I diabetici Un pruriginoso abbandonati problema: la forfora · da diabete, più del doppio se si...

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Direttore responsabile: Michele Guccione settimanale di prevenzione medica e di solidarietà - da un’idea di Diego Fabra anno 6 n. 37 - 10 ottobre 2011 copia gratuita nell’attesa... www.nellattesa.it I diabetici abbandonati A Palermo si contano 100 mila persone colpite da diabete, più del doppio se si considera la provincia. Se poi si pensa a quanti altri non sanno di esserne affetti, ci si rende conto di quanto vasto sia il problema e quanto sottovalutate siano le sue conseguenze sociali. Ci capita sempre più spes- so di vedere non solo adulti che si “pungono” con l’insulina, ma anche mamme chiedere alle proprie bambine: “Cara, a quanto hai la glicemia? Ti preparo la siringa”. Oggi i media ci abitua- no a convivere con la difficile “arte” del tenere a bada i livelli dello zuc- chero nel sangue. La Tv ci propone nuovi diffusori permanenti e ci comunica l’esistenza di medicinali innovativi. Eppure Palermo resta indietro anni luce. E’ una delle poche aree nelle quali il diabete è trat- tato dalle istituzioni quasi come se fosse un problema secondario. La prevenzione latita, le strutture specializzate nella cura sono poche e non sostenute dal sistema con mezzi e aggiornamenti. Tutto è lasciato allo spirito d’iniziativa dei medici di famiglia, i quali devono anche organizzarsi per creare i contatti fra i loro pazienti e le equipe ospeda- liere o di volta in volta testare le strutture di centri privati. Va molto peg- gio in provincia, lontano da ogni punto di riferimento. Ma come può il medico di famiglia, da solo, controllare per anni la costanza delle ana- lisi, i miglioramenti o i peggioramenti, le tante complicanze, se, ad esempio, il paziente è un anziano che vive senza familiari? Finora le poche strutture di base dell’Asp dedicate al diabete non sono riuscite a fare fronte all’enorme domanda di assistenza. Ora si attende che i Pta vadano a regime. Ma in realtà serve una vigilanza del malato da parte di più specialisti contemporaneamente, e questo è quanto ha fatto l’ospedale Civico. Non si comprende, dunque, perché la sanità pubblica non mutui quel modello che sta dando ottimi risultati: addi- rittura ha dimezzato il numero delle amputazioni maggiori. Ecco, infat- ti, che emerge la contraddizione. Proprio per il trattamento, spesso chi- rurgico e radicale, delle complicanze del diabete il sistema sanitario pubblico a Palermo è molto ben attrezzato, generoso di strutture e mezzi, prodigo di profumati rimborsi per amputazioni e interventi chi- rurgici, molto meno propenso a finanziare cure ricostruttive o riabilita- tive. Non c’è nulla da fare: il business è sempre business. di Michele Guccione - [email protected] Dott. Caterina D’anna Psicologa - Psicoterapeuta Per la prevenzione, diagnosi, cura in età evolutiva di: Disturbi della condotta, relazionali - Disturbi del comportamento alimen- tare - Disturbi del sonno - Ritardi e disturbi del linguaggio - Disturbi del- l’apprendimento - Problemi scolastici (inserimento, rifiuto, bullismo) Disturbi dell’umore - Sviluppo sessuale, identità di genere Studio a Palermo in Via Tripoli 17 - Tel. 091 6121290 Cell. 329 4321204 - e-mail: [email protected] Sostegno alla genitorialità - Assistenza al puerperio: infant care e depressione post-parto - Psicoterapia Specialista in Psicologia del Ciclo di Vita Università di Pavia Per informazioni www.lamedicinaestetica.it Tel. 063217304 In Sicilia 0916817905 [email protected] A.I.d.M.E. Accademia Italiana di Medicina Estetica I Professionisti della Medicina Estetica garantiti dal Bollino Blu Un pruriginoso problema: la forfora U na percentuale che varia tra il 40 ed il 50% delle persone di età compresa tra i 25 e i 40 anni sof- fre di un fastidioso ed antiestetico problema, che costituisce un vero e proprio attentato alla bellezza dei capelli: la forfora. E’ causata da una desquamazio- ne visibile dell’epidermide del cuoio capelluto che si manifesta, in modo evidente, attraverso la formazione di piccole scaglie bianche, solitamente di forma arrotondata. L’eliminazione delle cellule morte è un processo che fa parte del nor- male ricambio delle cellule epiteliali, ma quando la desquamazione diventa eccessiva, diventa un problema non solo fisiologico (visto che si rivela anche come il primo sintomo di una dermatite seborroica), ma anche psicologico, causando ripercussioni sulla propria autostima. di Roberto Tobia - farmacista - [email protected] segue a pagina 2 SERVIZIO NOTTURNO CONTINUATIVO CONSEGNA DOMICILIARE FARMATAXI Viale Regione Siciliana 2322 Tel. 091402353 - 091400219 [email protected] www.farmaciabonsignore.it

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Direttore responsabile: Michele Guccione

settimanale di prevenzione medica e di solidarietà - da un’idea di Diego Fabraanno 6 n. 37 - 10 ottobre 2011

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I diabetici abbandonati

APalermo si contano 100 mila persone colpiteda diabete, più del doppio se si considera laprovincia. Se poi si pensa a quanti altri non

sanno di esserne affetti, ci si rende conto di quantovasto sia il problema e quanto sottovalutate siano lesue conseguenze sociali. Ci capita sempre più spes-so di vedere non solo adulti che si “pungono” con

l’insulina, ma anche mamme chiedere alle proprie bambine: “Cara, aquanto hai la glicemia? Ti preparo la siringa”. Oggi i media ci abitua-no a convivere con la difficile “arte” del tenere a bada i livelli dello zuc-chero nel sangue. La Tv ci propone nuovi diffusori permanenti e cicomunica l’esistenza di medicinali innovativi. Eppure Palermo restaindietro anni luce. E’ una delle poche aree nelle quali il diabete è trat-tato dalle istituzioni quasi come se fosse un problema secondario. Laprevenzione latita, le strutture specializzate nella cura sono poche enon sostenute dal sistema con mezzi e aggiornamenti. Tutto è lasciatoallo spirito d’iniziativa dei medici di famiglia, i quali devono ancheorganizzarsi per creare i contatti fra i loro pazienti e le equipe ospeda-liere o di volta in volta testare le strutture di centri privati. Va molto peg-gio in provincia, lontano da ogni punto di riferimento. Ma come può ilmedico di famiglia, da solo, controllare per anni la costanza delle ana-lisi, i miglioramenti o i peggioramenti, le tante complicanze, se, adesempio, il paziente è un anziano che vive senza familiari? Finora lepoche strutture di base dell’Asp dedicate al diabete non sono riuscitea fare fronte all’enorme domanda di assistenza. Ora si attende che iPta vadano a regime. Ma in realtà serve una vigilanza del malato daparte di più specialisti contemporaneamente, e questo è quanto hafatto l’ospedale Civico. Non si comprende, dunque, perché la sanitàpubblica non mutui quel modello che sta dando ottimi risultati: addi-rittura ha dimezzato il numero delle amputazioni maggiori. Ecco, infat-ti, che emerge la contraddizione. Proprio per il trattamento, spesso chi-rurgico e radicale, delle complicanze del diabete il sistema sanitariopubblico a Palermo è molto ben attrezzato, generoso di strutture emezzi, prodigo di profumati rimborsi per amputazioni e interventi chi-rurgici, molto meno propenso a finanziare cure ricostruttive o riabilita-tive. Non c’è nulla da fare: il business è sempre business.

di Michele Guccione - [email protected]

Dott. Caterina D’anna Psicologa - Psicoterapeuta

Per la prevenzione, diagnosi, cura in età evolutiva di:Disturbi della condotta, relazionali - Disturbi del comportamento alimen-tare - Disturbi del sonno - Ritardi e disturbi del linguaggio - Disturbi del-l’apprendimento - Problemi scolastici (inserimento, rifiuto, bullismo)Disturbi dell’umore - Sviluppo sessuale, identità di genere

Studio a Palermo in Via Tripoli 17 - Tel. 091 6121290

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Sostegno alla genitorialità - Assistenza al puerperio:

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Un pruriginoso problema: la forfora

Una percentuale che varia tra il 40 ed il 50% dellepersone di età compresa tra i 25 e i 40 anni sof-fre di un fastidioso ed antiestetico problema, che

costituisce un vero e proprio attentato alla bellezzadei capelli: la forfora. E’ causata da una desquamazio-ne visibile dell’epidermide del cuoio capelluto che simanifesta, in modo evidente, attraverso la formazione

di piccole scaglie bianche, solitamente di forma arrotondata.L’eliminazione delle cellule morte è un processo che fa parte del nor-male ricambio delle cellule epiteliali, ma quando la desquamazionediventa eccessiva, diventa un problema non solo fisiologico (visto chesi rivela anche come il primo sintomo di una dermatite seborroica),ma anche psicologico, causando ripercussioni sulla propria autostima.

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medicina10 ottobre 20112

Una tecnica piuttosto recente capace di curarelesioni gravi e di ricostruire tessuti, partendo daun semplice campione di sangue prelevato dal

paziente stesso. Si tratta del gel piastrinico, un emo-componente che si ricava dal prelievo di PRP (plasmaricco di piastrine), centrifugato e unito ad altre duesostanze che ne favoriscono la gelificazione (il calcio

gluconato e la batroxobina). Piastrine iperconcentrate favoriscono laproliferazione cellulare, cioè stimolano la produzione delle cellule. Perquesto motivo il gel piastrinico aiuta la riparazione dei tessuti, attra-verso l'uso topico direttamente sulla lesione. Spiega il dott. Antonio Ferrante Bannera, medico presso l'U.O.Trasfusionale dell'Ospedale Civico: “Le piastrine possiedono dei granu-li, detti grow factors, fattori di crescita, che stimolano la ricrescitacellulare nella zona trattata. In base al tipo di lesione e al tessuto, sirealizzano processi di gelificazione differenti. Per esempio, se vieneintrodotto tramite infiltrazione cerchiamo di ottenere un gel menodenso; per uso topico e cicatrizzante ne servirà uno più denso”. Negli ultimi anni, quindi, la funzione dell'impiego di piastrine è statarivalutata e oggi tale tecnica risulta efficace per la cura di lesionianche molto differenti. Si è dimostrato un ottimo metodo per la curadelle ulcere gravi del piede diabetico o come terapia del dolore per leartropatie del ginocchio e, a breve, anche delle altre capsule articola-ri. Oppure da applicare come collirio per curare le lesioni della cornea,come accaduto alla signora G. L. che, dopo anni di trasferte adAlessandria, potrà adesso recuperare le fiale di gel piastrinico diretta-mente all'Ospedale Civico. Chiarisce il dott. Giovanni De Francisci, trasfusionista: “In realtà, cono-sciamo la tecnica già da un po' di anni, ma i costi del kit per la lavora-zione del PRP erano abbastanza alti. Oggi, invece, è possibile recupe-rare kit a prezzi più vantaggiosi ed è stato per noi possibile finalmentedisporre degli strumenti per l'utilizzo dell'iperconcentrato di piastri-ne”. Così, è stato possibile curare circa una trentina di pazienti conlesioni gravi, senza tecniche invasive, ma a partire da un semplice pre-lievo del loro sangue. Alcune precisazioni, in ogni caso, è bene farle. “Innanzitutto, con il gelpiastrinico si trattano lesioni gravi”, puntualizza il dott. De Francisci.“Inoltre, bisogna considerare che in media si effettua un ciclo di 4 o 5applicazioni a paziente, però i risultati possono variare da soggetto asoggetto e quindi può risultare necessario un prolungamento dei trat-tamenti. Ma ciò che è fondamentale ricordare è che il gel piastrinico èun emocomponente e come tale, va sottoposto ad analisi prima di esse-re applicato al paziente; quindi, esso deve essere trattato esclusiva-mente nelle U.O. trasfusionali delle aziende 0spedaliere e dunque datrasfusionisti specialisti. Anche se poi ad applicarlo ai pazienti sarannodi solito i medici specialisti delle singole Unità Operative”.

Il gel che combatte le lesioni gravi dei tessutinell’attesa...

Diversi sono i fattori che possono scatenarla: una cattiva alimentazio-ne, i consequenziali problemi di digestione, l’uso frequente di sham-poo detergenti che rendono eccessivamente grassi i capelli e che fini-scono con l’irritare il cuoio capelluto, l’ansia, lo stress, gli squilibriormonali. E’ possibile individuare due diversi tipi di forfora: grassa esecca. La prima (pitiriasi steatosica) è causata da un’eccessiva produ-zione di sebo da parte del cuoio capelluto. E’ caratterizzata da squa-me secche, sottili, di forma lamellare e di colore grigio argenteo, piùo meno aderenti al cuoio capelluto. Esse si osservano soprattutto nellezone vicine al vertice e nella zona temporo-parietale. Possono esserelimitate a chiazze di varie dimensioni o colpire l’intera superficie delcuoio capelluto. Questo, nei soggetti affetti, è causa di una facile irri-tabilità, con una forte sensazione di prurito che porta il soggetto col-pito a grattarsi frequentemente. La sua gravità può variare sia in segui-to a stimoli ambientali (durante la stagione estiva migliora), sia per ilmutare delle condizioni fisiologiche dell’individuo, soprattutto lostress, influendo su processi quali la digestione e la stessa secrezionesebacea cutanea, può notevolmente aggravarla. La forfora secca o “pitiriasi sicca” può essere causata da stress, dal-l’uso di prodotti troppo aggressivi per il cuoio capelluto infiammando-lo e provocandone la desquamazione. Come difendersi dalla sua com-parsa? Innanzitutto sarebbe bene lasciare liberi i capelli; spazzolarlinon molto energicamente perché si potrebbero causare danni al cuoiocapelluto provocando piccole lesioni che potrebbero infettarsi; impie-gare shampoo e lozioni mirate che contengano sostanze esfolianti comel’acido salicilico e l’acido glicolico utili ad asportare delicatamente lescagliette e ad aiutare il cuoio capelluto a ripristinare il corretto equi-librio del film idrolipidico. In alcuni casi è possibile seguire la stradanaturale attraverso l’utilizzo di rimedi particolarmente efficaci,come gli impacchi di creme e lozioni formulate con l’utilizzo delrosmarino, della betulla, della salvia, e dell’eucalipto, sostanze chesvolgono un’azione detergente, purificando la pelle fino in fondo. E’comunque consigliato chiedere al proprio farmacista di fiducia con-sigli su questo tipo di preparati. L’alimentazione, come avviene per laprevenzione di quasi tutte le patologie, riveste anche in questo caso unruolo primario. Seguire un’alimentazione ricca di frutta e verdura,pesce e proteine magre, per assicurare all’organismo un adeguatoapporto di aminoacidi solforati, zinco, omega-3, antiossidanti e vita-mine del gruppo B, sembra essere la soluzione migliore. Allo stessotempo, va moderato il consumo di alcol e di alimenti iperlipidici, comei formaggi grassi. E’ bene anche ridurre l’applicazione sui capelli dicosmetici quali gel, lacche o mousse, di origine commerciale che pos-sono risultare irritanti per il cuoio capelluto e renderlo più untuoso,aumentando il prurito, quasi sempre associato alla forfora.

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nell’attesa...settimanale di prevenzione medica e di solidarietàRegistr. Trib. di Palermo n° 11 del 29/05/2006 - Iscriz. ROC n. 21038

edizioni nell’attesa s.a.s.

amministratore unico: Sergio Fabra [email protected] Via Sampolo 56 - Palermo - 091349239 - [email protected] - www.nellattesa.it

Direttore responsabile: Michele Guccione [email protected] editoriale: Diego Fabra [email protected] commerciale: Marcello Barbaro [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:Alessandra Ferraro [email protected] - Angela [email protected] - Giusy Egiziana Munda [email protected] - AnnaSampino [email protected] - FrancescoSanfilippo [email protected] - Studio Nutrizione e Dietetica [email protected] - Roberto Tobia [email protected]

Vignette: Pienrico Di Trapani [email protected]

Comitato etico scientifico: Diego Fabra coordinatore - Giovanni Alberti medicina esteticaSergio Fasullo cardiologia Silvia Tinaglia psicologia

Distribuzione: edizioni nell’attesa s.a.s. Stampa: Sprint s.a.s. Via Telesino 18/a Palermo

Questo numero è stato stampato in 31.000 copie e chiuso il 5 ottobre 2011Un modulo (mm. 48x20): Euro 25,00. Consigliati: 4 annunci 50,00 Euro più IVA. 48 annun-ci 500,00 Euro più IVA (max. 5 righe, ogni riga extra Euro 2,50 più IVA) Una pagina: 48moduli. Abbonamento sostenitore: 100,00 Euro. Il giornale viene distribuito in circa 500punti di Palermo e provincia.

Gli articoli firmati riflettono esclusivamente l’opinione degli autori. E’ consentita la riproduzione anche parziale citandone la fonte.

di Anna Sampino - [email protected]

segue da pagina 1: UN PRURIGINOSO PROBLEMA… LA FORFORA

All’U. O. Trasfusionale del Civico di Palermo utilizzata una nuova tecnica costituita da piastrine iperconcentrate

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medicina10 ottobre 20113

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Cellule staminali per combattere la sclerosi multipla eper riaccendere la speranza. Sono state loro le prota-goniste di un intervento sperimentale effettuato, per la

prima volta a Palermo, dall’equipe dell’Unità di trapianto dimidollo osseo dell’azienda Ospedali riuniti VillaSofia–Cervello, diretta da Rosanna Scimè e dai medici dellaNeuroimmunologia, coordinati da Salvo Cottone. Il pazien-

te, un giovane di 24 anni, è tornato a casa dopo una degenza di 10 giorni.In Italia sono circa una decina i casi trattati con il trapianto di cellule stami-nali con buoni risultati di follow up (cioé il periodo di tempo successivo altrattamento) durante il quale i pazienti non hanno seguito alcuna cura far-macologica. Con l' autotrapianto di staminali dal midollo osseo i medici spe-rano di riuscire a resettare il sistema immunitario che, nel caso della sclero-si multipla, aggredisce a poco a poco la mielina: una guaina di sostanzagrassa, che avvolge e protegge le fibre nervose sia nel cervello che nel midol-lo spinale. Questo processo di demielinizzazione determina la formazione dilesioni, dette placche, che possono evolvere da una fase infiammatoria a unafase cronica. I pazienti cominciano così a perdere progressivamente vista,equilibrio e coordinazione sino a quando le facoltà cognitive iniziano a spe-gnersi. L’intervento innovativo consiste nel sottoporre il paziente a cicli di che-mioterapia. In questo modo viene raso al suolo il sistema immunitario cheverrà ricostruito in un secondo tempo trapiantando le staminali giovani e nonancora aggressive nei confronti della mielina. Staminali raccolte in prece-denza dal circolo sanguigno dello stesso paziente candidato al trapianto.Ma il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche è una terapiacomplessa e non priva di rischi, “per questo - precisa Scimè - nel caso diuna malattia infiammatoria cronica invalidante che incide sulla qualità manon sull'aspettativa di vita, è opportuno che venga effettuato in casi selezio-nati e in centri di alta specializzazione”.“Si tratta di pazienti che, nonostante abbiano effettuato diversi trattamentiimmunomodulanti o immunosoppressivi - sottolinea Cottone - continuano apresentare attacchi acuti di malattia o nuove lesioni in risonanza magnetica.I primi dati di follow-up confermano che questo tipo di approccio terapeuti-co è in grado di sopprimere, anche per diversi anni, ogni segno di attivitàinfiammatoria nei pazienti con sclerosi multipla e una stabilizzazione deldecorso della malattia”. Una sperimentazione che apre nuove frontiere peruna malattia dai numeri importanti e le cui cause sono ancora in parte sco-nosciute. Nel mondo si contano circa 1,3 milioni di persone colpite, di cui400 mila in Europa e oltre 61 mila in Italia. Per frequenza, nel giovane adul-to, è la seconda malattia neurologica e la prima di tipo infiammatorio cro-nico. La sclerosi multipla può comparire in ogni età della vita, ma è diagno-sticata per lo più tra i 20 e i 40 anni. Più colpite le donne che risultano innumero doppio rispetto agli uomini. La ricerca, però, ha fatto grandi passinel chiarire il modo in cui la malattia agisce, permettendo di arrivare a unadiagnosi e a un trattamento precoce che consente di mantenere una buonaqualità di vita per molti anni.

Cellule staminali controla sclerosi multipla

di Alessandra Ferraro - [email protected]

nell’attesa...

C’è chi l’ha definito effetto Nannini, con riferimen-to alla nota cantante divenuta mamma alla non piùtenera età di 54 anni, un caso non isolato, se solo

nel 2008 in Italia sono state ben 197 le donne che hannovoluto appagare il desiderio di maternità in un’età in cuiè più comune occuparsi di nipoti invece che di figli. Oggiavere il primo bambino sempre di più verso 35 anni, è

quasi una regola, ma non si tratta in molti casi di una scelta disperata.Una decisione simile è raggiunta consapevolmente in età avanzata, perla ricerca di un’affermazione lavorativa che richiede spesso anni,facendo slittare in avanti il progetto di maternità. Un’età matura offre dei vantaggi a chi vuole essere madre: la donnavive di solito la maternità in maniera più serena e consapevole, sop-portando meglio i bruschi cambiamenti nello stile di vita che la nasci-ta di un bambino comporta. Ma, allora, è giusto o sbagliato diventaremamme–nonne? Difficile rispondere perché ogni storia è diversa dallealtre, così come ogni donna: mettere al mondo un figlio è una decisio-ne di tale responsabilità e libertà personale che impedirla solo sullabase di presupposti ideologici non pare possibile. E’ però importanteche, proprio in nome dell’amore per sé e per il futuro bambino, unadonna in età non più giovane, comprenda i rischi psicofisici cui una gra-vidanza la esporrebbe, così come le risorse di cui può avvalersi: solo inquesto modo arriverà a fare la scelta migliore per entrambi. Avere unbambino dopo i 35 anni significa correre dei rischi in più: aborti spon-tanei più frequenti, così come il pericolo di parti d’urgenza rischiosiper mamma e bambino. Tutte conseguenze che neppure i più avanzatimetodi di fecondazione assistita riescono ad evitare. Secondo gli esper-ti, però, il rischio maggiore rimane quello psicologico, ovvero la delu-sione nata dall’illusione di poter, comunque, avere un figlio: infatti,anche con le tecniche più moderne, le percentuali di successo sono del20% a 40 anni per scendere al 10% dai 43 anni in poi. Se può esseredevastante accettare di non essere riuscite a diventare genitori, unavolta mamme, non bisogna sottovalutare le difficoltà legate alla cre-scita di un figlio, soprattutto a causa del divario generazionale. Tutteragioni che devono far riflettere, quando non desistere dalla volontà diavere un bambino, e spingere a farsi seguire durante la gravidanza inmodo più scrupoloso, con un appropriato regime alimentare e visiteperiodiche di controllo; dedicare molto più tempo al riposo e ad atti-vità fisiche rilassanti, riducendo lo stress; circondarsi dell’affetto di unpartner sensibile e del sostegno di centri di preparazione al parto. Queste raccomandazioni, sempre più importanti con l’avanzare dell’e-tà, sono il modo migliore per vivere bene la gravidanza, ma anche imomenti critici successivi al parto e i primi mesi di vita del neonato. Non è l’età a fare di una donna una buona mamma, ma l’età pone pro-blemi fisici e psicologici che una futura (e buona) mamma non dovreb-be mai sottovalutare.

Mamme-nonne, ovvero,quel desiderio di maternità

di Angela Ganci - Psicologa - www.psicologapsicoterapeutapalermo.com

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ortodonzia10 ottobre 20114nell’attesa...

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mento e formicolio, per esem-pio, alle mani), clic all’aperturae chiusura della mandibola, ver-tigini, bruxismo (cioé il digrigna-mento o serramento dei denti lanotte), tensioni muscolari allamascella, al collo, alle spalle.Possono essere tutti problemicausati dalle disfunzioni dell’ar-ticolazione temporo-mandibola-re (ATM), quella dalla quale deri-va il movimento della mandibolae che permette alla bocca di par-tecipare ad importanti funzionicome la masticazione, la degluti-zione, la fonazione. Recentistudi hanno dimostrato comel’appoggio scorretto fra i dentisia spesso causa di tutta questaserie di sintomi che possonoessere meglio individuati, studia-ti e trattati dallo gnatologo. Persaperne di più abbiamo sentito ildott. Giuseppe Nocera, odontoia-tra esperto in terapia delle dis-funzioni cranio-mandibolari, cheesordisce così: “Lo gnatologo èun dentista con una preparazionespecifica in gnatologia(brancadell’Odontoiatria che si occupadel rapporto tra le mascelle e diquanto è loro connesso) che, gra-zie ai suoi studi, possiede specifi-che competenze per l’identifica-zione e la risoluzione dei proble-mi connessi con le disfunzionicranio-mandibolari. Poiché qua-lunque intervento odontoiatrico(otturazione, protesi, ortodonzia)agisce sull’occlusione del pazien-te, è necessario che l’odontoiatraabbia una preparazione anche ditipo gnatologico per evitaredanni conseguenti ad un mancatoequilibrio tra le basi scheletrichemascellari.”

Mal di testa, cervicali, formicolio? Può essere colpa dei denti

di Giusy Egiziana Munda - [email protected]

Vuole descriverci come avvie-ne l’intervento dello gnatologo?“Egli cerca di capire se una dis-funzione cranio-mandibolare èlegata principalmente a problemidell'ATM, all'assenza di alcunidenti, a restauri protesici inade-guati, ad una postura errata, auna terapia ortodontica non ese-guita correttamente, ad una con-dizione di stress o di tensioneemotiva particolarmente elevatao ad abitudini viziate. Ha unavisione generale della situazioneorale disfunzionale e, quindi, èin grado di creare interventimultidisciplinari con altre figurespecialistiche, come il posturolo-go, il fisiatra o l’osteopata (con-siderando gli effetti che una malocclusione può avere sulla postu-ra e sul sistema nervoso e vice-versa) e il logopedista, per il rag-giungimento di risultati più effi-caci nell’ambito di un trattamen-to”.

Avere i denti storti o una bruttaocclusione vuol dire malattia? “No, possono essere estetica-mente discutibili, ma non tuttele mal occlusioni possono dareproblemi articolari. Vi sono brut-te occlusioni che sono fisiologi-che con la struttura scheletricadel paziente: intervenendo inquesti casi per renderle belleocclusioni si rischia di creare undanno al paziente, in quanto siviene a togliere quell’equilibriotra le basi craniche e la mandi-bola creando, quindi, la disfun-zione e i disturbi tipici di questofenomeno. Un trattamento dellamal occlusione che ripristini lacorretta posizione della mandi-bola, che comporti il rilassamen-to dei muscoli sterno-cleido-mastoidei e il recupero dellapostura corretta, necessita di unesame della situazione specificadel paziente e di una terapiapersonalizzata”.

Come si esegue la diagnosi? “Attraverso la visita del cavoorale e dei muscoli ad essoannessi, la palpazione e l’ausiliodi test strumentali specificicome le radiografie. Tra questeconsiglio l’ortopantografia, ossiauna panoramica dentale, piutto-sto che la risonanza magnetica ola stratigrafia (un esame radiolo-gicamente piuttosto pesante enon sempre chiaro). Nel mio stu-dio si pratica la gnatologia neu-romuscolare che, attraverso l’u-tilizzo dell’elettromiografo e delkinesiografo, permette di studia-re la funzione del muscolo in sta-tica e in dinamica della mandibo-la. Si vede, quindi, qual è la con-dizione del paziente (sia essafisiologica o patologica), siriequilibra la muscolatura trami-te una TENS (che agisce a livelloneurale e non muscolare) e dalladiscrepanza tra il movimentoabituale del paziente - che puòessere patologico- e il movimen-to fisiologico a muscoli riequili-brati si trova qual è l’occlusionecorretta. A questo punto siappronta la terapia”.

Come si realizza?“Non esiste un intervento ugualeper tutti i casi. Molto utilizzato,comunque, è il bite, una placcain resina, che migliora la chiusu-ra delle arcate dentarie, ristabi-lisce la loro posizione corretta e

il delicato equilibrio tra le man-dibole e le strutture annesse,senza modificare la posizione deidenti. Durante l’uso di questodispositivo i pazienti vengonosottoposti a frequenti controlliper adeguare il bite alle modifi-cazioni della posizione dellearcate mandibolari e mascellari.Nel 90% dei casi trattati, al ter-mine della terapia con bite vieneutilizzato un ortotico (simulatoredi fine terapia) che il pazientedovrà tenere per alcuni mesi.L’uso di questo dispositivo aiutaa simulare la corretta occlusioneprima di passare ad eventualiinterventi irreversibili (comequello di limare o di spostare identi) che durante la terapia sisono evidenziati come necessari.Un esame clinico e kinesiograficofinale permette di passare a que-sta fase definitiva per garantirenel paziente quell’occlusionestabile ed equilibrata individuatacon la terapia”.

Quando può essere utile unintervento gnatologico preven-tivo?“Molto più su un adulto che su unbambino nel quale lo sviluppogenerale e quello del sistemamasticatorio è ancora in diveni-re. Mentre in un paziente adultointervenire significa modificareun quadro patologico già presen-te, in un bambino l’interventognatologico può avvenire solo inpresenza di disturbi seri comeclic mandibolari, dolori, serra-mento dei denti, emicranie e acondizione che si guidi ognimutamento connesso con la cre-scita. Di fronte a pazienti piccolipuò risultare particolarmenteutile, invece, un esame gnatolo-gico che, di fronte alla necessitàdi un’ortodonzia per il raddrizza-mento dei denti, può aiutare acapire se tale intervento noncreerà una patologia articolare”.

Gnatologia, quando i denti influiscono sulla postura. A colloquio con il dottor Giuseppe Nocera

Il Dott. Giseppe Nocera

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10 ottobre 20115

diabetenell’attesa...

Il diabete mellito, in tutte le sue manifestazioni, è incontinua espansione e, secondo Oms (OrganizzazioneMondiale della Sanità), nel 2050 si conteranno 250

milioni di pazienti. Nel nostro Paese, si sono accertatiben tre milioni di persone con diabete, ma si calcola chei casi nascosti o non manifesti siano altrettanti.Partendo da questa situazione, le autorità sanitarie

nazionali hanno messo in campo sia a livello nazionale, sia a livelloregionale con la legge n. 9 del 2010, dei piani che sviluppino una pre-venzione efficace della malattia sul territorio. È sul territorio, infatti,che si combatte la partita più importante, poiché l’assistenza, attra-verso i PTA-presidi territoriali di assistenza, permetterà di non ingor-gare gli ospedali. Oltretutto, si porteranno informazioni, cure e atten-zioni maggiori, proprio nelle zone, dove l’attività ambulatoriale è limi-tata e dove un’attività preventiva può impedire l’insorgere dellamalattia. A questo proposito, sarà fondamentale la collaborazione coni medici di famiglia, gli unici che conoscano il territorio nel quale ope-rano. Non si tratta di un’utopia, ma di una necessità, giacché le com-plicanze, quali la retinopatia, la nefropatia, la cardiopatia diabetica,la neuropatia, sono le degenerazioni più onerose per i pazienti e per ilSistema Sanitario nazionale. Tuttavia, una strategia di prevenzionedella malattia presenta non pochi problemi, poiché il diabete è stret-tamente legato alle pessime abitudini alimentari odierne, alla vitasedentaria, al fumo e, più in generale, a uno stile di vita che ne favo-risce la diffusione. Un esempio è dato dai moderni distributori di ali-menti nelle scuole come negli uffici che distribuiscono alimenti iperca-lorici e grassi. Oppure si può pensare alle lunghe ore passate dietro uncomputer o giocando con i videogiochi, o all’ignoranza alimentare,tutti aspetti che favoriscono l’insorgere della malattia. Da un punto divista medico, uno dei problemi più grandi, che gli specialisti si trovanoad affrontare, è la coordinazione tra le diverse specialità che costrin-ge a elaborare una strategia di recupero del paziente che blocchi ladegenerazione della malattia, in particolare nei soggetti già con com-plicanze, e che consenta un recupero delle funzionalità motorie, cir-colatorie e visive. Infatti, il diabete coinvolge nel suo evolversi varispecialisti come oftalmologi, cardiologi di tutte le branche, neurologi,diabetologi, nefrologi, chirurghi plastici e urologi cui si aggiungono die-tisti, psicologi, podologi. Tutte queste figure hanno una funzioneimportante nella cura della malattia, ma creare équipe multidiscipli-nari complesse non è facile. Il dott. Salvatore Morello, dirigente medi-co dell’U. O. Medicina Interna 2 e componente del GOID all’OspedaleCivico, ha dichiarato:”la sensibilizzazione dei pazienti è fondamentaleda parte dei medici, non soltanto sull’aspetto della cura del piede, maanche sull’aspetto dietetico e preventivo. Non è facile convincere ipazienti a seguire le cure, ma è fondamentale la loro istruzione”.

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Il diabete è una delle patologie più indagate nell'am-bito del Sistema Sanitario Nazionale per la ricerca dipercorsi organizzativi e gestionali alternativi a quelli

odierni. E questo per vari motivi. Principalmente, il dia-bete nel corso degli anni coinvolge diversi organi delcorpo; a soffrirne, solo in Italia, sono circa tre milioni dipersone e ad esserne coinvolte circa settecentomila

famiglie. Si tratta dunque di una malattia che costa parecchio in ter-mini di risorse pubbliche. Per queste ragioni, per la cura e l'assistenzadei pazienti si richiedono modelli organizzativi e approcci diversi. Nell’intento di aprire un dibattito su questi argomenti, diventati immi-nenti necessità, è stato organizzato il convegno "Il Piede diabetico.Esperienza aziendale del team multidisciplinare e collegamento con ilterritorio", tenutosi a Palermo presso l'Albergo delle Povere. Istituitodal Gruppo Operativo InterDipartimentale (GOID) dell'Ambulatorio delPiede diabetico dell'ARNAS Civico, il convegno è stato pensato comeoccasione per presentare al mondo medico, paramedico, istituzionalee cittadino un nuovo modello assistenziale: il GOID, appunto, che cam-bia completamente gli approcci di gestione del paziente sinora utiliz-zati. Partendo con il caso studio di una delle complicanze del diabete:il piede diabetico, una patologia che va curata in modo integrato,tenendo conto di più punti di vista disciplinari. Da qui l'importanza delGOID: un gruppo che si basa su un intervento multidisciplinare e mul-tiprofessionale. Un centro dove opera un'equipe medico-chirurgicaintegrata, creata appositamente per le esigenze del paziente e dellesue problematiche. Così, per il piede diabetico, il GOID sarà formatoda personale medico di diversa specializzazione: diabetologo interni-sta, radiologo, infettivologo, chirurgo vascolare e plastico, neurologo,anestesista. Spiega il dott. Giuseppe Caputo, Dirigente medico presso l'U.O.Chirurgia plastica del Civico (reparto in cui si trova l'ambulatorio delpiede diabetico): “Creare un'equipe multispecialistica è fondamenta-le per alcune malattie. Il piede diabetico, infatti, va curato tenendoconto non solo della lesione di per sè, ma anche delle cause che l'han-no generata. Sono quelle che vanno trattate. Ecco il senso dell'esigen-za di raggruppare specialisti diversi in un unico centro”. Oltre alla multidisciplinarietà, altro fattore caratterizzante il modelloorganizzativo interdipartimentale è la sinergia di obiettivi e linee guidaprecisi. Il gruppo opera tenendo conto di due fini precisi: la riduzionedelle liste di attesa e la diminuizione del numero delle amputazionimaggiori. In questo modo, il punto attorno a cui ruota tutto lo schemasono i bisogni del paziente. Afferma il dott. Renato Li Donni, DirettoreSanitario dell'ARNAS Civico-Di Cristina: “Senza linee guida precise

Un modello assistenzialeche dimezza le amputazioni

di Anna Sampino - [email protected]

segue a pagina 6

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10 ottobre 20116

medicina alternativanell’attesa...

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Le arti come terapia per promuovere il benesserepsico-fisico della persona

di Anna Sampino - [email protected]

sia in attività di promozione delbenessere e della formazione.Spiega una psicoterapeuta didanza-movimento-terapia, ladott.ssa Daniela Di Mauro:“Lavoriamo soprattutto nell'am-bito della salute mentale, manon solo. I linguaggi artistici sti-molano appunto le risorse creati-ve e positive di ogni individuo. Iocredo molto nella possibilità dipromuovere soprattutto lacoscienza di sè, del propriocorpo e del proprio essere.Questo concetto vale per tutti,anche per chi non soffre di disagia livello fisico e psichico”. A partire dai primi mesi di que-st'anno i professionisti dellacooperativa hanno avviato"PerCorsi Creativi", un centro

polivalente in cui si svolgonoattività artiterapeutiche pertutti, suddivise in base alle esi-genze degli iscritti. Durante leore mattutine, infatti, nel centrosi svolgono percorsi di riabilita-zione psicosociale, singoli o digruppo, a carattere strettamenteterapeutico, rivolti a bambini eadulti con disabilità o forme didisagio psichico. Gli psicologihanno già una forte esperienzanel campo della riabilitazione:da dieci anni, in collaborazionecon l'Asp di Palermo, operano(presso la Neuropsichiatria infan-tile dell'Ospedale Albanese) in uncentro diurno per adolescenticon disturbi della personalità,sfruttando proprio le tecnichedelle artiterapie.

Ma “PerCorsi Creativi” funzionaanche come centro per laborato-ri artiterapeutici per la promo-zione del benessere individuale esociale. Quattro i linguaggi arti-stici utilizzati: danza, arte, musi-ca e teatro. La dott.ssa RossellaBonomo, coordinatrice del cen-tro polivalente, ricorda che: “l'o-biettivo è quello di svilupparenel territorio la consapevolezzadell'importanza del benesserepsichico di ognuno di noi. Poi, nelcaso specifico dei soggetti conproblematiche precise, si cercadi stimolare percorsi di autono-mia, per esempio nello sviluppodi capacità e abilità normali equotidiane, ma che non tuttiriescono a fare”.Infine, il Centro organizza un'in-tensa attività di formazione perpsicologi, assistenti sociali, ope-ratori del terzo settore e fami-glie. Come l'ultima iniziativatenuta presso l’I.C.S. G. Verdi,durante le quali tra teoria e pra-tica è avvenuto uno scambio diesperienze fra specialisti del set-tore. La cooperativa sociale Il Canto diLos e il Centro PerCorsi Creativisi trovano a Palermo in via LoJacono 16. Per avere maggiori informazionisi può telefonare ai numeri0915506447 e 320 3886342 oppu-re collegarsi al sito Internetwww.ilcantodilos.org.

aumentano i costi del personale e quelli di ospedalizzazione e delladegenza. Il GOID del piede diabetico è un esempio positivo: in effettisi è raggiunto un notevole dimezzamento del numero di amputazionimaggiori. Inoltre, il paziente viene curato in un unico ambulatorio. Nonè più costretto a spostarsi da un reparto all’altro. Tutto ciò razionaliz-zando le risorse. Ancora esistono barriere che impediscono la gestioneottimale del diabete. Una di queste è la difficoltà di comunicazione tragli operatori e tra questi e i pazienti”. La necessità dello scambio di informazioni è una delle finalità del GOIDdel piede diabetico. Spiega la dott.ssa Maria Stella Aliquò: “Siamo quianche per creare una rete attorno al problema diabete, scambiandocinotizie e collaborando con i diabetologi esterni e i medici di Medicinagenerale che seguono normalmente il paziente al di fuori dell'ambitoospedaliero”.

segue da pagina 5: UN MODELLO ASSISTENZIALE

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10 ottobre 20117

nutrizionistica

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La melanzana è originariadell’India. Deve il suo nomealla definizione iniziale di

“mela non sana”, in quanto nonpuò essere mangiata cruda a causadell’alto contenuto di solanina, tos-sica per l’organismo. Perde lecaratteristiche tossiche con la cottu-ra. Ha un grande contenuto dipotassio e modeste quantità di cal-cio e fosforo. Contiene un alto con-tenuto di fibra alimentare, idealeper combattere la stipsi. Si consigliadi lasciarla in acqua salata almenoun’ora, onde migliorarne le caratte-ristiche. Accanto alle proprietànutritive, la melanzana possiedeproprietà depurative e lievementelassative; regolarizza e stimola l’at-tività del fegato, aumentando laproduzione e l’eliminazione dellabile. Ha poche calorie, un bassocontenuto di grassi, di proteine e dizuccheri, per questo rientra spessonelle diete dimagranti. Contienevitamine del gruppo A, B, C, acido

Un depurativo da cucinare:la melanzana

folico, potassio, tannini, fosforo,sodio e calcio, inoltre include certesostanze amare che stimolano laproduzione della bile e abbassanoil colesterolo, acido caffeico eacido cloro genico (un antibatteri-co). È utile come blando sedativo ecome stimolante dell’attività delfegato, del pancreas e dell’intesti-no. Favorendo la diminuzione delcolesterolo nel sangue e stimolandola diuresi, è indicata come coadiu-vante nella cura dell’ipertensionearteriosa. Queste proprietà contri-buiscono a svolgere una sicura atti-vità depurativa e disintossicantedell’organismo, ed è per questoindicata nei casi di gotta, arterio-

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sclerosi, infiammazioni delle vie uri-narie, epatite e stitichezza.Le melanzane bianche possonocostituire un buon contorno.Sbucciare le melanzane, tagliarle adadoni, porle sotto sale e poirisciacquarle. Preparare una pento-la d’acqua e portarla ad ebollizio-ne. Acidulare l’acqua con pocoaceto e far bollire i dadoni dimelanzane insieme a qualche fogliadi alloro. Scolare a cottura leggera,far raffreddare e condire con oliod’oliva, basilico tritato e crema d’a-ceto o salsa di soja.

Le melanzane viste da Oscar (p.zza Leoni 4 tel. 0919763735)

INVOLTINI DI MELANZANEIngredienti per quattro persone: 12fette di melanzane, 10 fette di pan-carrè. 1 cucchiaio di pesto di basi-lico, 100 gr di prosciutto cotto acubettini, 100 gr di scamorza acubettini, 1 bicchiere di latte.Procedimento: Pressate le fette dimelanzane con del sale per elimi-nare l’acqua. Dopo circa un’oraasciugatele e friggetele in oliocaldo. Intanto preparate il condi-mento: versate in una ciotola il pan-carrè sminuzzato, il pesto, il pro-sciutto e la scamorza. Amalgamateaggiungendo il latte fino ad ottene-re un impasto morbido. Stendete lemelanzane fritte aggiungendo ilcondimento e arrotolando.Disponetele in una teglia con unfondo di salsa di pomodoro cheverserete anche sopra gli involtiniinsieme a una spolverata di grana.Infornate ad una temperatura di200 gradi in forno già caldo percirca dieci minuti.

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Lunedì 10 - venerdì 14 ottobre (turno 1)Cacace F. p.zza S. Francesco DiPaola 51 - tf. 091588313Crimaudo P. via Alloro 137 (HotelPatria) - tf. 0916164133Gallo S. via E. Tricomi 12 tf. 0916574128Giganti via Ammiraglio Rizzo 49/e- tf. 091540463Mercadante I. via Carbone 44(Partanna) - tf. 091450064Romano M. via A. Diaz 86 (p.zzaTorrelunga) - tf. 091476824Ruggeri via Dell’Ermellino 26(Bonagia) - tf. 091447617Tulone. via Aspromonte 97(infondo v. Lazio) - tf. 091206017Verga G. via E. L’Emiro 34 tf. 0916511761Villa Serena via Tasca Lanza 106 -tf. 091213241Virga A. M. via L. Da Vinci 338 tf.091406185

Sabato 15 ottobre (turno 21)Bosco R. via M. D’Amelio 42/B(Cirrincione) - tf. 0916379587Cupani F. via Mater Dolorosa 2(Pallavicino) - tf. 0916710628Di Figlia L. via M. Marine 795(Acq. Corsari) - tf. 0916140132Roccella via G. Roccella 49tf. 091488122Trossarelli via F. P. Perez 68tf. 0916161132Villa Serena via Tasca Lanza 106 -tf. 091213241

Gerardi A. via Sardegna 25(Nebrodi) tf. 091527437Sferlazzo M. p.zza Porta Montalto6 - tf. 0916511868

Sabato15 - Domenica 16 ottobre (turno 21)Ajello via G. Villani 16/18 (Pagliarelli) - tf. 0916682438Crimaudo P. via Alloro 137 (HotelPatria) - tf. 0916164133D’Alessandro A. via Ariosto 24(Leopardi) - tf. 0916251740Duca D. via Tommaso Natale 2/G(Cardillo) - tf. 091243744Giganti via Ammiraglio Rizzo 49/etf. 091540463Inglima A. via P. di Scordia 116(ang. Amari) - tf. 091331500Lo Bianco G. via Lancia di Brolo

151/F - tf. 091 6811584Lo Nano L. via Pecori Giraldi 42 tf. 091476958Lo Voi C. via Cavour 96 tf. 091582856Paternostro B. via Cruillas 3/D tf. 0916850977Polizzi R. c.so Calatafimi 415 tf. 091422961Roxas G. via La Mantia 101 (c.so.F. Aprile) - tf. 0916511703Ruggeri via Dell’Ermellino 26(Bonagia) - tf. 091447617Tamburello R. p.zza S. Oliva 36/Btf. 091585735Tortorici via Maqueda 49 tf. 0916162168Triolo via D’Ossuna 177 (di fronteIst. S. Anna) - tf. 0916515956Vetro D. via M.te S. Calogero

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