i racconti dell'orrore

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racconti dei ragazzi di 2E

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Page 1: i racconti dell'orrore
Page 2: i racconti dell'orrore

Pag. 3 Mattia Bertazzo Ospedale maledetto Pag 4 Marco Contin Notte di mezza estate Pag 5 Marco Danieli Massacro Pag 6 Youssef El Badaoui La stanza dei ricordi Pag 7 Denis Gagliardo Un grido straziante Pag 8 Luca Giuriato Il bagno di mezzanotte Pag 9 Emanuele Gjylkaj L’ospedale maledetto Pag 10 Ionut Hazaparu La casa degli spiriti Pag 11 Matteo Manin Nascosto nel buio Pag 12 Gabriele Martin Evocazione oscura Pag 13 Matteo Quaglio La foto killer Pag 14 Giacomo Sturaro Nascosto nel buio Pag 15 Marco Valvo Amanti dell’oltretomba

Enaip Veneto Monselice

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Di Mattia Bertazzo

C’era una volta un ragazzo di nome Giacomo che stava andando scuola in bicicletta ad un certo

punto si ruppe la ruota della bici. Proprio davanti a lui vide un ospedale abbandonato da quasi 10

anni e Giacomo disse tra se: “Questo ospedale sembra maledetto!” e una voce disse “Vieni con

me” e lui la seguì. Dentro l’ospedale lui vide dei morti viventi che erano vestiti da fascisti , nazisti,

comunisti e due vampiri con una ragazza che era molto bella . I vampiri dissero: “ Vieni con noi che

ci divertiremo”. Il ragazzo scappò mentre vide dietro di lui

che i mostri tagliarono in due parti la ragazza. Giacomo disse

“Questo ospedale è maledetto! Non è una

superstizione!”. Nell’ospedale vide orribili cose e

sentì il capo dell’ ospedale, che era uno zombi dire “Prede

telo ci serve vivo!”. Poi gli zombi si riunirono. Il ragazzo

prese una tanica di benzina e bruciò. Prese poi una torcia di

una torcia e bruciò tutti gli zombi. Alla fine riuscì a ritrovare

la sua prende li bicicletta e scappò verso casa.

3 Enaip Veneto Monselice

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Di Marco Contin Era una notte di mezza estate.. Io e il mio amico Zamb stavamo passeggiando per le stradine di campagna della nostra città, ha pochi abitanti… non più

di mille persone.

Tirava una bella arietta fresca.. e Zamb passeggiando mi raccontava dei pasticci che il suo cane combinava a casa.. ci

stavamo divertendo.

Durante la camminata intravedi una casa, non l’avevo mai vista prima, eppure ci passavo spesso per tornare a casa da

scuola, era una casa lugubre.

Roby ebbe la geniale idea di entrarci, sembrava disabitata ed erano mesi che non sentivo quel senso di paura

percorrermi.

Era enorme, grandi finestre, una porta piccola, non ci viveva nessuno era palese,

l’erbaccia in giardino arrivava alle mie ginocchia.

Pensandoci bene non mi sono ancora presentato.. non dico il mio nome, non mi

piace divulgarlo a estranei… in compenso vi dico il mio soprannome.. Bert.. lo

hanno inventato i miei amici a scuola… ne ho molti altri ma non sono molto

simpatici.. ho 15 anni, non esco molto di casa se non per camminare con Zamb e

andare a scuola.. passo tutte le giornate in casa, a guardare il calcio, a tifare la mia

squadra del cuore, a giocare con la play station.

Mi piacciono molto i giochi con trama horror e mi faccio trascinare facilmente..

In quella casa mi vennero in mente molte scene dei videogiochi con cui giocavo,

erano tutte orrende.. mi sembrava di essere dentro un gioco in particolare a cui

avevo giocato pochi giorni prima..

Dentro era spaziosa, non aveva arredamento se non qualche sedia di legno, 2 tavoli

e qualche sacco di patate vuoti..

Salimmo le scale, di fronte a me si aprì un corridoio pieno di porte, non avevo il

coraggio di avanzare così Zamb si mise davanti a me e tenendomi per mano mi

accompagnava lungo questo interminabile tunnel..

Ispezionammo stanza per stanza… tutte vuote… si girammo per tornare alle scale, Zamb era dietro di me mi seguiva,

ma, ad un certo punto sentii come un soffio sul collo, mi girai di scatto ed era sparito.. pensavo fosse uno scherzo, ma la

paura si stava impossessando di me.. mi appoggiai al muro e cominciai a chiamarlo, nulla, nessuna risposta; tutte le

porte iniziarono a sbattere, non pensai ad altro, solo a scappare! Mi ero dimenticato di Zamb, pensavo soltanto a me

stesso, arrivai alle scale, girai lo spigolo ma.. le scale erano sparite.. esclamai << NOOO, cosa volete da me, andate

via!!>>, di colpo le porte si fermarono e cadde un silenzio mortuario.. solo dopo pochi secondi inizia a sentire come

delle voci… strani versi, cupi, in fondo al corridoio intravedi

degli zombie, era proprio come nel gioco, non sapevo cosa

fare, ero intrappolato, iniziai a blaterare cose senza tipo <<

Via! Via! Comunisti maledetti! Andate via! Lasciatemi

stare! Ok, lo ammetto, sono un po’ diverso e ingenuo ma

non stupido come pensate voi!!>>

Gli zombie continuavano a venire verso di me, ero

appoggiato al muro, immobile, quasi paralizzato, i miei

movimenti si limitavano, stavo morendo dalla paura quando

ad un certo punto il muro mi inghiottì e mi trovai in una

stanza con davanti il cadavere di Zamb, era come stato

divorato, smembrato da quelle orrende creature.. cominciai a

correre senza fermarmi, ad occhi chiusi finendo contro una

porta di legno… dopo averla aperta vidi di fronte a me

l’immensa campagna a me molto familiare.. ero fuori da

quella casa! Mi girai.. continuavano a venire verso di me.. a

terra, vicino un pozzo alcune taniche di benzina mi ispirarono… ne presi una e tornato nella stanza iniziai a spargerla

dappertutto.. pochissimi passi e mi avrebbero preso.. svuotai la tanica, presi il mio zippo del ’78 e diedi fuoco al tutto

scappando fuori, la casa iniziò ad ardere velocemente e le grida strazianti di quelle creature mi sollevarono il morale..

l’unica cosa che ancora mi terrorizzava era la morte del mio migliore amico…iniziai a camminare verso casa. Ero

distrutto… moralmente distrutto.

Arrivai a casa, mi misi a letto… da quel giorno sono cambiato completamente.

4 Enaip Veneto Monselice

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Di Marco Danieli

Carl Johnson era un agente di polizia della stazione di Boston. Uno dei migliori nel suo campo, risolveva tutti i casi che gli venivano assegnati, per questo il suo capo decise di assegnarli un caso irrisolto da 5 anni: "Massacro al Saint Louis". Il Saint Louis è un ospedale ormai chiuso nel quale era avvenuto un vero e proprio massacro; il 31 Ottobre del 2003 tutti i pazienti furono massacrati da qualcuno o qualcosa, e i corpi sparirono in seguito alle indagini della polizia. Il giorno dopo aver accettato il caso partì in macchina per andare all'ospedale che si trovava a qualche chilometro da Boston. Quando entrò nel paesino nel quale si trovava l'ospedale. Calò una fitta nebbia, la strada si vedeva a malapena, il paese sembrava deserto e c'era un'atmosfera lugubre. Arrivato all'ospedale si guardò intorno e non c'era un'anima viva, il paese sembrava deserto, senza vita. L'aspetto esterno dell'ospedale incuteva paura e disagio: le mura erano decadenti e sporche di sangue e le finestre sbarrate, ma Carl non si scoraggiò e decise di entrare e indagare. Le pareti erano sporche di sangue e ci sono dei graffi, probabilmente provocati da persone che venivano trascinate. Carl iniziò a perquisire le stanze dell'ospedale, partendo dalle stanze dei pazienti, ma non trovava alcun indizio che poteva portarlo a una ricostruzione dell'accaduto. Continuò a perquisire fino a trovare uno scantinato dal quale provenivano urla strazianti, qualcosa di terribile stava accedendo li dentro. Carl corse per vedere cosa stava succedendo fino a trovare la porta da cui provenivano le urla. La porta era chiusa da delle catene, sulla porta era scritto col sangue: "Vattene finchè sei in tempo". Carl senza timore cercò qualcosa per spezzare le catene e trovò un trancino in una cassetta degli attrezzi li vicino. Spezzò le catene ed entrò, assistendo a una scena mostruosa: una donna stava venendo squartata da un essere immondo: aveva la pelle di un colore verdastro, gli occhi tutti neri e delle zanne terrificanti. Appena Carl entrò nella stanza il mostro distolse lo sguardo dalla donna ormai priva di vita e cominciò a correre verso il detective. Carl cominciò a correre disperato, mille pensieri gli passavano per la testa; "Come aveva fatto la donna a entrare li dentro? Chi era? Che essere era mai quello?" ma in quel momento pensava solo a scappare più forte che poteva, era quasi arrivato all'uscita dell'ospedale quando il mostro lo raggiunse, lo prense per le gambe facendolo cadere, e Carl sbattè la testa perdendo i sensi.Da quel momento non si è mai risvegliato, e non si hanno più avuto notize di lui. Tutt'ora il mistero del massacro avvenuto 5 anni fa non ha spiegazione, e forse non l'avrà mai.

5 Enaip Veneto Monselice

Page 6: i racconti dell'orrore

Di Youssef El Badaoui

C’era una volta una casa in campagna che era abbandonata e dentro c’erano grandi mostri che erano

invisibili e c’era anche denaro e oggetti di antichità.

Un giorno un anziano che voleva sapere cosa ci fosse dentro si fermò con il suo cavallo e provò ad

entrare ma c’era un cespuglio grande che copriva la porta che era chiusa con un lucchetto.

Dopo una settimana tornò con la forbice per tagliare il cespuglio e con un trancino tagliò il

lucchetto. dentro alla casa trovò un grande baule che conteneva oggetti antichi e denaro. I mostri si

trovavano ancora chiusi dentro ai cassetti. L’anziano andò in fretta a casa a prendere i suoi figli

perche lo aiutassero a trasportare il baule. Quando tornarono a casa la moglie lo aprì e da dentro

uscirono, dopo quasi 300 anni che non vedevano la

luce, i mostri che erano tipo dei fantasmi ma avevano

il pelo nelle gambe e in pancia. La moglie dell’

anziano non vide niente quando aprì i cassetti, però

durante la notte quando la famiglia dormiva sono

saltati fuori. La moglie si accorse che c’era qualcosa

che non andava infatti ha avuto ragione perché gli

oggetti in cucina cominciavano a cadere per terra e la

moglie andando in cucina prese paura e svenne. Il

marito vedendoli prese un colpo, cadde dalle scale e

morì e figli invece si sono salvati perché sono

scampati vedendo i mostri che passeggiavano in casa.

Sono andati in un altro paese che molto distante da

dove stavano. Andando con gli anni, anche quella

casa venne abbandonata ma prima e poi verrà

qualcuno non ha niente da fare come quell’ anziano.

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Page 7: i racconti dell'orrore

Di Denis Gagliardo

C’era una volta un ragazzo di nome Lorenzo. Un giorno

incontrò alcuni suoi amici che giocavano a pallone vicino a un

cimitero, si avvicinò ad un amico e gli disse che il giorno di

Halloween alle ore 22:40 avrebbe fatto una festa e che era

invitato .

Il giorno di Halloween Lorenzo si mise al lavoro e iniziò a

decorare la casa abbandonata vicino al cimitero. Alle 22:40

arrivarono tutti gli invitati vestiti da Halloween e iniziarono a

ballare, cantare e a giocare a carte. Verso le 23:50 si misero

seduti in cerchio, si raccontarono alcune storie e giocarono al

gioco della bottiglia. Ad un certo punto tutti si misero a dormire

ma ad un tratto , si senti uno spaventoso grido straziante accompagnato dal vento e dal temporale .

Subito dopo si udirono dei rumori e entrò dalla porta di ingresso un indovino spaventato che disse ai

ragazzi che a mezzanotte e cinque si sarebbero risvegliati gli spiriti maligni dall’oltretomba e che

gli spiriti avrebbero ucciso qualsiasi persona che avessero incontrato . Detto questo l’ indovino

sparì . I ragazzi spaventati si misero a urlare e uno di loro andò a chiudere la porta di corsa dicendo:

“ Lo sapete tutti che gli spiriti maligni non esistono non c’è da preoccuparsi è solo una storia

inventata!”. I ragazzi erano ancora troppo spaventati e quindi non riuscirono a dormire. A

mezzanotte e cinque in punto si udì un altro rumore accompagnato da grida. I ragazzi allora si

spaventarono di più e si misero a scappare in un angolo della casa.Subito dopo il centro del

pavimento crollò e uscì un intenso fumo nero. E alcuni mostri armati di

spade e artigli lunghissimi e affilati insieme a streghe e zombi. Uno dei

ragazzi, il più grande, vide una scopa la prese e inizio ha fare il

samurai scaraventandosi addosso a uno dei mostri e allora gli altri

ragazzi facendosi coraggio si tolsero le cinture e andarono a dargli

una mano. All’alba tutti i mostri, dopo che avevano intrappolato i

ragazzi, cercarono di ucciderli ma ad un certo punto la porta si aprì e

entrarono tutti i genitori che subito dopo con dei tubi di acciaio

riuscirono a intrappolare e a chiudere i mostri dentro all’oltretomba

sigillando la tomba. Quando il sole sorse, uscirono tutti dalla casa e gli operai con gli scavatori

demolirono la casa e da quel giorno in poi tutti vissero felici e contenti.

7 Enaip Veneto Monselice

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Di Luca Giuriato

15 agosto 2009. Una serata indimenticabile!

In un paesino sperduto in provincia di Caorle, una compagnia di ragazzi composta da tre ragazzi e

due ragazze, decisero di trascorrere una serata diversa dal solito andando a fare un bagno al mare.

La serata era

stupenda, il

cielo era

pieno di

stelle e c’era

la luna

piena; non

esisteva il

buio quella

sera.

La partenza

era programmata alle 23; e così fu.

Ore 23:45 minuti la spiaggia era deserta. L’unico rumore che si sentiva nell’aria erano le onde che

sbattevano sugli scogli, e il chiacchiericcio dei 5 ragazzi, che si stavano precipitando sulla riva.

Allo scoccare della mezzanotte, come tradizione, i vestiti ricoprirono lo steccato del bagnino e i 5

ragazzi in un baleno erano già in mezzo alle onde.

Passarono 20 minuti e la compagnia era ancora la che giocava quando ad un tratto, il mare si ritirò.

I 5 giovani rimasero nudi in mezzo alla sabbia, impauriti

e sorpresi ma, dopo pochi secondi il mare ritornò com’era

prima, ricoprendo i ragazzi.

La luna si spense. Buio totale.

Il mare era ricoperto di alghe e i pesci facevano le corse

sott’acqua. Erano momenti di terrore…! Ma i ragazzi

riuscirono a mantenere la calma, si presero tutti e 5 per

mano e con piccoli passi, con la paura di pestare qualcosa

nel fondo del mare, riuscirono ad avvicinarsi alla riva.

Erano tutti impauriti e sorpresi. Lanciarono subito lo

sguardo al mare; era ricoperto di alghe,tronchi, pezzi di legno, granchi, pesci morti e tanto fango.

L’aria era diventata gelida, e il freddo si faceva sentire. I ragazzi con una corsa si precipitarono

subito a recuperare i vestiti, li indossarono con talmente tanta fretta che se li scambiarono. Con una

corsa arrivarono alla macchina; finalmente si sentivano al sicuro! E finalmente questa esperienza

terrificante finì ma i ragazzi se la ricordarono per tutta la vita.

Page 9: i racconti dell'orrore

8 Enaip Veneto Monselice

Di Emanuele Gjylkaj

In una periferia sperduta ai margini di una grande città c’era un edificio enorme abbandonato da

moltissimi anni. Dalle finestre rotte si vedevano all’interno, tra i calcinacci sul pavimento letti

arrugginiti, flebo e siringhe, attrezzature di sale operatorie.

Tutto abbandonato. Nel quartiere si diceva che quello era un

ospedale maledetto e dentro si vedevano ancora cose molto

strane.

Come ad esempio si sentivano urla che provenivano dai

pazienti dell’ospedale che urlavano aiuto. In quel momento io

entrai nell’ospedale. Appena entrato vidi un ombra strana dietro

a una porta, sembrava uno zombi. Appena guardai dietro la

porta non vidi nulla finché ad un certo punto qualcuno mi diede una botta sulla testa e mi fece

svenire sul corridoio buio e freddo dell’ospedale. Quando

ripresi i sensi mi ritrovai in un letto, al mio fianco c’erano

altre persone morte. Scesi dal letto ancora un po’stordito mi

diressi verso la porta per uscire dalla stanza e cercare di

capire in che posto dell’ospedale ero stato portato. In un

cartello vidi scritto primo piano, quindi voleva dire che se

volevo uscire dovevo scendere al piano terra e trovare

l’uscita dell’ospedale. Una volta uscito mi sono allontanato

subito da quel dannato ospedale convinto di non tornarci

mai più.

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Page 10: i racconti dell'orrore

Di Ionut Hazaparu

Il primo novembre del 2012 era una notte molto spaventosa. Il cielo era nuvoloso, c’erano tanti

fulmini e tuoni però non pioveva.

Era la terribile notte di Halloween e Carlo con il suo amico Andrea andavano in giro per raccogliere

dolcetti e anche per divertirsi facendo scherzi a quelli che non aprivano le porte.

Mancavano cinque minuti alla mezzanotte

e Carlo con Andrea arrivarono alla fine della loro

piccola città. Si trovarono davanti alla casa più

vecchia del paese dove si vedevano le luci

accese per la prima volta dopo tanti anni.

Decisero di andare anche in quella casa.

Erano un pò spaventati però alla fine andarono lo

stesso. Prima di suonare il campanello, la porta si

aprì da sola e una voce strana li accolse e li fece

entrare. La porta si chiuse subito dietro di loro e

la luce si abbassò. I ragazzi spaventati cercarono

di aprire la porta ma il pavimento sotto di loro si

aprì e loro scivolarono in un tubo pieno di sangue. Precipitarono in una piscina piena di pesci

piranha ma riuscivano a scappare dandogli dei

dolcetti.

Appena usciti dalla piscina si trovarono davanti due

porte. Decisero di andare a destra. Appena entrati

videro un lungo e buio tunnel che era pieno di

scherzi molto pericolosi ma i nostri amici riuscirono

a superare ogni ostacolo. Dopo un po’ di tempo una

palla di pietra grande quanto il tunnel arrivò alle

loro spalle. I ragazzi cominciavano a correre

pensando che erano giunti alla fine della loro vita.

Però una speranza arrivò perche videro la fine del tunnel ma non riuscivano a vedere cosa ci fosse

dopo quella luce forte. La loro unica speranza era di saltare oltre quella luce. Saltarono in un buco

che non aveva fine e appena fuori una strega che cavalcava una scopa salvò i ragazzi e li portò in un

posto sicuro.

I Ragazzi volevano scappare ma la strega li trasformò in elefanti e la sua scopa si trasformò in

un topo. Carlo e Andrea trasformati in elefanti cominciano a correre e Carlo sbattè la testa addosso

ad un muro svegliandosi di colpo da questo brutto sogno!

10 Enaip Veneto Monselice

Page 11: i racconti dell'orrore

Di Matteo Manin

Era una notte tranquilla e nuvolosa e un gruppo di ragazzi e ragazze

organizzarono un tenda party in un boschetto fuori città, vicino a una

vecchia segheria inutilizzata da una decina di anni perché al suo interno

erano stati trovati diversi corpi di persone morte senza volto.

Del colpevole però non si seppe più niente.

Tanto per movimentare la serata presero la decisione di andare

all’interno della vecchia segheria.

A loro insaputa però c’era qualcuno che li teneva osservati da quando

erano arrivati.

Il più coraggioso si avventurò all’interno e dopo circa 5 minuti si sentì

urlare.

Subito tutta la compagnia si avventurò di corsa all’interno e trovarono

il loro compagno li ad aspettarli sano e salvo.

Quando gli chiesero cosa fosse successo gli disse che si era trattato di

uno scherzo. Quando tutti capirono che era stato davvero uno scherzo se ne andarono con passo

spedito verso l’uscita. Il ragazzo restò indietro e si sentì uno strano rumore tipo un volo di un

uccello, e quando tutti uscirono si accorsero che mancava Marco.

Per sicurezza rientrarono a cercarlo e lo trovarono nascosto in uno spazio oscuro.

Quando uscirono il ragazzo sembrava un po’ diverso dal solito più silenzioso, come se stesse

studiando gli altri.

Arrivò l’ora di cucinare qualcosa, e venne chiesto l’ accendino all’ unica ragazza del gruppo che

fumava; lei rispose di non trovare più l’ accendino quindi pensò di averlo perso nella vecchia

segheria.

Marco decise di seguirla. Entrati nella segheria la ragazza venne portata da Marco in un luogo

nascosto e lì la ragazza iniziò a preoccuparsi. Ad un tratto il ragazzo si mise una mano sul viso e se

lo tolse come una maschera. Era mostruoso, sembrava avere subito un incidente, era senza volto gli

mancava la pelle! La ragazza tentò di urlare ma lui non le lasciò il tempo e la uccise rompendole il

collo.

Gli altri ragazzi preoccupati entrarono a cercarli ma senza risultati.

Il killer intanto andò a tagliare le ruote delle auto per non farli fuggire e li stava aspettando nel

luogo dove avevano acceso il fuoco con un macete in mano ovviamente con le sembianze di Marco.

Un ragazzo intanto chiamò la polizia per avvertirla del rapimento della ragazza. Intanto tornarono

nell’accampamento dove trovarono una brutta sorpresa.

I ragazzi appena si accorsero del killer fuggirono nel bosco. Tutti vennero inseguiti, cercati, trovati

e uccisi tranne una coppia che riuscì ad avvicinarsi alla città e ad incrociare una pattuglia di

poliziotti che li portarono in salvo nella caserma più vicina.

Il giorno seguente trovarono i corpi senza vita dei ragazzi tutti ammucchiati nella segheria e del

colpevole nessuna traccia.

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Page 12: i racconti dell'orrore

Di Gabriele Martin

In un paesino sperduto nella campagna inglese ogni anno succedono cose strane nel periodo di halloween.

Vicino a questo paesino c’era un bosco dove ad ogni alba del 1° novembre venivano ritrovati i corpi di 3

persone del villaggio, che erano state rapite a caso e uccise nella notte del 31 ottobre, dopo essere

state torturate nei giorni precedenti.

Con queste 3 persone ne veniva rapita una quarta, che veniva costretta ad uccidere gli altri 3 dopo le

torture, e se lo faceva veniva risparmiata e gli veniva offerta la possibilità di entrare nel clan degli

assassini: il “three headed dog”.

In questa notte le 3 persone torturate venivano messe su 3 alberi, a formare un triangolo, tutti con la

faccia rivolta verso il centro, e nel centro, la quarta persona doveva offrire un po’ del suo sangue per

evocare un cerbero demoniaco a cui venivano offerte le 3 vittime, una per ogni testa del demone.

Quest’anno la persona che doveva

effettuare il sacrificio era un

giovane ragazzo, che era costretto

ad uccidere i suoi amici più vicini.

Dall’evocazione ne era uscito un

cerbero diverso dal solito, perché

questo aveva solo una testa normale,

le altre 2 avevano il potere del fuoco

e del ghiaccio.

I membri del T.H.D. erano sorpresi,

soprattutto perché l’animale

sprigionava un’aura oscura ogni volta

che qualcuno di loro si avvicinava al

suo evocatore.

A un certo momento il loro capo si

lanciò contro il ragazzo per

ucciderlo ma a quel punto il cerbero

si mise davanti per difenderlo e

venne colpito a morte, così facendo

lo spirito della bestia si introdusse

nel corpo del ragazzo causando un esplosione di luce, e quando tornò il buio i 3 ragazzi che erano legati

agli alberi che erano spariti, mentre al centro era rimasta un ombra circondata dagli alberi in fiamme e

dalle scariche elettriche che a malapena gli illuminavano il volto.

Quando l’ombra alzò lo sguardo si vide il viso del ragazzo.

A quel punto tutti quelli del clan si scagliarono contro di lui per finire il lavoro, ma in quel momento il

ragazzo sprigionò una potentissima energia che mischiava insieme fuoco, ghiaccio, oscurità e fulmini, e

dopo uno scatto verso l’alto, allargò le braccia e genererò un esplosione che rase al suolo tutto quello

che si trovava nei dintorni a distanza di qualche chilometro, facendo fuori l’intero clan del T.H.D.

Al mattino seguente fuori dal bosco non c’erano i 3 ragazzi, ma i membri del clan, morti e messi in croce

a testa in giù.

Dal quel giorno non si parlò più del clan, ma alcuni dicono di vedere ancora un ombra scura camminare

per il paese, accompagnato da un cane a 3 teste.

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Page 13: i racconti dell'orrore

Di Matteo Quaglio

Era una notte molto ventosa e piovosa. Il signor John stava rientrando a casa dopo una cena di

lavoro con i propri colleghi. Viveva da solo ed era vedovo da quasi un anno. Era un uomo

affascinante infatti nella sua vita ebbe molte donne anche quando era sposato. Era molto ricco e

faceva una vita lussuosissima. Non si faceva mancare nulla.

Sua moglie non sapeva niente di tutte le amanti che aveva avuto. Non si era mai accorta di nulla.

Il signor John dopo essere entrato in casa si diresse verso la sua

stanza per spogliarsi e andare a farsi il bagno.

Entrato nella camera fissò la foto appesa alla parete che lo ritraeva

con sua moglie.

Poi si ricordò di avere nascosto nel suo cassetto un album con tutte

le foto delle sue amanti. Si mise a

sfogliarlo tutto e poi lo appoggiò

aperto sopra il letto. Si spogliò e

andò a lavarsi.

Mentre lui era in bagno, sua

moglie nella foto in camera, prese

vita vedendo le foto delle sue

amanti. Si infuriò tantissimo,

scese giù in cucina e prese un coltello. Ritornò sopra ed entrò in

bagno con aria minacciosa.

Il signor John uscì immediatamente dalla vasca con un grande

spavento. Cercò un modo per scappare, ma sua moglie lo

intrappolò e lo colpì alla schiena con il coltello e lo uccise. Dopo di

che il fantasma di sua moglie andò da tutte le amanti che aveva avuto e uccise ad una ad una anche

loro.

13 Enaip Veneto Monselice

Page 14: i racconti dell'orrore

Di Giacomo Sturaro

Kurt tornò nella sua camera dopo una faticosa giornata di lavoro, e stanchissimo si lasciò avvolgere

dal calore delle sue coperte del letto.

Stava ripensando a tutti gli avvenimenti di quella giornata quando un rumore sordo attirò la sua

attenzione.

Si sedette sul letto e diede un’occhiata alla stanza.

Ogni cosa era al suo posto.

Kurt pensò che fosse il vento fuori dalla finestra che ululava.

Si distese nuovamente e prese sonno dopo breve tempo.

Iniziò a viaggiare nei sogni e immaginò di trovarsi in un prato bellissimo.

Stava camminando tra i fiori guardando l’orizzonte quando all’improvviso una granata esplose alla

sua sinistra.

No, era il suo armadio!

Si svegliò di soprassalto e si mise in piedi.

Guardò la stanza e l’armadio; era tutto apposto, così come

quando l’aveva comprato la settimana prima.

Ormai però non aveva più sonno e decise di andare a bere

qualcosa dal frigo giù in cucina.

Mentre stava per uscire dalla sua stanza, sentì ancora quel

rumore…

Si avvicino ancora all’armadio e un altro rumore provenì da esso.

Kurt decise di prendere la sua nuova mazza da baseball e di

usarla come arma per difendersi in caso vi fosse qualcuno che

volesse aggredirlo dall’armadio…

Si avvicinò al mobile lentamente, sollevò la mazza sopra la testa

e aprì.

Una luce accecante lo avvolse e lo trascinò dentro l’armadio…inizio a fargli male la testa e troppi

brutti pensieri iniziarono a riempirgli la mente…i demoni lo avevano preso e non lo avrebbero

lasciato mai più.

14 Enaip Veneto Monselice

Page 15: i racconti dell'orrore

Di Marco Valvo

Questa storia parla di un signore molto ricco, sposato e

famoso di nome Smith. Quest’uomo aveva un hobby

che lo divertiva tanto ovvero trovarsi delle amanti

farsele e poi ucciderle.

Quello che lui non sapeva però era che ogni volta che

uccideva una sua amante andava nell’oltretomba e

trovava le altre amanti uccise.

Un giorno incontrò una donna di nome Jessica molto

furba che non si faceva intimidire e il signor Smith la

corteggiò a tal punto da farla innamorare di lui. Come

sempre, dopo un po’ di volte che si frequentavano, la

uccise.

Quando Jessica arrivò nell’oltretomba vide tutte le ragazze che il signor Smith aveva ucciso e capì

subito perché c’erano tutte quelle ragazze li.

Infuriata per le crudeltà di quell’uomo chiamò attorno a lei tutte le ragazze e gli chiese cosa fosse

successo. Loro avevano lo stesso motivo di Jessica, e quindi si mise a pensare come fargliela

pagare.

Intanto il signor Smith continuava a compiere stragi. Quando Jessica vide che continuavano ad

arrivare ragazze si arrabbiò sempre di più e le venne in mente un’idea.

Decise di ritornare dall’oltretomba con tutte le ragazze e farlo

a pezzi in modo che ogni pezzo del signor Smith venisse dato

ad ogni ragazza.

Un giorno il signor Smith tornò a casa dal lavoro e si rese

subito conto che qualcosa non andava in casa, c’era troppa

calma. Si sedette sulla poltrona per riposarsi e Jessica venne

fuori dal pavimento con un coltello e cominciò a togliere un

pezzo per sè e così per tutte le ragazze fino a quando rimasero

solo i vestiti. Jessica non era ancora del tutto soddisfatta e

quindi andò ad uccidere anche la moglie che si stava facendo

un bagno. Uccisa anche la moglie Jessica fu davvero contenta per averle risparmiato di diventare la

vedova di uno spietato assassino.

Alla fine se ne tornò nell’oltretomba in pace.

15 Enaip Veneto Monselice

Page 16: i racconti dell'orrore