I Fontanili

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Fontanili, fontane, fauna, flora, asta, selvatica

Transcript of I Fontanili

I

Canto del fontanile

Introduzione

Un anno di incontri

Fontanile tra storia e leggenda

FLORAFLORAFLORAFLORA

PIANTE ARBOREE

Robinia

Pioppo

Gelso

Ciliegio selvatico

Pesco selvatico

Frassino

PIANTE ARBUSTIVE

Fitolacca

Biancospino

Luppolo

Edera

Corniolo

Nocciolo

PIANTE ACQUATICHE

Lenticchie d’acqua

Veronica acquatica

Crescione

Callitrica

PIANTE ERBACEE

Ortica

Felce

Primula

Viola

Tarassaco

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FAUNAFAUNAFAUNAFAUNA

VOLATILI Falco di palude

ufo comune

Airone cinerino

Egretta garzetta

Germano reale

Gallinella d’acqua

MAMMIFERI

Volpe rossa

Minilepre

Riccio

Nutria

Topo d’acqua

RETTILI

Lucertola

Ramarro

ANFIBI

Rana verde

Tritone

PESCI

Carpe

Vairone

PARTE PROGETTUALEPARTE PROGETTUALEPARTE PROGETTUALEPARTE PROGETTUALE

Modifiche e miglioramenti del fontanile

Realizzatori del progetto

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Fermati un momento a guardareFermati un momento a guardareFermati un momento a guardareFermati un momento a guardare

La leggera increspatura della mia acquaLa leggera increspatura della mia acquaLa leggera increspatura della mia acquaLa leggera increspatura della mia acqua

Che corre piano,Che corre piano,Che corre piano,Che corre piano,

posa il suo sguardo dove la luceposa il suo sguardo dove la luceposa il suo sguardo dove la luceposa il suo sguardo dove la luce

si riflette in mille piccoli bagliorisi riflette in mille piccoli bagliorisi riflette in mille piccoli bagliorisi riflette in mille piccoli bagliori

o dove si rincorrono gli angelio dove si rincorrono gli angelio dove si rincorrono gli angelio dove si rincorrono gli angeli

della piccola cupola di una polla.della piccola cupola di una polla.della piccola cupola di una polla.della piccola cupola di una polla.

FerFerFerFermati a guardare il muschio nascostomati a guardare il muschio nascostomati a guardare il muschio nascostomati a guardare il muschio nascosto

sotto fili d’erba sulle sponde.sotto fili d’erba sulle sponde.sotto fili d’erba sulle sponde.sotto fili d’erba sulle sponde.

Fermati a guardare le foglie lanceolate delFermati a guardare le foglie lanceolate delFermati a guardare le foglie lanceolate delFermati a guardare le foglie lanceolate del

polygonumpolygonumpolygonumpolygonum

affiorate e adagiarsi elegantiaffiorate e adagiarsi elegantiaffiorate e adagiarsi elegantiaffiorate e adagiarsi eleganti

o il ripetersi infinito della lenticchiao il ripetersi infinito della lenticchiao il ripetersi infinito della lenticchiao il ripetersi infinito della lenticchia

che come un tappeto ricopre la mia testa.che come un tappeto ricopre la mia testa.che come un tappeto ricopre la mia testa.che come un tappeto ricopre la mia testa.

Fermati e ascolta laFermati e ascolta laFermati e ascolta laFermati e ascolta la piccola vita attorno a mepiccola vita attorno a mepiccola vita attorno a mepiccola vita attorno a me

fatta di riuscii di foglie alla brezza leggerafatta di riuscii di foglie alla brezza leggerafatta di riuscii di foglie alla brezza leggerafatta di riuscii di foglie alla brezza leggera

O di battiti di ali.O di battiti di ali.O di battiti di ali.O di battiti di ali.

Fermati, non sarà tempo sprecato.Fermati, non sarà tempo sprecato.Fermati, non sarà tempo sprecato.Fermati, non sarà tempo sprecato.

Beppe Beltrametti

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Le sperimentazioni Cerere, nate nella scia dei tentativi di riforma dell’istruzione secondaria

superiore noti come Progetti Brocca, sono caratterizzate per la presenza, al loro interno, di un’area

cosiddetta di Progetto.

Si tratta di un ambito tipicamente interdisciplinare e di raccordo con la realtà del tessuto territoriale

di riferimento, con un percorso che si articola lungo i due anni terminali del corso di studi.

Allo spazio che prende il nome di Area di Progetto, si affiancano, infatti,a partire dalla classe

quarta, le aree definite di Modulo, che, nel caso del nostro indirizzo, quello agro- ambientale,

assumono le denominazioni di Ecologia Applicata e Ecologia Agraria.

La nostra classe, già dallo scorso anno, ha iniziato a sviluppare un percorso particolarmente legato

ad aspetti di evoluzione storica dell’agricoltura novarese, soffermandosi soprattutto su due aspetti:

in classe quarta, fissando l’attenzione su una coltura che sino agli inizi del XX secolo, molto ha

rappresentato per l’economia locale: il gelso, anello essenziale dell’ industria della seta.

Nella classe quinta, invece, lo studio si è rivolto a quel fenomeno, tipico dei territori a nord del Po,

di acque risorgive regimate dall’uomo, che ha preso il nome di fontanile.

Le attività hanno richiesto il coinvolgimento di Enti e Associazioni del territorio, per cui impegno

della classe è stato quello di creare una rete di collaborazione con il Comune di Novara, con il

Consorzio Irriguo dell’Est Sesia, con il Nucleo di Didattica Ambientale del Comune di Novara, con

l’Azienda Turistica Locale e con altre Istituzioni Scolastiche.

Come sempre, in questa attività, dopo una fase di brain storming,in cui si sono fatte emergere idee e

proposte circa il lavoro da realizzare e il percorso da seguire, ha fatto seguito una fase di

organizzazione delle attività e di attivazione dei gruppi di lavoro.

Come detto all’inizio, l’area di Progetto si caratterizza per l’interdisciplinarietà del lavoro: nel

nostro caso la collaborazione ha riguardato particolarmente le discipline di storia, chimica, biologia,

estimo e agronomia.

Di particolare interesse,anche perché ha rappresentato una novità, è il risultato finale dell’attività

della nostra classe. A differenza degli anni scorsi, infatti, il prodotto realizzato è caratterizzato dalla

multimedialità: non si tratta, infatti, sol di un manufatto cartaceo, con, eventualmente, allegato un

CD di immagini, ma di un testo che inizia e termina con due trasmissioni televisive.

In un quadro di superamento della didattica trasmissiva e di approccio alla didattica laboratoriale

del learning by doing, il lavoro si è intrecciato con una collaborazione con Telenovara nella

realizzazione di due puntate del Telegiornale Ambientale realizzato dalla rete televisiva locale.

La classe, essendo stata prescelta lo scorso anno per l'impiego in aula della LIM, aveva già

sperimentato metodologie didattiche diversificate, quali attività di role playing, per cui lo

svolgimento del lavoro di questo anno è risultato facilitato.

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1.1.1.1. Beppe BeltramettiBeppe BeltramettiBeppe BeltramettiBeppe Beltrametti A seguito dell'incontro con il Professor Beltrametti abbiamo approfondito le nostre conoscenze riguardo i fontanili, alla riqualificazione ed al cambiamento di interessi che si è venuto a creare. Mentre anticamente erano una risorsa unica per l'agricoltura e tutta la vita rurale, con il corso del tempo questa capacità di fonte idrica perenne, pulita, e a temperatura costante (utilizzata per le marcite in risaia) è andata scomparendo nel tempo assumendo invece un ruolo di interesse secondario, divenendo in alcuni casi un luogo di scarica abusiva. Si è inoltre approfondita la suddetta definizione di fauna e flora ed il ruolo che esse esprimono nell'ecosistema in relazione al fatto che queste caratteristiche stanno mutando con il passare del tempo. L'intervista si svolse nel seguente modo:

− Ivan: “Salve signor Beltrametti, sapendo delle sue conoscenze in ambito biologico a 360° volavamo chiederle di spiegarci come ha condotto le ricerche nei diversi fontanili del piemontese”

− Sig. Beltrametti: “Allora posso dirvi che le mie ricerche sono molto mirate soprattutto alla morfologia del fontanile, con uno studio accurato di testa gola e asta. Dapprima facciamo le diverse misurazioni, e successivamente uno studio della flora inizialmente con lo studio delle piante acquatiche fino a quelle di terra e poi uno studio faunistico diviso con il prelievo di insetti e piccoli roditori e poi con il rilevamento prevalentemente fotografico di uccelli e mammiferi medio grossi, come tassi e volpi.”

2.2.2.2. EstEstEstEst ---- SesiaSesiaSesiaSesia Svariati sono stati i contatti e colloqui avuti con l'ente dell'Est-Sesia in quale ci ha fornito molti spunti per la stesura del nostro progetto. Su indicazione dell'ente, ci siamo appassionati, già dall'anno scorso, ad un'area di fontanile che abbiamo individuato presso il Canale Cavour a Vignale. Siamo andati ad esaminarlo per individuare le problematiche legate al fontanile quali l'inquinamento, la flora e la fauna presenti, per eseguire dei campionamenti di terreno ed acqua ed per raccogliere altro materiale di lavoro quali le foto dell'area.

3.3.3.3. Dott. Claudia BarattiDott. Claudia BarattiDott. Claudia BarattiDott. Claudia Baratti Già dall'anno scorso abbiamo avuto contatti con la Dottoressa Baratti partecipando ad una conferenza a proposito dei fontanili delle nostre zone ed di riqualificazione di queste aree. A seguito di questo incontro abbiamo voluto sperimentare anche noi la riqualificazione di un’ area di fontanile.

4.4.4.4. Prof.ssa Margherita PattiProf.ssa Margherita PattiProf.ssa Margherita PattiProf.ssa Margherita Patti Attualmente Consigliere di Parità Provinciale, la Prof.ssa Margherita Patti, è venuta in classe per

ascoltare il nostro progetto e quindi fornirci ulteriori spunti e informazioni.

Il colloquio avuto con la Professoressa ci ha spronato a continuare il nostro progetto,

complimentandosi con noi per le ottime ricerche effettuate sul territorio e per ciò che questo ci

trasmette: il voler costruire informazione, ci permette di apprendere e di sviluppare la capacità di

decidere, di selezionare e valorizzare le informazioni. Ci ha consigliato in oltre di far conscere il

nostra progetto, di estenderlo a documento della cittadinanza, e di far si che non diventi un progetto

chiuso all'interno della solo scuola perchè, aggiunge, i progetti migliori sono quelli delle scuole!

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C'erano una volta, presso tutti i popoli antichi, alcune figure che erano viste come una via di mezzo tra la scienza e la magia detti “Raddomantici” che utilizzavano la verga, che era un' attrezzo a forma di “Y”, essa veniva utilizzata per la ricerca delle acque sotterranee. Inoltre vi era una grande disponibilità di erbe e bacche che erano utilizzate sia come nutrimento sia come veri e proprio medicinali con poteri depurativi. Un esempio può essere il Crescione (Nasturtium officinale) che ha poteri depurativi e antianemici ed i fiori bianchi del Sambuco che offrivano poteri depurativi ed impieghi gastronomici per farne frittelle croccanti.

“La Verga”

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Talvolta la realizzazione dei fontanili ha comportato numerosi imprevisti di carattere tecnico e economico che inducevano anche a desistere dall'impresa. Alcune problematiche tecniche consistevano nella difficoltà di posa dei “tini”, che erano particolari barili senza fondo estremamente pesanti che venivano dislocati sugli occhi del fontanile ossia le aree da cui scaturiva l'acqua; o ancora per la conservazione e mantenimento delle condizioni di efficienza dovevano essere sottoposti a periodici interventi manutentivi come lo spurgo o il taglio delle erbe in quanto la scelta di alberi e arbusti veniva dettata da caratteri di utilità, con il successivo disimpiego di tali fontanili non si è più prestata attenzione alla flora che si è sviluppata causando un eccessivo ombreggiamento inibendo così la proliferazione di alcune specie di flora e di fauna. Successivamente con la realizzazione di grandi canali e una più sicura disponibilità idrica per l'irrigazione, l'interesse per i fontanili è andata riducendosi e di conseguenza gli interventi manutentivi sono sempre stati più trascurati fino a quando non sono stati del tutto abbandonati; ne consegue cosi l'instaurarsi di processi involutivi che trasformarono cosi il fontanile in un acquitrino portando in alcuni casi anche alla completa scomparsa dell'acqua. A questo punto possiamo può far seguito la sua trasformazione ad una discarica abusiva assumendo così il termine di fontanile “interrato”. Imprevisti di natura economici erano i costi d'opera onerosi di cui potevano farsi carico soltanto i grandi proprietari terrieri o le comunità locali organizzate. Tuttavia se taluni imprevisti non si vengono a verificare si ha il vantaggio che soprattutto nel periodo in cui la falda sotteranea era rinfarzata dall'adacquamento delle risaie la portata diveniva notevolmente consistente. Inoltre grazie all' innalzamento di quota graduale dell'asta rispetto al piano di campagna, l'acqua potrà trovarsi ad una quota più elevata dei terreni latistanti e quindi può essere utilizzata comodamente per l'irrigazione. Il fontanile o fontana è l'opera realizzata dall'uomo , in località opportune, per far affiorare, raccogliere, covogliare e portere ad utilizzazione irrigua le acque sotterranee. Bisogna però fare una precisazione inquanto il fontanile si differenzia dalla risorgiva per il raffionamento naturale delle acque, permeate nel sottosuolo dei terreni a monte.

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Nel fontanile si possono distinguere 3 componenti principali:

− La testa:La testa:La testa:La testa: costituita da uno scavo tondeggiante che interessa la prima falda idrica;

− La gola:La gola:La gola:La gola: rappresentata dallo scavo di raccordo tra testa e asta;

− L'asta:L'asta:L'asta:L'asta: si tratta del fosso scavato per convogliare l'acqua fino ai terreni da irrigare. Un ulteriore suddivisione può essere fatta per la testa del fontanile che è formata da vari elementi:

− Gli occhi: Gli occhi: Gli occhi: Gli occhi: ossia le polle da cui sul fondo dello scavo, scaturisce l'acqua;

− Le ripe: Le ripe: Le ripe: Le ripe: danno le pareti dello scavo, cui viene assegnata una pendenza per evitare frane. Una volta tali ripe erano dette “fascinate”, in quanto costituite da fascine di legno e pali;

− L'area di contorno:L'area di contorno:L'area di contorno:L'area di contorno: costituisce la fascia di vegetazione che circonda la sorgente;

− La corona: La corona: La corona: La corona: Si tratta dell'insieme di ripe, bordo e area di contorno.

Occhio del fontanile

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La rabdomanzia è una pratica che consiste nel localizzare oggetti nascosti sotto terra servendosi di una

verga o di una bacchetta biforcuta.Il termine deriva dalle parole greche "ῥάβδος (rhábdos)" che

significa "bacchetta" e "µαντεία (mantéia)" che significa "divinazione", dove quest'ultima va intesa nel significato più esteso di "ricerca di informazioni mediante pratiche religiose". Assai contorto è il ruolo della rabdomanzia nella storia, così come incerta è anche l'origine di questa pratica che, per quanto se ne sappia, ha sempre mostato una certa tendenza al mutamento variando forma e scopo nel corso dei secoli.

Con ogni probabilità, la rabdomanzia nacque in relazione alla religione o, meglio, come forma di interpretazione del volere divino.

I rabdomanti, secondo questo, sarebbero dunque stati in grado di interpretare il volere divino, predire il futuro o, addirittura, indovinare la colpevolezza o l'innocenza di un accusato.Si pensa infatti che la rabdomanzia moderna possa risalire ale terre Tedesche del XV secolo e che venisse qui utilizzata per scovare giacimenti e venature di metalli preziosi.Da qui, la tecnica rabdomantica sarebbe poi stata diffusa in inghilterra e così via per il resto d'europa.Tuttavia, nonostante questa ampissima diffusione, anche la rabdomanzia o, meglio, i rabdomanti conobbero un periodo buio: questa pratica, nel periodo della caccia alle streghe, non venne infatti vista di buon occhio dalla chiesa che non mancò di perseguitare molti rabdomanti accusandoli di avere contatti con il demonio.

Nel 1600 la rabdomanzia venne addirittua addiatata come pratica satanica,si finì così con il vietare, l'utilizzo della rabdomanzia nel corso dei processi. Nel Medioevo i radbomanti rischiarono di venire perseguitati, in quanto sospettati di tenere contatti con il demonio. Nel 1662 la rabdomanzia venne dichiarata mera "superstizione" o finanche "satanica" dai Gesuiti, Gaspar Schott (scienziato tedesco del 1600) tuttavia successivamente sostenne che non

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era così sicuro che a muovere la bacchetta fosse sempre il demonio. Tuttavia questo accanimento non riuscì a fermare le credenze popolari tra le quali la rabdomanzia trovò il giusto nutrimento per continuare a sopravvivere. Fu proprio così che attorno al 1960 la rabdomanzia tornò a manifestarsi in maniera eclatante: un gruppo di militari impegnati nella guerra nel Vietnam utilizzò infatti un bastoncino biforcuto per individuare tunnel ed armi.I sostenitori della rabdomanzia ritengono di poter individuare la presenza dell'oggetto cercato, grazie sia al contributo di poteri extra sensoriali sia all'emissione di energie da parte dell'oggetto captabili attraverso la bacchetta oppure tramite l'effetto di "risonanza" analogo alla vibrazione dei suoni. Al giorno d'oggi la rabdomanzia è tuttavia considerata un fenomeno paranormale privo di riscontro scientifico e smentito nell'efficacia dai test condotti sotto rigido controllo.

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Un religioso francese, l'abate Mermet, negli anni Venti sostenne di aver applicato con successo la radbomanzia nella diagnosi delle malattie,l'abate diede mostra della sua nuova scoperta attraverso varie dimostrazioni pratiche in molti ospedali francesi, ribattezzandola "radioestesia", nella convinzione che emettesse onde radioattive buone e cattive, percepibili dai suoi strumenti di indagine. La mancanza assoluta di prove a suo favore fa ritenere non accettabile l'applicazione della rabdomanzia a fini diagnostici, in quanto non è scientificamente dimostrata l'emissione di onde radioattive dal corpo umano.

Rabdomanzia e Spirale Cosmica

La natura parla un linguaggio binario: sì / no ; bianco / nero; in sintonia / non in sintonia ; 0 /1 come nell’informatica. Lo stato della materia è sempre duplice e con la matematica binaria abbiamo realizzato la nostra cultura tecnologica.In questo la moderna visione tecnica ha utilizzato un metodo antichissimo che riduce tutto a semplici domande apodittiche (che cioè contemplano una risposta soltanto affermativa o negativa) che rendono la realtà trasparente se ridotta a due semplici stati: questo cibo è in sintonia con me, quest’altro non è in sintonia. La sintonia più elevata che il nostro corpo possiede con un altro elemento è con l’acqua, di cui è in percentuale elevata costituito. Ogni corpo vivente possiede questo “sesto senso” collegato al riconoscimento della presenza dell’acqua. Gli animali “sentono” dove si trova l’acqua a molte miglia di distanza anche se vengono trasportati in luoghi lontani dal loro territorio.

…………RICERCA DELL'ACQUARICERCA DELL'ACQUARICERCA DELL'ACQUARICERCA DELL'ACQUA

E così anche l’uomo ha sempre avuto particolare attenzione per questa sensibilità. Anzi nelle antiche popolazioni i personaggi che mostravano di possedere questa dote “magica” di avvertire la presenza

dell’acqua aiutandosi con una bacchetta di legno erano tenuti in grande considerazione. Anche nella cultura delle nostre campagne il rabdomante è stimato e riconosciuto e ancora ricercato per scavare pozzi e trovare falde sotterranee. La rabdomanzia nasce come dote innata in alcuni particolari individui e poi alla fine dell’800 diventa arte radiestesica. La radiestesia possiede i medesimi principi collegati alla sintonia o non sintonia con l’oggetto della ricerca in base alle medesime domande apodittiche.

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…………SPIRALE COSMICASPIRALE COSMICASPIRALE COSMICASPIRALE COSMICA

Utilizzando i principi della Spirale Cosmica la radiestesia è parte integrante della metodologia

cronogenetica non solo per poter rintracciare le cause radici delle emozioni negative e degli eventi significanti, ma anche per andare a pulire ed eliminare – con il moto levogiro – quelle problematiche

e - con il moto destrogiro – per riuscire a creare nuove possibilità di tempo prova. La tecnica diventa veloce grazie all’utilizzo di una sfera che rappresenta il nostro globo terrestre e che, con le sue girazioni, percorre avanti e indietro il tempo per annullare la lunga catena di eventi emozionali che si sono succeduti per l’assistito da quella antica causa radice fino al momento presente. Cultori e amanti della radiestesia e della radionica potranno apprezzare la Cronogenetica come una brillante applicazione di queste due affascinanti arti antiche (radioestesia e radionica) in un campo inconsueto come quello trans-generazionale o di modeling della programmazione neuro-linguistica

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Molto più interessante di come una bacchetta possa mai muoversi è la questione riguardante se la rabdomanzia funzioni effettivamente. Ovviamente molti credono di sì, dato che la rabdomanzia, come molte altre arti divinatorie, esiste da millenni. Vi sono grandi associazioni di rabdomanti sia in America che in Europa, e tali soggetti praticano comunemente la loro attività in varie parti del mondo ogni giorno. Alcuni scienziati in anni recenti hanno addirittura avanzato prove scientifiche di come la rabdomanzia possa funzionare, quindi deve pur esserci qualcosa sotto, o così sembrerebbe…

Le testimonianze in favore dei rabdomanti e i loro osservatori rappresentano la principale prova a sostegno della rabdomanzia. L’evidenza è alquanto semplice: i rabdomanti trovano ciò di cui sono in cerca, e possono ripetere simili prestazioni molte volte. E quale prova migliore potrebbe essere richiesta? Il fatto che tali eventi di “rabdomanzia e associato rinvenimento di qualcosa” siano ricorrenti porta sia i praticanti che i loro sostenitori a creare automaticamente un nesso causale: si tratta di un errore logico del tipo post hoc, comunemente alla base di molte credenze in fenomeni e poteri paranormali. Essenzialmente è un modo di ragionare né valido né scientifico: pensare in modo scientifico richiede costante vigilanza contro l’autoinganno e cautela nell’affidarsi a semplici intuizioni e sensazioni, invece che a rigorose e precise procedure empiriche o affermazioni ipotetiche e non verificate. Ogni esperimento controllato condotto sulla rabdomanzia, compreso il “caso Scheunen” sotto riportato, ha dimostrato che i rabdomanti non hanno migliori probabilità di trovare ciò che cercano di quante ne avrebbe la pura casualità.

La maggiorparte dei rabdomanti non si preoccupa di dubitare minimamente delle proprie doti, né si chiede se per caso l’autoillusione possa giocare un ruolo. Essi non prendono mai in considerazione l’opportunità di compiere test scientificamente controllati riguardo ai propri poteri, ritenendo che anni di successi siano una prova sufficiente. Quando però vengono messi alla prova con procedure scientificamente valide e falliscono, reagiscono generalmente con genuina meraviglia! Un esempio tipico può essere quanto successe allorchè James Randi mise alla prova alcuni rabdomanti secondo una procedura sulla quale essi avevano concordato: se fossero stati in grado di localizzare acqua in condotte sotterranee con l’80% di successi, avrebbero vinto 10.000$ (ma il prezzo ad oggi è salito a ben oltre un milione di dollari!). Tutti i rabdomanti fallirono il test, sebbene ognuno sostenesse di avere ottenuto molti successi nel trovare acqua ricorrendo a svariati metodi e strumenti non scientifici, inclusi i famosi pendolini di cui sopra. Secondo Randi, “quel che è triste è che questi rabdomanti non sono migliori di chiunque altro a localizzare dell’acqua. Scavate un pozzo quasi ovunque in un’area dove sia geologicamente plausibile trovarne, e la troverete!”

Una delle esperienze più nettamente favorevoli alla rabdomanzia fu compiuta in Germania: il cosiddetto esperimento Scheunen, o “del granaio”. Negli anni 1987 e 1988 oltre cinquecento rabdomanti parteciparono a più di 10.000 test in doppio cieco nei pressi di un fienile vicino a Monaco di Baviera (Scheune in tedesco significa granaio). A seguito di tali prove, i ricercatori affermarono di aver confermato empiricamente l’esistenza di “un concreto fenonemo rabdomantico”. Jim Enright, dello Scripps Institute of Oceanography negli Stati Uniti, valutò i loro dati e concluse che il presunto “concreto fenomeno rabdomantico” potesse essere ragionevolmente attribuito al caso. La sua discussione è alquanto lunga, ma ne riportiamo qui sotto un assaggio:

“In poche parole, i risultati degli esperimenti Scheunen di rabdomanzia non erano riproducibili. Non erano riproducibili su base inter-individuale: da una lista di circa cinquecento candidati autoproclamatisi rabdomanti, i ricercatori ne scelsero 43 per gli esperimenti, considerandoli i più promettenti sulla base di prove preliminari; tuttavia gli

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stessi ricercatori finirono con l’essere colpiti solo da una sparuta minoranza di tali prescelti. E quel che è ancora più problematico per l’ipotesi di partenza, le prestazioni rabdomantiche non furono riproducibili nemmeno su base individuale: quei pochi soggetti che in qualche occasione sembravano essersela cavata abbastanza bene, non ebbero poi più successo di altri randomanti “meno dotati” nel corso di ulteriori prove comparative.” -- Enright, Water Dowsing: the Scheunen Experiments, Naturwissenschaften, vol.82, 1995.

Lo stesso studio Scheunen in sé presenta caratteri alquanto curiosi. Ad esempio Sembra essere stato chiaramente confutato da un altro esperimento tedesco del 1992, condotto da un gruppo di scienziati e scettici. La Gesellschaft zur Wissenschaftlichen Untersuchung von Parawissenschaften (GWUP) [Società per l’Indagine Scientifica delle Pseudoscienze; N.d.T.] allestì un esperimento controllato di tre giorni per circa trenta rabdomanti, per lo più tedeschi. Condotto a Kassel, a nord di Francoforte, e trasmesso da una stazione televisiva locale, il test prevedeva che una tubazione in plastica fosse sepolta mezzo metro sotto terra in un campo e attraversata da un intenso flusso idrico controllato e regolabile. In superficie, la posizione della tubatura era segnalata da un nastro colorato, cosicché tutto quanto era richiesto ai rabdomanti era solo dire in quale momento dell’acqua vi stesse effettivamente scorrendo. Tutti i rabdomanti firmarono una dichiarazione in cui accettavano le condizioni sperimentali come corrette, aspettandosi un successo del 100%. I risultati finali coincisero quantitativamente con quanto si sarebbe potuto aspettare se le letture rabdomantiche fossero state fatte casualmente (Randi, 1995). Tuttavia i sostenitori della pratica ignorano dati del genere e perseverano nella loro convinzione che lo studio Scheunen abbia scientificamente confermato la rabdomanzia.

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Altre evidenze a sostegno della rabdomanzia sono state presentate dalla Deutsche Gesellschaft für Technische Zusammenarbeit (GTZ) [Società Tedesca per la Cooperazione Tecnica; N.d.T.], sponsorizzata dal governo tedesco. Essi affermano, per esempio, di aver ottenuto fino all’80% di successi nelle loro prove, “con risultati che, secondo esperti riconosciuti, non potrebbero essere conseguiti con altri metodi classici, se non impiegando risorse sproporzionate.” Particolarmente interessante è un rapporto del fisico Hans-Dieter Betz, dell’Università di Monaco, Unconventional Water Detection: Field Test of the Dowsing Tecnhique in Dry Zones, pubblicato nel 1995 sul Journal of Scientific Exploration (si tratta dello stesso Betz che ha firmato un libro, insieme a J.L. König, sui test condotti dal governo tedesco riguardo l’abilità di presunti rabdomanti di individuare i raggi E). Il rapporto copre un lasso di tempo di dieci anni ed oltre 2.000 perforazioni effettuate in Sri Lanka, Zaire, Kenya, Namibia, Yemen e altri paesi. Particolarmente impressionante sembra essere un 96% di successi conseguiti su 691 perforazioni nello Sri Lanka. “Sulla base di esperienze geologiche nella regione, ci si sarebbe potuto attendere un 30-50% di successi operando secondo tecniche convenzionali”, sostiene Betz. “Quel che più lascia perplessi, per quanto si riveli estremamente prezioso, è che in centinaia di casi i rabdomanti sono stati capaci di predire la profondità della sorgente d’acqua e anche la portata del pozzo, con uno scarto massimo del 20%. Abbiamo attentamente vagliato le statistiche su tali correlazioni, e superano di molto la semplice fortuna.”

Betz escluse il caso e l’analisi del paesaggio e dei tratti geologici locali da parte dei rabdomanti nello spiegarne i successi. Egli escluse anche il concorso di “qualche sconosciuta sensibilizzazione biologica all’acqua”, ritenendo invece che vi potessero essere “deboli gradienti elettromagnetici” derivanti da fessurazioni e flussi idrici, che inducono cambiamenti nelle proprietà elettriche di rocce e suoli. Secondo lui, i rabdomanti sono in grado di avvertire in qualche modo tali gradienti grazie a una condizione di ipersensibilità. “Sono uno scienziato,” dichiara Betz, “e queste sono le migliori ipotesi scientificamente plausibili che io possa avanzare al momento… Abbiamo stabilito che la rabdomanzia funziona realmente, ma non abbiamo idea di come e perché.” Vi sono tuttavia degli elementi dubbi fra le conclusioni di Betz. La maggior parte delle sue affermazioni riguardano un solo rabdomante di nome Schröter, e non si conosce né chi lo abbia visto in azione, né in quali condizioni operative. Betz inoltre è un fisico, e resta da chiarire quali siano le sue competenze in idrogeologia, per non parlare del fatto che le sue speculazioni sull’ipersensibilità rabdomantica ai gradienti elettromagnetici non sembra basata su alcun dato scientifico. Ad ogni modo l’ipotesi non è mai stata verificata, e non sono sicuro di come ciò potrebbe essere fatto. Quanto meno però ci dovremmo aspettare che anche strumenti geofisici siano in grado di cogliere tali “gradienti elettromagnetici”. Allorché altri hanno condotto esperimenti controllati sulla rabdomanzia, i soggetti non hanno saputo fare di meglio del caso o di altre persone non dotate di poteri rabdomantici (Vogt and Hyman; Hyman; Enright 1995, 1996; Randi 1995). Alcuni dei dati di Betz certamente non sono scientifici, come ad esempio le valutazioni soggettive da parte dello stesso Schröter in merito alle proprie qualità rabdomantiche. Gran parte dei dati non consiste in altro che un rapporto dell’attività di Schröter e di come questi sia stato in grado di localizzare dell’acqua. Betz presume che né il caso né analisi idrogeologiche convenzionali avrebbero mai potuto fornire esiti migliori, ma a questo punto facciamo notare che potrà benissimo essere vero che i successi conseguiti con tecniche rabdomantiche in una certa area siano stati del 96%, e che “nessuna zona di prospezione, con sottosuolo di natura analoga, è nota aver mai dato risultati così sorprendenti”; tuttavia questo non avvalora l’ipotesi che la presunta rabdomanzia abbia avuto niente a che fare con tutto ciò. Analoghe condizioni del sottosuolo sembrano un fattore al contorno insufficiente per giustificare la conclusione che la rabdomanzia renda conto dei successi, piuttosto che il puro caso o l’avvenuta osservazione di caratteri geologici o del paesaggio. Pare che Betz avesse compreso che senza un qualche genere di verifica indipendente

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nessuno avrebbe voluto ragionevolmente accettare l’accertamento definitivo della rabdomanzia come fenomeno reale sulla sola base dei suoi dati, sopra discussi. Egli propose quindi dei “test” ulteriori, il primo dei quali vide Schröter nuovamente protagonista. Una squadra di perforazione norvegese scavò due pozzi, fallendo in entrambi i casi la scoperta di acqua, mentre il rabdomante non solo fece centro, ma seppe addirittura predire profondità della falda e le portate in gioco. Apparentemente però tutto questo dobbiamo crederlo sulla parola data dal rabdomante stesso, il che lo rende ben poco attendibile come verifica della rabdomanzia, non importa quanto apparentemente stupefacente!In un secondo test, Betz asserì che i rabdomanti sapevano individuare la profondità cui si trova l’acqua “in quanto le rilevanti sensazioni biologiche nel corso della rabdomanzia sono sufficientemente diverse da consentire i necessari processi di distinzione ed eliminazione.” Ma non vi è alcun riscontro a una simile affermazione. Ad ogni modo, al nostro Schröter fu nuovamente chiesto di individuare un punto e scavare, ed eccolo di nuovo cogliere nel segno: ma stavolta il suo pozzo si trovava nelle vicinanze di un altro già attivo e di riconosciuta importanza. Betz osservò che certe formazioni rocciose nell’area specifica avrebbero reso più difficili le predizioni del rabdomante, ma un’altra volta dobbiamo ribattere che tutto questo non aveva a che vedere con la conferma scientifica della rabdomanzia come dote in sé. La terza prova fu una specie di gara fra il rabdomante e una squadra scientifica di idrogeologi, dei quali non sappiamo niente di particolare, se non che studiarono una certa area e vi individuarono quattordici punti dove perforare. Il rabdomante successivamente si mosse nella stessa area dopo le osservazioni dei geologi e scelse sette punti di perforazione (come mai il numero di punti prescelti non fu lo stesso per entrambe le prove non ci è dato sapere). Un punto da cui si ottenesse una portata di 100 litri al minuto era da considerarsi buono: gli idrogeologi ne trovarono tre, e il rabdomante sei. Chiaramente fu quest’ultimo a uscirne vincitore, ma anche un test del genere non prova ancora nulla nei riguardi della rabdomanzia. Io credo invece che il Sig. Schröter dovrebbe bussare alla porta di James Randi qualche volta e mettere alla prova i suoi poteri paranormali in condizioni controllate: se è bravo come sia lui che Betz sostengono, dovrebbe almeno uscirne come un uomo arricchito! Betz ha prodotto un lungo rapporto finale, consistente in poco altro che la sua testimonianza a favore delle doti di Schröter, nonché una reiterazione della affermazioni fatte in merito all’esperimento Scheunen. In effetti sarebbe stato meglio se avesse organizzato un esperimento controllato e in doppio cieco, in cui al rabdomante in questione non fosse consentito conoscere le condizioni sperimentali e in cui non fossero in gioco tante variabili non controllate quante ve ne furono in ben dieci anni dei suoi esperimenti precedenti.

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ORIGINI Pianta originaria degli Stati Uniti centrorientali, tipica dei boschi mesofili (con piante aventi fabbisogno idrico medio) misti di latifoglie. Introdotta in Europa, ha dato origine a ecotipi differenti in grado di colonizzare dagli ambienti fresco-umidi di clima oceanico a quelli caldo-aridi di clima mediterraneo. Rimase una curiosità da giardino e da collezionisti fino all'ultimo ventennio dell'Ottocento, quando venne impiegata per consolidare gli argini franosi lungo le nuove ferrovie.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento Albero alto fino a 25m, dalla chioma slanciata e spesso irregolare, con portamento arboreo o arbustivo. La pianta è spesso ceduata, con forte attività riproduttiva agamica; i polloni spuntano sia dal colletto sia dalle radici della pianta.

���� Tronco e corteccia

Fusto cilindrico, dritto, con corteccia di colore marrone chiaro molto rugosa. La parte alta del fusto e i rami sono provvisti di robuste spine.

���� Foglie Le foglie sono decidue, alterne e composte (formate da 13-15 segmenti ellittici, arrotondati all'apice); nel loro insieme raggiungono una lunghezza di circa 30cm. Durante il giorno le foglie sono aperte, mentre la notte tendono a sovrapporsi.

���� Strutture riproduttive ���� Fiori

I fiori compaiono in maggio e sono color bianco o crema di circa 2cm, sono molto profumati e raccolti in racemi penduli lunghi fino a 25cm.

���� Frutti

Il frutto è un legume nerastro e appiattito, lungo 5-10cm, persistente sull'albero fino ad inverno inoltrato, con piccoli semi bruno scuri.

ROBINIA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine FABALES

Famiglia FABACEAE

Sottofamiglia FABOIDEAE

Genere Robinia

Specie R. pseudoacacia

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ORIGINI Originario dell’Asia occidentale, è stato introdotto in Italia, dove si trova ormai molto frequentemente soprattutto nella Pianura Padana. In totale, sono 120.000 gli ettari di pioppeti presenti in Italia; ogni ettaro produce mediamente 15 tonnellate di legno ogni anno.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Ha portamento colonnare con una folta chioma a forma piramidale. Raggiunge altezze di anche 30m.

���� Tronco e corteccia

Il tronco bruno è nodoso sin dalla base, dalla quale iniziano già ad ergersi i rami. La corteccia del Pioppo nero è bianco-grigiastra e liscia nei tronchi giovani. Con l'età la corteccia diventa bruno-nerastra e fessurata per il lungo.

���� Foglie

Il Pioppo nero ha foglie a lamina triangolare-romboidale, con margine dentato, verde più scuro sulla pagina superiore ed hanno una lunghezza di circa 5-8cm.

���� Strutture riproduttive

���� Fiori

I fiori maschili e femminili del Pioppo nero crescono su alberi diversi (pianta dioica), per cui si hanno piante maschio e piante femmina. I fiori maschili sono amenti rossastri grandi circa 5-10cm, compaiono in marzo-aprile, mentre quelli femminili sono di un colore verde giallognolo di 12cm circa di lunghezza.

PIOPPO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine SALICALES

Famiglia SALICACEAE

Genere Populus

Specie P. nigra italica

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���� Frutti

Dai fiori femminili hanno origine i frutti, piccole capsule ovali nere e piumose, a maturità libera dei piccolissimi semi avvolti da una lanugine bianca che, trasportata dal vento, favorisce la disseminazione.

CURIOSITA’ Il pioppo viene spesso utilizzato per mascherare stabilimenti industriali o a scopo ornamentale per grandi viali, strade o lungo i canali fluviali in quanto è molto resistente agli inquinanti. Il suo legno è utilizzato principalmente per la della carta, tavolame, imballaggi e fiammiferi La corteccia, dopo essere stata lavata accuratamente, può essere mangiata, condendola con un po' d’ olio e di sale. Il pioppo nella storia

Il suo legno è stato usato da Leonardo da Vinci per dipingere la sua celebre Monna Lisa e nella cultura celtica, il pioppo rappresentava un segno zodiacale per i nati dal 4-8 febbraio, 1-14 maggio, 5-13 agosto, 3-11 novembre: i nati sotto questo segno avrebbero una tendenza al pessimismo, alla contemplazione e alla critica, sono amanti della natura, ma non riescono tuttavia a godere appieno dei piaceri della vita.

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ORIGINI Il Gelso bianco è una specie originaria dell'Asia centrale e orientale; è entrato in Europa intorno al XII secolo. E’ diffuso anche nel nord America, poiché le foglie venivano utilizzate come alimento per i bachi da seta. Successivamente, nel 900, con l'affermarsi delle fibre sintetiche, l'allevamento del baco da seta e' andato scomparendo e con esso anche il gelso bianco.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Si può presentare sotto forma arbustiva o come albero di media grandezza, che può raggiungere i 10-12m. È una pianta a foglie caduche.

���� Tronco e corteccia

Il fusto è eretto, ma spesso ogni singola pianta sviluppa più tronchi paralleli, con corteccia grigiastra.

���� Foglie

Le foglie sono cordate, appuntite, di colore verde scuro, lucide superiormente e più chiare inferiormente, in genere sullo stesso albero sono presenti anche alcune foglie trilobate o pentalobate.

���� Strutture riproduttive

���� Fiori

I fiori sono unisessuali (pianta monoica), raramente bisessuali e sbocciano in primavera inoltrata; quelli maschili sono disposti in spighe cilindriche di 2-4cm, peduncolate, quelli femminili in glomeruli ovoidali.

GELSO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine URTICALES

Famiglia MORACEAE

Genere Morus

Specie M. alba L. (Linneo)

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���� Frutti

I fiori femminili sono seguiti da grosse bacche succose e carnose, di colore bianco o porpora, commestibili, di sapore dolciastro; la maturazione è in giugno luglio.

CURIOSITA’ I frutti vengono utilizzati in cucina, soprattutto per preparare conserve; non hanno valore commerciale poiché, essendo molto morbidi, il trasporto e la vendita del prodotto crudo sono impraticabili. Esistono varietà particolarmente apprezzate perché producono fiori maschili e femminili su piante diverse: gli esemplari maschili vengono utilizzati come piante da giardino, perché non presentano "l'inconveniente" dei frutti, che potrebbero rovinare pavimentazioni e selciati. Attualmente e' pochissimo usato come pianta da frutto dato il sapore poco gradito (dolciastro con una punta di acidulo). I frutti venivano considerati lassativi per l'elevato contenuto di zuccheri; diverse popolazioni asiatiche li utilizzavano come edulcoranti, sia freschi sia secchi, ridotti in farina. Per fermentazione e' possibile ricavare una bevanda alcolica; il legno era usato per fare attrezzi e piccoli lavori di intarsio.

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L'uso del gelso bianco era

legato all'allevamento del baco

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ORIGINI Il ciliegio chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvaggio è originario dell'Europa (dalle Isole Britanniche fino alla Russia) e del Medio Oriente.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Si tratta di un albero deciduo, cresce dai 15 ai 32m, con un tronco che raggiunge il diametro di 1,5m. Gli alberi giovani mostrano una forte dominanza apicale con un tronco dritto e una corona conica simmetrica, che diviene arrotondata ed irregolare negli alberi più vecchi. Vive circa 100 anni ed è molto esigente di luce.

���� Tronco e corteccia

La corteccia è levigata porpora-marrone con prominenti lenticelle orizzontali grigio-marrone negli alberi giovani, che diventano scure più spesse e fessurate negli alberi più vecchi.

���� Foglie

Le foglie sono alternate, ovoidali, lunghe 7–14cm e larghe 4–7cm; glabre di un verde pallido o brillante nella parte superiore, che varia finemente nella parte inferiore. Hanno un margine serrato e una punta acuminata, con un picciolo lungo 2–3,5cm che porta da due a cinque piccole ghiandole rosse. Anche la punta di ogni foglia porta delle ghiandole rosse. In autunno le foglie diventano arancioni, rosa o rosse prima di cadere.

���� Strutture riproduttive

���� Fiori

I fiori bianchi peduncolati sono disposti in infiorescenze composte da due-sei assieme. Ogni fiore è composto da cinque petali bianchi, stami gialli. i fiori sono ermafroditi e vengono impollinati dalle api. La fioritura avviene all'inizio della primavera contemporaneamente alla produzione di nuove foglie.

CILIEGIO SELVATICO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine ROSALES

Famiglia ROSACEAE

Genere Prunus

Specie P. avium

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���� Frutti

Il frutto è una drupa carnosa (ciliegia) di 1–2cm di diametro, di un rosso brillante fino ad un viola scuro. Il frutto ha un gusto dolce e a volte amaro; esso contiene un singolo nocciolo che racchiude il seme.

CURIOSITA’ Il legno del ciliegio è di qualità ricercata per il valore commerciale perché offre buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione), si tratta di un legno di colore bruno rosato da chiaro a giallastro, a volte usato per rimpiazzare legni preziosi come l'anacardo. Viene usato per fare mobili e strumenti musicali. La resina è aromatica e viene usata come aroma per le gomme da masticare. L'industria farmaceutica usa il succo dei pedicelli dei frutti che ha proprietà astringente, antitossica e diuretica. Il ciliegio è spesso coltivato come albero da fiore. A causa della dimensione dell'albero esso viene usato nei parchi e meno spesso come albero per le strade o per i giardini.

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ORIGINI Il pesco è probabilmente originario della Cina.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

È un albero di modeste dimensioni, alto fino 8m, con apparato radicale superficiale. ���� Tronco e corteccia

Corteccia bruno-cenerina e rami radi, divaricati, rosso-bruni. ���� Foglie

Le foglie sono strette e seghettate. � Strutture riproduttive

� Fiori

I fiori, che sbocciano prima della comparsa delle foglie, sono ermafroditi, ascellari, pentameri, colorati in rosa più o meno intenso. I petali sono cinque, il calice è gamosepalo, con cinque sepali; gli stami sono numerosi, fino a 20-30.

� Frutti

Il nocciolo di pesco contiene perciò un solo seme (o mandorla) solcato profondamente, che è di sapore amaro per l'elevato contenuto di amigdalina, un glucoside cianogenetico caratteristico di alcune drupacee. I frutti sono drupe carnose, tondeggianti, solcate longitudinalmente da un lato, coperte da una buccia tomentosa o glabra di vario colore. La polpa è succulenta, di sapore zuccherino più o meno acidulo, di color bianco, giallo o verdastro. La pesca ha una tipica consistenza polposa e succosa che è dovuta all'elevato contenuto in acqua ed alla presenza di pectina.

CURIOSITA’ Le pesche vengono utilizzate come frutta fresca, ottima anche affettata nel vino; utilizzata anche per fare le marmellate ed altre preparazioni come sciroppi e liquori. Adoperate nell’industria conserviera come aromatizzante per esempio per il tè.

PESCO SELVATICO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine ROSALES

Famiglia ROSACEAE

Genere Prunus

Specie P. silvatica

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ORIGINI Originario dell'Europa e della regione caucasica. In Italia è frequente nel centro-nord. Al Sud e sulle isole è sostituito dal Frassino meridionale.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Il frassino ha generalmente una crescita rapida, riuscendo a sopravvivere in condizioni ambientali difficili come zone inquinate, con salsedine o forti venti, resistendo bene anche alle basse o elevate temperature. È un albero alto anche più di 30m.

���� Tronco e corteccia

Tronco diritto e slanciato, con corteccia grigiastra, opaca, inizialmente liscia poi fittamente solcata.

���� Foglie

Foglie decidue, imparipennate, formate da 7-13 segmenti ellittico-lanceolati. Le gemme invernali sono di colore nero.

� Strutture riproduttive

I fiori, in cime racemiformi, sbocciano a marzo aprile, prima delle foglie. Il frutto è una samara, con una testa allungata contenente il seme e un'ala stretta lanceolata.

CURIOSITA’ Il legno di frassino è largamente utilizzato perché è robusto, ma leggero e flessibile. In passato era impiegato per la realizzazione dei raggi delle ruote in legno dei carri agricoli a trazione animale; attualmente con il legno di frassino si fabbricano racchette da sci, eliche per aeroplani, vari utensili per giardinaggio, manici per martelli, strumenti musicali e molte altre cose che richiedono un legno forte e resistente. Il legno di frassino è altresì un ottimo combustibile e i tronchi di questa pianta possono ardere bene anche quando sono ancora freschi.

FRASSINO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine SCROPHULARIALES

Famiglia OLEACEAE

Genere Fraxinus

Specie F. excelsior

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Il Frassino assume un ruolo simbolico, in quanto gli Slavi credevano che il suo legno fosse una buona arma con cui ferire od uccidere un vampiro. Proprietà medicinali

� I frutti le foglie le radici e la corteccia di frassino hanno proprietà leggermente lassativa, diuretica, antinfiammatoria, antireumatica, antiartritica. Ha inoltre proprietà infiammatorie, in quanto contiente particolari flavonoidi che inibiscono la produzione di mediatori infiammatori (medicina omeopatica).

� Dalla linfa si estrae una sostanza, chiamata manna.

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ORIGINI La fitolacca comprendente circa 35 specie perenni arbustive, erbacee e arboree. È una pianta originaria del Nord America Orientale.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Può raggiungere i 20m di altezza. ���� Tronco e corteccia

Il tronco, molto allargato alla base, dove presenta emergenze radicali che sviluppano facilmente turioni; la scorza è liscia o poco rugosa, di colore grigio chiaro.

���� Foglie

Le foglie sono ovali o ellittiche, glabre, lucide, cuoiose, verde scuro.

� Strutture riproduttive

� Fiori

Pianta dioica: i fiori sono prodotti in racemi peduncolati, spesso penduli; quelli maschili presentano il calice bianco-verdastro e fino a 30 stami; quelli femminili hanno un calice verdognolo, più grande e un vistoso ovario a spicchi.

� Frutti

I frutti, dall’aspetto caratteristico, sono piccoli grappoli di bacche nere.

CURIOSITA’ Malgrado la tossicità della pianta è diffuso l'uso alimentare di alcune sue parti. Le foglie si mangiano lessate come gli spinaci, con l'indicazione di cambiare almeno una volta l'acqua della bollitura e di utilizzare solo foglie giovani poiché l'effetto tossico aumenta con l'età. I frutti vengono utilizzati per fare dolci o come colorante alimentare o come inchiostro. Gli indiani utilizzavano la radice polverizzata come cataplasma, analogamente a quanto facevano i primi coloni che applicavano un impacco alle mammelle delle mucche in caso di mastite.

FITOLACCA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine CARYOPHYLLALES

Famiglia PHYTOLACCACEAE

Genere Phytolacca

Specie P. americana

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ORIGINI Il Biancospino è diffuso in tutta l'Italia (anche nelle isole), dalle zone pianeggianti fino a 1.500m di quota; è comune tra le specie arbustive del sottobosco, ai margini dei boschi o nei pascoli, riesce a colonizzare i pendii erbosi.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

La pianta è un arbusto o alberello. Può raggiungere altezze comprese tra i 50cm ed i 6m.

���� Tronco e corteccia

Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta e di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi.

���� Foglie

Le foglie sono lunghe 2-4cm, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei lobi è dentellato.

� Strutture riproduttive

� Fiori

I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6mm.

� Frutti

I frutti sono ovali, rossi a maturazione e con un nocciolo che contiene il seme. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra novembre e dicembre. I frutti del biancospino sono commestibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi.

BIANCOSPINO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine ROSALES

Famiglia ROSACEAE

Genere Crataegus

Specie C. monogyna

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CURIOSITA’ Il legno, denso e pesante, è un ottimo combustibile. Un tempo, in diverse regioni italiane, veniva utilizzato come essenza costituente delle siepi interpoderali, cioè per delimitare i confini degli appezzamenti. In ragione delle spine e del fitto intreccio dei rami la siepe di biancospino costituiva una barriera pressoché impenetrabile. Attualmente l'esigenza di non rendere difficoltosa la circolazione dei mezzi agricoli meccanici ha determinato la quasi totale scomparsa delle siepi di biancospino aventi quella funzione. Proprietà medicinali

Come erba medicinale il biancospino è usato come ricostituente, antidiarroico, ipotensivo e cardiotonico. Ha un'azione vasodilatatrice dei vasi sanguigni addominali e coronarici, risparmio del consumo di ossigeno da parte del muscolo cardiaco, modulazione della concentrazione intracellulare di calcio, sedativa sul sistema nervoso centrale, diminuzione della frequenza cardiaca. È utilizzato anche come ansiolitico e nel trattamento dei casi di insonnia.

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ORIGINI Il Biancospino è diffuso in tutta l'Italia (anche nelle isole), dalle zone pianeggianti fino a 1.500m di quota; è comune tra le specie arbustive del sottobosco, ai margini dei boschi o nei pascoli, riesce a colonizzare i pendii erbosi.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Pianta perenne, con rizoma ramificato dal quale si estendono esili fusti rampicanti che possono raggiungere i 7m d'altezza.

���� Tronco e corteccia

Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta e di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi.

���� Foglie

Le foglie sono lunghe 2-4cm, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei lobi è dentellato.

� Strutture riproduttive

� Fiori

I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6mm.

� Frutti

I frutti sono ovali, rossi a maturazione e con un nocciolo che contiene il seme. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra novembre e dicembre. I frutti del biancospino sono commestibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi.

LUPPOLO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine URTICALES

Famiglia CANNABACEAE

Genere Humulus

Specie H. lupulus

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CURIOSITA’ Il luppolo viene usato soprattutto nel processo produttivo della birra, dove assume l'importantissimo ruolo di conferire la caratteristica più comune alla birra, ovvero il sapore amaro, oltre all'aroma. L'uso del luppolo funge anche da conservante naturale della birra in quanto possiede proprietà antibatteriche, per questo motivo certi tipi di birra venivano abbondantemente luppolati per migliorarne la conservazione. L'uso del luppolo infine aiuta a coagulare le proteine in sospensione nella birra rendendola più limpida (chiarificazione), inoltre aiuta nella tenuta della schiuma.

Proprietà medicinali

Il luppolo è usato per il suo effetto calmante sul sistema nervoso. Il luppolo è un eccellente sedativo - usato per migliorare il sonno - e negli sciroppi per la tosse. I fiori secchi possono essere cuciti in un cuscino per aiutare nell'insonnia.

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ORIGINI L’edera proviene dall’'Europa e dalle isole Canarie.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Pianta lianiforme rampicante. ���� Tronco e corteccia

Ha fusti lignificati ramosi, aderisce facilmente al substrato grazie alle radici avventizie aggrappanti, raccolte in tipici fascetti.

���� Foglie

Le foglie sono lungamente picciolate, coriacee, intere di colore verde scuro; mostra evidente eterofillia con foglie palmato - lobate sui rami vegetativi, e ovato - romboidali sui rami fioriferi.

� Strutture riproduttive

� Fiori

I rami fioriferi portano nel periodo di settembre o inizio ottobre piccoli fiori verdastri.

� Frutti

Produce piccole bacche nerastre o giallognole contenenti due o tre noccioli.

CURIOSITA’ Il decotto di foglie di edera era usato nelle zone rurali per il lavaggio degli indumenti di lana. L'edera è un arbusto assolutamente non commestibile in nessuna parte.

Proprietà medicinali

L’edera ha diverse funzioni come vasocostrittrici, astringenti, anticellulite, antimicrobiche (antifungine), cicatrizzanti, sedative e lenitive.

EDERA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine APIALES

Famiglia ARALIACEAE

Genere Aralioideae

Specie A. Hedera

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ORIGINI l corniolo, specie propria dell'Europa centro-orientale sino al Caucaso e all'Asia minore. Diffusa nei boschi italiani.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Arbusto caducifoglio, abbondantemente ramificato, alto 3-6m. ���� Tronco e corteccia

La corteccia è di colore grigio-bruna. I giovani rami sono debolmente quadrangolari, recano una fine peluria appressata, hanno colore verde, arrossato sul lato rivolto al sole.

���� Foglie

Foglie opposte, a picciolo di 5-10mm e lamina di forma da ovale a ellittica, appuntita, lunga 8-10cm e larga fino a 5cm, a base ampiamente cuneata o arrotondata. Pagina fogliare superiore di color verde scuro, a fine pelosità appressata; pagina inferiore più chiara, più fittamente pelosa, con ciuffetti di peli ascellari. Da ciascun lato della nervatura principale se ne dipartono 3-5 secondarie, arcuate. Il margine fogliare è intero.

���� Strutture riproduttive

Gemme di svernamento ovato - allungate, appuntite, lunghe fino a 5mm, a pelosità bruno-rossiccia, avvolte da squame fittamente appressate. È sempre presente una gemma terminale. Le gemme fiorali sono già pronte alla fine dell'estate precedente, all'apice di corti rami laterali, avvolte da 4 squame. Esse quando si distendono, sono lunghe fino a 10mm e fungono da organo di richiamo.

CORNIOLO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine CORNALES

Famiglia CORNACEAE

Genere Cornus

Specie C. mas

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� Fiori

I fiori si sviluppano molto tempo prima dell'emissione del fogliame, in corimbi gialli di 1,5-2 cm di diametro; Fiori ermafroditi, a peduncolo di 5mm. Ovario inferiore; sepali triangolari, nettamente superati dai petali gialli, lunghi fino a 2,5mm, di forma triangolare allungata. Stami più brevi della corolla. Il disco nettarifero, a forma di cercine, è compreso fra gli stami e lo stilo.

���� Frutti

Il frutto è una drupa pendula, ellittica, lunga 2cm e larga 15mm, di colore rosso-scarlatto, lucido. Dal sapore acidulo, contenente un seme osseo.

CURIOSITA’ l loro legno e i loro frutti come anche i loro semi sono o erano di grande significato. I piccoli frutti rossi vengono elaborati oltre che per succhi di frutta e per confetture (ottime accompagnate al bollito di carne) e per eccezionali bevande anche come aromatizzante per alcuni tipi di alcolici come ad esempio la grappa. I prezzi per questi prodotti sono relativamente alti dovuto alla bassa fertilità e al basso contenuto di alcool.

Si possono mangiare i frutti anche crudi, ma sono buoni solo quelli che sono appena caduti o che cadono dallo stelo in seguito ad un leggero tocco. Il legno duro (il più duro presente in Europa) viene utilizzato tra l'altro anche per la produzione di pipe. Tutta la pianta ha proprietà tintorie (in giallo).

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ORIGINI Pianta originaria dell'Asia Minore. L'Italia e' uno tra i principali produttori mondiali; le regioni dove assume maggiore importanza sono la Sicilia, la Campania, il Lazio, il Piemonte e la Liguria.

DESCRIZIONE

���� Dimensione e portamento

Il nocciolo è alto in genere 2-4m e può avere un portamento a cespuglio, pollonifero, con fusto sottile e slanciato.

���� Tronco e corteccia

La corteccia è di colore marrone grigio, con solcature longitudinali e sparse lenticelle chiare. I giovani rami recano peli corti, in parte ghiandolari. Le radici sono superficiali.

���� Foglie

le foglie sono alterne di forma rotondo-ovali, con picciolo lungo. La pagina superiore è verde e poco pelosa, mentre la pagina inferiore è più chiara; le nervature sono evidenti.

���� Strutture riproduttive

Il nocciolo è una pianta monoica, con fiori riuniti in infiorescenze unisessuali che si sviluppano prima delle foglie.

� Fiori

I fiori maschili sono detti amenti e sono riuniti in gruppi di 2-4 all’estremità oppure all’ ascella delle foglie dei rami dell’anno precedente. Quando a inizio primavera iniziano a liberare il polline, i fiori maschili diventano giallastri. I fiori femminili sono meno evidenti: si tratta di gemme con stimmi rossi, fecondate per via anemofila, cioè con il polline portato dal vento.

���� Frutti

Il frutto è un diclesio (nocciola e involucro), il cui pericarpio legnoso contiene un seme dolce e oleoso (nocciola).

NOCCIOLO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine FAGALES

Famiglia BETULACEAE

Genere Corylus

Specie C.avellana

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CURIOSITA’ La nocciola può essere consumata fresca appena raccolto il frutto, consumata in inverno come frutta secca o torrefatta,trasformata a livello industriale. L' industria alimentare è di gran lunga il maggior utilizzatore. Sgusciate e torrefatte intere, a grossi pezzi o in pasta vengono impiegate nella preparazione dei torroni, del cioccolato alle nocciole, dei croccanti, dei gelati e dei famosissimi "gianduiotti". La nocciola può essere utilizzata da molte altre industrie: cosmetiche, farmaceutiche, olearie e profumiere. I frutti di alcune varietà italiane, come la "Nocciola Piemonte", sono dotati di pregevoli caratteristiche organolettiche e sono quindi, nell' uso industriale, preferiti a quelli di altri paesi produttori.

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ORIGINI È diffusa a livello mondiale. In Italia è comune nella Pianura Padana e in Toscana, altrove è rara. Popola, a volte in maniera infestante, i ristagni d'acqua dolce.

DESCRIZIONE La Lemna minor misura mediamente 2-3mm e si presenta con una forma appiattita, formando densi tappeti galleggianti monospecifici o mescolati ad altre specie dello stesso genere. Queste piante rimangono completamente galleggianti sul pelo dell'acqua, essendo leggermente rigonfie. Produce piccole foglie di colore verde, tondeggianti o ovali, con diametro prossimo a pochi millimetri, fino ai 4-5 cm delle specie più grandi; ogni singola foglia costituisce un'intera pianta, essendo dotata di una singola piccola radice. In primavera producono fiori piccolissimi, poco appariscenti, che lasceranno il posto a frutticini contenenti un singolo seme.

CURIOSITA’ Queste piante possono diventare infestanti, vengono coltivate negli acquari ed è gradita da alcuni pesci erbivori.

LENTICCHIA D’ACQUA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine ARALES

Famiglia LEMNACEAE

Genere Lemna

Specie L. minor

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DESCRIZIONE ���� Dimensione e portamento

E' una pianta erbacea perenne che può raggiungere l'altezza di 110cm, con apparato radicale fascicolato. In primavera emette nuovi getti che si sviluppano adagiandosi sull'acqua; in ogni nodo di sviluppano nuove radici e nuovi getti che tendono a tappezzare la superficie dello specchio d'acqua; successivamente la pianta emette gli scapi su cui si sviluppano le infiorescenze. Specie polimorfa.

���� Fusto

Fusti di colore verdastro e internamente cavi. ���� Foglie

Le foglie sono opposte con lamina di color verde-chiaro, ellittica o lanceolata, con margine finemente dentato, apice da ottuso ad acuto; presenza di un breve picciolo nelle foglie basali e nei racemi bassi, mentre quelle superiori sono sessili.

���� Strutture riproduttive

���� Fiori Riuniti in racemi ascellari con numerosi fiori (fino a 60). Corolla di colore variabile da un tenue lillà a delicati toni azzurro-bluastri, con venature longitudinali più scure.

���� Frutti è un corpuscolo dalla forma di piccola appendice; nel tegumento esterno dei semi sono contenente sostanze nutritive oleose; queste sostanze sono gradite ad alcune specie di insetti (ed in particolar modo alle formiche) che, prelevando i semi per potersene cibare, provvedono alla loro dispersione.

VERONICA D’ACQUA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine SCROPHULARIALES

Famiglia SCROPHULARIACEAE

Genere Veronica

Specie V. anagallis-

aquatica

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ORIGINI Pianta acquatica, originaria dell’Europa e dell’Asia; in Italia si trova in tutte le regioni sulle sponde di fossi e ruscelli.

DESCRIZIONE Erbacea perenne con fusti prostrati o ascendenti, che emettono radici ai nodi, lunghi fino a 60cm. Ha foglie pennatosette, ovvero a forma di penna profondamente incisa fino alla nervatura centrale. I fiori bianchi (6-7mm) sono riuniti in racemi. I frutti sono lunghi e stretti con molti semi.

CURIOSITA’ Le foglie fresche possono essere usate per insalate e minestre, ha un sapore piccante e gradevole; serve anche per aromatizzare salse e formaggi teneri. In natura, specie in piante cresciute in acque paludose, le foglie, specie se crude, possono dare problemi epatici.

Proprietà medicinali

Proprietà terapeutiche: diuretiche, stimolanti, espettoranti, antiscorbutiche, purificanti.

CRESCIONE

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine CAPPARALES

Famiglia BRASSICACEAE

Genere Nasturtium

Specie N. officinale

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DESCRIZIONE ���� Dimensione e portamento

Sono piccole piante delicate; di solito si trovano in acque poco profonde. Le radici sono fibrose e sono liberamente radicate al fondo.

���� Fusto

Fusti striscianti, gracili, ramosi, cespugliosi. ���� Foglie

Possono essere sommerse e/o galleggianti, strette, con lobi arrotondati e punta ovale. Spesso sono raggruppate a formare rosette sulla superficie dell'acqua.

���� Strutture riproduttive

I piccoli fiori si trovano alla base delle foglie. Il fiore è privo di sepali e petali; al

posto dei petali sono presenti due piccole brattee biancastre.

CALLITRICA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine CALLITRICHALES

Famiglia CALLITRICHACEAE

Genere Callitriche

Specie C. heterophylla

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ORIGINI L’ortica è una diffusa pianta erbacea perenne, nativa dell'Europa, dell'Asia, del Nord Africa e del Nord America.

DESCRIZIONE ���� Dimensione e portamento

Alta fino a 200cm, ha un fusto a sezione quadrangolare poco ramificato. Il [rizoma] è strisciante, cavo e molto ramificato.

���� Foglie e Fusto

Le foglie sono grandi ovate e opposte, lanceolate, seghettate e acuminate. Foglie e fusti sono ricoperti da tricomi (peli) contenenti una sostanza urticante. Quando si sfiora la pianta, l'apice dei peli si rompe e ne fuoriesce un liquido irritante formato principalmente da acetilcolina, istamina,serotonina e probabilmente acido formico.

���� Strutture riproduttive

Come dice il nome stesso, l'Urtica dioica è una pianta dioica, vale a dire che ci sono piante che portano solo fiori femminili e piante che portano solo fiori maschili. I fiori femminili sono raccolti in spighe lunghe e pendenti e sono verdi, mentre i fiori maschili sono riuniti in spighe erette. Fiorisce da aprile a settembre.

ORTICA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine ROSALES

Famiglia URTICACEAE

Genere Urtica

Specie U. dioica

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CURIOSITA’ Può essere usata come alimento: i germogli nei risotti, nei minestroni, nelle frittate o nelle frittelle. L’ortica, grazie alla clorofilla contenuta in grandi quantità, può servire da colorante per i tessuti delicati: le foglie tingono di verde, mentre le radici di giallo.

Proprietà medicinali

Ricca di vitamina C, azoto e ferro; viene anche impiegata per arrestare la caduta dei capelli. Veniva utilizzata come pianta medicinale dagli antichi Greci con proprietà antidiarroiche, diuretiche, cardiotoniche e antianemiche. Veniva inoltre battuta e sfibrata per tessere stoffe simili alla canapa o al lino.

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ORIGINI Proviene da zone tropicali.

DESCRIZIONE ���� Dimensione e portamento

E’ una pianta erbacea perenne di notevole sviluppo, che può raggiungere i due metri di altezza. Ha delle radici striscianti da cui emergono le fronde annuali.

���� Foglie e Fusto

Le fronde hanno un profilo triangolare e sono pennate, lunghe anche fino a 1m, con larghezza maggiore che può superare i 50cm.

���� Strutture riproduttive

I sori sono lineari, disposti lungo il margine sulla pagina inferiore delle pinnule e ricoperti dal margine ripiegato. La sporificazione ha inizio in tarda primavera e si protrae per tutta l'estate.

CURIOSITA’

Il termine Pteridofite viene utilizzato per riferirsi ad un gruppo di crittogame vascolari. Queste piante sono cormofite: sono piante già evolute costituite da fusto, radici e foglie e posseggono un sistema vascolare. Sono difatti le prime piante terrestri che hanno cominciato a differenziare un sistema di trasporto dei fluidi, permettendo così un ulteriore accrescimento in altezza. A differenza di quelle che vengono chiamate "piante superiori" (Angiosperme e Gimnosperme) le felci non sono dotate di semi ma si riproducono mediante spore.

Proprietà medicinali

L'ingestione di questa pianta cruda può provocare gravi avvelenamenti, potenzialmente letali, nell'uomo e negli animali monogastrici (soprattutto nel cavallo). Può provocare gravi emorragie ed anemia nei ruminanti.

FELCE

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione PTERIDOPHYTA

Classe PTERIDOPSIDA

Ordine PTERIDALES

Famiglia HYPOLEPIDACEAE

Genere Pteridium

Specie P. aquilinum

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ORIGINI Originaria delle zone temperate di Europa, Asia e America.

DESCRIZIONE ���� Dimensione

Pianta erbacea annuale e perenne, alta pochi centimetri. I fiori e le foglie nascono direttamente dal rizoma sottostante.

���� Foglie e Fusto

Le foglie, piccole e verdi, sono disposte a formare una rosetta basale. La superficie è rugosa-reticolata e dentata in modo non regolare. Il margine della foglia è ripiegato verso il basso, mentre l’apice è arrotondato. la parte ipogea del fusto è costituito da un breve rizoma, mentre la parte epigea non esiste, in quanto ogni fiore ha il proprio peduncolo.

���� Strutture riproduttive

La fioritura è unica nel corso dell’anno. I fiori sono disposti direttamente al centro della rosetta delle foglie e ognuno ha il proprio peduncolo (di 4-7cm). I fiori sono gialli, ermafroditi e all’interno è presente del nettare che li rende molto profumati. L’impollinazione è entomofila (farfalle e api). Il frutto è una capsula di 5-10mm contenente numerosi semi che maturano da aprile ad agosto.

PRIMULA SELVATICA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine PRIMULALES

Famiglia PRIMULACEAE

Genere Primula

Specie P. vulgaris

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CURIOSITA’ Le foglie e i fiori trattate come il tè possono essere usate per bevande, mentre da giovani (prima della fioritura) si mangiano in insalata o lessate come gli spinaci o in minestra con altre verdure. In alcune zone con i fiori si usa fare della marmellata, mentre il rizoma può servire per aromatizzare la birra.

Proprietà medicinali

I fiori, le foglie e le radici contengono sostanze antispasmodiche, calmanti, diuretiche, lassative e sudorifere.

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ORIGINI Pianta diffusa principalmente in Europa ed Asia ma introdotta anche in America ed Australia.

DESCRIZIONE ���� Dimensione

Piccola pianta erbacea annuale che raggiunge un’altezza di 10-15cm. ���� Foglie e Fusto

Le foglie a rosetta hanno lunghi piccioli e sono a forma di cuore quando sono adulte. ���� Strutture riproduttive

I fiori, che sbocciano a marzo-aprile, sono di color viola. Solitari sul peduncolo radicale presentano cinque petali.

CURIOSITA’ Le viole vengono utilizzate come piante ornamentali nei giardini per aiuole, bordure o per la coltura in vaso su terrazzi. Le specie con cultivar a fiore grande vengono coltivate industrialmente per la produzione del fiore reciso. Le viole odorose si utilizzano nell'industria confettiera per produrre fiori freschi le viole odorose si utilizzano nell’industria confettiera per produrre fiori freschi cristallizzati nello zucchero. I bonbons à la violette sono una specialità della città di Tolosa in Francia. Le viole vengono anche utilizzate in profumeria per estrarne l'essenza.

VIOLA SELVATICA

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine VIOLALES

Famiglia VIOLACEAE

Genere Viola

Specie V. mammola

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ORIGINI Conosciuto anche come dente di leone e soffione, è comune nei climi temperati, soprattutto in Europa ma anche in America del Nord dove è stato introdotto.

DESCRIZIONE ���� Dimensione

pianta erbacea e perenne, di altezza compresa tra i 3–9 cm. Presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei.

���� Foglie e Fusto

Le foglie sono semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con margine dentato (da qui il nome di dente di leone). Il fusto è cavo, glabro e lattiginoso, portanta all’apice un’infiorescenza giallo-dorata, detta capolino

���� Strutture riproduttive

Il fiore, chiamato capolino, è ermafrodita ed è di colore giallo. La fioritura avviene in primavera ma si può prolungare fino all' autunno. Da ogni fiore si sviluppa un achenio, frutto secco indeiscente, privo di endosperma e provvisto del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino.

TARASSACO

Dominio EUKARYOTA

Regno PLANTAE

Divisione MAGNOLIOPHYTA

Classe MAGNOLIOPSIDA

Ordine ASTERALES

Famiglia ASTERACEAE

Genere Taraxacum

Specie T. officinale

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CURIOSITA’ Il tarassaco viene usato sia dalla cucina sia dalla farmacia popolare e la terapia a base di tarassaco viene chiamata "tarassacoterapia". È una pianta di rilevante interesse apistico, che fornisce alle api sia polline sia nettare. È inoltre un'apprezzata insalata primaverile depurativa, sia da solo sia in mescolanze varie. In Piemonte, dove viene chiamato "girasole", è tradizione consumarlo con uova sode durante le scampagnate di Pasquetta. Anche i petali dei fiori possono contribuire a dare sapore e colore ad insalate miste. I boccioli sono apprezzabili se preparati sott'olio. I fiori si possono preparare in pastella e quindi friggere. Le tenere rosette basali si possono consumare con soddisfazione sia lessate e quindi condite con olio extravergine di oliva, sia saltate in padella con aglio. Con le radici tostate di tarassaco si può preparare una surrogato del caffè che ne mantiene in certa misura il gusto e le proprietà digestive, in modo simile all'orzo e alla cicoria.

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GALLINELLA D’ACQUA

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AVES

Ordine FALCONIFORMES

Famiglia ACCIPITRIDAE

Genere Circus

Specie C. aeruginosus

ORIGINE & DIFFUSIONE

Il falco di palude è un uccello stanziale ed è possibile osservarlo in Europa, Asia, ed A-frica. In Italia ci sono nidificazioni sparse, si trovano nei canneti in prossimità di acquitrini e paludi; i nuclei più folti si concentrano nella Pianura Padana.

DESCRIZIONE

Il falco di palude presenta zampe lunghe e sottili, coda ed ali lunghe. Si mostra un evidente dimorfismo sessuale sia nelle dimensioni (dove le femmine più gran-di) sia nel piumaggio: i maschi hanno ali più sottili, quasi interamente grigie ad eccezione delle punte, nere, e della parte più interna e anteriore (penne copritrici) marrone-crema di sopra, rossiccia di sotto la coda è grigia, la testa e il petto color crema e il ventre bruno-rossiccio; le femmine adulte sono quasi interamente marroni con coda più rossiccia, cap-puccio, gola e “spalline” color camoscio-crema. I giovani al primo anno di vita, di entrambi i sessi, sono molto simili alle femmine adulte ma, nel complesso, più scuri e uniformi, con iride e becco scuri (negli adulti gialli). In volo, rialza le ali in modo da formare una “V”. Si nutre di piccoli mammiferi acquatici, piccoli e uova di gallinella d'acqua, rane, rettili, in-setti, animali malati, feriti o morti. La femmina costruisce un grande nido piatto formato da canne ed erbe, nascosto nella densa vegetazione del canneto o nella vegetazione fitta in acqua poco profonda, entram-bi poi aggiungono materiale al nido mentre si prendono cura dei piccoli. La deposizione delle uova (verdastre, in genere 4 o 5) avviene da aprile a giugno, la fem-mina incuba un uovo per volta.

Lunghezza: 48-56cm Peso: 0.48-1.1kg Apertura alare: 115-135cm

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Per la prima settimana i piccoli sono covati dalla femmina, che li nutre con il suo becco, ma successivamente si nutrono da soli nel nido anche con una certa ferocità; quando i piccoli sono cresciuti, la femmina aiuta il maschio nella caccia e se il maschio viene ucciso riesce da sola ad allevare la nidiata.

CURIOSITA’

Durante la migrazione riescono a volare ad altezze tali da riuscire a superare le catene montuose, anche se di solito preferiscono volare a bassa quota. Durante il corteggiamento, il maschio effettua delle spettacolari acrobazie sopra il nido e la zona circostante. Nel periodo della nidificazione, il maschio va a caccia e quando riporta la preda avvisa la femmina con un fischio caratteristico., quindi quest’ultima raggiunge il maschio e, in volo, si posiziona sotto di lui, si gira portando le zampe verso l'alto, e a questo punto il maschio lascia la preda che verrà recuperata dalla femmina con le zampe.

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GUFO COMUNE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AVES

Ordine STRIGIFORMES

Famiglia STRIDAE

Genere Asio

Specie A.otus

ORIGINE & DIFFUSIONE

Il gufo comune è diffuso in tutto il mondo, prevalentemente nelle zone ricche di boschi e conifere. In inverno è possibile assistere a delle migrazioni verso paesi caldi come Egitto, Sud America ed India.

DESCRIZIONE

Il piumaggio, di colore fulvo-marroncino, presenta una maculatura nerastra che ne facilita la mimetizzazione nell’ambiente. Il becco è breve e ricoperto di cera rosata. Gli occhi sono grandi con iride giallo-arancio. L’udito è molto sviluppato, le orecchie sono ricoperte da un folto piumaggio. È un animale notturno che caccia piccoli animali come topi ed uccelli. Durante il giorno dorme, in cavità di alberi o vecchi ruderi. Non muove gli occhi ma è in grado di ruotare la testa fino ad un’angolazione di 270°. La femmina normalmente è più grande del maschio. Nidifica in primavera, la femmina arriva a deporre fino a 10 uova che può variare in base alla quantità di cibo. La nidificazione avviene sfruttando nidi già pre-senti di altri animali, se non trova nidi di questo genere depone le uova sul suolo, sotto alberi o arbusti. La femmina cova le uova per circa un mese durante il quale viene nutrita dal maschio. I piccoli lasciano il nido dopo 3-4 settimane. È l’unico rapace notturno che in inverno si riunisce appollaiato per disperdersi in primavera. Emette un suono abbastanza forte tipico del genere Asio.

CURIOSITA’

Vi sono molte leggende e racconti popolari su questo volatile; secondo una leggenda spagnola, il gufo è diventato un uccello notturno dopo aver assistito alla crocifissione di

Lunghezza: 35-37cm Peso: 0.2-0.4kg Apertura alare: 84-95cm

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Gesù: da allora, il rapace continua a ricordare quell'evento, ripetendo nel suo tipico verso la parola cruz, ossia croce. Nella tradizione fiabesca e nel mondo dell'animazione il gufo è quasi sempre rappresenta-to come un animale saggio ed erudito, me è anche molto pignolo e permaloso.

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AIRONE CINERINO

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AVES

Ordine CICONIIFORMES

Famiglia ARDEIDAE

Genere Ardea

Specie A. cinerea

ORIGINE & DIFFUSIONE

Originario delle zone temperate dell’Europa e dell’Africa, è la specie di airone che si spinge più a nord. In Italia lo si trova particolarmente in Pianura Padana, soprattutto lungo i fiumi e nelle zo-ne della Lombardia e del Piemonte dove è dominante la risaia.

DESCRIZIONE

È un animale dal corpo slanciato che vola, come tutti gli aironi, tenendo il collo ripiegato ad “S”; il piumaggio è di colore grigio sulla parte superiore e bianco in quella inferiore. L'adulto ha piume nere sul collo e un ciuffo nucale di due penne (egrette) nere molto evi-dente che si diparte dalla sommità posteriore e superiore dell'occhio. Le zampe e il becco sono gialli, anche se quest’ultimo nel periodo della riproduzione assume un colore arancia-to e nei giovani è brunastro. Le dita lunghe e distanziate consentono di muoversi su terreni fangosi e grazie alla lun-ghezza dei tarsi riescono a cacciare in acque profonde fino a 60cm. L'airone cinerino si nutre di pesci, rane, girini, bisce d'acqua, invertebrati; la tecnica di caccia solitamente adottata è particolare: passi lenti nell'acqua, sono seguiti da immobiliz-zazioni, una volta localizzato il pesce viene arpionato, lanciato in aria afferrato ed inghiot-tito dal capo grazie al becco ad arpione associato al lungo collo e alla sua particolare mu-scolatura che permettono movimenti potenti e istantanei nell'atto di cattura della preda, evitando così l'apertura delle scaglie. Non essendo particolarmente migratore, inizia a costruire il nido già da febbraio sulla ci-ma di alberi d’alto fusto con rami e canne; nidificano in colonie denominate garzaie e

Lunghezza: 90-100cm Apertura alare: 175-195cm Peso: 1.1-2.0kg

Becco:11-13cm Tarso: 16cm Coda: 16cm

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depongono (dalla metà di marzo) 4-5 uova per nido; le cure parentali sono condotte da entrambi i sessi. Possono raggiungere anche i 24-25 anni di vita.

CURIOSITA’

L'airone cenerino era cacciato per sport o per le sue penne, tutt’oggi è una specie pro-tetta. Si può allevare facilmente, ma non è possibile addestrarlo. E' scontroso, solitario e pauroso.

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EGRETTA GARZETTA

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AVES

Ordine CICONIIFORMES

Famiglia ARDEIDAE

Genere Egretta

Specie E. garzetta

ORIGINE & DIFFUSIONE

È presente in quasi tutto il bacino del mediterraneo, Africa, Asia meridionale, Australia e Indonesia.

DESCRIZIONE

L’egretta garzetta è un uccello migratore, svernante e nidificante, anche se in Itali a sono presenti individui stazionari. Vive molto spesso in zone ove sono presenti altri ardeidi tra cui gli aironi cinerini, ad essi molto simili. Sono caratterizzati da un piumaggio interamente bianco con lunghe zampe e becco neri mentre i “piedi” sono giallastri come l’iride. Mentre vola, anch’essa, come l’airone cinerino, ripiega il collo verso il corpo formando un “S”. Nel periodo riproduttivo, sviluppa nel suo abito nuziale, alcune penne orna-mentali molto lunghe sulla nuca, alla base del collo e sul mantello. Nidifica in colonie in boschetti prevalentemente in ambienti acquitrinosi, costruendo grossi nidi fatti di rami secchi, su pioppi, salici, altri alberi ad alto fusto o anche grossi cespugli. Nel mese di aprile la femmina depone 3-5 uova di colore verde-bluastro che cova insieme al maschio per circa 3 settimane. Dopo 20-25 giorni dalla schiusa delle uova, i piccoli abbandonano il nido e un paio di settimane dopo sono atti al volo. L’egretta caccia le sue prede in acque basse aiutandosi con le lunghe zampe e sfruttando la rapidità e la precisione dei suoi colpi di becco. L’alimentazione è rappresentata da pic-coli vertebrati come pesciolini, anfibi e rettili e invertebrati quali crostacei, molluschi e in-setti.

Lunghezza:55-60cm Peso:0.35-0.36kg Apertura alare:85-100cm

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CURIOSITA’

Le loro bianche piume erano usate in grandi quantità per l'ornamento di cappellini da si-gnora.

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GERMANO REALE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AVES

Ordine ANSERIFORMES

Famiglia ANATIDAE

Genere Anas

Specie A. platyrhynchos

ORIGINE & DIFFUSIONE

Vive nelle zone umide d'acqua dolce quali: paludi, stagni, laghi e fiumi calmi, in tutte le re-gioni temperate e subtropicali dell'America settentrionale, dell'Eurasia; le varietà selvag-ge sono state anche introdotte in Oceania.

DESCRIZIONE

È noto in Italia anche come capoverde e viene considerato il capostipite di tutte le razze domestiche dell’anatra. Presenta un evidente dimorfismo sessuale: maschi e femmine sono molto simili nella forma, ma differiscono nel colore del piumaggio per buona parte dell'anno. durante il periodo nuziale la livrea del maschio è facilmente riconoscibile: il capo e la parte superiore del collo sono di color verde splendente, uno stretto collare bianco a metà del collo separa la verde testa dal petto e dalla parte superiore del dorso che sono di un co-lore bruno-porporino. Al termine della stagione riproduttiva, in estate, avviene una se-conda muta con la quale le vecchie penne remiganti e timoniere indispensabili per il volo cadono per essere sostituite da delle nuove penne, l'appariscente abito nuziale viene cambiato con un nuovo piumaggio eclissato di colore bruno macchiettato marrone scuro (abbastanza simile a quello della femmina), che gli permette di mimetizzarsi meglio durante questo breve periodo in cui è impossibilitato a volare e vive perciò al riparo tra i canneti e le erbe alte lungo le rive dei corsi d'acqua potendo solamente camminare e nuotare. La femmina ha invece colori mimetizzanti con l’ambiente: macchiata di bruno e marrone scuro col becco bruniccio. Gli anatroccoli sono ricoperti di un piumino marrone/nero con alcune macchie gialle su

Apertura alare: 91-98cm Peso: 0.7-1.5kg

Lunghezza: -maschio: 56cm -femmina: 52cm

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dorso e capo. alcuni esemplari non migrano, e in alcune regioni come il nord d'Italia sono stanziali. Que-sto fenomeno sembra in aumento, particolarmente nelle città dove i germani reali sembra-no trovare un'alimentazione sufficiente. Un altro fenomeno da evocare è l'inquinamento genetico (ibridazione con razze domestiche), che renderebbe i germani più pesanti e cor-pulenti dunque meno sensibili al freddo ma anche meno adatti alla migrazione. La riproduzione si ha tra febbraio e luglio, depongono dalle 5 alle 15 uova in nidi rudimen-tali, di ramoscelli e piumini che la femmina strappa da una zona particolare del suo petto, o in alberi cavi. Solo la femmina cova se il maschio l'aiutasse nell'incubazione, il nido sarebbe facilmente individuato dai predatori e distrutto. Dopo la nascita, è ancora la femmina sola che si oc-cupa degli anatroccoli. Li conduce al piano d'acqua più vicino ed insegna loro a nuotare e nutrirsi fino a che siano in età di volare. Si ciba di tutto ciò che riesce a trovare immergendo il becco sott'acqua o razzolando sul terreno.

CURIOSITA’

Grazie alla sua docilità e adattabilità è diventata il prototipo dell'anatra domestica; inol-tre è poco chiassosa ed il verso del maschio è più debole di quello femminile. Quando viene puntata da un predatore, inscena starnazzando la pantomima dell'ala feri-ta, distraendo così il potenziale predatore. La carne di Germano reale è di gran lunga meno grassa di quella dell'anatra comune: ha un sapore particolare e si avvicina al gusto della selvaggina.

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GALLINELLA D’ACQUA

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AVES

Ordine GRUIFERMES

Famiglia GALLIDAE

Genere Gallinua

Specie G. chloropus

ORIGINE & DIFFUSIONE

La gallinella è molto diffusa. Nidificante e stanziale in Europa centrale, in Europa meri-dionale e in Europa occidentale.

DESCRIZIONE La gallinella si riconosce per il piumaggio nero, il becco giallo dotato di una cera rossa alla base dello stesso, le zampe sono di colore giallo verdastro con piedi dotati di dita molto lunghe; le ali, chiuse, presentano una striscia di penne bianche, come pure è bianco il po-steriore. La lunghezza supera i 30 cm. si nutre di insetti acquatici, piccoli pesci, crostacei, mollu-schi, piante infestanti, bacche e frutti caduti . Costruisce il nido, nel folto della vegetazione acquatica preferibilmente presso la riva o sulla riva del corpo d'acqua. Le femmine vi depongono da cinque a dieci uova marrone chiaro, maculate con chiazze più scure, che covano per oltre venti giorni, una volta schiuse i piccoli seguono la madre per alcune settimane.

CURIOSITA’

Quando vengono minacciate dal pericolo emettono un caratteristico richiamo; questo comportamento permette il censimento degli animali anche quando sono nascosti alla vi-sta.

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VOLPE ROSSA

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe MAMMALIA

Ordine CARNIVORA

Famiglia CANIDAE

Genere Vulpes

Specie V. vulpes

ORIGINE & DIFFUSIONE

Si può trovare in Africa, Asia e America settentrionale; in Europa è diffusa su tutta la superficie ad eccezione dell’Islanda. In Italia si può trovare su tutto il territorio ad eccezio-ne delle isole minori.

DESCRIZIONE

L’adulto ha un colore rossiccio, con sfumature che vanno dal giallo al marrone, a seconda degli individui e delle regioni; gola, ventre e estremità della coda sono bianche; i piccoli sono invece di colore marrone - grigio. Il muso è allungato e possiede orecchie triangolari molto mobili. Vive generalmente in coppia, con i cuccioli, anche se è possibile osservarne esemplari soli-tari o in gruppi di 4 o 6 adulti. La coppia formatasi tende a ritrovarsi ogni anno e il ma-schio solitamente partecipa attivamente alla cura e all' allevamento della prole, procuran-do il cibo e difendendo i cuccioli da possibili predatori. Onnivoro, è in grado di cacciare prede di diverse dimensioni, da insetti a uccelli di 1,5 m, si nutre di invertebrati, piccoli mammiferi, uccelli, uova, anfibi e rettili, ma anche alcuni frutti e vegetali come i frutti di bosco molto graditi; quando si trova a vivere nei pressi urbani, si sfama anche di rifiuti e alimenti per animali domestici. È solita cacciare da sola e col suo udito raffinato riesce a individuare piccoli mammiferi tra l’erba, balzando in aria e finendo su di loro, ma utilizzano anche tattiche furtive come appostarsi in luoghi strategici restan-do in silenzio e immobile, per balzare poi con un rapido scatto sulle prede. Le volpi sono animali generalmente crepuscolari, ma nelle zone urbanizzate divengono notturne.

Lunghezza tronco: 60-90cm Lunghezza coda: 30-48cm Peso: 3-11kg

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I maschi marcano il loro territorio mediante delle ghiandole odorifere poste vicino la coda. Raggiungono la maturità sessuale a 10 mesi; il periodo degli amori è generalmente in in-verno, tra dicembre e febbraio; i parti invece in primavera tra marzo e aprile. La gestazione dura 7 settimane e partoriscono, da 2 a 5 piccoli; questi vengono allattati per un mese cir-ca, dopo di che iniziano a prendere i primi cibi solidi, costituiti da alimenti predigeriti dalla madre e poi rigurgitati. Durante le prime settimane di vita dei cuccioli, la madre si dedica completamente al loro allattamento, senza abbandonarli mai e viene nutrita dal maschio: non esita a trasportare in luoghi più sicuri i propri piccoli se vengono a crearsi fattori di disturbo. I piccoli sono molto giocherelloni e la madre con loro.

CURIOSITA’

La coda folta delle volpi le aiuta nell'equilibrio e, durante il freddo, le volpi la utilizzano come coperta. Comunicano tra loro con scie di odori, urinando su alberi o rocce ed anche con la coda utilizzandola come segnale visivo a bandiera.

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SILVILAGO ORIENTALE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe MAMMALIA

Ordine LAGOMORPHA

Famiglia LEPORIDAE

Genere Sylvilagus

Specie S. floridanus

ORIGINE & DIFFUSIONE

Originaria del Nord America dove rappresenta una delle specie più comuni; è stato in-trodotto in Italia e Francia a scopo venatorio, oggi è conosciuta col nome di “minilepre”.

DESCRIZIONE

Ha un colore rosso-bruno o grigio-bruno brizzolato ed è caratterizzata, come del resto le altre lepri, da grandi piedi posteriori, lunghe orecchie (per udire al meglio i pericoli) e da un breve batuffolo di coda bianca che d’inverno diventa più grigiastra; su quest’ultima è presente una macchia color ruggine. I piccoli, dopo poche settimane, acquisiscono la stessa colorazione, ma hanno anche una chiazza bianca a forma di fiamma che scende dalla fronte; questa, alla fine, scompare. Si nutre di vegetali verdi, come erba e trifoglio, in estate e di corteccia, germogli e ramo-scelli, d'inverno. È particolarmente attivo la notte, anche se di giorno non è difficile osservarlo, in partico-lare all’alba e al crepuscolo. Vive principalmente in zone a vegetazione erbacea inframezzata da boschetti, siepi, bor-dure di corsi d'acqua, di strade o ferrovie, roveti e cespugli fitti, aree queste dove può co-struire una tana e/o un nascondiglio dove possa facilmente nascondersi e allo stesso mo-do venire fuori. È un animale molto agile che punta, per sfuggire ai predatori, sul suo udito, la sua vista e la sua corsa che le permette di raggiungere una velocità di anche 24km/h e balzi di 3-4m; quando è inseguita corre a zig-zag, di modo che il predatore perda le sue tracce renden-dosi più difficile da inseguire.

Lunghezza: 35-40cm Altezza: 18-22cm Peso: 1-1.5kg

Lunghezza orecchio: 5-6cm Lunghezza coda: 4-7cm Lunghezza piede: 8-10cm

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L'accoppiamento avviene tra febbraio e settembre: i maschi si accoppiano con più di una femmina ed ognuna partorisce da 2 a 4 numerose nidiate composte perfino da 9 piccoli all'anno. Più nidiate nell’anno sono possibili poiché la femmina, dopo il parto, può accop-piarsi subito. I coniglietti lasciano il nido dopo sette mesi, ma raggiungono l'età dell'accop-piamento a tre mesi.

CURIOSITA’

È cacciata quasi ovunque per fini culinari e con la sua pelliccia realizzano anche cadi d’abbigliamento e/o accessori.

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RICCIO COMUNE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe MAMMALIA

Ordine ERINACEOMORPHA

Famiglia ERINACEIDAE

Genere Erinaceus

Specie E. europaeus

ORIGINE & DIFFUSIONE

Originario e diffuso in gran parte dell’ Europa, inoltre è stato introdotto in Gran Breta-gna, Irlanda ed in Nuova Zelanda. In Italia è diffuso su tutto il territorio, comprese Sicilia e Sardegna, con tre sottospecie.

DESCRIZIONE

Ha un cranio allungato con un piccolo sviluppato in gran parte per la decodificazione dei segnali di natura olfattiva essendo questo il suo senso principale a cui segue il tatto e all’ultimo posto si trova la vista. Il corpo è tozzo a forma di pera con collo corto ed il quarto posteriore arrotondato; le zampe sono corte e tozze, ma i piedi hanno forma allungata e presentano tutti 5 dita con unghie appuntite. Le aree di pelle nuda sono di colore nero; il pelo è di colore che va dal grigiastro al beige, anche se sia pelo che pelle cambiano di colore in base alle stagioni, divenendo più chiari o più scuri. Su fronte, fianchi e dorso il pelo è sostituito da aculei (peli modificati) di colore nero stri-ato trasversalmente di biancastro, sono appuntiti e ciascuno è munito di un muscolo che ne permette l'erezione quando l'animale è eccitato od in stato d'allerta: ciascun esemplare possiede fino a 6000 aculei. Gli aculei servono per difesa personale ed a prevenire seri danni dovuti ad urti o cadute essendo flessibili. Il riccio è un animale notturno per la presenza più frequente delle sue prede. Nonostante generalmente si muova lentamente, il riccio è in grado di correre velocemente

Lunghezza: 25-27cm Lunghezza aculei: 2.0cm Lunghezza coda: 2.5cm

peso: <1.0kg

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e si dimostra anche un ottimo nuotatore. Generalmente i maschi definiscono dei propri territori di circa 3 km. Quando incontra un possibile pericolo reagisce immobilizzandosi e drizzando gli aculei sul dorso, se questo però lo tocca, si appallottola su sé stesso, cosicché l’aggressore si trova innanzi un'impenetrabile cortina di spine. si nutre di invertebrati (insetti, ragni, lombrichi, chiocciole, millepiedi), uccelli, uova, nidia-cei, rettili, anfibi, piccoli mammiferi (soprattutto topi), in caso di necessità mangiano anche ghiande, bacche, frutta ed altro materiale di origine vegetale; non teme i morsi velenosi in quanto i denti veleniferi sono più corti degli aculei e raramente riescono a penetrare il ri-vestimento di peli ispidi che protegge l'animale. Il latte per lui è un veleno poiché provoca forte diarrea che conduce alla sua morte. La stagione degli amori cade fra aprile ed agosto, dove il maschio, per corteggiare, mor-dicchia gli aculei della femmina, questa poi, per permettere al maschio di montarla senza ferirsi, inarca il corpo verso il basso per appiattire lo scudo di aculei. La gestazione dura circa un mese e mezzo, al termine nascono in media 4-5 cuccioli; questi sono ciechi e sordi, hanno già gli aculei sul dorso, ma ricoperti da una membrana per pro-teggere la madre durante il parto. Dopo 36 ore questi primi aculei, bianchi e sottili, saran-no sostituiti da altri scuri e striati di bianco, mentre verso i 10 giorni di vita un ulteriore ter-zo mantello sostituirà definitivamente i primi due. La speranza di vita del riccio in natura è di circa 5 anni, mentre in cattività non è raro che viva anche il doppio.

CURIOSITA’

le impronte lasciate dalle zampe posteriori sono diverse da quelle lasciate dalle zampe an-teriori, al punto che possono essere scambiate per tracce di animali di specie differenti. Nei ricci è presente una mutazione recessiva che porta alla nascita di esemplari dal pelo uniformemente color crema, anche se con occhi di colore nero (dunque non si tratta di albini): i ricci con questa mutazione pare che non vengano attaccati dalle pulci.

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ARVICOLA TERRESTRE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe MAMMALIA

Ordine RODENTIA

Famiglia MYOCASTORIDAE

Genere Myocastor

Specie M. coypus

ORIGINE & DIFFUSIONE

Originaria del Sud America, ma fuggendo dagli allevamenti di pelliccia si è stabilita negli Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Francia, Olanda, Scandinavia, Germania, Asia mino-re, Caucaso, Asia centrale e Giappone.In Italia la sua diffusione ha subito un notevole incremento negli ultimi anni espandendosi nella pianura padana, in Abruzzo, Lazio, alta Campania, Sicilia e Sardegna.

DESCRIZIONE

Ha un corpo tozzo e robusto con una pelliccia bruno-giallastra o bruno-rossastra com-posta da lunghi peli rigidi. Questi ultimi nascondono quasi completamente il sottopelliccia grigio scuro, soffice, denso e vellutato. Durante l'inverno la pelliccia diventa più folta e densa. La testa è larga e di forma triangolare, con occhi e orecchie piccoli situati nella parte su-periore. I piedi sono più lunghi delle zampe anteriori e sono muniti di 5 dita, di cui le prime 4 sono connesse tra loro da una membrana cutanea, mentre il quinto è libero e solitamente utiliz-zato per pettinare la pelliccia. Le zampe anteriori hanno 4 dita lunghe, flessibili, non pal-mate. È un animale semi-acquatico, notturno e crepuscolare, anche se spesso visibile di giorno. Vive in acquitrini, rive dei laghi e corsi d'acqua; come rifugi utilizza tane di altri animali op-pure scava sistemi di cunicoli che variano da semplici tunnel a complessi di camere e pas-saggi che si estendono per oltre 15 metri. Vive in coppie o piccoli gruppi, anche se i maschi sono spesso solitari.

Lunghezza corpo: 40-65cm Lunghezza coda: 25.5-42.5cm peso: 5-15kg

Lunghezza piede: 12-15cm Lunghezza orecchie: 25-30cm

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Si nutre principalmente di parti vegetali, tra le radici, tuberi e rizomi; nelle regioni dove è stata introdotta si ciba di qualsiasi coltura disponibile. Le femmine sono poliestre e possono partorire 2-3 volte l'anno fino a 5 piccoli a volta; la gestazione dura 128-130 giorni. Appena nati i piccoli sono ricoperti di pelo ed hanno gli occhi aperti; possono sopravvi-vere lontano dalla madre già a soli 5 giorni di vita, ma solitamente rimangono con essa fino a 6-10 settimane. L’età raggiungibile in natura è di 2 0 3 anni, in cattività riescono invece a raggiungere an-che i 10 anni.

CURIOSITA’

È cacciata per la sua pelliccia ed era anche molto allevata per questo fine; in alcune re-gioni è cacciata anche come fonte di cibo; oggi è anche considerata come una piaga poi-ché le sue tane danneggiano dighe e sistemi di irrigazione ed inoltre fa irruzioni in risaie e altre colture. È inserita nell’ elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo. Si pensa sia anche trasportatrice di una grave malattia: la leptospirosi, ma non è ancora una cosa certa.

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ARVICOLA TERRESTRE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe MAMMALIA

Ordine RODENTIA

Famiglia CRICETIDAE

Genere Arvicola

Specie A. amphibius

ORIGINE & DIFFUSIONE

è diffusa in tutta l'Europa ad eccezione di alcune zone della penisola iberica e della Francia e si spinge attraverso Siberia, Israele, Iran e Cina sud-occidentale. In Italia è dif-fuso su tutta l'area peninsulare con tre sottospecie in Sicilia, non si hanno informazioni certe sulla sua presenza.

DESCRIZIONE

La testa è grossa, arrotondata, con muso tozzo e corto: gli occhi sono piccoli e neri, men-tre le orecchie, seminascoste dal pelo, sono piccole a forma di semicerchio. Le zampe so-no corte e nonostante le abitudini di vita semiacquatiche, non sono palmate. Ha pelliccia lunga e folta, dall'aspetto sericeo e dal colore che può variare dal grigio scuro al bruno-rossiccio (nella femmina, generalmente, il colore tende sempre al marroncino); il ventre in-vece è di colore chiaro e va dal biancastro al grigio-giallastro. tendono a vivere in gruppetti familiari (comprendenti una coppia riproduttrice e due o più generazioni dei propri figli), sulle rive di torrenti, fiumi, stagni e canali, in aree generalmente pianeggianti e sempre legate alla presenza di acqua. Delimita il suo territorio tramite una sostanza prodotta da delle ghiandole di cui è provvi-sto: impregnandosi le zampe di questa sostanza e poi percorrendo tragitti specifici, trac-cia il “confine” del suo territorio; all’interno di esso scava una serie di gallerie, aiutandosi coi denti a togliere eventuali sassi durante gli scavi e mangiando le radici che incontra; vi sono numerose entrate e molte delle quali sono subacquee. Sono attivi soprattutto all’alba e al crepuscolo e si nutrono di erbe spontanee lungo i corsi d’acqua, cariossidi, frutti, talvolta lumache d’acqua dolce, larve e insetti.

Lunghezza corpo: 19-21cm Lunghezza coda: 11cm peso: 0.12kg

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La stagione degli amori va da aprile ad ottobre: in questo periodo i maschi combattono fra loro per conquistarsi il diritto di accoppiamento con le femmine, che tuttavia si accop-piano promiscuamente con più maschi. La gestazione dura mediamente tre settimane e danno alla luce 3-8 cuccioli ciechi ed iner-mi. Subito dopo il parto, la femmina può essere nuovamente ingravidata. I cuccioli hanno il primo manto rossiccio che rappresenta la loro prima copertura, ma non è impermeabile e perciò fino a circa due settimane essi evitano di entrare volontariamente in acqua. In natura, questi animali sopravvivono in media solo 5 mesi In cattività, fino a cinque anni.

CURIOSITA’

Quando inseguito da predatori, fa uno scatto di anche 5km/h e si butta in acqua dove rapidamente raggiunge uno dei suoi ingressi subacquei per rifugiarsi, se invece qualcuno attacca le femmine e i piccoli, i maschi non esitano a lottare per consentire loro di fuggire.

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LUCERTOLA MURAIOLA

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe REPTILIA

Ordine SQUAMATA

Famiglia LACERTIDAE

Genere Podarcis

Specie P. muralis

ORIGINE & DIFFUSIONE

Questa specie è molto comune e diffusa su tutto il territorio europeo; in Italia è presente ad altitudini che partono dal livello del mare ad oltre 2000m. È più frequente nelle aree assolate e aperte, e vive a stretto contatto con l’uomo.

DESCRIZIONE

Di medie dimensioni (15-25cm di lunghezza), con colorazione dorsale bruna e bande late-rali bruno scure o nere oppure con dorso verde e reticolatura nera. Si riconosce dalla Lucertola campestre per la differente colorazione delle parti inferiori che sono macchiet-tate di nero (soprattutto sulla gola) . Ha un corpo snello con una testa triangolare ed una bocca munita di denti affilati e di una lingua bifida e retrattile; gli arti sono ben sviluppati e le zampette sono munite di lunghe unghie che ne fanno un'arrampicatrice capace di scalare velocemente muri e rocce verticali e li-sce. Si alimenta di invertebrati, soprattutto insetti, ma anche crostacei terrestri, ragni, mollu-schi gasteropodi e anellidi. La riproduzione si ha principalmente tra marzo e aprile, ma si può prolungare fino in esta-te; i maschi, durante questo periodo, sono territoriali e molto aggressivi, contendendosi le femmine con lotte spesso cruente, ma che non causano la morte dell’avversario. La femmina depone, in buche, da 2 a 12 uova biancastre che schiudono in 2-3 mesi. I gio-vani, alla nascita, sono già lunghi circa 6 cm. L’età media in popolazioni naturali varia da 4 a 6 anni.

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CURIOSITA’

La specie presenta una spiccata variabilità geografica nel tipo di colorazione dorsale. hanno la particolarità di poter perdere la coda se questa viene afferrata da un eventuale predatore; tale parte del corpo può in seguito riformarsi, crescendo fino a 2 mm al giorno.

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RAMARRO ORIENTALE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe REPTILIA

Ordine SQUAMATA

Famiglia LACERTIDAE

Genere Lacerta

Specie L. viridis

ORIGINE & DIFFUSIONE

È distribuito nelle regioni a clima temperato dell'Europa orientale ed in Turchia.

DESCRIZIONE

Ha una forma del corpo analoga a quella delle lucertole, ma di dimensioni maggiori (lunghezza anche di 45cm). il dorso è di colore verde: brillante nei maschi e più scuro con 2 - 4 striature longitudinali chiare nelle femmine; le parti ventrali tendono al giallo. Nel periodo degli amori, la gola dei maschi diventa azzurra. Sono animali territoriali con abitudini diurne, frequentando di preferenza i pendii assola-ti, i prati con cespugli, le boscaglie e i bordi di strade e sentieri; a differenza della lucertola non si arrampica volentieri, ma preferisce restare mimetizzato tra l'erba. Si nutrono di insetti, piccoli vertebrati (serpenti, altri rettili ecc.) e uova di uccelli, inte-grando poi con bacche e altri prodotti vegetali. Nella stagione riproduttiva, i maschi lottano tra loro sollevando la parte anteriore del cor-po evidenziando il sottogola azzurro e avanzano frustando l'aria con la coda, finché il riva-le non dà segni di sottomissione. Le femmine, durante l'accoppiamento, vengono tratte-nute dai maschi tramite un morso sul fianco, che lascia evidenti cicatrici a forma di "V". Le femmine depongono da 5 a 20 uova, dal guscio non rigido, in buche scavate nel terre-no e si schiudono dopo 2-3 mesi circa.

CURIOSITA’

Non teme il veleno dei serpenti perché se morso, poi riesce sempre a salvarsi mangiando una misteriosa erba che annulla l’effetto del veleno: Un detto popolare recita “Il ramarro tienilo alla tua destra, perché ti fischia nell’orecchio”, poiché si pensa che il ramarro avver-ta le persone della presenza di animali velenosi, emettendo un fischio sibilante.

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Rana verde

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AMPHIBIA

Ordine ANURA

Famiglia RANIDAE

Genere Rana

Specie R. chloropus

ORIGINE & DIFFUSIONE

La rana verde è diffusa in tutta l’Europa tranne nella penisola Iberica e in Norvegia; in Italia, molto comune, è presente fino a 1200 metri d’altezza.

DESCRIZIONE La rana verde è una rana acquatica di 12 cm di lunghezza, con muso appuntito e dita pal-mate. Il dorso, di colore verde smagliante o bruno oliva, è cosparso di macchie nere ed or-nato ad ogni lato. A livello morfologico presenta caratteri intermedi tra le specie genitrici: il ventre è di co-lore biancastro marezzato di bruno o nerastro, il dorso e i fianchi sono di colore verde e su di essi sono presenti macchie scure, irregolari nella forma, nel numero e nella disposizione; i maschi sono leggermente più piccoli delle femmine. Gli adulti si cibano principalmente d'invertebrati terrestri, tra cui predominano lombrichi, gasteropodi, insetti ed aracnidi, ed acquatici, come insetti e loro larve, crostacei e mollu-schi. L'habitat è acquatico, e vive sulle rive di corsi d'acqua, stagni, laghi, lagune costiere ed altri ambienti similari, alternando la permanenza in acqua a quella sulla terraferma. L'ibernazione ha luogo nella melma dello stagno in cui vive.

CURIOSITA’

La rana verde è una kleptospecie, ovvero si è originata dall’ibridazione tra tre diverse specie di rane: P. bergeri e P. ridibundus o P. kl. Esculentus.

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TRITONE COMUNE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe AMPHIBIA

Ordine CAUDATA

Famiglia SALAMANDRIDAE

Genere Tritus

Specie T. vulgaris

ORIGINE & DIFFUSIONE

Diffuso nella maggior parte dei paesi europei, fatta eccezione per la Penisola Iberica e la Francia meridionale. In Italia è diffuso nel nord e nel centro della penisola.

DESCRIZIONE

I tritoni hanno un corpo gracile e allungato, posseggono una lingua protrattile e una lun-ga coda compressa lateralmente e provvista di lamina natatoria. Colonizzano prevalentemente stagni con acque ferme e paludose, ove trascorrono gran parte del loro tempo. D’inverno, abbandonano l’acqua e si rifugiano nei boschi sotto le radici degli alberi; in primavera, ritornano ad occupare le acque stagnanti per riprodursi. La dieta è composta prettamente da piccoli invertebrati, larve di zanzare ed altri insetti che cadono nell’acqua. Talvolta si nutrono persino di larve della stessa specie. In vista dell’accoppiamento, i maschi sviluppano una caratteristica livrea nuziale e una cre-sta sulla coda, per poi procedere a complessi riti di corteggiamento acquatici. Le uova vengono deposte singolarmente nei luoghi più disparati anche se il substrato preferito è di solito costituito dalle foglie sommerse delle piante acquatiche. Una volta nati, i girini passano i loro primi tre mesi di vita crescendo molto rapidamente, fino a giun-gere ad una metamorfosi che li rende la copia miniaturizzata delle femmine adulte.

CURIOSITA’

Il tritone può essere allevato in acquario, ma non vive pacificamente con tutte le specie. Alcuni esemplari si possono abituare a vivere esclusivamente in acqua non compiendo la muta delle branchie. Riescono a rigenerare alcune parti del corpo amputate o perse, tra cui coda, arti e persi-no il cristallino degli occhi.

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CARPA COMUNE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe ACTINOPTERYGII

Ordine CYPRINIFORMES

Famiglia CYPRINIDAE

Genere Ciprynus

Specie C. carpio

ORIGINE & DIFFUSIONE

Originaria delle regioni dell'Europa orientale e in gran parte l’Asia. In Italia è stata intro-dotta molti secoli fa dai Romani per l'allevamento; per la sua straordinaria capacità d'a-dattamento è ormai diffusa in tutto il mondo.

DESCRIZIONE

Il corpo della carpa è lungo, ovaloide, con dorso convesso poco sopra la testa. Quest'ul-tima, si presenta di forma triangolare, con muso poco appuntito. La bocca è protrattile ed è munita di 4 barbigli corti e carnosi; ha una coda forcuta, la livrea è bruna con riflessi bronzei su dorso e fianchi, giallastro sul ventre. Si ciba di organismi animali come lombrichi o insetti e di sostanze vegetali. Durante la ri-cerca del cibo smuove molto materiale intorpidendo l'acqua e facendo salire a galla bollici-ne di gas formatesi nel fondale in seguito al suo grufolare. La riproduzione si ha in tarda primavera ed inizio estate deponendo circa 2-300.000 uo-va. Vive in gruppi numerosi che possono contare anche decine di specie diverse e si stima possa arrivare anche fino ai 100 anni di vita.

CURIOSITA’

È la specie più insidiata dalla pesca sportiva, tant’è che questa pratica prende il nome di carpfishing. È una pietanza presente nei piatti di tutto il mondo, anche se in Italia non viene molto gradita.

Lunghezza: 30-60cm Peso: 3.0-35.0kg Pinna dorsale: 18-24raggi

Lunghezza eccezionale: 130cm Peso eccezionale: >40kg

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VAIRONE

Dominio EUKARYOTA

Regno ANIMALIA

Phylum CHORDATA

Classe ACTINOPTERYGII

Ordine CYPRINIFORMES

Famiglia CYPRINIDAE

Genere Telestes

Specie T. muticellus

ORIGINE & DIFFUSIONE

È un pesce endemico dell'Italia centro settentrionale, della Svizzera meridionale e del sud-est della Francia.

DESCRIZIONE

Presenta corpo allungato, snello, fusiforme, leggermente compresso, coperto di squame piuttosto grandi. Il muso di piccole dimensioni, termina con piccole labbra. La pinna dor-sale grigiastra è corta e nasce posteriormente al livello dell'inserzione delle pinne ventrali trasparenti. La pinna anale giallastra è corta. La pinna caudale grigia è bilobata, con mar-gine nettamente incavato. La colorazione è scura tendente al nero o blu in posizione dor-sale, argentea con banda nerastra sui fianchi, sfumando fino al ventre bianco. L'occhio è di colore argenteo. Il vairone ha abitudini gregarie come molti altri ciprinidi. Preferisce vi-vere in prossimità del fondo, è molto sensibile alle variazioni meteorologiche tant’è che cambia il proprio comportamento in relazione all'ora e alla temperatura. E’ un pesce onni-voro, si nutre con grande voracità di piccoli invertebrati di fondo e planctonici e da insetti alati che caccia a pelo d'acqua. Raggiunge la maturità sessuale, a seconda dell’ambiente, intorno ai 2 o 3 anni . In questo periodo assume sfumature dal giallo intenso all’arancione. Il vairone si riproduce tra la fine di aprile e quella di agosto, tende a riunirsi in branchi lun-go il luogo scelto per la deposizione e la fecondazione delle uova. Le uova sono deposte in acque basse a fondo sabbioso e ben ossigenate. La frega avviene generalmente di notte. Le femmine sono in grado di deporre fino a 6000 uova incollate tra loro, del diame-tro di 2 mm circa. Queste aderiscono al substrato e vengono in seguito fecondate dai maschi.

Lunghezza: 15-20cm Peso: 0.1kg Pinna dorsale: 10raggi

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La schiusa avviene, in condizioni termiche normali, dopo circa 5 giorni.

CURIOSITA’

Spesso si accoppia con altri ciprinidi come i cavedani, dando vita ad ibridi sterili. La carne è eccellente adatta a fritture insieme all’alborella.

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Modifiche e miglioramenti fontanile

Terminata una panoramica sulla storia e sulle curiosità intorno ai fontanili, affrontiamo gli aspetti

maggiormente inerenti al compito che ci è stato affidato, di riqualificazione di uno dei numerosi

fontanili che punteggiano la pianura novarese.

Come in ogni opera di riqualificazione si parte dall’ analisi della situazione esistente. Di seguito

abbiamo riportato le foto del fontanile della Chiglia di Vignale, l’ area interessata dal nostro

progetto “Impatto ambientale”. Inoltre grazie al Professor Sigaudo Mario di topografia è stato

possibile realizzare un’ accurata planimetria della zona della testa e dello spiazzo adiacente. In

seguito con il programma “Pro Landscape Image Editor” abbiamo singolarmente proposto una

riqualifica della zona adiacente al fontanile, allegando anche un prospetto dei costi di realizzazione

e manutenzione annua dell’ area.

Ogni proposta di riqualifica risulterà unica rispetto alle altre perché ognuno ha adottato una diversa

scuole di pensiero sulla fruibilità di un’ area verde comune. Il nostro gruppo di progetto è composto

da Baroni Valerio, Boca Matteo, Colombi Andrea, Lucchi Andrea, Mancini Miriam, Mantovan

Luca, Paggi Alberto, Testolin Carlo e Vergani Lorenzo.

Foto e modifiche prima prospettiva:

Sopralluogo attuale

78

STAZIONE

PUNTI

COLLIMATI

ANGOLI

ORIZZONTALI

DISTANZE

INCLINATE

h

PRISMA

ANGOLO

VERTICALE

S1

h=1,49m

1 398,8151 4,7058 1,57 95,4216

2 52,7741 14,5281 1,5 97,9008

3 60,8733 22,2879 1,5 98,6341

4 65,99 35,3629 1,5 99,2994

5 335,14 11,4137 1,5 99,5298

6 213,8629 19,685 1,5 100,0662

7 160,0274 15,1211 1,5 101,6197

8 123,8391 21,7799 3,65 95,0445

9 98,9533 43,4478 1,57 98,0105

10 94,1672 7,742 1,57 127,4669

11 83,4502 13,5697 1,57 114,3122

12 79,5712 24,3278 1,77 108,3184

13 110,8805 13,0328 1,57 121,7376

14 101,9057 17,7575 1,57 114,7203

15 93,5894 24,6727 1,57 111,0045

16 283,6705 11,8785 1,57 99,4397 Tabella dati rilevamenti topografici

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Planimetria fontanile della Chiglia

80

Il progetto di Boca Matteo ha preso ispirazione da un tipico parco urbano.

L’utilizzo della scalinata in pietra, il vialetto e della fontana artificiale ricordano il giardino all’

italiana.

Queste modifiche apportate alla parte antistante del fontanile hanno lo scopo di riportare un

pezzetto di città in aperta campagna.

Tipo Descrizione/Quantità Costo (€)

Mandevilla splendens

(Dipladenia) Fiore rosa - rampicante; 2 piante € 30,00

Girasole - (Heliantus annus) Fiore giallo - annuale; 2 piante € 10,00

Rhyncospermum Asiaticum Fiore bianco; 1 pianta € 15,00

Salvia farinacea Fiore blu; 1 pianta € 10,00

Illuminazione Illuminazione per esterni, 4 Lampioncini € 120,00

Muretto a secco Barriera in sasso € 150,00

Vialetto in beole Paver - Beole per 8m € 180,00

Fontana Fontana artificiale con fioriera € 330,00

Scala Scala in pietra € 600,00

Ponticello Ponticello in legno - Wooden Bridge € 200,00

Tappeto erboso Erba - Groundcover 80mq x 5€mq € 400,00

Lavorazioni

Asportazione materiale

precedente Falciatura e raccolta malerbe € 150,00

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore € 100,00

Spianamento terreno

Spianamento superficie con pendenza minima x

lo scolo € 120,00

Concimazione d'impianto Concimazione organica (Concime in pellet) € 50,00

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli € 200,00

Rullatura Rullatura con rullo manuale € 50,00

Totale € 2.715,00

Manutenzione annua

Tipo Descrizione/quantità Costo (€)

Sfalcio Sfalci n°20 e asportazione erba tagliata 30€ x 20 € 600,00

Concimazione Concimazione organico in due passaggi € 25,00

Arieggiatura del manto erboso Arieggiatura manuale € 50,00

Risemina zone fallate € 15,00

Pulizia degli arredamenti

N°20 interventi (concomitanza degli sfalci) 5€ x

25 € 125,00

Manutenzione ponticello Trattamento impregnante del legno del ponticello € 300,00

Totale € 1.115,00

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Con l’ utilizzo delle seguenti piante e dei materiali sotto descritti Andrea Lucchi ha realizzato un

progetto che richiedesse poca manutenzione annua e che l’ area fosse fruibile anche dal punto di

vista didattico (con l’ inserimento della bacheca). I materiali utilizzati sono naturali cosi da non

rovinare l’ ambiente naturale pre-esistente.

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Impatiens white (

Balsaminaceae) Fiore bianco; 2 piante € 15,00

Allamanda (Allamanda

neriofolia) Fiore giallo; 2 piante € 25,00

Bench (Aggregate) Sempreverde; 2 piante € 30,00

Staccionata di tipo Fench A tre barre, legno trattato € 1.000,00

Cestino Cestino legno urbano € 50,00

Panchina Panchina legno e cemento € 100,00

Bacheca Informazioni Bacheca legno trattato con tetto spiovente € 150,00

Tappeto erboso Tappeto erboso rustico, 70 mq * 5 €/mq € 350,00

Lavorazioni

Asportazione materiale

precedente Falciatura e raccolta malerbe € 150,00

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore € 100,00

Spianamento terreno

Spianamento superficie con pendenza minima x lo

scolo € 120,00

Concimazione d' impianto Concimazione organica (concime in pellet) € 50,00

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli € 200,00

Rullatura Rullatura con rullo manuale € 50,00

Totale € 2.390,00

Manutenzione annua

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Sfalcio Sfalci n° 20 e asportazione erba tagliata 30€*20 € 600,00

Concimazione Concime organico in due passaggi € 25,00

Arieggiatura del manto erboso Arieggiatura manuale € 50,00

Risemina zone fallate € 15,00

Pulizia degli arredamenti N°20 interventi (concomitanza degli sfalci) 5€*20 € 100,00

Sistemazione bacheca Trattamento impregnante sul legno della bacheca € 50,00

Manutenzione staccionata

Trattamento impregnante sul legno della

staccionata € 300,00

Totale € 1.140,00

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Il progetto di Mantovan Luca mira a risaltare il fattore estetico della zona interessata utilizzando

arredamenti da esterno (fontana,laghetto,arco). Sono state utilizzate inoltre numerose piante per

mantenere la natura del fontanile. I due pali per l’illuminazione sono stati scelti per rendere unico il

paesaggio notturno.

Tipo Descrizione/Quantità Costo

Tappeto erboso Tappeto rustico 70mq * 5€/mq 350 €

Pavimentazione Step stones 06 10€ * 5 50 €

Statua Statua in pietra 250 €

laghetto Laghetto in pvc 150 €

pietre per lago Sacchetto di pietre varie dim. 50 €

Illuminazione Illuminazione per esterni *2 200 €

Arco Arco fiorito 100 €

Convolvulus Sabitius Pianta annuale fiore azzurro 8 piante 48 €

Houstonainum Piante annuali fiore azzurro 4 piante 24 €

Tagets licida Pianta annuale fiore giallo 2 piante 12 €

Thuja occidentalis "teddy" Sempreverde 2 piante 70 €

Thuja occidentalis Albero sempreverde 2 alberi 60 €

Lavorazioni

Asportazione materiale

precedente Falciatura e raccolta malerbe 150 €

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore 100 €

Spianamento terreno

Spianamento superficie con pendenza minima x

lo scolo 120 €

Concimazione d' impianto Concimazione organica (concime in pellet) 50 €

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli 200 €

Rullatura Rullatura con rullo manuale 50 €

Scavi per laghetto Scavi per laghetto 350 €

Totale 2.384 €

Manutenzione

Sfalcio Sfalci n° 20 e asportazione erba tagliata 30€*20 600 €

Concimazione Concime organico in due passaggi 25 €

Arieggiamento del manto

erboso Arieggiatura manuale 50 €

Risemina zone fallate 15 €

Pulizia arredamento

N°20 interventi (concomitanza degli sfalci)

5€*20 100 €

Pulizia laghetto N°20 interventi 5€*20 100 €

Totale 890 €

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Il progetto realizzato da Alberto Paggi punta a creare un ambiente semplice ed esteticamente

ordinato. Ha cercato inoltre di impiantare arbusti tipici per ricreare un luogo il più possibile

naturale.

Tipo Descrizione/Quantità Costo

Cuphea "Desert Snow" Cespuglio fiore bianco/7 105 €

Quercus Shumardii Pianta foglia caduca/3 180 €

Quercus Palustris Pianta foglia caduca/1 60 €

Quercus Bicolor Pianta foglia caduca/3 180 €

Stenotaphrum secundatum Manto erboso rustico/160 mq 3.200 €

Faretti interrati Faretto per illuminazione perimetro/4 200 €

Lampioni verticali Lampione per illuminazione vialetto/2 160 €

Vialetto in beole Vialetto beole/6 mq 120 €

Staccionata in legno trattato Staccionata perimetro/16 mq 240 €

Lavorazioni

Asportazioni materiale Sfalcio e asportazione manto erboso precedente 150 €

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore 100 €

Spianamento terreno Spianamento e preparazione letto di semina 150 €

Concimazione Concimazione letto di semina 50 €

Stesura manto erboso Stesura manto erboso in rotoli 250 €

Rullatura Rullatura manuale con rullo trainato 60 €

Abbattimento piante Abbattimento piante in sovranumero 300 €

Riqualificazione argini Riqualificazione argini interni fontanile 100 €

Totale 5.605 €

Manutenzione

Tipo Descrizione/Quantità Costo

Sfalcio Sfalcio manto erboso piazzale e argini fontanile 150 €

Potatura Potatura cespugli e alberi per mantenere la forma 100 €

Pulizia e manutenzione Manutenzione impianto di illuminazione 50 €

Pulizia vialetto Pulizia e risanamento vialetto in beole 40 €

Manutenzione staccionata Manutenzione ed eventuale riverniciatura 40 €

Risemina manto erboso Risemina del manto erboso se rovinato 50 €

Trattamenti fitosanitari Eventuali trattamenti fitosanitari contro i patogeni 100 €

Totale 530 €

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Il progetto di Miriam Mancini ha lo scopo di ripristinare la spianata antistante il fontanile. La siepe

viene utilizzata come mezzo divisore dal campo adiacente, le piante utilizzate offrono un luogo

ombreggiato mentre le panchine servono per il riposo e la sosta. I cestini, le luminarie e la bacheca

sono l’elemento antropico prevalente.

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Salix matsudana "Tortuosa" Albero foglia caduca; 3 piante * 20 € € 60,00

Buxus sempervirens Siepe sempreverde foglia caduca; 1 pianta € 300,00

Rhododendron molle

Arbusto sempreverde foglia larga; 4 piante * 10

€ € 40,00

Bacheca Informazioni Bacheca legno trattato € 100,00

Cestino Cestino spazzatura; numero 2 * 90 € € 180,00

Panchina Panchina legno e cemento; numero 2 * 250 € € 500,00

Illuminazione Faretti a pannelli solari; numero 2 * 15 € € 30,00

Vialetto Vialetto in pavè; 7 m * 50 €/mq € 350,00

Copertura erbosa Tappeto erboso rustico, 70 mq * 5 €/mq € 350,00

Lavorazioni

Asportazione materiale precedente Falciatura e raccolta malerbe € 150,00

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore € 100,00

Spianamento terreno

Spianamento superficie con pendenza minima x

lo scolo € 120,00

Concimazione d' impianto Concimazione organica (concime in pellet) € 50,00

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli € 200,00

Rullatura Rullatura con rullo manuale € 50,00

Totale € 2.580,00

Manutenzione annua

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Sfalcio Sfalci n° 20 e asportazione erba tagliata 30€*20 € 600,00

Concimazione Concime organico in due passaggi € 25,00

Arieggiatura del manto erboso Arieggiatura manuale € 50,00

Risemina zone fallate € 15,00

Pulizia degli arredamenti

N°20 interventi (concomitanza degli sfalci)

5€*20 € 100,00

Sistemazione bacheca

Trattamento impregnante sul legno della

bacheca € 50,00

Manutenzione staccionata

Trattamento impregnante sul legno della

staccionata € 300,00

Totale € 1.140,00

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Foto e modifiche seconda prospettiva:

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Il progetto di Andrea Colombi ha il fine di rendere visitabile e raggiungibile la testa del fontanile

essendo la parte più importante. Inoltre il vialetto per raggiungere il fontanile è esaltato da piante

ornamentali e da un buon impianto di illuminazione capaci di ricreare sia di giorno che di notte un

ambiente il più possibile naturale possibile.

Tipo Descrizione\Quantità Costo

Nerium Oleander Sempreverde foglia larga; 2 piante € 35,50

Acer Rubrum Foglia larga; 2 piante € 49,00

Nandina Domestica Bamboo Sempreverde foglia larga; 3 piante € 12,00

Nandia Domestica Heavenly Bamboo Sempreverde foglia larga; 3 piante € 12,00

Mini bollard 510 Illuminazione; 9 punti di illuminazione € 180,00

Terra light 6307 illuminazione; 2 punti di illuminazione € 60,00

Arbor wood Attrezzature - sruttura € 80,00

Manto erboso Tappeto erboso rustico 80 metri quadri € 400,00

Phat blue Pavè € 500,00

Lavorazioni

Asportazione materiale precedente Falciatura e raccolta malerbe € 150

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore € 100

Spianamento terreno

Spianamento con pendenza scolo delle

acque € 120

Concimazione d'impianto Concimazione con letame € 50

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli € 200

Rullatura Rullatura con rullo manuale € 50

Totale € 1.999

Manutenzione annua

Tipo Descrizione\quantità Costo

Sfalcio 15 sfalci e asportazione erba tagliata 30*15 € 450

Concimazione Concime organico in due passaggi € 25

Arieggiatura del manto erboso Arieggiatura manuale € 50

Risemina zolle fallate € 20

Totale € 545

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Il progetto realizzato da Testolin Carlo ha come scopo quello di rendere fruibile un’area che

potrebbe essere utilizzata come luogo di svago e di riposo per famiglie e non solo; le piante

utilizzate sono state scelte nell’intento di creare un ambiente il più naturale e accogliente possibile,

permettendo tramite il camminamento in pavè l’accesso diretto alla sorgente d’acqua.

Tipo Descrizione\Quantità Costo

Acer Rubrum Schlesingeri Foglia caduca verde\ 2 € 360

Bougainvillea glabra Sempreverde fucsia\1 € 8,50

Aster novi belgi Fiore perenne rosso\1 € 5,00

Acer ginnala Cespuglio foglia caduca/1 € 21,30

Ilex Sempreverde foglia larga\4 € 40

Deep rose Sempreverde foglia larga/5 € 30

Asteaceae Perenne a fiore rosso\1 € 10

Barberry thunbergii Cespuglio a foglia caduca\1 € 3

Ageratum Hawaii white Fiore annuale bianco\1 € 4

Manto erboso tappeto erboso rustico 70 metri quadri € 300

Lavorazioni

Asportazione materiale

precedente Falciatura e raccolta malerbe € 150

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore € 100

Spianamento terreno

Spianamento con pendenza scolo delle

acque € 120

Concimazione d'impianto Concimazione con letame € 50

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli € 200

Rullatura Rullatura con rullo manuale € 50

Totale € 1.452

Manutenzione annua

Tipo Descrizione\quantità Costo

Sfalcio 15 sfalci e asportazione erba tagliata 30*15 € 450

Concimazione Concime organico in due passaggi € 25

Arieggiatura del manto erboso Arieggiatura manuale € 50

Risemina zolle fallate € 20

Totale € 545

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Il progetto di Lorenzo Vergani punta a mantenere la semplicità dell’ambiente tipico della zona, è

stata inserita nel contesto una panchina per il riposo, e 2 lampioni per poter usufruire del luogo

anche nelle ore serali.

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Tappeto erboso Tappeto erboso rustico, 70 mq * 5 €/mq € 350,00

Abies alba "barabits star" 2 piante, 25 € cadauna € 50,00

lampione a piantana 2 lampiono, 110 € cadauno € 220,00

Panchina Panchina in legno € 100,00

Lavorazioni

Asportazione materiale

precedente Falciatura e raccolta malerbe € 150,00

Fresatura terreno Fresatura con motocoltivatore € 100,00

Spianamento terreno

Spianamento superficie con pendenza minima x lo

scolo € 120,00

Concimazione d' impianto Concimazione organica (concime in pellet) € 50,00

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli € 200,00

Rullatura Rullatura con rullo manuale € 50,00

Totale € 1.390,00

Manutenzione annua

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Sfalcio Sfalci n° 20 e asportazione erba tagliata 30€*20 € 600,00

Concimazione Concime organico in due passaggi € 25,00

Arieggiatura del manto erboso Arieggiatura manuale € 50,00

Risemina zone fallate € 15,00

Potatura piante € 50,00

Totale € 740,00

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Foto e modifiche terza prospettiva:

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Il progetto di Baroni Valerio prevede un intervento limitato e non eccessivamente sostenuto per non

alterare l’inserimento del fontanile nelle campagne adiacenti. Si propone una riqualifica interna

dell’area con la stesura di un manto erboso, piante che creano piacevoli giochi di colori e arbusti per

rendere più armonioso l’impatto visivo.

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Tappeto erboso Tappeto erboso rustico, 100 mq * 5 €/mq € 500,00

Acer Griseum Pianta foglia caduca, 2 piante € 50,00

Acer Platanoides Pianta foglia caduca 1 pianta € 20,00

Acer Rubrum Pianta foglia caduca 1 pianta € 20,00

Juniperus Horizontalis plumosa Cespuglio 3 piante € 30,00

Ligustrum privet Vicaryi Arbusto foglia caduca 2 piante € 14,00

Juniperus Chinensis old gold Cespuglio 3 piante € 16,50

Materiale paciamatura 20 mq * 7€/mq € 140,00

Lavorazioni

Asportazione materiale

precedente Falciatura e raccolta malerbe € 150,00

Concimazione d' impianto Concimazione organica (concime in pellet) € 50,00

Stesura manto erboso Stesura manto in rotoli € 200,00

Rullatura Rullatura con rullo manuale € 50,00

Totale € 1.240,50

Manutenzione annua

Tipo Descrizione/ Quantità Costo (€)

Sfalcio Sfalci n° 20 e asportazione erba tagliata 30€*20 € 600,00

Concimazione Concime organico in due passaggi € 25,00

Arieggiatura del manto erboso Arieggiatura manuale € 50,00

€ 675,00

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Per la storia…

Agostani Federico Mantellino Francesca

… per la flora…

Fardin Marika Mauro Elisa Porta Sara

… per la fauna…

Antoniol Stefano Bovio Daniele

Peroni Riccardo

… al progetto…

Baroni Valerio Boca Matteo

Colombi Andrea Lucchi Andrea

Mancini Miriam Mantovan Luca Paggi Alberto Testolin Carlo Vergani Lorenzo

… alle interviste…

Pelizzari Ivan Mantellino Francesca

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