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Domenica 28 novembre UNITA 2-3

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Domenica 28 novembre

UNITA 2-3

UNITA 4

UNITA 5

INFORMAZIONE 5

INFORMAZIONE 10

CARLINO 13

CARLINO 14

CARLINO 15

REPUBBLICA 1

Dopo le polemiche i democratici cercano un rilancio chiedendo aiuto a Mister preferenze e al sindaco di Casalecchio Gamberini

Il Pd "arruola" Cevenini

Guiderà lo staff di Merola. La Frascaroli: basta liti o le primarie implodono

Il Pd richiama in servizio Maurizio Cevenini. Virginio Merola gli affiderà la guida del suo staff. Amelia Frascaroli lancia un appello ai democratici: «Fare la pace o le primarie implodono».

REPUBBLICA 1

L´intervento

Capelli bianchi e rughe ostentate il look di Amelia l´anti-velina

GIOVANNA COSENZA

È interessante osservare i candidati alle primarie del centrosinistra bolognese mentre si scaldano ai blocchi di partenza, perché in questa fase i loro programmi sono in gran parte ancora indefiniti. Focalizzare subito la loro immagine significa allora capire con quale dote iniziale si presentano alla città, quali stereotipi li accompagnano, quali vantaggi e svantaggi comportano. Il che permetterà, poi, di verificare come gestiranno questo capitale di partenza. Amelia Frascaroli è la novità comunicativa più interessante. Mentre tutti si affannano a togliersi gli anni, lei fa di tutto per apparire più anziana: ostenta rughe e capelli candidi, si veste comoda e gioca con lo stereotipo della nonna, che è buona e cara ma, quando vuole, sferzante. Mentre gli altri urlano e litigano, lei sorride, parla a voce bassa e preferisce i toni dell´understatement e dell´autoironia. Inoltre viene dal mondo dell´accoglienza e della solidarietà sociale, e si è inventata una metafora della sua provenienza accogliendo tutti ogni giorno a casa sua, a farle proposte ed esporle problemi davanti a un tè. Insomma perfino nel nome Amelia fa appello alla nostalgia per la Bologna dei nonni, quella in cui partecipare non era uno slogan, ma una pratica quotidiana nelle piazze e nei quartieri.

REPUBBLICA 3

Quelle rughe ostentate dalla "nonna" anti-veline

Merola punta sulla nostalgia del Pci ma deve farci dimenticare Cofferati. Zacchiroli strizza l´occhio al marketing ma appare un po´ autoreferenziale

GIOVANNA COSENZA

(segue dalla prima di cronaca) Date le delusioni della politica odierna, questa nostalgia potrebbe piacere a molti, ed è questa la sua forza maggiore. Viceversa, troppa mitezza potrebbe essere recessiva, potrebbe perdersi nel frastuono che la circonda, ed è questo il suo rischio principale. In apparenza l´immagine di Virginio Merola è diametralmente opposta, perché pare un ragazzone mai cresciuto. In realtà anche lui fa appello alla nostalgia, ma di un altro tipo: quella del PCI dei tempi andati. Veste un po´ come i compagni di una volta, con il maglioncino a v, la giacca e cravatta rossa e, ora che è inverno, il montgomery d´ordinanza. Lo ricordiamo nelle primarie scorse, quando appariva sempre circondato da giovani, sempre a casa di qualche Stefano, Giuseppe, Claudia, a discutere come fosse un´assemblea anni settanta. E anche oggi, con la proposta di accogliere in consiglio comunale gli studenti medi e universitari, l´attenzione ai giovani è rilanciata. Il che può funzionare, in una città stanca della politica di palazzo. Ma bisognerà poi vedere come Merola ci farà dimenticare la rissosità da cui la sua candidatura è emersa, la vicinanza a un Pd screditato e il passato nella giunta Cofferati, che certo non si distinse per empatia coi cittadini. Infine c´è Benedetto Zacchiroli, che di nostalgico non ha nulla, anzi: si presenta come un giovane manager rampante e, con la mossa iniziale del «candidato no Cev», ha strizzato l´occhio pure al marketing non convenzionale, quello dei flash mob e dello stupore a tutti i costi. Una volta svelatosi, ha lanciato lo slogan «Sono io che», si è precipitato sul web con un sito e un blog, e si è preso Lucio Dalla come testimonial, applicando altre regole di base. Il problema è che il marketing in sé funziona per tutto e niente, dallo yogurt alla politica: per avere successo occorre saperlo adattare al prodotto che si vuole vendere e al contesto in cui lo si vuole vendere. Ma per ora Zacchiroli appare un po´ troppo generico e autoreferenziale («Sono io che»), un po´ troppo lontano da una città che ha fame di attenzione e interlocuzione autentiche. Dovrà infine anche lui – come Merola – farci dimenticare di aver lavorato con Cofferati. Staremo a vedere. (l´autrice è presidente della laurea magistrale in Semiotica)

REPUBBLICA 2

Primarie, Merola fa la squadra e richiama in servizio Cevenini

Mister preferenze: pronto a dare una mano

Verso il voto

Nel comitato elettorale anche Gamberini. Paruolo non seguirà più la comunicazione Fuori dallo staff l´ex segretario De Maria: "Ma il mio sostegno ci sarà comunque"

SILVIA BIGNAMI

L´esecutivo Pd sigla una tregua e prova a ripartire. Chiusa (per ora) la "lite in piazza" tra Virginio Merola e l´ex rivale Andrea De Maria anche se restano le tensioni. Tanto che l´ex segretario Pd, cui Merola aveva offerto la guida dei comitati di quartiere, è definitivamente fuori dalla squadra. A dare una mano al candidato Pd ci sarà, invece, Maurizio Cevenini, arruolato con un incarico di rappresentanza. «Sono a disposizione, contento che il clima si rassereni», dice il Cev. Nel team di Merola anche il sindaco di Casalecchio Simone Gamberini (disposto persino a dimettersi dall´esecutivo per entrare nello staff) e il coordinatore della segreteria Luca Rizzo Nervo, che dovrebbe sostituire, come portavoce, Giuseppe Paruolo (il quale comunque resterà in squadra). «Basta avvitarci in discussioni e divisioni. Ora dobbiamo riprendere a parlare di progetti per la città», ha detto il segretario Raffaele Donini all´esecutivo di venerdì sera. Si cerca lo scatto d´orgoglio. «Non possiamo continuare a far volare gli stracci», dice Rizzo Nervo. La consigliera regionale Paola Marani parla di un «clima bruttissimo» all´interno. Restano le perplessità sulla linea "neutrale" della segreteria (che cerca di mantenersi equidistante tra il candidato Pd e quelli definiti «di costellazione Pd», Frascaroli e Zacchiroli). Ma tutti sembrano concordi sul fatto che sarebbe molto difficile, ormai, saltare giù da un treno in corsa. Anche se la tentazione di azzerare tutto, in qualcuno, c´è ancora. Merola, che ieri pomeriggio ha passeggiato tra i suoi sostenitori alla festa di strada al Savena (dove fu presidente di quartiere), non torna sul caso De Maria. Dopo il richiamo dei vertici nazionali e regionali, entrambi i duellanti abbassano i toni. Ieri l´ex segretario ha assicurato di nuovo il suo sostegno a Merola: «È la persona più adatta a fare il sindaco. Io mi sono ritirato proprio perché ho riconosciuto che i nostri programmi erano simili, e perché lui aveva un sostegno più ampio del mio in assemblea. Continuerò a sostenerlo, cercando di convincere a farlo tutti quelli che posso. Ovviamente nei limiti della libertà di ognuno di noi». De Maria ribadisce di non aver condiviso il percorso che ha portato alla candidatura del Pd, ma assicura di non aver mai chiesto posti: «Io non sono in grado di promettere nulla a nessuno, né voglio farlo». Segnali di distensione anche da alcuni sostenitori dell´ex segretario, come il deputato Pd Gianluca Benamati, che ieri ha chiarito: «Guardo a Merola con interesse, basta alla guerra tra bande». Quel che è certo però, nonostante i tentativi di pace, è che De Maria non sarà nello staff del candidato Pd. E il segretario regionale Stefano Bonaccini, coi vertici nazionali, continua a tener d´occhio Bologna. L´obiettivo è capire, nei prossimi giorni, se Merola riuscirà a tenere unito il partito, sfondando anche fuori dal Pd. Se così non fosse, l´unica ipotesi dietro l´angolo sarebbe quella di un clamoroso azzeramento. Ipotesi assai remota, per ora, dovendo passare necessariamente per la rimozione dell´intero gruppo dirigente bolognese.

REPUBBLICA 3

La deputata prodiana Zampa chiede lealtà agli alleati di Sel

"Amelia è aria fresca per la città e i democratici"

"Ho scelto di appoggiare la Frascaroli sin dal primo momento. Il Professore? Sosterrà pienamente il vincitore o la vincitrice delle primarie"

«Amelia Frascaroli rappresenta una ventata di aria salutare per questa città e per il Partito democratico, soprattutto in una fase in cui le primarie sono state gestite in maniera confusa» dice la deputata prodiana Sandra Zampa, Pd. Una scelta convinta. «L´ho fatta - dice - quando ancora non era in campo nemmeno Maurizio Cevenini e non sono pentita. Stimo Amelia e non solo perché è donna ma anche per la sua capacità di "tenere insieme", di ricucire, dote preziosa di questi tempi. E´ un anticorpo rispetto a certe pratiche politiche. Una garanzia. Con lei alle primarie del centrosinistra i nostri elettori potranno scegliere davvero tra più candidati. Intanto Nichi Vendola ha schierato tutta Sel sulla candidata civica. Un "bagno di folla" al Nosadella che per la Frascaroli equivale anche a una scommessa, quella di vincere le primarie e candidarsi a sindaco di Bologna. «Apprezziamo l´appoggio di Vendola, lavoriamo insieme per vincere. Siamo leali e chiediamo che questa lealtà sia reciproca. Loro si impegnino a sostenere anche candidati di partito laddove non ci sono altri nomi in campo. E´ ciò che ci chiedono gli elettori». Romano Prodi venerdì ha incontrato Amelia Frascaroli e Virginio Merola. «Confermo ciò che il Professore ha già avuto modo di dire, cioè che sosterrà pienamente il vincitore o la vincitrice delle primarie. Vorrei pure precisare che Prodi, con il governatore Vasco Errani e col segretario provinciale del Pd Raffaele Donini, non ha mai affrontato il tema di una candidatura unica. Né tantomeno ci sono state telefonate su questo argomento».

REPUBBLICA 3

Frascaroli alla sfida col ramo d´ulivo "Fate la pace, se cade il Pd perdiamo tutti"

La candidata e le liti in via Rivani: smettetela coi messaggi cifrati

Volevo solo riaprire una dialettica che non c´era. Ma ora voglio mettermi alla prova sul consenso Ogni partito diffonda il materiale dei tre candidati e si facciano nove confronti in città

MICHELE SMARGIASSI

«Giù le armi e smettetela coi messaggi cifrati». Amelia Frascaroli potrebbe godere tra i litiganti, incassare il frutto della guerra fratricida nel Pd, e invece si fa portatrice di pace e propone una gestione controllata e unanime delle primarie del centro-sinistra. Non le converrebbe invece dire agli elettori: "lasciateli perdere e votate per me"? «Perché se il Pd implode ci rimettiamo tutti. Il Pd è un patrimonio democratico della città e del paese, non lo si può lasciar crollare. Del resto, vincere le primarie e trovarmi di fianco un partito in macerie sarebbe un pessimo affare». Dunque? «Faccio un appello agli amici del Pd. Deponete le armi. Rifate pace. Avete scelto un candidato, no? Presentatelo alla città. E giochiamocela con le primarie vere, quelle dei contenuti. Discutiamo di cose

che la nostra gente riesca a capire». Qualcosa si capisce, nei litigi Pd. Che sono in gioco carriere e posti. «Vedo messaggi in codice, sento cose che significano in realtà altre cose. Bene, ripeto: smettetela, azzerate tutto, altrimenti ci giochiamo il vero obiettivo». Che è vincere le comunali? «Certo, ma prima ancora salvare le primarie, invertire la tendenza al calo di partecipazione: che è la premessa per vincere dopo. Se le primarie saranno un successo, vinceremo tutti». Come si spiega lo stato di guerra permanente nel Pd? «Forse ci sono lotte tra apparati che non riesco bene a comprendere, di certo c´è la vecchia convinzione dei gruppi dirigenti di poter predeterminare ogni cosa. Ma i cittadini vogliono scegliere davvero». Concretamente cosa chiede al Pd? «Quel che ho scritto in una lettera a tutti i partiti del centro-sinistra. Gestire le primarie come un patrimonio comune e non come una gara ciascuno per sé. Promuovere nove confronti fra i candidati nei nove territori. Che ogni partito si impegni a diffondere il materiale di tutt´e tre i candidati. Che ogni partito offra a tutti i candidati altre occasioni di confronto». Molto decoubertiniano. Ma lei vorrà pur vincere, no? «Veramente mi ero candidata per riaprire una dialettica che non c´era. Ma ora, è vero, comincio a pensare di poter raccogliere un certo consenso, e allora voglio mettermi alla prova». Il suo nome sta diventando il catalizzatore di molte tensioni diverse, e anche di molte delusioni e contestazioni verso il Pd. «Me ne rendo conto. Ma in questo modo penso di poter recuperare anche molti consensi altrimenti perduti nel non voto. Ripeto, non ho nessuna intenzione di affondare il Pd, al contrario. È un partito che ho contribuito a creare...». Ma non ha mai preso la tessera, anzi è "allergica" alle tessere. «Questo se vuole è un mio limite, ma ho grande rispetto per chi la tessera ce l´ha, perché so che non significa obbedienza cieca a qualche direttiva. Sto apprezzando molto lo sforzo del segretario Donini di affermare proprio questo principio di libertà, anche nell´espressione di una preferenza sulle candidature». Ma alla fine il Pd ha fatto di tutto per avere solo un candidato con tessera. Come Merola aveva chiesto quando si fece avanti. «Non ho nulla da rimproverare a Merola. Io avrei visto bene anche più di un candidato del Pd, ma non mi scandalizzo se un partito dice "questo è il candidato migliore". Non sono i partiti a dover rimanere neutrali: è il meccanismo elettorale delle primarie che deve essere equanime e condiviso». Dai prodiani alla Fiom, dal volontariato ai Cub: con una somma così eterogenea di consensi lei può vincere, ma riuscirebbe poi a governare? «Quando Sinistra e libertà venne a propormi i suoi consensi voleva che in cambio mi dichiarassi candidato di partito. Dissi di no. Tornarono e dissero: va bene, ti appoggiamo lo stesso. Ecco come mi muovo. Io non chiedo nulla a nessuno: e nessuno dovrà chiedere nulla a me».

Lunedì 29 novembre

CARLINO 6

REPUBBLICA 1 lun

Il capogruppo finiano alla Camera arriva sotto le Torri, per un inedito aperitivo a pagamento, e boccia l´intesa col Pdl. Flaiani: "Cerchiamo un civico"

Bocchino: "Alle amministrative da soli, o con il terzo polo"

«Una alleanza col Pdl per le comunali? Molto difficile. L´obiettivo è andare al primo turno da soli, o con una diversa coalizione». Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera, chiude così la porta a un accordo con i berlusconiani, durante la sua toccata e fuga bolognese al pub Zerocinquantuno. Aperitivo a pagamento ieri sera alle 18 (ingresso, 15 euro) con una ventina di militanti. «Dovevamo pagare la sala. Il prezzo è popolare», si giustifica l´organizzatrice Serenella Accorsi. Bocchino lascia pieno mandato al finiano Enzo Raisi di scegliere la strategia per le comunali. «Noi siamo un partito democratico, quindi decidono i territori». Nessun accordo romano insomma, come invece accade nel Pdl, dove saranno i leader Berlusconi e Bossi ad avere l´ultima parola sulle candidature. Con Bocchino ci sono la politologa di FareFuturo Sofia Ventura (assieme nella foto) e il consigliere provinciale Giuseppe Sabbioni, oltre al coordinatore provinciale Fli Roberto Flaiani: «Stiamo lavorando per cercare un candidato civico, per ampliare la nostra base». Dietro l´angolo c´è il terzo polo e l´alleanza con Udc e rutelliani. (s. b.)