“Hai paura di me?” le chiesi. “No” rispose “ho visto di ... · anche della pioggia. Ma...

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IO CITO, TU CITY “Hai paura di me?” le chiesi. “No” rispose “ho visto di peggio”. Mi ero innamorato di lei, ma avevo paura che non mi amasse perché nessuno può amare una bestia. Alex Flinn, Beastly , Giunti Editore Classe 2F, Scuola G. Negri, Milano

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IO CITO, TU CITY

“Hai paura di me?” le chiesi. “No” rispose “ho visto di peggio”. Mi ero innamorato di lei, ma avevo paura che non mi amasse perché nessuno può amare una bestia.

Alex Flinn, Beastly, Giunti Editore

Classe 2F, Scuola G. Negri, Milano

IO CITO, TU CITY

L’urlo dell’ambulanza cadde nello spazio tra il lampo e il tuono e sfumò in lontananza, verso Milano. Il temporale esplose proprio in cima alla salita, così che in discesa piansi anche della pioggia. Ma non sentivo né freddo né bagnato, solamente una fitta di dolore in mezzo alla pancia e una specie di nebbia in testa. Tremavo di paura.

Luigi Garlando, L’estate che conobbi il Che, Rizzoli

Classe 2F, Scuola G. Negri, Milano

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Non riusciva a credere di essere stato così fortunato. Una ragazza adorabile. Musica fantastica. Era una combinazione meravigliosa. Sophie gli corse incontro e lui aprì le braccia per stringerla a sé.

Paul Dowswell, Il ragazzo di Berlino, Feltrinelli

Classe 2C, SMS Manara, Milano

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“Fammi spazio”. Mi sono spostato e lei mi si è sdraiata accanto e mi ha abbracciato forte.

Niccolò Ammaniti, Io e te, Einaudi

Classe 2C TSP, IIS Pacioli, Crema

L’amore a prima vista non esiste. Non è possibile. Scusate se rovino i vostri sogni, ma è così. L’ignoranza potrà anche sembrare una benedizione, ma una volta tolto l’involucro di felicità, altro non è che mancanza di informazioni. Per amare davvero una persona, bisogna conoscerla: le sue fisse, i suoi sogni, cosa la manda in bestia e cosa la fa sorridere, i suoi punti forti, quelli deboli e i difetti. Avete mai sentito quella frase della Bibbia, quella che si legge sempre ai matrimoni: “La carità è magnanima, benigna è la carità...?” Ecco, io ho una mia versione: l’amore è quando ti manca il sapore dell’alito mattutino di qualcuno. Quando pensi che sia bello, anche con il naso rosso come la renna Rudolph e con un nido al posto dei capelli. L’amore non è quando sopporti qualcuno malgrado i suoi difetti... è quando lo adori proprio per quelli.

Emma Chase, Io ti cercherò, Newton Compton Editori

Classe 3A, IIS Cremona, Milano IO CITO, TU CITY

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Noi due siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò ch’egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.

Herman Hesse, Narciso e Boccadoro, Mondadori

Classe 3A, IIS Cremona, Milano

IO CITO, TU CITYClasse 3A, IIS Cremona, Milano

Joe R. Lansdale, La sottile linea scura, Einaudi

La notte, quando a letto chiudevo gli occhi e cercavo di addormentarmi, avevo la sensazione che in camera mia ci fosse qualcuno. Mi sentivo gelare il sangue, al pensiero che se avessi aperto gli occhi avrei trovato chissà chi, accanto al letto, minaccioso come un’ombra [...].Qualunque cosa fosse, temevo che si sarebbe impadronita di me, trascinandomi al di là di quella sottile linea scura che fungeva da confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

IO CITO, TU CITY

Se l’amore non ti ha fatto commettere mai neanche la più piccola follia, vuol dire che non hai mai amato.

William Shakespeare, Romeo e Giulietta

Classe 5B, IIS Cremona, Milano

Mi faceva male tutto, le ginocchia sbucciate, le costole, un braccio e un polso. Ma soprattutto il cuore. Salvatore me lo aveva spezzato. Era il mio migliore amico. Una volta su un ramo del carrubo, avevamo pure fatto il giuramento di amicizia eterna. Tornavamo insieme da scuola. Se uno usciva prima, aspettava l’altro. Salvatore mi aveva tradito.

Niccolò Ammaniti, Io non ho paura, Einaudi

Classe 2B, Scuola Quintino di Vona, Milano IO CITO, TU CITY

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Si aggrappò a lui come se dall’altra parte di quel bacio potesse esserci una vita nuova.

Alice Sebold, Amabili resti, e/o

Classe 2A, IISS MKGandhi, Besana in Brianza

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Elie Wiesel, La notte, Giuntina

Classe 3C, Scuola Sandro Pertini, Assago

Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.

IO CITO, TU CITY

I mostri non esistono. I fantasmi, i lupi mannari, le streghe sono fesserie inventate per mettere paura a creduloni come te. Devi avere paura degli uomini, non dei mostri.

Niccolò Ammaniti, Io non ho paura, Einaudi

Classe 2B, Scuola Quintino di Vona, Milano

Parlavamo anche delle ragazze. Rispetto all’atteggiamento disincantato dei giovani d’oggi, il nostro comportamento era incredibilmente ingenuo. Le ragazze erano per noi esseri superiori di straordinaria purezza, a cui bisognava accostarsi come, in passato, avevano fatto i trovatori, con ardore cavalleresco e adorazione distante.

Fred Uhlman, L’amico ritrovato, Feltrinelli

Classe 3B, Scuola Quintino di Vona, Milano IO CITO, TU CITY

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“Mio caro Hans” disse con grande dolcezza, “accettami come sono stato fatto da Dio e da circostanze indipendenti dalla mia volontà. Ho cercato di nasconderti la verità, ma avrei dovuto sapere che non potevo imbrogliarti a lungo. Chissà, forse sarebbe stato meglio se te ne avessi parlato prima, ma sono un codardo e non ho avuto il coraggio. Il fatto è che non sopporto l’idea di ferirti”.

Fred Uhlman, L’amico ritrovato, Feltrinelli

Classe 3B, Scuola Quintino di Vona, Milano

Ora accadde che Tristano fosse seduto accanto a Isotta; e mentre uno dei cavalieri, e precisamente ser Loris il poeta, cantava una canzone d’amore, ah ecco che i due senza volerlo, senza capire, nello stesso momento cercarono l’uno la mano dell’altra; e quando l’ebbero trovata sentirono una specie di scossa, come se avessero toccato una fiamma: che non faceva male, però, e anzi dava sollievo e consolazione. Le loro dita strettamente si intrecciarono; e poco dopo, ecco i due si guardarono: e leggendosi negli occhi capirono di amarsi perdutamente.

Mino Milani, Tristano e Isotta, Einaudi Ragazzi

Classe 2F, IC via della Commenda, Milano IO CITO, TU CITY

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I vicini portano da mangiare quando muore qualcuno, portano i fiori quando qualcuno è ammalato, e altre piccole cose in altre occasioni. Boo era anche lui un nostro vicino, e ci aveva dato due pupazzi fatti col sapone, un orologio rotto con la catena, un coltello... e le nostre vite. Una volta Atticus mi aveva detto: “Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista”. Ebbene, io quella notte capii quello che voleva dire. Adesso che il buio non ci faceva più paura, avremmo potuto oltrepassare la siepe che ci divideva dalla casa dei Radley, e guardare la città e le cose dalla loro veranda. Accadde tutto in una notte, la notte più lunga, più terribile... e insieme la più bella.

Harper Lee, Il buio oltre la siepe, Loescher

Classe 2O, IIS Montale, Cinisello Balsamo

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Merlino si raggomitolò contro l’angolo e cercò il buio più buio sperando nella quiete. Non venne. Lo assalì, piuttosto, una smania fredda, un dolore che gli invase il petto e poi spadroneggiò nel suo cuore fino a farlo piangere. Ancora. Sperso. Era sperso. [...] prigioniero e abbandonato a se stesso. Senza risorse. Così si sentiva. E in balia di una volontà che gli era sconosciuta. Vortigern aveva in mano la sua vita. E il suo destino sarebbe stato deciso dal capriccio del despota, da una parola dei suoi consiglieri e indovini. Si rannicchiò nel suo angolo buio. Non riusciva a pensare. Il futuro, su cui tanto aveva almanaccato, gli sembrò azzerato e vuoto. Il tempo, in quella gabbia, prendeva forme strane. Nella sua mente, il passato e il presente si confusero, cominciarono a girare in tondo in un abbacinante gioco di luci e ombre. I volti amati e quelli detestati si mescolarono in un vortice che gli scatenò nel cuore un’ansia incontenibile.

Luisa Mattia, Merlino il destino di un giovane mago, Giunti

Classe 2F, IC via della Commenda, Milano

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Voglio fare con teciò che la primavera fa con i ciliegi.(Quiero hacer contigo lo que la primavera hace con los cerezos.)

Pablo Neruda, Venti poesie d’amore e una canzone disperata, Passigli

Classe 5 Liceo Class, Setti Carraro dalla Chiesa, Milano

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La paura gli si adagiò addosso come una rete, e lo imprigionò.

Luisa Mattia, Merlino. Il destino di un giovane mago, Giunti

Classe 2F, IC via della Commenda, Milano

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Non fosse stato per la paura, il confidente si sarebbe ritenuto felice e, nell’anima e negli averi, galantuomo. La paura gli stava dentro come un cane arrabbiato: guaiva, ansava, sbavava, improvvisamente urlava nel suo sonno; e mordeva, dentro mordeva nel fegato nel cuore.

Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, Adelphi

Classe 4A ITC, Scuola Lorenzo Lotto, Trescore Balneario

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L’amore. Certo, l’amore. Fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, Feltrinelli

Classe 4 Liceo Class, Setti Carraro dalla Chiesa, Milano

Nel dare la buonanotte a Sid e a Mary, zia Polly mostrò una tenerezza assolutamente insolita per il suo carattere. Sid tirava su col naso e Mary scappò via piangendo tutte le sue lacrime. Rimasta sola zia Polly si inginocchiò e pregò per il nipote in maniera così toccante e appassionata e con accenti d’amore così totale nelle parole e nella voce rotta che Tom pianse come una fontana tutto il tempo. Anche quando si fu coricata la vecchia signora continuò per un bel pezzo a rigirarsi e ad agitarsi, a piangere e uscire in esclamazioni straziate, con Tom sotto il letto che osava a malapena respirare.

Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer

Classe 2A, IISS Giovanni XXIII, Vedano al Lambro IO CITO, TU CITY

IO CITO, TU CITY

Si acquattarono più che poterono, trattenendo il respiro. Dall’altro lato del cimitero si alzava un suono soffocato di voci. “Ehi – bisbigliò Tom – che cosa sarà?” “I diavoli... Oh, Tom, che paura!” Alcune sagome indistinte si avvicinavano all’oscurità, agitando una lanterna di latta, che disegnava sul terreno innumerevoli puntini di luce. “Sono i diavoli di sicuro. Tre. Dio, Tom, siamo spacciati. Non conosci qualche preghiera?”

Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer

Classe 2A, IISS Giovanni XXIII, Vedano al Lambro

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Tutti speravano di sopravvivere e per questo lottavano. Vivevano nel terrore di non sapere quello che da un momento all’altro ci sarebbe potuto accadere. Una volta dovevano fare l’appello e ci fecero rimanere in piedi per 36 ore. Durante questi appelli i nazisti potevano prendere chiunque dalla fila, avevano sempre i cani con sé, tanto che per anni ho avuto il terrore di questi animali. Mi presero e in quel momento cominciai a tremare perché non sapevo cosa mi sarebbe accaduto.

Gianluca Barbera, La storia di Anna Frank, Rusconi

Classe 2B, IISS Giovanni XXIII, Vedano al Lambro

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Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?

Harper Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli

Classe 2D, Liceo Scientifico N. Copernico, Pavia

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Li invase un calore palpitante nelle ossa, nelle vene, nell’anima, qualcosa che non conoscevano o che avevano del tutto scordato, perché la memoria della carne è fragile.A dire il vero fu appena un bacio, la suggestione di un contatto atteso e inevitabile, ma entrambi erano sicuri che quello sarebbe stato l’unico bacio che avrebbe potuto ricordare sino alla fine dei loro giorni e fra tutte le carezze l’unica che avrebbe lasciato una traccia sicura nelle loro nostalgie.

Isabel Allende, D’amore e ombra, Feltrinelli

Classe 2B AFM, IISS MKGandhi, Besana in Brianza

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E infine una brezza lieve sussurrò attraverso i rami della foresta e i ragazzi se la sentirono passare sulle guance con un certo terrore perché pensarono che fosse lo “spirito della notte” che li avesse sfiorati.

Mark Twain, Le Avventure di Tom Sawyer

Classe 2D, IISS Giovanni XXIII, Vedano al Lambro

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Mentre leggeva, mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano e poi tutto in una volta.

John Green, Colpa delle stelle, Rizzoli

Classe 2A, Scuola Setti Carraro dalla Chiesa, Milano

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È la nostra luce, non la nostra ombra quella che ci spaventa di più. Ho imparato che il coraggio non è l’assenza di paura. L’uomo coraggioso non è colui che si sente impaurito, ma colui che vince la paura.

Nelson Mandela, Il sole d’inverno. Il senso della vita, La Zisa

Classe 3B, Scuola Setti Carraro dalla Chiesa, Milano

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I paurosi muoiono mille volteprima della loro morte,ma l’uomo di coraggionon assapora la morte che una volta.

William Shakespeare, Giulio Cesare

Classe 2CLSSA, Liceo Galvani, Milano

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La maggior parte delle ragazze, provate a tenerle per la mano, e quella maledetta mano o muore nella vostra, o loro credono di dover continuare a dimenarla tutto il tempo, come se avessero paura di annoiarvi o che so io. Jane era un’altra cosa. Andavamo in un dannato cinema o in un posto così, e subito cominciavamo a tenerci per mano, e non ci lasciavamo fino alla fine del film. E senza cambiare posizione né farne un affare di stato. Con Jane non stavi nemmeno a pensare se avevi la mano sudata o no. Sapevi soltanto che eri felice. E lo eri davvero.

J.D. Salinger, Il giovane Holden, Einaudi

Classe 5A, Liceo Classico G. Parini, Milano

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Un libro passato da una generazione all’altra. Un libro che tante persone hanno toccato, sfogliato con le dita, una pagina dopo l’altra, amato, e magari ci hanno anche pianto sopra. Libri come questi vivono di vita propria, sai.

Uri Orlev, Il nonno che aggiustava i sogni, Feltrinelli

Classe 2A, 2F, 2G, Scuola Roberto Franceschi, Milano

Era carina, questo poco ma sicuro. Aveva uno di quei visi che vorresti stare a guardare il più a lungo possibile. Ma sembrava piuttosto in gamba, nel senso che non dava l’idea di sentirsi migliore degli altri. Anche se lo era.“Ho un sacco di idee per rendere la scuola un posto migliore” continua “ma prima voglio fare una cosa”. Si allontana dal microfono e si viene a mettere esattamente di fronte a me. Poi mi guarda dritto negli occhi e mi dice: “Sei tu Rafe?”.All’improvviso mi sento loquace quanto Leo, ma riesco a farfugliare una risposta. “Sì, sono io” dico. “Ti andrebbe di dividerci un piatto di patatine alla mensa, più tardi?” chiede. “Certo. Offro io” dico, perché ho in tasca un biglietto da venti dollari che ho trovato proprio quella mattina.

J. Patterson, C. Tebbetts, Scuola media. Gli anni peggiori della mia vita, Salani

Classe 2A, Scuola Prandoni, Torno IO CITO, TU CITY

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Eravamo rimasti soltanto io e il vuoto bum-bum della nave. Ho visto il mio sogno d’Irlanda che mi strizzava l’occhio, ma come si fa a navigare su un sogno? I sogni sono come specchi. Vai verso di loro e una fredda lastra di vetro ti ferma.

Siobhan Dowd, Crystal della strada, Uovo nero

Classe 3D, IC Cavalieri, Milano

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Al risveglio riprese il suo vagabondaggio convulso, oppresso dal terrore di un’altra notte solitaria popolata dai fantasmi.

Charles Dickens, Oliver Twist

Classe 2B, Scuola Prandoni, Torno

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Si abbracciarono, si strinsero. L’amore mai detto, vissuto al primo istante, divampava. C’erano ancora ed erano insieme. Nel contatto dei loro volti. Nelle mani strette l’una all’altra. Nell’abbraccio che non bastava mai. Sempre più stretto, per non perdersi più. Abbracciarsi più forte, come bruciare in una sola fiamma, scorrere in un solo fiume, vorticare in un solo vento. Diventarono un unico respiro, intenso come la notte, caldo come l’estate. Le loro labbra si unirono in un bacio che valeva una vita.

Elena Kedros, La vendetta di Robin, Mondadori

Classe 2A, Scuola Leopardi, Como

IO CITO, TU CITY

Un leggero vento faceva ondeggiare le cime degli alberi. Tom ebbe un brivido di paura. Forse erano le anime dei morti che protestavano contro chi turbava il loro sonno. I due ragazzi osavano appena scambiarsi sommessamente qualche parola. Erano oppressi dalla morte, da quel luogo, e dal silenzio solenne. Trovarono un tumulo di terra smosso da poco e si nascosero dietro tre grossi tronchi di olmo, lì accanto. L’attesa sembrava eterna, il grido di una civetta lontana era l’unico suono che turbasse quel silenzio di morte.

Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer

Classe 2B, Scuola Leopardi, Como

IO CITO, TU CITY

Era piombata nell’incubo. Rimase immobile, gli occhi sbarrati che esploravano il buio. Aveva il cuore oppresso da una paura immensa, convulsa. Cercò di muoversi ma non ci riuscì. Non era legata, era semplicemente troppo debole. E sapeva che un minuto prima era sveglia... Ma aveva tanta paura. Il terrore cresceva. Questa volta era peggio del solito, perché il sogno era molto più chiaro. Sapeva che da un momento all’altro, lì vicino a lei nel buio, un uomo si sarebbe messo a urlare e, per paura di sentirlo, urlò.

Philip Pullman, Il rubino di fumo, Salani

Classe 2D, Scuola Leopardi, Como

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Bella, insolita, interessante, diversa, regale. Questi saranno i commenti dei genitori allineati lungo il viale di ingresso. Per ora, soltanto sguardi stupefatti la seguono mentre avanza verso il ballo.Qualcuno ricorda il flash di una solitaria macchina fotografica, ma niente di più. Non è figlia di nessuno. È la ragazza della quale hanno sentito parlare. Mentre viene avanti, non tenta di sfuggire ai loro occhi. Anzi li affronta sicura, voltando la testa da un lato dall’altro, incrociando i loro sguardi e sorridendo come se li conoscesse, come se condividessero un segreto speciale. Alcuni si voltano, inspiegabilmente a disagio; altri si sentono svuotati quando i suoi occhi li lasciano.

Jerry Spinelli, Stargirl, Mondadori

Classe 3B, IC Orchidee, Rozzano

IO CITO, TU CITY

Camminava su una strada alta sopra il mare. Era buio, ed era sola. Alla sua sinistra le onde s’infrangevano ai piedi della scogliera e più allargo la luna disegnava una scia argentata sul mare. Si ritrovò davanti ad una casa alta, con molte finestre buie, che si stagliava minacciosa contro il cielo. Aveva paura. Non voleva entrare e neppure andare oltre, ma non riusciva a controllare i piedi, che sembravano muoversi da soli, trascinandola avanti. Arrivò ad un cancello in ferro battuto che, quasi sulla cima, era ornato dalla figura di un uccello in volo (forse un gabbiano); ma il cancello era stato dipinto di nero e le gocce di pittura, colando lungo le ali, si erano indurite e trasformate in minuscole stalattiti, dandogli l’aspetto di un pipistrello.

Robert Swindells, La stanza 13, Mondadori

Classe 3B, IC Orchidee, Rozzano