I rimatori siculo-toscani
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I rimatori siculo - toscani
Ma perché si chiamano così?
Perché dai Siciliani prendono la maniera di scrivere le poesie e perché Toscani erano la maggior parte dei poeti, anche se alcuni erano bolognesi e settentrionali
Nascono i Comuni...• Dopo l’anno Mille le città riprendono
vigore a scapito delle campagne
• La città in origine è la sede del vescovo: lasciano la campagna i piccoli aristocratici, i piccoli possidenti terrieri che preferiscono allontanarsi dai grandi feudatari che vivono nei castelli
• Si forma un nuovo ceto sociale fatto di commercianti, uomini di legge e artigiani. Anche le Università nascono in città
...e diventano sempre più importanti
• Si formano inoltre le associazioni di mestiere o corporazioni
• I Comuni si danno proprie istituzioni e proprie leggi
• Crescono demograficamente (in media da 5000 a 40000 abitanti) e sembrano diventare delle piccole città-stato come quelle dell’antica Grecia
• In Toscana si ricorda Firenze, Pisa, Lucca, Prato, Pistoia, Arezzo e Siena
In Toscana è diverso
• Al posto della corte ci sono i Comuni• I poeti non sono cortigiani, ma appartengono ad
un ambiente mercantile e professionale tipico delle realtà comunali
• In Toscana e all’Università di Bologna si portavano avanti seri studi di carattere filosofico e teologico e circolava l’idea di una libera ricerca letteraria
• I temi della poesia andavano oltre l’amore: trattavano anche di morale e politica
Fuori i nomi!
• Bonagiunta Orbicciani – notaio lucchese – è stato il primo a copiare i Siciliani
• Guittone d’Arezzo, scrittore di Arezzo, ha scritto 50 canzoni e 250 sonetti. Comincia con l’amore e finisce con temi civili, morali e politici. Scrive in maniera formale e concettuosa.
• Panuccio di Bagno, rimatore pisano• Chiaro Davanzati di Firenze: ha scritto 122
canzoni e 61 sonetti