Hanno partecipato al primo anno di REV

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Hanno partecipato al primo anno di REV Leonardo Battisti, Daniela Borsoum, Alessandro Corazzi, Babu Carena, Ivan Cusella, Antonella Di Domenico, Salvo Di Domenico, Carmine Fiume, Lorenzo Galieni, Alessandro Ibba, Paolo Mancinelli, Matthew A., Francesca Nardini, Ilaria Palmas, Claudia Piacentini, Serena Pietrini, Irene Rossi, Marco Roverso, Alfonsa Sabatino, Antonella Saija, Alessandra Scamurra, Valentina Tonelli, Erica Tramontini, Federico Vergari, Salvatore Vitale

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Hanno partecipato al primo anno di REV

Leonardo Battisti, Daniela Borsoum, Alessandro Corazzi, Babu Carena, Ivan Cusella, Antonella Di Domenico, Salvo Di Domenico, Carmine Fiume, Lorenzo Galieni, Alessandro Ibba, Paolo Mancinelli, Matthew A., Francesca Nardini, Ilaria Palmas, Claudia Piacentini, Serena Pietrini, Irene Rossi, Marco Roverso, Alfonsa Sabatino, Antonella Saija, Alessandra Scamurra, Valentina Tonelli, Erica Tramontini, Federico Vergari, Salvatore Vitale

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Decimo numero di REV. Che poi, considerando il numero Zero e il numero doppio di luglio-agosto, se la matematica non ci inganna, dovrebbe fare dodici: ovvero un anno. 365 giorni di esperimenti, di prove e tentativi. A volte riusciti, a volte meno, ma sempre insieme a voi che siete tanti e aumentate ogni mese.

Ecco il primo numero del 2008 nel quale, scontrandoci con ogni tradizione, le cose vecchie non le buttiamo allo scoccare della mezzanotte, ma ve le proponiamo. Troverete in queste pagine tutti gli articoli (e non solo) che in questi mesi non hanno avuto spazio. Eccoci così al tema, Avanzi come residui inutilizzati da impiegare, ma anche come esortazione: Avanzi pure il nuovo anno.Con REV. Con voi. Con tutti noi.

Un grazie di cuore a tutte le persone che troveranno il loro volto o il loro nome sulla copertina di questo numero. Senza di loro, inutile dirlo, questo splendido gioco di nome REV non esisterebbe.

/F.V./

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Titolo: BuongiornoAutore: Alessandro CorazziScritto per: REV numero tre – Then comes the sun

Mi svegliai con un braccio addormentato. Cercai di ridestarlo aprendo e chiudendo il pugno, poi recuperai le lenzuola schiacciate sul fondo del letto e richiusi gli occhi. A quel punto suonò la sveglia. Mi rigirai nel letto rifiutando l’idea di dovermi alzare, la sveglia continuava imperterrita a squillare il suo imperativo, allungai il braccio ormai ridestato e la spensi. Rimasi per un po’ a letto. Amaro in bocca e nel cuore. In un letto matrimoniale da soli ci si dorme scomodi, perché non è mica una questione di spazio. O per lo meno io non ci avevo ancora fatto l’abitudine. Se n’era andata ormai da un po’ tempo ma ogni mattina mi svegliavo con un saporaccio in bocca, uno di quelli per cui non c’è spazzolino o dentifricio. Non si può stare lontani da chi si ama e soprattutto non ci si riesce a dormire senza. Mi alzai di scatto anche perché più me ne stavo lì sdraiato e più riaffioravano i ricordi. Mi buttai nella doccia come a volermi sciacquare da tutti quei rimpianti. Canticchiavo una canzone stupida e muovevo con frenesia la mani insaponate lungo il corpo. Non avevo fretta ma ormai avevo preso l’abitudine a sbrigarmi, a sfuggire, a non gustarmi niente. In un attimo era fuori dalla doccia, asciutto, vestito e con ancora quella stupida canzone in testa. Preparai il caffè, fissai la macchinetta rumoreggiare sul fuoco senza più pensieri. Lo versai nella tazzina, rigirai il cucchiaino più volte come nel tentativo di ipnotizzarmi, lo portai alle labbra e a quel punto posso dire di essermi davvero svegliato. Era buono. Buonissimo. Ma bevuto un caffè così buono e soprattutto fatto da me. L’amaro che ora mi sentivo in bocca era quello di un caffè perfetto. Un buon segno pensai. E lo aspettavo da tempo. da quel tempo. ogni giorno mi svegliavo nel triste tentativo di trovare una ragione, un piccolo attimo soddisfacente, una consolazione furtiva. E mai niente. E ora eccolo, il mio buon segno, ero ancora capace di sorprendermi positivamente, di fare qualcosa di buono. Infilai la tazzina nel lavandino ma decisi di non sciacquarla, il fondo di quel caffè invece che per prevedere il futuro mi sarebbe servito a ricordare un gustoso attimo di presente. Mi infilai la giacca, e uscii canticchiando sempre quella stupida canzone. Per le scale incontrai la signora Sarpi. “Buongiorno”, mi disse. “Speriamo”, le risposi.

Foto di Salvatore Vitale per REV numero otto: Incontri Ravvicinati

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Titolo: ---Autore: Alessandro IbbaScritto per: REV numero due - Sconfitte

Poche sere fa ricevo una telefonata e una voce dall’altra parte della linea mi dice velocemente e mangiandosi le parole che il filo conduttore del primo numero di Rev è “la sconfitta”. Perfetto. Mi metto curvo sulla scrivania ed elaboro i miei pensieri per storie o racconti vari … ma nulla!Leggo il giornale che in genere è pieno di storie che conducono alla sconfitta ma sarebbe troppo banale, troppo ovvio parlarne.A un tratto mi si accende la luce: MA SONO IO !! L’esempio di uomo/generazione sconfitta, sono proprio io !!Vi spiego brevemente il perché. Avevo sedici anni (1989 ndr) e in quel periodo soffiava un forte vento di rinnovamento. Cadeva il muro di Berlino, la Germania si univa, i Russi non erano più i cattivi del mondo ma i simpatici con la “voglia in testa”, il quarto Rocky annunciava al mondo intero che “…il mondo può cambiare!!” e il P.C.I cambiava nome e simbolo.Io, figlio sedicenne di genitori che hanno vissuto, fatto e creduto nel ’68, mi sentivo parte per la prima volta di un movimento che stava cambiando le cose. Gli studenti di allora facevano parte di un Movimento chiamato “Pantera” (nome preso dal fatto che nelle campagne romane avevano visto più volte una pantera nera gironzolare indisturbata…); tale momento vedeva tutti gli studenti universitari e liceali uniti nel vedere e spingere sempre di più la caduta della classe dirigente italiana; classe vecchia, da rinnovare. In televisione c’era Funari che aizzava le masse sensibilizzando le massaie alla partecipazione della vita politica … Insomma era un periodo unico. Irripetibile. Periodo in cui il pc a casa era ancora un lusso, non c’era la posta elettronica e a malapena funzionava la posta prioritaria. Anni in cui non c’erano i cellulari e ciò significava il rispetto della parola presa, dell’appuntamento. Se una ragazza tardava si aspettava dieci / quindici minuti dopodiché era ufficiale che ti aveva dato buca. Se c’era un problema e si tornava tardi a casa, carichi di soldi spicci e di gettoni si chiamava dalla cabina SIP per tranquillizzare il babbo o la mamma. Quando si incontravano i giovani rampolli girare con i “primi cellulari” ai nostri occhi erano dei semplicissimi imbecilli che volevano farsi notare.Quando si andava al mare o in campagna certi odori ti restavano addosso per giorni interi.Tutto questo per ribadire che sono uno sconfitto. Sconfitto perché il mondo è cambiato, si ma non lo volevo così. Lo volevo cambiare ma non così …Sconfitto perché è un mondo piatto, senza sfumature. Fatto di cellulari, carriera, poche prospettive, scarsa partecipazione sociale, poco rispetto per i più deboli e disagiati e assenza di una cultura ambientale. Ambiente e natura che stiamo distruggendo e anche velocemente.Sconfitto perché non c’è più la primavera e l’autunno ed io le mezze stagioni me le ricordo ! Era un lento passaggio verso l’estate e l’inverno. Erano bellissime. Il profumo e la luce della primavera sono ancora impressi nella mia mente. Sconfitto perché anche io nel mio piccolo, e me ne vergogno tanto, alimento questo sistema che si nutre di noi finché rientriamo nelle statistiche economiche e poi ci vomita ai bordi delle strade. Dimenticati in una misera pensione (per chi avrà il privilegio di vederla).Sistema che ci induce falsi bisogni. Bisogni indotti e futili. Sistema che andrebbe azzerato, resettato.Mi piace pensare a un futuro prossimo (non anteriore…) in cui la mia generazione insieme a quella attuale prenda piena coscienza di se, butti la TV e il cellulare, si spogli dei propri abiti griffati e uniti scenda nelle piazze per cambiare una volta per tutte le cose. Radicalmente mutare le sorti di questo mondo. Dare un senso sociale alla nostra esistenza.

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Autore: Francesca NardiniTitolo: L'incontroScritto per: REV numero sei – Roma

Ho sfogliato Roma, come si scarta un regalo.Un velo e poi un altro, straterelli di marmoho lasciato che lei si mostrasse per prima,

così pudica, così incantata.Non sapevo quale fosse il suo cuoree ho aspettato e pensato e cercato.

Qual è il sortilegio, fata, il tuo sogno ispiratore, musa,dove ti ho vista la prima volta

e quand'è che ci siamo incontrati?Ora i veli scendono piano, quel che prima era opaco ora è chiaro:

in un giorno di pioggia di luce chiara e irrealetesta china silente, e la mente lontana,

una lieve salita, poi una discesa,macchie nitide d'erba e una strada bagnata.Alzo gli occhi e mi appari, tu, Roma, illibata

e il colosseo infinito nel suo terso pallore.E' più bianco il marmo o il cielo - mi chiedo -

le nubi o la pietra scolpita?E nello spazio tra lui e me ferma, come l'abbraccio tra due persone,

un'azzurra farfalla è volata......o un azzurro sussurro "benvenuta"?

Foto scartata da REV numero cinque: Super Eroi

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Le copertine che non avete visto. Parte prima.

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Titolo: A tempo determinato Autore: Salvo Di Domenico Scritto per: REV numero quattro – A tempo determinato

La pioggia caduta sulla cappottina del Bar Luna e per chi, come Gianni e Federico, non ha nulla da fare erano ancora le 9 e 10 di una mattina d’inizio Giugno. Tutti gli altri correvano inzaccherati perché erano già le 9 e 10.“Federì, ma quello senza ombrello tutto fradicio non è quello sfaticato di tuo nipote Lucio?”“Ma chi?”“Quello sul marciapiede di fronte!Ma che c’hai ancora il cuscino sotto la testa, non ti è bastato il caffè che m’hai scroccato?”“A parte che non te l’ho scroccato!L’hai perso ieri.. le bocce sai non fanno per te, non è il tuo sport!!”“Sport.. ma che sport del cavolo. Roba da pensionati!”“Già perché noi che siamo,Gianni? Comunque, quello sì è Lucio, lo vedo!”“E non dici più “Lucio lo sfaticato?””“E no.. ora lo sai, c’ha un lavoro!”“Porca p…, Lucio che lavora!!!Capisco perché piove a Giugno!”“Beh sì, che te posso dì!? Mi ha stupito il ragazzo, s’è trovato il lavoro.. e da solo se l’è trovato!!Poveraccio”“Come poveraccio??? C’ha il lavoro e lo chiami poveraccio!! Poveraccio un ca…!”“Lo sai.. sto governo ladro!!.. E’ il solito lavoro a “Tempo determinato”.. 3 mesi e poi.. tanti saluti!”“Beh?!? E’ meglio che stare ad ammuffire a casa, no?”“Ma che cazzo dici,a Già!!”“Buongiorno signora!”Si rivoltò Federico cercando la Signora del saluto: capì subito che era il solito modo di fare, un po’ “stronzo” lo definiva, di Gianni quando volavano le parole forti.“Ma che buongiorno e buonanotte. Quello si è trovato il lavoro. Il lavoro!! – scandì ad alta voce- capisci?? E poi.. ZACCHETE!!.. lo mandano via: saluti e baci!”“Ma almeno qualche lira la riporta, Federì!”“Ancora co’ ste lire tu!! Sei medievale! Buongiorno signora Bianca” sorrise con tutta la dentiera.Questa volta era vera: e che signora era la signora Bianca! Un bel pezzo di ragazza di quasi 65 anni!!“Sempre a litigare voi uomini!” gettò là, così lei ai suoi due spettatori in piedi sotto la lucida cappottina del Bar Luna. E gli uomini si persero in un sospiro dietro a quel ben di Dio che ondeggiava sotto un ombrellino.“Però è sempre bona Bianca.. Federì..!”Gli rispose un sospiro di un ricordo..Passarono un paio do minuti ed un milione di gocce di pioggia sotto la cappottina.“Insomma mò lavora!”“Chi?”“Ma tu nipote,no!”“Te l’ho detto lavora, sì ma a “tempo determinato””“”Tempo determinato”, “Tempo determinato”: sempre lavoro è!”“Ci rifai?! Ma come fa quel poveraccio a farsi le ossa, a mettere qualche lira da parte…”“Ah ti ho beccato! Anche tu con le lire..: aggiornati!”“Ma va a…”“Non ti arrabbiare, vedrai saprà fare esperienza, saprà farsi volere bene e rendendosi indispensabile non lo cacceranno via, me lo sento. Siete una famiglia per bene voi. L’avete educato come si deve”

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Si sentiva che Gianni Luzi era stato sindacalista nelle Ferrovie, ai suoi tempi.

“A Luzi! E mò mi fai il predicozzo???” Federico Rossi no. Lui era un po’ più cocciuto, bastava guardargli le mani da edile, quelle il lavoro non lo dimenticano mai.“Ce l’ho co’ sto governo infame e basta!!” Proseguì Federico lanciato.. vorrebbe far lavorare tutti.. ma poi ZACCHETE, ed ecco che il “tempo è determinato”! Il tempo è scaduto: prima mangiavi, ora non mangi più. Fine del giro sulla giostra della vita… tocca a un altro..”Si guardarono un po’ muti , capirono che la brutta piega della conversazione ora toccava le loro ossa di pensionati e si intristirono molto sotto quella cappottina.“Va bò, Federì, io devo andare a fare la spesa!” Aprì l’ombrello Gianni.“Sì anch’io c’ho da fare” Mentì automaticamente Federico.“Sì ma.. dimmi una cosa – tornò indietro Gianni – Ma che fa, che lavoro fa tuo nipote Lucio???”“Ah, quello…quello ha trovato lavoro da bagnino…”“Ciao Già!!!!”

FINE

REV e la censura. Una testimonianza.

È proprio vero: i giornali scrivono ciò che vogliono. Stravolgono parole e fatti pur di fare notizia.

Eccola qui la mia prima esperienza da “scrittrice”! Aspetto impaziente l’uscita del mio primo,

curatissimo articolo e quando finalmente arriva cosa trovo? Tagli su tutti i fronti!!! Introduzione saltata

a piè pari, omissioni ed aggiunte arbitrarie! Ma c’è di peggio: quello doveva avere un senso, grazie ad

una censura acritica ed approssimativa, ne assume tutt’altro!! E vatti a fidare degli amici! “Si si, va

benissimo! Perfetto!” Così parlava il mio fidato editore, nonché amico fraterno! Dannati giornalisti!

Ammesso e non concesso che sia stata un po’ prolissa, ma voi un’etica… non ce l’avete?

/Serena Pietrini/

La vittima del censorio raggiro mentre posa con REV alla festa di compleanno del suddetto amico/editore.

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Le copertine che non avete visto. Parte seconda.

ROMANumero VI Settembre

MMDCCLXI ab urbe condita

[è] – io vi odio a noi romani - Storia di un amore - Roma caput mundi – nevi - catture - tracce – indovina

con chi vai a cena

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Titolo: 1960+60 forse = 2020Autore: Salvo Di Domenico Matthew A.Scritto per: REV numero sei – Roma

Sara’ perseverante, pressante come non mai, sara’ come il prezzemolo o la gramigna, Mrs Roma non manchera’ mai tra le candidate per i “Giochi” fino a che non glieli concederanno se non per merito, almeno per ostinazione o addirittura per pieta’.Ricordi ormai troppo troppo lontani e al giorno d’ oggi anche un poco strani di quel 1960: era uno sport dal sapore diverso, sempre zeppo di emozione, ma con un pizzico in piu’ di commozione “Abebe Bikila, partito dal Campidoglio, concludeva vincente una maratona corsa strepitosamente a piedi nudi(unico) sotto l’arco di Costantino, esultante, seppur con sacrificio, aveva corso aitante tra le vie della Capitale, sebbene oggi qualcuno non la ritiene piu’ degna di essere tale. E Berruti fece suoi i 200m sconfiggendo i blasonati americani, un italiano pie’ veloce che rimpiangiamo, ci mangiam le dita delle mani, ma molto meglio cosi’ (e so io quanto) piuttosto che uno “bombato” tanto tanto. E poi ancora tanti episodi, Wilma Rudolph, “la gazzella nera”, Yuri Vlassov ,soprannominato l’Ercole di Roma (sollevo’ben 537kg) e le prime apparizioni di personaggi del calibro di Nino Benvenuti e Cassius Clay”.Insomma una grande festa dello sport e di pace, di competizione audace, ma piena di lealta’,una gioia per l’umanita’: 83 nazioni, piu’ di 5300 atleti, grandi numeri per quell’epoca la’, ma ora dimmi tu, mia bella Roma, saresti pronta di nuovo per l’eventualita’?

“Be’ ,mi sto preparando, sai bene che il mio panorama non ha eguali al mondo, il clima d’agosto è caldo al punto giusto, per quel che concerne la sicurezza ho subito invasioni peggiori, non mi spaventano di certo i circa 10000 atleti da piu’ di 200 nazioni… i mondiali di nuoto del 2009 che ospitero’ saranno un ottimo banco di prova, un test che di certo vincero’.I miei impianti alcuni sono pronti, altri in fase di rinnovo, altri ancora da ricostruire di sana pianta, ma il tempo che ho mi è sufficiente ,si tratta di 5-10 anni senza correre naturalmente;c’è pero’ un fattore che mi turba alquanto, i trasporti metro non sono per nulla un mio vanto, purtroppo tu lo sai che “i resti” qua sotto sono tanti, pero’ le soluzioni B1,C,D e altre alternative allettanti si stanno architettando… quindi ti ripeto, mi sto pian pian preparando.Per il 2016 forse sarei pronta, ma la vittoria di Sochi(Russia) per le Invernali del 2014 mi ha davvero sconvolta, infatti dopo Londra 2012, è partita persa proporre ancora una citta’ europea per la volta terza, il C.I.O. dara’ di certo spazio al resto del mondo ,magari al Sud America o al- l’Africa dove lo Spirito Giocondo non ha ancora toccato il suolo… mi dicono alcuni che forse è utopia, ma allora per Seul e Pechino è stata per caso magia? In ogni caso ecco che lancio a te e al lettore la mia scommessa , sull’anno buono per me che non voglio pronunciare, sono superstiziosa, quindi non mi far parlare”. Su Roma, non fa’ la stupida, credici! Lo sai bene che nessuna è come te, spero proprio che i 5 cerchi ti appartengano nel 2020, percio’ buon lavoro, ci rincontriamo, ma a proposito, complimenti per l’italiano!

“ Be’ te devo di’ la verita’, m’è costato parecchio dovello bene bene studia’, ma pè fa’ na bella figura di fronte al monno intero, ogni sacrificio sarei pronta a fa’, te lo sto’ a di’ pe’ davvero. Ora pero’ te devo da lascia’, il mio personal trainer Valter me sta’ a chiama’!Arrrivederci a presto!”

Grazie Roma e in bocca alla lupa come si dice in questi casi.

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I fotoromanzi di REV: Backstage e tagli

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Credits

Grazie a:Leonardo Battisti, Daniela Borsoum, Alessandro Corazzi, Babu Carena, Ivan Cusella, Antonella Di Domenico, Salvo Di Domenico, Carmine Fiume, Lorenzo Galieni, Alessandro Ibba, Paolo Mancinelli, Matthew A., Francesca Nardini, Ilaria Palmas, Claudia Piacentini, Serena Pietrini, Irene Rossi, Marco Roverso, Alfonsa Sabatino, Antonella Saija, Alessandra Scamurra, Valentina Tonelli, Erica Tramontini, Federico Vergari, Salvatore Vitale.Daniele. Antonio Babbo, Hurricane Ivan, Emiliano Belmonte, Marco Belmonte, Andrea Germoni, La Redazione de L'Occhio Che, Emiliano Rabuiti, Ivan Girardi, Federico Scala, Stefano, I ragazzi di Assenzio, I ragazzi del Red Lion Pub, Flavio Trambaiolo, Il circolo degli Artisiti nonostante tutto, Massimo Gori, Mauro Monesi.

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