.

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Verbi irregolari

Un esempio per tutti: ANDARE

Indicativo presente: vado, vai, va,

andiamo, andate, vanno. Futuro:

andrò, andrai, andrà, andremo,

andrete, andranno. Congiuntivo

presente: vada, vada, vada, andiamo,

andiate, vadano. Condizionale: andrei,

andresti, andrebbe, andremmo,

andreste, andrebbero. Imperativo: va’ /

vai, vada, andate, vadano.

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Modo indicativo

L’indicativo è il modo fondamentale. Si può considerare il modo della realtà,

perché presenta le azioni come fatti, in modo obiettivo e diretto, senza introdurrepunti di vista soggettivi o sfumature di dubbio.

Il nome stesso di indicativo (modus indicativus, da indicare ‘mostrare’, ‘rendere noto’) esprime questa idea di obiettività, realismo.

L’indicativo è il modo fondamentale anche nel senso che è il modo usatonelle frasi più semplici, nelle frasiindipendenti.

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Il presente

1.Il presente, come dice il nome, indica un’azione cheha luogo nel momento in cui la frase viene enunciata

Del Piero crossa...Vieri colpisce di testa ... Goal!

2.In altri casi, il verbo al presente indica un’azione o uno stato di cose che vale in ogni tempo

Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia

3.Il presente storico presenta un evento storico come se chi parla ne stesse facendo la cronaca in diretta

E’ una giornata del 49 a.C.: Giulio Cesare riflette sul da farsi.

4.Il presente per il futuro è di uso molto frequente nellalingua di tutti i giorni

Torno subito

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L’imperfetto I

L’azione, cioè, viene presentata nel suosvolgersi e la sua conclusione non èfocalizzata

Enrico andava a scuola

L’imperfetto “guarda dentro” all’azione mentresi svolge, disinteressandosi al fatto che si concluderà o no.

All’uscita dello stadio c’era un ingorgo di macchine, non si riusciva a passare

L’imperfetto iterativo si usa per dire che unacerta azione si è ripetuta regolarmente tante volte in un certo periodo di tempo

L’estate scorsa si giocava a tennis tutti i giorni

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L’imperfetto II

L’imperfetto attenuativo si usa per

manifestare la nostra volontà in modo

più cortese di quanto non suonerebbe

usando il presente

- Desidera signora? – Volevo del

prosciutto

L’imperfetto ipotetico si usa per

esprimere una ipotesi che non si è

verificata:

Se me lo dicevi prima arrivavo in tempo

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Passato prossimo e remoto Il passato remoto e il passato prossimo, al contrario

dell’imperfetto, mettono a fuoco il risultato finale dell’azione, senza “guardare dentro” al processo attraverso il qualel’azione si sviluppa.

Dunque sono entrambi tempi perfettivi.Il nome dei due tempi fa pensare che il passato remoto si usi per avvenimenti che si sono compiuti molto tempo fa, il passato prossimo per avvenimenti che si sono compiuti poco tempo fa. In effetti, spesso è così, ma non sempre.

La vera differenza sta nel modo in cui sentiamo quel certoavvenimento in rapporto al nostro presente. Se sentiamo chequell’avvenimento ha ancora degli effetti nel presente, tenderemo a usare il passato prossimo.

Se invece quell’avvenimento lo sentiamo come completamente esaurito nel passato, senza più nessunaconseguenza sullo stato delle cose presente, tenderemo a usare il passato remoto.

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Confronta con l’inglese

Nel sistema verbale inglese c’è un tempo checorrisponde al nostro passato remoto, e si chiamasimple past tense, cioè ‘passato semplice’

C’è un tempo che corrisponde al nostro passatoprossimo, e si chiama present perfect tense, cioè‘perfetto presente’.

La distinzione fra i due è la stessa che in linea di principio regola l’uso dei due tempi in italiano: cioè il simple past si usa per avvenimenti passati che non hanno più effetti nel presente, il present perfect si usa per avvenimenti passati che hanno ancora effetti nelpresente. Ma con una importante differenza: in inglesequesta regola vale rigidamente, mentre in italiano il passato prossimo si usa in realtà anche in molti casi in cui l’effetto sul presente è molto vago o addirittura non sussiste più.

Così, mentre in italiano è normalissimo dire L’ho vistoieri, in inglese bisogna obbligatoriamente dire I saw himyesterday.

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Trapassato prossimo e remoto

I trapassati, come dice il nome, sono tempi “più che passati”: si usano cioè per esprimereun fatto avvenuto nel passato prima di un altro fatto pure avvenuto nel passato.

Arrivò alle tre dopo che l’aveva aspettato per tre ore

Il trapassato remoto è un tempo di registroletterario alto: non si usa praticamente mai nella lingua parlata e raramente anche in quella scritta.

Una volta che lo ebbe visto, capì che non si poteva fidare di lui

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Il futuro

Il futuro semplice, comunemente detto futuroe basta, si usa per collocare un avvenimentonel tempo successivo al momento in cui la frase viene enunciata

Venerdì prossimo sarà il mio compleanno

Il futuro attenuativo rende meno brusca unacerta affermazione nei confrontidell’interlocutore

Ammetterai che non ti sei comportato da veroamico

Il futuro suppositivo esprime supposizioni non certe o valutazioni approssimative

Avrai fame dopo questa lunga pedalata!

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Futuro anteriore

Il futuro anteriore si usa per un avvenimento che si compirà nel futuroprima di un altro avvenimento che a sua volta si compirà nel futuro. Questotempo esprime dunque un “passato-nel-futuro”

Quanto ti sarai accorto che avevoragione ti mangerai le mani

Anche il futuro anteriore può essereusato nel senso suppositivo

Dove sarà andato a cacciarsi?