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UFFICIO STATISTICA E STUDI I Numeri dell’Economia n. 3/2013

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UFFICIO STATISTICA E STUDI

I Numeri dell’Economia

n. 3/2013

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I numeri dell’economia (n.3/2013) 1

Edito dalla Camera di Commercio di Ancona Autorizzazione Tribunale di Ancona n. 5/03 in data 3 aprile 2003 Supplemento del periodico “Qui Economia” Aut.Trib.An n.211 del 4/6/1956 Direttore Responsabile Michele De Vita Direzione, Redazione e Amministrazione Piazza XXIV Maggio, 1 – Ancona Camera di Commercio di Ancona Piazza XXIV Maggio,1 - 60124 Ancona tel. 071/5898286 – 399 www.an.camcom.gov.it (sezione Informazioni Economico Statistiche) www.starnet.unioncamere.it (sezione territoriale Ancona) Segretario Generale della Camera di Commercio di Ancona Dott. Michele De Vita A cura di: Ufficio Statistica e Studi Giovanni Manzotti Giovanna Carloni Elisa Celerino Andrea Mosconi

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I numeri dell’economia (n.3/2013) 2

INDICE Movimprese, la demografia delle imprese nel II trimestre 2013 ……………….……………....pag. 3

Il commercio estero della provincia di Ancona nel II trimestre 2013………………….………..pag. 11

Le performance economico-finanziarie delle imprese della provincia di Ancona ….…………pag. 24

Excelsior: I programmi occupazionali delle imprese della provincia di Ancona.………………pag. 37

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1. Movimprese: la demografia delle imprese nel 2° trimestre 2013

1.1 I dati del II trimestre 2013 per la provincia di ancona

1.1.1 INTRODUZIONE Al 30 giugno di quest’anno la rilevazione trimestrale che Infocamere effettua sui dati contenuti nel Registro Imprese Camerale conta 47.160 imprese nella provincia di Ancona in crescita rispetto alle 46.846 rilevate a fine marzo 2013. La dinamica della base imprenditoriale provinciale evidenzia un saldo positivo per 306 unità, risultato di 785 nuove iscrizioni nel trimestre aprile-giugno a fronte delle quali le cessazioni registrate sono state 479. Il tasso di crescita trimestrale è dunque positivo e pari allo +0,65%. Il numero delle iscrizioni è sostanzialmente in linea con quelle avvenute nel secondo trimestre degli anni precedenti, anche se risulta di poco inferiore alla media degli ultimi sette anni. Questo è un dato piuttosto positivo per la provincia dorica poiché potrebbe far pensare che gli effettivi più negativi della crisi vadano attenuandosi. Anche il tasso di natalità trimestrale conferma una maggiore vivacità delle nostre imprese rispetto alla dimensione regionale e nazionale, infatti con un valore di 1,68% la provincia di Ancona risulta superiore sia al dato italiano (+1,66%) che a quello marchigiano (+1,63%). Per quel che riguarda le cessazioni, il dato provinciale del secondo trimestre 2013 si presenta lievemente inferiore alla media dei dati del secondo trimestre a partire dal 2007. Anche questo è un dato positivo che viene confermato dall’analisi dei tassi di mortalità territoriali: il tasso di mortalità della provincia dorica, pari all’1,02% risulta infatti al di sotto di quello regionale e nazionale, rispettivamente pari a 1,15% e 1,23%. Andamento demografico delle imprese della provincia di Ancona 2° trimestre 2007-2013

ANNI ISCRIZIONI CESSAZIONI* SALDO

TASSO DI CRESCITA

TRIMESTRALE2007 860 508 352 0,76%2008 931 534 397 0,85%2009 682 493 189 0,41%2010 949 537 412 0,89%2011 854 535 319 0,68%2012 767 483 284 0,60%2013 785 479 306 0,65%

*Cessazioni al netto delle cancellazioni d’ufficio Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona

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Iscrizioni, cessazioni* e saldo delle imprese della provincia di Ancona 2° trimestre anni 2007-2013

*Cessazioni al netto delle cancellazioni d’ufficio Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Per l’effetto congiunto degli andamenti delle iscrizioni e delle cessazioni il secondo trimestre del 2013 mostra, come già evidenziato, un saldo positivo pari a +306 unità. Approfondendo il confronto con la realtà regionale e nazionale si evidenzia una performance piuttosto positiva per la provincia di Ancona dove il tasso di crescita trimestrale è stato pari a +0,65%, superiore a quello dello stesso periodo dell’anno precedente (+0,60%) e migliore di quello che ha caratterizzato la regione Marche e l’intero Paese, rispettivamente pari allo 0,48% e allo 0,43%. Tassi di crescita delle imprese registrate Ancona, Marche, Italia 2° trimestre anni 2007-2013

Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona

0,00%0,10%0,20%0,30%0,40%0,50%0,60%0,70%0,80%0,90%1,00%

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

ANCONA

MARCHE

ITALIA

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

ISCRIZIONI

CESSAZIONI*

SALDO

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E’ opportuno evidenziare che il tasso di crescita provinciale, regionale e nazionale hanno mostrato un andamento piuttosto simile nell’ultimo quinquennio: la provincia in particolare, si è distinta per una controtendenza nella crescita del secondo trimestre del 2008 che si è riflessa in un più brusco calo nello stesso periodo del 2009, anno di congiuntura economica particolarmente negativa. Nell’ambito delle Marche si riscontrano tassi positivi di crescita per tutte le province: Fermo manifesta un valore dello 0,63%, Ascoli dello 0,50%, Macerata dello 0,42%, ed infine, con la variazione positiva più bassa fra le cinque province Pesaro e Urbino con un tasso dello 0,25%.

1.1.2 LE DINAMICHE PER FORMA GIURIDICA Il dettaglio per forma giuridica reso disponibile dalla rilevazione Movimprese permette di constatare che la forma giuridica maggiormente presente nel tessuto imprenditoriale della provincia di Ancona è senza ombra di dubbio l’impresa individuale: al 30 giugno 2013 le imprese individuali doriche sono infatti 26.872, e costituiscono il 57% del totale provinciale. Nati - Mortalità delle imprese della provincia di Ancona per forma giuridica, 2° trimestre 20113

CLASSE DI FORMA GIURIDICA ISCRITTE CESSATE* SALDO REGISTRATE

AL 30/6/2013 REGISTRATE AL 31/3/2013

TASSO DI CRESCITA

TRIMESTRALE

SOCIETA' DI CAPITALI 157 46 111 9.876 9.764 1,14%SOCIETA' DI PERSONE 83 48 35 9.098 9.063 0,39%IMPRESE INDIVIDUALI 510 374 136 26.872 26.731 0,51%ATRE FORME 35 9 26 1.314 1.288 2,02%TOTALE 785 477 308 47.160 46.846 0,66% * Cessazioni al netto delle cancellazioni d’ufficio Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona E’ noto che la struttura produttiva locale, ma più in generale nazionale, si caratterizza fortemente per la presenza di imprese di piccole dimensioni, come spesso sono appunto le imprese individuali. Se da un lato una presenza di tale dimensione rappresenta una ricchezza di iniziativa imprenditoriale, e quindi un potenziale serbatoio di crescita del sistema economico del paese, dall’altro lato si tratta di soggetti economici contraddistinti spesso da una certa fragilità strutturale che li espone maggiormente alle difficoltà congiunturali e concorrenziali del mercato. A seguire si trovano le imprese costituite nella forma giuridica delle società di capitali che rappresentano il 20,9% delle imprese totali della provincia di Ancona; mentre solo di poco inferiore è la quota di società di persone pari al 19,3%. Residuale infine la categoria delle altre forme giuridiche (tra cui cooperative e consorzi).

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Composizione percentuale delle imprese registrate della provincia di Ancona per natura giuridica 2° trimestre 2013

Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Con riferimento alla provincia di Ancona, si può osservare che, escludendo le altre forme che rappresentano appena il 2,8% del totale delle imprese, il tasso di natalità più elevato è stato realizzato dalle imprese individuali (+1,91%). Queste ultime tuttavia, hanno riscontrato un tasso di cessazione pari a 1,40% ben superiore rispetto a quello di tutte le altre forme giuridiche. Nel trimestre considerato, quindi, le imprese individuali hanno mostrato una maggiore vitalità, ridimensionata tuttavia da una mortalità superiore rispetto a quella di tutte le altre forme giuridiche. Viceversa le società di capitali hanno registrato un buon tasso di natalità (+1,61%) e il più basso tasso di mortalità (0,47%). Natalità e mortalità delle imprese della provincia di Ancona per natura giuridica 2° trimestre 2013

tasso di natalità

trimestrale

tasso di mortalità

trimestrale

SOCIETA' DI CAPITALI 1,61% 0,47%SOCIETA' DI PERSONE 0,92% 0,53%IMPRESE INDIVIDUALI 1,91% 1,40%ATRE FORME 2,72% 0,70%TOTALE 1,68% 1,02%Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona A fonte di tale situazione, caratterizzata dalla massiccia predominanza delle imprese individuali, l’esame delle tendenze e dell’evoluzione nel tempo delle forme giuridiche, fornisce l’indicazione di un processo di trasformazione in direzione di un consolidamento della struttura imprenditoriale. Le società di capitale, che rappresentano soggetti economici più strutturati e spesso dotati di maggiori risorse economiche e finanziarie, presentano un tasso di crescita quasi sempre più elevato rispetto alle altre

21%

19%57%

3%

SOCIETA' DI CAPITALI SOCIETA' DI PERSONE IMPRESE INDIVIDUALI ATRE FORME

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forme giuridiche. Nel trimestre considerato esso supera la media provinciale per attestarsi al +1,14%, nettamente più contenuti si presentano i tassi di crescita trimestrali delle altre forme giuridiche. Per quanto riguarda infatti il territorio dorico, le società di persone sono cresciute dello 0,39% le imprese individuali dello 0,51% e le altre forme hanno registrato una crescita notevole pari al 2,02%, anche se la loro consistenza numerica rimane piuttosto limitata (è quindi meno significativo il relativo tasso di crescita). Trattandosi di tendenze sostanzialmente costanti nel corso del tempo esse hanno portato una progressiva crescita del peso delle società di capitale a discapito di quelle individuali resa evidente dal confronto con la distribuzione per forma giuridica registrata sei anni prima. Distribuzione delle imprese registrate della provincia di Ancona per natura giuridica Confronto tra il 2007 e il 2013

Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona

1.1.3 LE DINAMICHE SETTORIALI Per meglio capire come si stanno evolvendo i comparti produttivi dell’economia locale si può analizzare la scomposizione delle imprese in base ai diversi settori economici. Nel trimestre analizzato diverse attività hanno evidenziato un numero di iscrizioni eccedente le cessazioni in particolare, tra i settori numericamente più consistenti troviamo le costruzioni (+38) e le attività finanziarie e assicurative (+26). Positivi i risultati delle attività manifatturiere (+19) e del commercio all’ingrosso e al dettaglio (+10). Le attività che hanno mostrato un saldo tra iscrizioni e cessazioni negativo sono l’agricoltura (-37), seguita dal trasporto e magazzinaggio (-7) e dalle altre attività dei servizi (-7). Come sempre la maggior parte del saldo tra iscrizioni e cessazioni riguarda le imprese non classificate (+235), per le quali l’attività economica principale verrà individuata nei prossimi mesi. Se si considerano dunque i flussi delle iscrizioni e delle cessazioni per settore di attività economica resta fuori dalla crescita dei settori, calcolata attraverso il saldo tra iscrizioni e cessazioni, un numero notevole di imprese a cui verrà attribuito un codice di attività economica nel trimestre o nei trimestri successivi.

-

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

SOCIETA' DICAPITALE

SOCIETA' DIPERSONE

IMPRESEINDIVIDUALI

ALTREFORME

2007

2013

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Saldi attivi e passivi per settore di attività economica - provincia di Ancona 2° trimestre 2013

**Sanità, istruzione, attività artistiche e sportive e altre attività dei servizi ***Informazione, comunicazione, noleggio, servizi alle imprese e attività professionali Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Per questo motivo l’analisi dello sviluppo delle imprese della provincia di Ancona nel secondo trimestre del 2013, in analogia con le analisi già presentate, sarà svolta con riferimento alla differenza fra le imprese registrate all’inizio e alla fine del trimestre anziché come saldo fra iscrizioni e cessazioni. Le 22 sezioni di attività si possono raggruppare in segmenti omogenei per capire a grandi linee le tendenze in atto fra le imprese provinciali: oltre all’Agricoltura, alle Costruzioni, al Commercio e alle Attività di servizi di alloggio e ristorazione si possono prendere in considerazione i Servizi alle imprese (costituiti da: Trasporti e magazzinaggio, Servizi di informazione e comunicazione, Attività finanziarie e assicurative, Attività professionali, scientifiche e tecniche, Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese), i Servizi alle persone (costituiti da: Istruzione, Sanità, Attività artistiche e sportive, Altre attività di servizi) e l’Industria (in cui alle Attività manifatturiere vengono sommati anche i settori relativi all’Estrazione di minerali, alla Fornitura di energia elettrica e gas e la Fornitura di acqua e reti fognarie). Come evidenziato nel grafico seguente possiamo notare che contributi positivi alla crescita del sistema imprenditoriale provinciale sono stati forniti nell’ultimo trimestre da quasi tutti i comparti economici ad eccezione dell’agricoltura (-20 unità) e delle imprese non classificate (-63). I principali settori economici (ad esclusione dell’agricoltura) mostrano infatti variazioni positive: il commercio presenta una differenza fra le registrate ad inizio e a fine periodo di +97 unità, le costruzioni di +57, le attività manifatturiere di +47 e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione di +45. Anche gli altri settori del terziario, vale a dire i servizi alle imprese e i servizi alle persone, nonché le attività immobiliari, mostrano un consolidamento della loro consistenza, in linea con la tendenza alla terziarizzazione propria delle economie più avanzate.

-100 -50 0 50 100 150 200 250

Commercio

Manifattura

Trasporti

Attività immobiliari

Alloggio e di ristorazione

Servizi alle persone**

Attività f inanziarie

Agricoltura pesca

Costruzioni

Servizi alle imprese***

Non classif icate

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Variazione delle imprese registrate per gruppi di settori economici -provincia di Ancona Dati al 30 giugno 2013 e al 31 marzo 2013

Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Variazione delle imprese per settore economico nella provincia di Ancona Dati al 30 giugno 2013 e al 31 marzo 2013

Settore economico Ateco 2007 Registrate al 30/06/2013

Registrate al 31/03/2013

Variazione percentuale

A Agricoltura, silvicoltura pesca 7.599 7.619 -0,26%B Estrazione di minerali da cave e miniere 20 20 0,00%C Attività manifatturiere 5.252 5.205 0,90%D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore 135 129 4,65%E Fornitura di acqua; reti fognarie 80 80 0,00%F Costruzioni 6.396 6.339 0,90%G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 11.701 11.604 0,84%H Trasporto e magazzinaggio 1.377 1.373 0,29%I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 2.855 2.810 1,60%J Servizi di informazione e comunicazione 901 876 2,85%K Attività finanziarie e assicurative 1.013 981 3,26%

L Attività immobiliari 2.120 2.100 0,95%M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.704 1.678 1,55%N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi. 1.033 1.015 1,77%P Istruzione 186 181 2,76%Q Sanità e assistenza sociale 249 246 1,22%R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento 596 591 0,85%S Altre attività di servizi 1.888 1.881 0,37%NC Imprese non classificate 2.055 2.118 -2,97% Totale 47.160 46.846 0,67%Fonte: Infocamere Elaborazione: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona

Imprese non classif icate

Servizi alloggio e ristorazione

Attivita' immobiliari

Servizi alle persone

Servizi alle imprese

Industria

Agricoltura, silvicoltura pesca

Commercio all'ingrosso e

dettaglio

Costruzioni

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

100

120

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All’interno dei servizi alle imprese spiccano in particolare le attività finanziarie e d assicurative (+32), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+26), i servizi di informazione e comunicazione (+25); mentre fra i servizi alle persone si registrano buone performance nelle altre attività dei servizi (+7), nell’istruzione (+5) e nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+5).

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2. Il commercio con l’estero della provincia di Ancona nel secondo trimestre 2013

2.1. Le tendenze del commercio estero in Italia

Nella prima metà dell’anno le esportazioni italiane sono state pari a 194,5 miliardi di euro, in leggero calo (-0,4%) rispetto al valore rilevato per lo stesso periodo del 2012, mentre le importazioni sono invece diminuite in misura decisamente più consistente (-7,0%) e si sono attestate al valore di 182,2 miliardi di euro. Per effetto di tali andamenti, il saldo della bilancia commerciale è positivo per circa 12,3 miliardi di euro. La debolezza della domanda interna italiana si riflette dunque nel calo delle importazioni, mentre le vendite all’estero sono sostenute da una domanda estera che si avvantaggia delle performance relativamente migliori rinvenibili nei sistemi economici oltre confine. Come rileva l’ISTAT1, il risultato della performance delle esportazioni italiane rappresenta la sintesi di andamenti largamente differenziati nel territorio: calano infatti le vendite dell’Italia Insulare (-13,8%), meridionale (-6,0%) e nord-occidentale (-0,2%), mentre sono positivi i risultati dell’Italia centrale (+2,8%) e nord-orientale (+0,8%). Sul versante delle importazioni, a parte l’andamento debolmente positivo dell’Italia insulare (+0,8%), i risultati sono negativi: in misura decisa per l’Italia centrale (-15,4%) e per quella meridionale (-10,4%). Molto meno incisiva la contrazione rilevata per l’Italia nord-orientale (-1,1%). L’Italia nord-occidentale si colloca infine su un valore intermedio (-6,7%). Tavola 1 – Andamento del commercio estero nel primo semestre 2013 – valori in euro

I sem. 2012 rettificato

I sem. 2013 provvisorio

Tasso tendenziale di crescita

Import Export Import Export Import Export Italia 195.867.461.875 195.283.922.108 182.234.419.050 194.522.982.404 -7,0% -0,4% Marche 3.642.478.967 5.022.723.357 3.261.526.540 5.661.760.265 -10,5% 12,7% Ancona 1.779.886.464 1.754.829.881 1.319.071.850 1.772.251.723 -25,9% 1,0% Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona La figura 1 mostra chiaramente il progressivo rallentamento delle esportazioni italiane cumulate registratosi dal secondo trimestre del 2011 in poi e culminato nel tasso tendenziale negativo del primo trimestre del 2013, successivamente confermato da quello del semestre. Omogeneo per tendenza, ma su valori comunque maggiori e costantemente positivi, è l’andamento delle esportazioni cumulate dell’Italia centrale. Osservando invece il trend delle Marche si rileva come la diminuzione del tasso tendenziale, avviatasi da valori inferiori, ma comunque contestuale a quella italiana, nel corso del 2012 si sia in qualche misura stabilizzata su valori superiori alla media italiana, per essere poi seguita da una fase di crescita tra la fine del 2012 e il periodo attuale. La provincia di Ancona dal 2012 in poi appare sostanzialmente allineata all’andamento italiano, tranne che per l’ultimo dato disponibile, che vede il

1 ISTAT, Statistiche flash “Le esportazioni delle regioni italiane – II trimestre 2013”, 11 settembre 2013.

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tasso tendenziale del semestre tornare a collocarsi nel quadrante positivo, a fronte di una media nazionale negativa. L’andamento delle esportazioni italiane si inserisce in un contesto che vede il commercio mondiale espandersi a tassi contenuti: le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale, infatti, stimano la crescita del commercio mondiale al +2,9% per il 2013, mentre l’area dell’euro, in cui prevalentemente si collocano le nostre esportazioni, dovrebbe far registrare nell’arco dell’anno, secondo le attese, una lieve contrazione (-0,4%). L’andamento delle esportazioni italiane appare quindi negativamente influenzato dalla sua composizione strutturale per paesi di destinazione, prevalentemente orientata all’area europea.. Figura 1 – Andamento del tasso tendenziale cumulato delle esportazioni Confronto Italia, Centro, Marche e provincia di Ancona

Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona

2.2. Il contesto locale: le Marche e la provincia di Ancona

Come già avvenuto nel primo trimestre dell’anno, le Marche sono la regione con il più elevato tasso di crescita tendenziale nel panorama italiano: le esportazioni nel semestre hanno raggiunto il valore di 5.661,8 miliardi di euro, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2012 pari a +12,7%, in forte controtendenza rispetto all’andamento nazionale. Su fronte opposto, le importazioni hanno invece fatto registrare una contrazione del 10,5%, che le ha portate al valore di 3.261,6 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale è positivo per 2.400,2 miliardi di euro. Nella prima metà del 2013, quindi, l’andamento tendenziale delle esportazioni marchigiane appare in netta controtendenza rispetto a quello nazionale, per effetto del contributo fondamentale proveniente dalle esportazioni della provincia di Ascoli Piceno, alla quale si devono 10,3 punti percentuali dei quasi 13 della crescita delle esportazioni regionali: questo significa, in altri termini, che alla provincia di Ascoli Piceno è imputabile l’80% circa dell’incremento delle esportazioni regionali verificatosi tra il primo semestre del 2013 e l’analogo periodo del 2012. Il tasso di crescita tendenziale delle esportazioni picene appare dunque particolarmente rilevante, essendo pari a +57,2%.

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Tale forte crescita si lega strettamente all’impetuoso andamento delle esportazioni di medicinali e preparati farmaceutici. Se nel primo semestre del 2012 tali prodotti costituivano il 41,2% delle esportazioni picene ed erano diretti per il 92% verso il Belgio, nel primo semestre di quest’anno costituiscono il 61% delle esportazioni provinciali continuano ad essere prevalentemente diretti verso il confine belga (78,3%). In ambito regionale, per quello che concerne le esportazioni, la provincia di Ancona con un valore dell’export semestrale pari a 1.772,3, milioni di euro, rappresenta poco meno di un terzo delle vendite all’estero marchigiane. A questo ruolo di punta, legato al valore complessivo più elevato rispetto a quelli delle altre province, tuttavia, non ha corrisposto un tasso tendenziale di crescita altrettanto rilevante. Infatti, rispetto ai primi sei mesi del 2012, la crescita delle esportazioni doriche è stata appena dell’1,0%, dato che corrisponde alla crescita più contenuta tra quelle realizzate dalle province marchigiane (tavola 2). Anche con riferimento alle importazioni, la provincia di Ancona, con un valore pari a 1.319,1 milioni di euro, riveste un ruolo prioritario nella regione, della quale ha assorbito nel primo semestre del 2013 il 40% delle importazioni totali. Tale quota appare di grande rilievo, malgrado in termini tendenziali si riscontri un decremento notevole, che ha sfiorato il 26%, influendo in misura determinante sulla contrazione del 10,5% rilevata a livello regionale. Tavola 2 – Andamento del commercio estero nel primo semestre 2013, nelle Marche e nelle sue province, dati in migliaia di euro

II sem. 2012 rettificato

II sem. 2013 provvisorio

Importazioni Esportazioni

Import Export Import Export Var. % Contributo Var. % Contributo Marche 3.642.479 5.022.723 3.261.527 5.661.760 -10,5% -10,5% 12,7% 12,7% Pesaro Urbino 382.962 1.002.113 397.649 1.039.312 3,8% 0,4% 3,7% 0,7% Ancona 1.779.886 1.754.830 1.319.072 1.772.252 -25,9% -12,7% 1,0% 0,3% Macerata 377.576 754.150 376.789 796.321 -0,2% 0,0% 5,6% 0,8% Ascoli Piceno 886.511 899.781 956.353 1.414.687 7,9% 1,9% 57,2% 10,3% Fermo 215.543 611.849 211.664 639.188 -1,8% -0,1% 4,5% 0,5% * Contributo alla variazione tendenziale: misura l’incidenza delle variazioni delle importazioni e delle esportazioni dei singoli aggregati merceologici o geografici sull’aumento o sulla diminuzione dei flussi aggregati. Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona

2.3. Le esportazioni provinciali per settore

Le esportazioni della provincia di Ancona sono costituite in misura quasi esclusiva da prodotti dell’attività manifatturiera, a conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della forte vocazione industriale del territorio provinciale. Nei primi sei mesi di quest’anno, fanno infatti capo al settore manifatturiero 1.748,2 milioni di euro di prodotti esportati, con un tasso di crescita tendenziale del +0,8%, un andamento dunque strettamente correlato a quello delle esportazioni provinciali complessive. La tavola 3, che riporta il dettaglio dei dati delle esportazioni manifatturiere provinciali per divisione di attività, mette in evidenza come vi siano due comparti di attività economica assolutamente preminenti nell’ambito delle esportazioni della provincia di Ancona: si tratta delle esportazioni di apparecchi elettrici, con 404,6 milioni di euro di prodotti esportati a metà anno, in diminuzione del 2,9% rispetto allo stesso periodo del

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2012, e di quelle di macchinari e apparecchi non classificati altrimenti, con 476,3 milioni di euro per un incremento semestrale tendenziale dell’8,5%. Questi due comparti rappresentano le due principali specializzazioni produttive provinciali, che fanno capo al distretto del bianco del fabrianese e a quello delle macchine agricole e industriali, localizzato prevalentemente nello jesino. Mentre per quello che concerne gli apparecchi elettrici, da diversi anni i dati mettono in evidenza una progressiva perdita di importanza nell’ambito delle esportazioni provinciali, con conseguente pesante influenza sull’andamento complessivo delle stesse, trend opposto si rileva più recentemente per l’altro comparto, quello dei macchinari e apparecchi. I dati del semestre in esame rendono con efficacia tali opposti andamenti: mentre per le macchine, arrivate ad essere il primo comparto manifatturiero di esportazione, la crescita tendenziale è stata del +8,5%, con un forte contributo positivo sull’andamento dell’export manifatturiero complessivo (+2,2 punti percentuali), per le macchine elettriche, al calo tendenziale del 2,9% corrispondono 0,7 punti percentuali sottratti alla crescita provinciale manifatturiera. Tavola 3 – Export I semestre 2012 e I semestre 2013, variazione percentuale, quota sul totale e contributo alla crescita dei comparti della manifattura. Provincia di Ancona – valori in euro

Divisioni Export rettificato I sem. 2012

Export provvisorio I sem. 2013

variazione percentuale 2013/2012

I sem.

quota su totale export I sem. 2013

contributo alla crescita 2013/2012

Prodotti alimentari, bevande e tabacco

44.132.249 42.299.310 -4,2 2,4% -0,1

Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

106.163.317 116.664.188 9,9 6,7% 0,6

Legno e prodotti in legno; carta e stampa

129.897.141 132.178.521 1,8 7,6% 0,1

Coke e prodotti petroliferi raffinati

51.487.440 35.074 -99,9 0,0% -3,0

Sostanze e prodotti chimici 19.143.270 18.608.661 -2,8 1,1% 0,0 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

17.193.983 20.117.817 17,0 1,2% 0,2

Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi

94.380.098 91.326.518 -3,2 5,2% -0,2

Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti

178.219.044 175.950.205 -1,3 10,1% -0,1

Computer, apparecchi elettronici e ottici

66.597.187 68.916.111 3,5 3,9% 0,1

Apparecchi elettrici 416.895.352 404.628.533 -2,9 23,1% -0,7 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 438.774.746 476.281.818 8,5 27,2% 2,2 Mezzi di trasporto 86.831.226 121.251.852 39,6 6,9% 2,0 Prodotti delle altre attività manifatturiere

83.948.625 79.942.048 -4,8 4,6% -0,2

Totale ATTIVITA’ MANIFATTURIERE

1.733.663.678 1.748.200.656 0,8 100,0% 0,8

Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Tra i settori di maggior rilievo per le esportazioni doriche, convenzionalmente identificati qui in quelli che registrano nel semestre un valore delle esportazioni superiore alla soglia dei 100 milioni di euro, fanno riscontrare performance positive quelli del tessile, abbigliamento, pellicce, con un valore delle esportazioni di

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116,7 milioni di euro, corrispondente ad una crescita che sfiora il 10%; il legno-prodotti in legno, carta e stampa, con un valore di 132,2 milioni di euro e una crescita più modesta che si ferma al +1,8%; nonché quello dei mezzi di trasporto, con 121,3 milioni di euro di prodotti esportati, corrispondenti ad un incremento di grande rilievo (+39,6%) e ad un contributo all’andamento tendenziale delle esportazioni manifatturiere è positivo per 2,0 punti percentuali (delle ragioni di tale risultato si vedrà entrando in maggiore dettaglio sui prodotti che lo compongono). Ugualmente rilevante per valore assoluto delle esportazioni, ma con andamento di segno opposto a quelli precedentemente elencati, e quindi negativo, è il risultato rilevato dai dati ISTAT per il comparto dei metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchie e impianti), con un valore delle esportazioni semestrale pari a 176 milioni di euro, in diminuzione dell’1,3%. Non si può inoltre tacere in merito all’azzeramento (-99,9%) del valore delle esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati: un crollo che ha sottratto tre punti percentuali alla crescita tendenziale delle esportazioni di prodotti manifatturieri locali. Informazioni più precise sono desumibili dalla tavola 4, dove, vengono riportati, in ordine decrescente di valore delle esportazioni del primo semestre del 2013, i primi 20 gruppi di prodotti, con le rispettive variazioni tendenziali semestrali, la quota sul totale delle esportazioni manifatturiere dell’ultimo semestre disponibile e la relativa percentuale cumulata. Tavola 4 – Primi 20 gruppi di prodotti delle attività manifatturiere Export I semestre 2012 e I semestre 2013, variazione tendenziale, quota sul totale e percentuale cumulata. Provincia di Ancona – valori in euro

Esportazioni

Gruppi I sem. 2012 I sem. 2013

Var. % 2013

/ 2012

I sem.

quota su totale export I sem. 2013

Percentuale cumulata

Apparecchi per uso domestico 363.783.967 349.135.582 -4,0% 19,7% 19,7% Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura 208.110.244 238.441.627 14,6% 13,4% 33,1% Altre macchine per impieghi speciali 117.127.591 109.409.364 -6,6% 6,2% 39,3% Navi e imbarcazioni 58.242.827 93.564.923 60,6% 5,3% 44,6% Altre macchine di impiego generale 72.108.877 83.360.009 15,6% 4,7% 49,3% Pasta-carta, carta e cartone 78.160.605 75.902.419 -2,9% 4,3% 53,5% Articoli in materie plastiche 75.851.701 75.212.597 -0,8% 4,2% 57,8% Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 59.089.256 68.039.144 15,1% 3,8% 61,6% Cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo 60.970.007 65.836.305 8,0% 3,7% 65,3% Altri prodotti in metallo 56.584.856 52.425.234 -7,4% 3,0% 68,3% Mobili 54.130.728 50.002.487 -7,6% 2,8% 71,1% Articoli di carta e di cartone 40.168.476 45.186.923 12,5% 2,5% 73,6% Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità 42.555.662 44.798.257 5,3% 2,5% 76,2% Articoli di coltelleria, utensili e oggetti di ferramenta 47.007.643 42.848.470 -8,8% 2,4% 78,6% Macchine di impiego generale 37.634.297 37.609.592 -0,1% 2,1% 80,7% Strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione; orologi 22.510.483 26.593.912 18,1% 1,5% 82,2% Componenti elettronici e schede elettroniche 24.991.804 23.545.701 -5,8% 1,3% 83,5% Calzature 20.522.586 21.949.466 7,0% 1,2% 84,8% Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 20.503.904 21.274.956 3,8% 1,2% 86,0% Medicinali e preparati farmaceutici 17.169.115 20.014.462 16,6% 1,1% 87,1%

Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona

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Se gli apparecchi elettrici, come divisione di attività manifatturiera, hanno perso il primato in ambito provinciale a favore della divisione macchinari e apparecchi n.c.a., gli apparecchi per uso domestico, che degli apparecchi elettrici fanno parte, continuano a confermarsi il gruppo di prodotti di punta delle vendite all’estero provenienti dal nostro territorio. Gli apparecchi per uso domestico, con 349 milioni di euro, costituiscono quasi un quinto delle esportazioni manifatturiere della nostra provincia; come da tempo accade, tuttavia, anche nei primi sei mesi di quest’anno il valore risulta in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2012, -4,0%. Le macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, che costituiscono la voce principale all’interno della divisione macchinari e apparecchi n.c.a. con un valore di 238,4 milioni di euro e un peso del 13,4% sull’export totale provinciale, si distinguono invece per una crescita consistente, pari a +13,4%. Scorrendo con gli occhi la graduatoria dei primi 20 gruppi di prodotti per valore delle esportazioni, si nota che alla buona performance della divisione macchinari e apparecchi n.c.a., contribuiscono anche gli andamenti favorevoli di altri gruppi di prodotti: si tratta di altre macchine di impiego generale, con 83,4 milioni di euro (+15,6%), mentre è negativo il risultato delle altre macchine per impieghi speciali, 109,4 milioni di euro e -6,6%. Nell’ambito della divisione mezzi di trasporto, spicca il gruppo navi e imbarcazioni, che con 93,6 milioni di euro si colloca al quarto posto, grazie ad una crescita tendenziale molto elevata +60,6%. Questo comparto tuttavia presenta nel tempo ampie fluttuazioni nel valore delle esportazioni, che sono collegate all’elevato valore delle commesse navali e ai lunghi tempi richiesti dalle lavorazioni. Nelle prime dieci posizioni compaiono ovviamente anche le altre specializzazioni produttive della provincia di Ancona, tra cui in particolare il sistema moda, rappresentato dalla componente costituita dai prodotti di abbigliamento, in crescita del 15,1% per un valore di 68 milioni di euro, e la pasta da carta, carta e cartone, lievemente in calo (-2,9%) per un valore di quasi 76 milioni di euro. La composizione delle esportazioni provinciali si conferma oggi meno concentrata che in passato: i primi 10 prodotti manifatturieri assorbono il 68,3% delle esportazioni provinciali, mentre le prime venti salgono all’87%. Tuttavia la minor concentrazione, associata alla perdita di peso della produzione principale, quella degli apparecchi per uso domestico, è accompagnata da una contrazione in termini assoluti delle esportazioni manifatturiere: in altre parole, il territorio non ha trovato ancora uno o più gruppi di prodotti in grado di compensare l’indebolimento degli apparecchi per uso domestico.

2.4. Le importazioni provinciali per settore economico

I dati del primo semestre dell’anno indicano una contrazione del valore assoluto delle importazioni. Come visto in precedenza, a livello nazionale il decremento si attesta a -7,0% rispetto allo stesso periodo del 2012, mentre nelle Marche la diminuzione appare più consistente (-10,5%), in ragione essenzialmente dell’andamento riscontrato dagli acquisti all’estero della provincia di Ancona, dove le importazioni fanno rilevare un decremento molto forte, che arriva a sfiorare il -26%. Si tratta di una peculiarità riscontrata già nel primo trimestre dell’anno, che nel corso dei mesi successivi si è un po’ attenuata, e della quale è facilmente rinvenibile la principale motivazione, attraverso l’esame dell’andamento delle importazioni distinte per settore di attività economica. Nel primo semestre del 2012, infatti, le importazioni di prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, incidevano per quasi il 59% dell’intero valore delle importazioni doriche. Nei primi sei mesi di quest’anno, a

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seguito di un crollo fortissimo del valore degli acquisti dall’estero di tali prodotti, -88,9%, essi, con un valore di 116,3 milioni di euro, ne rappresentano appena l’8,8%. Le ripercussioni sull’andamento delle importazioni complessive dell’andamento delle importazioni dei prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere è stato tuttavia parzialmente frenato dall’incremento che si è invece riscontrato nello stesso periodo per le importazioni dei prodotti delle attività manifatturiere, che sono passate dai 710,8 milioni di euro del gennaio-giugno 2012, a circa 1.168 milioni di euro del primo semestre del 2013. In termini tendenziali si è così potuto rilevare un incremento molto consistente, pari a +64,3%. In sostanza, l’andamento delle importazioni delle attività manifatturiere ha controbilanciato per circa metà quello opposto delle materie prime energetiche. Nel territorio della provincia di Ancona, le importazioni dei prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere sono costituiti quasi esclusivamente da petrolio greggio, come reso evidente dalla tavola 5. Tavola 5 – Importazioni del settore prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere, I° semestre 2012 e I° semestre 2013, variazione tendenziale, quota sul totale e contributo alla crescita del settore. Provincia di Ancona – valori in euro

Divisioni Import

rettificatoI sem. 2012

Import provvisorio I sem. 2013

Var. % 2013/2012

I sem.

quota su totale Import I sem. 2013

contributo alla

crescita 2013/2012

Antracite 2.659.789 2.206.646 -17,0% 1,9% 0,0

Petrolio greggio 1.041.484.950 109.863.323 -89,5% 94,5% -88,8 Pietra, sabbia e argilla 2.475.049 2.113.402 -14,6% 1,8% 0,0 Minerali di cave e miniere n.c.a. 2.019.323 2.046.371 1,3% 1,8% 0,0 PRODOTTI DELL'ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 1.048.639.111 116.229.742 -88,9% 100,0% -88,9 Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona L’andamento in fortissima contrazione delle importazioni dei prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, in pratica coincidente con quello del petrolio greggio, sua principale componente, è legato alla vicenda della raffineria API di Falconara Marittima, che per un’operazione di adeguamento tecnologico aveva interrotto l’attività all’inizio del 2013. L’attività produttiva è stata tuttavia successivamente riavviata, come pare essere testimoniato dall’attenuazione della contrazione delle importazioni cumulate del semestre rispetto a quelle del primo trimestre dell’anno. La seconda componente fondamentale delle importazioni doriche è costituita dal settore dei prodotti delle attività manifatturiere. Come anticipato, in questo caso il trend del settore si presenta in crescita molto decisa (+64,3%). Anche con riferimento al settore manifatturiero pare dunque opportuno entrare nel dettaglio dei comparti che lo compongono per trovare i fattori principali alla base di tale andamento. Tali fattori hanno condotto il settore a costituire circa l’ 89% delle importazioni doriche (dal 40% del primo semestre 2012). I dati in esame sono esposti nella tavola 6. A tale proposito, balza immediatamente agli occhi l’andamento particolare, in fortissima crescita, delle importazioni legate al settore petrolifero: il valore delle importazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati passa infatti dai 10,3 milioni di euro del gennaio-giugno 2012, ai 467,5 milioni di euro dello stesso periodo del 2013, spiegando praticamente da solo l’intera crescita del settore.

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Tavola 6 – Importazioni del settore manifatturiero, I° semestre 2012 e I° semestre 2013, variazione tendenziale, quota sul totale e contributo alla crescita del settore. Provincia di Ancona – valori in euro

Divisioni Import

rettificatoI sem. 2012

Import provvisorio I sem. 2013

Var. % 2013/2012

I sem.

quota su totale Import I sem. 2013

contributo alla crescita 2013/2012

Prodotti alimentari, bevande e tabacco 36.122.368 36.910.031 2,2 3,2% 0,1 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 42.416.849 39.245.971 -7,5 3,4% -0,4 Legno e prodotti in legno; carta e stampa 78.238.836 75.110.621 -4,0 6,4% -0,4 Coke e prodotti petroliferi raffinati 10.295.659 467.486.686 +++ 40,0% 64,3 Sostanze e prodotti chimici 79.518.813 79.968.951 0,6 6,8% 0,1 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 21.208.905 19.020.260 -10,3 1,6% -0,3 Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 53.935.725 45.010.843 -16,5 3,9% -1,3 Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 85.680.721 85.728.764 0,1 7,3% 0,0 Computer, apparecchi elettronici e ottici 64.149.615 52.059.812 -18,8 4,5% -1,7 Apparecchi elettrici 120.562.407 137.362.829 13,9 11,8% 2,4 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 66.403.108 61.424.960 -7,5 5,3% -0,7 Mezzi di trasporto 37.942.731 53.524.902 41,1 4,6% 2,2 Prodotti delle altre attività manifatturiere 14.304.847 15.112.780 5,6 1,3% 0,1 Totale ATTIVITA’ MANIFATTURIERE 710.780.584 1.167.967.410 64,3 100,0% 64,3

+++ per variazioni superiori a 999,9% Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Considerato il carattere eccezionale per il territorio dorico di tale particolare andamento, appare opportuno depurare il valore delle importazioni delle attività manifatturiere dalla voce coke e prodotti petroliferi raffinati, si riscontra in tal modo un’assoluta stabilità del settore stesso, pur con un’alternanza di andamenti in crescita e andamenti in diminuzione variamente distribuita tra i vari comparti manifatturieri. In particolare appare interessante osservare la crescita delle importazioni di apparecchi elettrici, con 137,4 milioni di euro e un incremento tendenziale di +13,9%, che conferma la variazione riscontrata già nel primo trimestre del 2013. Tra i prodotti principali, appare invariato il valore delle importazioni di metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti), con un valore assoluto di 85,7 milioni di euro e un tendenziale di appena +0,1%, in frenata rispetto al primo trimestre, come pure quello delle sostanze e prodotti chimici, con 80 milioni di euro e +0,6%, che così recuperano la flessione relativa dei primi tre mesi dell’anno.

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Tavola 7 – Primi 20 gruppi di prodotti delle attività manifatturiere IMPORT I° semestre 2012 e I° semestre 2013, variazione tendenziale, quota sul totale e percentuale cumulata. Provincia di Ancona – valori in euro

Importazioni Gruppi I sem. 2012 I sem. 2013

Var. % 2013/2012

I sem.

quota su totale export I sem. 2013

Percentuale cumulata

Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 10.295.659 467.486.686 +++ 35,4% 35,4% Petrolio greggio 1.041.484.950 109.863.323 -89,5% 8,3% 43,8% Apparecchi per uso domestico 71.953.860 82.141.928 14,2% 6,2% 50,0% Pasta-carta, carta e cartone 62.126.752 60.452.295 -2,7% 4,6% 54,6% Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie 68.431.216 47.970.732 -29,9% 3,6% 58,2% Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità 27.906.075 33.703.572 20,8% 2,6% 60,8% Altre macchine di impiego generale 27.713.807 27.485.495 -0,8% 2,1% 62,8% Altri prodotti chimici 7.201.495 27.398.397 280,5% 2,1% 64,9% Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 17.991.146 27.281.813 51,6% 2,1% 67,0% Macchine di impiego generale 23.781.517 24.203.808 1,8% 1,8% 68,8% Prodotti di colture agricole non permanenti 3.160.481 21.134.637 568,7% 1,6% 70,4% Componenti elettronici e schede elettroniche 30.854.981 19.720.164 -36,1% 1,5% 71,9% Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari 16.690.166 19.365.584 16,0% 1,5% 73,4% Prodotti della siderurgia 17.300.631 17.951.935 3,8% 1,4% 74,8% Articoli in materie plastiche 24.233.974 17.728.594 -26,8% 1,3% 76,1% Cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo 18.108.751 16.844.532 -7,0% 1,3% 77,4% Articoli in gomma 15.938.165 16.616.733 4,3% 1,3% 78,6% Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati 15.799.731 16.158.330 2,3% 1,2% 79,9% Altri prodotti in metallo 19.321.485 16.126.861 -16,5% 1,2% 81,1% Medicinali e preparati farmaceutici 15.076.918 14.549.965 -3,5% 1,1% 82,2%

+++ per variazioni superiori a 999,9% Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Negative invece sono le tendenze riscontrabili nel comparto legno e prodotti in legno; carta e stampa, 75,1 milioni di euro e un variazione tendenziale semestrale pari a -4,0%, nonché quella dei macchinari e apparecchi n.c.a., con 61,4 milioni di euro del valore delle importazioni e un decremento tendenziale del -7,5%. Contrazioni consistenti si riscontrano anche per articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-16,5%), nei Computer, apparecchi elettronici e ottici (-18,8%), di cui è rinvenibile il dettaglio nella tavola 7. Al contrario, si evidenzia una crescita per i mezzi di trasporto (+41%), legata essenzialmente all’incremento delle importazioni di parti ed accessori per autoveicoli e loro motori e di carrozzerie per autoveicoli; rimorchi e semirimorchi.

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2.5. I Paesi

2.5.1. Esportazioni I dati dei primi sei mesi dell’anno indicano che la destinazione delle esportazioni provinciali è per oltre due terzi il continente europeo, che resta dunque il principale mercato estero di sbocco delle produzioni del nostro territorio, con 1.196,2 milioni di euro. Tuttavia esso appare in difficoltà, con una contrazione tendenziale del -5,2%, che si presenta più contenuta se si considera l’Unione Europea, la sua parte più consistente, dove il calo è del 2,5%, mentre appare molto più intensa negli altri paesi europei non appartenenti alla UE, per i quali la contrazione è in media del -16,6%. Tavola 8 - Esportazioni per macroarea geografica, variazione percentuale, primo sem. 2012 e 2013 Provincia di Ancona – valori in euro

I sem. 2012

rettificatoI sem. 2013 provvisorio Var %

Peso % 1° sem. 2013

Unione europea 28 1.021.262.879 995.446.390 -2,5% 83,2% Paesi europei non Ue 240.691.963 200.784.184 -16,6% 16,8%

totale Europa 1.261.954.842 1.196.230.574 -5,2% 100,0% Africa 78.117.305 85.609.166 9,6% 14,9% America settentrionale 113.999.933 171.615.203 50,5% 29,8% America centro-meridionale 99.214.385 47.026.070 -52,6% 8,2% Medio Oriente 75.055.472 81.124.506 8,1% 14,1% Asia centrale 24.926.684 40.569.802 62,8% 7,0% Asia orientale 86.544.780 101.701.291 17,5% 17,7% Oceania e altri territori 15.016.480 48.375.111 222,1% 8,4%

totale extra Europa 492.875.039 576.021.149 16,9% 100,0% totale Mondo 1.754.829.881 1.772.251.723 1,0%

Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Diversamente è in crescita la generalità delle aree continentali diverse dall’Europa, che realizzano complessivamente una crescita del 16,9%. Particolarmente rilevante è il trend fortemente crescente dell’America settentrionale, +50,5%, che si conferma così il principale mercato extraeuropeo per le esportazioni doriche, con valore pari a 171,6 milioni di euro. La tavola 8 evidenzia come tutti i continenti extraeuropei si presentino in crescita, con l’unica eccezione costituita dall’America centro meridionale, che in pratica vede dimezzarsi il valore delle esportazioni provinciali. L’andamento generalmente positivo delle esportazioni doriche verso queste aree più lontane riesce a compensare quello negativo del mercato europeo, fornendo spunto per una performance comunque positiva, anche se in misura nel complesso modesta, delle esportazioni del nostro territorio. I tassi tendenziali di crescita delle esportazioni provinciali verso tali aree sono tutti notevolmente superiori a quello medio, anche se occorre osservare che sono a volte legati a valori di partenza non particolarmente elevati, fatto che rende più agevole sia la realizzazione di crescite maggiori, sia di contrazioni altrettanto intense.

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Figura 2 – Principali paesi per valore delle esportazioni manifatturiere. Primo semestre 2013 Provincia di Ancona - valori percentuali

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

%

% Cumulata

Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona La figura 3 mette in evidenza che i primi 15 paesi della graduatoria del valore delle esportazioni dei primi sei mesi dell’anno hanno assorbito il 68,5% delle esportazioni provinciali manifatturiere, quindi una larghissima parte delle esportazioni totali. I principali mercati esteri sono prevalentemente costituiti da paesi europei, con in testa Francia (11,9%) e Germania (10,4%), mentre il principale mercato extraeuropeo è quello statunitense, il terzo mercato in assoluto per la provincia di Ancona, con una crescita tendenziale molto forte (53,3%).

2.5.2. Importazioni Anche sul fronte delle importazioni i dati di metà anno del 2013 confermano l’Europa come primo mercato di provenienza delle importazioni della provincia di Ancona, come già si era verificato nel primo trimestre. Si tratta oggi come allora però di una situazione “anomala” per il nostro territorio, per il quale ha sempre inciso fortemente il peso della presenza decisiva delle importazioni di petrolio greggio provenienti essenzialmente dal Medio Oriente. Allo stato attuale tuttavia l’Europa fornisce invece il 68% circa delle importazioni doriche, lasciando alle altre aree il 31,6%. Inoltre l’area europea presenta una crescita tendenziale molto forte, pari all’82,4% senza grandissime differenze tra Unione Europea e altri paesi europei. Al contrario, come mostra la tavola 9, gli altri continenti sono mediamente in forte decremento, -67,6%, con un picco negativo ovviamente per il Medio Oriente (-93,6%), area dalla quale si sono praticamente azzerate le importazioni di petrolio greggio.

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Le uniche aree subcontinentali dalle quali proviene una crescita delle importazioni provinciali sono quelle dell’America settentrionale (+73,6%) e dell’Asia centrale, area per la quale si passa da 7 milioni di euro di importazioni nel gennaio-giugno 2012 ai 99 dello stesso periodo di quest’anno. Tavola 9 - Importazioni per macroarea geografica, variazione percentuale, primo sem. 2012/ 2013 Provincia di Ancona – valori in euro

I sem. 2012

rettificatoI sem. 2013 provvisorio Var %

Peso % 1° sem. 2013

Unione europea 28 422.967.846 775.681.527 83,4% 86,0%Paesi europei non Ue 71.669.080 126.665.492 76,7% 14,0%

totale Europa 494.636.926 902.347.019 82,4% 100,0%Africa 86.647.151 73.098.513 -15,6% 17,5%America settentrionale 22.482.761 39.027.513 73,6% 9,4%America centro-meridionale 23.616.719 16.022.119 -32,2% 3,8%Medio Oriente 1.009.864.254 64.464.295 -93,6% 15,5%Asia centrale 7.235.709 99.255.182 +++ 23,8%Asia orientale 133.932.451 123.798.110 -7,6% 29,7%

Oceania e altri territori 1.470.493 1.059.099 -28,0% 0,3%totale extra Europa 1.285.249.538 416.724.831 -67,6% 100,0%

totale Mondo 1.779.886.464 1.319.071.850 -25,9% +++ per variazioni superiori a 999,9% Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Figura 3 – Principali paesi per valore delle importazioni manifatturiere. Primo semestre 2013 Provincia di Ancona - valori percentuali

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

%

% Cumulata

Fonte: ISTAT, COEWEB Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Di nuovi, i dati specifici per i principali paesi di provenienza delle importazioni di prodotti delle attività manifatturiere riflette le consistenti modificazioni intervenute in questo primo semestre nelle importazioni provinciali.

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La Spagna si presenta come primo mercato di importazione, come paese di provenienza di quasi 275 milioni di euro di prodotti manifatturieri, quasi interamente costituiti da prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, seguono la Germania (101 milioni di euro) e l’India, con una quota dell’ 8,1%, Le prime tre posizioni assorbono il 40% delle importazioni provinciali di prodotti manifatturieri, mentre le prime 15 raccolgono circa l’85%. Glossario Contributo alla variazione tendenziale: misura l’incidenza delle variazioni delle importazioni e delle esportazioni dei singoli aggregati merceologici o geografici sull’aumento o sulla diminuzione dei flussi aggregati.

Tre segni più (+++) indicano variazioni superiori a 999,9 per cento.

Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o allo stesso periodo dell’anno precedente.

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3. Le performance economico-finanziarie delle imprese della provincia di Ancona

3.1. Introduzione: il quadro di osservazione

La lunga fase di recessione che ha riguardato le economie dell’Europa meridionale non si è arrestata nel corso del 2012 e ha continuato ad alimentare allarmi sulla tenuta dei conti pubblici di numerosi paesi e sulla possibilità di recuperare, almeno parzialmente, le migliaia di posti di lavoro che sono andati perduti dal 2008 ad oggi. L’Italia non ha saputo ancora invertire la rotta di marcia e dopo la contrazione del 2,4% del PIL avvenuta nel 2012 sembra destinata a registrare un’ulteriore consistente contrazione nell’anno in chiusura (sulla base dell’aggiornamento di settembre del Documento di Economia e Finanza si prevede una contrazione dell’1,7%) per giungere in territorio positivo solamente nel 2014 (+1%); è importante sottolineare che in base alle previsioni fornite dal ministero dell’Economia e delle Finanze nello stesso documento, l’Italia non riuscirà a raggiungere una crescita del PIL pari ad almeno il 2% in tutto il quadriennio 2014-2017. I principali indicatori macro economici illustrano chiaramente le difficoltà attraversate dall’Italia: il tasso di disoccupazione ha toccato il 10,7% al termine del 2012 e ha oltrepassato il 12% nel 2013 e non scenderà al di sotto di tale soglia almeno fino al 2015. Il livello della produzione industriale è sceso costantemente dal settembre 2011 fino allo scorso mese di agosto e i primi segnali di inversione della tendenza possono costituire un elemento di incoraggiamento ma non rappresentano ancora la conferma di un robusto percorso di crescita. Dal documento di aggiornamento del DEF emerge anche la conferma della perdita di competitività del sistema produttivo italiano, che trova una misura numerica nella minore produttività sul PIL: di fronte ad un aumento medio del costo del lavoro pari all’1% annuo, nel 2012 la produttività è diminuita dell’13%. Le imprese italiane hanno sofferto questo quadro particolarmente negativo e hanno visto ridursi in maniera significativa il volume delle entrate e peggiorare il risultato d’esercizio. Analizzando 643.759 aziende che hanno depositato il proprio bilancio d’esercizio relativo al 2012 presso il Registro imprese delle Camere di Commercio si osserva una riduzione del fatturato complessivo pari al 2% rispetto all’anno precedente; particolarmente significativo è il risultato del confronto del risultato d’esercizio medio nell’ultimo triennio, si passa dai 38 mila euro circa di utile del 2010, ai poco meno di 18 mila euro del 2011 e ad una perdita di 3 mila euro nel 2012. Restringendo il campo di analisi alle imprese del settore manifatturiero, sono state prese in esame poco meno di 100 mila aziende, il cui fatturato nel 2012 è mediamente diminuito del 2,8% rispetto al 2011; anche in termini di risultato d’esercizio medio si osserva una sensibile contrazione, anche se a differenza del quadro complessivo non si giunge a risultati negativi (l’utile medio scende dagli 87 mila euro del 2010 ai 41 mila euro del 2012). Preoccupazioni maggiori emergono dalla valutazione dei dati di bilancio delle imprese della provincia di Ancona. Prendendo in considerazione tutti i 5.589 bilanci emerge una riduzione media del fatturato del 5,4% e un netto peggioramento del risultato finale, che passa da un utile di poco inferiore ai 17 mila euro del 2010 alla perdita di 43.600 euro del 2012 (in rosso, anche se lievemente, anche il risultato del 2011, questo in contrasto con il dato nazionale ancora positivo).

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Nell’ambito delle attività manifatturiere (1.066 bilanci analizzati) la situazione non cambia, poiché il volume d’affari del 2012 è stato mediamente inferiore del 3,9% rispetto a quello dell’anno precedente e il risultato d’esercizio si è progressivamente deteriorato, passando dall’utile di 28 mila euro del 2010 alla perdita di 32 mila euro del 2012. Il fatturato medio delle imprese manifatturiere locali si ferma ai 4,5 milioni di euro, inferiore alla media italiana (6,2 milioni di euro). Grazie alla disponibilità dei dati aggregati di bilancio elaborati da Infocamere è possibile tracciare un profilo più dettagliato dello stato di salute del tessuto imprenditoriale della provincia di Ancona, cogliendo in particolare le tendenze in atto nei settori più significativi in termini di occupazione di esportazioni. I bilanci depositati fanno riferimento al triennio 2010-2012 e permettono una comparazione assoluta in quanto l’elaborazione prende in esame solamente le aziende di cui sono disponibili i prospetti per tutti i 3 anni. L’analisi delle informazioni deve comunque tenere presente che solamente alcuni soggetti sono obbligati a depositare il bilancio in Camera di Commercio: società per azioni, società a responsabilità limitata, società in accomandita per azioni, società cooperative, società estere con sede in Italia, Gruppi europei di interesse economico (GEIE) e i consorzi con qualifica di confidi. Sono escluse da questo obbligo tutte le imprese individuali, quindi la grande maggioranza dei piccoli operatori attivi in Italia; tuttavia la disponibilità dei dati relativi alle imprese più significative permette di tracciare un quadro aggiornato e dettagliato dello stato di salute complessivo di un settore di attività. Non sono incluse le società in liquidazione. La selezione dei settori non ha seguito un criterio univoco, prendendo in esame attività di rilievo in termini di occupazione, di esportazioni e di immagine, cercando di non trascurare settori come quello della carta in cui nella nostra provincia c’è una tradizione secolare. Ovviamente le unità locali vengono considerate unitamente alle loro sedi centrali, per cui non è possibile riportare i loro risultati al dato della provincia in cui sono localizzate, restando al contrario incluse nella provincia in cui ha sede la casa madre che redige il bilancio; ne consegue che in certi settori (come ad esempio la nautica da diporto) alcuni degli operatori più importanti presenti in loco potrebbero non essere presi in esame in quanto aventi sede in altra provincia. Il prospetto del Conto Economico è stato riclassificato con il metodo del valore aggiunto che permette di evidenziare due grandezze, il valore aggiunto e il margine operativo lordo, particolarmente utili ai fini dell’analisi della capacità di creare reddito da parte delle imprese. Lo Stato Patrimoniale viene riclassificato sulla base del criterio finanziario, per il quale le attività e le passività sono ordinate secondo il loro grado di monetizzazione: in particolare, le poste dell’attivo e del passivo vengono disposte rispettivamente secondo un ordine di liquidità ed esigibilità decrescente. L’analisi di bilancio viene completata dalla successiva valutazione delle performance di ciascun settore sulla base di alcuni indici di misurazione della redditività e della situazione patrimoniale – finanziaria di cui si riporta una breve definizione a fini illustrativi: ROI: misura la capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito (sia capitale proprio che di credito) ed è calcolato come Margine Operativo Netto / Capitale investito. ROE: esprime la redditività del solo capitale proprio e fornisce in tal modo un’indicazione sulla remunerazione ricevuta dai proprietari o soci dell’impresa; viene calcolato come Utile netto / Patrimonio netto. ROS: indica la percentuale del fatturato che si trasforma in utile operativo ed è calcolato come Margine Operativo Netto / Ricavi da vendite

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Indice di Autonomia Finanziaria: indica il peso del capitale proprio rispetto al totale delle fonti finanziarie e offre in tal modo una misura della solidità patrimoniale i termini di indipendenza dall’indebitamento verso terzi. Viene misurato come Patrimonio Netto / Passivo Totale. Indice primario di struttura: misura la capacità dell’impresa di finanziare con risorse proprie (non di credito, quindi esterne) le attività immobilizzate, ovvero gli investimenti. Viene calcolato come Patrimonio Netto / Attivo fisso. Se >1 indica che il capitale proprio copre tutte le immobilizzazioni e parte delle attività correnti, condizione ottimale per un’impresa. Indice secondario di struttura: amplia la misurazione della capacità di un’impresa di provvedere con risorse stabili nel tempo alla copertura degli investimenti considerando oltre al capitale proprio anche il passivo consolidato, ovvero quelle fonti che hanno un orizzonte temporale consolidato. Viene calcolato come: (patrimonio netto + passivo consolidato) / Attivo fisso. Leverage – Leva finanziaria: misura il ricorso a fonti esterne per finanziare l’attività d’impresa ed è dato dal rapporto tra il totale delle fonti (passivo dello Stato Patrimoniale) e il Patrimonio Netto. Se l’indice ha un valore pari a 1 significa che non si fa ricorso a capitale di terzi, se è compreso tra 1 e 2 vuol dire che il capitale di terzi è inferiore al proprio, mentre al di sopra di 2 l’azienda risulta progressivamente sempre più sottocapitalizzata. Indebitamento a breve: è dato dal rapporto tra il passivo corrente e il passivo totale e misura quanto l’impresa sia dipendente delle fonti di debito a breve termine e quindi più rischiose. Quick ratio: misura la liquidità dell’impresa, ovvero la capacità di fare fronte a passività finanziarie in scadenza con attività immediatamente disponibili o trasformabili in forma liquida. E’ calcolato come: (disponibilità liquide + disponibilità finanziarie a BT) / Passivo corrente.

3.2. Le imprese del settore moda

Uno dei settori più importanti per l’economia della provincia di Ancona (e, più in generale, per quella marchigiana) è quello della moda, in cui si includono i comparti del tessile, dell’abbigliamento e della produzione di calzature e beni in pelle e cuoio. Nei comuni di Filottrano e Santa Maria Nuova è attivo da tempo un piccolo polo specializzato nella realizzazione di prodotti di abbigliamento, ma altri esempi di imprese capaci di competere nel mercato italiano e internazionale sono presenti in maniera diffusa su tutto il territorio locale. Sono stati presi in considerazione i bilanci del 2010, 2011 e 2012 di 128 imprese; il loro fatturato medio indicato nell’ultimo esercizio è stato di 3,4 milioni di euro, in leggera flessione rispetto al dato di 3,5 milioni di euro dell’anno precedente; anche il dato nazionale, riferito ad oltre 12 mila imprese, evidenzia una riduzione del fatturato medio di settore, passato da 4,5 a 4,4 milioni di euro. Nonostante la contrazione del fatturato complessivo, le imprese del settore hanno conservato la capacità di generare reddito, con performance migliori di quelle medie nazionali. Il valore aggiunto è pari al 30% del valore della produzione, quattro punti al di sopra della media del manifatturiero della provincia di Ancona; a pesare sono soprattutto i costi per le materie prime e per i servizi. Trattandosi di un’attività che richiede manodopera in quantità oltre che di qualità, il costo del personale sfiora il 21% delle entrate complessive, in lieve aumento rispetto al 2011. Se il Margine Operativo Netto, ovvero il margine che si crea sostenendo tutte le spese inerenti la produzione, si mantiene ai livelli del 2011, un lieve incremento del peso della gestione finanziaria riduce l’utile d’esercizio ad un valore pari all’1,5% delle entrate rispetto all’1,9% del 2011.

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Struttura del Conto economico a valore aggiunto delle imprese della moda nella provincia di Ancona CE A VALORE AGGIUNTO 2010 2011 2012 Valore della produzione 100,0% 100,0% 100,0%Costi per materie prime 32,0% 31,5% 29,2%Costi per servizi 38,4% 38,2% 39,1%Altri costi 2,6% 2,3% 2,2%Variazione rimanenze materie prime -1,2% -0,1% -0,2%VALORE AGGIUNTO 28,1% 28,0% 29,7%Costi del personale 20,3% 19,9% 20,8%MARGINE OPERATIVO LORDO 7,8% 8,1% 8,9%Ammortamenti e accantonamenti 2,4% 2,3% 2,4%Svalutazione crediti 0,3% 0,3% 1,0%MARGINE OPERATIVO NETTO 5,1% 5,5% 5,6%Gestione finanziaria -0,9% -0,9% -1,1%Gestione straordinaria 0,4% 0,5% 0,5%Gestione accessoria 1,2% 1,2% 1,5%Imposte dell'esercizio 1,9% 2,1% 2,0%Utile netto 1,5% 1,9% 1,5% Le imprese del sistema moda si caratterizzano per una forte volatilità dei valori dell’attivo di Stato Patrimoniale poiché non necessitano di ingenti investimenti immobiliari e sono costrette a gestire rimanenze di magazzino atipiche, legate direttamente alla tipologia di attività svolta. Il consistente peso dell’attivo corrente (che vale oltre i tre quarti degli impieghi aziendali) è riconducibile anche ad un volume di crediti da incassare superiore rispetto alla media delle imprese manifatturiere. Struttura dello Stato Patrimoniale col criterio finanziario delle imprese della moda nella provincia di Ancona ATTIVO 2010 2011 2012 Immobilizzazioni immateriali 2,8% 2,7% 3,4%Immobilizzazioni materiali 19,2% 18,1% 17,9%Immobilizzazioni finanziarie 1,7% 1,4% 1,5%ATTIVO FISSO 23,8% 22,2% 22,8% Disponibilità liquide 8,8% 8,0% 8,7%Disponibilità finanziarie 46,4% 48,6% 46,6%Rimanenze 21,0% 21,2% 21,8%ATTIVO CORRENTE 76,2% 77,8% 77,2% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% Si torna ad investire nel patrimonio delle aziende della moda anconetana, riportando il settore nella media rispetto al contesto delle imprese manifatturiere della provincia di Ancona, anche se si continua a registrare un gap consistente rispetto al quadro della moda nazionale, in cui il patrimonio netto rappresenta il 34,3% del passivo totale rispetto al 27,9% locale. Si tratta di una debolezza consolidata, già ampiamente dibattuta dagli esperti, che rischia di generare difficoltà maggiori nel tentativo di sopravvivere alla forte contrazione della domanda interna. Il passivo è sbilanciato verso la parte corrente, con una componente debitoria che vale il doppio del patrimonio netto.

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PASSIVO 2010 2011 2012 PATRIMONIO NETTO 26,0% 25,7% 27,9% Debiti a LT 11,8% 10,0% 9,5%TFR 6,2% 5,6% 5,5%Fondo rischi e oneri 3,6% 3,3% 3,9%PASSIVO CONSOLIDATO 21,7% 18,9% 19,0% Ratei e risconti 0,7% 0,7% 0,7%Debiti a BT 51,6% 54,6% 52,4%PASSIVO CORRENTE 52,3% 55,3% 53,1% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% La capacità di produrre reddito viene leggermente deteriorata dal peggioramento dei volumi in entrata e infatti solamente il ROS, determinato dal rapporto tra il Margine Operativo Netto e le vendite, risulta in leggera crescita, mentre con l’incremento in valore assoluto (e relativo) del patrimonio si riduce più sensibilmente il ROE, dato dal rapporto tra l’utile e lo stesso patrimonio netto e che rappresenta la capacità dell’impresa di remunerare il capitale investito. Indici di redditività delle imprese della moda in provincia di Ancona ANALISI ECONOMICA 2010 2011 2012 ROI 6,3% 7,0% 6,9%ROE 6,6% 8,4% 6,1%ROS 5,3% 5,7% 5,8% La scarsa capitalizzazione si riflette in un livello di indebitamento piuttosto elevato, seppur in calo rispetto al 2011; la componente a breve dell’indebitamento è sotto controllo e non ha subito variazioni significative nel triennio preso in esame. Anche in termini di solidità di struttura le imprese della moda della provincia di Ancona non mostrano particolari segni di sofferenza. Il mantenimento di un quadro complessivo stabile in presenza di una riduzione del fatturato medio del 3% rispetto al 2011 dimostra come le imprese del settore abbiano saputo adattarsi alle nuove condizioni; occorre tuttavia sottolineare che l’analisi non tiene conto delle imprese scomparse nel triennio o che hanno avviato procedimenti di liquidazione, per cui si tratta di un nucleo consistente ma non del tutto rappresentativo della situazione attuale. Indici patrimoniali e finanziari delle imprese della moda in provincia di Ancona ANALISI PATRIMONIALE - FINANZIARIA 2010 2011 2012 Autonomia finanziaria 26,0% 25,7% 27,9%Indice primario di struttura 1,10 1,16 1,22Indice secondario di struttura 2,01 2,01 2,06Leverage (indebitamento) 3,84 3,89 3,59Indebitamento a breve 0,52 0,55 0,53Liquidità primaria (Quick ratio) 1,06 1,02 1,04

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3.3. Le imprese del settore della carta e dei prodotti in carta

Il settore della produzione e lavorazione della carta rappresenta un ambito in cui la provincia di Ancona ha storicamente svolto un ruolo di primo piano. Nel 2012 sono stati depositati 1.748 bilanci di imprese del settore, di cui 24 nella provincia di Ancona; a livello nazionale si registra una riduzione media dei fatturati del 3,9%, mentre a livello locale c’è stato un incremento dell’1,5%. Numerose imprese del settore sono localizzate a Fabriano e nei comuni limitrofi, anche se il processo di ristrutturazione avvenuto negli ultimi decenni ha portato, in alcuni casi, all’acquisizione di alcuni importanti operatori da parte di gruppi non marchigiani; i risultati di questi soggetti, pertanto, non sono inclusi nei dati della provincia di Ancona ma in quelli della provincia in cui ha sede la casa madre. Il fatturato medio delle imprese del settore nella provincia di Ancona è di 7 milioni di euro e nonostante il lieve incremento dell’ultimo esercizio è al di sotto della media nazionale, pari a 9,1 milioni di euro. L’andamento del settore è influenzato dal costo delle materie prime, cui viene destinato oltre il 50% delle risorse rese disponibili dall’attività d’impresa; considerevole è anche il ruolo dei servizi, mentre il costo delle risorse umane è meno importante rispetto alla media del settore manifatturiero della provincia di Ancona. Grazie ad una gestione finanziaria non particolarmente onerosa (in linea con l’intero mondo della manifattura della provincia di Anona preso in esame) e a margini operativi in attivo, anche il 2012 si è chiuso con un utile d’esercizio, raggiungendo un valore mediamente pari all’1,2% del fatturato (in ulteriore miglioramento rispetto al 2011); a livello nazionale l’utile è mediamente pari allo 0,4% del valore delle entrate. Struttura del Conto economico a valore aggiunto delle imprese della carta nella provincia di Ancona CE A VALORE AGGIUNTO 2010 2011 2012 Valore della produzione 100,0% 100,0% 100,0%Costi per materie prime 53,4% 54,7% 52,9%Costi per servizi 21,4% 20,5% 21,6%Altri costi 4,1% 3,4% 3,5%Variazione rimanenze materie prime -1,4% -0,5% -0,6%VALORE AGGIUNTO 22,4% 21,9% 22,7%Costi del personale 16,3% 15,1% 15,4%MARGINE OPERATIVO LORDO 6,2% 6,9% 7,3%Ammortamenti e accantonamenti 3,8% 3,3% 3,2%Svalutazione crediti 0,4% 0,2% 0,3%MARGINE OPERATIVO NETTO 1,9% 3,4% 3,9%Gestione finanziaria -1,8% -1,1% -1,4%Gestione straordinaria 0,0% 0,3% 0,6%Gestione accessoria 0,9% 0,8% 0,8%Imposte dell'esercizio 0,5% 1,1% 1,1%Utile netto -1,2% 0,7% 1,2% Il prospetto degli impieghi si suddivide in maniera quasi uniforme tra voci fisse e voci correnti; negli ultimi due anni l’equilibrio si è consolidato, incrementando progressivamente la parte corrente. Le imprese del settore mostrano un elevato fabbisogno di immobilizzazioni materiali, legate essenzialmente alla necessità di grandi macchinari (spiegando, in tal modo, anche il relativo minor peso del costo del personale), mentre sono meno rilevanti della media provinciale le immobilizzazioni immateriali e finanziarie. Il crescente peso delle voci correnti dell’attivo patrimoniale è una conseguenza delle difficoltà di assorbimento da parte del mercato finale, poiché è il riflesso dell’aumento delle rimanenze e dei crediti commerciali.

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Struttura dello Stato Patrimoniale col criterio finanziario delle imprese della carta nella provincia di Ancona ATTIVO 2010 2011 2012 Immobilizzazioni immateriali 0,4% 0,3% 0,5%Immobilizzazioni materiali 51,3% 48,5% 47,2%Immobilizzazioni finanziarie 2,8% 2,7% 2,7%ATTIVO FISSO 54,6% 51,5% 50,4% Disponibilità liquide 1,8% 3,0% 1,9%Disponibilità finanziarie 32,9% 33,5% 34,7%Rimanenze 10,7% 11,9% 13,0%ATTIVO CORRENTE 45,4% 48,5% 49,6% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% Il livello di capitalizzazione si mantiene in linea con il dato nazionale e comunque nettamente superiore alla media delle imprese manifatturiere della provincia (34,2% contro il 27,9%); continua a manifestarsi una progressiva riduzione dell’orizzonte temporale di scadenza del debito, in particolare di quello bancario, limitando in tal modo la libertà di scelte strategiche da parte delle imprese. PASSIVO 2010 2011 2012 PATRIMONIO NETTO 35,2% 34,1% 34,2% Debiti a LT 16,2% 16,9% 15,9%TFR 3,3% 3,3% 3,3%Fondo rischi e oneri 3,5% 3,1% 3,1%PASSIVO CONSOLIDATO 23,0% 23,3% 22,4% Ratei e risconti 1,1% 1,3% 1,5%Debiti a BT 40,7% 41,3% 41,9%PASSIVO CORRENTE 41,8% 42,6% 43,4% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% Gli indici di redditività migliorano ulteriormente rispetto al 2011, in particolare nel rapporto utili e capitale proprio (ROE), proseguendo un percorso già delineatosi lo scorso anno. Gli indici che analizzano la situazione patrimoniale e finanziaria mostrano un quadro fatto di luci e ombre poiché grazie alla discreta dotazione di capitale proprio le imprese del settore hanno una discreta autonomia finanziaria (ovvero di indipendenza dal finanziamento di terzi), ma indici di struttura poco significativi, indicando in tal modo una limitata capacità di copertura degli investimenti con risorse proprie. Questa condizione è dovuta al notevole fabbisogno di macchinari e beni materiali per lo svolgimento dell’attività di produzione della carta, al quale viene fatto fronte, generalmente, con un conferimento di capitale superiore alla media nel contesto produttivo locale, ma comunque non del tutto adeguato alle specifiche esigenze settoriali. Indici di redditività delle imprese della carta in provincia di Ancona ANALISI ECONOMICA 2010 2011 2012 ROI 1,7% 3,2% 3,7%ROE -2,9% 1,9% 3,4%ROS 2,0% 3,5% 4,0%

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La maggiore autonomia finanziaria produce comunque risultati positivi in termini di esposizione all’indebitamento (la leva inferiore al valore di 3 è comunque nettamente più bassa della media nel manifatturiero della provincia di Ancona), specie di quello a breve termine, che viene mantenuto ad un livello di relativa sicurezza. Il progressivo spostamento delle voci del passivo dello Stato Patrimoniale verso l’indebitamento a breve termine si riflette nella difficoltà a mantenere la liquidità primaria ad un livello di assoluta sicurezza. Indici patrimoniali e finanziari delle imprese della carta in provincia di Ancona ANALISI PATRIMONIALE - FINANZIARIA 2010 2011 2012 Autonomia finanziaria 35,2% 34,1% 34,2%Indice primario di struttura 0,64 0,66 0,68Indice secondario di struttura 1,07 1,11 1,12Leverage (indebitamento) 2,84 2,93 2,92Indebitamento a breve 0,42 0,43 0,43Liquidità primaria (Quick ratio) 0,83 0,86 0,84

3.4. Le imprese produttrici di apparecchiature elettriche

Il comparto delle apparecchiature elettriche, che comprende il codice ATECO 2007 C27 in cui sono inclusi anche gli elettrodomestici, ha un ruolo particolarmente rilevante nel determinare l’andamento dell’industria manifatturiera italiana e della provincia di Ancona. A livello nazionale sono stati analizzati i bilanci di 4.520 imprese, mentre per la provincia di Ancona il confronto concerne 65 soggetti; il valore medio del fatturato è di poco meno di 7 milioni di euro, che a livello locale scende a 5,9 milioni di euro. Struttura del C.E. a valore aggiunto delle imprese produttrici di app. elettriche nella provincia di Ancona CE A VALORE AGGIUNTO 2010 2011 2012 Valore della produzione 100,0% 100,0% 100,0%Costi per materie prime 62,2% 60,8% 55,8%Costi per servizi 13,5% 14,2% 15,0%Altri costi 1,9% 2,0% 2,1%Variazione rimanenze materie prime -0,7% 0,1% -0,9%VALORE AGGIUNTO 23,1% 22,9% 28,0%Costi del personale 17,6% 19,2% 19,7%MARGINE OPERATIVO LORDO 5,5% 3,7% 8,4%Ammortamenti e accantonamenti 2,9% 3,1% 4,8%Svalutazione crediti 0,1% 0,2% 0,5%MARGINE OPERATIVO NETTO 2,4% 0,3% 3,0%Gestione finanziaria -0,3% -3,1% -2,7%Gestione straordinaria -0,4% -1,5% -1,2%Gestione accessoria 0,8% 1,0% 1,9%Imposte dell'esercizio 1,4% 1,1% 1,3%Utile netto -0,6% -6,4% -4,0% Il valore della produzione delle imprese della provincia di Ancona è diminuito dello 0,5% rispetto al 2011; permane un’incidenza elevatissima del costo per le materie prime, seppure in progressiva diminuzione dal

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2010 in poi, mentre è contemporaneamente cresciuta l’incidenza delle uscite per servizi e per il personale. Proprio a causa della netta riduzione dell’incidenza delle materie prime, adesso in linea col valore italiano medio di settore, il valore aggiunto è salito dal 22,9% al 28%, superiore al dato nazionale del 24%. Nonostante il Margine Operativo Netto si assesti su un valore nettamente superiore a quello registrato nel 2011 (il 3% del fatturato), si osserva un ulteriore incremento dell’incidenza dei costi di ammortamento, conseguenza degli investimenti effettuati in beni immobili e in partecipazioni societarie. Le difficoltà del settore emergono in tutta la loro chiarezza nell’analisi della gestione finanziaria. Anche nel 2012 il peso degli interessi passivi e delle svalutazioni ha inciso fortemente sul risultato finale dell’esercizio, assorbendo gran parte del Margine Operativo Netto; la situazione finanziaria del settore nella provincia di Ancona è tuttavia decisamente diversa da quella che si registra mediamente a livello nazionale, dove la gestione finanziaria è ugualmente negativa ma assorbe solamente lo 0,5% delle risorse complessive in entrata. L’esiguo margine che deriva dalla sottrazione della gestione finanziaria dal Margine Operativo Netto viene ulteriormente intaccato dalla gestione straordinaria e dalle imposte, producendo un perdita d’esercizio che mediamente rappresenta il 4% delle entrate, comunque in parziale miglioramento rispetto alla pesante contrazione, –6,4%, del 2011. Proprio i dati relativi al risultato d’esercizio sottolineano la differenza tra il contesto locale e quello nazionale, considerato che nel triennio 2010-2012 le imprese italiane produttrici di apparecchiature elettriche hanno chiuso con un utile (che nel 2012 è stato pari all’1,6% delle entrate). Come già sottolineato, i produttori di apparecchiature elettriche della provincia di Ancona hanno progressivamente aumentato i propri investimenti in immobilizzazioni e hanno contemporaneamente visto ridursi, anche in valori assoluti, le voce dell’attivo corrente, in particolare i crediti. Si pone con forza il problema della capitalizzazione, una questione che emerge anche dal confronto con la situazione nazionale: il patrimonio netto delle imprese di settore della provincia di Ancona rappresenta un quarto delle fonti complessive a fronte del 37% nazionale. Anche in questo caso si osserva un progressivo accorciamento dell’orizzonte temporale del passivo generato dallo spostamento di una parte dei debiti dal lungo al breve termine. Struttura dello S.P. col criterio finanziario delle imprese produttrici di apparecchiature elettriche nella provincia di Ancona ATTIVO 2010 2011 2012 Immobilizzazioni immateriali 5,1% 5,2% 6,3%Immobilizzazioni materiali 22,5% 22,9% 23,2%Immobilizzazioni finanziarie 10,2% 12,1% 14,3%ATTIVO FISSO 37,8% 40,1% 43,7% Disponibilità liquide 6,7% 5,5% 5,1%Disponibilità finanziarie 39,3% 40,3% 37,6%Rimanenze 16,2% 14,1% 13,6%ATTIVO CORRENTE 62,2% 59,9% 56,3% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% La redditività del settore è fortemente condizionata dall’impossibilità di generare utili e le pesanti perdite degli ultimi due anni si riflettono nei valori del ROE; emerge comunque qualche segnale positivo, visibile sia nel contenimento della negatività dello stesso ROE che nel progresso del ROI e del ROS, ovvero la capacità di generare margine da parte degli investimenti e delle vendite.

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PASSIVO 2010 2011 2012 PATRIMONIO NETTO 25,8% 26,5% 24,9% Debiti a LT 16,3% 16,4% 14,3%TFR 4,7% 4,6% 5,0%Fondo rischi e oneri 4,2% 4,7% 5,3%PASSIVO CONSOLIDATO 25,2% 25,6% 24,6% Ratei e risconti 0,4% 0,4% 0,4%Debiti a BT 48,6% 47,5% 50,1%PASSIVO CORRENTE 48,9% 47,8% 50,5% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% Indici di redditività delle imprese produttrici di apparecchiature elettriche in provincia di Ancona ANALISI ECONOMICA 2010 2011 2012 ROI 2,8% 0,3% 3,3%ROE -2,5% -23,9% -16,5%ROS 2,6% 0,3% 3,2% Per le imprese locali il confronto con il contesto nazionale è negativo sulla base di tutti gli indicatori patrimoniali e finanziari presi in esame. La dotazione di capitale proprio inferiore alla media fa sì che sia l’indice di autonomia finanziaria, sia i due indici di struttura, risultino più bassi del loro valore medio nazionale; ne consegue che le imprese della provincia di Ancona hanno una ridotta capacità di far fronte con mezzi propri all’esigenza di risorse e agli investimenti. Di conseguenza la leva finanziaria è molto più elevata e ha raggiunto il non indifferente rapporto di 4 a 1 tra indebitamento e mezzi propri. Qualche problema potrebbe derivare da una liquidità non sufficiente per coprire tutte le potenziali uscite a breve termine, visto che il valore del 2012 è sceso a 0,85 (il dato italiano è pari a 1). Il peso dell’indebitamento a breve è leggermente aumentato, ma si mantiene ad un livello sostenibile. Indici patrimoniali e finanziari delle imprese produttrici di apparecchiature elettriche in provincia di Ancona ANALISI PATRIMONIALE - FINANZIARIA 2010 2011 2012 Autonomia finanziaria 25,8% 26,5% 24,9%Indice primario di struttura 0,68 0,66 0,57Indice secondario di struttura 1,35 1,30 1,13Leverage (indebitamento) 3,87 3,77 4,01Indebitamento a breve 0,49 0,48 0,51Liquidità primaria (Quick ratio) 0,94 0,96 0,85

3.5. Le imprese produttrici di macchinari e apparecchiature

Per il settore dei produttori di macchinari e apparecchiature (codice ATECO C28, comprendente macchine utensili per vari utilizzi, tra cui quelli per l’agricoltura e la lavorazione dei metalli) sono disponibili i bilanci 2012 di 11.877 imprese, di cui 88 aventi sede nella provincia di Ancona. Il fatturato dell’ultimo anno concluso

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è mediamente diminuito del 2,3%, con una punta negativa proprio nella provincia dorica, in cui la variazione è stata del –8%; il fatturato medio locale è di 4,3 milioni di euro e di 6,5 milioni di euro a livello nazionale. Una prima variazione meritevole di attenzione rispetto al 2011 è rappresentata dalla variazione del campione esaminato per la provincia di Ancona che si manifesta soprattutto nella determinazione del rapporto tra utile e fatturato per l’esercizio 2011: le 88 imprese prese ora in esame chiudono quell’anno mediamente in pareggio, ma riportando l’indagine indietro di 12 mesi si otterrebbe per quello stesso rapporto un valore pari a –2,7%. Questa “correzione” in corso è plausibilmente dovuta alla progressiva uscita di scena di alcune delle imprese che maggiormente avevano contribuito a generare il risultato finale negativo, passate nella condizione di soggetti in liquidazione o in fallimento e per questo non più prese in esame dal database di Infocamere. Il settore si caratterizza per un’incidenza piuttosto sostenuta dei costi per le materie prime e soprattutto delle risorse umane, quest’ultima più consistente rispetto alla media provinciale del manifatturiero. Già con il valore aggiunto si registra un sensibile miglioramento rispetto all’esercizio precedente, confermato anche a livello di Margini Operativi. Non vi sono scostamenti significativi nella gestione finanziaria e in quella straordinaria, per cui il risultato finale registra un utile pari all’1,5% del valore della produzione. Struttura del C.E. a valore aggiunto delle imprese produttrici di macchinari nella provincia di Ancona CE A VALORE AGGIUNTO 2010 2011 2012 Valore della produzione 100,0% 100,0% 100,0%Costi per materie prime 46,5% 46,0% 43,9%Costi per servizi 22,3% 22,2% 22,4%Altri costi 3,4% 3,0% 3,1%Variazione rimanenze materie prime -1,6% 0,2% -0,6%VALORE AGGIUNTO 29,3% 28,6% 31,2%Costi del personale 21,6% 20,5% 21,4%MARGINE OPERATIVO LORDO 7,7% 8,0% 9,8%Ammortamenti e accantonamenti 3,1% 2,9% 3,0%Svalutazione crediti 0,3% 0,3% 0,3%MARGINE OPERATIVO NETTO 4,3% 4,8% 6,5%Gestione finanziaria -0,7% -1,8% -1,5%Gestione straordinaria 0,0% -0,2% -0,5%Gestione accessoria 1,1% 0,9% 1,1%Imposte dell'esercizio 1,7% 1,9% 1,9%Utile netto 0,9% 0,0% 1,5% Le voci dell’attivo dello Stato Patrimoniale sono fortemente sbilanciate verso la parte corrente, manifestano un livello di investimenti in immobilizzazioni molto basso specie per i beni materiali (per le imprese manifatturiere della provincia di Ancona la quota in media è doppia). Il peso della parte corrente è addirittura aumentata nel biennio 2010-2012 grazie ad un forte incremento delle rimanenze e ad una crescita più contenuta dei crediti; l’unica eccezione è rappresentata dalle disponibilità liquide, ridottesi anche a causa delle maggiori difficoltà di collocare il prodotto nei mercati finali.

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Struttura dello S.P. col criterio finanziario delle imprese produttrici di macchinari nella provincia di Ancona ATTIVO 2010 2011 2012 Immobilizzazioni immateriali 2,9% 3,0% 3,4%Immobilizzazioni materiali 16,4% 14,3% 13,2%Immobilizzazioni finanziarie 4,9% 6,4% 6,5%ATTIVO FISSO 24,2% 23,7% 23,1% Disponibilità liquide 4,9% 4,8% 4,0%Disponibilità finanziarie 45,7% 46,3% 45,7%Rimanenze 25,2% 25,2% 27,1%ATTIVO CORRENTE 75,8% 76,3% 76,9% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% Anche il settore delle imprese produttrici di macchinari è segnato da una debolezza patrimoniale che emerge chiaramente dal raffronto col dato nazionale (26,6% contro 32,4%) e dal progressivo accorciamento dell’orizzonte temporale dei debiti. Si tratta di un quadro che caratterizza gran parte dell’industria manifatturiera della provincia di Ancona e che testimonia la crescente difficoltà nella pianificazione delle attività future, costrette tra risorse proprie insufficienti e la necessità di far fronte a tempi sempre più stretti nella restituzione delle risorse di terzi. PASSIVO 2010 2011 2012 PATRIMONIO NETTO 28,1% 25,9% 26,6% Debiti a LT 10,5% 9,5% 8,0%TFR 4,4% 4,0% 4,0%Fondo rischi e oneri 1,0% 1,0% 1,3%PASSIVO CONSOLIDATO 15,9% 14,5% 13,3% Ratei e risconti 0,5% 0,5% 0,6%Debiti a BT 55,5% 59,1% 59,4%PASSIVO CORRENTE 56,0% 59,6% 60,0% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% La capacità di produrre reddito migliora, in linea con l’andamento complessivo del Conto Economico del settore; si segnala in particolare il ROE al 4,3% grazie all’incremento dell’utile d’esercizio. L’indice di autonomia finanziaria non si scosta particolarmente dal valore medio delle imprese manifatturiere doriche e si osserva anche un leggero recupero rispetto al valore del 2010. Le imprese produttrici di macchinari fanno un ricorso massiccio all’indebitamento per finanziarie le proprie attività e molto spesso con un orizzonte temporale che appare eccessivamente limitato, sottolineando una debolezza crescente e più accentuata rispetto al contesto industriale locale. Il grado di copertura della liquidità si sta deteriorando progressivamente, segnalando anche in questo caso una crescente difficoltà a far fronte con risorse proprie al fabbisogno finanziario.

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Indici di redditività delle imprese produttrici di macchinari a in provincia di Ancona ANALISI ECONOMICA 2010 2011 2012 ROI 3,7% 4,2% 5,1%ROE 2,5% 0,1% 4,3%ROS 4,4% 5,1% 6,9% Indici patrimoniali e finanziari delle imprese produttrici di macchinari in provincia di Ancona ANALISI PATRIMONIALE - FINANZIARIA 2010 2011 2012 Autonomia finanziaria 28,1% 25,9% 26,6%Indice primario di struttura 1,16 1,09 1,15Indice secondario di struttura 1,82 1,71 1,73Leverage (indebitamento) 3,56 3,87 3,75Indebitamento a breve 0,56 0,60 0,60Liquidità primaria (Quick ratio) 0,90 0,86 0,83

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4. Excelsior Informa: I programmi occupazionali delle imprese rilevati da Unioncamere1

4.1. Provincia di Ancona – anno 2013

Complessivamente in Italia sono previsti, nel 2013, poco meno di 750.000 nuovi contratti di lavoro e circa 1.000.000 di lavoratori in uscita dalle imprese, con un saldo negativo attorno alle 250.000 unità. Anche in provincia di Ancona la variazione occupazionale prevista per l'anno in corso è di segno negativo, e dovrebbe attestarsi attorno a -3.840 unità. Questa riduzione è determinata sostanzialmente dai contratti di lavoro dipendente (sia "stabili" che a termine), con un saldo pari a -3.220 unità. Anche per i contratti in somministrazione e per le collaborazioni a progetto i saldi attesi sono negativi (-590 e -90 unità rispettivamente), mentre per le altre modalità di lavoro indipendente (collaborazioni occasionali, incarichi a professionisti con partita IVA) i contratti attivati dovrebbero superare quelli in scadenza per una settantina di unità. A livello settoriale, la perdita di "posti di lavoro" previsti nella provincia è più accentuata nell'industria (-2.510 unità) che non nei servizi (-1.330). Mentre nell'industria il trend negativo è dovuto prevalentemente alla crisi della metalmeccanica e delle costruzioni, fra i servizi incide soprattutto la contrazione nelle attività del commercio. Figura 1 - Entrate e uscite previste in provincia per tipo di contratto, 2013

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

1 La presente pubblicazione illustra i programmi occupazionali delle imprese private dell'industria e dei servizi per l'anno 2013. Tutti i dati presentati sono di fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013. La riproduzione e/o diffusione parziale o totale delle tavole contenute nella presente pubblicazione è consentita esclusivamente con la citazione completa della fonte.

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Figura 2 - Entrate e uscite previste in provincia per settore, 2013

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013 Il bilancio occupazionale negativo previsto in provincia di Ancona (-3.840 unità) è il risultato della differenza fra 5.320 "entrate" e poco più di 9.160 "uscite" di lavoratori dalle imprese. I flussi di lavoratori in entrata saranno costituiti da oltre 1.050 assunzioni "stabili" (ossia a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato, inteso quest'ultimo come punto di partenza verso un contratto a tempo indeterminato), circa 3.010 assunzioni "a termine" (a tempo determinato o altre modalità a termine, quali i contratti a chiamata) e 1.260 contratti "atipici" (somministrazione, collaborazioni a progetto e altri contratti di lavoro indipendente). Rispetto allo scorso anno, non evidenzia variazioni la quota delle assunzioni stabili (attorno al 20%), aumenta quella delle assunzioni "a termine" (dal 53 al 56%) e diminuisce quella dei contratti atipici (dal 27 al 24%). Figura 3 - Entrate previste in provincia per modalità contrattuale

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

4.2. Le variazioni dell'occupazione dipendente2

Come visto in precedenza, in provincia di Ancona il saldo previsto per il 2013 fra assunzioni e uscite di lavoratori dipendenti (per dimissioni, volontarie o meno, pensionamento, o altri motivi), dovrebbe essere pari a -3.220 unità. In relazione al numero di dipendenti presenti nelle imprese, questa cifra corrisponde a una variazione del -3%, valore superiore alla media regionale (-2,3%) e nazionale (-2,2%). Il calo atteso nella provincia per l'anno in corso evidenzia un netto peggioramento rispetto al -1,3% del 2012. In tutti i comparti dell'industria si prevedono variazioni negative, di cui la peggiore sarà quella delle costruzioni (-6,8%). Le industrie dei metalli sono invece quelle che sembrano risentire meno dello scenario difficile, evidenziando un saldo prossimo allo zero.

2 Da questa sezione in poi le informazioni presentate riguardano le assunzioni di dipendenti con tutti i tipi di contratto, sia stabili che a termine, al netto degli interinali. Sono quindi comprese le assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale.

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Fra i servizi, i saldi, anch'essi tutti negativi, saranno compresi fra il -3,9% del turismo e ristorazione e della sanità e assistenza sociale e il -0,4% dei servizi avanzati alle imprese. Figura 4 – Variazioni occupazionali3 previste

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013 Figura 5 – Variazioni occupazionali previste in provincia per attività economica, 2013

Indu

stria

Serv

izi

-0,4%

-1,2%

-1,7%

-3,5%

-4,1%

-6,8%

Industrie dei metalli

Public utilities

Industrie metalmeccaniche

Ind. tessili e dell'abbigliamento

Altre industrie

Costruzioni

-0,4%

-1,0%

-1,5%

-1,7%

-3,2%

-3,6%

-3,9%

-3,9%

Servizi avanzati alle imprese

Altri servizi

Servizi operativi

Trasporti e logistica

Commercio

Tempo libero e altri serv. alle persone

Sanità e assistenza sociale

Turismo e ristorazione

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

3 Le variazioni occupazionali di ogni anno sono calcolate in relazione al numero di lavoratori alle dipendenze delle imprese alla fine dell'anno precedente

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4.3. Le assunzioni programmate

Il calo dell'occupazione dipendente previsto per il 2013 è determinato in parte da un aumento delle "uscite" e in parte da una contrazione delle assunzioni. In provincia di Ancona, rispetto allo scorso anno, queste ultime dovrebbero diminuire del 14% (da 4.710 unità alle attuali 4.060), un calo che risulta più accentuato della media regionale e nazionale (-11% in entrambi i casi). Rispetto al 2009, quando erano state previste quasi 6.540 assunzioni, il calo raggiunge addirittura il -38% (a fronte del -30% in media nella regione e del -28% in Italia). Nella provincia circa il 27% delle assunzioni saranno part-time, quota che risulta in deciso aumento rispetto al 15% di quattro anni prima. Questo andamento rispecchia quello che si rileva a livello nazionale, dove fra il 2009 e il 2013 le assunzioni part-time sono passate dal 20 al 27% circa. Alla riduzione delle assunzioni corrisponde un calo del "tasso di assunzione", che ad Ancona è passato dal 4,2 del 2012 al 3,7% del 2013: percentuale, quest'ultima, inferiore sia alla media regionale sia a quella nazionale. Fra le province marchigiane, Ancona si colloca nell'ultima posizione della classifica relativa al tasso di assunzione, ad oltre 2 punti di distanza da quella di testa (Ascoli Piceno, 6,2%). Figura 6 – Tendenza delle assunzioni previste nella provincia

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013 Figura 7 – Tassi di assunzione4 nelle province della regione, 2013 (%)

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013 4 I tassi di assunzione di ogni anno sono calcolati in relazione al numero di lavoratori alle dipendenze delle imprese alla fine dell'anno precedente.

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Figura 8 – Le imprese della provincia di Ancona che non prevedono assunzioni nel 2013

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

4.4. I problemi di reperimento e l'esperienza richiesta

I bassi livelli della domanda di lavoro e gli alti livelli dell’offerta hanno portato, sia in provincia di Ancona che, più in generale, in tutt'Italia, a una riduzione dei problemi segnalati dalle imprese nel trovare le figure che intendono assumere. Nel 2013 questi problemi interesseranno appena il 9% delle 4.060 assunzioni previste nella provincia (oltre 2 punti in meno della media nazionale); nel 2012 l'analoga quota era pari all'11%. Le difficoltà sono più spesso attribuite a una inadeguata preparazione dei candidati (6% del totale) che non a una scarsità di profili disponibili all'assunzione (3%). Figura 9 – Assunzioni difficili da reperire (% sulle assunzioni totali)

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

attualmente la domanda è in calo/incerta (23%);

le assunzioni dipendono da nuove commesse (5%).

Per le imprese che hanno necessità di personale, gli ostacoli all'assunzione sono soprattutto l'elevato costo del lavoro e l'insufficienza del budget aziendale .

E le imprese della provincia di Ancona che non prevedono assunzioni nel 2013?

I principali motivi per cui le imprese della provincia non intendono assumere sono:

la dimensione attuale dell’organico è adeguata (68%);

5%

o 82%87%

Non prevedonoassunzioni e nonhanno necessitàdi personale

Non prevedonoassunzioni mahanno necessitàdi personale e cisono ostacoliall'assunzione

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Fra i principali settori dell'economia provinciale, le difficoltà di reperimento risultano particolarmente frequenti nella metalmeccanica, dove oltre il 44% dei profili ricercati risulta difficile da trovare. Viceversa, le assunzioni risultano particolarmente agevoli nella sanità e assistenza sociale, nei trasporti e logistica, nel turismo e ristorazione e nei servizi avanzati alle imprese. Così come accadeva negli anni scorsi, anche nel 2013 le imprese si orientano prevalentemente verso candidati in possesso di esperienza specifica. In provincia di Ancona questo requisito interesserà il 61% dei candidati, più nello specifico al 19% dei nuovi assunti verrà richiesta un'esperienza nella professione (contro 21% in media in Italia) e a un ulteriore 42% un'esperienza almeno nel settore in cui opera l'azienda (35% in Italia). Figura 10 – I settori con maggiori difficoltà di reperimento e i motivi, 2013

Quota % delle assunzioni difficili da reperire sulle assunzioni totali di ogni settore. Sono esclusi dall'analisi i settori con meno di 40 assunzioni previste. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013  Figura 11 – I settori che più richiedono esperienza lavorativa specifica, 2013

Quota % delle assunzioni per cui è richiesta esperienza specifica sulle assunzioni totali di ogni settore. Sono esclusi dall'analisi i settori con meno di 40 assunzioni previste. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

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La frequenza con cui le imprese della provincia richiedono una precedente esperienza specifica però varia sensibilmente da settore a settore, con quote sulle assunzioni totali che spaziano tra il 43% nei servizi operativi e il 92% nelle industrie metal meccaniche.

4.5. Le opportunità per i giovani, per le donne e per gli immigrati

Nel 2013 le imprese anconetane "riserveranno" ai giovani con meno di 30 anni il 36% delle assunzioni programmate, nel 15% dei casi ricorreranno a candidati meno giovani e nel 49% dei casi non reputano l'età rilevante. Ripartendo le assunzioni per cui l'età non è un requisito importante fra le due classi di età (con meno di 30 anni e con 30 o più anni), si stima che le opportunità per i giovani potranno raggiungere il 71% delle assunzioni totali. Ciò sembra indicare un aumento delle opportunità per i giovani rispetto allo scorso anno (quando tale quota era pari al 57%). Questo "indice di preferenza" per i giovani è inoltre di circa 15 punti superiore alla media nazionale (che fra il 2012 e il 2013 passa dal 58 al 56%). La propensione ad assumere giovani è nettamente più elevata fra le imprese dei servizi (dove raggiunge il 76% del totale) che non fra quelle dell'industria (58%). Figura 12 – Le opportunità per i giovani "under 30" (% sulle assunzioni totali)

Le opportunità per i giovani comprendono le quote di assunzioni per cui l'età non è considerata rilevante, riproporzionate sulla base delle preferenze indicate in modo esplicito (con meno di 30 anni oppure 30 e più anni). Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013  

Nella provincia risultano invece piuttosto stabili le opportunità per le donne. Tenendo conto delle assunzioni per cui le imprese considerano uomini e donne ugualmente adatti a esercitare la professione e ripartendole in proporzione a quanto espressamente dichiarato, queste risultano pari al 39% del totale (contro il 37% del 2012). Anche a livello nazionale le assunzioni "aperte" al personale femminile si mantengono stabili, e si collocano attorno al 39-40%.

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Figura 13 – Le opportunità per le donne (% sulle assunzioni totali)

Le opportunità per le donne comprendono le quote di assunzioni per cui il genere è ritenuto indifferente, riproporzionate sulla base delle preferenze indicate in modo esplicito (maschi o femmine). Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013   

Il 2013 evidenzia invece un andamento negativo per le assunzioni di lavoratori immigrati. In provincia di Ancona queste si attesteranno attorno alle 410 unità, per una quota sulle assunzioni totali pari a poco più del 10%, quasi 7 punti in meno rispetto al 17% dello scorso anno e inferiore al 15% che si registra in media in Italia. Le quote di lavoratori immigrati diminuiscono sia nell'industria sia nei servizi, attestandosi rispettivamente al 16 e all'8% del totale.  

Figura 14 – Assunzioni di lavoratori immigrati (% sulle assunzioni totali)

I dati fanno riferimento al numero massimo di immigrati di cui si prevede l'assunzione. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

4.6. Le professioni più richieste in provincia

Nel 2013, in provincia di Ancona, le assunzioni di figure high skill, ossia dirigenti, specialisti e tecnici si attesteranno a circa 840 unità, pari a quasi il 21% del totale, quota di 4 punti superiore alla media nazionale. Le assunzioni di figure di livello intermedio saranno 1.900, per una quota pari al 46% del totale (valore analogo a quello medio nazionale). Di queste, circa 350 saranno impiegati (oltre l'8% del totale) e 1.550 saranno figure tipiche del commercio e dei servizi (38%).

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Le restanti 1.320 assunzioni previste riguarderanno figure di profilo più basso, per una quota pari al 33% (37% la media nazionale). Di questo gruppo faranno parte circa 800 figure operaie (il 20% del totale) e 520 figure generiche e non qualificate (13%).

Figura 15 – Assunzioni previste per grande gruppo professionale, 2013

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013 Dal confronto con il 2012 emerge che, ad Ancona, la quota dei profili high skill sulle assunzioni totali programmate è aumentata di oltre 5 punti percentuali, raggiungendo il livello più elevato dal 2009. Un andamento positivo, però un po' meno marcato, si registra anche nella regione (+3 punti circa) e complessivamente in Italia (+2 punti). Nella provincia risultano invece in calo sia la quota delle professioni intermedie (-3 punti) che quella dei profili operai e generici (-2 punti).  

Figura 16 – Tendenza delle assunzioni di profili high-skill (%)

Quote % di dirigenti, specialisti e tecnici sulle assunzioni totali. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013 Guardando più in dettaglio alle professioni richieste dalle imprese anconetane, si rileva che quasi i due terzi delle assunzioni programmate si concentrano su sole sei figure. Nella posizione più alta della classifica, molto distanziate dalle altre, svettano le professioni intermedie tipiche del turismo e della ristorazione, con 1.030 assunzioni. Seguono le professioni tecniche delle attività organizzative, amministrative, finanziarie e commerciali (480 unità), e i profili intermedi del commercio (420 unità). Per tutte queste professioni il personale verrà in prevalenza assunto con un contratto "a termine". Fra le sei professioni maggiormente richieste nella provincia, solo per quelle intermedie del commercio e per gli artigiani e operai specializzati metalmeccanici, installatori e manutentori le imprese anconetane

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segnalano frequenti problemi in fase di reclutamento, che interesseranno, in entrambi i casi, oltre il 17% delle assunzioni. Per contro non sussistono quasi mai problemi nel reperire i profili intermedi tipici del turismo e ristorazione e i conduttori di veicoli e macchinari. Figura 17 – Le professioni più richieste in provincia, 2013

Le professioni corrispondono ai "gruppi" (codici a due cifre) della classificazione delle professioni ISTAT 2011. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

4.7. La formazione e le competenze richieste dalle imprese

Delle 4.060 assunzioni programmate nel 2013 in provincia di Ancona, oltre 470 saranno destinate a laureati, più di 1.490 a diplomati della scuola secondaria superiore, quasi 640 a persone in possesso della qualifica professionale e circa 1.460 a figure per le quali non verrà richiesta una formazione scolastica specifica. Al di là della consistenza delle assunzioni, rispetto al 2012 si registra una riduzione complessiva della richiesta di scolarità (laureati e diplomati nel loro insieme), nonostante l'aumento dell'incidenza di assunzioni di figure high skill.

Assunzionidi cui: difficili

da reperire (%)

1.030

17,3

7,4

81 - Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi

420

2,5

51 - Professioni qualificate nelle attività commerciali

52 - Professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione

74 - Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 180 1,1

Altre professioni 1.400 11,6

Totale 4.060 8,8

480

62 - Artigiani, operai metalmecc.specializzati, install.e manut. attrezz.elettriche e elettron. 180 17,4

370 7,9

33 - Professioni tecniche in attività organizzative, amministrative, finanziarie e commerciali

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Figura 18 – Assunzioni previste per livello di istruzione, 2013

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013  

Mentre, infatti, la quota dei laureati sul totale degli assunti cresce dal 10 al 12%, quella dei diplomati evidenzia una netta contrazione passando dal 49 al 37%. Laureati e diplomati insieme detengono quindi il 48% delle assunzioni programmate nella provincia per il 2013, quota inferiore di cinque punti alla media nazionale e di due punti a quella regionale. Il calo dell'incidenza di laureati e diplomati che si registra ad Ancona si traduce in maggiori “spazi” soprattutto per coloro che hanno conseguito una qualifica professionale, la cui quota sulle assunzioni totali passa dal 6 al 16%, e per chi non ha una formazione scolastica specifica (dal 35 al 36%).  

Figura 19 – Tendenza delle assunzioni di laureati e diplomati (%)

Quota % di laureati e diplomati sulle assunzioni totali Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013  

Oltre alla formazione scolastica, è stato chiesto alle imprese di indicare quali fossero le competenze "aggiuntive" che esse ritengono importanti, oltre a quelle specifiche della professione, al fine di svolgere adeguatamente le mansioni previste. Fra queste, quella che le imprese anconetane considerano più importante quando assumono personale laureato e diplomato è la capacità di lavorare in gruppo, che viene indicata come “molto importante” nel 54% delle assunzioni programmate. Nelle posizioni successive, con un numero di segnalazioni attorno al 44-45% figurano l'abilità nel gestire i rapporti con i clienti e la capacità di lavorare in autonomia. Appaiono invece poco rilevanti le abilità creative e di ideazione, indicate come molto importanti solo nel 14% dei casi, e le capacità direttive e di coordinamento (16%). Queste ultime vengono in genere richieste solo

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alle figure che avranno funzioni dirigenziali, che sono caratterizzate da una bassa rotazione e per le quali le assunzioni previste sono tradizionalmente poco numerose. Figura 20 – Le competenze richieste in provincia ai laureati e diplomati, 2013

Competenze ritenute "molto" importanti: quota sulle assunzioni totali di laureati e diplomati. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

4.8. La formazione effettuata dalle imprese

Nel 2012, così come nell'anno precedente, le imprese di Ancona hanno svolto una diffusa attività di formazione mediante corsi specifici a favore dei propri dipendenti. Tuttavia, presumibilmente per effetto della crisi, la quota di imprese che hanno svolto corsi di formazione ha visto una diminuzione: nel 2012 essa è stata pari al 29%, contro il 38% del 2011. I dipendenti che hanno partecipato a corsi di formazione nel 2012 sono stati, a loro volta, il 29% del totale, quota superiore al 25% che si è osservato in media nella regione e più in linea con il valore medio nazionale (31%). Figura 21 – Imprese che hanno effettuato corsi di formazione per i propri dipendenti (% sul totale delle imprese)

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

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Un'ulteriore modalità formativa delle imprese consiste nell'ospitare tirocinanti e stagisti, in genere giovani che stanno concludendo o hanno appena concluso il percorso di studi. Il tirocinio / stage è però anche uno strumento per selezionare possibili candidati per futuri inserimenti in azienda. Nel 2012 il 16% delle imprese anconetane ha sfruttato questa opportunità (una quota appena superiore alla media della regione e dell'intero Paese), accogliendo per periodi di diversa estensione circa 2.970 stagisti e tirocinanti, in aumento del 5% rispetto al 2011. Figura 22 – Imprese che hanno ospitato tirocinanti o stagisti nel 2012 (% sul totale delle imprese)

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013

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Nota metodologica: I dati qui presentati derivano dall’indagine annuale Excelsior realizzata da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro. La presente edizione ha riguardato un campione di oltre 94.000 imprese, rappresentative dell’universo delle imprese private dell'industria e dei servizi con almeno un dipendente in media nel 2010. Tale universo è desunto dal Registro Imprese, integrato con i dati di altre fonti (in particolare INPS e ISTAT). Non sono oggetto di rilevazione imprese che hanno iniziato ad avere dipendenti successivamente, salvo nel caso di un limitato numero di imprese di significativa dimensione che è stato possibile inserire nelle liste di indagine. La frazione sondata è risultata pari al 6,0% per le imprese da 1 a 49 dipendenti e al 41,9% per le imprese da 50 a 99 dipendenti, mentre per le imprese con almeno 100 dipendenti tale valore è risultato pari al 59,3% in termini di imprese e al 64,1% in termini di numero di dipendenti. Le interviste da cui sono tratte le previsioni per l’anno 2013 sono state realizzate tra il 28 gennaio e il 23 maggio 2013, utilizzando tecnica CATI per le imprese sino a 250 dipendenti e compilazione diretta, in parte con modalità CAWI, per le imprese di maggiori dimensioni. Il riporto all’universo è effettuato considerando quale unità di riporto l’impresa - o la singola unità provinciale nel caso di imprese localizzate in più province - ciascuna di esse ponderata con il rispettivo numero di dipendenti. I risultati dell’indagine sono disponibili a livello provinciale e regionale secondo un numero variabile di settori economici, ottenuti quale accorpamento di codici di attività economica della classificazione ATECO2007 e rivisti in funzione dell’ottenimento dei livelli di significatività predefiniti. Si precisa che per le imprese plurilocalizzate la classe dimensionale è sempre riferita all'impresa nel suo complesso. Le professioni e i gruppi professionali presentati fanno riferimento alla classificazione delle professioni ISTAT 2011. Excelsior Informa è realizzato nell’ambito del Sistema Informativo Excelsior, promosso da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. La redazione dei bollettini Excelsior Informa è a cura di un gruppo di ricerca congiunto del Centro Studi Unioncamere e di Gruppo CLAS, coordinato da Domenico Mauriello e Pietro Aimetti. Al gruppo di lavoro hanno partecipato: Unioncamere: Sabrina Catalano, Ilaria Cingottini, Fabio Di Sebastiano, Anna Mattiello, Marco Pini, Lamberto Ravagli, Stefano Scaccabarozzi. Gruppo CLAS: Mariuccia Azzali, Luigi Benigni, Marco Bertoletti, Elisa Bianchi, Davide Biffi, Franco Bitetti, Cecilia Corrado, Andrea Gianni, Gianni Menicatti, Dario Musolino, Bruno Paccagnella, Davide Pedesini, Enrico Quaini, Monica Redaelli, Marcello Spreafico, Paola Zito. Per approfondimenti si consulti il sito: http://excelsior.unioncamere.net