I nostri preti: don Cesare - parrocchiadialbizzate.it · alle porte di Milano. Come accaduto nel...

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I nostri preti: don Cesare Umili e poveri al Tuo servizio E’ il parroco della nostra Comunità Pastorale con l’esperienza più lunga e, da 23 anni a que- sta parte, è il parroco di Quinzano. Presenza discreta ma sempre molto attiva all’interno della comunità, don Cesare Villa nasce a Triug- gio l’11 gennaio di 82 anni fa in una famiglia contadina. Primo di sei fratelli sin da bambino si divide tra la scuola e il lavoro della terra e proprio negli anni dell’istruzione inizia a sentire la chiamata sacerdotale. Il suo parroco infatti si interessa di lui e alla fine del ciclo elementare gli propone di continuare gli studi in seminario, proposta che verrà accettata di buon grado e così, a 11 anni, Cesare prende la veste di chie- rico. La trafila del seminario è simile a quella odierna: i primi anni a Seveso e poi il trasferi- mento a Vene- g o n o ; particolarmente si- gnificativi sono i periodi estivi in cui il seminarista Ce- sare passa molto tempo a prendersi cura dei ragazzi nei collegi, rima- nendo sempre af- fascinato da queste esperienze che giudica molto significative. È il 1955 l’anno in cui don Cesare viene ordinato prete e la prima messa la celebra natural- mente a casa sua, a Triuggio, presso la Villa S. Cuore, luogo che, tra l’al- tro, ha ospitato santi e intellettuali a partire dal 16° secolo. I preti ordinati quell’anno sono molti e così la Diocesi decide di rimandare l’asse- gnazione della parrocchia per alcuni di questi (vista anche la riforma degli studi seminariali che sarebbe stata attuata dall’anno succes- sivo) e così don Cesare rimane “senza terra” e decide di accasarsi a Saronno. I primi mesi da prete sono dunque passati a peregrinare per il saronnese senza avere una tappa fissa anche se importante rimane quella milanese, in loca- lità Porto di Mare, in cui viene a contatto con dei sacerdoti che si occupano delle Acli. E pro- prio il mondo del lavoro è la passione di don Cesare che sin da giovane si interessa a que- sto argomento abbastanza scottante allora come oggi. Non è ancora terminato l’anno 1955 quando arriva la comunicazione della prima de- stinazione: Cuggiono, come coadiutore. Il caso vuole che don Cesare vada a sostituire don Giuseppe Albeni, prete attivo durante la Resi- stenza e ricordato anche per la sua vena arti- stica, che veniva trasferito ad Albizzate. Per 11 anni don Cesare si occupa dell’Oratorio ma- schile della cittadina milanese mentre per altri 11 anni, sempre a Cuggiono, è attivo diretta- mente in parrocchia. Ma oltre alle questioni re- lative alla vita della comunità cuggionese don Cesare è impegnato nella pastorale del lavoro, non solo a livello parrocchiale quanto a livello di zona. Questa sua propensione alle atten- zione dei lavoratori lo porta ad essere nominato come parroco a Castelletto (frazione di Cug- giono) per poter così sviluppare in maniera ancor più completa il suo impegno sociale. Cor- reva l’anno 1988 quando don Cesare deve la- sciare le rive del Ticino per approdare a Sesto San Giovanni, città dell’hinterland milanese che si stava sviluppando come un grande quartiere e da sempre con una vocazione industriale. I due anni sestesi vedono don Cesare impe- gnarsi nella costruzione di una comunità par- rocchiale e oratoriale che mancava nella città alle porte di Milano. Come accaduto nel ’55 anche il 1990 è un anno in cui don Cesare “ri- mane a piedi” e così trova rifugio presso i padri barnabiti che lo accolgono fino alla comunica- zione della successiva destinazione, Quinzano. Gli anni ’90 vedono ogni parrocchia della no- stra odierna Comunità Pastorale assegnata ad un prete, solo nel 1999 Menzago si ritrova ad essere vacante e ad essere ereditata proprio da don Cesare. Risale agli anni successivi l’ac- 18

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I nostri preti: don Cesare

Umili e poveri al Tuo servizio

E’ il parroco della nostra Comunità Pastoralecon l’esperienza più lunga e, da 23 anni a que-sta parte, è il parroco di Quinzano. Presenzadiscreta ma sempre molto attiva all’internodella comunità, don Cesare Villa nasce a Triug-gio l’11 gennaio di 82 anni fa in una famigliacontadina. Primo di sei fratelli sin da bambinosi divide tra la scuola e il lavoro della terra eproprio negli anni dell’istruzione inizia a sentirela chiamata sacerdotale. Il suo parroco infatti siinteressa di lui e alla fine del ciclo elementaregli propone di continuare gli studi in seminario,proposta che verrà accettata di buon grado ecosì, a 11 anni, Cesare prende la veste di chie-rico. La trafila del seminario è simile a quellaodierna: i primi anni a Seveso e poi il trasferi-

mento a Vene-g o n o ;particolarmente si-gnificativi sono iperiodi estivi in cuiil seminarista Ce-sare passa moltotempo a prendersicura dei ragazzinei collegi, rima-nendo sempre af-fascinato daqueste esperienzeche giudica moltosignificative. È il1955 l’anno in cuidon Cesare vieneordinato prete e laprima messa lacelebra natural-mente a casa sua,a Triuggio, pressola Villa S. Cuore,luogo che, tra l’al-

tro, ha ospitato santi e intellettuali a partire dal16° secolo. I preti ordinati quell’anno sono moltie così la Diocesi decide di rimandare l’asse-gnazione della parrocchia per alcuni di questi(vista anche la riforma degli studi seminarialiche sarebbe stata attuata dall’anno succes-

sivo) e così don Cesare rimane “senza terra” edecide di accasarsi a Saronno. I primi mesi daprete sono dunque passati a peregrinare per ilsaronnese senza avere una tappa fissa anchese importante rimane quella milanese, in loca-lità Porto di Mare, in cui viene a contatto condei sacerdoti che si occupano delle Acli. E pro-prio il mondo del lavoro è la passione di donCesare che sin da giovane si interessa a que-sto argomento abbastanza scottante alloracome oggi. Non è ancora terminato l’anno 1955quando arriva la comunicazione della prima de-stinazione: Cuggiono, come coadiutore. Il casovuole che don Cesare vada a sostituire donGiuseppe Albeni, prete attivo durante la Resi-stenza e ricordato anche per la sua vena arti-stica, che veniva trasferito ad Albizzate. Per 11anni don Cesare si occupa dell’Oratorio ma-schile della cittadina milanese mentre per altri11 anni, sempre a Cuggiono, è attivo diretta-mente in parrocchia. Ma oltre alle questioni re-lative alla vita della comunità cuggionese donCesare è impegnato nella pastorale del lavoro,non solo a livello parrocchiale quanto a livellodi zona. Questa sua propensione alle atten-zione dei lavoratori lo porta ad essere nominatocome parroco a Castelletto (frazione di Cug-giono) per poter così sviluppare in manieraancor più completa il suo impegno sociale. Cor-reva l’anno 1988 quando don Cesare deve la-sciare le rive del Ticino per approdare a SestoSan Giovanni, città dell’hinterland milanese chesi stava sviluppando come un grande quartieree da sempre con una vocazione industriale. Idue anni sestesi vedono don Cesare impe-gnarsi nella costruzione di una comunità par-rocchiale e oratoriale che mancava nella cittàalle porte di Milano. Come accaduto nel ’55anche il 1990 è un anno in cui don Cesare “ri-mane a piedi” e così trova rifugio presso i padribarnabiti che lo accolgono fino alla comunica-zione della successiva destinazione, Quinzano.Gli anni ’90 vedono ogni parrocchia della no-stra odierna Comunità Pastorale assegnata adun prete, solo nel 1999 Menzago si ritrova adessere vacante e ad essere ereditata proprioda don Cesare. Risale agli anni successivi l’ac-

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Dalla chiesa

corpamento di tutte le parrocchie del comunedi Sumirago fino al 2007 anno di fondazionedella Comunità Pastorale San Benedetto. Nel nostro dialogo con don Cesare non ab-biamo solo parlato della sua vita ma abbiamoriscoperto e riflettuto su una società ormai d’al-tri tempi attanagliata da molti problemi, in par-ticolar modo sociali. Emblematica è dunqueuna delle frasi che ha accompagnato don Ce-sare sin dai tempi del seminario: “Possiamo es-sere tanto umili e poveri per essere utili al tuoservizio?”

Intervista realizzata da Federico

La Comunità apre il cuore alla solidarietà

La Caritas Parrocchiale di Albizzate nel tra-scorso Anno 2013 ha direttamente toccato ilperdurare della crisi economica che anche nelnostro paese continua a determinare situazionidi difficoltà crescenti per molte famiglie, acausa della perdita del lavoro, nel far frontealle prime necessità, come al pagamento deiservizi di luce e gas, o del mutuo e dell’ affittoper l’ abitazione.Ringraziando la Divina Provvidenza e la gene-rosità di tutti la Caritas Parrocchiale di Albiz-zate ha potuto disporre di 2.515 Euro diEntrate, a fronte di 2.905 Euro di Spese, per l’

assistenza a circa 25 famiglie qui residenti sta-bilmente, a cui si sono aggiunte altre personedi passaggio.Papa Francesco, nell’ esortazione apostolica“Evangeli Gaudium” sottolinea che : “La parolaSolidarietà si è un po’ logorata e a volte la siinterpreta male, ma indica molto più di qualcheatto sporadico di generosità (Eg 188), E poi ilPapa aggiunge: “ Si tratta di creare una nuovamentalità” che pensi in maniera ”comunitaria”la solidarietà come decisione di restituire al po-vero quello che gli corrisponde. “(Eg 189).Nella criticità perdurante dell’anno 2014, la Ca-ritas Parrocchiale, vuole promuovere un Pro-getto solidale per valorizzare le potenzialitàdella comunità tutta ed in particolar modo dellefamiglie, per costruire rapporti di prossimità edaiuto fraterno.L’iniziativa si articola in più azioni:- Sostegno economico attraverso un contributomensile di 5/10 euro per un periodo di 6/12mesi;- Acquisto di generi alimentari, detersivi o altro,utili alla vita quotidiana;- Altri servizi di Volontariato: Centro di ascolto,Doposcuola, Scuola di italiano, Guardaroba…La Scheda di adesione alle proposte è dispo-nibile presso le chiese di Albizzate e Valdarnoe va compilata e consegnata agli Operatori delCentro di Ascolto (Lunedì o Giovedì dalle 14,30alle 16,00 - tel. 339/2564159), ai referenti deiGruppi famigliari o alla Segreteria Parrocchiale

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Dalla Caritas

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