Historic an 06 Del 2004

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    HISTORICA NUOVA

    Centro Studi diStoria Contemporanea

    CASELLA POSTALE 17614100 ASTITel. 011/6406370

    Al computer Pina Cardia

    COMITATO DIRETTIVO

    Presidente Gianni Rebaudengo - Paolo BoschettiPina Cardia - Luciano Perocchio - Giuseppe SardiErnesto Zucconi

    Produzione in proprio - Distribuzione gratuita ai Soci

    NUMERO 6 - GENNAIO 2004

    Questo numero di Historica Nuova stato curato da Gianni Rebaudengo e Ernesto Zucconi

    Da ottobre a dicembre 2003A.R.~ Torino20,00Giuseppe Rossato ~ Noale (VE)10,00Pino Ozenda ~ Montalto Ligure(IM)50,00Metro ~ Cuneo20,00Giuseppe Mascanzoni~ Bari40,00Cristoforo Barberi~ Rivalta10,00Savino Gentile~ Hone (AO)

    20,00Luca Giovanzana ~ Challand st. An-selme (AO)10,00Conti Filiberto ~ Montemagno (AT)10,00Massimo Bo ~ Costigliole dAsti(AT)15,00Adelino Tonon~ Trieste10,00Romano Antoniotti ~ Pontedassio(IM)10,00Giampaolo Corradi ~ AnguillaraSabazia (RM)10,00Dalmazio Ceccherini ~ Casale Mon-ferrato (AL)10,00Sergio Braguti~ Rivarossa (TO)50,00Paolo Angelino ~ La Morra (CN)12,50Diego Collevecchio ~ Lavagna ( GE)12,50Decima Associazione Culturale

    Italiana:

    G. I. ~ Avigliama (TO)10,00E. O. ~ Centallo (CN)10,00S. C. ~ Villarbasse (TO)10,00P. B. ~ Torino10,00F. R. ~ Torino10,00I. B.~ Torino10,00E. B. ~ Torino10,00Nicola Di Cosola ~ Valenzano (BA)

    10,00E.S. ~ Falconara (AN)50,00Gianni Pratis ~ Torino10,00Ernesto Zucconi ~ Torino45,00Vincenzo Bruni ~ Portocorsini (RA)10,00Giuseppe Sardi ~ Asti10,00

    Per aderire a Historica e ri-

    cevere il Notiziario servirsidel c/c postale n. 22344436 in-

    testato a Pina Cardia. Obbli-

    gatoria la causale Adesione

    a Historica Nuova

    Ed. allinsegna del Veltro

    Formato: 15x21

    Pagg. 440 ~ 17,00

    Il prigioniero di WandaDaniele Lembo lautore di

    questo romanzo storico sul tenta-tivo di un commando di AgentiSpeciali della Rsi, di rapire, nel1944, Vittorio Emanuele IIImentre soggiornava a Ravello(SA). Non sarebbe stato impossi-bile rapire il re e portarlo nelleacque degli isolotti de Li Galli,prospicienti a Positano, dove a-vrebbe dovuto restare ad attende-re un sommergibile tedesco

    Nella realt, il leggendarioprincipe Valerio Pignatelli, capodel movimento clandestino fasci-sta che operava nelle regioni in-vase dagli alleati, aveva effetti-vamente progettato di rapire Vit-torio Emanuele III per condurloin Rsi. Gli accordi con i tedeschiper ottenere la disponibilit di unsommergibile erano gi stati col-laudati in un precedente tentativodi condurre in Rsi BenedettoCroce a commemorare GiovanniGentile, progetto accantonato perla proibizione di Mussolini chetemeva che Croce potesse corre-re troppi gravi rischi.

    In definitiva un romanzo stori-co che pur concedendo alla fan-tasia dellAutore molto spazioper lo svolgimento di una tramaavvincente con sorprendenti col-

    pi di scena, tuttavia si mantienesempre nei binari di un rigorestorico, narrando episodi inven-tati ma che avrebbero effettiva-mente potuto accadere. LAutoreha saputo anche immedesimarsinellepos dellepoca, nei sent i-menti e nelle vocazioni degliuomini della Rsi e in particolaredegli agenti speciali che veni-vano paracadutati o sbarcati ol-tre le linee per effettuare azioniesplorative o di sabotaggio, o dicollegamento con gruppi di fa-scisti clandestini. Volontari,caddero affrontando mille peri-coli e ultimo la fucilazione se siveniva catturati.

    Il prigioniero di Wandadi Daniele LemboMA.RO Editrice

    Copiano (PV) 2003

    LIBRILIBRI

    &emigrare in Francia dove, ver rucciso dai terroristi nel 1976).Leibstandarte: storia di unaDivisione di Ernesto Zucconi

    Editrice NovAntico

    Formato 21x29,5 ~ 300 foto

    pagg. 160 ~ 25,00

    Senza scuse a nessunoFascismo: il titolo sintetico

    ma efficace che Luigi Saverio hadato al suo libro uscito recente-mente per i caratteri delleEdizioni allinsegne del Veltro.Unopera corposa e riccamentedocumentata di 440 pagine chelAutore distribuisce nei seguentiargomenti: il Fascismo dalla na-scita alla sconfitta militare, le o-pere e le istituzioni del Regime, iprimati, i Sindacati, le Corpora-zioni e la Carta del Lavoro, leColonie e la guerra di Spagna, laDottrina del Fascismo, lo Statoetico, confronto tra Fascismo eLiberismo di ieri e di oggi, con-fronto tra Fascismo e Comuni-smo, stile, fede e Mistica fasci-

    sta, lAutarchia e il confronto traAutarchia e antiautarchia (o libe-ro mercato e globalizzazione), ladifesa della razza, il fascismo ela Seconda Guerra Mondiale, laSocializzazione, i Fascismi euro-pei, il post-fascismo. Ai qualivanno aggiunte diciassette ap-pendici di approfondimento.

    Particolarmente innovativa ladocumentazione che addossa agliStati Uniti (complici Inghilterra eFrancia) precise responsabilitnellaver scatenato il Secondoconflitto mondiale.

    Come si vede, un panoramastorico quanto mai vasto e artico-lato che fornisce, in un solo vo-lume, un quadro il pi completopossibile del f enomeno pi im-portante del XX Secolo: il Fasci-

    smo.Fascismo di Luigi Saverio

    La guardia di Hitler

    Leibstandarte: storia di una divi-sione, racconta levoluzione del-la prima Waffen SS, originatadalla guardia del corpo di Hitler.Dal 1933 al 1945, la Leibstan-darte cresce divenendo reggi-mento, quindi brigata (dopo laCampagna allOvest del 1940),infine divisione corazzata nel 19-42, al rientro in Francia dallapartecipazione alloperazioneBarbarossa, con un organico dioltre 19.000 uomini. Corpodlite, la Leibstandarte SS Adolf

    Hitler(questa la completa deno-minazione, LSSAHin sigla) sar

    presente in tutti i teatri di guerraeuropei: Polonia, Olanda, Fran-cia, Balcani, Ucraina, Italia, Nor-mandia, Ardenne, Ungheria.

    Il suo primo comandante, Josef(Sepp) Dietrich, apprezzatoper coraggio, determinazione,impegno e valore, sale tutti i gra-dini di una eccezionale carrieramilitare che lo vedr, nel 1944,generale darmata con lincaricodi costituire la Sesta Panzer-Armee (da impiegare in Norman-dia e nella quale militava la sua

    Leibstandarte), di cui terr il co-mando fino al termine del con-flitto. Legatissimo ai suoi soldati,dai quali era molto amato, Die-trich condivise fino in fondo conessi la gioia delle vittorie elamarezza della sconfitta, su-

    bendo lonta dei processi cui gliAlleati sottoposero i vinti.Nella Leibstandarte militarono

    uomini di eccezionali qualit evalore, come ad esempio Micha-el Wittmann, asso carrista: 138corazzati e 132 anticarro nemicidistrutti, questo il suo record; ocome Kurt Panzer Meyer, chenel giugno del 1944 sostitu inNormandia, alla guida della divi-sione Hitlerjugend, Fritz Witt,ucciso dal fuoco navale nemico.La Leibstandarte fu anche desi-gnata, nel 1943, ad operare in I-talia in funzione del disarmo del-le nostre truppe, dopo l8 settem-bre. Risalgono a quel periodo itragici fatti di Boves, per i qualilallora maggiore Joachim Peipered i suoi subalterni saranno chia-mati in giudizio a Stoccarda ne-

    gli anni Sessanta (Peiper, andatoassolto, sar tuttavia costretto ad

    ADESIONIADESIONI

    1

    L11 gennaio ricorreil 49oanniversario della morte del Mare-

    sciallo dItalia RodolfoGraziani.

    Inevitabile, richiaman-do la sua figura, la evo-

    cazione di un alt ro Ma- resciallo, Pietro Bado-glio, il quale, nonostante portasse la responsabili-

    t di nostri rovesci allepoca della GrandeGuerra, percorse una

    brillante carriera milita- re divenendo poi capo del Governo dopo il 25 Luglio e protagonista

    dell8 Settembre.Tutto diverso il destino

    di Graziani, ministro

    della Difesa durante laRsi e artefice, dopo la re-sa dell8 Settembre, della nascita e sviluppo dell

    Esercito Nazionale Re-pubblicano. A lui furono

    Viva tutti i soldatisconfitti e tutti

    gli Eroi schiacciati

    dal nemico nellabattaglia perduta.

    Perch la sconfittanon pu togliere

    la gloria.

    Walt Whitman CENTRO STUDI DI STORIA CONTEMPORANEA

    NUOVAN. 6

    negate le esequie militarie i funerali nella basilica

    di Santa Maria degli An-

    geli: logico che cos fos- se, trattandosi, come scrive Titta Mada nella biografia a lui dedicata,

    di un ex il che vuol dire duno gi morto prima di morire, duno che a-veva commesso labuso

    di sopravvivere alla tu- mulazione che ne aveva gi decretato la re-

    dingote ufficiale. Erano tuttavia cento-

    mila, le persone che se- guivano i suoi funerali,

    anche se non appartene-vano allItalia ufficiale.

    Ma erano quelle persone

    che riconoscevano inGraziani uno del popolo,uno di loro.

    In seconda paginala relazione Grazianisul nuovo esercito

    RICORDIAMORICORDIAMO GRAZIANGRAZIANII1882 - 1955

    LE TRAME CHE PORTARONOALLA PACE SEPARATA

    MOLTI REPARTI TEDESCHIIN ITALIA, ALLE SPALLE

    DEL GOVERNO DELLA R.S.I.CON DRAMMATICHE

    RIPERCUSSIONISUI SOLDATI ITALIANI

    I L T R A D I M E N T O

    D I K A R L W O L F F

    Il generale SS Wolff con Mussolini SPECIALE PAGG. 6SPECIALE PAGG. 6 -- 77 -- 88

    nel gennaio 1945

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    SOTTO LA GUIDA DI GRAZIANI NASCE IL NUOVO ESERCITO DELLA R.S.I.

    UN PERCORSO DI VOL ONT E PASSIONE

    Il 27 settembre 1943, a Roma, diventa o- perativo il nuovo Mini-stero delle Forze Armate

    repubblicane sotto la guida del Maresciallo dItalia Rodolfo Grazia-

    ni. Dopo un anno di atti-vit, Graziani presentauna relazione ufficiale

    sul lavoro svolto, parten-

    do dal momento in cui ha assunto la responsa- bilit del Ministero. Ri- portiamo di seguito i

    passi principali della re-lazione.

    La situazione era la seguen-te:

    Esercito: dissolto, frantuma-to, polverizzato. Comandi e uf-fici, sia centrali che periferici,sciolti o abbandonati; magazzi-ni, parchi stabilimenti, distretti,caserme saccheggiate, devasta-

    ti dalla plebaglia e dai soldatifuggiaschi od occupati dalletruppe germaniche.

    Marina: la flotta passata alnemico nella quasi totalit.Lammiraglio Legnani stavaindustriandosi per riprendere inmano il poco naviglio che re-stava.

    Aviazione: polveri zzata co-me lesercito, neppure un appa-recchio a nostra disposizione.

    Sopra tutto questo caos: de-moralizzazione, disorientamen-to, cieca ostilit. I valori moralicalpestati: il senso dellonore,amor di Patria, spirito di sacri-ficio, divenuti parole vane. Peruscire da questa situazione bi-sognava ricreare dal nulla le

    Forze Armate della Nazione eper fare questo occorreva in-nanzi tutto scuotere lapatia,lavvilimento, il disorienta-mento della massa degli uffi-ciali ....

    A questo punto Graziani citail successo ottenuto dalla riu-nione degli ufficiali al teatroAdriano e alla seguente mani-festazione alla tomba del MiliteIgnoto.

    Seguirono prosegue Gra-ziani gli ordini radiofoniciper la riapertura dei distretti eper la ricostituzione dei Consi-gli e de lle Commissioni di le-va, premessa indispensabile per

    effettuare i necessari richiamidella truppa e costituire quindii nuovi reparti [...] Il giorno 18ottobre lo Stato MaggioredellEsercito riprendeva le suefunzioni organizzative con lacostituzione dei Comandi re-gionali e provinciali.

    Una volta realizzata la inte-laiatura della nuova organizza-zione territoriale di recluta-mento, di mobilitazione logisti-ca, si diede inizio al delicato efaticoso lavoro della ricostitu-zione dei reparti. [...] Nel no-vembre si pass a chiamaresotto le armi le classi pi gio-vani, meno scosse dagli eventie quindi pi idonee, insieme aireparti volontari sorti subitodopo l8 settembre, a costituireun primo blocco di forze sane[...]. Un reclutamento sotto-linea Graziani realizzatoallinizio tra grandi difficolt,dovendo anche supportare losforzo bellico tedesco sulle co-ste e sul fronte Sud.

    Intanto venivano costituitimolti battaglioni i quali appenavestiti e sommariamente equi-paggiati, senza aver potuto ri-cevere adeguato addestramen-to, venivano immediatamenteavviati al fronte Sud [...] con-temporaneamente venivano ap-prontate decine e decine di altrireparti, in maggioranza batteriee battaglioni costieri, subito av-viati verso le zone di impiego.

    Solo in un secondo tempo,non appena cio furono soddi-sfatte le pi urgenti richiesteper il fronte Sud, si procedettealla costituzione delle primegrandi Unit combattenti, diquelle prime Divisioni che do-vevano costituire la pietra an-golare della nuova organizza-

    zione dellEsercito NazionaleRepubblicano [...] Cos mentrein Italia si procedeva al recluta-mento, al la vest izione(difficoltosissima) e a una pri-ma sommaria istruzione milita-re presso il Centro CostituzioneGrandi Unit, presso i campi diaddestramento in Germania siprocedeva alla formazione deiquadri ufficiali, sottufficiali egraduati tratti da quelli inter-nati che avevano subito mani-festato il desiderio di continua-re a combattere per lonore e lasalvezza dItalia [...].

    Aggravatasi la situazione in-terna dopo la caduta di Roma,soprattutto nei r iguardi del ri-bellismo, si rendev a pure ne-cessario provvedere alla costi-tuzione di appositi reparti da

    destinare sia alla protezione deivari enti militari, sia alle opera-zioni contro i ribelli.

    In queste ultime settimane leprime Divisioni italiane ritor-nate dai campi di addestramen-to sono state inserite inunArmata italo-tedesca dellaquale stato affidato a me ilcomando [...].

    In sintesi, lEsercito Nazio-nale Repubblicano, in meno diun anno ha realizzato una orga-nizzazione territoriale, centralee periferica, efficiente e ade-guata alle necessit contingen-ti; un certo numero di robusteDivisioni, armate con le armi

    pi moderne, addestrate allascuola tedesca; la costituzionedi numerosissimi reparti delle

    varie armi, specialit e servizi,posti in gran parte alle dipen-denze di impiego del ComandoGermanico.

    Se si tiene conto delle imma-ni difficolt superate affermaGraziani e di talune sfavore-voli ripercussioni di importantieventi bellici sulla situazioneinterna, si pu concludere senza tema di incorrere in esa-gerazioni che il lavoro com-piuto e i risultati conseguiti so-no da ritenersi considerevoli.

    Firmato

    Rodolfo Graziani

    Maresciallo dItalia

    LEsercito della R.S.I.nasce tra enormi

    difficolt di carattereorganizzativo e tra ladiffidenza dei capimilitari tedeschiscottati duramentedal voltafaccia dell8Settembre.Soltanto il valorosocomportamento deiprimi battaglionidi volontari impiegaticontro gli Alleatimodificherannotale atteggiamento.

    11

    Il 9 settembre 1943, a Verona, nella caser-ma di Porta Catena, fino al 25 luglio intitola-ta a Benito Mussolini, Vittorio Facchini, gi i-struttore della Gil e fiduciario di zona del PNF,inizi la costituzione di un reparto di Bersaglie-ri. Per continuare a combattere la guerra con-tro gli anglo americani affluirono nella casermacentinaia di giovani studenti e militari, ufficiali,sottufficiali e soldati, provenienti da armi, corpie specialitdiverse.

    Il 12 settembre 1943 alla notizia della libera-zione di Mussolini, il reparto, che aveva rag-giunto la consistenza di un battaglione, deno-

    minato Fiamme Cremisi, fu ribattezzatoBenito Mussolini. Articolato in cinque Compa-gnie e un reparto servizi, il Battaglione presidila linea Gorizia Piedicolle con distaccamentiarroccati in caselli forti ficati.

    Il tenente colonnello Vittorio Facchini nei pri-mi giorni del febbraio 44 riusc a fare rientrareda Santa Lucia di Tolmino un grosso plotoneche, rinforzato da una ventina di Bersaglieri inlicenza a Verona, costitu il nucleo attorno alquale fu formato il II Battaglione Goffredo Ma-meli: in due mesi furono costituite quattroCompagnie, tre di fucilieri e una di mortaisti edi mitraglieri, per un totale di circa seicentoci n-quanta uomini.

    Il 19 marzo il Battaglione si trasfer a Forlper un ulteriore periodo di addestramento. Allafine della prima decade di aprile 44 il Mameliinizi il programma di addestramento con gliistruttori germanici. Il 24 maggio le quattroCompagnie vennero dislocate lungo il litorale,da Riccione a Pesaro.

    Su interessamento di Mussolini il comandodella 10a Armata germanica invi la richiesta dicentoventi volontari per costituire una Compa-

    gnia dassalto, che venne sottoposta a un ciclodi addestramento accelerato in due settimane.Lo sfondamento della linea Goti ca sul Giogo

    di Scarperia il 19 settembre 1944 costrinse glialti comandi della Wehrmacht ad impiegare o-gni risorsa disponibile per contrastarelavanzare della V Armata americana che dila-gava lungo la Valle del Santerno. La 1 Compa-gnia del Mameli fu cos distolta dallimpiegogiprevisto per la lotta gegen Banditen e in-viata contro gli Americani. Nella bolgia delSanterno i ragazzini del Mameli conquistaro-no lammirazione dei Tedeschi.

    Due mesi pi tardi fu la volta della II Compa-gnia dislocata sul fronte del Senio contro i Po-lacchi della 3 Divisione dei Carpazi e gli Indianidell8 Divisione. Per settanta giorni consecutivifu un susseguirsi di assalti e di colpi di mano,con combattimenti aspri e sanguinosi a Calba-ne, Villa Zacchia, Rivola, Molino Costa, CasaleSan Martino e in ogni altro angolo della Vallepresidiata dal Mameli.

    Il tributo di sangue pagato dai Bersaglieridella II Compagnia fu molto alto, simile a quel-lo della I Compagnia: tra Caduti, feriti e disper-si, lorganico del reparto fu pi che dimezzato.

    I superstiti rientrarono a Verona il 28 febbraio1945.

    Il 18 marzo la III Compagnia si trasfer daBergamo a Verona e si un alla ricostituita ICompagnia, con cui fu formato un Gruppo diCombattimento, destinato ad essere incorpo-rato alla Divisione Bersaglieri Italia, che rag-giunsero il 27 marzo. Presidii, scorte lungo lastatale 62 della Cisa sotto il fuoco dei ribelli edei caccia-bombardieri americani, rastrella-menti e, per un gruppo della I Compagnia, gliultimi accaniti combattimenti contro i Nippo-americani del 442 Rct ad Aviano in Lunigiana.Altri Caduti, altri feriti, altri sacrifici.

    A Fornovo, tra il 28 e il 29 aprile 1945 la finedellavventura.

    (A cura di Antonio Liazza)

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    DECORAZIONI INDIVIDUALI AL VALOR MILITARE

    Medaglia dArgento

    Medaglia di Bronzo

    Croce di Guerra

    Avanzamento per merito di Guerra al Grado Superiore

    3

    Borovnica, il campo di stermi-nio jugoslavo a sud di Lubianadove, a guerra ultimata, venne-ro raccolti 3.500 fra civili gori-ziani, triestini e istriani e unaquarantina di superstiti del Bat-taglione bersaglieri Mussoliniscampati alla strage di Tolminodove 100 commilitoni vennerosepolti vivi in una caverna. Uncampo tristemente noto per tor-ture e omicidi che il vescovo di

    Trieste, monsignor Santin, de-finir linfern o dei morti vi-venti. E di cui, tra laltro, ilcappellano padre GuerrinoFabbri scriver nel suo diario:I cadaveri dei fucilati veniva-no gettati nelle latrine del cam-po e a me cappellano non eramai permesso di far loro, pre-ventivamente, baciare il croce-fisso.(Fonte: Prigioniero di Tito 1-945 1946 di Lionello Rossi

    Kobau ~ Edizioni Mursia)

    Si notino, nella piantadel campodi Borovnica, alcunedelle note: n. 6) Buchelatrine e fosseper fucilati; n. 12)Spazio per adunatecon torture ai palie fucilazioni; n. 13)Fosse comuni primicadaveri per infezionee fucilazione; n. 14)Uno sullaltro in fossacomune del cimitero(in un secondo tempo)

    LINFERNODI BOROVNICA

    ATROCIT SLAVE CONTRO GLI ITALIANI

    LItalia ufficiale si ben guardata, nellarco di oltremezzo secolo, di portare alla luce la ferocia criminale

    messa in atto nel 1943-1945 dalle bande di Tito. Una fero-cia di cui tratteggiamo alcuni episodi, tra mille altri, traen-

    doli dagli atti del Convegno di Studi Storici tenutosi a Na-

    poli sotto legida dellI.S.S.E.S. Un Convegno del tutto i-gnorato (ovviamente) dalla grande stampa nazionale e dal-

    la televisione di Stato.

    zia il 18 maggio 1944 un grup-po di partigiani titini slavi gui-dati da partigiani comunisti ita-liani andarono allOspedale Ci-vile e prelevarono 50 degentidopo averne distrutto le cartellecliniche perch fosse pi diffi-cile ricostruire in seguito quellastrage. Nessuna di quelle 50persone ritornata (Rosario Lopa) Si lasciatoche pochi boia spargessero ilterrore, cavando gli occhi, e-stirpando tutte le unghie, spac-cando le ossa, schiantando laspina dorsale e poi la vittimaveniva piegata allindietro; evi-rando, marchiando a fuoco ilpene, segando le mani con unasega da falegname, segando

    addirittura il corpo ancora in

    vita di un Martire in due met,che furono poi gettate nel fiu-me Panaro (Benedetta De Falco) Il ca-stello di Pisino era diventato inquei giorni prigione e quartiergenerale dei partigiani di Titoil cui luogotenente era IvanMotika Il 30 ottobre i restidi due congiunti imprigionatida Motika, furono riportati allaluce da una cava di bauxite avilla Bassotti. Erano nudi, lemani legate con il filo spinatoed erano stati tagliati i genitalie levati gli occhi. In tutto si ri-cuperarono 23 salme, cos silegge nella deposizione allaProcura di Trieste di Leo Mar-zini, figlio e nipote dei due

    congiunti rinvenuti.

    (Marco Pirina) Nei paesi ipartigiani titini incominciaronoad andare nelle case a preleva-re centinaia e centinaia di Ita-liani e li portarono via ledonne venivano denudate, sevi-ziate, gli uomini venivano tor-turati, venivano c avati gli oc-chi, venivano legati con il fil diferro e stretti con le pinze lace-

    rando le carni. Il povero donTarticchio fu evirato, gli furo-no messi gli organi in bocca, fuincoronato con le spine e getta-to nella foiba.(Michele Chiodi) A Trieste,nel maggio-giugno 1945 lebande titine instaurarono uncentro di tortura a villa Se-gr. Gli Italiani detenuti veni-vano sottoposti alle pi efferatesevizie: bastonati selvaggia-mente, costretti a bastonarsi avicenda, a mettere la testa nelbugliolo degli escrementi, finoad essere ridotti stracci senzavita; quindi scomparivano infoiba.

    Quei sopravvissuti di villaSegr che non erano stati in-viati in foiba, venivano ristrettinel campo di smistamento in-staurato nella risiera di SanSabba, anticamera di un com-plesso e sconvolgente sistemadi lager di sterminio i pri-gionieri, spesso senza alcun ci-bo, erano costretti a raccogliere

    lerba che trovavano e, quandopotevano, la facevano bollire. Iresidui della mensa dei parti-giani slavi venivano da questiavvelenati e poi dati in pasto aimalcapitati detenuti, con leconseguenze mortali che pos-sibile immaginare.

    Ad un prigioniero del fami-gerato lager di Borovnica furo-no strappati gli occhi e la serafu fucilato perch i suoi lamen-ti strazianti infastidivano i tor-turatori. Ad un altro italianoprigioniero furono strappatilembi di carne sulle cosce e sisparse il sale sulle lacerazioni .(Glauco Saltarelli) A Gori-

    RESPONSABILIT DEL P.C.I.SERVO DI TITO

    Noi consideriamo come un fatto positivo, di cui dobbiamo ral-legrarci e che in tutti i modi dobbiamo favorire, loccupazionedella regione giuliana da parte delle truppe del maresciallo Tito.Questo significa che in questa regione non vi sar n una occupa-zione inglese n una restaurazione dellamministrazione reaziona-ria italiana, cio si creer una situazione profondamente diversada quella che esiste nella parte libera dItalia []. Il nostro partitodeve partecipare attivamente, collaborando con i compagni jugo-slavi nel modo pi stretto allorganizzazione di un potere popolarein tutte le regioni liberate dalle truppe di Tito e in cui esiste unapopolazione italiana [...]. Palmiro Togliatti

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    NUOVO ELENCO DI CADUTI DEI SERVIZI SPECIALI RSI

    OPERARONO NELLITALIA INVASAE CADDERO SOTTO IL PIOMBO ALLEATO

    Sui numeri 2 e 3 di Histori-ca Nuova, negli spazi dedi-cati ai Servizi Speciali dellaRsi che operarono nellItaliainvasa, abbiamo dato lelenconominativo di 19 agenti cattu-rati dagli anglo-americani equindi fucilati. Si trattava di unelenco incompleto al qualevanno aggiunti i 43 nominativi

    segnalati da Francesco Faticain Mezzogiorno e Fascismoclandestini 1943 1945 ed.ISSES.

    Questi i nomi: Gino Lancel-lotti, Giannino Macrelli, LinoMasin, fucilati nel novembre1944. Nicola Abate, fucilato aRoma con tre commilitoni dicui non si conoscono i nomi.Ruy Blas Biagi, fucilato nellecave di Mairano il 26 novem-bre 1944. Luigi Piras e FrancoBerselli fucilati il 6 dicembre

    1944 a Firenze. Angelo Len-cioni, fucilato l11 gennaio 19-45 a Firenze. Mario Martinellie Giuseppe Boni, fucilati il 30gennaio 1945 a Firenze. Gof-fredo Agostini, Ulisse Venturi-ni e Giorgio Simino fucilati il14 febbraio 1945 a Firenze. Er-mete Benvenuti e DomenicoMuscatiello fucilati la vigilia diPasqua 1945 a Firenze. FrancoSabelli e Armando Testorio fu-cilati al Forte Bravetta il 26giugno 1945 a guerra finita sudelazione di attivisti comunisti.

    E ancora altri nomi: Sottoca-po Enrico Bocchelli, AusiliariaSonia Bricco, Soldato MarioCarati, Segente Mario Coracci,Paracadutista Marino Jelcick,

    Soldato Aldo Martellucci,Franco Pestrelli, Gualberto Pe-strelli, Maresciallo GiovanniPorcu, Legionario VincenzoPorcu, Legionario Ginetta Pru-ri, Legionario Dante Rabbi, S.Ten. Ottaviano Rocchi, Capita-no Renato Roscilde, CapitanoAmedeo Rossi, Elio Rossi, Ca-

    po di II cl. Franco Senino, Sol-dato Raffaele Siniscalchi, Para-cadutista Giovanni Sleb, Solda-to Vincenzo Sorini, SottocapoPaolo Trivulzio. Ai quali van-no aggiunti Albino Chiaruttini,Celli, Vittorio e Rolando Car-bone.

    Mancano allappello, perquanto ci concesso sapere, ol-

    tre quaranta Agenti Specialiche risultano dispersi in azionee dei quali non si conoscono inominativi.

    Abbiamo ricevuto delle lamentele da parte di alcuninostri lettori che dopo aver ricevuto i primi numeri diHistorica Nuova non hanno ricevuto i successivi. Vo-gliamo chiarire che ci non dovuto a disguidi postali(purtroppo sempre possibili) bens alla mancata adesio-ne al nostro Centro Studi che prevede, appunto, linviodel nostro notiziario. Saremmo pi che lieti di poter ef-fettuare linvio di Historica Nuova a tutti indistinta-mente (anzich procedere con numeri saggio), iscritti omeno al nostro Centro, ma questo non davvero possi-bile. I costi, soprattutto di spedizione, hanno raggiuntolivelli quasi insostenibili recuperabili, anche se soltantoin parte, attraverso le singole adesioni. Vogliamo ricor-dare che il nostro Centro Studi non gode di alcun finan-ziamento e si regge esclusivamente sullapporto dei suoifondatori e degl i iscritti. Pertanto lunico modo per ri-cevere Historica Nuova quello di iscriversi.

    PROMEMORIA PER I LETTORI

    GU ER RA CI VIL E: U NA T E- ST IMON IA NZ A D I F ILIB E RT O

    LA GIUSTIZIAPARTIGIANANEL MONFERRATO:MASSACRATIDUE INNOCENTI

    accaduto a Montemagno, piccolo cen-tro del Monferrato: uno tra i tanti tragi-ci episodi del 1943-1945. Questa la storia.

    A Montemagno, evacuato dai tedeschiche lavevano occupato subito dopo l8 Set-tembre, dominava la banda partigiana diLuigi Acuto, elemento non sanguinario.Non tardano per ad imporsi ben altri sog-getti e incominciano le uccisioni di cui nonsi mai riusciti ad avere un computo preci-so.

    In un vecchio edificio del paese, tramuta-to in caserma, venivano tradotti i militaridella Rsi fatti prigionieri, ma non solo, an-che madri e parenti di aderenti alla Repub-blica sociale, nonch minorenni accusate di

    essere spie. Un luogo di tortura, tappa ob-bligata prima di venire eliminati nelle cam-pagne circostanti o nei pressi del cimitero. a questo punto che nella storia compare ilnome di tale geom. Avidano detto il Gobbo,un capobanda propenso a compiere impresedi sangue.

    E unimpresa ritenuta eclatante fu quellache decise nei confronti di un ex podest di

    Montemagno, Lorenzo Ferraro, vecchio fa-scista al quale nessuno poteva imputare col-pe di alcun genere. Tanto che a chi gli con-sigliava di scappare, considerato il clima e-sistente in quei giorni, rispondeva tranquil-lo: Ma se non ho fatto niente di male!.

    La tragica conclusione si ebbe il 14 mar-

    zo 1945: Lorenzo Ferraro venne catturatoin campagna, portato nella piazza principa-le e ucciso. Il suo corpo venne lasciato sulposto per tutto il resto della giornata, perlintera notte e parte del giorno dopo. Glirimase vicino, fedele oltre la morte, il suobel cane nero. Ma evidentemente ci nonbastava e una fine raccapricciante fu riser-vata a sua moglie, Nella Lolini Ferraro.Portata in caserma, violentata e poi usatacome cuoca, venne in seguito massacrata.Inutilmente, lungo la strada che la portavaal supplizio, si aggrapp disperatamente aogni appiglio, invocando aiuto, soprattuttonel passare davanti alla casa di una sua pa-rente , la Tlina. Venne martirizzata a colpidi zappa e gettata in un fossato vicino ad uncanneto. Nella Lolini Ferraro non mor su-bito, si udirono i suoi flebili lamenti ancheil giorno dopo, finch la morte la liber dal-lo strazio.

    La Tlina, che aveva assistito al suo calva-rio e udite le sue grida mor poi di infarto.

    Ora i coniugi Ferraro riposano in una bel-la tomba, la prima a sinistra nel cimitero delpaese.

    N. 6: LE FOTOGRAFIESono tratte da Guerra Civile in Ita-lia (Giorgio Pisan); RepubblicaSociale (Arturo Conti); Speciale dapagina sei a pagina otto: La resadegli ottocentomila (FerruccioLanfranchi)

    ... Cara mamma, termino lalettera perch il tempo dei

    condannati a morte contato

    sino al secondo. Sono conten-

    to della morte che mi desti-

    nata perch una della pi

    belle essendo legata a un sa-

    cro ideale. Io cado ucciso in

    questa immensa battaglia per

    la salvezza dello spirito e del-

    la civilt, ma so che altri con-

    tinueranno la lotta per la vit-toria che la giustizia non pu

    assegnare che a noi. Viva il

    Fascismo, viva lEuropa.

    (Lettera alla madre di Franco

    Aschieri dei Servizi Speciali

    Rsi poco prima di essere fuci-

    lato).

    Italo Palesse dei Servizi Specia-li prima dellesecuzione.

    LETTERAALLA MADRE

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    DALLA PAGINA 7

    IL TRADIMENTODI WOLFF

    corazzate. Il generale Adami Rossi, coman-dante italiano di Torino, si aggreg al gene-rale Schlemmer con tutte le forze di cui di-sponeva. Il generale americano che tratt laresa voleva trattarla solo coi tedeschi. Il ge-nerale Schlemmer si rifiut, e disse: Iotratto la resa anche per gli italiani, e allestesse condizioni, o continuer a combatte-re. Questo dico ad onore del generaleSchlemmer, soldato di tutto onore.

    EpilogoTornando a Wolff, dove questi riusciva

    ad arrivare promuoveva tregue tra tedeschie partigiani, lasciando sistematicamentefuori i fascisti. Sar Wolff ad ordinare aisuoi, la vigilia dellinsurrezione di Genova,di trattare col CLN lo sganciamento tede-sco, ignorando la sorte dei nostri soldati: lastessa indifferenza usata dal cardinaleSchuster, il quale dar prova di aver pronta-mente assimilato un linguaggio consono ainuovi tempi definendo, nelle sue memoriefascisti i vinti e patrioti i partigiani.

    Wolff riuscir a tradire anche Schuster,trattando direttamente la resa con gli Allea-ti, invece di firmarla, secondo gli accordipresi con lalto prelato, in Arcivescovado.

    8 marzo 1945: da questo momento i tede-schi simpegnano a rinunziare ad ogni at-

    tacco alle formazioni partigiane. In pi,Wolff s reso garante della liberazione diFerruccio Parri (vice-comandante del Cor-po Volontari della Libert), allora detenuto.

    Il 9 marzo il colonnello Rauff, daccordonel complotto, avverte Wolff che Kessel-ring deve lasciare il Fronte Sud perch no-minato comandante del Fronte Occidentale:viene a sostituirlo il generale Heinrich vonVietinghoff, gi difensore di Cassino.Wolff simpegna con gli Alleati anche perlui prima ancora di avergli parlato; e intantoconsegna al nemico una valigia con mappe

    e documenti sugli schieramenti tedeschi.Vietinghoff ha qualche scrupolo, tergiversa,chiede di ammorbidire, almeno, i terminidellatto da firmare, che parla di resa senzacondizioni. Unincursione di bombardierisopra Recoaro, sede del Quartier Generale,scioglie ogni remora.

    Il 29 aprile 1945, nella Reggia di Caserta,i plenipotenziari tedeschi firmano la capito-lazione delle forze germaniche in Italia.

    Soli contro tuttiUn esempio emblematico di ci che cost

    agli italiani, militari e civili, la sotterraneadefezione tedesca, si trae dalla resa separata(12 aprile 1945) del capitano Wessel, a ca-

    po del presidio germanico di Bra. Quantosegue uno stringato resoconto di quantoesposto da Liliana Peirano nel suo primo li-bro della serie Ragazzi: presente (RA.RA. Mondov, 1998), opera fondamentaleper chiarire episodi rimasti per pi di cin-quantanni in ombra.

    Pubblichiamo i sommari deiprincipali articoli comparsi suicinque numeri di Historica Nuo-va gi usciti. Numero 1

    *Zara: Martirio di una citt*Rsi: Tribunali legittimi*Socializzazione, un anno dopo*Bombacci, il socialismo e laRsi*Quei ragazzi del Mussolini*Nasce il nuovo Esercito repub-blicano*Nove mesi della Rsi a Terni*Prigionieri nel Campo 211 diAlgeri(Foto notizie recensioni ap-

    punti storici)

    Numero 2*Sparate per uccidere: FirmatoPietro Badoglio*I fucilati dei Servizi specialidella Rsi

    * Il centenario della nascita di A-ther Capelli*Documenti sulla liberazione:*Il martirio delle Ausiliarie,luccisione di Giuseppe Solaro,la strage di Oderzo

    *Monterosa, una Divisione diferro*Campo 25 non-cooperatori. Ri-cordo di Mussolini*FF.BB. nella Muti*Coltano: una vergogna perlesercito statunitense*Il Mameli sul fronte Sud*Pasqua di sangue al Ponte dellaPiet(Foto notizie recensioni ap-punti storici)Numero 3*Rsi: Il funzionamento dello Sta-

    to

    *Le vittime dimenticate della fe-rocia Alleata*Esperia, atroce martirologio di

    una popolazione indifesa*Il disprezzo inglese verso gli I-taliani*Il Mameli sul fronte del Senio*Divisione Littorio: in difesa deiconfini

    *Gli aguzzini (inglesi) del Cam-po 175*F.T. Marinetti, poeta di respiroeuropeo*Valtellina 44: Il progetto Costa*Bottai: la maschera e il volto*Rino Zurlo: Azione e fede, sin-tesi di una vita*Le Forze Armate Italiane all8settembre 1943*Dal Fiume: Aiuta gli anti-fascisti e i partigiani lo sbattonoin galera(Foto notizie recensioni ap-punti storici)

    Numero 4*25 Aprile: sangue e morte innome della libert

    *RSI il funzionamento dello Sta-to (seconda parte)*Foibe '43 prologo di una trage-dia*Illegali le stragi del dopoguerra*I giorni del massacro a Torino

    *Il calvario dei civili*I Caduti nel cuneese*Le Ausiliarie cadute di Piemon-te*Il massacro di La Zizzola*La flotta italiana si consegna aMalta*Gino Gamberini: eroe del-laviazione(Foto notizie recensioni -

    appunti storici)

    Numero 5*8 Settembre: Il giorno dellagrande vergogna*Speciale da pagina 2 a pagina10: Lazione di Governo dellaRSI e i suoi ministri

    ***

    SOMMARI

    Icilio Ronchi Della Rocca, comandantedella 12a Divisione Bra (appartenente alleformazioni autonome di Mauri), il 13 a-prile 1945 trasmette al maggiore Hope dellamissione alleata di Cisterna dAsti, ed allostesso Mauri, uno scritto del seguente teno-re:

    Ho deciso di accettare la resa del Cap.

    Wessel imponendogli queste condizioni:

    1) Il Cap. Wessel rimane nella sua carica

    in condizioni di resa incondizionata;

    2) La citt di Bra sar considerata virtual-

    mente libera;

    3) Durante nostre azioni in citt contro i

    reparti della Repubblica, i tedeschi non do-

    vranno uscire dalla caserma n daranno

    aiuti o asilo a militari;

    4) Tutti gli uomini del Presidio tedesco,

    alloccupazione definitiva di Bra, saranno

    considerati prigionieri di guerra con le ga-

    ranzie sanzionate dalla convenzione inter-

    nazionale di Ginevra.

    Nel pomeriggio ho fatto attaccare il Presi-

    dio repubblicano di Bra e dopo un violento

    scontro la citt stata occupata e tenuta fi-no alla mezzanotte, con ci ho voluto aver

    conferma degli impegni assunti la mattina

    dal Cap. Wessel e difatti i tedeschi si sono

    sbarrati in caserma isolandosi completa-

    mente dagli avvenimenti.

    Lincursione partigiana su Bra, senza chei tedeschi alzino un dito, costa la vita a nu-merosi militari italiani, sette dei quali fattiprigionieri e passati per le armi su ordine diDella Rocca (per loro, le convenzioni inter-nazionali non contano). Anche cinque civi-li, spie sospette, vengono catturati inquelle circostanze; non ne conosciamo i no-mi e nulla sappiamo sulla loro sorte.

    Il 14 aprile, a Sommariva Perno, repartidella Gnr e della Xa Mas cadono inunimboscata dei partigiani, sicuri ormaiche le forze germaniche non interverranno.Allepilogo di questi fatti, saranno p i di

    cento i militari uccisi: alcuni moriranno inbattaglia; molti altri, rimasti feriti, verrannofiniti sul posto; la maggior parte, dopo es-sersi arresi, saranno uccisi a gruppi, via vianel corso delle varie tappe di spostamento.Gli ultimi tredici verranno giustiziati, do-po quasi un mese di sevizie, parte a S. Ste-fano Roero (sette, il 9 maggio), parte a Ro-reto di Cherasco (sei, il 10 maggio).

    I superstiti, presi in consegna dagli ameri-cani, saranno portati al campo di concentra-mento di Coltano.

    Ernesto Zucconi

    Graziani e il generale Schlemmer

    5

    CONVENZIONE DELLAIA

    VOLONTARIE MILIZIE SONOPARTEINTEGRANTEDELLESERCITO

    Secondo la maggioranza de-gli attuali esegeti della co-siddetta liberazione, va ope-rato un radicale distinguo ri-ferito ovviamente alle uccisioniperpetrate da forze partigianedopo il 25 aprile tra i repartidella Rsi formati da militari dileva e i reparti volontari e inCamicia Nera ( politici). Sottin-tendendo che questi ultimi nonpotevano essere considerati re-parti regolari dellEsercito, equindi estranei ad ogni tratta-mento secondo le leggi interna-zionali di guerra.

    Ad inficiare questa teoria la stessa Convenzione Intrerna-zionale dellAia che al capitoloprimo recita testualmente:Concetto di belligerante. Arti-colo 1. Le norme, i diritti ed idoveri di guerra valgono non

    soltanto per lEsercito, ma an-che per le milizie ed i corpi vo-lontari, quando riuniscono in sle seguenti condizioni: 1. Cun Comandante responsabiledei subordinati; 2. viene porta-ta una mostreggiatura ricono-

    scibile a distanza; 3. le armi so-no portate in pubblico; 4. nelleloro operazioni vengono osser-vate le leggi e gli usi di guerra.In quelle Nazioni, nelle qualimilizie o corpi volontari costi-tuiscono lEsercito o parte inte-grante dellEsercito, questevengono comprese nel termineEsercito.

    AERONAUTICAE MARINA DEL SUDALLEATE CON TITOIl loro appoggio si rivelessenziale ai fini espan-sionistici anti-italiani

    Mentre erano gi iniziati imassacri di italiani daparte delle bande di Tito, laRegia Aeronautica, al servizio

    degli Alleati e connivente ilGoverno del Sud, forniva ma-teriale bellico e di sussistenzaagli Slavi imitata dalla regiaMarina che a sua volta fornivaalcuni mezzi per effettuaresbarchi di partigiani titini sul-le coste della Dalmazia. Tutteoperazioni che lo stesso Mare-sciallo Tito ha poi riconosciu-te essenziali per la vittoriosaconclusione di quelle opera-zioni militari che portaronooltre che alloccupazione diterre italianissime, alle foibe ealla pulizia etnica di intere po-polazioni italiane

    Questa la confidenza di Mussolini: Tusolo mi puoi capire. Tu che conosci gli ef-fetti del nostro male. La notte del 24 lugliostavo malissimo. Due ore prima della scia-gurata riunione del Gran Consiglio avevoavuto un attacco violento. Avevo sputatosangue. Il medico mi consigli di rinviarela riunione. Potevo io ascoltarlo? Chi a-vrebbe creduto? Un rinvio poteva significa-re paura. La riunione si fece allora fissata.Sentii subito nellaria unostilit dura. Par-lai senza entusiasmo, a bassa voce. Mi davaun tremendo fastidio la luce bianchissimadelle lampade elettriche e tenevo, a mo dischermo, una mano sulla fronte. Dopo lamia relazione, ebbe inizio la discussione.Mi sembrava di assistere al processo controdi me. Mi sentivo imputato e nello stesso

    tempo spettatore. Lulcera mi faceva soffri-re fisicamente, ma il cervello era lucidissi-mo. Udivo distintamente la requisitoria diGrandi, spietata, ma ogni energia in me eraimprovvisamente sopita. Tu sai che questo uno degli effetti del nostro male: annullatotalmente le energie pur conservandoti unalucidit che chiamerei trasparente.

    Sul 25 luglio cos si espresse Churchillnelle sue memorie di guerra: Cos finironoi ventun anni della dittatura di Mussolini inItalia, durante i quali egli aveva sollevato ilpopolo italiano dal bolscevismo, in cui a-vrebbe potuto sprofondare nel 1919, perportarlo in una posizione in Europa qualelItalia non aveva mai avuto. Un nuovo im-pulso era stato dato alla vita nazionale.Limpero italiano nellAfrica [] fu fonda-

    to. Molte importanti opere pubbliche in Ita-lia furono completate. Nel 1935 il Duce conla sua forza di volont aveva sopraffatto laLega delle Nazioni [] ed era riuscito aconquistare lAbissinia. Il suo regime eratroppo costoso [] per il popolo italiano,ma innegabile che attrasse, nel suo perio-do di successo, un grandissimo numero diitaliani. Egli era, come ebbi a scrivergli inoccasione del crollo della Francia, il legi-slatore dItalia [] Anche quando le sortidella guerra apparvero manifeste, Mussolinisarebbe stato bene accetto dagli Alleati. E-gli aveva molto da dare per abbreviare ladurata del conflitto [] Le grandi stradeche egli costru resteranno un monumentoal suo prestigio personale e al suo gover-no.

    Sullo stato di salute di Mussolini (afflitto da tempo da acuti dolori allo stomaco) durante la seduta delGran Consiglio che determiner la caduta del Regime,

    sono state avanzate diverse testimonianze rimaste tutta-via in superficie rispetto alla reale portata del male che

    afflisse in quelloccasione il Capo del Fascismo. Chiari-ficatore invece il colloquio (riportato da Duilio Susmelin I dieci mesi terribili Ciarrapico editore) svoltosi

    tra Mussolini e F.T. Martinetti a Gargnano nel 1944. Un Marinetti, va sollolineato, afflitto anchegli dallo stesso

    male.

    25 LUGLIO 1943

    LA TESTIMONIANZADI F. T. MARINETTI

    Una confidenza di Mussolini a Gargnano

    Un reparto della BNOnore e Combattimento

    F.T. Marinetti

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    Premesse necessarie

    La Waffen Schutz Staffel (o Waffen SS)della Germania nazista, era una mili-zia volontaria (il fascismo aveva la MVSN)che nel corso della Seconda Guerra Mon-diale fu impiegata al fronte, in prima linea.Dalle SS dipendeva anche il personale dipolizia del Servizio Sicurezza e Informazio-

    ni (Sicherheit Polizei und SicherheitDienst), conosciuto come SD. Sotto tale si-gla operavano la Polizia Amministrativa eCriminale (Verwaltung Polizei), e la PoliziaSegreta di Stato, la Gestapo (che abbre-viazione del suo nome completo: GeheimeStaats Polizei).

    Al comando centrale di Berlino, capo su-premo delle SS era Heinrich Himmler, men-tre al vertice del SD si trovava Ernst Kal-tenbrunner. In Italia, incaricato di Himmlerera il generale Karl Wolff, che risiedeva aFasano del Garda in provincia di Brescia;rappresentante di Kaltenbrunner era inveceil generale Wilhelm Harster, il cui comandosi trovava a Verona.

    A Milano, nellAlbergo Regina, si trova-vano gli uffici del colonnello Walter Rauffcon funzioni, per conto di Wolff, di ispetto-re su Lombardia, Piemonte e Liguria. Nellostesso albergo risiedeva il capitano TheodorSaevecke, il quale rappresentava Harster.

    Dunque, Wolff e Harster, insieme a Ru-dolf Rahn (ambasciatore del Reich pressoMussolini), allindustriale Franco Marinottipresidente della Snia Viscosa, al barone euomo daffari Luigi Parrilli, al cardinale Il-defonso Schuster arcivescovo di Milano, ead una miriade daltri personaggi pi o me-no importanti che ruotavano intorno a que-sti individui (come il giornalista FerruccioLanfranchi, il commissario di P.S. alla sta-zione ferroviaria di Chiasso, Eliseo Ventu-ra, monsignor Giuseppe Bicchierai fiducia-rio di Schuster), intrapresero, alle spalle delGoverno della Repubblica Sociale e di Ber-lino stessa, rapporti col nemico. Gli incon-

    tri, iniziatisi nellottobre 1944, si svolsero,oltre che nella curia vescovile, con as siduitin Svizzera, Paese ufficialmente n eutrale,col beneplacito delle autorit locali.

    La Svizzera Paese neutraleNel 1940 erano stati fatti entrare nel terri-

    torio della Confederazione Elvetica 70.000militari che si ritiravano dalla Francia sottolincalzare delle forze tedesche; si calco-lato che dopo la resa dell8 settembre, circa27.000 sbandati italiani avessero trovato ri-fugio in Svizzera, oltre ad un numero im-precisato di angloamericani evasi dai campidi concentramento. Questo Paese, che ave-va riconosciuto ufficialmente il GovernoBadoglio, intratteneva rapporti commercialianche con la Repubblica Sociale, n avevamai interrotto quelli con la Germania.

    Dopo il 25 aprile 1945, per i soldati dellaRSI la frontiera rester chiusa; ed anche peri civili che si ritroveranno dalla parte

    sbagliata. La Radio Svizzera, da Lugano,preciser, a evidente titolo di merito, comealla moglie di Mussolini fosse stato negatoasilo. Nel maggio 1945, Radio-Berna tra-smetter una dichiarazione (riportata a Mi-lano dalla Libert del 21 maggio, in cuiviene precisato che la Svizzera non sar ilrifugio dei rimasugli nazi-fascisti. Bruno

    Spampanato ricorda nelContromemoriale:Il Corriere della Sera (26 maggio) riferirda Zurigo che Il Consiglio federale sviz-zero ha ordinato lespulsione dalla Svizzeradi 35 nazisti, la maggior parte funzionaridella ex Legazione e degli ex consolati te-deschi. E di pi, sempre Radio-Berna co-munica che la polizia civile e militare dellaConfederazione sta ripulendo il paese di fa-scisti e nazisti che hanno la notevole colpadi aver perduto: gi un buon numero di co-storo stato arrestato; e specifica Radio-Berna che circa 15 di queste spie e tradito-ri sono stati condannati a morte e giustizia-ti. Traditori di chi se la Svizzera era neu-trale? La Radio non lo spieg. N spiegcome mai da molto tempo si fosse invececonsentita, in Svizzera, e anzi favorita, lorganizzazione alleata dei Servizi di spio-naggio e controspionaggio in collegamento

    col Servizio svizzero Informazioni, comerisulter dalle trattative Dulles-Wolff.Immediatamente dopo l8 settembre, gli

    Alleati stabilirono una base operativa a Lu-gano. Di l, il Servizio dinformazioni in-glese (Intelligence Service) e quello ameri-cano (Office of Strategic Service, ovveroOSS), facenti rispettivamente capo a Vanden Henvel e ad Allen Welsh Dulles(questultimo fiduciario personale di Roo-sevelt nonch fratello di John Forster, poiconsiderato negli Stati Uniti nemico n. 1del comunismo), alimentavano la guerrigliain Italia attraverso una rete cospirativa cheprevedeva anche, naturalmente, giri di som-me enormi di denaro.

    Alles W. Dulles, venuto ufficialmente inEuropa come osservatore per conto del Pre-sidente, aveva una rete di spionaggio estesain tutto il Vecchio Continente, Germania

    compresa. Il settore italiano era stato affida-to a Donald Jones che, a copertura della re-ale attivit esercitata, era riuscito - pe rdu-rante il conflitto - ad ottenere lapertura diun consolato USA a Lugano. La Svizzera,quando si tratt di accreditare Donald Jo-nes, dimentic un particolare: che egli eragi stato tratto in arresto proprio a Lugano,guarda caso, per spionaggio.

    Gli Alleati, dopo aver trasformato i dolla-ri in sicuri franchi svizzeri, cambiavanoquesti ultimi in lire italiane, incrementandocos le disponibilit finalizzate alla guerri-glia. Era Leo Goldschmied, triestino fuoru-scito in Svizzera in quanto israelita, ad oc-cuparsi di queste operazioni su incarico diJones.

    A Zurigo, dove rimaneva attiva una rap-

    UN 8 SETTEMBRE ALLA ROVESCIA QUELLO REALIZZATO DAL GENERALE SS PER GIUNGEREIN ITALIA A UNA PACE SEPARATA CON GLI ALLEATI - LE RESPONSABILIT DI SCHUSTER

    IL TRADIMENTO DI KARL WOLFF

    Il Maresciallo Kesserling e il genera-le Wolff. Sotto: Allen Dulles capodellO.S.S. in Europa.

    UN ESEMPIO EMBLEMATICO: LA RESA TEDESCA A BRA

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    presentanza commerciale della RSI, si rila-sciavano facili passaporti a nome del Go-verno di Mussolini. La rappresentanza di-venne presto un comodo riferimento per lastrategia dei servizi segreti degli Alleati,grazie ai fuorusciti ed ai doppiogiochisti i-taliani.

    PatriotiDavvero istruttivo quanto scrive Ferruc-

    cio Lanfranchi, assai addentro nella rete co-spirativa in La resa degli ottocentomila,Rizzoli, 1948, libro difficilmente reperibile:Persone gradite ai nazifascisti, o comun-que con essi in rapporto, cos italiane comesvizzere, potevano dunque varcare libera-

    mente il confine, purch munite di regolareautorizzazione. Tra queste persone non tar-darono ad infiltrarsi elementi di fiducia del-lo Strategic Service americano e del-l'Intelligence Service britannico, nonchfunzionari del S.I.M. italiano (Servizio In-formazioni Militari) e del Servizio segretodella nostra Marina. Il danaro inviato dallaSvizzera in Italia per il tramitedellorganizzazione che faceva capo al dott.Ventura (Eliseo Ventura, ndr) era preso inconsegna, a Ponte Chiasso, dal tenente An-tonio Finizio, della Guardia di Finanza, ilquale lo affidava al capitano degli alpiniFranz Papparelli, che a sua volta lo trasmet-teva allex colonnello degli alpini ArturoAndreoletti, il cui recapito era a Como,presso la villa Capranica, dellindustrialeFerdinando Borletti, e che, coadiuvato daun altro patriota, Pietro Menotti, provve-

    deva a trasferirlo a Milano. I convegni perla consegna delle somme si svolgevano tal-volta in una saletta del Ristorante Craja,nelle vicinanze del Teatro alla Scala, dove,fra gli altri rappresentanti del movimento diliberazione, faceva rapide apparizioni ancheFerruccio Parri, noto allora sotto il sopran-nome di Elettrico, per via dei suoi rap-porti con lufficio Studi della Societ Edi-son.

    Man mano le esigenze aumentarono, e fuallora che gli Alleati trovarono il modo, at-traverso il meccanismo dei cambi, non solodi non perdere il loro denaro in elargizionia fondo perduto, ma di compiere vantaggio-se operazioni finanziarie.

    I maneggi dellarcivescovo

    Verso la fine di ottobre del 1944, Schu-ster aveva incaricato monsignor Bicchierai

    di farsi latore a Berna, presso il Nunzio A-postolico monsignor Filippo Bernardini, diun rapporto concernente le trattative in cor-so tra la curia milanese ed i tedeschi, alloscopo di informarne il Vaticano. Che cosasi proponeva larcivescovo col suo gioco?Egli era molto pratico. Certamente, il ritiroimprovviso delle truppe germaniche non a-vrebbe consentito allesercito della Repub-blica Sociale di resistere pi di tanto e laguerra (secondo le aspettative di milioni diitaliani ai quali non importava la vittoria ola sconfitta ma solo che il conflitto finisseal pi presto, in un modo o nellaltro) si sa-rebbe finalmente conclusa con una pi faci-le liberazionedel nostro suolo da partedegli Alleati. Ma per i soldati di Mussolini -e per le loro famiglie - non era prevista al-

    cuna garanzia alleata: cos essi, al momentodi deporre le armi, sarebbero stati esposti

    alle prevedibili vendette dei patrioti, chenegli ultimi mesi del conflitto, attraverso i-nequivocabili dichiarazioni stampate dal lo-ro massimo organo, il CLN, avevano piani-ficato lecatombe degli sconfitti. Evidente-mente questi erano nientaltro che dettagli.Schuster avrebbe comunque conseguito, intermini politici, enorme prestigio, poich,se i suoi piani si fossero realizzati avrebbeavuto la gratitudine dei capi tedeschi nelnostro Paese, i quali salvavano il collo; de-gli Alleati, che chiudevano con maggior e-conomia la ormai lunga Campagna dItalia;delle classi abbienti, tutelate nei beni cheuna guerra civile pone costantemente inforse; dei partiti politici che prendevano, inanticipo sui tempi, il potere; infine dallamassa tormentata da anni di bombardamen-ti terroristici.

    Il lavoro proseguiva. Bicchierai aveva in-

    tanto ottenuto il favore di democristiani, li-

    berali e socialisti; egli si aspettavaladesione del Partito dAzione, Contrario(ma smontabile). Assolutamente contrari -riferiva Bicchierai - minacciando anche unafrattura nella compagine del CLN, i comu-nisti. E ci far perdere del tempo prezio-so a tutti i congiurati. A tal proposito,Spampanato riferisce: Faceva osservare ilmonsignore al Cardinale come caos, distru-zioni, rovine, fossero tutti elementi favore-voli per lavvento dei comunisti, che percinon avrebbero mai acceduto a soluzioni pa-cifiche. Se gli angloamericani non volevano

    il bolscevismo nella Valle Padana, doveva-no favorire il progetto ideato dallAutoritEcclesiastica milanese, concludeva il mon-signore.

    Nel frattempo, lo stesso Schuster blandivaRahn: Vostra Eccellenza gode di un gran-de ascendente in Germania. Sono quindi si-curo che Ella lo impiegher egregiamente[]. Il comunismo ateo la tubercolosi de-gli Stati, Vostra Eccellenza certamente cer-ca come costruire un ponte.

    Non hanno tradito

    Vi chi non tradisce: gli esempi di Kes-selring e Schlemmer.

    Non si deve mai fare dogni erba un fa-

    scio: in prima linea, sui vari fronti, WaffenSS e Wehrmachtcontinuano a combattere emorire alloscuro di certe negoziazioni.necessario sottolineare che a queste trattati-ve il Feldmaresciallo Albert Kesselring, re-sponsabile del Fronte Sud, rimase sempreestraneo. E quando, infine, lambasciatoreRahn, dopo averne discusso con Wolff, lometter al corrente (non si poteva fare ameno della sua approvazione per la firmadella resa) dei piani di capitolazione su tut-to il fronte, Kesselring avanzerunobiezione: il giuramento alla bandiera.Non per nulla, a differenza della SS Wolff,egli verr giudicato come criminale di guer-ra e, in prima istanza, condannato a morte.Wolff, invece, salvato per i servigi resi agliAlleati, andr a Norimberga a deporre con-tro i vecchi camerati. Daltronde, la staturamorale di questo generale SS pu agevol-

    mente ricavarsi dal contenuto di un suo

    scritto, destinato al galantuomo Kesselringe pervenuto nelle mani degli Alleati: Ioconsidero mio compito spremere il limoneneo-fascista, e quindi litaliano, pi che siapossibile, e quel che importa il solo mez-zo per riuscirvi.

    Il Maresciallo Rodolfo Graziani ci ha pre-sentato, nel corso dell interrogatorio subtoalle Assise di Roma, unaltra figura di uffi-ciale onesto: Il generale Schlemmer, chealle mie dipendenze comandava il 75 Cor-po dArmata, rifiut lordine di resa, dicen-do che aveva giurato fedelt al Fehrer, esino allultimo combattette coi suoi 40.000uomini. Schlemmer si arrese solo quando sivide circondato, o quasi, da due Divisioni

    Continua a pagina 8

    26 aprile 1945. Reparti tedeschi de-pongono le armi a Ponte Chiassoprima del passaggio in Svizzera

    Wolff tradir anche ilcardinale Schuster

    trattando la resa delleForze tedesche in Italia

    direttamente con gli Alleati,anzich firmarla, secondo

    gli accordi presi,in Arcivescovado