I. C. “S.S. GIOVANNI PAOLO II A. FRANK” - SAN MARZANO SUL ...€¦ · i regali. Nel giorno...

8
Per la terza edizione del nostro giornalino scolastico, abbia- mo deciso di muoverci sullo sfondo delle festività natalizie. Abbiamo, quindi, anticipato l'aria zuccherina di dicembre già dai primi giorni di novembre. I bambini, i nostri piccoli gior- nalisti, si sono confrontati con le tradizioni festive di diversi Paesi. Particolare attenzione è stata fatta alle usanze di quel- le terre con cui siamo in contatto, ormai da anni, grazie ai bambini delle famiglie immigrate. L'espediente dell'intervi- sta, alla quale ogni anno i bambini si avvicinano con viva curiosità, è stato il volano con cui l'eterogeneità di partenza ha partorito un gruppo coeso di piccoli giornalisti, apparente- mente così diversi tra loro. Un aiuto importante è stato dato dalla mamma albanese Genta Uka che, con pazienza e candi- da generosità, si è prestata alla raffica di domande che i bam- bini le hanno rivolto. Quale elemento migliore si poteva scegliere, per favorire l'integrazione e il confronto, se non il cibo? Attenendoci alla tradizione natalizia e di fine anno, l'attenzione è stata tutta rivolta ai dolci. Protagonista indi- scusso del nostro laboratorio di scrittura giornalistica è stato il Bakllava. Il dolce in questione, suggerito dai collaboratori di origine albanese, è presto diventato argomento di discus- sione e coesione, come il miele per gli struffoli. La cucina è sempre stata ambiente di incontri, di scambio e commistioni. Ha sempre messo d'accordo tutti e parlare di cucina, di spe- zie e pietanze varie, anche con i più piccoli, ha acceso l'inte- resse di tutti, soprattutto quando si sono intavolati discorsi sui diversi sapori della cucina albanese, cinese e araba rispet- to alla nostra. I bambini si sono naturalmente divisi in gruppi e hanno effettuato ricerche, si sono interrogati e hanno dato, cosa inaspettata, un loro personale giudizio sulle abitudini di popoli dalle tradizioni 'alternative'. Perché, come abbiamo imparato nei precedenti laboratori, in fondo non siamo poi così diversi gli uni dagli altri, quando si ha un obiettivo co- mune. Volevamo esplorare nuovi sapori, inebriarci di nuovi profumi, entusiasmarci dinanzi a esplosioni di colori mute- voli e ci siamo ritrovati, ancora una volta, a ridere insieme. Tutti diversi ma in armonia, come i cori natalizi della nostra tradizione e di quelle che compongono il Mondo. Direttore responsabile Imma Faiella Tradizioni, culture e riti a confronto UNA SCUOLA APERTA AL MONDO Dicembre 2014 I. C. “S.S. GIOVANNI PAOLO II- A. FRANK” - SAN MARZANO SUL SARNO Terza edizione DIVERSAMENTE INSIEME Sommario: La scuola è l‟unica vera agenzia ca- pace di accogliere, condividere e sup- portare gli immigrati. L‟ambiente- scuola, nonostante le grandi difficoltà organizzative e strutturali, è ben di- sposto a riorganizzarsi, riorientarsi per fare spazio alla diversità, intesa come arricchimento, valore aggiunto e non come ostacolo. Questo territorio, dove risiede l‟I.C. “ S.S. Giovanni Paolo II- A. Frank”, a forte flusso mi- gratorio, è ormai avvezzo alla flessibi- lità della sua strutturazione per con- frontarsi con le diverse etnie che ospi- ta. La grande mobilità delle famiglie immigrate costringe a prevedere, ac- canto ad azioni a lungo termine, la progettazione di moduli di accoglien- za brevi e ricorrenti, con una cadenza non sovrapponibile alla normale pro- grammazione scolastica e regolata sull‟arrivo ciclico degli alunni mi- granti durante l‟anno scolastico. [continua pag.3] Le nostre interviste 2-3 Natale e… 4 Capodanno nel Mondo 5 Dolci, ricette e tradizioni 6 Tra storia e leggenda 7 La redazione 8 Auguri dal Mondo 8

Transcript of I. C. “S.S. GIOVANNI PAOLO II A. FRANK” - SAN MARZANO SUL ...€¦ · i regali. Nel giorno...

Per la terza edizione del nostro giornalino scolastico, abbia-

mo deciso di muoverci sullo sfondo delle festività natalizie.

Abbiamo, quindi, anticipato l'aria zuccherina di dicembre già

dai primi giorni di novembre. I bambini, i nostri piccoli gior-

nalisti, si sono confrontati con le tradizioni festive di diversi

Paesi. Particolare attenzione è stata fatta alle usanze di quel-

le terre con cui siamo in contatto, ormai da anni, grazie ai

bambini delle famiglie immigrate. L'espediente dell'intervi-

sta, alla quale ogni anno i bambini si avvicinano con viva

curiosità, è stato il volano con cui l'eterogeneità di partenza

ha partorito un gruppo coeso di piccoli giornalisti, apparente-

mente così diversi tra loro. Un aiuto importante è stato dato

dalla mamma albanese Genta Uka che, con pazienza e candi-

da generosità, si è prestata alla raffica di domande che i bam-

bini le hanno rivolto. Quale elemento migliore si poteva

scegliere, per favorire l'integrazione e il confronto, se non il

cibo? Attenendoci alla tradizione natalizia e di fine anno,

l'attenzione è stata tutta rivolta ai dolci. Protagonista indi-

scusso del nostro laboratorio di scrittura giornalistica è stato

il Bakllava. Il dolce in questione, suggerito dai collaboratori

di origine albanese, è presto diventato argomento di discus-

sione e coesione, come il miele per gli struffoli. La cucina è

sempre stata ambiente di incontri, di scambio e commistioni.

Ha sempre messo d'accordo tutti e parlare di cucina, di spe-

zie e pietanze varie, anche con i più piccoli, ha acceso l'inte-

resse di tutti, soprattutto quando si sono intavolati discorsi

sui diversi sapori della cucina albanese, cinese e araba rispet-

to alla nostra. I bambini si sono naturalmente divisi in gruppi

e hanno effettuato ricerche, si sono interrogati e hanno dato,

cosa inaspettata, un loro personale giudizio sulle abitudini di

popoli dalle tradizioni 'alternative'. Perché, come abbiamo

imparato nei precedenti laboratori, in fondo non siamo poi

così diversi gli uni dagli altri, quando si ha un obiettivo co-

mune. Volevamo esplorare nuovi sapori, inebriarci di nuovi

profumi, entusiasmarci dinanzi a esplosioni di colori mute-

voli e ci siamo ritrovati, ancora una volta, a ridere insieme.

Tutti diversi ma in armonia, come i cori natalizi della nostra

tradizione e di quelle che compongono il Mondo.

Direttore responsabile Imma Faiella

Tradizioni, culture e riti a confronto

UNA SCUOLA APERTA

AL MONDO Dicembre 2014

I. C. “S.S. GIOVANNI PAOLO II- A. FRANK” - SAN MARZANO SUL SARNO

Terza edizio

ne

DIVERSAMENTE INSIEME

Sommario:

La scuola è l‟unica vera agenzia ca-

pace di accogliere, condividere e sup-

portare gli immigrati. L‟ambiente-

scuola, nonostante le grandi difficoltà

organizzative e strutturali, è ben di-

sposto a riorganizzarsi, riorientarsi

per fare spazio alla diversità, intesa

come arricchimento, valore aggiunto e

non come ostacolo. Questo territorio,

dove risiede l‟I.C. “ S.S. Giovanni

Paolo II- A. Frank”, a forte flusso mi-

gratorio, è ormai avvezzo alla flessibi-

lità della sua strutturazione per con-

frontarsi con le diverse etnie che ospi-

ta. La grande mobilità delle famiglie

immigrate costringe a prevedere, ac-

canto ad azioni a lungo termine, la

progettazione di moduli di accoglien-

za brevi e ricorrenti, con una cadenza

non sovrapponibile alla normale pro-

grammazione scolastica e regolata

sull‟arrivo ciclico degli alunni mi-

granti durante l‟anno scolastico. [continua pag.3]

Le nostre

interviste

2-3

Natale e…

4

Capodanno nel

Mondo

5

Dolci, ricette e

tradizioni

6

Tra storia e

leggenda

7

La redazione

8

Auguri

dal Mondo

8

Durante il nostro laboratorio di

scrittura giornalistica abbiamo

imparato come intervistare le per-

sone. Questa mattina, per fare

pratica, abbiamo invitato nel no-

stro laboratorio Genta Uka, mam-

ma del nostro collega Alesio Uka.

Ci siamo divertiti a fare le do-

mande e la nostra prima intervi-

stata è stata molto gentile nel ri-

sponderci.

Come ti chiami?

"Il mio nome è Genta Uka."

Quanti anni hai e quand'è il tuo

compleanno?

"Ho 32 anni. Festeggio il 2 feb-

braio, il mio compleanno è la

festa che più preferisco festeggia-

re."

Da quale Paese vieni?

"Dall'Albania."

E quale città di preciso?

"Da Burrel."

Da quanti anni abiti in Italia?

"Da circa sette anni."

Ti piace mangiare italiano e

quale piatto italiano preferi-

sci?

"Mi piace molto mangiare la

cucina italiana, uno dei miei

piatti preferiti è la lasagna."

E quale piatto della tua tradi-

zione ti piace mangiare?

"Adoro il Byrek, un piatto a

base di carne di maiale."

Festeggi il Natale?

"Festeggio più il Capodanno

che il Natale.”

Hai molti amici qui a San

Marzano e quanti figli hai?

"Sì, ho molti amici qui. Ne ho

più qui che in Albania. Ho due

figli, il primo è nato in Albania

mentre il secondo qui in Italia."

Alesio Uka

Federica De Felice

Genta Uka, mamma albanese

Ti piace essere qui con noi a San Marzano?

"Sì mi piace molto. Ma se devo essere sincera

preferisco l'Albania all'Italia."

E invece ti piace stare nella tua classe, in-

sieme alle maestre e ai tuoi amici?

"Certo, mi piace tantissimo. Anche se nella

mia classe ci sono due bambini con cui non

vado d'accordo. Ma non fa niente perché con

tutti gli altri e le maestre mi diverto davvero

un mondo."

Qual è il tuo piatto preferito?

"Mi piacciono molto l'insalata e la pasta."

Sei contenta di aver partecipato a questo

laboratorio di scrittura giornalistica?

"Sono contentissima. Sto imparando tante

cose nuove e mi sto divertendo tantissimo

insieme ai piccoli giornalisti."

Angela Lieto

Giovanni De Martino

Intervista a Xhoana Buci

Anche quest'anno la nostra

redazione è stata formata da

collaboratori provenienti da

diversi Paesi. Per questo mo-

tivo, ci siamo divisi in vari

gruppi e abbiamo realizzato

delle interviste per capire

quanto i nostri colleghi amano

stare nella scuola italiana, e in

particolare in quella di San

Marzano. Questo è stato an-

che un modo per conoscerli

meglio, farci raccontare le

loro tradizioni e cosa fanno

quando tornano nelle loro

terre d'origine durante le fe-

ste. Noi abbiamo intervistato

Xhoana Buci.

Ciao Xhoana, quanti anni

hai e da quanto tempo sei a

San Marzano?

"Ho dieci anni e mi sono tra-

sferita qui da sei anni."

Festeggerai anche tu il Na-

tale come faremo noi?

"No, di solito non festeggio il

Natale ma il Capodanno. Il

Capodanno è il giorno che più

preferisco durante questo pe-

riodo dell'anno. Adoro festeg-

giare e mangiare uno dei miei

dolci preferiti: il bakllava.

Pagina 2

“Le nostre

italiani. Durante le fasi di questo

progetto, grande risultato integrativo

ha riscosso il confronto tra le diverse

tradizioni nel modo di vivere le festi-

vità natalizie e nelle abitudini ali-

mentari. Ognuno ha rappresentato su

cartelloni e tavolette di ceramica,

scene natalizie e decori tipici del

proprio paese. Particolarmente inte-

ressante è stato il menù natalizio

scritto da bambini di diverse popola-

zioni e la descrizione del modo di

viversi le festività. A coronare la

manifestazione finale è stato

l‟eccellente coro della scuola che

attraverso canti “diversi” ha allietato

la giornata all‟insegna della multi-

culturalità. La festa ha avuto fine con

un buffet di dolci tipici di ogni paese

straniero, con lo scambio di doni.

La dirigente scolastica

Dott.ssa Emma Tortora

[…] I percorsi esigono tempi

diversi e forme molteplici di facili-

tatori e di attenzioni mirate.

L‟organizzazione di laboratori in-

terculturali, secondo un metodo

integrato, è comunque uno degli

snodi per un‟efficace accoglienza

dell‟alunno migrante. Grande rica-

duta nella nostra scuola è data pro-

prio dall‟allestimento di laboratori

finanziati dal M.I.U.R. in base

all‟Art. 9 CCNL 2008/2009, che

offrono la possibilità di lavorare in

concerto, attraverso attività ludiche,

sia a bambini- ragazzi stranieri che

Pagina 3

interviste”

Ma avete mai pensato a quante tradi-zioni differenti, nel periodo delle festività natalizie, ci sono nel Mon-do? Durante le nostre ricerche, come leggerete nelle prossime pagine, ne abbiamo trovate tantissime, alcune davvero belle. Sapete, alcuni nostri colleghi non festeggiano il Natale ma concentrano tutta la gioia delle feste nel giorno di Capodanno. Que-sta è una cosa che abbiamo imparato durante il laboratorio. Il nostro collega Andrei, invece, che ha origini rumene, festeggia come noi il Natale. Ciao Andrei, quanti anni hai e da dove vieni? “Ciao, ho nove anni e vengo dalla Romania.” Ti piace stare qui a San Marzano o vorresti stare in Romania? “Mi trovo molto bene in questa scuola, le maestre sono molto brave

e ho tanti amici. Sono nato in Italia, quindi non mi manca la Romania.” Cosa fai durante le festività natalizie? “Di solito preparo l‟albero di Natale e poi vado in Romania con i miei genitori. Anche se preferisco festeg-giare qui in Italia, la Romania, du-rante le feste, non mi piace poi tanto.” Qual è il tuo cibo preferito? “Adoro la pizza e, in generale, tutta la cucina italiana.” Quando sarai grande pensi che resterai in Italia o andrai in Ro-mania? “Non lo so, penso che resterò qui perché, come dicevo prima, mi piace molto stare qui. Però forse quando diventerò grande vorrò stare in Romania. Ora non posso saperlo di sicuro.” Emanuele Oliva - Rosita Franza

Andrei, il collega rumeno

DIVERSAMENTE INSIEME

Pagina 4

Tradizioni natalizie a confronto

Natale e … Capodanno nel Mondo

In Albania il Na-

tale non ha lo

stesso spirito che

ha da noi in Italia.

P r o b a b i l me n t e

perché l‟Albania

ha avuto 40 anni

di dittatura e quin-

di non è stato pos-

sibile seguire una religione propria. Infatti nel territo-

rio albanese ci sono cristiani, musulmani e altri tipi di

credo. Per questo motivo in Albania si festeggia so-

prattutto il Capodanno. La cosa più importante è che

nessuno infastidisce l‟altro per la propria religione.

Durante il mese di dicembre le strade si abbellisco-

no,la gente addobba gli alberi di Natale e si comprano

i regali. Nel giorno della vigilia si preparano molte

cose buone per cena come: pollo, arrosto e un piatto

tipico molto buono albanese detto Byrek, fatto di

pasta sfoglia e ripieno di varie prelibatezze ad

esempio: ricotta, spinaci e latte.

Aspettando la mezzanotte prima di andare a pregare

in chiesa,in famiglia si scherza si mangia e si festeg-

gia, tutti insieme. Il giorno di Natale si prepara il

pranzo con i piatti tipici albanesi e alla fine dei pasti

si mangia un tipico dolce albanese il „„BAKLLAVA”

fatto di pasta sfoglia, noci e ricoperto di sciroppo.

Questo dolce viene preparato due giorni prima del

Natale. Dopo aver pranzato è tradizione andare a

portare i regali e gli auguri personalmente ai propri

familiari.

Alessandro Tufano

Federica De Nicola

La festa di Natale in Romania è com-

posta da una serie di tradizioni. Si ini-

zia alcuni giorni prima di Natale, ma,

come succede anche da noi, il giorno

più gioioso è la vigilia di Natale. Per le

strade si possono sentire le voci dei

“Colindatori” (cantori), vestiti con

costumi popolari tradizionali, che con

le loro borse di lana cucite a mano,

vanno di casa in casa, cantando i Colindand (canti d'au-

gurio), augurando alle persone prosperità e felicità. I

“Colindele”(canti) sono di due tipi: religiosi e laici. I

canti religiosi si riferiscono a Gesù, invece le canzoni

dei laici hanno un carattere lirico e il canto viene im-

provvisato in base alla famiglia visitata. Normalmente,

durante il giorno, gli auguri vengono fatti dai bambini di

7-8 anni che cantando ricevono caramelle. Alla sera,

sono gli adulti che portano gli auguri di casa in casa con

i loro canti. A volte cantano brani molto vecchi, soprat-

tutto nel sud della Romania. Dalla vigilia di Natale al 7

gennaio, Battesimo di Gesù, i cantori annunciano la na-

scita di Gesù. In alcune zone della Romania la tradizio-

ne è che giovani ragazzi, girano travestiti con maschere

ricavate dalla pelle di ani-

mali o pellicce e ironizza-

no su personaggi della

vita reale. Per ringraziare

dell'augurio, la persona

ricambia, di solito, con

ciambelle fatte in casa,

mele e noci .

Serxhio Hoxha

Kledi Lleshi

Albania Romania

Il Natale in Ucraina ha una tradizione che vede i bambini protagoni-

sti di alcune tradizioni che durano nel tempo. I bambini, di solito,

imparano i canti di Natale e si esibiscono sotto le finestre delle case,

cantando lodi per la nascita di Gesù. La mattina nelle case si prepara-

no piatti per la cena. Ogni famiglia addobba l‟albero di Nata-

le,decorandolo con ghirlande. La cena è costituito da dodici piatti

tradizionali che si presentano sul tavolo coperti da un panno. In alcu-

ne regioni,sotto il panno mettono un po‟ di fieno. Uno dei piatti prin-

cipali è il Kutya, che è la portata più importante ed è un impasto di

grano macinato, uva passa, noci, uva e miele. Quando si finisce di

cenare si cantano i canti di Natale e la tavola non viene sparecchiata

per far cenare gli spiriti che verranno durante la notte. Al mattino si

va in chiesa per condividere la gioia della nascita di Gesù con le altre famiglie.

Gioia Pepe

Ucraina

In Cina il nuovo anno si festeggia tra il 21

gennaio e il 20 febbraio. Il Capodanno ci-

nese viene chiamato festa di primavera.

Dura due settimane e si chiude con la festa

delle lanterne. Ogni famiglia cinese si pre-

para al nuovo anno con grandi preparativi.

Di solito si pulisce tutta casa per mandare

via la sfortuna. Poi si appendono le foto

più belle ai muri di casa e si incollano tanti

biglietti di auguri. Per un augurio di felici-

tà, si abbelliscono le stanze con tanti fiori

profumati. Alla veglia di Capodanno le

famiglie si riuniscono per mangiare tutte

insieme. Gli adulti e i bambini stanno sve-

gli tutta la notte perché è credenza che sta-

re in piedi fino al mattino porti lunga vita

ai genitori. A mezzanotte si fanno scoppia-

re fuochi d'artificio per mettere in fuga gli

spiriti malvagi. I festeggiamenti si conclu-

dono il quindicesimo giorno, con la festa

delle lanterne. In questo giorno tutti i citta-

dini pongono candele alle finestre delle

case per guidare gli spiriti benevoli e gira-

no per la città tenendo in mano lanterne

colorate. All'inizio della sfilata c'è un gran-

de drago molto lungo portato da uomini e

ragazzi. Ergi Bugi

Andrea Guardavaccaro

Il Capodanno è una delle

feste più importanti anche

in Albania. In questa occa-

sione ci si ritrova tutti insie-

me a tavola, anche con pa-

renti che di solito non si

vedono tutti i giorni. La tra-

dizione vuole che il trentu-

no dicembre si festeggia a

casa del primogenito, se è

sposato, e il primo di gennaio a casa di quello più piccolo. Il giorno di

Capodanno il più anziano della famiglia alza per primo un bicchiere di

vino e brinda con tutti i presenti al tavolo, facendo attenzione a brinda-

re prima con i più grandi e poi coi piccoli. Si usa anche dedicare un

brindisi alle persone della famiglia che non sono presenti in casa e che

sono lontani, poi si brinda con tutti i presenti augurando a tutti felicità

e successo nella vita. Ai single si augura di conoscere presto la loro

anima gemella per creare una famiglia.

Stessa festa, diversi festeggiamenti

Pagina 5 Natale e … Capodanno nel Mondo

Parlando tra tutti noi colleghi, provenienti da diversi Paesi, ci siamo accorti che il Capodanno, una delle feste più attese nel mon-

do, non viene festeggiato nello stesso giorno in tutti i posti del Pianeta. Questo perché ogni popolo misura il tempo in modo di-

verso. Nell'antica Roma il primo dell'anno era dedicato a Giano, il sacro Dio bifronte. Tale divinità si diceva avesse due facce e

due fronti: una rivolta indietro, verso il passato, e l'altra rivolta in avanti, verso il futuro. Ecco perché Giano era considerato il

Dio dei passaggi e delle porte, dell'inizio e della fine. Dal suo nome deriva la parole "gennaio", a indicare appunto l'ingresso nel

nuovo anno. A capodanno i Romani usavano scambiarsi in dono un vaso con miele, datteri e fichi, accompagnato da ramoscelli

d'alloro come augurio di fortuna e felicità. Noi, in Italia, come ben saprete, lo celebriamo il primo gennaio. Ma ecco come alcuni

Paesi accolgono il nuovo anno.

Cina Albania

In Romania si usa ancora

tenere in vita antichissime

usanze e credenze popolari.

Per esempio, in alcune zone, si

è soliti credere ai folletti e alle

fate e poi si eseguono vecchis-

simi riti che vengono preparati

con pane, acqua o altri elemen-

ti semplici. A mezzanotte,

come buona usanza, tutte le persone fanno gli auguri ai giovani ragaz-

zi travestiti da animali che si incontrano per strada, usando frasi di

cortesia, e intanto si benedicono i campi per allontanare la sfortuna e

avere buoni raccolti tutto l'anno.

Romania

Xhoana Bugi

Antonio Annunziata

Il bakllava o baclava è un

dolce ricco di zucchero

(o miele) e frutta secca,

originario della Turchia.

È molto popolare in quel-

la cucina e in quasi tutte

le cucine dell'Asia. Oltre

a quella turca, esistono

diverse versioni, fra le

quali quelle albanesi,

arabe, armene, bosnia-

che, bulgare, greche, i-

sraeliane, persiane e

serbe.

La storia del bakllava

non è molto chiara. È

stato rivendicato da molti

popoli, ma probabilmen-

te si tratta di un piatto

turco proveniente dall'A-

sia Centrale. Altri pensa-

no che le origini del

bakllava risalgano: all'an-

tica Mesopotamia, e sia

stato menzionato in un

libro di cucina mesopota-

mica sui piatti a base di

noce; che al-Baghdadi lo

descriva nel suo libro di

cucina del XIII secolo;

che si tratti

di un dolce

popolare

bizantino.

Una delle

più antiche

ricette co-

nosciute di

un tipo di

bakllava si trova in un

libro di cucina cinese

scritto nel 1330 sotto il

nome di güllach. Il

"Güllaç" esiste ancora

nella cucina turca. In

questo dolce, strati di

pasta fillo sovrapposti

sono bagnati uno ad uno

in latte riscaldato con lo

zucchero. Esso si serve con

noci e melograno fresco e

generalmente viene man-

giato durante il Ramadan.

Il bakllava è un dolce diffi-

cile da

preparare

con le

sue sottili

sfoglie di

pasta

filo, pro-

prio co-

me foglie

o fogli di carta, imburrate e

appoggiate in una teglia.

Ad esse si aggiungono noci

tritate (che possono essere

sostituite da pistacchi),

vengono sparse sui vari

strati, vengono poi cotti al

forno, prima di essere im-

bevuti con zucchero e suc-

Il Bakllava

Pagina 6 Dolci, ricette e tradizioni tra storia e leggende

co di limone o miele e spe-

zie con acqua di rose. Nelle

tradizioni greca e turca, a

questo punto viene tagliato

in triangoli, quadrati o ret-

tangoli, in Libano la forma

diffusa è quella del

diamante/rombo o, sempre

in Turchia, arrotolato e ta-

gliato in fette circolari. Co-

me tutti i piatti molto diffu-

si, quasi ogni regione, o

forse quasi ogni famiglia,

ne conserva una ricetta

diversa.

Tradizionalmente secondo

gli Ortodossi il numero di

strati che compongono il

bakllava ammonta a 33, in

riferimento agli anni della

vita di Cristo.

Laura Vani

Georgel Lità

ni abitava nella Contrada delle

Grazie a Milano. Innamorato di

Algisa, bellissima figlia di un for-

naio, si fece assumere dal padre di

lei come garzone e, per aumentare

le vendite, provò a inventare un

dolce: con la migliore farina del

mulino impastò uova, burro, miele

e uva sultanina. Poi infornò. Fu un

successo strabiliante, tutti vollero

assaggiare il nuovo pane e qualche

tempo dopo i due giovani innamo-

rati si sposarono e vissero felici e

contenti.

2) Il cuoco al servizio di Ludovico

il Moro fu incaricato di preparare

un perfetto pranzo di Natale a cui

erano stati invitati molti nobili, ma

il dolce, dimenticato nel forno,

quasi si carbonizzò. Vista la dispe-

razione del cuoco, Toni, un piccolo

sguattero, propose una soluzione:

«Con quanto è rimasto in dispensa

– un po' di farina, burro, uova, del-

la scorza di cedro e qualche uvetta

– stamane ho cucinato questo dolce. Se

non avete altro, potete portarlo in

tavola.» Il cuoco acconsentì e,

tremante, si mise dietro una tenda a

spiare la reazione degli ospiti. Tutti

furono entusiasti e al duca, che voleva

conoscere i l nome di quella

prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto:

«L'è 'l pan del Toni». Da allora è il

"pane di Toni", ossia il "panettone".

Valentino Carraturo

Alessandra Ciullo

La storia del panettone

Il panettone ha una base cilin-

d r i c a c h e t e r mi n a i n

una forma a cupola. È ottenuto

da un impasto lievitato a base di

acqua, farina, burro, uova

(tuorlo), al quale si aggiungo-

no anche la frutta candita, scor-

zette di arancio e cedro e uvetta.

A Milano fino al 1900 erano in

moltissimi tra fornai e pasticceri

a produrre il panettone, oggi

però le grandi ditte industriali di

panettoni sono dislocate in tutta

Italia, mentre a Milano riman-

gono ancora tanti artigiani che

producono un panettone secon-

do la ricetta tradizionale. Oggi

il Panettone è un dolce tipico

Italiano. Le origini del panetto-

ne si mescolano con una leg-

genda. Sono due le storie più

diffuse che fanno del panettone

uno dei dolci più magici delle

feste natalizie:

1) Messer Ughetto degli Atella-

I Dolci della Luna sono sicuramen-

te i dolci cinesi più popolari. Di

solito vengono consumati durante

la Festa della Luna, una del-

le feste più amate in Cina e

Taiwan. Se vi capita di esse-

re a Taiwan durante la Festa

della Luna - detta an-

che Festa di Mezzo Autun-

no - può capitare che qualcu-

no ve ne regali una scatola.

Bellissime scatole di Dolci

della Luna sono tradizional-

mente scambiate durante

questo periodo dell'anno, per esem-

pio regalate dai datori di lavoro ai

dipendenti. Se invece non siete a

Taiwan verso settembre o ottobre,

niente paura, i Dolci della Luna si

possono comunque trovare e man-

giare durante tutto l'anno, anche nel

periodo dei festeggiamenti del

Capodanno cinese. I Dolci della

Luna sono pasticcini rotondi di pa-

stafrolla, spesso decorati con carat-

teri cinesi. I classici Yuebing, come

vengono chiamati in cinese, hanno

un ripieno di pasta di fagioli azuki o

di pasta di semi di loto, e spesso

anche un uovo sodo di anatra .

Oggigiorno comunque esisto-

no moltissime versioni di

Dolci della Luna, per esempio

con ripieno di nocciole o

mandorle ed anche delicati

Dolci della Luna aromatizzati

al tè verde. I Dolci della

Luna sono ottimi, senza

dubbio alcuno, e come tutte le

cose buone, anche altamente

calorici. Quindi se siete a

dieta evitate di mangiarli !

Sorina M. R. Ferau

Antonio Andrei Nacea

I dolcetti della Luna

Pagina 7 Dolci, ricette e tradizioni tra storia e leggende

I ghouribas, dolci marocchini

Noi che ci siamo occupati della tradizione del Marocco,

abbiamo pensato di portarvi nella colorata e profumatis-

sima atmosfera dei grandi pasti tipici, trionfi di pietanze

e dolcezze di ogni tipo

che riuniscono le

famiglie intorno alla

tavola per ore ed ore

dopo il tramonto, duran-

te il periodo del

Ramadan, in un clima di

festa e di condivisione.

Una cucina aromatizza-

ta con chili di spezie e frutta secca, litri di miele e acqua

di fiori d‟arancio. Un tipo di cucina che sta benissimo

nel periodo festivo dove, come succede anche da noi, i

dolci sono il motivo principale per cui si riesce a essere

tutti felici. I ghouribas sono dei dolcetti della cucina

marocchina, profumati alla cannella e a base di

mandorle. Per concludere una cena natalizia con una

nota dolce, potete preparare un vassoio con questi

dolcetti marocchini.

Per preparare questi dolci bisogna avere :

250 g. farina, 135 g. burro, 75 g, di mandorle tritate, 125

g. di zucchero a velo, 10 g. di cannella (in polvere), un

uovo, la buccia grattugiata di un limone

(biologico), 1/2 bustina di lievito in polvere per

dolci ,un pizzico di sale e scaglie di mandorle.

P r e p a r a z i o n e

Dentro una capace ciotola lavorate la farina e il

burro con la punta delle dita per ottenere un insie-

me sabbioso. Aggiungete lo zucchero a velo, le

mandorle tritate, la cannella, la buccia di limone, il

sale e il lievito. Mescolate bene e incorporate

l‟uovo. Alla fine la pasta dovrà essere omogenea e

liscia. Lasciatela riposare 15 minuti. Poi preparate con

essa delle palline della grandezza di una noce, passatele

nelle scaglie di mandorle e depositatele su una placca

ricoperta di carta da forno. Fate cuocere le ghouribas nel

forno caldo a 160 gradi, per circa 10 – 15 minuti. La-

sciateli raffreddare prima di degustarli.

Yassin El Ouafy

Khalil Achoubi

Frohe Weihnachten und ei-

nen guten Rutsch ins neue

Jahr! (Germania)

Gëzuar Krishtlindjet e Vitin e

Ri (Albania)

聖誕節同新年樂 (Cina)

Веселого Різдва і з Новим

Роком (Ucraina)

Crăciun fericit şi un An

Nou Fericit (Romania)

Wesołych świąt i szczęśliwe-

go Nowego Roku (Polonia)

Рождеством

ХристовымНовым Годом

(Russia)

Joyeux Noël et bonne

année (Francia)

Feliz Navidad y próspero

año nuevo! (Spagna)

Весела Коледа

Честита нова година

(Bulgaria)

Auguri dal Mondo

La Redazione

Alesio Uka

Alessandra Ciullo

Alessandro Tufano

Andrea Guardavaccaro

Angela Lieto

Antonio Andrei Nacea

Antonio Annunziata

Emanuele Oliva

Ergi Bugi

Xhoana Bugi

Federica De Felice

Federica De Nicola

Georgel Lità

Gioia Pepe

Giovanni De Martino

Khalil Achoubi

Kledi Lleshi

Laura Vani

Rosita Franza

Serxhio Hoxha

Sorina M. R. Ferau

Valentino Carraturo

Yassin El Ouafy

Direttore responsabile

Imma Faiella

Si ringrazia:

La dirigente scolastica Dott.ssa Emma Tortora

L’esperto Salvatore Gaeta

Tutto il personale dell’ I.C. “S.S Giovanni Paolo II - A. FranK”

Merry Christmas and a Happy New Year (Inghilterra)

Buon Natale e felice anno nuovo !