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Centro Studi Documentazione e Valutazione VGR PP RC 04 13 I risultati dello studio valutativo sugli Esiti dei programmi del Centro di Solidarietà di Pescara a cura di Annalisa Pomponio Pescara, 30 Gennaio 2014

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Centro StudiDocumentazione e Valutazione

VGR PP RC 04 13

I risultati dello studio valutativo sugli Esiti dei programmi

del Centro di Solidarietà di Pescara

a cura di Annalisa Pomponio

Pescara, 30 Gennaio 2014

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A questo 4° Studio di Follow up, il cui report è a cura di Annalisa Pomponio (sociologadel Centro Studi), hanno collaborato:

Anna Durante Petrore (Presidente del Centro di Solidarietà di Pescara)

Antonia Arganese (Responsabile Formatori)

Gabriella Sclocco (Segreteria)

Un ringraziamento particolare è rivolto a Ilaria Di Credico, sociologa e collega delCentro Studi, per la parte relativa all’inserimento dei dati e all’elaborazione grafica.

Un ringraziamento molto speciale è rivolto a tutti gli ex utenti che, avendo aderito al4° Studio di Follow up, hanno fatto in modo che esso si potesse realizzare.

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Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano,

ma se non ci fosse quella gocciaall'oceano mancherebbe.

Madre Teresa di Calcutta

…la valutazionepuò divenire

un’occasione importanteper la crescita professionale

e la motivazione degli operatori psicosociali,

così come delle organizzazioni,se viene realizzata

innescando un processo di scambio e riflessione.

tratto da Costruire e valutare i progetti nel sociale, L. Leone, M. Prezza

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Indice

Introduzione, di Anna Durante Petrore pag. 5

PARTE PRIMA: CONCETTI GENERALI1.INTRODUZIONE, OBIETTIVI, METODOLOGIA E OSSERVAZIONE

1.1 Introduzione allo studio pag. 71.2 Gli obiettivi dello studio pag. 81.3 La metodologia valutativa pag. 91.4 Osservazione del gruppo pag. 11

PARTE SECONDA: LA VALUTAZIONE DELL’OUTCOME2.STUDIO DI FOLLOW UP SULLA VALUTAZIONE DELL’OUTCOMEDEL PROGRAMMA EDUCATIVO E RIABILITATIVO“PROGETTO UOMO”

2.1 Analisi del campione pag. 152.2 Situazione socio-anagrafica pag. 162.3 Situazione rispetto alle sostanze pag. 172.4 Situazione rispetto all’alcool pag. 182.5 Situazione socio-lavorativa pag. 202.6 Situazione familiare pag. 222.7 Situazione tempo libero e volontariato pag. 242.8 Soddisfazione personale pag. 262.9 Conclusioni pag. 27

PARTE TERZA: CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

3.COMPARAZIONE DEI DATI EMERSI: 1°, 2° 3° e 4° STUDIO pag. 30

4.CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE pag. 32

BIBLIOGRAFIA pag. 33

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INTRODUZIONE

di Anna Durante

Nel 1985 nasce il programma riabilitativo per il recupero dalle tossicodipendenze edue anni dopo nascono i “Gruppi Speciali”, un nuovo percorso educativo per adolescentiche esprimono il loro malessere con l’uso di sostanze, l’abbandono scolastico, ilconflitto con le figure genitoriali. Entrambi i servizi utilizzano il modello di intervento“Progetto Uomo”, un programma psicoterapeutico per persone tossicodipendenti di cuiDon Mario Picchi, a Roma, è stato l’iniziatore.Risale al 2001 il primo studio di follow up fatto dal Centro di Solidarietà di Pescaraper indagare e valutare l’efficacia del metodo di intervento utilizzato.Nel 2005 il nostro Centro ha prodotto il II studio di follow up ed è stato anchecoinvolto in uno studio di follow up dei “Trattamenti per la cura e la riabilitazionedegli stati di tossicodipendenza”, organizzato dal Dipartimento di Medicina legaledell’Università di Pavia in collaborazione con il Dipartimento di Sociologiadell’Università di Bologna e con il Ministero della Salute.E’ stata un’occasione preziosa per far conoscere l’efficacia del nostro interventoterapeutico oltre i confini regionali.Quello che presentiamo è il IV studio di follow up. E’ molto importante per noicontinuare a valutare l’efficacia dell’intervento riabilitativo proposto nei nostri servizisia per comunicare all’esterno la nostra esperienza, sia per dare visibilità al nostrolavoro dentro una cornice di scientificità per incentivare la collaborazione con iservizi pubblici e per aiutare sempre meglio chi ne ha bisogno.Portare a termine un programma riabilitativo non consiste solo nello smettere l’uso disostanze, ma significa offrire l’opportunità di un cambiamento radicale della qualitàdella vita futura della persona che è rimasta intrappolata nella tossicodipendenza. Sitratta di aiutare la persona ad affrontare la realtà, a costruire una vita affettiva,relazionale e lavorativa con responsabilità ed onestà.E’ evidente come non sia così semplice fare uno studio di follow up in un contesto cosìcomplesso. Tuttavia noi crediamo nel valore straordinario della persona e delle suerisorse come pure avvertiamo la responsabilità di continuare ad essere testimoni disperanza. Nel dare appuntamento al prossimo follow up, inviamo a tutti un cordiale saluto.

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PARTE PRIMA:

CONCETTI GENERALI

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1.INTRODUZIONE, OBIETTIVI, METODOLOGIA E OSSERVAZIONE

1.1 Introduzione allo studio

Il Centro di Solidarietà di Pescara, con la realizzazione del 4° Studio di Followup, prosegue con l’attività di rendere palesi gli effetti (outcome) della propostametodologico-educativa “Progetto Uomo”.

Questo studio, come i precedenti tre, non ha alcuna pretesa di esaustività, mavuole soltanto fornire ulteriori riflessioni e indicazioni circa un’area arida di risultati,in quanto “una delle principali difficoltà del lavoro nel sociale è quella della verifica dellavoro svolto, soprattutto nei suoi aspetti qualitativi e non meramente quantitativi”(Merlo e al., 1998).

Ad oggi, infatti, sono limitati gli studi e le ricerche inerenti la valutazione degliesiti del trattamento nell’ambito delle tossicodipendenze. Soltanto negli Stati Unitiesiste, da oltre trenta anni, l’attenzione rivolta alla valutazione degli esiti conparticolare attenzione alla valutazione dell’outcome.

In Europa, questa attenzione è focalizzata soprattutto alla valutazionediagnostica che si realizza nella fase iniziale di un trattamento; il concetto divalutazione, distinto in valutazione diagnostica, valutazione dei processi e valutazionedell’outcome, non è ancora compreso e utilizzato nella sua complessità. E quei lavoriche analizzano solo un aspetto della valutazione, e non l’intero processo riabilitativo, sipossono considerare lavori parziali. Pertanto la valutazione dovrebbe essereconsiderato uno strumento metodologico che abbraccia l’intero trattamento, dallecomponenti ai processi agli effetti.

Anche in Italia, gli studi1 di tal genere scarseggiano sia perché le ComunitàTerapeutiche sono restie a rendere di dominio pubblico i risultati del proprio lavorosia perché, ad oggi, non tutte le Comunità sono dotate di supporti e archiviinformatizzati. In questo panorama così scarno, è da segnalare il contributo di A.Ascari e M. Dondi su “La valutazione dei risultati nelle comunità terapeutiche:un’esperienza di laboratorio”, pubblicato su “Outcome. La valutazione dei risultati el’analisi dei costi nella pratica clinica nelle tossicodipendenze” di G. Serpelloni, T.Macchia, F. Mariani del 2006. Studi di questo tipo andrebbero incentivati sia peruscire dalla “trappola” dell’autoreferenzialità (aspetto tipico del privato sociale) siaper avere dati sempre più aggiornati riguardo una realtà così complicata come quelladella tossicodipendenza. Proprio in questo ambito così complesso, occorre incentivaree lavorare sui tre processi: valutazione diagnostica (“definisce un profilo di gravitàdella salute del soggetto tossicodipendente…”) , dei processi (“la verifica delle

1 Il primo studio risale al 1994 ed era una ricerca sui percorsi di vita di 711 ex-ospiti di San Patrignano; il secondostudio risale al 2005 ed è uno studio multidisciplinare di ritenzione in trattamento e follow up su ex residenti diSan Patrignano (“Oltre la comunità”, dei proff. Manfrè, Piazzi e Polettini).

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attività progettate per la realizzazione del programma terapeutico…”) e dell’outcome(risultati) che riguarda appunto “la misura del miglioramento e dei cambiamentiottenuti con l’erogazione del programma terapeutico nei confronti dell’utentetossicodipendente”. “In questo senso, il risultato è esclusivamente misurato sullecapacità del programma di produrre dei cambiamenti in diversi ambiti, quali adesempio sul miglioramento della qualità della vita, l’inserimento socio-lavorativo, lecondizioni economiche e sociali, il rapporto con le sostanze, il riequilibrio psico-patologico….”2.

L’esperienza del Centro, da più di venticinque anni nel campo delle dipendenze,tenuto conto della tossicodipendenza come sindrome recidivante3, porta a considerareil concetto di esito in questo senso: il superamento delle condizioni di abuso disostanze e il miglioramento della qualità della vita; l’outcome, quindi, misura i realicambiamenti avvenuti nella vita di una persona con problemi di dipendenza da sostanzepsicotrope dopo la conclusione dei trattamenti riabilitativo ed educativo.

Pertanto questo lavoro di valutazione globale, con tutti i limiti che ci sono stati,costituisce il quarto bilancio del lavoro terapeutico-educativo svolto dal Centro diSolidarietà di Pescara.

1.2 Gli obiettivi dello studio

Questo progetto di valutazione degli outcome nasce “da un’idea” del 1998, chenel tempo, è risultata fondamentale.L’idea era quella di verificare la qualità della vita di ex utenti che avevano portato atermine il programma riabilitativo e quello educativo “Progetto Uomo”. Dunque, stabiliti i criteri di tempo (da un minino di 6 ad un massimo di 10 anni dalledimissioni), sono stati realizzati i quattro studi i cui tempi sono raggruppati nelloschema sottostante:

annod’ingresso

anno didimissione

annorealizzazione

studioI Studio 1985_1989 1988_1992 2001II Studio 1990_1994 1993_1997 2005III Studio 1995_1999 1998_2002 2010IV Studio 2000_2004 2003_2007 2013

2 Cfr. P. Ugolini, “Qualità e outcome nelle dipendenze”, Ed. Franco Angeli, Milano, 2005, pag. 133, 134, 135.3 La letteratura e l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) considerano la tossicodipendenza come una“patologia cronica-recidivante” (da “Qualità e outcome nelle dipendenze”, Dibattito europeo e italiano, esperienzein Emilia-Romagna, di P. Ugolini, edito da Franco Angeli, 2005, pag.123). Infatti con il termine di tossicodipendenzasi definisce (OMS) la condizione che spinge l'individuo, in maniera più o meno coatta, ad assumere sostanze(droghe) a dosi crescenti o costanti per avere temporanei effetti benefici soggettivi, la cui persistenza èindissolubilmente legata alla continua assunzione della sostanza, con conseguenze nocive per l'individuo e la società.

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L’obiettivo di questo 4° Studio è quello di: verificare la validità e l’attendibilità dei programmi riabilitativo ed educativo

“Progetto Uomo” a distanza di 10 anni di distanza dalle conclusioni del 2003 e adistanza di 6 anni da quelle del 2007;

analizzare eventuali differenze nei risultati tra i quattro Studi effettuati. Tra il 1° e il 4° Studio sono passati più di 10 anni. In questo periodo sono cambiate lemotivazioni, le modalità di assunzione delle sostanze stupefacenti e lo stesso concettodi dipendenza: si parlava di tossicodipendenza ora si parla di dipendenza, si parlava diuso ora di “consumo, consumo problematico e abuso e tende sempre più ad esseresostituito dal termine anglosassone addiction”4. Pertanto questi Studi nel tempo ci permettono di “vedere” come persone dipendentida sostanze si sono reinserite nel tessuto sociale affrontando conseguenze epregiudizi. Inoltre tramite i risultati di questi Studi, si possono formulare proposte dimiglioramento del metodo “Progetto Uomo”. Questo è il reale senso della valutazione.Infatti l’Osservatorio Europeo sulle droghe e sulla tossicodipendenza ha definito conprecisione che “la valutazione di risultato riguarda gli effetti del programma diprevenzione sul gruppo target. Si propone quindi di mettere in evidenza se l’interventoabbia effettivamente raggiunto gli obiettivi prefissati e quindi se, in quanto tale,possa essere riproposto, modificato o abbandonato”5.

1.3 La metodologia valutativa

La finalità dello Studio è stata orientata alla valutazione dell’efficacia delmetodo “Progetto Uomo”. Nel programma terapeutico analizzato, la conclusione sisuddivide in tre modalità:

1. graduazione, ossia “pieno accordo con i valori e le scelte del Centro diSolidarietà”;2. fine programma, ossia “parziale accordo con i valori e le scelte del Centrodi Solidarietà” (un caso tipico riguarda l’atteggiamento nei confronti dell’alcol);3. fine rapporto terapeutico, ossia “dopo svariati mesi di permanenza inprogramma, interruzione del trattamento basata sul riconoscimento dell’inefficaciadel suo proseguimento6.Rispetto a queste tre tipologie di conclusioni, quella della graduazione è sempre

stata sovrarappresentata; anche in questo 4° Studio si è verificato che l’82,8% delcampione intervistato (tabella 1) ha scelto quale tipologia di dimissione dai programmi,la graduazione.

4 Cfr. G. Lavanco, M. Croce, “Psicologia delle dipendenze sociali. Mondo interno e comunità”, Ed. McGraw-Hill,Milano, 2008, pag. 15 Cfr. Osservatorio Europeo sulle droghe e sulla tossicodipendenza E.M.C.D.D.A., “Le linee per la valutazione delleazioni preventive nel campo della droga”, 1997, pag. 20.6 L’inserimento di questa categoria all’interno dei “successi” è certo opinabile ma si tratta pur sempre di unadimissione dopo svariati mesi di permanenza in programma (infatti, quei pochi casi che si registrano, si verificanonella comunità del Reinserimento, modulo finale del programma di recupero).

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Tabella 1: tipologia di conclusioneEsito v.a. %

Graduazione 53 82,8%Fine Rapporto Terapeutico 3 4,7%Fine Programma 8 12,5%

Tot 64 100,0%

Come per i precedenti tre studi, anche in questo caso sarà interessante vedere

se è emerso uno sbilanciamento in positivo del programma oppure se c’è stata unarielaborazione e una critica costruttiva di quanto appreso nel corso di tutta la duratadei programmi.

Il reperimento delle informazioni del campione da ricontattare è stato, anche inquesto caso, difficoltoso; la signora addetta a questa mansione ha avuto non pochiproblemi sia per la poca funzionalità sia per il non aggiornamento di archivi nominativi7.Nonostante ciò, le difficoltà sono state in parte superate, il campione rintracciato edè stato possibile realizzare anche il 4° Studio di follow up.

Lo strumento di rilevazione utilizzato è stato un questionario i cui items sonostati costruiti tenendo conto sia della versione italiana dell’ASI8 (Addiction SeverityIndex) sia della Cartella Terapeutica (strumento interno attraverso cui si ha unavisione sintetica del processo di cambiamento dell’utente; tale visione si ha tramite laraccolta dei dati anagrafici, la mappa della personalità, il processo terapeutico e leanamnesi personali e familiari).

Il questionario, in gran parte strutturato, con ipotesi di risposte predefinite, èstato suddiviso in 7 aree tematiche:

1. situazione socio-anagrafica;2. situazion4e rispetto alle sostanze;3. situazione rispetto all’alcool;4. situazione socio-lavorativa;5. situazione familiare;6. situazione del tempo libero e del volontariato;7. soddisfazione personale.Uno dei nodi critici (specifico di questi Studi) è dato dall’attendibilità delle

risposte da parte del campione intervistato. Nel caso del nostro Centro, un piccoloaiuto è dato dal permanere di contatti tra alcuni operatori ed ex utenti, contatti cherendono le informazioni ottenute più attendibili. Inoltre l’attendibilità dei dati fornitiè avvalorata dal fatto che, durante ciascun incontro di follow up, i partecipanti hanno

7 Questo è un tratto peculiare delle Associazioni come il Centro di Solidarietà, nate con scopi più che lodevoli mamolto lontani dalla ricerca propriamente detta.8 L’ASI è uno strumento di valutazione dell’outcome sviluppato da McLellan e collaboratori alla fine degli anni ’70presso il servizio per il trattamento delle tossicodipendenze dell’Università di Filadelfia: secondo gli autori ilfenomeno della dipendenza viene considerato come un complesso di problemi psicologici, medici, penali, sociali efamiliari (da “Qualità e outcome nelle dipendenze” di Palombo e Pellegrini, pag. 248).

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“raccontato” spontaneamente della loro vita dopo la conclusione sia del programma direcupero sia di quello educativo.

I partecipanti allo studio sono stati contattati dalla signora addetta dellasegreteria tramite telefonata e missiva9; è stato realizzato un modello (modello UT) incui sono stati registrati codici, tipo di programma, adesioni allo studio e motivazionidella non adesione.

Il periodo scelto per gli incontri di follow up è stato quello del mese di Ottobre 10

2013; sono stati pianificati 5 incontri tenuti dal Presidente del Centro, dalResponsabile dei Formatori e dal sociologo del Centro Studi. Il primo ha spiegato aipartecipanti il motivo dell’incontro; il secondo ha esercitato la mansione di osservatoredel gruppo, compilando di volta in volta una scheda di osservazione11; il terzo haspiegato il significato di studi di tal genere ed ha fornito chiarimenti in merito allostrumento adottato (il questionario).

Pertanto gli incontri sono stati strutturati in questo modo:1. nella prima parte dell’incontro, liberamente, ciascun partecipante allo studio ha

“raccontato” della sua vita dopo il programma;2. nella seconda parte dell’incontro, ciascun partecipante si è soffermato sulla

compilazione del questionario. Gli incontri per questo studio si sono tenuti presso la sede legale del Centro di

Solidarietà, in orario serale al fine di mantenere un setting più neutro possibile.La fase di rilevazione è durata dal 3 ottobre al dì 11 novembre a cui sono seguite,

successivamente, la fase di elaborazione e quella di analisi dei dati.

1.4 Osservazione del gruppo

L’osservazione è “la tecnica principale per la raccolta dei dati sulcomportamento non verbale”; per osservazione partecipante si intende “uncoinvolgimento diretto dell’osservatore con l’oggetto studiato12”; con essa si faesperienza di ciò che si sta studiando, si raccolgono informazioni utili e necessarie alfine di analizzare le caratteristiche peculiari dell’utenza oggetto di analisi. Nel casodel nostro piccolo studio, l’osservazione partecipante ha arricchito i risultati dellarilevazione quantitativa. La sinergia delle diverse tecniche usate ha permesso digiungere a risultati più attendibili e ad avere un quadro più completo.

Nella griglia di osservazione, è stata focalizzata l’attenzione sui seguenti items:

9 Per il ricontatto, è stato ristabilito di usare la coppia “telefonata e missiva”, in quanto la sola telefonata (usatanel 2° Studio) è risultata essere poco efficace; la missiva, inoltre, è stata scritta dal Presidente del Centro, ilquale ha cercato di renderla il più possibile chiara.10 Per il 4° studio, si è deciso di cambiare il mese della realizzazione: si è passati da giugno, mese estivo e pocoincline alla partecipazione a studi di tal genere, ad ottobre, mese ritenuto più consono al fine di ottenere unarisposta più esauriente riguardo il numero dei partecipanti allo studio. E così è stato (vedere parte seconda,paragrafo analisi del campione).11 Per un resoconto più completo, si veda paragrafo successivo, paragrafo 1.4.12 Cfr. P. Corbetta, “La ricerca sociale: metodologia e tecniche”, Il Mulino, Bologna, 2003, pag. 13

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partecipazione attiva; capacità comunicative, suddivise in ascolto, empatia, comunicazione

rappresentativa (come espressione dei propri sentimenti) e rispetto del turno; manifestazione del gruppo, ossia ansia, conflittualità/rabbia, leaderismo e

collaborazione all’interno del gruppo.L’osservatore ha compilato ogni griglia al termine di ciascun incontro riportando

anche riflessioni personali. Si riportano, di seguito, alcune “considerazioni integrali”scritte dall’osservatore “a caldo”, ossia ad incontro concluso.1. “Tutti i partecipanti hanno condiviso con onestà il loro stato di benessere raggiunto,ammettendo che tutte le scelte sono state determinate dai valori riscoperti duranteil loro percorso con il Progetto Uomo ”.2. “Tutti i partecipanti hanno condiviso con lealtà le loro esperienze sia esse positiveche negative; hanno messo in evidenza di come il percorso di cambiamento avviato conil Progetto Uomo, determini ancora oggi i criteri con cui affrontare tutte lecircostanze ”.3. “E’ emerso che basilare è stato l’incontro con Progetto Uomo, anche se il camminodi crescita continua e nel tempo aumenta la consapevolezza dell’esperienza fatta ”.Alcune affermazioni significative di due partecipanti: 4. “Nei momenti di difficoltà, con gli strumenti che il programma mi aveva dato, horeagito e mi sono ripreso in mano la mia vita!”. 5. “Lì ho lasciato un pezzo del mio cuore!””.

Da queste brevi considerazioni riportate, si è creata una sinergia comunicativatra l’equipe dello studio e il campione intervistato.

Infatti anche dall’elaborazione delle griglie compilate, è emersa unapartecipazione “molto attiva” (tabella 2) allo studio da parte del campione e, tra lecapacità comunicative, spicca l’ascolto (pari al 60%).Tabella 2: partecipazione attivaPartecipazione attiva v.a. %Per niente 0 0,0%Abbastanza 0 0,0%Molto 5 100,0%

Tot 5 100,0%

Tabella 3: ascoltoCapacità comunicative: ascolto v.a. %Per niente 0 0,0%Abbastanza 2 40,0%Molto 3 60,0%

Tot 5 100,0%

Non sono state riscontrate né forme di ansia né di leaderismo né di conflittualità .

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Come nei precedenti, il campione analizzato nello studio attuale non si è limitatoad essere un oggetto-passivo ma ne è diventato soggetto-attivo e protagonistafacendo emergere, più di una volta, senso critico e consapevolezza.

Un soggetto-attivo che ascolta, questa è la peculiarità dell’ex utente“riabilitato”: il vero ascolto ammette un contatto profondo, fare silenzio presupponefiducia; la persona che ha perso o non ha fiducia in sé, NON ASCOLTA, si chiude, nonaccoglie e non lascia spazio all’altro. “Parlare è un mezzo per esprimere se stessi aglialtri, ascoltare è un mezzo per accogliere gli altri in se stessi”13. Ogni partecipante allo studio ha ascoltato e accolto l’altro. Ascolto, senso critico econsapevolezza sono stati i perni emersi dagli incontri.

13 Wen Tzu, testo classico taoista.

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PARTE SECONDA:

LA VALUTAZIONE DELL’OUTCOME

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2.STUDIO DI FOLLOW UP SULLA VALUTAZIONE DELL’OUTCOMEDEL PROGRAMMA EDUCATIVO E RIABILITATIVO“PROGETTO UOMO”

2.1 Analisi del campione

In questo paragrafo, si illustrano le caratteristiche del campione che ha aderitoallo studio; è un campione di 107 ex utenti, i quali hanno portato a termine iprogrammi riabilitativo ed educativo negli anni tra il 2003 e il 2007.

Dapprima, sono stati individuati i soggetti del campione, poi sono stati rintracciatigli ex utenti; tra i 7 soggetti da non ricontattare, è stato possibile reperire notizieattendibili e veritiere per ammissione degli stessi familiari (tabella 4).

Tabella 4: non ricontattati (di cui è stato possibile reperire notizia)Notizie v.a. %Riaccolto al Ceis_ in Programma 1 14,3Riaccolti al Ceis_ e Abbandono 2 28,5Riaccolto al Ceis_colloqui di sostegno 1 14,3Deceduti per overdose 2 28,5Conclusione dopo il 200714 1 14,3Tot 7 100

Pertanto il campione preso in esame per lo 4° studio è composto da 100partecipanti così suddivisi:

Tabella 5: suddivisione campionev.a.

Partecipanti viventi 100di cui:Partecipanti non rintracciati 23Rifiuti 3Impossibilitati (motivati) 10Partecipanti allo studio 64

I partecipanti viventi costituiscono il 93,4% del totale. I partecipanti non rintracciati: 23 non sono stati rintracciati all’indirizzo

conosciuto dalla segreteria del Centro; tra questi, sono stati inseriti 2 soggetti che almomento dello studio si trovano nuovamente inseriti in altre comunità terapeutiche

14 Un soggetto non ricontattato ha avuto un iter terapeutico altalenante e più lungo: ha concluso, infatti, nel 2012anno non interessato dallo Studio di Follow up.

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Femmine20,3%

Maschi79,7%

italiane (la madre di uno dei due ha riferito che il figlio era entrato da pochissimigiorni in altra comunità).

I rifiuti: 3 soggetti non sono stati interessati a partecipare allo studio. Le adesioni: 74 partecipanti hanno aderito allo studio, confermando anche la

propria disponibilità per telefono, ma non tutti si sono presentati il giornodell’incontro: 10 ex utenti (gli “impossibilitati motivati”) hanno fatto sapere di starebene, di condurre una vita regolare e hanno motivato l’assenza (impedimenti lavoratividovuti ad orari, a lontananza, ad altro15e residenza in regioni limitrofe).

I partecipanti allo Studio: del totale delle adesioni, 64 ex utenti hanno preso parteallo studio. I partecipanti al 4° Studio di follow up rispecchiano molto la distribuzionerelativa alla variabile sesso della popolazione afferente al Centro di Solidarietà:infatti è risultata prevalente la popolazione maschile rispetto a quella femminile.

2.2 Situazione socio-anagrafica

Come già evidenziato, il quadro socio-anagrafico che si è prospettato haevidenziato la forte prevalenza della popolazione maschile.

Grafico 1: sesso Anche in questo studio, l’universo maschile haraggiunto il 79,7%. Ciò avvalora il dato più in generale circa lanetta superiorità maschile dell’utenza delCentro di Solidarietà dalla sua nascita adoggi; dato questo che si può estendere allamaggior parte delle strutture, pubbliche e

private, che si sono occupate e che si occupano tuttora dei tossicodipendenti.

Sull’età dei partecipanti allo studio, il grafico 2 mostra la situazione odierna circal’età degli intervistati.

Grafico 2: età L’età di oggi del 45,3% delcampione (pari a 29 ex utenti)

è risultata essere quella relativaal quinquennio 30-35 anni; ciòpresuppone che al momentodell’ingresso in programma,l’età si aggirava tra i 20 e i 25

15 Di 1 soggetto si è saputo con certezza che si è trasferito, per motivi di lavoro, in Australia; di 1 altro si è saputoche, contattato per il giorno 3 ottobre, si sarebbe sposato il 6 ottobre 2013 quindi “ha riferito le novitàriguardanti la sua vita per telefono”.

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29

129

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5

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30

<30 30-35 36-40 41-45 46-50

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anni. Un altro dato rilevante è dato dal 18,8% (pari a 12 ex utenti) del campione chepresenta un’età maggiore (tra i 36 e i 40 anni); questo rispecchia, invece,l’innalzamento dell’età di coloro che accedono al programma riabilitativo del Centro diSolidarietà. Tuttora si registrano casi di ingresso in programma con un’età avanzata.Un buon 17,2% (pari a 11 ex utenti) ha un’età odierna al di sotto dei 30 anni: ciò vuoldire che, all’ingresso in programma, i soggetti interessati avevamo meno di 20 annifacendo pensare ad un inserimento nel programma educativo.

I valori più elevati riguardo l’attuale residenza dei partecipanti allo studio sonoquelli relativi a Teramo e a Pescara.

Tabella 6: residenza attualeDa questa tabella è evidente che L’Aquila èrappresentata pochissimo: solamente 1partecipante ha dichiarato di risiedere nelcapoluogo abruzzese. Questi dati confermano la propensione delCentro di Solidarietà ad entrare in

contatto maggiormente con l’utenza di Pescara, di Teramo, di regioni limitrofe, di zonecostiere e in minor misura con le aree più interne della Regione.

2.3 Situazione rispetto alle sostanze

In uno studio di follow up, le informazioni relative all’area delle sostanze nelperiodo seguente l’uscita dal programma, sono le più importanti soprattutto seriferiscono di eventuali ricadute.Rispetto al nuovo uso di sostanze successivo alla conclusione dei programmiriabilitativo ed educativo16, è emerso che 11 ex utenti (pari al 17,2% dei partecipanti)si sono riaccostati all’uso, mentre 53 soggetti (pari all’82,8%) hanno dichiarato di nonaver fatto più uso di sostanze.

Tabella 7: nuovo uso di sostanze stupefacenti Rapporto con le sostanze v.a. %

si 11 17,2%no 53 82,8%Tot 64 100,0%

Gli 11 ex utenti che hanno dichiarato il riavvicinamento alle sostanze dopo laconclusione del programma, si possono ripartire in questo modo:

16 Occorre precisare che nel questionario si faceva riferimento distintamente alla situazione odierna e a tutto ilperiodo intercorso tra la conclusione dei programmi e il momento dell’incontro per lo Studio di follow up.

Residenza attuale v.a. %Pescara 23 35,9%Chieti 11 17,2%Teramo 26 40,6%L'Aquila 1 1,6%Fuori Regione 3 4,7%tot 64 100

17

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Tabella 8: nuovo uso dopo le dimissione e NON PIU’ Uso solo dopo la dimissione. NON PIU’ v.a.Cannabis 5Eroina 1Cocaina 2Cocaina, eroina 1Tot 9

Tabella 9: nuovo uso TUTTORAUso TUTTORA v.a.Cannabis 2Tot 2

Va sottolineato che i 9 che hanno dichiarato (detto esplicitamente durante gliincontri e indicato sui questionari) il riavvicinamento ad alcune sostanze dopo ledimissioni, hanno precisato ulteriormente che (detto a voce e annotato sulquestionario) si sono allontanati nuovamente da ogni tipo di sostanza ed anche da unuso occasionale.Questo rischio di ricaduta nel tunnel della droga ha investito 6 soggetti di sessomaschile e 3 di sesso femminile, soggetti che hanno parlato anche e soprattutto di nonpoche difficoltà nei vari ambiti (relazionale, professionale, lavorativo, amicale e dicoppia) della propria vita, raccontando aneddoti molto precisi e significativi.

I 2 intervistati che dichiarano tuttora di fare uso di cannabis, sono di sessomaschile, sono integrati nel mondo del lavoro (anche se 1 di questi aveva un contrattoa termine appena scaduto), sono single e, soprattutto, sono consapevoli del loro “uso dicannabis”, sostanza ben distinta dalle altre le quali sono state, invece, bandite.

2.4 Situazione rispetto all’alcool

Il Centro di Solidarietà di Pescara annovera tra le sostanze trasgressive anchel’alcool; nonostante questo input e nonostante la percentuale nettamente superiore deigraduati17, i dati dello studio hanno evidenziato un riavvicinamento e unariconsiderazione critica e consapevole all’alcool.

Tabella 10: rapporto con l’alcool

Grafico 3: rapporto con l’alcool

17 Riferimento a pag. 9 del seguente report: per graduazione s’intende il pieno accordo con i valori e le scelte dellafilosofia del Progetto Uomo, tra cui l’idea del “non alcool”.

Rapporto con l'alcool v.a. %si 44 68,8%no 20 31,3%Tot 64 100,0%

18

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La tabella 10 e il grafico 3 mostranomolto chiaramente che il 68,8% delcampione partecipante si èriaccostato ad un uso di alcool dopo ledimissioni. Il riavvicinarsi all’alcool è statocorrelato con la diversa tipologia di

dimissione e il quadro emerso è stato il seguente:

Tabella 11: tipo di conclusione e uso di alcool

*44 è il totale di coloro che hanno dichiarato l’uso di alcool (vedi tabella 10).

Per avere un quadro più esaustivo circa la tematica, è stato chiesto ai partecipanti dirispondere a domande sulla modalità d’uso e la frequenza di bibite alcoliche.

Grafici 4 e 5: modalità di assunzione e rapporto con l’alcool

0 0 0

12

7

4

0 0

42

15

20

31

26

0

5

10

15

20

25

30

35

D u r a n t e i p a s t i F u o r i d a i p a s t i E n t r a m b i i c a s i

A p e r i t i v i D i g e s t i v i S u p e r a l c o l i c i B i r r a V i n o

Da entrambi i grafici (4 e 5), è emerso che:_ il 50% del campione intervistato preferisce usare alcool durante e fuori dai pastiprincipali; _ durante i pasti, la birra è la bevanda alcolica preferita, cui fa seguito il vino;_ fuori dai pasti, si tende a prediligere gli aperitivi e la birra;

Conclusione e uso v.a. %Graduazione 37 84,1Fine Programma 5 11,4Fine Rapporto Terapeutico 2 4,5Tot 44* 100

19

si68,8%

no31,3%

218,2%

50%31,8%

D u r a n t e i p a s t i F u o r i d a i p a s t i E n t r a m b i i c a s i

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_ i superalcolici non sono emersi né durante né fuori dai pasti: evidentemente gliintervistati hanno fatto delle scelte ben chiare.

Questi sono dati puramente quantitativi; inoltre durante gli incontri, i partecipantiallo studio hanno parlato molto liberamente di un uso moderato e ponderato dell’alcool;si sono allontanati da un uso patologico dell’alcool ed hanno rielaborato criticamente econsapevolmente tutto ciò che fa riferimento all’alcool, uso, abuso e dipendenza.

Pertanto gli intervistati si sono riavvicinati ad abitudini di tipo tradizionale, basate(come riportano i dati 2009 raccolti dall’Istat tramite l’indagine Multiscopo) sulla“consuetudine di bere vino e/o birra durante i pasti con frequenza più o menogiornaliera”. Di conseguenza, soprattutto da parte di coloro che al momento delledimissioni hanno optato per la “graduazione” (ossia alto grado di conformità ai valori ealle norme del Centro) si riscontra, dopo un periodo più o meno lungo, unaconsapevolezza e una capacità critica maggiore. Un riprendersi la propria vita totalmente in mano.

2.5 Situazione socio-lavorativa

L’esplorazione della dimensione socio-lavorativa, data dallo studio e dal lavoro, èstata analizzata e confrontata con quella che i partecipanti allo studio avevano almomento dell’ingresso in programma.

Per quanto riguarda lo studio, il grafico 6 risulta essere molto chiaro.

Grafico 6: successo negli studi

Lo studio è statofortemente riconosciuto eapprezzato. Il grafico 6 mostra un nettomiglioramento: 3possedevano, prima diintraprendere il programma,la laurea la quale, dopo la

conclusione del programma, è stata conseguita da altri 17 ex utenti. Pertanto 28 exutenti (pari al 43,7% degli intervistati) hanno ritenuto basilare proseguire gli studiinterrotti e/o accantonati durante il periodo della tossicodipendenza. La situazioneodierna circa la scolarità è la seguente:

Tabella 12: scolarità attuale

Attualmente un livello di istruzione medio-alto (dato dal diploma di scuola media

Scolarità v.a. %Elementare 0 0,0%Media inferiore 20 31,3%Dipl. Professionale 5 7,8%Media superiore 19 29,7%Laurea 20 31,3%tot 64 100

20

000

16 4 0

4 1 0

13 4 2

3 17 0

0% 20% 40% 60% 80% 100%

elementare

media inf

dipl prof.

media sup

laurea

Prima Dopo Durante

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superiore e dalla laurea) è stato raggiunto da 39 intervistati (pari al 61% delcampione).Pertanto la scuola, considerata durante gli anni di dipendenza da sostanze psicotrope,un peso solamente da allontanare o meglio da “abbandonare”, dopo la liberazione dallesostanze e la riconsiderazione della vita nella sua globalità, è stata rivalutata ericonsiderata. Quasi la metà del campione interpellato ha ripreso in mano la propriavita rispolverando i libri. Quando si fa uso e abuso di sostanze stupefacenti, il primo “peso” è costituito daglistudi scolastici che richiedono impegno e concentrazione. Ciò è confermato anche danumerosi studi sulla dispersione scolastica, secondo cui: “…l’uso di droga accelera unadivergenza del soggetto da certi obiettivi educativi tradizionali e, più in particolare,aumenta la probabilità che egli abbandoni la scuola superiore, non frequenti ilcollage…”18.

Altro “asse portante” nella vita di ciascun individuo, indipendentemente dall’uso onon uso di sostanze psicotrope, è costituito dal lavoro; esso diventa imprescindibilenella vita di un soggetto recuperato dalla tossicodipendenza. La maggior parte del campione intervistato (dal grafico 7, pari all’86,9%) ha raggiuntouna situazione lavorativa dopo la conclusione del programma.

Tabella 13: situazione lavorativaGrafico 7: conseguimento lavorativo

Inoltre, dalla tabella 13, si evince che 49 partecipanti allo studio (pari al 76,6%) sonooccupati, anche se il 20% lo è a part-time. Una piccola parte risulta esseredisoccupata19 rispecchiando appieno il momento storico che si sta vivendo. Tabella 14: tipologia di lavoro

18 Cfr. M. Ravenna, “Adolescenti e droga”, Il Mulino, Bologna, 1993, pag. 226-227 19 Alcuni partecipanti hanno affermato di trovarsi nella situazione di disoccupazione da poco tempo (verbalmentehanno quantificato il tempo massimo in 4 mesi) e, anche se questa situazione pesa, risultano essere ottimisti epropositivi (hanno relazioni stabili e sono supportati dalle famiglie).

Situazione lavorativa v.a. %occupato tempo pieno 36 56,3%occupato part-time 13 20,3%casalinga 1 1,6%disoccupato 12 18,8%studente 2 3,1%tot 64 100,0%

Tipologia v.a. %Operaio 20 40,8Impiegato 11 22,4Libero professionista 7 14,3Commerciante/artigiano 7 14,3Imprenditore 3 6,1Quadro tecnico 1 2,0tot 49 100

21

Durante1,6%Prima

11,5%

Dopo86,9%

Prima Durante Dopo

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Grafico 8: tipologia di lavoro

La tabella 14 e il grafico 8,mostrano palesemente che leoccupazioni sono moltodifferenziate, anche se laposizione più ricorrente è quellache rientra nella voce “operaio”(settore terziario) con il 40,8%, a

cui segue l’ambito impiegatizio con il 22,4%; una buona percentuale (pari al 28,6%) hadichiarato di essere nel campo della libera professione e in quello del commercio/artigianato.Gli ex utenti osservati nello studio si sono riappropriati anche del lavoro, altrofondamento nella vita di qualsiasi individuo soprattutto di quegli individui che, untempo, hanno fortemente osteggiato questo ambito. Anche il lavoro fa parte dellariconquista della propria vita, di un rimettere insieme i tasselli per reinserirsi neltessuto sociale in modo regolare, affrontando anche difficoltà e pregiudizi.

2.6 Situazione familiare

Altro aspetto affrontato dallo studio riguarda la situazione familiare, pilastrobasilare nel “riordino” della vita di persone che hanno avuto a che fare con ladipendenza da sostanze.

Grafico 9: attuale situazione Tabella 15: stato civile

Stato civile v.a. %celibe/nubile 21 32,8%coniugato/a 24 37,5%convivente 8 12,5%separato/a 1 1,6%divorziato/a 2 3,1%fidanzato/a 8 12,5%tot 64 1

Come si vede molto chiaramente dal grafico 9, la maggior parte (pari al 59% delcampione) fa riferimento ad una situazione familiare conseguita dopo la conclusionedei programmi. La tabella 15 mostra che 32 partecipanti allo studio hanno

22

40,8%

22,4%

14,3%

14,3%

6,1%

2%

0 5 10 15 20

1

O p e r a i o I m p i e g a t o L i b e r o p r o f e s s i o n i s t a C o m m e r c i a n t e / a r t i g i a n o I m p r e n d i t o r e Q u a d r o t e c n i c o

3%

38%

59%

Prima Durante Dopo

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regolarizzato l’unione con il matrimonio (24) e con la convivenza (8); coloro che sidefiniscono single (pari al 32,8%) e i fidanzati (pari al 12,5%) hanno un’età anagraficapiù bassa: tendenzialmente sono i piccoli del gruppo che o non hanno trovato ancoral’anima gemella e vivono ancora con la propria famiglia d’origine (14 casi) o sono inprocinto di stabilizzarsi20(queste considerazioni sono emerse durante gli incontri). Anche i figli sono arrivati dopo la conclusione dei programmi, quindi dopo una stabilitàdi coppia. Tabella 16: figliFigli v.a. %Si 26 40,6%No 38 59,4%Tot 64 1

Tabella 17: numero di figliNumero figli

1 2 3 >4 tot1 0 0 0 11 0 0 0 1

13 9 2 0 2415 9 2 0 26

Le due tabelle (16 e 17) mostrano che un buon 40% del campione intervistato dichiaradi avere dei figli e, circa il numero dei figli, il quadro emerso si può equiparare allasituazione odierna circa le nascite: 13 partecipanti hanno 1 solo figlio, seguiti da 9 chene hanno 2. Gli ex utenti osservati nello studio hanno messo ordine anche nella sfera di coppia efamiliare: la famiglia, con tutte le sue sfaccettature, è stata ampiamente rivalutata ericonsiderata in un’ottica progettuale.

Inoltre, nel questionario, si indagava sulla situazione dei redditi all’interno dellafamiglia. I due grafici sottostanti indicano che il 56,3% degli intervistati non ha una famiglia acarico, dato reso ancora più evidente dal 67,2% degli intervistati che rivela unasituazione familiare con più redditi.

Grafico 10: famiglia a carico Grafico 11: altri redditi

si 43,8%

no 56,3%

si67,2%

no32,8%

20 La maggior parte degli ex utenti più piccoli d’età hanno fatto il programma educativo “Gruppi Speciali”.

23

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Pertanto anche questi dati sull’ambito della coppia, familiare e redditualedenotano maturità e responsabilità ritrovate, aspetti che nella vita datossicodipendente mancavano.

2.7 Situazione tempo libero e volontariato

La gestione del tempo libero è di fondamentale importanza nella vita di tutti gliindividui, in particolar modo di quegli individui che, in un passato recente, non facevanoalcuna distinzione tra tempo libero, tempo dedicato al lavoro o altro in quanto “eranole sostanze psicotrope a gestire il loro tempo”. Superata la fase di dipendenza, questiindividui hanno dovuto rimettere ordine e saper gestire il proprio tempo libero: i 3grafici sottostanti (12, 13 e 14) mostrano un quadro che può rientrare nella normalitàdella vita di ogni persona.

Grafico 12: ore al tempo libero Grafico 13: con chi

15%

31%

17%

27%

9%

0

10

20

30

40

50

60

Solo Partner Figli Amici Altro

Grafico 14: come trascorri il tempo libero?

23,2%

17,9%

17,4%

13,2%

12,1%

11,6%

4,7%

0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0%

S p o r t

R i p o s o

C i n e m a

M u s i c a

T V

L e t t u r a

T e a t r o

La gran parte del campione intervistato (pari al 71,9%) dedica al proprio tempo libero“meno di 30 ore settimanali”; partner, figli e amici costituiscono gli ambiti privilegiaticon cui gli intervistati trascorrono il tempo libero. Lo sport (con il suo 23,2%), seguitodal riposo e dal cinema sono le attività ricreative preferite dal campione interpellato.

24

< di 30 ore71,9%

30-50 ore26,6%

> di 50 ore1,6%

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In questa sezione, sono state inserite anche domande sul volontariato e sullaspiritualità. Fare attività di volontariato, non rientra tra quelle svolte dalla maggior parte degliintervistati (l’84,4%).

Grafico 15: attività di volontariato

no84,4%

si15,6%

Dieci ex utenti invece hanno dichiarato di dedicarsi molto genericamente a “donareil sangue”, a svolgere volontariato presso “comunità per minori” o presso “centri diascolto”; 3 partecipanti hanno indicato “altro” non specificando però la tipologia ol’attività di volontariato.

Tabella 18: tipo di volontariatoTipo di volontariato v.aDonatori sangue 2Minori 3Centro di Ascolto 2Altro 3Tot 10

Per quanto riguarda l’area della spiritualità, il grafico 16 e la tabella 19 segnalanoche il 73,4% degli intervistati dichiara di non frequentare uno specifico camminospirituale; il restante 26,6% (ossia 17 intervistati) rivela un avvicinamento alla fedeseguendo il “cammino neocatecumenale” e “le cellule di evangelizzazione”; 5 interpellatihanno indicato “altro”, non precisando però il tipo di cammino spirituale.

Grafico 16: cammino spirituale Tabella 19: tipo di cammino spirituale

Tipo di cammino v.a %Neocatecumenale 8 47,1%Cellule di evangelizzazione 4 23,5%Altro 5 29,4%Tot 17 100,0%

25

si26,6%

no73,4%

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L’organizzazione del tempo libero e la partecipazione attiva dei soggetti alla vitaassociativa costituiscono degli indicatori di buon inserimento sociale. Nel caso diquesto IV studio, è emerso un interesse notevole circa l’attività sportiva. Non è rilevante l’aspetto spirituale, ma questo non significa che i partecipanti a questostudio non abbiano convinzioni e principi religiosi.

2.8 Soddisfazione personale

Per ogni area presa in considerazione, è stato chiesto agli interpellati il propriogrado di soddisfazione. La soddisfazione è sinonimo di contentezza, gioia, benessere individuale dato dalraggiungimento delle proprie mete.

Il grafico 17 mostra le percentuali emerse dalla correlazione tra gli aspettipresi in esame e il livello di soddisfazione. Grafico 17: percentuale dei livelli di soddisfazione correlati con aspetti direalizzazione nella vita

7 , 8 0 % 4 6 , 9 0 % 4 5 , 3 0 %

1 5 , 6 0 % 5 9 , 4 0 % 2 5 %

3 8 , 1 0 % 4 1 , 3 0 % 2 0 , 6 0 %

1 7 , 2 0 % 5 1 , 6 0 % 3 1 , 3 0 %

1 0 , 9 0 % 2 8 , 1 0 % 6 0 , 9 0 %

0 % 1 0 % 2 0 % 3 0 % 4 0 % 5 0 % 6 0 % 7 0 % 8 0 % 9 0 % 1 0 0 %

F a m i l i a r e

I s t r u z i o n e

L a v o r a t i v a

L o i s i r

R e l a z _ I n t e r p e r s o n a l i

Poco Abbastanza Molto

L’ambito familiare e quello delle relazioni interpersonali risultano essere quellidi cui i partecipanti sono molto soddisfatti.L’istruzione e il tempo libero risultano essere aspetti di cui i partecipanti sonoabbastanza soddisfatti.L’aspetto di cui gli intervistati sono meno soddisfatti è quello del lavoro (hariportato il 38,1%).

Pertanto gli interpellati sono, nel complesso, soddisfatti della propria famiglia, dellapropria istruzione, delle relazioni interpersonali e un po’ meno del lavoro (almeno per24 ex utenti, pari al 38,1% del campione), aspetto riconducibile al momento storicoche si sta vivendo, alle offerte che il mercato offre e all’adattamento che il mercatorichiede a chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro. Tutto ciò si può amplificare in ungruppo di persone che hanno avuto problemi di dipendenza.

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La sezione sulla soddisfazione si conclude con la tabella 20 da cui emerge che l’82,8%del campione dichiara di aver raggiunto gli obiettivi prefissati dopo la conclusione deiprogrammi; dovrebbe far riflettere quella piccola parte di ex utenti che dice di nonaver raggiunto gli obiettivi e gli indecisi (9,4%) tenuto conto che si tratta di un gruppodi persone che ha avuto problemi legati alle droghe all’incirca 10 anni fa.

Tabella 20: raggiungimento obiettiviRaggiungimento Obiettivi v.a. %si 53 82,8%no 5 7,8%non so 6 9,4%Tot 64 100,%

Comunque i risultati ottenuti indicano che, dopo un serio lavoro di introspezione edi conoscenza, ci si può riappropriare della propria vita rimettendo ordine e dandopriorità ai valori e ai bisogni che un tempo erano stati messi da parte.

2.9 Conclusioni

L’analisi dei dati ha fatto emergere un quadro di questo tipo: gli ex utenti delCentro di Solidarietà di Pescara partecipanti al quarto studio sono prevalentementemaschi, residenti in Abruzzo (in particolar modo Pescara, Teramo e zone limitrofe),con un grado d’istruzione medio-alto, inseriti nel mondo del lavoro (settori terziario eimpiegatizio) e con una stabilità familiare.

Prima dei programmi (riabilitativo ed educativo), questi ex utenti rispecchiavanouna vita “da tossicodipendenti” e/o “da adolescenti ribelli”: scolarità non consideratae/o accantonata, rapporti familiari inesistenti e/o conflittuali, lavoro fittizi e/oinconsistenti.

Dopo la conclusione dei programmi (riabilitativo ed educativo), questi ex utenti “sisono ripresi in mano la propria vita”, focalizzando l’attenzione sulla stabilità familiare,lavorativa e relazionale. Importante è la rivalutazione dell’attività sportiva.

Con il passar degli anni, gli ex utenti interpellati si sono riavvicinati ad un suoconsapevole e moderato di bevande alcoliche e la diversa tipologia di conclusione nonha inciso: gli ex utenti hanno preso questa decisione in base alla propria storiapregressa e alle proprie idee in merito. Il programma “Progetto Uomo”21 ha fornito alcampione, oggetto di studio, valori concretamente trasferibili alla quotidianità. E, adistanza di anni, il pregio di questo campione analizzato è consistito non solo

21 “Progetto Uomo” non è un rimedio magico, valido per ogni soggetto; è piuttosto una proposta di valori umani e dispazi privilegiati per affrontare nella verità problemi soggettivi ed interpersonali mediante la forza generata dalgruppo. Questa proposta può assumere forme diverse e mutevoli a seconda dei contesti culturali e sociali in cui simuove (da “La comunità terapeutica per tossicodipendenti” di Andrea De Dominicis, Roma, 1997, pag. 5).

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nell’apprendere ma, soprattutto, nel sapere rielaborare criticamente i valori eadattarli alla propria persona.

Non c’è stato uno sbilanciamento in positivo del programma effettuato da parte dicoloro che hanno scelto come conclusione la graduazione, ma una rielaborazione eduna critica costruttiva riguardo gli aspetti appresi durante le fasi del programmariabilitativo ed educativo. Se così non fosse stato, si poteva ipotizzare un indice didipendenza dalla struttura che ha fornito l’aiuto.

Al fine di avvalorare quanto emerso dallo studio effettuato, si riporta il testo diuna e mail inviata da un partecipante allo studio il 17 ottobre 2013:

Ho terminato il programma con graduazione nel *** anno in cui mi sono anche diplomato allaragioneria e queste due cose, coincidendo, hanno segnato una bella riga sul "prima e dopo".Nel quarto superiore ero gia con le idee chiarissime: avrei fatto l’università, corso diInformatica. Mi ero innamorato della materia e non l’avrei lasciata più.

Periodo università: quattro anni e mezzo per un corso di laurea di tre anni in cui sono successemille cose.Ho frequentato **** nella sede di Ascoli Piceno e poi ho fatto l’Erasmus in Islandaall’università di Reykjavik nel 2008 per un semestre.L'anno dopo invece ho fatto 3 mesi in Irlanda a Dublino sempre per motivi universitari, stagelavorativo di fine studio.

Post Laurea: dopo 1 mese dalla laurea vengo contattato da una multinazionale americana diconsulenza informatica. Inizio a fare i colloqui di selezione per la loro sede di ****.Oggi lavoro ancora li. Voglio fare ancora qualcosa all’estero per lavoro ma devo pianificarlosulla base dell'esperienza che sto prendendo in questa azienda.. vedremo.

Sento di avere tutti gli strumenti per affrontare qualsiasi cosa e sono contento del modo incui sto vivendo e preparandomi il futuro. Vivendo a **** e lavorando a **** per la vita socialenon ho tempo!Negli ultimi anni mi sto concentrando moltissimo sul lavoro, sono perfettamente consapevoleche sto investendo più sulla carriera che sulla vita personale e i rapporti con le persone masarà solo un periodo e sto più tranquillo cosi per il futuro. Mi rifarò!

Family: la famiglia, con cui ho affrontato il viaggio, è tuttora la cosa più importante che ho epiù passavano gli anni più sono migliorati i rapporti con i miei genitori e le sorelle. Alcune cosemigliorano solo col tempo, il programma deve solo dare una direzione, non un modelloprestabilito, questo forse e' ritenuto scontato dalle strutture ma non viene capito mentre sista dentro e da utenti ci si ostina a seguire un’ icona quando invece ogni famiglia e' unica edha il suo modo di evolvere in qualcosa di superiore. La mia lo ha fatto solo anni dopo la fine delprogramma.

Sono convinto dell‘efficacia del programma e voglio sostenerlo come posso.

28

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PARTE TERZA:

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

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3.COMPARAZIONE DEI DATI EMERSI: PRIMO, SECONDO, TERZO EQUARTO STUDIO

La letteratura riporta che “valutare l’efficacia significa stimare se l’intervento haprodotto o meno i cambiamenti desiderati”22. In questi quattro studi di follow uprealizzati nel 2001, nel 2005, nel 2010 e nel 2013 è stata valutata l’efficacia deiprogrammi riabilitativo ed educativo “Progetto Uomo” e, anche se i numeri non sonoeccessivi, si può dire che il cambiamento è stato prodotto.

Grafico 18: popolazione partecipante Tabella 21: popolazione partecipante

I quattro studi realizzati hanno coinvolto 206 persone le quali hanno raggiunto un buonlivello di autonomia che i dati analizzati hanno dimostrato.

I grafici sottostanti (dal numero 19 al 24), hanno fornito queste indicazioni:netta prevalenza di Pescara e provincia come provenienza degli ex utenti;poca considerazione dell’istruzione prima e netta rivalutazione dopo laconclusione dei programmi;precarietà o inesistenza del lavoro prima e stabilità e riconsiderazione dellavoro dopo la conclusione dei programmi;netta rivalutazione della famiglia (coppia e figli) dopo la conclusione deiprogrammi;i grafici 23 e 24 mostrano un’inversione degli istogrammi: i partecipanti aiquattro studi hanno riaffermato un deciso NO alle sostanze e unriavvicinamento ad un uso moderato, decisamente non patologico, dell’alcool.

Pertanto, in questi studi effettuati, si riscontra una certa similarità nell’itersuccessivo alla conclusione e una certa rielaborazione critica della propria vita aseguito degli input ricevuti durante i programmi sia riabilitativo sia educativo.

22 Cfr L. Leone, M. Prezza, “Costruire i progetti nel sociale”, Franco Angeli, Milano,1999, pag. 166

Popolazione v.a %I Studio 58 28,2%II Studio 36 17,5%III Studio 48 23,3%IV Studio 64 31,1%Tot 206 1

30

IV S t u d io3 1,1%

II S t u d io17 ,5 %

I S t u d io2 8 ,2 %

III S t u d io2 3 ,3 %

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Grafico 19: provenienza Grafico 20: scolarità

0 5 10 15 20 25 30

Prima

Dopo

Prima

Dopo

Prima

Dopo

Prima

Dopo

I Stu

dio

II S

tudi

oIII

Stu

dio

IVS

tudi

o

Sco

larit

à

l a u r e a

s u p e r i o r e

p r o f e s s i o n a l e

i n f e r i o r e

e l e m e n t a r e

Grafico 21: posizione lavorativa Grafico 22: situazione familiare

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Prima Durante Dopo

I Studio

II Studio

III Studio

IV Studio

31

7 2 ,7

6 3 ,96 8 ,8

3 5 ,9

18 ,2 16 ,7

8 ,3

17 ,2

1,8

8 ,312 ,5

4 0 ,6

5 ,52 ,8

0 1,6 1,8

8 ,310 ,4

4 ,7

0

10

2 0

3 0

4 0

5 0

6 0

7 0

8 0

P e s c a ra C h ie t i T e ra m o L 'A q u i la F u o r i R e g io n e

I S t u d i o I I S t u d io II I S t u d i o IV S t u d i o

0

10

20

30

40

50

60

Prima Dopo

I S t u d i o

I I S t u d i o

I I I S t u d i o

I V S t u d i o

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Grafico 23: rapporto con sostanze Grafico 24: rapporto con alcool

3

no 33

13

no 43

7

no 41

11

no 53

0

10

20

30

40

50

60

I Studio II Studio III Studio IV Studio

Rapporto con le sostanze Si Rapporto con le sostanze No si 39

17

si 24

12

si 28

20

si 44

20

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

I Studio II Studio III Studio IV Studio

Rapporto con l'alcool Si Rapporto con l'alcool No

4.CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Occorre fare, a livello metodologico, alcune considerazioni. La prima riguarda il buon risultato dato dalla sinergia tra colloquio di gruppo e

utilizzo del questionario: il colloquio di gruppo ha reso il clima più familiare e menoproblematica la presentazione del questionario, strumento di solito poco tollerato.

La seconda considerazione riguarda il più alto tasso di partecipanti allo studio (64pari al 31,1% del totale partecipanti23): è emersa una certa propensione a raccontarsie a raccontare “la vita dopo la conclusione”, facendo emergere una risoluzione delproblema.

La terza considerazione riguarda il superamento dell’autoreferenzialità: con questistudi, il Centro di Solidarietà ha raccolto i frutti del proprio lavoro in manieraoggettiva pur con tutti i limiti che ci sono stati. Mettere i dati di questi studi adisposizione di altri, significa “uscire allo scoperto” e avere un contatto con l’esternocostruttivo e critico. La vita di un ex tossicodipendente continua, soprattutto, fuoridalla struttura comunitaria e questi studi a lungo termine lo testimoniano: maggiorisono i dati e i risultati, maggiori possono essere i contributi per migliorare itrattamenti terapeutici ed educativi dei servizi che se ne occupano. Pertanto “…irisultati della valutazione sono input decisivi per introdurre novità, per affinare, permodificare i trattamenti”24.

23 Alcuni partecipanti si sono resi disponibili ad aiutarci nella reperibilità di altri, perché ritenevano l’incontro e ilfine del lavoro importanti. 24Cfr. M. Coletti, “La valutazione dei trattamenti nelle tossicodipendenze” in Itaca, n.1, 1997, Cedis,Roma, pag.49

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A parte questi aspetti di natura metodologica, va esplicitata la valenza positivache le linee valoriali dei programmi riabilitativo ed educativo “Progetto Uomo”(adottato dalla Federazione Italiana Comunità Terapeutiche – FICT) hanno fornitoalle persone che ne avevano bisogno; infatti è evidente il miglioramento della qualitàdella vita, dal punto di vista psicologico, sociale, relazionale.Rielaborazione critica, libertà di scelta e consapevolezza sono le tre grandi conquistedi queste persone uscite dal tunnel della droga; tutti i dati emersi hanno una loroutilità non per dare risposte e trovare convinzioni assolute ma per far affiorareulteriori quesiti su cui studiare.

Pertanto “la capacità di progettare e valutare continuamente i propri interventirientra tra le caratteristiche principali dei servizi più innovativi, di quei servizi capacidi adattarsi ai contesti che cambiano ed in senso pro-attivo di cambiare i contestisociali in cui operano”. Questo è il significato più importante che il quarto studio di follow up, inteso comebilancio terapeutico, dovrebbe avere.

dr.ssa Annalisa PomponioBIBLIOGRAFIA

1. P. Ugolini (a cura di), “Qualità e outcome nelle dipendenze”, 2005, FrancoAngeli, Milano

2. M. Palumbo, “Il processo di valutazione”, 2001, Franco Angeli, Milano3. G. Manfrè, G. Piazzi, A. Polettini ( a cura di), “Oltre la comunità”, 2005, Franco

Angeli, Milano4. Osservatorio Europeo sulle droghe e sulla tossicodipendenza E.M.C.D.D.A., Le

linee per la valutazione delle azioni preventive nel campo della droga, 19975. M. Ferri, A. Saponaro, M. Sanza, C. Sorio (a cura di), “Cocaina e servizi per le

dipendenze patologiche”, 2010, Franco Angeli, Milano6. L. Leone, M. Prezza, “Costruire e valutare i progetti nel sociale”, 1999, Franco

Angeli, Milano7. I. Shaw, J. Lishman, “La valutazione nel lavoro sociale”,2002, Erickson, Trento 8. M. Ravenna, “Adolescenti e droga”, 1993, Il Mulino, Bologna9. A. De Diminicis, “La comunità terapeutica per tossicodipendenti”, 1997, Roma10. J. Fagioli, P. Ugolini, “Tossicodipendenze e pratica sociologica”, 1996, Franco

Angeli, Milano11. G. Lavanco, M. Croce, “Psicologia delle dipendenze sociali. Mondo interno e

comunità”, 2008, McGraw-Hill, Milano12. Vari numeri della rivista quadrimestrale “Itaca”, Cedis, Roma13. Vari numeri della rivista “Salute e prevenzione”, Franco Angeli, Milano 14. Vari numeri del Bollettino Farmacodipendenze e Alcolismo, dal 2007 Bollettino

sulle Dipendenze, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali,Roma

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