I SAPORI DELLA ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO … · italiana senior di Hockey su ghiaccio per la...

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Promozione turistica: mancano azioni efficaci e il privato si arrangia, ma non può bastare La voce degli Comuni ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO I SAPORI DELLA TRADIZIONE QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI N. 342 - ANNO XIII - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” SABATO 19 MARZO 2011 Grafica Altopiano Pag. 4 ROTZO Pagina 17 E la Soprintendenza ora scopre che in Altopiano ci sono le trincee Il paese verso le elezioni, ma ancora nessun nome Alberghi, negli ultimi anni una lunga serie di chiusure 8 Viva l’Italia unita di Gerardi Rigoni “Perché le bandiere in giro?” “Ma sarà per l’hockey.” Questo dialo- go, lo giuro, l’ho sentito pro- venire da due giovani di 15/ 16 anni mentre cammina- vano per Asiago. D’altron- de non potrebbe essere al- trimenti vista la campagna di negazione per il 150° an- niversario dell’Unità d’Ita- lia. Da destra e da sinistra, da su e da giù c’è un sus- seguirsi di opinioni di discre- dito nei confronti del Trico- lore e di quanto rappresen- ta. E quello che è più pre- occupante è che questa sta- gione antitalianista provie- ne anche da rappresentan- ti di governo e delle istitu- zioni che dovrebbero inve- ce custodire i valori di Pa- tria, di difesa della Costitu- zione, di Italianità. (La ma- iuscola è voluta). continua a pagina 2 Rilevante notizia dell’ultima ora: la giunta regionale del Veneto ha delibera- to il finanziamento di ulteriori 5,5 mi- lioni di euro per il nuovo ospedale di Asiago. La delibe- ra di giunta regio- nale ha stanziato fondi, provenienti dai fondi nazionali ex articolo 20 per gli investimenti in sanità, per un totale di 105 milioni di euro destinati a 14 opere in al- trettanti ospedali del Veneto. I progetti sono sta- ti ammessi a finanziamento con una delibera approva- Ancora fondi per il nuovo ospedale ta dalla Giunta regionale, nella sua ultima seduta su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto. Quello di Asiago poi è stato particolarmente cal- deggiato dall’assessore regio- nale al Bilancio Roberto Ciambetti per cercare di por- tare a completamento il nuo- vo ospedale asiaghese in modo in- tegrale prevedendo anche le apparecchiature ed i servizi necessari; pro- prio per respingere i timori di un futuro ospedale “a scatola vuota” e a mezzo ser- vizio. “I 5,5 milioni di euro per l’ospedale di Asiago – spiega Ciambetti - si ag- giungono ai 19 milioni già pre- visti, per acquisti di apparecchiature, attrezzatu- re, arredi e realizzazione di un parcheggio – spiega Ciambetti – La gara d’appalto partirà prima dell’estate”. G.R. Dal 27 marzo al 15 aprile sarà in ritiro ad Asiago la nazionale italiana senior di Hockey su ghiaccio per la preparazione in vista del mondiale di Prima Divisione di Budapest. Durante il raduno sono previste due amichevoli di lusso nelle quali gli azzurri in- contreranno la nazionale polacca, domenica 3 aprile ad Asiago, alle 20.30, e poi di nuovo lunedì 4 aprile a Pergine; e poi la nazionale francese, sabato 9 aprile ad Asiago e domenica 10 aprile a Pergine (vedi ultima di copertina). E intanto nella corsa scudetto la Migross Asiago ha ancora la possibilità di acce- dere alla finale (serie Asiago Bolzano 3-3) Tutti gli ultimi ag- giornamenti su www.giornalealtopiano.it Hockey su ghiaccio Pagine 11 La Nazionale italiana in ritiro ad Asiago Negli anni Settanta erano oltre 40 - Un excursus su sessant’anni di attività ricettiva Promozione turistica: mancano azioni efficaci e il privato si arrangia, ma non può bastare TRA STORIA E CURIOSITA’ LUSIANA Festa a Santa Caterina per l’Alpina Miriam Pagina 7

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Promozione turistica:

mancano azioni efficaci

e il privato si arrangia,

ma non può bastare

La voce degli Comuni

ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO

I SAPORI

DELLA

TRADIZIONE

QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI

N. 342 - ANNO XIII - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” SABATO 19 MARZO 2011

Gra

fica

Alto

pian

o

Pag. 4

ROTZO

Pagina 17

E la Soprintendenza ora scopre

che in

Altopiano

ci sono

le trincee

Il paese verso

le elezioni,

ma ancora

nessun nome

Alberghi, negli ultimi anniuna lunga serie di chiusure

8

Viva l’Italia unita

di Gerardi Rigoni“Perché le bandiere ingiro?” “Ma sarà perl’hockey.” Questo dialo-go, lo giuro, l’ho sentito pro-venire da due giovani di 15/16 anni mentre cammina-vano per Asiago. D’altron-de non potrebbe essere al-trimenti vista la campagnadi negazione per il 150° an-niversario dell’Unità d’Ita-lia. Da destra e da sinistra,da su e da giù c’è un sus-seguirsi di opinioni di discre-dito nei confronti del Trico-lore e di quanto rappresen-ta. E quello che è più pre-occupante è che questa sta-gione antitalianista provie-ne anche da rappresentan-ti di governo e delle istitu-zioni che dovrebbero inve-ce custodire i valori di Pa-tria, di difesa della Costitu-zione, di Italianità. (La ma-iuscola è voluta).continua a pagina 2

Rilevante notiziadell’ultima ora: lagiunta regionale delVeneto ha delibera-to il finanziamentodi ulteriori 5,5 mi-lioni di euro per ilnuovo ospedale diAsiago. La delibe-ra di giunta regio-nale ha stanziatofondi, provenienti dai fondinazionali ex articolo 20 per gliinvestimenti in sanità, per untotale di 105 milioni di eurodestinati a 14 opere in al-trettanti ospedali delVeneto. I progetti sono sta-ti ammessi a finanziamentocon una delibera approva-

Ancora fondi per il nuovo ospedale

ta dalla Giunta regionale, nellasua ultima seduta su propostadell’assessore alla sanità LucaColetto. Quello di Asiago poiè stato particolarmente cal-deggiato dall’assessore regio-nale al Bilancio RobertoCiambetti per cercare di por-tare a completamento il nuo-

vo ospedaleasiaghese in modo in-tegrale prevedendoanche leapparecchiature ed iservizi necessari; pro-prio per respingere itimori di un futuroospedale “a scatolavuota” e a mezzo ser-vizio. “I 5,5 milioni di

euro per l’ospedale di Asiago– spiega Ciambetti - si ag-giungono ai 19 milioni già pre-visti, per acquisti diapparecchiature, attrezzatu-re, arredi e realizzazione diun parcheggio – spiegaCiambetti – La gara d’appaltopartirà prima dell’estate”. G.R.

Dal 27 marzo al 15 aprile sarà in ritiro ad Asiago la nazionaleitaliana senior di Hockey su ghiaccio per la preparazione in vistadel mondiale di Prima Divisione di Budapest. Durante il radunosono previste due amichevoli di lusso nelle quali gli azzurri in-contreranno la nazionale polacca, domenica 3 aprile ad Asiago,alle 20.30, e poi di nuovo lunedì 4 aprile a Pergine; e poi lanazionale francese, sabato 9 aprile ad Asiago e domenica 10aprile a Pergine (vedi ultima di copertina). E intanto nella corsascudetto la Migross Asiago ha ancora la possibilità di acce-dere alla finale (serie Asiago Bolzano 3-3) Tutti gli ultimi ag-giornamenti su www.giornalealtopiano.it

Hockey su ghiaccio

Pagine 11

La Nazionale italianain ritiro ad Asiago

Negli anni Settanta erano oltre 40 - Un excursus su sessant’anni di attività ricettiva

Promozione turistica:

mancano azioni efficaci

e il privato si arrangia,

ma non può bastare

TRA STORIA E CURIOSITA’

LUSIANAFesta a Santa

Caterina per

l’Alpina Miriam

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2l’AltopianoSabato 19 marzo 2011

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Cristiano Lobbia, GiambattistaPertile, e Giulio Vescovi. Eancora monsignor DomenicoBortoli, Bortolo Cunico e Pie-tro Zovi. Sono i nomi deglialtopianesi più illustri del Risor-gimento italiano. Nomi cherappresentano tutti gli abitantidi questa terra che si sono im-pegnati nella ribellione allagogna asburgica contribuendocosì all’Unità d’Italia. Dai sol-dati della Legione Cimbricaagli uomini di Enego che dife-sero la Val Brenta per mesi pri-ma di dover cedere.Molti i motivi, tante le causeche spinsero gli altopianesi adabbracciar il Tricolore. Alcunianimati propriodall’irredentismo italico chepercorreva il paese, altri spe-rando in una nuova stagionedella Spettabile Reggenza ed ifasti della Serenissima, dopo lachiusura dell’epopea delle Fe-derazione dei Sette Comuniabolita dai francesi prima dicedere l’altopiano agli austria-ci. Altri ancora furono mossisolo dal desiderio si sottrarsiad un impero lontano, quelloaustriaco, che in piena crisi

Anche perché se l’Italia nonè quel paese che si sogna èanche grazie a loro che la gui-dano o l’hanno guidata. Se ilpaese di navigatori, poeti esanti si è trasformato nelbengodi dei furbetti diquartierino, degli amici degliamici e dei ciarlatani, la colpaè di coloro che lo hanno per-messo (e noi che li votiamo!)e ne hanno beneficiato.Siamo arrivati al punto che laconfindustria, sorretta ancheda esponenti di governo, (ilminuscolo è sempre voluto) hasostenuto che in un momentodi crisi economica come que-sta non ci si può permetteredi perdere un giorno di lavo-ro. Però. Io aggiungo che lacrisi è arrivata anche grazieai signori di confindustria cheerano troppo impegnati a faruscire capitali dal paese, adistituire società offshore e avestire i panni dei faccendieriinvece di fare gli imprendito-ri. Parmalat insegna. E nellostesso tempo il potere politicostava guardando dall’altraparte quando non si trovavaallo stesso sportello della ban-ca svizzera. Ma volendo di-fendere l’opinione di tutti (an-che magari l’indifendibile),rispettiamo. Loro però, in

contraccambio, devonorispettare gli italiani.Non credete nell’Ita-lia? Ok. Andate. La-sciate però anche i pri-vilegi che questo pae-se vi offre. Abban-donate le pensionidopo una sola legi-slatura. Abbando-nate le careghe.Cedete il posto di lavoro pub-blico a chi il Tricolore lo ono-ra. Lasciate tutto ciò che l’Ita-lia vi concede non perché velo meritate ma perché questopaese ve lo offre. Non ac-cetto che un educatore sparlidel mio paese. Così come nonaccetto che ci siano persone,

anche alcune che ve-stono la fascia tricolore

nelle occasioni ufficiali,che screditano l’Italia.

Non mi va che un po-litico denigri ciò percui altri sacrificano ehanno sacrificato. Eancora non accet-to che professio-nisti (come anche

gli amministratori pubblici) chegiurano fedeltà ai principi fon-damentali che costituisconoquesta Italia poi la bistrattino.Fanculo. Non è l’Italia che nonvi merita, ma voi che non me-ritate gli italiani. Viva l’Italia.

Gerardo Rigoni

Gli altopianesiche contribuironoall’Unità d’Italia

economica e politica preten-deva solo tributi senza ascol-tare le istanze della popolazio-ne.“Semplicemente l’imperod’Austria non era rimasto alpasso con i tempi – spiega lostorico Manuel Cunico – Per-dendo il Lombardo Veneto,

perse gran parte dei suoi pro-fitti e delle fonti di approvvigio-namento e non riuscì a compe-tere con “il nuovo” che a queitempi era rappresentato dallaFrancia e dalla Germania”.Appena sull’Altopiano si vienea sapere, nel 1848, del governoprovvisorio a Venezia, Cristia-

no Lobbia ed altri costituisco-no la Legione Cimbrica fortedi 800 uomini altopianesi pron-ti a battersi contro i soldatiaustroungarici. Lobbia lo co-manda e con bravura, resi-stenza ed astuzia il piccoloesercito altopianese tiene inscacco il potente esercitoasburgico per molti mesi per-mettendo alle forzeirredentiste di organizzarsi. E’in questo momento cheEnego si distinse tenendo laValbrenta non permettendo

così ai rifornimenti di giunge-re agli austriaci.Molti volontari altopianesi, inparticolare da Asiago e Gallio,parteciparono alla SecondaGuerra d’Indipendenza, cosìcome parecchi furono quelliche raggiunsero Garibaldi perla spedizione dei Mille. Com-battimenti che si susseguironofino al 1866 con l’annessionedel Veneto al Regno d’Italia.A Padova il Re Vittorio Ema-nuele II venne accolto dal ret-tore dell’Università,Giambattista Pertile. CritianoLobbia, dopo una breve pa-rentesi privata, si ridona allavita pubblica diventando par-lamentare. Giulio Vescovi ri-tornò ad Asiago e proseguì lasua carriera di avvocato; morìl’11 maggio 1916, il giornodopo il bombardamento diAsiago da parte degliaustroungarici, si dice da cre-pacuore. Altri ritornarono allaloro vita normale, spessooberati da debiti per parcellenon onorate o per aver contri-buito anche economicamenteai moti risorgimentali, pur man-tenendo un grande rispetto daparte della popolazione anchegrazie alla pubblicazione dei

loro nomi su manifesti attac-cati in tutti i paesidell’altopiano.“Era difficile per gli altopianesipartecipare ai moti risorgimen-tali – ricorda Cunico – Eranoprima che patrioti italiani, di-sertori dell’esercito austriaco;in pratica dovevano primascappare dalla Nazione per poiassociarsi ai patrioti italiani”L’altopiano poi ha un altro ruo-lo nel Risorgimento. E’ propriosui bastioni dell’Ortigara chesi immolano gli ultimiirredentisti, quelli con la pas-sione del tricolore nel cuore.In quel carnaio si spengono gliultimi albori del Risorgimentoe si gettano le basi per una nuo-va fase della storia italiana, ilfascismo.“Dopo l’Ortigara e Caporettosi crea il nemico interno – con-clude Cunico – I comandi mi-litari non incolpano il soldato(e tanto meno se stessi) degliinsuccessi bensì i disfattisti, inon interventisti, i comunisti. Sicrea il diverso all’interno dellaNazione. Prima ci si lanciavaall’assalto tutti assieme; dopoCaporetto e Ortigara questonon è più vero”. Gerardo Rigoni

VIVA L’ITALIA UNITA

La Città di Asiago giovedì ha celebrato i 150 anni dell’Unità d’Italia, anche se scarsa è stata lapartecipazione dei cittadini con veramente poche bandiere appese ai balconi. La celebrazione,con la partecipazione dell’assessore regionale Elena Donazzan, si è tenuta al Sacrario Militaredel Leiten, espressione celebre della Prima Guerra Mondiale, simbolo del sacrificio e delcoraggio manifestato dai nostri soldati che hanno lasciato in questi monti la propria vita indifesa del tricolore. Elemento centrale della cerimonia sono stati i canti, le parole e leespressioni che hanno rievocato il cammino dell’Italia verso l’Unificazione.

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3Sabato 19 marzo 2011

l’Altopiano8

P.A.T. - ASIAGO

Un vero e proprio excursussulla storia urbanistica diAsiago. E’ la descrizione delladichiarazione sul PAT diGiancarlo Bortoli, che poi è sta-ta anche la dichiarazione di votodella maggioranza a guida Gios,durante il consiglio di adozionedel documento di programma-zione territoriale. “La leggePonte fin dagli anni ’60 obbli-ga le amministrazioni a dotarsidi un prg. Nel 1975 Asiagoadotta uno strumento urbani-

“Rimango della convinzioneche tutto l’Altopiano abbia per-so una grande occasione perrisolvere i problemi comuni inchiave comprensoriale: scelteriguardanti le strutture sanita-rie e scolastiche, la viabilità, leinfrastrutture sportive ed il si-stema insediativo residenzialee turistico. Si doveva fare unPATI che coinvolgesse i co-muni limitrofi, gestito dalla Co-munità Montana in collabora-zione con i comuni stessi”. E’la prima considerazione delconsigliere di minoranzaCorrado Paganin alla presenta-zione del PAT di Asiago. “Que-sta pianificazione si doveva fare:far crescere l’altopiano per farcrescere Asiago, con l’obietti-vo di mettere a punto una im-portante offerta turistica al finedi un rilancio economico oc-cupazionale. Scelte precise,condivise e differenziate, sen-za sovrapposizioni per non cre-are ulteriore concorrenza e di-visioni all’interno del territorioAltopiano”.“Detto ciò – prosegue - in lineagenerale ritengo di poter direche il PAT abbia in sé quellecaratteristiche datogli dalla leg-ge urbanistica, da cui si diffe-renzia dal tradizionale Prg. Peril bene della comunità, ci

“Non solo programmazione territorialema un risorgimento per Asiago”

La dichiarazione di voto della maggioranza: “Offrendo lavoro allepiccole imprese, il PAT ridetermina l’equilibrio tra risorse ambientali e

fabbisogno economico. E ci sono il rispetto della natura, la valorizzazioneetica del beni culturali, la sottolineatura delle tipicità produttive”

stico che viene subito seque-strato dalla magistratura con ilblocco dell’attività edilizia. Se-questro motivato dal fatto cheil Prg di Asiago cercava di bloc-care la speculazione edilizia,mentre i comuni confinanti co-struivano e costruivano. AncheAsiago cambiò rotta con stru-menti che consentirono di lar-gheggiare nella politica dellenuove aree di espansione tantoda far dire al Gruppo salvaguar-dia Altopiano Sette Comuni nel

1983: “Chi ci governa deve ren-dersi conto che il consumo delterritorio, nostro bene più gran-de, nel lungo periodo ha causa-to gravi danni”. Parole al ven-to. Né le cose cambiarono conil nuovo prg; un ripetersi di va-rianti orientante per lo più a fa-vorire nuove edificazioni. Allafaccia dei principi ispiratori diquelle maggioranze proprio inmateria urbanistica. Al di là deibuoni proposti dei progettisti diallora si è soltanto continuato a

“Persa una grande occasione perpianificare in chiave comprensoriale”

L’intervento del consigliere di minoranza Corrado Paganin

auspichiamo, in linea generale,che questo strumento urbani-stico riesca a rispondere co-munque alle sollecitazioni so-cio-economiche del territorio,e nel contempo, sia attento alleproblematiche della sostenibilitàe della compatibilità ambienta-le”. “Condivido le prescrizionitipologiche che il Pat pone perla costruzione dei nuovi edifici,l’utilizzo dell’istituto dellaperequazione integrata, le for-me di incentivazione per ilrilancio dell’attività turistico –ricettiva – elenca Paganin –Tuttavia contesto delle contrad-dizioni evidenti e che non con-divido. Nel PAT vengono inse-rite due nuove aree di espan-sione a residenza turistica, incontrada Zocchi e in contrada

Ave, in contesti ambientali disicuro pregio, quale incentivoper la cessione gratuita dei ter-reni o per la realizzazione delleinfrastrutture adibite al giocodel golf. Mi chiedo se la mag-gioranza non poteva persegui-re lo stesso scopo, individuan-do aree in zone di minore im-patto ambientale. Così comenon comprendo il criterio se-guito per la loro individuazionetanto più che il documentopreliminare indicava esplici-tamente l’eliminazione di

ogni nuova area di espansio-ne, mantenimento della qua-lità del paesaggio e dei conivisuali, tutela delle aree verdia ridosso dell’edificato”. “An-che la realizzazione delle nuo-ve aree per la pratica del golfnon mi rassicura rispetto allosviluppo turistico ipotizzato.Così come nelle aree diurbanizzazione consolidata,ritengo sia eccessiva la previ-sione volumetrica complessi-va a residenza turistica e per-manente derivante dal residuodel PRG e dall’incremento delPAT per un totale di 270.000mc. equivalente a 450 case da600 metri cubi. Con questi nu-meri, comunque, non possia-mo certo parlare di un turismodi servizi”.

Aumento di volumi, calodell’edificabilità, più consumodel territorio, edifici più bassi… quale è il destino di Asiagonei piani del nuovo PAT? C’èquesto taglio dell’espansioneedilizia tanto sbandierato oppu-re le lottizzazioni ritorneranno,magari mascherate da opera-zioni perequative od’incentivazione ai necessariinvestimenti infrastrutturalicosì palesemente insufficienti?Ci sarà questa inversione di ten-denza nella politica turistica edeconomica asiaghese decantatanel documento preliminare op-pure è solamente un’operazio-ne di facciata? Sono domandeche si pongono in molti e che ildibattito politico non chiarisce;anzi annebbia più che spiega-re. Domande che rivolgiamo alsindaco Gios, che in qualità direferente all’urbanistica anco-ra prima di quello di sindaco,ha seguito passo dopo passola redazione dello strumentoche regolerà lo sviluppo terri-toriale per il prossimo decen-nio.“L’edificabilità è diminuita.Sono estinte le grandilottizzazioni ed il PAT, per leresidenze turistiche, prevedesolamente 63.575 mc nuovi diedifici in aree quasi prettamentenon agricole comprensivo del-le aree di incentivo per la rea-lizzazione di infrastruttue e al-berghi. Edifici, tra l’altro, mol-to limitati con massimo tre uni-tà abitative per edificio e un’al-

tezza di 7 metri alla grondaia.Solo a titolo d’esempio il PRGprevedeva, nell’ambito Ebenenord (uno dei 5 lottizzazioni)33.969 mc con edifici alti 5 pia-ni, ovvero 10 metri alla gron-daia e due piani nel sottotetto.Il PRG ne prevedeva 246.000mc pari a 1.300 appartamentivale a dire aumentava del 33%il numero esistente di case adAsiago. Questo in chiara di-scordanza con quanto inveceenunciato dal PRG che pone-va, tra i suoi obiettivi prioritari,quello di porre un freno alla cre-scita delle seconde case”.C’è chi si è risentito per lasua definizione del PRG qualefolle? “Ma lo era. Nel primodecennio del 2000, per effettodelle previsioni del 1995 e no-nostante la nostra politicarestrittiva, si è avuto un incre-mento di oltre 440 nuove se-conde case portando nel 2009il numero delle seconde case a4.294 a fronte di 2.500 case diresidenti; in pratica il 63% dellecase ad Asiago sono di turisti.Nello stesso periodo i posti let-to in albergo sono aumentati so-lamente di 82. Il PRG ha costi-tuito un inganno quindi nei con-fronti dei cittadini favorendosolo uno sviluppo edilizio conun forte consumo di territoriosenza investire nel patrimonionaturalistico, in infrastrutture enel recupero dell’esistente; prin-cipi che ritengo invece fonda-mentale per lo sviluppo di unalocalità turistica di montagna.

Non a caso, tutte le principalilocalità turistiche di montagnahanno chiuso ogni possibilità direalizzazione di abitazioni perturisti già molti anni fa”.A proposito di alberghi …“Il PAT riserva 77.380 mc pergli alberghi, sia di nuova costru-zione sia di ampliamento. Cheaggiunti a quelli previsti dalPRG, che abbiamo mantenuto,diventano 102.170 mc. Cosìcome sono aumentati i volumiper le residenze stabili”.Ma sono sempre cemento …“Il PAT ha natura strategica enon conformativa; cioè nonpuò e non deve entrare nel det-taglio dello sviluppo delle sin-gole aree e delle singole zone. Imetri cubi di sviluppo non pos-sono essere puntualmente de-finiti e costituiscono un limitemassimo che non verrà certa-mente raggiunto. Saranno i pia-ni di intervento poi che, di volta involta, definiranno i limiti delle sin-gole zone. Per esempio i 63.694mc di seconde case residuali dalPRG confermati da PAT sono col-locati alla FADA, alla segheriaCarisch, alla segheria APO e adincrementi volumetrici sull’esi-stente con nessun occupazionedi area agricola. In più c’è ilcompletamento dell’ambito Ekared i lotti liberi residui in zone dicompletamento. I 63.575 mc diseconde case di nuovaindividuazione sono comprese inaree di completamento, direcupero di volumi o comun-que aree già urbanizzate. Le solearee agricole occupate sono alleAve come incentivo per un cam-po da golf e un’area adiacente al-l’edificato di zona Santa MariaMaddalena quale incentivo pereliminazione di un opera incon-grua. Da sottolineare che tutti inuovi volumi sono legati adincentivazioni tranne che quel-le al Sasso dove quasi 2 milamc sono trasformabili in se-conde case senza essere legatialla realizzazione di infrastrut-ture turistiche o di utilità so-ciale. G.R.

costruire seconde case senzasviluppare la parte pubblica delpiano; accessibilità, viabilità,parcheggi, aree per servizi edattrezzatura di interesse comu-ne. Per arrivare al Piruea che,con il cambio della maggioran-za, venne revocato poche set-timane dopo l’insediamento”.Una dichiarazione di voto chediventa a tratti una requisitoriacontro una politica decennale diespansione edilizia percorrendoanche gli aspetti più interiori

nelle decisioni prese dall’ammi-nistrazione Gios, in particolarela prima, in materia urbanisti-ca. Elementi di dubbio e di ti-more per le ripercussioni chequeste decisioni potevano ave-re anche sui singoli consiglieri.Fino ad arrivare ai costi chequesta politica d’espansione hacomportato per la comunitàresidente.“Cito uno soltanto, ilservizio idrico. Le comunitàdell’Altopiano hanno speso fiordi miliardi di lire, a scapito dialtri investimenti utili o neces-sari, per creare una rete idricasoddisfacente per far fronte adrichieste maggiori proprio inseguito allo scoppio del boom

edilizio”.Non solo una pianificazio-ne territoriale quindi perBortoli ma “un risorgi-mento di Asiago che,offrendo lavoro allepiccole imprese,ridetermina l’equilibriotra risorse ambientali efabbisogno economi-co. E il rispetto dellanatura, lavalorizzazione etica delbeni culturali , lasottolineatura delletipicità produttive.Principi avvalorati dal-

le stesse conclusioni dellaRegione Veneto anche dopola diffida delle immobiliari.Diffida che dà la misura del-le pressioni dirette o indiret-te che potrebbero essere sta-te rivolte ai consiglieri comu-nali per indurli a rinviare o anon adottare il PAT”. “Undocumento portato alla co-noscenza come nessun altrostrumento urbanistico aglienti, alle istituzioni e ai cittadi-ni” dichiarazione di Bortolisupportata dall’elenco di tutti ipassaggi e le tappe fino alla ste-sura finale del PAT e “che ri-serva anche momenti di con-fronto e di discussione fino allasua adozione definitiva”. “UnPAT che corrisponde al pro-gramma elettorale – prosegue– Tanto che il documento pre-liminare identifica una volontàpolitica ben precisa in marcatacontrotendenza alla pianifica-zione precedente di Asiagoquindi stop alle espansioni,recupero dell’esistente, svilup-pare l’attività alberghiera e leinfrastrutture per popolazione eturisti ed infine lo sviluppodell’agricoltura quale stru-mento di mantenimento evalorizzazione del territorio”. Gerardo Rigoni

Diminuirà o no l’edificazione?

4l’AltopianoSabato 19 marzo 2011

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Il futuro dell’economia turi-stica di Asiago edell’Altopiano andrà svilup-pato attraversol’incentivazione delle struttu-re alberghiere: riprendiamol’argomento iniziato a tratta-re nello scorso numero delgiornale che prende spuntodall’indirizzo dato dal Pat diAsiago. Scelta che, valutatain profondità, richiede cam-biamenti radicali e progetticomuni volti a sviluppare epromuovere un’offerta turi-stica in grado di soddisfarele richieste del mercato at-tuale e accrescere le oppor-tunità per il futuro. Un nuo-vo contributo per approfon-dire il tema ci viene da unachiacchierata con AndreaBraga, direttore dell’HotelGaarten di Gallio, locale ad-ditato ad esempio da molti nelsostenere come, con servizi eproposte adeguate, i numeri infatto di presenze possono es-sere in controtendenza rispet-to ad altre realtà del territorio.

Ex Kanotele, lastruttura è diventataGaarten nel 2000;fra il 2005 e il 2006 èstato realizzato il cen-tro benessere, con ilquale l’hotel è riusci-to a differenziarsi,ampliando notevol-mente la clientela.Un modello, quellodel Gaarten, in cuivengono invertiti ifattori di scelta, soli-tamente prima la lo-calità e poi la strut-tura: in questo caso sembraessere invece proprio la strut-tura il principale motivo di at-trazione della clientela. Ma èsufficiente? Quali sono le azio-ni e le strategie necessarie pergarantirsi una continuità di ri-chieste, in un mercato resosempre più incerto dalla crisie dalla concorrenza? Una bel-la struttura, seppur con spazie servizi all’altezza delle aspet-tative delle clientela più esi-gente, da sola non basta, come

ci dice chiaramente il diretto-re: i risultati raggiunti sono frut-to di grande impegno, econo-mico e lavorativo, con una con-tinua ricerca di nuovi canali dipromozione e di vendita, so-prattutto per sopperire alla ca-renza promozionale del terri-torio. “La svolta del Gaarten– spiega Andrea Braga - si èarticolata in due fasi: prima lasistemazione interna, e poi lapromozione, per la quale sonostate investite ingenti somme,

in grandissima parte fuori dalterritorio, e i cui riscontri sisono visti. Dopo il boom ini-ziale c’è stato un periodo diassestamento di due-tre anni.Pur avendo registrato comun-que una crescita costante, ilmio timore è che a un certopunto non sarà più sufficien-te. E’ impensabile promuove-re una singola struttura, si devefarlo nel contesto di promozio-ne del territorio in cui si trova,per questo dobbiamo essere

messi nelle condizionidi offrire quell’insiemedi ingredienti che ser-vono per poter lavora-re, oltre che di pro-grammarci promuo-vendoci in anticipo esapendo cosa possia-mo garantire. Unesempio: nei giorniscorsi un gruppo cheaveva prenotato già anovembre la settima-na bianca dal 20 dimarzo, ha disdettodopo aver telefonato

agli impianti delle Melette persapere se sarebbero stati aper-ti in quel periodo, ed essersisentiti rispondere “Non lo sap-piamo”. Non possiamo fareconto su impianti le cui con-cessioni vengono date ai pri-vati, senza che ci sia un dialo-go e un supporto del pubblico,che dovrebbe invece interve-nire su tutto ciò che riguarda ilturismo. In questo settore lelacune,che non permettonouna programmazione, sonomolte sia a livello logistico chedi comunicazione: dobbiamoscrollarci di dosso la convin-zione che all’Altopiano nonmanca nulla per essereappetibile, quello che abbia-no non è sufficiente se nonsi riesce a renderlo fruibile ea presentarlo. Ci vogliono iservizi, intesi come struttureprettamente turistiche, chenulla hanno a che vedere conquelle per i residenti. Serveun coordinamento tra le va-rie realtà, invece non solonon si comunica tra un co-mune e l’altro, ma neppuretra i vari enti all’interno dellostesso comune. Possiamoanche sistemare gli impiantisportivi, le strutture, ma poi,se non riusciamo ad andareoltre all’Altopiano con la pro-mozione, non serve a nulla.C’è una dispersione di for-ze e di economia, sembrache i limiti e i problemi sia-no conosciuti da tutti, maugualmente le cose noncambiano. Tendiamo sem-pre a fare il confronto conil Trentino, ma non possia-mo rapportarci con chi si èfatto conoscere all’estero,conquistandosi un bacino diclientela importante, so-prattutto in paesi che han-no una diversa gestione del-le ferie, il che assicura unprolungamento notevoledelle stagioni. L’Altopianoinvece non ha mai intrapre-so operazioni per farsi co-noscere, che devono esse-

“Alla carente promozione del territoriosopperisce l’iniziativa privata, ma non basta”

Andrea Braga, direttore dell’Hotel Gaarteen: “Nuovi alberghi? Penso non ci sia nessuno qui che abbia lo stimoloe la forza di intraprendere operazioni economiche della portata richiesta dalla costruzione di nuove strutture ricettive,

e non vedo neppure imprenditori da fuori disposti a investire e “rischiare” qui, come è accaduto invece negli ’70"

TURISMO ALBERGHIERO

re efficaci e continuative.Gli unici che hanno fatto pro-mozione finalizzata alla ven-dita, e i cui risultati si vedo-no, sono le due agenzie deimaestri di sci”. - Cosa pen-sa della strada intrapresadall’amministrazione co-munale di Asiago, con ilfreno a nuove edificazionidi case perturisti,privilegiando l’al-berghiero. C’è futuro pernuovi alberghi? “Di certostiamo pagando lo scotto diciò che è stato deciso moltianni fa, quando le scelte nonsono state pesate nella giu-sta maniera. Ma a mio avvi-so non va bene neppure pas-sare da un estremo all’altro,l’ideale sarebbe stato trova-re un certo equilibrio. Pensoche non ci sia nessuno quiche abbia lo stimolo e la for-za di intraprendere operazio-ni economiche della portatarichiesta dalla costruzione dinuovi alberghi, e non vedoneppure imprenditori da fuoridisposti a investire e “rischia-re” qui, come è accaduto in-vece negli ’70. Oltretutto alivello nazionale ed europeoi nuovi criteri per la realizza-zione di strutture alberghie-re dicono che sono cambiatii margini del settore: per ga-rantirsi la sopravvivenza civogliono spazi e numeri, nel-l’ordine di almenocentocinquanta posti letto,che permettano di lavorareper gran parte dell’anno,non solo 3-4 mesi. Sono fi-niti i tempi della gestionefamiliare, servono servizi eprofessionalità”. - Tornan-do alla struttura da leidiretta, come riesce ilGaarten, nonostante lelacune evidenziate a li-vello di promozione delterritorio, a garantirsicomunque una certaclientela anche nei peri-odi stagionali più critici?“Adattandosi ai mercati,senza fossilizzarsi sui prez-zi e gestendo le vendite inmodo diverso, differenzian-do l’offerta per diversetipologie di clientela. Da noiil 65% della clientela chearriva nei periodi extra sta-gionali viene raccolto con ilweb, attraverso il quale ci ri-volgiamo a più segmenti pergarantirci delle presenze.Anche questa è una formadi investimento, fattaauspicando che ci sia poi unrientro positivo”. Silvana Bortoli

Dentro al concetto “meno case, più alberghi” c’è la visioneresponsabile di un’economia del turismo sostenibile, voltaa conservare l’ambiente. Implica passare dall’offerta daibeni (le seconde case) ai servizi (alberghi, bed & brekfast,agriturismo…). Fino a qui tutto bene, se non fosse che ilvero problema continua a non emergere, perché in realtà sitratta di sostituire la pratica della prevaricazione (interessiindividuali) con la cooperazione e l’apertura (interessi delterritorio). L’economia dei servizi richiede processi di eman-cipazione mai avviati, figure professionali non più, comeprima, impegnate a progettare e vendere appartamenti, macapaci di coinvolgere il territorio dal basso per sviluppareun design del prodotto turistico condiviso. Dove primaera richiesto di edificare e commercializzare beni materiali,oggi è richiesta l’eccellenza nel costruire l’immateriale, lamarca altopiano come matrice di valori di attrattività.Nessun alibi, o si ha il coraggio di essere se stessi attraver-so la valorizzazione culturale di quanto già abbondantementeoffre il territorio, o non c’è vitalità per gli alberghi. L’esem-pio dell’iceberg applicato al caso Hochpustertal / AltaPunteria ci aiuta a capire la valenza della governance nel-l’innovazione di un sistema turismo. Sesto, San Candido,Dobbiaco, Villabassa, Braies ... 5 comuni, nessuno compa-re nel nome/marchio. Se si vuole vedere solo bellissimi al-berghi e impianti, significa non capire quello che c’è sottola punta dell’iceberg (realtà emergente): sotto, ma non sipuò vedere, perché immateriale, c’è il 70% del totaledell’iceberg, è la capacità del territorio di fare squadra persostenere l’attività alberghiera ed il suo indotto. Ancoraalibi, «sono i finanziamenti a sostenere tutto». No, vincela rilevante capacità culturale del territorio di creare con-

nessioni, nel nostro caso la fruibilità, accessibilità, pros-simità di un vasto e straordinario entnomuseo cimbro comepatrimonio storico-ambientale. Solo questo può motivare egiustificare l’economia dei servizi (nel nostro caso alber-ghi, bed & breakfast, agriturismo…). L’altro alibi riguardagli impianti di risalita, in Svizzera le banche da dieci anninon finanziano più attività sciistiche sotto quota 1.700,l’altopiano ha un patrimonio di sci di fondo, snow walkingformidabile, accessibile, di prossimità. Oggi “meno case, piùalberghi” implica dunque rispondere alla domanda di un nuo-vo megatrend del turismo. Ma dov’è la cabina di regia? Nonc’è. Le procedure decisionali tradizionali non sono più effica-ci, mentre l’ostinato presidio da parte degli amministratori lo-cali costituisce la prima causa dell’emarginazione. La rispostaunivoca è «governance». Lo sostengono la Commissione eu-ropea, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi,Regione Veneto, università, la Scuola di Management del Tu-rismo Trentino... L’innovazione di un sistema turismo si misu-ra oggi con la capacità di favorire una governance, ilcoinvolgimento dal basso. L’essere governati dall’alto, o dal difuori, con insufficienti mediazione nelle scelte, non appartienealla tradizione giuridica dell’altopiano. L’attuale filiera decisio-nale tradizionale va superata, è inadatta verso l’interno (inca-pacità di fare squadra), ed è deleteria nella funzione di com-mittente verso consulenti e professionisti esterni (vedi esem-pio sito Consorzio Turistico). Il nuovo scenario di competitivitàtra sistemi turistici aperto da internet richiede la rifondazionesul piano culturale, impone una strategia comune e condi-visa, pena l’emarginazione, la perdita di occasioni di postidi lavoro a partire proprio dall’alberghiero.

Andrea Cunico Jegary

Design del prodotto turistico

5Sabato 19 marzo 2011

l’Altopiano8

Nel 1950 un pasto all’AlbergoCroce Bianca e all’AlbergoExcelsior costava 800 lire, mentre negli altri alberghi di Asiago,(Paradiso, Venezia, Cima Dodici, Alpi, Milano, Rosa, Torre,Stella d’Oro, Europa) si scendeva a 700 lire. Il pernottamentocostava invece ovunque 500 lire. Poi c’erano le otto locande(Cavour, Circolo Alpino, Due Mori, Edelweiss, Iolanda, Leond’Oro, Margherita, Vittoria) e le tre pensioni (Aurora, Impe-ro, Italia) dove il pasto oscillava dalle 550 alle 600 lire e per ilpernottamento venivano richieste 350 lire. I prezzi, come risulta da unlistino di quell’anno, erano comprensivi di imposta di soggiorno, I.G.E.(l’imposta generale sulle entrate sostituita nel 1972 dall’Iva), percen-tuale di servizio, riscaldamento e di un quarto di vino ai pasti. Diecianni dopo, nel 1961 e dunque esattamente cinquant’anni fa, nella lista

1961CROCE BIANCA

EXCELSIORCIMA DODICI

ERICAEUROPA

MIRAPINIPARADISOVENEZIA

ALPILEON D’ORO

MILANOMODERNO

ROSASTELLA D’ORO

TORREFLORAITALIA

AURORABOSCO

CAMPOMEZZAVIACAVOUR

CIRCOLO ALPINOEDELWEISS

IMPEROS.DOMENICO

VITTORIA(Totale 26)

1962Apre LA BAITA

(Totale 27)1963

Invariato1964

Chiude CIMA DODICIAprono MIRAMONTI

ASIAGODANIELA(Totale 29)

1965Invariato

1966Aprono PINETA

ORTHALKABERLABA

(Totale 32)

1967Invariato

1968Chiude AURORAAprono MINERVA

LARICIBASSANOPENNAR

SPERANZA(totale 36)

1969Apre LINTA(Totale 37)

1970Chiude VENEZIAApre PRESIDENT

(Totale 37)1971

Riapre AURORA(Totale 38)

1972Aprono RUTZER

DA BARBA(Totale 40)

1973Chiude IMPEROApre VESCOVI

(Totale 40)1974

Chiude MINERVAAprono BELLEVUE

LA BAITINALAGHETTO

(Totale 42)1975 – 1976- 1977

Invariato1978

Apre LA GOCCIA(Totale 43)

1979 – 1980Invariato

1981Chiudono EXCELSIOR

MIRAPINIMODERNO

S. DOMENICO(Totale 39)

L’evoluzione delle strutture alberghiere negli ultimi 50 anni1982 – 1983 – 1984

Invariato1985

Chiude ASIAGO(Totale 38)

1986Chiude DANIELA

(Totale 37)1987

Chiude LARICI(Totale 36)

1988Chiude PINETA

(Totale 35)1989

Chiude ITALIA(Totale 34)

1990Invariato

1991Chiude EDELWEISS

(Totale 33)1992

Chiudono BOSCOSTELLA D’ORO

(Totale 31)1993

Chiude TORRE(Totale 30)

1994Apre CIORI

Chiude BASSANO(Totale 30)

1995Chiudono VITTORIACIRCOLO ALPINO

(Totale 28)1996 - 1997

Aprono SPORTINGDES ALPES

BAITINA DEPENDANCEVITTORIA

SPERANZA DEPENDANCE(Totale 33 di cui 2

dependance)1998

Apre GOLF HOTEL

Chiudono EUROPAVITTORIA

ALLA ROSA(Totale 31)

1999Chiude

SPERANZA DEPENDANCE(Totale 30)

2000Chiudono FLORA

LA GOCCIACAVOUR(Totale 27)

2001Riapre CAVOUR

(Totale 28)2002 – 2003 – 2004

Invariato2005

Riapre EUROPAAprono GARNI

RENDOLASPORTING DEPENDANCE

(Totale 31)2006

Chiude BELLEVUEAprono

MELTAR GOLF RESORTMIRAMONTI DEPENDANCE

(Totale 32)2007

Riapre BELLEVUE(Totale 33)

2008Chiude BELLEVUE

(Totale 32)2009

Chiude KABERLABA(Totale 31)

2010Chiude PRESIDENT

(Totale 30)

di alberghi, pensioni e locande se ne contano 26, a quelle sopra citatesi erano aggiunti gli alberghi Mirapini, Erica, Moderno, la pensioneFlora, e le locande Bosco, Campomezzavia e S. Domenico, mentrenon risultavano più le locande Due Mori, Iolanda e Margherita.L’elenco, tratto dal depliant dell’allora Azienda Autonoma di Soggior-no e Turismo, è diviso in categorie: due sono gli alberghi di II ̂catego-ria, che dispongono tutti di termosifone, acqua corrente, bagno, giar-dino e autorimessa, sei quelli di III ,̂ sette quelli di IV ,̂ e due le pensio-ni di III ̂categoria: quasi tutti completi con i servizi sopra citati, fattaeccezione in alcuni casi del giardino e dell’autorimessa. Fra le novelocande invece, tre non disponevano del termosifone(Campomezzavia, Edelweiss e S. Domenico) a tre mancava l’ac-

qua corrente (Aurora,Campomezzavia e Edelweiss) e

a cinque mancava anche il bagno (Campomezzavia, Cavour,Edelweiss, Impero e S.Domenico). Di bagno in alcune camereerano dotati solamente la Croce Bianca, l’Erica, l’Europa, il Para-diso e il Venezia. I prezzi non sono più indicati come pasto opernottamento, ma come pensione completa, e variavano da unminimo di 1.400 lire delle locande a un massimo di 2.800 lire pergli alberghi in bassa stagione, e da un minimo di 1.600 lire dellelocande a un massimo di 3.000 lire per gli alberghi in alta stagione.Per le camere con bagno veniva richiesto un minimo di 2.300 lirein bassa stagione fino a un massimo di 3.300 lire in alta stagione.Le stanze disponibili in totale erano 394 e i letti 721, le strutturepiù capienti erano i due alberghi di II^ categoria, il Croce Biancacon 44 stanze e 80 letti e l’Excelsior con 30 stanze e 60 letti,mentre il minimo spettava alla locanda Edelweiss che aveva 3stanze e 6 letti. Partendo dall’anno1961, riportiamo qui a fianco ilmovimento delle strutture ricettive di Asiago fino al 2010, dalleallora 26 fino alle attuali 30 (alcune delle quali sono dependance).In alcuni casi le chiusure sono state temporanee, perristrutturazioni o cambi di gestione e periodi più o meno lunghi,per questo alcune strutture vengono indicate come chiuse e poicome riaperte. I numeri sono in crescita a partire dalla metà deglianni ’60: nel ’68 sono indicate 5 nuove aperture, mentre il massi-mo si registra nel 1978 con 43 strutture. Dal 1981 iniziano invecea registrarsi numerose chiusure, ben quattro quell’anno, che poiproseguono nell’ordine di circa una (a volte due) all’anno fino al’95 quando il totale risulta essere di 28 tra alberghi e pensioni. Neidue anni successivi si registrano quattro nuove aperture (due sonoperò delle dependance) e poi nel ’98 una nuova apertura e duechiusure, di cui una temporanea. Nel 2000 altre tre chiusure (dicui una temporanea riaperta l’anno successivo). Le ultime aper-ture in ordine di tempo sono quelle del Garni Rendola nel 2005,anno in cui riapre anche l’Europa completamente ristrutturato, eapre una dependance dello Sporting, mentre l’anno successivo siregistra l’apertura del Meltar Golf Resort, oltre che una dependancedel Miramonti. Le ultime chiusure riguardano invece il Bellevuenel 2008, il Kaberlaba nel 2009 e il President che risulta ufficialmentechiuso dal 2010, anno che conta così trenta strutture ricettive in totale.Qualche numero anche per quanto riguarda le camere e i posti letto,come scritto sopra, nel 1961 erano rispettivamente 394 e 721, abbia-mo poi potuto rilevare che nel 1981 le camere erano 773 e i posti letto1.365. Nel 2002 risultavano esserci 737 stanze e 1608 posti letto, i datiattuali parlano invece di 807 camere e 1807 posti letto. Infine unasguardo anche all’evoluzione della qualità delle strutture: dalle catego-rie sopra riportate relative al 1961, passiamo, dieci anni dopo, al 1971quando c’erano un albergo di I ̂categoria, 3 di II ,̂ 11 di III ,̂ 7 di IV ,̂2 pensioni di III ̂categoria e 14 locande. Nel 1981, risulta sempre unalbergo di I ̂categoria, 4 di II ,̂ 14 di III ,̂ 7 di IV ,̂ 2 pensioni di III^e 12 locande. Nel 1981 si passa alla classificazione con le stelle(4 stellecorrispondono alla precedente I ̂categoria, 3 stelle alla II ̂categoria, 2alle III ,̂ mentre sotto una stella sono state raggruppate le strutture diIV ̂categoria, le pensioni di III ̂e le locande): troviamo un albergo a4 stelle, 8 a 3 stelle, 13 a 2 stelle e 14 con 1 stella. Nel 2002 sono 3 glialberghi a 4 stelle, 11 quelli a 3 stelle e 11 a 2 stelle, uno solo a 1 stella.Nel 2007 sono 5 gli alberghi a 4 stelle, 14 a 3 stelle, 12 a 2 stelle e 2 a1 stella. Infine nel 2010 troviamo 5 alberghi a 4 stelle, 13 a 3 stelle, 12a 2 stelle e 1 a 1 stella. Qualche leggera differenza nei vari dati riportati,è da imputarsi al fatto che le variazioni possono essere avvenute quan-do negli elenchi risultavano ancora alcune strutture in quel momentonon ancora ufficialmente chiuse, o aperte subito dopo. Silvana BortoliSi ringraziano per la collaborazione e la disponibilità l’ufficiodella Confcommercio mandamento di Asiago e l’ufficio IAT di Asiago.

TURISMO ALBERGHIERO

Alberghi, locande e pensioni: ad Asiago numeri increscita dal ’64 al ’79 - Dal 1981 in poi per una

quindicina d’anni si registrano solo chiusure

Dagli elenchi turistici di oltre mezzo secolo fa spuntano nomi dimenticati e dati curiosi

Il calo delle strutture, la crescita della capienza e della qualità

Albergo Europa

Albergo Cima XII Croce Bianca

6l’AltopianoSabato 19 marzo 2011

8

Si è conclusa l’esperienza di 10studenti dell’Istituto Alberghie-ro di Asiago in terra londinese,un’esperienza unica, indimen-ticabile, che ci siamo fatti rac-contare dagli stessi protagoni-sti, tornati fra tavoli e fornelli,ma del loro Istituto, ad Asiagodopo essere stati “Ambascia-tori del Gusto Veneto” come sileggeva sul cavaliere che tro-neggiava su tutti i tavoli del lorolocale londinese al n° 38 diBelgrave Square.Nostri interlocutori e portavo-ce dei due gruppi, JessicaSbalchiero e Isacco Bellotto,entrambi della 4^E.“Già la notizia di quello chepotevano e dovevamo fare ciha fatto piacere – esordisceJessica – non era certo un’op-portunità che capita tutti i gior-ni e per questo va l’apprezza-mento a chi ci ha permesso difarla. Non ho avuto paura diaffrontare questa cosa, ma vo-levo farla nel migliore deimodi”.“Subito sono stato contento,anzi entusiasta – aggiungeIsacco – poi, pensando a quelloche ci attendeva, un po’ d’ap-prensione è arrivata”!“Arrivare là è stato bellissimo,scoprire poi la piena, totale fi-ducia di cui siamo stati ogget-to “a scatola chiusa” - conti-nua Jessica – ci ha prima la-sciati stupiti, poi ci ha carica-to e, col passare dei giorni, èarrivata sempre una maggiorconfidenza, sono via via mi-gliorati i problemi di lingua (di-

Studenti dell’alberghiero protagonisti a LondraPer loro apprezzamenti dall’Istituto di Cultura Italiana:

“… Lavoro di qualità, realizzato con la più grandeeducazione e rispetto nei confronti del pubblico inglese...”

verso essere sul posto dal farloa scuola) e ci siamo sentiti sem-pre più a nostro agio, sia collavoro che con le persone”.“Noi abbiamo trovato già tut-to avviato – aggiunge Isacco– ma ci abbiamo messo ugual-mente molto impegno, attuan-do un buon gioco di squadrain cui ognuno dava il massi-mo”.Tre settimane da raccontare(tanto per citare un amarcordbongustoniano) e da ricordare,ma non certo di vacanza, misembra di capire.“Eh no, di fatto eravamo la-voratori a tutti gli effetti – pre-cisa Isacco – anche se un po’di spazio per noi ce lo sianogiustamente ritagliato”. “Si,abbiamo lavorato molto – ag-giunge Jessica – abbiamo avu-to un numero di clienti sempremaggiore mano a mano chel’unica pubblicità fatta, ilpassaparola, aveva il suo be-nefico effetto”.Quindi avete avuto soddisfazio-ne.“Decisamente sì – rispondonoall’unisono – abbiamo fatto unbuon lavoro ma ci hanno fattisentire bravi, importanti. Sia-mo certi di aver lasciato unbuon ricordo e questo ci appa-ga moltissimo; erano molti iclienti che tornavano, dimo-

strando soddisfazione e gradi-mento, e questo ci ha riempitid’orgoglio. Era una bella ini-ziativa imprenditoriale .. pec-cato non poterla portare avan-ti. Quella è una delle zone ric-che di Londra, zona di amba-sciate, uffici, ecc. ed ilpassaparola ha fatto arrivaretanta gente. Il Direttore Presentiha poi portato anche personeimportanti e famose, convintoprima e certo dopo, di fare bel-la figura, ed i suoi complimen-ti di una persona con specifi-che alte competenze in materiaci hanno evidentemente fattomolto piacere” concludono idue col sorriso sulle labbra.Coordinatore e parte attiva delprogetto il prof. Meneghini checosì sottolinea l’esperienzalondinese:

“E’ stata l’esperienza più durae faticosa della mia pur movi-mentata vita! Grazie alla fidu-cia ed alla profondissima sti-ma del direttore dell’Istituto diCultura Italiana a Londra Car-lo Presenti (che ha voluto far-ci fare questa esperienza), ab-biamo gestito in modo comple-tamente autonomo, sul pianoorganizzativo, gestionale edeconomico (comprese cassa econtabilità), un ristorante incentro a Londra, partendo dazero, e vi assicuro che è statodurissimo; inoltre abbiamo cu-rato vari banchetti serali inparticolari occasioni. Ho chie-sto molto, moltissimo a ciascu-no dei ragazzi (che oltre a la-vorare hanno anche frequenta-to un corso di inglese), cosìcome l’ho chiesto a me stesso,e la loro risposta è stata ecce-zionale, così come il risultato.Si sono resi protagonisti di unacrescita umana e professionalegrandiosa, spettacolare. Sonostati bravissimi, tutti, moltocompresi nella parte e con tan-

ta voglia di far bene e di por-tare alto il nome della scuolache frequentano e della terrada cui provengono”.“Abbiamo proposto una cuci-na tipicamente veneta, anzivicentina ed altopianese in par-ticolare - aggiunge - facendotutto, completamente in casa,dal pane alla pasta ai dolci,componendo e costruendo ipiatti che facessero apprezzarei sapori della nostra terra. E’stata una bella vetrina: laclientela, anche molto impor-tante, è stata molto eterogeneama unanime nell’esprimereapertamente il compiacimentoe l’apprezzamento per il nostrolavoro. Il nostro obiettivo eraquella di fare bella figura emeritare la fiducia accordata-ci. Ci siamo riusciti e di questoandiamo giustamente fieri.Grazie anche al dirigente sco-lastico, prof. Paiola, che ci hadato modo e permesso di farequesta esperienza unica ed in-dimenticabile ma che avràun’appendice: ad aprile, infat-

ti, torneremo su per un weekend, io ed un paio di questiragazzi, per una serata dedi-cata in cui presentare ancora iprodotti e la cucina della no-stra terra”.Nella mail inviata da Londra alDirigente Scolastico dell’Istitu-to asiaghese all’indomani delrientro in Italia dei nostri “eroi”si legge fra l’altro “… Un gran-de lavoro è stato fornito dalgruppo di Asiago: da una par-te per la gestione dellacaffetteria ristorante dell’Isti-tuto e dall’altra la gestione an-che degli eventi gastronomiciconnessi alle manifestazioni cul-turali serali. Lavoro di quali-tà, realizzato con la più gran-de educazione e rispetto neiconfronti del pubblico ingleseche assiste ai corsi di linguaitaliana e alle manifestazionidell’Istituto …”. Cesare Pivotto

foto di gruppo al ritorno con i componenti del 1° gruppo: Kevin Rossi, Jessica Sbalchiero,Tiziano Broccardo, Manuel Di Marco e Nylo Bragato, e del 2° gruppo Massimiliano Feltrin,Gloria Predebon, Giovanni Ronzani, Isacco Bellotto e Claudia Ferraro, oltre naturalmente alprof. Mariano Meneghini.

A Londra al termine di unacena con ospite NicolaPiovani, pianista, direttored’orchestra e compositoredi successo (di lui siricorderà l’Oscar vinto nel1999 per la colonna sonoradel film “La vita è bella” diBenigni)

Londra, al termine di una cena con ospite il noto attore e regista Kim Rossi Stuart

I giovani in Pellegrinaggio a RomaSi è svolto anche quest’anno il Pellegrinaggio dei ragazzi e dei giovani del Patronato di Asiago. DopoTorino, per l’ostensione della Sacra Sindone, meta di quest’anno è stata Roma, capitale d’Italia e centrodella Chiesa Cattolica, raggiunta dal nostro gruppo nei giorni 7, 8 e 9 marzo. A rappresentare tutti i ragazzie giovani del Patronato eravamo in 54 di diverse fasce di età, guidati da don Federico. Obiettivo delviaggio: “Rinnovare presso la tomba di Pietro e davanti al suo Successore la nostra fede e dire lagratitudine di essere Chiesa del Signore, impegnata a costruire il Regno di Dio nella storia e in camminoverso l’eternità”. Per questo, quattro sono state le nostre principali mete: le catacombe di S. Callisto, laBasilica di S. Pietro con il sepolcro dell’Apostolo e dei suoi Successori, la Croce dei Giovani conservatapresso il Centro Internazionale Giovanile S. Lorenzo e l’udienza con il Santo Padre Benedetto XVI. Tuttisono stati momenti di grande incontro, di grande intensità spirituale e di grande entusiasmo. Momentiforse salienti sono stati la celebrazione della S. Messa nella mattinata di mercoledì presso le GrotteVaticane a pochi metri dalla tomba di Giovanni Paolo II e l’Udienza Generale con il Papa. In quest’ultima,oltre ad aver potuto vedere da vicino il Papa, abbiamo anche avuto il privilegio e la gioia di essere stati dalui salutati personalmente e di aver da lui ricevuto un messaggio particolare. Queste le parole del Papa:“Saluto con affetto voi, pellegrini della parrocchia S. Matteo in Asiago, e vi incoraggio a seguire confedeltà Gesù e il suo Vangelo, per essere cristiani autentici in famiglia e in ogni altro ambiente”. Oltrea questo, il nostro Pellegrinaggio ha fatto naturalmente meta anche in altri luoghi significativi di Roma, siadal punto di vista storico che artistico. Abbiamo infatti potuto passeggiare per il centro della Capi-tale e ammirare tra le altre cose, piazza Navona, il Pantheon, la fontana di Trevi, l’Altare dellaPatria, il Colosseo e piazza di Spagna. Tutto poi è stato scandito da momenti di gioia, didivertimento e di autentica amicizia che caratterizzano lo stile proprio del nostro Patronato.Insomma, proprio una grande esperienza! Alcuni giovani pellegrini

7Sabato 19 marzo 2011

l’Altopiano8

Tessera 6 film22 euro (intero)15 euro (ridotto)

È con grande meravigliache apprendiamo la pre-sa di posizione dell’Enteregionale preposto allatutela ambientale di luo-ghi classificati “di inte-resse storico-culturale”.Il “niet” imposto allacreazione di una pista dacross in località Sasso èindice di sensibilità (silegga a tal proposito ar-ticolo su numero scorsodel Giornale Altopiano),ma mettendoci nei pannidi chi da anni aspettavala realizzazione dellanuova struttura sportiva,ci uniamo allo stuporedei bikers nel sentirecome il divieto non siadettato per evitare inqui-namento e rumori che i rombanti motori provocherebberosui placidi pascoli immersi nel verde.Vediamo di approfondire la questione partendo dalla lo-calità oggetto della disputa tra progettisti del velodromosterrato e l’Ente. Sasso – Palauri, zona lontana dal cen-tro abitato, è stata inizialmente scelta per il circuito dacross anche perché mostrerebbe il suo “anfiteatro natu-rale” ad un pubblico comodamente assiepato sul parterre,su quest’ultimo potrebbe benissimo insediarsi la parten-za-arrivo dell’anello. Ma, ahinoi, la pista verrebbe a con-tatto con una valletta, una depressione del terreno chenessun storico ha mai citato quale baluardo bellico postoper fermare l’avanzata austroungarica sull’Altopiano.Tanto basta per stoppare la proposta mentre è ancora infase di studio, obbligando crossisti, Ufficio Patrimoniolocale e progettisti a valutare alternative meno invasivesu quanto è rimasto della prima guerra mondiale. Questi ifatti, ai quali si aggiunga che nessun documento pare giuntodalla Soprintendenza a motivare l’opposizione a procede-re, ma che semplicemente la planimetria del campo gara,laddove è stata prevista, è classificata a voce: “non ido-nea al progetto”.Dal sito www.sbap-vr.beniculturali.it scopriamo che: “LaSoprintendenza per i beni architettonici e paesaggisticiper le province di Verona, Rovigo e Vicenza, organo pe-riferico del ministero per i beni e le attività culturali, svol-ge compiti di tutela del patrimonio culturale nel territoriodi competenza e coopera con gli altri enti territoriali perla sua valorizzazione”. Fin qua tutto bene. Premesso ciòe quanto sopra spiegato sulla pista, è lecito chiedersi: madove era la Soprintendenza, che oggi onorevolmente siostina su una valletta forse impropriamente classificata“trincea”, quando nel 1960 si portò avanti il disegno di uncampo da golf ad Asiago? Quante trincee francesi e ita-liane sono state spianate per creare il primo percorso a 9buche? E quando: “le prime piantagioni nel 1965 e fu-rono messe a dimora, accanto al grande bosco esi-stente, oltre diecimila piante di abeti, larici e faggi.

Didascalie:

-Foto d’epoca dall’archivio britannico, mostra una veduta aereadella zona compresa tra Treschè Conca, Cesuna e Canove. Lazona oggi denominata Volta Scura con le relative cave di marmorisulta completamente solcate da trincee, nel 1918 eranopresidiate dalle truppe inglesi.

La Soprintendenza scoprele trincee sull’Altopiano

L’ente si accorge che sull’Altopiano c’è stata la Grande Guerra, e imponela salvaguardia da costruzioni selvagge che possano alterare il paesaggio

storico rappresentato da trincee e manufatti legati al primo conflitto mondialeNel frattempo, trentaoperai lavoravanoper la realizzazionedel campo di golf edella club house…”(testuale dal sito delGolf). E poi quantepostazioni ancora sonoscomparse per crearenel 1990 l’attuale a 18buche? Ettari e ettaridi bosco bonificati(termine improprio!)dalle vestigia dellaGrande Guerra percreare il paesaggioparadisiaco culminan-te in tanti bei green li-sci come un tavolo dabiliardo?Dove guardava l’Entequando sul Forte

Verena veniva installata la centrale per il potente motorecapace di muovere una seggiovia per migliaia di sciatori/ora diretti sulla vetta dell’omonimo monte, dopo aver par-cheggiato l’auto su una spianata non naturale da 1100 po-sti? Centrale, si badi bene, posta a ridosso della strutturamilitare, a fianco della targa ricordo dei fatti accaduti nel1915. In merito tornano alla mente le parole dello storicoGianni Pieropan, intervenuto anni fa al cinema teatro diCanove per parlare della guerra. Lui che amava ricorda-re come i libri si scrivono prima con i piedi, poi con lapenna – cioè bisogna recarsi sul posto per capire glieventi- ebbe a dire: “povero forte Verena, tanto oltrag-giato dalle granate austriache, ancor più rovinato innome del turismo sportivo”. Per non parlare del rifu-gio/bar attiguo alla fortificazione, costruito in lamiera ecemento nel 1966. E ancora, che sopraluoghi ha compiu-to la Soprintendenza, in conseguenza ai quali ha concessopoco tempo fa ad un ristorante sul Monte Zovetto (luogodefinito “Termopili della Fanteria”) di realizzare un ampioparcheggio per i clienti, con un preesistente monumentonel mezzo, laddove i solchi delle trincee parlavano ancoradi quanto si fosse combattuto?Che preparazione storica aveva il tecnico inviato dallaSopraintendenza (sarà mai stato convocato?) quando fufatta richiesta di insediare sul Valbella le piste da sci? Osul Col del Rosso quando i cavatori si inventarono l’estra-zione del marmo? Proprio là dove un secolo fa si combattéla nota “battaglia dei tre monti”.Che fine hanno fatto le trincee sulle discese del Kaberlaba?Come fu possibile in Comune di Caltrano costruire, par-liamo del decennio appena concluso, gli spogliatoi per ifondisti di fronte al Rifugo Pozza del Favero, dove stavaun comando del corpo di spedizione britannico, con uncimiterino per i caduti inglesi poi traslati al Magnaboschi?Ma non è finita. Appena fuori l’abitato di Cesuna in dire-zione Canove insisteva un cimitero di guerra dedicato alcapitano Antonio Brandi (vedasi Touring Club Italiano,Guida al Veneto – ediz. 1997); prima della fine del secolo

scorso era ancora visibile ilmuricciolo perimetrale, maanche quel poco che resta-va è stato spianato per la-sciar spazio agli allenamen-ti degli atleti praticanti ilbiathlon. Struttura poi ab-bandonata e lasciata in ba-lia delle sterpaglie. Prose-guendo nell’infinita serie diinterventi ricordiamo l’ab-battimento del casello-sta-zione con annesso edificio aCesuna, dove fermava ilmitico trenino della lineaRocchette-Asiago, per fare

-La stazione del trenino Rocchette –Asiago a Cesuna, abbattutaper far spazio ad un parcheggio prospiciente le piste da sci

spazio ad un parcheggio.Allontaniamoci pure dal territorio altopianese per passarein Trentino, scoprendo che anche le piste da sci di Costaltae Rivetta si sviluppano sulle trincee livellate donde partìla famosa “Spedizione Punitiva” verso l’Italia. Tante si-tuazioni similari a quella della pista da cross asiaghese,con amministratori locali interpreti di progetti pronti a tra-mutarsi in “volano economico per il turismo”, e mino-ranze comunali protese a far rispettare i programmi elet-torali. Su tutto e tutti l’opera “vigilante” della Soprinten-denza che oggi, dopo decenni di cecità su monumenti del-la guerra ’15-’18 veramente degni di essere chiamati tali,scopre quanto importante sia un affossamento del terre-no in località Sasso, senza valutare se quel solco non siaper caso una mera depressione carsica, tanto fisiologicain queste zone.Avessero i dotti architetti e geometri del Ministero letto“Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu, scoprirebberoche non una roccia, neanche una piccola zolla si salvòdall’essere bagnata del sangue dei soldati caduti, al puntoche l’autore sardo confidò di non voler tornare sui luoghiove ebbe combattuto con la Brigata Sassari, perché glisarebbe parso di camminare sui cadaveri dei tanti com-pagni. Pertanto, dovessimo badare al “fondamentalismostorico”, non bisognerebbe spostare di un centimetro lesedi stradali, non ampliare di un metro gli edifici, non ope-rare alcun intervento alla rete fognaria …., per non intac-care un territorio che ovunque trasuda storia e ci parla diepisodi legati al passato. Alla luce delle tante mancanze,la pista da cross risulta irrilevante. Come chiudere la stal-la dopo che i buoi son scappati e sbranati dai lupi da unpezzo. Si cerchi invece di salvare ciò che veramente èdegno di essere tramandato ai posteri, applicando una voltatanto il buon senso, senza finire nel ridicolo. Giovanni Dalle Fusine

- La centrale per il funzionamento della seggiovia Verenetta -Rifugio Verena, posta a ridosso del forte e della targa che ricorda i49 artiglieri italiani caduti in combattimento nel 1915

-Valbella: qui si combatté la Battaglia dei Tre Monti, quante trincee son state eliminate perspianare le discese agli sciatori?

8l’AltopianoSabato 19 marzo 2011

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Come anticipato, è partito sabato 12, il percorso fatto didieci incontri con sette professionisti operanti nella sferadella salute psicofisica, con l’obiettivo di fare prevenzio-ne e fornire strumenti per un miglior stile di vita. A pre-sentare il progetto nella Sala delle Maschere della Co-munità Montana, Ivana Stella presidente dell’Associa-zione “Le Mani”, dopo il benvenuto di Lucio Spagnolo,presidente della Comunità Montana, che ha patrocinatol’evento. Nell’occasione, si è tenuta la prima conferen-za del ciclo, dal tema: “Cibo, cultura e società”, conAnnachiara Costa, psicologa e psicoterapeuta, qualerelatore. Con una lucida disamina, la dottoressa Costaha evidenziato le problematiche emergenti dalla falsaimmagine corporea proposta dai media e dalle mode e ilforte ascendente della stessa sugli adolescenti, inparticolar modo sulle adolescenti. Da essa derivano veremalattie sociali dell’età moderna, quali bulimia, anoressia,disordini alimentari e scaturiscono comportamenti raz-zisti di bullismo, nella fattispecie: “grassismo”, com’èstato efficacemente definito, nelle scuole e nei luoghi diaggregazione giovanile, rivolti a chi è in sovrappeso. Pare

Si rinnova l’appuntamentocon i francobolli ad Asiagocon la 41° edizione del Pre-mio internazionale di arte fi-latelica “Città di Asiago”. Latradizione vuole che il premiosia assegnato nella sala dei

E’ iniziato giovedì il viaggio aMelbourne di una delegazio-ne di amministratorialtopianesi invitati dalla lo-cale Comunità Montana inoccasione della presentazio-ne del libro, pubblicato pro-prio a cura dell’ente, riguar-dante l’Altopiano di Asiago,terra dalla quale sono partitimoltissimi emigranti.Si sono recati nel continenteaustraliano il sindaco diAsiago Andrea Gios, il sin-daco di Gallio Pino Rossi,l’assessore al turismo dellaComunità Montana Andrea

Il premio filatelico “Città di Asiago”:partita l’organizzazione della 41° edizioneQuadri del Municipio diAsiago la terza domenica diluglio, che quest’anno cadeil 17. Nonostante manchinoancora oltre 4 mesi la mac-china organizzativa si è giàmessa in moto da tempo in-

L’Altopiano a MelbourneBenetti, Giampaolo Rigoni, inqualità di rappresentante del-l’Ente Vicentini nel mondo eil consigliere di minoranza adAsiago Corrado Paganin.“Domenica – spiega AndreaBenetti - saremo assieme ainostri emigranti al VenetoClub di Melbourne proprioper la presentazione del li-bro”.Ma questo viaggio serviràanche ad altri scopi, in parti-colare per avviare progetti dicommercializzazione dei pro-dotti e del territorioaltopianesi.

In calendario ci sono infattidegli appuntamenti con laCamera di commercio diMelbourne e quella di Sidney.Immancabili gli incontri contanti altopianesi in Australia.“Sarà l’occasione – aggiun-ge Benetti - per far sentire ainostri emigranti la vicinanzadi tutto l’altopiano e ringra-ziarli per il costante pensierorivolto alla loro terradi origine, oltre che il modoper gettare le basi affinchè inostri prodotti possano pene-trare il mercato australiano”. Stefania Longhini

Un percorso di dieci incontri per nutrire il corpo, la mente, lo spiritoche l’unica chanche di chi è in sovrappeso, sia esseresimpatico, divertente...L’immagine emblematica della modella anoressica mortapoco dopo gli scatti della campagna pubblicitaria di OlivieriToscani, ha avuto fra il pubblico presente in sala un forteimpatto. Ricordiamo chel’Associazione “Le Mani”,con sede in Villa Rosa, ènata per dare sostegno a chiha avuto problemi di malat-tia. Le mani nel logo, non acaso sono 8, come i nostricomuni e lanciano il messag-gio: “socio è chi dà e chiriceve”. Gli associati, unasettantina, operano sul ter-ritorio da due anni, conl’obiettivo del reciproco aiu-to o auto-aiuto e si mettono adisposizione per molte attivi-tà, come fare la spesa, o an-

ATTUALITA’

che la legnaia, nei confronti di chi non può cavarsela da solo.L’attuale percorso: “Nutrire il corpo, la mente, lo spirito” ècome tutti gli altri già proposti, gratuito, salvo iscrizione al-l’associazione (info: 0424/692300 - 347/4825078). Beppa Rigoni Scit

Chissà se qualcuno s’è accor-to: nel caso, complimenti dav-vero. Perchè tra frittelle allozabaione, crostoli polverosi dizucchero e carri mascheratiaddobbati di nani-ballerine-mignotte da una settimana èiniziata pure la Quaresima. Trail rosa della festa della donnae il bianco-rosso-verde dellaFesta Nazionale ci sarebbe po-tuto anche stare un pugno diviola a ricordare che iniziavapure questo tempo forte dellaliturgia. Pensate un po’: fosseiniziato il Ramadan ci sarem-mo stancati di leggere appro-fondimenti, editoriali e serviziche ben illustrano – a casanostra – quest’aspetto cosìfondamentale del popolomusulmano. Fino a dover im-parare a memoria il menù e illistino della spesa da osserva-re in quei fatidici giorni del po-polo di Allah. Fossimo stati al-l’inizio del Ramadan, probabil-mente anche qualche vesco-vo e cardinale – magaririlanciato da qualche finestrad’informazione – avrebbe spe-so volentieri parole calde eappassionate per questa for-ma di digiuno e di ascesi. Pec-cato, però, che poi taccia sulsuo corrispondente cristiano,ovvero il tempo millenario dellaQuaresima. Maddai, chesciocco: che un alto prelatoparli di queste cose è ormaifuori moda, non crea attenzio-ne, sembra d’essere davveroai tempi di Adamo ed Eva. Edel pugno di cenere messo sul

viando a tutte le amministra-zioni postali del mondo le let-tere d’invito.“Ormai non dovrei più stupir-mi, eppure ogni anno riman-go sempre favorevolmentecolpito dall’adesione delle

amministrazioni po-stali – commentaMaurizio Stella, pre-sidente del circolofilatelico “Sette Co-muni” e segretariodel premio - Abbia-mo già ricevuto mol-te conferme; il pre-mio è molto cono-sciuto nel mondo, edè ambito. Tant’è chemi è già capitato divisitare dei museipostali esteri nei mieiviaggi trovando, inpiù di uno degli Stativincitori in passatodel premioasiaghese, con latarga del premioesposta”.Le amministrazioni postali,sparse fra i quattro angolidella Terra, sono quasi 200.E tutte emettono ogni annodei francobolli che testimo-niano la vitalità dei propriPaesi, le situazioni, i momentidi serenità oppure di turbo-lenza che attraversano. Mi-gliaia e migliaia di francobollidiversi vengono così emessiogni anno toccando argo-

menti diversissimi fra loro.Realizzare un bel francobol-lo è un’arte difficile perché ènecessario offrire ad un pub-blico sempre più frettoloso unmessaggio invitante, chiaro eleggibile in pochissimi centi-metri quadrati. Ma per chi ciriesce ci sono anche i rico-noscimenti. Da quarant’anni,infatti, Asiago incorona ognianno i più bei francobolli delmondo, dedicando poi premi

speciali anche al mi-glior francobollo a sog-getto turistico ed il mi-gliore a soggettonaturalistico.Il “Premio internazio-nale Asiago d’arte fi-latelica”, da sempreposto sotto l’Alto Pa-tronato del Presidentedella Repubblica, è or-ganizzato dal Circolofilatelico “Sette Co-muni” con l’Accade-mia Olimpica diVicenza e la Spetta-bile Reggenza deiSette Comuni. I fran-cobolli sono poi va-gliati attentamente,come si addice ad un

premio prestigioso, dallagiuria. Giuria composta dalgiornalista Gian AntonioStella, da LorenzoPellizzari, già presidentedell’Accademia olimpicavicentina; dal registaErmanno Olmi, dal graficopubblicitario specializzato infrancobolli Franco Filanci eda Maurizio Stella.

Gerardo Rigoni

Tutti pazzi per il Ramadamcapo. Meglio poggiare un pie-de al di là, visto che il carrodel vincitore sembra essereoggi quello di Allah.Così, in perfetto clima di sor-dina, è iniziata la Quaresima,ma già s’è cominciato il contoalla rovescia per quando fini-rà. Non che ce ne importi piùdi tanto del triduo Pasquale edella Tomba Vuota, ma si sache quel colore viola voglia onon voglia mette una certa tri-stezza che il nostro eternoCarnevale consigliaprudentemente di evitare.Chissà se qualcuno nei venerdìdi Quaresima – qualcuno diquei grandi paladinidell’ecumenismo sbandieratoai quattro angoli – alzerà lavoce se nei piatti delle mensea scuola ci saranno affettati obocconcini di pollo. Temiamoproprio di no, per rispettare lalaicità del menù. Però se adun bimbo mussulmano in tem-po di Ramadan gli si fanno tro-vare i fusilli con macinato diporco si griderà subito alloscandalo e alla mancanza dirispetto per le identità. Perfet-ta coerenza di pensiero.Che il cristianesimo da tempovivesse in una situazione dismarrimento totale – fino alpunto che eminenti prelati in-vitano caldamente a“contestualizzare” le bestem-mie – era cosa così nota chenon abbisognava dell’ennesi-ma dimostrazione. Però sta-volta siamo andati un po’ ol-tre: perché abbiamo deciso

che pure i grandi tempi chescandiscono la narrazione dellafede cristiana devono essere“contestualizzati” rispettandol’epoca in cui si vive: fino atacerne l’avvento. Inutile poiparlare di nuovaevangelizzazione, di memorieda salvaguardare e di differen-ze da integrare tra di loro: ilcristiano di oggi non scompa-rirà per le persecuzioni nemi-che ma per il semplice fattoche ha smarrito la sua memo-ria concedendosi a muse dipassaggio. E andare in batta-glia svestiti della propria storiae memoria è come diventarefoglie che il vento disperde. Eche una bufera improvvisa sidiverte a strapazzare veden-dole slegate dai loro rami edimentiche delle loro radici.Ci rimane una proposta da farein tempo di multiculturalismoreligioso. Siccome da più partisi chiede che nelle moschee sitengano le riunioni in italiano,firmiamo pure una petizioneperché nelle chiese (e nei ri-spettivi oratori che di esse sonoil prolungamento pastorale) siparli di Cristo e della Quaresi-ma con l’alfabeto cristiano.Perché se nel calcio le scon-fitte più fastidiose sono quelledelle partite giocate “in casa”,nella fede l’amarezza più gran-de è vedersi cancellare unastoria e non potersi lamentareper il semplice fatto d’esserestati nel medesimo istante ban-ditori, venditori e derubati.Don Marco Pozza

Sapor d’acqua natìa

9Sabato 19 marzo 2011

l’Altopiano8

Il Centro di formazione perla danza classica e moder-na “DanzAsiago” organiz-za per domenica 20 marzoil 1° stage con TomokaChikanaga. Nata nel 1987in Giappone, TomokaChikanaga si forma allaEmiko Ikemoto BalletSchool di Hiroshima. Tra-sferitasi poi per 4 anni aNew York per un corso distudi alla Joffrey BalletSchool è tornata in Giappo-ne come solista del MiyagiBallet Company di Kyoto.A maggio 2007 ha iniziatouna collaborazione comesolista con il Balletto del

Lo stage di DanzAsiagocon Tomoka Chikanaga

Sud di Lecce che l’ha por-tata anche a ballare in TVsulle reti Rai. Dall’aprile2009, per un anno è stataprima ballerina del BallettoClassico Cosi Stefanescu diReggio Emilia. Oggi è inse-gnante all’accademia diDanza Four Baronio diVicenza. Questi gli oraridello stage: per il corsoIntermediate dalle 9.30 alle10.45; per corsi 2°/3°/4° gra-do dalle 10.45 alle 11.45; peri corsi 5 grado e IntermediateFoundation dalle 11.45 alle12.45. Per informazioni eiscrizioni rivolgersi al380.3543007 (DanzAsiago).

Punto di riferimento, gui-da e modello per la suafamiglia; un medico capa-ce e stimato, indimentica-bile e indimenticato, perl’intera comunità. Questoè stato e resterà FrancoColtro al quale Asiago hadato l’estremo saluto lu-nedì 14 marzo. Se n’è an-dato all’età di 82 anni,dopo una vita piena, vis-suta intensamente, dedi-cata alla professione chetanto amava, ai suoi pa-zienti, prima ancora chealla sua famiglia. Unmedico come non se ne tro-vano più, pronto a correrein qualsiasi momento, an-che in piena notte, da chiaveva bisogno di lui. Nonun semplice “medico dellamutua”, bensì un libero pro-fessionista che ha creato egestito ad Asiago un ambu-latorio decisamente inno-vativo per quei tempi (era-no gli anni Settanta), pre-cursore dei centri medicioggi così diffusi, dotato dilaboratorio analisi, sala rag-gi, elettrocardiogramma, fi-sioterapia con palestra esauna. “L’obiettivo di miopadre – racconta la figliaFranca che, avviata allaprofessione di analista, halavorato al suo fianco percirca vent’anni – era chechi arrivava in quell’ambu-latorio, potesse uscire conuna diagnosi il più accura-ta e precisa possibile”. Eraramente il dottor Coltrosi sbagliava! E quando nonsi sentiva sicuro era pron-to, con grande umiltà, a

Franco Coltro, un medico indimenticabileSe n’è andato all’età di 82 anni, dopo una vita piena, vissuta intensamente, dedicataalla professione che tanto amava, ai suoi pazienti, prima ancora che alla sua famiglia

consultarsi con i suoi pro-fessori, i suoi maestri, conchi ne sapeva più di lui.Nativo di Polesella, in pro-vincia di Rovigo, FrancoColtro è arrivato ad Asiagonel 1956. Per tre anni ha la-vorato in qualità di chirurgoall’ospedale di Asiago, poiaveva deciso di avviare l’at-tività di libero professionistaaprendo un ambulatorio.“L’idea iniziale – raccontaMaria, sua moglie, anch’es-sa rovigina – era di tornarea casa e aprire l’ambulato-rio lì. Ma tali e tante sonostate le insistenze dei pazien-ti che l’avevano già cono-sciuto ed apprezzato in ospe-dale, che si convinse a rima-nere qui”.Maria e Franco si sono spo-sati nel 1959; giusto due annifa hanno potuto festeggiare leloro nozze d’oro. In quell’an-no è iniziata anche l’attivitàambulatoriale prima in Corso,dove ora si trova il negozioLegno Più, poi vicino all’uffi-cio postale, poi ancora in Cor-

so (attuale negozio DeVidal), quindi nella sededefinitiva di Via Dante.Lì ha cominciato anchead avere alcune dellebelle soddisfazioni dellasua carriera, diventandoil medico di gente in vi-sta, dei personaggi famo-si arrivati ad abitare adAsiago, come Celentanoe Olmi, mettendosi a di-sposizione delle grandi eprestigiose squadre dicalcio che venivano in ri-tiro quassù, o dei bambi-ni delle colonie che

d’estate venivano qui per os-sigenarsi e respirare la buo-na aria di montagna. Ha la-vorato sempre tanto e con ilcuore, senza risparmiarsi,con grande professionalità econ una rara umanità, pen-sando più agli altri che a sestesso.A settant’anni, nel 1998, haonorato il tempo della pensio-ne, tempo speso per staresempre insieme alla sua Ma-ria, per ripagarla dell’amore,del sostegno e dell’aiuto avu-to in tanti anni in cui, troppoimpegnato nella sua missio-ne, ha avuto poca disponibi-lità per lei e per le loro duefiglie Sandra e Franca. Si ècosì potuto godere i suoi ni-poti, dando loro tanti buoni in-segnamenti, oltre che profon-do affetto. In realtà di fare ilmedico non ha mai smesso deltutto, non tirandosi mai indie-tro quando lo chiamavano o lofermavano per la strada per unconsulto od un consiglio. Gra-zie di cuore dottor Coltro! Stefania Longhini

Si terrà mercoledì 30 marzo alle ore 20,30 presso i locali diPatronato di Asiago un incontro –dibattito sul tema dellapaternità, promosso e condotto dallo psicologo GiampieroMoschini; un tema, quello proposto, che sta molto a cuore alprofessionista, ed un incontro utile anche per dare risposte, ocomunque per porsi degli interrogativi sul significato dell’es-sere padre oggi.“Certi interrogativi ci sono, eccome, e vorremmo parlar-ne insieme – ci spiega il dr.Moschini - Cosa fa oggi unpadre? Dopo la caduta del patriarcato in occidente sonorimaste solo le madri? E ancora: non basta mettere almondo i figli per generarli; generarli è qualcosa di più.Dunque: cos’è un padre?” sono le sue prime considerazio-ni, e poi snocciola una sorte di decalogo, spunti di riflessioneper farne poi oggetto di discussione e di confronto, di idee edi esperienze.“Padre è chi sa esercitare l’autorità, farsi valere, deci-dere; sa essere per il figlio e/o la figlia un valido model-lo maschile; sa costruire un valido rapporto affettivo coni figli, sa amarli e guidarli a diventare grandi, ognunosecondo il suo genere; aiuta i figli a sviluppare uno spi-rito critico verso la cultura dominante e le sue mode, percrearsi una morale personale, distinta dal senso comu-ne; sa farsi voler bene dai figli e nel contempo sa farsi

Lo psicologo Giampiero Moschiniapre il dibattito sulla paternitàMercoledì 30 marzo in Patronato ad Asiago. Obiettivo creare un gruppo di lavoro e d’incontro

rispettare, e chiede lo stesso atteggiamento anche versola madre; dà ai figli gli strumenti per emanciparsi daentrambi i genitori; contrasta l’abuso di alcool e le altreforme di dipendenza con l’esempio e la demistificazionedell’ideologia per cui bere o abusare è sinonimo di esse-re uomo, adulto; sa imporre delle regole; sa trasmetterel’importanza del lavoro, dello studio, dell’impegno e de-gli altri valori maschili (lealtà, forza d’animo, fedeltà allaparola data ..); sa trasmettere che la virilità è qualcosadi più della mera forza fisica, e che la prepotenza equi-vale all’impotenza; non teme di farsi odiare e di passareper cattivo per svolgere il suo compito; sa far vedere gliidoli e contrastarli; non lascia sola la madre; sa valoriz-zare il contributo della madre e le qualità femminili; in-sieme alla madre, sa indicare ai figli l’orizzonte di unmondo nuovo, al di là di patriarcato e matriarcato, unmondo di persone” afferma precisando che alcune di que-ste affermazioni riguardano ovviamente anche le madri. L’in-tento del dottor Moschini è quello di formare un gruppo dilavoro e di discussione su questo tema della paternità edelle relative problematiche, che si riunisce periodicamentee che, con lo scambio di testimonianze, esperienze e puntidi vista, si confronta per una migliore consapevolezza delproprio ruolo. Cesare Pivotto

ATTUALITA’

Ha disorientato molti la vo-lontà di Davide Montini Trottidi una cerimonia intima insua commemorazione e chela comunicazione ufficialedella sua morte venisse datasolo ad esequie avvenute. Intanti, a quanto pare, anchein Altopiano avrebbero volu-to rendergli un sentito tribu-to di stima. La notizia del suodecesso, nella mattinatadell’8marzo, si è comunquesparsa dopo qualche ora,generando profondo cordo-glio, prima di tutto in quelloche per anni è stato il suoambiente di lavoro: il Tribu-nale di Bassano, in Via Ma-rinali. Naturale per molti col-leghi ricordare con ammira-zione la competenza, la sen-sibilità e la signorilità dell’ex-magistrato. Davide MontiniTrotti, che avrebbe compiu-to 68 anni a giugno, è statopurtroppo rapidamentestroncato da una malattia.Napoletano di nascita,asiaghese d’adozione, erasposato con Sonia Basso,pluricampionessa di sci difondo e azzurra di atleticaleggera, oggi maestra di sci eallenatrice federale. In magi-stratura dal ’69, il dottorMontini Trotti aveva lavoratodapprima nella sua città nata-

Davide Montini Trotti, il magistratostimato per la sua competenza e signorilità

le, e poi a Padova, ad Asiago ea Bassano. Pretore di zona inAltopiano per più di tre lustri,era diventato una delle perso-nalità più in vista dei Sette Co-muni. Era poi diventato Preto-re a Bassano e quindi, conl’abolizione della figura, giudi-ce del Tribunale, in particolareGup. Il 25 marzo 2005 era en-trato in pensione. Risiedeva incontrada Rodeghieri di Asiago.Persona molto riservata, vie-ne descritto da chi l’ha cono-sciuto al di fuori della sua pro-fessione di giudice e magistra-to, come un uomo semplice, disquisita affabilità e di grandis-sima cultura. Molto attento esensibile ai temi ambientali, nu-triva un grande interesse ver-so gli animali di affezione, inparticolar modo per i gatti: neha sempre posseduto almeno

una decina. Note in Altopianole sue battaglie personali con-tro i bocconi avvelenati per iquali sono morti alcuni suoi ani-mali. Da tempo, specialmentedopo il pensionamento, stavalavorando assiduamente sullaraccolta, con l’intento di farneil primo vero trattato sull’argo-mento, di dati e informazioni sututta la legislazione inerente aglianimali, della quale aveva unaprofonda conoscenza, tanto daessere considerato un espertoin materia. Una delle ultimesue uscite pubbliche riguardaproprio la partecipazione qualerelatore ad un convegnodell’Enpa svoltosi a Gallio un paiod’anni fa. Si occupava anche diricerca in campo ornitologicosvolgendo da anni osservazionie realizzando a titolo del tutto per-sonale filmati sui rapacidell’Altopiano. Ha anche scrittodue libri tra prosa e poesia conun uso molto particolare della lin-gua italiana. S.L.

L’Avis in gita a CaorleL’Avis Altopiano di Asiago organizza, per il giorno 10 aprile,la gita a Caorle con pranzo a base di pesce. Partenza alle 7dal piazzale dello Stadio, rientro previsto per le 22. La quotadi partecipazione è di 65 euro per i soci donatori, 75 euro peri non soci e comprende il viaggio, il pranzo in ristorante, il giroturistico in battello nella laguna. Prenotazioni entro domeni-ca 3 aprile contattando: Franco Stefani 3343220723; Loren-zo Forte 3351358621; Maria Rosa Frigo3471835683; Ales-sandra Pesavento 3489149807; Damiano Cappellaro3332275941

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ENEGO

Il prossimo incontro con le dottoresse Gabriella Coi e Martina Valente nel contesto delprogetto “Una scuola senza ostacoli” è fissato per mercoledì 23 marzo 2011, alle ore20.30, presso la Sala del Consiglio del Comune di Gallio. Si parlerà di Deficit di Attenzio-ne e Iperattività che si presentano associati ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

A Gallio il prossimo incontro del progetto“Per una scuola senza ostacoli”

28/29 aprileIl cigno nero

5/6 maggioThe Fighter

12/13 maggioThe Social Network

19/20 maggioIl Grinta

26/27 maggioIn un mondo migliore

film in regalo (luglio agosto)

Il discorso del Re

per ulteriori informazioniwww.cinemaluxasiago.it

Cinema Lux

1° compleanno per l’Onlus“Amici di Silvia, Lisa e Roberta”

La ricorrenza festeggiata con una cena di beneficienza. Tra febbraio e marzosi sono svolte le gare di sci del 2° Memorial dedicato a Roberta Gianesini

Una serata di beneficienza perraccogliere fondi a favore del-l’Associazione nata in memo-ria di tre amiche e un doppioappuntamento sportivo dedi-cato in particolare a una di loro:sono le iniziative più recentiorganizzate dall’associazioneOnlus “Amici di Silvia, Lisa eRoberta”. “Entrambe le garedel “2°Memorial RobertaGianesini” (del quale riferiamoanche nelle pagine dedicateallo sport, ndr) che hanno avu-to come apripista d’eccezioneGiulia Gianesini, sono state or-ganizzate in stretta collaborazio-ne con lo Sci Club Gallio – riferi-scono i rappresentanti della onlus- che accoglie sempre con gran-de entusiasmo le nostre iniziati-

ve e impiega tutte le proprie ri-sorse per una buona riuscita. Aloro la nostra riconoscenza as-sieme a un particolare ringrazia-mento” La prima gara, termina-ta con le premiazioni e un riccobuffet offerto dall’associazione,si è tenuta il 20 febbraio aValmaron di Enego, per la cate-goria giovani, aspiranti e seniormaschile e femminile, in una gior-nata fredda e nevosa che nonha comunque attenuato l’entu-siasmo degli organizzatori e deipartecipanti alla manifestazio-ne. La seconda tornata digare è stata invece salutatada una giornata splendida, il7 marzo alle Melette diGallio, con la partecipazionedelle categorie baby sprint,baby,cuccioli, ragazzi e allie-vi maschile e femminile.Degna conclusione ancheper questo appuntamento congadgets per tutti i concorren-ti, e le premiazioni seguiteda un buffet e da una picco-la lotteria con estrazione deipettorali. ”Vorremmo ringraziare –continuano i responsabili del-l’associazione – oltre al giàcitato Sci Club Gallio, tutti ivolontari che hanno collaboratoalla buona riuscita degli eventi,

la Società Val Maron impianti afune, la Società Melette 2000 e,naturalmente tutti i concorrentie i loro accompagnatori”. Ap-puntamento d’altro genere inve-ce la sera del 24 febbraio con laCena di beneficienza ad Asiagopresso “La Tana”.Organizzata dai gestori del loca-le, a a favore dell’associazione“Amici di Silvia, Lisa e Rober-ta” ha riscosso notevole succes-so con 102 partecipanti ed un ri-cavato di 1500 euro devoluto in-teramente a favore della Onlus.Nell’occasione è stato festeg-giato anche il 1° compleannodell’associazione con una tor-ta; il rito del taglio è stato“officiato” dal PresidenteMarco Gloder e dal suo viceGiulia Gianesini. Erano pre-

senti alla serata anche i sinda-ci di Gallio e di Asiago.Grande soddisfazione è stataespressa dagli organizzatori, inparticolare dallo chef Alessan-dro Dal Degan che nel suobreve intervento ha sottoline-ato l’importanza della serata edel momento conviviale comemezzo di aggregazione ed in-contro. Anche per questoevento non mancano i ringra-ziamenti dei responsabili dellaOnlus, che vanno a tutto lostaff della Tana e delloSporting Residence Hotel, acoloro che hanno partecipatoalla cena, a chi ha fatto la pro-pria offerta pur non potendoessere presente e continua adimostrare il proprio affettoall’associazione. S.B.

Gallio. Promosso dallaCaritas Parrocchiale diGallio, in collaborazione conil “Centro Aiuto alla Vita” diBassano del Grappa, si ter-rà giovedì 24 marzo con ini-zio alle ore 20,30 presso lasala del Cineghel di Gallio,un incontro sul tema“Come educare i figli allafelicità responsabile”.Alla serata saranno presen-ti in qualità di relatori il dott.Gabriele Falcone,ginecologo, e la dottoressaManuela Dal Monte, psico-loga, due esperti grazie al

Giovedì 24 marzo al Cineghel un incontro sul tema

“Come educare i figli allafelicità responsabile”

cui supporto ed aiuto verràapprofondita la realtà lega-ta alla “pillola del giornodopo” sotto l’aspetto medi-co e giuridico.L’incontro è inserito all’in-terno del cammino di for-mazione e di preparazioneche, a livello parrocchiale,si sta portando avanti con iGenitori dei cresimandi edè rivolto a tutti i Genitori mal’invito a questo appunta-mento è rivolto a tutti colo-ro che hanno a cuore ilcammino e la crescitaeducativa dei nostri ragazzi.

Istituire una maggior sensi-bilità e rispetto verso il patri-monio ambientale. E’ l’obiet-tivo del progetto “La scuolaadotta un bosco” sottoscrit-to dal Corpo forestale delloStato e Ministro dell’Istruzio-ne. Un progetto che ha visto24 alunni della 4° elementa-

Progetto “La scuola adotta un bosco”Gli alunni di Gallio scelgono BusafondaUn modo per legare i ragazzi al loro territorio e conoscere le funzioni a cui le foreste assolvono

re di Gallio scoprire i misteridel bosco adottando quello diBusafonda. Un’adozioneche ha avuto come gestoinaugurale il lancio di semi diabete rosso e faggio fornitidall’ufficio nazionalebiodiversità di Peri (Vr). In

precedenza si era tenuta unalezione inerente l’ambiente el’importanza delle forestenell’equilibrio naturale. Adogni scolaro è stato poi do-nata una piantina di abeterosso perché possa custodirlaa casa. Un altro modo perlegare i ragazzi al loro terri-torio e fungere da richiamoalle molte funzioni a cui leforeste assolvono e che i ra-gazzi hanno appreso daiforestali. La giornata è ini-ziata con l’illustrazione delletipiche attività forestali: mi-surazione in altezza delle pian-te con ipsometro, carotaggicon succhiello di Presley, mar-tellata, taglio di piante conmotosega, ramatura, misurazio-ne varie, esbosco con varie tec-niche ed infine accatastamento.

Il 2011 è l’Anno internaziona-le delle foreste. A questo im-portante appuntamento mon-diale gli agenti del Comandodistrettuale del Corpoforestale dello Stato hannovoluto associare anche la ce-lebrazione dei 150 anni del-

l’Unità d’Italia. Studiandoquindi la storia del bosco diBusafonda, ed approfondendo-ne le caratteristiche, gli alunnihanno anche approfondito gliavvenimenti del Risorgimento.Il tutto è stato ripreso, com-preso anche uscita in

motoslitta a Valmaron e la filieradel legname fino all’utilizzo deicascami di lavorazione per laproduci energia al biodigestoredel Turcio, dalla troupe di Geo eGeo che manderà prossima-mente in onda le ripresealtopianesi. Gerardo RigoniIl lancio dei semi

11Sabato 19 marzo 2011

l’Altopiano8

SABATO 19 FEBBRAIO:

BIRRERIAPIZZERIA

Ristorante

CASA ROSSAlocalità Kaberlaba - Asiago

info 0424-462017

Musica dal Vivo

Partirà con l’inizio del nuovoanno scolastico, il prossimosettembre, nella scuola diRotzo la mensa biologica. Labravissima cuoca, OriettaSlaviero, dipendente comu-nale, molto attenta a garan-tire ai bambini cibo buono esano, avrà a disposizione perla preparazione dei pasti pro-dotti biologici provenienti dal-le cooperative Libera Terra(che forniranno pasta, pas-sata di pomodoro e olio) eConca d’oro di Bassano(frutta e verdura).La proposta di introdurrequanti più alimenti biologicipossibile nella mensa scola-stica è partita dall’Ammini-strazione comunale con l’As-sociazione Genitori di Rotzoe i Rappresentati dei genito-ri. Le famiglie sono state in-vitate a dare la propria ade-sione attraverso la compila-zione di un questionario.Stragrande la maggioranza disì. “Oltre ai benefici cheun’alimentazione sana e cor-retta può dare ai bambini, perla loro salute e la loro cre-scita – sottolineano gli am-ministratori e i genitori – lascelta di acquistare i prodot-

Sabato 19 marzo, nel salone della scuola materna di Rotzo siterrà, dalle 16 alle 18, un incontro pubblico rivolto ai bambinicon le loro famiglie, inserito nel progetto di promozione dellalettura per la prima infanzia, curato dallo spazio di lettura 0-6 anni della biblioteca comunale di Rotzo, in collaborazionecon la Direzione Didattica di Asiago. Si tratta del terzo ap-puntamento di un ciclo di quattro incontri svolti alternativa-mente come attività extra-curricolari, cioè in orario non sco-lastico, ed attività curricolari, cioè in orario scolastico. Il temadell’incontro, tenuto dalla dottoressa Cristini Anna, esperta

“Dentro le storie di Lele”:a Rotzo un incontro di promozione della lettura

di pedagogia e di letteratura per l’infanzia, sarà “Dentro lestorie di Lele” e riguarderà: la lettura ad alta voce con laquale i bambini saranno accompagnati nel fantastico mondodi Lele Luzzati, attraverso l’ascolto di letture delle sue storieillustrate più suggestive; un laboratorio creativo grazie a cui ibambini potranno utilizzare carta da pacchi, carta velina,collages e stoffe varie per reinventare, animare e raccontarei mille volti dei protagonisti delle storie ascoltate; infine il per-corso si concluderà con la visione del famoso cortometraggio“La gazza ladra” con animazioni realizzate da Luzzati.

Nella scuola di Rotzo arriva la mensa biologicaPartirà con l’inizio del nuovo anno scolastico

ti proprio da queste coope-rative è motivata da finalitàsociali: si aiutano aziende chefanno un’opera grandiosa,impiegando persone in diffi-coltà che lavorano e produ-cono. Una scelta dunque cheha un fondamento etico chegiustifica ancor di più l’ine-vitabile aumento di spesa perle famiglie”. Le cooperativesociali Libera Terra sono giàconosciute in Altopiano attra-verso l’impegno dell’Asso-ciazione Occhi Aperti percostruire giustizia che le so-stiene. Libera Terra è il mar-

chio che contraddistingue leproduzioni biologiche realizza-te dai soggetti che gestisco-no le terre confiscate allemafie in Sicilia, Calabria,Campania e Puglia. “Azien-de – spiega Luca Bortoli diOcchi Aperti – nelle quali sifa integrazione, si dimostrache il lavoro non è un favorema un diritto, si ottengonoprodotti sani attraverso unmodo di fare impresa diver-so, socialmente sostenibile, diqualità e pulito”. Nella fat-toria “Conca d’oro” si offreoccasione di lavoro a perso-

ne in situazione di handicapo di disagio psichico che inquesto modo passano dallacondizione di “oggetto” dicura a quella di soggetti chesi prendono cura della terrae dei suoi prodotti, offrendoservizi al territorio. “Ci sem-bra – dicono gli amministra-tori di Rotzo – che le scelteche abbiamo fatto siano unesempio di buone praticheamministrative, secondo an-che quanto viene promossodall’Associazione “Libera” eda “Avviso Pubblico, Enti lo-cali e Regioni per la forma-zione civile contro le mafie”a cui il nostro Comune aderi-sce”. In attesa della mensa bio-logica, alla scuola di Rotzo, nelmese di aprile, si partirà conaltre iniziative già annunciatee cioè le attività integrative conlaboratori di informatica, edu-cazione al suono e alla musi-ca, creatività junior e promo-zione e animazione alla letturaper la prima infanzia che sa-ranno attuate grazie alla col-laborazione dei volontari, deigenitori, della Direzione didat-tica e del Collegio Docenti cheha approvato il progetto. Stefania Longhini

Ancora nella fase del “ma,chissà!” la situazione politi-ca a Rotzo in vista delle ele-zioni amministrative del mag-gio prossimo. Nessun datocerto e nessun nome sicuro.Unica certezza è che di cer-tezze c’è ne sono poche inuno scenario politico che, daquanto riferiscono le vocidella piazza, è quanto maiingarbugliato nonostante ilpaese conti su circa 500 elet-tori effettivi.Piccola premessa: Rotzo, dagli ultimi dati della Pre-fettura, conta 680 elettori ma un centinaio sono resi-denti all’estero o comunque vivono lontani, a questisi sommano i “reticenti” al voto e chi, per vari moti-vi, non può andare a votare.Ritornando alla situazione in vista dell’appunta-mento elettorale, si ipotizza una ricandidatura del-l’attuale sindaco Matteo Dal Pozzo che con la li-sta “Gente di Rotzo” nel 2006 raccolse 195 voti

Il comune di Rotzo, in collaborazione con l’Azienda Sa-nitaria ULSS 3 Dipartimento Prevenzione e Promozionedella Salute, invita ad un incontro informativo sulla “DO-NAZIONE DI ORGANI E TESSUTI” che si terràvenerdi 25 marzo 2011 alle ore 20,30 presso la Salaconsiliare del Comune di Rotzo. Saranno presenti ildott.LUIGI ROSSATO del Dipartimento di Prevenzio-ne e l’Assistente Sanitaria LIONELLA LORENZI delServizio Educazione Promozione Salute.

SABATO 19 MARZO:

DEA

Si avvicinano le elezioni amministrativeSi andrà al voto a maggio - Per il momento nessun dato certo e nessun nome sicuro - In caso

di una sua ricandidatura il sindaco uscente Dal Pozzo dovrà rimaneggiare la sua squadra

(pari al 42,67% dei votan-ti) in una tornata elettora-le che vide 3 liste in com-petizione per la seggiola dis indaco . Un confrontoe le t tora le v in to “alfo tof in ish” dis tanziandodi soli 27 voti la lista “In-sieme per Rotzo” di CarloCunico, mentre la lista ci-vica “Due torri” di LorettaSlaviero in Tondello rima-se più lontana con 94 voti(il 20,57%) raccolti.

Un Dal Pozzo che sta ancora riflettendo, lontanoda una decisione definitiva e che, sempre secondo“radio patata”, si troverebbe comunque a doverrimaneggiare la sua squadra per la rinuncia di al-cuni componenti tra cui, sempre con i se e i pare,dell’attuale vicesindaco con delega alla cultura e al-l’educazione Laura Segna, Fabrizio Carnino già as-sessore ai lavori pubblici e Lucio spagnolo, attualepresidente della Comunità Montana. Un totale di 69

voti raccolti nell’ultima tornata elettorale che saràfaticoso sostituire.Tanto più se Spagnolo deciderà di presentarsi con unalista sua. Ipotesi a cui Spagnolo risponde con un’al-zata di spalle e un “no comment”, ma che pare siacaldeggiata da più di un’amministrazione altopianese,in particolare per garantire una continuità nellaconduzione della Comunità Montana in un momentocosì delicato per l’ente, ma anche, con il “pare”sempre d’ordinanza, da molti cittadini.Più possibi l is ta a r ipresentarsi in buona parteuguale alla compagine del 2006, sembra la listadell’attuale minoranza “Insieme per Rotzo” doverimane da definire il nome del candidato sindacopiuttosto che i nomi dei candidati consiglieri.Outsider per ora nel gioco elezioni amministrativerotzesi 2011 sono l’altra candidata sindaco del2006 e attuale consigliere di minoranza LorettaSlaviero e l’ex sindaco Edoardo Sartori che vinse leelezioni nel 2004, ma poi diede le dimissioni per contra-sti con la sua maggioranza portando alcommissariamento del Comune per oltre 15 mesi.

Gerardo Rigoni

ROTZO

Incontro sulla donazionedi organi e tessuti

12l’AltopianoSabato 19 marzo 2011

8

ROANA

La Testimonianza di Vittorio raccoltanel 2009“All’armistizio stavo vissin a Gap, me sonsalvà co ‘na guida francese che me gacompagnà fin al confine. Simo rivai in ValStretta e là gavimo butà via le armi, zo soun pozzo e semo vignù fora a pìe. Ghemotrovà ‘na signora che xe vignesta a Cesunade me pupà a dirghe che’l vegna a torme.Più che brava! Me pupà xe vignesto esemo tornai casa. A Torino se ghemofermà, me pupà parlava un po’ de tede-sco, da tigner a bada i tedeschi e semovegnesti fora con Cristiano Carpane, ami-co mio e un altro da Schio. Semo sta un po’sbandai e po semo ‘ndai con i partigiani de laGaribaldi, tuti de Cesuna; Porto Arturo, chestava vissin casa mia, Dal-la Costa che abitava lì soto.Stavimo in Malga Sunio, alleGrube, so le Bronzare, unpo’ da par tuto. Bisognavaspostarse e l’ultima volta alMonte Cengio, là fasevo elcogo. Ancora i se ricorda de‘na polenta granda cussìrebaltà sora i sassi…magnàtuta!I fascisti me ga ciapà in pae-se e i me ga portà a Asiagonella caserma dei carabinieride adesso, i me ga meso zoso ‘na caneva, mi e ‘l ToniTonela, l’Arturo Castello, lài ne ga interogà e dopo i nega portà dove che ghe xera

Cesuna. L’addio all’alpino Vittorio

E’ mancato l’alpinocombattente e resistenteVittorio Valente Poi (1921)Vittorio compì vent’anni in piena rivolta del Montenegro,che culminò con la battaglia di Pljevlja del 1 dicembre1941, quando la divisione Pusteria riuscì a romperel’accerchiamento dei partigiani Jugoslavi. Non fu unadelle pagine migliori scritte dall’esercito italiano d’oc-cupazione e laggiù morirono molti giovani compaesanialtopianesi. In seguito Vittorio partecipò all’occupa-zione della Francia e dopo l’Armistizio, rientratofortunosamente a Cesuna, come la maggioranza dei reduci, passò dall’altra parte,dalla parte giusta della guerra di liberazione col nome di battaglia “Taffari”, su-bendo poi le torture dei nazifascisti e l’incendio della casa paterna.

Treschè Conca riavrà la sua campana, quella rottasiverso la fine di marzo dello scorso anno. Poco primadella Pasqua 2010, infatti, mentre le campane dellachiesa parrocchiale stavano suonando in occasionedi una messa feriale, improvvisamente si è sentitoun forte botto e subito dopo il loro suono è cambia-to, risultando dissonante. Don Stefano Margola,parroco del paese, ha immediatamente intuito chec’era qualcosa che non andava, e la conferma l’haavuta qualche giorno dopo, a seguito del sopralluogodei tecnici della ditta che si occupa della manuten-zione delle campane, che hanno confermato la rot-tura con una lunga crepa della cosiddetta campana“grande”. Un danno che a seguito di una periziaaccurata è risultato irreparabile, e che ha portato ilparroco e il Consiglio per gli affari economici a decideresulle modalità di sostituzione della campana, organizzan-do innanzitutto un incontro pubblico per coinvolgere nella de-cisione i parrocchiani. “Ritengo che le campane per la co-munità cristiana di un paese – spiega don Stefano – abbia-no un significato importante. Esse convocano e richiama-no il popolo di Dio alla preghiera, lo informano sugli eventipiù importanti di una comunità tra cui la nascita e il transi-to al cielo dei suoi figli. Per il paese e i suoi abitanti sonoun elemento simbolico che scandisce e accompagna ap-puntamenti quotidiani e quelli più solenni. Nell’immediatodopoguerra i nostri avi hanno fatto grandi sacrifici pernon far mancare al paese il suono delle campane, e rite-nendo fosse motivo di orgoglio per tutti poter contribuire

“Le campane uniscono gliuomini e li fanno fratelli…”Inizia così il lato B del disco45 giri “L’Altopiano dei SetteComuni – Ai suoi emigranti”,registrato agli inizi degli anni’70 con l’intento di portare aitanti emigranti sparsi nei varicontinenti il suono delle cam-pane dell’Altopiano. La paro-le di don Stefano sull’impor-tanza rappresentata per la co-munità di un paese dalle cam-pane della propria chiesa, mihanno fatto ricordare il discoche a Radio Asiago negli anni’80, quando al top dei pro-grammi c’era quello riservatoalle dediche con auguri e i sa-luti accompagnati da un branomusicale, era richiestissimo.Significa che, non solo per chiaveva ricevuto il disco da emi-grante, le emozioni e i ricordidati dal caratteristico suonoemesso dalle campane dei varipaesi erano sempre intensi. Ildisco, il cui testo era stato scrit-to e inciso da GiampaoloPesavento Nes, all’epoca eraintrovabile, e per ascoltarlo al-lora lo si richiedeva alla radio.La copertina rossa, sulla qua-le era disegnata la processio-ne della rogazione, a furia diessere presa in mano, era piut-tosto malconcia …. chissàdove sarà finito quel “cimeliostorico”?! “Di torre in torre,si chiama quel suono, nelleterre che furon sorelle, sì fie-re del proprio passato” …Ricordi, che riaffiorano ancheperché oggi, per riascoltare gli

Rotta la “campana grande” di Treschè Concaverrà sostituita da una nuova, fedelmente riprodotta

Raccolta la somma necessaria, grazie alla generosità dei parrocchiani, si attendeil ripristino della torre campanaria, non appena completato l’iter burocratico

con le proprie forze al ripristino completo della torrecampanaria, abbiamo inteso coinvolgere direttamente i par-rocchiani, comunicando il preventivo di spesa per la sosti-tuzione della campana e facendo poi arrivare a casa unalettera con allegata una busta per le offerte, lasciando li-bero ognuno di scegliere se e come contribuire”. Nel bollet-tino parrocchiale sono statepuntualmente rese note le of-ferte giunte via via, fino a quan-do si è raggiunta la somma dicirca 17.500 euro, necessariaall’acquisto della nuova cam-pana. A questo punto la gentedi Treschè Conca è stata nuo-

vamente invitata a un incontro pubblico tenutosi in chiesauna sera di fine febbraio, durante il quale, oltre a confermareche la campana verrà rifatta identica a quella precedente, siè deciso di far fondere quella rotta, che alcuni avrebbero pre-ferito conservare per ricordo. Valutate le ulteriori spese chequesto avrebbe comportato, si è alfine optato per la fusione. Lastoria delle campane è stata ricostruita sulla base di quanto ri-portato negli archivi della cronistoria parrocchiale: costruite nel1908, avevano subito danni nella prima guerra mondiale. Furo-no successivamente tolte dal campanile, presumibilmente nel1942-43, a causa di ordini nazisti, per venire poi ripristinate, doporifusione, il 27 gennaio 1946 e benedette dal Vescovo il 26 ago-sto del 1947. La campana grande venne dedicata ai caduti dellaguerra: in essa c’è scritto “Vivete in Cristo o morti della guerra,per voi memore prece cui sulla terra io chiedo ai superstiti”,scritta che verrà riportata nello stesso modo nella nuova cam-pana. Il ripristino della torre campanaria avverrà non appenaavuto parere favorevole dall’autorità competente e completatole necessarie fasi burocratiche. Intanto in paese si sta già pen-sando a organizzare una bella cerimonia per salutare l’eventoin modo partecipe e sentito. Silvana Bortoli

A proposito di campane...oltre sei minuti con i suoni del-le campane dell’Altopiano e lapoetica frase dedicata a ognipaese, basta andare suYoutube, ed ecco che anchequel brano si può sentire ovun-que e in qualsiasi momento! Ea proposito di sentimenti edemozioni legati al suono dellecampane e a vecchi ricordi,sempre in internet ho trovatoun brano di un racconto trattodal libro “L’intimo intreccio –storie di cibo e di gente” diGiovanni Tonzig (Bietti edito-re) in cui l’autore descrive sen-sazioni e sentimenti legati alsuono delle “nostre” campa-ne, che udiva quando da bam-bino veniva in villeggiatura aGallio con la famiglia. Ve lo pro-poniamo. “A cena non c’era-no radio accese, e tantomeno televisori, cheavrebbero cominciato aimperversare nelle casesolo una dozzina d’annipiù tardi: il rumore eraquello del desco, le sto-viglie, le voci. A un trat-to, mentre ancora erava-mo a tavola, la campanacominciava a suonare:era l’Ora di notte. Non homai più sentito un suonodi campana altrettantobello. La campana batte-va, batteva, sempre lastessa nota, sempre lastessa, nel grande silen-zio dell’altopiano, mentremorivano le luci del tra-monto. Anche la grandecasa diventava silenzio-

sa, tutti ascoltavano: eracome una voce, chiamavae chiamava, e cose lonta-ne, cose care e perdutesembravano passarti ac-canto e sfiorarti, e ti sen-tivi pungere il cuore. Annipiù tardi, quando erava-mo più grandi, al suonodella campana io e miofratello ci alzavamo datavola, uscivamo nelgiardinetto sul retro dellacasa per sentire meglio,stavamo lì a guardare ilprofilo nero del grandecampanile,distante un tre-cento metri, stagliarsi sul-la striscia infuocata delt ramonto:asco l tavamofino all’ultimo rintocco,poi rientravamo, e dopo perun po’ si faceva fatica a par-lare. A mezzogiorno, invece,c’era il grande concerto. Chisi trovava sulle alture, comea noi sempre capitava nellebelle giornate di sole, senti-va entrare in scena, perprimo,il campanile di Asiago.Poi, uno dopo l’altro, attac-cavano, ognuno con unapropria voce diversa, i cam-panili di tutti i paesid e l l ’ a l t o p i a n o :Camporovere, Gallio,Roana,Canove, Cesuna...Era un concerto immenso:durava diversi minuti, allafine l’aria, il cielo restava-no ancora a lungo pieni divibrazioni, di suoni vagan-ti, di echi”. Silvana Bortoli

le armi, verso el Belocio, ogni volta che passovedo la casa e stago male. I ne ga messo elfilo de drio le rece e i ne ga fato le scosseeletriche, me go trovà lungo disteso, sangueda la boca, i volea savere dove ghe giera le armi,prima el Solidio, secondo mi, e terzo Tilio Carpane,morto in Australia. Nessun ga parlà, guai se disevodele armi, i me fusilava. Dopo i me ga portà aMontecchio Maggiore coi fascisti, in attesa e dopouna parte semo vignù a Bassan, dove che semoriussii a scapare e tornare su al Belocio a pìe,dove che ne spetava i paesani e dopo semo tor-nai ne le formazioni partigiane. A Campomezzaviaghemo incrocià ‘na curriera de tedeschi e semoscapà via par miracolo; prima de rivare a Concoi partigiani la ga fata saltare. Quando che i gabrusà el paese xero sul monte Cengio che

fazevo el cogo, semo vignùzo par la Conca Bassa epar la Volta Scura semovignù qua da drio el Para-diso, dove i me ga fermà ei me ga dito che i megaveva brusà la casa. Làghe xera me pupà che’l gafato ‘pena in tempo debutar fora la stua! I ultimijorni con l’Arturo Carpaneghemo portà na cariola deesplosivo a Campielo, doveghemo fato saltare la stra-da, i tedeschi alora ga deviàpar Pedescala e ghi na fatona strage.”

Giorgio Spiller

13Sabato 19 marzo 2011

l’Altopiano8Al Ristorante con il Caseificio Pennar Asiago

SERVIZIO REDAZIONALE

La ricetta

Trattoria Tre Fontida Elena e Massimo

un mix di cucinaveneta e piemontese

Fondere due tipi dicucina, la tradizioneveneta e quella pie-montese, per pro-porre un menù chesi differenzi, un mixdi piatti rielaboraticon ricette e prodottitipici di una regionee dell’altra. L’idea èvenuta a Elena eMassimo, luiasiaghese, lei arrivatasull’Altopiano dai dintorni diTorino. L’esperienza di chefdi lei e quella di cameriere disala di lui, insieme alla pas-sione per la ristorazione, han-no fatto rinascere un localeche ha conosciuto alterne vi-

“Nei formaggi del Pennar ho trovato degli alleati preziosi”“Meno male che qui c’è ilCaseificio Pennar, nei cui for-maggi ho trovato degli alleatipreziosi per la mia cucina! –dice Elena – Grazie anche alladisponibilità dei commessi deidue spacci, sempre pronti adare spiegazioni, consigli esuggerimenti, sono riuscita aproporre alcune ricette tipichedella mia regione sostituendoi formaggi di lì con quelli pro-dotti dal Pennar. Dopo varieprove, ho trovato nel Pennaroneil formaggio ideale per fare unafonduta davvero buona, che ser-ve per preparare varie ricette,come ad esempio i due antipa-sti che propongo ai lettori delgiornale. Mi piace sperimenta-re nuovi abbinamenti, recente-mente ho inventato un nuovoprimo piatto con la caciotta delPennar: tagliata a metà e svuo-tata del suo interno, la presen-tiamo a tavola come conte-nitore di raviolini piccolissi-mi ripieni di ricotta e porcinie spadellati con una creminaricavata dalla pasta dellacaciotta”. Fra i piatti tipicipiemontesi e quelli che inve-ce nascono da una miscelafra piemontesi e veneti, al TreFonti si possono gustare gliagnolotti al sugo d’arrosto, labagna cauda, la tartrà (rivisitata

Sono due antipasti quelliproposti dal Tre Fonti,che partono da unauguale preparazione,ovvero la fonduta con ilPennarone, che va ta-gliato a fettine sottili efatto sciogliere lenta-mente in una piccolabesciamella preparatacon farina, burro e unpo’ di latte. La fondutava servita poi nell’appo-sito conte-nitore con illumino sottoche mantie-ne il caloree arricchitacon un cuc-chiaio dicrema diporcini (vabene quella che si trova già pronta) e dadadini di polenta riscaldata in forno. Al TreFonti usano la polenta di farina di Storo, dalcolore e sapore più intensi, molto apprezzataanche con la carne alla brace. Per prepararel’uovo pochè, si mettesul fuoco un pentolinod’acqua con dell’ace-to di vino rosso (2-3cucchiai di aceto inmezzo litro d’acqua),quando la preparazio-ne inizia a sobbollire sifa scendere lentamen-te l’uovo in preceden-za aperto su un piattino(sono operazioni sem-plici, che richiedonoperò cautela perchél’uovo possa rimane-

cende, la Trattoria Tre Fontidi località Rodeghieri. Pianopiano è avvenuta una tra-sformazione, sia a livello diproposte culinarie che di am-biente: l’atmosfera intima eaccogliente del locale di pic-cole dimensioni, è stata esal-

tata dall’introduzionenel 2009 del caminoa vista,ubicato pro-prio in un an-golo dellasala, dove sicucina carnealla brace di-r e t t amen tedavanti allaclientela. I

particolari che richiamano lavita locale di un tempo, comeil “bigòlo”, la “mònega”, vec-chi sci, attrezzi della tradizio-ne contadina, e poi alcuni ori-ginali dettagli negliallestimenti delle tavole, con-tribuiscono ad accogliere la

clientela in un ambiente dav-vero piacevole, caldo e fami-liare, pur con le sue ricerca-tezze. “Abbiamo preso ingestione il “Tre Fonti” nelmaggio del 2008 – racconta-no Elena e Massimo – dopo

un periodo in cui rimanevaspesso chiuso, e all’inizio nonè stato facile rimetterlo incarreggiata. Siamo partiti conl’intento di proporre piatti di-versi per differenziare la no-stra offerta, scegliendo mol-te specialità piemontesi, alcu-ne rivisitate adattandole aisapori tipici veneti. Dopo nu-merose prove e

sperimentazioni siamo riuscitia mettere a punto dei piattiche la clientela ha impa-rato ad apprezzare e achiedere. L’introduzionepoi nel 2009 del caminoper cucinare carne allabrace ci ha dato un ulte-riore stimolo per allarga-re la nos t ra of fe r ta equindi anche la clientela”.

con radicchio di Treviso eVezzena dei Pennar), i tajarincon ragù d’anitra: si tratta ditagliolini molto sottili, tagliati colcoltello, che in Piemonte si ser-vono con ragù bianco di coni-glio, in questo caso sostituisco-no i nostri bigoli, e vengonoconditi con un ragù d’anitracotta alla vecchia maniera esminuzzata con le mani.Tajarin, maccheroni, ravioli etutte le paste sono di propriaproduzione; alla brace si cuo-ciono poi vari tipi di carne lo-cale, come le fiorentine, il pol-lo, ma anche i tomini. Nelcarrello dei formaggi c’è spa-zio per quelli piemontesi, ol-

tre che per le varie produzionidel Caseificio Pennar, mentre trai dolci citiamo il bunet al ciocco-lato e amaretto, una sorta di bu-dino tipico sempre del Piemontee la fonduta di cioccolato.“Abbiamo già avuto modo diproporre serate a tema concucina piemontese – prose-gue Elena – che hanno ri-scosso un buon successo, eper questo intendiamoriproporle, anche su richie-sta”. Insomma, delizie e sa-pori tutti da scoprire insiemealla buona selezione di viniproposta dal locale, che pra-tica prezzi contenuti e dun-que accessibili a tutti.

-Fonduta all’Asiago con crema di porcini e polenta a fette-Uovo pochè, crema di Pennarone e salsa al tartufo nero

re intero). L’aceto fa in modo che l’albume sirapprenda, mentre il tuorlo rimane morbido.Dopo due-tre minuti di cottura, prestando at-tenzione che l’acqua bolla sempre molto len-tamente, si scola l’uovo, lo si mette in un bic-chiere, si copre con la fonduta di Pennarone,

infine si fa uno strato di salsa al tartufo, fattascaldare con un po’ di latte, in modo che il sapo-re non sia troppo forte. Ne risulta una prepa-razione originale in tre strati, dai toni delicati,che si gusta con il cucchiaio.

PENNARONE PENNARQuesto prodotto assemblale caratteristiche migliori

dei formaggi dolci dell’arcoalpino, il suo sapore infattirievoca caratteristiche tipi-che dell’ formaggio Asiago,

del Latteria e del Fontinaarmoniosamente unite con

sapiente maestria.

14l’AltopianoSabato 19 marzo 2011

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Errata Corrige In merito all’articolo “Le contrade

sperdute della Val Frenzela il Buso, Ronchi,Bonur, Ribenach” apparso sul numero 341del giornale del 5 marzo un nostro lettoreAndrea Alberti intende precisare cheRibenach si scrive con “ch” finale e chel’ultima unica famiglia ivi residente non èla famiglia Lunardi bensì la famigliaAlberti composta dai coniugi Alberti Attilioe Lunardi Elia. Inoltre il decano dellecontrade risulta essere a tutt’oggiErmelindo Schivo, classe 1922. Ringra-

ziamo l’attento lettore per le puntualizzazioni. Mai fidarsi delprimo che si trova per raccogliere informazioni,meglio sempre confrontarle con quelle di altri re-sidenti, e magari siano questi profondi conosci-tori della storia locale. Per quanto riguarda lafamiglia Lunardi citata nel brano del numeroscorso del Giornale, è quindi appurato chel’Attilio da noi citato risiede presso contràBonur, il quale ci dice: “da una decina di annirinominata Contrada Lunardi”. Cogliamo infi-ne l’occasione per salutare il decanoErmelindo Schivo, classe 1922! G.D.F.

Stile, eleganza e profes-sionalità: sono le caratte-ristiche checontraddistinguono dasempre il Salone Ketty -Centro benessere cute ecapelli per donna e uomo,sito in via Jacopo Scajaroad Asiago. KettyRodeghiero, qualificataprofessionista ormai di lun-ga esperienza, affiancatadalla valida collaboratriceAlessia, è sempre attentaad ampliare con nuoveproposte la già vasta offer-ta per la bellezza e la sa-lute dei capelli. L’ultimanovità che ha voluto intro-durre nel proprio negozioriguarda i trattamenti per labellezza maschile. Anchel’uomo, sempre di più, ri-cerca un look giovane enaturale e i più maturi,come le donne, si trova-no a combattere contro icapelli bianchi. Kettyinvita a provareElements di Demeral,il nuovo sistema di co-lorazione maschile,professionale e sicu-ro, per mascherare icapelli bianchi inmodo naturale einsospettabile.Uno dei vantaggi,al di là del buonrisultato garanti-to è la velocitàdell’applicazio-ne: in 5 minuti,cioè nel tempo diuno shampoo, si ot-tiene un effetto estre-mamente naturale. Icapelli bianchi ven-gono mascherati contonalità maschili fred-

de, senza colorare i capellirimanenti, evitando cosìl’indesiderato “effetto ca-sco”. I prodotti usati, chenon contengono ammoni-aca, non solo proteggonoe svolgono un’azione anti-age, ma rinforzano i ca-

pelli rendendoli morbi-di e levigati. Inoltre

non provocanessun effettoricrescita inquanto si atte-nua progressi-

vamen-te in

5 -6

Non solo capelliIl salone Ketty si prende cura anche delle vostre mani,con trattamenti di bellezza, e con la cura e la decora-zione delle unghie secondo le più moderne tenden-ze. Nel negozio trovate anche tanti e particolari ac-cessori moda: dalle borse alle cinture, dalle collaneagli orecchini e monili vari.

Quest’anno il Carnevale è stato lungo, ma non è statofesteggiato come da tradizione, almeno ad Enego. E’ sta-to decisamente sotto tono, sono mancate: la tradizionalefesta in piazza per i ragazzi e la festa in maschera a scuo-la; le uniche a tener viva la consuetudine del Carnevalesono state le suore della scuola materna e le mamme delpaese che, come hanno potuto, hanno cercato di animarele giornate dei ragazzi. Presso la scuola materna, il pome-riggio del giovedì grasso, hanno fatto festa i bambini piùpiccoli, e alcune mamme hanno messo in scena un brevespettacolo che, riprendendo il tema conduttore dell’annoscolastico, l’alimentazione, hanno oltre che divertito pas-sato un messaggio importante per la salute e l’educazionealimentare dei giovani. Il giorno successivo, venerdì, si ètenuta invece, sempre presso la scuola materna, la cenadedicata e riservata esclusivamente alle donne del paese,e anche quest’anno, a chiusura della serata, la Confrater-nita del Bagolo, ha messo in scena un divertente spetta-colo. Nel corso delle tre giornate conclusive del carneva-le, un altro appuntamento ha particolarmente fatto diver-tire i ragazzi delle elementari e medie: la gare di sci di finecorso, il 4° trofeo eneghese.Il trofeo è organizzato dal circolo parrocchiale Noi, dadon Andrea Finco e da alcuni maestri di sci, di fondo ediscesa di Enego, coadiuvati inoltre da altri genitori e gio-vani di buona volontà.Anche quest’anno il corso che dura circa un mese e mez-zo e prevede 1 lezione a settimana nelle 2 diverse specia-lità, ha coinvolto e divertito numerosi ragazzi, a conclusio-ne della positiva esperienza poi, come ormai vuole tradi-zione, si sono svolte, con massimo ordine e precisione,presso gli impianti di Valmaron, le gare. A coronare il tuttoinfine, una vivace festa durante la quale sono avvenute lepremiazioni. Stefania Simi

Ad Enego un Carnevale sottotono

settimane. Insomma, unmodo semplice per di-menticare i capelli bianchie rimanere se stessi.In tema di colorazione,oggi il Salone Ketty, è ingrado di andare incontroalle esigenze delle donneche tra lavoro e famiglia,sono sempre più impe-gnate ed hanno sempremeno tempo da dedicarea se stesse. In soli dieciminuti è possibile colora-re i capelli grazie a un pro-dotto con ammoniaca chepermette di ottenere unacapigliatura perfettamentecolorata nel modo più ve-loce possibile. Se inveceil tempo non è un proble-ma, vale la pena provareil colore con olii essenzia-

In cinque minuti ti coloro i capelliAl Salone Ketty, da sempre garanzia di professionalità, l’innovativo servizio

di bellezza maschile per mascherare elegantemente i capelli bianchi

li, totalmente privo di am-moniaca.Ketty offre inoltre una va-sta gamma di trattamentipersonalizzati e di spe-cifici programmi di puliziadel cuoio capelluto, mas-saggio, linfodrenaggio,stimolazione microvascolare profonda cheunit i ad un accuratocheck up completo, con-sentono di affrontare erisolvere i problemi dicute e capelli. E poi siconsiglia di provare gliimpacchi idratanti, nu-trienti, riparanti e fortifi-canti in grado di donareelast ici tà, forza ebrillantezza al capello.

Servizio redazionale