I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

6
La fusione delle arti: desiderio e progetto sospeso tra utopia e realtà Contaminare per comunicare Non esiste settore dell’arte i cui esponenti, in epoche diverse e attraverso mezzi e poetiche distinte, non abbiamo mostrato il desiderio di varcare i “confini leciti” del proprio mezzo espressivo per avvalersi del potenziale di altre discipline, al fine di estendere e sfidare la comunicazione attraverso l’opera d’arte. Per citare alcuni casi celebri – e fitti di conseguenze nella storia delle arti - Richard Wagner (Gesamtkunstwerk) e Emile Jaques-Dalcroze (Eurhythmics) lo hanno fatto nella musica, Adolphe Appia (Spazi Ritmici, Attore, musica e scena) e Edward Gordon Craig (On the art of theatre, Towards a new theatre, Puppets and poets) nel teatro e nell’arte scenica, Rudolf von Laban (Labanotation) e Mary Wigman (Ausdrucktanz) nella danza. Le loro visioni li hanno spinti a cercare una dialettica tra i linguaggi; la loro competenza ad analizzare gli strumenti in loro possesso; il loro istinto ad inseguire intuizioni di integrazione. Progetti che hanno provocato rivoluzioni necessarie al rinnovamento dell’arte, creando le basi della modernità e della contemporaneità come le conosciamo oggi. Credo che la fusione o contaminazione delle arti nasca da un profondo desiderio di completezza, di armonia e di relazione con l’esistente. Non tanto l’arte per l’arte, nei suoi tentativi di sperimentazione gratuita e autoreferenziale di cui la modernità è piena, quanto entrare in relazione con qualcosa, includerla per comporre una forma diversa che è sia creazione (a beneficio di se stessi e del proprio desiderio di completezza) che comunicazione (a beneficio del pubblico). Nutro la ferma convinzione che una sana dialettica tra artisti di estrazione diversa possa giovare all’arte e che individui di formazione aperta e non convenzionale possano realizzare progetti “con un’ala in cielo e un piede per terra ”, per parafrasare un grande rivoluzionario dell’arte scenica come Vsevolov Mejerchol’d. Che si tratti di utopia o di realtà, è indubbio che l’evoluzione consista nella capacità di ricombinare l’esistente, nel mantenersi in rapporto con le origini e in ascolto dei segnali del presente, nella volontà di rinnovarsi e di lasciare andare ciò che non è disposto a trasformarsi. Un atteggiamento vitale, nell’arte come nella vita... (di Daniela Bestetti) I Quaderni - editoriale pag.1 I Quaderni di Nuova Scena Antica GALLERY MARZO 2012. GLI ARTISTI. LE CREAZIONI I Quaderni di Nuova Scena Antica I Quaderni di Nuova Scena Antica nascono per raccogliere gli incontri significativi avvenuti nel panorama artistico contemporaneo internazionale ANNO 4 N. 1 MARZO 2012 RIVISTA TRIMESTRALE ARTE MUSICA PERFORMANCE Redazione Italia direttore responsabile SILVIO DA RU’ project & art director DANIELA BESTETTI Nuova Scena Antica 2012 Alcuni diritti riservati www.nuovascenaantica.it RIVISTA ON LINE ARTE MUSICA PERFORMANCE SOMMARIO Editoriale 1 Arte 2 Musica 3 Performance 4 I Quaderni nel mondo 5

description

La fusione delle arti: desiderio e progetto sospeso tra utopia e realtà. EDITORIALE: Contaminare per comunicare ARTE Marlies Liekfeld-Rapetti MUSICA Roberta Di Mario PERFORMANCE Federica Bognetti DALL'ESTERO Daniel Mestre (Spagna) e Alvenaria de Teatro (Brasile)

Transcript of I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

Page 1: I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

La fusione delle arti: desiderio e progetto sospeso tra utopia e realtà Contaminare per comunicare

Non esiste settore del l’arte i cui esponenti, in epoche diverse e attraverso mezzi e poetiche distinte, non abbiamo mostrato il desiderio di varcare i “confini leciti” del proprio mezzo espressivo per avvalersi del potenziale di altre discipline, a l f ine d i es tendere e s f idare la comunicazione attraverso l’opera d’arte. Per citare alcuni casi celebri – e fitti di conseguenze nella storia delle arti - Richard Wagner (Gesamtkunstwerk) e Emile Jaques-Dalcroze (Eurhythmics) lo hanno fatto nella musica, Adolphe Appia (Spazi Ritmici, Attore, musica e scena) e Edward Gordon Craig (On the art of theatre, Towards a new theatre, Puppets and poets) nel teatro e nell’arte scenica, Rudolf von Laban (Labanotation) e Mary Wigman (Ausdrucktanz) nella danza. Le loro visioni li hanno spinti a cercare una d ia let t ica t ra i l inguaggi ; la lo ro competenza ad analizzare gli strumenti in loro possesso; il loro istinto ad inseguire

intuizioni di integrazione. Progetti che hanno provocato rivoluzioni necessarie al rinnovamento dell’arte, creando le basi della modernità e della contemporaneità come le conosciamo oggi.

Credo che la fusione o contaminazione delle arti nasca da un profondo desiderio di completezza, di armonia e di relazione con l’esistente. Non tanto l’arte per l’arte, nei suoi tentativi di sperimentazione gratuita e autoreferenziale di cui la modernità è piena, quanto entrare in relazione con qualcosa, includerla per comporre una forma diversa che è sia creazione (a beneficio di se stessi e del proprio desiderio di completezza) che comunicazione (a beneficio del pubblico). Nutro la ferma convinzione che una sana dialettica tra artisti di estrazione diversa possa giovare all’arte e che individui di formazione aperta e non convenzionale possano realizzare progetti “con un’ala in c ie lo e un p iede per te r ra” , per parafrasare un grande rivoluzionario de l l ’a r te scen ica come Vsevo lov

Mejerchol’d.Che si tratti di utopia o di realtà, è

indubbio che l’evoluzione consista nella capacità di ricombinare l’esistente, nel mantenersi in rapporto con le origini e in ascolto dei segnali del presente, nella volontà di rinnovarsi e di lasciare andare ciò che non è disposto a trasformarsi. Un atteggiamento vitale, nell’arte come nella vita...

(di Daniela Bestetti)

I Quaderni - editoriale pag.1

I Q

uade

rni d

i

Nuo

va S

cena

Ant

ica

GALLERY MARZO 2012. GLI ARTISTI. LE CREAZIONI

I Quaderni diNuova Scena AnticaI Quaderni di Nuova Scena Antica nascono per raccogliere gli incontri significativi avvenuti nel panorama artistico contemporaneo internazionale

ANNO 4 N. 1 MARZO 2012

RIVISTA TRIMESTRALE

ARTE MUSICA PERFORMANCE

Redazione Italia

direttore responsabile SILVIO DA RU’ project & art director DANIELA BESTETTI

Nuova Scena Antica 2012 Alcuni diritti riservati

www.nuovascenaantica.it

RIVISTA ON LINE

ARTE MUSICA PERFORMANCE

SOMMARIO Editoriale 1 Arte 2 Musica 3 Performance 4 I Quaderni nel mondo 5

Page 2: I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

Marlies Liekfeld-Rapetti (artista visiva)

I Quaderni - arte pag. 2

ARTEZOOM ON MARLIESMarlies Liekfeld Rapetti nasce nel 1939 a Königsberg (città tedesca della Prussia Orientale fino al 1945, oggi Kaliningrad, Russia). Dopo aver concluso gli studi di assistente medica, nel 1972 si dedica allo studio dell’arte e della pedagogia. Coltiva l a s u a c o n o s c e n z a a r t i s t i c a frequentando numerose scuole e u r o p e e e c e n t r i d ’ a r t e e partecipando a diverse mostre. Ora vive e lavora a Berlino, in Carinzia e a Šmartno (Slovenia). I suoi lavori sono presenti in numerose collezioni europee.

PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE2010 Kunst - Schenken  -  Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A)2009 Kunst - Schenken  -  Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A), Zeichnung Raum  -  Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A)2006 DÉJÀ VU? Einblicke in die Sammlung Stadtgalerie Klagenfurt (A) 2005 Kunst - Schenke Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A)2004 jeder.selbst  -  Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A); Movimenti I  -  Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A)2003 Achse des Bösen  -  Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A)2000 Mitgliederausstellung 2000 Kunstverein Kärnten / Künstlerhaus Klagenfurt (A)PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI1979 Städtisches Museum Mülheim a. d. Ruhr (D) 1988 Künstlerhaus Klagenfurt (A) 1990 Galerie Falke, Loibach bei Bleiburg (A) 1992 Galerie a. d. Stadtmauer, Villach (A) 1993 Galerie Holzer, Villach (A) 1995 Museum Ostdeutsche Galerie, Regensburg (D) 1997 Galer ie Amthof, Feldkirchen (A) 1998 Kunstverein für Kärnten, Küstlerhaus Klagenfur t 1999 Galer ie Haus Winkler-Jerabek, Himmelberg (A) 2001 Galerie Freihausgasse, Villach (A), Galerie Falzone Fine Art, Berlin (D) 2002 Aschaffenburger Kulturtage (D) 2003 Alte Burg, Gmünd (A) 2004 Kelag-Schaukraftwerk Forstsee (A) 2005 Stadtgalerie Klagenfurt (A) 2007 Galerie Berndt, Wolfsberg (A), Galerie Hisa kulture, Šmartno (SLO) 2008 Galerie Schloss Porcia, Spittal a.d. Drau (A) 2011 Galleria d’Arte Paviljon Hit Business Center Nova Gorica (SLO).

L’arte visiva è un contenitore che racchiude ormai molte discipline e che si pone nei confronti del pubblico con un atteggiamento rinnovato (se non volutamente provocatorio), retaggio della reazione drastica nei confronti di un certo accademismo e chiusura mentale tipici della cosiddetta cultura ufficiale. Dal dopoguerra ad oggi, numerosi movimenti di rottura - sfociati soprattutto nelle esperienze dello happening e della performance art – hanno contribuito a modificare il rapporto dell’artista con l’opera d’arte e, per conseguenza, dell’opera d’arte con il pubblico. Creazioni non più classificabili secondo rigidi parametri di settore trovano nell’istallazione la forma espositiva più congeniale, contemplando un diverso approccio con i materiali, lo spazio e l’uomo nel suo complesso, spesso inteso come motore dietro l’opera d’arte stessa. Nei casi più riusciti, dove l’artista cioè ha saputo sottrarsi alla tentazione suprema dell’atto puramente auto-referenziale, questa contaminazione sortisce l’effetto di scatenare una nuova dialettica tra i fattori in campo, incluso il visitatore, con la sua personale percezione dell’esistente.

L’artista tedesca Marlies Liekfeld Rapetti appartiene a questo ambito. Molte delle sue opere, ad esempio, sono caratterizzate dall’uso insolito della carta: tagliata, usata come tela sulla quale dipingere parti del corpo, inzuppata nell’acqua o nella vernice o addirittura bruciata. Opere caratterizzate da un forte impatto visivo, da una visione “teatrale” del manufatto, collocato con maestria nello spazio espositivo, che diventa parte attiva nella percezione dell’opera d’arte. Manufatto, non in ultimo, realizzato attraverso l’uso sapiente dei materiali, in gran parte prodotti personalmente dall’artista, dietro il quale si cela una grande ricerca sulle tecniche artistiche e sui vari aspetti della vita umana.

Con queste pratiche Marlies Liekfeld Rapett riesce ad esprimere la fragilità della vita e la sua concezione di arte libera.

opere 2001/2010

Page 3: I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

Roberta Di Mario (pianista, compositrice, cantante)

I Quaderni - musica pag. 3

Nel vasto panorama della musica italiana d’autore può capitare di imbattersi in artisti di spessore e raffinata cultura musicale che, a dispetto della notorietà, sono capaci di evocare atmosfere rarefatte e personali attraverso vocalità e melodie non scontate. E’ il caso di Roberta Di Mario, pianista di formazione e cantautrice di vocazione, che riesce a coniugare sonorità classiche, popolari, latine, jazz e una presenza estremamente elegante.

“Un sogno che arde è l’inizio di una poetica rivoluzione”: è la frase riportata nella intro del tuo sito. Nasce così Roberta Di Mario musicista?RDM: Il senso di queste parole le ho capite un po’ più in là… In realtà la musica mi ha sempre accompagnata, fin dai primi anni di vita, penso che in qualche modo sia stata lei a scegliere me. Tutto è arrivato in modo naturale, consueto, fluente: le mani sul pianoforte, mente e cuore nelle note. La differenza però l’ho fatta quando qualche anno fa ho seguito davvero il mio sogno di scrivere e di cantare: allora mi sono finalmente “trovata” fedele, coraggiosa e sincera verso i miei desideri. Quella è stata la mia piccola grande “rivoluzione”!

Emozione e tecnica, istinto e regola: che posto trovano questi valori all’interno del tuo essere compositrice ed interprete? RDM: Sono la base di tutto ciò che creo. L’una è imprescindibile dall’altra. Il rigore e la disciplina dell’Accademia mi hanno permesso di raggiungere la velocità, la tecnica, il mestiere del concertismo; l’istinto e l’emozionalità, invece, il canale per l’esplosione di una creatività e di una verità che mi appartiene e che racconta chi sono e ciò che sento. Invito i giovanissimi che si avvicinano al mondo della musica a dare equa importanza allo studio paziente, tenace, ed alla libertà e vivacità creativa. Insieme si raggiunge una completezza che potrà fare tutta la differenza!

Che cosa desideri trasmettere al pubblico attraverso i tuoi brani? E qual è il tuo rapporto con lo spettacolo dal vivo?RDM: Amo la “verità” del mio essere, la semplicità nella sua più grande essenza, l’intensità dei miei sentimenti e vorrei che tutto questo trasparisse nelle note che scrivo, canto e suono… Amo il contatto con il pubblico e istante dopo istante sento quel feeling che ci rende per qualche manciata di minuti unici e vicini, con la speranza che nella mia musica il pubblico ritrovi qualcosa che gli appartenga e che possa riportarsi a casa. Un ricordo, un’emozione, un piccolo sorriso. E’ pochissimo, ma è abbastanza!

Progetti di Musica, Teatro e Canzone: di cosa si tratta precisamente e che cosa muove in un artista il dialogo tra i diversi linguaggi dell’arte?RDM: Ogni linguaggio si arricchisce interagendo con l’altro. Mi piace pensare alla musica totale, che possa fondersi con il teatro, che possa acquistare valore con le parole, che possa ritornare al solo piano quando non ha bisogno di parole, perché quell’emozione è più forte se non celebrata, ma semplicemente ascoltata… Nel mio ultimo album Tra il tempo e la Distanza unisco il pianismo alla canzone d’autore ed in qualche brano si intravede una timida poeticità teatrale…

Grazie, Roberta.

(intervista a Roberta di Mario del 14.03.2012)

MUSICAZOOM ON ROBERTA1. Il tuo maggior pregioL’intensità degli occhi e del cuore. E molta determinazione!

2. Il tuo peggior difettoLa testardaggine!

3. Progetti per il futuroUn nuovo album da far conoscere al grande pubblico, un bel progetto artistico che nuovamente mi rispecchi e unisca anima e cuore di quanto più pubblico possibile…

Bio in sintesi di Roberta Di MarioMusicista, pianista e cantautrice. Segni particolari: Ariete, quindi testarda e appassionata. Diplomata in pianoforte al Conservatorio di Parma con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore, si avvicina alla tastiera in bianco e nero all’età di 5 anni. Respira musica da sempre e da sempre il piano la accompagna in questo suo viaggio sconfinato nella musica. Esso rappresenta l’elemento portante di ogni sua creazione ar t is t ica, interpretando la sua sensibilità, il suo pensiero ed il suo tempo. Inizia giovanissima l’attività concer tist ica vincendo concorsi nazionali ed internazionali sempre con eccellenti consensi e risultati. Da qui evoluzione e ricerca, fino ad approdare alla canzone d’autore ed al pianismo contemporaneo. Debutta con il suo primo progetto discografico Tra il Tempo e la Distanza (Alfa Music, 2011) che unisce la canzone al pianismo contemporaneo: un disco che riflette la sua personalità, una sintesi in grado di far convivere armoniosamente qualità contrastanti come autenticità, spessore, femminilità ed eleganza. L’album raccoglie melodie, canzoni ed alcuni brani pianistici che sfuggono ad una precisa etichetta. Autrice dei testi e delle musiche, interprete dei brani di piano con cui bacia ed accarezza le note, vivace nella creatività, arguta e singolare nei testi, melodica, semplice e sobria nei passaggi musicali come nella vita, Roberta entra nella scena d e l l a c a n z o n e d ’ a u t o r e c o n passionalità ed eleganza.

www.robertadimario.it

https://www.facebook.com/pages/ROBERTA-DI-MARIO-TRA-I L - TEMPO-E - L A -D IS TANZA/280973241922321

Page 4: I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

Federica Bognetti (autrice, attrice, performer, regista)

I Quaderni - performance pag. 4

Il teatro cerca da anni un rapporto con altre arti. Cerca di rinnovarsi attraverso la decostruzione e ricostruzione di un linguaggio performativo scenico capace di creare al di là del testo e del lavoro interpretativo dell’attore. In questa direzione operano molti artisti con alle spalle percorsi formativi “contaminati”. E’ l’approccio scelto anche da F e d e r i c a B o g n e t t i , c h e c o n i s u o i c o l l a b o r a t o r i h a d a t o v i t a a l l a CompagniaVerandaRabbit di Milano, per indagare in particolare il rapporto tra testo, musica e scrittura scenica.

Come sei arrivata alla necessità di creare una compagnia?FB: Dopo anni vissuti principalmente come attrice scritturata, è nata la necessità di realizzare dei progetti miei, che mi permettessero di agire in completa autonomia artistica. Per realizzarli, tendo a coinvolgere gli stessi artisti, anche se poi accade che si aprano nuove collaborazioni. CompagniaVerandaRabbit è una compagnia atipica, fatta di persone che vivono in città differenti, in alcuni casi anche all’estero. Nonostante non ci si riunisca quotidianamente, è per me molto importante creare una continuità artistica con le persone.

Cosa ti muove alla creazione di uno spettacolo e qual è il rapporto con il testo?FB: Ogni progetto porta una tematica differente. Si tratta di contenuti ai quali penso da tempo e che aspettano di trovare una forma. Nel caso di Bar Blues da parecchio pensavo al romanzo di Testori e da altrettanto tempo era nato il personaggio della vecchia attrice, che poi è diventato protagonista. Il testo è una riduzione drammaturgica di La Gilda del Mac Mahon di Giovanni Testori, ma la scrittura scenica è staccata dal contesto del romanzo. Lo spettacolo si apre con l’azione di una vecchia barbona che sente una musica provenire da un locale abbandonato fuori dal quale dorme: il Bar Blues. Vi entra e il tempo dell’azione si sposta nel passato quando, giovane attrice, si esibiva recitando e cantando: è a questo punto che si fa protagonista il testo di Testori. Quando alla fine scompare il ricordo e la vecchia attrice si ritrova sulla strada, recita con nostalgia alcune battute di Kostja e Nina tratte da Il Gabbiano di Cechov tra le quali: “Questo è il mio teatro”. Diverso il lavoro di scrittura per In Carne e Wireless, il mio ultimo spettacolo. Sono partita da alcune canzoni e testi brevi del cantautore parmigiano Francesco Camattini. Non esistevano personaggi né il luogo dell’azione. Ho iniziato improvvisando per poi formalizzare i testi manipolati durante l’improvvisazione. E così ciclicamente, fino alla nascita della scrittura scenica. Un lavoro lungo, aperto.

Recitazione, danza, musica, canto. Quali sono i confini specifici e quali i potenziali di interazione tra le discipline artistiche?FB: Credo che la difficoltà nella fusione delle arti stia nella reale necessità della loro compresenza. Quando inizio un progetto mi chiedo sempre se un mezzo espressivo sia necessario per comunicare un contenuto. Spesso accade che le riflessioni intellettuali risultino a lungo andare gratuite a differenza di ciò che nasce dalla pratica del lavoro. A volte però lavorare su un’immagine mi permette di trovare atmosfere o punti di partenza precisi che poi mantengo per tutto il percorso, forse perché veicolano una condizione che mi sta a cuore e mi rappresenta. Secondo me la compresenza di linguaggi differenti è assoggettata al principio di necessità: mezzo unitamente a sintesi per veicolare un tema.

Questo numero è dedicato alla fusione delle arti, la famigerata ”opera d’arte totale”. Utopia o realtà?FB: Realtà, poiché la volontà e il tentativo di realizzarla sono per me una realtà.

Grazie, Federica.

(intervista a Federica Bognetti del 14.03.2012)

PERFORMANCEZOOM ON FEDERICA1. Il tuo maggior pregioLa tenacia. Realizzare quello che ho in mente. Custodisco progetti e desideri, li accudisco e li preparo per poterli realizzare. Non importa quando.

2. Il tuo peggior difetto

Lunaticità, ma con l’età si è affievolita.

3. Progetti per il futuroRealizzare con la drammaturga Maria Teresa Berardelli il nostro progetto Il Giardino e fare tourné con Bar Blues e In Carne e Wireless

Bio in sintesi di Federica BognettiSi forma con i danzatori Abbondanza e Bertoni (1993/96) e si diploma alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo G r a s s i d i M i l a n o - A t e l i e r Teatrodanza (1996). Frequenta la Scuola Europea per l’arte dell’attore (1998/99) dove studia con N.Karpov, V.Kamisnikova, N.Orekova, e la Scuola di alta formazione L’attore europeo fra teatro, danza e musica (Teatro Due 2006/07) dove studia con V.Binasco, C.Longhi, M.Airaudo, M.Farau. Si perfeziona frequentando laboratori di teatro con V.Bodo, N.Facchini, L.Muscato, E.Dante, A.Santagata, S.Sinigaglia, Odin Teatret, M.Dioume, O.Koudriachov; e di danza con R.Giordano, G.Rossi, A.Borriello, L.Casiraghi, T.Weikel, M.Francia. Per un anno studia con l’attore D.Manfredini. Coltiva e studia i l can t o con R . P. Pe t t i n e l l a e F.Cassinari, esibendosi in serate jazz con pezzi di Boris Vian (2010). Menzione d’Onore Prova d’Attore (1999 pres idente E.Al legr i ) e segnalazione Premio Hystrio (2002 presidente U.Ronfani). Dal 1992 al 2 010 l a vo r a c o m e a t t r i c e e danzatrice per numerose produzioni teatrali, d’opera e di danza a livello nazionale, tra cui Teatro Tascabile di Bergamo, Compagnia Abbondanza/Bertoni (Studio per Pabbaja e Mozarthotel, 1996), Teatro Due di Parma (Sogno di una notte di mezza estate 2010, Extremities 2009, Catastrofe 2009, L’uomo del destino 2009, I Racconti di Cechov 2008), Teatro Stabile di Torino (Sogno di una notte di mezza estate 2007) e per numerosi registi emergenti, tra cui C. D’Elia, M. Cividati, G. Baraldi, A. Genovesi. Come autrice, interprete e regista crea gli spettacoli La bambina con la pelliccia (2007), Bar Blues (2010), In Carne e Wireless (2012) e ne l 2011 f onda a Mi lano la Compagniaverandarabbit.

www.compagniaverandarabbit.com

“Bar Blues”

Page 5: I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

Ed ora la parola ai nostri portavoce dall’estero per scoprire cosa succede nel resto del mondo.

I Quaderni nel Mondo pag. 5

I Quaderni nel mondo(ES) Daniela De Marchi

C‘è una domanda

di cui ho un orribile ricordo: cosa farai da grande? Ci viene imposto di scegliere una st rada, che soprattutto sia la piùunivoca possibile,

d o v e “ c o m p e t e n z a “ e “specializzazione“ sono le parole chiave. Anche nella musica, non si d i v e n t a p i ù “ m u s i c i s t i “ , m a strumentisti, direttori, compositori o cantanti. Non ci ricordiamo più della “polivalenza“ degli artisti del passato: Leonardo da Vinci era ingegnere, p i t tore, mus ic i s ta, archi tetto; Michelangelo scultore, pittore, musicista e filosofo; Mozart violinista, pianista, direttore d‘orchestra, compositore; Charlie Chaplin attore, regista ed autore delle musiche dei suo i f i lm… A l la completezza dell‘esperienza artistica si oppone oggi i l mito-castrazione del la “specializzazione“. Un appello: lasciamoci portare dalla nostra vitalità e dalla varietà dei nostri interessi! Perché se mai esiste l‘opera d‘arte totale, sintesi di tutte le forme espressive, questa si chiama UOMO.

(BR) Sergio Nunes MeloN o n c o n o s c o progetto più sospeso tra utopia e realtà di quello di Alvenaria de Teatro e le sue performance frutto del caso totale. “Alvenaria” sembra

un nome contraddittorio: significa lavorazione muraria, bugnato, e ci rimanda al concetto di struttura. Sarà possibile evitare gli elementi strutturali? Non del tutto nemmeno qui, ma “il bugnato” del regista Daniel Guerra è di tipo “rustico” per adeguarsi alle variazioni dello spettatore, invitato a partecipare in prima persona, bevendo grappa per raggiungere uno stato alterato di coscienza o battendo un oggetto quals ias i per contr ibu i re a l le p e r c u s s i o n i . U n a p r o p o s t a radicalmente sperimentale, che merita curiosità. Come ci ricorda Eduardo Galleano, l’utopia è per definizione irraggiungibile, ma è una forza motrice impareggiabile per farci andare avanti!

In questo numero Daniela ha scelto per noi

DANIEL MESTRE. La ombra de arte total.Daniel Mestre es director del Coro de la Orquesta de Granada, profesor de dirección y director del Taller de Ópera de la Esmuc y del Coro, Orquesta de Cámara y Joven Compañía de Ópera del Conservatorio del Liceu.

El hecho de destacar en diferentes artes, o sectores de las mismas, ha sido el sueño de muchos artistas. Tus diferentes actividades tales como la de director de orquesta, de coro, pianista, etc. te acercan de alguna manera a este ideal?DM: La figura del director significa ya de por sí aglutinar distintas disciplinas musicales y

artísticas para tener un mayor conocimiento de la orquesta o del coro. En mi caso ha sido sin duda una manera de reunir y canalizar las diferentes inquietudes y estudios que he cursado de violín, canto, piano o historia del arte... E l d i r e c t o r d e o r q u e s t a , principalmente cuando dirige óperas, t iene la maravi l losa oportunidad de ver reunidas todas las artes: música, poesía, teatro, danza…DM: La ópera es sin duda el espectáculo total que puede reunir

todas las artes. Richard Wagner es quien más ejemplifica este ideal de Gesamtkunstwerk. No hay ninguna duda de que para mi es uno de los géneros más estimulantes, ya que el hecho de estar en contacto con todas estas disciplinas significa un enorme enriquecimiento. La obra de arte total requiere al artista total. Piensas que la formación musical de hoy en dia ayuda a los futuros artistas a ir en esta dirección ?DM: Me da la impresión de que actualmente se tiende a una gran especialización y es una lástima, ya que - sin llegar a la amplitud de conocimientos del hombre renacentista - sí que encuentro necesario tener una formación lo más amplia posible para comprender mejor la obra desde todos los puntos de vista - histórico, estilístico, filosófico o incluso teológico si se trata de, por ejemplo, una cantata de Bach. Además, estoy seguro que un violinista, si ha estudiado canto, seguro que toca mejor y viceversa...

www.danielmestre.com (di Daniela De Marchi)

In questo numero Sergio ha scelto per noi

ALVENARIA DE TEATRO. Fogueira.Daniel Guerra, director of Alvenaria de Teatro, a devising group that conflates music, dance, ritual, and confraternization with the audience, speaks his heart out. What defines Fogueira (Bonfire)?DG: Its total subjection to the audience’s variations of temperature and

pressure: a high level of permeability. We believe in the present, not in the embodiment of any status quo: blockings, characters, or any other artificiality is ruled out.So why does Raiça Bonfim star the show?DG: I don't believe that there was any stardom as an aesthetic proposal. In my group we only believe in the present moment and we don't accept that the work of an actor may create for him/herself a definitive status-quo, be it secured by a score, by blocking, by a character, or by any of these artificialities, children's games. If one day someone is rundown, he/she will either stand by and do nothing or will try to pour out. This is because we want that the audience (with more or less expectancy) do the same. So what anchors the work?DG: The raw material of life: nothingness; our craft is to show an artist’s crude struggle with this hard matter. We refuse to disguise anything; our struggle is against the disguise, which possesses us. We resort to a few tricks (spurts of lyricism, evocations of images, etc.), but they’re just baits, and if the fish want a more dramaturgical worm, then the problem is socio-political-historical.Sounds like a justification…DG: No, rather a collection of beliefs. I don’t address individuals; I want to pass through theatregoers: transhistorical prepotency to counter the contemporary nihilism in disguise.

Here’s a teaser: http://www.youtube.com/watch?v=f7ob0UWjOKYhttp://www.alvenariadeteatro.wordpress.com (di Sergio Nunes Melo)

Page 6: I QUADERNI anno 4 n.1 (marzo 2012)

I Quaderni di Nuova Scena Antica pag. 6

Copyright Tutti i testi e le fotografie appartengono ai rispettivi autori. Responsabilità Ogni singolo autore è direttamente responsabile di ciò che ha pubblicato.

Questa opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione - Non commeciale - Non opere derivate 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/dove trovi il link al testo integrale tratto dal Codice Legale.

Dove non specificato, siete liberi di riprodurre, distribuire, comunicare, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare l'intero contenuto de I QUADERNI di Nuova Scena Antica o parte di esso alle seguenti condizioni: dovete attribuire chiaramente la paternità dell'opera a chi l'ha realizzata e in modo tale da non suggerire che l'autore avvalli voi o il modo in cui voi utilizzate l'opera; non potete sfruttarla per fini commerciali; non potete alterarla o trasformarla, né usarla per creare un'altra opera. Ogni volta che usate o distribuite I QUADERNI ed il suo contenuto, dovete farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. In ogni caso, potete concordare col titolare dei diritti utilizzi dell'opera non consentiti da questa licenza. Questa licenza lascia impregiudicati i diritti morali.

Il prossimo appuntamento è per giugno 2012con un nuovo numero de I QUADERNI

Arrivederci

RIVISTA TRIMESTRALEANNO 4 N. 1 MARZO 2012

IN QUESTO NUMEROHanno collaborato:Daniela De Marchi (ES), Sergio Nunes Melo (BR)

Desideriamo ringraziare:Marlies Liekfeld-RapettiRoberta Di MarioFederica Bognetti e Compagniaverandarabbit

ARTE MUSICA PERFORMANCEI Q

uade

rni d

iN

uova

Sce

na A

ntic

a