i Carmelitani dal Vaticano II a oggi

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Emanuele Boaga O. Carm.

I CARMELITANI DAL VATICANO II AD OGGI

Roma, 1989

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Emanuele Boaga O. Carm.

I CARMELITANI DAL VATICANO II AD OGGI

Roma, 1989

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N.B.: I presenti schemi sono offerti come base alle lezioni del corso di formazione permanente (FP 89, S. Alberto, Roma). Pertanto essi saran­no integrati con le spiegazioni che di volta in volta si renderanno neces­sarie.

I CARMELITANI DAL VATICANO II AD OGGI

A. PREMESSA

1. Finalità della presente esposizione: informare e stimolare il dialogo sulla realtà dell'Ordine nella sua attuale fase postconciliare.

2. Fonti e bibliografia di riferimento:

a) Fonti: Atti, verbali, documenti ufficiali di Capitoli generali, Congregazioni generali, Consigli delle Province, lettere di priori generali, e altra do­cumentazione si trovano in Analecta Ordinis Carmelitarum. Abbon­danti cronache di incontri internazionali (consigli delle Province, congregazioni generali etc.) e sulla vita delle Province si possono trovare in CITOC (dal 1966), e anche nei bollettini informativi delle Province. Per gli incontri internazionali dal 1972 al 1982 sono stati diffusi, in fascicoli separati e in duplice lingua (italiano, inglese) a cura del Segretariato generale, i verbali con relativa documentazione (copie in Biblioteca carmelitana, Roma). I documenti ufficiali sono stati pubblicati dalla Curia generalizia an­che separatamente, in singoli fascicoli, dal 1972 al 1982 in più lingue (sempre ogni volta in italiano, spagnolo, inglese, tedesco, olandese e spesso in portoghese e alcune volte in polacco), mentre in seguito dal 1983 la diffusione separata dei documenti nelle varie lingue è stata demandata alle singole Province o ai gruppi linguistici. Per un elenco dei documenti uffIciali si veda l'appendice al presente scritto. Inoltre si hanno anche alcune raccolte parziali dei documenti ufficia-li: ' - Il Carmelo in cammino, Roma 1980: in lingua italiana raccoglie i do­cumenti principali dal 1971 al 1979. - Documentos, in Orden del Carmen, Caudete 1981, pp. 199-293: racco­glie in lingua spagnola i documenti principali dal 1971 al 1980. - Towards a Prophetic Brotherhood. Documents of the Carmelite arder 1972-1982, Melbourne 1984: raccoglie in lingua inglese i documenti degli anni 1972-82. Vi è anche un indice di argomenti particolareg­giati e una serie di appendici con altro materiale documentario utile.

b) Studi specifici sull'argomento: - E. Boaga, Il cammino dei Carmelitani. Esperienza originaria fontale e sua rilettura nell'Ordine lungo i secoli e oggi, Roma 1984, pp. 52-105. - Idem, Tendéncias de busca na vida carmelitana hoje, in Carmelo Lusita­no, n. 4 (1986), pp. 9-32.

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- Idem, Metodo e contenuti del Capitolo generale 1977, in Servizio di in­formazione e aggiornamento ~ella Provincia Roman~, n. 41 (~978), pp. I­II (il punto XI, di p. 10-11, e dovuto al P. L~~ov~co Saggl). - J. Andrade-E. Garda, El Carmelo postconClltar, m Orden del Carmen, Caudete 1981, pp. 185-197. - Eredità e attualità del Carmelo. Studi e commenti intorno alla "Delinea­tio vitae carmelitanae", Roma 1971. - Presentazione del nuovo testo di Costituzioni 1971, in Servizio di infor­mazione e aggiornamento della Provincia Romana, n. 18,4 nov. 1971. - C. Mesters, The language of Events, in The Sword, 34 (1974), n. 1, pp. 60-65; n. 2, pp. 10-41. - E. Cardoso, Observations on «The language of Events» of Carlos Me­sters, in The Sword, 34 (1974), n. 3, pp. 13-30. - L. Saggi, [Observations on «The language of Events» of Carlos Mestersl, in The Sword, 34 (1974), n. 3, pp. 30-39. - Idem, L'identità carmelitana nei documenti generali dell 'Ordine (1971-75), in CITOC, anno XI, n. 3, marzo 1976, pp.1-1O. Già edito in Servi­zio di informazione e aggiornamento della Provincia Romana, n. 31, lO marzo 1976, pp. 7-12.

B. VISIONE GLOBALE DEL CAMMINO DELL'ORDINE DAL 1965 AD OGGI

1. Schematicamente le linee principali su cui si è svolto sono tre: - crisi d'identità e ricerca delllllessere" carmelitano oggi. - sensibilizzazione alla dimensione "profetica" oggi. - ulteriore approfondimento del carisma (Regola) e della dimensione

eliana-mariana.

2. Crisi d'identità e ricerca delllllessere" carmelitano oggi: a) gli anni 1965-74 segnano una profonda e vasta.crisi. Motivazioni e

conseguenze. Problemi dovuti a: pluriformità, polarizzazioni di mentalità e atteggiamenti, aggiornamento e rinnovamento di vita e opere, defezioni, invecchiamento, crisi di vocazioni, ecc.

b) anni 1965-71: nell'Ordine si avverte la necessità di superare la cri­si chiarendo e approfondendo l'identità stessa. - Ciò avviene in particolare con riferimento prima di tutto all'ag­giornamento delle Costituzioni: • sulle Costituzioni nei capitoli generali 1965, 1968, 1971 vi sono problemi (avere o no le Costituzioni; contenuti più generali nelle Costituzioni e più particolari negli statuti provinciali), tensioni (polarizzazioni di mentalità, di visioni sulla vita religiosa; mag­gioranza e minoranze nelle votazioni; questioni giuridiche sulla partecipazione di delegati nel 1968) e prospettive (efficacia dei te-

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sti costituzionali; le esperienze; e aggiornamento continuo dei te­sti). Un esempio dei contrasti, delle tensioni e delle interpretazio­ni diverse e a volte preconcette dei fatti in questo periodo si ha nella questione riguardante la celebrazione del Capitolo 1971 (cf. articoli nella bibliografia). • il Capitolo generale 1965 approva una serie proposizioni (ben 392), suddivise per tematiche in vista del cammino per aggiorna­re le Costituzioni. Segue i seguenti principi: nel campo della pre­ghiera l'enfasi sugli aspetti liturgici e comunitari, sulla ''lectio di­vina" e la ridimensione di pratiche prima in comune (meditazio­ne, rosario, etc.); uno spazio congruo all'apostolato e l'apertura a tutte le forme; nel campo del governo la parità possibile dell'eser­cizio della voce e un ampliamento delle forme partecipati ve; la formazione integrale dei candidati; l'aumento del senso comuni­tario. L'insieme però delle proposizioni non costituisce un corpo organico e armonioso. Molte sono le cose lasciate agli statuti del­le Province. • il congresso di specialisti sulla «Ratio Ordinis» del 1967, come conseguenza dell'avvertita necessità (con il cap. gen. 1965) di chiarire e definire il carisma dell'Ordine. Vi furono diversità di o­pinioni e alla fine si giunse ad un accordo sui pareri comuni: è il documento «Delineati o vitae carmelitanae», base fondamentale del successivo aggiornamento. • i documenti e i decreti del Capitolo generale straordinario e speciale del 1968: pongono la base per nuove esperienze a vari li­velli e in vari campi e al tempo stesso praticamente sostituiscono le Costituzioni del 1930. Molti gli argomenti demandati agli sta­tuti provinciali. • le Costituzioni 1971: la loro elaborazione nel Capitolo generale 1971 (testo della commissione preparatoria; la base per le discus­sioni capitolari; il metodo di lavoro delle commissioni capitolari; votazioni); difficoltà e progressi della loro diffusione. • Inoltre, riguardo le Costituzioni, si possono ricordare anche gli ulteriori passi: le "Modificationes" del capitolo generale del 1977, quelle del capitolo 1983 e poi nel decreto del Consiglio Generale 1985; e la preparazione delle Costituzioni da sottoporre al capito­lo generale 1989. - Contemporaneamente al lavoro per l'aggiornamento dei testi costituzionali, si inseriscono le lettere inviate a tutto l'Ordine dal priore generale Kiliano Healy, quasi un "appello" alla fedeltà nel Carmelo. - Inoltre si sviluppano nelle Province alcune esperienze special­mente sulla partecipazione ai capitoli provinciali e al governo, e sulla comunicazione (fioriscono molti bollettini provinciali, la cui pubblicazione non è sempre facile, dopo i primi entusiasmi; la si­tuazione migliora col passare del tempo).

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c) anni 1968 sS.: si hanno numerose esperienze e tentativi di forme nuove e rinnovate di vita e di apostolato. Ciò stimola anche l'ap­profondimento del carisma. La crisi però permane ancora in mo­do forte.

3. Per un nuovo stile profetico dell'«essere» carmelitano nella Chiesa e nel mondo di oggi: a) anni 1965-71: si parla di questo argomento in alcune occasioni;

ma sono richiami molto rari. b) anni 1971-75: riflessione sulla realtà dell'Ordine:

• a livello ufficiale si hanno documenti (che poi continuano negli anni seguenti). Non intendono essere teorici-speculativi, ma so­prattutto pratici, con indicazioni operative (a volte generiche e a volte specifiche). Problema del loro linguaggio e della loro "tra­sferenza" nelle Province. Qui si situano, con i loro documenti:

+ i Consigli delle Province (nuova struttura di partecipazione, creata nel 1971) degli anni 1972, 1973, 1975; + la Congregazione generale 1974.

• a livello individuale vi sono alcune esperienze, in gran parte fallite per vari motivi (scelta molto individuale, senza sostegno del gruppo; spesso solo per "autogratificazione" o per "fuga" della vita religiosa; mancanza di valutazione periodica dell'espe­rienza; mancanza di dialogo con l'Ordine; ecc.). Alcune esperien­ze (assai poche) sono invece significative (generalmente sono condotte da un "gruppo-comunità").

c) anni 1976-83: preparazione e sviluppo di una programmazione per tutto l'Ordine su 4 settori principali (stile di vita; apostolato; formazione e vocazioni; governo), con due parti fondamentali da attuare: la sensibilizzazione ai temi e le attuazioni specifiche. - In particolare: • Precapitolo 1976: finalità dell'incontro (favorire una maggiore conoscenza tra i capitolari del Capitolo da celebrare; comunica­zione su problemi e esperienze nelle Province), scelta del tema o "focus" e del metodo prospettico (con aiuto del Movimento Mondo Migliore) del Capitolo generale. • Capitolo generale 1977: clima disteso e fraterno e lavoro svolto con impegno di partecipazione, quasi assente la preoccupazione sulle elezioni. Viene compiuta una vasta analisi della realtà del­l'Ordine (cause e conseguenze); si individua il problema fonda­mentale (la difficoltà di accettare e di incarnare il carisma carme­litano); si elabora una immagine ideale dell'Ordine come base e scopo della programmazione; nel confronto dell'ideale con la realtà dell'Ordine si individuano esigenze, ostacoli e potenzialità. Il tutto porta a fissare una serie di obiettivi da raggiungere, attra­verso tappe intermedie, nel 1983. Il Capitolo vota pure una revi­sione del governo.

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• I passi successivi della programmazione nei Consigli delle Pro­vince 1978, 1979, 1981 e 1982, e nella Congregazione generale 1980, e rispettivi documenti: revisione della tappa intermedia realizzata nel rispettivo anno e programmazione della seguente. - La sensibilizzazione è riuscita in parte, ma poche sono le realiz­zazioni concrete: ciò è dovuto ad una serie di cause (aspetti cul­turali, formativi, crisi, ecc.). Si hanno pure problemi per la "tra­sferenza" della programmazione e delle sue indicazioni per tap­pe nelle Province. Fervore prima, poi stanchezza verso il metodo prospettico adottato. Presenza delle conseguenze della crisi, che si sta però attenuando (secolarismo, crisi di autorità, velleità dei discorsi e non impegno diretto, ecc.). Fattori positivi e ambiguità negli incontri a vari livelli: migliora l'organizzazione, l'attenzione ai contenuti, ecc., ma anche si crea frustrazione e ripulsione verso le riunioni per l'eccessivo parlare senza concludere alcunché, per il loro eccessivo e frequente numero, ecc.

d) anni 1983-89: sono segnati soprattutto da alcune linee operative. Per le attuazioni non mancano problemi (mancanza di personale adatto; ecc.) e a volte non si avvertono in modo pieno le prospet­tive offerte dalle occasioni e dalle iniziative stesse. In particolare a livello internazionale si hanno: - Capitolo Generale 1983: • la finalità intesa per il lavoro capitolare con relazione alla fase precedente era: far confluire tutti i fermenti, esperienze e appro­fondimenti precedenti in un progetto comune dell'Ordine. • in realtà prendono vita anche problematiche già affrontate e a cui si era data soluzione almeno in teoria in documenti o incontri internazionali precedenti. Così si formula una serie di linee ope­rative in vari campi per realizzare la comunità carmelitana, che viene nuovamente descritta nel suo ideale. • forte risulta pure in Capitolo l'attenzione alle elezioni. • il Capitolo inoltre emana una serie di messaggi. - Le indicazioni operative, secondo i temi, vengono riprese nei seguenti: . • Consigli delle Province 1984, 1985, 1987, 1988 e rispettivi docu­menti; • Congregazione Generale 1986, e il suo documento.

4. Ulteriore approfondimento del carisma: a) negli ultimi dieci anni circa si ha un progressivo maggior interes­

se verso la Regola (cf. studi di Cicconetti, Baudry, Padri Olande­si, Secondin, etc.; e convegni italiano e nord-americano).

b) ciò porta ad un ulteriore sviluppo della conoscenza di essa e del carisma; si ha anche una più ampia attenzione alle figure ispirati­ve di Elia e di Maria (specialmente dal 1979, e per la dimensione mariana quest'anno con il congresso internazionale e quello della

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regione italo-maltese). c) aspetti positivi e lacune in questa fase.

5. Altri tentativi e realizzazioni: ... - L'agenzia CITOC, per l'informazione e la comUniCaZIOne, funzIO­

nante in Roma dal 1966 e i cui servizi di informazione e docu­mentazione sono stati in due lingue (inglese e francese all'inizio; inglese e italiano poi) i primi anni, i~ tre li~gue (in&les~, italiano e spagnolo) nel 1969-71, in cinque hngue (mglese, Itahano, spa­gnolo, tedesco e olandese) nel 1971-83, ed ora in tre lingue (ingle-se, italiano, spagnolo). .

- Comunità di Bogotà: iniziata per mandat~ del C.apltolo generale 1971, per sviluppare le vocazioni in Amenca La.tma. Furono ~atte altre scelte in seguito. Finora vi è mancanza dI una valutazIOne capitolare sull'esperienza. . . . .

- L'ufficio nuovo del Delegato per il Terzo 1:10n?O, lStI~lt~ dal Cap~­tolo generale 1971 con finalità di comu~llcazIOne e aIUtI econOmI­ci. L'ufficio ha funzionato bene nel penodo 1971-77, molto meno nel periodo seguente. . . . . .

- Il direttorio economico per l'Ordine (1973), nVIsto pOI m segUIto (1986) con aggiornamento al nuovo Codice di Diritto Canonico.

- L'introduzione del diaconato permanente e l'emanazione delle re­lative norme (1973).

- Centro Internazionale S. Alberto in Roma: di esso si è parlato spes­so in occasione di capitoli generali e d~ Consigli delle Province! dal 1984 si è attuato una riorganizzazIOne che presenta aspettI positivi e negativi. I settori interessati in questa riorganizzazion~ sono: Institutum Carmelitanum (nuove norme 1988; la struttura e formata da un comitato centrale, un gruppo stabile in Roma e da soci nelle Province con collaborazione in progetti specifici), Studi (padri-studenti a livello universitario e di specia.lizzazione, non però per la formazione iniziale e di base), FormaZIOne Permane~­te (che ha provveduto ad organizzare un corso annuale per reh­giosi dal 1984), Corsi di spiritualità (9uest.'ultimo se~tore non è stato finora realizzato; ma intanto negh anni 1984-86 SI sono effet­tuati dei corsi e delle conferenze, aperte a tutta la famiglia carme­litana in Roma per iniziativa del Centro stesso).

- La nuova "Ratio Institutionis Vitae Carmelitanae", edita dalla Cu­ria nel 1988 (per la sua preparazione e contenuti cf. quanto viene detto in A, I, e in D, 1), f).

- Il progetto "Francia", che dopo la fase preparatoria, entra in realiz­zazione nel giugno 1989.

- La casa eremitica internazionale in Francia, realizzata nel 1988. - Nel campo liturgico si ha: il decreto di soppressione del rito pro-

prio carmelitano e conseguente adozione. de~ rito r~mano, (19~2), la revisione del calendario delle celebraZIOni propne dell Ordme

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(1972, con alcune aggiunte in seguito), i nuovi testi liturgici del Proprio (Messale e Lezionario, 1972; Rito della professione reli­giosa, 1973; Liturgia delle Ore, 1974). Altri testi liturgici sono stati aggiunti in seguito.

C. PRINCIPALI ARGOMENTI NEI DOCUMENTI UFFICIALI

1) Identità carmelitana

1. La realtà: crisi e cause, problemi, tensioni e polarizzazioni, prospetti­ve.

2. I principali documenti generali sul tema dell'identità sono: - "Delineatio vitae carmelitanae" (Congresso di studi 1967). - Costituzioni 1971, parte prima, cap. I, nn. 6-16. - "Il Carmelitano oggi" (Congregazione Generale, Roma 1974). - "Alle sorgenti" (V Consiglio delle Province, Monte Carmelo 1979). - "La formazione al Carmelo" (RIVC), 1988, nn.7-34. - Progetto delle Costituzioni 1989, parte I, nn. 1-24.

3. Esame dei documenti:

a) Delineatio vitae carmelitanae (1967) - Finalità del documento: si vogliono offrire le linee matrici dell'«es­

sere carmelitano» con un taglio inspirativo e legato alla vita. - Idee guida del documento:

• accentuazione dell'aspetto comunitario-fraterno della vita car­melitana, in linea con lo spirito dei Mendicanti; • rivalutazione in termini attuali e dinamici del «munus Ordi­nis», soprattutto per ciò che riguarda la ricerca di Dio e l'intimità con Lui; • tendenza spiccata a rivalutare il patrimonio dell'Ordine, in mo­do ispirativo per oggi, e a spingere ad un'azione futura.

- Aspetti particolari: • superamento in teoria del dissidio contemplazione-azione con sintesi superiore; • definizione o descrizione (un po' oscura), in linea esistenziale, della preghiera; • attenzione all'elemento profetico-carismatico dell'aspetto elia­no, e riaffermazione dell'inserimento della tradizione mariana nella linea mariologica conciliare. • apertura ad ogni forma di apostolato, nella linea mendicante.

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b) Costituzioni 1971, parte I, cap. I, nn. 6-16: - Sul carisma si hanno diversità e convergenze. Nel Capitolo genera­

le 1971 si accetta e si rielabora l'esposizione del carisma offerto dal documento precedente, inserito della bozza delle Costituzio­ni. L'approvazione del testo nella prima parte (carisma) è all'una­nimità.

- Contenuti: • sintesi storico-dottrinale, nn. 6-11; • applicazione alle condizioni attuali della vita del carmelitano, nn.l1-13; • riferimento a Elia e a Maria, nn. 14-15; • riaffermazione della natura della famiglia carmelitana, n. 16.

- La questione posta dalle note in calce al testo: si riportano fonti uf­ficiali e no, con criterio di selezione di bibliografia valida (studi scientifici basati sulle fonti). Si tratta di una innovazione rispetto i testi costitutionali precedenti.

c) Il Carmelitano oggi (1974): - Origine del testo: lo studio di un gruppo di specialisti e sua accet­

tazione nella Congregazione generale. - Contenuti:

• Tentativo di cercare nella pluriformità di vita e di lavoro nel­l'Ordine i tratti comuni, partendo sia dalla tradizione del passato, sia dalla realtà odierna. • L'identità è rappresentata come impegno effettivo verso la «legge del Signore», ogni giorno di nuovo, e verso la salvezza dell'uomo in Cristo Gesù. • Si rivitalizza l'elemento della fraternità mendicante come cam­mino verso Dio, e si prospettano nuovi significati di silenzio e so­litudine letti nel contesto del dialogo, e l'inserimento nel mondo per la sua liberazione, con sensibilità alle esigenze spirituali e re­ligiose attuali.

d) Alle sorgenti (1979): - Il "pellegrinaggio" al monte Carmelo come esperienza viva di ri­

torno al luogo delle origini. Questa esperienza presenta alcuni a­spetti positivi sia per gli stessi partecipanti, sia per il seguente la­voro di animazione. Il documento-messaggio all'Ordine, diffuso, viene ben presto ad esercitare un influsso notevole e spinge al­l'attenzione agli aspetti eliani-mariani della vita carmelitana. Ad una reazione contraria al "pellegrinaggio" e al documento, ri­sponde lo stesso priore generale Falco J. Thuis chiamato in causa.

- Contenuti del messaggio: • Elia e Maria come fonti di ispirazione ( cioè una visione dina­mica, che sostituisce la esemplarità precedente di queste figure bibliche).

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• Il confronto con queste figure bibliche insegna al Carmelitano come aprirsi alla Parola di Dio nella storia attuale dell'umanità all'esercizio del discernimento comunitario sulla volontà di Di~ riguardo all'uomo, sulla propria vita e formazione e sulle scelte apostoliche. • Ci~ induce: alla verifica di forme di vita e di azione già esistenti e alla ncerca dI forme nuove; e alla conversione individuale e comu­nitaria per una presenza sempre più profetica nel mondo di oggi.

e) Ess~e carmelitani oggi (doc. 20 o doc. conclusivo del Cap. gen. 1983): - L Ideale proposto dal documento: «costruzione della fraternità car­

rr:elitana in obbedienza e testimonianza del disegno di Dio, me­dIante la promozione della giustizia dello sviluppo umano».

- Si offrono alcune indicazioni e linee operative con attenzione a va­lori della vita carmelitana: la fraternità, la dimensione internazio­nale, la promozione culturale (formazione iniziale e permanente, studi superiori e ricerca scientifica), l'impegno per la giustizia e la pace, il problema vocazionale.

f) La Formazione al Carmelo (RIVC, 1988): - Storia del testo: i precedenti; l'incoraggiamento del Capitolo gene­

rale 1983 e la decisione del Consiglio delle Province 1984' la pia­nificazione del lavoro e la stesura della bozza della RIVC~ il con­vegno dei formatori 1987; la rielaborazione successiva' la diffu-sione del testo. '

- Per quanto riguarda il carisma il testo presenta una prima parte storico-dottrinale-ispirativa che cerca di mettere a frutto gli studi compiuti soprattutto negli ultimi anni. A tale base deve far riferi­mento tutto il lavoro formativo.

g) Progetto delle Costituzioni 1989, parte I, nn. 1-24: - La prima parte è in pratica impostata più o meno come il docu­

mento precedente presenta i contenuti del carisma. - I riferimenti storici si rifanno in gran parte al testo costituzionale

del 1971. La descrizione del carisma, più elaborata rispetto al te­sto del 1971 e basata sulla documentazione e studi seguenti ad e.sso, intende evidenzia.re l~ fraternità, la dimensione contempla­tIva, la presenza profetlca In mezzo al popolo, con riferimenti al­la Regola e alle figure ispirative di Elia e di Maria. Alla fine vi è un descrizione della famiglia carmelitana, che costituisce un am­pliamento di quanto scritto nel 1976. In altre parti delle Costitu­zioni questo concetto di famiglia appare più socio logico e di tipo "movimento" che "famiglia spirituale".

- Questa parte presenta diversi pregi, ma anche dei limiti in alcune affe~azioni ~on sufficientemente basate. Non completa è poi la sua mterrelazlOne con le altre parti delle Costituzioni.

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4. Riepilogando: . - Vi sono diversità e convergenze nel parlare sul cansma. - L'identità viene presentata come impegno effettivo. - Si accentua l'aspetto della fraternità mendicante (specialmente con

parallelo ai domenicani e francescani: una operazione che forse chiederebbe di esser completata con i paralleli dell'esperienza a­gostiniana e servita). Si parla però meno dell'aspetto della pre­ghiera individuale e comunitaria.

- Si ha superamento, almeno in teoria, del dissidio contemplazione-azione.

- Vi è tendenza ad accogliere ogni forma di apostolato. Si rivitalizza l'inserimento nel mondo per la sua liberazione (giustizia).

- È posta attenzione agli elementi profetico-carisma~ic.i della tr.adi­zione eliana e si riafferma !'inserimento della tradIzIOne manana nella linea mariologica conciliare. Il riferimento ispirativo ad Elia e Maria è più ricorrente di quello alla loro esemplarità (model­lo). Si lega la tradizione eliana-mariana con la scelta opzionale dei poveri.

- Aspetti particolari si trovano negli studi degli specialisti e dei con­vegni di studio nazionali e internazionali.

- Avviene la riscoperta dei rapporti tra i vari membri nella famiglia carmelitana. Emergono però tendenze diverse nel concepire tali rapporti.

II) Fraternità

1. Realtà e contraddizioni, problemi e tensioni, prospettive (cf. cap.gen. 1977, 1983; programmazione capitolare 1978-83; Cons. provo 1985).

2. I documenti principali sono: - Costituzioni 1971, parte II. - "Impegnati al Servizio della fraternità" (I Cons. Provo Madrid

1972). - "Il Carmelitano oggi" (Congr. Gen. Roma 1974). - Indicazioni nella programmazione capitolare 1977-83. - "Forme nuove e rinnovate di vita e di apostolato" (Curia 1980). - "Crescere nella fraternità" (VI Cons. Provo Heerlen 1981). - "La costruzione della fraternità carmelitana" (VII Cons. Provo Ay-

lesford 1982). - Indicazioni nel cap. gen. 1983. - "La dimensione internazionale della fraternità carmelitana" (IX

Cons. Provo Fatima 1985). - Lettera alla Famiglia carmelitana (XI Cons. Provo Dublino 1988).

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3. Esame dei documenti:

a) Costituzioni 1971, parte II: - Intende presentare ciò che in concreto costituisce il nucleo dalla vi­

ta fraterna. - In base al valore della fraternità viene posta la considerazione della

comunità, nella sua esplicitazione di vita, di preghiera e di lavo­ro. La trattazione dei voti viene quasi aggiunta in appendice al capitolo che tratta della comunità di vita, e ne costituisce un ap­profondimento.

- Si offre un buon programma, ma non norme dettagliatissime. Non mancano posizioni sfumate per venire incontro a diverse situa­zioni nell'Ordine.

b) Impegnati al servizio della fraternità (1972): - Il documento nasce dalla constatazione della centralità data nel­

l'Ordine al discorso sulla fraternità nell'epoca postconciliare e in­tende offrire alcuni punti concreti per sviluppare detta fraternità.

- La riflessione sulla fraternità avviene sotto tre aspetti: • problemi emozionali, causati da immaturità umana e carenze di sviluppo della persona; • apertura verso le indigenze e i bisogni dei confratelli e del mon­do; la giustizia come espressione e promozione della fraternità; • polarizzazione di idee e di atteggiamenti.

- Per ognuno di questi aspetti sono offerte nel documento alcune proposte concrete per incrementare la fraternità, luogo teologico della presenza di Dio, sia "ad intra" sia "ad extra" dell'Ordine. Alcune di queste proposte vengono riprese più tardi in capitoli provinciali.

c) Il Carmelitano oggi (1974): - Sull'origine del documento: vedere sopra (C, I, 3 c). - Contenuti sulla fraternità: • si afferma che siamo primi religiosi carmelitani e poi sacerdoti; so­

lo la scuola della fraternità può ridare la identità di "frati"; • se tutti "fratelli", sono inconcepibili differenze di stato, pur nella

varietà di funzioni e compiti; • la solitudine e il silenzio vanno compresi e riletti nel contesto della

fraternità; • la fraternità è: disponibilità ai fratelli ai vari livelli locali, provin­

ciali, internazionali; apertura e sensibilità verso il mondo e gli al­tri.

d) Programmazione capitolare 1977-83: - La comunità deve costituire un vero gruppo animato e animatore

della fraternità.

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_ Quindi coscientizzazione ai vari aspetti della fraternità "ad in tra" e "ad extra".

- La fraternità poi deve essere sviluppata nel confronto con la realtà, i segni dei tempi e la Parola (discernimento), con le fo~ti d:ispira­zione (Elia e Maria), e deve essere segnata dalla parteCIpazIOne.

e) Forme nuove e rinnovate di vita e di apostolato (1980): _ Non mancano nell'Ordine esperienze e ricerche nuove e rinnovate.

Origine del documento della Curia Generalizia come sussidio per la Congregazione generale.

- Il documento, riflettendo sopra tali esperienze, propone 6 modelli tipo di comunità: comunità che ascolta, si confronta e vive la Pa­rola; comunità che vive una fraternità autentica; comunità aperta al popolo; comunità che partecipa al mondo dei poveri e degli o­perai sfruttati; comunità che vuole trasmetere il proprio carisma a dei continuatori; comunità che si preoccupa e cresce nella pro­mozione umana e nella formazione della persona, tanto all'inter­no che all'esterno.

- Di ogni modello é indicato: novità e principali manifestazioni, de­stinatari, valori emergenti e connessione con il carisma carmelita­no.

- I modelli proposti possono trovare realizzazione in ogni comunità esistente, impegnata nell'insegnamento, nella pastorale, ecc. Di proposito non è dato un modello unico per la parrocchia carmeli­tana, in cui può esser realizzato uno dei sei modelli indicati.

f) Crescere nella fraternità (1981): - Come nasce il documento nel Consiglio delle Province; difficoltà

sul testo proposto; rielaborazione successiva da parte del Consi­glio generale e adattamenti nelle Province. Il risultato è limitato perché il documento si situa nella fase di stanca del cammino della programmazione capitolare 1977-83.

- Contenuti: attenzione alla crescita interiore, aperta e attenta al pia­no di Dio, alle esigenze della fraternità nel mondo, al suo essere segno. Si ripetono in pratica le idee già espresse in precedenza in altri documenti.

g) Indicazioni del Cap. gen. 1983: - Descrizione ideale della comunità carmelitana: «vive in dialogo,

prega insieme, dimostra amore e premura per tutti i suoi mem­bri, se ne assume la responsabilità e nello stesso tempo dà spazio perché crescano e siano se stessi; una comunità in cui i fratelli, la­sciandosi formare dalla Parola e dall'Eucarestia, camminano in­sieme alla presenza del Signore e sono aperti alle necessità del mondo».

- Attraverso alcune proposte, si intende favorire la costruzione della

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fraternità carmelitana in obbedienza e in testimonianza del dise­gno di Dio, mediante la promozione della giustizia e dello svi­luppo umano.

- Gli argomenti concreti vengono poi ripresi nei Consigli delle Pro­vince successivi, tra cui quello del 1985.

h) La dimensione internazionale della fraternità carmelitana (1985): - Il documento intende offrire sul tema i contenuti delle convinzioni

comuni e alcune decisioni operative. - Le convinzioni sono: la multiforme incarnazione del carisma nel

passato ed oggi; il carattere internazionale e interculturale della fraternità carmelitana; l'internazionalità come esigenza del cari­sma della fraternità.

- Le scelte concrete e preferenziali proposte sono nel campo della formazione (elaborazione di una RIVC; gruppo internazionale di esperti), dell'evangelizzazione (costituzione di una comunità in­ternazionale significativa in luoghi importanti per l'Ordine, di u­na commissione internazionale Giustizia e Pace; studio delle for­me di rappresentanza e modalità di funzionamento del governo centrale), della comunicazione (elemento chiave dell'internazio­nalità, quindi rinnovato servizio informativo nel personale e nei mezzi tecnici).

i) Lettera alla Famiglia Carmelitana (1988): - Si accentua l'importanza di costruire la fraternità a livelli sempre

più profondi all'interno delle comunità locali, nazionali e interna­zionali.

- Si parla della concezione dinamica della comunità, che comprende: comunione, corresponsabilità, condivisione, rinnovamento.

- Come caratteristiche della comunità carmelitana sono indicate il vi­vere in ossequio di Gesù Cristo, l'ascolto della Parola, la condivi­sione, la preghiera e la celebrazione liturgica, e il servizio ai fra­telli, specie ai minori, con ispirazione da Elia e Maria.

- Si accenna alla condivisione e allo sviluppo di rapporti all'interno della famiglia carmelitana.

- Si indicano esperienze che rendono più profonda la vita comunita­ria.

3. Riepilogando: - Si ha la riscoperta della fraternità mendicante. - Si accentuano gli aspetti fraterni della vita carmelitana "ad intra" e

"ad extra" e quindi si focalizza il legame tra fraternità e giustizia. - La fraternità è vista come luogo teologico della presenza di Dio.

Quindi si ha legame tra fraternità e dimensione contemplativa. - L' "essere comunitario" è realizzazione di chiesa-comunione, in­

contro tra se stessi, gli altri e Dio. Quindi crescita di fede e grazia

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come gruppo fraterno, sostenuto da preghiera, discernimento, dialogo e sostegno reciproco e impegnato nella giustizia.

- Si insiste sullo sviluppo umano delle persone e delle relazioni in­terpersonali; in relazione ai problemi relativi (emozionali, pola­rizzazione di idee e atteggiamenti) si offrono indicazioni princi­pali per una loro soluzione.

- La costruzione della comunità carmelitana deve seguire un proget­to i cui elementi sono: comunione, corresponsabilità, partecipa­zione, discernimento, apertura, accoglienza, presenza in mezzo al popolo, internazionalità.

III) Preghiera

1. Realtà, problemi, prospettive nell'Ordine.

2. Documenti principali: - "Delineatio vitae carmelitanae" (Convegno Roma 1967). - Costituzioni 1971, parte II. - "Signore insegnaci a pregare" (Aylesford 1973). - Indicazioni del Convegno di studi sulla preghiera (Roma 1974). - Indicazioni programmazione capitolare 1977-83. - Lettere" Al servizio di Dio vivo" (alle monache, 1978) e "Colpiti

dal mistero del Dio vivente" (1983) del priore generale Falco Thuis.

3. Esame dei documenti:

a) Delineatio vitae carmelitanae (1967): - Il documento si sofferma sul concetto di preghiera dandone una

descrizione esistenziale (nn. 15-19). - La preghiera ha il «luogo centrale» nella nostra vita e apostolato,

con cui ci associamo all'opera del Redentore ed espandiamo il Regno di Dio.

- A proposito di questi concetti si afferma la sforzo di superare ogni dualità di vita.

b) Costituzioni 1971, parte II, nn. 53-80: - Si afferma che il compito o servizio peculiare dell'Ordine nella

Chiesa è la vita e l'apostolato dell'orazione (n. 53). Di qui l'impor­tanza del posto da affidarle nella vita, procurando che formi «u­num quid» con l'attività apostolica, tentando di superare il duali­smo pratico esistente tra vita contemplativa e attività.

- Assai diffusa appare la trattazione riguardo le forme di preghiera comunitaria e individuale.

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c) Signore, insegnaci a pregare (1973): - Il documento rivolge l'attenzione alla situazione dell'Ordine sulla

preghiera, sviluppando i seguenti punti: la preghiera e la sua connessione con la vita religiosa, con la vita comunitaria, con le attività pastorali, e il ruolo del superiore per una comunità oran­te.

- In tutto il documento, facendo proprio l'atteggiamento dei discepo­li dopo aver visto Gesù pregare (cf. Lc 11, 1: di qui il titolo al messaggio), si offrono spunti per «non estinguere lo Spirito», mettendosi invece sulle tracce di una preghiera autentica e ten­tando di creare aperture ove immobilismo, ritualismo meccanico o trascuratezza priva di autocritica evangelica frustano la vita di preghiera nelle comunità carmelitane e perciò non ravvivano la propria fratellanza nel Signore.

d) Il Convegno internazionale sulla preghiera (1974): - Sullo stimolo dato dal precedente documento, è stato celebrato

questo Convegno, che ha dato come frutto alcuni fondamentali contributi poi pubblicati su Carme/uso

- Assai di rilievo è il quadro offerto da un sondaggio in occasione di questo Congresso: emerge nell'Ordine una realtà molto varia e complessa, con ombre e luci.

e) Programmazione capitolare 1977-83: - Offre alcune indicazioni (in verità non molte). -Il discorso sulla preghiera si centra soprattutto in una generica pro-

posta sul confronto con la Parola nel progetto di vita.

f) Altri cenni, soprattutto all'ascolto della Parola e alla centralità della Bibbia nel progetto di vita carmelitano, si trovano in altri documenti ufficiali.

g) Al servizio di Dio vivo e Colpiti dal mistero di Dio (1978, 1983): - Queste due lettere del priore generale Falco J. Thuis nascono la pri­

ma come stimolo alla monache per la partecipazione, nel loro ruolo specifico, alla «presenza profetica» dell'Ordine oggi; la se­conda, in relazione alle indicazioni del Cap.gen. 1977, per spinge­re alla reinterpretazione per oggi del patrimonio contemplativo dell'Ordine. Questa seconda lettera è stata fatta dal generale in­sieme con tutto il Consiglio, e dopo aver ascoltato alcuni esperti.

- Costituiscono un contributo per la chiarificazione della "contem­plazione" nella nostra tradizione spirituale con attenzione alla si­tuazione attuale. La contemplazione viene intesa in quanto dice rapporto a Dio come fatto vitale dell'uomo. Si indicano alcuni va­lori fondamentali e tra loro complementari dell'atteggiamento contemplativo carmelitano: la docilità allo Spirito, la ricerca ed e-

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sperienza della presenza di Dio nella vita mediante l'apertura al­la realtà e ai segni dei tempi che la manifestano, la familiarità con la Parola, la preghiera liturgica, l' "affettività".

4. Riepilogando: - Si sottolinea la centralità della Parola nel progetto di vita (soprat­

tutto comunitario). - La ricerca della presenza di Dio deve farsi nella realtà e nell'atten­

zione ai segni dei tempi (discernimento). - Vi è superamento teorico della conflittualità contemplazione-azio­

ne, tra preghiera e apostolato, tra solitudine e fraternità, attraver­so una migliore comprensione dell'atteggiamento contemplativo.

- Si ha ricerca di forme più autentiche di preghiera individuale e co­munitaria, con clima soprattutto di condivisione, revisione, di­scernimento e riferimento alla vita. Si hanno alcuni (pochi!) ten­tativi di esperienze come case o centri di preghiera (Italia, Indo­nesia, mondo anglosassone, Germania, Brasile).

- I documenti spesso presentano sul tema della preghiera povertà di contenuti. Gli approcci dei documenti agli argomenti sulla pre­ghiera sono sempre molto generali e praticamente senza signifi­cative indicazioni concrete operative. La cosa si ripete anche a li­vello di documentazioni "locali" nella Province.

IV) Giustizia e pace

1. Negli ultimi venti anni avviene una crescita di attenzione al tema. Si aprono prospettive nuove.

2. Documenti specifici principali sono: - Costituzioni 1971, nn. 81, 96-97. - "In mezzo al popolo" (III Cons. Provo Dublino 1975). - Indicazioni nella programmazione capitolare 1977-83. - "I poveri ci interpellano" (Congr. Gen. Rio de Janeiro 1980). - Indicazioni del Capitolo generale 1983. - "Dichiarazione verso l'umanità ... " (Cap. Gen. 1983). - Messaggio su Giustizia e pace (X Cons. Provo Panson, Manila

1987).

3. Esame dei documenti:

a) Costituzioni 1971, nn. 81, 96-97, e Capitolo generale 1971: - I nn. 81, 96-97 sono accenni al tema con incoraggiamento all'impe­

gno. - Il Capitolo generale del 1971 emanò pure un decreto istituendo la

figura del Delegato generale per il Terzo mondo (vedi B, 5).

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b) In mezzo al popolo (1975): - Il documento tratta questo tema d'attualità collegandosi ad argo­

menti svolti in occasioni precedenti d'incontri internazionali nel­l'Ordine e con influenza del Sinodo dei Vescovi (ottobre 1974).

- Contenuti: • Affronta il fenomeno delle piccole comunità (attenzione: il ter­mine non è da intendersi in modo numerico!), e quello delle co­munità di base (sarebbe meglio dire comunità inserite) e intende incoraggiare gli sforzi sinceri in questo campo. • Il fenomeno è analizzato alla luce delle origini dell'Ordine e si spinge a cercare piste nuove per oggi, centralizzando l'esperienza dei Carmelitani sulla Parola di Dio e vivendola vicino al popolo. • Sono pure offerti spunti per vivere i valori fondamentali di fra­ternità e comunione, meditazione e celebrazione della Parola, u­nitamente al servizio liberante per e con gli emarginati, i poveri e gli umili. • Il documento termina con alcune direttive per le esperienze in questo campo: dialogo fraterno e aperto, piena maturità, valuta­zione e confronto, revisione, interscambio, ricerca dell'unità.

c) Indicazioni nella programmazione capitolare 1977-83: - Si invita a prendere coscienza delle situazioni di peccato e di ingiu­

stizia esistenti nel mondo. - Si dà importanza e incoraggiamento all'impegno nella sfida evan­

gelica alla società opulenta. In particolare si incoraggiano i reli­giosi di incarnarsi e di abitare in mezzo ai poveri e a chi vive in situazione di ingiustizia.

d) I poveri ci interpellano (1980): - L'occasione offerta dal IV centenario del Carmelo Brasiliano per un

contatto con la realtà latino-americana. Il tema nella Congrega­zione Generale: tendenze e contrasti tra i partecipanti. Esperienze e ambiguità sul tema. Il documento nasce legato pure allo spirito di Puebla e Medellin.

- Contenuti: • Il documento si riallaccia a quanto detto in precedenti docu­menti, e costituisce un richiamo esplicito alla dimensione della fraternità "ad extra" e all'impegno per i "minores" (prima volta che viene usato questo termine in un documento ufficiale), che scaturisce parimenti dal carisma dell'Ordine. • Il discorso parte dalla visione della realtà latino-americana e la allarga a tutta la situazione mondiale; spiega le motivazioni della nostra scelta per i "minores" con argomenti tratti dalla storia e dalla situazione attuale, e offre infine una serie di linee ispiratrici · per l'attualizzazione di tale scelta.

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e) Indicazioni del Capitolo generale 1983: - Si afferma la giustizia come area di realizzazione della fraternità

carmelitana. - Si fanno varie proposte:

• la istituzione di commissioni sul tema in ogni provincia o re­gione; • la possibilità di esperienze in luoghi ove il problema della giu­stizia e pace è vivo e scottante; • il sostegno di chi lavora, in accordo con il progetto di vita co­munitario, in situazioni di ingiustizia; • la verifica periodica della posizione della comunità nei con­fronti con la giustizia e la pace; • lo studio sistematico dei problemi relativi alla giustizia e pace (riferimento alla Parola, documenti della Chiesa e dell'Ordine).

f) Dichiarazione verso ['umanità (1983): - n documento nasce in capitolo come lavoro di un piccolo gruppo,

presentato poi e discusso brevemente in aula, con approvazione. - Il testo rimane a livello di pronunciamento e di concetti generali,

senza riferimenti specifici al carattere che deve assumere la pro­fezia del carmelitano in questo campo, pur trattata nel capitolo (cf. ad es. la conferenza di Carlos Mesters che suscitò vasti con­sensi).

g) Messaggio del Consiglio delle Province 1987: - Intende essere una espressione ulteriore della sensibilità dell'Ordi­

ne verso il tema della giustizia e pace. E' convinzione comune che non vi può essere spiritualità vera senza giustizia.

- Si invita ad assumere con urgenza le proprie responsabilità in que­sto campo come carmelitani, e si proclama la opzione preferen­ziale dei poveri.

- Sono date alcune indicazioni operative (per es. leggere la Bibbia dal punto di vista dei poveri, la commissione giustizia e pace nel­le province, e quella internazionale, di cui però nel febbraio 1989 il Consiglio Generale non vede alcuna utilità e necessità).

3. Punti principali emergenti nei documenti: - Per il carmelitano la vita fraterna-contemplativa (o contemplativa­

fraterna) conduce all'opzione preferenziale dei poveri. Oggi si comprende che la giustizia fa parte del nostro carisma.

- Nell'Ordine esistono due tendenze (a volte in conflitto tra loro) at­torno a due poli: • realizzare, in linea con il carisma dell'Ordine e come conse­guenza della nostra povertà in una fraternità mendicante, l'impe­gno solidale con i poveri e in mezzo a loro, con e come loro, per la giustizia, la promozione umana e la pace.

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• cercare di esprimere solidarietà verso i poveri in qualsiasi con­testo, e aiutare a riscoprire la fede come stimolo di trasformazio­ne del mondo nella pace e nella giustizia.

D. ALTRI PUNTI DI RILIEVO NEL PERIODO 1965-1989

1) Formazione e vocazioni

1. Si ha diversità d'impostazione dei problemi, e di esperienze nelle Province. Nelle varie tendenze non mancano ambiguità e preconcet­ti (per es. il "caso" sulla scelta della base del testo sulla formazione per le Costituzioni del 1971). Spesso le proposte sono fatte in modo disarticolato. Il cammino per una strategia vocazionale e formativa dell'Ordine ha sperimentato e sperimenta numerose difficoltà.

2. Documenti principali sono: - "Institutio de vita religiosa ducenda in ordine nostro" (Curia 1970). - Indicazioni nella programmazione capitolare 1977-83. - "Messaggio ai giovani carmelitani" (Cap. gen. 1983). - "Formazione e promozione culturale" (VIII Cons. Provo Sassone

1984). - "n Carmelo davanti alla sfida vocazionale" (Congr. Gen. Niagara

Falls 1986). - "La formazione al Carmelo" (Roma 1988).

3. Esame dei documenti:

a) Institutio de vita religiosa (1970): - Si recepiscono gli orientamenti della «Renovationis causam» (1969)

nel campo della formazione dal postulandato fino alla professio­ne solenne.

-n documento viene superato dai passi seguenti.

b) Costituzioni 1971, la parte III: - Si espongono i principi generali e le norme pratiche da tenere. Co­

stituisce negli anni seguenti il punto di riferimento per la forma­zione, quasi come una RIVe.

- Contenuti: • Tra i principi generali: la formazione come processo graduale e continuo, integrale della persona in tutti gli aspetti, la responsa­bilità dei candidati e della comunità, la funzione dei formatori e della comunità e la consapevolezza che non esistono metodi for­mativi prefabbricati.

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• Tra le norme pratiche vi è la novità dell'introduzione delle pro­messe al posto della professione temporanea; i periodi di «attuo­sità formativa» apostolica; le condizioni per stabilire la maturità nelle varie tappe formative.

c) Indicazioni dei cap. gen. 1977 e 1983, e del Cons. Provo 1984: - varie proposte che trovano difficoltà poi nell'attuazione, e alcune

rimangono del tutto inattuate. - si matura l'idea di una nuova «Ratio Institutionis Vitae Carmelita­

nae».

d) Messaggio ai giovani carmelitani (1983): - Su richiesta del gruppo brasiliano nel cap. gen. 1983 si ha l'elabo­

razione del messaggio. - Il messaggio offre una presentazione del Carmelo ai giovani di og­

gi, in particolare ai candidati. - Sembra che questo testo non abbia avuto molta diffusione.

e) Il Carmelo davanti alla sfida vocazionale (1986): - Il documento si presenta come la prima trattazione organica uffi­

ciale dell'Ordine a livello generale per una pastorale vocazionale. - Contenuti: si sottolinea che il ministero vocazionale è parte inte­

grante della fraternità carmelitana; si analizzano alcune difficoltà e si indicano le condizioni per la efficacia delle proposte da con­cretizzare nelle Province.

f) La formazione al Carmelo (1988): - Storia del documento: vedi sopra A, I. - Si articola in 4 parti o sezioni e offre anche una serie di appendici

integrative dei vari assunti. - Contenuti:

• nella parte I si sviluppano i valori fondamentali da tener pre­sente nel processo formativo dei carmelitani: vivere costante­mente alla presenza di Dio; costruire la fraternità propostaci da Gesù Cristo; vivere in mezzo al popolo e al suo servizio. Tutto sull'esempio di Elia e di Maria. • nelle altre parti (II-III-IV), viene espresso il processo formativo come espressione concreta della conversione continua individua­le, comunitaria e strutturale in tutte le dimensioni della vita, con accento speciale sulla presenza di Dio, sui rapporti fraterni e sul servizio e azione profetica. • la proposta formativa è strutturata in modo tale che ne risulti una certa unità, pur nella diversità di stili di vita e di lavoro; uni­tà che deriva dal carisma carmelitano e che qualifica i carmelitani in ogni tempo e in ogni situazione.

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4. Aspetti che risaltano in questi documen~i: - La crisi e le difficoltà nel campo vocazlOnale. - La mancanza di modelli di riferimento nella proposta formativa. - La maturazione della «Ratio Institutionis» (La formazione al Carme-

lo) del 1988.

II) Le strutture di governo

1. Si ha un problema ricorrente sulle strutture di governo. Spesso si in­voca in riunioni internazionali una ristutturazione, specie della Cu­ria Generalizia. Ciò rimane, nonostante i tentativi e le esperienze di "nuove" strutture.

2. Le strutture "nuove" nate dal 1971 in poi sono: • le Regioni (cf. Cost. 1971); prima 7 ed ora 9. • il Consiglio delle Province (cf. Cost. 1971); che presenta du.e ~a­si nella sua evoluzione: 1972-75, 1978-88 (a sua volta suddlvlsa in: 1978-82, 1984-88). • il delegato generale per il Terzo Mondo, negli anni 1971-83. • il Procuratore Generale fuori e dentro il Consiglio Generale (cf. Cost. 1971; Cap. gen. 1977). • il ruolo dei Consiglieri Generali (con la relativa ancora aperta discussione su rappresentanza e settore di attività: cf. Cost. 1971, e Cap. gen. 1977 e 1983). • il consiglio dei Presidi delle Regioni (istituito dal Cap. gen. 1983). • la delegazione generale (istituita dal Cap. gen. 1983); oggi si hanno due delegazioni generali (B. Tito Brandsma, Cecoslovac­chia). • vi è inoltre una proposta ricorrente nei capitoli generali: i dele­gati regionali e il loro inserimento stabile nella Curia.

3. Modi con cui si affronta l'argomento: - strutture e carisma: il problema che si pone è la necessità di strut­

ture adeguate all'incarnazione del carisma. - generalmente le proposte nel campo delle strutture vengono avan­

zate per "imitazione" da altri (per es. delegazioni generali, dele­gati regionali) e non per una riflessione che parta dal carisma e dalle forme più proprie alla nostra tipologia di mendicanti (il "capitolo"). Ciò è anche evident~ nel m~o frequente di la~o~ar~ "in parallelo" e senza dialogo o mterrelazlOne delle commlSSlOni nei raduni internazionali.

- spesso le critiche ad una struttura in realtà sono verso la persona che non ha saputo gestire la struttura stessa, che in sé può esser valida. Sarebbe bene fare le opportune distinzioni.

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III) Altri problemi

1. La famiglia carmelitana: - esistono atteggiamenti diversi di rapporto: la famiglia religiosa (nel

.senso classico) e il "movimento"(con contenuto più sociologico); - SI parla anche di partecipazione e osmosi carismatica e delle relati­

ve prospettive; - com~n~cazione e ~ialogo: a livello internazionale di incontri gene­

rah SI possono ncordare i convegni della Curia con le Madri Ge­nerali nel 1976, 1984, 1989; a livelli di regioni particolari si posso­no ricordare gli incontri EICAL, EICAB, INTERCAB etc. in Ame­rica Latina.

2. La collaborazione internazionale: - in incontri ~nternazionali vengono spesso ripetuti i desideri per un

gruppo dI specialisti a servizio delle necessità dell'Ordine e delle Province, specie nel campo formativo;

- no~ s.o~o molte le iniziative in atto tra province, e di aiuto di spe­CIalistI nel campo formativo.

3. Aspetti culturali: si rileva la necessità di promuovere il livello cultu­rale dell'Ordine. In questa linea vi sono nei documenti di incontri in­ter~a~i~mali suggerimenti vari (ma spesso generici) per la formazio­ne mIzlale, permanente, per studi superiori e centri di ricerca.

E. IN PROSPETTIVA PER IL FUTURO

I) Valori e controvalori emergenti nel Carmelo oggi

1. Il.cammino di ri~novamento e di ricerca attuato nella fase postconci­hare ha messo m luce valori, ma pure controvalori della realtà del­l'Ordine. Parte dell'Ordine si è inserito in modo dinamico e vitale in tale cammino; un'altra parte invece si è chiusa ed isolata da esso.

2, Riassumendo quanto è emerso nella comune riflessione fatta sull'Or­dine a va:i livell,i e in ~olti incontri internazionali, si può avere un quadro dI questi valon e controvalori. Risulta però difficile poterli "quantificare" . a) Aspetti n,egativi: possono essere sintetizzati nella seguente lista (non esaustIva e non in ordine di priorità): - la radi~aliz~azione di ideologie e di idee proprie, e conseguente

polanzzazlOne di atteggiamenti e mentalità; - la diffusione di secolarismo (non secolarizzazione!), con conse­

guente chiusura ad alcuni valori tipici della genuina tradizione

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spirituale dell'Ordine e anche della stessa vita cristiana (ad es.: la preghiera "da solo sul monte", la preghiera comunitaria, la par­tecipazione tramite la penitenza al sacrificio di Cristo, il deserto, il servizio o ministero gratuito ai fratelli, l'opzione preferenziale dei poveri);

- il forte individualismo con riflessi sulla vita, prassi individualistica e mancanza di disponibilità al progetto comune;

- la mancanza del senso di appartenenza alla famiglia carmelitana; assumendo le attività come "cosa propria" e non come espressio­ne e missione della comunità in cui si vive;

- il "commercio parolaio" e la velleità dei discorsi sul carisma e sulla sua incarnazione, senza effettivo coinvolgimento;

-la riduzione della vita religiosa a semplice impegno sociale e politi­co;

- la disincarnazione della vita religiosa (in nome di una mal intesa fedeltà alla tradizione) dalla realtà viva e vera della Chiesa universale e locale, e del mondo o società;

-l'emarginazione di persone e gruppi; - i diffusi "provincialismi"; etc. b) Aspetti positivi: indicano un cammino e uno sforzo di purifica zio­ne e crescita. Si possono ricordare: - il ritorno fatto specialmente negli ultimi anni allo studio della Re­

gola e alla rivitalizzazione dell'ispirazione eliana-mariana; - l'esperienza d'incontro con Dio, centralizzata e sviluppata nel con­

fronto con la Parola accolta individualmente e comunitariamen­te;

- la ricerca di una più esatta comprensione della natura della contemplazione, con superamento del conflitto contemplazione­azione;

- la riscoperta della comunità come luogo di comunione in fede e ca­rità;

- la ricerca di Dio attraverso il dialogo fraterno e il discernimento; - il desiderio di autenticità nella propria vita individuale e in quella

della comunità, con riflesso pure nell'ambiente in cui si vive e si opera;

- il valore della persona, da cui responsabilità e maggiore maturità come frutti;

- il desiderio e lo sforzo continuo e sincero di discernimento evange­lico dei segni dei tempi;

- il collocarsi interamente al servizio di tutto l'uomo e di tutti gli uo­mini, sviluppando l'opzione preferenziale per e con i poveri.

II) Le tendenze più significative

1. Le tendenze più significative, che emergono dall'analisi della situa­zione dell'Ordine, possono esser raccolte intorno a tre valori:

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• preghiera o senso d~ Dio, • fraternità, • diakonia (per alcuni è la giustizia).

2. Alcune di queste tendenze sono chiaramente espresse nella vita di singoli e comunità, altre si manifestano a livello di desiderio sincero e altre infine possono essere colte pur in un contesto contradditorio di prassi.

3. Preghiera o senso di Dio: le linee di manifestazione delle tendenze at­tuali sono le seguenti e alcune volte interrelazionate tra loro: - dare centralità alla Parola di Dio ("Lectio divina" e Eucarestia) nel

progetto individuale e comunitario; - dare enfasi all'orazione di lode e d'adorazione (Liturgia delle Ore)

come espressione della fraternità orante, aprendosi anche alla partecipazione dei laici;

- superare la conflittualità contemplazione-azione, orazione-aposto­lato, solitudine-fraternità, attraverso una più esatta comprensio­ne della contemplazione e dell'azione. L'atteggiamento contem­plativo viene sempre più inteso a orientare tutta la propria esi­stenza in modo da «vedere e amare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio». In America Latina (ma non solo lì) si cerca di svi­luppare la dimensione contemplativa attraverso l'inserzione nel­la realtà sociale e vivendola c,?me esigenza di evangelizzazione convincente, perseverante e integrata con l'azione promozionale della dignità dell'uomo;

- stimolare la conversione radicale alla Parola di Dio, presente nella realtà, cioè nel cammino storico dell'uomo;

- finalmente, cercare forme più autentiche e più concrete per oggi di preghiera individuale e comunitaria, in un clima di condivisione, revisione, discernimento, creatività e con riferimento alla vita.

4. Fraternità: le tendenze principali al riguardo sono: - considerare la fraternità come "luogo teologico" della presenza di Dio,

ponendo così un legame tra fraternità e dimensione contemplativa; - riscoprire il fondamento dello "stare insieme come fratelli", cioè

esser convocati da Cristo per vivere nell'amore di Dio; - cercare di costruire l' "essere comunitario" come realizzazione di

chiesa-comunione, come luogo d'incontro con se stessi, con i fra­telli e con Dio; e conseguente crescita di fede e grazia come grup­po, sostenuta da contemplazione, preghiera, discernimento, dia­logo, accoglienza e sostegno reciproco;

- percepire la necessità di lasciare materialmente gli altri per incon­trarsi «faccia a faccia» con Dio, non come fuga dalla realtà ma co­me interiorizzazione della propria vita in ogni suo aspetto, com­presa la fraternità;

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- cercare di sviluppare una nuova ascesi individuale e comunitaria, centrata su un nuovo modo di vedere la solitudine e il silenzio; si tratta di una tendenza ancora non molto diffusa, ma già presente in scritti e in un documento ufficiale dell'Ordine;

- desiderare e cercare lo sviluppo umano delle persone e delle rela­zioni interpersonali a livello profondo, con comunicazione inten­sa, corresponsabilità e partecipazione;

- promuovere la comunione dei beni "ad in tra" e "ad extra"; questa comunione avviene a livelli di comunicazione e informazione, nella condivisione materiale e spirituale;

- esprimere la fraternità aperta ("ad extra") con uno stile di vita e u­na testimonianza concreta di povertà e semplicità, anche più vici­na al popolo o in mezzo ad esso, attraverso l'accoglienza, il servi­zio e l'apertura verso tutti.

5. Diakonia: - questa terza tendenza è profondamente unita alle precedenti. La

vita contemplativa-fraterna, o la fraternità contemplante, richie­de nel carmelitano un'atteggiamento di amore fraterno e di soli­darietà con tutti gli uomini.

- tra le tendenze, emerge, per una migliore comprensione della giu­stizia come parte essenziale della Buona Novella e per motivi i­nerenti al presente momento storico, l'opzione preferenziale dei poveri.

- le tendenze sull'opzione preferenziale dei poveri sono state ricor­date sopra (cf. C, 3). Occorre che queste tendenze siano vissute in modo complementare, e non in conflitto tra loro, con radicalizza­zione dell'una o dell'altra.

6. Da quanto detto, è facile cogliere le prospettive future del cammino dell'Ordine e di conseguenza comprendere il formarsi del progetto "concreto" di vita carmelitana che si va delineando - attraverso spin­te e reticenze, luci e ombre - nell'esperienza vitale dell'Ordine.

III) La rilettura del carisma per oggi

1. Al carmelitano alle soglie del "Duemila" è lanciata una sfida: l'attua­lizzazione del vero carisma del Carmelo. La sfida comporta una ri­lettura del carisma per oggi, da farsi con un atteggiamento compo­sto non dal trinomio: conoscere-conservare-tramandare, ma dall'al­tro: conoscere-vivere-svil u ppare.

2. Tale tipo di rilettura si effettua a tre livelli tra loro interdipendenti: a) a livello culturale: - individuando nell'esperienza storica dell'Ordine i valori vivi, ispi­

ranti e permanenti; purificando li da presupposti, pregiudizi teo-

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logici, spirituali, psicologici condizionanti, e dalle sovrastrutture culturali "attaccatesi" ai valori nell'espressione di essi lungo l'ar­co dei secoli;

- confrontando tali valori con le categorie culturali nuove e attuali, per individuare come il "nostro" valore in mezzo e incarnato in esse può diventare significativo e ispirante.

b) a livello di esperienza vissuta: - la teoria non vale nulla se non è tradotta concretamente in vita nei

singoli e nella comunità. c) a livello di missione: - alla quale siamo chiamati nella Chiesa e alla quale dobbiamo

rispondere con un servizio generoso del nostro carisma, dono di Dio per la Chiesa e per i fratelli, per creare, ovunque, comunio­ne.

3. Si può sviluppare questo tipo di rilettura, in quanto le tendenze indi­viduate ne offrono ampiamente la possibilità. Ma la risposta definitiva e positiva è solo in rapporto alla profondità e sincerità della conversio­ne di noi stessi e della nostra comunità, lasciandoci guidare da Elia pro­feta nel «permettere a Dio di essere 'Dio' nella nostra esistenza» e di­cendo con Maria l'umile e generoso "SI".

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Appendice

DOCUMENTI E TESTI UFFICIALI DELL'ORDINE DAL 1965 AL 1989

Nel presente elenco sono riportati tutti i documenti e decreti di capitoli ge­nerali, congregazioni generali, consigli delle Province, e anche le lettere più rilevanti dei priori generali a tutto l'Ordine, e alcuni decreti del Consiglio Ge­nerale dall'anno 1965 (inizio del rinnovamento della vita religiosa con il PC) fino ad oggi.

* Proposizioni (nn. 392) del Capitolo generale 1965.

* Sullo spirito del Capitolo Generale. - Lettera del priore generale Kilia­no Healy, Roma, 19 marzo 1966.

* Proclamiamo la povertà con la nostra vita. - Lettera del priore genera­le Kiliano Healy, Roma, Il ottobre 1966.

* Il Carmelo e la vita interiore. - Lettera del priore generale Kiliano Hea­ly, Roma, 3 ottobre 1967.

* Descrizione della vita carmelitana. - Congresso di studi sulla «Ratio Ordinis», Roma, 1967.

* Documenti e decreti speciali del Capitolo generale speciale e straordi­nario, Roma, 1968.

* Formazione alla vita religiosa nell'Ordine Carmelitano. - Consiglio Generale, Roma, 1969.

* La devozione alla B. Vergine Maria. - Lettera del priore generale Kiliano Healy, Roma, 3 ottobre 1969.

* La Regola Carmelitana dopo il Concilio Vaticano II. - Lettera del prio­re generale Kiliano Healy, Roma, 30 gennaio 1971.

* Costituzioni e decreti del Capitolo generale, Roma, 1971.

* Impegnati al servizio della fraternità. - I Consiglio delle Province, Ma­drid (Spagna), 1972.

* Signore, insegnaci a pregare. - II Consiglio delle Province, Aylesford (Inghilterra),1973.

* Direttorio economico dell'Ordine. - Consiglio Generale, Roma, 1973. Rivisto nel 1986 per adattarlo al nuovo codice di diritto canonico.

* Norme per il diaconato permanente nell'Ordine. - Consiglio Generale, Roma,1973.

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* Il Carmelitano oggi. La fraternità come cammino verso Dio. - Congre­gazione Generale, Roma, 1974.

* In mezzo al popolo. Piccole comunità religiose e comunità di base. -III Consiglio delle Province, Dublino (Irlanda), 1975.

* La nostra presenza profetica nel mondo di oggi. - Programmazione 1978-83 del Capitolo generale, Majadahonda (Spagna), 1977.

* Mutationes et additamenta Constitutionibus. - Capitolo generale 1977.

* Un passo avanti dopo il Capitolo generale. - IV Cons. Prov., Taizé (Francia),1978.

* Al servizio di Dio vivo. - Lettera del priore generale Falco J. Thuis alle Monache Carmelitane, Roma, 1978.

* Alle sorgenti. Confronto con l'immagine biblica di Maria e di Elia nel­la programmazione capitolare dell'Ordine. - V Consiglio delle Province, Monte Carmelo (Israele), 1979.

* Forme nuove e rinnovate di vita e di apostolato. - Curia Generalizia, 1980.

* I poveri ci interpellano. - Congr. Gen., Rio de Janeiro (Brasile), 1980.

* Crescere nella fraternità. - VI Cons. Prov., Heerlen (Olanda), 1981.

* Colpiti dal mistero di Dio. - Lettera del priore generale P. Falco J. Thuis, Roma, 1983.

* Documento sui temi del Capitolo Generale, Roma, 1983 (ed. in italiano col titolo: Essere carmelitani oggi, Bari 1984).

* Messaggio ai giovani carmelitani. - Capitolo Generale, Roma, 1983.

* Dichiarazione del Capitolo Generale dei Carmelitani 1983 sulla situa­zione attuale del mondo. - Roma, 1983.

* Decreto per l'adattamento delle Costituzioni al nuovo codice di diritto canonico. - Consiglio Generale, 1984.

* Riflessioni e proposte sulla formazione. - Consiglio delle Province, Sassone (Roma), 1984.

* Mutationes et additamenta Constitutionibus. - Consiglio Generale, Roma 1985.

* Una fraternità dispersa tra le genti (1 Pt 5, 9): la dimensione interna­zionale della fraternità carmelitana. - IX Cons. Prov., Fatima (Por­togallo),1985.

* Il Carmelo davanti alla sfida vocazionale. - Congr. Gen., Niagara Falls (Canada),1986.

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* Revisione del direttorio economico dell'Ordine. - Consiglio generale 1986. '

* Messaggio sulla giustizia e pace. - X Consiglio delle Province, Manila (Filippine),1987.

* Lettera sull'Anno Mariano, del priore generale John Malley, 16 luglio 1988.

* Lettera alla Famiglia Carmelitana- XI Consiglio delle Province, Dubli­no (Irlanda), 1988.

* Formazione al Carmelo (Ratio Institutionis Vitae Carmelitanae), Roma 1988.

* Progetto di Costituzioni 1989, da esaminare nel capitolo generale1989.

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