I NUOVI ISTITUTI PROFESSIONALI · Le norme di riferimento Decreto Legislativo 61/2017 del...

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I NUOVI ISTITUTI PROFESSIONALI Novità, assetto didattico, assetto organizzativo

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I NUOVI ISTITUTI PROFESSIONALINovità, assetto didattico, assetto organizzativo

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I nuovi Istituti Professionali

PremessaLe norme di riferimento, obiettivi, principali novitàIl PECUPAssetto organizzativo degli Istituti Professionali e nuovi indirizziModello didattico degli Istituti ProfessionaliIl Progetto Formativo IndividualeIl docente tutorPercorsi per il conseguimento delle qualifiche e dei diplomi professionali (sussidiarietà)Passaggi tra IP e IeFPAlcune riflessioniComing soon

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PremessaObiettivi

• Tenere le iscrizioni, prima ancora di catturarne altre• Combattere la dispersione scolastica

Punti salienti• Personalizzazione degli «insegnamenti»• Profilo degli IP distinto da quello degli IT• Eliminazione articolazioni ed opzioni• Passaggio dal concetto di discipline a quello di insegnamenti• Progettazione interdisciplinare• Sistema duale studio/lavoro

Il tutto…. senza oneri per lo Stato(ovviamente)

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Premessa

Perché si è arrivati al secondo tempo degli istituti professionali con una nuova riforma?

Perché la precedente non ha funzionato

Motivi di un fallimento:

Non è stata realizzata una configurazione propria degli IP ma era una sorta di piccolo IT

Forse troppe discipline

Scarsa laboratorialità (effetti della riforma Gelmini)

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Premessa

Caratteri della scuola come la desiderano gli studenti

Relazione condividere con i compagni un cammino amichevole

Comunità avventura con un ruolo da giocare come protagonista

Compiti sfidanti occasioni di apprendimento innovative

Riconoscimento Valutazione centrata sulle evidenze

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Premessa

Scuola territoriale per l’innovazione aperta e concepita come laboratorio di ricerca, sperimentazioneed innovazione didattica.

Oggetto: fornire ai giovani e al mondo economico un luogo educativo e formativo centrato sullacultura del lavoro

Questo richiede l’introduzione nel curriculo di compiti sfidanti reperiti dalla cultura professionale delsettore.

Obiettivo: prima ancora di attrarre nuovi studenti, mantenere quelli iscritti. Forte dispersione (dal27% al 31%)

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Premessa

Fattori distintivi del nuovo IP

Attenzione alla persona

Metodo attivo

Apertura al territorio ed alleanza

Gusto dell’innovazione

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Le norme di riferimento

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Il testo della delega (107/2015 art.1, commi 180 e 181 lett.d)

Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale nel rispetto dell’art.117 della Costituzione, nonchéraccordo con percorsi dell’istruzione e formazione professionale, attraverso:

1) La ridefinizione degli indirizzi, delle articolazioni e delle opzioni dell’istruzione professionale

2) Il potenziamento delle attività didattiche laboratoriali anche attraverso una rimodulazione, aparità di tempo scolastico, dei quadri orari degli indirizzi, con particolare riferimento al primobiennio

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Le norme di riferimento Decreto Legislativo 61/2017 del 31/05/2017 (revisione degli istituti professionali)

Accordo in Conferenza Permanente Stato/Regioni e PP.AA. sulle fasi dei passaggi del 10 maggio2018, recepito con Decreto MIUR del 22 maggio 2018, nr.427, pubblicato in G.U. del 18 ottobre2018

Decreto MIUR/MPLS/MEF del 17 maggio 2018 sul raccordo tra IP e IeFP e sulla sussidiarietà(Intesa Conferenza permanente Stato Regioni 8 marzo 2018), pubblicato in G.U. il 17 settembre2018

Decreto MIUR del 22 maggio 2018 nr. 427 per recepire l’Accordo 10 maggio 2018

Decreto 24 maggio 2018, nr.92 (Regolamento attuativo, PECUP, ecc.)

Linee Guida e Misure di accompagnamento (in fase di emanazione)

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Gli obiettivi principali del d.lgs.61/2017

Rilanciare gli istituti professionali quale settore dell’istruzione in grado di valorizzare la personanella costruzione del futuro ruolo lavorativo;

Superare la sovrapposizione tra istruzione professionale e istruzione tecnica, da un lato, e traistruzione professionale e istruzione e formazione professionale, dall’altro

Definire indirizzi di studi ispirati a garantire l’occupabilità con riferimento ad ampie aree di attivitàeconomiche, e non a profili professionali predefiniti

Consentire alle scuole di corrispondere alle vocazioni del territorio attraverso la declinazionedell’indirizzo in percorsi formativi specifici, utilizzando gli strumenti dell’autonomia e dellaflessibilità riformulate rispetto ai vigenti ordinamenti

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Le novità principaliGli istituti professionali come scuole dell’innovazione

Il sistema dell'istruzione professionale ha la finalità di:

• formare la studentessa e lo studente ad arti, mestieri e professioni strategici per l'economia delPaese

• per un saper fare di qualità comunemente denominato «Made in Italy»

• per facilitare la transizione nel mondo del lavoro e delle professioni.

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Le novità principaliRevisione degli indirizzi di studio: da 6 ad 11

Modifica la precedente organizzazione composta da 2 macro settori con 6 indirizzi, introducendo 11indirizzi di studio riferiti alle attività economiche previste dai codici ATECO e ai settori economico-professionali.

a) Agricoltura, sviluppo rurale,valorizzazione dei prodotti delterritorio e gestione delle risorseforestali e montane;b) Pesca commerciale e produzioniittiche;c) Industria e Artigianato per il Made inItaly;d) Manutenzione e assistenza tecnica;e) Gestione delle acque e risanamentoambientale;

f) Servizi commerciali;g) Enogastronomia e ospitalitàalberghiera;h) Servizi culturali e dello spettacolo;i) Servizi per la sanità e l’assistenzasociale;j) Arti ausiliarie delle professionisanitarie: odontotecnico;k) Arti ausiliarie delle professionisanitarie: ottico.

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Le novità principaliLa maggiore autonomia progettuale delle scuole per rispondere alle esigenze del proprio territorio

Gli indirizzi di studio possono essere declinati dalle scuole in percorsi formativi richiesti dal territoriocoerenti con le priorità indicate dalle Regioni, riferiti alle attività economiche di cui ai codici ATECOattribuiti agli indirizzi e ai codici NUP* (Nomenclatura e classificazione delle Unità Professionali)Alle scuole sono riconosciute:

* Nup: costruita in partnership tra ISTAT e ISFOL (ora INAPP) prevede, per ciascun livelloclassificatorio, una descrizione che traccia i contenuti e le caratteristiche generali del lavoro

Quota di autonomia del 20%

Quota di flessibilità del 40%

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Le novità principaliSuperamento delle precedenti articolazioni ed opzioni

La declinazione degli indirizzi deve avvenire nel rispetto della:

1) coerenza con le priorità indicate dalle Regioni nella propria programmazione;

2) necessità di riferire tale declinazione alle attività economiche previste nella sezione e nelladivisione cui si riferisce il codice ATECO attribuito all'indirizzo;

3) necessità di riferire tale declinazione alla nomenclatura e classificazione delle unità professionali(NUP) adottate dall'ISTAT.

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Le novità principaliRafforzamento del monte ore per i laboratori e l’area di indirizzo

Quadro orario Area istruzione generale

Area di indirizzo Monte ore complessivo

Biennio 1.188 ore complessive

924 ore complessive (di cui 396 ore in compresenza con ITP)

2.112

di cui 264 di personalizzazione educativa

Terzo anno 462 594 Monte ore di compresenza

diversificato in relazione

all’indirizzo di studio

1.056

Quarto anno 462 594 1.056

Quinto anno 462 594 1.056

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Le novità principaliUna nuova forma di sussidiarietà

Istruzione professionale Istruzione e formazione professionale (IeFP)

Uno degli 11 percorsi di studio diistruzione professionale per ilconseguimento di un diplomaquinquennale

Uno dei percorsi di istruzione e formazione professionale per ilconseguimento delle qualifichetriennali (22) o dei diplomiprofessionali quadriennali (21)

Scelta alternativa

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Assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazioneLe scelte possibili per il conseguimento, entro il 18° anno di età, di almeno una qualifica professionaletriennale può avvenire tra:

i percorsi di istruzione professionale per il conseguimento di diplomi quinquennali, realizzati dascuole statali o da scuole paritarie riconosciute ai sensi della L.10/03/2000,nr.62. I diplomi diistruzione secondaria di secondo grado degli istituti professionali danno accesso agli istituti tecnicisuperiori, alle Università e alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.

i percorsi di istruzione e formazione professionale per il conseguimento di qualifiche triennali edi diplomi professionali quadriennali, realizzati dalle istituzioni formative accreditate dalle Regionie dalle PROVINCE AUTONOME DI Trento e di Bolzano, ai sensi del decreto legislativo 17/10/2005,nr.226.

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IL P.E.CU.P

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Il PECUP (art.2 D.Lgs 61/07)

Il PECUP definisce l’identità culturale, metodologica e organizzativa di tutti i percorsi di istruzioneprofessionale, al fine di assicurare alla studentessa e allo studente una solida base di istruzionegenerale e competenze tecnico-professionali in una dimensione operativa in relazione alle attivitàeconomiche e produttive cui si riferisce l’indirizzo di studi prescelto

QUALE PROFILO

• Il PECUP comune a tutti i percorsi di istruzione secondaria superiore (rimane in vigore quello contenuto nel D.Lgs.226/05, art.1 comma 5)

• Il PECUP caratterizzante i percorsi di istruzione professionale (Allegato A al D.Lgs.61/07)

• I profili di uscita dei singoli indirizzi (Allegati 2 al DM 92/2018 )

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Caratteristiche del PECUP degli Istituti Professionali

Il PECUP si basa su uno stretto raccordo della scuola con il mondo del lavoro e delle professioni

Si ispira: Ai modelli promossi dall’Unione Europea (Vocation Education and Training);

Ad una personalizzazione dei percorsi contenuta nel Progetto Formativo Individuale

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PIANI ORARI E CONFLUENZE DEI NUOVI INDIRIZZI

Il decreto Legislativo 61/2017 prevede:

- Il PECUP comune a tutti gli indirizzi (allegato A) – non tutti declinati in termini di competenze

- I quadri orari dei nuovi indirizzi (Allegato B)

- Le tabelle di confluenza tra vecchi e nuovi indirizzi (Allegato C)

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PECUP: gli allegati al regolamento D.M.92/18

Allegato 1: declinazione delle competenze in abilità e conoscenze per gli insegnamenti di areagenerale

Allegato 2 (per gli 11 indirizzi): declinazione delle competenze in abilità e conoscenze per gliinsegnamenti di area di indirizzo

Allegato 3 (per gli 11 indirizzi): piani orario con indicazione dei minimi orari e degli eventuali range divariazione

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L’assetto organizzativo e i nuovi indirizzi

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L’assetto organizzativo e i nuovi indirizzi

1. Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestone delle risorse forestali e montane;

2. Pesca commerciale e produzioni ittiche3. Industria e artigianato per il Made in Italy4. Manutenzione e assistenza tecnica5. Gestione delle acque e risanamento ambientale6. Servizi commerciali7. Enogastronomia e ospitalità alberghiera8. Servizi culturali e dello spettacolo9. Servizi per la sanità e l’assistenza sociale10. Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico11. Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico

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Caratteristiche dei nuovi indirizziProfili di uscita

Il regolamento (Decreto Interministeriale MIUR, MLPS e MEF del 24/05/2018 nr.92 «Regolamentorecante la disciplina dei profili di uscita degli indirizzi di studio dei percorsi di istruzione professionalenonché il raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale, pubblicato nella G.U. del27/07/2018 nr.173 S.O.) individua i profili di uscita e i risultati di apprendimento secondo criteri chene rendono trasparente la distinzione rispetto ai profili e ai criteri degli indirizzi dei settoritecnologico ed economico degli istituti tecnici

Il regolamento correla i profili in uscita degli indirizzi di studio anche ai settori economico-professionali di cui al decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il MIURdel 30 giugno 2015, pubblicato nella G.U. del 20 luglio 2015, nr.166 (codici ATECO)

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La declinazione degli indirizzi di studio in percorsi formativi

Sostanziale superamento di articolazioni ed opzioni. Con la flessibilità (40% nel triennio) declinazione degli indirizzi in percorsi formativi richiesti dalterritorio

Vincoli per le scuole:• Coerenza con le priorità indicate dalle Regioni nella propria programmazione• Necessità di riferire tale declinazione alle attività economiche previste nella sezione e nella

divisione cui si riferisce il codice ATECO attribuito all’indirizzo• Necessità di riferire tale declinazione alla nomenclatura e classificazione delle unità professionali

(NUP) adottate dall’ISTAT• L’utilizzo della flessibilità avviene nei limiti delle dotazioni organiche assegnate senza

determinare esuberi di personale

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Assetto organizzativo

Biennio unitario

3° anno

4° anno

5° anno

2° anno

1° anno

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Assetto organizzativo del biennio

1.188 (attiv.e insegn.istruz.generale)

Orario complessivo h. 2.112924 (attiv.e insegn.di indirizzo)

Le attività e gli insegnamenti di indirizzo comprendono il tempo da destinare al potenziamento deilaboratori

Sia le attività e gli insegnamenti di istruzione generale sia quelli di indirizzo sono aggregati in assiculturali

Le scuole possono organizzare le azioni didattiche, formative ed educative in periodi didattici. I periodididattici possono essere collocati anche in due diversi anni scolastici ai fini dell’accesso al terzo annodei percorsi

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Assetto organizzativo del biennio

La personalizzazione degli apprendimentiNell’ambito delle 2.112 ore, una quota, non superiore a 264 ore, è destinata alla personalizzazionedegli apprendimenti e alla realizzazione del progetto formativo individuale

P.C.T.O. e apprendistatoLe esperienze di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e di Orientamento) e di Apprendistatoformativo possono essere attivate già dalla seconda annualità del biennio unitario

L’accompagnamento al conseguimento dei titoli di IeFPAl fine di agevolare il conseguimento di qualifiche triennali nel biennio le istituzioni scolastichepossono prevedere specifiche attività di accompagnamento e supporto, anche facendo ricorso allarimodulazione dei quadri orari e nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente (D.lgs.61,art.4, comma2)

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Un’altra novità: i periodi didattici

Nella progettazione biennale il monte ore annuale di uno o più insegnamenti o attività potrebbeessere articolato, anziché nella tradizionale durata dell’anno scolastico, in una azione formativa che sitraduce in interventi didattici intensivi di durata inferiore (bimestre, quadrimestre, semestre, ecc.), alfine di rispondere più efficacemente alle esigenze di singoli studenti o gruppi di studenti, nel rispettodegli stili e dei ritmi di apprendimento degli allievi

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Periodi didatticiModalità organizzativa che supera la struttura usuale di «insegnamento/quadro orariosettimanale/monte ore annuale», con una articolazione flessibile e personalizzata dei percorsiutilizzando gli strumenti innovativi a disposizione

Rimodulazione dei quadri orari Variazione dell’organizzazione oraria in diversi periodi dell’anno Progettazione per unità di apprendimento Personalizzazione educativa che si concretizza nel PFI definito per ciascuno studente

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Assetto organizzativo del triennio

TRIENNIO ARTICOLATO:

IN TERZO, QUARTO E QUINTO ANNO

1.056 ore per ogni annualità, articolate in:

• 462 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale• 594 ore di attività e insegnamenti di indirizzo

• Le attività e gli insegnamenti di istruzione generale sono aggregati in assi culturali

Possibilità di strutturare il 5° anno in modo da consentire anche l’acquisizione di crediti per ilconseguimento della certificazione IFTS, ove previsto dalla programmazione della Regione

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Finalità del triennio

• Consolidare e innalzare progressivamente, soprattutto in contesti di laboratorio e di lavoro, i livelli di istruzione generale acquisiti nel biennio, anche attraverso spazi orari riservati nell’ambito della quota di autonomia;

• Acquisire e approfondire, specializzandole progressivamente, le competenze, le abilità e le conoscenze di indirizzo in funzione di un rapido accesso al lavoro;

• Partecipare alle attività di alternanza scuola-lavoro, anche in apprendistato;• Costruire il curriculum della studentessa e dello studente, in coerenza con il PFI• Effettuare i passaggi tra i percorsi di istruzione professionale e quelli di istruzione e formazione

professionale e viceversa.

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Altre caratteristiche dell’assetto organizzativo degli I.P.

Viene esplicitamente prevista l’istituzione dell’Ufficio Tecnico senza ulteriori oneri di funzionamentose non quelli previsti nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, con il compito disostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori a fini didattici e il loro adeguamentoin relazione alle esigenze poste dall’innovazione tecnologica nonché per la sicurezza delle persone edell’ambiente.Tali funzioni sono svolte dagli insegnanti tecnico pratici forniti di specifiche professionalità,nell’ambito e nei limiti dell’organico dell’autonomia

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Strumenti per l’attuazione dell’autonomia (art.6 D.Lgs.61/07)

Possibili strumenti:• Utilizzo della quota di autonomia (20% sull’orario complessivo del biennio e del complessivo

triennio)• Utilizzo degli spazi di flessibilità (40% sull’orario del terzo, del quarto e del quinto anno)• Lo sviluppo delle attività e dei progetti di orientamento scolastico, nonché di inserimento nel

mercato del lavoro, anche attraverso l’apprendistato formativo• La stipula di contratti d’opera con esperti del mondo del lavoro e delle professioni• L’attivazione di partenariati territoriali per il miglioramento e l’ampliamento dell’offerta

formativa, per il potenziamento dei laboratori, ivi comprese le dotazioni strumentali degli stessi• La costituzione dei dipartimenti• La costituzione del comitato tecnico scientifico

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Il modello didattico nei nuovi professionali

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Il modello didattico nei nuovi professionali

Il modello didattico dell’istruzione professionale è improntato a:

Personalizzazione educativa volta:• A rafforzare e innalzare le competenze per l’apprendimento permanente a partire dalle

competenze chiave di cittadinanza• A orientare il progetto di vita e di lavoro anche per migliori prospettive di occupabilità

Aggregazione delle discipline per assi culturali

Metodologie di apprendimento di tipo induttivo

Organizzazione per unità di apprendimento (UdA)

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Modalità di lavoro

Personalizzazione: relazione, ascolto, valorizzazione delle esperienze acquisite

Metodologia: periodi didattici, modularità, UdA

Compiti sfidanti: esperienze di apprendimento ricche di innovazione

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Falsi obiettivi

Interpretare il PFI come riedizione del portfolio di qualche anno fa: testo enorme, zeppo didocumenti, alla cui stesura non partecipavano gli studenti

Immaginare una individualizzazione della didattica come se un docente dovesse elaborare 25/30strategie diverse di insegnamento. Sbagliato perché la classe resta un punto di riferimento comecomunità di apprendimento

Personalizzazione

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Attività dotate di valore

Adottare Piano formativo personale essenziale, di fatto un piano degli studi elaborato insieme allostudente all’inizio del percorso con l’aiuto del tutor (quasi come all’Università dove 8/10 delpercorso e 2/10 sono personali)

Dotazione di base della didattica:• contenuti stimolanti• lavoro di gruppo e ricerca (con individuazione anche di ruoli nei gruppi: leader, segretario,

controllore del tempo, ecc.)• valutazione capace di valorizzare i segnali di apprendimento

Personalizzazione

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Falsi obiettivi

Esaurire le risorse umane nella produzione di documenti (progetti di continuità, tavole sinottichedelle competenze, rubriche di valutazione interminabili). Servono, invece, idee, stimoli, materialee il dialogo per capire cosa fare giorno per giorno nella/con la classe

Organizzare tutta l’attività per UdA decisamente impegnative senza distinguere tra quellestraordinarie ed una didattica ordinaria preliminare ad esse (periodi didattici)

Metodologia

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Attività dotate di valore

Elaborare un canovaccio formativo. Articolazione del percorso in attività ordinarie, periodididattici, UdA, alternanza, visite, progetti ecc.

Periodo didattico: nei periodi didattici gli studenti non incontrano dei titoli di lezioni maargomenti (es.in lingua italiana: scrivere una relazione; in matematica un modulo su comeprendere le decisioni).

Metodologia

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Falsi obiettivi

Innovazione/rinnovamento come operazione di facciata, burocratica

Ritenere che il compito del biennio sia esclusivamente quello di recuperare i prerequisiti, quasiriedizione della scuola media. Necessario utilizzare metodologie come cooperative learning

Compiti sfidanti

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Attività di valore

Introdurre compiti centrati sulla cultura professionale: realizzare mappa territoriale delle attivitàeconomiche di settore; effettuare un itinerario di ricerca sul settore con visite, interviste,elaborazione di dossier, ecc.

Introdurre nel curriculo pratiche centrate su aspetti innovativi del settore (economia circolare,turismo d’avventura, cibo curativo, sensori elettronici, motori ibridi, ecc.)

Compiti sfidanti

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Modello didattico - Strumenti

Un CTS attivo che favorisca l’alleanza con le forze del contesto, reperimento di risorse diapprendimento di qualità

Un team di istituto, tutor coordinatori ed un metodo di lavoro efficace e costantementeaggiornato

Tempi stabili e ricorrenti per incontrarsi tra insegnanti per conoscersi, condividere, conoscerepasso dopo passo gli studenti, confrontarsi e decidere, lavorare insieme

La cooperazione sistematica sulle esperienze di apprendimento comuni a più discipline (piùlimitatamente nei moduli, in forma più intensa nelle UdA e altre occasioni di apprendimento ecrescita)

Il confronto non solo sui risultati ma anche sul metodo di lavoro Spazi ed occasioni per favorire l’esercizio della responsabilità degli studenti Eventi pubblici, interni ed aperti all’esterno

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La didattica per competenze

Concetto non nuovo ma già presente nella riforma del DPR 87/2010

Definizione di conoscenza: «risultato dell’assimilazione di informazioni (fatti, principi, teorie epratiche) relative ad un ambito disciplinare, attraverso l’apprendimento»

Definizione di abilità: «capacità di applicare le conoscenze per portare a termine compiti e risolvereproblemi»; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) epratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali e strumenti)

Definizione di competenza: «comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio onello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisitenei contesti di apprendimento formale, non formale o informale»

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Le competenze in EuropaOriginiTrattato di LisbonaFare dell’Europa “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, ingrado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e unamaggiore coesione sociale”.Creazione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente per renderecomparabili i titoli di studio attraverso la valutazione delle competenze acquisite. otto competenze chiave per l’apprendimento permanente«……quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, l'occupabilità,l'inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una gestionedella vita attenta alla salute e la cittadinanza attiva….» (30/12/2006)Rivisitazione del 23 maggio 2018.Raccomandazione del Consiglio dell’UE relativa alle competenze chiave per l'apprendimentopermanente.

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NUOVE COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

Assi culturali Insegnamenti

1 Competenza alfabetica funzionale Capacità di individuare, comprendere esprimere, creare e interpretare concetti, sentimenti, datti e opinioni, informa sia orale che scritta, utilizzando materiali visivi, sonori e digitali attingendo a varie discipline e contesti

2 Competenza multilinguistica Capacità di utilizzare diverse lingue in modo appropriato ed efficace allo scopo di comunicare

3 Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria

Capacità di sviluppare e applicare il pensiero e la comprensione matematici per risolvere una serie di problemi insituazioni quotidiane. Capacità di spiegare il mondo che ci circonda usando l’insieme delle conoscenze e dellemetodologie, comprese l’osservazione e la sperimentazione.Competenze in tecnologie e ingegneria sono applicazioni di tali conoscenze e metodologie per dare risposta aidesideri o ai bisogni avvertiti dagli esseri umani

4 Competenza digitale Comprende l’alfabetizzazione informatica e digitale, la comunicazione e la collaborazione, l’alfabetizzazionemediatica, la creazione di contenuti digitali (inclusa la programmazione), la sicurezza le questioni legate allaproprietà intellettuale, la risoluzione di problemi e il pensiero critico

5 Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare

Capacità di riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di lavorare con gli altri inmaniera costruttiva, di mantenersi resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera

6 Competenza in materia di cittadinanza Capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale

7 Competenza imprenditoriale Capacità di agire sulla base di idee e opportunità pe di trasformarle in valori per gli altri

8 Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali

Implica la comprensione e il rispetto di come le idee e i significati vengono espressi creativamente e comunicati indiverse culture e tramite tutta una serie di arti e altre forme culturali

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NUOVE COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

2007Regolamento obbligo di istruzione

DM 139 del 22/08/2007

Competenze chiave di cittadinanza

Competenze chiave relative agli assi culturali (rilascio certificaz. 2° superiore)

2010Riforma istituti Tecnici e Professionali (DPR marzo 2010)

Riforma istituti professionali (D.Lgs. 61/2017)

Pecup (risultati di apprendimento e Linee Guida (competenze)

Revisione dei percorsi degli istituti professionali

2017

2010Revisione percorsi liceali

D.I.211 07/10/2010

Indicazioni nazionali

Curriculo scuole 1° cicloDM 254 del 16/11/2012

Documento del comitato scientifico nazionale 22/02/18

2012

2018

Indicazioni nazionali

Revisione delle indicazioni nazionali

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Percorsi di istruzione professionale – Competenze area generale (All.1 DM 92/2018)Competenza di riferimento Assi culturali indicati nel

regolamento

1 Agire in riferimento ad un sistema di valori, coerenti con i principi della Costituzione, in base ai quali essere ingrado di valutare fatti e orientare i propri comportamenti personali, sociali e professionali

Storico-socialeScientifico-tecnologico

2 Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei varicontesti: sociali, economici, tecnologici e professionali

LinguaggiScientifico-tecnologico

3 Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali, dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni conle strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo

Storico-socialeScientifico-tecnologico

4 Stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettivainterculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro

LinguaggiStorico-socialeScientifico-tecnologico

5 Utilizzare i linguaggi settoriali delle lingue straniere previste dai percorsi di studio per interagire in diversi ambitie contesti di studio e di lavoro

Linguaggi

6 Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali LinguaggiStorico-sociale

7 Individuare ed utilizzare le moderne forme di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento allestrategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete

LinguaggiScientifico-tecnologico

8 Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento Scientifico-tecnologico

9 Riconoscere i principali aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea ed esercitare inmodo efficace la pratica sportiva per il benessere individuale e collettivo

Storico-socialeScientifico-tecnologico

10 Comprendere e utilizzare i principali concetti relativi all’economia, all’organizzazione, allo svolgimento deiprocessi produttivi e dei servizi

Storico-socialeScientifico-tecnologico

11 Padroneggiare l’uso di strumenti tecnologici con particolare attenzione alla sicurezza e alla tutela della salutenei luoghi di lavoro, alla tutela della persona, dell’ambiente e del territorio

Storico-socialeScientifico-tecnologico

12 Utilizzare i concetti e i fondamentali strumenti degli assi culturali per comprendere la realtà ed operare in campiapplicavi (riferimenti all’ambito della storia e della matematica)

Storico-socialeScientifico-tecnologico

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1. Predisporre il progetto per la realizzazione di un prodotto sulla base delle richieste del cliente, delle caratteristiche dei materiali,delle tendenze degli stili valutando le soluzioni tecniche proposte, le tecniche di lavorazione , i costi e la sostenibilità ambientale.

2. Realizzare disegni tecnici e/o artistici, utilizzando le metodologie di rappresentazione grafica e gli strumenti tradizionali o informaticipiù idonei alle esigenze specifiche di progetto e di settore/contesto.

3. Realizzare e presentare prototipi/modelli fisici e/o virtuali, valutando la sua rispondenza agli standard qualitativi previsti dallespecifiche di progettazione.

4. Gestire, sulla base di disegni preparatori e/o modelli predefiniti nonché delle tecnologie tradizionali e più innovative, le attivitàrealizzative e di controllo connesse ai processi produttivi di beni/ manufatti su differenti tipi di supporto/materiale, padroneggiandole tecniche specifiche di lavorazione, di fabbricazione, di assemblaggio.

5. Predisporre/programmare le macchine automatiche, i sistemi di controllo, gli strumenti e le attrezzature necessarie alle diverse fasidi attività sulla base delle indicazioni progettuali, della tipologia di materiali da impiegare, del risultato atteso, monitorando il lorofunzionamento, pianificando e curando le attività di manutenzione ordinaria.

6. Elaborare, implementare e attuare piani industriali/commerciali delle produzioni, in raccordo con gli obiettivi economico/aziendalidi prodotto e sulla base dei vincoli di mercato.

7. Operare in sicurezza e nel rispetto delle norme di igiene e di salvaguardia ambientale, identificando e prevenendo situazioni dirischio per sé, per altri e per l'ambiente.

N.B.: da conseguire al termine del quinquennio. Le linee guida declineranno anche i risultati intermedi.

Percorsi di istruzione professionale – Competenze area di indirizzo (All.2 DM 92/2018)Indirizzo «Industria e artigianato per il made in Italy» (esempio)

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I percorsi didattici dei nuovi Istituti professionali sono caratterizzati dalla progettazioneinterdisciplinare riguardante gli assi culturali

sono organizzati a partire dalle prime classi, e per tutta la durata del quinquennio, per unità diapprendimento con l’utilizzo di metodologie di tipo induttivo, attraverso esperienzelaboratoriali e in contesti operativi.

(Decreto 92 del 24 maggio 2018 - art. 6 c. 4)

Le UdA sono un insieme autonomamente significativo di competenze, abilità e conoscenze in cui è organizzato il percorso formativo della studentessa e dello studente;

Costituiscono il necessario riferimento per la valutazione, la certificazione e il riconoscimento dei crediti, soprattutto nel caso di passaggi ad altri percorsi di istruzione e formazione.

Le UdA partono da obiettivi formativi adatti e significativi, sviluppano appositi percorsi dimetodo e di contenuto, tramite i quali si valuta il livello delle conoscenze e delle abilità acquisite ela misura in cui lo studente ha maturato le competenze attese.

(Decreto 92 del 24 maggio 2018 - art. 2)

Programmazione per UdA

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Individuazione delle UdA

La scelta delle UdA spetta al Consiglio di classe, la cui programmazione non può essere univoca epreordinata.Esempio:Lo studio dell’antica civiltà greca proposto dal docente di Storia può essere svolto: in un’UdA in cui l’argomento centrale è l’organizzazione dello Stato (soffermandosi, ad esempio,

sul conflitto tra Sparta e Atene), collaborando con il docente di Dirittooppure

in un’UdA in cui l’argomento centrale è il benessere individuale (soffermandosi sulle olimpiadi e le loro origini) collaborando con i docenti di scienze integrate e scienze motorie.

Nel primo caso evidentemente si lavora sulla competenza n. 1(rispetto dei valori della Costituzione)

Nel secondo caso si lavora sulla competenza n. 9(comunicazione e espressività corporea)

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Una possibile base di partenza

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La definizione di compito di realtà

«Una situazione problematica, complessa e nuova, quanto più possibile vicina al mondo reale, darisolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite e trasferendo procedure e condotte cognitive incontesti e ambiti di riferimento moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica».

Pur non escludendo prove che chiamino in causa una sola disciplina, privilegiare prove per la cuirisoluzione l’alunno debba richiamare in forma integrata, componendoli autonomamente, piùapprendimenti acquisiti.

La risoluzione della situazione-problema (compito di realtà) viene a costituire il prodotto finaledegli alunni su cui si basa la valutazione…

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Il Progetto Formativo Individualizzato

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Il progetto formativo individuale

Ha il fine di motivare e orientare lo studente nella progressiva costruzione del proprio percorsoformativo e lavorativo, di supportarlo per migliorare il successo formativo e di accompagnarlonegli eventuali passaggi tra i sistemi formativi, con l’assistenza di un tutor individuato all’internodel consiglio di classe

Si basa sul bilancio personale, effettuato nel primo anno di frequenza del percorso di istruzioneprofessionale: il bilancio personale è lo strumento che evidenzia i saperi e le competenze acquisiteda ciascuno studente, anche in modo non formale ed informale, idoneo a rilevare le potenzialità ele carenze riscontrate

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Il Progetto Formativo Individuale

• Il PFI è deliberato - entro il 31 gennaio del primo anno di corso - dal Consiglio di classe (con la sola presenza dei docenti) ed è relativo a ciascun studente.

• Esso ha come base oraria la quota riservata alla personalizzazione (264 ore nel primo biennio)

• Viene verificato almeno al termine di ciascun anno scolastico successivo.

E’ necessario prevedere una adeguata fase di istruttoria volta a garantire la partecipazione dello

studente e della famiglia quantomeno alla redazione del bilancio personale iniziale e alla

definizione degli obiettivi

A tal fine saranno molto importanti l’osservazione

dell’alunno da parte di tutto il consiglio di classe e l’attività di

accoglienza, ascolto e orientamento svolta dal tutor

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Esempi di attività associabili alla costruzione del PFI

• Accoglienza.

• Orientamento (in entrata, in itinere, in uscita).

• Recupero e/o consolidamento delle competenze.

• Acquisizione di crediti per la qualifica IeFP.

• Acquisizione di crediti in vista di ri-orientamento in uscita.

• Recupero di debiti a seguito di ri-orientamento in ingresso.

• Acquisizione di competenze di cittadinanza.

• Alfabetizzazione degli stranieri (ove necessario).

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Possibili azioni sul piano organizzativo

• La suddivisione della classe nelle ore di compresenza.

• La suddivisione della classe con l’utilizzo dell’organico di potenziamento.

• La realizzazione di modelli orari con moduli inferiori ai 60’.

• La frequenza di attività didattiche in classi parallele.

• La frequenza di attività didattiche in classi inferiori o superiori.

• La frequenza di attività didattiche in altri percorsi.

• L’Alternanza scuola lavoro, in house (bottega scuola, impresa didattica sociale, bar o ristorante

scolastico, squadre di manutenzione), in azienda (e/o in apprendistato).

• Altre attività a carattere didattico/sociale (come ad esempio il service learning).

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ATTENZIONE!!!

• Il PFI deve essere un documento estremamente snello e flessibile, uno strumento di lavoroformativo ancor prima che certificativo.

• Il PFI non dovrebbe quindi essere troppo analitico perché risulterebbe scarsamente funzionale alprocesso di personalizzazione ed estremamente complesso da gestire e compilare.

• Dovrebbe essere gestito in formato digitale.

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Format tipo di riferimento per il PFI

• Dati identificativi della scuola e del percorso di studio

• Tutor

(data di stesura e di revisione)

1. Dati generali e anagrafici dell’alunno.Identificazione dell’alunno; data di compilazione; nominativodel tutor; percorso; codice/i ATECO e classificazione NUP diriferimento.

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Format tipo di riferimento per il PFI

2. Sintesi dei risultati del Bilancio personale iniziale.

• Competenze acquisite in contesti formali:Titoli di studio già conseguiti; competenze certificate in esito al primo ciclo; precedenti esperienze diistruzione e formazione; precedenti esperienze di alternanza/apprendistato; attività particolarmentesignificative, eventuali debiti in ingresso, eventuali crediti dimostrabili acquisiti. Livello di conoscenzadella lingua italiana; eventuali competenze basate evidenze derivabili da prove di ingresso, test,questionari e/o osservazione diretta.

• Competenze acquisite in contesti non formali o informali:problematiche sociali o personali emerse; attitudini; risorse e motivazione; aspettative per il futuro;capacità di studiare, vivere e lavorare con altri.

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Format tipo di riferimento per il PFI

3. Obiettivi di apprendimento previsti in termini di interventi di personalizzazione.

Esempi:

• obiettivi di apprendimento della lingua italiana (per alunni stranieri);

• partecipazione alla vita scolastica (per alunni a rischio dispersione/devianza);

• recupero conseguimento di qualifiche, diplomi o altre certificazioni (es. ECDL, PET, DELF);

• recupero conseguimento di crediti per passaggio ad altri indirizzi/sistemi o prosecuzione degli studi

(es. IFTS).

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Format tipo di riferimento per il PFI

4. Criteri e attività di personalizzazione del percorso.• Attività aggiuntive e di potenziamento; attività sostitutive; progetti di orientamento e ri-orientamento; attività extrascolastiche; alternanza scuola-lavoro; apprendistato; progetti con finalitàparticolari (es. gestione di servizi interni all’istituto o in collaborazione con associazioni divolontariato).

5. Strumenti didattici particolari previsti.• Indicazioni all’eventuale uso di formulari, schemi, mappe concettuali quando non già previsto per lageneralità degli studenti; diritto a tempi aggiuntivi per gli alunni con disturbo specificodell’apprendimento.

6. Verifiche periodiche previste.• Verifica sullo stato di attuazione del progetto ed eventuali azioni correttive.Da effettuare secondo le modalità definite da ciascuna scuola nel PTOF.

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UN OBIETTIVO IMPORTANTE!!!

«… PFI dovrebbe “documentare” il percorso svolto dall’alunno all’interno del percorso standardprevisto per quell’annualità. Il “percorso svolto dall’alunno”, con i suoi tempi, le sue modalità diapprendimento e risorse cognitive e motivazionali, diventa un percorso personalizzato perché ognistudente dovrà prendersi la responsabilità di svolgerlo».

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La valutazione dei percorsi e dei risultati di apprendimento

La valutazione è effettuata in modo da accertare il livello delle competenze (fatte salve ledisposizioni del dPR 122/09), delle abilità e delle conoscenze maturate da ciascuna studentessa e daciascuno studente in relazione alle unità di apprendimento, nelle quali è strutturato il Progettoformativo individuale (PFI)

Le unità di apprendimento costituiscono il riferimento per la valutazione, la certificazione e ilriconoscimento dei crediti (nel caso di passaggi ad altri percorsi di istruzione e formazione).

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Valutazione e personalizzazione

Nel rispetto dell’assetto organizzativo del biennio dei percorsi dell’istruzione professionale, leistituzioni scolastiche di I.P. effettuano, al termine del primo anno, la valutazione intermediaconcernente i risultati delle unità di apprendimento inserite nel PFI

A seguito della valutazione, il C.di C. comunica allo studente le carenze riscontrate ai fini dellarevisione del PFI e della definizione delle relative misure di recupero, sostegno ed eventuale ri-orientamento da attuare nell’ambito della quota non superiore a 264 ore del biennio.

Lo studente può risultare non ammesso alla classe seconda, in coerenza con il DPR 122/09, quando:- Il cdc verifica la non validità dell’anno scolastico (min.75% delle presenze)- Il cdc ritiene che, nonostante l’adozione degli strumenti sopra indicati, gli obiettivi del PFI (anche inottica biennale) non possano essere raggiunti

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Il docente tutor

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Il docente tutorCome si sceglie

Il tutor è individuato dal

dirigente scolastico,

sentiti i consigli di

classe.

Di norma un tutordovrebbe seguire ungruppo ristretto distudenti.

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Il docente tutorCosa fa

• Accoglie e accompagna lo studente all’arrivo nella scuola.• Tiene i contatti con la famiglia.• Redige il bilancio iniziale, consultando anche la famiglia e lo studente.• Redige la bozza di PFI da sottoporre al consiglio di classe.• Monitora, orienta e riorienta lo studente.• Avanza proposte per la personalizzazione.• Svolge la funzione di tutor scolastico in relazione ai percorsi di alternanza.• Propone al consiglio di classe eventuali modifiche al PFI.• Tiene aggiornato il PFI.

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I percorsi per il conseguimento delle qualifiche e diplomi professionali quadriennali(Art.7 D.Lgs. 61/2017)

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I PERCORSI PER IL CONSEGUIMENTO DI QUALIFICHE E DIPLOMI PROFESSIONALI

Le finalità: realizzare l’integrazione, l’ampliamento e la differenziazione dei percorsi e degli interventiin rapporto alle esigenze e specificità territoriali

Gli strumenti specifici: le istituzioni scolastiche che offrono percorsi di istruzione professionalepossono attivare percorsi istruzione e formazione professionale per il rilascio della qualifica e deldiploma professionale quadriennale in via sussidiaria

Le condizioni per l’attivazione dei percorsi: Accreditamento regionale secondo criteri da definire con intesa regionale Rispetto degli standard formativi definiti da ciascuna regione

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Quale sussidiarietà?

CRITERI E MODALITA’ (addio alla distinzione tra integrativa e complementare)

Il D.Lgs.61/2017 affida la definizione dei percorsi a:

Un decreto del MIUR, di concerto con il MPLS e con il MEF, previa intesa in Conferenza permanenteper la definizione dei criteri generali per favorire il raccordo tra il sistema dell’istruzione professionalee il sistema di istruzione e formazione professionale e per la realizzazione dei percorsi per la qualificae i diplomi professionali (art. 7 comma 1)

Un apposito accordo Regionale tra Ente Regione e USR, finalizzato a definire, nel rispetto dei criterinazionali, le modalità realizzative dei percorsi nel rispetto dell’esercizio delle competenze esclusivedelle Regioni in materia di istruzione e formazione professionale (art.7 comma 2).

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Quale sussidiarietà?

Caratteristiche dei percorsi attivati in sussidiarietà presso gli IP (articolo 5, comma 2, del DecretoInterministeriale 17 maggio 2018)

Le istituzioni scolastiche di IP realizzano tali percorsi:1. Sulla base degli standard formativi definiti da ciascuna Regione nel rispetto dei L.E.P.2. Con la costituzione di classi composte da studentesse e studenti che scelgono, all’atto

dell’iscrizione, di seguire i percorsi di IeFP per il conseguimento delle qualifiche triennali e deidiplomi quadriennali, ferma restando la reversibilità delle scelte (con quali organici??).

In pratica, è un sistema che si avvicina molto alla «vecchia» sussidiarietà complementare attivata inclassi «distinte»

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Quale sussidiarietà?

In sintesi, le qualifiche e i diplomi possono essere conseguitiA) Nel sistema IeFP (Enti formativi accreditati)B) Nei percorsi in sussidiarietà attivati presso gli IP accreditati

Oltre a ciò: Gli studenti iscritti presso i percorsi di IP possono acquisire crediti formativi da riconoscere per

poter sostenere gli esami presso Enti o Istituti accreditati

Gli IP possono attivare percorsi integrativi finalizzati ad agevolare l’acquisizione di tali crediti (nelcaso in cui non intendano attivare percorsi di IeFP in sussidiarietà – all’interno biennio e terzoanno)

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Il raccordo con il sistema di Istruzione e Formazione Professionale

Oltre ai percorsi in sussidiarietà per il conseguimento di qualifiche e diplomi professionali, ilD.Lgs.61/07 prevede la costituzione di una

RETE NAZIONALE DELLE SCUOLE PROFESSIONALI

Della rete fanno parte le istituzioni scolastiche statali o paritarie che offrono percorsi di istruzioneprofessionale e le istituzioni formative accreditate

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Il raccordo con il sistema di Istruzione e Formazione Professionale

La Rete Nazionale delle Scuole Professionali ha lo scopo di:• Promuovere l’innovazione, il permanente raccordo con il mondo del lavoro, l’aggiornamento

periodico degli indirizzi di studio e dei profili di uscita• Rafforzare gli interventi di supporto alla transizione dalla scuola al lavoro• Diffondere e sostenere il sistema duale realizzato in alternanza scuola-lavoro e in apprendistato

I criteri e le modalità per l’organizzazione e il funzionamento della rete saranno definiti con appositodecreto del MIUR, di concerto con il MLPS e previa intesa in Conferenza unificata

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REPERTORIO NAZIONALE

I diplomi di istruzione professionale, rilasciati in esito agli esami di Stato conclusivi dei relativipercorsi quinquennali, le qualifiche e i diplomi professionali rilasciati in esito agli esami conclusivi deipercorsi di istruzione e formazione professionale, rispettivamente di durata triennale e quadriennale,sono titoli di studio tra loro correlati nel Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione edelle qualificazioni professionali di cui all’art.8 del D.Lgs.13/2013 (che prevede, inoltre, la definizionedelle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degliapprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale dicertificazione delle competenze)

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MONITORAGGIO, VALUTAZIONE DI SISTEMA E AGGIORNAMENTO DEI PERCORSI

Per il monitoraggio e la valutazione dei percorsi è istituito un tavolo nazionale coordinato dal MIUR dicui fanno parte il MLPS le Regioni gli Enti Locali le Parti Sociali e gli altri Ministeri interessati.Il tavolo si avvale dell’assistenza tecnica dell’INVALSI, dell’INDIRE, dell’Istituto nazionale per l’analisidelle politiche pubbliche (ANAPP) e dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL).

I profili di uscita e i relativi risultati di apprendimento dell’istruzione professionale sono aggiornati,con cadenza quinquennale, con riferimento agli esiti del monitoraggio, anche in relazione a nuoveattività economiche e, più in generale, all’innovazione tecnologica e organizzativa e ai mutamenti delmercato del lavoro e delle professioni

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I passaggi tra IP e IeFP(art.8 D.Lgs. 61/2017)

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I passaggi tra i sistemi formativi

La base normativa:

Articolo 8 del D.Lgs.61/2017

Accordo Stato – Regioni del 10 maggio 2018

Decreto di recepimento del MIUR (D.M. 427 del 22 maggio 2018, pubblicato in GU il 18/10/2018)

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I passaggi tra i sistemi formativi

La finalità dei passaggi:

I passaggi tra IP e IeFP e viceversa costituiscono una delle opportunità per garantire allastudentessa e allo studente la realizzazione di un percorso personale di crescita e diapprendimento in rapporto alle proprie potenzialità, attitudini e interessi

La crescita e l’apprendimento avvengono anche attraverso la ridefinizione delle scelte, senzadisperdere il proprio bagaglio di acquisizioni

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I PASSAGGI TRA I SISTEMI FORMATIVI

Il passaggio è effettuato esclusivamente a domanda della studentessa o dello studente nei limiti delledisponibilità di posti nelle classi di riferimento delle istituzioni scolastiche e formative.

Il passaggio tiene conto dei diversi risultati di apprendimento e dello specifico profilo di uscitadell’ordine di studi e dell’indirizzo, riferiti al percorso al quale si chiede di accedere anche nel caso incui la studentessa o lo studente sia già in possesso di ammissione all’annualità successiva delpercorso di provenienza

La determinazione dell’annualità di inserimento è basata sul riconoscimento dei crediti posseduti,sulla comparazione tra il percorso di provenienza e quello cui la studentessa e lo studente chiede diaccedere, nonché sulle sue effettive potenzialità di prosecuzione del percorso

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I passaggi tra i sistemi formativi

I soggetti che gestiscono le fasi dei passaggi

ISTITTUTO DI PROVENIENZA (IP o IeFP) ISTITUTO DI DESTINAZIONE (IP o IeFP)

Acquisisce la domanda e la trasmetteall’istituzione di destinazione

Nomina la commissione che:Elabora il bilancio di competenze sulla base dellecertificazioni e attestazioni e di eventuali verifichein ingresso

Trasmette il Certificato di competenze (ol’Attestazione delle competenze prevista inambito regionale IeFP), ovvero il titolo di studio

Determina l’annualità di inserimento sulla basedei crediti posseduti

Designa l’eventuale incaricato in Commissione divalutazione

Progetta e realizza le attività di inserimento e diaccompagnamento

Valuta il processo di inserimento eaccompagnamento

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I passaggi tra i sistemi formativi

Il sistema di riconoscimento dei crediti

CREDITO FORMATIVOValore attribuibile alle competenze, abilità e conoscenze acquisite nel percorso di apprendimento,certificate, validate e comunque riconoscibili ai fini dell’inserimento nel percorso di IP e di IeFP per ilquale è stata presentata domanda di passaggio, anche in seguito ad eventuali verifiche in ingresso

RICONOSCIMENTO CREDITI FORMATIVI SULLA BASE DI• Certificazione delle competenze• Attestazione delle competenze prevista in ambito regionale (IeFP)• Verifiche in ingresso• Titoli di studio

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I passaggi tra i sistemi formativi: i tempi

Primo biennio

Terzo anno

Quarto anno: solo da IeFP a IP e solo al termine dell’anno, con termini stabiliti dalla normativa regionale

Passaggio nel corso dell’anno 31 gennaio per IP (normativa regionale per IeFP)

Passaggio al termine dell’anno 30 giugno per IP (normativa regionale per IeFP)

Passaggio nel corso dell’anno 30 novembre per IP (normativa regionale per IeFP)

Passaggio al termine dell’anno 30 giugno per IP (normativa regionale per IeFP)

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I passaggi tra i sistemi formativi: l’annualità di inserimento

Gli elementi valutativi di cui la Commissione deve tenere conto:1. Comparazione risultati di apprendimento tra percorso di provenienza e percorso richiesto2. Crediti riconosciuti3. (Eventuali) verifiche in ingresso4. Correlazioni tra indirizzi IP, qualifiche e diplomi di IeFP

Possibile annualità di inserimento: Annualità corrispondente a quella del percorso di provenienza (passaggi in corso d’anno) Annualità corrispondente a quella conclusa (anche in presenza di superamento dell’annualità nel

percorso di provenienza, con eventuali crediti riconosciuti e interventi necessari) Annualità successiva a quella conclusa con esito positivo

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Alcune riflessioni

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Alcune riflessioni

Riduzione di un’ora della lingua inglese nel 3° - 4° - 5° anno?Il profilo di uscita non è più il B2 ma diventa un B1+

Difficoltà, quindi, a raggiungere il livello B2 previsto dalle prove Invalsi?Le prove Invalsi misurano i diversi livelli, sia B1 che B2

Le Uda sostituiscono la vecchia programmazione?Più che sostituire sono alla base della progettazione didattica. Non è detto che siano tuttepluridisciplinari. Ci possono essere UdA per asse, altre che possono essere moduli didattici perinsegnamento anche se si deve andare in prospettiva verso le pluridisciplinari

Lo scrutinio finale del 1° anno. Si può lasciare il debito o deve essere promosso a giugno?Il dPR 122/09 è ancora vigente e quindi il doppio passaggio di giugno/settembre non è obbligatorioma può essere previsto e quindi la sospensione del giudizio è ancora presente.

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Alcune riflessioni

Nel biennio le valutazioni sono riferite ad ogni singolo insegnamento oppure si fa riferimentosolo alle UdA?

Le valutazioni devono essere riferite agli insegnamenti, perché in pagella vanno votazioni perinsegnamenti. È la votazione che si basa sulle UdA

Dove si possono recuperare le competenze in uscita dei diversi indirizzi?2 fonti. Ci sono i profili di uscita (DM 92) che troveranno nelle linee guida le declinazioni per gli anniintermedi.

Questione scienze integrate nel biennio.Il DM 92 fa scelta non c’è più chimica fisica biologia ma tutte e tre convergono in un insegnamentoche avrà un unico voto, (che possono essere assegnate anche ad un solo insegnante).

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Alcune riflessioni Esistono ancora i dipartimenti disciplinari?Si assolutamente. Sono previsti anche nel 61/2017

Le compresenze nel biennio (396)La compresenza può avere natura flessibile: es. classe divisa in gruppi per attività differenziate. Ilregolamento 92/18 lascia margini abbastanza ampi per quanto riguarda le classi di concorso che sonofondamentalmente o laboratorio di indirizzo, o informatica o scientifici.

Come definiamo il curriculum di istitutoCurriculum = percorso da seguire per raggiungere un certo apprendimento. Del curriculum fannoparte i contenuti, gli strumenti i metodi le modalità di valutazione. Quindi dobbiamo dare allaparola curriculum una accezione piuttosto ampia

Quando si parte con l’applicazione della riformaSiamo già partiti con le prime classi 18/19 che arriveranno ad esame nel 2022/23

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Alcune riflessioni La figura del tutorL’attività di tutoring in altri sistemi scolastici ha rilevanza molto forte, anche contrattuale. In Italia nonabbiamo questa tradizione. Nel contratto di lavoro non esiste riferimento al tutoraggio e, quindi, inquesto momento stiamo lavorando con un sistema che ha una falla quella del definire in modalitàcontrattualmente corretta la figura del tutor

I tutor scolastici quanti alunni seguono?Non c’è regola; possibilmente non molti.

La sussidiarietà: in alcuni istituti non ci sono state iscrizioni per percorsi in sussidiarietàcomplementare. Cosa fare?

In questo caso, attualmente, l’unica possibilità è quella di provvedere all’arricchimento dell’offertaformativa dando ai ragazzi gli strumenti per affrontare gli esami per la qualifica.

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Alcune riflessioni Quante UdA sono sufficienti per anno scolasticoNon esiste un numero predeterminato ma decide il consiglio di classe. Devono essere significative.Troppe UdA diventano poco leggibili ai fine della certificazione

La scelta delle tematiche che compongono le UdA possono essere decise dal Collegio deiDocenti?

Teoricamente si. Può essere che l‘istituto voglia dare delle indicazioni di massimo e poi il consiglio diclasse adatti quelle indicazioni al proprio contesto. Non può essere prescrittiva

Le UdA vanno programmate per singoli alunni o gruppi di alunni?No le UdA sono studiate per la classe con i necessari adattamenti. Stabilito che l’UdA è un percorsoper raggiungere certe competenze diventa un percorso che riguarda tutta la classe. Poi si possonofare percorsi di adattamento (es. gruppo di studenti non ha bisogno di seguire quell’UdA perché hagià avuto il riconoscimento del credito relativo)

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Alcune riflessioni Le UdA saranno obbligatorie anche al triennio?Sicuramente si perché è previsto che le UdA siano alla base di tutto il percorso formativo

L’attività di PCTO può rientrare nelle UdA?L’Asl, ora PCTO, (a partire dal 2° anno) rientra perfettamente all’interno dell’UdA

Cosa consegue al riconoscimento di un credito?Il credito riguarda la definizione del percorso che lo studente deve seguire. Ogni studente deveraggiungere delle competenze e per farlo deve svolgere determinate attività (1.056 ore). Se si ritieneche l’alunno abbia già competenze su una determinata tematica si potrebbe anche esonerarlo (ancheparzialmente) dal frequentare determinate ore dicendo che lo strumento con cui deve raggiungerequella competenza non è fatto da 50 ore ma da 20/30. Questo non incide sulla valutazione perchédevo valutare il raggiungimento della competenza.

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Alcune riflessioni L’esame di stato dovrà cambiare?Se ci riferiamo alla tematica dei percorsi interdisciplinari per UdA siamo già in fase di cambiamentovisto che la 2° prova è pluridisciplinare. Il legislatore ha proposto che sullo stesso argomento ci sianodue prove diverse all’interno della II prova. Ma il colloquio dovrà vertere su argomenti scelti dallacommissione che partono da progetti, attività seguiti da studenti, Asl e lo studente deve dimostraredi sapersi muovere in tutte le discipline.Grande importanza quindi il documento del 15 maggio. Forte spinta ad una lavoro per competenzeed interdisciplinare.

Dove si possono trovare le schede di certificazione?Saranno pubblicate con le Linee Guida

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INFINE…

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DOTAZIONI ORGANICHE

Il D.Lgs.61/07 all’art.9, fornisce alcuni elementi per la determinazione delle dotazioni organiche. Le dotazioni organiche dei percorsi di istruzione professionale sono determinate dall’Ufficio

scolastico regionale competente, nell’ambito dell’organico dell’autonomia, tenendo conto delfabbisogno orario previsto dall’ordinamento dei singoli indirizzi e del numero degli studentiiscritti, nel limite di un monte ore complessivo annuale di 1.056 ore per ciascuno dei cinque annidi corso

La quota in compresenza con gli ITP è definita dai piani orari di cui all’allegato B Le singole autonomie scolastiche possono adattare i percorsi attraverso la flessibilità, nei limiti

delle dotazioni organiche triennali e della programmazione dell’offerta formativa regionale.

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DOTAZIONI ORGANICHE

La costituzione delle classi deve tenere conto dei parametri di cui al DPR 81/09 L’articolazione delle cattedre, ivi comprese quelle degli insegnanti tecnico pratici, in relazione alle

classi di concorso del personale docente, per ciascuno degli indirizzi di istruzione professionaleofferti dalle istituzioni scolastiche, è determinata dalle medesime istituzioni scolastiche e dagliUffici scolastici regionali

Gli uffici scolastici regionali verificano che l’articolazione proposta dalle istituzioni scolastiche nondetermini situazioni di esubero.

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E, INFINE…

Grazie per l’attenzione