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Periodico di informazione e cultura dell’abitare in cooPerativa
Pubblicazione QuadrimeStrale anno Xv - numero 42 - PoSte italiane SPedizione in abbonamento PoStale 70% - d.r.t. - d.c.b. - torino nr. 2/2013
ABITARE numero
42
Gli scenari futuri del Parco dora di torino
la diocesi di torino, l’oPera Barolo e la di Vittorio insieme Per l’housinG sociale
i 50 anni della musetta: adesso l’oBiettiVo è la classe a
l’ultimo ProGetto della uni-c.a.P.i., ad alessandria
I N C O O P E R A T I V A
3 Editoriale
4 GliscenarifuturidelParcoDoradiTorino
6 LaFondazioneMonacoconsegnaleBorsedistudiodel2011-2012
7 UnprogettodihousingsocialeuniscelaChiesaelaDiVittorio
8 I50annidellaMusetta:adessol’obiettivoèlaclasseA
10 L’UNI-C.A.P.I.siconcentrasullaqualificazioneenergetico-ambientale
12 L’EdificatriceUnofailpuntodellasituazionesupresenteepassato
13 L’EdificatriceUnocompletalaquartatorre,aVercelli
14 IlCantonVernone,nuovoprogettodellecooperativeClarae13febbraio
15 Acasaassistenzaunnuovoservizioperlefamiglie
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Presidente: Pasquale CifaniVice Presidente: Roberto Zepparomeo bevilacqua, Giulio blanc, rinalda borra,Giuseppe calandra, rosanna capella, mario cravetta, oronzo de Padova, Generoso de Serio, maurizio fantucci, Giuseppe fortino, erica Gamba, Pietro Ghio, egidio Giannico, domenico iannello, francesco iaquinta, euplio iula, adriana maletta, ettore matinata, Guido matinata, alma memic , Graziella mercuri, alessandra monaco, diego Querio, massimo rizzo, claudio ronca, francesca Sassi, Giuseppe totaro, alessandra trotta , renzo vanzo.
redazione: presso legacoop abitanti Piemonte via Perrone, 3 - torino - tel. 011 5185149
anno 15 - n° 42 Pubblic. quadrim. Settembre 2013 reg. trib. di torino n. 5302 del 27/08/1999
direttore responsabile: laura cardia
capo redattore: Generoso de Serio
redazione: Pasquale cifani, irene fortino, egidio Giannico, domenico iannello, francesco iaquinta, ettore matinata, massimo rizzo, francesca Sassi, roberto zeppa.
Proprietà: legacoop abitanti Piemonte
Grafica: Jabé srl - torino
Stampa: marcograf - venaria (to)
tiratura: 10.000 copie
ABITAREI N C O O P E R A T I V A
Questo numero di abitare in cooperativa chiude, per andare
in tipografia, pochi giorni dopo l’abolizione della prima rata
dell’IMU (l’eliminazione della seconda rata dovrà essere oggetto
di successivo provvedimento legislativo). Mi dà così il tempo
di offrirvi le prime riflessioni dopo la decisione del Governo.
Non posso nascondere la soddisfazione perché è stata fatta
finalmente giustizia: le case in cui vivono i soci assegnatari
delle cooperative indivise sono state equiparate alla prima casa
di chi è proprietario. Considerare la casa principale dei nostri
soci come una seconda casa era un’ingiustizia così palese
che ha mobilitato il movimento cooperativo per mesi. Grazie
all’azione di Legacoop, agli eventi e agli incontri organizzati dalle
associazioni cooperative, la politica ha eliminato un’ingiustizia.
Mi preme evidenziare che qualunque tassazione sul patrimonio
immobiliare non può prescindere da una riforma del catasto,
se intende essere giusta. Ci sono case signorili di quartieri
residenziali come la Crocetta o la collina di Torino che per il
catasto risultano essere meno prestigiose di case di nuova
costruzione come Spina 3, con il risultato che i nostri soci
rischiano di pagare più delle famiglie agiate che abitano in altre
zone della città. La riforma deve valutare le case per il numero di
metri quadrati e non di vani, perché un appartamento degli anni
50 ha dimensioni maggiori, a parità di vani , di un appartamento
costruito negli ultimi anni.
Rimane il fatto che la casa continua a essere un po’ l’ultima ruota
del carro, nonostante sia, con il lavoro, elemento essenziale per
qualunque progetto di vita. Da troppi anni manca un progetto
politico che la riguarda e il risultato si vede, nell’impossibilità di
molti cittadini di avere una casa alla portata delle proprie risorse
economiche.
Non vale ripetersi tutte le volte che l’edilizia è un volano per
l’economia, per la capacità di moltiplicare e attrarre investimenti,
se poi non esistono politiche coerenti per lo sviluppo del settore.
Politiche che in questo momento così drammatico per il nostro
Paese, sarebbero un volano che potrebbe dare una piccola
spinta alla ripresa economica.
Non è però un problema solo nazionale. Che la casa sia l’ultima
ruota del carro, nei pensieri di programmazione economica e
politica dei nostri dirigenti, lo possiamo vedere anche a livello
locale. Per esempio, la Regione Piemonte ha ricevuto circa 600
milioni di euro da destinare alle politiche per la casa. Il piano
casa “10.000 alloggi entro il 2012”, prevedeva tre bienni per la
programmazione di edilizia sociale e di questi è stato sospeso
il terzo. Parte delle somme ricevute dalla Regione per le sue
politiche per la casa è stata destinata ad altri settori. Non solo
Sull’IMU il Governo rende giustizia alle cooperative indivise
non ci sono nuove risorse, ma quelle esistenti vengono
distratte per altre necessità.
è comprensibile che in un momento di così grande difficoltà
per il nostro territorio del Nord-Ovest, uno dei più colpiti
dalla crisi economica, si preferisca tenere un poliambulatorio
aperto piuttosto che costruire un nuovo edificio da destinare
ad affitti calmierati. Ma dev’essere anche chiaro che se gli
sfratti aumentano, non è perché la gente non ha voglia di
pagare, è perché, se le persone non arrivano a fine mese
causa la cronica perdita del potere di acquisto, devono
scegliere se pagare l’affitto, il mutuo o mangiare.
In questo numero di abitare in cooperativa ci manteniamo,
però, aperti alla speranza e all’ottimismo. A Torino la
Cooperativa Di Vittorio ha appena firmato un’intesa con la
Diocesi e l’Opera Barolo per un intervento di housing sociale,
la dimostrazione di come gli operatori sociali privati stiano
dando, insieme, quelle risposte che il pubblico non riesce più
a dare. Ci sono cooperative, come l’alessandrina UNI-C.A.P.I.,
la novarese Edificatrice Uno o la Clara e la 13 febbraio,
attive nel Torinese e nel Pinerolese, che stanno realizzando
e consegnando i loro nuovi alloggi. La Cooperativa Musetta
ha recentemente festeggiato i primi 50 anni di attività e
in questo numero ripercorre la sua lunga storia, dai primi
progetti realizzati fino alla solidità economica degli ultimi anni
e alla fedeltà dei soci, i cui figli, all’iniziare il proprio progetto
di vita autonoma, scelgono ancora una casa in cooperativa.
A Torino la Fondazione Monaco ha illustrato i risultati parziali
sulla sua ricerca sul futuro del Parco Dora, un parco post-
industriale, unico in Italia, in cui gli spazi residenziali fanno da
corona a una singolare area verde, che conserva suggestive
tracce del passato industriale, lungo la Dora. Il movimento
cooperativo torinese ha contribuito fortemente allo sviluppo
di questo spazio e ne segue l’evoluzione, per contribuire alla
qualità della vita dei nostri soci e, dunque, delle città in cui
vivono.
Pasquale Cifani
Presidente legacoop abitanti Piemonte
PRoVInCIa dI ToRIno
Cooperativa 13 febbraio via San Giuseppe, 21 Pinerolo (to)Tel 0121 374995 • e.mail: [email protected] Presidente Giulio blanc
Cooperativa Clara via roma, 7 caselle (to)Tel 011 9913671 • e.mail: [email protected] renzo vanzo
Cooperativa Coop Casa Chivasso via torino, 86 chivasso (to)Tel 011 91727801 • e.mail: [email protected] romeo bevilacqua
Cooperativa Giuseppe di Vittorio via Perrone, 3 torinoTel 011 5648666 • e.mail: [email protected] massimo rizzo
Cooperativa La Popolare via rubattera, 10 bussoleno (to)Tel 0122 49279 • e.mail: [email protected] Pacifico trabucchi
Cooperativa Musetta via Perrone, 3 torinoTel 011 4055179 • e.mail: [email protected] Giuseppe fortino
Cooperativa Primo Maggio via San Giuseppe, 21 Pinerolo (to)Tel 0121 374276 • e.mail: [email protected] Sassi
Cooperativa San Pancrazio via Perrone, 3 torinoTel 011 5654444 • e.mail: [email protected] Pasquale cifani
Cooperativa Unità operaia alto Canavese viale dei mille, 13 cuorgnè (to)Tel 0124 650498 • e.mail: [email protected] domenico iannello
PRoVInCIa dI aLeSSandRIa
Cooperativa Uni C.a.P.I. via urbano rattazzi, 11 alessandriaTel 0131 43141• e.mail: [email protected] roberto zeppa
PRoVInCIa dI CUneo
Cooperativa Coefers via mondovì, 2 cuneoTel 0171 696362 • e.mail: [email protected] Salvatore di brigida
Cooperativa Flavia via fossano, 6 cuneo Tel 0171 695070 • e.mail: [email protected] Pietro Ghio
Cooperativa Marilena corso Giolitti, 2 cuneoTel 0171 699070 • e.mail: [email protected] rinalda borra
Cooperativa La Lavoratori via Ghione, 5 Savigliano (cn)Tel 0172 21604 • e.mail: [email protected] Guido matinata
Cooperativa La Quercia via Ghione, 5 Savigliano (cn)Tel 0172 22668 • e.mail: [email protected] francesco matinata
PRoVInCIa dI noVaRa
Cooperativa edificatrice Uno via XXiii marzo, 21 novaraTel 0321 399326 • e.mail: [email protected] francesco iaquinta
Cooperativa edilcooper via XXiii marzo, 21 novaraTel 0321 399326 • e.mail: [email protected] francesco iaquinta
PRoVInCIa dI VeRbanIa
Cooperativa edificatrice Tre via olanda, 35/b Pallanza (vb)Tel 0323 53435 • e.mail: [email protected] Giuseppe calandra
Cooperativa Pallanza via olanda, 35/b Pallanza (vb)Tel 0323 404628 • e.mail: [email protected] Giuseppe calandra
ILL
UO
GO
La Fondazione Antonino Monaco: cultura, sport, turismo e tecnologia possibili vocazioni dell’area. Nata anche grazie alle cooperative
la fondazione monaco scommette sui più giovani
4 5
i possibili scenari futuri del Parco dora di Torino, tra pubblico e privato
La tettoia dello strippaggio dell’ex stabilimento Vitali, nuovo spazio per eventi sportivi e culturali
è un Parco che non ha uguali in italia sia per la sua
genesi che per il suo possibile uso.
cosa fare di questo spazio grandioso e, soprattutto,
come gestire la sua manutenzione, quando sarà
completato, con lo scoperchiamento della dora,
l’inaugurazione dell’area michelin, tra il complesso
dell’ipercoop e il fiume, e il completamento dell’area
tra corso mortara e il Passante ferroviario? non sono
domande da poco, considerate le sue dimensioni,
i costi di una manutenzione che è molto diversa da
quella di un parco tradizionale (basti pensare alla tettoia
dell’area vitali o ai giochi acquatici dell’area ingest) e le
poche risorse a disposizione delle casse pubbliche.
la fondazione antonino monaco, con il contributo della
compagnia di San Paolo, sta realizzando una ricerca,
per stabilire gli scenari possibili per il futuro del Parco. i
risultati parziali sono stati presentati il 26 giugno, nella
sede della fondazione, all’ultimo piano della torre
monaco di corso mortara, da cui si godono splendide
viste sia sul Parco dora che su torino. “Sono state
realizzate una serie di interviste ai principali operatori
pubblici e privati, per raccogliere le loro idee e visioni sul
Parco” hanno spiegato federico Guiati della fondazione
antonino monaco e davide bazzini del comitato Parco
dora, che hanno presentato la ricerca “in questo modo
si sono costruite le prime mappe vocazionali per il
futuro del Parco”.
un futuro in cui pubblico e privato dovranno collaborare,
utilizzando le potenzialità di uno spazio pronto a
diventare anche un’attrazione turistica cittadina, non
essendoci niente del genere in nessun’altra città italiana.
lo hanno ribadito sia il direttore del comitato Parco dora
carlo massucco nel suo saluto, che Pasquale cifani,
il presidente di legacoop Piemonte abitanti. “il Parco
dora è una grande scommessa di torino. rispetto agli
altri Parchi cittadini occupa una posizione privilegiata: è
quasi in centro, mentre la Pellerina e la colletta sono
in aree periferiche e il valentino si protende verso
Un parco post-indUstriale Unico in italia
Quasi arrivati al termine i lavori di realizzazione del Parco dora, è ora
di chiedersi quale destinazione d’uso e quale vocazione per questo
magnifico spazio, unico in italia. nel cuore di torino, lungo le rive
della dora, è il primo Parco post-industriale d’italia, un esperimento
unico nel nostro Paese. dove adesso sorgono impianti sportivi,
alberi e prati, sorgevano, fino a pochi decenni fa, gli stabilimenti
dell’industria pesante torinese. Poi le grandi fabbriche sono state
dismesse e a torino sono rimasti quasi un milione di metri quadrati,
un grande buco tra piazza Statuto e madonna di campagna, con
in mezzo la dora.
un concorso internazionale, vinto dal paesaggista tedesco, Peter
latz ha reinventato la storia di quest’area, con grandi spazi verdi
contornati dalle nuove aree residenziali di Spina 3. alla realizzazione
di queste ultime ha contribuito anche il movimento cooperativo
torinese, che ha costruito parte delle isole del Parco e dell’ex
villaggio olimpico per i media di corso mortara, e che contribuisce
alla vita economica con il centro commerciale Parco dora, in cui si
trova un ipercoop.
nelle aree verdi gli alberi e i prati si alternano ai ricordi industriali:
la tettoia dello strippaggio dell’ex stabilimento vitali delle fierriere
fiat dà oggi copertura a una serie di strutture sportive, mentre le
colonne di acciaio che sostenevano l’edificio scandiscono oggi
un’area a giardino dal sapore nettamente post-industriale.
il Po e verso la collina. Quindi è un Parco che ha sì
una funzione di prossimità, cioè di spazio utilizzato dai
residenti per il tempo libero, ma può anche diventare
una risorsa turistica della città, grazie alla sua unicità, alle
sue atmosfere post-industriali e alle offerte culturali e
sportive che saprà presentare” commenta cifani.
la ricerca della fondazione monaco evidenzia le
numerose possibili vocazioni: vista la posizione
geografica, cerniera tra il nord e il sud di torino e tra
la cintura est e l’ovest, potrebbe diventare un vero
e proprio ponte per la mobilità, soprattutto ciclabile,
se dotato delle infrastrutture adatte; è uno spazio che
potrebbe diventare un punto di aggregazione giovanile,
viste le strutture sportive di cui è dotato, intorno alle
quali potrebbero essere realizzate numerose attività;
potrebbe trasformarsi in uno dei centri più importanti
dell’offerta culturale cittadina, con l’organizzazione
di concerti musicali, festival, campionati; grazie ai
parcheggi dei vicini centri commerciali può essere
un punto di richiamo per le attività economiche; visti
gli spazi, potrebbe diventare un’ottima location per
le sperimentazioni tecnologiche, a cominciare dal
wifi gratuito (è già dotato di lampioni intelligenti, con
telecamera incorporata, che vegliano sulla sicurezza
dei fruitori).
Guiati e bazzini hanno sottolineato come anche
all’interno dello stesso Parco si possono individuare
vocazioni differenti: l’area vitali, grazie alla tettoia, può
diventare uno spazio per le manifestazioni culturali e
sportive a pagamento; l’area michelin, con l’adiacente
museo dell’ambiente e l’accesso diretto alla dora,
si presterebbe al loisir domenicale delle famiglie,
il lotto ingest, con il suo hortus conclusus e i suoi
giardini manifesta un’inclinazione verso il vivaismo
e la floricultura, con tutti gli annessi, l’area valdocco nord, a
ridosso del Passante ferroviario, sembrerebbe dirigersi verso
funzioni di passaggio, magari con la costruzione di piste ciclabili
e percorsi ad hoc.
insomma, le potenzialità per lo sfruttamento del Parco dora
non mancano. Perché di una cosa tutti sono convinti: un Parco
così grande, così diverso, così unico, deve trovare la forza e le
risorse per la sua manutenzione e per la sua fruizione.
“Siamo ovviamente molto interessati all’evoluzione di
quest’area, sia come torinesi sia come cooperative, che
hanno contribuito al suo sviluppo” commenta cifani, che
vagheggia già una grande area verde “dalla Pellerina fino
alla confluenza tra la dora e il Po, attraverso percorsi ciclabili,
con lo spostamento dell’ospedale amedeo di Savoia, e con
il Parco dora al centro, grazie alla sua posizione privilegiata”.
ma quando le cooperative San Pancrazio e di vittorio hanno
iniziato a costruire i loro alloggi in Spina 3, erano consapevoli
delle grandi potenzialità del Parco dora, ancora da costruire?
cifani è onesto al riconoscere che “quando si costruisce
si vorrebbe realizzare case basse e con ampie aree private,
in modo che i soci si sentano più allettati all’acquisto e al
trasferimento. Spina 3 proponeva una sfida nuova a torino e
in italia, una zona tutta da inventare, sia per vocazione che per
destinazione d’uso. una proposta allettante per noi, anche se
l’idea di zone residenziali a sviluppo verticale per lasciare spazio
al Parco, ancora tutto da vedere, non sembrava potesse essere
la miglior proposta da presentare ai soci”. e adesso che Parco
dora è in larga parte fruibile e che è molto frequentato anche
dalle famiglie dei soci che si sono nel frattempo trasferite,
cifani lo considera “una scommessa che torino deve vincere,
per questo ci interessano il suo futuro e il modo in cui la città
intende gestirlo e valorizzarlo”.
Laura Cardia
Il Parco Dora visto dalla Fondazione Monaco: a sinistra la piazza alberata con le Isole del Parco, a destra la collina del lotto Michelin
7
nell’ambito del pomeriggio dedicato al futuro del Parco dora (vedi
pag. 4), la fondazione antonino monaco ha consegnato le borse di
studio ai figli dei soci delle cooperative di vittorio e San Pancrazio,
che si sono particolarmente distinti nel loro percorso scolastico e
universitario nell’anno scolastico e accademico 2011-2012. “abbiamo
scelto di unire questi due eventi perché ci è sembrato un bel segnale
di speranza e di futuro: il Parco dora sta cambiando la qualità della
vita di un quartiere e potrebbe arrivare a offrire nuove opportunità
alla città, i ragazzi si stanno preparando, con uno strumento
fondamentale come lo studio, a una vita migliore di cittadini e lo
fanno studiando con profitto” ha spiegato Pasquale cifani.
le borse di studio sono di 1000 euro per gli studenti che hanno
ottenuto un diploma di Scuola Superiore e di 1500 euro per chi
sta frequentando con profitto l’università, in regola con gli esami.
i criteri per l’assegnazione delle borse di studio premiano i ragazzi
appartenenti a famiglie dalle risorse economiche limitate e che, però,
studiano con passione e con profitto.
Quest’anno sono state assegnate una ventina di borse di studio:
otto sono andate ai giovani che hanno ottenuto la licenza media
con votazione superiore agli 8/10 e che hanno completato gli studi
superiori, con votazioni superiori agli 80/100. alcuni dei diplomati
premiati frequentano già l’università. e tutti hanno scelto facoltà
impegnative e importanti: medicina, matematica, ingegneria.
come gli 11 universitari che hanno ottenuto le borse di studio
di continuità: economia aziendale, accademia delle belle arti,
ingegneria (in molte delle sue specializzazioni, edile, aerospaziale, 6
LAP
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E 19 stUdenti premiati
I giovani frequentano con profitto l’Università o hanno terminato con alta votazione gli studi di scuola media e superiore
La Fondazione Monaco consegna le borse di studio del 2011-2012
informatica…), diritto. tutte facoltà complesse, che
però non li hanno intimoriti: per alcuni di loro la laurea
è ormai un traguardo che si avvicina.
a consegnare le borse di studio, come è tradizione,
è stata chiamata la famiglia monaco. “Per noi
questa cerimonia è sempre un momento di grande
emozione” dice alessandra monaco, la figlia di
antonino, ad Abitare in Cooperativa “mio padre ha
sempre creduto nell’uguaglianza delle condizioni di
partenza e ha sempre fatto in modo che anche le
persone con meno possibilità economiche avessero
delle opportunità. la casa e gli studi sono il primo
mezzo per poter migliorare le condizioni sociali, lui
lo sapeva e ci credeva. ricordarlo con queste borse
di studio è un grande omaggio alla sua personalità e
al suo lavoro, per questo non possiamo mancare in
un giorno come questo. ed è una grande emozione
consegnare queste borse di studio, sapendo quello
che significano per i giovani che hanno il talento per
migliorare le proprie condizioni, ma non le risorse
necessarie”.
Hanno ricevuto le Borse di Studio di continuità: eleonora biasco, daniele bruno, Giada cerbone, Kristian coucourde, Silvia frontino, rossella francesca Garofalo, denise maffione, Katarzyna evelina Pstrag, fabio Paolo rizzo, eugenio Scarpa, dario zaia.
Le Borse di Studio nuove, per l’Anno Scolastico 2011-12 sono state per:luca accollo, daniele castagno, asja cavaluzzo, Halima rakiki, roberta caleca, Giulia fontanazza, francesca Garbolino, igor laudisio.
Un momento della cerimonia di consegna delle borse di studio
NEW
SD
ATO
RIN
O è il primo accordo del genere in piemonte
Un edificio torinesedell’Opera Barolo sarà ristrutturato e destinatoalle famiglie in difficoltà
Un progetto di housing sociale intensifica la collaborazione tra enti sociali religiosi e la cooperativa G. di vittorio
Da sinistra: Ing. Franco Fiorino Segretario Generale Opera Barolo, Dott. Massimo Rizzo Presidente Coop. Di Vittorio, Mons. Cesare Nosiglia Arcivescovo di Torino, Presidente Opera Barolo, Avv. Luciano Marocco Vice Presidente Opera Barolo, Dott. Francesco Delsedime, Titolare impresa Delsedime SpA, Ing. Alberto Dealessi Consigliere Opera Barolo, Arch. Giorgio Gandione Progettista dell’intervento di ristrutturazione, Don Domenico Cattaneo Consigliere Opera Barolo, Prof. Franco Garelli Consigliere opera Barolo
l’opera barolo e la cooperativa di vittorio, con la regione Piemonte
e il comune di torino, hanno siglato, ad inizio anno, un “Protocollo
d’intesa per la realizzazione di un intervento sperimentale di housing
sociale”; lo scorso 30 luglio è stato firmato, alla presenza dell’arcive-
scovo cesare nosiglia, nella vesti di Presidente dell’opera barolo, e
massimo rizzo, Presidente della cooperativa di vittorio, il contratto
di appalto con l’impresa delsedime Spa per la ristrutturazione di un
edificio situato all’angolo di via cottolengo e via cigna, a torino. Se-
condo gli accordi, l’edificio sarà destinato in parte ad una residenza
collettiva in locazione temporanea, composta da otto alloggi per un
totale di ventuno posti letto, e in parte a una residenza collettiva in
locazione temporanea destinata all’inclusione sociale, composta da
undici unità abitative al secondo piano, per un totale di 23 posti letto,
con in comune due lavanderie/stirerie al primo piano, oltre a un
soggiorno e un sala gioco bimbi al primo piano. Sono previsti anche
locali e spazi destinati a ingresso – portineria, con camera e servizi
per il custode, uno sportello bancario e un poliambulatorio medico. i
servizi sono rivolti ai beneficiari ed anche aperti alla comunità locale.
il progetto è inserito in un più ampio intervento, che prevede la rea-
lizzazione di altri diciotto alloggi.
“e’ uno dei primi interventi di questo tipo nella nostra regione” spie-
ga il presidente di legacoop Piemonte abitanti Pasquale cifani “an-
che per questo l’incubazione dell’accordo è stata piuttosto lunga. ma
adesso che abbiamo firmato l’appalto, abbiamo una dimostrazione
di come i privati che operano nel sociale, tra cui le nostre associate
debbano collaborare in modo più marcato, in un momento di caren-
za di risorse pubbliche, per far si che la loro azione sia più efficace
nel dare risposte ai cittadini in difficoltà. tocca agli operatori sociali
privati definire strategie e sinergie, per aiutare chi è vittima della crisi.
e le nostre associate sono protagoniste credibili, grazie a risorse ed
esperienze acquisite.”
l’accordo per la ristrutturazione di questo edificio e la sua gestione,
in favore delle fasce più disagiate della nostra società, non è il primo
che la cooperativa di vittorio e la diocesi di torino, attraverso le
sue organizzazioni, realizzano. ci sono già il centro ascolto le due
tuniche di corso mortara, che la caritas gestisce in spazi dalla coope-
rativa, c’è il progetto ancora papà, con un appartamento della torre
monaco, dato in comodato dalla cooperativa di vittorio alla caritas,
affinché possano utilizzarlo i padri separati, che non hanno uno spa-
zio in cui incontrare i propri figli. Sono tutti progetti sperimentali, che
costituiscono una sorta di avanguardia nelle nuove alleanze deter-
minate dalla crisi. l’esperienza cattolica e l’esperienza cooperativa di
ispirazione progressista che si incontrano e trovano obiettivi comuni.
“la chiesa e il movimento cooperativo hanno in fondo lo stesso sco-
po, che è aiutare le fasce più indifese della società. e quando si ha un
obiettivo in comune, non importano tanto le storie e la provenienza
culturale, quanto la volontà di risolvere situazioni. entrambi conside-
riamo prioritario l’accesso alla casa per chi è in difficoltà, da questo
obiettivo comune è nata quest’ultima iniziativa comune” commenta
massimo rizzo.
i lavori di ristrutturazione partiranno in autunno e nel 2015 i nuovi
spazi abitativi saranno pronti per la loro nuova destinazione.
NEW
SD
ATO
RIN
O
La ricetta di un successo:risparmio energetico, costruzioni in zone già urbanizzate, con presenza di servizi, e attenzione ai costi
la fondazione monaco scommette sui più giovani
una torta con il logo della cooperativa e una candelina ha festeggiato,
al termine della cena sociale celebrata il 24 maggio 2013, i 50 anni
della cooperativa musetta.
Percorrere la storia di questa cooperativa a proprietà divisa è come
una cavalcata in cinque decenni di storia torinese, dalle grandi
emigrazioni meridionali del boom economico degli anni 60, fino al
declino della fiat e alla diversificazione dell’economia torinese.
fondata il 4 febbraio 1963 da un gruppo di ferrovieri, la cooperativa
ha costruito i suoi primi alloggi all’inizio degli anni ‘70, grazie alla
Gescal. e’ stato infatti nel 1971 che i soci, suddivisi in gruppi, ottennero
diversi finanziamenti. il primo edificio importante costruito risale agli
anni 80: “Si chiama musetta 2, lo abbiamo costruito nel comune
di collegno” racconta il presidente Giuseppe fortino “erano anni di
inflazione molto alta, per cui fu necessario coinvolgere i soci non
solo nelle decisioni sulle tipologie costruttive, ma anche sulle scelte
da compiere per contenere le spese, dato che i prezzi aumentavano
anche durante la costruzione. fu rivisto il piano finanziario, vennero
fatte modifiche alle dimensioni degli alloggi, ci fu molta attenzione
nella scelta dei materiali. vennero fatti anche appalti scorporati, che
coinvolsero i soci che erano geometri o architetti. Siamo orgogliosi di
quell’edificio perché, tra le altre cose, è stato uno dei primi a essere
dotato di pannelli solari per l’utilizzo dell’acqua calda sanitaria”.
l’attenzione per i materiali e per il risparmio energetico, iniziata sin da
allora, non è mai venuta meno e, anzi, si è rafforzata con il tempo,
essendo diventata una delle esigenze dei soci. “l’esperienza di questi
50 anni ci ha insegnato che i nostri soci non amano le costruzioni
semi-industriali, infatti la nostra tecnica costruttiva è sempre stata di
tipo tradizionale” spiega fortino “ma, anche se sono tradizionali da
questo punto di vista, i soci sono sempre più sensibili alla difesa
dell’ambiente e questo fa sì che siano particolarmente apprezzati i
progressi della tecnica in materia di risparmio energetico: maggiori
isolamenti, doppi vetri, impianto fotovoltaico, impianto solare termico,
riscaldamento pannelli radianti. tutto questo migliora la qualità
abitativa e ci permette di realizzare edifici in classe energetica “b”;
l’obiettivo per il futuro sarà edificare in classe energetica “a” rimanendo
nella stessa fascia di costo e permettendo ai soci di risparmiare anche
sulle utenze”
in questi 50 anni, al cambiare i costumi e le famiglie, sono cambiate
anche le richieste dei soci per i loro appartamenti. il numero di
componenti delle famiglie si è ridotto, riducendo le dimensioni degli
alloggi, adesso disegnati per nuclei medi di tre/quattro persone.
“c’è anche un aumento di richieste di accesso al credito che, grazie
alla possibilità di accollo del mutuo richiesto dalla cooperativa per
finanziare la costruzione, offre delle ottime condizioni, le stesse
applicate alla società” dice fortino.
l’aumento di richieste di accesso al credito è uno dei sintomi della
crisi economica, che ha colpito particolarmente il torinese. una crisi
che la musetta affronta con scelte coerenti con la propria storia e i
propri valori: “continuiamo a puntare sul risparmio energetico, avendo
come obiettivo la classe a, su costruzioni in zone già urbanizzate e
con disponibilità di servizi, utilizzando aree industriali dismesse o zone
di recupero urbano, senza ricorrere alle zone agricole e ricordando
sempre di porre particolare attenzione ai costi”
Sono scelte che si sono rivelate vincenti, perché in questo modo
si rivolgono alla musetta anche famiglie estranee al movimento
cooperativo, che sono attirate dal rapporto qualità-prezzo e che,
durante la costruzione del loro appartamento, scoprono il vero
significato della cooperazione. 8
a collegno l’ultimo edificio realizzato I 50 anni della Musetta: adesso l’obiettivo è la classe a
anche l’ultimo edificio realizzato dalla musetta, a collegno,
nei pressi della stazione femi, capolinea della linea 1 della
metropolitana torinese, segue questa ricetta illustrata dal
presidente. e’ stato costruito all’interno di un progetto di
riqualificazione urbana e in un’area che offre servizi e vantaggi
come nuove aree verdi, la presenza della metropolitana, che
permette di essere nel centro di torino in pochi minuti, senza
usare l’auto, e l’imminente costruzione di un centro commerciale.
“la risposta positiva dei soci è arrivata in un momento di grande
crisi del nostro settore, permettendoci di continuare l’attività
nonostante le difficoltà” commenta il presidente “ma vorrei
sottolineare come i buoni risultati siano frutto anche delle
sinergie con le altre cooperative di legacoop Piemonte abitanti,
perché operazioni come quelle di collegno, non sarebbero
state possibili da soli. le sinergie nell’acquisto delle aree, nel
sostenimento dei costi di progetti e studi di fattibilità si sono
rivelate politiche vincenti”.
e che la linea sia vincente lo dimostra anche un dato ulteriore: il
30% degli alloggi di quest’ultimo edificio, realizzato a collegno, è
stato venduto ai figli dei soci storici, a una generazione, cioè, che
è cresciuta in case costruite dalla musetta e che evidentemente
si è riconosciuta nei suoi valori e nelle sue proposte
fortino guida la musetta da oltre 15 anni e considera la sua
esperienza positiva, nonostante le difficoltà: “la soddisfazione
maggiore è aver contribuito, nel corso degli anni, a creare una
cooperativa economicamente solida. nel 2012 il risultato a fine
esercizio ha consentito di ripristinare il fondo di riserva legale
indivisibile dell’anno 2007 e riportarlo ai valori presenti prima
della crisi economica”. 9
Giuseppe Fortino e Antonio Fragnelli, presidente e vicepresidente della Musetta, tagliano le torte dei 50 anni della cooperativa
Percorrere la storia della Musetta è come una cavalcata nella storia torinese, dallegrandi emigrazioni alla diversificazione economica
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Musetta 2, costruito negli anni 80
L’ultimo edificio costruito, a Collegno, al capolinea della Linea 1 della metropolitana
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Il presidente Roberto Zeppa: Il nostro obiettivo sono abitazioni con standard qualitativi elevati ad un canoni inferiori a quelli di mercato
la fondazione monaco scommette sui più giovani
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L’UnI-C.a.P.I. si concentra sulla qualificazione energetico-ambientale
L’edificio in costruzione nell’area ex Legrand di Alessandria
i lavori di costruzione del complesso da 56 alloggi, che la cooperativa
uni-c.a.P.i. sta realizzando nell’ex area legrand di alessandria, con
risorse proprie, termineranno nell’autunno del 2014. nel mese di
maggio, a soli otto mesi dall’inizio dei lavori, è stato gettato l’ultimo
solaio di copertura. mentre venivano terminate le opere strutturali
veniva avviata la realizzazione del tamponamento perimetrale,
delle tramezzature del piano interrato e dei piani abitabili nonché
la posa degli impianti elettrico e termo-idraulico. “in poco tempo
sono già stati eseguiti molti lavori, ponendo anche molta cura
nei particolari costruttivi al fine di ottenere un prodotto finito di
alta qualità” afferma il direttore dei lavori, l’ingegnere Giuseppe
lombardi “la qualificazione energetico-ambientale nonché la
particolare attenzione al comfort abitativo e la riduzione dei costi
di manutenzione sono stati i fattori che hanno sostanzialmente
influenzato le scelte progettuali”.
considerata la natura limosa del terreno in cui si inseriscono la
strutture interrate del fabbricato, e tenuto conto delle possibili
infiltrazioni dovute anche al ristagno delle acque meteoriche, è
stato realizzato un sistema di impermeabilizzazione del fabbricato.
Per favorire il ciclo naturale dell’acqua, superando la tradizionale
canalizzazione dei deflussi delle acque meteoriche, si è privilegiata la
rimpermeabilizzazione del suolo, con la costruzione di dodici pozzi
perdenti a raccolta delle acque bianche delle coperture e degli spazi
pavimentati del piano terreno, mentre per lo smaltimento delle acque
grigie e nere si è proceduto alla realizzazione di una tradizionale rete
di scarico che defluisce nella rete fognaria comunale.
Sul perimetro esterno della porzione interrata, inoltre, è stata
realizzata una rete drenante ad anello, per ridurre il ristagno delle
acque meteoriche di infiltrazione e consentirne la raccolta ed il
successivo convogliamento verso i pozzi drenanti.
Per quanto riguarda la valorizzazione energetica, si sono scelte
soluzioni in grado di garantire un elevato isolamento termico
dell’involucro, attraverso un “cappotto” a rivestimento delle pareti
verticali e delle superfici orizzontali relative al soffitto del piano
pilotis e all’estradosso del solaio di copertura, realizzato con
uno strato isolante dello spessore di 12 cm, nonché attraverso
la scelta di un sistema serramento-cassonetto ad alte prestazioni
termoacustiche.
Particolare attenzione è stata rivolta all’eliminazione dei cosiddetti
ponti termici quali ad esempio:
56 alloggi in costrUzione ad alessandria
• rivestimento “a cappotto” anche dei pilastri e delle spalle
murarie del piano pilotis;
• rivestimento “a cappotto” sia all’intradosso che all’estradosso
dei solai in corrispondenza delle logge;
• posa di un giunto termoisolante in corrispondenza delle
solette in aggetto dei balconi.
il microclima interno degli alloggi, in grado di caratterizzare le
condizioni di benessere abitativo, è stato valorizzato attraverso
una sinergica combinazione dei seguenti componenti:
• riscaldamento centralizzato con elementi radianti a
pavimento in grado di assicurare una distribuzione
omogenea della temperatura, con conseguente risparmio
energetico e contestuale limitazione delle emissioni di co2
nell’ambiente;
• sistema di ventilazione meccanica centralizzato in grado di
assicurare il necessario ricambio d’aria attraverso la presenza
di bocchette igroregolabili, riducendo così l’umidità relativa
negli ambienti e la possibilità di formazione di muffe;
• realizzazione di una copertura piana ventilata costituita
da un vespaio aerato con elementi tipo “iglù” in grado di
limitare gli effetti negativi del soleggiamento e migliorare,
quindi, il comfort abitativo degli alloggi situati agli ultimi piani.
“La terrazza di copertura si sviluppa come un vero e
proprio tetto tecnologico” conclude l’ingegnere Lombardi
“saranno presenti, infatti, un impianto solare termico per la
produzione di acqua calda sanitaria e la centrale termica in
ognuno dei tre corpi costituenti l’intero complesso edilizio
nonché la predisposizione impiantistica per un eventuale
impianto fotovoltaico”.
l’edificio, che si articola in tre vani scala, ognuno dei quali
serve alloggi di diverse metrature, in modo da soddisfare le
varie esigenze dei soci, è stato progettato, come altri edifici
realizzati dalla cooperativa, dallo studio bocchio & vescovo
associati, si trova nel quartiere cristo di alessandria, a poca
distanza dal centro storico cittadino, in una zona dotata
di tutti i servizi necessari alle famiglie. ma il presidente
dell’uni-c.a.P.i. roberto zeppa tiene non solo a sottolineare
la posizione di questo edificio, quanto le caratteristiche
tecniche che l’ingegner lombardi ha illustrato ad Abitare in
Cooperativa. “il nostro obiettivo è offrire ai nostri soci alloggi
con una elevata efficienza energetica e standard qualitativi
elevati ad un canone inferiore al mercato corrente dell’affitto.
Sono infatti queste caratteristiche che garantiscono ai Soci
un risparmio nelle spese di riscaldamento e una qualità della
vita che durano nel tempo”.
Un particolare dell’impermeabilizzazione bentonitica
Posa di un giunto termoisolante in corrispondenza delle solete in aggetto dei balconi
Posa delle armature della platea di fondazione
12 13
nel 50° anniversario dalla sua fondazione, la cooperativa edificatrice uno chiude il bilancio del 2012 con l’assemblea dei soci. e’ stata la
giusta occasione, grazie anche alla presenza di numerosi soci assegnatari, per fare il punto della situazione sul passato e sul futuro della
cooperativa novarese. Su quello che ha fatto e su quello che intende fare.
il bilancio chiuso con un buon utile pari ad euro 126.527 manifesta come sia sempre più consolidato negli anni il patrimonio immobiliare
della cooperativa che ha superato i 55.000.000 di euro.
In sintesi i dati salienti del bilancio 2012 sono:
Sarà pronta per l’autunno la quarta torre che la cooperativa
edificatrice sta realizzando nel quartiere PeeP della bertagnetta,
a vercelli. e’ un edificio di dieci piani, che completa il disegno
urbanistico iniziato una decina di anni fa, con la costruzione
dei primi due edifici a torre. “nel 2011 abbiamo consegnato il
terzo fabbricato e con questo nuovo edificio, quasi pronto per
la consegna, completiamo un quadrilatero, che è diventato
un punto focale nel disegno urbanistico del quartiere” dice
l’architetto maurizio fantucci, responsabile dell’ufficio tecnico
della cooperativa novarese.
la torre è composta da 18 alloggi, suddivisi su nove piani
residenziali. la tipologia degli alloggi è soggiorno, ampia
cucina, due camere da letto e bagno.
costruita con il finanziamento Programma casa 10.000
alloggi entro il 2012 con il bando del secondo biennio rispetta
i criteri costruttivi del Protocollo itaca, al quale la cooperativa
ha aderito con il programma di finanziamento della regione
Piemonte. “abbiamo scelto di realizzare cappotti di elevato
spessore per garantire l’isolamento termico, abbiamo utilizzato
i serramenti in pvc con vetri basso emissivi e abbiamo voluto
dotazioni impiantistiche come i pannelli solari, il riscaldamento
a pavimento, e l’impianto di trattamento dell’aria negli
ambienti” spiega ancora fantucci, per illustrare le caratteristiche
tecniche dell’edificio.
in questo modo la cooperativa novarese non solo garantisce ai
soci vercellesi che abiteranno l’edificio un risparmio economico
sulle bollette, ma offre loro una migliore qualità della vita, in
appartamenti dotati delle tecnologie più moderne.
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RA nell’assemblea dei soci
La Cooperativa novarese ha presentato il suo bilancio 2012. Il patrimonio immobiliare si consolida anno dopo anno
L’edificatrice Uno fa il punto della situazione su presente e passato
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RA le consegne degli alloggi in aUtUnno
L’edificatrice Uno completa la quarta torre, a vercelli
Il progetto nel quartiere PEEP della Bertagnetta è iniziato una decina di anni fa e caratterizza il disegno urbanistico dell’area
Un’immagine dei soci presenti all’Assemblea
Immobilizzazioni
55.055.896 terreni e fabbricati
1.734.547 immobilizzazioni in corso ed acconti
7.467 attrezzature industriali e commerciali
Crediti
20.495.050
Stato patrimoniale passivo
14.794 capitale
7.907.766 riserva legale
1.460.024 riserva art. 55 dpr 917/86
41.417.836 fondo costruzioni
50.928.015 totale patrimonio netto
3.346.995 fondo per rischi ed oneri
24.732.016 debiti
Conto economico
2.892.931 valore della produzione
2.298.475 costi della produzione
290.852 Proventi e oneri finanziari
UTILe E126.527
il patrimonio immobiliare della edificatrice uno, che
ha costruito nel corso della sua storia 963 alloggi,
suddivisi nelle province di novara vercelli e biella,
è il seguente:
città di Novara 414
comune di Galliate 143
città di Arona 92
altri comuni provincia diNovara 83
città diVercelli 136
Provincia di Biella 45
i dati mostrano la sua presenza in un’estesa zona
del Piemonte orientale con fabbricati in 15 comuni.
la edificatrice uno sempre attenta al fabbisogno di
alloggi a canoni agevolati delle tante persone che
ne fanno richiesta sul territorio oltre a terminare
nelle prossime settimane 36 alloggi a vercelli ha
incorso di costruzione 15 alloggi a oleggio 26 a
novara e 6 a dormelletto, superando così entro un
paio d’anni l’importante traguardo dei 1000 alloggi
realizzati nel corso della sua lunga esistenza.
Con questo nuovo edificio si completa un quadrilatero, diventato punto focale nel disegno urbanistico del quartiere
‘ ,
Il tavolo della presidenza dell’assembleadei Soci
14
le cooperative clara di caselle torinese e 13 febbraio di
Pinerolo (to), entrambe a proprietà divisa, sono protagoniste
di un nuovo progetto di urbanizzazione a caselle torinese, nei
pressi di via cristoforo colombo, denominato canton vernone.
“Siamo in un’area residenziale, composta da edifici realizzati in
epoche diverse” spiegano l’ingegnere renzo vanzo e l’architetto
francesca Sassi, che stanno seguendo il progetto per le due
cooperative “Partiamo da un’attenta definizione del Pec, per
rivedere il tessuto urbano e per cercare prima di tutto di unire
l’esistente con la creazione di una strada e con nuovi parcheggi
previsti già dal PrGc.”
una volta definita la struttura dell’area, verranno realizzati i nuovi
edifici: “Sono due fabbricati a prevalente carattere residenziale;
entrambi hanno quattro piani fuori terra. il più grande è composto
da due vani scala con un totale di 28 alloggi di varie metrature,
con una grande flessibilità nella distribuzione interna; l’edificio più
piccolo ha un unico vano scala, per nove unità abitative” dice
l’architetto. e aggiunge che, siccome le due cooperative hanno da
poco terminato altri progetti in via colombo, “con questo nuovo
progetto si cercherà di riproporre un filo conduttore riconoscibile
nelle scelte di composizione architettonica ed impiantistica,
per evidenziare l’obiettivo primario di entrambe le cooperative:
costruire con precisi parametri di efficienza energetica e qualità
architettonica”.
il canton vernone non è il primo progetto in comune della
clara e della 13 febbraio: da anni hanno centralizzato i sistemi
contabili, in modo da razionalizzare i costi di gestione e hanno già
realizzato numerosi edifici in comune. la loro stessa storia e lo
stesso territorio in cui sono presenti le spinge alla collaborazione.
la cooperativa clara è stata fondata a metà degli anni ‘70 e opera
da allora prevalentemente nell’area nord di torino, in particolare
a caselle torinese e a borgaro. la cooperativa 13 febbraio è
stata fondata nel 1982 a Pinerolo da un gruppo di lavoratori e
lavoratrici che intendevano dotarsi una casa di proprietà; nel corso
degli anni ha costruito alloggi anche nella cintura torinese, fino
ad avviare una proficua collaborazione con la clara, il cui ultimo
risultato è il canton vernone.
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37 alloggi in due diversi edifici, a Caselle Torinese. Efficienza energetica e qualità architettonica tra gli obiettivi
Il progetto planovolumetrico dell’area dell’intervento
il canton vernone, nuovo progetto delle cooperative Clara e 13 Febbraio
Pianta piano tipodel Fabbricato A
Il piano Tipo del Fabbricato C del progetto
la collaborazione tra le dUe cooperative
acasaassistenza è un nuovo servizio
ideato dalla cooperativa cPS, per
assistere in casa le persone malate,
in modo che possano contare sulla
tranquillità e sul calore del loro ambiente
domestico. e’ gestito da un personale
esperto nell’organizzazione dei servizi
domiciliari, dato che ha maturato una
significativa esperienza in campo sanitario
e socio sanitario. lo staff è composto
da assistenti sociali, psicologi, infermieri,
operatori socio sanitari e assistenti
familiari: tutte professionalità altamente
qualificate in grado di aiutare le famiglie
ad individuare la miglior soluzione di
assistenza possibile a domicilio attraverso
un progetto personalizzato di assistenza.
i servizi offerti sono molteplici, sono
modulari, flessibili e personalizzati,
in modo da rispondere al meglio alle
esigenze di ogni famiglia.
Si parte dall’analisi dei bisogni e delle
disponibilità economiche delle famiglie
e si studia insieme ad essere il servizio
di assistenza, nei modi e nei tempi che
si stabiliscono insieme. acasaassistenza
offre assistenti familiari professionalmente
preparate, integrabili con interventi
professionali da oSS qualificati, infermieri,
fisioterapisti e tecnici della riabilitazione.
Gli operatori opportunamente selezionati,
addestrati e formati, vengono individuati
in accordo con la famiglia in base ai livelli
di intensità assistenziale necessaria. Gli
interventi sono effettuati da assistenti
familiari e operatori Socio Sanitari. le
attività offerte possono ricoprire una
gamma di interventi: aiuto domestico,
cura per la persona ed igiene della casa,
spesa e preparazione dei pasti, supporto
alla vita relazionale, accompagnamento
alle visite mediche.
oltre all’assistenza a domicilio, il servizio
offre anche assistenza ospedaliera diurna
e notturna, servizi sanitari infermieristici
e di riabilitazione, telesoccorso e
teleassistenza, supporto alla gestione
amministrativa dell’assistente familiare.
il progetto acasaassistenza è realizzato da
cPS, una cooperativa del consorzio la
valdocco che da anni si occupa di progetti
socio–sanitari a favore dei soggetti fragili,
in collaborazione con organizzazioni
di volontariato del terzo Settore e con
esperti nei servizi domiciliari che hanno
maturato una significativa esperienza in
campo sanitario e socio sanitario.
Gli operatori di acasassistenza sono
disponibili a fissare un colloquio anche
a domicilio e a proporre un preventivo
gratuito. è inoltre possibile richiedere
un appuntamento presso gli uffici siti a
torino in via tesso 27.
Per informazioni:nUMeRo VeRde: 800124838 email: [email protected] - Sito Web: www.acasaassistenza.it
La risposta professionale per chi ha bisogno di assistenza a casa
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VITA
’ Un nUovo servizio per l’assistenza familiare
acasaassistenza un nuovo servizio per le famiglie
Personale esperto, offre una asta gamma di servizi per chi ha bisogno di assistenza a domicilio
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Asclepiade Guzzo ha 76 anni ed è in
pensione, anche se al vederlo, attivo e
instancabile, non si direbbero né l’una
né l’altra cosa. E’ appassionato di atletica
leggera ed è allenatore.
E’ socio della Cooperativa Primo Maggio
dal 2000 e abita, sin dall’inizio della sua
vita di cooperatore, in un alloggio realizzato
dalla Primo Maggio a Caselle Torinese, in
via Gandhi. Sin dall’inizio è stato disponibile
ad assumere il ruolo di coordinatore per
il suo edificio e ancora oggi dedica parte
del suo tempo a questa preziosa attività.
Lo fa gratuitamente, dando prova del suo
esemplare spirito cooperativistico.
Via GandhiCaselle Torinese