I confini mutevoli della città. Mondo rurale ed esperienza ... · in via Massimo D’Azeglio. ......

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L’Abc dell’ Oltretorrente Classe 1 A - Istituto Comprensivo Parmigianino

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L’Abc dell’OltretorrenteClasse 1 A - Istituto Comprensivo Parmigianino

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A, come “andare di là dall’acqua”

Un “Oltretorrente romano”non esiste. Nella Parmaromana (fondata nel 183 a.C.)al di là del nostro Ponte diMezzo, la campagna e unlungo cimitero, che sfilavasotto gli occhi dei viaggiatoriin entrata e in uscita dallacittà. Il decumano, l’attualevia D’Azeglio - che è laproiezione, insieme a via dellaRepubblica, della consolarevia Emilia - attraversavaquesto cimitero inOltretorrente. I Romanivolevano essere ricordati dachi era ancora in vita... ma imorti dovevano essereseparati dai vivi... andare di làdall’acqua significa andarenell’... aldilà!

A

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B B, come bisettrice delle comunicazioni

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Perché “Capodiponte”?

Ponte Romano Ponte di Mezzo

Il quartiere inizia con la fine (o alla sommità) del Ponte Romano.Il punto in cui la via Emilia entra in Oltretorrente è il “Capo” del ponte; un puntomolto importante, poiché da esso si dipartono due vie: quella verso nord, che portaal Po; quella verso sud, che conduce alla Cisa e, poi, a Luni.Che cosa ci suggerisce questo?Che Capodiponte è un quartiere importante a causa della sua posizione strategica dinodo infrastrutturale.

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Il nostro quartiere comincia qui.

Matteo Parigi

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C, come curaC

Ospedale Rodolfo Tanzi (1201-1202)

Dopo l’inondazione del 1177 (o1180), il quartiere viene ricostruito edifeso da mura. Nel tempo, diventail quartiere della cura dei malati edell'ospitalità e assistenza ai poveri,ai viandanti, ai vecchi e ai bambiniabbandonati. Il quartiere,storicamente importante dal puntodi vista infrastrutturale, è oral'ideale, per la sua posizioneesterna, per accogliere chi viene dafuori e per curare i malati, chespesso, per evitare la trasmissione dimalattie epidemiche, eranocollocati fuori dal centro abitato.L'edificio più importante per la curadei malati fu sicuramente l'ospedalefondato da Rodolfo Tanzi, fra il 1201e il 1202, quello che oggi vienedefinito l'Ospedale Vecchio, ubicato

in via Massimo D’Azeglio.

Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio.Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona,con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, dicoloro che sono più fragili e che spesso sono nellaperiferia del nostro cuore. (Papa Francesco)

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La doppia identità del quartiere.

Federico Paterlini

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D, come disperazioneD

Nel gennaio 1869, icontadini si uniscono percombattere la tassa sullamacinazione dei cereali e siscontrano con le istituzionilocali, che rappresentano ilgoverno. In campagna e incittà, soprattutto in unquartiere popolare comel’Oltretorrente, scoppianole proteste popolari, conscontri fisici con le forzedell’ordine. Era la primaribellione al nuovo Statounitario, creato nel 1861. InOltretorrente il popolocostruisce le barricate perfronteggiare i bersaglieri.

“La città presenta uno spettacolo desolante. Di làdall’acqua vengono suonate le campane e fu erettauna barricata di fronte all’Ospedale Civile chevenne tosto disfatta dai bersaglieri, un picchettodei quali a metà strada impedisce di proseguiresino alla Porta S. Croce. E’ un’ansietà generale, èun correre dappertutto quasi triste augurio diimminenti conflitti, i negozi e le botteghe vengonotutte chiuse” (“Il Presente”, 2 gennaio 1869).

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E, come emancipazioneEI primi giornali di opposizione e i

primi gruppi politici vicini ai

miseri di quel tempo cominciano

a richiedere lavoro e giustizia

sociale. Ma le istituzioni sono

dure d’orecchi...

“La carità cittadina non solo è

insufficiente, ma anzi aumenta il

male; l’uomo non si nobilita con la

elemosina, ma invece gli si accascia

l’anima e gli si fa pesare sul capo il

sentimento d’inferiorità. Che ironia

crudele, proclamare la virtù del

risparmio a gente senza lavoro, senza

tetto, senza pane! No, non è colla

carità, non colle casse di risparmio,

che si civilizza la gente affamata;

date del lavoro a quei nostri

concittadini, si aprano degli opifici in

cui possano lavorare” (“La

Riscossa”,14 agosto 1886).

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F, come furto F

Quando hai fame e non hai lavoro, le provi tutte, anche il furto.

“I dintorni di Parma sono tempestati di ladruncoli di ogni specie, giovani, adulti chenon rispettano nulla. E’ sui foraggi, la melica, l’uva, le frutte, la legna, especialmente sull’erba fresca che esercitano la loro astuzia ed abilità. In fatto di erbanon vi è limite né misura” (F. Barbuti, Monografia dell’agricoltura parmense).

“Il furto rappresentava il reato più diffuso e anche il mezzo più immediato per garantirsi la sopravvivenza. La sua diffusione, dunque, non era che l’altra faccia della precarietà e della difficoltà economica in cui versava gran parte della popolazione” (M. Becchetti, Fuochi oltre il ponte).

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G, come Grande guerra G

Filippo Corridoni non è un figlio

dell’Oltretorrente ma qui ha

operato come leader del

sindacalismo rivoluzionario, per

difendere la causa del popolo

oppresso dalla miseria e per

lottare per la liberazione dalla

tirannia. Per questo motivo,

partecipò alla carneficina della

Grande guerra, convinto com’era

che avrebbe portato alla sconfitta

degli Imperi tirannici d’Europa.

Morì sul fronte.

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Corridoni e il fascismo.

Matteo Parigi

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I, come immigrati IDa sempre numerosi erano gli immigrati(dalle campagne e da altre città) che venivanoa lavorare in Oltretorrente. Erano operai chevenivano assunti da proprietari di fabbriche eda capimastri. Questo causò litigi e risse traautoctoni e “villani”. I primi pretendevanodalle autorità un posto di lavoro sicuro e nonintendevano concederlo ai “villani”.

“Ne è venuta per noi unadisoccupazione quasi permanente.Oramai, non essendo più possibiletollerare tale sistema perché hadegenerato, e perché minaccia diprivarci per sempre del pane per noie per le nostre famiglie, preghiamola Signoria Vostra Illustrissima avoler interessarsi perché tale abusocessi e ci sia permesso diriguadagnarci la vita. Del resto, èammesso che gli operai dicampagna hanno il costo della vitamolto più a buon mercato che nonnoi in città; è ammesso pure chenella stagione in cui siamo alcunidelle loro famiglie saranno al lavoro,mentre le nostre mogli, i nostri figlinulla guadagnano” (Lettera dialcuni muratori al Prefetto diParma, 1889).

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L, come litigi L

“Negli anni a cavallo deidue secoli, quasi ognigiorno era segnalato unarresto e, a incappare nellarete dell’ordine pubblico,erano per lo più questuanti,mendicanti e vagabondi,ubriachi molesti.Altrettanto frequenti eranogli arresti per possessoillecito di coltelli, roncole,rasoi o trincetti, comequelli per furti, truffe,ferimenti e risse o liti da“pianerottolo”. Le violenzedomestiche sulle moglierano molto diffuse (M.Becchetti, Fuochi oltre ilponte)”.

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M, come materialismo M

“Nonostante la massiccia presenza diistituti religiosi, e a parte il caso diqualche sacerdote che seppeconquistarsi fiducia e stima, come padreLino Maupas (cappellano della chiesadella SS. Annunziata dal 1894), amatoper il suo impegno nell’allontanare legiovani popolane dalla strada onell’assistenza ai poveri, in generale, neiborghi, i religiosi non erano granchégraditi. Quando, nel 1876, arrivarono inBorgo Taschieri i Preti delle Stimmate, ilquartiere li accolse con ostilità.Comparvero cartelli con la scritta: Casada abbruciare con entro i sorci (M.Becchetti, Fuochi oltre il ponte)”.

In Oltretorrente, c’erano molti materialisti, che erano quelli che noncredevano in Dio e speravano in un futuro senza religione o Chiesa.Lottavano per fare la rivoluzione, per eliminare la differenza tra ricchi epoveri.

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Il «padre» di ricchi e poveri.

Riccardo Pagliari

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N, come “nefasti figuri polizieschi” N

“La liberazione di Parma e la vendettadel proletariato parmense non saràcompleta fino al momento in cui i duenefasti figuri polizieschi non sarannostati inviati a governare qualche tribùdel Fezzan. Essi hanno scambiato icittadini di Parma per bande dibriganti che si devono prendere afucilate, sempre e dovunque. (M.Becchetti, Fuochi oltre il ponte)”.

Tra ‘800 e ‘900, anche a Parma, sicontarono i morti (6 vittime in 2anni) in seguito alla repressionedelle forze dell’ordine neiconfronti delle rivolte di piazza.

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O, come osterie O

Si passava gran parte dellagiornata fuori di casa, instrada e in osteria. Leosterie venivano guardatecon disprezzo dai buoniborghesi della città storica,che ne erano disgustati,perché in quelle bettole sitrovava di tutto: donne,donnacce, uomini,criminali, ragazzi,disperati, gente persa,ubriaconi.

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P, come PicelliP

Guido Picelli guidò, nell’agosto 1922, la resistenza popolare del quartiere, ingrado di resistere all’attacco di migliaia di squadristi fascisti che volevanomettere a ferro e fuoco l’Oltretorrente.

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Picelli, il simbolo politico del quartiere

Ilaria Betta

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R come ribellioni R

Per protestare control’inaugurazione del bustoal conte Girolamo Cantelli– particolarmente odiatodalla sinistra e dal popoloper aver arrestato uominipolitici repubblicani e peravere, quando era ministrodell’Interno, represso conforza le manifestazionipopolari, tra il 1888 e il1889, Parma è messa asoqquadro da scontri dipiazza. Gran parte deiribelli è dell’Oltretorrente!

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S, come socialismo S

La “Gazzetta di Parma” criticaduramente i popolanidell’Oltretorrente che si mettono aparlare di politica in osteria. La“Gazzetta” scriveva che in osteria,con il bicchiere alla mano, non siconta più, non si riflette più, non siragiona più. In fondo a quel funestocilindro di vetro, si butta lostipendio, si dimenticano lareligione dei genitori, la moglie e ifigli. Il vino è un amico che fa odiareil lavoro e fa emergere i peggioriistinti. E con il vino, l’operaiocomincia a sognare la fine dellasocietà come la conosciamo, la finedella famiglia e il socialismo, cioè ildisordine.

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T, come Toscanini T

Giacomo Bernardi

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U, come unità U

Per questo, i sindacalisti scrissero,nel 1908: “Amiamo questo popolo,profondamente, intensamente,nelle sue virtù e nei suoi difetti.Perché quei difetti non sono poiche l’eccesso delle sue virtù.Nessuno sa essere più di noi severonell’indicare i torti, le colpe e idifetti a questi uomini. Ma diciamoche in Italia la nostra razza è quasisconosciuta, vogliamo dire chenessun proletariato possiede virtùeroiche ed umane quanto costoro”.

Le lotte popolari uniscono i poveri del quartiere con quelli della campagna.

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V, come violenza V

Quella delle classi popolari era unavita violenta, la forza fisica avevaperciò una grande importanza,perché esser forte voleva dire saperlavorare.

“Violente erano le relazioni, violenti ilitigi, che terminavano con sangue eferiti bisognosi dell’ospedale. Nelmaggio 1875, ad esempio, due fratellibirocciai si erano presentati arisolvere una loro questione di lavorocon altri giovani armati di badile equando le guardie finalmente eranoriuscite a strappar loro quel“formidabile strumento”, lo avevanotrovato tutto intriso di sangue” (M.Becchetti, Fuochi oltre il ponte).

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La memoria storica del quartiere: il calzolaio

Chiara Smalaj e Andrea Vitali

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La memoria storica del quartiere: il «cavallaio»

Alessia Rendine e Bruno Schivazappa