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~he altro ci fu alla .b~se della .breve st~gione mi- Appendice lazzzana se non una revzvzscenzadz separatzsmo? Ma bastano anche minimi pretestiperché il fuoco su si ravvivi. L'anno scorso dopo essere andato a Ran- . dazzo il 17 giugno,nel ventesimo anniversario della Antomo Canepa uccisionedi Canepaper assistere alla cerimonia com- memorativa davanti al cippo eretto sul luogo dell'ec- cidio e averne riferito ai lettori di questo giornale, ho ricevuto moltissime lettere di separatisti provenienti dai più diversi angoli della Sicilia. Successivamente il nostro é un altro giornale palermitano hanno ospitato Izelle rispettive rubriche dei lettori le battute di una interessantepolemica fra il vecchio MIS e il nuovo FNS (Fronte Nazionale Siciliano) che ha mostrato la reviviscenza degli ideali separatisti in alcuni strati delle giovani generazioni. Nel corso di questa inchiesta infine, parlando co- me ho fatto con tanti protagonisti delle vicende rie- vocate, non mi sono imbattuto in nessunaripulsa o sconfessione di quegli ideali che venti anni fa spinsero tanti giovani siciliani alla lotta politica e in molti casi a impugnare le armi e a sfidare il carcere. - 13° - I

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~he altro ci fu alla .b~se della .breve st~gione mi- Appendicelazzzana se non una revzvzscenza dz separatzsmo?

Ma bastano anche minimi pretesti perché il fuoco susi ravvivi. L'anno scorso dopo essere andato a Ran- .dazzo il 17 giugno, nel ventesimo anniversario della Antomo Canepauccisione di Canepa per assistere alla cerimonia com-memorativa davanti al cippo eretto sul luogo dell'ec-cidio e averne riferito ai lettori di questo giornale, horicevuto moltissime lettere di separatisti provenientidai più diversi angoli della Sicilia. Successivamente ilnostro é un altro giornale palermitano hanno ospitatoIzelle rispettive rubriche dei lettori le battute di unainteressante polemica fra il vecchio MIS e il nuovoFNS (Fronte Nazionale Siciliano) che ha mostrato lareviviscenza degli ideali separatisti in alcuni stratidelle giovani generazioni.

Nel corso di questa inchiesta infine, parlando co-me ho fatto con tanti protagonisti delle vicende rie-vocate, non mi sono imbattuto in nessuna ripulsa osconfessione di quegli ideali che venti anni fa spinserotanti giovani siciliani alla lotta politica e in molti casia impugnare le armi e a sfidare il carcere.

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Il professore guerrigliero (1965)

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Sicilia 1945. Un anno cruciale, un anno pieno didrammatici avvenimenti, di angosciose incertezze, dipieghe oscure che ancora aspettano di essere illumi-nate, se mai lo saranno. Una storia tutta da scrivereal di fuori delle opposte passioni che impregnano idocumenti dell'epoca e si perpetuano nelle rievoca-zioni dei protagonisti.

L'anno si apri con le rivolte esplose quasi con-temporaneamente in vari centri dell'Isola come rea-

l zione ai nuovi bandi di arruolamento obbligatorio nel-r l'esercito italiano di alcune clas~i di leva. Il tradizio-

nale rifiuto della leva militare che subito dopo il 1860aveva provocato le prime sanguinose repressioni uni-tarie, venne ora rinverdito e riacceso dalla parolad'ordine separatista «non un soldo, non un soldatoall'Italia ». Nelle province di Ragusa, Siracusa e Agri-gento ci vollero delle vere e proprie operazioni mili-tari condotte dall'esercito per ristabilire l'autoritàdello stato italiano. Comiso rimase nelle mani degliinsorti per otto giorni e dopo ripetuti scontri potéessere occupata dalle truppe solo con la minaccia diun 'bombardamento distruttore. Un giornale cataneseriferi poco dopo che nelle operazioni condotte a Co-

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miso erano caduti 18 militari {fra cui due ufficiali} liana «libera, pacifica, laboriosa, ricca, felice, senzae 19 rivoltosi. tiranni e senza sfruttatori ». Queste sono le parole con

Il principale protagonista di queste vicende era il cui si conclude un suo scritto, l'unico organico scritt<rmovimento separatista entro cui convergevano, non rivoluzionario da lui lasciato, pubblicato clandestina-senza confusione e contraddizioni, filoni disparati di mente a Catania già nel 1942 sotto il titolo « La Si-malcontento, di reazione al passato, di aspirazioni per cilia ai siciliani ».il futuro. L'opuscolo - firmato Mario Turri - era violen-

Dietro le quinte vi era un preciso piano conser- temente antifascista e separatista. Non conteneva sem-vatore dei tradizionali ceti latifondistici e un gioco plice propaganda, bensl analisi e impostazione, e inol-equivoco delle potenze alleate che occupavano mi- tre un programma di azione abbastanza preciso. Silitattnente l'Isola. badi bene alla data: il 1942 non era ancora il '43 e

Dopo i drammatici avvenimenti del gennaio i se- tanto meno il '45. Il suo ideale separatista era dunqueparatisti cominciarono a preparare il loro maggiore antico. Il suo antifascismo poi datava dalla primissima« exploit» politico: l'invio di un memoriale con la gioventù ed era stato tutt'altro che platonico. Lo di-richiesta dell'indipendenza a quella Conferenza di San mostra questo lontano episodio.Francisco da cui doveva nascere l'ONU, e naturalmen- Nel 1933 Antonio Canepa, studente universitariote intendevano arrivarci a caldo. a Palermo dove viveva la sua famiglia, faceva parte

In questo quadro fu creato l'EVIS {Esercito vo- di un gruppo di altri studenti universitari tutti anti- ,lontario per l'indipendenza della Sicilia}. Non si trat- fascisti. Con essi organizzò il piano di una clamorosatava più di suscitare rivolte popolari, ma di dare azione dimostrativa: un colpo di mano per cacciareavvio ad una vera e propria guerriglia con reparti or- dal potere i fascisti di San Marino e « tenere » la pic-ganizzati e appositamente addestrati. I primi guerri- cola repubblica il più a lungo possibile come un faroglieri separatisti cominciarono a salire in montagna di riconquistata libertà agli occhi del mondo.nella primavera. Il creatore dell'EVIS e suo primo, I congiurati - ricorda uno dei componenti delcomandante fu un giovane professore dell'Università! gruppo che vive tuttora a Palermo - si trovaronodi Catania: Antonio Canepa. Il suo nome di battaglia i ciascuno un pretesto per giustificare agli occhi dellaera Mario Turri. Aveva 35 anni e tutto quel che si sa polizia i loro spostamenti, nella zona adiacente ai con-di lui concorre a comporre la sua figura come quella fini di San Marino. Furono presi contatti con gli anti-di un capo rivoluzionario in piena regola, di un uomo fascisti sammarinesi. Finalmente fu stabilita l'ora Xcoraggioso, capace di vivere, operare e morire in com- e il punto di concentramento. Senonché all'ora X menopleta coerenza con le proprie idee e di trascinare al- , sessanta minuti furono tutti arrestati nelle loro basitri uomini a lottare per un ideale. ~ di partenza. Vi era stata una spia, probabilmente fra

L'ideale di Turri era quello della repubblica sici- t quelli di San Marino. Evitarono la condanna facendo

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credere che il colpo di mano era diretto a reintegrare putava adatti li inseriva nel lavoro cospirativo cheSan Marino nel Regno d'Italia. svolgeva con estrema precisione. Ogni tanto scompa-

Dieci anni dopo, ai primi del 1943, un'altra azio- riva per alcuni giorni. Quando ricompariva capitava dine antifascista di Canepa di ben maggiore portata che coglierlo con addosso abbigliamenti militareschi (allo-non la ragazzata di San Marino: un sabotaggio in pie- ra peraltro abbastanza comuni per via della disponi-na regola effettuato all'aeroporto catanese di Gerbini, bilità di residua ti delle truppe alleate) e con le scarpeallora utilizzato dalla aviazione tedesca. Secondo alcuni infangate. Solo pochi sapevano o intuivano dove fossequesta azione fu condotta in collegamento con l'Intelli- stato in quei giorni: in montagna ad organizzare, diri-gence service inglese. In seguito a ciò, probabilmente gere, addestrare la sua formazione di guerriglieri sici-per sfuggire alle ricerche dei servizi di sicurezza ita- liani che si andava costituendo nella zona montagnosaliano e tedesco, Canepa fu costretto a scomparire da e boscosa di Cesarò, ai confini fra la provincia di Cata-Catania. Si recò in Toscana dove partecipò per qualche nia e quella di Messina. I volontari erano tutti gio-tempo alla lotta partigiana e dove i repubblichini mi- vani e veramente volontari. Nessuno vi era fra essi

l sero una grossa taglia sulla sua testa. Tornò a Catania che fosse stato costretto ad andare in montagna perdopo lo sbarco degli alleati in Sicilia e riprese il suo sfuggire a qualche conto con la giustizia. In questoincarico all'Università dove insegnava Storia delle dot- era rigorosissimo. Nell'EVIS, come Canepa lo conce-trine politiche. piva, non c'era posto per banditi di nessun genere.

Ecco come lo descrive una persona che in quel- Anzi nella zona di Cesarò uno dei primi effetti dellal'epoca aveva con lui frequenti rapporti: alto, slan- costituzione della formazione guerrigliera fu l'allon-ciato, elegante nel portamento, aveva il tipico aspet- tanamento dei banditi che vi allignavano fin dalla fineto dell'intellettuale, con la testa ovale, quasi calva, della guerra e fu questa una delle ragioni per cui ilparlava con estrema precisione e con raffinate into- campo dell'EVIS era circondato dalla solidarietà dellenazioni, flemmatico «< non l'ho mai visto agitato »), popolazioni in maggioranza composte da contadini erifletteva dagli occhi l'incessante lavorio della sua non pastori fino allora vittime delle prepotenze bandite-comune intelligenza, tutto quel che diceva e faceva sche. Doveva morire il comandante Turri prima che laappariva come il frutto di un ragionamento. Non si bandiera dell'EVIS tosse affidata a Salvatore Giuliano!faceva molto notare al di fuori degli ambienti politici L'alba del 17 giugno 1945. Appena fuori dall'abi-e universitari, dove esercitava un fortissimo ascen- tato di Randazzo sulla strada che conduce a Cesarò,dente sui giovani. un motofurgone dell'EVIS che già tante altre volte

f Di questo ascendente personale il professore Ca- aveva percorso senza incidenti quell'itinerario, viene! nepa si servi largamente quando si trattò di iniziare bloccato dal fuoco micidiale di una pattuglia di cara-

il reclutamento per l'EVIS. Fra i giovani che gli erano binieri. Resta un mistero perché proprio quella voltavicini faceva una giudiziosa selezione e quelli che re- e proprio quel motofurgone, cosi come resta avvolto

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nel mistero il dettagliato svolgimento del fatto. Fu nizzata. Facevano esercitazioni di guerriglia, con moltedato l'alt? Vi fu conflitto? O fu una vera e propria marce notturne nei boschi. Nel mese di maggio vi fuimboscata ordita al fine preciso di uccidere il fonda- un grande rastrellamento condotto da carabinieri etore dell'EVIS, Antonio Canepa, il capo della più fanteria. Canepa era stato avvertito in tempo e avevaavanzata ala sinistra del separatismo? mandato i volontari a casa. Nella zona non fu trovato

Dei sei occupanti il motofurgone, quattro rimango- nessuno, ma solo dei depositi di armi e dei docu-no feriti e due riescono a dileguarsi. La sera stessa menti che permisero l'identificazione di alcuni guerri-tre dei feriti sono morti (dissanguati a quanto pare), glieri. Matteo Farina fu tra questi. Arrestato il 16il quarto sembra anche egli morto. Vengono chiusi in giugno, mentre all'indomani veniva interrogato seppebare e consegnati nottetempo dai carabinieri al custode della morte di Canepa e degli altri. In carcere si in-del cimitero di Giarre per il seppellimento. Si tratta contrò poi con Romano, il ferito di Randazzo. Farinadi banditi uccisi in conflitto - dicono i carabinieri - ricorda di Turri soprattutto il trascinante idealismo.per giustificare la fretta e la mancanza di formalità. D A pensarci ora - dice - forse era addirittura un vi-custode vuole accertarsi almeno che si tratti veramente sionario. Ma era un uomo straordinario.di morti e scoperchia le bare. Tre sono davvero morti, 10 stesso dottor Farina mi ha fornito una pre-il quarto invece respira ancora. Anziché nella tomba cisa notizia sulla morte del guerrigliero Francesco Dar-viene rinchiuso in prigione. D suo nome è Armando di. A questo punto occorre dire che erroneamente siRomano. I tre morti erano Antonio Canepa, profes- afferma, anche in qualche documento contemporaneosore universitario, Carmelo Rosano e Giuseppe Giu- delle organizzazioni separatiste, che i cinque dell'EVIS,dice, ambedue studenti universitari. I due sfuggiti al dei quali si è l'altro giorno commemorata la morte,fuoco della pattuglia si chiamano Pippo Amato e Nino siano tutti e cinque caduti nell'imboscata tesa a Ca-Velis. Erano tutti guerriglieri dell'EVIS. Dopo la mor- nepa alle porte di Randazzo. In realtà solo tre - co-te del comandante il campo di Cesarò fini col discio- me sopra ricordato - sono stati uccisi a Randazzo.gliersi ed ebbe così termine per i volontari quella D quarto - appunto l'Dardi di cui mi parla il dottoremozionante avventura vissuta all'insegna dell'idea- Farina - è stato ucciso nel piccolo paese di Militellolismo e del coraggio. Rosmarino. Dardi, assieme ad un altro guerrigliero

Matteo Farina (mi ha autorizzato a fare il suo dell'EVIS, 'Vi si era recato secondo gli ordini del co-nome) era un guerrigliero al comando di Canepa. Oggi niandante Turri per catturare un certo Porcelli, unè il dottor Farina, ha famiglia, vive a Siracusa, viag- rozzo pastore addetto ai servizi della formazione, ilgia in macchina. Non ricorda più neanche il suo nome quale aveva effettuato delle sopercherie «private»di battaglia. Era un dirigente della gioventù separatista ai danni di cittadini della zona e doveva per ciò es-di Catania. Nella primavera del 1943 rimase in mon- sere punito. All'approssimarsi dei guerriglieri il Por-tagna per circa un mese. La formazione era ben orga- I celli, intuendo di che cosa si trattava, sparò senza

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preavviso e uccise l'Ilardi il cui nome ben a ragione la guerra in corso, la presenza di eserciti alleati in Si-è incluso fra quelli dei caduti dell'EVIS. cilia e la opposizione generale dei circoli dirigenti e

Il quinto, Raffaele Di Liberto, è l'unico volontario delle masse popolari verso il governo centrale di Ro-separatista morto in seguito alle ferite riportate nello ma ». « Secondo lui - aggiunge D'Onofrio - i ba-scontro di San Mauro, presso Caltagirone, quando ne- roni, i feudatari siciliani, che pur stavano dietro ilgli ultimi giorni del 1945 la formazione di Concetto movimento indipendentista, ne sarebbero stati tra-Gallo, succeduto a Turri nel comando dell'EVIS fu volti sul piano sociale e quindi politico. In questoattaccata da ingenti forze dell'esercito al comand~ di senso egli interpretava e riteneva utile la sua presen-ben tre generali. Ma questo è un altro capitolo nella za e la sua attività di comunista nel movimento indi-storia della guerriglia separatista, ben diverso da pendentista ».quello chiuso dalla morte di Canepa. Alla battaglia di A sua volta Ivo Reina, allora dirigente del mo-San Mauro sotto le bandiere dell'EVIS vi erano anche vimento giovanile separatista, all'indomani della mor-i terribili della banda Niscemese, che dovevano poi te di Canepa scrisse rispondendo ad un articolo difIa-massacrare al fondo Nobile otto carabinieri prigionie- matorio che «nessuna contraddizione vi era nel co-ri, mentre nello stesso tempo agiva nel palermitano munismo indipendenti sta di Canepa-Turri ». «Il miocon incredibile audacia il colonnello dell'EVIS Salva- assunto - aggiunge Reina - trova ulteriore confer-tore Giuliano, il futuro massacratore di Portella ma nell'articolo a firma Turri su " Sicilia Indipenden-della Ginestra. te" del 1 maggio 1945 dal titolo " Noi lavoratori"

Guardando oggi agli avvenimenti del 1945 col di- che celebrava la data della festa proletaria ».stacco del ventennio trascorso, si ha quasi l'impressio- Era dunque separatista e comunista ad un tempo?ne che la morte di Antonio Canepa abbia rappresen- Che cosa poteva diventare Canepa per la Sicilia setato una svolta cruciale nella storia del separatismo e non fosse morto in quella tragica alba del 17 giu-della Sicilia. Senza quella morte molte cose sarebbero gno 1945?forse andate diversamente. Ci sarebbe proprio da scrivere non solo una storia,

Sul programma politico di Canepa il giornalista ma anche una fantastoria della Sicilia 1945.Filippo Gaia, in un suo documentato libro sugli av- ,.venimenti siciliani dal '43 al '47 riporta questa signifi- (L Ora, 19 giugno 1965).

cativa testimonianza del dirigente comunista EdoardoD'Onofrio su alcuni colloqui avuti nei primi del 1945col fondatore dell'EVIS in merito ai suoi rapporticol PCI: «... Canepa mise in rilievo quel che glistava più a cuore: la possibilità di risolvere alcuni pro-blemi sociali della popolazione lavoratrice sfruttando

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Trent'anni dopo (1975) aveva lo ~copo di ~arci trovare i ca~abinieri sul po-li : sto ». AggIunge pero: «secondo me SI volevano averef! delle persone in galera, non credo proprio dei mar.i tiri... ».i Dice l'on. Pezzino, comunista: «Canepa fu sacrifi-i Càto dalla destra separatista. Non morì per caso maI gli fu tesa una imboscata. Fu aspettato. Quando passò

gli spararono».Altri testimoni che hanno voluto restare anonimi

Antonio Canepa, il professore guerrigliero dell'in- hanno riferito a Barbagallo che vi fu la ricerca di undipendenza siciliana, era un idealista, un avventuriero, compromesso con le «autorità» da parte dei capiun anarchico, un comunista, un pazzoide? E come, del movimento per l'indipendenza della Sicilia. «Leperché, da chi fu ucciso? autorità - scrive Barbagallo - si mostrarono dispo-

A trent'anni daUa sua morte basta riproporre que- nibili. In cambio chiedono che sia consegnato lorosti interrogativi e subito si riaccendono passioni, si l'esponente che ritengono più pericoloso, Antonio Ca-accavallano dubbi, suonano misteriosi segnali di al- nepa. Più volenti che nolenti questi capi del MISlarme. L'ultima occasione l'altro giorno a Catania per accettano la proposta ».la presentazione del libro « Una rivoluzione mancata » Nel dibattito dell'altro giorno seguito alla pre-di Salvo Barbagallo, editore Bonanno. È un libro pie- sentazione del libro di Barbagallo, queste accuse sonono di documenti e testimonianze, ma anche di misteri state respinte con toni duri e aspri dai capi indipen-insoluti, di ipotesi e interrogativi. I più drammatici, dentisti intervenuti in gruppo serrato: c'erano fra glisi capisce, £01:10 quelli riguardanti Ja morte di Canepa; altri Attilio Castrogiovanni, Concetto Gallo, il ducafu per caso o per disegno che quel 17 giugno del di Carcaci, Bruno di Belmonte, il professore Zamba-1945 Canepa e la sua pattuglia di guerriglieri indi- taro, il professore Nicolosi Tedeschi.pendentisti passarono dal bivio Randazzo proprio men-tre vi era un posto di blocco dei carabinieri? E perché CASTROGIOVANNI: «Chi era ministro degli Inter-i carabinieri spararono per uccidere mentre dall'altra ni il 17 giugno 1945, data dell'assassinio di Canepa?parte neanche un colpo fu sparato? Mancavano due giorni perché ministro dell'Interno

Barbagallo ha raccolto nel suo libro alcune rispo- fosse Parri. Chi era Alto Commissario per la Siciliaste. Dice Pippo Amato, che era con Canepa quel gior- con poteri civili e militari? Era Salvatore Aldisio.no e sfuggì fortunosamente all'agguato: «se c'è stato Chi poteva dare l'ordine al maresciallo dei carabinieriun tradimento questo è venuto dall'esterno, cioè a dire Rizzotto e ai tre carabinieri che erano con lui dia bella posta ci avevano organizzato una azione che appostarsi al bivio di Randazzo? Erano questi due.

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Chi poteva dire a costoro: uccidete anche se non Smentita assiomatica, come si vede, ma non per-trovate reazione? Erano questi due. Attribuire a Tizio suasiva.o Filano, alle destre o alle sinistre o al centro l'assas-sinio di Canepa è distorsione degli avvenimenti storici, NICOLOSI-TEDESCHI: «lo sono venuto qua al so-è non conoscere la storia, non volere conoscere la sto- lo scopo di chiarire dei fatti. Antonio Canepa, aliasria, distorcere i fatti e gli avvenimenti di quel giorno, Mario Turri non appàrteneva affatto al Movimentodi quel tragico e glorioso giorno ». per l'indipendenzà della Sicilia. .Né era tesserato né

Cosi parlò con voce tesa e tono alto Castrogio- mai aveva professato pubblicamente queste idee in.vanni l'altro giorno, parole' letteralmente trascritte dipendentiste, anzi, come s'è detto, era un tipo moltodalla registrazione su nastro. Certo, i carabinieri ave- chiuso e misterioso. Prese contatti con il Movimentovano licenza di uccidere, forse anche ordine di uc- per l'indipendenza della Sicilia quando si preparòcidere, anche se non proprio da Parri il quale diventò a questa avvenrurà dell'EVIS. lo a quel tempo eropresidente del Consiglio e ministro dell'Interno non presidente provinciale della Lega giovanile separatistadue ma quattro giorni dopo l'uccisione e precisa- ed essendo figlio dell'avvocato Luigi Nicolosi Tedeschi,mente il 21 giugno. Ma il dubbio non riguarda chi del Comitato per l'indipendenza della Sicilia, tenevosparò. Il dubbio è su come e perché proprio quel praticamente i contatti con gli anziani dai quali ve-giorno c'erano i carabinieri con l'ordine di uccidere, nivo considerato un giovane schivo dal prendere de-proprio in quel posto da dove Canepa e i suoi uo- cisioni d'impulso. Quando ci si parlò di questo EVISmini dovevano passare: qualcuno li avverti o fu per (la notizia venne portata da Concetto Gallo) si restòpuro caso? A questa domanda non hanno risposto molto perplessi. Noi avevamo creduto alla autodeter-neanche gli altri intervenuti. minazione dei popoli e volevamo semplicemente un

referendum sulla indipendenza della Sicilia. Noi era-ZAMBATARO: «L'unica cosa che mi dispiace nel vamo pacifisti.

libro del mio amico Barbagallo è la favola delle destre. Allora io sono stato nel campo dell 'EVIS vicinoIn ogni movimento politico ci sono delle frazioni. I a Cesarò. Ci sono stato niente affatto come aderentemiliardari ci sono anche nei partiti di sinistra, nei all'EVIS ma soltanto per vedere di che cosa si trat-movimenti rivoluzionari, cosi come ci sono anche nei tava. Ebbene, signori, vi debbo dire che questo cam-partiti di destra. Lasciamo stare l'ipotesi accreditata po dell'EVIS sia per la posizione, sia per il numeroda Barbagallo che la morte di Canepa provenisse da degli uomini... Mario Turri, cioè Antonio Canepa,destra. lo penso che in Europa non ci sia nessun gior- non aveva nessuno con sé, erano rutti giovani mandatinalista serio, nessun poliziotto di terza tacca che non dalla Lega giovanile separatista... Lo scopo della miasappia che quello fu un fatto ufficiale, un fatto deter- indagine era di vedere se era conveniente o non di fareminante e determinato per risolvere un certo nodo ». affluire altre ..forze perché noi disponevamo di tanti

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giovani pieni di entusiasmo che avrebbero aderito ma ~ATO:: «Non intendo assolut~ente parlare inche non potevamo mandare allo sbaraglio. polemica con nessuno. Intendo soltanto intervenire

Ebbene, io riferii al Comitato provinciale per l'in- sulla figura di Canepa come colui che meglio lo hadipendenza che questo campo era in una posizione tale conosciuto fra i presenti. lo sono stato il discepoloper cui non c'era affatto bisogno di fare un'imboscata che più gli è stato vicino, che più lo ha seguito... lose li volevano uccidere tutti in poche ore, perché la vi posso parlare di Antonio Canepa come io l'ho vi-posizione strategica del campo era quanto di più sto, con questi occhi, con questi miei sentimenti...incredibile si possa pensare. Uno spiazzo disalberato posso dirvi quanto anelito ci fosse in quest'uomo nelcon uno stagno, con tende o case senza riparo, tutto cercare di fare vivere una idea nella mente dei giovanicircondato da boschi su montagne che degradavano... che potess~ro portare ancora la fiaccola laddove luiMi sembrò - dissi - che questo Mario Turri non l'aveva purtroppo deposta ucciso dal piombo... nonavesse mai fatto una guerriglia, un esercito clandesti- si sa da chi... ».no, e che per l'accozzaglia eterogenea delle armi che A questo punto si levano dalla sala voci con tonoc'erano non fosse assolutamente quel che lui aveva aspramente intimidatorio. Si percepisce la frase: uc-detto., perché lui aveva fatto intendere di essere del- ciso da piombo italiano, devi dirlo. Si avverte nell'arial'lntelligence service. D'altro canto anche noi aveva- una tensione estrema piena di sottintesi polemici.mo preso le nostre informazioni e ci risultava cheMario Turri non solo era di inclinazione marxista, il AMATO: «Lasciatemi dire le cose che voglio eche non ci interessava affatto, ma che aveva anche intendo dire. Parliamo di libertà e poi... questa è coer-avuto dei contatti in Alta Italia con dei gruppi addi- cizione. Mi sono battuto per la libertà. Per la libertàrittura sovietici. Credevamo anche che fosse collega- anche di dire le cose che vogliò ».to con qualche servizio segreto sovietico. Avevamo le Il mistero della morte di Canepa resta insoluto.più grandi perplessità. In seguito a questa mia visita ,.non affluirono altri ragazzi e si ebbe la morte, vera- (L Ora, 1 aprile 1975).mente misteriosa, veramente misteriosa perché ancheallora, non ora a distanza di trent'anni, non riuscim-mo a capire dove, come e quando Canepa era morto ».

È una testimonianza, come si vede, che porta qual-che cosa di nuovo e di molto interessante. Quei pontitagliati prima della morte, quei sospetti sui legamisovietici, quella morte veramente misteriosa. Altro che ='

filo diretto Parri-Aldisio-Carabinieri. Il filo della mortesembra aver seguito altri oscuri passaggi.

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Un'intervista con la figlia (1978) Perché quest'anno per la prima volta?Perché - risponde - finora ho creduto che il

ricordo politico di mio padre fosse custOdito sol-~ tanto da pochi nostalgici, staccati da ogni realtà at-l tuale. Peraltro durante la mia infanzia e adolescenza

avevo molto sentito parlare di lui, delle sue qualitàpersonali, il forte carattere, l'intelligenza, il coraggio,specialmente da mio nonno paterno, mai dei suoi

Domani alle cinque della sera nel luogo dove morì ideali politici.sarà ricordato Antonio Canepa, il primo comandan- Ora però mi sono resa conto che quegli idealite dell'EVIS (Esercito volontario per l'indipendenza - gli ideali di un indipendentismo progressista, so-della Sicilia). Cade oggi infatti il trentesimo terzo an- cialista - sono come un fermento presente sempreniversario della sua uccisione (17 giugno 1945) i cui nel popolo siciliano, come un fuoco sotto la cenere.retroscena finora sono rimasti misteriosi. Certo è dove:il bivio della strada Randazzo-Cesarò, a cavallo fra le Dove viveva tuo nonno?province di Catania e Messina. Certo è come: in un A P l d h,. h . l .

di b ... h l l , di a ermo, ove anc lO o VIssutO per a CUnIagguato cara mIetI c e o aspettavano con or - . E .. di al., dd. f il l l M .., . h ,. annI. ra un gIUrIsta qu Ita, avvocato e ocentene 1 uc ar o su posto. lsterIOSo e Invece perc e . . . A d. d.. l b h. . .

d UnIVersItarIO. veva mo 1 e tono 1 vIta a to org e-proprIo m quel luogo, donde era passato m enne A- . l il fi li A . . dr,. . l . se. L1.l11mlrava mo to g o ntOnIO mIo pa e non

tante altre volte, e perche proprIO que gIorno. di .d l .d "A R d d . d .. ne con VI eva e 1 ee.an azzo converranno omanl a varIe partI

della Sicilia i rappresentanti dell 'indipendentismo si- E t d h .. h ;1il .. ... . d, .. ua ma re, c e ImmagIne te ne a trasmesso.c lano, 1 sopravvIssutI SUOI compagnI arme, 1 gIo-vani che si richiamano ai suoi ideali. ' Un'immagine molto romantica, neanche lei una

Per la prima volta sarà presente alla manifesta- chiara immagine politica. Mio padre infatti non la

zione commemorativa la figlia di Antonio Canepa, I metteva mai a parte delle sue attività, anzi cercava diTeresa. È una giovane donna che nei tratti e nel ca- non coinvolgerla. Da qui il carattere misterioso, perrattere riproduce molti elementi del modello pater- la famiglia, delle sue improvvise partenze, dei suoino; vive a Cefalù, sposata con due figli, lavora in trasferimenti di domicilio. Perfino dopo la sua morte,banca, militante del PSI e dell'unI (Unione donne ricordo, fu molto difficile trovare la sua tomba che iitaliane). carabinieri tenevano segretissima. Mamma mi raccon-

tò che soltanto dopo un anno e precisamente nell'ot-

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tobre 1946 ottenne dal pretore di Giarre l'autorizza- prime sue notizie da un fratello di mia nonna mater-zione di visitarIa sotto scorta di carabinieri, per ap- na il quale era ufficiale di marina al Nord e ci fece sa-pena dieci minuti, sotto giuramento di non rivelare a pere che mio padre era in carcere a Firenze.nessuno il posto e sotto la minaccia che altrimenti lasalma sarebbe stata portata via.

E dov'è questo luogo") Quando tornò improvvisamente e lo vidi sulla. porta gridai: mamma, mamma, c'è papà! Ma deve es-

Era il cimitero di Giarre. Ora la tomba è nel via- sere un ricordo indotto dai racconti ascoltati successi-le dei grandi uomini, nel cimitero di Catania. vamente, perché in quel momento non avevo neanche

due anni. So che poi mia madre andò a vivere con luiLe poche notizie biografiche pubblicate finora su a Catania mentre io rimasi a Messina con i nonni. Ad

tuo padre non contengono neanche un cenno alle vi- un certo punto mia madre tornò a Messina. Fu - evi-c~nde personali, alla tua esistenza, per esempio. Puoi dentemente - quando lui cominciò l'attività clande-dIre qualcosa tu? stina dell'EVIS, o quando fu messa una taglia su Mario

Posso raccontare come io sono nata. Mio padre Turri, ma nessuno in famiglia sapeva che questo erauna volta è stato presidente di commissione agli esa- il suo nome di battaglia. Veniva ogni tanto a Mes-mi di maturità dove mia madre si presentava. Li ha sina per incontrare mia madre ma con molte cauteleCQnosciuto mia madre che aveva diciotto anni ed è cospirative.n~to un rapporto d ~amore dal quale dopo alcuni annisono nata io. Allora si erano stabiliti a Catania, ma Siamo già nel 1945?io sono nata a Messina dove viveva la famiglia di s.. . . 1945S h . f. dr P d . d ' d F. 1, sIamo In pIeno . o c e poco prIma, orsemIa ma e. oco opo mIo pa re e an ato a Irenze h d l . . .

. un mese, c e succe esse a dIsgrazIa, lUI era venutoe Cl deve essere rImasto CIrca sel mesl, tre del quali M . .. d l d . ... .. . .. a eSSIna per comUnIcare a mIa ma re a eClSlone

li ha passatI In carcere, arrestato dal fascIstI. di b. .t Le di h di affi. ., . cam Iare VI a. sse c e aveva nuovo t-

Quando la cIttà fu liberata, nell agosto 1944, lUI t t l , Il . d .à ... r-. ,. S. il. d. . . a o a OggIO ove gI erano VIssutI assIeme a \.-a-rIentro In IC la, non senza avventure 1 vIaggIo. t 1. D. h t l . . . A .an a. Isse c e era s anco e vo eva rItIrarSI. nzI,

proprio il giorno che fu ucciso, mia madre era andata~ Catania e lui avrc;bbe doY1;l:to andare a prenderIa

Per quanto mi si è detto, da Firenze lui teneva alla stazione. Incontrò invece il professore CQsentinicollegamenti con l'Intelligence Service. Perciò faceva il quale era al corrente di tutto.anche viaggi in Svizzera. Noi in Sicilia avemmo le

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. È una ,circostanza. della quale mai si era parlato il mio spirito si identifica con il suo. Mi .prema. Puo avere attenenza con la sua morte? d. h . . o nonno 1nl. iceva sempre c e rassomigliavo molto come carattere

Ne ho parlato con qualche suo vecchio amico al a mio padre. Come lui cerco di nonfarmi condizionarequale ho riferito la mia impressione che mio padre mai dalla educazione borghese. I Canepa a Palermofacesse effettivamente parte dell'Intelligence Service erano famiglia altoborghese, mia nonna era una Pe-e che a un certo momento avendo notato che da par- coraro. Mio padre però non si lasciava condizionarete inglese non si davano sufficienti garanzie alla Sicilia, d~ ciò e io mi sento in questo perfettamente comeha cercato di uscirne fuori. Forse proprio per la sua lui. Come lui mi sento di sinistra.conoscenza dal di dentro aveva capito come sareb- Credo che la sua azione, la sua morte sono statibe andata a finire con l'indipendenza siciliana. Questa det~rminanti per la conquista dell'autonom:ia siciliana,sua decisione, io penso, può essere stata la ragione ma credo anche che questa autonomia è stata trasfor-della sua uccisione. È chiaro infatti che non è che lo mata dai governanti in un nuovo strumento di colo-volevano vivo, ,quando lo attaccarono. 10 volevano nialismo a carico della Sicilia.

.I) ~orto. Mia madre sostiene sempre che lui lo stipen- L"dio lo spendeva per acquistare armi da un generale ( Ora, 17 giugno 1978).

inglese. Il giorno prima della morte era andato colfurgoncino a prelevare armi. Mia madre sostiene chesia stato questo inglese a tradirlo. Insomma doveva,essere ucciso poiché essendo a conoscenza di fatti im.portanti non poteva uscirsene vivo.

E lui aveva proprio deciso di uscirsene?

Mia madre lo conferma senza incertezza, ed èprovato dal fatto che aveva preparato tutto per il ri-torno di mia madre a Catania dove firio a quel mo-mento solt~to due o tre persone sapevano dellaesistenza sua e mia.

Quando hai cominciato a sentirti figlia di An-tonio Canepa?

Sempre mi sono sentita sua figlia. Forse perché

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