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GHIACCIAI DI UNA VOLTA Martedì 3 dicembre 2013, ore 11.00 Conferenza stampa, presentazioni dei risultati del progetto: Intervengono: Christian Casarotto e Alberto Trenti MUSE Comitato Glaciologico Trentino Ideatore e curatore del progetto Introduzione Risultati e situazione in Trentino Pietro Bruschi Servizio Glaciologico Alto Adige Comitato Scientifico del progetto Risultati e situazione in Alto Adige Andrea Crepaz e Anselmo Cagnati ARPA Veneto Comitato Scientifico del progetto Risultati e situazione in Veneto Elena Motta Fondazione Montagna Sicura - Valle d’Aosta Comitato Scientifico del progetto Risultati e situazione in Valle d’Aosta Claudio Smiraglia Università degli Studi di Milano Dip. Scienze della Terra Ardito Desio Comitato Glaciologico Italiano Comitato Scientifico del progetto Risultati e situazione in Lombardia. Considerazioni riepilogative e di carattere generale sul glacialismo alpino

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GHIACCIAI DI UNA VOLTAMartedì 3 dicembre 2013, ore 11.00

Conferenza stampa, presentazioni dei risultati del progetto:

Intervengono:

Christian Casarotto e Alberto Trenti

MUSEComitato Glaciologico TrentinoIdeatore e curatore del progetto

IntroduzioneRisultati e situazione in Trentino

Pietro Bruschi Servizio Glaciologico Alto AdigeComitato Scientifico del progetto

Risultati e situazione in Alto Adige

Andrea Crepaz eAnselmo Cagnati

ARPA VenetoComitato Scientifico del progetto

Risultati e situazione in Veneto

Elena Motta Fondazione Montagna Sicura - Valle d’AostaComitato Scientifico del progetto

Risultati e situazione in Valle d’Aosta

Claudio Smiraglia Università degli Studi di Milano Dip. Scienze della Terra Ardito DesioComitato Glaciologico ItalianoComitato Scientifico del progetto

Risultati e situazione in Lombardia. Considerazioni riepilogative e di carattere generale sul glacialismo alpino

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IL PROGETTO

Nell’arco di un secolo, l’estensione dei ghiacciai alpini si è quasi dimezzata. Partendo da questa constatazione è emersa la necessità di raccogliere sul tema una documentazione corposa e scientificamente valida. Nel 2011, nasce quindi l’idea di coinvolgere in maniera attiva i cittadini, chiamati a testimoniare attraverso le loro fotografie e in una sorta di raffinata e complessa “caccia allo scatto” la situazione dei principali massicci montuosi italiani. L’iniziativa, denominata Ghiacciai di una volta, ideata dal MUSE con il cofinanziamento dal Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano, l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e la partecipazione del Comitato Glaciologico Italiano, ha l’obiettivo di rendere i cittadini consapevoli della situazione dei ghiacciai e manifestare così all’intera società l’arretramento glaciale in atto, le sue conseguenze e le modificazioni del paesaggio alpino.Il progetto ha coinvolto la collettività, invitandola ad acquisire immagini fotografiche moderne per riprodurre, nei medesimi punti di vista, riprese dei ghiacciai effettuate in tempi storici. I soggetti protagonisti delle immagini sono stati scelti fra i ghiacciai più significativi delle Alpi italiane, ripresi in punti considerati strategici al fine di fornire la base per indagini comparative sullo stato di salute dei nostri ghiacciai.Per favorire la frequentazione e la ri-scoperta della montagna, non sono state fornite indicazioni sul punto degli scatti fotografici. Il progetto, quindi, è diventato anche un gioco per ritrovare gli stessi punti da cui è stata scattata la foto storica.Ghiacciai di una volta ha coinvolto infine due alpinisti d’eccezione: Fausto de Stefani e Michele Comi che hanno rappresentato rispettivamente le fotografie storiche e quelle attuali dei ghiacciai, l’andare in montagna di una volta e come si va adesso alla luce dei cambiamenti del paesaggio alpino.La riuscita del progetto è stata supportata dalla partecipazione di importanti enti ed istituzioni che operano nel campo glaciologico: Comitato Glaciologico Italiano, Fondazione Montagna sicura - Montagne sûre, Servizio Glaciologico Lombardo, Servizio Glaciologico Alto Adige, Comitato Glaciologico Trentino della SAT, ARPA Veneto e Unione Meteorologica Friuli Venezia Giulia, con il supporto di Carlo Baroni e Claudio Smiraglia.

I RISULTATISono state inviate 173 fotografie di 70 autori diversi. Il maggior numero di scatti (60) sono stati realizzati in Trentino e il ghiacciaio più fotografato è stato quello dell’Adamello – Mandrone (21 scatti).Con il contributo di Fabiano Ventura (fotografo di montagna che coniuga la comparazione fotografica e la ricerca scientifica al fine di analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici sui più grandi ghiacciai della Terra.) sono stati selezionati i migliori confronti fotografici e, da questi, il Comitato Scientifico ha

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condotto le valutazioni quali – quantitative relative al ritiro glaciale e alle modificazioni del paesaggio che emergevano a seguito del confronto.I confronti fotografici confermano l’attuale situazione di forte regresso che il glacialismo alpino vive ormai in maniera quasi continuativa da 30 anni: ghiacciai che si frammentano in apparati più piccoli, isole rocciose che emergono, copertura detritica sempre più estesa, limite della vegetazione che sale di quota colonizzando nuove aree, percorsi alpinistici che con il variare dell’estensione glaciale cambiano di percorso evitando nuove aree crepacciate o aree detritiche instabili, sono gli elementi che emergono dal confronto, sottolineando come la montagna stia rapidamente cambiando.Un forte cambiamento, questo, di cui è necessario far prendere consapevolezza all’intera società al fine di gestire un delicato territorio per una frequentazione intelligente e sicura. Il ghiacciaio è la nostra ricchezza e l’evoluzione del genere umano non può in alcun modo essere separata dalla sua conservazione.Il progetto Ghiacciai di una volta è stato finanziato dal Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con la partecipazione del Comitato Glaciologico Italiano. Comitato Scientifico: Muse, Fondazione Montagna Sicura, Servizio Glaciologico Lombardo, Comitato Glaciologico Trentino della SAT, Servizio Glaciologico Alto Adige, ARPA Veneto, Unione Meteorologica del Friuli Venezia Giulia con il coordinamento di Carlo Baroni e Claudio Smiraglia. Responsabile della Validazione fotografica Fabiano Ventura. Partner: Società Geologica Italiana, Società Geografica italiana, Collegio Nazionale delle Guide Alpine, ENEA, CNR, Accademia della Montagna del Trentino, Trento Filmfestival della Montagna, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca. Si ringrazia il Parco Nazionale del Gran Paradiso per le fotografie fornite. Al progetto hanno partecipato i soci del Club Alpino Italiano che hanno dedicato il loro tempo libero e lo loro passione creando contenuti, frequentando l’ambiente alpino e facendosi protagonisti di un momento di ricerca i cui risultati sono dipesi dalla loro attività

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO1- ghiacciai del Trentino2- ghiacciai dell’Alto Adige3 - ghiacciai del Veneto

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4- ghiacciai della Valle d’Aosta5- ghiacciai della Lombardia6- i migliori confronti fotografici

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1- SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – GHIACCIAI DEL TRENTINO

Ghiacciaio di La Mare. Secchieri, 1985 Nicola Dalla Mora, 2012

Dal 1985 (foto Secchieri) ad oggi, il Ghiacciaio di La mare è arretrato di 770 m e la posizione del fronte è salita di 270 m di quota. Questi dati portano a calcolare un arretramento medio di circa 28 m ogni anno. Dal confronto fotografico emerge come si sia persa inoltre tutta la massa glaciale a sinsitra della lingua principale (a destra nella foto). Questo settore, che nel 1985 si collocava a 2.740 m di quota, oggi risulta essere a 3.100 m, con un innalzamento medio della quota della fronte di circa 13 m ogni anno.

Ghiacciaio dell’Adamello. Marchetti, 1958 Cinzia Frisanco, 2012

Il confronto tra la fotografia storica e quella attuale mette in evidenza come vi sia stato un forte appiattimento della fronte. Inoltre, con l’arretramento c’è stata una frammentazione della massa glaciale: il settore di ghiacciaio a sinistra nella foto, in passato in collegamento con la lingua principale, oggi non risulta più in collegamento con essa (freccia rossa) e deve quindi essere considerato un nuovo ghiacciaio a se stante. Questa parte di ghiacciaio è quella che si percorre per raggiungere il Rifugio ai Caduti dell’Adamello. In questa fase di regresso glaciale, quindi, il numero dei ghiacciai aumenta.

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Tutte le valutazioni sono consultabili sul sito http://www.ghiacciaidiunavolta.it/.

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2- SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – GHIACCIAI DELL’ALTO ADIGE

Ghiacciaio di Vallelunga, 1910. Autore sconosciuto

Wolfgang Declara, 2012

Il confronto fra la foto storica del 1912 e quella attuale del Ghiacciaio di Vallelunga, in alta Val Venosta, mette in evidenza la profonda trasformazione in atto, fenomeno ormai comune alla quasi totalità degli apparati glaciali altoatesini e alpini. Nella foto storica la colata valliva, oltrepassato il rifugio Pio XI, si spinge oltre nella valle omonima; attualmente, dopo 100 anni circa, rimane confinata qualche chilometro più a monte, visibilmente ridotta nella fronte e nello spessore non solo nel bacino di ablazione ma anche nella fascia sommitale. Una lunga lingua detritica percorre in senso longitudinale la superficie glaciale dividendo il ghiacciaio in due settori e concorrendo sicuramente ad una riduzione della fusione.

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3 -SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – GHIACCIAI DEL VENETO

Ghiacciaio della Tofana Occidentale. © Fondazione Berti, Arnoldo & Da Ponte, 1920

Giovanni Moretti, 2012

A fine ‘800 ne veniva valutata una superficie di 14.4 ha (Richter, 1888). Il Marinelli, nel 1910, pur avendo dubbi se fosse un nevaio o un ghiacciaio, classificandolo tale per la presenza di una morena frontale, stabiliva la sua area in 9 ha.Il Ghiacciaio Occidentale era inserito nel CGI come ghiacciaio di circo dall’area di 7 ha e nel World Glacier Inventory (1982) come glacionevato avente un’area di 6 ha ed una quota frontale a 2.940 m.Nel 2001 veniva registrata un’area di 7,8 ha, comprendente tuttavia anche tutta la zona di nevato e ghiaccio posta alla base della parete (a circa 2.460 m di altitudine).Nel 2007 l’elemento caratteristico era costituito da un lago periglaciale, creatosi per la presenza dello sbarramento in roccia alla base del circo; per il resto vi era totale assenza di masse di ghiaccio visibili in superficie, probabili invece quelle sepolte, specie nel settore centrale del circo.Nel 2009 la superficie stimata era di 5.8 ha, di cui quasi la metà costituito da ghiaccio sepolto non ben definibile.Dal confronto fotografico, prendendo come riferimento la cresta fra la Tofana di Mezzo (a dx nella foto) e quella di Dentro (a sx), immediata è la percezione della differenza di spessore di ghiaccio.

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4- SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – GHIACCIAI DELLA VALLE D’AOSTA

Ghiacciaio di Pre de Bard. Capello, 1929 Cinzia Frisanco, 2012

Il ghiacciaio di Pré de Bard è uno dei più noti ghiacciai del settore del Monte Bianco, in Val Ferret, anche grazie alla sua facilità di accesso ed alla forma “da manuale” della sua lingua. La fronte si spingeva fino al fondovalle della Val Ferret, tanto da essere utilizzata come palestra di ghiaccio dagli alpinisti. L’arretramento della fronte del ghiacciaio dal 1929 al 2012 corrisponde a circa 800 m, mentre la superficie totale, secondo il Catasto dei Ghiacciai della Valle d’Aosta, è dimezzata tra il 1920 e il 2005.Lo scatto di Cinzia Frisanco mette in luce la forte trasformazione avvenuta nella parte terminale della lingua. Al termine dell’estate 2012, infatti, a causa della fusione si è interrotto il collegamento tra la fronte del ghiacciaio, sub-pianeggiante e ricoperta da detrito, e la parte più ripida della lingua.

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5- SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – GHIACCIAI DELLA LOMBARDIA

Le immagini selezionate offrono un quadro pressoché completo dell’evoluzione del glacialismo lombardo durante un secolo o poco più per tutti i settori montuosi della Regione: Disgrazia, Bernina, Adamello, Piazzi, Cevedale, Orobie. Anche gli aspetti tipologici sono stati presi in considerazione: sono infatti presenti confronti riguardanti i ghiacciai vallivi, di circo, di diffluenza. Ciò che colpisce nei confronti, e che purtroppo si dava per scontato, è l’entità della crisi del glacialismo che gli autori delle foto hanno ben colto. Ci sono confronti di ghiacciai dove è evidente non solo la riduzione della colata valliva ma anche la colonizzazione della vegetazione arborea verso quote sempre più elevate. Altri evidenziano ancora più brutalmente le imponenti trasformazioni del paesaggio d’alta quota. Dove prima si estendeva il ghiacciaio oggi si osservano detriti, laghi o fasce rocciose.

Ghiacciaio dello Sforzellina. Desio, 1925

Ivan Bino, 2012

Lo Sforzellina, con l’Adamè, può essere considerato l’immagini simbolo dei fenomeni in atto. Il confronto evidenzia chiaramente il complesso delle trasformazioni che interessano non solo i settori inferiori dei ghiacciai con riduzioni di lunghezza e di spessore, ma anche i circhi che li ospitano. Le pareti perdono la loro copertura nivoglaciale e vengono erose più intensamente dai processi crionivali; ne deriva un’accentuazione dei crolli e delle frane, i materiali litoidi cadono sul ghiacciaio e contribuiscono alla più imponente trasformazione paesaggistica dell’alta montagna: la transizione dai “ghiacciai bianchi” ai “ghiacciai neri”.

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6- SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – I MIGLIORI CONFRONTI FOTOGRAFICI

ALTO ADIGE

Ghiacciaio di Vallelunga. Autore sconosciuto, 1910 - Wolfgang Declara, 2012

Ghiacciaio Gran Vedretta. Secchieri, 1979 - Vincenzo Errani, 2012

LOMBARDIA

Ghiacciaio della Ventina. Corti, 1910 - Boris Mosconi, 2012

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Ghiacciaio del Trobio. Corti, 1900 - Dario Bernardi, 2012

Ghiacciaio di Scerscen inferiore. Autore sconosciuto, 1938 - David Gaioni, 2012

i Ghiacciaio di Dosegù. Chiesa, 1929 - Ivan Bino, 2012

Ghiacciaio di Adame. Merciai, 1919 - Massimo Biondi, 2012

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Ghiacciaio dello Sforzellina. Desio, 1925 - Ivan Bino, 2012

Ghiacciaio di Dosdè. Bellotti, 1969 - Boris Moscon, 2012

PIEMONTE

Ghiacciaio delle Piode. Monterin, 1997 - Francesco Pareti, 2012

Ghiacciaio del Sabbione. Silvestri, 1971 - Giorgia Allais, 2012

TRENTINO

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Ghiacciaio di Lares. Marchetti, 1959 - Gianfranco Zocca, 2012

Ghiacciaio dell’Adamello. Marchetti, 1958 - Cinzia Frisanco, 2012

Ghiacciaio di La Mare. Secchieri, 1985 - Paolo Bovarini, 2012

Ghiacciaio Principale della Marmolada. Perini, 1984 - Stefano Marcon, 2012

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Ghiacciaio della Fradusta. Canciani, 1996 - Federico Croci, 2012

VALLE D’AOSTA

Ghiacciaio Gran Vaudala. © Parco Nazionale del Gran Paradiso, 1994 - Stefano Borney, 2012

Ghiacciaio della Brenva. Cerutti, 1972 - André Roveyaz, 2012

Ghiacciaio Lauson-Tuf Glacier. Moretti, 1986 - Boris Mosconi, 2012

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Ghiacciaio Lavassey. Capello, 1928 - Stefano Borney, 2012

Ghiacciaio Gliaretta Vaudet. Bassoli, 1940/1950 - Fabrizio Pollicini, 2012

Ghiacciaio di Pre de Bard. Capello, 1929 - André Roveyaz, 2012 - Cinzia Frisanco, 2012

VENETO

Ghiacciaio della Tofana Occidentale. © Fondazione Berti, Arnoldo & Da Ponte, 1920 - Giovanni Moretti,

2012