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I SETTE SISTEMI DELLE EMOZIONI DI JAAK PANKSEPP, IL SÉ PSICOSOMATICO E LE NEUROPERSONALITÀ a cura di Nitamo Montecucco Istituto di Psicosomatica PNEI Jaak Panksepp e le neuroscienze affettive Jaak Panksepp (1943) è uno psicologo americano, psicobiologo e ricercatore in neuroscienze presso la Washington State University ed Emeritus Professor presso il Dipartimento di Psicologia della Bowling Green State University. Il maggiore contributo di Panksepp è di aver evidenziato che, nei mammiferi più primitivi come nell’essere umano, esistono sette principali neuro circuiti o sistemi neuronali delle emozioni. Panksepp ha coniato il termine “Affective Neuroscience” che delinea un nuovo campo di studi e ricerche dei meccanismi neurali delle emozioni e sulla loro evoluzione. Nei suoi ultimi libri Affective Neuroscience e The Archeology of Mind, (2012), che sarà presto pubblicato per le edizioni Cortina, Panksepp espone l’evoluzione dei neurocircuiti che sottostanno alle principali emozioni ma soprattutto identifica i sette principali neurocircuiti o “sistemi emotivi” che regolano i differenti aspetti della nostra vita, evidenziando come le loro alterazioni e inibizioni sono all’origine delle principali malattie psicosomatiche e dei disturbi psicologici. Questi sette principali neurocircuiti o sistemi emotivi, rinominati da Panksepp utilizzando una nomenclatura maiuscola, sono: 1) il sistema della RICERCA, del desiderio e dell’euforia, legato alla Dopamina. 2) il sistema della RABBIA e della dominanza, legato al testosterone e alla serotonina 3) il sistema della PAURA e dell’ansia, legato al cortisolo, 4) il sistema della SESSUALITÀ e della brama, legato agli ormoni sessuali, 5) il sistema della CURA e dell’amorevolezza, legato all’ossitocina 6) il sistema della TRISTEZZA, del panico e della solitudine affettiva, legati all’assenza di CURA 7) il sistema della GIOCO, della fantasia e della gioia, legati alla dopamina e all’endorfina Questi sette sistemi emotivi sono descritti con maggiori dettagli relazionali, psicologici e psicoterapeutici nell’articolo “I sette sistemi emotivi di Jaak Pankespp” che potete scaricare dalla sezione “convegno 2013” del sito www.psicosomaticapnei.com . Le basi scientifiche delle emozioni Panksepp, sostenuto da una grande massa di dati sperimentali, ha posto in evidenza che: 1) L’attivazione di specifici circuiti cerebrali, che si trovano in identiche aree del cervello di tutti i mammiferi, suscita analoghe reazioni emotive. Simili aree del cervello producono simili esperienze affettive. Quindi se si attiva il circuito della PAURA, in ratti, gatti, primati o esseri umani, tutti mostrano simili risposte emotive della paura. 2) Da queste ricerche sono stati descritti i sette tipi di sistemi emozionali primari prima descritti. 3) Questi circuiti emotivi sono concentrati nelle antiche regioni sottocorticali e vengono regolati dei centri superiori neocorticali.

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I SETTE SISTEMI DELLE EMOZIONI DI JAAK PANKSEPP, IL SÉ PSICOSOMATICO E LE NEUROPERSONALITÀ

a cura di Nitamo Montecucco Istituto di Psicosomatica PNEI

Jaak Panksepp e le neuroscienze affettive Jaak Panksepp (1943) è uno psicologo americano, psicobiologo e ricercatore in neuroscienze presso la Washington State University ed Emeritus Professor presso il Dipartimento di Psicologia della Bowling Green State University. Il maggiore contributo di Panksepp è di aver evidenziato che, nei mammiferi più primitivi come nell’essere umano, esistono sette principali neuro circuiti o sistemi neuronali delle emozioni. Panksepp ha coniato il termine “Affective Neuroscience” che delinea un nuovo campo di studi e ricerche dei meccanismi neurali delle emozioni e sulla loro evoluzione. Nei suoi ultimi libri Affective Neuroscience e The Archeology of Mind, (2012), che sarà presto pubblicato per le edizioni Cortina, Panksepp espone l’evoluzione dei neurocircuiti che sottostanno alle principali emozioni ma soprattutto identifica i sette principali neurocircuiti o “sistemi emotivi” che regolano i differenti aspetti della nostra vita, evidenziando come le loro alterazioni e inibizioni sono all’origine delle principali malattie psicosomatiche e dei disturbi psicologici. Questi sette principali neurocircuiti o sistemi emotivi, rinominati da Panksepp utilizzando una nomenclatura maiuscola, sono: 1) il sistema della RICERCA, del desiderio e dell’euforia, legato alla Dopamina. 2) il sistema della RABBIA e della dominanza, legato al testosterone e alla serotonina 3) il sistema della PAURA e dell’ansia, legato al cortisolo, 4) il sistema della SESSUALITÀ e della brama, legato agli ormoni sessuali, 5) il sistema della CURA e dell’amorevolezza, legato all’ossitocina 6) il sistema della TRISTEZZA, del panico e della solitudine affettiva, legati all’assenza di CURA 7) il sistema della GIOCO, della fantasia e della gioia, legati alla dopamina e all’endorfina Questi sette sistemi emotivi sono descritti con maggiori dettagli relazionali, psicologici e psicoterapeutici nell’articolo “I sette sistemi emotivi di Jaak Pankespp” che potete scaricare dalla sezione “convegno 2013” del sito www.psicosomaticapnei.com. Le basi scientifiche delle emozioni Panksepp, sostenuto da una grande massa di dati sperimentali, ha posto in evidenza che: 1) L’attivazione di specifici circuiti cerebrali, che si trovano in identiche aree del cervello di tutti i mammiferi, suscita analoghe reazioni emotive. Simili aree del cervello producono simili esperienze affettive. Quindi se si attiva il circuito della PAURA, in ratti, gatti, primati o esseri umani, tutti mostrano simili risposte emotive della paura. 2) Da queste ricerche sono stati descritti i sette tipi di sistemi emozionali primari prima descritti. 3) Questi circuiti emotivi sono concentrati nelle antiche regioni sottocorticali e vengono regolati dei centri superiori neocorticali.

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4) Tutti i processi primari emotivi-istintuali, anche quelli complessi come il gioco sociale e la normale coscienza di Sé, hanno una base essenzialmente sottocorticali e quindi rimangono intatti anche dopo l’asportazione della neocorteccia. La neocorteccia quindi non è essenziale per la generazione dei processi primari dell’emotività e della consapevolezza di Sé, mentre è fondamentale per l’elaborazione dei processi cognitivi superiori, ideativi, razionali, etici, strategici, valutativi e in particolare nel processo di “auto-consapevolezza di sé” come hanno evidenziato il neuroscienziato Damasio e il Nobel Edelman con il concetto di “dinamic core of consciousness” (Edelman, 2004). 5) Utilizzando diverse modalità di misura, è stato possibile dimostrare che sia gli animali che l’essere umano vivono queste sette emozioni primarie con lo stesso piacere o disagio. La RABBIA, la PAURA e la TRISTEZZA sono legati a sensazioni spiacevoli e quindi evitate, mentre la RICERCA, la SESSUALITÀ, la CURA e il GIOCO sono vissuti come positive e quindi ricercate. L’attivazione di queste emozioni è vissuto come "premio" o "punizione". 6) Solide prove scientifiche indicano che, in tutti i mammiferi, i “processi-primari” istintuali emotivi sono localizzati nelle antiche aree cerebrali sottocorticali (PAG, ecc.), che vengono regolati dai “processi-secondari” di apprendimento e memoria emotiva del sistema limbico (talamo, amigdala, ecc.) e sono controllate, inibite e disciplinate dai “processi-terziari” cognitivi delle aree neocorticali cerebrali superiori. (Vedi Fig.3). 7) Ognuno di questi neurocircuiti è mediato selettivamente da uno o più ormoni o neurotrasmettitori. I più semplici circuiti dei mammiferi più primitivi si evolvono portando alla complessità emotiva dell’essere umano, ma l’emozione rimane la stessa. Noi esseri umani condividiamo quindi gli stessi circuiti, gli stessi ormoni-neurotrasmettitori e le stesse emozioni che caratterizzano la vita di ogni animale. I “sistemi emotivi” come sistemi psicosomatici PNEI Questi sette sistemi emotivi sono dei “sistemi psicosomatici” in quanto: a) ognuno di essi rappresenta un sistema PNEI che coinvolge

simultaneamente: il sistema psichico (emotivo-cognitivo), il sistema nervoso (neuro circuiti cerebrali), il sistema endocrino (neurotrasmettitori e ormoni) e il sistema immunitario. Se i sistemi emotivi funzionano in modo funzionale stimolano il sistema immunitario in modo attivo, mentre se viene turbata la naturale e fluida funzionalità delle emozioni, si attiva l’asse dello stress con produzione di cortisolo e inibizione del sistema immunitario.

b) ognuno di essi rappresenta un sistema funzionale essenziale alla vita (sesso e accoppiamento, cura e affettuosità, aggressività e dominanza, paura ed evitamento, ricerca del cibo, ecc..) che si manifesta simultaneamente con aspetti psicologici, emotivi, fisiologici e comportamentali finalizzati all’espletamento di quella funzione. Più in dettaglio ogni sistema attiva simultaneamente: le funzioni corporee-istintive della parte più profonda e antica del cervello rettile (il “sistema-primario” istintivo-corporeo), le funzioni emotive e affettive del cervello limbico-mammifero (il “sistema-secondario” dell’apprendimento emotivo e della memoria affettiva) e le funzioni mentali-cognitive della zona superiore neocorticale del cervello (il “sistema-terziario” dei processi psicologici, razionali e di valutazione cognitiva). (Vedi Fig.2).

Le gerarchie psicosomatiche “annidiate” I dati delle ricerche suggeriscono l’esistenza di regole neurocognitive che governano l’intero sistema psicosomatico. I “processi primari” delle funzioni emotive-istintive sono il

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fondamento dei “processi secondari” che regolano i meccanismi dell’apprendimento e della memoria, che poi si interfacciano con i “processi terziari” delle funzioni cognitive-riflessive superiori. Il termine nested, annidiato, indica come queste funzioni di regolazione siano appunto annidiate una dentro l’altra, come i tre cervelli di MacLean.

FIGURA 2: Una sintesi delle gerarchie circolari bottom-up (dal basso all’alto) e top-down (dall’alto al basso) che si ritiene operino in ogni sistema emozionale primario del cervello. Lo schema riassume l'ipotesi che, affinché le funzioni psicosomatiche (MindBrain) superiori funzionino in modo equilibrato e maturo (tramite bottom-up controllo), devono essere integrate con le funzioni psicosomatiche inferiori. I processi-primari sono raffigurati come quadrati rossi, i processi-secondari dell'apprendimento come cerchi verdi, e i processi-terziari, cognitivi da rettangoli blu. La codifica a colori propone di trasmettere il modo in cui le gerarchie “annidiate” integrano le funzioni cerebrali inferiori con le superiori del cervello, al fine eventualmente di esercitare un controllo di regolazione top-down (dall’alto al basso). (adattato da Northoff, et al.).

“Core self”: il Sé Psicosomatico Fino a qualche decennio fa si riteneva che la coscienza di sé fosse espressione delle funzioni mentali-cognitive della neocorteccia: la parte più evoluta e mentale del cervello e che le funzioni emotive e corporee, che nascevano dalle aree sottocorticali più antiche e del cervello mammifero e rettile (sistema limbico e tronco), fossero essenzialmente automatiche e inconsce. Come abbiamo accennato prima, le ricerche più recenti mostrano invece che gli animali a cui è stata asportata la neocorteccia, non hanno evidenti compromissioni della coscienza, e quindi che il centro della coscienza di sé è sottocorticale.

Le ricerche del Nobel Edelman (2004), di Damasio (2000) e soprattutto di Panksepp (1998, 2012), hanno evidenziato che il “core consciousness”, il nucleo centrale della coscienza è fortemente legato al SCMS (sub-cortical midline system) il sistema centrale del cervello che connette il talamo (centro del sistema limbico e del cervello mammifero), l’ipotalamo, il PAG (peri aqueductal gray, al centro del tronco e del cervello rettile) e l’ARAS (ascending reticular

activating system, il centro che attiva la coscienza di veglia). Anche piccole lesioni del talamo e del PAG ledono gravemente o annullano la coscienza di sé. Talamo e PAG sono due centri di coscienza fortemente psicosomatici in quanto regolano tutte le principali funzioni corporee ed emotive. Pankesepp (2012) ha proposto il termine di “Core Self”, sovrapponibile al concetto di “proto-self” di Damasio (1999), per indicare che il vero centro del sé che nasce dal cervello più primitivo, dal PAG, l’area che gestisce la coscienza corporea ed emotiva primaria in quanto ha al suo interno una completa rappresentazione dell’intero corpo, dei movimenti e dei sistemi emotivi fondamentali alla vita.

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Il “Core Self” che emerge dalle neuroscienze e dalla PNEI è quindi un “Sé Psicosomatico”, una coscienza unitaria che integra la coscienza corporea, emotiva e cognitiva in modo organico e coerente. Il Sé psicosomatico trova le sue profonde radici nella dimensione fisica, istintiva e affettiva e si sviluppa nella dimensione cognitiva neocorticale, l’”io autobiografico” di Damasio (1999), fondamentale per l’analisi mentale e psicologica, per comprendere i risvolti sociali e culturali, per l’analisi razionale e strategica dei comportamenti e per sviluppare quella capacità specificamente umana che è l’auto-consapevolezza di sé. In termini più concreti una sana e integra percezione di sé stessi deve innanzitutto essere radicata in una buona presenza e consapevolezza corporea, in una piacevole sensazione di “stare bene nel proprio corpo” (Laborit , 1969, 1979) e di percepire il proprio cuore aperto e contento. Da un punto di vista psicologico va rilevato come questo Sé Psicosomatico, nel processo evolutivo, nasce come Sé corporeo ed emotivo e solo secondariamente sviluppa la mente e i processi cognitivi neocorticali. Da un punto di vista clinico terapeutico questa comprensione porta alla necessità di profonde rivisitazioni della direzione clinica più utile ed efficace che è possibile intraprendere per facilitare uno sviluppo coerente del sé, nei pazienti con una identità debole o disfunzionale. Tra le pratiche da utilizzare è opportuno includere anche tecniche di consapevolezza del corpo e delle emozioni, e sviluppare un approccio più corporeo e psicosomatico.

Vedremo come ogni inibizione dei sistemi emotivi si riflette facilmente in un blocco della coscienza di sé e in un parallelo blocco corporeo. Il lavoro psicoterapeutico che parte dal contatto corporeo si è rivelato particolarmente efficace e veloce nel liberare vecchi contenuti emotivi e psicologici. È necessario ricordare che quando la consapevolezza corporea e il sistema del piacere ad esso collegato, mediato dalla serotonina, diventa debole, perché inibito o bloccato, iniziano ad emergere disturbi psicologici e psichiatrici. Le alterazioni dei livelli della serotonina, in difetto o in eccesso, sono alla base delle più conosciute forme di disagio psicologico fino ai disturbi psichiatrici, dai disturbi alimentari, alla depressione, agli stati maniacali.

Fig. 3. Le basi della coscienza di sé: una sintesi delle terminologie utilizzate da differenti autori rapportate alla neurofisiologia delle aree cerebrali.

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Effetti sulla psicologia, sulla psichiatria e sulla psicoterapia Le ripercussioni sulla psicologia, sulla psichiatria e sulla psicoterapia derivate dall’identificazione e dallo studio di questi circuiti emotivi sono enormi. Fino a pochi anni fa ogni scuola di psicologia poteva speculare e sviluppare una propria teoria delle emozioni e definire i processi emozionali e le loro logiche di sviluppo, partendo semplicemente da osservazioni personali e interpretazioni cliniche, senza doversi confrontare con la realtà dei dati, in quanto non c’erano sufficienti dati neuropsicologici. Ora la PNEI e le neuroscienze, a fronte di una formidabile massa di migliaia di ricerche sperimentali e di accurati studi etologici, psicologici, clinici, sociali ed epidemiologici, ci offre una differente e più reale visione di come le emozioni rappresentano l’espressione più evidente di queste complesse funzioni psicosomatiche e del loro progressivo sviluppo. Proprio per via della loro derivazione evolutiva, questi studi permettono una comprensione molto lineare e diretta dei principi e delle alterazioni dei sistemi emotivi. Nell’ultimo decennio le ricerche sui neurocircuiti emozionali hanno trovato un grandissimo interesse da parte di scuole di psicologia e psicoterapia di differenti orientamenti, dai cognitivisti, alla psicologia dinamica, alla neuropsicanalisi, alle scuole reichiane, alla gestalt e alle scuole di body oriented psychotherapy. L’essere umano può ora essere compreso come un sistema unitario altamente complesso e integrato, in cui i vari sistemi PNEI sono profondamente e intimamente interconnessi tra loro, in cui gli aspetti non cognitivi delle emozioni, degli istinti e della personalità, trovano una loro precisa collocazione neurofisiologica, medica, psicologica e psichiatrica. I Sistemi Emotivi, le Neuropersonalità e la Mappa Psicosomatica PNEI Ognuno dei sette sistemi emotivi ha quindi una sua precisa funzione psicosomatica necessaria alla vita, con una sua specifica caratteristica psichica ed emotiva, ha una sua dettagliata configurazione neuronale all’interno del cervello, è gestita a livello endocrino da specifici ormoni e neurotrasmettitori. I sette “sistemi emotivi” di Panksepp hanno un duplice aspetto: una componente “hardware” costituita dai circuiti neuronali del cervello e una parte “software” costituita dai neurotrasmettitori, dai neuropeptidi e dagli ormoni che li attivano e li modulano. L’espressione comportamentale globale dell’attività dei sette sistemi emotivi e dei loro neurotrasmettitori genera le infinite qualità e sfumature della personalità umana che, date queste basi derivate dalle neuroscienze, preferiamo chiamare “neuropersonalità”.

Le neuropersonalità rappresentano i tratti fisici, posturali, comportamentali, emotivi, affettivi e psicologici che caratterizzano una persona. Questi sistemi emotivi devono essere compresi come i colori primari da cui nascono tutti le immagini e tutti i colori possibili. Tutti abbiamo tutti i circuiti e quindi potenzialmente tutte le possibili sfumature di tono e di emozione. I sistemi emotivi, le neuropersonalità e la Mappa Psicosomatica PNEI L’importanza dei sistemi emotivi e delle neuropersonalità è fondamentale in medicina e in psicoterapia in quanto ogni struttura di neuropersonalità ha specifiche strutture fisiche, reattività nervose, attitudini emotive e relazionali, strutture psicologiche, resistenze terapeutiche e predisposizioni a specifiche malattie fisiche e psicologiche. Le principali caratteristiche psicologiche delle neuropersonalità sono schematizzate nella “Mappa Psicosomatica PNEI”. Sul lato destro della mappa abbiamo posto i sistemi emotivi e i neurotrasmettitori, che tendenzialmente attivano il sistema simpatico, mentre sul lato sinistro i sistemi emotivi e i neurotrasmettitori che tendenzialmente attivano il rilassamento del sistema parasimpatico.

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In rosso i sistemi emotivi e i neurotrasmettitori e più orientati ai bisogni primari fisici-istintivi (AGGRESSIVITÀ, PAURA, RILASSAMENTO e SESSO), in verde i sistemi emotivi e i neurotrasmettitori più legati alla sfera emotiva e affettiva (CURA, GIOCO, TRISTEZZA-ABBANDONO e RICERCA-PASSIONE). In blu le aree in cui sono attive le funzioni cognitive superiori neocorticali degli emisferi cerebrali.

1) La sfera del Sé Psicosomatico o delle neuropersonalità in equilibrio funzionale. L’area gialla centrale della mappa PNEI è la sfera in cui i sistemi emotivi e le neuropersonalità che ne risultano sono naturalmente fluide, bilanciate e funzionali. Le neuropersonalità sono quindi espressioni spontanee e integre del Sé psicosomatico: quando ci si deve arrabbiare ci si arrabbia, quando è il momento di giocare si gioca, quando ci si vuole bene ci si rilassa. Panksepp considera questi sette sistemi nervosi–ormonali le principali vie di espressione del Sé, in quanto la loro inibizione o il loro squilibrio (le aree esterne della mappa) è alla base sia delle principali forme di disagio psicologico che delle malattie psichiatriche, e dei disturbi di personalità, in cui il senso di Sé è alterato, frammentato o disfunzionale. 2) La sfera intermedia delle neuropersonalità strutturate. È l’area dei disturbi leggeri e dei più comuni disagi psicologici. È l’area delle neuropersonalità che risultano da una iperattivazione dei sistemi emotivi (es: troppa aggressività => dominanza, o troppa paura => insicurezza) o da una inibizione dei sistemi emotivi, come nelle relazioni materne anaffettive che generano => tristezza e dipendenza) o nell’inibizione del gioco o della sessualità. La persona che cresce in questa condizione genera una neuropersonalità rigida, strutturata e leggermente disfunzionale, che, per adattarsi alle necessità famigliari o sociali, accetta di vivere un progressivo allontanamento dal proprio autentico Sé (falso sé), dai propri bisogni fisici, affettivi e psicologici. La persona si arrabbia anche se non è proprio il caso, o non riesce a rilassarsi anche quando è in uno spazio di affetto famigliare e di intimità. Queste neuropersonalità strutturate mostrano una serie di irrigidimenti muscolari (corazza caratteriale), resistenze psicologiche, difficoltà relazionali, problemi psicosomatici e medici, che sono specifici e caratteristici per ognuna delle sette principali tipologie. 3) L’area esterna delle neuropersonalità disfunzionali. È la sfera dei disturbi gravi, dei disturbi dell’umore e della personalità, dei casi psichiatrici. I sistemi emotivi sono stati alterati dal loro normale funzionamento, per traumi affettivi o condizioni umane difficili, portando a neuropersonalità fortemente disfunzionali e lontane dal proprio Sé. Le emozioni sono fortemente sconnesse dal Sé, come se a volte non ci fosse un centro di coscienza, e la persona vive e si muove in modo “inconsapevole di Sé”.

L’equilibrio e lo sviluppo dei sette sistemi emotivi neuro–ormonali ci permette di comprendere le basi scientifiche delle neuropersonalità umane. La loro inibizione o iperattivazione genera facilmente un’immediata parallela inibizione o disarmonia della naturale funzionalità corporea, emotiva e psicologica che è alla base dei blocchi psicosomatici, della “corazza muscolare” e della struttura del “carattere” espresse da Reich e dalle scuole di psicoterapia ad orientamento corporeo. In altri termini queste stesse alterazioni portano allo sviluppo di un “falso sé”, ossia di un’identità strutturata, psicologicamente, emotivamente e muscolarmente rigida (corazza caratteriale) creata per adeguarsi a specifici condizionamenti famigliari o sociali, ma che si rivela poi disfunzionale di fronte alle risposte necessariamente flessibili e agli eventi mutevoli della vita reale.

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Ognuno dei sette sistemi emotivi si esprime con un insieme di specifiche “funzioni psicosomatiche” corporee, emotive e cognitive. Ad es. La rabbia si manifesta con aumento del tono simpatico e della respirazione alta nasale, con carica della tensione muscolare e del braccio destro in particolare, con intense emozioni aggressive e con pensieri conflittuali, in altre parole come caratteristici comportamenti muscolari, relazionali e psicologici. L’inibizione della rabbia si manifesta con un aumento della tensione muscolare in generale (compressione), con irrigidimento delle gambe e della spalla (del braccio destro in particolare che è come se trattenesse un pugno), con irrigidimento delle mascelle (stringe i denti), con trattenimento del respiro e diaframma irrigidito con un’apparente assenza di rabbia, ma che cova e genera pensieri di vendetta e di rivendicazione, e con una proporzionale difficoltà a rilassarsi e a gioire.

Per questa ragione la Mappa psicosomatica PNEI, governato del Sé e dei sette sistemi emotivi con i loro ormoni-neurotrasmettitori, rappresenta un’ottima base della moderna psicosomatica e permette di comprendere le basi genetiche, affettive e sociali delle personalità e della formazione del carattere. In questa mappa il sistema HBP (Homeostatic Body Pleasure) o sistema del PIACERE SOMATICO BASE, è l’unico sistema che esula dallo schema dei sette sistemi di Panksepp in quanto non è considerato un sistema strettamente emozionale, ma un sistema sensoriale orientato al piacere derivato dall’equilibrio corporeo e fisiologico (omeostasi) e quindi strettamente legato al benessere somatico e ai bisogni primari. È forse il sistema più primitivo che da stabilità ed energia a tutti gli altri sistemi. Questo sistema è fortemente collegato alla serotonina, ed è la base di equilibrio corporeo fisico-energetico (il motore) che genera stabilità e alimenta tutti i sette sistemi emotivi e cognitivi superiori. Infatti la carenza di serotonina che si manifesta quando questo sistema base viene inibito e limitato, e la persona

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non sente più il piacere di essere nel corpo, è una delle cause prime da cui si genera la maggioranza degli squilibri emotivi e psichici, e la depressione in particolare, prima tra i disagi umani. Basi di terapia dei sistemi emotivi e delle neuropersonalità Numerose ricerche provano che i sistemi emotivi e quindi le neuropersonalità hanno una componente fissa e una suscettibile ai cambiamenti. • Una parte dei sistemi emotivi è stabilita geneticamente e genera una specifica base

temperamentale: la neuropersonalità base. Come le razze canine posseggono una loro specifica predisposizione emotiva, così ogni bambino nasce con una sua caratteristica neuropersonalità: alcuni esprimono una evidente aggressività (sistema della RABBIA), altri una evidente allegria (sistema del GIOCO), altri una evidente affettuosità (sistema della CURA), alcuni sono orientati alla scoperta e all’esplorazione (sistema della RICERCA), altri ancora sono particolarmente timorosi e schivi (sistema della PAURA).

• Una parte dei sistemi emotivi è influenzata e modulata dalle esperienze della vita e dai condizionamenti materni, affettivi, famigliari, culturali e sociali. Così come cani di razze aggressive possono diventare molto affettuosi, o viceversa, l’essere umano può evolvere o danneggiare i suoi sistemi emotivi. La complessità psichica e cognitiva della neocorteccia dell’essere umano aumenta vertiginosamente la distanza con gli animali, nel senso che possiamo essere estremamente più vulnerabili ai condizionamenti culturali, ideologici, religiosi, famigliari, sociali, politici, nel bene come nel male. I sistemi emotivi possono essere rispettati e fatti crescere e portati a maturità oppure inibiti, bloccati o iperattivati, creando neuropersonalità rigide, disarmoniche e disfunzionali. Un’educazione armonica e rispettosa dell’identità e della personalità emotiva dell’individuo può generare grande evoluzione e potenzialità, mentre un condizionamento famigliare o sociale che inibisca o uno o più sistemi emotivi può generare traumi affettivi, comportamentali e psicologici fino alla destabilizzazione del sé. La comprensione dei processi e dei meccanismi psicosomatici dei sette sistemi emotivi può portare grandi miglioramenti nell’educazione, nella psicoterapia e nella crescita personale. Queste sono le basi neuroscientifiche di una nuova psicologia e medicina che si svilupperà nei prossimi decenni.

Il tema dei sette sistemi emotivi e delle neuropersonalità può essere approfondito scaricando documenti, articoli, filmati e immagini dei sistemi emotivi e della mappa PNEI, dalla sezione “neuropersonalità” o “convegno 2013” del sito www.psicosomaticapnei.com. Panorama dell’attivazione e dell’inibizione cerebrale delle emozioni Nella fig. 4, una panoramica dell’attivazione del cervello (in rosso e giallo) e delle inibizioni (in viola) che raffigura le superfici laterali degli emisferi destro e sinistro (in alto di ogni pannello) e delle superfici mediale degli emisferi corrispondenti (in basso di ogni pannello), mentre i soggetti rievocavano differenti emozioni dalle proprie memorie autobiografiche. In alto a sinistra: GRIEF: la tristezza, in alto a destra JOY: la felicità, in basso a sinistra RAGE: la rabbia, in basso a destra FEAR: la paura (dati da Damasio, et al , lo schema complessivo di attivazione e di inibizione gentilmente fornite da J.Panksepp).

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Per evidenziare la direzionalità dei cambiamenti, le inibizioni sono indicate da frecce verso il basso e sono predominanti nelle regioni corticali, mentre le attivazioni sono rappresentate da frecce verso l'alto e sono prevalenti nelle regioni subcorticali. La corteccia cognitiva tende ad inibire e il cervello istintivo tende a stimolare.

Figura 4. Panoramica dell’attivazione e dell’inibizione cerebrale. Per informazioni e iscrizione al convegno del 25-26 Maggio 2013 al Palazzo Ducale di Lucca, sul tema: “IL SE’ PSICOSOMATICO E I SETTE SISTEMI EMOTIVI” a cui parteciperà anche il prof. Jaak Panksepp chiamare la segreteria dell’Istituto di Psicosomatica PNEI tel: 0583-86404 email [email protected] , sito web: www.psicosomaticapnei.com. Bibliografia 1. Berlin, H. (2011) The neural basis of the dynamic unconscious, Neuropsychoanalysis, in press. 2. Bohm D. (2008), Evolution of Consciousness: Studies in Polarity, Barfield Press 3. Bottaccioli, F. (2005), Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia; RED, Milano. 4. Bottaccioli, F. (2011), Mutamenti nelle basi delle scienze, Tecniche Nuove, Milano 5. Capra F., (1997), La rete della vita, Rizzoli, Milano. 6. Cheli E. (2010), Verso un paradigma olistico. Xenia edizioni, Milano. 7. Cheli E. e Montecucco N.F., (2009), I creativi culturali, Xenia edizioni p64-70, Milano.

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8. Coenen, V.A., Schlaepfer, T.E., Maedler, B. & Panksepp, J. (2011), Cross-species affective functions of the medial forebrain bundle — implications for the treatment of affective pain and depression in humans, Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 22 Dec 2010, [Epub ahead of print].

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