4. con giustizia - Azione Cattolica · Signore Dio, io amo te. Tu non sei invadente, né...

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pagina1 In questa scheda cerchiamo di porre l’attenzione sulla ricerca di giustizia in questo tempo delicato in cui sempre più famiglie si trovano a confrontarsi e convivere con la difficile crisi economica che rischia di minare le fondamenta e gli equilibri della famiglia e quindi della stessa società. Mettere al centro la Giustizia in questo scenario impone una restituzione di dignità perduta in tutte quelle situazioni di povertà invisibile che spesso convivono sul pianerottolo di casa nostra. Chi è persona giusta e di giustizia è testimone universale dell’amore (Per-Dono, testo adulti Ac). Potremo iniziare l’incontro con la lettura del seguente brano tratto da “Occhi nuovi” di Don Tonino Bello, per poi continuare cercando, attraverso la discussione, di attualizzare e contestualizzare, rispetto alla nostra parrocchia o quartiere, quali possono essere nuove povertà o forme di esclusione sociale. "Donaci, Signore, occhi nuovi per vedere le cause ultime delle sofferenze di tanti nostri fratelli, perché possiamo esser capaci di "aggredirle". Si tratta di quelle nuove povertà che sono frutto di combinazioni incrociate tra le leggi perverse del mercato, gli impianti idolatrici di certe rivoluzioni tecnologiche, e l'olocausto dei valori ambientali, sull'altare sacrilego della produzione. Ecco allora la folla dei nuovi poveri, dagli accenti casalinghi e planetari. Sono, da una parte, i terzomondiali estromessi dalla loro terra. I popoli della fame uccisi dai detentori dell'opulenza. Le tribù decimate dai calcoli economici delle superpotenze. Le genti angariate dal debito estero. Ma sono anche i fratelli destinati a rimanere per sempre privi dell'essenziale: la salute, la casa, il lavoro, la partecipazione. Sono i pensionati con redditi bassissimi. Sono i lavoratori che, pur ammazzandosi di fatica, sono condannati a vivere sott'acqua e a non emergere mai a livelli di dignità. Di fronte a questa gente non basta più commuoversi. Non basta medicare le ustioni a chi ha gli abiti in fiamme. I soli sentimenti assistenziali potrebbero perfino ritardare la soluzione del problema. Occorre chiedere "occhi nuovi". Alla fine della lettura potremmo scrivere l’elenco su un cartellone delle vecchie e nuove forme di povertà maggiormente presenti nel nostro territorio. Il brano sotto servirà come spunto per cercare di progettare insieme un percorso di giustizia per le famiglie in difficoltà che abbiamo individuato con la parte precedente (il baretto) I doni di Dio (L'importante è la rosa – Bruno Ferrero) Un giovane sognò di entrare in un grande negozio. A far da commesso, dietro il bancone c'era un angelo. "Che cosa vendete qui?", chiese il giovane. "Tutto ciò che desidera", rispose cortesemente l'angelo. Il giovane cominciò ad elencare: "Vorrei la fine di tutte le guerre nel mondo, più giustizia per gli sfruttati, tolleranza e generosità verso gli stranieri, più amore nelle famiglie, lavoro per i disoccupati, più comunione nella Chiesa e... e...". L'angelo lo interruppe: "Mi dispiace, signore. Lei mi ha frainteso. Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo semi". Al termine della lettura, insieme, a piccoli gruppi familiari, partendo da un’urgenza che affrontiamo nella nostra realtà, proviamo a costruire un percorso possibile da vivere con le persone che al momento sono in difficolta. Possiamo utilizzare questa tecnica: Play 40 http://www.play-factory.it/?page_id=61 (sul sito alla pagina dell’area famiglia e vita un PDF con le carte e ulteriori istruzioni per il gioco) Creazione di gruppi di acquisto Istituire un mercatino del libro scolastico usato Creare un registro che diventi una rete di professionalità in difficoltà Prendersi cura, da parte di chi ha del tempo, dei figli delle famiglie in cui lavorano entrambi i genitori o in cui sia rimasto un solo genitore. obiettivo il baretto la panchina Azione Cattolica Italiana · Genitori Per 2013.2014 Area Famiglia e Vita con giustizia scheda4 gcd

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In questa scheda cerchiamo di porre l’attenzione sulla ricerca di giustizia in questo tempo delicato in cui sempre più famiglie si trovano a confrontarsi e convivere con la difficile crisi economica che rischia di minare le fondamenta e gli equilibri della famiglia e quindi della stessa società. Mettere al centro la Giustizia in questo scenario impone una restituzione di dignità perduta in tutte quelle situazioni di povertà invisibile che spesso convivono sul pianerottolo di casa nostra.

Chi è persona giusta e di giustizia è testimone universale dell’amore (Per-Dono, testo adulti Ac).

Potremo iniziare l’incontro con la lettura del seguente brano tratto da “Occhi nuovi” di Don Tonino Bello, per poi continuare cercando, attraverso la discussione, di attualizzare e contestualizzare, rispetto alla nostra parrocchia o quartiere, quali possono essere nuove povertà o forme di esclusione sociale.

"Donaci, Signore, occhi nuovi per vedere le cause ultime delle sofferenze di tanti nostri fratelli, perché possiamo esser capaci di "aggredirle". Si tratta di quelle nuove povertà che sono frutto di combinazioni incrociate tra le leggi perverse del mercato, gli impianti idolatrici di certe rivoluzioni tecnologiche, e l'olocausto dei valori ambientali, sull'altare sacrilego della produzione. Ecco allora la folla dei nuovi poveri, dagli accenti casalinghi e planetari. Sono, da una parte, i terzomondiali estromessi dalla loro terra. I popoli della fame uccisi dai detentori dell'opulenza. Le tribù decimate dai calcoli economici delle superpotenze. Le genti angariate dal debito estero. Ma sono anche i fratelli destinati a rimanere per sempre privi dell'essenziale: la salute, la casa, il lavoro, la partecipazione. Sono i pensionati con redditi bassissimi. Sono i lavoratori che, pur ammazzandosi di fatica, sono condannati a vivere sott'acqua e a non emergere mai a livelli di dignità. Di fronte a questa gente non basta più commuoversi. Non basta medicare le ustioni a chi ha gli abiti in fiamme. I soli sentimenti assistenziali potrebbero perfino ritardare la soluzione del problema. Occorre chiedere "occhi nuovi".

Alla fine della lettura potremmo scrivere l’elenco su un cartellone delle vecchie e nuove forme di povertà maggiormente presenti nel nostro territorio.

Il brano sotto servirà come spunto per cercare di progettare insieme un percorso di giustizia per le famiglie in difficoltà che abbiamo individuato con la parte precedente (il baretto)

I doni di Dio (L'importante è la rosa – Bruno Ferrero)Un giovane sognò di entrare in un grande negozio. A far da commesso, dietro il bancone c'era un angelo. "Che cosa vendete qui?", chiese il giovane. "Tutto ciò che desidera", rispose cortesemente l'angelo. Il giovane cominciò ad elencare: "Vorrei la fine di tutte le guerre nel mondo, più giustizia per gli sfruttati, tolleranza e generosità verso gli stranieri, più amore nelle famiglie, lavoro per i disoccupati, più comunione nella Chiesa e... e...". L'angelo lo interruppe: "Mi dispiace, signore. Lei mi ha frainteso.Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo semi".

Al termine della lettura, insieme, a piccoli gruppi familiari, partendo da un’urgenza che affrontiamo nella nostra realtà, proviamo a costruire un percorso possibile da vivere con le persone che al momento sono in difficolta.Possiamo utilizzare questa tecnica: Play 40 http://www.play-factory.it/?page_id=61(sul sito alla pagina dell’area famiglia e vita un PDF con le carte e ulteriori istruzioni per il gioco)

• Creazione di gruppi di acquisto• Istituire un mercatino del libro scolastico usato• Creare un registro che diventi una rete di professionalità in difficoltà• Prendersi cura, da parte di chi ha del tempo, dei figli delle famiglie in cui lavorano entrambi i genitori o in cui sia rimasto un solo genitore.

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Lo scrutatore non votante (L’Aldiqua 2006, Samuele Bersani)

Gaudium et spes, 31La libertà umana spesso si indebolisce qualora l’uomo cada in estrema indigenza, come si degrada quando egli stesso, lasciandosi andare a una vita troppo facile, si chiude in una specie di aurea solitudine.Al contrario, essa si fortifica quando l’uomo accetta le inevitabili difficoltà della vita sociale, assume le molteplici esigenze dell’umana convivenza e si impegna al servizio della comunità umana. Perciò bisogna stimolare la volontà di tutti ad assumersi la propria parte nelle comuni imprese.…Dobbiamo sentire la responsabilità che a tutti venga riconosciuta la propria dignità: è il saper leggere e denunciare le ingiustizie, è il servire la città. Tutto questo dipende anche da ciascuno.Si tratta di saper interpretare i diversi modi con i quali si presentano le varie forme di ingiustizia.

Dopo la lettura, proponiamo un “processo”: da un lato l’accusa, dall’altro la difesa (ci si divide equamente) ed una giuria. Si estraggono delle situazioni che mettono in discussione atteggiamenti di “giustizia”. È un modo per verificare la nostra sensibilità (accusa) e tirar fuori le motivazioni che ci portiamo dentro, ben radicate, che ci sforziamo di nascondere e dalle quali facciamo fatica a liberarci, che non ci rendono ancora veri uomini e donne di giustizia (difesa). Sarà questo un modo per fare discernimento su alcune situazioni reali. Eccone alcune a titolo di esempio ma potremmo ricavarne alcune dai temi usciti dalle discussioni precedenti

• All’ufficio postale, vedo un amico già in coda e gli consegno anche le mie bollette. Giusto o sbagliato?• Davanti al supermercato c’è il carrello della Caritas. Compro qualcosa e la metto dentro, ma cosa? Quello che comprerei per me o qualche prodotto di qualità inferiore e che costa di meno?• ...... (completare esaminando comportamenti e situazioni che quotidianamente viviamo nella nostra realtà e che interrogano il nostro senso di giustizia

La fontanella

Lo scrutatore non votante è indifferente alla politica Ci tiene assai a dire “ohissa!” ma poi non scende dalla macchina. È come un ateo praticante seduto in chiesa alla domenica si mette apposta un po in disparte per dissentire dalla predica.

Lo scrutatore non votante è solo un titolo o un immagine per cui sarebbe interessante verificarlo in un indagine.Intervistate quel cantante che non ascolta mai la musica oltre alla sua in ogni istante sentiamo come si giustifica.

Lo scrutatore non votante è come un sasso che non rotola tiene le mani nelle tasche e i pugni stretti quando nevica. Prepara un viaggio ma non parte pulisce casa ma non ospita conosce i nomi delle piante che taglia con la sega elettrica.

Lo scrutatore non votante conserva intatta la sua etica e dalle droghe si rinfresca con una bibita analcolica.Ha collegato la stampante ma non spedisce mai una lettera si è comperato un mangia-carte per sbarazzarsi della verità.

Lo scrutatore non votante è sempre stato un uomo fragile poteva essere farfalla ed è rimasto una crisalide.Telefonate al cartomante che non contatta neanche l'aldiquà siccome è calvo usa il turbante e quando è freddo anche la coppola.

Lo scrutatore non votante con un sapone che non scivola si fa la doccia 10 volte e ha le formiche sulla tavola. Prepara un viaggio ma non parte pulisce casa ma non ospita conosce i nomi delle piante che taglia con la sega elettrica.

Lo fa svenire un po' di sangue ma poi è per la sedia elettrica.

la piazza

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Mt 18,1-4

L’immagine del diventare come bambini ci indica un esempio, un “verso chi” volgere lo sguardo per conoscere e capire con quale atteggiamento e quali attenzioni affrontare la vita. Per un genitore diventare bambino chiede l’equilibrio di farsi piccolo a fianco dei propri figli pur restando l’adulto di riferimento. A prima vista due posizioni inconciliabili. Rispetto alle questioni educative significa trovare percorsi, atteggiamenti e parole semplici rispet-to alle situazioni complesse che abbiamo davanti. Ai bambini non possiamo prospettare pensieri troppo com-plessi che comunque restano spesso indigesti anche per noi adulti! Forse l’impellenza di rimettere al centro della riflessione della Chiesa l’evangelizzazione potrebbe essere il frutto dell’aver lasciato questi “pensieri semplici” che rendono vicino Gesù a tutti per una elaborazione troppo dotta che risulta lontana, fredda e poco vitale. Divenire come bambini, significa mettere in evidenza il buono che c’è nelle persone e nelle situazioni oltre le apparenze, essere nel contempo un adulto nella fede significa un “mi piace” non detto rispetto a ciò che piace al mondo ma a ciò che piacerebbe a Gesù fosse adesso al mio posto. Oltre al divenire “come bam-bini” serve la conversione, un virare decisamente verso Dio e uniformare a Lui sia la nostra vita (la fondamenta-le testimonianza che è parte sostanziale dell’opera educativa), che quella della nostra famiglia attraverso il fare nostri alcuni gesti semplici e concreti che concorrano alla costruzione del Regno.

Signore Dio come desidero vederti! Ma non voglio amare il collega antipatico e arrivista, l'amico petulante e possessivo, il vicino chiassoso. Voglio vederti, ma non amo i lavavetri e i "vu'cumprà?", non sopporto gli zingari, e ce l'ho con gli extracomunitari che vengono a rubarci il lavoro. Voglio vederti, ma non mi va giù il parroco perché è un "faccio tutto io"; non mi va giù il vescovo che non sa decidere; non mi va giù il papa che fa troppi viaggi. Signore Dio, io amo te. Tu non sei invadente, né possessivo; non sei petulante né chiassoso; non sei arrogante, né fastidioso. Tu sei perfetto. Tu non mi dai nessun fastidio. Signore Dio, davvero per vederti, devo amare anche la gente fastidiosa. Non potresti farti vedere nell'alba e nel tramonto, nei mari e nelle vette dei monti, o almeno nei volti dei belli e dei simpatici? No. Ti posso vedere soltanto amando anche la gente noiosa. Signore Dio, come sei strano!

preghiera finale

la fontanella

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Per approfondire e ulteriore materiale vadasi pagg 121-148 del testo adulti “PER-DONO invitati inviati”e la parte inerente la scheda “con giustizia” nel CD allegato.

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