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capitolo 6 capitolo 9C Erosione costiera

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erosione costiere ed impatti antropici

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Introduzione

Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 828

Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 828

Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 829

Indicatori

Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 833

Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 840

Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 863

Riferimenti

Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 873

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 873

Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 874

INDICE

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� Densità turistico ricettiva costiera Vedi capitolo Acque marino costiere (Pag. 290)

� Uso prevalente in essere del territorio costiero Vedi capitolo Acque marino costiere (Pag. 287)

� Densità residenziale costiera Vedi capitolo Acque marino costiere (Pag. 296)

� Densità turistica costiera Vedi capitolo Acque marino costiere (Pag. 298)

� Densità abitativa costiera Vedi capitolo Acque marino costiere (Pag. 301)

� Subsidenza lungo la costa Acqua Provincia 1999-2006 833

� Opere trasversali lungo costa che interferiscono Regione 2009 836con la dinamica litoranea

� Tipologia di tratto costiero Regione 2010 840

� ASPE Regione 2000-2006 843

� ASE Regione 2000-2006 849

� Variazione della linea di riva Regione 1983-2006 855

� Ampiezza media della spiaggia emersa Regione 2005 858

� Lunghezza dei tratti protetti da opere rigide Regione 2007 863

� Volumi di sabbia portati a ripascimento Regione 1983-2010 866

� Valutazione degli effetti prodotti dagli interventi Regione 2000-2006 871di difesa

Tema ambientale: � Erosione costiera

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QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI

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Introduzione

Le politiche di difesa della costa dall’erosione, intraprese dalla Regione Emilia-Romagnanegli ultimi anni, hanno portato a un miglioramento dello stato del litorale. È stato dimo-strato che il ripascimento è la migliore strategia di difesa, in quanto permette di allargare lespiagge in breve tempo con un impatto ambientale molto ridotto. Gli effetti positivi del ripa-scimento vanno a beneficio anche delle spiagge vicine, infatti, le sabbie che vengono aspor-tate dalle correnti lungo costa vanno ad alimentare i tratti sottoflutto.

Le opere rigide, efficaci nella riduzione dell’energia del moto ondoso, hanno invece un ele-vato impatto paesaggistico-ambientale.

È indispensabile continuare a contrastare il fenomeno della subsidenza, importante fattoredi instabilità del litorale.

� Messaggio chiave

Il litorale dell’Emilia-Romagna è formato da duegrandi unità, una che va da Cattolica alla foce delPo di Volano, l’altra che si estende fino alla foce delPo di Goro e comprende l’omonimo Scanno e lalaguna retrostante (Sacca di Goro). Circa 108 kmdi litorale sono costituiti da spiaggia sabbiosa,mentre 4,5 km, difesi con scogliere radenti, sonoprivi di spiaggia emersa. Foci fluviali, sbocchi dicanali, bocche portuali e darsene occupano circa6,6 km di fronte mare. La bocca di accesso allaSacca di Goro e la riva interna hanno uno svilup-po di circa 21 km.Il 20% delle spiagge ha un’ampiezza superiore ai100 m, il 39% tra i 50-100 m, il 33% inferiore ai 50m e un 8%, difeso da scogliere radenti, è total-mente privo di spiaggia emersa.Dall’analisi qualitativa dell’evoluzione del litoralesul lungo periodo, effettuata confrontando la lineadi riva del 1983 con quella del 2006 (ultimo rilie-vo disponibile della linea di riva), risulta che gra-zie agli interventi di ripascimento effettuati lostato del litorale è migliorato. Infatti, in questoperiodo il 57% del litorale ha subito un avanza-mento della linea di riva, il 25% è rimasto stabilecon variazioni inferiori ai 10 m e solo un 18% èarretrato.Questa tendenza al miglioramento è confermataanche dall’indicatore ASE (Accumulo, Stabile,Erosione). Tale indicatore descrive lo stato in cuiversa il litorale in seguito agli interventi di difesaeffettuati e, oltre a basarsi sulla tendenza dellalinea di riva, tiene in considerazione altri elemen-ti, tra i quali in particolare la variazione di volumea carico di spiaggia emersa e sommersa (volumi di

sabbia persa e accumulata). Nel presente report, idati analizzati con l’indicatore ASE si riferisconoal periodo 2000-2006, che sono gli anni in cuisono state effettuate le ultime due campagne topo-batimetriche regionali (alla fine del 2011 è previ-sta la prossima campagna di rilievi). Durante que-sto periodo la Regione, gli Enti locali e i ServiziTecnici di Bacino hanno agito con interventi diripascimento e costruzioni e/o manutenzione diopere rigide per mitigare il fenomeno erosivo e,infatti, i risultati sono evidenti: al 2006 il 46% dellitorale è in accumulo, il 39% è rimasto stabile esolo il 15% è in erosione.Un’indicazione sullo stato di criticità del litoraleutile ai fini gestionali futuri della difesa costiera èfornita dall’analisi dei dati tramite la classificazio-ne ASPE (Accumulo, Stabile, equilibrio Precario,Erosione). Questo indicatore rappresenta lo statoin cui si troverebbe il litorale in assenza di inter-venti di difesa sulla base di molteplici aspetti checaratterizzano la costa e, analogamente all’ASE, èriferito al periodo 2000-2006.Secondo l’ASPE risulta che al 2006 il 28% del lito-rale è in accumulo, quindi in ottimo stato, il 25%è in condizioni stabili senza la necessità di alcunaiuto, il 19% è in un equilibrio precario mantenu-to solo grazie agli interventi e il restante 28%versa in condizioni critiche e ha necessità di esse-re difeso. Il problema dell’erosione costiera è stato fronteg-giato a livello nazionale fin dagli anni 30 con lacostruzione di opere rigide di diverse tipologie, poia partire dal 1983 la Regione Emilia-Romagna harealizzato molti interventi di ripascimento.

� Sintesi

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Al 2009, circa 66 km di litorale risultano difesi conopere di varia tipologia, con, in alcuni tratti, anche2 o più tipologie; ad esempio Misano è difeso da pen-nelli in roccia e barriere in sacchi pieni di sabbia.In totale le opere di difesa si sviluppano per circa74 km: le più utilizzate sono le scogliere paralleleemerse (38 km), seguono le scogliere radenti(circa 19,5 km), le barriere in sacchi e i pennelli. Dal 1995 e, prevalentemente, tra il 2000-2006sono state costruite anche scogliere parallele acresta bassa (6,7 km), che, rispetto alle scogliereparallele emerse, garantiscono un maggior ricam-bio idrico fra la battigia e l’opera stessa.Nel 1983 è stato effettuato il primo intervento diripascimento lungo il litorale emiliano-romagno-lo. Grazie ai buoni risultati ottenuti, oggi il ripa-scimento risulta l’intervento più utilizzato perfronteggiare l’erosione costiera. Dall’ultimo censi-mento, effettuato nel dicembre 2010, risulta chelungo il litorale emiliano-romagnolo sono statiapportati quasi 10 milioni di metri cubi di sabbia.Negli anni si è avuto un incremento nell’utilizzo di

questa pratica, passando dai soli 3 milioni di metricubi portati negli anni 80 e 90 agli oltre 6,5 milio-ni di metri cubi sversati nell’ultimo decennio. È danotare anche la diversificazione delle fonti di pre-lievo della sabbia; infatti, mentre fino al 2000 oltrel’87% di sabbia proveniva da cave a terra, nell’ulti-mo decennio il 28% di sabbia proviene dal recupe-ro degli scavi edili, il 35,5% da accumuli lungocosta, il 24% dai giacimenti sabbiosi sottomarinicollocati sui fondali al largo della costa e solo il12,5% da cave a terra.La valutazione degli effetti prodotti sul litoraledagli interventi di difesa (ripascimenti e/o costru-zione o manutenzione di opere rigide) realizzatidalla Regione nel periodo 2000-2006 è positiva. Nel periodo in esame sono stati oggetto di inter-vento in totale circa 47 km di costa.Su oltre 38 km di spiagge l’intervento ha determi-nato un miglioramento dello stato del litorale. Innessun caso sono stati rilevati peggioramenti,mentre su circa 9 km l’intervento non ha modifi-cato lo stato del tratto in oggetto.

� Quadro generale

Nel corso del 900, il sistema ambientale litoraneodella regione Emilia-Romagna è stato oggetto diuna profonda trasformazione dovuta all’urbaniz-zazione e all’intenso sviluppo economico e turisti-co, che lo hanno reso estremamente fragile. La regimentazione dei fiumi e l’escavo di inerti inalveo hanno portato a un crollo del trasporto disabbia verso il mare e, quindi, a una forte riduzio-ne dell’alimentazione naturale delle spiagge.Nella seconda metà del secolo, l’intensificazionedello sfruttamento delle risorse idriche sotterra-nee e dei giacimenti di metano ubicati in prossi-mità della costa ha determinato l’incremento dellasubsidenza della fascia litoranea e, conseguente-mente, dell’erosione delle spiagge. Attualmente ilfenomeno dell’abbassamento del suolo causa,lungo il litorale regionale, una perdita in volumedi sabbia di 1 milione di metri cubi l’anno (neiprimi anni 90 la perdita ammontava a 2 milioni dimetri cubi l’anno).L’altro elemento di pressione che ha contribuito aminare l’equilibrio della costa regionale è stato lacostruzione di opere trasversali (moli in cementoarmato), a protezione dei numerosi approdi chesono stati costruiti sotto la spinta dello sviluppodella marineria militare e civile. Queste opere,oltre a causare una frammentazione fisica delsistema costiero, che in origine si sviluppava per100 km senza soluzioni di continuità, hanno inter-ferito notevolmente sul trasporto solido lungocosta, ostacolandolo e producendo fenomeni loca-lizzati di erosione sottoflutto alle opere stesse.

La difesa dell’erosione è stata avviata dallo Statofin dagli anni 30, con la costruzione delle primeopere rigide ed è continuata, in maniera massiccia,tra il 1950 e il 1980.Pur essendo la problematica di competenza delloStato, nel 1979 la Regione Emilia-Romagna ha ini-ziato a occuparsi dell’erosione delle spiagge,avviando uno studio generale di tutta la costa: ilPiano Costa 1981, il primo di una lunga serie distudi, l’ultimo dei quali risale al 2008 (Idroser,1981; Idroser, 1996; Preti, 2002; Preti et al., 2008).Da questi studi è emerso che per mitigare il pro-blema dell’erosione costiera è necessario, a partiredalla conoscenza approfondita del territorio e delledinamiche costiere, abbandonare la difesa d’ur-genza per agire sulle cause stesse dell’erosione: ilmancato apporto di sedimenti da parte dei fiumi ela subsidenza. Negli ultimi 30 anni, la Regione ha reso propriequeste indicazioni con azioni indirizzate verso unagestione integrata del sistema costiero emiliano-romagnolo e promuovendo molte iniziative voltealla conoscenza della costa in tutta la sua com-plessità.Nel presente report annuale sono riportate leinformazioni relative al sistema costiero regionale,in forma adattata al modello DPSIR, raccolte congli ultimi rilievi delle tre reti di monitoraggio dellacosta (Preti et al., 2008) e oggetto di successiveelaborazioni.Il lavoro di adattamento dei dati al modello DPSIRbasato su indicatori, eseguito per la prima volta in

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occasione della redazione del capitolo sull’Ero sio -ne costiera dell’Annuario regionale 2009 dall’UnitàSpecialistica Mare e Costa di Arpa Emilia-Ro ma -gna, è consistito nella revisione e riorganizzazionecapillare delle conoscenze riguardanti la co sta. I criteri utilizzati sono stati ulteriormente svilup-pati, nell’ambito delle attività volte alla creazionedi strumenti di gestione integrata della costa per ilprogetto europeo Coastance (vedi Box 1), dal grup-po di lavoro composto dall’Unità SpecialisticaMare e Costa di Arpa Emilia-Romagna, dai ServiziTecnici di Bacino e dal Servizio Geologico, Sismicoe dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, coordi-nato dal Servizio Difesa del Suolo, della Costa eBonifica.Per la presentazione dei dati sono state scelteunità territoriali di riferimento a grande e a picco-la scala in grado, da un lato, di portare a sintesi idati di dettaglio e, dall’altro, di fornire una visionedi insieme oggettiva del litorale nella sua comples-sità.Una complessità legata alla frammentazione dellitorale regionale in tratti con criticità differenti,dovute alla variabilità delle caratteristiche geologi-co-evolutive, allo sfruttamento intensivo del terri-

torio costiero, alla presenza di lunghi moli portua-li che interrompono il trasporto sedimentariolongshore e alla presenza di varie tipologie di siste-mi di difesa dall’erosione. Anche in questa edizione dell’Annuario, come set-tori di riferimento a grande scala, sono state uti-lizzate le Macrocelle definite dallo studio di Pretiet al. (2008). Tali macrocelle corrispondono a seg-menti di costa caratterizzati da bilanci sedimenta-ri a se stanti a causa del limitato scambio recipro-co di sedimenti grossolani, dovuto all’interruzionedel trasporto solido longshore da parte di moliportuali e alla presenza di punti nulli del traspor-to stesso, di convergenza o divergenza. Come unità elementare di dettaglio è stata adotta-ta la “cella” introdotta dallo studio di Preti et al.(2008), rielaborata a fini gestionali nell’ambito delprogetto Coastance. Le “celle litoranee di gestione” sono in totale 118,rappresentano tratti costieri della lunghezza varia-bile da poche decine di metri ad alcuni chilometri,contraddistinti da un’evoluzione della spiaggiaemersa e sommersa uniforme che li differenzia daitratti contigui e che è strettamente dipendentedalla storia degli interventi di difesa effettuati.

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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 9C.1: Suddivisione del litorale in macrocelle, come definite da Preti et al. (2008), limitateda lunghi moli portuali o punti nulli del trasporto solido lungo costa (indicati da frecce nellamappa) Note: - le foci del Po di Volano* e del Savio* corrispondono rispettivamente a un punto di convergenza e un punto di diver-genza del trasporto solido- nel riquadro a destra è riportato il dettaglio di tre Celle litoranee poste a nord di Porto Corsini - il tratto lungo 1,2 km che corrisponde al porto di Ravenna, chiuso tra i due moli foranei, oltre a essere una Cella, lanumero 80, è classificabile contemporaneamente anche come “Macrocella”, perché è provvisto di un bilancio sedimen-tario a se stante

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Macrocella Denominazione Delimitazione fisica Lunghezza (m) M1 Cattolica - Rimini Dal confine regionale con le Marche al

porto di Rimini (escluso) 19.390 M2 Rimini - Cesenatico Dal porto di Rimini (incluso) al porto di

Cesenatico (escluso) 20.620 M3 Cesenatico - Foce Savio Dal porto di Cesenatico (incluso) alla

foce del Savio (inclusa) 13.765 M4 Foce Savio - Porto Corsini Dalla Foce del Savio (esclusa) al porto

di Ravenna (escluso) 19.100 Porto di Ravenna Dal molo foraneo sud al molo foraneo

nord del Porto di Ravenna 1.230 M5 Porto Corsini - Porto

Garibaldi Dal porto di Ravenna (escluso) a Porto Garibaldi (escluso) 20.590

M6 Porto Garibaldi - Foce Po di Volano

Da Porto Garibaldi (incluso) alla Foce del Po di Volano (escluso) 16.650

M7 Foce Po di Volano - FocePo di Goro

Dalla foce del Po di Volano (inclusa) al confine regionale con il Veneto 28.655

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.1: Macrocelle definite da Preti et al. (2008) e loro estensione

Il progetto europeo COASTANCE (Programma MED) “Strategia regionale di azione comune control’erosione costiera e gli effetti del cambiamento climatico per una pianificazione costiera sostenibi-le nel bacino del Mediterraneo” coinvolge 9 partner rappresentanti 6 nazioni che si affacciano sulMediterraneo: Spagna, Francia, Italia, Croazia, Grecia e Cipro.Il progetto, che è partito nell’aprile 2009 e terminerà nel marzo 2012, è finalizzato alla predispo-sizione di strumenti di previsione del rischio da sommersione e per la formulazione di piani di gestio-ne e di difesa costiera e di lotta all’erosione.Per raggiungere questi obiettivi il progetto COASTANCE si articola in 5 componenti:– COMPONENTE 1 Gestione e coordinamento;– COMPONENTE 2 Divulgazione e diffusione;– COMPONENTE 3 Rischi costieri: erosione e sommersione;– COMPONENTE 4 Piani di azione territoriale per la gestione della difesa;– COMPONENTE 5 Linee guida per gli studi di impatto ambientale nell’ambito dei piani e delleopere di difesa costiera.I risultati attesi dal progetto si possono così riassumere:1. Capitalizzazione delle conoscenze e delle risorse già acquisite nell’ambito della difesa costiera:a. tecnologie sostenibili per lo sfruttamento dei depositi (dietro gli sbarramenti fluviali, sottoflutto nei

moli, depositi fossili sottomarini etc.);b. tecnologie sostenibili per la protezione e l’adattamento delle coste (monitoraggio del clima mete-

marino, ripascimento delle coste, difese morbide etc.);c. studi di impatto ambientale delle nuove tecnologie di difesa costiera (attività di dragaggio, lavo-

ri di ripascimento etc.) e valutazione ambientale strategica dei piani costieri.2. Azione di pianificazione a lungo e medio termine per l’adattamento delle zone costiere sugli effet-ti dei cambiamenti climatici, in linea con la direttiva EU 2007/60/E:d. sviluppo di piani d’azione territoriale per l’adattamento delle zone costiere ai cambiamenti cli-

matici, per prevenire gli effetti dell’erosione e i rischi da sommersione;e. definizione dei piani di gestione dei sedimenti sia per lo sfruttamento dei depositi litoranei sia per

quelli off-shore;f. appropriati protocolli di valutazione degli impatti ambientali per assicurare le corrette procedure

di intervento lungo le zone costiere;g. coordinamento con le autorità competenti (GIZC e strumenti di pianificazione).La Regione Emilia-Romagna, rappresentante dell’Italia assieme alla Regione Lazio, è responsabiledella Componente 4. Il Servizio Difesa del Suolo della Costa e Bonifica coordina le attività avva-lendosi della collaborazione dell’Unità Specialistica Mare e Costa di Arpa Emilia-Romagna, dei Ser -vizi Tecnici di Bacino e del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli (AAVV, 2010; 2011a; 2011b).La Componente ha come obiettivo principale la formulazione di piani di azione territoriale per l’a-dattamento delle zone costiere ai cambiamenti climatici, per prevenire gli effetti dell’erosione e irischi da sommersione.

BOX 1 - Il progetto COASTANCE

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DescrizioneLa subsidenza è un fenomeno di abbassamentodella superficie terrestre che può essere determina-to sia da cause naturali (tettonica, isostasia, com -pat tazione dei sedimenti) che antropiche (prelievidi fluidi dal sottosuolo, bonifiche etc.). Come granparte della pianura emiliano-romagnola, an che illitorale regionale è interessato da questo fenomeno. L’entità degli abbassamenti dovuti a cause natura-li è dell’ordine di pochi millimetri l’anno, mentrela subsidenza antropica può raggiungere velocitàmolto più elevate. L’osservazione dei movimentiverticali del suolo è stata condotta lungo le linee dilivellazione situate immediatamente a ridosso dellitorale (figura 9C.2). La tabella 9C.2 riporta lesuperfici e le relative classi di movimento delparaggio costiero, dedotte dai risultati dell’analisiinterferometrica relativa al periodo 2002-2006.

ScopoEvidenziare come l’abbassamento del litorale acau sa della subsidenza antropica incrementi ilpro blema dell’erosione costiera e del rischio diingressione da parte del mare.

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PRESSIONI

Subsidenza lungo la costa

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Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Subsidenza lungo la costa DPSIR P

UNITÀ DI MISURA Millimetri/anno FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI

1999-2006

AGGIORNAMENTODATI

Variabile ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

Acqua

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Elaborazioni di dati raccolti con la rete di livellazione geometrica dialta precisione regionale e con il metodo dell’interferometria satellitare

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- Pressioni

Classi di movimento (mm/anno)

Superficie (km2) %

da -25 a -20 1 0,2% da -20 a -15 11 1,9% da -15 a -10 135 23,3% da -10 a -5 333 57,4% da -5 a 0 100 17,2%

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.2: Superfici e relative classi di movimento per una fascia di territorio costiero di 5 kmdi larghezza nel periodo 2002-2006

Grafici e tabelle

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.2: Nella mappa in alto, è riportata in blu la rete di misura della subsidenza lungo il lito-rale emiliano romagnolo. In basso, la velocità di abbassamento nel periodo 1999-2005 per tutte lelocalità costiere comprese tra Cattolica e la Foce del Po di Goro

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- Pressioni

Nel periodo 1999-2005, procedendo da sud versonord, si osserva come il primo tratto di costa daCattolica a Marebello sia caratterizzato da abbassa-menti di 4-5 mm/anno, che risultano raddoppiatirispetto al trend del periodo precedente, 1987-1999 (2-3 mm/anno). Un comportamento simile losi nota anche immediatamente più a nord, nel lito-rale riminese, con abbassamenti di circa 9mm/anno (con un’unica punta di 13 mm/anno),che nel periodo precedente non superavano i 6mm/anno. A Torre Pedrera si torna su abbassa-menti più contenuti, intorno a 6 mm/anno, co -munque in aumento rispetto ai valori precedenti.Procedendo verso Cesenatico gli abbassamenti au -mentano progressivamente attestandosi a Bel lariaintorno a 10 mm/anno (con un’unica punta di 13mm a foce Rubicone), mentre nel litorale compre-so tra Cese natico e Pinarella di Cervia si no tanoabbassamenti di poco inferiori con 7-8 mm/anno.Com ples sivamente, in questo tratto da Bellaria aPinarella di Cervia, si evidenzia una sostanzialecontinuità rispetto al periodo precedente. DaCervia sino a Li do di Classe gli abbassamenti siattestano mediamente intorno a 10 mm/anno (conqualche punta di 13 mm a Milano Ma rittima), inleggero incremento rispetto al periodo precedente.Una ten denza più marcata all’aumento degliabbassamenti si rileva lungo l’intero tratto succes-sivo, da Lido di Savio (10 mm/anno) sino a Ma rinadi Ra venna (8÷11 mm/anno). Tra queste due loca-lità si registrano anche i valori di abbassamentopiù elevati rispetto all’intero litorale, con una zonache va dalla Pineta di Classe sino a Lido Adrianome diamente intorno a 15 mm/anno e due puntein torno a 19 mm/anno a Lido di Dante, in prossi-mità della foce dei Fiumi Uniti. Si deve rilevare cheper quest’ultimo paraggio – storicamente critico –nel periodo precedente, 1987-1999, l’abbas sa men -

to era mediamente di circa 10 mm/an no, con qual -che picco di circa 13 mm/anno presso la foce deiFiumi Uniti. In corrispondenza di Porto Cor sini sinotano abbassamenti tra i 10 e i 13 mm/ anno, dipoco inferiori a quelli del periodo precedente.Procedendo verso la foce del fiume Reno ci si atte-sta intorno a 10 mm/ anno mediamente co me nelperiodo precedente. Successivamente, nel tratto anord della foce, storicamente critico a cau sa dellapresenza del giacimento Dosso degli An geli, ubica-to sotto le Valli di Comacchio, l’abbassamento si èridotto da 18 mm/anno a 13 mm/an no, a causa delblocco della produzione imposto da un provvedi-mento della Ma gistratura di Ro vi go. Il litorale a nord di Porto Garibaldi sino a Lido diVolano presenta una leggera riduzione degli ab -bassamenti, che ora sono generalmente compresitra 6 e 9 mm/anno con punte di circa 10 mm incorrispondenza di Lido delle Nazioni e Lido di Vo -lano.L’arco di litorale prospiciente la Sacca di Goro pre-senta abbassamenti medi intorno a 10 mm/anno,in riduzione rispetto alla precedente tendenza. Aproposito di quest’ultimo tratto va detto che gliabbassamenti osservati, in particolare, dal confinenord del Bosco della Mesola sino a Gorino sono inparte da attribuirsi al peso e al costipamento del-l’argine presente a mare; difatti, se spostiamo l’os-servazione all’immediato entroterra di Goro eGorino, gli ab bassamenti si dimezzano. Infine siosserva sul ca posaldo isolato ubicato presso il Farodi Goro, al la foce del Po di Goro, un abbassamentodi 9 mm/anno. Si può stimare in circa 100 milioni di m3 il quan-titativo di materiale sottratto dalla subsidenza lun -go tutto il litorale, dal 1950 al 2005, e in poco me -no di 1 milione di m3 la sottrazione annuale del-l’ultimo periodo, 1999-2005.

Commento

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DescrizioneL’indicatore fornisce una panoramica delle opereportuali e delle strutture trasversali alla costa, pre-senti lungo il litorale regionale, che interferisconocon la dinamica litoranea. Queste strutture producono effetti generali sultrasporto delle sabbie lungo costa, ostacolandoneil flusso, e impatti localizzati rappresentati daavanzamenti accentuati della linea di riva, nellezone in favore di corrente, e arretramenti, per sot-toalimen tazione ed erosione, in quelle sottoflutto.Tra le strutture riportate nella presente relazionesi distinguono quelle che producono significativemodificazioni del trasporto solido litoraneo, ri -spetto ad altre che interferiscono meno con le di -namiche costiere.

ScopoL’indicatore fornisce una panoramica delle opereportuali e delle strutture trasversali alla costa, pre-senti lungo il litorale regionale, che interferisconoin maniera significativa con la dinamica litoranea.

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PRESSIONI

Opere trasversali lungo la costa

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Opere trasversali lungo lacosta che interferiscono con la dinamica litoranea

DPSIR P

UNITÀ DI MISURA FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2009

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 837

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- Pressioni

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.3: Distribuzione delle opere trasversali che interferiscono con la dinamica costieralungo il litorale emiliano-romagnolo (2009)

Grafici e tabelle

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010838

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- Pressioni

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.4: Esempi di fenomeni di divaricazione della linea di riva in corrispondenza dei porti diRimini, Cesenatico e Porto Garibaldi (rispettivamente dall’alto verso il basso)

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 839

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- Pressioni

Le opere trasversali alla costa, elencate di seguito,interferiscono in vari modi sulla dinamica litora-nea e sul trasporto dei sedimenti lungo costa, alpunto che in alcuni casi gli scambi tra zone adia-centi sono estremamente ridotti. Questo ha porta-to alla frammentazione della costa emiliano-roma-gnola, che fino ai primi anni del 900 era un siste-ma unico da Cattolica al delta del Po. L’effetto più evidente dovuto all’interferenza delleopere trasversali con le dinamiche costiere è la for-mazione di localizzati squilibri nell’evoluzione del lalinea di riva, consistenti in forti avanzamenti nellearee sopraflutto ed erosione in quelle sottoflutto.Le opere portuali che maggiormente interferisco-no sulla dinamica litoranea sono le seguenti:– Porto canale di Rimini;– Porto canale di Cesenatico;– Porto Garibaldi.Altre opere che producono impatti significativi,ma inferiori rispetto a quelli causati dai tre portiprecedentemente citati, sono elencate di seguito: – Porto di Cattolica;

– Porto Verde;– Porto di Riccione;– Porto canale di Bellaria;– Porto di Cervia;– Porto Corsini (Ravenna);– Porto canale di Casalborsetti.Tra queste opere va segnalato anche il Porto lagu-nare di Goro. Questa struttura non si affaccia inmare aperto, ma è a esso collegata da un canalesottomarino d’accesso, profondo 3 m e lungo 5km, che agisce da trappola dei sedimenti che sispo stano dallo Scanno di Goro verso la spiaggia diVolano.Altre opere trasversali che interferiscono in ma nie -ra minore con le dinamiche costiere sono quelleposte a protezione delle foci dei fiumi, dei canali discolo e dei canali di bonifica, elencati di seguito:– Fiume Marecchia;– Fiume Savio;– Fiume Lamone; – Canalino delle Saline di Cervia;– Canale di Via Cupa.

Commento

Page 16: An 2010 Costa

Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010840

DescrizioneL’indicatore distingue il litorale in tratti caratte-rizzati dai seguenti elementi:– la presenza della spiaggia emersa;– l’assenza delle spiaggia emersa;– l’appartenenza del tratto al sistema lagunare(bocca della laguna o riva interna della laguna);– la corrispondenza con foci fluviali o con sbocchidi canali artificiali;– la corrispondenza con darsene o porti.

ScopoFornisce informazioni utili per la caratterizzazio-ne della costa regionale. In particolare, esso permette ad esempio di distin-guere ambienti costieri fisiologicamente diversi,come quello costituito da spiaggia bassa e sabbio-sa da quello di ambiente lagunare.Infine fornisce indicazioni sull’estensione delfronte a mare occupato da sbocchi di corpi idrici oda strutture portuali e darsene.

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- Stato

STATO

Tipologia di tratto costiero

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Tipologia di tratto costiero DPSIR S

UNITÀ DI MISURA Metri FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2010

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 841

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- Stato

Grafici e tabelle

Tipologia di tratto costiero Lunghezza (m)Tratti privi di spiaggia emersa 4.460Tratti con spiaggia emersa 108.260Bocca della laguna 4.625Riva interna della laguna 16.010Foci fluviali 3.650Sbocchi di canali 420Darsene 950Bocche portuali 1.625Totale 140.000

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.3: Tipologie di tratti costieri lungo il litorale regionale (2010)

4.460

108.260

4.625

16.010

3.650 420 950 1.625

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

Trat

ti p

rivi d

i sp

iagg

ia

emer

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Trat

ti co

n sp

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ia

emer

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Boc

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ella

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Foci

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Sb

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i

Dar

sene

Boc

che

por

tual

i

Met

ri

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.5: Tipologie di tratti costieri lungo il litorale regionale (2010)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010842

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- Stato

Macrocella M1 M2 M3 M4 Porto di Ravenna M5 M6 M7Tratto con spiaggia 18.650 19.745 13.180 18.360 17.385 12.990 7.950Tratto privo di spiaggia 360 2.500 1.600Bocca della laguna 4.625Riva interna della laguna 16.010Sbocco di canale artificiale 30 60 330Foce fluviale 260 350 265 380 375 2.020Darsena 360 425 165Bocca portuale 120 70 95 1.230 110

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.4: Tipologie di tratti costieri lungo il litorale regionale distinti per macrocelle (2010).Lunghezze espresse in metri

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

20.000

M1 M2 M3 M4 Porto di Ravenna

M5 M6 M7

Met

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Tratto con spiaggiaSbocco di canaleartificiale

Tratto privo di spiaggiaFoce fluviale

Bocca della lagunaDarsena

Riva interna della lagunaBocca portuale

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.6: Tipologie di tratti costieri lungo il litorale regionale distinti per macrocelle (2010)

Il litorale emiliano-romagnolo è costituito da 108km di costa provvista di spiaggia emersa e da 4,5km di costa che ne è priva.La macrocella compresa tra Rimini e Cesenatico(M2) è quella costituita dal maggior numero di chi -lometri di fronte a mare caratterizzato da spiaggiaemersa (circa 20 km), seguono con valori di pocoin feriori: la macrocella 1 (Cattolica-Rimini), la 4(Foce Savio-Porto Corsini), la 5 (Porto Corsini-Porto Garibaldi), e infine la 3 (Cesenatico - FoceSavio), la 6 (Porto Garibaldi - Foce del Po di Volano)e la 7 (Foce Po di Volano - Foce del Po di Goro). I tratti privi di spiaggia emersa sono localizzati trala foce del Savio e Porto Corsini (M 4) e tra que-st’ultimo e la foce del Po di Volano (M 5 e M 6).

La bocca di accesso alla sacca di Goro, che variacon il variare della lunghezza dello scanno di Go -ro, attualmente ha una larghezza di 4,6 km, men-tre la riva interna della laguna ha un’estensione dicirca 16 km ed è protetta, lato mare, da un arginein pietrame lungo 10 km circa.La somma di tutti i tratti corrispondenti a sbocchidi fiumi e canali corrisponde a una lunghezza dicirca 4 km, la metà dei quali è collocata nella ma -crocella più settentrionale, quella corrispondenteal delta del Po. Risulta, invece, priva di sbocchi flu-viali la macrocella 6, tra Porto Garibaldi e la focedel Po di Volano. Il fronte a mare occupato da darsene e porti è di2,5 km: il porto di Ravenna è il più esteso (1,2 km).

Commento

Page 19: An 2010 Costa

Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 843

DescrizioneLa classificazione ASPE (Accumulo Stabile Equi li brioPrecario Erosione) rappresenta la rielaborazionedell’Indicatore di Stato del Litorale (ISL), pubblicatonelle due precedenti edizioni dell’An nua rio re gio naledei dati ambientali e ideato nel 2008 dall’Uni tà specia-listica Mare-Costa di Arpa Emilia-Romagna.La messa a punto e lo sviluppo di questo indicatoretrae origine dal fatto che il litorale emiliano-romagno-lo viene monitorato ogni 5-6 anni mediante il rilievo ditre reti distinte, istituite nel 1984, rispettivamentedella linea di riva, topo-batimetrica e della subsidenza.La procedura di rielaborazione che ha portato alla de -finizione della classificazione ASPE è consistita nell’a-dattamento dell’ISL a scopi gestionali ed è stata effet-tuata nell’ambito del progetto europeo Coa stan ce,un’iniziativa finalizzata, tra le varie cose, alla formula-zione di Piani di gestione e di difesa costiera (vedi Box1 per i dettagli).Analogamente all’ISL, la classificazione ASPE de scrivein maniera sintetica lo stato del litorale emiliano-romagnolo, così come si presenterebbe se, in un de -ter minato periodo, non venissero effettuati gli inter-venti di difesa. L’ISL prima e l’ASPE dopo nascono dalla necessità deitecnici operanti sulla costa regionale di avere un siste-ma di analisi dello stato di criticità della costa alterna-tivo alla classica ricostruzione della tendenza evoluti-va della linea di riva, da sempre parametro di riferi-mento per lo studio della costa, ma che da solo nonrappresenta la reale dinamica della spiaggia perché èfortemente di pendente dai continui interventi dell’uo-mo che falsano il profilo della costa.A tale scopo l’ASPE si basa sull’analisi intergrata dimolteplici informazioni e descrive lo stato del litoralein termini di tendenza delle spiagge all’erosione, al -l’accumulo o all’equilibrio con riferimento a un de -terminato periodo, corrispondente al tempo intercor-so tra due campagne di rilievo delle tre reti di moni-toraggio.Gli aspetti che vengono considerati da questa analisiintegrata sono i seguenti:• variazioni di volume (perdite/accumuli) a carico dispiaggia emersa e sommersa ottenute dal confrontotra i rilievi topo-batimetrici;• variazioni di volume (perdite) legate alla subsidenza; • variazioni di volume (accumuli) dovute ai ripasci-menti;

• variazioni di volume (perdite) causate dai prelievi disabbia destinata al ripascimento di spiagge in erosio-ne;• la presenza, lo stato di manutenzione o la costru-zione di opere rigide; • la tendenza evolutiva qualitativa della linea di riva.L’analisi integrata di tutti questi elementi è fonda-mentale, perché considerare singolarmente o esclude-re dall’analisi anche una sola di queste in for mazionipuò essere fuorviante. È noto, ad esempio, che unaperdita di volume o un arretramento della linea di rivapossono essere legati a fenomeni erosivi, ma anche adabbassamenti del suolo dovuto alla subsidenza o alprelievo artificiale di sabbia. Allo stesso tempo, un accumulo e/o un avanzamentodella linea di riva possono essere causati da processinaturali, ma possono rappresentare an che l’effetto diun ripascimento. La presenza di opere di difesa rigida modifica profon-damente le caratteristiche dinamiche e morfologichedella spiaggia, inoltre le condizioni e lo stato di manu-tenzione delle stesse sono informazioni necessarie peruna corretta analisi del sistema costiero ai fini gestio-nali. Infine variazioni di volume possono interessare anchesolo la porzione di spiaggia sommersa e non averenessuna manifestazione sulla spiaggia emersa, dove lalinea di riva può risultare apparentemente stabile.

I dati riportati nel presente lavoro si riferiscono allostesso periodo (2000-2006) dell’Annuario 2010, anniin cui sono state effettuate le ultime due campagne dimonitoraggio della rete topo-batimetrica regionale, leuniche attualmente a disposizione con un dettaglio euna qualità adeguati a questo tipo di analisi. Rispetto alla precedente edizione però, come ac cen -nato in Introduzione, il database è stato sottoposto averifica e ulteriore implementazione da parte deiServizi Tecnici di Bacino nell’ambito del le attivitàsvolte durante la prima fase del progetto Coastance(vedi Box 1).L’analisi del litorale è stata effettuata per tratti litora-nei elementari di riferimento: le “Celle ge stionali”,mentre, per una visione complessiva del dato è stataadottata la suddivisione per Ma cro cella (figura 9C.1). La classificazione ASPE prevede la distinzione di quat-tro tipi di tratti costieri riportati nella tabella a fondopagina. Si ritengono significativi gli accumuli o le perdite

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ASPE

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010844

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superiori ai 30 m3/m sui sei anni intercorsi tra il 2000e il 2006, anni in cui sono stati effettuati gli ultimi duerilievi della rete topo-batimetrica regionale. È necessa-rio puntualizzare, inoltre, che per l’analisi di stato dellitorale non sono da considerare significativi accumulie perdite superiori ai 5 m3/m all’anno, perché per valu-tare la tendenza evolutiva di una spiaggia è indispensa-bile un tem po di osservazione di almeno cinque anni.Questo valore è stato scelto dai tecnici sulla base delleconoscenze delle dinamiche del sistema co stiero ed èstato utilizzato in maniera flessibile: valutando vol taper volta la rappresentatività del dato e la coe ren za diquesto con gli altri elementi caratterizzanti co me, adesempio, la tendenza evolutiva della linea di ri va.La classificazione ASPE si distingue dall’ISL so -stanzialmente per i criteri adottati nel discriminare itratti stabili e i tratti in equilibrio precario.Mentre secondo l’ISL sono stabili solo i litorali com -

pletamente naturali, privi di opere, che non presenta-no accumuli o perdite significative di ma teriale, laclassificazione ASPE considera stabili an che i tratti iprotetti da opere rigide, che non hanno però subitoripascimenti o interventi di ma nutenzione nel perio-do di riferimento dei dati in esame. Questa scelta è stata fatta nell’ottica di adattare l’ana-lisi alla realtà fortemente antropizzata del litoraleemiliano-romagnolo e in modo da dare una connota-zione più gestionale alla classificazione, utile agliscopi del progetto COASTANCE.

ScopoL’indicatore descrive le condizioni in cui verserebbeil litorale, in un determinato periodo di riferimento,in assenza di interventi di difesa e ha lo scopo di evi-denziare le reali criticità delle spiagge.

Classe Definizione

Accumulo Tratto di litorale che evidenzia accumuli di sabbia significativi* nel periodo in

esame

Stabile Tratto di litorale che non evidenzia perdite o accumuli di sabbia significativi*

e che non è stato oggetto di interventi di difesa dall’erosione (ripascimenti odopere) nel periodo in esame

Equilibrio precario Tratto di litorale che non evidenzia perdite o accumuli di sabbia significativi*

e che è stato oggetto di interventi di difesa dall’erosione (ripascimenti od opere) nel periodo in esame

Erosione

* Sono considerate variazioni di volume significative accumuli o perdite inferiori ai 30 m3/m nel periodo 2000-2006

Tratto di litorale che evidenzia perdite di sabbia significative* nel periodo in esame

Classi dell’indicatore ASPE

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

ASPE DPSIR S

UNITÀ DI MISURA Metri e percentuale FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2000-2006

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Calcolo dei volumi di sabbia accumulata ed erosa (m3/m) ottenutodal confronto di rilievi topo-batimetrici, tenendo conto degli interventidi ripascimento, dei prelievi (m3/m), delle perdite dovute alla subsi-denza (m3/m), della presenza di opere di difesa e dello stato dimanutenzione delle stesse

Page 21: An 2010 Costa

Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 845

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- Stato

Grafici e tabelle

Accumulo28%

Stabile25%

Equilibrio Precario19%

Erosione28%

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.7: Distribuzione percentuale di tratti costieri emiliano-romagnoli in accumulo, stabili,in equilibrio precario e in erosione riferita alla porzione di litorale che è stato possibile classificarecon l’indice ASPE (circa 117 km) (2006)Nota: * i tratti corrispondenti a foci di fiumi e canali, a darsene, a bocche portuali, alla riva interna della laguna nonsono classificati

32.635

29.185

22.665

32.860

22.655

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

Accumulo Stabile EquilibrioPrecario

Erosione Non classificati*

Met

ri

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.8: Tratti costieri emiliano-romagnoli in accumulo, stabili, in equilibrio precario e in ero-sione e non classificati, secondo l’indicatore ASPE (2006)Nota: * i tratti corrispondenti a foci di fiumi e canali, a darsene, a bocche portuali, alla riva interna della laguna nonsono classificati

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010846

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2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

20.000

M1 M2 M3 M4 Porto di Ravenna**

M5 M6 M7

Met

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MacrocelleAccumulo Stabile Equilibrio Precario Erosione Non classificati*

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.9: Stato, all’anno 2006, delle spiagge emiliano-romagnole in ognuna delle macrocelle,in base all’indicatore ASPENote: * i tratti corrispondenti a foci di fiumi e canali, a darsene, a bocche portuali, alla riva interna della laguna nonsono classificati** il tratto corrispondente al Porto di Ravenna è stato considerato come una “macrocella” a parte, lunga soltanto 1.230m, per la presenza dei due lunghi moli a nord e a sud che ostacolano, in entrambe le direzioni, il passaggio delle sabbie

Macrocella Accumulo Stabile Equilibrio Precario Erosione

M1

Non classificati*

10.730 1.840 2.275 3.805 740

M2 5.290 5.790 6.875 1.790 875

M3 500 7.855 2.685 2.140 585

M4 3.000 5.865 1.000 8.855 380

Porto di Ravenna** 1.230

M5 6.540 2.835 2.500 8.010 705

M6 1.950 0 7.330 7.260 110

M7 4.625 5.000 0 1.000 18.030

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNote: * i tratti corrispondenti a foci di fiumi e canali, a darsene, a bocche portuali, alla riva interna della laguna nonsono classificati** il tratto corrispondente al Porto di Ravenna è stato considerato come una “macrocella” a parte, lunga soltanto 1.230m, per la presenza dei due lunghi moli a nord e a sud che ostacolano, in entrambe le direzioni, il passaggio delle sabbie

Tabella 9C.5: Tratti costieri emiliano-romagnoli in accumulo, stabili, in equilibrio precario, in ero-sione e non classificati per ciascuna delle macrocelle, secondo l’indicatore ASPE (2006)

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 847

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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.10: Stato del litorale emiliano-romagnolo in base all’indice ASPE (2006)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010848

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- Stato

Dal confronto tra le situazioni della costa emilia-no-romagnola nel 2000 e nel 2006, anni in cui so -no stati effettuati gli ultimi due rilievi della retere gionale topo-batimetrica, emerge che la percen-tuale di spiagge in buone condizioni (in accumuloe stabili) ammonta al 53% e, di conseguenza, itratti di litorale in condizioni precarie e critiche(in equilibrio precario e in erosione) sono il 47%.Queste percentuali si riferiscono al totale dei trat-ti che è stato possibile classificare (117,4 km),quindi sono esclusi gli sbocchi di fiumi e canali, ledarsene, i porti e la riva interna della sacca di Go -ro, che sommati corrispondono a una lunghezzadi 22,6 km .In termini di lunghezze, i tratti in erosione e in ac -cumulo, quindi nelle due opposte condizioni, han -no la stessa estensione: circa 33 km. Non differi-scono moltissimo nemmeno le lunghezze dei trat-ti stabili e in equilibrio precario: rispettivamentecirca 29 km e 23 km.La situazione del litorale vista dal punto di vistadelle macrocelle (figura 9C.1) è piuttosto articolata. La macrocella 1, relativa al tratto Cattolica-Rimini, è quella che presenta il maggior numerodi chilometri di spiagge in accumulo.Il litorale compreso tra la foce del Savio, a sud, e la

foce del Po di Volano, a nord, (macrocelle 4, 5 e 6)è quello che presenta il maggior numero di chilo-metri in erosione: in totale circa 24. Tra queste tremacrocelle, la più settentrionale, relativa quindi altratto compreso tra Porto Garibaldi e la foce del Podi Volano (macrocella 6), è quella che versa nellepeggiori condizioni: ai 7 km in erosione si affian-cano altri 7 km in condizioni precarie, il cui equi-librio è mantenuto grazie a continui interventi dimanutenzione. Il litorale compreso tra il porto di Rimini e la focedel Savio (macrocelle 2 e 3) e il tratto corrispon-dente al sistema deltizio del Po (macrocella 7)hanno il minor numero di chilometri di spiaggiain erosione. La macrocella 7 sembrerebbe essere quella con lespiagge nelle migliori condizioni. Questo in real-tà non è vero, perché ciò che contribuisce ainnalzare la colonnina dei chilometri in accumu-lo sono i 4,5 km circa di larghezza della boccadella laguna. Anche se essa non è fisiologicamen-te paragonabile alle spiagge, è stata classificata aifini gestionali perché è soggetta al dragaggio disedimenti in corrispondenza del canale di acces-so al porto di Goro e all’estremità occidentaledello scanno omonimo.

Commento

Page 25: An 2010 Costa

Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 849

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STATO

ASE

DescrizioneL’ASE (Accumulo Stabile Erosione) è un indicato-re definito dall’Unità Spe cia listica Mare e Costa diAr pa nel 2011 e descrive la tendenza evolutivadelle spiagge all’erosione, all’accumulo o alla sta-bilità includendo e mettendo al centro della valu-tazione, a differenza del l’ASPE, gli effetti prodottida eventuali interventi di ripascimento e dallacostruzione/ma nutenzione di opere rigide, nelperiodo in esame. A differenza dell’ASPE, che descrive le condizioniin cui verserebbe il litorale in assenza di interven-ti in un dato periodo di tempo, la classificazioneASE fornisce il quadro del litorale così come sipresenta dopo aver eseguito gli interventi di difesae può essere utilizzato per valutare gli effetti gene-rali prodotti sulla costa dalle misure di difesa adot-tate in un determinato periodo di riferimento.L’indicatore distingue tre tipi di tendenza evoluti-va dei tratti costieri, riportati a fondo pagina. L’ASE si basa sull’analisi intergrata di molteplici in -formazioni con riferimento a un determinato pe rio -do di raccolta dati, corrispondente al tempo in ter -corso tre due campagne di rilievi topo-batimetrici.Gli aspetti che vengono considerati da questa ana-lisi integrata sono i seguenti:• variazioni di volume (perdite/accumuli) a caricodi spiaggia emersa e sommersa ottenute dal con-fronto tra i rilievi topo-batimetrici;• variazioni di volume (perdite) legate alla subsi-denza; • variazioni di volume (perdite) causate dai prelie-vi di sabbia destinati al ripascimento di spiagge inerosione;

• tendenza evolutiva qualitativa della linea di rivarilevata in concomitanza con le campagne topo-batimetriche di riferimento.Quindi, a differenza dell’ASPE, questo indicatoreconsidera le variazioni di volume al lordo dei ripa-scimenti e non riconosce come discriminante lapresenza o lo stato delle opere rigide, in modo daevidenziarne solo gli effetti prodotti sullo statodella costa.Analogamente all’ASPE, sono invece ritenute va -riazioni di volume significative: accumuli o perdi-te superiori ai 30 m3/m sui sei anni intercorsi tra il2000 e il 2006, anni in cui sono stati effettuati gliultimi due rilievi della rete topo-batimetrica regio-nale. È necessario puntualizzare, inoltre, che perl’analisi di stato del litorale non sono da conside-rare significativi accumuli e perdite superiori ai 5m3/m all’anno, perché per valutare la tendenzaevolutiva di una spiaggia è indispensabile un tem -po di osservazione di almeno cinque anni. Questovalore è stato scelto dai tecnici sulla base delleconoscenze delle dinamiche del sistema co stieroed è stato utilizzato in maniera flessibile: valutan-do volta per volta la rappresentatività del dato e lacoerenza di questo con gli altri elementi caratte-rizzanti come, ad esempio, la tendenza evolutivadella linea di riva.

ScopoFornire indicazioni sullo stato del litorale emiliano-romagnolo così come si presenta dopo aver eseguitogli interventi di difesa, in termini di tendenza dellespiagge all’erosione, all’equilibrio o all’accumulo.

Classe Definizione Accumulo Tratto di litorale che evidenzia accumuli di sabbia significativi* nel periodo in

esame

Stabile Tratto di litorale che non evidenzia perdite o accumuli di sabbia significativi* nel periodo in esame

Erosione

* Sono considerate variazioni di volume significative, accumuli o perdite superiori ai 30 m3/m nel periodo 2000-2006

Tratto di litorale che evidenzia perdite di sabbia significative* nel periodo in esame

Classi dell’indicatore ASE

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010850

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Metadati

NOME DELL’INDICATORE

ASE DPSIR S

UNITÀ DI MISURA Metri e percentuale FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2000-2006

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Calcolo dei volumi di sabbia accumulata ed erosa (m3/m) ottenutodal confronto di rilievi topo-batimetrici, tenendo conto dei prelievi(m3/m) e delle perdite dovute alla subsidenza (m3/m)

Grafici e tabelle

Accumulo46%

Stabile39%

Erosione15%

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.11: Stato del litorale all’anno 2006 in seguito all’esecuzione degli interventi di difesa.Percentuale di tratti costieri in accumulo, stabili e in erosione (indice ASE riferito ai 117,4 kmclassificati)

Page 27: An 2010 Costa

Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 851

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- Stato

54.485

45.700

17.160

22.655

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

Accumulo Stabile Erosione Non class.*

Met

ri

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.12: Stato del litorale, all’anno 2006, in seguito all’esecuzione degli interventi di difesa.Lunghezza dei tratti costieri in accumulo, stabili, in erosione e non classificati (indice ASE) Nota: * i tratti corrispondenti a foci di fiumi e canali, a darsene, a bocche portuali, alla riva interna della laguna nonsono classificati

15.425 2.100 1.125 740

15.245 3.675 825 875

3.725 8.680 775 585

3.605 6.865 8.250 380

1.230

7.440 8.390 4.055 705

4.420 10.990 1.130 110

4.625 5.000 1.000 18.030

Macrocella Accumulo Stabile Erosione Non classificati*

M1

M2

M3

M4

Porto di Ravenna**

M5

M6

M7

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNote: * i tratti corrispondenti a foci di fiumi e canali, a darsene, a bocche portuali, alla riva interna della laguna nonsono classificati** il tratto corrispondente al Porto di Ravenna è stato considerato come una “macrocella” a parte, lunga soltanto 1.230m, per la presenza dei due lunghi moli a nord e a sud che ostacolano in entrambe le direzioni il passaggio delle sabbie

Tabella 9C.6: Stato del litorale, all’anno 2006, in seguito all’esecuzione degli interventi di difesa.Lunghezza dei tratti costieri in accumulo, stabili, in erosione e non classificati (indice ASE) in ognunadelle macrocelle

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010852

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- Stato

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2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

20.000

M1 M2 M3 M4 Porto di Ravenna**

M5 M6 M7

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Macrocelle

Accumulo Stabile Erosione Non classificati*

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.13: Stato del litorale, all’anno 2006, in seguito all’esecuzione degli interventi di difesa.Lunghezza dei tratti costieri in accumulo, stabili, in erosione e non classificati (indice ASE) inognuna delle macrocelle Note: * i tratti corrispondenti a foci di fiumi e canali, a darsene, a bocche portuali, alla riva interna della laguna nonsono classificati** il tratto corrispondente al Porto di Ravenna è stato considerato come una “macrocella” a parte, lunga soltanto 1.230m, per la presenza dei due lunghi moli a nord e a sud che ostacolano in entrambe le direzioni il passaggio delle sabbie

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 853

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- Stato

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.14: Stato del litorale emiliano-romagnolo in base all’indice ASE (2006)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010854

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- Stato

Dal confronto tra le situazioni della costa emilia-no-romagnola nel 2000 e nel 2006, anni in cui so -no stati effettuati gli ultimi due rilievi delle tre retidi monitoraggio della costa. Emerge che, in segui-to alla realizzazione di ripascimenti e interventisulle opere rigide, la percentuale di spiagge inbuo ne condizioni (in accumulo e stabili) ammon-ta all’85% e che i tratti di litorale in condizioni cri-tiche sono il 15%.Queste percentuali si riferiscono al totale dei trat-ti che è stato possibile classificare (117,4 km);sono, quin di, esclusi gli sbocchi di fiumi e canali,le darsene, i porti e la riva interna della sacca diGo ro, che sommati corrispondono a una lunghez-za di 22,6 km.In termini di lunghezze, 54,5 km di litorale risul-tano in accumulo, 46 km sono sostanzialmentestabili, 17 km sono soggetti a erosione. Rispetto a quanto osservato con l’analisi ASPE,che descrive lo stato del litorale in assenza di in -ter venti di difesa, l’indicatore ASE evidenzia ilnetto miglioramento prodotto soprattutto dai variripascimenti effettuati nel periodo in esame; infat-ti, i tratti in accumulo passano dal 28% al 46%,quelli stabili dal 25% al 39%, mentre quelli in ero-sione dal 28% al 15%. Per un’analisi più dettagliata degli effetti prodotti

dalle opere si rimanda all’indicatore di risposta ripor-tato di seguito nel presente report, che si riferisce aisoli tratti oggetto di intervento nel periodo in esame.Analizzando i risultati dell’ASE nel dettaglio dellevarie macrocelle (figura 9C.1), si osservano le se -guenti situazioni.Il tratto di litorale compreso tra Cattolica e Ce -senatico (macrocelle 1 e 2) è quello che presenta ilmaggior numero di chilometri di spiagge in accu-mulo. Dal confronto con i dati ASPE (figura 9C.9),in questa zona risultano evidenti gli effetti positiviprodotti dagli interventi di ripascimento, pari acirca 1,5 milioni di m3 di sabbia portati nel perio-do 2000-2006.Il litorale che versa nelle condizioni peggioriresta quello compreso tra la foce del Savio e Por -to Ga ribaldi (macrocelle 4 e 5). Qui i circa900.000 m3 di sabbia portati a ripascimento nonsono stati sufficienti a determinare cambiamen-ti, quindi bisognerà in futuro aumentarne iquan titativi.Le macrocelle 3 (Cesenatico-foce Savio) e 6 (PortoGaribaldi-foce Po di Volano) hanno il maggior nu -mero di spiagge in condizioni stabili. Anche inquesto caso, il miglioramento è stato determinatodagli interventi di ripascimento: circa 1 milione dim3 di sabbia apportato tra il 2000 e il 2006.

Commento

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 855

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- Stato

STATO

Variazione della linea di riva

DescrizioneL’indicatore descrive la tendenza evolutiva del litora-le emiliano-romagnolo in termini di variazione dellali nea di riva, ottenuta confrontando la riva ri -costruita mediante l’interpretazione di foto aereeeffettua te nel 1983 e quella rilevata direttamente conil GPS differenziale nel 2006. L’analisi della variazio-ne della linea di riva ha interessato circa 110 km dei130 km di fronte mare. Sono state escluse dall’anali-si le foci fluviali, le bocche portuali e dei canali discolo, le darsene.Per questo indicatore sono state definite, così co me

riportato nella tabella seguente, tre classi rappresen-tative della tendenza evolutiva della linea di riva trail 1983 e il 2006. Occorre sottolineare che la linea diriva è un parametro che descrive la tendenza evolu-tiva del litorale, ma che risente fortemente de gliinterventi di ripascimento e di prelievo, operazioni,queste, sempre più frequenti negli ultimi de cenni.

ScopoFornire indicazioni sulla tendenza evolutiva dellalinea di riva lungo il litorale emiliano-romagnolo.

Classe Definizione

Avanzamento Avanzamento della linea di riva superiore ai 10 m per tratti di litorale lunghi almeno 100 m

Stabile Variazioni della linea di riva inferiori ai 10 m per tratti lunghi almeno 100 m

Arretramento Arretramenti della linea di riva superiori ai 10 m per tratti di litorale lunghi almeno 100 m

Classi di variazione della linea di riva

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Variazione della linea diriva

DPSIR S

UNITÀ DI MISURA Metri, percentuale FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

1983-2006

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Confronto tra linee di riva ottenute da fotointerpretazione o da rilie-vo diretto con GPS differenziale

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010856

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Grafici e tabelle

Classe Percentuali mAvanzamento 57% 62.585Stabile 25% 27.355Arretramento 18% 19.650

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.7: Estensione dei tratti costieri regionali con linea di riva in arretramento, stabile e inavanzamento, nel periodo 1983-2006

1983-2006

Avanzamento Stabile Arretramento

25%

57%

18%

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.15: Situazione evolutiva della linea di riva nel periodo 1983-2006

17.100

13.530

5.630

8.575

6.190

4.610

6.950

1.550

4.735

6.775

2.970

4.215

7.110

0 0 850 775

7.175 6.980

2.870

1.000

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

1 2 3 4 5 6 7

Met

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Macrocelle Avanzamento Stabile Arretramento

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.16: Situazione evolutiva della linea di riva, nel periodo 1983-2006, delle sette macrocel-le che costituiscono il litorale regionale

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 857

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- Stato

Nel 2006, su 110 km di litorale oggetto di analisiin quanto provvisti di una linea di riva, ol tre 60 kmsono in avanzamento rispetto al 1983 (57%), 27km sono in equilibrio (25%) e solo circa 20 km(18%) hanno subito degli arretramenti.Analizzando i singoli tratti in cui è stato suddivi-so il litorale, si osservano tendenze evolutivemol to diverse da macrocella a macrocella. DaCatto lica alla foce del fiume Savio (macrocelle 1,2 e 3) la situazione, tra il 1983 e il 2006, è netta-mente mi gliorata e solo brevi tratti sono in arre-tramento; stesso discorso è valido anche per lama cro cella 7, che si estende dalla foce del Po diVolano a quella del Po di Goro. Le zone più criti-che sono quelle centrali (macrocelle 4 e 5), dallafoce del fiume Savio ai moli di Porto Garibaldi,dove circa 14 km di spiaggia hanno subito signi-ficativi arretramenti della linea di riva. La macro-cella 6 (dai moli di Porto Garibaldi alla foce del Podi Volano) è caratterizzata da 3 km di spiaggia in

arretramento, 7 km circa stabili e 4,5 km in avan-zamento.Il buon andamento a scala regionale della varia-zione della linea di riva è stato prevalentementede terminato dagli interventi di ripascimento, in -fatti dal 1983 al 2006 sono stati apportati lungotutto il litorale regionale oltre 5,5 milioni di m3 disabbia. Gli effetti dei ripascimenti sono ben evi-denti nelle prime 3 macrocelle, dove sono pochis-sime le spiagge che evidenziano un arretramentodelle linea di riva. Nelle macrocelle 4 e 5 nono -stante siano stati apportati rispettivamente 1,3 e 1milioni di m3 di sabbia, al 2006, come anticipato,14 km di costa sono in arretramento. Essendomolto esigua l’alimentazione naturale di sabbia daparte dei fiumi presenti in queste aree, per potermigliorare la situazione di questi tratti di litoralebisognerà aumentare i quantitativi di sabbia ap -portati artificialmente mediante interventi di ripa-scimento.

Commento

Page 34: An 2010 Costa

Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010858

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- Stato

DescrizioneL’indicatore descrive il litorale emiliano-roma-gnolo in termini di ampiezza media della spiag-gia emersa. Sono stati utilizzati i valori calco-lati dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli(SGSS) tramite interpretazione del Volo Costa2005 e come elemento territoriale di riferimen-to è stata scelta la Cella litoranea (vedi Intro -duzione figura 9C.1). Per effettuare l’analisidel lo stato del litorale in funzione dell’ampiez-za della spiaggia, è stata definita una scala sud-divisa in 5 classi. Per co struire tale scala si èfatto riferimento alle “Indicazioni strategicheper la difesa e la riqualificazione del sistemaambientale costiero della regione Emilia-Roma gna” (Preti, 2002), dove tra le azioni fina-lizzate alla difesa delle spiagge viene postocome obiettivo quello di rafforzare il sistemalitoraneo me dian te l’allargamento delle spiaggefino a una dimensione compresa tra 50 e 100m. Ampiezza questa che dovrebbe garantire: a)

uno spa zio sufficiente per l’attività balneare; b)una buona difesa del sistema litoraneo dall’in-gressione marina; c) un margine di flessibilitàdi arretramento prima di dover intervenire permitigare i danni prodotti dall’erosione. Questecondizioni, al contrario, non sono ga rantite daitratti con spiaggia di larghezza inferiore ai 50m (rientranti nelle classi “molto stretta” e“stret ta”) o privi di spiaggia, che presentanovari gradi di criticità strettamente dipendentianche dagli interessi economici insistenti su diessi. Infine, le spiagge molto am pie, più larghedi 100 m, si di stinguono da tutte le altre per-ché, oltre a essere in ottime condizioni, posso-no essere pe riodicamente sfrut tate co me puntidi prelievo della sabbia da portare a ripasci-mento su altri litorali in condizioni critiche.

ScopoFornire indicazioni sull’ampiezza media dellaspiaggia emersa del litorale emiliano-romagnolo.

Classe Ampiezza media della spiaggia emersa (metri)

Priva di spiaggia 0

Molto stretta 1-20

Stretta 21-49

Ampia 50-100

Molto ampia >100

Classi di ampiezza media della spiaggia

STATO

Ampiezza mediadella spiaggia emersa

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 859

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- Stato

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Ampiezza media dellaspiaggia emersa

DPSIR S

UNITÀ DI MISURA Metri FONTE Arpa Emilia-Romagna,Regione Emilia-Romagna*

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2005

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

* Servizio Geologico Sismico e dei Suoli (SGSS)

Ampiezza media della spiaggia emersa misurata su foto aeree effet-tuate nel 2005

Grafici e tabelle

Classe N. di Celle Lunghezza totale (m)

Priva di spiaggia 4 9.085

Molto stretta 7 8.665

Stretta 23 30.620

Ampia 38 46.015

Molto ampia 10 22.960

Non classificata 36 22.655

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.8: Classificazione della spiaggia del litorale emiliano-romagnolo in funzione dell’am-piezza media della spiaggia emersa

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010860

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- Stato

Molto ampia Ampia Stretta Molto stretta Priva di spiaggia

39%

26%

7%8%

20%

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.17: Classificazione della spiaggia del litorale emiliano-romagnolo in funzione dell’ampiezzamedia espresso, in valori percentuali sul totale della lunghezza del litorale classificabile (117,4 km)

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Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 861

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- Stato

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.18: Litorale emiliano-romagnolo classificato in funzione dell’ampiezza della spiaggia(2005)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010862

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- Stato

Su 118 celle (140 km), in cui è stato suddiviso il li -torale emiliano-romagnolo, 36 (22,6 km) non sonoclassificabili con questo indicatore, perché non oc -cupate da spiagge e corrispondenti a darsene, boc-che portuali, foci fluviali etc. Del litorale classificabile (117,4 km) il 39% (circa46 km) presenta una spiaggia ampia, quindi rite-nuta adeguata per la difesa dall’ingressione marinae per l’attività del turismo balneare.Il 33% del litorale (pari a circa 39 km) presentadelle spiagge strette o molto strette.Solo l’8% del litorale (circa 9 km) è privo di

spiag ge, questo riguarda 3 celle difese da scoglie-re radenti (una a nord della foce dei Fiumi Uniti,una nella zona del Poligono Militare e una nellaPineta di Volano) e la bocca della laguna dellaSacca di Goro.Infine, il 20% del litorale (pari a circa 23 km) hauna spiaggia larga più di 100 m. La maggior partedi queste spiagge si trovano a ridosso di lunghimoli portuali che impediscono lo scorrimento del -la sabbia lungo costa, quali quelli del porto canaledi Rimini, di Porto Garibaldi e del porto di Ra -venna.

Commento

Page 39: An 2010 Costa

Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 863

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- Risposte

RISPOSTE

Lunghezza dei tratti protettida opere rigide

DescrizioneL’indicatore rappresenta l’inventario dei tratti pro-tetti dai diversi tipi di opere rigide presenti al 2007lungo il litorale emiliano-romagnolo.Quelle riportate in tabella non sono le uniche ope -re di difesa dal mare presenti lungo il litorale re -gionale. Oltre a esse esistono decine di chilometridi strutture la cui funzione è legata al conteni-mento degli eventi di acqua alta: gli argini checon tornano vaste aree depresse presenti al centronord al retro della costa, gli argini fluviali in pros-simità delle foci di molti corsi d’acqua, le banchi-ne portuali, i muretti e i rilevati artificiali presen-ti al retro delle spiagge.

ScopoFornire indicazioni sull’estensione delle opere didifesa rigida presenti lungo il litorale regionale.

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Lunghezza dei tratti protettida opere rigide

DPSIR R

UNITÀ DI MISURA Metri FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2007

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Osservazione di foto aeree

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010864

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Grafici e tabelle

Opera Lunghezza tratto (m)

Scogliere parallele emerse 38.100 Scogliere radenti 19.420

Scogliere semisommerse 6.700 Barriere in sacchi 6.800

Pennelli trasversali* 2.750 Totale 73.770

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNota: * a questa voce vanno aggiunti 43 pennelli molto distanti o associati ad altre tipologie di opere di difesa, presentiin varie località del litorale (per i dettagli si rimanda a Preti et al., 2008)

Tabella 9C.9: Lunghezza dei tratti difesi con opere rigide (2007)

Scogliere parallele emerse

Scogliere radenti

Scogliere semisommerse

Barriere in sacchi

Pennelli*

52%

26%

9%

9%

4%

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.19: Percentuale delle varie tipologie di opere di difesa rigida presenti nel litorale regionale(2007)Nota: * a questa voce vanno aggiunti 43 pennelli molto distanti o associati ad altre tipologie di opere di difesa, presentiin varie località del litorale (per i dettagli si rimanda a Preti et al., 2008)

Page 41: An 2010 Costa

Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 865

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- Risposte

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.20: Litorale emiliano-romagnolo, tratti protetti con opere di difesa rigida all’anno 2007

Oltre la metà delle spiagge emiliano-romagnole (circa74 km) sono protette da opere rigide di vario tipo. Lepiù diffuse sono le scogliere parallele emerse che di -

fendono circa 40 km di costa. I restanti 30 km sonoprotetti da scogliere radenti, scogliere semisommerse,barriere sommerse in sacchi e pennelli.

Commento

Page 42: An 2010 Costa

Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010866

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- Risposte

DescrizioneL’indicatore definisce l’entità degli interventi diripascimento eseguiti sul litorale emiliano-roma-gnolo in termini di volumi di sabbia portati artifi-cialmente sulle spiagge in erosione al fine di am -pliarle e difendere il territorio retrostante. I volumi di sabbia portati a ripascimento sono sta -ti raggruppati per fonte di provenienza e per ma -crocella di destinazione. I dati sono stati presenta-ti in questo modo da un lato allo scopo di eviden-ziare le fonti di prelievo maggiormente utilizzate,dall’altro per effettuare un’analisi di maggior det-taglio rispetto alla scala regionale.Le fonti di provenienza possono essere interne oesterne al sistema costiero. Questa distinzione èim portante in quanto la sabbia proveniente dall’e-sterno del sistema costiero è quella che va a com-pensare quanto non più portato dai fiumi e quan-to sottratto dalla subsidenza, andando di fatto adalimentare il sistema.

Le sabbie considerate interne al sistema sono quel-le che provengono dalle spiagge in accumulo, da -gli scanni di Goro e Volano, dalle bocche portualiche vengono dragate per garantire l’entrata nelporto, dalle foci di canali e fiumi e quelle risultan-ti dalla pulizia delle spiagge. Nel presente rappor-to, tutte queste fonti sono state denominate “accu-muli litoranei”.Le sabbie che provengono da fonti esterne al siste-ma costiero sono quelle estratte da cave a terra, dagiacimenti sottomarini al largo della costa regio-nale e quelle recuperate dagli scavi edili, dagli sca -vi per la costruzione di nuove darsene e dagli scaviall’interno dei moli del porto di Ravenna.

ScopoFornire un’indicazione sull’entità dei volumi disab bia portati a ripascimento sulle spiagge in ero-sione del litorale emiliano-romagnolo.

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Volumi di sabbia portati aripascimento

DPSIR R

UNITÀ DI MISURA Metri cubi FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

1983-2010

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Quantificazione dei volumi di sabbia portati a ripascimento sullespiagge

RISPOSTE

Volumi di sabbiaportati a ripascimento

Page 43: An 2010 Costa

Annuario dei dati ambientali 2010 - Arpa Emilia-Romagna 867

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- Risposte

Grafici e tabelle

Macrocella Cave a terra (m3)

Scavi edili e darsene (m3)

Accumuli litoranei (m3)

Accumuli sottomarini (m3)

Totale (m3)

M1 506.650 20.000 215.850 0 742.500 M2 2.000 0 7.000 0 9.000 M3 817.000 0 39.368 0 856.360 M4 1.000.000 0 0 0 1.000.000 M5 365.000 0 92.000 0 457.000 M6 0 0 20.000 0 20.000 M7 0 0 0 0 0

Totale (m3) 2.690.650 20.000 374.218 0 3.084.868

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.10: Volumi di sabbia portati a ripascimento nel periodo 1983-1999 sul litorale emilia-no-romagnolo, ripartiti per macrocella e fonte di prelievo degli inerti

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.21: Ripartizione percentuale dei volumi di sabbia portati a ripascimento sul litoraleregionale suddivisi per fonte di prelievo nei periodi 1983-1999 e 2000-2010

Scavi edili e darsene 0.7%

Accumuli litoranei12.1%

Ripascimenti 1983-1999

Cave a terra12.5%

Scavi edili e darsene

27.8%

Accumuli litoranei35.5%

Giacimenti sottomarini

24.2%

Ripascimenti 2000-2010

Cave a terra

87.2%

Page 44: An 2010 Costa

Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati ambientali 2010868

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- Risposte

Macrocella Cave a terra (m3) (m3) (m3) (m3)

Scavi edili e darsene

Accumuli litoranei

Accumuli sottomarini (m3)

Totale

M1 25.150 378.200 535.045 673.080 1.611.475 M2 225.510 126.454 141.146 250.037 723.147 M3 146.225 209.829 151.617 378.153 885.824 M4 384.475 0 19.000 338.010 741.485 M5 55.050 1.150.000 679.419 0 1.884.469 M6 0 700 753.853 0 754.554 M7 0 0 99.000 0 99.000

Totale (m3) 836.410 1.865.183 2.376.080 1.619.280 6.696.953

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.11: Volumi di sabbia portati a ripascimento nel periodo 2000-2010 sul litorale emilia-no-romagnolo con il dettaglio delle macrocelle e della fonte di prelievo degli inerti

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Scavi edilie darsene

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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.22: Volumi di sabbia portati a ripascimento nel periodo 1983-1999 sul litorale emiliano-romagnolo con il dettaglio delle macrocelle e della fonte di prelievo degli inerti

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Giacimenti sottomarini

Cave a terraAccumuli litoranei Scavi edili e darsene

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.23: Volumi di sabbia portati a ripascimento nel periodo 2000-2010 sul litorale emiliano-romagnolo suddivisi per macrocella e fonte di prelievo degli inerti

In Emilia-Romagna la pratica degli interventidi ripascimento per far fronte ai processi erosi-vi del litorale è stata avviata nel 1983. Al dicem-bre 2010, data dell’ultimo censimento effettua-to da Arpa insieme ai Servizi Tecnici di Bacino,i volumi di sabbia portati a ripascimento sfiora-no i 10 milioni di m3 (9.832.521 m3).Nel tempo lo sfruttamento delle cave a terra, no -tevolmente impattante, si è ridotto molto passan-do dal 87%, nel periodo 1983-1999, al 12%, tra il2000 e il 2010, in favore di altre fonti di sabbia.In questo secondo periodo sono stati sfruttatiper la prima volta i giacimenti sabbiosi sotto-marini collocati al largo della costa regionale,alla profondità di 30-40 m (1,6 milioni di m3,pari al 24,2%), e si è affermata la pratica di uti-lizzo delle sabbie recuperate da scavi edili (adesempio il comune di Riccione), dalla costru-zione di nuo ve darsene (Rimini e Cattolica) edal dragaggio del porto di Ravenna, per un tota-le di oltre 1,8 milioni di m3 (pari a 27,8%). Infine, si è sviluppato tantissimo l’utilizzo didiverse fonti litoranee, quali spiagge in accu-mulo, e il recupero delle sabbie risultanti dallapu lizia delle spiagge, dal dragaggio di boccheportuali e di foci di canali e fiumi (circa 2,4milioni di m3, pari al 35,5%).Nel periodo tra il 1983 e il 1999 (18 anni) sonostati portati a ripascimento poco più di 3 milio-

ni di m3 di sabbia, circa 170.000 m3/anno. Laquasi totalità della sabbia è stata portata nel li -torale tra Misano e Riccione sud (ma cro cella 1)e tra Cesenatico Ponente e fo ce La mo ne-CasalBorsetti (ma crocelle 3, 4 e 5).Nel decennio successivo (2000-2010), si è avutauna forte crescita dei volumi di sabbia portati aripascimento. I quantitativi hanno sfiorato i 6,7mi lioni di m3, circa 610 mila m3/anno, cioè trevolte e mezzo rispetto al periodo precedente.Questo incremento è stato determinato da unlato dall’affermarsi della tecnica del ripascimen -to come metodo idoneo a fronteggiare l’erosionecostiera e garantire la presenza di spiagge ade-guate alla balneazione, dall’altra dalla realizza-zione, nel 2002 e nel 2007, di due interventi diripascimento consistenti nell’apporto di oltre1,6 milioni di m3 di sabbia proveniente dai giaci-menti sottomarini sopra citati.I maggiori quantitativi di sabbia sono stati porta-ti tra Misano e Riccione sud (1,6 milioni di m3,macrocella 1) e tra Marina Romea nord e Li do diSpina sud (1,9 milioni di m3, ma cro cella 5). Nelle macrocelle 2, 3 e 4 (tra Rimini e Ravenna)e nella macrocella 6 (tra Porto Garibaldi e la focedel Po di Volano) i ripascimenti sono am montatia circa 700-900 mila m3 per ciascun tratto. Si segnala che in questo secondo periodo gliinterventi hanno interessato anche zone che in

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passato erano state oggetto soltanto di limita-tissimi ripascimenti, come le macrocelle 2 e 6.Questi due tratti, corrispondenti al litorale traRimini e Cesenatico e a quello compreso traPorto Garibaldi e la foce del Po di Volano, non-ostante la presenza di scogliere parallele emer-se, versavano in condizioni critiche tali daavere avuto necessità di consistenti ripasci-

menti. Questo dimostra che in un litorale scar-samente alimentato da apporti solidi fluviali esoggetto a un tasso di subsidenza di circa 1cm/anno, nel periodo 2000-2005, anche lespiagge protette da scogliere entrano in erosio-ne, per cui per garantirne l’esistenza è indi-spensabile ricorrere ad apporti artificiali di sab-bia.

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RISPOSTE

Valutazione degli effetti prodottidagli interventi di difesa

DescrizioneTramite l’indicatore viene effettuata una valutazio-ne degli effetti prodotti dagli interventi di difesarealizzati sul litorale regionale nel periodo di rife-rimento dei dati, che in questo caso è compreso traaprile 2000 e aprile 2006.Tale indicatore si applica esclusivamente ai trattidi litorale che sono stati oggetto di ripascimento,che hanno subito manutenzione alle strutture didifesa esistenti o che sono stati luogo di costruzio-ne di nuove opere. La valutazione viene effettuata confrontando la clas-se di appartenenza del tratto in questione al l’ASPE,che descrive lo stato del litorale se non fosse oggettodi interventi, con la classe di appartenenza all’ASE,che rappresenta invece la spiaggia così come si pre-senta dopo la realizzazione degli interventi.

L’indicatore prevede le seguenti situazioni:

– l’intervento produce un miglioramento della si -tuazione del tratto costiero interessato (passaggiodi classe da ASPE a ASE positivo);

– l’intervento non produce nessun cambiamentonel tratto costiero interessato (nessun passaggio diclasse da ASPE a ASE);

– l’intervento produce un peggioramento della si -tuazione del tratto costiero interessato (passaggiodi classe da ASPE a ASE negativo).

ScopoFornire una valutazione degli effetti prodotti dagliinterventi di difesa eseguiti in un dato periodo ditempo sulla costa regionale.

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Valutazione degli effetti prodotti dagli interventi di difesa

DPSIR R

UNITÀ DI MISURA Percentuale FONTE ArpaEmilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2000-2006

AGGIORNAMENTODATI

ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Analisi degli effetti prodotti dagli interventi di ripascimento e dallacostruzione o manutenzione di opere rigide basata sul confronto diASPE e ASE

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Grafici e tabelle

Valutazione dell’effetto Miglioramento

(m)

Nessun cambiamento

(m) Peggioramento

(m) Totale

Ripascimento 20.145 3.250 0 23.395

Intervento su opera 1.600 0 0 1.600 Ripascimento + Intervento su opera 16.490 5.555 0 22.045 Totale 38.235 8.805 0 47.040

Fonte: Arpa Emilia-Romagna

Tabella 9C.12: Valutazione degli effetti prodotti dagli interventi di difesa realizzati tra il 2000 e il 2006

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Opera

M1 M2 M3 M4 M5 M6 M7

Ripascimento + Opera Ripascimento

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 9C.24: Valutazione degli effetti degli interventi di difesa realizzati in ognuna delle macrocel-le, nel periodo 2000-2006

Tra il 2000 e il 2006 sono stati effettuati vari tipi diinterventi di difesa, consistenti principalmente inripascimenti, su 47 km di litorale.Su 38 km gli interventi hanno avuto effetti positi-vi e solo su circa 9 km di costa il ripascimento e/ol’opera non hanno migliorato la situazione. In nes-sun caso, però, sono stati riscontarti peggiora-menti. Un bilancio, questo, molto positivo, chedimostra come le politiche di protezione dellacosta adottate dalla Re gione Emilia-Romagna,orientate prevalentemen te verso l’utilizzo del ripa-scimento, siano ben indirizzate.Analizzando le situazioni di ciascuna macrocella

emerge che i migliori risultati sono stati ottenutinei tratti di costa tra Porto Garibaldi e la foce delPo di Volano e tra Rimini e Cesenatico (macrocel-le 6 e 2). Risultano soddisfacenti anche gli effettide gli interventi nei tratti tra Cattolica e Rimini,tra Cesenatico e la foce del Savio e tra Porto Cor -sini e Porto Garibaldi (macrocelle 1, 3, 5).Appare, invece, necessario rivedere la difesa dellitorale compreso tra la foce del Savio e PortoCorsini (macrocella 4) dove, rispetto a un totaledi circa 6 km di spiagge oggetto di intervento, su4 km di costa non sono stati ottenuti migliora-menti.

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Riferimenti

� Autori

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(1) ARPA DT

� Bibliografia

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scimento delle spiagge in erosione, Bologna14. Idroser (1990), Ricerca di depositi sabbiosi sul fondo del mare Adriatico da utilizzare per il ripa-

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