I N C O O P E R A T I V A - arcab.it · Presidente renzo vanzo Cooperativa Coop Casa Chivasso via...

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PERIODICO DI INFORMAZIONE E CULTURA DELL’ABITARE IN COOPERATIVA PUBBLICAZIONE QUADRIMESTRALE ANNO XV - NUMERO 42 - POSTE ITALIANE SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% - D.R.T. - D.C.B. - TORINO NR. 2/2013 ABITARE numero 42 GLI SCENARI FUTURI DEL PARCO DORA DI TORINO LA DIOCESI DI TORINO, L’OPERA BAROLO E LA DI VITTORIO INSIEME PER LHOUSING SOCIALE I 50 ANNI DELLA MUSETTA: ADESSO LOBIETTIVO è LA CLASSE A L’ULTIMO PROGETTO DELLA UNI-C.A.P.I., AD ALESSANDRIA I N C O O P E R A T I V A

Transcript of I N C O O P E R A T I V A - arcab.it · Presidente renzo vanzo Cooperativa Coop Casa Chivasso via...

Periodico di informazione e cultura dell’abitare in cooPerativa

Pubblicazione QuadrimeStrale anno Xv - numero 42 - PoSte italiane SPedizione in abbonamento PoStale 70% - d.r.t. - d.c.b. - torino nr. 2/2013

ABITARE numero

42

Gli scenari futuri del Parco dora di torino

la diocesi di torino, l’oPera Barolo e la di Vittorio insieme Per l’housinG sociale

i 50 anni della musetta: adesso l’oBiettiVo è la classe a

l’ultimo ProGetto della uni-c.a.P.i., ad alessandria

I N C O O P E R A T I V A

3 Editoriale

4 GliscenarifuturidelParcoDoradiTorino

6 LaFondazioneMonacoconsegnaleBorsedistudiodel2011-2012

7 UnprogettodihousingsocialeuniscelaChiesaelaDiVittorio

8 I50annidellaMusetta:adessol’obiettivoèlaclasseA

10 L’UNI-C.A.P.I.siconcentrasullaqualificazioneenergetico-ambientale

12 L’EdificatriceUnofailpuntodellasituazionesupresenteepassato

13 L’EdificatriceUnocompletalaquartatorre,aVercelli

14 IlCantonVernone,nuovoprogettodellecooperativeClarae13febbraio

15 Acasaassistenzaunnuovoservizioperlefamiglie

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Presidente: Pasquale CifaniVice Presidente: Roberto Zepparomeo bevilacqua, Giulio blanc, rinalda borra,Giuseppe calandra, rosanna capella, mario cravetta, oronzo de Padova, Generoso de Serio, maurizio fantucci, Giuseppe fortino, erica Gamba, Pietro Ghio, egidio Giannico, domenico iannello, francesco iaquinta, euplio iula, adriana maletta, ettore matinata, Guido matinata, alma memic , Graziella mercuri, alessandra monaco, diego Querio, massimo rizzo, claudio ronca, francesca Sassi, Giuseppe totaro, alessandra trotta , renzo vanzo.

redazione: presso legacoop abitanti Piemonte via Perrone, 3 - torino - tel. 011 5185149

anno 15 - n° 42 Pubblic. quadrim. Settembre 2013 reg. trib. di torino n. 5302 del 27/08/1999

direttore responsabile: laura cardia

capo redattore: Generoso de Serio

redazione: Pasquale cifani, irene fortino, egidio Giannico, domenico iannello, francesco iaquinta, ettore matinata, massimo rizzo, francesca Sassi, roberto zeppa.

Proprietà: legacoop abitanti Piemonte

Grafica: Jabé srl - torino

Stampa: marcograf - venaria (to)

tiratura: 10.000 copie

ABITAREI N C O O P E R A T I V A

Questo numero di abitare in cooperativa chiude, per andare

in tipografia, pochi giorni dopo l’abolizione della prima rata

dell’IMU (l’eliminazione della seconda rata dovrà essere oggetto

di successivo provvedimento legislativo). Mi dà così il tempo

di offrirvi le prime riflessioni dopo la decisione del Governo.

Non posso nascondere la soddisfazione perché è stata fatta

finalmente giustizia: le case in cui vivono i soci assegnatari

delle cooperative indivise sono state equiparate alla prima casa

di chi è proprietario. Considerare la casa principale dei nostri

soci come una seconda casa era un’ingiustizia così palese

che ha mobilitato il movimento cooperativo per mesi. Grazie

all’azione di Legacoop, agli eventi e agli incontri organizzati dalle

associazioni cooperative, la politica ha eliminato un’ingiustizia.

Mi preme evidenziare che qualunque tassazione sul patrimonio

immobiliare non può prescindere da una riforma del catasto,

se intende essere giusta. Ci sono case signorili di quartieri

residenziali come la Crocetta o la collina di Torino che per il

catasto risultano essere meno prestigiose di case di nuova

costruzione come Spina 3, con il risultato che i nostri soci

rischiano di pagare più delle famiglie agiate che abitano in altre

zone della città. La riforma deve valutare le case per il numero di

metri quadrati e non di vani, perché un appartamento degli anni

50 ha dimensioni maggiori, a parità di vani , di un appartamento

costruito negli ultimi anni.

Rimane il fatto che la casa continua a essere un po’ l’ultima ruota

del carro, nonostante sia, con il lavoro, elemento essenziale per

qualunque progetto di vita. Da troppi anni manca un progetto

politico che la riguarda e il risultato si vede, nell’impossibilità di

molti cittadini di avere una casa alla portata delle proprie risorse

economiche.

Non vale ripetersi tutte le volte che l’edilizia è un volano per

l’economia, per la capacità di moltiplicare e attrarre investimenti,

se poi non esistono politiche coerenti per lo sviluppo del settore.

Politiche che in questo momento così drammatico per il nostro

Paese, sarebbero un volano che potrebbe dare una piccola

spinta alla ripresa economica.

Non è però un problema solo nazionale. Che la casa sia l’ultima

ruota del carro, nei pensieri di programmazione economica e

politica dei nostri dirigenti, lo possiamo vedere anche a livello

locale. Per esempio, la Regione Piemonte ha ricevuto circa 600

milioni di euro da destinare alle politiche per la casa. Il piano

casa “10.000 alloggi entro il 2012”, prevedeva tre bienni per la

programmazione di edilizia sociale e di questi è stato sospeso

il terzo. Parte delle somme ricevute dalla Regione per le sue

politiche per la casa è stata destinata ad altri settori. Non solo

Sull’IMU il Governo rende giustizia alle cooperative indivise

non ci sono nuove risorse, ma quelle esistenti vengono

distratte per altre necessità.

è comprensibile che in un momento di così grande difficoltà

per il nostro territorio del Nord-Ovest, uno dei più colpiti

dalla crisi economica, si preferisca tenere un poliambulatorio

aperto piuttosto che costruire un nuovo edificio da destinare

ad affitti calmierati. Ma dev’essere anche chiaro che se gli

sfratti aumentano, non è perché la gente non ha voglia di

pagare, è perché, se le persone non arrivano a fine mese

causa la cronica perdita del potere di acquisto, devono

scegliere se pagare l’affitto, il mutuo o mangiare.

In questo numero di abitare in cooperativa ci manteniamo,

però, aperti alla speranza e all’ottimismo. A Torino la

Cooperativa Di Vittorio ha appena firmato un’intesa con la

Diocesi e l’Opera Barolo per un intervento di housing sociale,

la dimostrazione di come gli operatori sociali privati stiano

dando, insieme, quelle risposte che il pubblico non riesce più

a dare. Ci sono cooperative, come l’alessandrina UNI-C.A.P.I.,

la novarese Edificatrice Uno o la Clara e la 13 febbraio,

attive nel Torinese e nel Pinerolese, che stanno realizzando

e consegnando i loro nuovi alloggi. La Cooperativa Musetta

ha recentemente festeggiato i primi 50 anni di attività e

in questo numero ripercorre la sua lunga storia, dai primi

progetti realizzati fino alla solidità economica degli ultimi anni

e alla fedeltà dei soci, i cui figli, all’iniziare il proprio progetto

di vita autonoma, scelgono ancora una casa in cooperativa.

A Torino la Fondazione Monaco ha illustrato i risultati parziali

sulla sua ricerca sul futuro del Parco Dora, un parco post-

industriale, unico in Italia, in cui gli spazi residenziali fanno da

corona a una singolare area verde, che conserva suggestive

tracce del passato industriale, lungo la Dora. Il movimento

cooperativo torinese ha contribuito fortemente allo sviluppo

di questo spazio e ne segue l’evoluzione, per contribuire alla

qualità della vita dei nostri soci e, dunque, delle città in cui

vivono.

Pasquale Cifani

Presidente legacoop abitanti Piemonte

PRoVInCIa dI ToRIno

Cooperativa 13 febbraio via San Giuseppe, 21 Pinerolo (to)Tel 0121 374995 • e.mail: [email protected] Presidente Giulio blanc

Cooperativa Clara via roma, 7 caselle (to)Tel 011 9913671 • e.mail: [email protected] renzo vanzo

Cooperativa Coop Casa Chivasso via torino, 86 chivasso (to)Tel 011 91727801 • e.mail: [email protected] romeo bevilacqua

Cooperativa Giuseppe di Vittorio via Perrone, 3 torinoTel 011 5648666 • e.mail: [email protected] massimo rizzo

Cooperativa La Popolare via rubattera, 10 bussoleno (to)Tel 0122 49279 • e.mail: [email protected] Pacifico trabucchi

Cooperativa Musetta via Perrone, 3 torinoTel 011 4055179 • e.mail: [email protected] Giuseppe fortino

Cooperativa Primo Maggio via San Giuseppe, 21 Pinerolo (to)Tel 0121 374276 • e.mail: [email protected] Sassi

Cooperativa San Pancrazio via Perrone, 3 torinoTel 011 5654444 • e.mail: [email protected] Pasquale cifani

Cooperativa Unità operaia alto Canavese viale dei mille, 13 cuorgnè (to)Tel 0124 650498 • e.mail: [email protected] domenico iannello

PRoVInCIa dI aLeSSandRIa

Cooperativa Uni C.a.P.I. via urbano rattazzi, 11 alessandriaTel 0131 43141• e.mail: [email protected] roberto zeppa

PRoVInCIa dI CUneo

Cooperativa Coefers via mondovì, 2 cuneoTel 0171 696362 • e.mail: [email protected] Salvatore di brigida

Cooperativa Flavia via fossano, 6 cuneo Tel 0171 695070 • e.mail: [email protected] Pietro Ghio

Cooperativa Marilena corso Giolitti, 2 cuneoTel 0171 699070 • e.mail: [email protected] rinalda borra

Cooperativa La Lavoratori via Ghione, 5 Savigliano (cn)Tel 0172 21604 • e.mail: [email protected] Guido matinata

Cooperativa La Quercia via Ghione, 5 Savigliano (cn)Tel 0172 22668 • e.mail: [email protected] francesco matinata

PRoVInCIa dI noVaRa

Cooperativa edificatrice Uno via XXiii marzo, 21 novaraTel 0321 399326 • e.mail: [email protected] francesco iaquinta

Cooperativa edilcooper via XXiii marzo, 21 novaraTel 0321 399326 • e.mail: [email protected] francesco iaquinta

PRoVInCIa dI VeRbanIa

Cooperativa edificatrice Tre via olanda, 35/b Pallanza (vb)Tel 0323 53435 • e.mail: [email protected] Giuseppe calandra

Cooperativa Pallanza via olanda, 35/b Pallanza (vb)Tel 0323 404628 • e.mail: [email protected] Giuseppe calandra

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La Fondazione Antonino Monaco: cultura, sport, turismo e tecnologia possibili vocazioni dell’area. Nata anche grazie alle cooperative

la fondazione monaco scommette sui più giovani

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i possibili scenari futuri del Parco dora di Torino, tra pubblico e privato

La tettoia dello strippaggio dell’ex stabilimento Vitali, nuovo spazio per eventi sportivi e culturali

è un Parco che non ha uguali in italia sia per la sua

genesi che per il suo possibile uso.

cosa fare di questo spazio grandioso e, soprattutto,

come gestire la sua manutenzione, quando sarà

completato, con lo scoperchiamento della dora,

l’inaugurazione dell’area michelin, tra il complesso

dell’ipercoop e il fiume, e il completamento dell’area

tra corso mortara e il Passante ferroviario? non sono

domande da poco, considerate le sue dimensioni,

i costi di una manutenzione che è molto diversa da

quella di un parco tradizionale (basti pensare alla tettoia

dell’area vitali o ai giochi acquatici dell’area ingest) e le

poche risorse a disposizione delle casse pubbliche.

la fondazione antonino monaco, con il contributo della

compagnia di San Paolo, sta realizzando una ricerca,

per stabilire gli scenari possibili per il futuro del Parco. i

risultati parziali sono stati presentati il 26 giugno, nella

sede della fondazione, all’ultimo piano della torre

monaco di corso mortara, da cui si godono splendide

viste sia sul Parco dora che su torino. “Sono state

realizzate una serie di interviste ai principali operatori

pubblici e privati, per raccogliere le loro idee e visioni sul

Parco” hanno spiegato federico Guiati della fondazione

antonino monaco e davide bazzini del comitato Parco

dora, che hanno presentato la ricerca “in questo modo

si sono costruite le prime mappe vocazionali per il

futuro del Parco”.

un futuro in cui pubblico e privato dovranno collaborare,

utilizzando le potenzialità di uno spazio pronto a

diventare anche un’attrazione turistica cittadina, non

essendoci niente del genere in nessun’altra città italiana.

lo hanno ribadito sia il direttore del comitato Parco dora

carlo massucco nel suo saluto, che Pasquale cifani,

il presidente di legacoop Piemonte abitanti. “il Parco

dora è una grande scommessa di torino. rispetto agli

altri Parchi cittadini occupa una posizione privilegiata: è

quasi in centro, mentre la Pellerina e la colletta sono

in aree periferiche e il valentino si protende verso

Un parco post-indUstriale Unico in italia

Quasi arrivati al termine i lavori di realizzazione del Parco dora, è ora

di chiedersi quale destinazione d’uso e quale vocazione per questo

magnifico spazio, unico in italia. nel cuore di torino, lungo le rive

della dora, è il primo Parco post-industriale d’italia, un esperimento

unico nel nostro Paese. dove adesso sorgono impianti sportivi,

alberi e prati, sorgevano, fino a pochi decenni fa, gli stabilimenti

dell’industria pesante torinese. Poi le grandi fabbriche sono state

dismesse e a torino sono rimasti quasi un milione di metri quadrati,

un grande buco tra piazza Statuto e madonna di campagna, con

in mezzo la dora.

un concorso internazionale, vinto dal paesaggista tedesco, Peter

latz ha reinventato la storia di quest’area, con grandi spazi verdi

contornati dalle nuove aree residenziali di Spina 3. alla realizzazione

di queste ultime ha contribuito anche il movimento cooperativo

torinese, che ha costruito parte delle isole del Parco e dell’ex

villaggio olimpico per i media di corso mortara, e che contribuisce

alla vita economica con il centro commerciale Parco dora, in cui si

trova un ipercoop.

nelle aree verdi gli alberi e i prati si alternano ai ricordi industriali:

la tettoia dello strippaggio dell’ex stabilimento vitali delle fierriere

fiat dà oggi copertura a una serie di strutture sportive, mentre le

colonne di acciaio che sostenevano l’edificio scandiscono oggi

un’area a giardino dal sapore nettamente post-industriale.

il Po e verso la collina. Quindi è un Parco che ha sì

una funzione di prossimità, cioè di spazio utilizzato dai

residenti per il tempo libero, ma può anche diventare

una risorsa turistica della città, grazie alla sua unicità, alle

sue atmosfere post-industriali e alle offerte culturali e

sportive che saprà presentare” commenta cifani.

la ricerca della fondazione monaco evidenzia le

numerose possibili vocazioni: vista la posizione

geografica, cerniera tra il nord e il sud di torino e tra

la cintura est e l’ovest, potrebbe diventare un vero

e proprio ponte per la mobilità, soprattutto ciclabile,

se dotato delle infrastrutture adatte; è uno spazio che

potrebbe diventare un punto di aggregazione giovanile,

viste le strutture sportive di cui è dotato, intorno alle

quali potrebbero essere realizzate numerose attività;

potrebbe trasformarsi in uno dei centri più importanti

dell’offerta culturale cittadina, con l’organizzazione

di concerti musicali, festival, campionati; grazie ai

parcheggi dei vicini centri commerciali può essere

un punto di richiamo per le attività economiche; visti

gli spazi, potrebbe diventare un’ottima location per

le sperimentazioni tecnologiche, a cominciare dal

wifi gratuito (è già dotato di lampioni intelligenti, con

telecamera incorporata, che vegliano sulla sicurezza

dei fruitori).

Guiati e bazzini hanno sottolineato come anche

all’interno dello stesso Parco si possono individuare

vocazioni differenti: l’area vitali, grazie alla tettoia, può

diventare uno spazio per le manifestazioni culturali e

sportive a pagamento; l’area michelin, con l’adiacente

museo dell’ambiente e l’accesso diretto alla dora,

si presterebbe al loisir domenicale delle famiglie,

il lotto ingest, con il suo hortus conclusus e i suoi

giardini manifesta un’inclinazione verso il vivaismo

e la floricultura, con tutti gli annessi, l’area valdocco nord, a

ridosso del Passante ferroviario, sembrerebbe dirigersi verso

funzioni di passaggio, magari con la costruzione di piste ciclabili

e percorsi ad hoc.

insomma, le potenzialità per lo sfruttamento del Parco dora

non mancano. Perché di una cosa tutti sono convinti: un Parco

così grande, così diverso, così unico, deve trovare la forza e le

risorse per la sua manutenzione e per la sua fruizione.

“Siamo ovviamente molto interessati all’evoluzione di

quest’area, sia come torinesi sia come cooperative, che

hanno contribuito al suo sviluppo” commenta cifani, che

vagheggia già una grande area verde “dalla Pellerina fino

alla confluenza tra la dora e il Po, attraverso percorsi ciclabili,

con lo spostamento dell’ospedale amedeo di Savoia, e con

il Parco dora al centro, grazie alla sua posizione privilegiata”.

ma quando le cooperative San Pancrazio e di vittorio hanno

iniziato a costruire i loro alloggi in Spina 3, erano consapevoli

delle grandi potenzialità del Parco dora, ancora da costruire?

cifani è onesto al riconoscere che “quando si costruisce

si vorrebbe realizzare case basse e con ampie aree private,

in modo che i soci si sentano più allettati all’acquisto e al

trasferimento. Spina 3 proponeva una sfida nuova a torino e

in italia, una zona tutta da inventare, sia per vocazione che per

destinazione d’uso. una proposta allettante per noi, anche se

l’idea di zone residenziali a sviluppo verticale per lasciare spazio

al Parco, ancora tutto da vedere, non sembrava potesse essere

la miglior proposta da presentare ai soci”. e adesso che Parco

dora è in larga parte fruibile e che è molto frequentato anche

dalle famiglie dei soci che si sono nel frattempo trasferite,

cifani lo considera “una scommessa che torino deve vincere,

per questo ci interessano il suo futuro e il modo in cui la città

intende gestirlo e valorizzarlo”.

Laura Cardia

Il Parco Dora visto dalla Fondazione Monaco: a sinistra la piazza alberata con le Isole del Parco, a destra la collina del lotto Michelin

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nell’ambito del pomeriggio dedicato al futuro del Parco dora (vedi

pag. 4), la fondazione antonino monaco ha consegnato le borse di

studio ai figli dei soci delle cooperative di vittorio e San Pancrazio,

che si sono particolarmente distinti nel loro percorso scolastico e

universitario nell’anno scolastico e accademico 2011-2012. “abbiamo

scelto di unire questi due eventi perché ci è sembrato un bel segnale

di speranza e di futuro: il Parco dora sta cambiando la qualità della

vita di un quartiere e potrebbe arrivare a offrire nuove opportunità

alla città, i ragazzi si stanno preparando, con uno strumento

fondamentale come lo studio, a una vita migliore di cittadini e lo

fanno studiando con profitto” ha spiegato Pasquale cifani.

le borse di studio sono di 1000 euro per gli studenti che hanno

ottenuto un diploma di Scuola Superiore e di 1500 euro per chi

sta frequentando con profitto l’università, in regola con gli esami.

i criteri per l’assegnazione delle borse di studio premiano i ragazzi

appartenenti a famiglie dalle risorse economiche limitate e che, però,

studiano con passione e con profitto.

Quest’anno sono state assegnate una ventina di borse di studio:

otto sono andate ai giovani che hanno ottenuto la licenza media

con votazione superiore agli 8/10 e che hanno completato gli studi

superiori, con votazioni superiori agli 80/100. alcuni dei diplomati

premiati frequentano già l’università. e tutti hanno scelto facoltà

impegnative e importanti: medicina, matematica, ingegneria.

come gli 11 universitari che hanno ottenuto le borse di studio

di continuità: economia aziendale, accademia delle belle arti,

ingegneria (in molte delle sue specializzazioni, edile, aerospaziale, 6

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E 19 stUdenti premiati

I giovani frequentano con profitto l’Università o hanno terminato con alta votazione gli studi di scuola media e superiore

La Fondazione Monaco consegna le borse di studio del 2011-2012

informatica…), diritto. tutte facoltà complesse, che

però non li hanno intimoriti: per alcuni di loro la laurea

è ormai un traguardo che si avvicina.

a consegnare le borse di studio, come è tradizione,

è stata chiamata la famiglia monaco. “Per noi

questa cerimonia è sempre un momento di grande

emozione” dice alessandra monaco, la figlia di

antonino, ad Abitare in Cooperativa “mio padre ha

sempre creduto nell’uguaglianza delle condizioni di

partenza e ha sempre fatto in modo che anche le

persone con meno possibilità economiche avessero

delle opportunità. la casa e gli studi sono il primo

mezzo per poter migliorare le condizioni sociali, lui

lo sapeva e ci credeva. ricordarlo con queste borse

di studio è un grande omaggio alla sua personalità e

al suo lavoro, per questo non possiamo mancare in

un giorno come questo. ed è una grande emozione

consegnare queste borse di studio, sapendo quello

che significano per i giovani che hanno il talento per

migliorare le proprie condizioni, ma non le risorse

necessarie”.

Hanno ricevuto le Borse di Studio di continuità: eleonora biasco, daniele bruno, Giada cerbone, Kristian coucourde, Silvia frontino, rossella francesca Garofalo, denise maffione, Katarzyna evelina Pstrag, fabio Paolo rizzo, eugenio Scarpa, dario zaia.

Le Borse di Studio nuove, per l’Anno Scolastico 2011-12 sono state per:luca accollo, daniele castagno, asja cavaluzzo, Halima rakiki, roberta caleca, Giulia fontanazza, francesca Garbolino, igor laudisio.

Un momento della cerimonia di consegna delle borse di studio

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O è il primo accordo del genere in piemonte

Un edificio torinesedell’Opera Barolo sarà ristrutturato e destinatoalle famiglie in difficoltà

Un progetto di housing sociale intensifica la collaborazione tra enti sociali religiosi e la cooperativa G. di vittorio

Da sinistra: Ing. Franco Fiorino Segretario Generale Opera Barolo, Dott. Massimo Rizzo Presidente Coop. Di Vittorio, Mons. Cesare Nosiglia Arcivescovo di Torino, Presidente Opera Barolo, Avv. Luciano Marocco Vice Presidente Opera Barolo, Dott. Francesco Delsedime, Titolare impresa Delsedime SpA, Ing. Alberto Dealessi Consigliere Opera Barolo, Arch. Giorgio Gandione Progettista dell’intervento di ristrutturazione, Don Domenico Cattaneo Consigliere Opera Barolo, Prof. Franco Garelli Consigliere opera Barolo

l’opera barolo e la cooperativa di vittorio, con la regione Piemonte

e il comune di torino, hanno siglato, ad inizio anno, un “Protocollo

d’intesa per la realizzazione di un intervento sperimentale di housing

sociale”; lo scorso 30 luglio è stato firmato, alla presenza dell’arcive-

scovo cesare nosiglia, nella vesti di Presidente dell’opera barolo, e

massimo rizzo, Presidente della cooperativa di vittorio, il contratto

di appalto con l’impresa delsedime Spa per la ristrutturazione di un

edificio situato all’angolo di via cottolengo e via cigna, a torino. Se-

condo gli accordi, l’edificio sarà destinato in parte ad una residenza

collettiva in locazione temporanea, composta da otto alloggi per un

totale di ventuno posti letto, e in parte a una residenza collettiva in

locazione temporanea destinata all’inclusione sociale, composta da

undici unità abitative al secondo piano, per un totale di 23 posti letto,

con in comune due lavanderie/stirerie al primo piano, oltre a un

soggiorno e un sala gioco bimbi al primo piano. Sono previsti anche

locali e spazi destinati a ingresso – portineria, con camera e servizi

per il custode, uno sportello bancario e un poliambulatorio medico. i

servizi sono rivolti ai beneficiari ed anche aperti alla comunità locale.

il progetto è inserito in un più ampio intervento, che prevede la rea-

lizzazione di altri diciotto alloggi.

“e’ uno dei primi interventi di questo tipo nella nostra regione” spie-

ga il presidente di legacoop Piemonte abitanti Pasquale cifani “an-

che per questo l’incubazione dell’accordo è stata piuttosto lunga. ma

adesso che abbiamo firmato l’appalto, abbiamo una dimostrazione

di come i privati che operano nel sociale, tra cui le nostre associate

debbano collaborare in modo più marcato, in un momento di caren-

za di risorse pubbliche, per far si che la loro azione sia più efficace

nel dare risposte ai cittadini in difficoltà. tocca agli operatori sociali

privati definire strategie e sinergie, per aiutare chi è vittima della crisi.

e le nostre associate sono protagoniste credibili, grazie a risorse ed

esperienze acquisite.”

l’accordo per la ristrutturazione di questo edificio e la sua gestione,

in favore delle fasce più disagiate della nostra società, non è il primo

che la cooperativa di vittorio e la diocesi di torino, attraverso le

sue organizzazioni, realizzano. ci sono già il centro ascolto le due

tuniche di corso mortara, che la caritas gestisce in spazi dalla coope-

rativa, c’è il progetto ancora papà, con un appartamento della torre

monaco, dato in comodato dalla cooperativa di vittorio alla caritas,

affinché possano utilizzarlo i padri separati, che non hanno uno spa-

zio in cui incontrare i propri figli. Sono tutti progetti sperimentali, che

costituiscono una sorta di avanguardia nelle nuove alleanze deter-

minate dalla crisi. l’esperienza cattolica e l’esperienza cooperativa di

ispirazione progressista che si incontrano e trovano obiettivi comuni.

“la chiesa e il movimento cooperativo hanno in fondo lo stesso sco-

po, che è aiutare le fasce più indifese della società. e quando si ha un

obiettivo in comune, non importano tanto le storie e la provenienza

culturale, quanto la volontà di risolvere situazioni. entrambi conside-

riamo prioritario l’accesso alla casa per chi è in difficoltà, da questo

obiettivo comune è nata quest’ultima iniziativa comune” commenta

massimo rizzo.

i lavori di ristrutturazione partiranno in autunno e nel 2015 i nuovi

spazi abitativi saranno pronti per la loro nuova destinazione.

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La ricetta di un successo:risparmio energetico, costruzioni in zone già urbanizzate, con presenza di servizi, e attenzione ai costi

la fondazione monaco scommette sui più giovani

una torta con il logo della cooperativa e una candelina ha festeggiato,

al termine della cena sociale celebrata il 24 maggio 2013, i 50 anni

della cooperativa musetta.

Percorrere la storia di questa cooperativa a proprietà divisa è come

una cavalcata in cinque decenni di storia torinese, dalle grandi

emigrazioni meridionali del boom economico degli anni 60, fino al

declino della fiat e alla diversificazione dell’economia torinese.

fondata il 4 febbraio 1963 da un gruppo di ferrovieri, la cooperativa

ha costruito i suoi primi alloggi all’inizio degli anni ‘70, grazie alla

Gescal. e’ stato infatti nel 1971 che i soci, suddivisi in gruppi, ottennero

diversi finanziamenti. il primo edificio importante costruito risale agli

anni 80: “Si chiama musetta 2, lo abbiamo costruito nel comune

di collegno” racconta il presidente Giuseppe fortino “erano anni di

inflazione molto alta, per cui fu necessario coinvolgere i soci non

solo nelle decisioni sulle tipologie costruttive, ma anche sulle scelte

da compiere per contenere le spese, dato che i prezzi aumentavano

anche durante la costruzione. fu rivisto il piano finanziario, vennero

fatte modifiche alle dimensioni degli alloggi, ci fu molta attenzione

nella scelta dei materiali. vennero fatti anche appalti scorporati, che

coinvolsero i soci che erano geometri o architetti. Siamo orgogliosi di

quell’edificio perché, tra le altre cose, è stato uno dei primi a essere

dotato di pannelli solari per l’utilizzo dell’acqua calda sanitaria”.

l’attenzione per i materiali e per il risparmio energetico, iniziata sin da

allora, non è mai venuta meno e, anzi, si è rafforzata con il tempo,

essendo diventata una delle esigenze dei soci. “l’esperienza di questi

50 anni ci ha insegnato che i nostri soci non amano le costruzioni

semi-industriali, infatti la nostra tecnica costruttiva è sempre stata di

tipo tradizionale” spiega fortino “ma, anche se sono tradizionali da

questo punto di vista, i soci sono sempre più sensibili alla difesa

dell’ambiente e questo fa sì che siano particolarmente apprezzati i

progressi della tecnica in materia di risparmio energetico: maggiori

isolamenti, doppi vetri, impianto fotovoltaico, impianto solare termico,

riscaldamento pannelli radianti. tutto questo migliora la qualità

abitativa e ci permette di realizzare edifici in classe energetica “b”;

l’obiettivo per il futuro sarà edificare in classe energetica “a” rimanendo

nella stessa fascia di costo e permettendo ai soci di risparmiare anche

sulle utenze”

in questi 50 anni, al cambiare i costumi e le famiglie, sono cambiate

anche le richieste dei soci per i loro appartamenti. il numero di

componenti delle famiglie si è ridotto, riducendo le dimensioni degli

alloggi, adesso disegnati per nuclei medi di tre/quattro persone.

“c’è anche un aumento di richieste di accesso al credito che, grazie

alla possibilità di accollo del mutuo richiesto dalla cooperativa per

finanziare la costruzione, offre delle ottime condizioni, le stesse

applicate alla società” dice fortino.

l’aumento di richieste di accesso al credito è uno dei sintomi della

crisi economica, che ha colpito particolarmente il torinese. una crisi

che la musetta affronta con scelte coerenti con la propria storia e i

propri valori: “continuiamo a puntare sul risparmio energetico, avendo

come obiettivo la classe a, su costruzioni in zone già urbanizzate e

con disponibilità di servizi, utilizzando aree industriali dismesse o zone

di recupero urbano, senza ricorrere alle zone agricole e ricordando

sempre di porre particolare attenzione ai costi”

Sono scelte che si sono rivelate vincenti, perché in questo modo

si rivolgono alla musetta anche famiglie estranee al movimento

cooperativo, che sono attirate dal rapporto qualità-prezzo e che,

durante la costruzione del loro appartamento, scoprono il vero

significato della cooperazione. 8

a collegno l’ultimo edificio realizzato I 50 anni della Musetta: adesso l’obiettivo è la classe a

anche l’ultimo edificio realizzato dalla musetta, a collegno,

nei pressi della stazione femi, capolinea della linea 1 della

metropolitana torinese, segue questa ricetta illustrata dal

presidente. e’ stato costruito all’interno di un progetto di

riqualificazione urbana e in un’area che offre servizi e vantaggi

come nuove aree verdi, la presenza della metropolitana, che

permette di essere nel centro di torino in pochi minuti, senza

usare l’auto, e l’imminente costruzione di un centro commerciale.

“la risposta positiva dei soci è arrivata in un momento di grande

crisi del nostro settore, permettendoci di continuare l’attività

nonostante le difficoltà” commenta il presidente “ma vorrei

sottolineare come i buoni risultati siano frutto anche delle

sinergie con le altre cooperative di legacoop Piemonte abitanti,

perché operazioni come quelle di collegno, non sarebbero

state possibili da soli. le sinergie nell’acquisto delle aree, nel

sostenimento dei costi di progetti e studi di fattibilità si sono

rivelate politiche vincenti”.

e che la linea sia vincente lo dimostra anche un dato ulteriore: il

30% degli alloggi di quest’ultimo edificio, realizzato a collegno, è

stato venduto ai figli dei soci storici, a una generazione, cioè, che

è cresciuta in case costruite dalla musetta e che evidentemente

si è riconosciuta nei suoi valori e nelle sue proposte

fortino guida la musetta da oltre 15 anni e considera la sua

esperienza positiva, nonostante le difficoltà: “la soddisfazione

maggiore è aver contribuito, nel corso degli anni, a creare una

cooperativa economicamente solida. nel 2012 il risultato a fine

esercizio ha consentito di ripristinare il fondo di riserva legale

indivisibile dell’anno 2007 e riportarlo ai valori presenti prima

della crisi economica”. 9

Giuseppe Fortino e Antonio Fragnelli, presidente e vicepresidente della Musetta, tagliano le torte dei 50 anni della cooperativa

Percorrere la storia della Musetta è come una cavalcata nella storia torinese, dallegrandi emigrazioni alla diversificazione economica

‘ ,

Musetta 2, costruito negli anni 80

L’ultimo edificio costruito, a Collegno, al capolinea della Linea 1 della metropolitana

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Il presidente Roberto Zeppa: Il nostro obiettivo sono abitazioni con standard qualitativi elevati ad un canoni inferiori a quelli di mercato

la fondazione monaco scommette sui più giovani

10 11

L’UnI-C.a.P.I. si concentra sulla qualificazione energetico-ambientale

L’edificio in costruzione nell’area ex Legrand di Alessandria

i lavori di costruzione del complesso da 56 alloggi, che la cooperativa

uni-c.a.P.i. sta realizzando nell’ex area legrand di alessandria, con

risorse proprie, termineranno nell’autunno del 2014. nel mese di

maggio, a soli otto mesi dall’inizio dei lavori, è stato gettato l’ultimo

solaio di copertura. mentre venivano terminate le opere strutturali

veniva avviata la realizzazione del tamponamento perimetrale,

delle tramezzature del piano interrato e dei piani abitabili nonché

la posa degli impianti elettrico e termo-idraulico. “in poco tempo

sono già stati eseguiti molti lavori, ponendo anche molta cura

nei particolari costruttivi al fine di ottenere un prodotto finito di

alta qualità” afferma il direttore dei lavori, l’ingegnere Giuseppe

lombardi “la qualificazione energetico-ambientale nonché la

particolare attenzione al comfort abitativo e la riduzione dei costi

di manutenzione sono stati i fattori che hanno sostanzialmente

influenzato le scelte progettuali”.

considerata la natura limosa del terreno in cui si inseriscono la

strutture interrate del fabbricato, e tenuto conto delle possibili

infiltrazioni dovute anche al ristagno delle acque meteoriche, è

stato realizzato un sistema di impermeabilizzazione del fabbricato.

Per favorire il ciclo naturale dell’acqua, superando la tradizionale

canalizzazione dei deflussi delle acque meteoriche, si è privilegiata la

rimpermeabilizzazione del suolo, con la costruzione di dodici pozzi

perdenti a raccolta delle acque bianche delle coperture e degli spazi

pavimentati del piano terreno, mentre per lo smaltimento delle acque

grigie e nere si è proceduto alla realizzazione di una tradizionale rete

di scarico che defluisce nella rete fognaria comunale.

Sul perimetro esterno della porzione interrata, inoltre, è stata

realizzata una rete drenante ad anello, per ridurre il ristagno delle

acque meteoriche di infiltrazione e consentirne la raccolta ed il

successivo convogliamento verso i pozzi drenanti.

Per quanto riguarda la valorizzazione energetica, si sono scelte

soluzioni in grado di garantire un elevato isolamento termico

dell’involucro, attraverso un “cappotto” a rivestimento delle pareti

verticali e delle superfici orizzontali relative al soffitto del piano

pilotis e all’estradosso del solaio di copertura, realizzato con

uno strato isolante dello spessore di 12 cm, nonché attraverso

la scelta di un sistema serramento-cassonetto ad alte prestazioni

termoacustiche.

Particolare attenzione è stata rivolta all’eliminazione dei cosiddetti

ponti termici quali ad esempio:

56 alloggi in costrUzione ad alessandria

• rivestimento “a cappotto” anche dei pilastri e delle spalle

murarie del piano pilotis;

• rivestimento “a cappotto” sia all’intradosso che all’estradosso

dei solai in corrispondenza delle logge;

• posa di un giunto termoisolante in corrispondenza delle

solette in aggetto dei balconi.

il microclima interno degli alloggi, in grado di caratterizzare le

condizioni di benessere abitativo, è stato valorizzato attraverso

una sinergica combinazione dei seguenti componenti:

• riscaldamento centralizzato con elementi radianti a

pavimento in grado di assicurare una distribuzione

omogenea della temperatura, con conseguente risparmio

energetico e contestuale limitazione delle emissioni di co2

nell’ambiente;

• sistema di ventilazione meccanica centralizzato in grado di

assicurare il necessario ricambio d’aria attraverso la presenza

di bocchette igroregolabili, riducendo così l’umidità relativa

negli ambienti e la possibilità di formazione di muffe;

• realizzazione di una copertura piana ventilata costituita

da un vespaio aerato con elementi tipo “iglù” in grado di

limitare gli effetti negativi del soleggiamento e migliorare,

quindi, il comfort abitativo degli alloggi situati agli ultimi piani.

“La terrazza di copertura si sviluppa come un vero e

proprio tetto tecnologico” conclude l’ingegnere Lombardi

“saranno presenti, infatti, un impianto solare termico per la

produzione di acqua calda sanitaria e la centrale termica in

ognuno dei tre corpi costituenti l’intero complesso edilizio

nonché la predisposizione impiantistica per un eventuale

impianto fotovoltaico”.

l’edificio, che si articola in tre vani scala, ognuno dei quali

serve alloggi di diverse metrature, in modo da soddisfare le

varie esigenze dei soci, è stato progettato, come altri edifici

realizzati dalla cooperativa, dallo studio bocchio & vescovo

associati, si trova nel quartiere cristo di alessandria, a poca

distanza dal centro storico cittadino, in una zona dotata

di tutti i servizi necessari alle famiglie. ma il presidente

dell’uni-c.a.P.i. roberto zeppa tiene non solo a sottolineare

la posizione di questo edificio, quanto le caratteristiche

tecniche che l’ingegner lombardi ha illustrato ad Abitare in

Cooperativa. “il nostro obiettivo è offrire ai nostri soci alloggi

con una elevata efficienza energetica e standard qualitativi

elevati ad un canone inferiore al mercato corrente dell’affitto.

Sono infatti queste caratteristiche che garantiscono ai Soci

un risparmio nelle spese di riscaldamento e una qualità della

vita che durano nel tempo”.

Un particolare dell’impermeabilizzazione bentonitica

Posa di un giunto termoisolante in corrispondenza delle solete in aggetto dei balconi

Posa delle armature della platea di fondazione

12 13

nel 50° anniversario dalla sua fondazione, la cooperativa edificatrice uno chiude il bilancio del 2012 con l’assemblea dei soci. e’ stata la

giusta occasione, grazie anche alla presenza di numerosi soci assegnatari, per fare il punto della situazione sul passato e sul futuro della

cooperativa novarese. Su quello che ha fatto e su quello che intende fare.

il bilancio chiuso con un buon utile pari ad euro 126.527 manifesta come sia sempre più consolidato negli anni il patrimonio immobiliare

della cooperativa che ha superato i 55.000.000 di euro.

In sintesi i dati salienti del bilancio 2012 sono:

Sarà pronta per l’autunno la quarta torre che la cooperativa

edificatrice sta realizzando nel quartiere PeeP della bertagnetta,

a vercelli. e’ un edificio di dieci piani, che completa il disegno

urbanistico iniziato una decina di anni fa, con la costruzione

dei primi due edifici a torre. “nel 2011 abbiamo consegnato il

terzo fabbricato e con questo nuovo edificio, quasi pronto per

la consegna, completiamo un quadrilatero, che è diventato

un punto focale nel disegno urbanistico del quartiere” dice

l’architetto maurizio fantucci, responsabile dell’ufficio tecnico

della cooperativa novarese.

la torre è composta da 18 alloggi, suddivisi su nove piani

residenziali. la tipologia degli alloggi è soggiorno, ampia

cucina, due camere da letto e bagno.

costruita con il finanziamento Programma casa 10.000

alloggi entro il 2012 con il bando del secondo biennio rispetta

i criteri costruttivi del Protocollo itaca, al quale la cooperativa

ha aderito con il programma di finanziamento della regione

Piemonte. “abbiamo scelto di realizzare cappotti di elevato

spessore per garantire l’isolamento termico, abbiamo utilizzato

i serramenti in pvc con vetri basso emissivi e abbiamo voluto

dotazioni impiantistiche come i pannelli solari, il riscaldamento

a pavimento, e l’impianto di trattamento dell’aria negli

ambienti” spiega ancora fantucci, per illustrare le caratteristiche

tecniche dell’edificio.

in questo modo la cooperativa novarese non solo garantisce ai

soci vercellesi che abiteranno l’edificio un risparmio economico

sulle bollette, ma offre loro una migliore qualità della vita, in

appartamenti dotati delle tecnologie più moderne.

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RA nell’assemblea dei soci

La Cooperativa novarese ha presentato il suo bilancio 2012. Il patrimonio immobiliare si consolida anno dopo anno

L’edificatrice Uno fa il punto della situazione su presente e passato

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RA le consegne degli alloggi in aUtUnno

L’edificatrice Uno completa la quarta torre, a vercelli

Il progetto nel quartiere PEEP della Bertagnetta è iniziato una decina di anni fa e caratterizza il disegno urbanistico dell’area

Un’immagine dei soci presenti all’Assemblea

Immobilizzazioni

55.055.896 terreni e fabbricati

1.734.547 immobilizzazioni in corso ed acconti

7.467 attrezzature industriali e commerciali

Crediti

20.495.050

Stato patrimoniale passivo

14.794 capitale

7.907.766 riserva legale

1.460.024 riserva art. 55 dpr 917/86

41.417.836 fondo costruzioni

50.928.015 totale patrimonio netto

3.346.995 fondo per rischi ed oneri

24.732.016 debiti

Conto economico

2.892.931 valore della produzione

2.298.475 costi della produzione

290.852 Proventi e oneri finanziari

UTILe E126.527

il patrimonio immobiliare della edificatrice uno, che

ha costruito nel corso della sua storia 963 alloggi,

suddivisi nelle province di novara vercelli e biella,

è il seguente:

città di Novara 414

comune di Galliate 143

città di Arona 92

altri comuni provincia diNovara 83

città diVercelli 136

Provincia di Biella 45

i dati mostrano la sua presenza in un’estesa zona

del Piemonte orientale con fabbricati in 15 comuni.

la edificatrice uno sempre attenta al fabbisogno di

alloggi a canoni agevolati delle tante persone che

ne fanno richiesta sul territorio oltre a terminare

nelle prossime settimane 36 alloggi a vercelli ha

incorso di costruzione 15 alloggi a oleggio 26 a

novara e 6 a dormelletto, superando così entro un

paio d’anni l’importante traguardo dei 1000 alloggi

realizzati nel corso della sua lunga esistenza.

Con questo nuovo edificio si completa un quadrilatero, diventato punto focale nel disegno urbanistico del quartiere

‘ ,

Il tavolo della presidenza dell’assembleadei Soci

14

le cooperative clara di caselle torinese e 13 febbraio di

Pinerolo (to), entrambe a proprietà divisa, sono protagoniste

di un nuovo progetto di urbanizzazione a caselle torinese, nei

pressi di via cristoforo colombo, denominato canton vernone.

“Siamo in un’area residenziale, composta da edifici realizzati in

epoche diverse” spiegano l’ingegnere renzo vanzo e l’architetto

francesca Sassi, che stanno seguendo il progetto per le due

cooperative “Partiamo da un’attenta definizione del Pec, per

rivedere il tessuto urbano e per cercare prima di tutto di unire

l’esistente con la creazione di una strada e con nuovi parcheggi

previsti già dal PrGc.”

una volta definita la struttura dell’area, verranno realizzati i nuovi

edifici: “Sono due fabbricati a prevalente carattere residenziale;

entrambi hanno quattro piani fuori terra. il più grande è composto

da due vani scala con un totale di 28 alloggi di varie metrature,

con una grande flessibilità nella distribuzione interna; l’edificio più

piccolo ha un unico vano scala, per nove unità abitative” dice

l’architetto. e aggiunge che, siccome le due cooperative hanno da

poco terminato altri progetti in via colombo, “con questo nuovo

progetto si cercherà di riproporre un filo conduttore riconoscibile

nelle scelte di composizione architettonica ed impiantistica,

per evidenziare l’obiettivo primario di entrambe le cooperative:

costruire con precisi parametri di efficienza energetica e qualità

architettonica”.

il canton vernone non è il primo progetto in comune della

clara e della 13 febbraio: da anni hanno centralizzato i sistemi

contabili, in modo da razionalizzare i costi di gestione e hanno già

realizzato numerosi edifici in comune. la loro stessa storia e lo

stesso territorio in cui sono presenti le spinge alla collaborazione.

la cooperativa clara è stata fondata a metà degli anni ‘70 e opera

da allora prevalentemente nell’area nord di torino, in particolare

a caselle torinese e a borgaro. la cooperativa 13 febbraio è

stata fondata nel 1982 a Pinerolo da un gruppo di lavoratori e

lavoratrici che intendevano dotarsi una casa di proprietà; nel corso

degli anni ha costruito alloggi anche nella cintura torinese, fino

ad avviare una proficua collaborazione con la clara, il cui ultimo

risultato è il canton vernone.

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37 alloggi in due diversi edifici, a Caselle Torinese. Efficienza energetica e qualità architettonica tra gli obiettivi

Il progetto planovolumetrico dell’area dell’intervento

il canton vernone, nuovo progetto delle cooperative Clara e 13 Febbraio

Pianta piano tipodel Fabbricato A

Il piano Tipo del Fabbricato C del progetto

la collaborazione tra le dUe cooperative

acasaassistenza è un nuovo servizio

ideato dalla cooperativa cPS, per

assistere in casa le persone malate,

in modo che possano contare sulla

tranquillità e sul calore del loro ambiente

domestico. e’ gestito da un personale

esperto nell’organizzazione dei servizi

domiciliari, dato che ha maturato una

significativa esperienza in campo sanitario

e socio sanitario. lo staff è composto

da assistenti sociali, psicologi, infermieri,

operatori socio sanitari e assistenti

familiari: tutte professionalità altamente

qualificate in grado di aiutare le famiglie

ad individuare la miglior soluzione di

assistenza possibile a domicilio attraverso

un progetto personalizzato di assistenza.

i servizi offerti sono molteplici, sono

modulari, flessibili e personalizzati,

in modo da rispondere al meglio alle

esigenze di ogni famiglia.

Si parte dall’analisi dei bisogni e delle

disponibilità economiche delle famiglie

e si studia insieme ad essere il servizio

di assistenza, nei modi e nei tempi che

si stabiliscono insieme. acasaassistenza

offre assistenti familiari professionalmente

preparate, integrabili con interventi

professionali da oSS qualificati, infermieri,

fisioterapisti e tecnici della riabilitazione.

Gli operatori opportunamente selezionati,

addestrati e formati, vengono individuati

in accordo con la famiglia in base ai livelli

di intensità assistenziale necessaria. Gli

interventi sono effettuati da assistenti

familiari e operatori Socio Sanitari. le

attività offerte possono ricoprire una

gamma di interventi: aiuto domestico,

cura per la persona ed igiene della casa,

spesa e preparazione dei pasti, supporto

alla vita relazionale, accompagnamento

alle visite mediche.

oltre all’assistenza a domicilio, il servizio

offre anche assistenza ospedaliera diurna

e notturna, servizi sanitari infermieristici

e di riabilitazione, telesoccorso e

teleassistenza, supporto alla gestione

amministrativa dell’assistente familiare.

il progetto acasaassistenza è realizzato da

cPS, una cooperativa del consorzio la

valdocco che da anni si occupa di progetti

socio–sanitari a favore dei soggetti fragili,

in collaborazione con organizzazioni

di volontariato del terzo Settore e con

esperti nei servizi domiciliari che hanno

maturato una significativa esperienza in

campo sanitario e socio sanitario.

Gli operatori di acasassistenza sono

disponibili a fissare un colloquio anche

a domicilio e a proporre un preventivo

gratuito. è inoltre possibile richiedere

un appuntamento presso gli uffici siti a

torino in via tesso 27.

Per informazioni:nUMeRo VeRde: 800124838 email: [email protected] - Sito Web: www.acasaassistenza.it

La risposta professionale per chi ha bisogno di assistenza a casa

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VITA

’ Un nUovo servizio per l’assistenza familiare

acasaassistenza un nuovo servizio per le famiglie

Personale esperto, offre una asta gamma di servizi per chi ha bisogno di assistenza a domicilio

0913

Asclepiade Guzzo ha 76 anni ed è in

pensione, anche se al vederlo, attivo e

instancabile, non si direbbero né l’una

né l’altra cosa. E’ appassionato di atletica

leggera ed è allenatore.

E’ socio della Cooperativa Primo Maggio

dal 2000 e abita, sin dall’inizio della sua

vita di cooperatore, in un alloggio realizzato

dalla Primo Maggio a Caselle Torinese, in

via Gandhi. Sin dall’inizio è stato disponibile

ad assumere il ruolo di coordinatore per

il suo edificio e ancora oggi dedica parte

del suo tempo a questa preziosa attività.

Lo fa gratuitamente, dando prova del suo

esemplare spirito cooperativistico.

Via GandhiCaselle Torinese