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LINEE GUIDA Azione C3 – Miglioramento delle strutture per il pascolo

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LINEE GUIDA Azione C3 – Miglioramento delle strutture per il pascolo

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Sommario

 

 

1. INTRODUZIONE ............................................................... 2

2. RAZIONALE DELLE LINEE GUIDA ...................................... 5

3. SITI E TIPOLOGIA D’INTERVENTO ..................................... 8

4. LINEE GUIDA E TECNICHE DI INTERVENTO ...................... 11

4.1 Sopralluoghi sito-specifici ......................................................................................................... 11

4.2 Ristrutturazione/riqualificazione dei fontanili ......................................................................... 12

4.2.1 Struttura e composizione ....................................................................................................... 12

4.2.2 Funzioni .................................................................................................................................. 15

4.2.3 In che periodo eseguire i lavori? ........................................................................................... 17

4.2.4 Con quali macchine? .............................................................................................................. 17

5. GLOSSARIO .................................................................. 18

6. BIBLIOGRAFIA.............................................................. 19

 

 

 

 

Ottobre 2011 

 

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2 Progetto Life 09 NAT/IT/000118 RI.CO.PRI ‐ Linee Guida Azione C.3  

1. INTRODUZIONE

Le aree oggetto dell’azione “C3: Miglioramento delle strutture per il pascolo” ricadono nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che compon-gono la Rete Natura 2000 in attuazione della Direttiva comunitaria “Habitat” 92/43/CEE :

1. SIC IT9210105 “Dolomiti di Pietrapetrosa”, compreso nel ter-rirorio del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano nella pro-vincia di Potenza (Basilicata) (Fig. 1);

2. SIC IT6030037 “Monti Ruffi (versante SW)”, comuni di Cerre-to Laziale e Ciciliano nella provincia di Roma (Lazio) (Fig. 2);

3. SIC IT6030035 “Monte Guadagnolo”, comune di Capranica Prenestina nella provincia di Roma (Lazio) (Fig. 3).

L’azione consiste essenzialmente nella ristrutturazione funzionale di 12 abbeveratoi presenti nei siti oggetto del progetto, durante i primi due anni di attività. Questi abbeveratoi sono necessari per favorire la diffusio-ne omogenea del bestiame riducendo le concentrazioni presso i pochi ab-beveratoi attualmente funzionanti, causa del degrado dei due habitat prio-ritari (*):

• 6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee);

• 6220*- Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea.

Gli abbeveratoi presenti nei siti rappresentano aree di maggior pre-senza dei capi di bestiame che vi si concentrano in particolari momenti della giornata, determinando il degrado delle due praterie di interesse co-munitario e, in casi estremi, il denudamento del suolo e l’innesco di feno-meni erosivi (come nel caso del fontanile di sella del Monte Fossicchi e Monte Costa Sole nel SIC Monti Ruffi). Negli ultimi anni il numero di fon-tanili funzionanti, ossia costantemente alimentati, si è ridotto a circa la metà di quelli esistenti.

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E’ previsto l’adeguamento strutturale di 6 punti per l’abbeverata esi-stenti e la riapertura di 5 fontanili supplementari. Tutti i fontanili realizzati in cemento verranno rivestiti in pietra locale, al fine di realizzare specifi-che rampe di risalita per gli anfibi, e saranno apposte lastre di pietra nella zona di maggior calpestio immediatamente adiacente i fontanili, necessa-ria ad evitare il denudamento e l’innesco di fenomeni erosivi. Particolare attenzione sarà posta nell’inserimento delle opere nel contesto naturale, nell’uso di materiali e mezzi non impattanti e nell’assicurare la permanen-za di aree umide nei dintorni dei fontanili per favorire la presenza degli anfibi.

Fig. 1: SIC IT9210105 “Dolomiti di Pietrapetrosa”

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Fig. 2: SIC IT6030037 “Monti Ruffi (versante SW)”

Fig. 3: SIC IT6030035 “Monte Guadagnolo”

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2. RAZIONALE DELLE LINEE GUIDA

Una distribuzione omogenea ed equilibrata del pascolamento

sull’intero habitat genera sia un impatto netto contenuto sull’ecosistema

sia un incremento delle produzioni zootecniche. La giusta distribuzione dei

punti d’acqua è molto probabilmente la più importante causa, presa singo-

larmente, a condizionare una migliore distribuzione del sistema di pasco-

lamento continuo.

Gli abbeveratoi dovranno essere funzionali per la qualità e quantità

di acqua erogata agli animali al pascolo. Tali manufatti dovranno essere

distribuiti in modo equilibrato lungo i percorsi degli animali transumanti in

corrispondenza delle superfici a prato-pascolo.

La posizione squilibrata sul territorio (anche in prossimità

dell’area individuata come SIC) o la scarsità di fontanili comporta percor-

si preferenziali degli armenti e mandrie, la formazione di veri e propri

tratturi che in pochi anni generano frammentazione dell’habitat a cui con-

segue degradazione delle comunità vegetali, denudamento ed erosione del

suolo fino all’emersione del substrato roccioso con risultati di aridificazione

e degrado della composizione floristica specifica del cotico erboso (Fig. 4).

In prossimità dei fontanili e lungo i relativi sentieri di accesso si pos-

sono formare aree di suolo nudo per effetto dell’elevato calpestio degli a-

nimali al pascolo concentrati nelle aree limitrofe. Questo tipo di disturbo,

se frequente nella stagione e continuo negli anni, determina aree perma-

nentemente scoperte da vegetazione con ridotto valore biologico intrin-

seco ed estrinseco (Fig. 5).

Come se ciò non bastasse, l’impatto più ampio (come superficie) e

più significativo (come intensità) sulla composizione floristica può essere

dovuto alla rimozione da parte degli animali dei lembi residuali vegetali

più appetibili. Gli animali preferiranno esercitare un sovra sfruttamento

delle superfici prossime ai punti d’acqua piuttosto che percorrere maggiori

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distanze per raggiungere posti con maggiore disponibilità di “erbe”. Si

crea in tal modo una selezione differenziale a favore di poche specie nitro-

file spinescenti (Cirsium spp., Onopordum spp., Carduus spp., ecc.), che

aumentano la propria fitness, poco appetibili per equini e bovini. I feno-

meno di concentrazione degli animali e del relativo accumulo di feci pos-

sono determinare inquinamento1 di alcuni servizi eco-sistemici tra cui, in

primis, le falde acquifere.

La posizione squilibrata degli abbeveratoi determina anche effetti fi-

siologici sugli animali al pascolo che si possono manifestare con fenomeni

di disidratazione e dimagrimento.

Una opportuna progettazione/realizzazione in coerenza con il carico

di bestiame previsto nonché una “buona” gestione dei fontanili risulterà

vantaggiosa sia agli animali al pascolo sia alla stabilità e al mantenimento

degli habitat di prateria che persistono nei SIC.

I pattern di pressione ed impatto da pascolamento in relazione alla

risorsa idrica sono variabili in relazione all’altitudine, esposizione dei ver-

santi, distanza dalle aziende ed al tipo di gestione aziendale degli animali.

Pertanto, le presenti linee guida rappresentano solo dei “criteri generali”

da seguire, che necessitano di essere contestualizzati sui singoli ambiti di

intervento ed inseriti in un più ampio Piano di Pascolamento.

                                                            1 La presenza di coli batteri fecali è sufficiente a definire l’acqua per uso umano come “acqua non potabile”. 

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Fig. 4: Fenomeni erosivi indotti da vie preferenziali degli animali al pascolo

con successivi fenomeni di ruscellamento superficiale

Fig. 5: Fenomeno di denudamento del cotico erboso in prossimità dei

fontanili indotto dal calpestio degli animali

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3. SITI E TIPOLOGIA D’INTERVENTO

L’intervento principale dell’azione “C.3: Miglioramento delle strutture

per il pascolo” nei tre SIC consiste nella ristrutturazione/riqualificazione di

12 fontanili e nell’opera di regimentazione delle acque meteoriche alcuni di

questi (Tab. 1).

Sei fontanili interesseranno il SIC IT9210105 - Dolomiti di Pietrapertosa,

quattro il SIC IT6030037 - Monti Ruffi (versante s-w) e due il SIC

IT6030035 - Monte Guadagnolo (Tab. 1).

Sito Nome del fontani-

le o dell’area Tipo di intervento

1_Dolomiti di Pietra-pertosa (IT9210105)

Fontana del Signore (Costa Cervitale)

Ripristino sistema di captazione idrica; rifacimento dei rivesti-menti in pietra e realizzazione delle rampe di risalita per gli anfibi; realizzazione ex novo abbeveratoio per bovini;

2_Dolomiti di Pietra-pertosa (IT9210105)

Monte dell’Impiso

Realizzazione sistema di capta-zione idrica, costruzione ex no-vo abbeveratoio; realizzazione cisterna di accumulo;

3_Dolomiti di Pietra-pertosa (IT9210105)

Fosso Cucolone

Ripristino sistema di captazione idrica; rifacimento dei rivesti-menti in pietra e realizzazione delle rampe di risalita per gli anfibi; realizzazione abbevera-toio per bovini;

4_Dolomiti di Pietra-pertosa (IT9210105)

Masseria Torraca Realizzazione sistema di capta-zione idrica, costruzione ex no-vo abbeveratoio;

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5_Dolomiti di Pietra-pertosa (IT9210105)

Masseria Nigro Realizzazione sistema di capta-zione idrica, costruzione ex no-vo abbeveratoio;

6_Dolomiti di Pietra-pertosa (IT9210105)

Fontana Frusci

Ripristino sistema di captazione idrica; rifacimento dei rivesti-menti in pietra e realizzazione delle rampe di risalita per gli anfibi; realizzazione abbevera-toio per ovicaprini;

7_Monti Ruffi (IT6030037)

Fontanile del Sinbri-vio

Rivestimento in pietra e costi-tuzione del selciato; Canalizza-zione acqua di scolo; collega-mento con azioni C2, C7 e C5;

8_Monti Ruffi (IT6030037)

Fontanile basso Monte Fossicchi

Ricostruzione pareti in pietra e selciati; ripristino alimentazione idrica (come da azione A6: pro-get tazione preliminare, defini-tiva ed esecutiva degli inter-venti); collegamento con azione C1, C7 e C5;

9_Monti Ruffi (IT6030037)

Fontanile Sella del Monte Fosicchi e Monte Costa Sole

Realizzazione di selciato in pie-tra; opere di drenaggio delle acque piovane; (collegamento con azione C7 e C5);

10_Monti Ruffi (IT6030037)

Area Sella del Monte Fosicchi e Monte

Costa Sole

Canalizzazione e raccolta acqua meteorica; impermeabilizzazio-ne del substrato di cemento con malta bi componente di colore verde; (collegamento con azio-ne C7 e C5);

11_Monte Guadagnolo (IT6030035)

Fontanile “Canale”

Impermeabilizzazione; selciato a secco; regimentazione acque di scolo (collegamento con a-zione C7);

12_Monte Guadagnolo (IT6030035)

Fontanile comunale sotto Monte Guada-

gnolo

Ripristino funzionale; adegua-mento coni pietra locale; inter-venti sulla cisterna;

Tab. 1: Lista dei siti, della denominazione del fontanile e degli specifici interventi previsti

in ciascuna sede nel corso degli anni 2011-2012.

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Fig. 6: immagini dello stato attuale dei fontanili oggetto d’intervento (la sequenza segue quella della Tab.1)

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4. LINEE GUIDA E TECNICHE DI INTERVENTO

4.1 Sopralluoghi sito-specifici

- È necessario condurre sopralluoghi sito-specifici ex-ante (per ciascun

sito in Tab. 1) per rilevare i dati tecnici necessari ad una coerente

progettazione degli interventi previsti;

- È rilevante nel periodo agosto-settembre (periodo critico di mas-

sima siccità) verificare l’entità della portata approssimativa delle

fonti di acqua rispetto alle quali è prevista la progettazione oppure

l’adeguamento del fontanile e delle vasche;

- La portata approssimativa nel periodo critico di emungimento potrà

permettere un corretto proporzionamento dell’abbeveratoio;

- Bisogna evitare di addurre quantità eccessive di acqua rispetto alle

esigenze. Questo errore creerebbe impatti multipli da eccesso di u-

midità intorno al fontanile e costi aggiuntivi di drenaggio;

- All’estremo opposto ci si troverebbe nel caso in cui la risorsa idrica

scarseggi, con il risultato dell’effetto “vasca vuota” nel periodo criti-

co;

- Pertanto si suggerisce di concludere la fase della progettazione ese-

cutiva entro il prossimo autunno.

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4.2 Ristrutturazione/riqualificazione dei fontanili  

4.2.1 Struttura e composizione

Nel caso in cui si ricorre al rivestimento di vasche realizzate in calce-

struzzo si dovrà usare l’accortezza di impiegare basole litoidi in pietra lo-

cale di larghezza opportuna a garantire l’autoportanza così da evitare di-

stacchi dei conci dalla struttura portante, causati dai cicli termoclastici nel

medio lungo periodo (Fig. 7).

Fig. 7: Particolare tipologia costruttiva di fontanile in

calcestruzzo rivestito in pietra locale

- Unità strutturale: pietra locale o calcestruzzo rivestito in pietra loca-

le;

- Materia cementante: mix cementante in grado di resistere ad uno

scarto termico di almeno 40°C (-5°C vs 35°C) per diversi decenni.

Non dovrà contenere sostanze tossiche e metalli pesanti;

- Vasche comunicanti con differente altezza in relazione alla presenza

di differenti categorie di animali (equini vs bovini vs ovi-caprini);

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- Le vasche per bovini ed equini avranno un’altezza di 60 cm mentre

quelle per ovi caprini saranno alte 30 cm;

- Piccole rampe di risalita (interno) e discesa (esterno) per la fauna

selvatica (rettili, anfibi, insetti e micro-mammiferi) per permettere

l’ingresso e l’uscita, anche con scarso livello idrico (Fig. 8);

Fig. 8: Schema grafico fontanile con indicazione dei principali elementi

- Ciascuna vasca sarà dotata di fori di drenaggio, da aprirsi solo per

la manutenzione periodica;

- L’impermeabilizzazione della parete interna dei fontanili dovrà esse-

re trattata con malta bicomponente a base di miscela di cementi, i-

nerti selezionati e particolari resine sintetiche, in grado di realizzare

una guaina cementizia impermeabile dotata di elevata elasticità e

flessibilità anche in presenza di microfessure. Questo prodotto non

dovrà rilasciare sostanze tossiche nell’acqua (e nell’aria) possibil-

mente di colore azzurro;

BOCCAGLIO

RAMPA DI RISALITA INTERNA 

RAMPA DI RISALITA ESTERNA

VASCA BOVINI (h = 60 cm) 

VASCA OVI CAPRINI (h = 30 cm)

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- Al fine di evitare l’impaludamento delle aree immediatamente circo-

stanti il fontanile, si provvederà a drenare opportunamente il terre-

no, proteggendone la superficie con la realizzazione di aree pavi-

mentate con pietra locale (selciato);

- Il dimensionamento degli abbeveratoi sarà effettuato in funzione dei

capi da servire. La volumetria delle vasche sarà determinata consi-

derando il fabbisogno medio giornaliero nella misura di almeno

67-75 lt per bovino adulto, 40-50 lt per equino adulto e 5-6 lt per

ovi-caprino, nelle giornate calde estive. In condizioni di clima freddo

ed umido per un bovino adulto sono sufficienti 30-40 lt di acqua al

giorno. Il proporzionamento terrà conto dell’integrazione territoriale

di differenti punti di rifornimento idrico;

- La captazione delle falde sarà assicurata da opportune trincee dre-

nanti, dimensionate in funzione della struttura del substrato e della

tipologia della falda (Fig. 9);

Fig. 9: Schema trincea drenante

- Le trincee drenanti si realizzeranno secondo la sezione rappresen-

tata in figura 3, avvolgendo in un filtro in tessuto non tessuto un li-

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vello di ghiaietto selezionato alla cui base sarà posizionato un tubo

micro fessurato e un soprastante livello in pietraccia;

- Per fontanili connessi a falde superficiali e cacuminali, suscettibili a

crisi idriche estive, aumentare i volumi di accumulo idrico primaveri-

le del serbatoio di stoccaggio e dotare di rubinetto la vasca in

modo che l’allevatore (opportunamente informato) potrà gestire la

risorsa nel periodo critico.

4.2.2 Funzioni

- La distribuzione appropriata degli abbeveratoi deve essere deter-

minata osservando il comportamento degli animali al pascolo. Una

buona regola prevede la disposizione degli abbeveratoi su una di-

stanza minima di 1500 m su aree pianeggianti ed a distanze di circa

400-800 m su superfici inclinate. Valori minimi per superfici forte-

mente inclinate;

- Sali e minerali posizionati in punti lontani dall’abbeveratoio possono

essere usati per distribuire in modo più uniforme la pressione di pa-

scolamento. Il posizionamento ad una distanza di circa 400 m

dall’abbeveratoio dei punti di distribuzione del sale può rappresenta-

re un utile strumento nel regolare la distribuzione degli animali sulla

superficie pascolabile e, differenti postazioni di distribuzione possono

essere previste, adottando questo criterio, su tutta la superficie pa-

scolabile;

- Dimensionamento in funzione della portata di emungimento nel pe-

riodo critico e, comunque, proporzionale al carico di bestiame previ-

sto dall’azione A5 – Elaborazione dei piani di pascolamento;

- Altezza degli abbeveratoi differenziata per bovini-equini e ovi-caprini

(circa ½ dell’altezza al garrese);

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- Sentieri ed area di accesso alla vasca pavimentata con pietra locale.

Favorire la funzione drenante degli spazi (sufficientemente larghi

tra le pietre) evitando basi (i massetti) in cemento. Tra gli spazi in

1-2 anni si assisterà alla ri-colonizzazione di piante erbacee (prima

le annuali e poi le poliennali);

- Canali di drenaggio (solo per i siti in cui si rendono necessari) co-

struiti con tecniche che assecondino il percorso naturale dell’acqua e

le specifiche associazioni vegetali;

- E’ utile, per la conservazione delle specie dell’habitat, favorire sem-

pre la formazione di aree umide (stagni temporanei o permanenti);

- Nei casi in cui l’eventuale sistema di raccolta delle acque a monte

(sistemi a V verso il punto d’acqua) comporta disidratazione ed ari-

dificazione a monte, favorire un offset di area umida immediata-

mente “a valle” della vasca o, nelle immediate vicinanze;

- La pulizia dei serbatoi e delle vasche degli abbeveratoi è consi-

gliabile a fine inverno, dopo lo scioglimento delle nevi. E’ questo un

periodo di stasi biologica che non interferisce con la riproduzione

degli anfibi (salamandre, tritoni, rane e rospi) che quasi sempre a

partire dalla fine del periodo di letargo/stasi invernale (primavera ed

estate) depongono le uova in acqua (rane e rospi) e svolgono alcune

fasi del loro ciclo negli abbeveratoi più profondi (salamandre e trito-

ni). Durante la pulizia delle vasche bisogna evitare qualsiasi uso di

prodotti chimici e sostanze caustiche. La qualità dell’acqua per gli

animali al pascolo non deve essere enfatizzata a tal punto da im-

brattare le vasche con sostanze che generano un effetto opposto sul

senso di gradimento degli stessi animali.

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4.2.3 In che periodo eseguire i lavori?

- Per evitare di disturbare il pascolamento, tipicamente estivo-

autunnale, conviene intervenire con le opere ed i mezzi nel periodo

inverno-primavera;

- Riservarsi il periodo estivo-autunnale 2012 per il collaudo della cor-

retta funzionalità e per gli eventuali interventi (se necessari) di cor-

rezione ingeneristica ex-post. Si consiglia il monitoraggio dei manu-

fatti anche negli anni successivi.

4.2.4 Con quali macchine?

Le praterie interessate dal progetto RI.CO.PR.I. sono un esempio di

contesto ecologico sensibile ad impatti da emissioni (di diversa natura)

con particolare riferimento ai rumori da motori, gas da motori a combu-

stione e alla frammentazione delle superfici erbose dovute ad incisioni, al

compattamento del suolo ed all’effetto “margine” di differenti pressioni.

- Bisogna minimizzare l’introduzione di mezzi meccanici pesanti e po-

tenti;

- Se necessario utilizzare per lo scavo piccole macchine adeguate al

sito;

- I mezzi di trasporto devono avere un breve interasse e ruote o cin-

goli con ampia superficie di appoggio per evitare danni al cotico er-

boso.

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5. GLOSSARIO Biodiversità: Variabilità fra gli organismi viventi d’ogni tipo, inclusi, fra gli altri, i terre-

stri, i marini e quelli d’altri ecosistemi acquatici, nonché i complessi ecologici di cui fanno parte. Ciò include la diversità entro le specie, fra le specie e la diversità degli ecosistemi (Convention on Biological Diversity, articolo 2, Rio de Janeiro (1992)

Ecosistema: sistema biologico aperto e autoregolato formato dall'insieme delle comunità di organismi viventi (fitocenosi e zoocenosi) e dai processi funzionali delle loro intera-zioni (ecofunzioni) (Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE - http://vnr.unipg.it/habitat/glossario.jsp)

Endemica: specie con areale circoscritto ad un territorio, generalmente di estensione li-mitata.

Fascia fitoclimatica: fascia che da un inquadramento climatico della vegetazione. Esi-stono numerose classificazioni fitoclimatiche, ma la più utilizzata è quella del Pavari (1916) che si basa su alcuni caratteri termici e pluviometrici in modo da suddividere il territorio in aree con caratteri climatici assimilabili.

Festuco – brometalia: Praterie polispecifiche perenni a dominanza di graminacee emi-criptofitiche (piante erbacee, bienni o perenni, con gemme svernanti al livello del suo-lo), da aride a semi-mesofile, diffuse prevalentemente nel Settore Appenninico e talo-ra interessate da una ricca presenza di specie di Orchideaceae. La specie fisionomiz-zante è quasi sempre Bromus erectus associata spesso alla Festuca circummediterra-nea (Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE).

Fitness: unità di misura (numero medio di figli per individuo) che valuta il grado di adat-tamento all’ambiente di una specie, popolazione o sottopopolazione.

Funzionale: specie che ripristina la struttura e la funzione dell'habitat favorendo una ra-pida evoluzione dell’ecosistema alle condizioni di equilibrio.

Germoplasma locale: insieme di propagoli (semi, talee, piantine) raccolti dalle piante madri in situ.

Habitat: ambiente o insieme di fattori ambientali in cui si sviluppa una specie o una co-munità.

Habitat naturali: sono zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro ca-ratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, interamente naturali o semi-naturali (ai sensi della Direttiva habitat).

Impatto significativo: un impatto viene ritenuto significativo quando l’ecosistema colpi-to, in tempi biologici ragionevoli, non è più in grado di tornare allo stato iniziale.

Impatto netto: può essere positivo, negativo o nullo. Si riferisce alla media ponderata di tutti gli impatti per l’intero paesaggio.

Invasiva: specie naturalizzata che si espande rapidamente nel nuovo ecosistema, anche su distanze considerevoli superando le barriere biotiche e abiotiche. L’invasione rap-presenta il passaggio finale per la colonizzazione del nuovo ecosistema.

Monitoraggio: Consiste in un’indagine ricorrente e sistematica dell’andamento di indica-tori dello stato e dei processi, finalizzata alla valutazione delle deviazioni da uno stan-dard determinato al fine di attuare interventi mirati a raggiungerlo. -Nel caso della biodiversità è finalizzato a permettere la conoscenza tempestiva delle variazioni misu-rando indicatori di composizione (es. ricchezza di specie), strutture (es. percentuale di copertura), funzioni (es. tasso annuo di accrescimento radiale di una specie)-

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Razionale: Razionale si dice di qualcosa che segue un ragionamento logico, che dopo un processo di sequenze non porta ad imprevisti ma ad un risultato ovvio ed univoco.

Seminaturale: vegetazione che ha subito in qualche misura gli effetti del disturbo uma-no, ma conserva molte specie spontanee.

Sinantropica: vegetazione formata dal complesso di quelle piante spontanee o natura-lizzate che si sono associate più o meno strettamente all'uomo, seguendone gli spo-stamenti e i cambiamenti nelle attività o nelle abitudini ed insediandosi nei luoghi do-ve vive e lavora.

Talea: frammento di una pianta appositamente tagliato e sistemato nel terreno o nell'ac-qua per rigenerare le parti mancanti, dando così vita ad un nuovo esemplare. Il più delle volte si tratta di un rametto destinato a radicarsi.

Thero – brachypodietea: Praterie xerofile e discontinue a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni che ospitano al loro interno specie annuali dei Piani Bioclimatici Mediterranei (Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE).

6. BIBLIOGRAFIA AA.VV., s.i.a. - Manuale Italiano di interpretazione degli Habitat della Direttiva

92/43/CEE.

Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C., (a cura di), 2008. Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio: Edizioni ARP – Agenzia Regionale Parchi, Roma.

Grazing Distribution Factors, 2001 - Agate & Double, Soil Conservation Districts Newslet-ter.

Iannelli P., 1989 - Alpicoltura. Edagricole. Roma.

Mousel E. M., 2007 - Managing livestock grazing distribution. College of Agricultural and Biological Sciences – USDA –South Dakota State University Cooperative Extension Service.

Rieder J., Diercks W. Klein, 1983 - Prati e Pascoli. Liviana Editrice Spa.

The Wildlife Trusts, The Countryside Council for Wales; The Scottish Natural Heritage, 1999 - Lowland grassland types and their management. Http://Naturalengland.Etraderstores.Com.

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