Savella - La Tomba 964 Di San Marzano Sul Sarno

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     MEDITERRANEA

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    ivista annualediretta da

    F

    *

    Comitato scientifico

    M G A · M E A

    S F B · D BG C · C D S

    M H F · M GD M · A D · V T

    edazione

    V Bcon la collaborazione di

    B L Z

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    SOMMAIO

     J I V S, Cambio tecnológico en la producción de cerámi-ca protohistórica de la Península Ibérica : la introducción del torno de alfarero

    F D, Una identità ambigua. Figurette femminili nude di area etrusco-italica: congiunte, antenate o divinità ?  33

    D S, La tomba di San Marzano sul Sarno; in appendice: C- O, Analisi mineralogico-petrografica di tre campioni di ceramica

    D F, Parfums, huiles et crèmes parfumées en Etrurie orientalisante 7M C,  Acheloo ctonio dalla Magna Grecia all’E-

    truria ?   J G-A, O J, Les îles du monde étrusque : le cas de

    la Corse et Alaliè V B, Un bronzetto etrusco, Cerveteri e le ‘Acque di Ercole’ 73F G, Une tête d’Hercle  en terre cuite dans les collections du

    Louvre7

    F R, L’anello di Vegoia 3L-I M, Le monete puniche nel Mediterraneo antico : produzio-

    ne, coniazione, circolazione 7

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    LA TOMBA 964 DI SAN MAZANO SUL SANO*

    D S

    ingrazio la dott.ssa G. Tocco, per aver au-torizzato lo studio dei materiali provenienti dal-la proprietà omano di S. Marzano, la dott.ssaL. ota e tutto il personale dell’Uffi cio Beni Ar-cheologici di Sarno, i quali hanno reso possibilequesto lavoro con grande disponibilità e cortesia,la dott.ssa C. Bartoli, per aver reso disponibili idati emersi nella sua Tesi di Dottorato, relativialla ceramica dell’abitato di Poggiomarino (B- 00), ed il prof. M. Pacciarelli per i suoipreziosi suggerimenti.

    La planimetria e la foto di scavo della T. sono state realizzate dalla Soprintendenza Ar-cheologica per le Province di Salerno, Avellinoe Benevento ; la documentazione grafica e foto-grafica degli oggetti del corredo è stata realizzatadalla scrivente ; le analisi mineralogico-petrogra-fiche su alcuni campioni di ceramica sono stateeseguite dalla dott.ssa C. Ottomano, che ringra-zio per la disponibilità.

    Alla campagna di scavo condotta da E. Pais,negli anni 0-0 (P 0), segue un inter-vento di P. C. Sestieri nel (S 0).Per ulteriori riferimenti bibliografici, si rimandaalla nota p. 7.

    « » · , 00

    . I

    L necropoli di S. Marzano sul Sarno

    era nota, fino alla metà del Nove-cento, da rinvenimenti fortuiti, avve-nuti per lo più in occasione di lavori

    agricoli e di rado affi ancati da scaviregolari. Soltanto a partire dalla finedegli anni Sessanta la SoprintendenzaArcheologica per le Province di Saler-no, Avellino e Benevento ha avviatoindagini sistematiche nel territorio,rese necessarie dall’intensa espansioneedilizia che ha interessato il comunedi S. Marzano. Gli interventi, spesso

    caratterizzati da una forte parcellizza-zione, hanno messo in luce numerosee limitate porzioni della necropoli, laquale ha mostrato una continuità d’usodalla metà del sec. a.C. alla metà del sec. a.C.

    La tomba è stata rinvenuta in unadelle aree di necropoli maggiormenteestese tra quelle documentate finora,individuata nella proprietà omano. L’indagine archeologica, condotta dal al dall’Uffi cio Beni Archeo-logici di Sarno, ha interessato una su-perficie di mq ed è stata effettuataa più riprese, a causa dell’innalzamen-to della falda acquifera che interessa il

    territorio di S. Marzano e che rendeparticolarmente diffi coltoso lo scavodelle tombe, la loro documentazione eil recupero dei corredi.

    Sono state messe in luce più di uncentinaio di sepolture, la maggior par-te delle quali databili tra l’ ed il sec. a.C., spesso sconvolte in antico eprivate di una parte del corredo.

    La sequenza stratigrafica riscontratain quest’area ben si riconduce a quellaosservata, per l’epoca preromana, nelle

    La Proprietà omano Felice, già omanoAntonio - Soc. .. s.r.l., è sita in PiazzaAmendola, Trav. Privata. iferimenti catastalidel Comune di S. Marzano sul Sarno () : Fo-glio , particelle n. /333.

    A queste si aggiungono alcune sepolture adenchytrismos databili tra il sec. a.C. ed il sec.d.C., oltre ai resti di una struttura muraria e alletracce di tre canali, tutti di età romana.

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    Per la stratigrafia delle fasi preromane si vedaD’ S 00, p. .

    Il fenomeno, molto frequente nella necropo-li di S. Marzano, è già stato osservato in passato(G 7, p. 7 ; 0, p. 3 sg.).

    Nel Catalogo, i numeri che contraddistinguo-no gli oggetti del corredo corrispondono a quellistabiliti nelle fasi di scavo e di documentazionedelle tombe.

    Benché si sia conservato solo qualche fram-mento osseo non diagnostico, è possibile indi-viduare il rituale di deposizione in base al posi-zionamento degli oggetti del corredo rinvenutiin situ : essi, infatti, sono collocati secondo uno

    altre zone di necropoli documentate fi-nora nella valle del Sarno e la presenza

    di uno strato intatto di lapillo, riferibileall’eruzione del 7 d.C., costituisce unvalido terminus  ante quem per le azionidi disturbo.

    ueste ultime sembrano finalizzatealla ricerca di metalli : non sono rari,infatti, i casi in cui risulta depredatasolo la parte centrale della sepoltura, incorrispondenza del petto e del bacino,solitamente impreziositi da ornamenti

    metallici.

    . C

    T. (F. -)

    Scavo del -0-0.

    Tomba orientata in direzione SE/NO, afossa terragna di forma rettangolare conangoli arrotondati (lungh. max 3,0 m- largh. max , m – prof. max 0,3 m)

    e controfossa in terra battuta alla destradel defunto, alta 0,7 m dal piano di de-posizione. Si conservano tre frammentiossei : due all’altezza del cranio, uno nellazona del petto. Il rito funerario attestatoè quello, consueto per la valle del Sarno,dell’inumazione in posizione supina, conle braccia distese lungo i fianchi e la testaorientata a SE. La tomba si presentava

    sconvolta in antico : durante le opera-zioni di scavo, infatti, sono stati rinvenuti

    frammenti d’impasto, di bronzo e di ferroframmisti alla terra di riempimento dellafossa. Le dimensioni della fossa e gli ele-menti del corredo connotano la sepolturacome pertinente ad un individuo proba-bilmente adulto di sesso femminile. Aipiedi dell’inumata, nell’angolo destro, eracollocata la grande olla per derrate (n. ),mentre a sinistra erano poste due brocche(nn. -3). Nella zona centrale della deposi-zione, la depredazione della tomba lascia-

    va un visibile vuoto ; all’altezza del bacinoe del petto numerosi vaghi in pasta vitrea ein ambra risultavano talora sparsi (nn. -),talora raggruppati (n. ) ; accanto ad essi,dove presumibilmente era l’arto superioredestro, sono stati rinvenuti due frammentiin lamina di bronzo. Dodici pesi da telaio(nn. - m) erano deposti sulla contro-fossa. Alla testa della defunta vi erano unsaltaleone di bronzo (n. ), un askòs (n.0) ed un’anfora (n. ), mentre altri tresaltaleoni di bronzo (n. ) sono stati rin-

    venuti all’interno dell’ askòs stesso : questidovevano essere posizionati, in origine,sul capo della defunta a comporre, insie-me all’esemplare n. , l’acconciatura tipicadel costume funerario femminile noto perla valle del Sarno nella prima età del ferroe in età orientalizzante.

    Oggetti del corredo :

    . Olla di grandi dimensioni - inv. 030(F. 3)

    Diam. orlo , cm - diam. max 3, cm- spess. , cm, cm nel fondo ; frammen-

    schema ben preciso che vede la grande olla po-sta nella zona ai piedi del defunto (D’A70, p. 77 sgg. ; G , p. sgg. ;S 00, p. ).

    Sui motivi, in base ai quali è possibile datarein età antica i fenomeni di disturbo, si è discussonell’Introduzione.

    Si vedano a riguardo le osservazioni svoltenel Catalogo, a proposito dell’esemplare n. , enell’Inquadramento culturale e cronologico.

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    dimensioni ; superficie lucidata a stecca di

    colore nero (Munsell for gley, ./N).Orlo svasato curvilineo e labbro arroton-dato, collo troncoconico rigonfio, spallaprominente leggermente convessa, corpolenticolare, fondo concavo, ansa a baston-cello scanalato con attacco inferiore ap-piattito distinto, impostata al labbro e allaspalla ; costolature sulla spalla.

    La brocca costolata, sebbene con leg-gere varianti, è ben nota da altri contestifunerari di S. Marzano, già a partire dalla

    fase della prima età del Ferro : è attesta-ta, infatti, nella T. (D’A 70, 

    p. 3, fig. , n. ), dove presenta collofortemente inclinato e bugne coniche allamassima espansione, nella T. (G7,  fig. , n. ), nella T. 3 (G- 7, fig. , n. ) e in una sepolturarinvenuta nel Fondo Padula (P0,  tav. , n. 3). Esemplari attestati incontesti cronologicamente più recenti te-stimoniano la lunga durata di questo tipoche, insieme all’anfora costolata, si confi-gura come forma peculiare e costante dei

    corredi sepolcrali della valle del Sarno :si vedano la brocca dalla T. in localitàCaporal Vitale (S 0, p. 0, fig., n. ), quella dalla T. 00 in ProprietàIaquinandi (D’ S 00,  p. 7, fig. , n. ) e quella dalla T. , rinvenu-ta in Via Poggiomarino a Striano (D’A- 3, p. 33, fig. ).

    . Brocca - inv. 03 (F. -)H. , cm - diam. max , cm - spess.

    0, cm ; lacunosa nell’orlo, nell’ansa e sul

    corpo al di sotto della massima espansio-ne. Impasto marrone-grigiastro, rossicciopresso l’orlo, con rari inclusi di piccoledimensioni ; superficie lucidata a stecca dicolore nerastro (Munsell for gley, ./ N). Orlo svasato curvilineo e labbro ar-rotondato, collo svasato a profilo conca-vo, corpo globulare, fondo piano ; ansa abastoncello scanalato con attacco inferioreappiattito distinto, impostata al labbro ealla spalla. Dalla base del collo alla massi-ma espansione si sviluppa la decorazione

    a cordicella, effettuata mediante uno stru-

    Per la distribuzione dei corredi nelle duetombe rinvenute in loc. Caporal Vitale, i datiraccolti da Sestieri furono forniti dagli operai cheeffettuarono il ritrovamento ; secondo la loro te-stimonianza, tre vasi in bucchero ed un’oinochòecon decorazione geometrica provenivano dallaT. , mentre dalla T. provenivano otto vasid’impasto, tra cui la brocca costolata. Sestieri,comunque, data entrambe le sepolture intornoal 70 a.C. (S 0, p. 7 sgg.).

    F. 3. Olla di grandi dimensioni n. (inv.030).

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    mento a rotella e disposta su tre registri,ciascuno dei quali è separato da quello sot-tostante mediante due linee parallele. Trelinee, parallele tra loro, si avvolgono allabase del collo. Nella prima fascia la deco-razione si articola in una serie di elemen-ti triangolari che, laddove i due lati nonconvergono a formare il vertice superiore,si configurano come trapeziformi ; la se-conda fascia decorativa presenta il motivoa linee verticali spezzate ; la terza e ultimafascia riprende lo schema decorativo dellaprima e, al di sotto di due linee paralleleche conchiudono la zona decorata, quattro

    elementi ad L si dispongono ad intervalliregolari e simmetricamente nei due lati delvaso.

    Confronti puntuali provengono dallaCollezione Serafino di Striano : identico aquello della T. è l’esemplare edito daPatroni (P 0, tav. , n. ), men-tre l’altro noto differisce nella decorazioneper l’assenza della fascia con motivo a lineespezzate (S 7 b, p. 0, fig. 0 ;P 0, tav. , n. ).

    . Vago - inv. 7 (F. 7)H. , cm - lungh. max , cm ; fram-

    mentario ; in pasta vitrea di colore nero.Di forma subtriangolare, margini a pro-filo convesso ; ai vertici tre protuberanzeconiche decorate con spirali di pasta vitreabianca.

    Il tipo, già documentato a S. Marzanonella T. , è attestato a Cuma, tra i re-perti provenienti dallo scavo Osta, nella T. (M K , Taf. 7 B, n. ) e

    F. . Brocca n. (inv. 03).

    F. . Foto della brocca n. 3 (inv. 03).

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    nella T. (M K , Taf.

    C, n. ) ; a Pontecagnano-S. Antonio, nellaT. 37 di fase B (D N , fig.7, n. ).

    Differente per il contorno quasi triloba-to, ma caratterizzato dallo stesso motivodecorativo è l’esemplare del TG , pro-veniente dalla T. 3 della necropoli di S.Montano a Pitecusa (B, 3, tav. 33, n. ).

    F. . Brocca n. 3 (inv. 03).

    F. 7. Vago n. (inv. 7).

    . Vaghi - inv. 7 (F. )

    a)  a dischetto, in ambra ; h. 0, cm -diam. , cm ; lievemente scheggiato su diun lato ; margine perimetrale a spigolo.

    b)  quattro subcilindrici schiacciati, inpasta vitrea di colore nero ; h. 0, cm -diam. da , a , cm ; due esemplari in-tegri, uno lacunoso, uno frammentario eparzialmente ricomposto ; margini a pro-filo convesso.

    c)  tre subtriangolari, in pasta vitrea dicolore nero ; h. ,3 cm - lungh. max ,cm ; due esemplari si presentano lacunosi

    in un vertice, mentre uno è frammentario ;margini a profilo convesso, ai vertici treprotuberanze coniche, decorate con spiralidi pasta vitrea bianca.

    Si conservano, inoltre, nove frammentidi vaghi in pasta vitrea di colore nero, nonclassificabili.

    I vaghi in ambra a dischetto con margineperimetrale a spigolo e quelli subcilindricischiacciati, in pasta vitrea, sono ben do-cumentati nelle necropoli di Pontecagna-

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    la metà superiore ; h. 0, cm - diam. 0,cm ; integro ; margini a profilo lievementeconvesso.

    d) sei vaghi lenticolari ; h. da 0,3 a 0,cm - diam. da 0, a 0,7 cm ; integri ; con-torno perimetrale privo di spigolo.

    e)  vago lenticolare ; h. 0, cm - diam.0,7 cm ; integro ; contorno perimetrale con

    spigolo.

    T. 3 (D N , fig. , n. ), peri vaghi in ambra a dischetto con margine peri-metrale a spigolo ; T. di fase (Pontecagnano , fig. , n. ; fig. , n. ) e T. 3 di fase B (D N , fig. , n. 3 ; fig. ,n. 37) per quelli subcilindrici schiacciati in pastavitrea.

    Vaghi in ambra a dischetto con margine pe-rimetrale a spigolo sono attestati nelle T. 0(K 70, Taf. 33 , i) e 30, entrambe nellazona A (ivi, Taf. 00 , r), nella T. , in zona D(ivi, Taf. 3 , n. f ).

    T. (C  et alii 00, p. 0, tav.3, n. ) per i vaghi in ambra a dischetto conmargine perimetrale a spigolo ; T. di Fossa(ivi, p. 7, tav. 0, n. ) per i vaghi subcilindricischiacciati in pasta vitrea.

    no e Sala Consilina. Al di fuori dei con-testi campani, essi trovano diffusione nellanecropoli in area protovestina di Fossa. Per il tipo subtriangolare, in pasta vitrea dicolore nero e bianco, si vedano le osserva-zioni a proposito dell’esemplare n. .

    . Collana - inv. 7 (F. -0)In ambra, composta da :a) trentuno vaghi globulari ; h. da 0, a

    0, cm - diam. da 0, a , cm ; integri.b) vago subcilindrico ; h. 0, cm - diam.

    0, cm ; integro ; margini a profilo lieve-mente convesso.

    c) vago subcilindrico, troncoconico nel-

    F. . Vaghi n. (inv. 7).

    F. . Foto della collana n. (inv. 7).

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    f ) trentuno vaghi a dischetto ; h. da 0,a 0, cm - diam. da 0, a 0, cm ; integri ;margini a profilo convesso.

    g) tre vaghi a dischetto ; h. da 0, a 0,cm - diam. da 0, a 0, cm ; integri ; mar-gini a profilo rettilineo.

    h) due vaghi a dischetto schiacciato ; h.

    da 0, a 0, - diam. da 0, a 0, cm ; inte-gri ; margini a profilo rettilineo.

    i) vago a dischetto schiacciato ; h. 0, cm- diam. , cm ; integro ; margini a profilorettilineo, con due fori passanti incrociatiperpendicolarmente tra loro.

    l)  due vaghi a contorno romboidale ;

    F. 0. Collana n. (inv. 7).

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    h. 0,3 cm - lungh. max , cm ; integri ;margini a profilo rettilineo, con due fori

    passanti paralleli tra loro.m) otto vaghi biconici ; diam. max da 0,

    a 0,7 cm - lungh. da , a , cm ; integri ; diforma più o meno affusolata, sezione ovale osubtriangolare, margini a profilo biconico.

    n) quattro vaghi biconici ; diam. max da0, a 0, cm - lungh. da , a , cm ; in-tegri ; uno dei margini a profilo biconico el’altro a profilo rettilineo : di conseguenza,la forma risulta essere biconica o quasi fu-siforme, a seconda del punto di osserva-

    zione ; sezione ovale o subtriangolare.o) vago di forma allungata a contornotrapezoidale ; h. 0, cm - lungh. , cm ;integro ; sezione subtriangolare.

    p) pendente troncopiramidale ; h. , cm- diam. max 0. cm ; lacunoso alla som-mità ; base a profilo rettilineo e contornoovale. Gli esemplari integri appartenentia questo tipo presentano una strozzaturaalla sommità, in corrispondenza del foro(si cfr. il pendente i del gruppo C - inv.0).

    q)  pendente troncopiramidale ; h. ,7cm - diam. max 0, cm ; integro ; base aprofilo arrotondato.

    Si conservano, inoltre, quindici fram-menti di ambra, non classificabili. Unodi essi, per le dimensioni notevolmentemaggiori rispetto a quelle degli elementidi collana, potrebbe essere pertinente al ri-vestimento di una fibula, della quale perònon resta alcuna traccia.

    Per la maggior parte dei tipi di vaghi

    in ambra, sopra delineati, è documentataun’ampia diffusione nelle necropoli villa-noviane di Pontecagnano e Sala Consili-

    na, in quelle indigene del Metapontino(Incoronata-S. Teodoro) e della Siritide

    (S. Maria d’Anglona) e in quella abruzze-se di Fossa. Il tipo a dischetto con margini

    lenticolare con contorno perimetrale privo dispigolo è documentato nelle TT. 37 (fase )e 30 (D N , fig. , n. 7 ; fig. ,n. ), mentre quello lenticolare con contornoperimetrale con spigolo è presente nella T. 33di fase B (ivi, fig. 0, n. 3). Per il vago adischetto con margini a profilo convesso si vedala T. 0 (Pontecagnano  , fig. , n. 7) ; perquello a dischetto con margini a profilo retti-lineo, si vedano le TT. 0 e (Pontecagnano

     , fig. , n. 7 ; fig. , n. 7), 33 e 30(D N , fig. 0, n. 3 ; fig. , n. 3).Il vago a dischetto schiacciato con margini a pro-filo rettilineo è attestato nella T. 3 di fase B(D N , fig. , n. 3). Infine, il tipodi forma allungata, con contorno trapezoidalee sezione subtriangolare, è documentato da unesemplare cronologicamente anteriore nella T. di fase A (G , tav. , n. ).

    Per il tipo a dischetto con margini a profiloconvesso, si vedano la T. 33 nella zona A (K- 70, Taf. 00 , n. l) e la T. 7 nella zonaH (ivi, Taf. , n. ), mentre per quello con

    margini a profilo rettilineo si vedano la T. nellazona B (ivi, Taf. 3 , n. g), e la T. 33 nellazona M (ivi, Taf. 37 , n. g). Il vago a dischettoschiacciato con margini a profilo rettilineo trovariscontro in molte sepolture, tra le quali la T. nella zona A (ivi, Taf. , n. 3 g) e la T. 7 nellazona B (ivi, Taf. 3 , n. f ).

    Numerosi esemplari di vago a dischetto conmargini a profilo convesso provengono dalla T. (C , vol. , p. , tav. , G),mentre quello con margini a profilo rettilineotrova ampio riscontro nelle TT. 3 (ivi, vol. ,p. 7, tav. 3, Z-Z) e 0 (ivi, vol. , p. ,tav. 3, S). Per il tipo a dischetto schiacciato conmargini a profilo rettilineo si cfr. di nuovo la T.3 (ivi, vol. , p. 7, tav. 3, Z) e poi la 0(ivi, vol. , p. , tav. 3, S) e la (ivi, vol. ,p. , tav. , ).

    Numerosi esemplari di vaghi globulari, adischetto con margini a profilo convesso e adischetto con margini a profilo rettilineo sonodocumentati nella T. (F , p. 7, Taf. B, n. 3). Per il tipo di forma subcilindrica conmargini a profilo lievemente convesso, invece, sicfr. la T. (ivi, p. 70, Taf. , n. ).

    Il vago lenticolare con contorno perimetrale

    Vaghi globulari in ambra sono attestati nellaT. 0 (Pontecagnano  , fig. , n. ), nella T. (ivi, fig. , n. ), entrambe di fase , e nellaT. (C 00, p. , tav., n. 3) ; per il tipo di forma subcilindrica conmargini a profilo lievemente convesso, nume-rosi confronti sono offerti ancora dalla T. 0(Pontecagnano  , fig. , n. ). Il tipo di vago

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    a profilo rettilineo, inoltre, è documenta-to anche a Cairano, località Vignale, T. 7

    (P C 7, p. 3, fig. 7,n. ). Diversamente, per i vaghi di formabiconica con uno dei margini a profilo bi-conico e l’altro a profilo rettilineo, l’unicoconfronto proviene dall’abitato di Poggio-marino, in località Longola (Longola ,scheda , fig. ).

    I pendenti in ambra non sembrano esse-re attestati al di fuori delle aree meridiona-li della penisola : quelli con base a profilorettilineo e contorno ovale a Pontecagna-

    no e a Sala Consilina, mentre quelli conbase a profilo arrotondato oltre che a Pon-tecagnano e Sala Consilina, si ritrovanoanche all’Incoronata-S. Teodoro e a S.Maria d’Anglona.

    . Frammenti di lamina di bronzo - inv.77 (F. )

    a) un frammento ; h. max , cm - lun-gh. max 3 cm - spessore da 0, a 0, cm ;ossidato ; in spessa lamina di bronzo, concostolatura centrale.

    privo di spigolo trova attestazioni nella T. 0(C et alii  00, p. 0, tav. 3, n. ),quello a dischetto con margini a profilo conves-so nella T. 7 (ivi, p. 7, tav. , n. ), mentrequello con margini a profilo rettilineo è presenteancora nella T. 7 (ivi, p. 7, tav. , n. ), nellaT. (ivi, p. 0, tav. 3, n. ) e nella T. 0 (ivi,p. 0, tav. 3, n. ). Per il tipo a dischetto schiac-ciato con margini a profilo rettilineo si vedano leTT. 3 (ivi, p. , tav. 30, n. ), (ivi, p. 0,tav. 3, n. ) e 0 (ivi, p. 0, tav. 3, n. ).

    T. (C 00, p. ,tav. , n. 3).

    T. (K 70, Taf. , n. f ), T. (ivi, Taf. , n. c), T. 30 (ivi, Taf. 00 , q),tutte nella zona A.

    T. (C 00, p. ,tav. , n.), T. (ivi, p. , tav. , n. ).

    T. , zona A (K 70, Taf. , n. f ).

    T. (C , vol. , p. , tav.0, L).

    T. (F , p. , Taf. A, n. 3).

    b) un frammento ; h. max , cm - lun-gh. max 3 cm - spessore da 0, a 0, cm ;

    ossidato ; in spessa lamina di bronzo arcua-ta, presenta un restringimento ad un’estre-mità.

    Il frammento con costolatura centra-le (a) potrebbe essere pertinente ad unbracciale del tipo ad estremità accostatee costolatura longitudinale, come quellodocumentato nella T. 3 della fase diPontecagnano (D N , fig. 0,n. ), oppure ad un’armilla a nastro concostolatura centrale, come quella prove-niente dalla T. 3 di Fossa (C etalii 00, p. 7, tav. 0, n. ).

    Il frammento arcuato (b) potrebbe ap-partenere, invece, ad un’armilla di laminaripiegata, a margini accostati, con estre-mità assottigliate, come quella attestatanella T. 07 del TG di S. Montano aPithecusa (B, 3, tav., n. ), nella T. di Pontecagnano(C 00, p. , tav. 7,n. ) e nella T. 0 di Oliveto Citra, datatatra fine e inizio sec. a.C. (D’A-

    , p. 3, fig. 3, n. 3).. Peso da telaio - inv. 033 (F. )

    H. 7, cm - lato base , cm ; integro,abrasione lungo alcuni spigoli dovuta,forse, ad usura. Impasto grigio nel nu-cleo, rossiccio presso la superficie, privodi inclusi ; superficie lucidata a stecca dicolore grigio scuro (Munsell 7.Y, 3/).Di forma troncopiramidale, con foro pas-sante presso la sommità ; contrassegnatosulla sommità da un cerchio inciso prima

    della cottura.a. Peso da telaio - inv. 03 (F. )

    H. , cm - lato base , cm ; integro,abrasione lungo alcuni spigoli dovuta, for-se, ad usura. Impasto marrone-grigiastrocon frequenti inclusi di medie e piccoledimensioni ; superficie lucidata a stecca dicolore nerastro (Munsell .Y, ./). Diforma troncopiramidale, con foro passan-te presso la sommità ; contrassegnato sudi un lato da un cerchio non completo e,

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    F. . Frammenti di lamina di bronzo n. 7 (inv. 77).

    più in basso, da due piccoli archi di cer-chio sovrapposti, tutti effettuati medianteincisione.

    Due esemplari confrontabili provengo-no dall’abitato di Poggiomarino (Longola , scheda , fig. ), i quali, però, diffe-riscono per la presenza di più cerchi incisisu uno o più lati.

    b. Peso da telaio - inv. 03 (F. )H. , cm - lato base 3, cm ; integro,

    abrasione lungo alcuni spigoli dovuta,forse, ad usura. Impasto rossiccio con rariinclusi di piccole dimensioni ; superficielucidata a stecca di colore nerastro (Mun-sell 7.Y, ./). Di forma troncopira-midale, con foro passante presso la sommi-tà ; contrassegnato sulla base da solcatureformanti una croce, effettuate prima dellacottura.

    c. Peso da telaio - inv. 03 (F. )H. 7, cm - lato base , cm ; integro,abrasione lungo alcuni spigoli dovuta, for-se, ad usura. Impasto grigio con frequentiinclusi di medie dimensioni ; superficie lu-cidata a stecca di colore nerastro (Munsell for gley, ./N). Di forma troncopira-midale allungata, con foro passante pressola sommità ; contrassegnato sulla sommitàda solcature formanti una croce, effettuateprima della cottura.

    F. . Pesi da telaio n. (inv. 033), a(inv. 03), b (inv. 03), c (inv. 03).

    Il contrassegno con motivo a croce sullasommità è attestato anche a S. Maria d’An-

    glona, T. 0 (F , p. 7, Taf. , n.), dove, però, risulta effettuato medianteincisione.

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    d. Peso da telaio - inv. 037 (F. 3)H. , cm - lato base 3, cm ; integro,

    abrasione lungo uno spigolo dovuta, forse,ad usura. Impasto grigio nel nucleo, ros-siccio presso la superficie, con rari inclusidi piccole dimensioni ; superficie lucidata astecca di colore nerastro (Munsell 7.Y,./). Di forma troncopiramidale, conforo passante presso la sommità.

    Pesi da telaio di forma troncopiramidalesono attestati nella T. 3 della necropolidi Cairano, in località Vignale, datata alsecondo quarto dell’ sec. a.C. (P-

    C 7, p. 0, fig. 0, n. ).Il tipo, inoltre, trova ampia diffusione neicorredi funerari dell’Incoronata – S. Teo-doro e di S. Maria d’Anglona.

    e. Peso da telaio - inv. 03 (F. 3)H. , cm - lato base 3, cm ; integro,

    abrasione lungo uno spigolo dovuta, forse,ad usura. Impasto grigio con rari inclusidi piccole dimensioni ; superficie lucidataa stecca di colore nerastro (Munsell 7.Y,./). Di forma troncopiramidale, con

    foro passante presso la sommità.Si vedano le osservazioni a propositodell’esemplare n. d.

    f. Peso da telaio - inv. 03 (F. 3)H. 6,8 cm - lato base 2,6 cm ; integro,

    abrasione lungo alcuni spigoli dovuta,forse, ad usura. Impasto nerastro con rariinclusi di medie dimensioni ; superficie lu-cidata a stecca di colore nerastro (Munsell1 for gley, 2.5/N). Di forma troncopira-midale allungata, con foro passante presso

    la sommità ed un altro foro passante sullasommità, perpendicolare al precedente.

    T. (C 77, p. , fig. , B ; p. , fig. , G ; p. , fig. , N), T. 7(C 77, p. 7, fig. 7, O ; p. ,fig. , O 3-O ), T. 0 (C , vol., p. , tav. , F 3, a-b), T. (C, vol. , p. 7, tav. 3, D, 3-).

    T. 0 (F , p. 7, Taf. , n. , n.0).

    g. Peso da telaio - inv. 00 (F. 3)H. , cm - lato base 3 cm ; integro, abra-

    sione lungo alcuni spigoli e vertici dovuta,forse, ad usura. Impasto marrone – grigia-stro con frequenti inclusi di medie dimen-sioni ; superficie lucidata a stecca di colorenerastro (Munsell 7.Y, ./). Di formaparallelepipeda, con foro passante presso lasommità.

    Per la forma, sono avvicinabili esempla-ri cronologicamente più tardi, provenientisia dall’abitato arcaico di Cairano (BM 0, tav. 3 E, n. -), che dalla

    necropoli in località Calvario, T. (ivi, tav. 0, n. , n. ). Tutti, però, sonoforniti di due fori passanti : uno presso lasommità, l’altro presso la base.

    h. Peso da telaio - inv. 0 (F. )H. , cm - lato base 3, cm ; integro,

    abrasione lungo alcuni spigoli dovuta,forse, ad usura. Impasto marrone-rossic-cio con rari inclusi di piccole dimensioni ;superficie lucidata a stecca di colore grigioscuro (Munsell .Y, 3/). Di forma tron-

    copiramidale, con foro passante presso lasommità ; contrassegnato sulla base da uncerchio inciso prima della cottura.

    i. Peso da telaio - inv. 0 (F. )H. , cm - lato base cm ; integro,

    abrasione lungo uno spigolo dovuta, for-se, ad usura. Impasto marrone-grigiastro,privo di inclusi ; superficie lucidata a steccadi colore nerastro (Munsell ., ./). Diforma troncopiramidale, con foro passantepresso la sommità.

    Si vedano le osservazioni a propositodell’esemplare n. d.

    l. Peso da telaio - inv. 07 (F. )H. , cm - lato base 3, cm ; integro.

    Impasto con superficie lucidata a stecca dicolore nerastro (Munsell .Y, ./). Diforma troncopiramidale, con foro passantepresso la sommità.

    Si vedano le osservazioni a propositodell’esemplare n. d.

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    F. 3. Pesi da telaio n. d (inv. 037), e (inv. 03), f (inv. 03), g (inv.

    00). F. . Pesi da telaio n. h (inv. 0), i (inv. 0), l (inv. 07), m (inv.

    0).m. Peso da telaio - inv. 0 (F. )H. , cm - lato base 3 cm ; frammen-

    tario nella parte superiore, ricomposto ;abrasione lungo alcuni spigoli e verticidovuta, forse, ad usura. Impasto grigionel nucleo, rossiccio presso la superficie,

    con rari inclusi di piccole dimensioni ; su-perficie lucidata a stecca di colore nerastro(Munsell for gley, ./). Di forma tron-copiramidale, con foro passante presso la

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    sommità ; contrassegnato sulla sommità dauna cuppella.

    Due esemplari con cuppella sulla som-mità sono attestati nella necropoli dell’In-coronata – S. Teodoro e provengono dalleT. 0 (C , vol. , p. ,

    tav. , F ) e 3 (ivi, vol. , p. 7, tav.3, B ).

    . Saltaleone - inv. 7 (F. )Lungh. , cm - diam. 0, cm ; lacunoso

    alle estremità ; ossidato. In filo di bronzo,a sezione pianoconvessa.

    Saltaleoni di questo tipo sono diffusissi-mi : si ritrovano, infatti, a Pontecagnano, a Capua, a Sala Consilina e all’Incoro-nata – S. Teodoro. Sebbene mostrino

    caratteristiche formali comuni, tuttaviasi prestano ad un uso differenziato nel-

    le funzioni : nelle tombe femminili dellavalle del Sarno venivano impiegati, uni-ti a distanziatori a fascetta multipla, percomporre una particolare acconciatura sulcapo della defunta.

    . Askòs - inv. 030 (F. )H. , cm - diam. , cm - diam. orlo

    ,3 cm - spess. da 0, a cm ; lacunoso nel-l’orlo e nella spalla. Impasto grigio, rossic-cio presso la superficie esterna, con inclusirari di piccole dimensioni ; superficie luci-

    data a stecca di colore grigio scuro (Mun-sell 7.Y, 3/). Orlo svasato curvilineoe labbro arrotondato, collo svasato a pro-filo concavo, corpo globulare, fondo pia-no ; ansa a nastro insellato impostata sullasommità del vaso. Tre bugne alla massimaespansione sono distribuite a intervalli re-golari, mentre due linee incise, tracciatea partire dall’attacco posteriore dell’ansa,proseguono divergenti verso la massimaespansione ed una terza linea, orizzontale,

    le chiude all’altezza della bugna.Per la forma ed il tipo di decorazioneplastica e incisa, confronti apprezzabilisono offerti dagli askòi della T. (G- 7, fig. , n. ) e della T. 3 (G- 7, fig. 3, n. ) di S. Marzanoe da quello documentato nella CollezioneSerafino di Striano (S 7 b, p., fig. ), che presentano, in aggiunta,una linea incisa avvolta alla base del collo.Per le caratteristiche formali, un ulterioreconfronto è offerto da un altro esemplare

    dalla T. 3 di S. Marzano (G 7,fig. 3, n. ), che presenta, però, solo de-corazione plastica.

    T. 7 di fase B- (Pontecagnano  , fig., n. 7).

    T. 30 (J 3, tav. , n. ; tav., n. 0).

    T. 0 P ( , pl. 3, n. ), T. (K , Beil. , n. c), T. (K, Beil. 3 B, n. 7), T. zona A (K70, Taf. 3 , n. e), T. 3 zona B (K 70,Taf. 0, n. m), T. 7 zona D (K 70,Taf. 0 , n. b).

    T. (C , vol. , p. 0, tav., E, H, Q), T. 07 (C , vol. ,

    F. . Saltaleone n. (inv. 7).

    p. , tav. , D ; p. , tav. , L), T. 3 (C- 77, p. , fig. , F3, G).

    Per l’uso di tali elementi nei corredi funeraridelle donne indigene si rimanda all’Inquadramen-to culturale e cronologico.

    Per l’analisi mineralogico-petrografica ese-guita su questo esemplare si veda l’ Appendice.

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    F. . Askòs n. 0 (inv. 030).

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    . Anfora - inv. 03 (F. 7-)H. , cm - diam. cm - spess. da 0,

    a 0, cm ; lacunosa nell’orlo. Impasto nera-stro con rari inclusi di piccole dimensioni ;superficie lucidata a stecca di colore nera-stro (Munsell 7.Y, ./). Orlo svasa-to curvilineo e labbro arrotondato, collotroncoconico rigonfio nel tratto finale,spalla molto prominente leggermente

    convessa, corpo lenticolare, fondo con-

    cavo ; anse a nastro lievemente insellate erastremate verso l’alto, impostate sull’orlo

    e sulla spalla ; costolature sulla spalla.L’esemplare della T. è confrontabilecon le due anfore dalla T. 3 di S. Marzano(G 7, fig. 3, n. 7 ; fig. , n.), sebbene queste ultime presentino ansea gomito. Di recente, ai numerosi esem-plari già noti da contesti sepolcrali, si sonoaggiunti quelli provenienti dai livelli dellafase B dell’abitato di Poggiomarino, inlocalità Longola (B 00, tav. 0,Anf. ).

    . Saltaleoni - inv. 7 (F. )Tre esemplari rispettivamente di lungh.

    , cm ; ,7 cm ; ,3 cm - diam. 0, cm ;lacunosi alle estremità ; ossidati. In filo dibronzo, a sezione pianoconvessa.

    Per i confronti ampiamente attestati, sivedano le osservazioni a proposito del-l’esemplare n. .

    Si aggiungono al corredo alcuni altri og-getti rinvenuti, durante le operazioni discavo, nel riempimento della fossa della

    T. : B.  Tazza - inv. 03 (F.)

    H. , cm - diam. , cm- spess. da 0,3 a 0, cm ; fram-mentaria, parzialmente ri-composta. Impasto marrone – grigiastro con rari inclusi

    F. 7. Foto dell’anfora n. (inv. 03).

    F. . Anfora n. (inv. 03).

    L’uso di lettere maiuscole cor-risponde al criterio stabilito nellefasi di scavo e di documentazionedelle tombe per indicare il mate-riale sporadico, la cui pertinenzaalle singole sepolture è accertata.La lettera A manca nel catalogo,in quanto adottata per designarei reperti osteologici, che non èstato possibile esaminare in que-sta sede.

    Per l’analisi mineralogico-petrografica eseguita su questoesemplare si veda l’ Appendice.

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    di piccole dimensioni ; superficie lucidataa stecca di colore nerastro (Munsell forgley, ./N). L’esemplare, per lo spessorepiuttosto sottile e soprattutto per l’estremaregolarità della fattura, potrebbe essere tor-nito, sebbene la steccatura della superficie

    non permetta di leggere eventuali tracce ditornio ; tale ipotesi è avvalorata dall’analisimineralogico- petrografica eseguita su uncampione prelevato dalla tazza.

    F. . Saltaleoni n. (inv. 7).

    F. 0. Foto dell’ansa B (inv. 0).

    F. . Tazza B (inv. 03) e ansa B (inv. 0).

    Labbro assottigliato, parete lievemen-te concava, carena a spigolo, vasca pocoprofonda.

    Sono raggruppati sotto lo stesso nume-ro d’inventario tre frammenti ceramicinon pertinenti alla tazza, caratterizzati daimpasto grigio con rari inclusi di piccoledimensioni e superficie lucidata a stecca dicolore nerastro (Munsell for gley .N).

    Due di essi combaciano e tutti presentanocostolature : sono, probabilmente, da ri-condurre a forme costolate, quali la broc-ca o l’anfora.

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    F. . Tazza con ansa finestrata a liradalla T. 7 di Capua (da J

    3, tav. , n. ; rid. :).

    B. Ansa - inv. 0 (F. 0-)H. , cm - largh. max , cm ; fram-

    mentaria : si conserva parte del salienteinterno. Impasto marrone-grigiastro conrari inclusi di piccole dimensioni ; super-ficie lucidata a stecca di colore nerastro(Munsell for gley, ./N). Si tratta diun’ansa sormontante bifora, cd. a lira, chepresenta due alette laterali e almeno quat-tro coppie di finestre quadrangolari con-trapposte ad una costolatura centrale de-sinente a spigolo. L’ansa è pertinente allatazza B - inv. 03.

    Il tipo di ansa a lira è peculiare dell’am-biente villanoviano di Capua : non sor-prende, dunque, che l’unico confrontopuntuale per questo esemplare provengaproprio da una tomba capuana, la T. 7,in località Fornaci (J 3,tav. , n. ).

    C. Vaghi e pendenti - inv. 0 (F. 3)a) due vaghi globulari, in ambra ; h. da

    0. a 0, cm - diam. da 0,7 a ,0 cm ;integri.

    b)  due vaghi globulari schiacciati, inambra ; h. 0, cm - diam , cm ; dei dueesemplari, uno si presenta integro, l’altroframmentario.

    c)  vago subcilindrico, in ambra ; h. 0,7cm ; frammentario ; margini a profilo lie-vemente convesso.

    d) vago lenticolare, in ambra ; h. 0, cm- diam. 0, cm ; integro ; contorno perime-trale privo di spigolo.

    e)  due vaghi a dischetto, in ambra ; h.

    0, cm - diam. 0, cm ; integri ; marginia profilo convesso.

    f ) vago a dischetto, in ambra ; h. 0, cm- diam. 0,7 cm ; integro ; margini a profilorettilineo.

    g) due vaghi biconici, in ambra ; diam.max 0, cm - lungh. , cm ; dei due esem-plari, uno è integro, l’altro è frammenta-rio ; uno dei margini è a profilo biconico,mentre l’altro presenta profilo rettilineo :di conseguenza, la forma risulta esserebiconica o quasi fusiforme, a seconda delpunto di osservazione ; sezione ovale o su-btriangolare.

    h)  pendente troncopiramidale, in am-bra ; h. , cm - diam. max cm ; lacuno-so alla sommità ; base a profilo rettilineo econtorno circolare.

    i) quattro pendenti troncopiramidali, inambra ; h. da , a , cm - diam. max da cm a , cm ; dei quattro esemplari unoè integro, due sono lacunosi alla sommità,uno è frammentario ; base a profilo rettili-neo e contorno ovale ; l’esemplare integropresenta una strozzatura alla sommità, in

    corrispondenza del foro.l) pendente troncopiramidale, in ambra ;h. , cm - diam. max ,7 cm ; lacunosoalla sommità ; base a profilo rettilineo econtorno irregolarmente lenticolare.

    m)  pendente troncopiramidale, in am-bra ; h. ,7 cm - diam. max 0, cm ; lacuno-so alla sommità ; base a profilo cuspidato.

    n) pendente di forma non definibile, inambra ; lungh. max , cm - largh. max ,cm ; con due fori passanti convergenti.

    o)  tre vaghi subcilindrici schiacciati,

    in pasta vitrea di colore nero ; h. 0, cm- diam. ,7 cm ; dei tre esemplari uno èlacunoso, mentre gli altri due sono fram-mentari ; margini a profilo convesso.

    p) tre vaghi subtriangolari, in pasta vi-trea di colore nero ; h. , cm - lungh. max, cm ; dei tre esemplari uno si presentaintegro, due frammentari ; margini a pro-filo convesso, ai vertici tre protuberanzeconiche, decorate con spirali di pasta vitreabianca.

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    F. 3. Vaghi e pendenti C (inv. 0).

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    Si conservano, inoltre, tre frammenti dipasta vitrea nera ed un frammento di pasta

    vitrea nera e bianca, non classificabili.Per i vaghi ed i pendenti in ambra, si ri-manda alle osservazioni sulla collana n. .

    Il pendente in ambra di forma tronco-piramidale, con base a profilo cuspidato,è attestato sia a Capua, T. 3 (J- 3, tav. , n. 3), che a SalaConsilina, T. 7 P in località S. Antonio- Proprietà Masino ( , pl. , n.). Per i vaghi subcilindrici schiacciati, inpasta vitrea, si vedano le osservazioni aproposito dei vaghi n. , mentre per quellisubtriangolari, in pasta vitrea nera e bian-ca, si veda l’esemplare n. .

    D. Bracciale - inv. (F. )Diam. cm - spess. 0, cm ; frammenta-

    rio, parzialmente ricomponibile ; ossidato.In verga di bronzo, a sezione romboidale ;fusione a matrice bivalve. Potrebbe ancheavere funzione di anello sospensorio perfibule.

    Un confronto preciso è offerto dallaT. di S. Marzano (D’A 70,

    p. 7, fig. , n. ). Cerchi di questotipo, poi, sebbene di diametro inferiore,abbondano nelle sepolture preelleniche diCuma (scavo Osta), in quelle di Ponteca-

    gnano, dell’Incoronata-S. Teodoro e diS. Maria d’Anglona.

    D. Cerchi - inv. (F. )uattro cerchi rispettivamente di diam.

    , cm ; , cm ; ,3 cm ; , cm - spess.0, cm nei primi due ; 0,0 cm negli altridue. Uno solo dei quattro è chiaramentelacunoso ; lievemente ossidati. In sottilelamina di bronzo ; tre esemplari presen-tano sezione pianoconvessa, uno, invece,è a sezione rettangolare. Forse si tratta dianelli digitali a capi accostati, oppure diframmenti pertinenti a fermatrecce.

    Esemplari molto vicini provengono dallaT. di Pontecagnano (G ,tav. , n. ), dalla T. P di Sala Consi-lina ( , pl. , n. 3), da numerosesepolture della necropoli di S. Maria d’An-glona e dalla T. 3 di Fossa (Cet alii 00, p. , tav. 30, n. ).

    D. Anelli - inv. 3 (F. )a) anello ; diam. , cm - spess. 0,3 cm ;

    integro ; lievemente ossidato. In verga dibronzo, a sezione circolare ; fusione a ma-

    trice bivalve.b) anello digitale ; diam. , cm - spess.0, cm ; diffi cile capire se sia presente unalacuna nella circonferenza o se, invece, sitratti di un tipo a capi accostati ; lievemen-te ossidato. In verga di bronzo, a sezio-ne pianoconvessa. L’esemplare è decoratomediante incisione da fasci di linee anularialternati a zone risparmiate ; le zone deco-rate sono racchiuse tra strozzature appenaaccennate.

    T. (M K , Taf. 7 B, n. ).

    F. . Bracciale D (inv. ).

    T. di fase (Pontecagnano  , fig. , n.), T. 37 di fase B (D N , fig.7, n. ).

    T. (C 77, p. , fig. 37, A), T.3 (C , vol. , p. 7, tav. 3, F),T. 3 (C , vol. , p. 7, tav. 3,G 3), T. (C , vol. , p. 7, tav.7, L , L , L 3, L ).

    T. 7 (F , p. 0, Taf. , n. ). T. 0 (F , Taf. , n. ; Taf. , n.

    ), T. (ivi, Taf. 37, n. ), T. 3 (ivi, Taf. ,n. 7 ; Taf. , n. ).

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    Il tipo di anello inverga di bronzo a se-

    zione circolare (a) èattestato a Ponteca-gnano, nella T. 7di fase (Ponteca- gnano  , fig. 0,n. ) ; in numerosetombe di Capua ; all’Incoronata-S.Teodoro nella T. (C ,vol. , p. 0, tav. , B ).

    Per l’anello digitale a sezione piano-convessa con decorazione incisa (b), treesemplari dalla T. 33 dell’Incoronata-S.Teodoro (C , vol. , p. ,tav. 7, D) sono avvicinabili per la forma,ma sono privi di decorazione, mentre unanello della T. 30 di Fossa (C etalii 00, p. , tav. , n. ) presenta glistessi motivi decorativi incisi, ma differisceper la sezione circolare.

    D. Fibula - inv. (F. 7)

    Lungh. , cm - spess. max ,3 cm ;frammentaria : si conserva la molla bifida ;fortemente ossidata. Nonostante il pessi-mo stato di conservazione, l’esemplare puòricondursi al tipo di fibula serpeggiante adrago in ferro, con molla e ardiglione bi-fido curvilineo, staffa lunga, rivestimentodi filo in bronzo sull’arco, sulla molla e sultratto bifido dell’ardiglione, già noto peral-tro dalla T. 7 di S. Marzano (G7, fig. ), in cui compare una varianteinteramente in bronzo. Fibule riconduci-bili allo stesso tipo, in ferro e bronzo, sonoattestate a Fossa, nella T. (Cet alii 00, p. 7, tav. , n. ) e nella T. (ivi, p. , tav. 37, n. ). L’arco, negliesemplari integri confrontabili, è costi-

    tuito da due losanghe intervallate da unacoppia di apofisi a bastoncello.

    D. Saltaleoni - inv. (F. )Cinque frammenti di saltaleoni, rispetti-

    vamente di lungh. , cm ; 0, cm ; , cm ;0,3 cm ; 0, cm - diam. 0,3 cm ; ossidati. Infilo di bronzo, a sezione pianoconvessa.

    Si vedano le osservazioni svolte a propo-sito dell’esemplare n. .

    F. . Anelli D (inv. 3).

    F. 7. Fibula D3 (inv. ).

    T. 33 (J 3, tav. , n.3 ; tav. , n. 3), T. (ivi, tav. ,n.), T. 30 (ivi, tav. , n. ), T. (ivi, tav., n. 0).

    F. . Cerchi D ( inv. ).

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    7

    Numerosi ritrovamenti fortuiti avvenneronella valle del Sarno nel corso dell’Ottocen-to e nella prima metà del Novecento, ai qualisi affi ancarono talora scavi regolari (P 0 ;P 0, 0, ; S 0). Solodalla fine degli anni Sessanta, a causa dell’inten-sa espansione edilizia, sono stati avviati inter-venti sistematici nei territori di S. Valentino edi S. Marzano, ad opera della SoprintendenzaArcheologica per le Province di Salerno, Avelli-no e Benevento. Indagini molteplici, tuttora incorso, hanno messo in luce in queste aree vasteporzioni di necropoli (D’A 70 ; G- 7 ; 0, ; I ; ; D’ S , 000, 00).Per le osservazioni sull’organizzazione dellenecropoli si veda P 000, p. sg.A partire dagli anni Ottanta la SoprintendenzaArcheologica di Pompei ha iniziato ad indagareil territorio di Striano, mettendo in luce ampiezone di una necropoli protostorica (C ; D’A 3, , 7, , ,), già peraltro nota da rinvenimenti occasio-nali (P 0, 0 ; S 7 a, 7b) ed una sepoltura a Poggiomarino, in localitàCeraso (C ).

    Si è già detto a riguardo nell’Introduzione ; siveda anche la nota a p. .

    D’A 70 ; G 7 ; S00, p. sgg. e p. 0 sgg.

    Tale circostanza vale anche per altri tipicome la tazza carenata con ansa sormontante aspigolo (inv. 0), la scodella con ansa a ma-niglia subtriangolare e appendice cilindrica abottone (inv. 0), entrambe dalla T. 3, perl’olletta quadriansata (inv. 00) dalla T. , perle olle di grandi dimensioni attestate nella T. 3(inv. 0) e nella T. (inv. 00 e 007),S 00, p. 0 sgg.

    Si tratta, infatti, di forme utilizzate percontenere cibi solidi o liquidi (scodella, tazza),per versare (brocca, anfora, askòs) e per stiparederrate (grande olla o dolio), G 7, p.

    3. I

    Per la tipologia della struttura tomba-le, del rito funerario adottato e deglioggetti del corredo, la T. si inseri-sce nel panorama già ampiamente notodella  facies  protostorica della valle delSarno, documentata dalle vaste necro-poli dell’età del ferro di S. ValentinoTorio, S. Marzano e Striano, ma con-

    sente anche di arricchire il quadro conalcuni elementi di novità.

    Malgrado la tomba sia stata ogget-to di azioni di saccheggio, finalizzateprobabilmente alla ricerca di metalli, è possibile effettuare alcune considera-zioni in ordine, innanzitutto, alla com-posizione del corredo.

    La ceramica della T. , come quel-la delle altre tombe protostoriche di S.Marzano, rientra quasi completamen-te nel repertorio locale, mostrando

    strette analogie con la produzione inimpasto degli altri centri della valle delSarno. È interessante notare che l’an-fora costolata, insieme all’olla di gran-di dimensioni, oltre a caratterizzare icontesti sepolcrali, risulta ben attestataanche nell’unico insediamento dell’etàdel ferro finora documentato nella val-le del Sarno, ovvero l’abitato di Longo-la a Poggiomarino. Sembra, dunque,che determinate forme, usate nella vitaquotidiana, vengano scelte per esseredeposte accanto al defunto e tale sele-zione non appare casuale, ma sembrasottostare alla « logica del servizio » dicui parla P. Gastaldi. L’olla di grandi

    F. . Saltaleoni D (inv. ).

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    dimensioni, poi, costituisce un elemen-to caratteristico all’interno del corredo

    funerario indigeno e risulta enfatizzatadalla posizione isolata in cui era postarispetto agli altri vasi, come è stato giàevidenziato in passato dagli studi di B.D’Agostino e P. Gastaldi. Senza dub-bio, però, è l’anfora costolata la formaceramica più comune nei corredi dellavalle del Sarno e, per la lunga durata dicui gode, mostra un’evoluzione tipolo-gica che la rende un valido indicatore

    cronologico : nella prima età del ferro,infatti, essa presenta un breve collettocilindrico, che si allunga gradualmente,fino a diventare fortemente troncoco-nico e a pareti concave nell’orientaliz-zante inoltrato, quando il corpo apparefortemente schiacciato.

    Anche la brocca costolata e l’askòs de-corato da bugne e linee incise costitui-scono tipologie peculiari del repertorioceramico della valle del Sarno, ma, adifferenza dell’ anfora costolata, nonrisultano finora documentate in altricontesti. La brocca decorata mediantecostolature, inoltre, rivela di essere untipo di lunga durata, in quanto com-pare nelle sepolture dalla prima età delferro fino al sec. a.C.

    Non trova, invece, riscontro nel re-pertorio locale la tazza carenata conansa finestrata a lira, che costituisce un

    tipo peculiare dell’ambiente capuano,dove è documentato anche nella speci-

    fica versione bifora con due alette late-rali e almeno quattro coppie di finestrequadrangolari contrapposte ad una co-stolatura centrale desinente a spigolo,attestata nella tomba in discorso. Seb-bene l’analisi mineralogico-petrografi-ca, condotta su un campione preleva-to dalla tazza, indichi la compatibilitàdell’impasto con quello locale, soltantoattraverso indagini comparative, effet-

    tuate su campioni provenienti dall’areacapuana, si potrà accertare l’effettivafabbricazione locale della tazza e, diconseguenza, ipotizzare l’esistenza diun artigiano immigrato a S. Marzano.

    La presenza di anfore costolate nellenecropoli di Capua e Pontecagnano ha evidenziato, in passato, l’esistenzadi rapporti tra la valle del Sarno ed icentri villanoviani della Campania,che potevano essere favoriti non sol-tanto dalle vie fluviale e marittima, maanche dall’asse pedemontano che col-legava Capua a vari centri della mesó-geia campana e, attraversando la fasciacompresa tra le pendici del Vesuvio e iMonti Sarnesi, giungeva nella valle delSarno.

    La presenza della tazza di tipo ca-puano apre, quindi, nuove prospettive

    7 sgg. ; G  , p. sgg. ; G, p. sgg. In alcuni casi, poi, si osserva chele forme aperte (tazza, scodella) sono capovoltesu quelle chiuse (anfora, brocca) e collocate allatesta e/o ai piedi del defunto, come avviene perle T. 3 e (S 00, p. ).

    D’A 70, p. 7 sgg. ; G7, p. 7 sgg. ; G , p. sgg. ;G , p. sgg.

    G 7, p. 3.

    A Capua : T. 30 ( J 3, tav., n. 7), si vedano anche p. e la nota 33 a,p. ; a Pontecagnano : T. 3 (Pontecagnano , fig. 30, n. e fig. , n. ), T. 3 (D N, fig. , n. e fig. 73, n. ), T. 33 (DN , fig. , n. e fig. 0, n. ), T. 3(D N , fig. , n. 3 e fig. 7, n. ). Perla sporadicità delle attestazioni del tipo a Ponte-cagnano, l’autrice ipotizza che si possa trattare diimportazioni dalla valle del Sarno (D N, p. 7).

    D’A 7, p. 3 ; D’ S00, p. sgg.

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    di studio che potranno essere precisateattraverso ulteriori ricerche.

    Nella T. sono presenti dodici pesida telaio ed è interessante notare comenelle sepolture indagate in proprietàomano la presenza dei pesi da telaioescluda quella delle fusaiole : sembra-no, dunque, evidenziarsi due ruoli di-stinti all’interno del costume funerario,quello di filatrice e quello di tessitrice,ben caratterizzati dai relativi strumentid’uso.

    Gli ornamenti in bronzo, ambra epasta vitrea riconducono a tipologieben note, attestate nelle necropoli dellaCampania, della Basilicata e dell’Abruz-zo e, proprio in virtù di tale diffusionecapillare, si può supporre per essi l’esi-stenza di modelli ad ampia circolazio-ne. A tali circuiti sembra sottrarsi untipo di vago in ambra, di forma bico-nica, per il quale gli unici confronti,finora, provengono significativamentedall’abitato di Poggiomarino.

    Sebbene, a causa delle azioni di sac-cheggio di cui è stata oggetto, la tom-ba non abbia restituito distanziatoria fascetta multipla, per la presenza disaltaleoni si può ritenere che anche ladefunta della T. , come del restodiverse altre dello stesso sepolcreto,avesse il capo adornato dal cosiddettodiadema, l’acconciatura tipica del co-

    stume funerario femminile della valledel Sarno. uesta era formata da piùserie di saltaleoni cilindrici, all’internodei quali passavano verosimilmente dei

    fili, disposti in file parallele e alternati aidistanziatori e serviva, probabilmente,

    a tenere fermo un velo, dal momentoche spesso presso la testa sono state rin-venute anche alcune fibule (D’A- 70, fig. , p. 7 ; G 7,p. e nota 70, p. ).

    Come si è accennato nel Catalogo, ti-pologie simili, se non identiche in ta-luni casi, di saltaleoni e distanziatori inbronzo erano associati a costituire unpeculiare tipo di pendagli, definiti ‘a

    xilofono’ (o calcofoni), nelle sepolturefemminili della Siritide e del metapon-tino, ad ornamento dei fianchi o delpetto della defunta (C ,p. 0 sg.). La circolazione degli stessielementi all’interno del corredo fune-rario, destinati a comporre differentitipi di ornamento, consente di metterein luce un quadro tanto di affi nità cul-turale tra i due gruppi, quanto di rie-laborazioni locali.

    Per l’aspetto cronologico si è fattoriferimento alla sequenza locale de-lineata da P. Gastaldi, la quale attra-verso l’elaborazione di una tabella diseriazione individua quattro gruppidi sepolture : i primi due relativi allaprima età del ferro, mentre gli altridue riferibili all’orientalizzante antico.In particolare, il terzo gruppo, definitoda P. Gastaldi orientalizzante antico ,

    è caratterizzato dalla presenza della fi-bula a quattro spirali in ferro (tipi Cae Cb) e della fibula a drago con mollae ardiglione bifido e con rivestimentodi filo di bronzo (tipo E). Le sepol-

    Nelle TT. , 0 e 0 compaiono esclu-sivamente pesi da telaio, mentre in ciascuna delleTT. 3 e vi è una fusaiola (S 00,p. ).

    Si vedano nel Catalogo  le osservazioni sullacollana n. .

    G 7, p. sgg. In precedenza erastata elaborata una sequenza cronologica relativasoltanto alla prima età del ferro (D’A70, p. sgg.).

    G 7, fig. .

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    ture comprese in quest’ultimo gruppoappartengono ad un orizzonte forte-

    mente legato alla prima età del ferro,in cui compaiono, però, con frequenzavariabile a seconda dei corredi, elemen-ti che si ritroveranno più diffusamentenel periodo orientalizzante.

    Lo studio analitico dei corredi delletombe femminili della proprietà oma-no ha evidenziato che la T. e la T. ben si inseriscono nel terzo grup-po di P. Gastaldi : a fibule serpeggianti

    a drago in ferro con molla e ardiglionebifido e rivestimento di filo di bronzo, infatti, sono associate fibule a quattrospirali in ferro. Inoltre, anche la ce-ramica rinvenuta in queste due tombeconcorda con il dato cronologico offer-to dalle fibule : le anfore per le caratte-ristiche formali si collocano in un mo-mento di transizione tra prima età delferro ed orientalizzante : presentano,infatti, tutte collo troncoconico già in

    parte allungato e corpo lenticolare ; lascodella con orlo rientrante e ansa a ma-niglia semicircolare impostata vertical-mente sull’ orlo dalla T. appartienead un tipo ben datato a Pontecagnano ecollocabile agli inizi dell’orientalizzan-te. Lo stesso inquadramento si ricava

    dalla tazza con ansa a lira finestrata, laquale trova un confronto puntuale nel-

    la T. 7 di Capua, in località Fornaci(J 3, tav. , n. ),che costituisce un contesto cronologi-camente significativo, anche per la suaassociazione a una kotyle tipo Thapsoscon pannello del TG .

    L’orizzonte in cui rientra la T. siconfigura, dunque, come un momentodi transizione dalla prima età del ferroall’orientalizzante antico e, essendo un

    elemento di nuova acquisizione, neces-sita di essere definito in maniera più ap-profondita.

    In termini di cronologia assoluta, lafase dell’orientalizzante antico di P.Gastaldi (= A), alla quale si ascrivela T. (come anche la T. dellaProprietà omano), corrisponde alme-no in parte al terzo quarto dell’ sec.a.C. (70-7) sulla base della presenzain tombe della valle del Sarno di cera-

    mica di tipo greco del TG , presen-te anche, come si è detto, nella T. 7di Capua. La T. di S. Marzano,inoltre, ben si raccorda alla fase inizialedell’orientalizzante di Pontecagnano,documentata nella necropoli di Casel-la e alla fase di Sala Consilina, dove in questo periodo sono attestate lefibule a quattro spirali di ferro. S 00. Si tratta dell’esemplare C (inv. 70 + 07)

    dalla T. e dell’esemplare D (inv. ) dalla

    T. . Tutti gli esemplari provengono dalla T. :C (inv. 00), C (inv. ), C (inv. ), C(inv. ), C (inv. 7).

    Dalla T. l’esemplare n. (inv. 00) equello n. (inv. 00) ; dalla T. l’anfora n. (inv. 03).

    Si tratta dell’esemplare n. 7 (inv. 00), chetrova numerosi confronti nella necropoli di Ca-sella : T. 7 (C 00, p. ,tav. , n. ), T. (ivi, p. , tav. , n. ),T. (ivi, p. , tav. , n. ).

    C 00, p. 7 sgg.

      La kotyle tipo Thapsos con pannello èattestata a Pithecusa nella T. del TG (cfr.B, 3, p. 7 sgg., tav. , n.).

      Si tratta per lo più di kotylai Aetos (D’A 7, p. 0 sg.) ; G 7,p. 3 sgg.

      J 3, p. sgg. C 00, p. 7 sgg. , p. 0 sgg. Paralleli si hanno anche con la fase B di

    Fossa, che presenta lo stesso tipo di fibula a drago

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    0

    . C

    La T. di S. Marzano si colloca inun momento di transizione, in cui sonogià evidenti i primi segni dell’orienta-lizzante, ma persistono ancora forti le-gami con le tradizioni della prima etàdel ferro. In questa fase di passaggio,nei corredi funerari alla discriminantedell’età o del sesso del defunto, privi-legiata nella prima età del ferro, iniziaa sostituirsi una distinzione basata sul

    rango. Sebbene non si riscontri nelcorredo vascolare di questa sepoltura ilpassaggio « dalla qualità alla quantità »delineato per l’orientalizzante da P. Ga-staldi, la numerosa presenza di vaghidi collana in ambra costituisce una spiadel cambiamento che si sta verificandonel costume funerario indigeno. ue-sto elemento, insieme alla presenza deipesi da telaio e di ornamenti in bronzo e

    ferro, sottolinea una maggiore caratte-rizzazione del ruolo femminile rispet-to alle fasi precedenti : come è già statoosservato, infatti, proprio nel periodoorientalizzante compaiono nelle tom-be femminili oggetti connessi all’atti-vità tessile. Inoltre, l’ipotesi di ruolidistinti nell’ambito tessile, evidenziatiall’interno del costume funerario dal-la presenza di strumenti specifici perla filatura e per la tessitura, sembra farintravedere una complessa articolazio-

    ne socio-economica oltre che socio-ri-tuale. La presenza di numerosi pesi da

    telaio, rocchetti e fusaiole nell’abitatodi Poggiomarino indica chiaramentequale importanza rivestisse l’attivi-tà tessile presso la comunità locale e,forse, proprio in questa chiave bisognaleggere il dato dei distinti ruoli femmi-nili nelle sepolture. La notevole quan-tità di ambra rinvenuta nella T. ,che costituisce un dato generalizzabilealle altre sepolture femminili a parti-

    re da questo momento, è da porre inconnessione con l’esistenza di aree dilavorazione di questa pregiata materianell’insediamento di Longola (Longola

     , scheda ). I dati emersi dall’analisi del corredo

    confermano, dunque, quel quadro diidentità e di omogeneità culturale chesi era già delineato, in passato, per lenecropoli della valle del Sarno e nelquale si è inserito, di recente, l’abitatodi Poggiomarino.

    La presenza, inoltre, di una formaceramica di tipo capuano a S. Marzanocostituisce un elemento di novità, chepuò aprire nuove prospettive di ricercanell’ambito delle relazioni intercorsetra la valle del Sarno ed il centro vil-lanoviano.

    con molla ed ardiglione bifido attestato a S. Mar-zano (C et alii 00, p. 7 sgg.).

    G , p. 3 sgg. D’A 70, p. 77 ; G ,

    p. sgg. ; G , p. 7 sgg.

    Il rapporto con l’abitato era già emerso dalconfronto del tipo di vago biconico (n. n), chenon trova altri riscontri al di fuori di Poggioma-rino.

    Per le necropoli della valle del Sarno si vedala nota a p. 7.

    Per l’abitato di Longola, ancora in corso discavo, sono state pubblicate alcune osservazionipreliminari (A L, C 003 ;Longola ).

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    APPENDICE

    ANALISI MINEALOGICO-PETOGAFICADI TE CAMPIONI DI CEAMICA

    C O

    P l’analisi mineralogico-petrograficain sezione sottile la scelta dei campioni

    è stata effettuata sulla base dello stato diconservazione, privilegiando gli esempla-ri che risultano maggiormente lacunosi.Essa, quindi, ha interessato la brocca n. (inv. 03), l’askòs n. 0 (inv. 030) e latazza B (inv. 03).

    I campioni sono stati consolidati pre-ventivamente con resina epossidica, quin-di montati su vetrino e tagliati sino a rag-giungere lo spessore convenzionale di 0mμ (quarzo grigio).

    Terminata la fase di preparazione in la-

    boratorio essi sono stati analizzati al mi-croscopio polarizzatore e descritti.

    Descrizione delle sezioni sottili di cerami-ca :

    Brocca n. (inv. )La frazione grossolana è costituita da

    sabbie medie e fini discretamente sele-zionate. Le sabbie medie sono spigolosee costituite in prevalenza da granuli disanidino (K felspati), la chamotte  è scarsa.Le sabbie fini sono da spigolose a subarro-

    tondate e comprendono K felspati, quarzovulcanico, gesso, amfiboli.La frazione organica è costituita da ab-

    bondanti fitoliti silicei disposti in piani pa-ralleli ed isorientati.

    La frazione fine è costituita da limi ar-gillosi fortemente fillosilicatici a strutturareticolata.

    apporto grossolano/fine /.

    Osservazioni. L’impasto utilizzato ha origi-ne locale ; il sanidino, un feldspato potassi-

    co di origine vulcanica, è infatti massiccia-mente presente nei depositi detritici pre-senti nell’area (tufiti e vulcaniti originatedalle pendici del monte Somma).

    Le sabbie medie, spigolose e costituiteda granuli di sanidino sono state aggiunteintenzionalmente all’impasto come de-grassante, così come la chamotte. Gli ab-bondanti fitoliti silicei, che sono il residuodella combustione delle essenze erbacee,indicano che all’impasto venne aggiuntomateriale vegetale in discreta quantità.

    L’isorientazione e la disposizione in pia-ni paralleli dei fitoliti e di taluni granuli

     – quest’ultima visibile anche ad occhionudo – è paragonabile con quanto acca-de in depositi archeologici soggetti ad in-tenso calpestio e sembra essere dovuta aduna prolungata manipolazione seguita dacompressione dell’impasto.

    Si potrebbe anche, sempre in virtù dellamarcata orientazione osservata, proporreuna lavorazione al tornio lento (ipotesi cheperò dovrebbe essere confortata dall’anali-si ai raggi X).

    Askòs n. (inv. )La frazione grossolana è costituita da

    sabbie fini e subordinatamente medie di-scretamente selezionate. Le sabbie mediesono spigolose e costituite in prevalenzada granuli di sanidino (K feldspati) e feld-spato zonato di origine vulcanica. Le sab-bie fini sono da spigolose a subarrotondatee comprendono K felspati, quarzo vulca-nico, rara chamotte, amfiboli. Sono presentiabbondanti bonhertz.

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    La frazione organica è costituita da co-muni ed abbondanti fitoliti silicei diso-

    rientati e da aggregati cubici di calcite mi-crocristallina pseudomorfi su ca-ossalatoconcentrati in talune aree.

    La frazione fine è costituita da limi ar-gillosi fillosilicatici.

    apporto grossolano/fine 0/0.

    Osservazioni.  L’impasto utilizzato è com-patibile con i depositi detritici presentinell’area (tufiti e vulcaniti originate dallependici del monte Somma).

    Le sabbie medie, più scarse che nel cam-

    pione precedente, sono spigolose e costi-tuite da granuli di sanidino ; esse sono sta-te aggiunte intenzionalmente all’impastocome degrassante, così come la chamotte.

    Sono abbondanti i fitoliti silicei e ad essisi associano anche cristalli di calcite pseu-domorfi su ca-ossalato ; essi sono residuodella combustione di essenze legnose, inquesto caso molto probabilmente semi.

    Fitoliti e cenere di legna indicano cheall’impasto venne aggiunto materiale ve-

    getale in discreta quantità.I fitoliti appaiono isorientati, anche senon nettamente come nel campione n. (inv. 03), e ciò potrebbe essere imputa-bile ad una meno lunga ed accurata mani-polazione del campione, fatto questo con-fermato dalla presenza dei bonhertz, cioènoduli di argilla derivanti dall’imperfettaamalgamazione dell’impasto.

    Tazza B (inv. )La frazione grossolana è costituita da

    sabbie fini e subordinatamente medie di-scretamente selezionate. Le sabbie mediesono spigolose e costituite in prevalenzada granuli di sanidino (K feldspati) e feld-spato zonato di origine vulcanica. Le sab-bie fini sono da spigolose a subarrotondatee comprendono K felspati, quarzo vulca-nico, rara chamotte, amfiboli.

    La frazione organica è costituita da co-muni ed abbondanti fitoliti silicei diso-rientati e da un seme semi-carbonizzato.

    La frazione fine è costituita da limi argil-losi fillosilicatici a struttura reticolata.

    apporto grossolano/fine 0/0.Osservazioni. L’impasto utilizzato è com-patibile con i depositi detritici presentinell’area (tufiti e vulcaniti originate dallependici del monte Somma).

    Le sabbie medie, più scarse che nel cam-pione precedente, sono spigolose e costi-tuite da granuli di sanidino ; esse sono sta-te aggiunte intenzionalmente all’impastocome degrassante, così come la chamotte.

    Sono abbondanti i fitoliti silicei e ad essisi associa anche un seme semi-carbonizza-to.

    I fitoliti e il seme indicano che all’impa-sto venne aggiunto materiale vegetale indiscreta quantità.

    I fitoliti e taluni granuli appaiono di-sorientati e disposti in piani paralleli deifitoliti : ciò è paragonabile con quanto ac-cade in depositi archeologici soggetti adintenso calpestio e sembra essere dovutaad una prolungata manipolazione seguita

    da compressione dell’impasto.Si potrebbe anche, sempre in virtù dellamarcata orientazione osservata, proporreuna lavorazione al tornio lento (ipotesi cheperò dovrebbe essere confortata dall’anali-si ai raggi X).

    A

    A L, C 003 : C.A L, C. C, L’inse-

    diamento protostorico in località Longola diPoggiomarino. Nota preliminare, « La Paro-la del Passato », , , 003, pp. -.

    B M 0 : G. B M-, Cairano nell’età arcaica. L’abitato e lanecropoli, « ,  ArchStAnt », uad. ,Napoli, 0.

    B 00 : C. B, Poggiomari-no nel quadro della prima età del ferro nellaCampania centro-occidentale, Tesi di dot-torato in Archeologia (Preistoria),

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    34/37

      3

    Ciclo, Università di oma ‘La Sapien-za’, inedita.

    B, 3 : G. B,D. , Pithekoussai, ,  La necropoli :tombe - scavate dal al , « Mo-nAnt », Accademia Nazionale dei Lincei,serie monografiche, vol. ( della se-rie generale), oma, 3.

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