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    Un crimine programmato

    Viva tutti i soldati

    sconfitti e tutti

    gli Eroi schiacciatidal nemico nella

    battaglia perduta.

    Perch la sconfitta

    non pu togliere

    la gloria.Walt Whitman

    N. 16 NUOVA

    2006CENTRO STUDI DI STORIA CONTEMPORANEAAnno IV

    Gli Italiani che ave-vano esultato, il25 luglio, nellillusione chela fine del fascismo signifi-casse anche fine dellaguerra, o almeno delle pipesanti distruzioni, furonotragicamente smentiti dagliavvenimenti cos scriveMario Cervi in 25 luglio 8 settembre 1943. Una

    smentita che si materializ-za tra il 7 e il 17 di agostocon massicci e indiscrimi-nati bombardamenti allea-ti contro le citt del NordItalia, in prima fila Milano,Torino e Genova. Ed terrorismo allo stato puro,tatticamente impostato percolpire le popolazioni civili,annientarle sotto un dilu-vio di bombe dirompenti eincendiarie, insieme a de-

    vastazioni che sconvolgo-no interi tessuti urbani. Daparte alleata la motiva-zione di rito, la stessa in-vocata per le altrettantodevastanti incursioni sullecitt del Sud: Bisognavafrantumare la resistenzadel popolo italiano e indur-lo a ribellarsi al fascismo.Niente di pi odioso e dicriminale considerato chenegli stessi giorni in cui

    linfamia pioveva dal cieloBadoglio & Soci avevanogi concordato con gli an-glo-americani quella resasenza condizioni che a-vrebbe poi portato all8Settembre. Con un Bado-glio totalmente prono e in-capace, persino, di chie-dere agli Alleati di frontead una situazione di totalecapitolazione un tratta-mento meno feroce per gliItaliani del Nord. Una ver-gogna, questa, che verrassimilata e fatta propriadai governi antifascisti delRegno del Sud. (g.r.)

    E BADOGLIO & SOCI SE NE INFISCHIANO

    LITALIA DEL NORD SOTTO LE BOMBE ALLEATE

    Sopra: distruzione e

    morte in un quartieremilanese devastato daibombardieri B17

    americani.Anche gli Stati Uniti,

    come gli Inglesi,adottarono le incursioni

    indiscriminatesulle citt italiane.

    A fianco: 25 luglio 1943,si scatena la furia

    iconoclasta controle insegne del Regime

    nellillusione di una paceormai prossima.

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    SSSS ono innumerevoli gli episodi che denunciano il tradimento, lincompetenza e il

    sabotaggio messi in atto nel corso del Secondo conflitto mondiale da parte di alte

    sfere delle Forze Armate italiane e che coinvolgono, soprattutto, lo Stato Maggiore

    Generale dellEsercito e Supermarina. Episodi che fanno parte di una strategia generale

    intesa a far perdere la guerra nel preciso intento di rovesciare il Fascismo. Lo spazio a

    disposizione non ci permette, certo, un esame approfondito della materia, siamo tuttavia

    convinti che gli elementi da noi proposti sia pure con una esposizione obbligatoriamente

    frammentaria siano sufficienti a dare spessore e credibilit ad un argomento che la

    storiografia ufficiale del dopoguerra (quella che si insegna nelle scuole e che viene

    riproposta sui grandi mezzi di informazione) ha definitivamente relegato in polverosiarchivi ministeriali. Costruendo cos una cortina di silenzio su precise responsabilit nella

    condotta delle operazioni belliche sui diversi fronti. Nel tracciare il quadro di queste

    responsabilit abbiamo usufruito di fonti diverse: alcune ufficiali risalenti al periodo

    bellico e immediatamente post bellico, altre estraendole da opere storiche in

    controcorrente, ma mai smentite. Ci stata, soprattutto, di prezioso supporto la

    fondamentale opera di Bruno Spampanato Contromemoriale, edita nel 1979 dal Centro

    Editoriale Nazionale, unitamente agli archivi del Ministero della Difesa italiano.

    Noi mantenevamocontatti con i varielementi dissidentidei pi alti gradidella Marinaitaliana e attraversoloro preparavamo

    la resa della flotta(Ammiraglio Zacharias,Capo del Servizio Segretoamericano)

    La guerra che volevano perdereUn primo lacerante interroga-tivo va posto, anzitutto, sul-

    lattivit svolta prima e durantelultimo conflitto dallo StatoMaggiore Generale italiano infatto di armamenti e materie pri-me. Ambedue i settori controlla-ti, attraverso appositi organismi,dallo SMG direttamente respon-sabile dello stato di efficienzadelle nostre Forze Armate.

    Tra i critici dellentrata inguerra dellItalia, emerge tralaltro la denuncia di una colpapolitica (ossia di Mussolini) re-lativa a una sottovalutazionedelle reali disponibilit italianedi materie prime, con conse-guente carenza di validi arma-menti pesanti. In realt se col-pa politica vi fu, essa consistet-te nella totale fiducia concessada Mussolini a uno Stato Mag-giore (e a suoi Capi) non solo in-capace di procedere allammo-dernamento dei mezzi e delletattiche di un obsoleto Regio E-sercito, ma altres gi corroso al

    municazione del generale CarloFavagrossa, alla guida del Com-missariato Generale per la Fab-bricazione di Guerra, al generaleCavallero (allepoca Capo diStato Maggiore Generale), chedescrive in ben altri termini lasituazione. Accadde cos che almomento dellentrata in guerra

    suo interno da una fronda che sisarebbe espressa compiutamentee a favore del nemico nel corsodella guerra.

    Sono critiche che si appunta-no principalmente chiamandoin causa le sconfitte subite in A-frica Settentrionale propriosulla mancanza di adeguati mez-zi corazzati. Per la verit,lassenza di carri armati in gra-do di contrapporsi con successoalle unit corazzate inglesi vaaddebitata totalmente alla ottusaostinazione del nostro SMG (inprima persona Badoglio, Capodi Stato Maggiore Generale dal1927 all11 novembre 1940) dimantenere in produzione il carroleggero L.35 (da 3,5 ton.) anzi-ch puntare su un carro medio-pesante che lindustria italianaera perfettamente in grado di re-alizzare.

    In quanto alla supposta man-canza di materie prime (vedi ac-ciaio), essa viene sonoramentesmentita sin dal 1939 da una co-

    nel 1940 lItalia si trov a di-sporre di circa 1.500 carri armatidi cui oltre mille L.35 (le triste-mente famose scatole di sardi-ne) e soltanto 100 esemplari dicarri medi M11 che dovrannobattersi in seguito contro gli A12(Matilda) e A13 inglesi rispet-tivamente di 26,925 e 14,224tonnellate. Una differenza in ar-

    mamento e corazzatura che con-corse notevolmente, sin dalli-nizio delle operazioni, alla per-dita dellAfrica Settentrionale.

    Ma non basta. Sempre in fattodi carri armati, siamo nel 1940 eItalo Balbo aveva richiesto aBadoglio per il fronte libico uncerto numero di carri pesanti.Non ottenendo una positiva ri-sposta, aveva sollecitato linter-vento presso Hitler dellamba-sciatore tedesco a Roma, VonMackensen. Da parte di Hitlererano state offerte due Divisio-ni panzer. Badoglio, Capo diStato Maggiore, le aveva rifiuta-te. Da considerare che Badoglioera anche presidente del Comi-tato Industriale per le MateriePrime e pertanto con precise re-

    A fianco, il generaleAmbrosio che in

    Jugoslavia permisela connivenzacon il nemico.

    Sotto, un momentodello sbarco degli

    Alleati in Sicilia,con la flotta italiana

    che rimase rintanatanei porti senza dare

    un solo segnodi reazione.

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    minimi termini. Afferma il ge-nerale Visconti-Prasca dopo lasua messa in congedo del 1940:Le richieste del Comando trup-pe di Albania incontrarono quasisempre, da parte di alcuni organidel Ministero, resistenza lentez-za, burocratismo, incompetenzae spesso malevolenza. Terminicertamente prudenti conside-

    rata la composizione dello Stato

    sponsabilit nella produzione diarmamenti per le Forze Armate.

    Scriveva Graziani a Mussoliniil 14 dicembre 1940: Nella su-periorit schiacciante del mezzocorazzato, impiegato a massa,deve ricercarsi la ragione essen-ziale del fulmineo successo ini-ziale a Sidi el Barrani riportatodal nemico.

    ormai fuori dubbio che il sa-botaggio alla guerra fascistagodesse di diffuse complicitanche allinterno di diversi Mi-nisteri, tanto da indurre lo stessoHitler a dichiarare a Rommel:Le cifre che i vari sottosegreta-ri ministeriali presentano a Mus-solini, specie in materia militare,sono sempre false. (1)

    Operazioni nei Balcani ormai ampiamente docu-

    mentata la nefasta influenza e-sercitata dal generale Ambrosio(come comandante della II Ar-

    Autorit italiane sul posto diconnivenza con emissari di Tito.Contatti si badi bene per-messi dai generali Ambrosio eRoatta, autori di un doppio gio-co Mihailovic-Tito, che si con-cretizzarono nella fornitura aireparti comunisti di armi pesantidi provenienza italiana. Illumi-nanti, in proposito secondo

    quanto riportato nel Libro Ne-ro i frequenti incontri tra uf-ficiali italiani e fiduciari comu-nisti. Come lincontro a Kartel- jevo tra il comandante della Di-visione Isonzo, generale Ce-rutti, e il commissario politicocomunista, Jareb. Un altro im-portante incontro il 13 giugno1943 ebbero il colonnello Rossidello S.M. dellIsonzo, il co-mandante dei Carabinieri dellaDivisione, De Furis, e il coman-dante territoriale dellArma, ca-pitano Marotta, con gli agenticomunisti Petrovich-Negus eBoris Kidric. In seguito il gene-rale Cerutti fece sgomberareStrasa mentre mand ai partigia-ni tre vagoni di armi, munizionie uniformi militari italiane. (2)

    mata) nella campagna contro laJugoslavia. Vale la pena farnealmeno un cenno. Gli ordini ri-cevuti da Ambrosio prevedeva-no la distruzione delle residueforze dellesercito jugoslavoguidato da Mihailovic, esponen-te sul campo del Governo jugo-slavo riparato a Londra. Ambro-sio adott invece una tattica

    prettamente difensiva permet-tendo alle truppe cetniche diriorganizzarsi e di operare attac-chi, anche sanguinosi, contro leunit italiane eccessivamente di-sperse nel territorio. Questo perquanto concerne la tattica mili-tare. Ch nel contempo instaura-va una vera e propria conniven-za col nemico allacciando pres-so il proprio Comando strettirapporti con emissari del Gover-no in esilio a Londra e di Mihai-lovic. Per completare lopera,forn a questultimo armi, dena-ro e viveri giustificandolo conlintento di opporlo allesercitocomunista di Tito. Una politicadisastrosa sotto il profilo mili-tare che venne poi continuatadal generale Roatta succeduto a

    Ambrosio nel comando della IIArmata.

    Altri particolari su un tradi-mento ormai diffuso a macchiadolio, si possono ricavare perquanto concerne il settore slove-no da un Libro Nero stilatoda gruppi anticomunisti localiche accusava formalmente le

    Settore albaneseAnche in questo settore in

    vista delle operazioni contro laGrecia il boicottaggio da partedi autorit militari e ministerialiitaliane non conobbe sosta. Ognirichiesta di materiali da impie-gare sul campo soprattutto au-tocarri venne elusa o ridotta ai

    A fianco e in basso: soldatiitaliani trainano a mano inGrecia pezzi di artiglieria.La tragica ritirata a piedi inRussia del contingenteitaliano nel dicembre egennaio del 1942.Come stato appuratodopo l8 Settembre,in Italia erano disponibilicirca 15.000 automezzi.

    Nella foto il carro leggeroL.35 ostinatamente

    mantenuto in produzionedallo Stato Maggiore

    Generale dellEsercito e ilcui impiego si dimostr

    fallimentare sin dalle primebattute della guerra.

    Una ostinazione chelascia aperti molti

    e dolorosi interrogativi.

    Maggiore dellEsercito mache in realt denunciavano co-me fosse in atto una precisa eorganizzata azione di sabotag-gio allo sforzo bellico.

    Sempre nel settore albanese,che doveva essere il trampolinodi lancio per lattacco alla Gre-cia, il sabotaggio assunse aspet-ti tragici nei confronti delletruppe italiane. Lo pot consta-tare il gen. Canevari che le tro-v in condizioni pietose, man-cavano di tutto. il Ministerodella Guerra, sollecitato, rispon-deva che non cera nulla e che itrasporti erano intasati a Brindi-si, mentre in realt lItalia erarigurgitante di ogni cosa ... Ilsabotaggio era evidente ... Learmi contraeree, ad esempio,giunsero dopo lunga attesa, ma

    prive dei congegni di punta-mento ... Le Divisioni di rinfor-zo giungevano caricate in modoassurdo: la fanteria era sopra unpiroscafo, lartiglieria in un al-tro e venivano fatti sbarcare inporti differenti ... Particolar-mente dolorosa la situazione delServizio Sanitario ... Nel terribi-le clima dellinverno albanese, isoldati erano lasciati senza scar-pe perch per sabotaggio o cor-ruzione giungevano bens innu-merevoli scarpe ma o troppo

    piccole o tutte destre o tutte si-

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    nistre ....Una situazione come denun-

    cer Visconti-Prasca nel dopo-guerra (3) che si riproposedrammaticamente nella campa-gna di Grecia al cui sabotaggioconcorse direttamente Badogliocon lordine di smobilitazione dialcune Divisioni metropolitane(addestrate e fornite di abbon-

    dante materiale) il giorno stessoin cui venne fissata la datadellattacco alla Grecia, creandocos un vuoto tremendo nello-pera di eventuale rinforzo.

    Che questa fosse una tragicarealt viene documentato daRommel che in una comunica-zione a Hitler denuncia come ifanti italiani in Albania sianoprivi del tutto di assistenza e incondizioni sanitarie spavento-se. Ma anche sotto questo a-spetto di solidariet umana, ilsabotaggio non si smentisce. Laproposta tedesca di trasportare iferiti e gli ammalati italiani inpatria con un ponte aereo, nonviene accolta dai Comandi ita-liani.

    La guerra sul mare comune convinzione di e-

    sperti militari italiani e stranieri,che le sconfitte subite in Africasettentrionale dalle forze italo-tedesche siano da addebitarenella gran parte alla mancanzadi rifornimenti provenienti

    dallItalia, consistenti in mezzi,uomini e soprattutto benzina. In-dispensabile, questultima, in u-na guerra di movimento comeraquella nel deserto, e la cui scar-sit si rivel fondamentale inpi di un insuccesso offensivo.

    questo un capitolo dellaguerra in cui il tradimento as-sunse caratteristiche ancora pievidenti attraverso il puntualeaffondamento dei nostri convo-gli nel Mediterraneo da parte dipoche unit (di superficie e sot-

    tomarine) degli Inglesi, compli-ci sia la scarsa scorta concessaai trasporti da Supermarina (conlintera Flotta rintanata nei por-ti) che la perfetta conoscenza daparte inglese delle rotte che glistessi convogli avrebbero adot-tato. Nel solo settembre 1941 come annotava Ciano nel suoDiario la percentuale dellenavi mercantili perdute balzataal diciotto per cento, contro uncinque per cento per il passato.

    Che la sicurezza dei trasportivia mare rappresentasse lanello

    pi debole nello scacchiere afri-cano (con tutti gli interrogatividi merito) lo testimoniano am-piamente alcuni passi dei Rap-porti che Rommel inviava rego-larmente a Berlino. Rapporto

    giungere il nemico pi prestopossibile; mandarle contro navida burla quando cerano quelle

    vere da affrontare ... E ancora lagrande battuta che gli Inglesi fe-cero durante tre anni delle no-stre navi mercantili, mandate sue gi per il Mediterraneo senzao con pochissima scorta e di cuispesso il nemico conosceva rottae destinazione; lacqua nellabenzina che andava in Libia e lecorazzate a Taranto (4) ben e-sposte ai colpi del nemico: tuttoci sembra rientrare in ununicae coerente trama.

    Altri episodi sembrano colli-mare perfettamente con lacoerente trama denunciata daTrizzino. Strana coincidenza,nella stessa mattinata in cui sidoveva verificare il bombarda-

    A fianco: lo Zara, uno deitre incrociatori pesanti

    affondati nella battaglia diCapo Matapan insieme adue cacciatorpediniere.

    Gli inglesi erano informatisulla rotta della Squadra

    navale italiana.

    del febbraio 1941: Roma unaspecie di Shangai, un bazar le-vantino in cui le informazioni si

    scambiano, si vendono, si barat-tano, si regalano, sinventano ...Gli Inglesi sono informatissimial minuto delle partenze deiconvogli dai porti italiani ... Mi

    Rommel: Roma come unbazar levantino in cui leinformazioni si scambiano,si vendono, si barattano.

    mento di Genova da parte di unaSquadra navale inglese, la no-stra ricognizione marittima aere-a veniva limitata al meridiano diMajorca, quando luscita dellenavi britanniche da Gibilterra e-ra nota gi da tre giorni.

    Battaglia di Capo Matapan.Gli Inglesi conoscevano in anti-cipo (con le navi italiane ancoraalla fonda nei porti) i particolarioperativi della missione. AllaSquadra navale italiana coman-

    data dallammiraglio Jachino,non solo venne ridotta drastica-mente la protezione aerea ma daparte di Supermarina non vennesegnalato lavvistamento dellaSquadra inglese effettuato dagliaerei di Rodi. Pi che una batta-glia, quella di Capo Matapan fudunque una trappola costruitadallAmmiragliato inglese, in-formato sin nei minimi partico-lari sullitinerario delle navi ita-liane, e che cost alla nostraflotta la perdita di tre incrociato-ri pesanti, Fiume, Zara e Pola ele due cacciatorpediniere Alfierie Carducci.

    Lascia perlomeno sbigottitilaffondamento delle nostre pe-troliere facenti parte del convo-glio Duisburg realizzato da

    nella prefazione alledizione te-desca dei due libri riuniti di An-tonio Trizzino Navi e poltrone

    e Settembre Nero, cos si e-sprime: La collaborazione deitraditori (Supermarina ndr)con gli Alleati era cos perfetta einafferrabile, che nemmeno ilservizio di ascolto radio tedesco,di solito molto attento, pot maiscoprire la manovra ... .

    A Roma, nel dopoguerra, sisvolse un processo che coinvol-se lex capo del Servizio Segre-to della Marina, ammiraglioMaugeri, e dal quale emerse iltradimento di ammiragli italiani,in combutta con lAmmiragliatoinglese. Si tratta di quello stes-so Maugeri che nel suo libro a-mericano From Ashes of Di-sgrace (Dalle ceneri della di-

    riferiscono che alcuni coman-

    danti italiani contravvengono a-gli ordini di operazione che ven-gono loro comunicati, sicuri co-me sono di trovare subito, sullarotta stessa, appuntamenti consommergibili e aerei inglesi.Rapporto del 15 febbraio 1942:Gravissima la conferma chele notizie sui convogli filtranosistematicamente e tempestiva-mente a mezzo radio clandestinedallItalia e permettono alle for-ze inglesi di intercettare tutti inostri rifornimenti. Rapportodel 7 luglio 1942: I fusti dibenzina provenienti dallItaliasono per due terzi pieni dacqua. un vero e proprio sabotaggio.Vi sono in media da 50 a 60 litridi acqua per ogni fusto.

    Il Feldmaresciallo Kesselring,

    IL SABOTAGGIO ALLA GUERRA COLPIVADIRETTAMENTE I SOLDATI AL FRONTE CHE NONRICEVEVANO IL NECESSARIO EQUIPAGIAMENTO.

    MIGLIAIA DI MARINAI PERIRONONELLAFFONDAMENTO DEI CONVOGLI

    sfatta) e riferentesi al 1942, di-

    chiarava: La nostra unica spe-ranza di riguadagnare la libertera di perdere la guerra.

    Soffermiamoci ancora sul li-bro di Trizzino Navi e poltro-ne, nel quale lAutore descrivequale fosse il filo conduttoredelle operazioni in mare adotta-to da Supermarina: Richiamareindietro le nostre navi quandoerano in condizioni di superiori-t e dar loro invece via liberaquando erano inferiori di forze;farle uscire in due quando a-vrebbero potuto andare in quat-tro; dirottarle quando potevanoincontrare vittoriosamente laflotta inglese e trarle fuori distrada con notizie artefatte; farleviaggiare a velocit ridottaquando interessava, invece, rag-

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    SUL

    PROSSIMO

    NUMERO

    due incrociatori leggeri britanni-ci, avvenuto sotto il naso dellaDivisione navale di scortadellammiraglio Brivonesi. LaDivisione si ritir mentrelazione nemica era ancora incorso.

    Quelli che abbiamo citato so-no soltanto alcuni dei tanti epi-sodi che lasciano chiaramente

    intendere quale fosse, in pienaguerra, lattivit di sabotaggioda parte di militari a tutti i livel-li, sia in terra che in mare.Unattivit che non va dimen-ticato condusse alla morte mi-gliaia di soldati e marinai italia-ni. Soldati e marinai che pur tramille difficolt di ogni genere investiti direttamente da siste-matici sabotaggi procuraronoagli Alleati gravissime perdite,che nel settore africano e nelMediterraneo si possono cossintetizzare: 68.904 prigionieri,5.833 carri armati, 1.524 pezzidartiglieria, 5.739 aerei, 32 in-crociatori, 3 ausiliari, 40 caccia-torpediniere, 88 sommergibili,178 unit mercantili per1.137.500 tonnellate, 2 transa-tlantici, 16 petroliere. Senza con-tare il naviglio nemico colpitonei porti dagli incursori dellaMarina.

    Giovanni di Conti(1) Dal Diario di Rommel.(2) Fonte: Contromemoriale di

    UNO SQUALLIDO MERCATO

    NAVI DA GUERRA ITALIANE

    OFFERTE AGLI INGLESI

    DIETRO COMPENSO

    Giulio Fiorani in Battimani e sputi MA.RO Editri-ce, ci racconta una storia allapparenza incredibile

    ma che in effetti, sulla base di una inoppugnabile documen-

    tazione (1), appartiene a quella triste realt che ha visto alti

    ufficiali della Regia Marina coinvolti, nel 1941, in una igno-

    bile e squallida azione di tradimento, questa volta a scopo di

    lucro. Veniamo cos a sapere che alti ufficiali della Marina

    si mettono in contatto con gli Inglesi per cedere o sabotare

    le navi da guerra della flotta italiana, chiedendo in cambio

    congrui compensi in dollari. Per costoro, una corazzata vale

    300.000 dollari, un incrociatore pesante 60.000 e cos via si-

    no alla torpediniera valutata soltanto 15.000 dollari.

    Non sappiamo come and a finire e si aren lintera ope-

    razione, sappiamo per e i documenti pubblicati lo confer-mano che il Foreign Office prese in considerazione

    lofferta pur con tutte le cautele del caso. Lo stesso Winston

    Churchill diede il via libera (seppur considerandolo al di

    fuori della realt) al turpe mercato.

    (1) Documentazione reperita dallo storico e ricercatore Alberto Santonipresso il Pubblic Record Office di Londra.

    Bruno Spampanato

    (3) Lettera al Presidente della Re-pubblica Luigi Einaudi

    (4) Taranto 11 novembre 1940: ae-rosiluranti inglesi provenienti dallaportaerei Illustrious colpirono lecorazzate Cavour (rimasta inutiliz-zata per tutta la guerra), Littorio eDuilio riparate in due mesi.

    LAmmiragli Maugericollegato al tradimento diSupermarina in unprocesso del dopoguerra

    DIETRO LE QUINTE FU IL COORDINATORE DEL COLPO DI STATO DEL 25 LUGLIO 1943

    ACQUARONE, LUOMO DI CASA SAVOIAT

    ra i personaggi che hannoconcorso allorganiz-

    zazione del colpo di Stato del 25luglio 1943 con conseguente ca-duta di Mussolini, la figura delduca Pietro Acquarone, Ministrodella Real Casa, appare in se-conda fila, sovrastata nellim-

    maginario collettivo da quelle diCiano, Grandi e di altri congiu-rati del Gran Consiglio del Fa-scismo. In realt, spetta a Ac-quarone la rega del colpo diStato considerata soprattutto lasua partecipazione decisiva nelconvincere Vittorio EmanueleIII a rompere gli indugi e alline-arsi allazione dei congiurati.

    Un Acquarone che dietro lequinte amministra la convulsaincubazione del complotto attra-verso una serie di incontri conuomini politici antifascisti, inprima fila Ivanoe Bonomi, attor-no al quale gravitano Gronchi,Ruini, Carandini, Soleri, Gonel-la, Spataro, Storoni, per citare ipi coinvolti. Ed sempre Ac-quarone che suggerisce a Vitto-

    rio Emanuele preoccupato perla inevitabile reazione tedesca la formula poi adottata da Bado-glio della guerra continua chedoveva servire a neutralizzareogni reazione anche da parte deifascisti.

    Sugli incontri avuti da Acqua-rone in preparazione del 25 Lu-glio non manca certo la docu-mentazione, arricchita e convali-data dallo stesso Bonomi nelsuo Diario di un anno. Questi iprincipali incontri nellultimoperiodo precedente il colpo di

    Stato: 26 maggio 1943: il ducaAcquarone incontra lon. Bono-mi; il 12 luglio il liberale Casati;il 18 luglio Marcello Soleri (unincontro particolarmente impor-tante nel quale il Ministro dellaReal Casa comunica la piena a-desione di Vittorio Emanuele al-la cacciata di Mussolini) e infineil 22 luglio col liberale Storoni.

    Ma vediamo, in sintesi, chi eraAcquarone. Nato nel 1890, ade-risce al fascismo nel 1926 (nellafoto, al centro, in una adunata digerarchi). Nel 1934, per censo, il pi giovane senatore delRegno. Nel 1939 viene nomina-to Ministro della Real Casa. inquesta posizione strategica chediventer il cervello dellinterocomplotto. Muore nel 1948.

    Pietro Acquarone, lanimanera della cospirazioneche port al 25 Luglioe il principale suggeritoredella posizione assunta daVittorio Emanuele III

    Siamo ai primi di giugnodel 1943, Lampedusa sotto lattacco degli Allea-ti. Vittorio Emanuele III,malgrado il colloquio avu-to con Soleri (organizzatoda Acquarone) che tentadi spingere il sovranoverso lallontanamento diMussolini, appare ancoraallineato con lAsse e lon-tano dal partecipare alcolpo di Stato. Soltantocon laggravarsi della si-tuazione militare in Sicilia

    accetter di revocareMussolini, indicando co-me Primo Ministro, dietrosuggerimento di Acqua-rone, il Maresciallo Bado-glio.

    I L C O L P E V O L E R I T A R D O

    D E L L A R E G I A A E R O NA U T I C A

    N E L L U L T I M O C O N F L I T T O

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    La riunione ha inizio alle ore 10,50 nel quadrato della Nelson.

    Partecipano per parte italiana: S.E. Badoglio, S.E. Ambrosio, S.E.

    Roatta, S.E. Sandalli, S.E. De Courten; interprete: Maggiore Ru-

    spoli; stenografo: Maggiore Magini. Per parte alleata: Generale

    Eisenhower, Ammiraglio Cunningham, Generale Alexander, Ge-

    nerale MacFarlane, Generale Gort, Generale Tedder ed altri.

    Il 29 settembre 1943 sulla nave ingleseNelson , ancorata nel porto di Malta, si riuni-scono i rappresentanti del Governo italiano del Sud

    e delle Nazioni Alleate. Nella riunione viene firma-

    to latto definitivo dellarmistizio dal titolo

    Condizioni aggiuntive di armistizio con lItalia a

    integrazione del corto armistizio firmato il 3 set-

    tembre 1943. Nella stessa riunione viene discussa la

    dichiarazione di guerra dellItalia alla Germania ri-chiesta dagli anglo-americani. Pubblichiamo il ver-

    bale della riunione nelle parti riguardanti la dichia-

    razione di guerra alla Germania, la collaborazione

    militare con gli Alleati e la politica interna.

    Eis.: Desidero sapere se il Go-verno Italiano a conoscenzadelle condizioni fatte dai tede-schi ai prigionieri italiani inquesto intervallo di tempo in cuil'Italia combatte la Germaniasenza averle dichiarato guerra.(La domanda genera qualcheperplessit nei rappresentanti i-taliani, perch inizialmente nonben capita). Dopo consultazioniil Generale Ambrosio dichiara:Amb.: Sono sicuro che i tede-schi li considerano partigiani.Eis.: Quindi passibili di fucila-

    zione?Bad.: Senza dubbio.Eis.: Dal punto di vista alleatola situazione pu anche restarecome attualmente, ma per di-fendere questi uomini, nel senso

    Eis.: Da quanto ho capito, laprima questione da vedere quella dell'entrata in guerra del-l'Italia.Bad.: Sull'argomento della di-chiarazione di guerra alla Ger-mania, ho preso ieri ordini daSua Maest. S.M. desidera for-mare in un primo tempo un Go-verno su larga base. Inizialmen-te tale governo sar formato dame e dai Ministri militari: nonappena a Roma, esso sar com-pletato. Nel frattempo noi com-batteremo contro la Germania in

    Corsica, in Dalmazia, e dovun-que sia possibile. Appena ritira-te le truppe dalla Sardegna, ioconto di poter mettere a disposi-zione degli Alleati dalle 8 alle10 divisioni.

    Siamo al secondo atto dellArmistizio

    di farli divenire combattenti re-golari, sarebbe assai pi conve-niente per l'Italia dichiarare laguerra.Bad.: Questo punto di vista gi stato considerato, ma si ritie-ne che in questo momento il Go-

    verno Italiano abbia influenzasopra una frazione troppo picco-la del territorio italiano per poterfare questa dichiarazione.Eis.: Questa non una buonaragione, perch molti governicon molto minor territorio dell'I-talia, ed alcuni senza territorio,hanno dichiarato la guerra allaGermania. La mia intenzione,che coincide totalmente con leintenzioni degli Alleati, quelladi ridare all'Italia i territori at-tualmente occupati dalle truppealleate, ma come pu avvenirequesta restituzione se non dopouna regolare dichiarazione diguerra alla Germania?Bad.: Non posso che riferire ilvostro punto di vista a S.M. ilRe. La dichiarazione di guerra

    una prerogativa esclusiva di S.M. Mi riservo quindi di dare inseguito una risposta.Eis.: Rispetto la lealt di soldatoche dimostra verso il Sovrano ilMaresciallo Badoglio, ma vo-glio insistere su questo puntoche mi sembra fondamentale:per tre anni gli italiani sono statinostri nemici. Noi dobbiamo te-ner conto delle opinioni pubbli-che in Paesi alleati. Questo cam-biamento delle opinioni pubbli-che non pu avvenire nelle mas-se con la velocit con cui puavvenire nell'animo di soldatiseduti intorno ad un tavolo. Di-

    co questo per la seguente ragio-ne: il benessere dell'Italia dipen-der nel futuro dal grado di ef-fettiva e leale collaborazioneche dar agli Alleati. lo perso-nalmente sono convinto che ilMaresciallo Badoglio e il suoGoverno faranno di tutto per as-secondarci nella lotta contro laGermania, ma per l'opinionepubblica occorre al pi presto ladichiarazione di guerra. Deside-ro sapere se il Maresciallo Ba-doglio d'accordo con me.

    Bad.: Dichiaro formalmente cheriferir nella forma pi esatta aS.M.Eis.: Sta bene, ma vorrei alme-no sapere se il Maresciallo per-sonalmente d'accordo in lineadi massima con me sulla neces-sit di dichiarare la guerra.(Sembra tenere in modo pregiu-diziale alla dichiarazione diguerra).Bad.: Personalmente sono d'ac-cordo col Generale Eisenhower.Ripeto che S.M. deve decidere.Personalmente ritengo che sarnecessario prima costituire ungoverno completo includendovii rappresentanti dei partiti politi-ci attualmente in attivit in Ita-lia, in modo che sia possibile a-vere una ripercussione assai fa-

    A fianco, il Comandante incapo delle forze Alleate,

    generale Eisenhower, cheimpose al Governo

    Badoglio un armistizioche era in realt una resasenza condizioni, e come

    tale con clausoledurissime. In basso,

    Badoglio sul ponte della

    nave inglese Nelson.

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    vorevole dal mio punto di vista.Leggo in proposito una dichiara-zione. (Fa tradurre dal Magg.Ruspoli un brano della dichiara-zione sopraccennata).Eis.: Da soldato a soldato direi:prendete nel vostro Governo chivolete, ma voi che siete Capo diun Governo ed io che sono ilrappresentante degli Alleati, non

    dobbiamo dimenticare di averedietro le spalle dei popoli chehanno delle opinioni.Bad.: L'idea di S.M. di pren-dere i capi dei singoli partiti og-gi esistenti in Italia e le personepi influenti. Ripeto che S.M.conosce personalmente i miglio-ri: egli me li indicher. Assicuroper che, qualunque sia la sceltadegli uomini, dar io personal-mente una impronta decisa alGoverno e, qualora un Ministronon agisse esattamente secondole mie idee, non esiterei ad al-lontanarlo con la stessa decisio-ne con cui lo avrei chiamato.(Cenno di dubbio di Eisenhowersu questa ultima parte).Eis.: Sulla questione Grandi ri-ferir al mio Presidente e al Go-verno inglese. Se Badoglio po-tesse farei conoscere in anticipo,in via strettamente confidenzia-le, i nomi delle persone scelte daS.M., trasmettendoli a noi trami-te la missione Mac Farlan, credoche sarebbe assai bene per evita-re qualche eventuale frizione.

    Non dico questo con intenzioniparticolari. Tengo anzi a dichia-rare che non si ha intenzione diinterferire nelle questioni inter-ne italiane, ma il Generale Ba-doglio comprender che la situa-zione delicata e che occorre,mentre si sviluppa la collabora-zione, evitare ogni occasioneche non porti ad un aumento direciproca simpatia.Bad.: Assicuro che per partemia e del mio Governo sarannoprese tutte le precauzioni per e-

    vitare qualsiasi motivo di attrito.Eis.: Ne sono assolutamente si-curo. I Governi Alleati doman-dano come sarebbe consideratoun ingresso di Sforza nel nuovoGoverno Badoglio.Bad.: Conosco personalmenteSforza, e quindi ho una mia opi-nione su di lui. Ritengo tuttaviache S.M. non veda la cosa favo-revolmente perch ci fu un tem-po in cui Sforza fece una cam-pagna contro la Monarchia. Unarisposta in proposito sar datatramite Mac Farlan. La mia im-

    pressione personale che l'ope-ra di Sforza negli Stati Uniti siamolto utile anche alla nostracausa. Suppongo perci che, an-che se S.M. si dichiarasse con-trario ad accettare di farlo entra-

    UN INCONTRO, QUELLO SULLA NELSON,CHE DENUNCIA QUALE FOSSE LA REALE

    CONSIDERAZIONE DEGLI ALLEATINEI CONFRONTI DI UN BADOGLIO RELEGATO

    AL RUOLO DI SEMPLICE COMPARSA

    re nel nuovo Governo, non do-vrebbe mancare il modo di uti-lizzarlo ugualmente per noi.

    Eis.: Confermo che i GoverniAlleati vedrebbero con moltasimpatia utilizzare direttamenteSforza. Naturalmente riferir inmerito. (Il Generale Smith, Ca-po di Stato Maggiore di Eisen-hower, e il Generale Alexander,fanno pervenire ad Eisenhowerun biglietto).

    Dopo lettura, il Generale Ei-senhower prosegue: Mi risulte-rebbe che Sforza avrebbe diretto

    Le 10 Divisioni offerte daBadoglio a Eisenhower

    si riducono a circa 25.000uomini del tutto ininfluentisullesito delle operazioni

    recentemente un messaggio a S.M. e a Badoglio, in cui assicure-rebbe ad entrambi la sua lealt ela sua volont di collaborazione.Bad.: Sono infatti al corrente ditale messaggio, ma sono costret-to a mantenere le riserve fattecirca l'accettazione da parte diS.M.Eis.: Per riportare l'Italia sotto

    l'affetto dell'America, cosa e-stremamente importante per glisviluppi successivi, occorre uti-lizzare Sforza e ad ogni mododargli una sistemazione definiti-va.(Pausa per l'offerta di bibite - o-re 11,25. Alla ripresa l'argomen-to mutato).Bad.: Il secondo punto che vor-rei chiarire quello delle inten-zioni degli Alleati per l'Italia nelcampo militare, e cio come in-tendono proseguire la lotta con-

    tro la Germania sul suolo italia-no. Se Eisenhower lo crede op-portuno potrebbe informarmenea quattr'occhi, ed io ne informe-rei solo il Sovrano.Eis.: Posso dirvi che la nostraintenzione di scacciare i tede-schi dall'Italia al pi presto. Unaprima mossa sar diretta alle po-sizioni al sud, e la successivaquella di liberare Roma. Benchdisgraziatamente non abbia avu-to tempo di intervistare in pro-posito il Generale Alexander,che il capo delle forze alleate

    terrestri in Italia, credo di poterritenere che la liberazione diRoma avverr abbastanza pre-sto.Bad.: Per la presa di Roma cre-do di poter offrire alcune truppe

    italiane: la Divisione di paraca-dutisti "Nembo" e due divisionidi Fanteria, che attualmente so-

    no in Sardegna.Mac Farlan: Sottolineo il desi-derio di S.E. Badoglio circa lapartecipazione di truppe italiane.Eis.: Ritengo che non vi sareb-bero obiezioni importanti in pro-posito, se per quell'epoca truppeitaliane fossero gi inquadratecon quelle alleate.Amb.: Bisognerebbe natural-mente portarle subito sul territo-rio italiano non appena sviluppa-

    ta la questione di Napoli.(Dopo alcuni colloqui rapidi trale varie persone, non perfetta-mente registrati).Alex. ad Eis.: Fa presente che ipiani per la campagna in Italiasono gi minuziosamente prepa-

    rati in ogni loro dettaglio e chequindi la partecipazione di trup-pe italiane non pu essere presain considerazione. Eventual-mente e solo quando sar avve-nuta la dichiarazione di guerra,si potr studiare la cosa.

    (A questo punto il GeneraleSmith conferisce sottovoce conEisenhower).Eis.: (Senza tenere conto del-l'osservazione di Alexander):Sono sicuro che il Generale Ale-xander potr aggiustare le cosein modo da arrivare ad una col-

    laborazione effettiva. Non vedodifficolt perch le truppe italia-ne non entrino con le primetruppe in Roma.Bad.: Come vecchio Generaleche ho al mio attivo molti piani

    di guerra, comprendo le difficol-t di mutare dei piani gi fatti,ma ho il dovere di rappresentaredue punti:1) l'effetto che provocherebbel'entrata delle truppe italiane inRoma insieme colle truppe alle-ate sull'orientamento del PartitoFascista Repubblicano;

    (A questo punto il Generale

    Smith si avvicina al Comandan-te Locatelli per dirgli che Eisen-hower non al corrente dei par-ticolari, ma che il Generale Am-brosio gi sa che truppe italianepotranno operare insieme conquelle alleate, che ci sia o menola dichiarazione di guerra).2) Sono sicuro che i tedeschi fa-ranno a Roma ci che hanno fat-to a Napoli: ruberanno, incen-dieranno, uccideranno. Roma

    non solo la capitale d'Italia,ma anche la sede dello Statodei Vaticano. (Decisa mossa diapprovazione da parte di Eisen-hower). A noi incombe l'obbligodi proteggere il Papa. Per questomotivo stata avanzata soprat-

    tutto la richiesta di trasportare letruppe dalla Sardegna nel Lazio,e meglio nei pressi di Fiumici-no, in modo che in una giornatasiano a Roma.(Eisenhower ed Alexander siconsultano. Alcuni collaboratoriportano appunti ad entrambi).Eis.: Consideriamo molto, mol-to seriamente questa cosa, ancheperch abbiamo ottime informa-zioni sulla Nembo. Truppe pa-racadutiste italiane potrebberoessere lanciate al momento op-portuno, anche per garantirel'ordine ed impedire sacchegginella citt. Ci riserviamo di dareuna risposta in proposito.Bad.: Passando ad altro punto,ritengo di dover schematizzareuna situazione. L'Italia percor-

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    sa longitudinalmente dagli Ap-pennini. Risulterebbe che i Te-deschi hanno intenzione di farela loro linea di resistenza traSpezia e Rimini. Kesserling farsuccessive ritirate con successi-ve resistenze. Il modo di evitarequesto sarebbe una manovra diaggiramento. (Alexander sotto-voce ad Eisenhower: Noi sap-

    piamo che questo del tuttosbagliato). Ora i vecchi hannosempre l'aria di dare consigli,ma noi conosciamo bene il no-stro territorio. La linea trasver-sale tra Spezia e Rimini ha unpunto debole, cio Rimini.Alex.: Concordo (sottovoce adEisenhower: Voi vedrete que-sto nel mio piano).Eis.: Le truppe italiane hannoormai attraversato tre anni diguerra. Tuttavia molto impor-tante che le truppe concorrano aliberare il territorio italiano. Per-ci io sceglier le Divisioni mi-gliori che dovranno essere arma-te con l'armamento delle menobuone. Al momento della batta-glia devono essere perfettamen-te equipaggiate. Prego perci ilGenerale Badoglio di radunaresubito le truppe e cominciarel'organizzazione per armare lemigliori. Quelle disarmate po-tranno essere impiegate nei de-positi ecc. Noi non possiamoriequipaggiare tutto un esercitoperch siamo troppo impegnati.

    Perci il Maresciallo Badogliodeve riuscire a creare delle Divi-sioni di "lite" (insiste su questaparola), con i propri mezzi. Na-turalmente noi aiuteremo con leenormi quantit di preda bellicache abbiamo, ma non bisognadarla a tutti e disperderla in giro,ma concentrarla per le migliori.Appena saranno pronte questeDivisioni occorre avvertirci, chnoi le ispezioneremo e poi sa-ranno messe in azione.Bad.: Per questi dettagli i miei

    Generali ed i vostri si accorde-ranno fra loro perch adesso ilmio compito non quello di unGenerale, ma di Capo del Go-verno.Eis.: Naturalmente. Questo non

    Il Regio Governo italiano dichiar guerra alla

    Germania l11 ottobre 1943. Una dichiarazione

    di guerra del tutto fittizia sotto il profilo del dirit-

    to internazionale (venne tra laltro respinta dalla

    rappresentanza diplomatica tedesca a Madrid)

    non possedendo lItalia occupata militarmente i

    requisiti di Stato sovrano, totalmente dipendente

    dalle condizioni armistiziali I telegrammi di

    Churchill a Roosevelt e di questultimo a Eisen-

    hover chiariscono, del resto, quale fosse la situa-

    zione. Comunica Churchill: Lattuale Governo

    italiano, a patto che dichiari guerra alla Germa-

    nia, dovrebbe essere autorizzato ad agire come

    Governo dellItalia. E Roosevelt a Eisenhower:

    Farete pressione sul Governo italiano affinch

    emani prontamente una dichiarazione di guer-

    ra. Il Regio Governo, nel giro di pochi giorni,

    obbed alla richiesta degli occupanti.

    senhower che amo i giornalisticome i fascisti. (Racconta un e-pisodio della campagna dell'A.O.I.).Eis.: (sorridendo) Molti dei pre-senti sono vostri amici in questosentimento. Spero che in seguitoa questo incontro l'opinionepubblica potr essere galvaniz-zata contro la Germania e i due

    Paesi alleati diranno: finalmentel'Italia sta facendo quello chepu.Bad.: Ho in proposito da farvipresente una difficolt: quelladella propaganda. A Bari abbia-mo una sola stazione radio e nonmolto efficiente, e troviamo an-che difficolt ad espandere lapropaganda nella popolazionedall'altra parte a mezzo di mani-festini, ecc.Eis.: (molto favorevole) In que-sto campo il mio Stato Maggio-re dar qualsiasi aiuto.Bad.: Chiederei di far parlare daLondra il Maresciallo Messe.Eis.: Credo che potr esser fat-to.Bad.: Messe molto attaccatoal Re e il Re ha molta fiducia inlui. Io darei tutto il materiale ne-cessario. Non vi dubbio che seil Maresciallo Messe parla allaradio, il suo orientamento sarfavorevole a noi. In Italia, e par-ticolarmente a Roma, radio Lon-dra molto ascoltata. (Mentre sisvolge quest'ultima parte, il Mi-

    nistro Mac Millian fa ripetuticenni di no. Il Generale Alexan-der strizza l'occhio, annuendo).Eis.: (che si accorto) Mandatesenz'altro il materiale, perch ot-terr di far parlare il MarescialloMesse.Amb.: Chiedo notizie circa l'in-vio di sommergibili in Adriati-co.Mac Farlan: (Molto deciso) Ri-spondo categoricamente di no,perch il parere di esperti chel'Adriatico ha profondit troppo

    scarse. (Il generale Ambrosio sirivolge a De Courten, ma la co-sa non ha seguito, perch nelfrattempo):Eis.: Ringrazio molto il Mare-sciallo Badoglio per essere ve-

    era un consiglio, ma un prean-nuncio del mio orientamentomentale.Bad.: Chiedo di avere di tempoin tempo notizie sui nemici inItalia e anche sugli Alleati. Al-trimenti si resta completamenteall'oscuro.Alex. ad Eis.: (sottovoce): Nonne vedo il perch.Eis.: Il Generale Alexander ver-r presto in Italia e si trover aBari nella prima quindicina diottobre. Cos i collegamenti sa-ranno molto pi stretti e porte-ranno ad una collaborazione pieffettiva. Le notizie che potran-

    no interessare entrambi sarannoscambiate.Bad.: Assicuro il Generale Ale-xander che per parte mia far ilpossibile per aiutarlo in ognimodo.Alex.: (Con un sorrisetto sottile)Per parte mia assicuro che darogni notizia sul nemico, di cuiconosco ogni unit e ogni uomo.Eis.: (ore 11.45, avviandosi allachiusura) Ho disposto che l'uni-ca pubblicit che verr fatta suquesto incontro dir che ci sia-

    mo incontrati per discutere ilproseguimento della guerra con-tro la Germania. Questo riserbo dovuto al fatto che temo fasti-diose campagne giornalistiche.Bad.: Assicuro il Generale Ei-

    Il generale Alexander

    nuto.Bad.: Sono io che ringrazio pro-fondamente. Nel 1918 gli italia-ni hanno dato un colpo decisivoai tedeschi. Nel Regio Esercitoc'erano tre divisioni inglesi e 1reggimento americano che poiho riveduto a Cleveland. Anchequesta volta daremo il colpo de-cisivo alla Germania.

    Termine della riunione alleore 11.55.

    N.B.: Il Magg. Magini e ilMagg. Ruspoli assicurano l'esat-tezza di quasi tutte le frasi diquesto documento. Per in alcu-

    ni punti pu essere sfuggitaqualche parola o qualche piccolafrase che non altera in alcun mo-do il concetto fondamentale.(Fonti: Istituto Culturale di Sto-ria Militare On Line - by DiegoBrozzola; La Regia Aeronauti-ca 1943/1946 Vol. I-II, Nino A-rena, Roma 1977, Stato Maggio-re Aeronautica Ufficio Storico.

    Il Maresciallo Badoglio

    LE FOTOGRAFIEDI QUESTO NUMERO

    *Pagg. 2/3/4 - Album di unadisfatta di Mario Cervi -Storia della Seconda GuerraMondiale di L.M. Chassin - Ar-chivio Historica;*Pag. 5 - Album di una disfat-ta di Mario Cervi;*Pag. 6 - Archivio Historica;*Pag. 7 - Liberazione! di Er-nesto Zucconi;*Pag. 8 - Disegni di Paolo Gar-retto;*Pag 8 - Readers Digest;*Pagg. 10/11 - Liberazione! diErnesto Zucconi;*Pagg. 12/13/14/15/16 - Archi-vio Carlo Cucut;*Pagg. 18/19/22 - Roma cittaperta di Alberto Giovannetti -Battimani e sputi di GiulianoFioroni - Guerra Civile in Ita-lia di Giorgio Pisan.

    La dichiarazione di guerra alla Germania

    Del tutto inesistente sotto il profilo del diritto internazionale

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    le di Germania, con capitaleBonn. Nel giugno del 1948, inesecuzione delle disposizionidella Conferenza di Londra, av-venuta in maggio, i governatorimilitari delle tre zone occidenta-li erano stati incaricati di prepa-rare, in collaborazione con leautorit tedesche, la convocazio-ne di un'Assemblea costituenteper la Germania Occidentale.

    Il Grundgesetz (legge fonda-mentale, statuto o costituzione)fu approvato nel maggio 1949,dopo un percorso molto trava-gliato, per le interferenze dei go-vernatori militari alleati, intran-sigenti nella pretesa di larghipoteri ai governi regionali. IlGrundgesetz fu fatto approvareil 10 aprile 1949 al Consiglio

    parlamentare, ma non fu maisottoposto al vaglio popolare.In contrasto con la lettera dellaCostituzione, la Repubblica Fe-derale di Germania nasceva for-temente limitata nella sovranit.Il preambolo del Grundgesetzaffermava infatti: Nell'eserci- zio della suprema autorit, che

    conservata dai Governi della

    Francia, del Regno Unito e de-

    gli Stati Uniti d'America ...Posto che il dibattito tra Mark

    Weber e Michael James stato

    originato da considerazioni sul-l'assurdit dei processi di Man-nheim ad Ernst Zndel, di Berli-no ad Horst Mahler e di Lune-burg a Rigold Hennig (per reatidi opinione nei confrontidellOlocausto), appare evidentel'ispirazione pragmatica delWeber, che d per scontata l'ac-cettazione della BRD e del suoGrundgesetz da parte del popo-lo, nei cinquantasette anni tra-scorsi. Negare la validit deglielementi che supportano la tesidel James appare molto, molto,molto difficile. (To.Li.)

    1) - Mark Weber Direttore del In-stitute of Historical RewiewMichael James Ricercatore e stori-co inglese.

    La disputa tra Mark Weber eMichael James (1) sulla le-

    gittimit della Bundes RepublikDeutschlands ripresa da Pio DeMartin su Rinascita del 5 feb-braio 2006 meriterebbe spazio etempo per essere resa compren-sibile a chi non sa abbastanza didiritto costituzionale e di storiacontemporanea. La designazio-ne di Reich, dopo la fine del Sa-cro Romano Impero, non era piesistita nel diritto pubblico ger-manico fino alla proclamazionedell'Impero tedesco (DeutschesReich) nel 1871. Il 30 gennaio1933 con la conquista del potereda parte del NSAPD (PartitoNazionale Socialista del Lavorodi Germania), si costituisce ilTerzo Reich.

    La tesi di Mark Weber che laBRD (attuale Repubblica Fede-rale Tedesca) fondata nel 1949 edotata di un proprio Grundge-setz (legge fondamentale, statu-to o costituzione), accettata dal-la maggioranza dei tedeschi, siavalida e legittima. Michael Ja-mes sostiene invece che l'illega-lit della BRD abbia avuto ori-gine dalle deliberazioni delloSHAEF (Supreme HeadquartersAllied Expeditionary Force), ilcomplesso dei supremi Quartieri

    Generali delle forze di spedizio-ne alleate.Per comprendere la tesi di Ja-

    mes, necessario ricordare ilpiano di Henry Morgenthau,proposto da Roosevelt alla Con-ferenza di Quebec nel settembre1944 e, per quanto rientrava nel-le misure da prendere dalle trup-pe americane, l'emissione del-l'ordine esecutivo presidenzialeno. 1067. Il 5 giugno 1945 ilConsiglio di controllo alleato,con sede a Berlino, assunse lasuprema autorit di governo inGermania. Tutte le autorit delTerzo Reich e tutte le rappresen-tanze all'estero furono abolite.Alla fine della guerra, nel mag-gio 1945, la Germania era statasuddivisa in quattro zone di oc-

    Germania, una Repubblica illegale?

    cupazione (americana, britanni-ca, francese e sovietica). Nelsettembre 1949, nel territoriocorrispondente alle prime tre fucostituita la Repubblica Federa-

    Il 31 luglio 1973 il Bunder-verfassungagericht (CorteCostituzionale Federale)venne costretto a riconosce-re/concedere la seguentedecisione in relazioneallallora imminente trattatotra la BRD e la DDR comu-nista: Resta che il Reichtedesco sopravvisse al col-lasso del 1945 e non cessdi esistere, n con la capito-lazione n attraversolesercizio di potenze stra-niere in Germania da partedegli Alleati (anglo-ame-ricani); esso possiede oggi,come ieri, sovranit legale egiuridica, quantunque come

    Stato sia privo di organizza-zione. La BundesrepublikDeutschland non il suc-cessore legale del Reich te-desco.

    Lattuale Costituzione tedesca, approvata

    nel 1949 sotto il controllo degli Alleati, non

    venne mai sottoposta al vaglio popolare. La

    Repubblica Federale di Germania nasceva

    con forti limitazioni alla propria sovranit.

    A fianco: Konrad Adenauersindaco di Coloniadal 1917 al 1937, chericopr la carica di primoCancelliere dellaRepubblica FederaleTedesca dal 1949 al 1963.

    LATTUALE REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA ILLEGALE. ESSA NON ESISTE IN TERMINI

    COSTITUZIONALI REALI. ALLA BUNDESREPUBLIKNON VENNERO MAI CONFERITI GLI STRUMENTI

    COSTITUZIONALI PER CONCLUDEREUN TRATTATO DI PACE, E FINCH ESSAPRETENDE DI ESISTERE,LA GERMANIA

    ANCORA CONSIDERATA UNA NAZIONEOCCUPATA IN GUERRA CON LA COMUNIT

    INTERNAZIONALE. (MICHAEL JAMES)

    Berlino 1945. La supremaautorit di governo

    assunta dai quattrocomandanti militari, congiurisdizione su tuttoil territorio tedesco. Nellafoto, da sinistra:Montgomery, ucov,Eisenhower e Koenig,in sostituzione delgenerale franceseLattre de Tassigny.

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    C un buco nero, insondabile, nei media italiani di

    oggi nei confronti di un qualsiasi riferimento alle

    condizioni di vita esistenti nel Regno del Sud dopo

    loccupazione degli Alleati. Vengono s commemorate le ri-

    correnze della liberazione ricorrendo a stereotipi di bassa

    fattura ma ignorando totalmente quali siano state in realt

    le tragiche conseguenze di una occupazione militare ma-

    scherata per gli allocchi (di ieri e di oggi) con stinte bandie-

    re di libert e democrazia. Uno spaccato dellepoca ce lo

    fornisce Francesco Fatica con un brano (di cui proponia-mo una sintesi) che lascia ben poco allimmaginazione, co-

    struito com su una cronaca che pur nella sua obbligata

    sintesi sigillo indelebile di verit.

    Illuminante sotto il profiloigienico-sanitario la corrispon-denza dellinviato della britan-nica Reuter, Cecil Sprigge, cheil 26 dicembre del 1944 co-stretto ad ammettere: I casi ditifo a Napoli si sono decuplicatidallarrivo degli Alleati e si so-no sviluppate nellItalia meri-dionale malattie di ogni genereche possono essere a malapenacircoscritte nei loro focolai.

    Oltre a tale flagello, le provin-ce del Regno erano sottoposte auna inflazione galoppante pro-vocata da una alluvione di Am-Lire stampate senza limite daglioccupanti, alla quale si aggiun-

    geva il pagamento in dollari esterline delle spese di guerraalleate a un tasso di gran lungasuperiore alle spese stesse. In al-tre parole, gli Alleati guadagna-vano sulla nostra sventura (1) ,ma non bastava: dopo aver ali-mentato la guerra civile al Nord,finanziando senza risparmio lebande partigiane, gli Alleatipur continuando a regolarnelerogazione, ottennero che ilGoverno italiano si accollasselonere del finanziamento ...

    Speculando sul cambio ufficialee libero della Lira e su quellodel Franco svizzero e del Dolla-ro, gli Americani realizzarononotevoli guadagni dal finanzia-mento alla resistenza. (2)

    Nella Kings Italy il costo del-la vita aument del 750 per cen-to mentre i salari erano stati in-crementati appena del 30 percento. Un operaio riscuotevauna paga mensile oscillante trale 1.000 e le 1.500 lire al mese,quando un soldato americanoprendeva 6.000 lire al mese e untenente 27.000, un capitano in-glese 26.000. Siccome erano pa-gati in dollari e sterline, ci gua-dagnavano ancora al cambio di-sponendo di un fiume di denarotale da consentirsi qualsiasi lus-

    La squallida realt del Regno del SudSTUPRI, VIOLENZE, RUBERIE, MISERIA

    E MERCATO NERO, SERVILISMO SEGUONOALLA LIBERAZIONE

    Eroismi, idealismi, morale

    vennero seppelliti da un mare difango e di Am-Lire. Era unaquotidiana, dura, contaminantelezione di vita corrotta: per so-pravvivere bisognava rinunciarea dettami etici ormai antiqua-ti. Superati dallandazzo dellanuova civilt del chewinggum. E chi non volle scenderea patti con la propria coscienza,per sopravvivere dovette sacrifi-care quel che aveva acquistatoin una intera vita di lavoro. Cifurono famiglie costrette a ven-

    dere tutto, fino allultimo len-zuolo. In qualche famiglia diperseguitati fascisti si dormivasul nudo pavimento, avendo do-vuto vendere i letti e perfino imaterassi, come fu costretta afare anche la famigl iadellultimo Federale di Napolilavvocato Domenico Tilena.

    Ci furono stupri e violenze,mercimoni sessuali, connivenzee intrallazzi con gli amministra-tori anglo-americani per ottene-re permessi, appalti, lavori di o-gni genere, forniture e servizi. E

    spuntarono i nuovi ricchi a cuifecero da contrappunto i nuovipoveri, colpevoli di non aversvenduto la propria dignitallinvasore. Nessuna autorititaliana ha mai indagato sulla

    so in un Paese costretto a vende-

    re se stesso per sopravvivere(3). Ma ci non bastava ai co-siddetti intransigenti moralistiportatori di una nuova civilt;ufficiali e soldati alleati corrot-ti, in combutta con camorristi eprofittatori indigeni, partecipa-vano alla big robbey. Vende-vano tutto e tutto si avviava almercato nero. Tutto si potevacomprare, ma, ovviamente, aprezzi altissimi. stato calcola-to che almeno il 60 per cento deltonnellaggio complessivo sbar-

    cato a Napoli sia finito al merca-to nero.Non possibile che loschi

    traffici tanto generalizzati e im-ponenti fossero sfuggiti alla oc-chiuta sorveglianza dellAMG(Governo Militare Alleato) edella Commissione di Vigilanzaalleata, nonch dei Servizi se-greti. logico dedurne che si e-ra organizzata tutta una serie dicompromissioni e di omert chepossiamo ipotizzare allombradella massoneria. Sandro Prov-visionato ha dichiarato nel 1994

    (4) : Quegli agenti che manda-rono Lucky Luciano erano tuttimassoni; e non un caso chetuttora molte persone facentiparte della criminalit organiz-zata siano anche massoni ... .

    provenienza di tali improvvisefortune.

    Gli Americani imposero un si-stema nominalmente demo-cratico, in realt loro esclusivaespressione: sindaci e prefetti,

    asserviti incondizionatamente alregime di occupazione, costitui-rono le basi di un sistema capil-larmente controllato anche gra-zie a certi partiti largamentesovvenzionati con un fiume diAm-Lire. Un sistema ben con-geniato, teso allappoggio di de-terminate persone, famiglie,gruppi finanziari, gruppi politicie lobbies nellevidente scopo dideterminare una maggioranzaoccultamente asservita.

    Nel complesso, una politica la

    cui strategia venne a suo tempoesplicitamente annunciata sullarivista Mercury dellottobre1943 dal giornalista KingsburySmith (portavoce della CasaBianca) che cos si esprimeva:Deve essere imposta una com-pleta incorporazione dellItalianella sfera degli interessi econo-mici americani. LItalia si devedichiarare disposta a sottoporrela sua produzione e la sua espor-tazione alle decisioni di un Con-siglio economico straniero. Eancora da parte dellautorevole

    rivista inglese Cavalcade nelnumero del settembre 1943:Lorganizzazione amministra-tiva anglo-americana per i terri-tori italiani occupati militarmen-te sembra esistere solo allo sco-

    Nelle due foto di testa:sciusci a Roma, soldatiamericani stravaccati nellareggia di Napoli: dueimmagini che nella loroessenziali t descrivonocompiutamente unepoca.

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    po di costituire saldamente gliinteressi capitalistici alleati. Ilgrosso capitale gi fortementerappresentato. Questo spiega lavelocit con la quale questa or-ganizzazione segue le Armate.Evidentemente il commercio se-gue ancora la bandiera. Mentre isoldati muoiono, i banchierisommano i loro guadagni. Cos,

    effettivamente, stanno le cose.E intanto i bambini morivanoa centinaia in mancanza di zuc-chero e latte, mentre i boys e iG.I. si abboffavano di dolciu-mi con le loro girls friends.

    Drammaticamente disastratala sicurezza della popolazionesottoposta ad atti criminosi daparte delle truppe alleate: in

    dettaglio, dall8 settembre 1943al 31 dicembre 1946, 574 omici-di, 1.905 ferimenti, 2.293 ag-gressioni, 7.662 rapine e furti,1.157 violenze carnali consuma-te e 209 tentate. Da sottolineareche tali cifre si riferiscono e-sclusivamente ai crimini denun-ziati ai Carabinieri, e ai qualivanno aggiunti 8.903 incidenti

    automobilistici. Non mancavanobande di disertori americani, ca-nadesi e della Legione Stranierache imperversavano alle porte diRoma, nuclei armati di autenticibanditi e grassatori.

    In tale contesto delinquenzia-le, prendeva corpo e si sviluppa-va il Governo antifascista delRegno del Sud.

    Francesco Fatica

    1) - Silvio Bertoldi Contro Sal,vita e morte del Regno del Sud Bompiani 1984.2) - Cfr. F. Lanfranchi La resa

    degli ottocentomila Milano 19483) - S. Bertoldi op. citata4) - Intervista di Daniela Serpi su IlSecolo dItalia del 20 marzo 1994 aSandro Provvisionato, autore diSegreti di Mafia, Laterza - Bari.

    A PROPOSITO DI ALLIED MILITARY CURRENCY

    Quando lItalia occupata

    conobbe linvasione

    di carta moneta alleata

    Resa senza condizioni pri-ma, cobelligeranza poi non

    impedirono agli Alleati di tratta-re il Regno del Sud come unaqualsiasi colonia occupata mili-tarmente. Quali siano stati i con-notati della loro cosiddettaliberazione lo descrive con ef-ficacia Francesco Fatica nel suoarticolo a fianco, in cui compareanche un accenno alle AM-Lire(Allied Military Currency), lebanconote di occupazione che

    inondarono letteralmente lItaliaman mano che progredivalavanzata degli anglo-ameri-cani. Con tutte le inevitabili ri-percussioni su una economia gidevastata dalle operazioni belli-che.

    Su queste AM-Lire si impon-gono alcune annotazioni, per lopi sconosciute al grande pub-blico.

    Gi da tempo, in previsionedello sbarco in Sicilia, gli Ame-ricani avevano predisposto la

    produzione di carta moneta dioccupazione per lItalia. Unaproduzione realizzata in gran se-greto per impedire che la notiziasullinvasione trapelasse alle-sterno. Fu cos che il 19 luglio1943 due aerei carichi di AM-Lire decollarono dagli Stati Uni-ti diretti in Italia. Si trattava diuna prima spedizione alla qualene sarebbero seguite diverse al-tre, tanto che gi allora si parldi una vera e propria invasio-ne di carta moneta. E che diinvasione si trattasse lo testi-

    moniano ampiamente i 1.365milioni di pezzi diretti al Bel Pa-ese, per un valore pari a 130 mi-liardi di lire dellepoca.

    Per la Storia, opportuno ri-

    cordare il proclama n. 12 Alli-ed Military Lira Notes del ge-nerale Alexander, comandantein capo delle forze alleate inItalia: Con il presente proclama istituita una circolazione mo-netaria in lire della specie di bi-glietti militari alleati del tagliodi una, due, cinque, dieci, cin-quanta, cento, cinquecento emille lire. Tale moneta ha corsolegale per pagamenti di qualsiasiimporto nel territorio soggetto al

    Governo Militare, e nessunopu rifiutarsi di accettarla. Di-venta persino superfluo sottoli-neare come tale imposizione an-nullasse nei fatti ogni pretesa le-gittimit giuridica del Governodel Sud. In uno Stato sottopostoa una moneta straniera il Gover-no non pu certo assumere ilruolo di Governo legittimo.

    Bisogna attendere il 12 dicem-bre del 1946 affinch le AM-Lire cessassero, nominalmente,di essere moneta di occupazione

    passando sotto la gestione dellaBanca dItalia che le riconobbecome carta moneta di propria e-missione. Soltanto il 30 giugnodel 1950 le AM-Lire vennerodichiarate fuori corso e ritiratedalla circolazione, attraverso u-na complessa operazione chegrav interamente sul bilanciodello Stato italiano.

    Un particolare gustoso neldramma di quei giorni: le AM-Lire - malgrado il sofisticatoprocedimento impiegato nellariproduzione - si rivelarono di

    facile contraffazione, tanto chenella seconda emissione fu ag-giunto il valore in lettere a quel-lo solo numerale della prima.

    * * *

    La liberazione nelle cronache del tempoQuale fosse la dura realt della liberazione lo

    testimoniarono alcuni giornali romani di allora

    come Il Tempo, Italia Libera, Risorgimen-

    to Liberale, La Voce Repubblicana, e altri

    ancora, che lAPB (Commissione Alleata per le

    Pubblicazioni) non ebbe il coraggio di censura-

    re. Una cronaca a dir poco drammatica che com-

    prendeva militari alleati che irrompevano in

    case private per prelevare donne, che assalivano

    e rapinavano innocenti cittadini, soprusi contro

    soldati italiani isolati, ingaggio di donne da ri-

    servare ai negri. E cos via nel disprezzo assoluto

    della pi elementare legalit. Altrettanto mise-

    randa la cronaca politica che denuncia: Bono-

    mi sa, e con lui sanno i partiti, che il cosiddetto

    Governo non governa niente. La politica estera

    quella che nelle clausole dellarmistizio e nella

    volont degli alleati, alla direzione degli affari

    essenziali provvedono gli alleati. E ancora:

    Le armi alleate hanno consegnato il potere

    nelle mani degli uomini che lo detenevano 22

    anni fa ... Con quali titoli?.

    IL RIPOSTIGLIERE

    - N on fare tante storie! Maresciallo

    o non maresciallo tu per noi sei il

    caporal maggiore Badoglio.

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    Con loperazione alleata Anvil/Dragoon, lo sbarco nella Franciadel sud in Provenza, veniva aperto un nuovo fronte contro il

    Terzo Reich, obbligando lAlto Comando tedesco a cercare con ur-genza di controbattere la mossa alleata. Lavanzata delle truppe a-mericane e francesi fu abbastanza veloce e i tedeschi si ritiraronolungo la valle del Rodano attuando una tattica ritardatrice in attesa

    dellinverno che avrebbe reso impossibile lo sconfinamento delle Al-pi. Contemporaneamente vennero rinforzate le difese italiane delleAlpi Occidentali, utilizzando truppe dellEsercito della R.S.I. In questoarticolo, sia pure in sintesi, tracciamo un quadro di queste forze checontrastarono efficacemente gli Alleati, riuscendo a difendere i nostriconfini sino ai primi di maggio, partendo dalla Liguria sino alla ValledAosta. Nota - Vengono considerati unicamente i Reparti impegnatiin prima linea, senza considerare quelli impegnati nelle retrovie e nel-le operazioni antipartigiane di sicurezza del retrofronte.

    Provincia di ImperiaII (XX) Btg. Bersaglieri Volontari Dife-sa CostieraIl II Btg. venne trasferito da Savona, do-

    ve aveva assunto la difesa del litoraleda Savona ad Albenga, in concomitan-

    schierato nelle vallate alpine della pro-vincia di Cuneo a difesa dei passi e collialpini contro possibili offensive francesi.Dalla fine di novembre fino al mese di

    aprile 1945 rimase con i suoi Repartisaldamente attestato sulle posizioni ini-

    nimenti in linea. Lunico scontro di mag-giore intensit si ebbe tra il 14 e 15 feb-braio quando una ventina di granatieri,

    in servizio presso il bunker 3 di Rochela Croix, disert, lasciando in difesa del-la postazione quattro artiglieri della 5

    a

    Btr. che, reagendo prontamente al ten-tativo delle truppe francesi di occupareil bunker, respinsero lattacco provocan-do perdite e la sua sospensione. Il 22aprile 1945, i Francesi iniziarono l'offen-siva con forze di gran lunga superiori edopo violenti combattimenti, durati in al-cuni casi oltre 10 ore, nel pomeriggio laresistenza dei Reparti del I Btg. cess.Alcuni superstiti riuscirono a raggiunge-re il Colle della Maddalena da dove, il

    25 aprile, in esecuzione al pianoGeorges che prevedeva labbandonodelle posizioni alle ore 21 dello stessogiorno, ripiegarono verso Borgo SanDalmazzo dove il Battaglione si sciolseil 27 aprile. I Francesi solo il 26 giunse-ro al valico del Colle. La sede del Co-mando del Battaglione era collocata aBersezio.

    II Btg. Granatieri - 3Rgt. GranatieriDiv. LittorioVenne schierato a difesa dei passi e deicolli della Valle Stura, collegandosi con iReparti del I e del III Btg. che eranoschierati nella Valle Argentera e verso ilTenda, con il compito di coprire il fiancodella strada statale del Colle della Mad-dalena. Il mese di dicembre fu abba-stanza tranquillo, interrotto solamenteda azioni di disturbo delle artiglierie

    LA R.S.I. CONTRO LE FORZE FRANCO-AMERICANECHE PREMEVANO SUL FRONTE OCCIDENTALE

    Lo schieramento sulle Alpi dei RepartLo schieramento sulle Alpi dei RepartLo schieramento sulle Alpi dei RepartLo schieramento sulle Alpi dei RepartSI DEVE AL LORO IMPIEGO SE I GOLLISTI NON RIUSCIRONOA DILAGARE IN PIEMONTE E IN VALLE DAOSTA

    ziali, solo a seguito dell'ordine di ripie-gamento giunto dal Comando di Divisio-ne, ripieg su Cuneo dove si sciolse il

    27 aprile 1945. La sede del Comandodel 3Reggimento era collocata a Val-dieri.

    I Btg. Granatieri 3Rgt. GranatieriDiv. LittorioVenne schierato a difesa della lineaVirgil, linea di creste che andava dalColle del Ferro (escluso), al Puriac, alVentasuso, al Passo della Maddalena,fino al Bec du Livre, dove iniziava ilpresidio del Btg. Bassano della Div.Monterosa, dando il cambio ad unBattaglione della 5^ Divisione tedesca.

    A sud il I Btg. si collegava con i Repartidel II Btg. Granatieri della Div.Littorio. La zona di operazioni dellaMaddalena si estendeva con alcunepropaggini sino a Larche e Meyronnes,nella Valle dellUbaye e del torrente U-bayette, in territorio francese. In territo-rio francese utilizz alla rovescia le po-stazioni della Maginot, occupando ibunker di La Roche la Croix, di Meyron-nes e di Haut de St. Ours (Bas e Haut),oltre a costituire avamposti a Larche euna base logistica a Grange de Ga-scon. L'inverno trascorse senza partico-lari combattimenti, a parte i sempre fre-quenti scontri fra le pattuglie che per-correvano la terra di nessuno in cerca diinformazioni e di prigionieri da catturare,anche a causa delle abbondanti precipi-tazioni nevose che, tra l'altro, reseroparticolarmente difficoltosi anche i rifor-

    za con lo sbarco in Provenza tra il 20 eil 31 agosto, verso la frontiera francese,con la seguente dislocazione dei Repar-

    ti: Comando e C.C. Arma di Taggia, 5a

    Cp. frontiera francese, 6a Cp. da SantoStefano a San Lorenzo a Mare, 8

    aCp.

    da Grimaldi a Bordighera, 7a Cp. a Ce-riana. In quel periodo venne costituita la9a Cp.. Sul fronte francese i bersaglierivennero a contatto con le truppe france-si e americane, con frequenti scontri dipattuglie, scaramucce nella terra di nes-suno e caduti per le mine. A met gen-naio nuovo schieramento del Btg., 6a

    Cp. pi un plotone della 7a

    da Monte-pozzo a Grimaldi, 5a Cp. da Camporos-so a Bordighera, 7a Cp. da Bordighera a

    Sanremo, 8a

    Cp. da Grimaldi a Campo-rosso; Comando e C.C. a Ceriana, 9a

    Cp. a Baiardo. Tale schieramento ven-ne mantenuto sino al 23 aprile '45. Tra il23 e il 24, il Btg. inizi il ripiegamentocon la 6a Cp. in retroguardia con compitidi sostegno ai pionieri tedeschi impe-gnati nelle distruzioni. Lungo il percorsoOrmea, Garessio, Ceva e Mondov, ilBtg. si ricongiunse a Savigliano, prose-guendo lungo l'itinerario seguito dalla34

    aDiv. Tedesca del Gen. Lieb, rag-

    giunse Cuorgn e infine Quagliuzzo,dove il 2 maggio il Battaglione vennesciolto.

    Provincia di Cuneo3Rgt. Granatieri Div. LittorioCostituito nel campo di Nordlager, nelnovembre 1944 inizi il rientro in Italiagiungendo in Piemonte, dove venne

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    Postazione di MG 42 sul Col de La Segne

    francesi. Nel gennaio 1945 le truppefrancesi sferrarono violenti attacchi con-tro le posizioni dei granatieri, venendorespinte dopo aspri combattimenti. Do-po tali attacchi il fronte rimase sostan-zialmente tranquillo, interrotto solamen-te da azioni di artiglieria e dalla normale

    attivit delle pattuglie. Il 25 aprile 1945,in applicazione all'ordine di ripiegamen-to diramato dal Comando del 3Rgt. , ilII Btg. ripieg su Borgo San Dalmazzodove si sciolse. La sede del Comandodi Battaglione era collocata a Vinadio.

    III Btg. Granatieri - 3Rgt. GranatieriDiv. LittorioVenne schierato tra il Tenda e la ValleArgentera, occupando la linea difensiva

    che corre sui crinali delle Alpi Marittimeappoggiandosi alla catena di fortini dellaGuardia alla Frontiera, con il compito disbarrare le due vallate del Gesso: Ges-so di Entraque e Gesso della Valletta.Nei mesi di dicembre, gennaio e feb-braio l'attivit bellica fu limitata a fre-quenti azioni di pattuglie, con pionieriche fecero saltare tratti di rotabili in ter-ritorio francese. Molto intenso il fuoco

    delle artiglierie, con quelle italiane chetenevano sotto tiro la strada della ValVesubie, percorsa giornalmente dalleautocolonne di rifornimenti francesi.Verso la fine di marzo ripresero le azio-ni franco-americane, con attacchi pi in-tensi dall'11 al 13 aprile, sempre respin-ti con forti perdite tra gli attaccanti. Difronte al II Btg. erano schierate forzefranco-americane valutate in un reggi-mento appoggiato da due gruppi di arti-glieria da montagna e campale. Il 25 a-prile giunse l'ordine dal Comando del 3Rgt. di ripiegare su Borgo San Dalmaz-zo; un ordine che sconcert i granatieri,saldamente attestati sulle loro posizionie fortemente motivati nella difesa deiconfini italiani. Il 27 aprile 1945 a Cune-o, veniva sciolto il III Btg. Granatieri.La sede del Comando del Battaglioneera collocata a S. Anna di Valdieri.

    103a Cp. Cacciatori di Carro - 3Rgt.Granatieri Div. LittorioI granatieri della Compagnia venneroimpiegati scaglionati tra i caposaldi po-sti sul confine francese a sostegno deiReparti del I Btg. Granatieri. La sededella Cp. venne collocata a Prinardo, in-

    sieme alla 1a Cp./I Btg.

    II Gr. Art. "Romagna" 2Rgt. Art.Div. LittorioFormato da tre Batterie, la 4a e la 6a do-tate di obici Skoda da 75/13 e la 5a di o-bici Krupp da 75/21 della artiglieria te-desca presi in consegna nel novembre1944, venne schierato a sostegno deiBtg. Granatieri del 3Rgt ., nel settoredifensivo delle Alpi Marittime sul fronteMaddalena-Ubaye, spingendosi con lasua 5

    aBtr. ben dentro il territorio france-

    se a Larche. Dai primi di aprile 1945 i

    Francesi iniziarono i preparativi per l'of-fensiva finale; il 21 inizi l'attacco in for-ze contro le posizioni difese dai Repartidella "Littorio", attacco che interess leposizioni della 5a Btr., schierata allaFerme du Colombier sopra Larche, cheil 22 dovette ripiegare sulla Maddalena.Il Colle della Maddalena venne raggiun-to dai superstiti il 23 mattino, qui trova-rono schierati i pezzi della 4a Btr. e ilComandante del Gruppo, intento a pre-parare la difesa del Colle. Nella giornatadel 25 arriv l'ordine di ripiegamentoverso Demonte e Gaiola. Da qui conflui-rono nella caserma di Borgo San Dal-

    mazzo dove attesero l'arrivo degli ame-ricani. Il Comando del Gruppo era situa-to a Bersezio.

    III Gr. Art. "Verona" 2Rgt. Art. Div.Littorio

    Formato da tre Batterie, la 7a, 8a e 9a,venne dotato di obici Skoda da 75/13ed impiegato nella zona tra Limone Pie-monte e il Passo del Tenda, a sostegnodei Granatieri del III Btg.

    IV Gr. Art. da Campagna 2Rgt. Art.Div. LittorioIl IV Gruppo era dotato di obici italianiOTO da 149/19 che equipaggiarono le

    tre Batterie, 10a

    -11a

    e 12a

    . Venne schie-rato nella Valle Stura e in Val Maira dal-la fine di novembre 1944 al mese di a-prile 1945. I pezzi da 149 vennero im-piegati a supporto delle Batterie del"Romagna" che, data la scarsa gittata,non potevano controbattere i Francesioltre confine. La 12a Btr. venne divisa indue sezioni schierate ad Argentera e aSaretto di Acceglio, l'11

    avenne schiera-

    ta prima a Saretto di Acceglio, in ValMaira, e poi dislocata a Vinadio, per unfuoco diretto contro possibili invasoriprovenienti dal sud. Il 25 aprile 1945 l'11

    a

    Btr. pesante ripieg in assetto di guerra

    su Cuneo dove si arrese, i militari della12a seguirono la sorte dei militari del IIGruppo.

    3Gr. Artiglieria "Vicenza" 1Rgt.Art. Alpina Div. MonterosaIl Gr. Art. someggiato Vicenza, armatocon 12 obici Skoda da 75/13, venne co-stituito a Pavia il 1gennaio 1944 e in-corporato nel 1Rgt. Art. Alpina. Rien-trato in Italia venne schierato in Liguria,nella Riviera di Levante, in funzione an-tisbarco. Ai primi di settembre vennetrasferito in Provincia di Cuneo, nellaValle Stura, dove dette il cambio a re-parti tedeschi. Il Comando venne collo-cato ad Argentera e le Btr. a difesa del

    Schieramento Reparti RSI sulle Alpi Occi-dentali. (Foto ASFMR)

    Alpini del MorbegnoAl Pian della Mussa.

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    Colle della Maddalena, furono posizio-nate in territorio francese: la 7

    ain Val

    Lanzargner, l8a in Val del Rio du Pis, la9a in Val Puriac, da dove dovette trasfe-rirsi a Ferrire poich le batterie avver-sarie di Barcelonette lavevano scopertae presa sotto tiro. Con il sopraggiungeredelle nevicate il Gruppo venne schieratonelle sedi invernali: il Comando fu collo-cato a Sambuco, presso Pietraporzio, la7

    ae l8

    aBtr. vennero al di qua del Colle

    della Maddalena prendendo posizionein valle, la 9a and a S. Bernolfo. All'ini-

    zio di aprile 1945 al Vicenza fu datoordine di trasferirsi in Val Varaita e inVal Maira, a sostegno del Btg.Bassano. Erano gi iniziati i prepara-tivi e i furieri di alloggio erano gi sulposto ma il precipitare degli eventi bloc-c il trasferimento. Il 24 aprile ilVicenza scese per San Dalmazzo aCuneo dove distrusse i cannoni, abban-don i muli e, con il solo armamentoleggero, si diresse su autocarri versoTorino, in colonna con Reparti dellaLittorioe di altre formazioni, giungen-do nella zona franca di Strambino Ro-

    mano e quindi a Ivrea dove si sciolse il2 maggio 1945.

    Btg. "Bassano" 1Rgt. Alpini Div.MonterosaIl Btg. Bassano, ricostituito a Bassanodel Grappa il 24 dicembre 1943 ed in-quadrato nel 1 Rgt. Alpini della costi-tuenda Div. Monterosa, rientr in Ita-lia a fine luglio 1944, per essere schie-rato in Liguria, con funzione antisbarco,nel settore della Riviera di Levante. Aseguito dello sbarco in Provenza, il 15settembre il Bassano inizi il trasferi-mento in Piemonte, nella Provincia di

    Cuneo, salendo a Casteldelfino, in ValVaraita, dove pose il Comando, con treCp., mentre ad Acceglio, in Val Maira,disloc le altre due. Alla fine di settem-bre lo schieramento delle Compagnieera completato, avendo preso possesso

    fronte delle Alpi Occidentali, schieran-dosi a difesa delle Valli di Vi, Ala e ValGrande, con il Comando a Lanzo. Nelmarzo fu raggiunto dal Btg. Bresciache si schier nella Valle di Locana adestra del Morbegno. Con l'arrivo delBrescia, il Rgt. si estese su un frontedi circa cento chilometri, fra la Valle diLocana e la Val Chisone, su una lineadifensiva ove erano dislocati anche re-

    parti tedeschi, ad una altitudine sem-pre superiore ai 2.000 metri con posta-zioni ed osservatori tra i 2.500 e i 3.000metri, con catene montuose elevate cherendevano incomunicanti le vallate. Si-no alla fine delle ostilit, venne svoltasolamente una attivit di presidio e anti-partigiana. Il 26 aprile il Comandodel Rgt. fu costretto a chiedere la re-sa ai partigiani.

    Btg. "Brescia" - 2Rgt. Alpini Div.MonterosaNella met di marzo 1945 il Btg.Brescia complet il trasferimento nelCanavese, schierandosi nella Valle diLocana, e dellOrco, a Pont Canavese,con le Compagnie dislocate al Passo diGalisia, a Ceresole Reale e Locana,con compiti di difesa del confine delleAlpi dalle infiltrazioni francesi. IlBrescia alla fine di aprile, nella impos-sibilit di mantenere i contatti con il Co-mando di Reggimento, diede mandatoalle sue Compagnie di trattare la resacondizionata con i partigiani locali: uffi-ciali prigionieri e alpini in libert. OgniCompagnia si sciolse nelle localit doveerano dislocate, i patti venne-

    ro rispettati e non si ebbero violenze.

    Btg. "Morbegno"- 2Rgt. Alpini Div.MonterosaAi primi di febbraio 1945 al Morbegnogiunse lordine di trasferimento in Pie-monte, sul fronte delle Alpi Occidentali.Giunto nelle Valli di Lanzo schier lesue Compagnie tra le due vallate che sidiramano da Lanzo: la Val dAla, dallaquale si stacca la Val Grande, e la Valdi Vi, sostituendo reparti tedeschi epar del Rgt. Folgore. Il Morbegnoschier il Comando a Ceres e disloc le

    Compagnie alle testate delle vallatecon posti avanzati sulla linea dei passi:a Usseglio la 8

    aCp., a Balme la 7

    aCp.,

    a Forno Alpi Graie la 6a Cp., a Ceres la10a Cp., a Vi la 9a Cp.. La 8a Cp. di-stacc un Plotone a Malciausia e un di-staccamento al Lago della Rossa, luo-ghi dove sono presenti dei bacini idroe-lettrici di importanza strategica; la 7a

    Cp. un Plotone sul confine con la Fran-cia al Rifugio Gastaldi. Durante tale pe-riodo non vennero compiute azioni of-fensive da parte delle truppe francesi, aparte un unico tentativo di sconfinamen-to al Lago della Rossa subito respinto

    con perdite da ambo le parti. IlMorbegno si sciolse il 26 aprile.

    Btg. "Tirano"- 2 Rgt. Alpini Div.MonterosaDopo lo sbarco degli Alleati in Provenza

    di tutti i colli circostanti e dei valichi . Al-cuni colli erano stati occupati in prece-denza da maquis francesi e da partigia-ni, ma gi il 25 settembre il "Bassano"ne aveva ripreso il possesso, provve-dendo a migliorare le opere di fortifica-zione, dando cos consistenza alla difesadel settore, collocato a quote tra i 2.500e i 2.880 metri di altitudine, tra il Monvi-

    so e la Maddalena, con il Colle dell'A-gnello, di St. Vran, di Longet, dell'Au-taret, di Maurin. Sul finire dellinverno leattivit divennero pi intense, con azionisvolte oltre confine, nella Val Tinea aSt. Vran e Fontgillard, nella Valle Uba-ye sino a St. Paul. Da parte loro i Fran-cesi attaccarono il Colle dell'Agnello edi St. Vran, con forze consistenti in al-meno due compagnie, ma vennero re-spinti dagli alpini del Bassano. Il 25 a-prile 1945 il Comando del Bassano ri-cevette l'ordine di ripiegare verso la pia-nura ma il Comandante tratt invece la

    resa con i partigiani che non rispettaro-no i patti uccidendo decine di alpini.

    Provincia di Torino2Rgt. Alpini Div. MonterosaIl 2Reggimento Alpini, costituito il 1gennaio 1944 inquadrando i Btg.Brescia, Morbegno e Tirano,la C.C.R., la Compagnia Collegamenti,la 102a Cp. Cacciatori di Carri, la Colon-na Leggera (Salmerie) e un Pl. Canno-ni, rientr in Italia alla fine di luglio,schierandosi in Liguria nella Riviera diLevante, con i Reparti dislocati tra Se-stri Levante e Levanto, in funzio-ne antisbarco sulla costa e di difesa del-le vie di comunicazione con la PianuraPadana dalle incursioni dei partigiani. Aiprimi di febbraio 1945 il Comando diRgt, con i suoi Reparti Reggimentali, e ilBtg. Morbegno, vennero trasferiti sul

    Alpini della Divisione Littorio,armati di panzerfaust, si preparanoper una azione di pattuglia

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    del 15 agosto, il 9 settembre il Tiranopart dalla Liguria, giungendo a Cesana(TO) l11. Il 13 entr in linea dando ilcambio a reparti tedeschi dell'85Rgt.della 5a Div. Alpina Gams, inseren-dosi tra le linee dell85Rgt. dal qualedipese tatticamente. Venne schierato suun settore che correva ad altitudini su-periori ai 2.000 metri di quota, da Cla-vire passando per Rocca Clary e Pun-

    ta Rasci sino al Monte Gimont, conl'ultimo posto di combattimento al Mon-te Chenaillet a 2.650 metri. Il Comandodel Battaglione fu posto in linea a PuntaRasci, mentre a Pinerolo rimase la ba-se arretrata, a Cesana si costitu quellaavanzata e Bousson divenne la sededella Compagnia che a turno scendevadalla prima linea per il periodo di ripo-so. Nella met di ottobre i Francesi, conuna azione di sorpresa, occuparono l'a-vamposto dello Chenaillet, prontamenterioccupato con una azione congiunta dialpini del Tiranoe tedeschi che, il 21,con una azione a tenaglia ebbero ragio-ne dei difensori francesi, un reparto dicoloniali. Nellazione cadde alla testadelle forze attaccanti lalpino RenatoAssante, un italiano nato in Turchia cheaveva mantenuto la cittadinanza italianaed era venuto in Italia per arruolarsi co-me volontario entrando dopo l8 settem-bre nellEsercito della R.S.I. Alla suamemoria verr concessa la M.O.V.M.,unica della Divisione. Nuova azione il 2-3 dicembre, quando un pattuglione dialpini sciatori, del Tirano e tedeschi,comp un'incursione nelle linee avversa-rie facendo saltare le fortificazioni del

    M. Janus, da dove partivano le pattugliefrancesi. Quindi, fino alla primavera,lattivit venne svolta solo con azioni dipattuglie e contropattuglie, causa le ab-bondanti nevicate che impedirono altreazioni. Il 23 aprile 1945 arriv l'ordine alComando del Tirano di iniziare il ripie-gamento verso la pianura ma, causa unimprovviso attacco dei Francesi in dire-zione di Clavire, respinto prontamente,solo il 26 il Battaglione pot riunirsi aCesana da dove, incolonnato con i re-parti della Gams, raggiunse Pineroloe quindi Rivoli Torinese dove il Tirano

    si sciolse.

    Btg. "Aosta" 1 Rgt. Alpini Div.MonterosaNel mese di marzo 1945, il Btg. Aostavenne trasferito in Piemonte, sul frontedelle Alpi Occidentali, schierando le sueCompagnie a difesa della Valle Stura,con il Comando alle Terme di Vinadio ele sue Compagnie schierate tra il monteTnibres e il Collalunga. Il 23 aprilegiunse l'ordine di prepararsi al ripiega-mento verso la pianura. Il Btg. riun lesue Compagnie, il 27 aprile concord laresa con i partigiani e si sciolse a Dro-

    nero. La 3a Cp. rifiut l'accordo di resae si diresse verso Cuneo dove si un al-le altre truppe in ritirata verso Torino;giunta nella zona franca di StrambinoRomano prosegu verso Ivrea, dove siarrese agli Americani il 5 maggio 1945.

    Btg. Alpini "Edolo" 4Rgt. AlpiniDiv. LittorioIl Btg. Edolo giunse in Italia ai primi dinovembre 44 e venne inviato sul frontedelle Alpi Occidentali, dove giunse aiprimi di dicembre, venendo inserito nelSettore difensivo tenuto dalla 5a Geb.D,con i Reparti dislocati tra Bardonecchia

    e Ulzio, il Comando a Bardonecchia ele Compagnie schierate tra la ValleStretta e il Colle del Frejus. Tre Cp.vennero schierate in prima linea dal Cold'Etache fino al Col de la Roue e a pro-tezione della diga di Rochemolles.Compito del Btg. "Edolo", la difesa delconfine e degli impianti civili e industrialidella zona, dalla possibile offensivafrancese che mirava ad occupare partedel territorio italiano da far valere per letrattative di pace. Il Btg. per cinque mesisvolse brillantemente il compito, impe-dendo anche, alla fine delle ostilit, che

    i tedeschi procedessero alle gi previstedistruzioni, salvando cos impianti idroe-lettrici di grande importanza,come la di-ga di Rochemolles, ed infrastrutture co-me gallerie, linee ferroviarie e stradali. IlBtg. il 27 aprile 1945, raccolto l'avampo-sto distaccato allo Chalet Pelouche, ri-pieg verso la pianura, dove si sciolseai primi di maggio a Lein.

    4Gr. Artiglieria "Mantova" 1Rgt.Art. Alpina Div. MonterosaIl Gr. Art. ippotrainato Mantova, ar-mato con 12 obici Fh18 da 105 tede-schi, nel febbraio 1945 lasci il fronte

    della Garfagnana per essere trasferitoin Piemonte, sul fronte delle Alpi Occi-dentali. Dalla Garfagnana il Gruppo rag-giunse la Liguria e poi Torino, da dovesi diresse verso la Val Susa ai primi difebbraio. Rimase in zona per alcune

    settimane, quindi, il 30 marzo, il Co-mando, la 10

    ae la 11

    aBtr. si diressero

    verso il Monginevro, dove presero posi-zione. La 12a venne invece inviata, il 29marzo, nella Valle d'Aosta, schierandosia La Thuile a difesa del Piccolo SanBernardo. Il 26 aprile il Comando la 10a

    e l'11a Btr. si unirono alla colonna for-mata dal Tirano, e da reparti tedeschidella 5a Gams, scendendo la Val Chi-sone verso Pinerolo, da dove prosegui-rono, solo con gli alpini del Tirano,verso Orbassano, dove gli artiglieri ac-

    cettarono la resa.

    1Btg. "Folgore" - Reggimento ArditiParacadutisti A.N.R. FolgoreIl Btg. "Folgore", nei mesi di luglio e a-gosto 1944, inizi un lungo periodo ope-rativo in Piemonte, che lo port ad ope-rare nelle vallate alpine di Vi e Lanzoe, dal 1dicembre, con due Cp. sulleAlpi nel settore del Monginevro, con unpresidio sullo Chaberton. Ai primi dimarzo '45 venne dislocato nel settoredel Moncenisio dove a fianco della 1a e2a Cp., che avevano gi operato alle al-

    te quote, si affianc la 3

    a

    Cp. Tra il 5 el'8 aprile, le forze francesi svilupparonol'offensiva denominata "Izard" sul setto-re del Moncenisio ma, dopo alcuni suc-cessi iniziali, furono respinte con perdi-te, grazie all'azione congiunta delletruppe tedesche e dei paracadutisti del"Folgore". Fino al 25 aprile vennerosvolte solamente azioni di pattuglie, conincursioni nelle linee francesi, il 26 apri-le tutti i presidi raggiunsero gli accanto-namenti di Susa, da dove il 28 inizi ilripiegamento, come ordinato dal Co-mando del Rgt., verso Aosta. Giuntonella zona franca di Strambino Romano

    il giorno 5 si arrese dopo aver ricevutol'onore delle armi.

    Valle dAostaIl 4Rgt. Alpini fu schierato con il Co-mando a Porta Littoria (odierna La Thui-

    Osservatorio del Battaglione Tiranoa Punta Rasci. Un momento dipausa per il rancio.

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    le), la 104a Cp. anticarro a Morgex, ilBtg. "Varese" sul Piccolo San Bernar-do, il Btg. "Bergamo" sul Col de la Sei-gne, sul Col du Mont e ai lati del"Varese". Con questo schieramento inprima linea, vennero sbarrate le stradedi accesso alla Valle d'Aosta attraversoil valico del Piccolo San Bernardo, dellaValgrisanche, della Valle di Rhemes edella Val Veny, costituendo una linea di

    resistenza che, appoggiandosi ai capi-saldi arretrati del "Vallo 1940", dispone-va di avamposti collocati ben quattrochilometri entro il territorio francese. Inappoggio ai reparti Alpini, furono collo-cate le Btr. del Gr. Art. da Montagna"Gran Sasso" del 2Rgt. Art., schiera-te alle spalle dei reparti in linea e nellefortificazioni del "Vallo Littorio". Oltre aisuoi Reparti, il 4Rgt. ebbe ai suoi ordi-ni, durante il ciclo di operazioni, repartitedeschi di Gebirgsjger e, dal marzo-aprile 1945, la 12a Btr. del Gr."Mantova" del 1Rgt. Art. " Monterosa"e i par dei Btg. "Nembo" e "Azzurro"del Rgt. "Folgore". Il 4Rgt . si sciolse il4 maggio. L'opera ritardatrice degli alpi-ni del 4Rgt. "Littorio", permise agli A-mericani di arrivare ad Aosta il 4 mag-gio bloccando l'infiltrazione francese.

    Btg. Alpini "Varese" 4Rgt. AlpiniDiv. LittorioIl Btg. Varese venne schierato al Pic-colo San Bernardo, su un fronte che an-dava dal Mont Valaisan alla Roc Belle-face attraverso il Col de Traversette(con avamposto a Roc Noir) e lungo LaCommune fino a salire al Clapey. Il Co-

    mando del Varese venne posto allaVilletta, le basi logistiche al Colle e al-l'Ospizio, la 1

    aCp. tra punta del Clapey

    e La Commune, la 2a Cp. tra Roc Noir,Col de Traversette, Mont Valaisan, con ipropri avamposti intercalati a quelli direparti tedeschi, con la 3a Cp. di rincal-zo. Lungo la linea di resistenza davantiallOspizio, si schierarono la 4a e la 5a

    Cp., con un gruppo mortai a quota 2.040.Il 21 dicembre, dopo unintensa attivitdi artiglieria e mortai, i Francesi mosse-ro allattacco di La Comune, contro gliavamposti della 1a Cp. Lattacco ebbe

    successo e vennero catturate due squa-dre di alpini. Scatt limmediato contrat-tacco che port alla riconquista dellepostazioni abbandonate dai Francesi. Il25 gennaio 1945, nuovo attacco fran-cese contro il forte di Traversette, con-quistato e subito perso a seguito delcontrattacco degli alpini appoggiati dareparti tedeschi. Nel marzo 1945, loschieramento del Varese venne modi-ficato, assumendo il seguente schiera-mento: la 2

    aCp. venne posta sulla linea

    del fronte che a lato della rotabile stata-le verso la Francia si estendeva attra-verso La Commune fino a Roc Bellefa-

    ce con aggregate alcune squadre mor-tai ed elementi della 4a e della Reggi-mentale; la 4a Cp. sulla linea di resi-stenza davanti al Piccolo San Bernardoe la 3

    aCp. sulla linea del fronte da Roc

    Noir al forte de La Traversette, integrata

    da reparti tedeschi. Il 23 marzo nuovotentativo francese di sfondare la linea didifesa del Traversette, con loffensivache nei giorni successivi, 25, 26, 27 e31, interess lo schieramento avanzatodel Varese e infine a