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1 MUSEO REGIONALE DI CAMARINA Schede didattiche EQUIPE DIDATTICA 2015 \ 2016 del Sud I Longobardi

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MUSEO REGIONALE DI CAMARINA

Schede didattiche

EQUIPE DIDATTICA

2015 \ 2016

del Sud

I Longobardi

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Componenti Equipe Didattica Museo Regionale di Camarina

Gino Baglieri

Giovanni Bellina

Manuela Distefano Gianni Modica

Scheda didattica tratta dal catalogo

a cura di Adele Coscarella della mostra di Giuseppe Roma

I Longobardi del Sud Museo del Presente - Rende 23 maggio - 14 luglio 2008

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a - I LONGOBARDI DEL SUD

Dal VI secolo dopo Cristo, nell’Italia centro meridionale, ai confini con i territori

dell’Impero bizantino, troviamo i Ducati di Spoleto e di Benevento conosciuti come la

Langobardia Minor all’interno della Langobardia Major con capitale Pavia.

Ma chi sono i Longobardi e da dove vengono?

Preziose informazioni sui Longobardi ci provengono da fonti romane (Velleo Patercolo,

Strabone, Tacito), ma principalmente dall’opera: Historia gentis Langobardorum di

Paolo Diacono, monaco, storico, poeta e scrittore longobardo di espressione latina, vissuto

nell'VIII secolo.

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Cividale del Friuli, Archivio Capitolare, Paolo Diacono, Historia gentis Langobardorum

I Longobardi, in origine chiamati Winnili (i vincitori), lasciano la Scandinavia, guidati

dal condottiero Ibor, intorno al I secolo a.C. e raggiungono la regione della Scoringa

(forse un’area costiera a sud del Mar Baltico) dove dimorano per alcuni anni. Si spostano

quindi nella Mauringa (Bassa Sassonia) e poi nella Golanda. È questo il periodo

dell’elezione del primo sovrano longobardo Agelmundo, figlio di Aione (380-410).

La migrazione dei Longobardi dalla Scandinavia all’Italia

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Alla fine del V secolo, i Longobardi lasciano la Boemia e nel primo decennio del VI secolo attraversano il

Danubio e si dirigono verso la Pannonia (moderna Ungheria) dove restano per circa 50 anni prima di dirigersi

verso l’Italia.

I Longobardi giungono in Italia nella Pasqua del 568 sotto il comando di Alboino. Conquistano i primi castra

senza alcun ostacolo in un’Italia devastata dalla guerra greca-gotica e danno vita ai primi insediamenti rurali in

terre non abitate. Questo gruppo di uomini è un popolo multietnico composto anche da Sassoni, Gepidi,

Bulgari, Sarmati che, arrivati in Italia, cerca di mantenere una coesione culturale per non essere assorbito dalla

forte civiltà romano-bizantina.

La penetrazione in Italia avviene seguendo le strade romane. Da Savogne sull’Isonzo a Forum Julia (Cividale,

Friuli) fino a Verona attraverso la Via Postumia e nel 569, percorrendo la Via Gallica entrano a Milano per

poi proseguire verso il Piemonte. Lungo questo tragitto conquistano città come Treviso, Vicenza, Verona,

Brescia, Bergamo e nel 572 Pavia.

Il re Alboino fissa la sua residenza a Verona, nel palazzo appartenuto al re visigoto Teodorico. Qui il sovrano

muore in seguito ad una congiura di palazzo organizzata dalla moglie Rosmunda. È sostituito dal duca Clefi

ma solo per due anni. Alla sua morte e per 10 anni i Longobardi sono governati da duchi. Durante il periodo

ducale è conquistata la città di Mantova.

Nel 584, dopo l’elezione del re Autari (584-590), il dominio longobardo si estende in Toscana, Umbria, nelle

valli del Sangro e del Volturno fino al Sannio dando vita al Ducato di Benevento con Zottone (570-590) e di

Spoleto con Faroaldo (576-591).

Una leggenda narra che il re Autari giunge fino a Reggio, qui tocca con la punta della sua lancia la colonna

posta tra le acque del mare per affermare i confini tra il Regno longobardo e i territori bizantini.

Cava dei Tirreni, Archivio dell’Abbazia della SS. Trinità: un re longobardo a convivio

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Fibulae e pettine in osso

Bicchieri in ceramica stampigliata Bottiglia ansata

I Longobardi (uomini dalle lunghe barbe) hanno baffi

e barba lunga, lunghi capelli divisi al centro con

frangia.

Portano pantaloni o gambali, tuniche di lino dalle

larghe maniche e lunghe fino alla coscia, una cintura in

vita, calzari stretti da lacci in cuoio.

In un borsello custodiscono una cote (pietra per

affilare), la pietra focaia, coltelli, pettini in osso e

pinzette.

Armature, elmi, spade e lance costituiscono il corredo

funerario dell’elite guerriera.

Riccamente decorati sono i fermagli e le fibule ritrovati

nei corredi funerari.

Alla produzione di oggetti in metallo e osso si affianca la produzione, di origine

pannonica, di una particolare ceramica decorata con stampigliature ma anche una

ceramica comune con decori in rosso.

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La società longobarda è divisa in arimanni, ovvero guerrieri, in aldii, uomini semiliberi in buona parte

contadini e in servanti impegnati in attività di artigianato e lavori agricoli pesanti. Gli arimanni costituiscono

l’assemblea degli uomini liberi e una volta raggiunto il comando di una fara (gruppi familiari) sono indicati

col titolo di duca. La città, con a capo il duca, diventa il centro politico, amministrativo e militare del ducato,

sotto il controllo del potere regio. I gastaldi, ufficiali regi nominati dal sovrano, amministrano i domini

spettanti alla corona e costituiscono un controllo e un freno al potere dei duchi.

Nel VI secolo, nella corte longobarda si assiste a una coesistenza di cristianesimo e paganesimo. Nel VII

secolo il potere regio, per manifestare fervore religioso e accettazione del cattolicesimo, investe molte risorse

nella costruzione di cenobi e di edifici di culto. In quest’opera si distinguono particolarmente il re Romualdo I

e la moglie Teodorata. É in questo periodo che la venerazione dell’Arcangelo Michele si diffonde nei regni

longobardi. Numerose sono le dediche all’Arcangelo Michele di edifici di culto e di cavità rupestri. Importante

meta di pellegrinaggi diventa il santuario micaelico del Gargano.

Gargano (FG), Grotta di San Michele

Un’altra importante meta di culto è la Cripta del Peccato Originale, a pochi chilometri da Matera e considerata

la “Cappella Sistina” della pittura parietale rupestre.

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In questa cavità rocciosa, la sapiente mano del “Pittore dei Fiori di Matera” ha dipinto, nel IX sec. d.C., un

ciclo di scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Sulla parete di fondo troviamo il racconto biblico dei

primi capitoli della Genesi: Dio Padre Creatore, la Luce, le Tenebre, la creazione di Adamo, la nascita di Eva,

la tentazione e il Peccato Originale. Al di sotto del pannello della Creazione, nelle tre conche absidali, sono

raffigurate splendide triarchie: gli Apostoli (Pietro, Andrea e Giovanni), gli Arcangeli (Michele, Gabriele e

Raffaele) e la venerazione della Vergine Regina da parte di due sante.

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Grotta del Peccato Originale: affreschi

Un restauro esemplare ha oggi restituito gli straordinari affreschi della Cripta alla piena fruizione dei visitatori.

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Interessante è il tempietto longobardo di Seppannibale tra Monopoli e Fasano, con una navata centrale coperta

da due cupolette in asse e le due piccole navate laterali con volte a semibotte. In origine, l’interno del tempietto

era interamente affrescato.

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Un altro importante edificio religioso è il Complesso della Santissima Trinità a Venosa in Basilicata.

Costituito dai resti di una chiesa triconica (o chiesa vecchia) del periodo longobardo e la chiesa

nuova (o chiesa incompiuta) iniziata tra l'XI e il XII secolo per ampliare quella antica, sfruttando i materiali

sottratti all'anfiteatro romano, ma la sua edificazione non fu mai portata a termine.

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Nel 643 il Re dei Longobardi Rotari (636-652), emana il famoso Editto di Rotari che

costituisce il primo importante corpus di leggi della società longobarda.

Cava dei Tirreni, Archivio dell’Abbazia della SS. Trinità: Re Rotari e l’emanazione dell’Editto

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L’occupazione longobarda del mezzogiorno si caratterizza, come detto, con la nascita del

Ducato di Benevento e di Spoleto. Con la nomina di Arechi (590-640) a duca di

Benevento, la città diventa una delle più importanti dell’Italia meridionale.

Benevento longobarda

Le relazioni di questi due ducati con il potere regio s’intensificano e si rafforzano con l’elezione di Grimoaldo

(662-671), già duca di Benevento, a re dei Longobardi.

Nel 774, dopo la caduta di Pavia ad opera di Carlo Magno, il duca di Benevento Arechi II raccoglie l’eredità

politica del regno longobardo mutando il titolo ducale beneventano da vir gloriosissimus in vir exellentissimus,

titolo riservato ai re longobardi. Arechi assume il titolo di principe, trasformando il ducato in un principato e

Benevento in Ticinum geminum (gemella di Ticinum, antico nome di Pavia).

Le emissioni monetarie nel ducato di Benevento sono fortemente caratterizzate dal mondo bizantino e solo

più tardi, all’inizio dell’VIII secolo, nel solidus (moneta aurea di 4,5 grammi) e nel tremisse (moneta aurea di

1,5 grammi) compare l’indicazione del duca Romualdo II (706-731), Gisulfo II (742-751) e del principe

Arechi II (765-774).

Solidus di Rmualdo II Solidus di Gisulfo II Tremisse di Arechi II

Alla fine dell’VIII secolo, il principato di Benevento si estende dall’Abruzzo al Lazio meridionale, alla

Calabria settentrionale e al Salento, in parte in mano ai Bizantini. Il ducato è costituito da città fortezze e da

insediamenti rurali. La difesa del territorio, specialmente quello confinante con i territori bizantini, è costituita

da castra e da torri di avvistamento.

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A Benevento, la Curtis Regia, costituita dal Sacrum Palatium e dal tempio di Santa Sofia come centro

religioso, si trova in prossimità delle mura e della porta urbica. Le dimore dei cittadini e le aree produttive

completano la fisionomia dell’area urbana in età longobarda.

Benevento, Chiesa di Santa Sofia

Cod. Vat.: Arechi offre il modellino di Santa Sofia Santa Sofia, modello tridimensionale

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La chiesa di Santa Sofia ha un particolare impianto stellare strutturato su un esagono centrale formato da sei

colonne e otto pilastri e con splendide decorazioni pittoriche.

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Oltre a Benevento, centri importanti del principato sono Capua e specialmente Salerno. La città di Salerno,

dominata dal Castello di Arechi e difesa da un fossato, ha un importante Sacrum Palatium con annessa la

cappella palatina dedicata ai Santi Pietro e Paolo.

Salerno: il Castello di Arechi Capua: portico chiesa longobarda del S. Salvatore

Testimonianze dei Longobardi in Italia sono i ricchi corredi funerari recuperati nelle numerose necropoli e

costituiti da ceramica, armi, fibulae, oggetti in osso e da particolari crocette auree sicuramente cucite nel

sudario e rinvenute in corrispondenza del volto dell’inumato.

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Le principali necropoli sono costituite da sepolture disposte per file parallele.

Necropoli longobarda di Campochiaro (Molise)

Con l’adesione al Cristianesimo si diffonde anche l’uso di seppellire all’interno o in prossimità di chiese.

Pavia: sepolture a cappuccina nella chiesa del monastero di San Felice

Particolare è l’usanza funeraria longobarda, descritta anche da Paolo Diacono nella “Historia

Langobardarum”, delle pertiche innalzate nelle necropoli e sormontate da una colomba lignea, a ricordo dei

guerrieri caduti in battaglia e sepolti lontani. Usanza confermata da toponimi quali Santo Stefano in Pertica a

Cividale o Santa Maria alle Pertiche a Pavia. Immagine con pertiche

Ricostruzione necropoli con pertiche di Celimarro (Castrovillari)

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La necropoli di Celimarro è situata su un’altura rocciosa, a cavallo del medio corso del fiume Coscile a circa 6

Km a Sud di Castrovillari (CS). È databile al VI-VII secolo d.C. Le tombe sono intagliate in un banco di

travertino; la presenza di fossette nei pressi delle sepolture fa pensare all’uso di pertiche a ricordo di defunti

lontani. Una tomba della necropoli presentava come copertura due grandi macine in pietra.

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Interessante è infine la tomba (T.33) della necropoli di Campochiaro (Molise) con la sepoltura di un cavaliere

accanto al proprio cavallo e con un ricco corredo di armi.

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I ducati longobardi, tanto nella Langobardia Major quanto nella Langobardia Minor, non sono soppressi dopo

la caduta di Pavia nel 774, ma sono inglobati nell'Impero carolingio. Unica eccezione, il Ducato di Benevento:

che conserva la sua autonomia ed esercita un importante ruolo politico nell’Italia meridionale fino all'arrivo dei

Normanni nell’XI secolo.

Codice Vat.Lat. 927, uscita dei Winnili dalla Scandinavia

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b - I LONGOBARDI DEL SUD

Linee guida per un percorso didattico

- Analisi del periodo storico del V-VI secolo che vede l’insediamento dei Longobardi nell’Italia

meridionale e dei Bizantini in Sicilia

- La produzione di vasellame in ceramica dei due popoli

- La costruzione di edifici di culto dei due popoli

- La vita e i costumi dei due popoli

ATTIVITA’

- Ricerca storica sui due popoli e mappatura degli insediamenti (per la zona iblea Caucana)

- Ricostruzione a modellino di una casa longobarda e bizantina (per la zona iblea la casa di Wilson

a Caucana)

- Le caratteristiche costruttive degli edifici di culto evidenziati da disegni (per la zona iblea la

basilichetta di Caucana)

- Modellazione di vasellame dei due popoli con argilla

ESCURSIONI

- Visita al villaggio bizantino di Caucana

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c - QUESTIONARIO

1. Chi sono i Winnili?

2. Sai raccontare la loro migrazione fino all’Italia?

3. Cosa s’intende per Langobardia Minor e Langobardia Major?

4. Chi è Paolo Diacono?

5. Com’era organizzata la società longobarda?

6. Chi sono Autari e Rotari?

7. Che cosa sai di Arechi II?

8. Quando ha termine il Ducato di Benevento?

9. Che cosa rimane della cultura longobarda nell’Italia meridionale?

10. Che cosa sono le crocette auree?

11. Perché è interessante la tomba 33 della necropoli di Campochiaro in Molise?

12. Che cosa rappresentavano le pertiche innalzate nelle necropoli longobarde?

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