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Titolo dell’argomento IEM - Fondazione Rosselli Sesto Summit sull’Industria della Comunicazione in Italia L’industria della comunicazione in Italia 1987-2008 L’andamento dei mercati, le sfide per il regolatore, i rischi e le opportunità per il cittadino

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Sesto Summit sull’Industria della Comunicazione in Italia

L’industria della comunicazione in Italia1987-2008

L’andamento dei mercati, le sfide per il regolatore, i rischi e le opportunità per il cittadino

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Questa edizione del rapporto IEM è insieme ordinaria e straordinaria:- ordinaria perché mantiene la sua mission di offrire dati, trend e raffronti internazionali per tutti i settori che compongono l’industria della comunicazione- straordinaria perché la decisione di celebrare i primi dieci rapporti IEM èstata l’occasione per interrogarsi sulle trasformazioni dell’industria della comunicazione attraverso un’analisi storica, lungo un arco di tempo ventennale, di natura quantitativa e qualitativa

L’analisi si è arricchita di interpretazioni e commenti da parte di autorevolistudiosi e analisti, che qui ringraziamo: Cambini, Celata, Duranti, Gavosto, Granelli, Mattucci, Morcellini, Mosconi, Ortoleva, Perrucci, Pilati, Pucci, Ricciardi, Richeri, Rossignaud, Siddi, Spada, Vaciago, Valletti

Nel pomeriggio sarà dedicato spazio all’andamento più recente dei mercati e alla presentazione del cd-rom allegato al rapporto, che contiene una banca dati con i testi di tutte le edizioni precedenti

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L’analisi storica è stata anche l’occasione per riflettere approfonditamente sulle metodologie di analisi dell’industria dei media.

Le strette griglie in cui il Rapporto analizza i diversi media hanno il difficile compito di raccontare un universo sempre più mutevole e sfuggente, con la necessità di affinare nuovi strumenti di analisi e nuovi modelli interpretativi.

Lo IEM ha quindi aperto un dibattito, interno ed esterno all’Istituto, che potrà proseguire sul sito della Fondazione Rosselli (www.fondazionerosselli.it), nel quale vogliamo accogliere ogni stimolo e commento, proveniente dall’industria, dal mondo accademico o da semplici interessati alla materia.

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Indice:

- 4 punti di svolta nell’industria della comunicazione- Il valore del mercato- Global vs local- Comunicazione e PIL- ICT- Contenuti- Pubblicità- La crisi economica- I gusti del pubblico- Le sfide per l’Italia

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Pur se identificare punti di rottura in un’evoluzione storica puòrappresentare spesso una forzatura, ci sono 4 fenomeni che 4 fenomeni che 4 fenomeni che 4 fenomeni che rappresentano dei punti di svolta importantirappresentano dei punti di svolta importantirappresentano dei punti di svolta importantirappresentano dei punti di svolta importanti nella storia dei media in Italia negli ultimi 20 anni:

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-l’esplosione degli investimenti pubblicitari negli anni ’80

-la diffusione del computer, di una cultura digitale e multipiattaforma, quindi la nascita di Internet e lo sviluppo delle reti

-la telefonia mobile e, con questa, la possibilità di interazione in ogni momento della giornata

- lo sviluppo della pay-tv, sotto la cui spinta tutti i mercati si configurano stabilmente a due versanti e competono per gli investimenti delle imprese e il tempo (e la spesa) degli spettatori

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0 10000 20000 30000 40000 50000 60000 70000 80000 90000 100000

1987

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2003

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2005

2006

ICT Iniziative di comunicazione Mezzi a contenuto editoriale

esplosione della pubblicità

esplosione della pubblicità

sviluppo tlc mobili

sviluppo tlc mobili

ascesa pay-tv

ascesa pay-tv

InternetInternet

MacroMacroMacroMacro----settori industria della comunicazione (Msettori industria della comunicazione (Msettori industria della comunicazione (Msettori industria della comunicazione (M€€€€))))

Fonte: IEM su varie (Assinform, Upa, NMR, Agcom, Siae, Univideo, Aesvi, Polimi, IAB, Assocomunicazione et alia)

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Canone Pubblicità Abbonamenti

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1997

1999

2001

2003

2005

PubblicitPubblicitPubblicitPubblicitàààà (M(M(M(M€€€€))))

Utenti Internet (unitUtenti Internet (unitUtenti Internet (unitUtenti Internet (unitàààà))))Mercato Mercato Mercato Mercato TlcTlcTlcTlc mobili (Mmobili (Mmobili (Mmobili (M€€€€))))

Ripartizione risorse Tv (%)Ripartizione risorse Tv (%)Ripartizione risorse Tv (%)Ripartizione risorse Tv (%)

Fonte: IEM su varie

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Questi 4 fattori di rottura o di cambiamento hanno avviato o velocizzato alcunivelocizzato alcunivelocizzato alcunivelocizzato alcuni processiprocessiprocessiprocessi con la conseguenza di lanciare dei settori e contribuire al rallentamento di altri…

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Nel mercato ICT, ad esempio, l’ascesa verticale delle telecomunicazioni mobili, seppur rallentatasi negli anni 2000, ha contribuito (insieme ad altri fattori) a una lunga fase di stagnazione del valore del mercato delle telecomunicazioni fisse

Mercati ICT (M€)Fonte: IEM su Assinform

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O, nella spesa diretta dei consumatori in contenuti audiovisivi, l’ascesa della pay-tv (insieme ad altri fattori come la pirateria) ha contribuito al rallentamento del mercato Home Video

fusione pay-tv

fusione pay-tv

(M(M(M(M€€€€))))

Fonte: IEM su Agcom, Siae, Univideo, Aesvi, Polimi

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Il risultato complessivo è un’industria della comunicazione che sfiora i 101 miliardi101 miliardi101 miliardi101 miliardi nel 2007, a fronte dei 28,6 miliardi del 1987…

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Il mercato è quindi cresciuto di circa tre volte e mezza, con un tasso d’incremento medio annuo del 6,45%

Rallentamenti nei cicli di crescita sono avvenuti nel 1992-94 e nel 2001.

Solo in un caso, fra il 1992 e il 1993, il mercato ha conosciuto un decremento a valore anno-su-anno

La seconda metà degli anni ’80 e ’90, invece, sono state le fasi di maggiore crescita (grazie alle tlc fisse e alla pubblicità nel primo caso e alle tlc mobili nel secondo)

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Le fasi di crescita e rallentamento dellLe fasi di crescita e rallentamento dellLe fasi di crescita e rallentamento dellLe fasi di crescita e rallentamento dell’’’’industriaindustriaindustriaindustria

crisi 1992-94crisi 1992-94

crisi 2001crisi 2001

ascesa pubblicità tv

ascesa pubblicità tv

digitalizzazione, Internet, liberalizzazioni, tlc mobili

digitalizzazione, Internet, liberalizzazioni, tlc mobili

Fonte: IEM su varie

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Tutti i settori: dimensioni e tasso di crescitaTutti i settori: dimensioni e tasso di crescitaTutti i settori: dimensioni e tasso di crescitaTutti i settori: dimensioni e tasso di crescita

Fonte: IEM su varie

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Un’industria sempre più condizionata dalle grosse sfide provenienti grosse sfide provenienti grosse sfide provenienti grosse sfide provenienti dal mercato internazionaledal mercato internazionaledal mercato internazionaledal mercato internazionale.

Le spinte al consolidamento hanno avuto ripercussioni importanti sul mercato italiano nel 2007: Telecom-Telefonica; Vodafone-Tele2; Swisscom-Fastweb…

(e molti gruppi di comunicazione in Italia fanno riferimento ad azionisti esteri: dai maggiori Wind, H3g, Sky, ai centri media, alle filiali delle major Usa in cinema, tv, video, musica…)

E più raramente sono i gruppi italiani che vanno all’estero. Negli ultimi anni:- Mediaset-Endemol- De Agostini-Zodiak International e Gtech- Rcs Mediagroup-Recoletos- Mondadori-Emap France- Tiscali Uk

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Tali spinte producono opposte reazioni, tra gli apocalittici che vedono con grande preoccupazione l’entrata nel nostro Paese dello “straniero”, e gli integrati che salutano l’ingresso di nuovi capitali e, soprattutto, di operatori esterni alle dinamiche spesso asfissianti del sistema italico.

Si tratta di un problema antico, un’oscillazione tra il desiderio di costruire dei campioni nazionali in grado di competere efficacemente sui mercati globali ed il timore di fenomeni concentrativi che limitano il pluralismo.

Un’oscillazione tra il desiderio di globale ed il rifugio nelle certezze del locale…

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Ma vediamo adesso nel dettaglio llll’’’’andamento di alcuni dei andamento di alcuni dei andamento di alcuni dei andamento di alcuni dei segmenti di questa industria ed i principali processisegmenti di questa industria ed i principali processisegmenti di questa industria ed i principali processisegmenti di questa industria ed i principali processi che la attraversano:

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1. Il valore dell’industria si deve principalmente all’IctIctIctIct, che ne rappresenta il 64%, anche se le performance migliori degli ultimi anni si devono ai mezzi a contenuto editorialemezzi a contenuto editorialemezzi a contenuto editorialemezzi a contenuto editoriale che, dal 2001, sono cresciuti di un valore quasi doppio (7,1 miliardi) rispetto a quello dell’Ict (3,9 miliardi)

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+3,9 Md€ +7,1 Md€

MacroMacroMacroMacro----settori industria della comunicazione (Msettori industria della comunicazione (Msettori industria della comunicazione (Msettori industria della comunicazione (M€€€€))))

Fonte: IEM su varie

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2. E sono le difficoltà dell’Ict dal 2001 a oggi che si riflettono sul rapporto tra l’intera industria e il PilPilPilPil. Dopo il picco del 7,08% del 2001, l’incidenza è scesa di oltre mezzo punto, al 6,43% nel 2007

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Incidenza % dellIncidenza % dellIncidenza % dellIncidenza % dell’’’’industria della comunicazione sul PILindustria della comunicazione sul PILindustria della comunicazione sul PILindustria della comunicazione sul PIL

Fonte: IEM su varie

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3. Il rischio è che un andamento di tipo ciclico (segnala Perrucci nel Rapporto) stia assumendo una connotazione strutturalmente negativa. E’ difficile oggi individuare dei segmenti del mercato della comunicazione in grado di dare quell’importante contributo di crescita del Pil in altri momenti assicurato da segmenti come la telefonia mobiletelefonia mobiletelefonia mobiletelefonia mobile

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Dal 2001, infatti, è venuta a mancare la spinta delle tlc mobili (che si segnalano, in Italia, per un ARPU mensile particolarmente basso rispetto agli

altri maggiori Paesi europei)

ArpuArpuArpuArpu mensile mensile mensile mensile tlctlctlctlc mobili, voce e dati (mobili, voce e dati (mobili, voce e dati (mobili, voce e dati (€€€€))))

Mercati ICT (M€)Fonte: IEM su Assinform et alia

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4. I contenuticontenuticontenuticontenuti invece hanno tenuto maggiormente negli anni post-2001.

Alcuni indicatori (spesa pubblicitaria pro-capite, bassi indici di lettura di libri e quotidiani), strutturalmente bassi, hanno risentito meno delle oscillazioni del mercato.

Segmenti nuovi (Mobile Content) o in ascesa (pay-tv, videogiochi) hanno sostenuto la crescita.

Il decremento che ha toccato globalmente altri settori (musica, home video) è stato in Italia di minore entità.

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Dal 2001, infatti, i contenuti sono cresciuti (39%) a un ritmo triplo rispetto al totale del mercato e 6 volte quello dell’ICT

Fonte: IEM su varie

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Tra il 1987 e il 2006, tra periodi di crisi e crescita dell’economia e del mercato della comunicazione, i mezzi a contenuto editoriale (arricchitisi di nuovi segmenti) non hanno mai conosciuto battute d’arresto

(M(M(M(M€€€€))))

Fonte: IEM su varie

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Tra i contenuti, diversi sono gli andamenti da settore a settore: llll’’’’editoriaeditoriaeditoriaeditoria (che vale oggi oltre 11 miliardi) è quello che ha conosciuto i minori tassi di crescita

Ma i quotidiani hanno comunque triplicato il proprio valore in venti anni (mentre i periodici lo hanno solo raddoppiato), anchegrazie al fenomeno dei collaterali

I libri, invece, attraversano una lunghissima fase di crescita modesta (spesso inferiore all’1% annuale, quasi sempre minore all’inflazione)

In generale, l’editoria ha costruito valore su una domanda che non è riuscita a incrementare (non si allarga il bacino di lettori di libri e quotidiani)

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boom collaterali

boom collaterali

Una crescita contenuta anche nel 1995-2000

Una crescita contenuta anche nel 1995-2000

(M(M(M(M€€€€))))

Evoluzione dei mezzi editorialiEvoluzione dei mezzi editorialiEvoluzione dei mezzi editorialiEvoluzione dei mezzi editoriali

Fonte: IEM su Fieg, Aie et alia

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Migliore è stato l’andamento degli audiovisivi audiovisivi audiovisivi audiovisivi ““““classiciclassiciclassiciclassici” (tv, radio, cinema, home video) che hanno quadruplicato il proprio valore e valgono oggi (circa 10,6 miliardi) quasi quanto l’intero mercato editoriale

L’home video, grazie alla crescente penetrazione, è stato il mezzo a più alta crescita (8 volte il valore iniziale)

Radio e tv sono cresciute di 4 volte mentre il cinema in quanto canale distributivo è solo raddoppiato (anche se il prodotto film è parte rilevante dell’offerta di altri canali come tv e video)

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fusione pay-tv

fusione pay-tv

lancio Dvd

lancio Dvd

(M(M(M(M€€€€))))Evoluzione degli audiovisivi Evoluzione degli audiovisivi Evoluzione degli audiovisivi Evoluzione degli audiovisivi ““““classiciclassiciclassiciclassici””””

Fonte: IEM su Agcom, Univideo, Nielsen, Siae et alia

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Audiovisivi che, da un punto di vista tecnologico, hanno fortemente mutato il proprio volto negli ultimi 20 anni.

Anche gli audiovisivi di primissima generazione, come la tv in chiaro e il cinema, sono in via di una parziale digitalizzazione(DTT, sale digitali), che ha già investito (nel corso degli anni ’90) l’home video e la pay-tv (Dvd e nuovi formati, satellite digitale e Iptv), mentre sono nati digitali i videogiochi e il Mobile Video.

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Sesto Summit sull’Industria della Comunicazione in Italia

Analogico (solo in parte digitale)

Analogico (solo in parte digitale)

Analogico (solo in parte digitale)

Analogico (solo in parte digitale) Digitale dal 1998

(Dvd)

Digitale dal 1998 (Dvd)

Digitale dal 1997 (D+)

Digitale dal 1997 (D+)

Nasce digitaleNasce digitale

Nasce digitaleNasce digitale

Fonte: IE

M su Agcom, Siae, U

nivideo, Aesvi, Polimi

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Tra gli altri media, con l’eccezione della musica alcuni segmenti sono in pieno decollo…

Mobile Mobile Mobile Mobile ContentContentContentContent e InternetInternetInternetInternet (in quanto veicolo pubblicitario) mostrano tassi di crescita rilevanti, anche se i contenuti mobili non crescono più ai tassi del 50% che hanno caratterizzato la prima metà del decennio in corso

Il recente boom dei videogiochivideogiochivideogiochivideogiochi: nel 2007 il mercato ècresciuto del 40%

Il valore della musica registratamusica registratamusica registratamusica registrata è in flessione costante dal 2000, per la facilità di accesso del proprio target al file-sharing

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Sesto Summit sull’Industria della Comunicazione in Italia

diffusione Internet: download & p2p

diffusione Internet: download & p2p

lancio 3G

lancio 3G

(M(M(M(M€€€€))))Evoluzione degli altri mediaEvoluzione degli altri mediaEvoluzione degli altri mediaEvoluzione degli altri media

Fonte: IEM su M&D, IAB, Aesvi, Polimi et alia

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5. Dal 1989, il valore della pubblicitpubblicitpubblicitpubblicitàààà sui mezzi a contenuto editoriale (mezzi “classici” cui si è aggiunto Internet) è inferiore alle iniziative di comunicazione relazionale (“below the line” cui abbiamo sommato le directory, in quanto messaggio pubblicitario non legato a un contenuto editoriale)

Il totale è passato da 6,5 a 20,5 miliardi, in linea con l’andamento dell’intero mercato della comunicazione.

Nel decennio in corso, inoltre, la pubblicità è un finanziatore dei contenuti in misura decrescente rispetto alla spesa dei consumatori. La migrazione dei contenuti verso le reti di telecomunicazione, però, apre anche per la pubblicità scenari di ulteriore integrazione fra i macro-settori

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Stagnazione prolungata 1991-1995

Stagnazione prolungata 1991-1995

Più sensibilità alla crisi 2001

Più sensibilità alla crisi 2001

(M(M(M(M€€€€))))

Fonte: IEM su Nielsen, Upa, IAB et alia

PubblicitPubblicitPubblicitPubblicitàààà sui mezzi classici e sui mezzi classici e sui mezzi classici e sui mezzi classici e belowbelowbelowbelow the linethe linethe linethe line

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Sesto Summit sull’Industria della Comunicazione in Italia

3,58

0,46

7,5

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0,77 -0,89

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20

1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006

ANDAMENTO PIL

ANDAMENTO SPESA PUBBLICITARIA (MEZZI CLASSICI)

ANDAMENTO SPESA PUBBLICITARIA & MARKETING RELAZIONALE

Ma la pubblicità classica si è dimostrata più sensibile all’andamento dell’economia nazionale, espandendosi e contraendosi in misura piùche proporzionale al PIL, mentre il below the line ha registrato un’evoluzione più lineare, con rarissime frenate

Fonte: IEM per Assocomunicazione“Il mercato italiano della comunicazione d’impresa e delle istituzioni” 2008

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Televisione e radio hanno incrementato la propria quota di mercato pubblicitario, stabili i quotidiani (ma in calo dal 2000), i periodici hanno perso circa 1/3 del proprio share. Internet vale oltre il 7%

Fonte: IEM su Nielsen et alia

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… Nel periodo, la pubblicità c.d. “below the line” ha sopravanzato, a valore, la pubblicità sui mezzi classici, in virtùdelle possibilità di “fine tuning” nei confronti del destinatario

Tra i vari segmenti del “below the line”, le promozioni sono passate dal 32 al 42% del totale degli investimenti. Il messaggio pubblicitario sul punto vendita (in store advertising) riduce la distanza spazio-temporale fra messaggio e acquisto

Le sponsorizzazioni sono invece passate dal 22 al 14%, crescendo meno degli altri segmenti (e pagano, appunto, la difficoltà di segmentare i pubblici in base agli eventi)

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Fonte: IEM su Nielsen, Upa

Segmenti del Segmenti del Segmenti del Segmenti del belowbelowbelowbelow the line (%)the line (%)the line (%)the line (%)

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6. Questi processi stanno subendo e subiranno sicuramente per l’anno a venire le ripercussioni della crisi economicacrisi economicacrisi economicacrisi economica:

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Probabile il taglio delle famiglie ai beni e servizi voluttuari (come l’intrattenimento) e attenzione a tutte le categorie di consumo (compresi media e comunicazione)…… o tempo libero (ed intrattenimento) a basso costo come reazione alle inquietudini della crisi?

Pubblicità: la contrazione dei budget quanto peserà sugli investimenti anticiclici?

Telecomunicazioni: dinamiche di prezzi decrescenti a parità di consumi? Di quanto rallenterà la crescita dei servizi a valore aggiunto e degli abbonamenti alla larga banda?

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In questo quadro diviene vitale per le imprese riuscire a prevedere e intercettare al meglio i gusti del pubblicoi gusti del pubblicoi gusti del pubblicoi gusti del pubblico, il consumatore non più raggiungibile come entitàgeneralista ma sempre più targettizzato ed esigente

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Sesto Summit sull’Industria della Comunicazione in Italia

Si tratta di un cittadino sempre più invaso e, al contempo, sconosciuto, nella frammentarietà ed impulsività delle sue scelte, la possibilità delle quali incrementa esponenzialmente col digitale.

Internet ed il mobile sono gli strumenti perfetti per inseguire questo sfuggente soggetto, ma siamo solo agli inizi

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E comunque la cannibalizzazione tra media è ancora molto bassa.

Mutano i formati e i supporti ma il tempo dedicato ai nuovi media

sottrae poca “attenzione” ai vecchi media in termini di uso della

piattaforma.

Anche il content veicolato aumenta in modo vertiginoso ma senza

prodotti in via di estinzione.

E’ il regno delle “MediamorfosiMediamorfosiMediamorfosiMediamorfosi”

Anche gli effetti sulla spesa diretta in contenuti audiovisivi

confermano questo processo: ogni successiva forma di consumo si è

affiancata alle precedenti in un riposizionamento reciproco e in

un’espansione del valore del mercato (da 1 a 6,2 miliardi)

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Spesa diretta in audiovisiviSpesa diretta in audiovisiviSpesa diretta in audiovisiviSpesa diretta in audiovisivi(M(M(M(M€€€€))))

Fonte: IEM su Agcom, Siae, Univideo, Aesvi, Polimi

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Naturalmente se osserviamo la cosa in termini relativi le cose cambiano: nel 1987 il canone rappresentava il 60% della spesa diretta in audiovisivi (il restante fra cinema e HV). Nel 2007 è sceso al 25% e il segmento più ricco è la pay-tv col 37%

Fonte: IE

M su Agcom, Siae, U

nivideo, Aesvi, Polimi

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L’evoluzione della spesa in audiovisivi secondo la logistica del consumo…

forme di fruizione vincolata al tempo e/o allo spazio (la televisione, il cinema)

cedono quote di spesa a favore di forme di personalizzazione nel tempotempotempotempo (l’home-video, il near-video on demand, il video on demand, i videogiochi)

e progressivamente nello spaziospaziospaziospazio (negli ultimi anni, con i lettori e le console portatili).

La fruizione domestica (pay-tv) ha guadagnato terreno sulla fruizione fuori casa (il cinema) dello stesso contenuto.

…Fino a possibilità di fruizione in mobilità che svincolano l’intrattenimento dalle pareti domestiche e portano “ovunque” le sue possibilità di scelta.

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Percepita come “tassa” (oltre la logica dell’acquisto)

Percepita come “tassa” (oltre la logica dell’acquisto)

Spesa e consumo fuori casa

Spesa e consumo fuori casa Spesa fuori casa

consumo in casa

Spesa fuori casa consumo in casa

Spesa e consumo in casa

Spesa e consumo in casa

Spesa fuori casa, consumo in casa e fuori

Spesa fuori casa, consumo in casa e fuori

Spesa e consumo in mobilità

Spesa e consumo in mobilità

Fonte: IE

M su Agcom, Siae, U

nivideo, Aesvi, Polimi

Spesa diretta in audiovisivi (%)

Spesa diretta in audiovisivi (%)

Spesa diretta in audiovisivi (%)

Spesa diretta in audiovisivi (%)

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Tempo

Predeterminato (lineare)

Personalizzabile (non lineare)

Spazio

Statico (pubblico)

Statico (privato)

Dinamico

Cinema

Games

Mobile Video

Pay-tv

Canone

Home video

n-Vod

Vod

PVR

console portatili

lettori portatili

DVB-H

rete cellulare

LogisticaLogisticaLogisticaLogistica della spesa audiovisivadella spesa audiovisivadella spesa audiovisivadella spesa audiovisiva

Fonte: vedi slide precedente. L’ampiezza delle forme rispecchia il valore del mercato

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L’interrogativo è quando la spesa in intrattenimento raggiungeràun suo punto di saturazione, sia dal punto di vista delle risorse temporali che da quello delle risorse economiche.

Nel frattempo l’industria della comunicazione cerca di seguire gli umori del pubblico e si va adeguando per raggiungerlo in ogni momento della sua giornata, pur tra mille tentennamenti: da un lato si frena e dall’altro si sperimentano nuovi posizionamenti.

Questi processi producono una nuova generazione di operatori e mezzi ibridi, il coronamento della tanto attesa convergenza, e cosìsempre più ibridi si fanno i modelli di business, ibridi i device e le piattaforme di distribuzione, e ibridi gli operatori che testanonuove alleanze spostandosi tra gli anelli della filiera e tra filiere collegate.

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7. In questo quadro, su che cosa pusu che cosa pusu che cosa pusu che cosa puòòòò e deve far leva le deve far leva le deve far leva le deve far leva l’’’’ItaliaItaliaItaliaItalia? Quali sono le principali sfide davanti alle imprese ed al regolatore? Mi limito a citarne alcune, per aprire il dibattito:

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a) Nel breve periodo:

Una tra le questioni più calde è l’avvio di politiche efficaci riguardo allo sviluppo della banda larga. Come ricorda Pietruntinel Rapporto, “gli operatori chiedono certezze da un punto di vista regolamentare e delle politiche pubbliche e prima di realizzare gli importanti investimenti richiesti per la realizzazione delle nuove reti in fibra cercano di garantirsi unritorno sugli investimenti futuri”.

Peraltro la connessione è moltiplicatore di valore e opportunitàper la diffusione di contenuti e servizi

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b) Nel lungo periodo si possono individuare quattro nodi sui quali intervenire:

L’istruzione. E’ sufficiente investire nelle infrastrutture per la banda larga per stimolare l’alfabetizzazione informatica, che ha ancora dei tassi di diffusione molto inferiori all’Europa? E non bisogna scordare che in Italia si consumano poco i nuovi media (eccetto il cellulare!) così come si legge poco, libri o giornali che siano;

La produzione di contenuti e servizi originali. Cambia la quantitàdei contenuti prodotti e cambiano i sistemi produttivi, e in questo flusso di informazioni vince chi riesce ad impacchettarle nel modo più appetibile per gli utenti, in termini di funzionalità e di design. In questo quadro l’Italia è in ritardo, anche perché, tra le altre cose, la domanda cresce soprattutto a favore di altri paesi. Perché c’è poca diversificazione dell’offerta. Perché c’è poca propensione al rischio e poca valorizzazione del rischio;

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Il rapporto tra reti (e sistema dei media in generale), bene pubblico e libertà personale. Questi ultimi due concetti hanno subito una radicale riformulazione in questi ultimi anni al passo con le modificazioni del ruolo autopercepito del cittadino all’interno della società. Questo è frutto, e a sua volta motore, della accelerata penetrazione dei media nella nostra sfera privata. La possibilità per il cittadino di scegliere all’interno di una gamma vastissima di possibilità e di contribuire esso stesso al flusso di informazione crea una percezione molto elevata di libertà. Ma quali siano gli effetti di questa ‘ubriacatura di libertà’, sul bene pubblico, sul consumo, sulla costruzione del nostro futuro, è cosa tutta ancora da comprendere.

L’esigenza di concorrenza e quella di sostenere lo sviluppo di campioni nazionali in grado di competere sul mercato internazionale. Un altro nodo cruciale da sciogliere, abbandonando le facili retoriche. Sul quale sarebbe bello poter ragionare al di la degli schieramenti politici. Con in testa solo il bene comune del nostro paese.

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Grazie per l’attenzione

Flavia Barca e Andrea Marzulli

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