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ISTITUTO SACRO CUORE modena - Viale storchi, 249 www.sacrocuoremodena.it Supplemento a Vita Giuseppina n. 1 Gennaio/Febbraio 2012 - POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P.D.L. 353/03 CONT. L. 46/04 ART. 1 COMMA 2, DCB FILIALE DI ROMA Noi NoN togliamo il disturbo rispondere con forza al desi- derio di crescita dei giovani È noto l’episodio del Vangelo che racconta di Gesù che rimane a Gerusalemme senza av- visare i genitori. Anche lui come ogni buon adolescente fa la sua. Giuseppe e Maria, preoccupati, sono in cerca di lui. Finalmente lo trovano e come ogni buon papà e mamma lo rimproverano: “Figlio perché ci hai fatto questo, ecco tuo padre ed io angosciati ti cer- cavamo”. Un parrocchiano della nostra parrocchia di S. Antonio che dai tempi dell’oratorio Sacro Cuore lavora con i giovani, mi ha suggerito di “adattare” questo episodio del Vangelo ai nostri giorni. È Gesù adolescente che ve- dendo i suoi genitori dice loro: “Papà e mamma perché avete fatto questo, ecco io impaurito vi cercavo”. Genitori, professori, educatori, dove siete? Perché vi siete “persi” nella città, ecco noi adolescenti angosciati vi stiamo cercando. È uscito un libro di Paola Mastrocola, inse- gnante nel biennio delle superiori, dal titolo provocatorio: “Togliamo il disturbo”. Verrebbe la voglia di togliere il disturbo, eccome! Scuola paritaria, nessun contributo finanzia- rio dalla Stato, tenuti a guardia per ogni ina- dempienza, ragazzi in difficoltà, famiglie assenti. Beh! Noi del Sacro Cuore ci siamo confrontati su questo testo e abbiamo deciso di “non togliere il disturbo”. Anzi abbiamo de- ciso di rispondere positivamente ai nostri stu- denti che quasi inconsapevolmente ci chiedono aiuto. Recuperiamo, sproniamo, portiamo all’eccel- lenza. Obiettivi irraggiungibili? Può darsi; ma noi ci siamo messi su questo cammino ed ac- cettiamo la sfida. E chiediamo l’aiuto delle fa- miglie, della chiesa, delle istituzioni. Ne vale la pena perché il valore dei nostri in- terlocutori (i giovani) è senza misura e il pa- trimonio da gestire è di fondamentale importanza: ne va del nostro futuro. Vogliamo rilanciare la scuola come comunità: una co- munità scolastica generatrice di clima posi- tivo e di cultura. Ci impegniamo a rilanciare il ruolo educativo della scuola. Insegnante, studente, parente sono aggettivi… il sostantivo che li regge tutti è “persona”. È la cultura che rende l’alunno “una persona”. Perché devo studiare? Per di- ventare una persona. È la cultura che fa in- contrare il passato e il presente e in quell’incontro nasce la persona matura ca- pace, con l’esperienza del passato, di affron- tare il presente e il futuro. Vogliamo ottenere il massimo da ogni classe nel rispetto del ruolo e delle capacità di cia- scuno. Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. Un buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è una or- chestra che prova la stessa sinfonia. C’è il piccolo triangolo e ci sono i primi violini. Bi- sogna fare in modo che il triangolo e il violino suonino la loro parte in modo impeccabile: ne nascerà una sinfonia praticamente per- fetta. Una comunità basata sulla cultura dove ogni persona dà il massimo, ecco l’ideale educa- tivo che vogliamo raggiungere. E con l’apporto di tutti ce la faremo. P. Agostino Manfredini In questo numero Onesimo è libero! Questa matematica... del cavolo Guareschi da riscoprire S. Antonio di corsa Macchine matematiche Padre Marcello Revrenna

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ISTITUTO

SACRO CUORE

modena - Viale storchi, 249www.sacrocuoremodena.it

Supplemento a Vita Giuseppina n. 1 Gennaio/Febbraio 2012 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P.D.L. 353/03 (CONT. L. 46/04) ART. 1 COMMA 2, DCB - FILIALE DI ROMA

NoiNoN

togliamo

il

disturborispondere con forza al desi-

derio di crescita dei giovani

È noto l’episodio del Vangelo che racconta diGesù che rimane a Gerusalemme senza av-visare i genitori. Anche lui come ogni buonadolescente fa la sua. Giuseppe e Maria,preoccupati, sono in cerca di lui. Finalmentelo trovano e come ogni buon papà e mammalo rimproverano: “Figlio perché ci hai fatto

questo, ecco tuo padre ed io angosciati ti cer-cavamo”.Un parrocchiano della nostra parrocchia di S.Antonio che dai tempi dell’oratorio SacroCuore lavora con i giovani, mi ha suggeritodi “adattare” questo episodio del Vangelo ainostri giorni. È Gesù adolescente che ve-dendo i suoi genitori dice loro: “Papà emamma perché avete fatto questo, ecco ioimpaurito vi cercavo”.Genitori, professori, educatori, dove siete?Perché vi siete “persi” nella città, ecco noiadolescenti angosciati vi stiamo cercando.È uscito un libro di Paola Mastrocola, inse-gnante nel biennio delle superiori, dal titoloprovocatorio: “Togliamo il disturbo”. Verrebbela voglia di togliere il disturbo, eccome!Scuola paritaria, nessun contributo finanzia-rio dalla Stato, tenuti a guardia per ogni ina-dempienza, ragazzi in difficoltà, famiglieassenti. Beh! Noi del Sacro Cuore ci siamoconfrontati su questo testo e abbiamo decisodi “non togliere il disturbo”. Anzi abbiamo de-ciso di rispondere positivamente ai nostri stu-denti che quasi inconsapevolmente cichiedono aiuto.Recuperiamo, sproniamo, portiamo all’eccel-lenza. Obiettivi irraggiungibili? Può darsi; manoi ci siamo messi su questo cammino ed ac-

cettiamo la sfida. E chiediamo l’aiuto delle fa-miglie, della chiesa, delle istituzioni.Ne vale la pena perché il valore dei nostri in-terlocutori (i giovani) è senza misura e il pa-trimonio da gestire è di fondamentaleimportanza: ne va del nostro futuro. Vogliamorilanciare la scuola come comunità: una co-munità scolastica generatrice di clima posi-tivo e di cultura. Ci impegniamo a rilanciare il ruolo educativodella scuola. Insegnante, studente, parentesono aggettivi… il sostantivo che li regge tuttiè “persona”. È la cultura che rende l’alunno“una persona”. Perché devo studiare? Per di-ventare una persona. È la cultura che fa in-contrare il passato e il presente e inquell’incontro nasce la persona matura ca-pace, con l’esperienza del passato, di affron-tare il presente e il futuro.Vogliamo ottenere il massimo da ogni classenel rispetto del ruolo e delle capacità di cia-scuno.Ogni studente suona il suo strumento, nonc’è niente da fare. Un buona classe non è unreggimento che marcia al passo, è una or-chestra che prova la stessa sinfonia. C’è ilpiccolo triangolo e ci sono i primi violini. Bi-sogna fare in modo che il triangolo e il violinosuonino la loro parte in modo impeccabile:ne nascerà una sinfonia praticamente per-fetta.Una comunità basata sulla cultura dove ognipersona dà il massimo, ecco l’ideale educa-tivo che vogliamo raggiungere.E con l’apporto di tutti ce la faremo.

P. Agostino Manfredini

In questo numeroOnesimo è libero!

Questa matematica... del cavolo

Guareschi da riscoprire

S. Antonio di corsa

Macchine matematiche

Padre Marcello Revrenna

Perché studiare a scuola il

Vangelo in lingua greca?

Breve intervista a

Maria Cristina Pipino,

docente di letteratura greca

al Liceo Classico Sacro Cuore.

Onesimoè libero!

Studiare a scuola testi cristiani antichi.

Non è un fatto inusuale?

Di per sé non dovrebbe esserlo. Normal-mente nelle scuole la letteratura cristiana an-tica è trascurata per limiti di tempo o perchéritenuta estranea ad una storia letteraria im-perniata sul mondo pagano. Essa rappre-senta invece un nodo vitale nello sviluppodell’intera civiltà occidentale. Una delle ca-ratteristiche del nostro liceo classico è che laletteratura cristiana antica, in lingua greca,ma anche latina, costituisce un momento si-gnificativo nel piano di studi del triennio.

Allora è un modo per andare controcor-

rente...

No, ben altro, c’è un motivo positivo. La tra-scuratezza di cui è fatta spesso oggetto laletteratura cristiana non fa che aumentare lafrattura fra mondo ecclesiale e mondo laico,caratteristica dell’epoca moderna, come di-ceva Giuseppe Lazzati, grande studioso diletteratura cristiana antica. Possiamo dare uncontributo per ridurre questa distanza già apartire dall’età giovanile.

Un buon motivo per studiare questi testi.

Ce ne suggerisci altri?

Sono testi di grande importanza storica e let-teraria. Inutile sottolineare quanto nella lororicchezza abbiano influenzato lo sviluppodella nostra società occidentale. Non cono-scerli, non studiarli in lingua originale, aven-done al liceo classico la possibilità, sarebbeveramente un’occasione persa.Per esempio leggiamo pagine dei Sinottici, inparticolare di Marco, degli atti degli Apostoli,il prologo del Vangelo di Giovanni e testi trattidalle lettere di Paolo. Poi si spazia dai PadriApostolici alla letteratura apocrifa, all’apolo-getica, alla storiografia cristiana, fino alla pro-duzione in lingua latina degli atti dei martiri,a Sant’Agostino, attraverso Tertulliano, Am-

brogio, Girolamo. Centrale la lettura integraledi un testo che ha ispirato il Concilio VaticanoII: la Lettera a Diogneto che ci spiega che icristiani sono per il mondo ciò che l’anima ènel corpo…

Concretamente come procede lo studio?

L’argomento è affrontato in modo tale da de-dicare diverse ore di lezione alla lettura di-retta dei testi, in traduzione e in linguaoriginale, documentandone le caratteristichegrammaticali, lessicali e stilistiche.

Quindi dai importanza alla conoscenza di

tipo filologico e storico dei testi neotesta-

mentari.

A partire dall’analisi storica e filologica ilbrano viene contestualizzato, collocato nelsuo tempo, compreso meglio e quindi anchepiù facilmente e correttamente attualizzato.

C’è oggi un gran parlare attorno ai vangeli

apocrifi. Ne tratterai?

Sì, certamente. Cercheremo di capire cosasono veramente e quanto la letteratura at-tuale li abbia da un lato opportunamente re-cuperati, ma dall’altro frequentementetravisati nel significato, proprio perché ne haignorato la collocazione storica e culturale

Non è difficile affrontare simili argomenti

con adolescenti, apparentemente un po’

refrattari ad un discorso religioso?

No, non è difficile e comunque è molto im-portante riuscirci. Questa è l’età in cui i ra-gazzi devono cominciano a scegliere che

fare della propria vita, a porsi domande pro-fonde sui temi esistenziali o religiosi: è l’etàdella ragione, il momento delle domande edelle scelte, in cui non bastano più parole ogesti, a volte abitudinari, imparati da bambini.Con i giusti argomenti di studio si dà l’occa-sione per impostare una riflessione profonda,personale e significativa.

Ma come reagiscono i ragazzi a queste

proposte?

Sono molto curiosi, vogliono sapere cosesulla tradizione cristiana, sulla vita delleprime comunità, sui contenuti più autentici.Non si accontentano di parole convenzionalie non vogliono essere manipolati. Andare di-rettamente alle fonti li spinge ad approfondiree ad essere più sicuri e convinti.

Allora gli studi classici possono avere

una forte attualità.

Lo studio del Liceo Classico permette unacomprensione più profonda dei fenomenidella nostra società: si legge il passato, masi trova il presente.La lettera a Filemone che stiamo leggendo,per esempio, affronta il tema della schiavitùe della relazione interpersonale di chi è fra-tello in Cristo. Onesimo, lo schiavo, il ribelle,ora che è diventato cristiano, torna alla casadel padrone che aveva abbandonato e forsederubato, ma non più da servo, quanto dafratello.Oggi come allora il messaggio cristiano ciprovoca e ci apre a cercare risposte di rinno-vamento.

La natura sa contare, persino i cavoli e lemargherite e anche le pigne e le lepri.Lo hanno scoperto i ragazzi delle primemedie che quest’anno hanno seguito il pro-getto “Matemagica”, proposto dalle inse-gnanti grazie all’intervento dell’associa-zione “vivere la scuola”. Obiettivo delpercorso è stato mostrare agli studentiaspetti originali e affascinanti della mate-matica. Attraverso l’analisi di oggetti naturali, filmati,fotografie e la visione di uno spettacoloteatrale, i ragazzi hanno scoperto che lamatematica si trova anche in ambiti ina-spettati e ha molti impieghi sorprendenti. Ad esempio esaminando margherite, cavolie pigne spuntavano sempre fuori dei nu-meri un po’ particolari: 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21,34… i numeri della serie di Fibonacci otte-nuti sommando i due precedenti nella suc-cessione.E calcolando il rapporto fra numero suc-cessivo e precedente nella serie otteniamoun altro numero magico e misterioso, notoanche agli appassionati di arte: la sezioneaurea 1.61803398…La natura quindi ci parla in linguaggio ma-tematico, il compito dei giovani matematicidel Sacro Cuore è diventare attenti osser-vatori e abili interpreti, come ha consigliatoloro anche Galileo: “la filosofia è scritta inquesto grandissimo libro che continua-mente ci sta aperto innanzi agli occhi (iodico l’universo), ma non si può intenderese prima non s’impara a intender la linguae conoscer i caratteri, né quali è scritto.Egli è scritto in lingua matematica, e i ca-ratteri son triangoli, cerchi, ed altre figuregeometriche, senza i quali mezi è impos-sibile a intenderne umanamente parola;senza questi è un aggirarsi vanamente perun oscuro laberinto.” Aiutare i ragazzi a comprendere che la ma-tematica non è una scienza fredda e lon-tana dalla realtà, ma è invece uno stru-mento potente per capirla e rappresentarlaè uno degli obiettivi più importanti per noiinsegnanti.Non è un obiettivo facile da raggiungereperché per molti la matematica è difficile,fa paura, è incomprensibile…

Spesso però i ragazzi accettano volentierila sfida posta da un problema che sem-brava irrisolvibile, si misurano con impegnose provocati da un enigma e arrivano sem-pre a scoprire da soli regole che ancoranon conoscevano se stimolati con alcuniesempi o domande.Quando si arriva da soli a scoprire qual-cosa, quando si raggiuge l’illuminazione,questa resta e la si ricorda per sempre,come succede con la stella nascosta inquesta immagine ideata da Samuel Loyd,uno dei più grandi maestri di giochi mate-matici.Questo è lo stile che cer-chiamo di mantenere nelnostro lavoro quotidianod’aula: un atteggiamento diricerca, di stimolo a pensaree a ragionare; un approccioscientifico alla materia.Questo certo non toglie lacomplessità di alcuni argo-menti e la necessità di stu-dio ed esercizio, ma dà sti-molo e motivazione.Come diceva Edison “il ge-nio è per 1% ispirazione eper il 99% traspirazione”.Ci piacerebbe che per i no-stri ragazzi la matematicadiventasse soprattutto unmondo fatto di sfide da vin-cere, di soluzioni geniali ecreative da inventare e di

misteri inaspettati… e alla fine (speriamo)si accorgano che non c’era proprio nullada temere e che imparino (per la materiae soprattutto per la vita) a non frenare maila creatività e la curiosità, a pensare astrade nuove e fantasiose; un problemapuò avere tante soluzioni o nemmenouna… l’importante è non avere paura dellamatematica e delle regole, molto spesso igrandi matematici le hanno infrante!

Maria Elena Casarini

impariamo questa matematica...del cavoloGli alunni delle prime alle

prese con la “Matemagica”

Scuola Superiore:se ami un progetto unico ed originale…

l studiare con serietà per migliorare le tue doti

l imparare contenuti più aggiornati che in altri studi

l conoscere sempre con chiarezza compiti, scadenze, valutazioni

per organizzarti bene

l studiare con strumenti moderni come la lavagna multimediale, il

computer, internet

l crescere con docenti aperti al dialogo

l imparare bene l’inglese ed usarlo anche in ore di altre materie

scolastiche

l avere il sabato libero

l fare esperienza di teatro o di musical

l partecipare a stages di lingue all’estero, di lavoro, di volontariato

l prepararti bene ai test d’ingresso universitari

l e tante altre attività

…allora ami il Sacro Cuore!

Preside Giovanni Boschini

Scuola Media: un luogo d’élite?

Rispondo con alcuni dati sull’offerta quotidiana.

Per tutti i ragazzi: un programma certo che garantisca il successo

scolastico sia alle medie sia, dopo, alle superiori. E lo possiamodimostrare.

Per studenti con fragilità c’è il progetto Rinforzo, tre ore alla set-

timana in piccolo gruppo, in orario curriculare

Per il mondo globalizzato Inglese Veicolare, 50 ore in più di in-

glese per spiegare e studiare le materie tradizionali, con due docentiper lavorare con ogni ragazzo. E poi moduli con madrelingua.

Per la famiglia:

sabato libero

mensa, doposcuola, corsi facoltativi internivigilanza e collaborazione educativa

Giudicate voi. Per me è motivo d’orgoglio raggiungere livelli

d’élite nel dare a ognuno il suo percorso.

Alberto Miselli, preside.

Supplemento a Vita Giuseppina n. 1 Gennaio/Febbraio 2012Direttore resp.: Giuseppe NoveroRedattore: Modesto De SummaRedazione e Amm.ne: Via Belvedere Montello, 77 - 00166 RomaTel. 066247144 - Fax [email protected] - www.giuseppini.org - www.murialdo.org

POSTE ITALIANE SPA -SPEDIZIONE IN A.P.D.L. 353/03 (CONT. L. 46/04)ART. 1 COMMA 2, DCB - FILIALE DI ROMAStampa: Scuola Tipografica S. Pio X Via degli Etruschi, 7 00185 Roma

Scuola Media

Liceo Classico

Liceo Scientifico

Ist. Tecnico

Amministrazione

Finanza e Marketing

Visita il sito internet

www.sacrocuoremodena.it

Le “macchine matematiche” (macchinearitmetiche e geometriche) sono statecostruite tenendo conto di descrizionicontenute nella letteratura scientifico-tec-nica (durante un arco temporale che vadalla Grecia classica fino ai primi del‘900) e dopo una serie di esperienze voltead esplorare la possibilità di un loro im-piego didattico.Le macchine matematiche presenti nelLaboratorio delle Macchine Matemati-che presso la Facoltà di MatematicaPura ed Applicata dell’Università di Mo-dena e Reggio Emilia sono di due tipi:.macchine per l’aritmetica, cioè stru-menti che permettono di rappresentarenumeri e di realizzare operazioni arit-metiche (es. calcolatrici meccaniche,abaci...) e macchine per la geometria,cioè strumenti che forzano un punto ouna figura a muoversi o a essere tra-sformati secondo leggi matematichepredeterminate (es. compasso, curvi-grafi, sistemi articolati).IL RIPORTO: UN GIOCO DA RA-GAZZI!!!

La classe 1° A nell’a.s. 2009-2010 hapartecipato al Progetto regionale Scienzee Tecnologie – Laboratorio delle Mac-chine Matematiche (http://mmlab.uni-more.it/ online/Home/ProgettoRegiona-leEmiliaRomagna/RisultatidelProgetto.html).Il progetto ha avuto lo scopo di realizzarelaboratori di matematica per promuoverel’avvicinamento degli studenti allo studiodi questa disciplina attraverso una didat-tica di tipo laboratoriale, vista come al-

ternativa e completa-mento alla lezione fron-tale. Gli scopi sonoquelli di interromperel’ascolto passivo, l’ideadi inutilità della Matema-tica e di stimolare i ra-gazzi a ragionare.Il laboratorio di matema-tica previsto per laclasse si è svolto in aulae ha avuto una duratadi circa 8 ore, svolte dalla fine di marzoalla fine di maggio 2010, 6 delle quali ri-prese da un operatore del MEMO(http://archiviomacmat.unimore.it/PRMMLab/PRMMLab.htm).E’ stata scelta per la sperimentazioneuna macchina matematica di tipo aritme-tico: la PASCALINA, strumento di calcoloprecursore della calcolatrice.L’attività di laboratorio è stata organizzatanel seguente modo: lavoro a coppie suschede programmate e lavoro collettivodi analisi e di discussione dei risultati ot-tenuti.

In un primo momento iragazzi hanno esploratola macchina, hanno de-scritto come è fatta ehanno fatto congetturesul cosa fa la macchina(N.B. Gli alunni non sa-pevano nulla sulla Pa-scalina).In un secondo momentohanno ipotizzato il per-ché lo fa. Al termine di ogni attività

è stato necessario un momento di di-scussione collettiva al fine di formulareuna teoria condivisa da tutti che mettesse

in luce gli aspetti caratterizzanti dellamacchina.Dalla discussione collettiva è emerso chela macchina è utile sia per la scrittura deinumeri, semplice o posizionale, che persvolgere operazioni di addizione, sottra-zione, moltiplicazione e divisione.L’attività di laboratorio ha permesso aglialunni di osservare, ipotizzare, verificareo negare concretamente ciò che avevanoloro stessi ipotizzato, utilizzando il MetodoSperimentale introdotto da Galileo Galilei.Inoltre ha fatto sì che tutti gli alunni fos-sero coinvolti e potessero dare un lorocontributo.Le difficoltà maggiori sono state quelledi utilizzare la terminologia matematicaappropriata e di passare da linguaggioverbale a linguaggio matematico scrittoattraverso l’utilizzo dei simboli. L’inse-gnante ha fatto in modo che fossero glialunni i protagonisti delle lezioni e li haguidati alla scoperta delle potenzialitàdello strumento, raggiungendo così loscopo di suscitare interesse, rafforzareintuizione e immaginazione, approfondireil rapporto tra modelli matematici e realtà,aiutare a cercare, trovare e scrivere di-mostrazioni matematiche.

Valeria Pradelli

le macchine matematicheChe cosa sono le macchine matematiche?

In occasione del santo Natale e dell’anno

nuovo giungano a voi e alle vostre famiglie

I PIU’ CORDIALI AUGURI DI OGNI BENE DA

TUTTI NOI DEL SACRO CUORE

Giovannino Guareschi, scrittore umorista fa-moso soprattutto grazie ai personaggi deitesti di Don Camillo e del Mondo piccolo(come Don Camillo, Peppone, il Cristo del-l’altare maggiore, protagonisti anche dellafortunata serie di film) non è autore soltantodi questi romanzi ambientati nella Bassa par-mense, sulle rive del Po, ma anche di altri ro-manzi umoristici. Giovannino Guareschi risulta anche oggi unautore tutto da scoprire per la straordinariavarietà delle tematiche affrontate nei suoiscritti: oltre alle vicende del dopoguerra ita-liano, agli scontri politici tra comunisti e an-ticomunisti, tematiche presenti nel filone diDon Camillo, l’interesse di un lettore di oggipuò essere attirato da una ricca serie dialtre tematiche e di altri personaggi presentinei suoi testi; nella vasta produzione diGuareschi è possibile infatti trovare testi dicontenuti vari: da quelli divertenti, brillanti,umoristici, come Il destino si chiama Clotilde

(“ Decisamente umoristico. Talvolta violen-temente umoristico. Scritto con l’intenzionedi tenere un po’ allegro il lettore”) e Il marito

in collegio (“Umoristico, ma assai più blandodi Clotilde. Scritto con l’intenzione di far sor-ridere”); ad altri romanzi dedicati alla tema-tica del lager (come ad esempio Il diario

clandestino e La favola di Natale) tragicaesperienza da lui vissuta tra il 1943 e il1945; al filone dedicato alla tematica fami-liare. Quest’ultima è al centro del primo romanzo,La scoperta di Milano (1941), e delle raccoltedi racconti di vita familiare come Lo Zibaldino

(1948) e il Corrierino delle famiglie (1954),dove si trova la famiglia Guareschi “al com-pleto”: nella Scoperta di Milano infatti mancail personaggio di Carlotta (la Pasionaria), lafiglia di Giovannino e di Margherita.Nella premessa al Corrierino delle famiglie silegge: “Perché io vi parlo sempre di me edella gente di casa mia? Per parlarvi di voi edella gente di casa vostra. Per consolare mee voi della nostra vita banale di onesta gentecomune. Per sorridere assieme dei nostri pic-coli guai quotidiani. Per cercare di togliere aquesti piccoli guai (piccoli anche se sonogrossi) quel cupo color di tragedia chespesso essi assumono quando vengano te-nuti celati nel chiuso del nostro animo.”; leg-gendo i racconti umoristici del Corrierino

delle famiglie, anche il lettore di oggi può ri-trovare la propria quotidianità. I racconti presentano dunque delle situazioniche inducono il lettore alla riflessione, ma cherisultano al tempo stesso divertenti, anchegrazie al carattere dei protagonisti delle vi-cende: Giovannino, Margherita, Albertino ela Pasionaria.Giovannino è il narratore interno della vi-cenda e coincide con l’autore del libro. È unuomo robusto e con un bel paio di baffi; defi-nito dai figli “burbero ma simpatico” è moltocredente e anticomunista. Immagine diMondo piccolo (disegno dell’autore)

Lavora come giornalista a Milano, ma anchese si dedica con passione al suo lavoro, rie-

sce sempre a trovare il tempo per stare conla sua famiglia: è spesso complice della figlianelle sue marachelle; è molto comprensivonei confronti della moglie, vede, però, nel fi-glio Albertino talvolta un estraneo. La famiglianon considera l’impiego di Giovannino, il gior-nalismo, un vero e proprio lavoro; Margheritaè la moglie di Giovannino. È una donna sen-sibile, ma sa anche essere forte e decisa, do-tata di una psicologia molto profonda ecomplessa, che però viene compresa dalmarito. Al contrario, la figlia ha, in alcune oc-casioni, nei suoi confronti un comportamentoostile. Vi sono poi i figli Albertino e La Pasionaria.Albertino è il primogenito di Giovannino eMargherita. È un bambino molto chiuso e ri-servato, ma nasconde una grande intelli-genza. Così lo descrive l’autore: “Albertinoha soltanto nove anni, ma possiede già unasua amministrazione personale, completa-mente a sé: è pieno di dignità e assai riser-vato e, nei quotidiani rapporti con me, si limitaa comunicarmi le cose essenziali.” (L’estra-

neo).È visto talvolta dal padre come un rivale:“Nelle famiglie improvvisamente il padre s’ac-corge che c’è in casa un estraneo. La madrenon se ne accorge mai e per lei il figlio saràsempre il suo bambino. Ma il padre non s’inganna: c’è uno scatto, aun certo momento, ed ecco che il bambinonon è più quello di prima. Egli, il padre, si sente guardato con altriocchi: con gli occhi dell’estraneo ed avverteil gelo di quello sguardo.Si sente studiato, sa che ogni suo gesto verràgiudicato senza pietà. È un’indagine incon-scia: il ragazzo studia il padre per sapere seè più forte o più debole di lui. La parte fisicanon lo preoccupa, avverte che egli sta sa-

guareschiun autoredariscoprire

La famiglia Guareschi.

Disegno dell’autore

lendo mentre il padre sta discendendo: gli in-teressa l’altra forza, o l’altra debolezza.”(L’estraneo).La Pasionaria è la figlia minore di Giovanninoe Margherita. Il suo vero nome è Carlotta, maviene soprannominata “la Pasionaria”, acausa dei ragionamenti profondi per la suaetà, del suo carattere deciso e dell’ardore conil quale difende le sue idee: “La Pasionariaha nove anni, la mente fresca e non è tipo dadare i numeri al lotto. La Pasionaria non parlamai a vanvera, e quando le sentite dire qual-cosa di strano è proprio il momento di pren-dere in maggior considerazione le sueparole.” (In commissione). La Pasionaria pre-dilige il padre e si trova spesso in contrastocon Margherita.Compare in alcuni racconti anche Amleto, ilcane di Giovannino, regalatogli dal suo amicoAmleto, nella trattoria “da Amleto”. È un pic-colo cane, non è di razza e ha il pelo lungo;nonostante combini molti guai, Giovanninogli è molto affezionato.Il Corrierino delle famiglie presenta dunquedelle situazioni in cui qualsiasi lettore può ri-trovarsi: in ogni famiglia infatti si trova un Al-bertino, una Pasionaria ed in ogni famigliapossono verificarsi i problemi, i piccoli“crucci” descritti dall’autore, quei guai che ri-trovati nelle pagine del Corrierino perdono“quel cupo color di tragedia”che essi avreb-bero se “tenuti celati nel chiuso del nostroanimo.”.“Ecco: se io ho un cruccio me ne libero con-fidandolo al Corrierino. E quelli fra i lettori delCorrierino, che hanno un cruccio del generenascosto nel cuore, trovandolo raccontatoper filo e per segno nelle colonne del Corrie-

rino, si sentono come liberati da quel cruccio.Infatti quel cruccio da problema strettamentepersonale diventa un problema di categoria.E, allora, è tutta un’altra cosa.”(dalla Pre-

messa al Corrierino delle famiglie).

ClasseV ginnasio e

Prof.ssa M.Vittoria Sala

PARROCCHIA S. ANTONIO DI

PADOVA IN CITTADELLA

S.Antonio di …corsa

13 giugno 2011, festa di S.Antonio di Padova.

Si è tenuta la settima edizione della staffetta Padova – Modena: 140 km di corsa,coperti da 12 ragazze del gruppo sportivo della Cittadella, che hanno sostenutouna dozzina di km ciascuna, seguite da un ciclista e alcune auto di supporto.Partenza dalla basilica del Santo dove un padre francescano ha benedetto lanostra spedizione e acceso la fiaccola, testimone del viaggio, portata in parroc-chia per illuminare l’altare. La corsa, dopo aver attraversato paesi e piccoli centri,strade di traffico e altre meno frequentate, è arrivata a Modena per la Messa so-lenne delle 19.Si è ripetuta per la settima volta la staffetta che ha riscosso entusiasmo tra le ra-gazze, stupore e sostegno tra la gente ai bordi delle strade attraversate. È forse un modo originale e insolito per ricordare il nostro Santo, ma è ancheuno sforzo con il quale le giovani atlete danno testimonianza visibile dello spiritodi condivisione e comunione che le spinge a correre.Tanti sono i momenti emozionanti e particolari durante la giornata: la benedizionenella Basilica gremita, pur essendo l’alba, di fedeli incuriositi e meravigliati, losforzo individuale soprattutto nelle ore più calde, le parole di coraggio di chi siincontra lungo tanti chilometri, ma l’occasione più festosa è certamente l’arrivosul sagrato della chiesa, dove si avverte l’abbraccio accogliente e generoso degliamici e dei parenti.Ad attendere quest’anno le staffettiste il nostro arcivescovo, monsignor Antonio

Lanfranchi, che ha apprezzato l’iniziativa ed ha sottolineato l’importanza dellosport come linguaggio dei giovani per conoscersi, confrontarsi e crescere; nellametafora della “strada” ha delineato il significato della “vita” come cammino dovesi intrecciano fatica e solidarietà.La celebrazione eucaristica ha concluso la nostra giornata di festa. Il Santo patrono della nostra parrocchia protegga sempre i giovani e sia al lorofianco nella “corsa” della vita.

Gianni

Immagine di Mondo piccolo.

Disegno dell’autore

Padre marcellorevrenna

L’ Associazione degli Amici ed

Ex Allievi ricorda la figura di

padre Marcello deceduto il

23/03/2011 presso

la Casa Annunziata a

Poleo di Schio

dove era ospite da alcuni anni

1958 - Festa di s. Giuseppe al S.Cuore: fuori programma di P. Marcello.Don Marcello ha trascorso solo cinqueanni (1954 – 1959) al S. Cuore svol-gendo contemporaneamente nell’ ambitodelle attività interne del Collegio le fun-zioni sia di insegnante di lettere chequelle di vicerettore e prefetto di disci-plina. Quest’ultimo incarico in quegli annirivestiva una importanza fondamentaleai fini educativi in quanto si trattava dimantenere la disciplina per alcune centi-naia di ragazzi (esterni ed interni) di variaestrazione sociale, fra cui molti convittoriinterni che vivevano 24 ore su 24 all’ in-terno dell’ Istituto. P. Marcello ha esple-tato questi compiti con fermezza,entusiasmo e, con il sorriso, conqui-stando la stima di tutti i ragazzi che lohanno avuto vicino in quegli anni.

Ma P. Marcello era un giuseppino “dina-mico” a cui la vita normale del collegio,con il suo rigido orario e le sue regole an-dava un po’ stretta e, animato da un forteentusiasmo, organizzava nuove iniziativeper trascinare i giovani a svolgere attivitàsportiva sposando anche le esigenze ele attività del Ricreatorio che in queglianni era frequentatissimo .Nello stesso periodo nell’opera era pre-sente un altro dinamico giuseppino padreMariano Biasio (“il prete volante”) anima-tore instancabile dell’ attività esterna delRicreatorio, con cui padre Marcello s’ in-tendeva alla perfezione formando uncoppia formidabile.Ed ecco P. Marcello inserire con suc-cesso l’attività sportiva della gloriosa as-sociazione U.S. Lepanto nella vita delCollegio attirandosi anche critiche e pa-reri contrari all’ interno della Comunità

che vedeva l’iniziativa come una inge-renza negativa per lo svolgimento dellanormale attività didattica del collegio. Lenostre squadre di calcio integrate, grazieall’ aiuto di don Marcello, da ottimi ele-menti provenienti dal convitto interno,che con entusiasmo approfittavano delle“libere uscite” dal collegio, si afferma-vano con risultati lusinghieri nei vari cam-pionati tra le più stimate e temute dellecittà e provincia, mettendo in luce diversigiocatori di talento che, una volta termi-nati gli studi, passavano nelle categoriesuperiori.Non soddisfatto, don Marcello si lancia inun’altra iniziativa: realizzare il camposportivo multifunzionale destinato allosvolgimento di altre discipline sportive:pallacanestro, pallavolo, tennis, pattinag-gio, ecc.

Si trattava di un progetto “disperato” per-ché allora le casse dell’ istituto erano de-solatamente vuote a causa delle ingentispese sostenute per i lavori di amplia-mento dell’opera: ma P. Marcello e P.Mariano, non si scoraggiarono e confi-dando come sempre nell’ aiuto dellaProvvidenza, inventarono una serie di ini-ziative (lotteria, pesca di beneficenza,contatti con benefattori dell’opera, ecc.)per raccogliere i fondi necessari.E dopo due anni di lavoro intenso ilsogno si tramutò in realtà, con l’ inaugu-razione alla presenza dell’ArcivescovoMons. Amici e delle autorità del nuovocampo polisportivo dedicato alla “BeataVergine di Lourdes” dando la possibilitàdi affiancare al calcio anche la pallaca-nestro, creando un polo di attrazione peri giovani che intendevano praticare sport.Fra le principali iniziative intraprese dapadre Marcello nell’ ambito dell’ attivitàscolastica del collegio è impossibile di-menticare il progetto relativo all’aperturadel corso di ragioneria che rispondevapienamente alle esigenze didattiche e distituto di quel tempo.Il progetto impegnò tutte le risorse mate-riali e spirituali di cui disponeva padreMarcello per lo svolgimento di tutte lepratiche burocratiche e organizzative ine-renti al riconoscimento legale del corsodi studi per ragionieri.Dopo lunghe ed estenuanti fatiche soste-nute, l’agognato riconoscimento legaledell’ Istituto Tecnico Commerciale arrivòquasi contemporaneamente alla notificadel trasferimento di padre Marcello a Vi-terbo, Sua nuova destinazione.Nonostante la brevità della sua perma-nenza a Modena, P. Marcello, nel prose-guo della sua missione di giuseppino inaltre Opere, rimase sempre legato all’Isti-tuto S. Cuore come attestano le Sue gra-dite presenze ai nostri ultimi raduniannuali sobbarcandosi ogni volta viaggiparticolarmente faticosi, nonostante l’ etàavanzata e le precarie condizioni di sa-lute, pur di riabbracciare i “Suoi” ragazzidegli anni cinquanta!Grazie padre Marcello del Tuo entusia-smo che ci hai donato. Ti sentiamo an-cora con noi.

I “ragazzi” del S. Cuore

Vi chiediamo un favore: vogliamo aggiornare l’in-

dirizzario di tutti gli ex allievi, ci aiutate? Inviateciper posta (Istituto Sacro Cuore, viale Storchi, 249- 41121 Modena) per telefono (059 223153), per

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