I comportamenti

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I COMPORTAMENTI A cura di M. E. Dal Col Psicopedagogista XIII Istituto Tartini di Padova

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I COMPORTAMENTI

A cura di M. E. Dal Col

Psicopedagogista XIII Istituto Tartini di Padova

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Per stabilire la reale problematicità di un comportamento, vi sono tre criteri: IL DANNO

Ci si chiede se quel comportamento produca all’alunno che lo assume, ai compagni, alle cose, un danno.

E’ questo il caso di comportamenti autolesionistici, aggressivi, distruttivi.

I COMPORTAMENTI-PROBLEMA

L’OSTACOLO

Vi sono comportamenti che, pur vissuti con grande disagio, non

danneggiano né l’alunno protagonista, né gli altri.

Tali comportamenti non costituiscono un problema.

LO STIGMA

E’’ originato da comportamenti che, pur non danneggiando la persona che li originato da comportamenti che, pur non danneggiando la persona che li mette in atto, sono vissuti con disagio dagli altrimette in atto, sono vissuti con disagio dagli altri..

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Il comportamento in età scolare, esprime una funzione: PRODURRE SENSAZIONI POSITIVE ,diminuendo quelle negative.

Rientrano in questi comportamenti le STEREOTIPIE:

DONDOLARE, GIRARE (generano feedback piacevoli di tipo cinestesico)

STROFINARE le mani sulle superfici ruvide o lisce

STROPICCIARE la carta

GIOCARE con gli oggetti (producono sensazioni piacevoli di tipo tattile)

MANGIARE oggetti, tessuti, mettersi le mani in bocca (sensazioni di tipo gustativo)

IL SIGNIFICATO DEI COMPORTAMENTI

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INTERVENTO

E’ necessario analizzare la funzione: poi si attiva l’intervento.

Esso può essere di tre tipi:

PROATTIVO se previene i comportamenti-problema

POSITIVO se attiva dei comportamenti antagonisti a quelli problematici

SOSTITUTIVO se produce dei comportamenti che l’alunno riconosce positivi e che attua al posto di quelli inadeguati

Ricordiamo che i comportamenti-problema servono al soggetto per dargli sensazioni positive: non li eliminiamo se non costruiamo insieme qualcosa di altrettanto valido.

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ESEMPI DI COMPORTAMENTI

Se un bambino stringe continuamente le mani, fissa lo sguardo su un punto dove non c’è nulla, evita di guardare negli occhi la persona con cui sta parlando…assume un COMPORTAMENTO OSTACOLO: gli altri notano queste stranezze e lui stesso se ne rende conto. Tuttavia, le sue manifestazioni non recano danno a nessuno e, generalmente, scompaiono nel corso dell’età evolutiva.

Talvolta, all’interno della classe, c’è un alunno che si atteggia a “pagliaccio di turno”: egli interrompe di frequente le lezioni per dire e fare qualcosa che provoca l’ilarità generale. E’ un esempio di comportamento che va corretto, perché crea a chi lo reitera nel corso degli anni uno STIGMA ossia un’immagine sociale danneggiata che si ripercuote in modo negativo sull’autostima.

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ALCUNI INTERVENTI

Il bambino che subisce frequenti punizioni si sente rifiutato, costruisce un’immagine negativa di sé, pensa di non valere nulla: è frequente il rifugio nella regressione, nella passività, nella fuga dal pensare.

Si nasconde così il potenziale di efficacia personale che tutti abbiamo.

Se decidiamo di punire un nostro alunno, dobbiamo chiederci se veramente la situazione lo richieda. La punizione infatti, ha un alto costo psicologico in chi la riceve e in chi la effettua.

Bisogna comunque sempre indicare chiaramente all’allievo i comportamenti alternativi a quelli sbagliati: la punizione e la minaccia, da sole, provocano un ulteriore danno nel comportamento e un peggioramento della relazione.

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ALCUNI INTERVENTI POSITIVII RINFORZATORI

Un esempio di comportamento punitivo positivo è il time out: si allontana per qualche minuto l’alunno da una situazione gradevole.

Costo della risposta: si fa seguire al comportamento-problema un comportamento riparatore. Può consistere nel chiedere scusa, nel dare una cosa propria integra al posto di quella rotta…

Un comportamento positivo, sia di natura relazionale sia di natura apprenditiva, si rafforza se è seguito da un rinforzatore.

A seconda dei soggetti e delle abilità di apprendimento, sono opportuni diversi rinforzatori: verbali –consistono in lodi per l’operato dell’alunno

materiali –sono oggetti e attività piacevoli

alimentari – è un cibo particolarmente gradito

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Una volta ottenuto il comportamento voluto, i rinforzatori vanno tolti per non far diventare croniche delle strategie che sono solo strumentali.

E’ solo molto più tardi, verso la fine della scuola dell’obbligo, che alcuni alunni trovano in se stessi un rinforzo al sapere e alla conoscenza, che va sotto il nome di rinforzatore intrinseco.