I pilastri del culto

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I pilastri del culto Costituiscono una complessa organizzazione della religiosità, senza controllo istituzionale (…)

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I pilastri del culto. Costituiscono una complessa organizzazione della religiosità, senza controllo istituzionale (…). arkān al-islām (arkān al-dīn o arkān al-‘ibāda). Shahāda (testimonianza di fede) Salāt (preghiera rituale) Zakāt (elemosina rituale) - PowerPoint PPT Presentation

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I pilastri del culto

Costituiscono una complessa organizzazione della religiosità, senza

controllo istituzionale (…)

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arkān al-islām (arkān al-dīn o arkān al-‘ibāda)

• Shahāda (testimonianza di fede)

• Salāt (preghiera rituale)

• Zakāt (elemosina rituale)

• Sawm (digiuno nel mese di ramadan)

• Hajj (pellegrinaggio alla Mecca)

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• Sono prescritti dal Corano ed esplicitati dalla Sunna del Profeta.

• Non sono dogmi, credenze o concetti: sono azioni, comportamenti. L’islam si concentra sull’agire concreto del fedele (ortoprassi).

• Facilmente comprensibili, il fedele li deve compiere solo se si trova nelle condizioni di farlo (secondo il noto hadîth: “Iddio vuole agio per voi e non disagio”).

• Tutti i pilastri vanno compiuti in stato di purità rituale, dopo abluzione parziale (wudū’) o totale (ghusl), e con l’intenzione (niyya) dell’animo di compiere quel determinato atto di culto.

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La shahāda

• “Non c’è altro Dio che Dio e Muhammad è il suo profeta”

• Con questa semplice formula si entra nell’Islam.

• Il musulmano la pronuncia nelle più diverse occasioni della vita quotidiana.

• E’ pronunciata nell’orecchio dei nuovi nati e in quello del morente.

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La salāt• La preghiera rituale si compie cinque volte al

giorno a orari prestabiliti (all’alba, a mezzogiorno, nel pomeriggio, al tramonto, di notte) e, laddove esiste, dopo il richiamo del muezzin dal minareto.

• Ci si purifica, ci si rivolge verso la Mecca e si compiono una serie di prostrazioni e inchini pronunciando alcune formule e versetti coranici.

• La preghiera è composta da un numero variabile di rakāt (cicli), da due a quattro.

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La preghiera del venerdì (jum‘a)

• Il venerdì a mezzogiorno si prega, se possibile, nella moschea a ciò adibita (masjid al-jum‘a), dopo le abluzioni rituali, tutti insieme in direzione della qibla, dopo aver ascoltato la khutba dell’imam, che sale sul pulpito (minbar).

• Nella moschea non vi sono rappresentazioni pittoriche o scultoree, a causa della proibizione di rappresentare figure umane o divine. Mosaici astratti in ceramica o smalto, stucchi raffinatissimi con versetti stilizzati (“arabeschi”) ed una scultura molto elaborata rendono le moschee monumenti di grande valore artistico.

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Moschea di Muhammad ‘Ali in Egitto

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La moschea degli Omayyadi a Damasco

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Moschea in Iran

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Moschea Wazir Khan, Lahore, Pakistan

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Moschea di Larabanga, Ghana

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Moschea di Parigi

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Moschea di Roma

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La zakāt• L’elemosina rituale è obbligatoria e consiste

in un prelievo di una percentuale non più bassa del 2,5% dei beni non necessari alla sussistenza. Come un’imposta.

• Per lungo tempo è stato l’unico prelievo fiscale cui i musulmani furono assoggettati e, insieme alla jizya imposta ai cosiddetti protetti (dhimmī), costituiva gran parte del gettito fiscale delle casse pubbliche.

• Oggi si versa in moschea ed è separata dalle imposte statali.

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Il sawm• Il digiuno nel mese di ramadān, 9°mese del

calendario lunare islamico, consiste nell’astensione da cibo, bevande, fumo, atti sessuali e altri comportamenti che possano distrarre il fedele dalla meditazione sul Corano e dalla preghiera.

• Si compie dall’alba al tramonto. • Alla fine del mese di ramadān tutto il mondo

musulmano festeggia la ‘id al-fitr (festa delle rottura del digiuno rituale).

• Rappresentas un tempo sacro vissuto collettivamente.

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Il hajj• Il grande pellegrinaggio rituale alla Mecca si

compie almeno una volta nella vita.• La sua meta è la ka’ba• Si compie dall’8°al 12°giorno del mese di

dhū’l hijja (ultimo mese del calendario islamico)

• I rituali antichissimi riprendono il modello del pellegrinaggio dell’addio del profeta (632).

• Il pellegrino si deve porre in stato di purificazione (ihrām) e pronunciare la niyya (intenzione): abluzione totale e vesti nuove e pulite; niente atti sessuali, fumo, profumi, atti o pensieri che distraggano dalla devozione.

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Tappe fondamentali del pellegrinaggio

• 1° giorno: circuambulazione attorno alla ka’ba (tawāf); sâ’i (corsa fra Safa e Marwa’); salāt presso la stazione di Abramo; spostamento a Mina.

• 2° giorno: wuquf, sosta e meditazione alla piana di Arafāt da mezzogiorno al tramonto; notte a Muzdalifa;

• 3° giorno: raccolta delle pietruzze e lapidazione (simbolica) di Satana; sacrificio del montone, che coincide con la festa più grande per tutti i musulmani, la ‘id al-adhā’).

• Fine dello stato di sacralizzazione: taglio simbolico dei capelli; rientro alla Mecca e circumambulazione, altri riti conclusivi alla Mecca per tre giorni.

• Molti pellegrini continuano il viaggio a Medina per visitare la grande moschea e la tomba del Profeta.

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La Mecca e la ka’baagli studiosi non è permesso recarsi

nei luoghi sacri

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La moschea del profeta a Medina

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Le scuole giuridiche

• Scuola hanafita, fondata da Abu Hanifa al-Nu’man (m.767) nell’attuale Iraq vs interpretazione razionale x elaborazione prassi giurisprudenza della Legge. Sunna secondaria. È la più diffusa oggi

• Scuola malikita, fondata da Malik ibn Anas (m.795), basata sui modelli sociali, religiosi e giuridici emersi a Medina. Diffusa nel Maghreb;

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• Scuola shafi’ita, fondata da Muhammad ibn Idris al-Shafi (m.820), al Cairo, con tentativo di conciliare le scuole precedenti e definire un sistema giuridico unificato con precisa gerarchia delle fonti (usul): Corano; Sunna; ijma – consenso dei dotti; qiyas - ragionamento analogico

• Scuola hanbalita, fondata da Ahmad ibn Hanbal (m.855), a Baghdad, la più intransigente e contraria a ogni forma di intervento razionale nell’interpretazione delle uniche fonti ammesse, Corano e sunna