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I. Piedi e Gambe

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I. Piedi e Gambe

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I piedi sono delle vere e proprie centrali di informazione. Infatti,trasmettono tutta la loro capacità di adattamento al terreno e al

movimento all’osso sacro, attraverso le gambe e le anche.

Il dialogo tra i piedi e il testa

Il osso sacro, come un buonradar, riceve tutte questeinformazioni e le comunica allacolonna vertebrale che, a sua volta,le passa allo sterno – secondoimportante radar del corpo – inmodo da permettere alla cassatoracica di adattarsi al movimento.

Da questo punto l’informazionearriva fino al terzo radar, l’occipite,che regola l’azione della testa, lasua proiezione e il suo regolarsisull’asse orizzontale.

Tutto questo processo spiegacome il corpo umano e isuoi assi siano guidati datre principi di gravità:quello del peso, quello diproiezione e quello diorizzontalità.

Principi

In relazione a principiodel peso, il corpo si orientascaricando il peso alsuolo, segmento susegmento.

Il secondo principio, quello diproiezione, si traduce in un gestoantigravitazionale, con il quale ilcorpo risponde alla gravità a partiredai piedi fino alla testa.

Per il terzo principio, quello diorizzontalità, il corpo regola i suoiassi visivi e uditivi sull’orizzonte.

Affinchè tutto questo percorsosia il più armonico possibile è moltoimportante che le arcate plantarisostengano il corpo in modoequilibrato, e che l’osso astragalodistribuisca tutto il peso del corpo, inmaniera precisa, tra le dita e iltallone.

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In questo senso i piedi devonoavere la libertà di un danzatore, peradattarsi a qualsiasi difficoltà, e lasua sensibilità dovrebbe esserecome le dita di un pianista in modoche tutto il corpo li ascolti e collaborinella ricerca dell’equilibrio.

Questo è, senza dubbio, il primopasso per collocare, sentire epercepire ogni parte del corpo comeun insieme.

La persona sta in piedi inrelazione a come calpesta terreno.Per questo è necessario sviluppareuna certa sensibilità nei piedi, dimodo che abbraccino la forma di ciòche toccano e possano trasmetteresolidità e stabilità all’asse dellegambe e alla colonna vertebrale.

Abbracciare la forma

Questo concetto si riferisce allacapacità dell’essere umano diadattamento e di regolazione.

Ed è che per imparare qualcosa,il bambino lo fa grazie alla relazionecon l’altro o con un oggetto.

Così, per prendere un pallonedeve abbracciarlo perché altrimenti ilpallone cadrebbe.

Questa capacità di regolazioneviene descritta dal regista e scrittoreClaude Nuridsany, nell’operaL’elogio dell’erba, in questo modo:

“Gli esseri umani non sonoriduzioni di un insieme. Il tutto e laparte, il contenuto e il contenitoresono per loro l’espressione di unastessa entità.

L’essere vivente non sicostituisce per somma di strutturema sviluppa insieme gli organi chegli sono necessari per sopravvivere,in un gioco di contrapposizione, diequilibrio reciproco, del qualeancora ignoriamo la maggior partedelle leggi. Se l’osso di unoscheletro ci sembra perfetto nellasua forma è perché riflette l’armoniadel corpo a cui appartiene, come lavolta di una chiesa romanica ciappare bella perché concentra laforza e la bellezza della necessitàarchitettonica di una struttura”.

In questo modo la malleabilità ela flessibilità delle volte delle mani edei piedi traducono la malleabilità ela flessibilità della colonna vertebralenell’essere umano.

Per cui, se il piede è capace diregolarsi, anche la colonna lo sarà.

I piedi devono avere la libertà di undanzatore, per adattarsi a qualunquedifficoltà, e la sua sensibilità dovrebbeessere come le dita di un pianista inmodo che tutto il corpo li ascolti ecollabori nella ricerca dell’equilibrio.

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Inoltre le estremità sono i canalipiù importanti di relazione conl’intorno, poiché sono dotati dinumerosi recettori che captano ilmaggior numero di informazionipossibili dando origine a numerosiriflessi.

Questi recettori propriocettivi sitrovano sulla pelle, nei muscoli, neitessuti, nei legamenti, nellearticolazioni e mandano informazionial cervello riguardo la pressione,l’allungamento e l’orientamento.

I recettori dell’udito interno e degliocchi captano l’orientamento e laposizione della testa nello spazio.

Cervello

Il cervello coordina tutte questeinformazioni e mette in movimento lecatene muscolari per adeguare ilcorpo all’equilibrio.A partire da quanto detto bisognachiedersi cosa esprime il piede, comeviene sentito o in che modo comunicacon la testa.Inoltre, come viene distribuito il peso,quale asse guida il piede, comequesto riceve e distribuisce il peso ecome i piedi si integrano con ilbacino.

• Lavorare con le estremità per riorganizzare il corpo.• Aprire circuiti e favorire un cambio di stato o di tono della colonna vertebrale.

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Per il principio dicollegamento che prevale nelcorpo umano, il piede ha laforma di un germe in modoche l'avampiede corrispondealla testa e il tallone al bacino.

Germe

Così, il piede rappresenta ilgerme del primo stadio vitale el'orecchio di quest'ultimo.Entrambi simboleggiano, a suavolta, più piccoli riflessimacrogermen che è tutto ilcorpo

Come in una stella marina le cinque punte sono equidistanti dallabocca, così nel corpo umano le sue sei estremità – piedi, mani,

coccige e testa – sono equidistanti dall’ombelico, che rappresenta labocca per il feto. Tanto accade questo che se si tocca un’estremità tuttele altre si contraggono.

• Visualizzare l’equidistanza delle estremità dall’ombelico, senza muoversi.

• Cominciare a muoversi, avvicinando le estremità all’ombelico.

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Riflessologia

Di fatto, in Riflessologia eSomatotopia Plantare le mappe delpiede e dell’orecchio mostrano comei differenti strati del corpo umanovengano rappresentati in questi.

Quando vengono massaggiatil’effetto viene sentito in tutto il corpo,per questo fa molto benemassaggiare queste zone.

Il “dietro” avvolge e protegge il “davanti”

• Distesi a terra, flettere e distendere il corpo più volte, accompagnando ilmovimento con una respirazione più lenta o più rapida. Si mettono, così, inmoto le differenti catene e strati muscolari.

• Nel flettere il corpo porre l’accento sull’apertura della schiena e non sullacontrazione dei muscoli attori del movimento.

• Osservare anche i cambi di tono. Come la mano diventa concava per ricevereacqua, così l’ombelico crea una concavità per ricevere le estremità.

• Nella distensione la parte anteriore avvolge quella posteriore, come quandol’acqua scorre su una superficie convessa.

• Si culla il corpo dalla testa al sacro e dai piedi e dalle mani al centro. Losfregamento della pelle contro il pavimento, inoltre, stimola la muscolaturaparavertebrale e interossea.

• Si possono ampliare i movimenti schiacciando le piante dei piedi a terra,flettendo le gambe piegate e lasciandosi scivolare. Se la testa guida ilmovimento e i piedi riposano al suolo, la schiena scivolerà senza colpi.

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Tuttavia, è importante essereconsapevoli di questa mancanza diadattamento, perché se l’individuonon sostiene bene sé stesso,difficilmente potrà sostenere gli altri edarà più l’immagine di stare in piediappoggiandosi su nervi dolenti che apartire dalla respirazione.

Riflessione

La seguente pratica proposto cipermette di vedere le riflessioni cheha tutta neonato e servono comearmatura e base per imparare aguidare e sviluppare la marcia.

Rivela anche come camminare èuna serie di enrosques edesenrosques tronco, spinta eritrattazioni.

Tutto ciò grazie al piede è moltosensibile alla pressione del terreno acausa dell'impatto sul peso corporeo.

In generale, l’essere umano è così abituato a vivere appoggiato suipiedi che è difficile rendersi conto del fatto che non si adatta davvero,

dalla testa ai piedi, a un cambio di peso o di tono, o a un cambio direlazione tra i diversi segmenti corporali.

L'essere umano è così abituati a viveresui piedi che è difficile da realizzareche non è realmente adatto al testa aipiedi per un cambiamento di peso otono.

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Se nella pratica dello Yoga si vuoleattivare muscoli posturali necessarioseguire la direzione delle linee evitare dipremere forza verticale a terra eordinare gli assi orizzontalmente.

Consapevolezza

• Una persona si stende a terra con le gambe piegate. Un’altra persona si siedesulle sue piante dei piedi. La prima cerca di spingere l’altra persona versol’alto. La seconda persona può anche stendersi sulle piante dei piedi dell’altrafacendo l’aereo e la prima la spinge via. Lo stesso si può fare con le mani.

• Una persona si stende a terra con le gambe piegate. Un’altra persona si siedesulle sue piante dei piedi. La prima cerca di spingere l’altra persona versol’alto. La seconda persona può anche stendersi sulle piante dei piedi dell’altrafacendo l’aereo e la prima la spinge via. Lo stesso si può fare con le mani.

• Una volta che questa pratica vedere se vi partecipano con tutto il corpo, dallatesta ai piedi. Nel movimento di spinta espulsione dell'aria non ci dovrebbeessere nessuna tensione, o le cosce o al collo, e che la spinta è elastica.Così, se i piedi di partecipazione nella prima proposta stare comodamentesuperficie e contrazioni sostenute.

• Chiedendosi dove il movimento viene fuori quando si preme: piedi, ginocchiao fianchi. E se entrambi sono attivi suole e del collo. Nel caso in cui la suola èin realtà stimolato, ha prodotto una reazione immediata nucael riflessionecérvicopodal, e un'azione di diffusione e spingere gamba e intorno al troncofinché la gamba è flessa. Se la gamba è estesa, ci sarà una contrazione oequivalente piegatura ad un prelievo.

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Per rispondere a questa domanda si può visualizzare l’architettura delpiede attivando la propriocezione – intesa come senso che informa

l’organismo della posizione dei muscoli e come capacità di sentire laposizione di parti del corpo adiacenti – attraverso il tocco.

I piedi e la testa di comunicazione

• In piedi praticare tre livelli di pressione sulla testa con le mani: portandoci ilpeso, appoggiandole e consegnare la testa vicino al capelli.

• Sentire come si trasmette il peso, a ogni livello di pressione, sui pianiorizzontali dalla testa alle spalle, alle costole, alle anche, alle ginocchia e allecaviglie.

• Fare lo stesso distesi e a partire dai piedi.

• Terminare percependo il dialogo tra piedi e testa.

È necessario il piede di cambiareil suo tono è tutto il corpo è, peresempio, seguire il tracciato di unosso, cambiare il suo orientamentorispetto a quello degli altri e giocarecon l’allungamento dei muscoli e deilegamenti. .

Indirizzo

In linea con quanto sopra, e se,nella pratica dello Yoga, si desideraattivare i muscoli posturali ènecessario seguire la direzione delle

loro linee di forza e non premereverticalmente verso il pavimento, maorizzontalmente.

Questo si traduce in una sensazionedi “connettere le articolazioni”,agendo su tutti i piani articolari econsiderando che il movimento èuna reazione ai cambi di forza inuna data situazione.

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Piedi propriocezione

• Toccare la pelle del piede di una persona distesa, separandola dalle strutturesottogiacenti, come se si afferrasse un gatto. Questo aiuta a drenare il sanguevenoso verso l’alto dato che nella parte inferiore della pianta del piede c’è unostrato venoso chiamato il secondo cuore del corpo. La distensione del piedeattiva questo pompaggio del sangue.

• Localizzare le articolazioni della parte anteriore del proprio piede, falangi odita e metatarsi. Questo aiuta a conoscere la lunghezza delle dita e apercepire che la misura delle ossa si riduce dall’estremità prossimale a quelladistale di un segmento corporeo. Così, in una gamba il peso viene trasferitoattraverso il femore, poi si estende a due ossa, tibia e perone, e, attraversoqueste, alle sette ossa del tarso (scafoide, cuboide, calcagno, astragalo e i trecuneiformi) e, in seguito, alle diciannove ossa della parte anteriore del piede.Il percorso si moltiplica e anche il numero delle articolazioni e l’informazionetrasmessa. Massaggiare e percorrere bene ognuna delle cinque dita,autentiche antenne mobili, che sono connesse a una funzione e a una zonadel corpo ben precisa. Questo è dovuto al fatto che il tutto può funzionarebene se lo fanno le singole parti, come le pale di un ventilatore.

• Centrare le articolazioni. Per questo, mettersi in piedi, con gli occhi chiusi, esentire che c’è un ordine interno o asse interiore che va dai piedi alla testa.Nella maggior parte delle articolazioni l’estremità concava di un osso è inrelazione con quella convessa di un altro. A seconda di che osso si muova, latesta convessa ruota all’interno dell’involucro concavo, il piano fa perno sullacresta o la cresta gira attorno al piano. Se il piede è libero, come quando sistende fino alla punta, le dita ruotano attorno alle teste convesse delle ossadei metatarsi. Se le dita stanno a terra, come in una caduta o pliè, i metatarsiruotano facendo perno sulla base concava delle falangi.

Conclusione

In conclusione si tratta diraggiungere una buona padronanzadel trasferimento del peso dal corpoal pavimento e una spinta diproiezione dal suolo alla testa.

Se c’è una buona coordinazioneneuromuscolare e una buonaintegrazione degli schemi di sviluppoposturale questo sarà possibile e sitradurrà, nel corpo della persona,grazie a questo equilibrio di forzeopposte, in una qualità di presenza“assiale”.

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Le articolazioni hanno bisogno di aria e di poter respirare. Ogni articolazioneè circondata da una capsula che crea una pressione e spinge due ossa unaverso l’altra per aspirazione.

• Queste capsule contengono moltissimi recettori; sono quelli denominaticorpuscoli di Ruffini, che informano il cervello della posizione di un ossorispetto a un altro.

• La compressione di un’articolazione, per azione della gravità, stimola questirecettori, il che provoca una contrazione dei muscoli che la circondano.

• Una compressione centrata genera una risposta equilibrata dei muscoli. Ilegamenti, se non sono troppo rilassati, partecipano a questo supporto.

• Il cervello, da parte sua, viene informato del loro allungamento attraverso icorpuscoli di Paccini.

• Altri recettori sono i corpuscoli di Golgi, situati nei tendini dei muscoli esensibili all’ allungamento. Stirare un tendine provoca la distensione delmuscolo che ne è influenzato. Allo stesso modo, una vibraziona applicata allamassa muscolare stimola una contrazione.

• Tutto questo aiuta a risvegliare la propriocettività senza dimenticare che tuttosensazione è sempre soggettivo perché dipende su se stessi, la pensandoche ha causato e il suo umore in quel momento, dando in una particolare eunica emozione.

ARTICOLAZIONI CHE RESPIRANO

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Una chiave per affrontare la questione è ricordare che l’informazioneche il piede trasmette al corpo deve arrivare fino al sacro, attraverso

l’asse delle gambe.

Esiste una grande connessionetra i due ed è necessario integrarli inun insieme più ampio.

I piedi sono sempre staticonsiderati un punto sensibile – ilche si deve anatomicamente allesue 26 ossa, 31 articolazioni e oltre100 legamenti – e la mitologia hadato loro molta importanza, in modidifferenti.

Mitologia

Di fatto esistono molte leggendein cui gli eroi hanno dei problemi coni talloni, come punto vulnerabile.

E’ il caso dell’eroe greco Achille,che aveva i piedi veloci. Sua madre,Teti, lo immerse nelle acque delfiume Stige per proteggerlotenendolo per i talloni e questirestarono, così, senza protezione.

Mercurio, invece, aveva ali aipiedi ed era considerato dai romani ilprotettore dei viaggi e delcommercio.

Edipo si distingueva per avere ipiedi gonfi per essere rimasto moltotempo appeso a un albero affinchènon si realizzasse un oracolo, finchèfu adottato dal re di Corinto.

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Di Eva si dice che venne morsaai piedi dal serpente.

Come insegna la mitologia, ipiedi deboli non permettono dicondurre una vita in verticale condignità; non permettono di volare.

Per questo è importante essereradicati e avere piedi agili e leggeriche permettano di adattarsi ad ognicircostanza. La loro immaginesarebbe assimilabile a quella di unarco o volta, cioè una struttura forteed elastica al tempo stesso.

Dialogo

D'altra parte, i piedi e il bacino,supportato dalle gambe,mantengono un dialogo costante. Ladisponibilità pelvica è il risultatodella capacità di questo dialogo diadattarsi al movimento.

Le gambe, da parte loro, sonosospese. Connesse al tronco, siregolano in base alla direzione cheprende chi le dirige.

Da qui l’importanza chel’informazione tra gambe e bacinogiunga più chiara possibile. Per

• Compiere i nove movimenti dell’anca ruotando le gambe attorno a essa.

• Dare calci laterali.

• A coppie, di spalle, salire e scendere a terra nella posizione della rana,appoggiandosi all’altro con la colonna dritta.

• Lavorare i muscoli quadricipiti e adduttori alla sbarra.

• Camminare e flettersi sulle punte dei piedi.

• Il presente lavoro implica:

­ Collocare il corpo. Lavorare sulla postura a partire dal proprio schemacorporeo.

­ Sentire. Sviluppare l’attenzione e la centratura posturale.

­ Percepire. Attraverso la sensibilità, sviluppare la visualizzazione e lacoscienza globale.

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questo è necessario che le teste delfemore si muovano liberamente e siadattino ai cambi di peso.

A questo proposito, unapatologia nasce quando esiste unarelazione conflittuale tra le varieforze che agiscono nello scarico delpeso e nella risposta.

Così, da un cattivacollaborazione tra piedi, gambe ebacino sorgeranno, quindi, problemia ginocchia ed anche.

Le volte nel seminterrato

Così, sul piede riposa un’interastruttura, quella del corpo, incostante movimento.

Questo peso deve trasferirsi alsuolo regolandosi in base ai suoicambi.

Inoltre il piede deve spostare ilcorpo nello spazio attraverso trepunti d’appoggio che offrono iltallone, l’alluce e il mignolo, come learcate plantari.

Il tallone è il punto che supportapiù peso, mentre le volte plantariripartiscono il resto del peso tra glialtri due punti di appoggio.

In questo percorso le linee ditrasmissione del peso corporeovanno dal sacro alle teste dei femorie, da lì, a ciascuna gamba, dalfemore verso la tibia.

Cammino

Il cammino continua attraversol’osso astragalo e il calcagno, che èl’osso più lungo e solido del piede. Ilpeso viene sostenuto dalla suasuperficie piana centrale e siestende da questa parte fino alcentro del tallone.

Che vi è un buon affare articolare èimportante essere coscienti, stando inpiedi, di ogni segmento orizzontale delcorpo ma, soprattutto, risvegliare lacoscienza delle arcate plantari perproiettarsi antigravitazionalmente.

Calcaneus

Talus

Trochlearprocess ofcalcaneus

Cuboid

Sinus tarsiNavicular

Metatarsus

External cuneiform

Tarsus Middle cuneiform

Phalanges

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A questo punto è importante lastabilità e la possibilità di movimentodella caviglia tra tibia, perone eastragalo.

La volta interna della pianta delpiede è formata dall’osso astragalo edallo scafoide, insieme ai trecuneiformi, i tre metatarsi interni e letre dita: alluce, indice e medio.

E’ l’asse di forza del piede. Sequest’arcata riceve un peso o uncarico eccessivo il piede siindebolisce.

La volta esterna è formatadall’osso del calcagno e dal cuboide,dai due metatarsi esterni e dalle duedita, anulare e mignolo.

E’ l’asse di stabilità del piede. Sequesto l’asse riceve una pressioneeccessiva il piede si irrigidisce.

Segmento

D'altra parte, che vi è un buonaffare articolare è importante esserecoscienti, stando in piedi, di ognisegmento orizzontale del corpo ma,soprattutto, risvegliare la coscienzadelle arcate plantari per proiettarsiantigravitazionalmente.

Bisogna ricordare, a talproposito, che un muscolo si rilassase i muscoli antagonisti, cioè quelliche si distendono quando il primo sicontrae, prendono in consegnal’azione.

Questo è essenziale nelle gambeaffinchè il complesso muscolare siasolidale con l’anca e con la postura.

Al contrario, ciò che si fa è usarecerti muscoli e certi movimenti, ascapito di altri.

Le informazioni trasmesse dal piedecorpo dovrebbe raggiungere l'osso sacroattraverso l'asse delle gambe.

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I piedi sono come anelli di unacatena, quindi si flettono edistendono creando blocchi orilassando l’insieme.

Così un movimento di torsioneinterna farà sì che tutti gli anelli diquesta catena si avvicinino e si

ripieghino gli uni contro gli altri,trasformandola in un pezzo rigido. E’quello che si chiama “congruenzaossea”.

Peso

D’altra parte la risposta del piedesarà differente, in funzione di come siorienta il peso su un’arcata plantareo sull’altra.

Se è maggiore la pressionesull’arcata esterna il piede sarà piùrigido, come una sbarra. Se èmaggiore il peso sull’arcata interna ilpiede sarà più flessibile.

Il piede, dunque, può trasformarsiin un supporto rigido e fungere daleva per spingere il corpo o, alcontrario, diventare flessibile perammortizzare dolcemente le forzeche gli vengono applicate,aumentando la superficie diappoggio.

Allo stesso modo, a causa dellaforma del piede, se non si regolanogli assi delle gambe è moltoprobabile che tutto il peso ricadasulla parte esterna del piede (ditomignolo)

L'asse di movimento della linea di carico della gamba esprime onecessità di allineamento tra bacino, testa del femore, ginocchio,

astragalus-tallone e del piede.

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Quindi l’osso esterno (il cuboide)si bloccherà e comprimerà ilcomplesso muscolare dell’arcataplantare esterna.

Nella parte interna del piede(alluce) l’arcata tenderà ad alzarsi el’osso più interno (lo scafoide), per lapressione, tenderà ad aprire questafaccia interna del piede.

Di conseguenza tutto ilcomplesso osseo muscolare tenderàa disorganizzarsi e a dissociarsi.

Piede cavo e piede piatto

Quando la punta del piede valeggermente verso l’interno, come unserpente che si morde la coda, ilpiede si curva come se si avvolgessesu sé stesso e la tendenza è chediventi un piede cavo.

Se, al contrario, il piede tende adaprirsi sotto il peso, la punta valeggermente verso l’esterno el’arcata plantare si schiaccia, il chefavorisce il piede piatto e l’”allucevalgo”.

In definitiva tutta la forza delpiede si traduce in due movimenti: lasua capacità di flettersi e didistendersi.

Questi due movimenti mettono intensione tutto il cablaggio dilegamenti, aponeurosi, muscoli efascia che sostengono le volteplantari e trasformano il piede nel piùforte degli archi.

La sua efficacia proviene dallasua capacità di andare fino al limitedelle sue possibilità. Quanto più sitorce conservando le connessioni,tanta più energia meccanicaaccumula per restituire il suozigzagare.

Cappio

Camminando il piede – in mododa assorbire il peso e muovere ilcorpo oltre l’asse coxofemorale –descrive un percorso a forma di ottoche passa dal tallone e nel mezzodella suola e il pad del mignolo e ilpollice.

La risposta del piede sarà differente, infunzione di come si orienta il peso suun’arcata plantare o sull’altra. Se èmaggiore la pressione sull’arcataesterna il piede sarà più rigido, comeuna sbarra. Se è maggiore il pesosull’arcata interna il piede sarà piùflessibile.

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Cioè, è un movimento disupinación­pronación­supinación­pronación o quello che è lo stesso,per andare l'esterno del piede (ditomignolo) alla interno (pollice). Inquesto movimento sembra la piedeva a destra, ma non realmente così.

Però è esattamente questaregolazione, che oscillacostantemente, quella che permettedi trasferire il peso e adattarsi alterreno. Si può osservare, a talproposito, come i piedi dei danzatorinon sembrino mai stabili.

Bisogna tenere a mente ancheche la supinazione del piede – cioèquando appoggia sulla parte esterna– rappresenta il percorsodell’assialità e che la pronazione –quando appoggia sulla parte interna– quello della flessione.

Catena muscolare

Inoltre, in questi movimenti laposizione del complesso osseo attivala catena muscolare che devemuoversi conformemente alpassaggio dell’onda di ognimovimento.

Così l’oscillazione dell’ossocalcagno e dell’astragalo, sottol’azione delle forze della testa o delpavimento, si associa ad unarotazione della tibia, che influiscesulla flessione o estensione delginocchio.

Nelle ginocchia confluiscono, aloro volta, le forze di torsione e dicarica, che arrivano dall’alto, e quelledi proiezione che giungono dal suolo.Se la relazione tra queste èequilibrata si evitano alcunepatologie ed è favorito il fatto che imovimenti di flessione ed estensionesiano più efficaci. Da qui l’enormenecessità di mettere incomunicazione testa e piedi.

Inoltre i movimenti che sigenerano nelle gambe seguendo la

flessione o estensionerichiedono un’attenzionespeciale.

Gamba estesa

Nell’estensione, peresempio quando si fletteil tronco, le direzioni deidifferenti elementi dellagamba, sono le seguenti:

La bellezza di una forma vivente derivadalla sua capacità di trasformarsi, diessere un movimento.

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• In primo luogo, l’osso del femore sipone in rotazione interna, la tibia inrotazione esterna e l’asse dei malleoli(asse delle caviglie) in rotazioneinterna.

• In seguito il calcagno (osso deltallone) gira leggermente versol’esterno e, di conseguenza, si generauna leggera flessione plantare.

Gamba flessa

Nella flessione, anche quando siflette il tronco, le direzioni dei diversielementi della gamba sono leseguenti:

• La rotazione del femore è esterna, latibia si pone in rotazione interna el’asse dei malleoli gira verso l’esterno.

• Il calcagno oscilla verso l’interno e laconseguenza è la flessione dorsaledel piede, che viene, portare le ditaverso il ginocchio.

• Allo stesso modo, nel compiere unaflessione, le volte plantari siappiattiscono se l’osso astragalo èlibero. Quindi la testa del femoreprende l’orientamento desiderato nellasua cavità; il ginocchio non riceveinformazioni opposte e il tendinedell’osso tibiale anteriore, davanti allacaviglia, si regola senza tensioni.

Libero

Inoltre, per il calcagno e il femoresi orientino liberamente nelle lorocavità, è necessario liberare da ognicompressione l’asse testa­piedi;questo richiede il coinvolgimento delcorpo come un’unità.

Inoltre, l'osso astragalo è liberoquando lo sono il sacro e la zonaoccipitale e quando tutta la colonnarisponde alla flessione o estensionedelle ginocchia. Quindi nuca e tallonesono “uniti”.

E 'anche interessantecomprendere questi due movimentiin un’attitudine dinamica, poiché inquesta azione i muscoli lavorano insinergia.

Così, essi hanno sufficiente pergenerare una forza propulsiva esensibilità al cuscino, per esempio,un salto di tensione.

Abidutini

È opportuno, a questo punto,chiedere perché questi movimentinon appaiono nella pratica delloYoga. Forse, perché ci parassitatocerte abitudini che dovrebberoessere analizzati.

Quando la punta è leggermente versol'interno, la tendenza è quella è unpiede piede cavo. In il piede piattopunta leggermente verso l'esterno earco plantare interno si appiattisce.

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• Saltare e sentire la spirale che il piede realizza (sui cuscinetti, la parte esternadel piede e il tallone).

• Si salta a partire da diversi livelli di flessione e con diverse aperture del piede.

• Ci si rende conto se il piede permette che l’osso astragalo si adatti all’idea di“assialità”, se comprende l’informazione che si tratta di una flessione o diun’estensione, o se distribuisce il peso del corpo tra le arcate plantari.

• Massaggiare la zona tra i metatarsi del dito alluce e indice del piede. Sivisualizzano uniti all’astragalo, davanti e sotto l’asse del malleolo. Si prendecoscienza del lato in cui manca spazio.

• Si torna a flettere e saltare ponendo l’attenzione tra le dita e cercando dicreare spazio dove manca.

Inoltre questi movimentirichiedono, per una miglioreesecuzione e funzionalità, un“atto premotorio”, in modo cheil sistema neuromuscolarecomprenda (attraverso lavisualizzazione) e preparil’azione nel modo piùadeguato.

Nel caso del bacino lavoroè simile, per cui è necessarioper ottenere l'osso astragalo èlibero di distribuire le forzeverso il basso e verso l'alto,come l'osso sacro.

Raggiunge l'adattamento dimovimento tutto il corpo e laspirale suo passaggio ondasenza problemi, dalla nuca altallone.

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Il piede possiede un osso, chiamato astragalo, che etimologicamentesignifca “piede di colonna”. Mentre la colonna vertebrale disponde di

un altro osso, l’osso sacro, che è la sua base. Astragalo e sacro, perciò,mantengono una similitudine e una stretta relazione.

L’astragalo è per il piede quelloche il sacro è per il bacino. E, come ilsacro si unisce alla colonnaattraverso la vertebra lombare L5,l’astragalo si unisce alla tibia.

Inoltre, come il sacro comunicacon l’osso iliaco del bacino,l’astragalo comunica con il calcagnodel piede.

In questo speciale dialogoè importante che il sacro simuova liberamente permettere in relazione la partealta del corpo con la partebassa.

Inoltre, se il sacro e lanuca sono liberi, lo saràanche l’astragalo. Accade,così, che quando il tallone èlegato alla nuca, questarisponde senza resistenze aimovimenti di flessione edestensione.

Efficacemente

L’osso sacro libero permetteanche di trasmettere efficacemente ilpeso del corpo a terra. Questo èfondamentale poiché, se si saportare bene il proprio peso, èpossibile caricare adeguatamentequalunque peso.

Si tratta, perciò, di trasmettere ilpeso, centrare le articolazioni eliberare dal carico i segmenti delcorpo.

L’astragalo è per il piede quello che ilsacro è per il bacino.

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Così, ossa possono giocareliberamente articolati l'uno sull'altro aspirale rispetto loro rotazioni in modoche il basso adatto a alto. Cioè, legiunzioni ei segmenti inferiori che siadattano quelli sopra di loro.

Asse

D'altra parte, l'allineamento dellagamba è un asse avente da testafemorale (anca) un movimento aspirale, l'interlinea del ginocchio, alcontatto centrale tibiaastrágalo.Questo asse è definito assedell'anca.

È un fenomeno simile a quello diD4 vertebre dorsali nel bagagliaio.Questo è un giunto chiave, e che è laradice del poggiatesta e il supportopelvico.

Il suo funzionamento dipende,anche l'intenzione della altri segmentivertebrali, cioè, la parte superioreorientata testa e inferiore, bacinoorientati.

Nel caso del piede la valvola cheregola la corrente alto­basso èl’articolazione astragalo­calcaneare o

articolazione del tallone, che è moltosimile a quella sacro­iliaca. Quindil’astragalo è un po’ come l’ossosacro del piede e il calcagno il suoileo.

Se l’articolazione è stabile,questo si traduce nel fatto che nellacaviglia .sono possibili solo imovimenti di flessione edestensione.

• Curvare il piede con movimenti che non siano di flessione­estensione delpiede.

• L’intenzione è ruotare solo con l’insieme delle ossa del tarso (calcagno,astragalo, cuboide, scafoide e cuneiformi).

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Puleggia

Quando il piede è libero lapuleggia dell’astragalo ruotaall’interno della capsula formata datibia e perone.

Così, se il piede sta a terra, latibia scivola attorno a questapuleggia, poiché la parte anterioredell’astragalo è più ampia di quellaposteriore.

Nella flessione delle ginocchia lapinza che formano l’astragalo e latibia si apre e attraverso questa ilperone ­ e la protuberanza ossea delmalleolo esterno localizzata nellacaviglia – si solleva.

A tale riguardo e per stabilizzarela caviglia è necessario insistere cheil gioco che ha fatto tibia e peronesulle pastiglie o capsule e la loroqualità elastiche e la sua capacità di"respirare" deve esserecompletamente privo di rigidità.

Se il perone non potessespostarsi verso il basso, comequando si fa un leggero salto, si

creerebbe un blocco cheimpedirebbe il buon equilibrio delleforze del corpo, nella direzionesopra­sotto.

E’ simile a quello che accade se iltronco si posiziona troppo in avanti.In questo caso la flessione simantiene poiché il tricipite lavoraaffinchè il corpo recuperi il suo asse.

Esiste, infine, una grandeinterrelazione tra tutte le ossa chiavedel corpo che, attraverso i loromicromovimenti, regolano imovimenti più grandi dellearticolazione che dipendono da loro.

• In piedi, flettere e stendere le gambe, mettendo le dita della mano destra sullatesta del perone; allo stesso tempo, con la mano sinistra, esplorare la cavitàesterna della clavicola, le arcate pubiche o l’osso zigomatico del cranio. Tuttequeste sono “ossa chiave” relazionate con i grandi muscoli e la fascia, cheaprono le vie di adattamento e regolazione dei movimenti.

• Flettersi in avanti, verso la posizione chiamata Uttanâsana.

Nel piede la valvola che regola lacorrente alto‐basso è l’articolazioneastragalo‐calcaneare o articolazione deltallone, molto simile a quella sacro‐iliaca.

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• Flettersi in Uttanâsana e compiere delle piccolo flessioni cercando diallontanare ischio e tallone.

• Visualizzare il doppio movimento che unisce la lineadiscendente che va dal sacro all’astragalo con la lineaascendente che va dal tallone all’ischio.

• Questo doppio movimento deve essere simultaneo,come l’equilibrio dei due piatti della bilancia o le dueforze di una puleggia. Consiste nell’astragalo che vaverso il calcagno; il sacro verso l’ileo, mentre ilcalcagno, al tempo stesso va verso l’astragalo e l’ileoverso il sacro.

• L’obiettivo è permettere che le ossa iliache e gliischi respirino e si liberino di un lavoro inadeguato dei muscoli ischio­tibiali, dei tricipiti surali e del perineo. E anche far riflettere sulla grandecorrispondenza che c’è tra le superfici articolari, e risvegliare lapropriocezione che permette di sentire la “rotondità” dei movimenti.

Il peso

L’osso astragalo del piede ha unarelazione prioritaria con le forze chearrivano dall’alto, cioè con il peso delcorpo. Il calcagno, invece, con quelleche arrivano da terra.

Il complesso del piede assume ilcolore del movimento principale diqueste due forze.

Come direbbe il fisico IsaacNewton, sono due forze che hanno lostesso potere e la stessa intensità,però che vanno in direzioni opposte.

Sia flettendo che allungando unagamba ci si può rendere conto delfatto che, a volte, il movimento non èlibero, perché l’ischio del bacinoviene attratto verso il tallone in unarelazione costante e qualunque sia ilmovimento.

Le gambe sono prigioniere, perciò, diquesta relazione tallone­ischio.

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Per cercare la relazione che esiste tra il bacino e il suo supporto, chesono i piedi, bisogna osservare la relazione, proposta da numerosi

studi, tra il tallone e l’osso ischio dell’anca.

Per questo si può cominciaretracciando una serie di linee verticalia partire dal bacino fino a terra, il chepermette di trarre alcune conclusionisull’equilibrio.

La prima è che la linea verticaledel sacro cade dietro ai talloni. Laseconda è che la linea degli ischicade al centro delle caviglie o un po’verso avanti e la terza è che la lineadel pube cade nella zona del collodel piede.

Equilibrio

Affinchè il corpo stia in equilibrioè necessario che la verticale chescende dal centro di gravità pelvicocada all’interno della base disupporto del corpo vale a dire l'anelloche forma il piede e, quanto più ècentrale, maggiore è la stabilità.

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Esiste, quindi, una relazione diefficacia massima della posizione deltronco rispetto ai piedi che permettedi sfidare le leggi di gravità; questa èla qualità di equilibrio, come accadenella costruzione delle torri.

Nella struttura corporea le forzedevono andare d’accordo affinchè ilcorpo possa rispondere e regolarsiad esse.

Per questo, e affinchè siaveramente efficace, è necessariorendersi conto di questa relazionetallone­ischio in movimento.

E’ in questo movimento che:

• Il bacino si bilancia a seconda dellaposizione della parte alta del corpo.

• Le gambe sostengono questobilanciamento, correggendo laposizione della testa del femoredentro l’acetabolo, porzione articolareconcava della superficie del bacino –formato dall’ileo, dall’ischio e dal pube– alla quale si articola la testa delfemore, con la quale si formal’articolazione dell’anca.

• I muscoli attorno all’articolazionecoxo­femorale devono lasciare libero ilfemore affinchè questo ruoti,contraendosi o rilassandosi a secondadelle sollecitazioni.

L’integrazione della gamba e delbacino con il piede comincia portandol’attenzione da ogni dito a una zonadelle creste iliache del bacino.

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Muscoli

Inoltre, i muscoli circondano ilpavimento pelvico come una griglia esi sincronizzano per mobilizzarel’articolazione nelle tre direzioni dellospazio.

A questo punto bisogna ricordareche un muscolo non lavora mai inmaniera isolata ma, appartenendo auna catena, ingloba l’alto e il basso esi coordina con altri sistemi delcorpo.

Gli adduttori, per esempio, sipossono rilassare se i loro muscoliantagonisti sanno prendere inconsegna l’azione; oppure se sonosostenuti dai muscoli posturali o sel’estremità distale della leva lavora inaccordo.

In generale si tende asovrautilizzare alcuni muscoli adiscapito di altri, privilegiando cosìcerti movimenti e dimenticandosi dialtri.

Tenendo a mente tutto ciò che èstato detto, l’integrazione dellagamba e del bacino con il piede,attraverso le connessioni ossee,comincia portando l’attenzione daogni dito a una zona delle cresteiliache del bacino.Le zone più mobilidel piede corrispondono con le zonepiù “aeree” del bacino.

Foro

Inoltre, nel foro shutter bacino èdove essi sanciscono molti muscoli,ma non è una zona di supporto.

Ed è che gli anelli fori di tenutapermettono equalizzare la pressioneall'interno il piccolo bacino. Inoltre, laloro membrane devono rimanereelastico e rilassata, in modo che ilmovimenti del piede transito versobacino permette loro regolataaccuratezza.

Inoltre, l'arco interno del piede siarticola sul esterna e, quindifavorisce la forza va il bacino alpiede come quando somministratocalciare un pallone.

Questo è il motivo per ciò che siintende reeducate la direzione delpiede al suo asse. Se piegare oforzare cerca che è rigida è inutile e,che è peggio, questo finisce perinfluenzare alle ginocchia e bacino.

Affinchè un corpo stia in equilibrio ènecessario che la verticale che scendedal centro di gravità pelvico cadaall’interno della base di supporto delcorpo. Quanto più cade al centromaggiore è la stabilità.

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Le interrelazioni sono una serie di connessioni neuromuscolari cheesistono tra due parti separate del corpo.

Attraverso l’affinamentodell’attenzione, la visualizzazione el’esplorazione, è possibile percepirela loro presenza e la loro influenzasull’attitudine posturale.

Sono particolarmente importanti leinterrelazioni dei piedi con il bacino,delle mani con le scapole e dellemani con la cassa toracica.

Interrelazione piedi­bacino

• Dal piede al bacino. Disegnare un’immagine dell’osso iliaco per immaginarlo eaverne una percezione più chiara. Colorare l’immagine serve a risvegliare lasensibilità e la propriocezione di ogni parte del corpo.

• Dal tallone all’ischio: tracciare una linea e osservare che questa relazione ècome un cavo che unisce la terra (tallone) e segna il percorso verso il cielo(ischio).

• Dita del piede con creste iliache: tenere le mani nel gesto zen di meditazione,con i pollici che si toccano e un po’ inclinati verso avanti. Immaginare chequesto è il bacino. Le dita corrispondono a:

• Pollice a sinfisi e ileo anteriore e posteriore.

• Secondo dito alla zona ischio­pubica dell’ischio e verso la cresta iliaca

• Terzo dito all’iliaco posteriore e alla zona cotiloidea.

• Quarto dito all’ischio posteriore e proiezione della cresta iliaca.

• Quinto dito alla spina iliaca posteriore e parte posteriore dell’ileo.

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Allungamento delle gambe

Questa prima pratica consiste in una serie di esercizi destinati ad allineare l’assedella gamba e a sbloccare gli elementi muscolari e articolari che impediscono questoallineamento.

La pratica comincia con esercizi di mobilizzazione dei piedi, continua con esercizicentrati sull’allungamento delle gambe e con una serie molto semplice percomprendere e aiutare a correggere il ginocchio valgo, cioè le gambe a x, e ilginocchio varo o gambe ad arco.

E’ importante ricordare che:

• Ogni allungamento parte da un rilassamento unito ad un mantenimento, e non dauno sforzo.

• OOgni allungamento richiede di sapere come cambia la respirazione in ognuno econ cosa si respira.

• OOgni allungamento provoca cambi nei punti di appoggio e nel come avvienel’appoggio.

• OOgni allungamento comporta l’essere coscienti di come le parti non allungatecompensano.

Formazione

1.­ Tenere le gambe flesse e parallele.• I piedi sono paralleli e vicini agli ischi.

• Osservare l’appoggio della vita, mantenendo il bacino inposizione neutra.

• Tenere la nuca allungata e rilassata.

• Portare l’attenzione su tutto il lato destro, a partiredall’inguine, poi l’anca, la coscia, il ginocchio, il polpaccio e ilpiede. Sentire tutto il percorso.

2.­ Avvicinare un ginocchio al petto. Fare pressione.

• L’altro ginocchio resta sull’asse verticale e non si muove.

• Compiere un movimento di oscillazione con il ginocchiosollevato, da sinistra a destra.

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• Progressivamente il movimento viene fatto partire dalle manied è necessario osservare dove arriva la gamba e dove siblocca.

• Ad ogni espirazione cercare di avvicinare un po’ di più ilginocchio al petto.

• Le natiche restano ferme e non si staccano da terra.

• Chiedersi cosa accade all’altra gamba, alle spalle e al volto.

• Entrare nell’articolazione pelvica, sentirla e, in seguito,appoggiare a terra il piede.

3.­ Afferrare la gamba per l’alluce e allungarlalentamente. Proiettare il tallone verso il cielo.• Girare un po’ il ginocchio verso l’asse della gamba, se

necessario; di solito verso l’esterno.

• L’altra gamba non deve uscire dal suo asse.

• Chiedersi cosa accade alla nuca, alle spalle, al petto e aiglutei.

• Trovare un appoggio rilassato della zona interscapolare e delsacro.

• Sciogliere la tensione con un sospiro e rilassare.

4.­ Appoggiare le mani sul centro energetico Hara,situato tre centimetri sotto l’ombelico.• Dall’Hara portare l’energia verso la gamba e il piede,

proiettandola oltre i talloni.

• Percepire come questa gamba sente l’energia che arriva.

• Percepire il corpo nella sua totalità.

• Ripetere con l’altra gamba, terminando in posizione fetale e inascolto.

5.­ In piedi, camminando in mezzo al gruppo, sentire dadove parte il movimento e come questo varia inseguito agli incontri con altre persone e oggetti.• Fermarsi, tenere le ginocchia parallele e radicarsi a terra.

• Far vibrare le gambe per sentire il binomio stiramento­radicamento.

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6.­ Lasciar cadere il tronco e portare l’attenzione alletensioni che si percepiscono nella zona lombare e allostiramento ischio­tibiale che si produce nella posizione.• Abbandonarsi a ogni espirazione, rilassando.

• Le ginocchia non devono ruotare verso l’interno.

• Allontanare gradualmente le mani.

• Non staccare i piedi da terra.

• Tornare su e ripetere varie volte.

• Sciogliere, tornando alla verticale e sentire scannerizzandotutto il corpo.

7.­ A coppie, uno disteso a terra solleva le gambeespirando. L’altro le sostiene.• Evitare qualunque compensazione, soprattutto nelle persone

con la sciatica, l’ernia al disco o lombalgie.

• Osservare che l’asse anca­caviglia coincida.

• Cercare un equilibrio attorno all’asse e osservare cosa serveper ottenerlo, come ad esempio flettere le ginocchia.

• Se un tallone sta più in alto dell’altro è perché, probabilmente,l’anca si è alzata da terra e ruota verso l’interno. Percorreggere questa situazione si può:

­ Ruotare l’anca verso l’esterno.

­ Appoggiare meglio le natiche.

­ Fare pressione sul piede.

­ Rilassare e respirare, in posizione di abbandono sui glutei.

• Applicare tono ai quadricipiti, sia nell’abbassare che nelsollevare le gambe. Durante questa pratica di salita e discesa,evitare compensazioni come:

­ Sollevare il bacino.

­ Generare una lordosi cervicale.

­ Sollevare il petto e lasciar che le scapole affondino verso lacolonna.

Per evitare di compensare è meglio:

­ Tendere meno le gambe.

­ Cominciare sempre con la gamba che ha più facilità.

­ Partire da un buon appoggio e dalla consapevolezza dell’asse.

­ Afferrare il piede dal tallone e alzarlo man mano che la gambasi stira.

• Osservare cosa accade:

­ Se la testa si inclina.

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­ Se le spalle ruotano verso l’interno. In questo caso, cercaredi evitare che vadano verso la testa.

­ Se il petto si inarca o ruota da un lato.

­ Se la gamba che sta a terra tende a ruotare verso l’esterno.

­ Se il piede cade verso l’esterno

• Respirare tranquillamente e sentire ogni spazio.

• In questo esercizio le pieghe del corpo mostrano le zoneproblematiche dove ci sono compensazioni. Qui comincia ilvero lavoro, che consiste nell’aiutare a mitigare lecompensazioni. Diversi esempi sono:

­ Un’anca si solleva più dell’altra.

­ Il petto si inclina e fa ruotare il corpo su un lato. Questo puòessere dovuto ad una scoliosi della colonna.

­ Il piede resta nella posizione della ballerina. Questo è segnodi un grande accorciamento posteriore.

• Se la compensazione è consigliabile di mettersi a coppie, unoin piedi e l’altro steso a terra. Quello in piedi:

­ Solleva il piede di quello disteso e lo posiziona tra la crestailiaca e l’anca, lasciando la punta orientata verso terra.

­ Evitando che la gamba perda l’asse, solleva e avvicina l’ancaa terra.

­ Nel frattempo massaggia le dita del piede.

­ Corregge costantemente l’asse dell’altra gamba e, durantel’espirazione, abbassa il petto se si gonfia.

­ Abbassa la gamba della persona distesa, allungandola senzache l’anca oscilli. In questo modo si aiuta a stirarla.

­ Una volta a terra, torna ad allungare la gamba per correggerela rotazione pelvica.

­ Questo lavoro viene fatto ad entrambe le gambe, una allavolta, per allungare meglio gli adduttori. Inoltre, mentre silavora con la gamba allungata, si stimola lo psoas di quellache sta a terra.

• Quando si cambia la gamba è interessante correggere lecompensazioni, anche se la seconda volta sono minori.

• In ogni caso, porsi molte domande facendo quest’eserciziocon la prima gamba, perché si tratta di un lavoro di ricerca edè necessario osservare e comprendere molte compensazioni.

• Questa pratica permette di sentire che il dolore spesso non èlegato alla gamba ma a tensioni profonde.

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Una variante possibile dell’esercizio prevede che lapersona in piedi fletta e appoggi il ginocchio dietro aquello della persona che accompagna.• In questo modo si evita che la gamba perda l’asse e ruoti. Se,

nonostante questo, le gambe ruotano ciò è dovuto al fatto chei muscoli psoas e ischio­tibiali si sono accorciati a causa degliadduttori.

• Se si deforma l’asse si semplifica la posizione, in modo daevitare che le compensazioni diventino permanenti.

Posizioni complementarie di supporto

In queste posizioni la chiave è sapere che unacompensazione si crea per evitare una contrazione e che ilrilascio attraverso la respirazione corregge le contratture.

1.­ A coppie, uno si siede unendo le piante dei piedi eaprendo il bacino. L’altro aiuta questa apertura.

Elementi da tenere in conto durante questo esercizio sono:

• Fare in modo che la persona seduta distenda e cresca durantel’espirazione.

• La persona che aiuta deve essere molto sensibile allostiramento.

• La persona seduta rilassa i muscoli adduttori e la muscolaturapelvica.

• La colonna vertebrale si rilassa e libera le lombari, mentre sistendono gli ischi e i glutei; questo permette l’apertura pelvicae degli adduttori.

2.­ A coppie, uno si stende a terra a pancia in su e fletteun ginocchio portandolo al petto, tenendo l’altragamba stesa a terra. La persona che sta in piedi aiutaquesta flessione portando il peso del suo corpo nellaposizione del Cane faccia in giù.

Considerare di:

• Cercare un allineamento della gamba flessa attorno all’asse.

• Facilitare l’allungamento posteriore a partire dai glutei.

• Applicare una leggera pressione durante l’espirazione.

• Immaginarsi di entrare nell’articolazione della vertebra lombareL5.

• Fare attenzione alle compensazioni della gamba allungata.

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3.­ Seduti schiena contro schiena, con le gambe stese, unosi allunga appoggiandosi all’altro mentre questo si flette inavanti.

In questo caso è importante:

• Compiere uno stiramento a partire dalle anche.

• Porre molta attenzione ed eseguire una pressione unita a unostiramento graduale.

• Fare in modo che le gambe restino allineate e che, conl’addome schiacciato, si mantenga lo stiramento lombare.

4.­ Seduti, con le gambe incrociate, percepire unaconsapevolezza globale a partire dalle gambe.

Serie per correggere la postura del ginocchiovalgo (gambe a x) e del ginocchio varo (gambe adarco)

1.­ In piedi, appoggiare le braccia tese alla parete. Le braccianon devono sollevarsi oltre i 90° per evitare che le primevertebre dorsali si affossino.

• Se il piede è cavo o piatto è molto importante fare attenzionealla posizione del dito mignolo perché è relazionata con lastatica.

• Con il ginocchio valgo:

­ Sistemare un asciugamano o la mano stretta a pugno tra leginocchia. Così si indica il punto in cui fare pressione. Sentireche le ginocchia non facciano troppa pressione.

­ Unire i talloni per aiutare la rotazione esterna.

­ In questo gesto i talloni premono a terra la parte interna. Ilmodo di compensare è portare l’attenzione al dito mignolo.

­ Osservare le compensazioni e le tendenze ad andare insenso opposto.contrario.

• Con il ginocchio varo:

­ In questa posizione le caviglie ricevono molta pressione percui è necessario tenere qualcosa di imbottito tra loro.

­ Stringere intensamente le ginocchia.

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2.­ Seduti, con le ginocchia piegate, le mani a terra e laschiena appoggiata alla parete. Questa pratica arriva lalaterlità del piede.

E’ necessario:

• Sistemare il piede sul suo asse e ruotare le ginocchia versol’esterno. In questo modo i muscoli profondi e gemelli dellazona interna del piede si stirano.

• Allungare i muscoli laterali o esterni.

• Questa posizione serve per allungare il dito mignolo quando siha il piede cavo o piatto.

• Premere bene a terra il tallone e le dita, poiché la tendenza è asollevarli.

• Muovere il dito mignolo affinchè si sollevi. Prendere diconsapevolezza di cosa permette che si sollevi.

• Scoprire i trucchi che si mettono in atto per evitare diallungare, di muoversi, di respirare, cioè per evitare di sentirele resistenze o il dolore.

3.­ Distesi, con un ginocchio piegato e l’altra gambadistesa.In questa posizione è interessante:

• Provocare una rotazione interna o esterna della gamba aseconda di che problema alle ginocchia si ha.

• Appoggiare bene a terra i tre punti di radicamento della piantadel piede (alluce, mignolo e tallone) della gamba piegata.

• Poi chiudere e aprire la gamba.

Pratica di correzione del ginocchio varo

Lavorando in trio, uno si siede unendo le piante deipiedi e aprendo il bacino.

A seguire:

• Uno dei due accompagnatori mantiene l’asse verticale dellapersona seduta, mentre l’altro mantiene aperte le gambe.

• E’ necessario fare attenzione alle persone che deformanotanto il torace in questa posizione. E’molto importante nonesercitare una posizione sulla deformazione di altri segmentidel corpo.

• La persona seduta tiene i piedi aperti, unendo i talloni.

• Se una delle due gambe è più lunga, è necessario portarlaverso l’altra per regolare la zona sacro­iliaca.

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• Crescere durante l’espirazione unendo le ginocchia

• Separare e aprire bene I glutei.

• Fornire supporto alle ginocchia.

Pratica di correzione del ginocchio valgo

Lavorando in trio, quello seduto allunga e apreleggermente le gambe.

Qui è necessario considerare:

• Che i muscoli adduttori contratti, gli ischio­tibiali e il bicipitecrurale sono problematici perché tendono ad accorciarsi erendono ancora più intensa questa rotazione interna. Inoltrel’allineamento difettoso delle ginocchia può provocare unasub­lussazione della rotula e la ritrazione dei muscoli gemelli edel soleo, causando seri problemi di artrite prematura oaddirittura nel camminare.

• Unire le piante dei piedi e unire le dita cercando di nonpermettere agli adduttori di avvicinarsi.

• Allungare la parte anteriore delle gambe.

• Crescere sempre durante l’espirazione

Pratica di mobilizzazione dei piedi

Si possono usare due posizioni, a coppie:

1.­ Il compagno dietro aiuta a impedire che i piedi siseparino e ad allungare tutte le dita, soprattutto ilmignolo.• E’ importante sedersi bene.

• Mantenere il bacino in ante versione.

• Respirare in modo rilassato.

2.­ Il compagno dietro aiuta a impedire che i piedi siseparino e ad allungare tutte le dita, soprattutto il mignolo.

In questo caso, colui che è dietro must:

• Aiutare a unire i talloni.

• Stirare soprattutto il mignolo.

• Massaggiare l’arco plantare.

• Rilassarsi e guardare il respiro.

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3.­ Posizioni di chiusura.

In queste posizioni di chiusura del precedente lavoro puòessere visto:

• Un allungamento graduale della gamba.

• L’appoggio della schiena, della natica, della nuca e dellespalle. Cercare di non muoverle e chiedersi cosa accade inqueste parti del corpo.

• Ruotare la caviglia verso i lati.

E 'anche possibile portare il piede verso il corpo.

Questo è importante:

• Che questo atto non è a scapito di piegare le dita del piede maallungando la muscolatura posteriore

Oppure prendere UttanasanaIn questo caso:

• Lavorano soprattutto i gemelli, dato che l’angolo retto dei piediaumenta la lunghezza posteriore.

• Inoltre si facilita la flessibilità delle caviglie e l’allungamento deimuscoli quadricipiti della gamba.

• E’ importante considerare, inoltre, che di solito la depressionesi accompagna a caviglie rigide. E che l’incapacità di arrivare aterra durante la flessione, cioè compensare basculando ilbacino, è dovuto a un accorciamento dei polpacci e/o degliischio tibiali.

Serie di integrazione

Nella prima parte di questa serie, attraverso questediverse posizioni, il lavoro di allungamento delle gambe siunisce allo stiramento di glutei, lombari e piedi.

Nella seconda parte la posizione diventa laterale:

• Si allunga la gamba che sta sopra verso dietro mentre il piedeguarda davanti.

• E’ necessario applicare tono nella gamba che si porta inverticale e mantenere il tono di allungamento quando la siabbassa.

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In seguito, con questa pratica durante la quale espirando ci siallunga, si muovono le grandi articolazioni, coxo­femorale­ginocchio­caviglia:

• Compiere una leggera flessione, senza mai contrarre le ditama allungando la pianta del piede. Riposare.

Alla fine massaggiare la muscolatura interossea, flessori edestensori delle dita dei piedi.

La psicoanatomia prevede unavisione del corpo che va al di là dellaforma e interpreta al di là del sapere.

Il suo obiettivo fondamentale èscoprire la relazione tra il processo ela forma, la forma e il sentimento, ilsentimento e la funzione.

La psicoanatomia presuppone“riorganizzarsi” attraverso un sensointegrato del corpo e della mente.

Modelli

Inoltre tutte le sensazioni, leemozioni o i pensieri sono modelliorganizzati di movimento. Se sialterano le pulsazioni di base, simanipolano le emozioni e,inevitabilmente, si generanocondizioni di stress.

Per questo in tutto il processoriorganizzativo c’è movimento; ècome la marea che cambia ma non siferma mai.

Questo accade con tutto ciò chesi accetta, si rifiuta o si inibisce.

Queste sono le maree chepossiamo chiamare centratura,autoregolazione o tono muscolare.

Nel caso dei piedi, perPsicoanatomía questi rappresentanole radici di una persona, la suamaniera di stare in contatto con larealtà, di non vivere tanto “in aria”.

Le gambe, da parte loro,sostengono la persona. Sono guide eammortizzatori e servono per averechiara l’intenzione e sapersi adattare,accettare e cambiare quando ènecessario.

L’immagine che ognuno ha di séstesso si forma a partire dall’esternoverso l’interno. Per questo è cosìimportante “toccare terra”, sentire eaccettare la realtà per stare in pace;questo è qualcosa di interiore chedipende solo dalla persona. Perciònon è necessario essere “più perfetti”per essere accettati…Ma affrontarela paura affinchè la propria vita siapiù decisa.

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EtimologiaLa sedia yogica mostra l’attitudine da mantenere quando si

sta seduti: anteversione pelvica, estensione della colonna,gambe e piedi radicati e attivi.

Basi della posizione• Flessione delle ginocchia.• Anche in adduzione e flessione.• Estensione della schiena.• Spalle flesse verso l’alto e ruotate esternamente.• Gomiti estesi e avambracci in pronazione.• Colonna cervicale estesa,portando la bocca sulla verticale.• Funzione: rinforzare la flessione del bacino, le gambe e la zona vertebrale inferiore.

Principi posturali• Mobilità discendente, flettendo le ginocchia e ruotando il bacino in avanti in

anteversione radicare fortemente i piedi per dirigere il peso verso terra emantenere le ginocchia unite. Si può compensare quest’azione ruotandoil bacino, con una retroversione leggera e dinamica.

• Mobilità ascendente, quando agiscono i muscoli erettori della colonna e iquadrati dei lombi per sollevare il tronco; dirigere verso la linea centralespalle e braccia rilassate, oltre a mantenere la gabbia torácica aperta,collocare le scapole sull’asse e coinvolgere progressivamente il rettodell’addome.

Benefici• E’ una posizione, di gravità e radicamento, che evidenzia punti

fondamentali come il tono delle gambe, l’estensione dorsale,l’espansione della gabbia toracica e l’apertura della cintura scapolare.

A cosa prepara• Prepara a tutte le posizioni di estensione della colonna, di flessibilità della

cintura scapolare e a quelle che richiedono un buon tono delle gambe.

• E’ un’ottima posizione di preparazione al Prânâyâma.

• Viene compensata da tutte le posizioni di estensione delle gambe eda tutte quelle a terra, sdraiati sulla schiena.

Utkatâsana (La sedia)

Basi posturaliAspetti muscolari,articolari e di movimentopiù interessanti dell'asana.

Principi posturaliPunti del corpo ai qualiprestare un'attenzioneparticolare nella postura.

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Desta e sinistra 5 volte

5 volte

L’obiettivo di questa serie è duplice. Da un lato lavorare sulla mobilità e sul tonodei muscoli interossei e lombricali del piede, dall’altro stabilire un asse di azione tra leanche e i piedi.

Entrambi richiedono di porre un’attenzione particolare all’asse della colonnavertebrale e a quello della nuca.

Capitolo 1

Piedi e gambe

I ­ Inspirare in questa posturaE ­ Espirare in questa postura

/: ..... :/ ­ Indica che la sequenza fin dove chiude, si ripeteràEST. ­ Mantenere la postura in modo stabile

SEGNIGLOSSARIO