Hub&Spoke, volumi di attività ed esiti - ... · Interdipendenze nelle specializzazioni e nelle...
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FOCUS SULL’ORGANIZZAZIONE DELLE SALE OPERATORIE TRA MISURE DI ESITO, OBIETTIVI ECONOMICI ED EFFICIENZA ORGANIZZATIVA
DA UN SISTEMA OSPEDALO-CENTRICO
AD UN SISTEMA DI RETI DI OSPEDALI SICURI
Dott. Antonio Balestrino
Direttore Sanitario
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
20 NOVEMBRE 2015
Hub&Spoke, volumi di attività ed esiti
Il contesto della Regione Emilia Romagna
PSR 1999-2001: prevede il miglioramento del funzionamentodella rete ospedaliera regionale secondo precisi indirizzi fissatianche dal Piano sanitario nazionale. Per raggiungere questiobiettivi la rete ospedaliera regionale è stata riorganizzatasecondo due modelli complementari:
– le reti cliniche integrate– le aree di attività di livello regionale
Modello Hub and Spoke: DGR 1267/2002
La DGR 291/2010 “ Linee guida sulle Case della Salute”
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Modello Hub & Spoke e ruolo dell’Azienda nella rete regionale
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 19 DICEMBRE 2011, N. 1898 e s.m.i.Istituzione della rete Hub & Spoke per le malattie metaboliche ereditarie oggetto di screening neonatale e organizzazione del percorso di presa in carico globale del paziente in età pediatrica
RETI REGIONALI ALL’INTERNO DELLE QUALI PARMA E’ CENTRO HUB DI
RIFERIMENTO
Rete trapianto organi, tessuti, cellule: rene e rene-
pancreas
Grandi ustioniCardiologia CardiochirurgiaNeuroscienzeGrandi traumiGenetica medica con riferimento all’ambito della genetica
molecolare
Assistenza perinatale e pediatricaMalattie rareEmofilia e malattie emorragiche congeniteFibrosi cisticaL’assistenza integrata alla persona colpita da IctusRete operativa 118: hub per area Emilia Ovest
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RETE GRANDI TRAUMI :3 i Sistemi Integrati di Assistenza ai pazienti Traumatizzati (SIAT) in tutta la regione: uno per l’area della Romagna, uno per l’Emilia orientale ed uno per l’Emilia occidentale. L’AOU di Parma è il centro di riferimento per l’area Emilia occidentale.
Per tale ruolo deve rispondere ai requisiti previsti per il DEA di 2° livello
SIAT Emilia occidentale: DEA 2º Livello - Anestesia e rianimazione, - Centrale operativa e 118, - Cardiochirurgia, - Centro ustioni e Chirurgia plastica, - Chirurgia colonna vertebrale, - Chirurgia d´urgenza, - Chirurgia maxillo-facciale , - Chirurgia pediatrica, - Chirurgia toracica, - Chirurgia vascolare, - Medicina riabilitativa, - Neurochirurgia - encefalo , - Ortopedia , - Pronto soccorso - Medicina d´urgenza , - Radiologia, - Radiologia interventistica, - Otorinolaringoiatria,- Servizio di elisoccorso - Urologia
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Rete
INTERDIPEDENZE:
Le reti in Sanità nascono se i nodi sono in grado di leggere ed interpretare le interdipendenze,comprendendo il vantaggio nell’organizzarle e il danno individuale e di sistema nell’assenza dicoordinamento (Rebora e Meneguzzo, 1990)
Interdipendenze da risorse
Interdipendenze nei processi di cura
Interdipendenze nelle specializzazioni e nelle vocazioni
Interdipendenze nell’acquisizione di fattori produttivi
Interdipendenze cognitive.
Interdipendenze informative
TRA PROFESSIONISTI
TRA AZIENDESU BASE TERRITORIALE
PER PATOLOGIA
Patient based
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Modello delle reti cliniche integrate
Funzioni Hub e specialistiche :- TdD- Oncologia- Chirurgia- Radioterapia- Altre spec.
DomicilioCase Residenza Anziani
Livello regionale Livello provinciale
Modello Hub & Spoke
MMGSpecialistica ambulatoriale
ADI
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L’integrazione – tra AziendeOspedale del futuroM. Geddes da «Future Hospital Commission. Future hospital: caring for medical patients. London: Royal College of Physicians»
Riequilibrio tra attività in urgenza e attività programmata
Integrazione inter-aziendali per offrire reale continuità assistenziale 24h e 7/7 anche per attività specialistiche in elezione
PazienteOspedale Territorio
I servizi assistenziali sono personalizzati
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L’integrazione tra Aziende, setting e professionisti
GIA’ ATTIVATI IN FASE DI ATTIVAZIONE A BREVE (fasi terminali lavori del gruppo di Programmazione)
IN FASE DI PROGRAMMAZIONE
• CA PROSTATA• POLO
NEUROLOGICO INTEGRATO
• BREAST UNIT
• PDTA TIREOPATIE
• PDTA Oncologia toracica
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Strumenti per il cambiamento
Creare e rendere accettabile un nuovo sistema di assunti coerente con le esigenze di sviluppo delle competenze dell’organizzazione
grazie ad un elevato ed attivo livello di partecipazione professionale
ORGANIZZAZIONE
Clinicalengagement
Stewardship
CULTURA
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Progettualità
Riconfigurazione delle attività chirurgiche fondata sulla distribuzione delle risorse in relazione all’appropriatezza delle necessità.
Forte embricazione tra impiego delle risorse di sala operatoria (e sue tecnologie, ad es. robot chirurgico) e l’impiego dei posti letto
L’obiettivo è la correlazione funzionale tra mondi tra loro sovrapponibili
Investimento in adeguati sistemi tecnologici informativi per gestire e monitorare l’organizzazione delle attività chirurgiche
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Il contesto nazionale
OBIETTIVI:
1. Riequilibrio ruoli ospedale-territorio, integrazione servizi
2. Ridistribuzione delle risorse secondo valutazione dei volumi e della strategicità prestazioni, performance ed esiti clinici
3. Migliorare produttività ( tasso occupazione pl, DM, tasso ospedalizzazione)
4. Definire i ruoli di presa in carico di ciascun nodo della rete in rapporto al contesto sociale
• Patologie insorgenza acuta e con rilevante compromissione funzionale
• Contesto organizzativamente e tecnologicamente complesso per affrontare esigenze sanitarie peculiari
• Assicurare la gestione dei percorsi dei problemi clinici cui si fa carico
• Logica di Rete con poli d’eccellenza nazionali in una visione solidaristica
5. Rete definita e resa nota ai cittadini
6. Gestione dei pl flessibile, dinamica ed informatizzata
7. Forme alternative al ricovero13
• Le soglie, già identificate e riportate nel decreto e corrispondenti a quelle del ProgrammaNazionale Esiti (PNE), si applicano a tutti i soggetti pubblici e privati accreditati
• Tavolo tecnico: definizione di ulteriori soglie entro sei mesi e proposte di aggiornamento periodico
• Le Regioni entro sei mesi dovranno:
• identificare le strutture (Ospedali ed UO) che garantiscono le soglie di volume e di esito stabilite e quelle nonin grado di garantirle e per le quali, in relazione alle risorse disponibili, non sono applicabili interventi correttiviper il rispetto dei requisiti e per le quali si determinano condizioni di disattivazione
• definire modalità e tempi di attuazione degli interventi di riconversione, laddove indicata
• evitare fenomeni opportunistici di selezione dei pazienti/appropriatezza, con l’applicazione di procedure dicontrollo, audit clinico-organizzativi e misure sanzionatorie
• adottare misure per regolare l'ingresso nel sistema di nuove strutture erogatrici
DM 70/2015: Valori soglia: volumi di attività e valutazione esiti
Unità di riferimento per la razionalizzazione della
rete ospedaliera
SOGLIE MINIME DI VOLUMI DI ATTIVITÀ
SOGLIE MINIME DI ESITI
A.Valori riportati in letteratura
B.Valori NON definiti in letteratura, scelti secondo:
• Criteri di costo‐efficacia
• Fabbisogni specifici
• Confronto dei valori di volumi ed esiti tra strutture
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“It is much more important to know what sort of patient has a disease than what sort of disease a patient has” W. Osler
PUTTING PEOPLE FIRST
15Primary-care networks Primary-care team
Malattie Neurodegenerative
o Demenze
o Parkinson e disturbi del movimento
o Sclerosi Multipla
o Sclerosi Laterale Amiotrofica
Epilessie
Malattie Neuromuscolari
o Neuropatie periferiche
o Miopatie
o Miastenia
Percorsi diagnostico-terapeutici interaziendali
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Lo sviluppo dei percorsi
Modelli di percorsi di presa in carico secondo cluster trasversali in funzione dei bisogni clinici e socio-assistenziali
(rif. V. Tozzi, CERGAS Bocconi. Convegno: Le sfide del Sistema Sanitario Regionale tra bisogni, appropriatezza e sostenibilità. Ferrara, 15 aprile 2014)
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La Rete Territoriale
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Modello di gestione Hub & Spoke Territoriale dei percorsi per quadri di patologia
Il Profilo: uno strumento per creare
collaborazione nei Nuclei/Casa della Salute
Promozione dell’interazione sociale tra professionisti attraverso il profilo che consente:
•La condivisione di un linguaggio comune
•Lo stimolo al dialogo inter pares
•La costruzione di strategie cliniche comuni per il miglioramento della qualità
•Il coordinamento funzionale fra Azienda, Nucleo e Casa della Salute
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Indicatori di qualitàRicoveri
Condizioni sensibili al trattamento ambulatoriale
Malattie cronichePatologie cardiovascolari
Diabete
Asma
Appropriatezza prescrittiva nell’anziano
Politerapia
Inappropriatezza prescrittiva
Interazione fra farmaci
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I sistemi DWC basati sulla logica del population management si pongono nell’ottica di leggere in forma integrata le informazioni clinico-amministrative per strutturare percorsi
Si basano sulla logica dell’epidemiologia individuale (nominativa)
L’architettura informatica basata sul Master Patient Index supporta il percorso del paziente
RIPROGETTAZIONE PER PROCESSI (organizzativa) + (cambiamento culturale)
I sistemi di Population ManagementI bisogni di salute dei malati cronici/anziani fragili dovrebbero
essere gestiti con azioni cliniche multiprofessionali ma anche con investimento sulla rete informale
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Come leggere la domanda e la complessità?
Come tradurre bisogno e domanda in modelli di presa in caricomultiprofessionali?
Fonte: G. Rossi, L. Ferrari. Parma, 19/11/2014
L’approccio del Population Management (sistema informativo)
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Alto
MedioBasso
Consumi sanitariDWC
Banche dati aziendali e RER
Cartellecliniche
Cond. Sociale fragilità
Identificazione pazienti e consumi
Criteri di selezione
Patient CenteredInterventions, ClinicalPathways, Evaluation
Valutazione di esito e ripro-grammazione
Dai target ai percorsi
Valutazione condizioni cliniche e livello di rischioStadiazione clinica(comorbidità)e sociale
Health Assessment e Risk Stratification
Valutazione del modello di presa in carico
Presa in carico
Piani di lavoro Azioni
proattive
Attività
Monito-raggio
Fonte: G. Rossi, L. Ferrari. Parma, 19/11/2014
La gestione del processo di cambiamento:Le leve
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Coerenzainterna
Coerenzaesterna
Fonte: G. Rossi, L. Ferrari. Parma, 19/11/2014