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I racconti La quotidianità fra pannolini, compiti, colazioni nel lettone Common Law I motivi da 6 a 14 milioni i bambini con genitori gay NEGLI USA I numeri Ha un figlio il: Con più di 40 anni 17,7% 20,5% dei gay delle lesbiche Se si considerano tutte le fasce d’età, sono genitori un gay o una lesbica ogni 20 IN ITALIA 100.000 bambini in Italia hanno almeno un genitore gay 49% delle coppie gay italiane vuole avere un figlio 2 coppie a settimana si iscrivono alle Famiglie Arcobaleno Il caso La vicenda Se nei Paesi in cui la Cassazione è il tribunale di ultima istanza (Italia, Francia, Belgio) le pronunce non sono vincolanti che per il giudizio al quale si riferiscono, negli Stati basati sulla Common Law (Inghilterra, Usa, Australia) ogni decisione presa dai giudici supremi di fatto vincola i giudici di tutti gli altri casi Il diritto Nella sentenza la Cassazione stabilisce invece che è un «mero pregiudizio» sostenere che «sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere con una coppia omosessuale». Il ricorso del padre viene quindi respinto, dopo aver evidenziato che alla base delle lamentele «non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza» Il caso concreto deciso ieri è quello di un musulmano che aveva avuto un figlio con una donna italiana (poi andata a convivere con un’altra donna) e aveva contestato l’esclusivo affidamento del figlio alla madre da parte della Corte d’appello di Brescia, sostenendo che per il bimbo potevano esserci «ripercussioni negative». L’uomo ha citato l’art. 29 della Costituzione ROMA — Non basta il «mero pregiudizio»: che sia «dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale va dimo- strato». Con questa motivazio- ne, la prima sezione civile della Corte di cassazione ha respinto il ricorso di un immigrato isla- mico, residente a Brescia, con- tro l’affidamento esclusivo del figlio alla madre: una ex tossico- dipendente che lo aveva lascia- to per convivere con una educa- trice, conosciuta in comunità di recupero. Una sentenza che scatena rea- zioni opposte. Festeggiata co- me «storica» dalle associazioni gay. Avversata come «grave e pericolosa» dal pdl Maurizio Gasparri e dalla capolista mon- tiana Paola Binetti. E salutata come «riconoscimento di un principio di civiltà» dal candi- dato pd Ignazio Marino. In realtà i giudici non si sbi- lanciano. Restano al caso singo- lo del bambino conteso, che aveva assistito a un episodio di violenza compiuto dal padre ai danni della nuova convivente di sua mamma e ne aveva trat- to «sentimenti di rabbia» nei confronti dell’uomo. Il quale, per giunta, si era allontanato da lui, «sottraendosi anche agli in- contri protetti», «assumendo, quindi, un comportamento non improntato a volontà di re- cupero delle funzioni genitoria- li e poco coerente con la stessa richiesta di affidamento condi- viso». Per questo la Corte d’ap- pello di Brescia il 26 luglio 2011 aveva confermato l’affidamen- to del minore alla madre (e non alla coppia). E per questo i ma- gistrati della Suprema Corte hanno respinto il ricorso. Speci- ficando che non si può conte- stare una simile decisione sen- za «certezze scientifiche o dati di esperienza», ma solo avan- zando il «pre-giudizio che sia dannoso» dà «per scontato ciò che invece è da dimostrare, os- sia la dannosità di quel conte- sto famigliare». Le «ripercussio- ni negative» sul bambino anda- vano dunque dimostrate, fan- no notare i giudici, rimarcando la «mancanza» già «stigmatizza- ta dai giudici di Appello». Così come l’obiezione che quel con- testo nuocesse alla «educazio- ne religiosa di fede musulmana che non ammette figli educati da coppie omosessuali». Divisi i commenti. Sconcerto dalla Cei: «Non si può costruire una civiltà attraverso le senten- ze dei tribunali», avverte monsi- gnor Domenico Sigalini, presi- dente della commissione per il Laicato. «A questo bambino il meglio che l’umanità possa da- re sono un papà e una mam- ma», fa notare ancora, citando a riprova «molti studi», e le «difficoltà che hanno i bambini che perdono l’una delle due fi- gure». Paola Binetti, Udc, ag- giunge: le «coppie gay non han- no alcuna garanzia di vincolo stabile». «Stop alle odiose menzo- gne» esultano le associazioni gay. Flavio Romani dell’Arcigay ricorda «che già oggi in Italia esistono migliaia di figli di cop- pie omosessuali discriminati». E i radicali invitano i candidati «a prendere nota della senten- za». Opinioni diverse nel Pdl. Maurizio Lupi censura l’«attac- co alla famiglia per via giudizia- ria già respinto dai cittadini ita- liani in altre occasioni», mentre Giancarlo Galan chiede alla po- litica di «non tornare indietro». Per Ignazio Marino, del Pd, «la conoscenza scientifica deve contribuire ad eliminare certi tabù». Chiede di tutelare di più le coppie di fatto, ma è contra- rio alle adozioni per i gay, Corra- do Passera. Mentre l’idv Patri- zia Bugnano auspica «una leg- ge sulle adozioni gay». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA La Cassazione sulle famiglie gay «I danni per i figli? Pregiudizi» Sconcerto dei vescovi: la civiltà non si costruisce nei tribunali Nuoto e catechismo, la vita «arcobaleno» Due mamme: le maestre con noi sono gentili. Un padre: i nostri ragazzini tanto amati La Corte Suprema in Italia e le sentenze Io e la mia compagna siamo infermiere, cerchiamo di avere turni opposti così se manca una in casa c’è l’altra ❜❜ Per adesso nessuno chiede dov’è la mamma. Quando sarà il momento, rintracceremo la donatrice ❜❜ La Suprema Corte «I danni vanno dimostrati. Ci vogliono certezze scientifiche e dati di esperienza» Le reazioni L’Arcigay: «È una sentenza storica» Gasparri e Binetti: «Grave e pericolosa» Papà e papà Il giornalista Claudio Rossi Marcelli con il marito Manlio e i loro tre figli, Clelia, Maddalena e Bartolomeo, a Ginevra, in Svizzera (foto di Mario Conti) Cronache Il sistema anglosassone e le ricadute La Corte di Cassazione ha il compito di assicurare l’interpretazione uniforme delle leggi. Le sue sentenze costituiscono un criterio orientatore della giurisprudenza, sono dei precedenti di cui i giudici non possono non tener conto pur non essendo vincolanti e facendo stato solo tra le parti coinvolte nel singolo processo. MILANO — Lisa-Marie ha dieci an- ni, frequenta la quarta elementare di un paesino dell’Irpinia, ha un cane e un fratellino (arrivati in quest’ordine). Quando si è stufata di studiare piano- forte ha litigato con sua madre e le ha detto che avrebbe continuato solo se avesse potuto fare anche danza e non karate, come voleva lei. Dopo la scuola tende a correre in camera sua per gio- care e anche lì ogni tanto c’è da discu- tere, perché prima le dicono di fare i compiti. Durante una trasmissione ti- vù il conduttore aveva detto che i bam- bini che non sanno chi è il loro padre sono destinati a soffrire. Lisa-Marie era seduta sul divano. Accanto c’erano le sue due mamme, Giuseppina e Raphaelle. Una le ha chiesto: «Ti di- spiace non sapere chi è il tuo papà?». E lei: «Se non lo conosco nemmeno per- ché devo soffrire? La mia famiglia sie- te voi». Anche Arianna ha 10 anni e vive a Roma. Fa nuoto e catechismo. Per que- st’ultimo si è impuntata, tutte le ami- che faranno la prima comunione in pri- mavera e non voleva essere da meno. I genitori si sono separati quando aveva quattro anni. Il padre non l’ha presa be- ne e voleva togliere l’affido alla mam- ma. Poi i grandi si sono chiariti e han- no divorziato. Federica, la madre, ave- va conosciuto quasi subito Cecilia. Due anni fa Arianna è volata con loro a Barcellona dove «Lilli» è stata feconda- ta dei gemelli Emma e Valerio, che ora hanno 15 mesi. Il sabato, senza la scuo- la o l’asilo, fanno colazione tutti insie- me nel lettone. Federica racconta: «Io e la mia compagna siamo infermiere. Cerchiamo di avere sempre i turni op- posti in modo che se manca una, in ca- sa c’è l’altra. Ci sentiamo una famiglia normale, le maestre sono gentili, an- diamo a prendere i bambini senza biso- gno di delega. La tragedia è che non ci sono diritti. Se ci succede qualcosa l’al- tra non può fare niente». Due madri o due padri, le famiglie arcobaleno. Con oltre centomila figli secondo le stime di Arcigay e l’Istituto superiore di sanità ferme al 2005: il 17,7% dei gay e il 20,5% delle lesbiche con più di 40 anni ha prole, e il 49% delle coppie omosessuali la vorrebbe. A sentir loro, più che gli studi scientifi- ci (perlopiù americani) a garanzia di una crescita serena conta la quotidianità. Ammette Walter, 48 an- ni, direttore di una cooperativa sociale a Livorno: «Il dubbio di aver fatto per loro la cosa giusta mi sfiora eccome. Io e Mario abbiamo tre figli, il primo ha due anni e mezzo, i gemelli uno. Ci ha aiutato conoscere e frequentare altri genitori come noi. E ci confortano i colloqui positivi al nido. Abbiamo dei parametri di riferimento: da come i piccoli si svegliano, a come e quanto piangono. Ci sembrano sereni. Abbia- mo mantenuto un rapporto con la "ge- statrice di sostegno". Dal punto di vi- sta sociale non c’è nessun problema. Dal punto di vista legale sì. Ma i bambi- ni sono cittadini americani, e lì siamo riconosciuti entrambi come padri. In Italia abbiamo dovuto prendere delle tutele, come la nomina dell’ammini- stratore di sostegno in caso di morte o di incapacità di intendere e di volere». Claudio Rossi Marcelli è un giornali- sta di Internazionale, dove risponde ai lettori nella rubrica Dear daddy raccon- tando di sé, del suo compagno, Manlio, e dei loro tre bambini: vivono insieme a Ginevra. A dicembre aveva scritto: «Con tre figli la logistica è deci- samente più complicata: per allacciare le cinture dei tre seggiolini stipati uno accanto all’altro sul sedile servirebbe- ro delle manine di fata, non certo quel- le di due papà. Non è più possibile di- vidersi un figlio ciascuno: in aereo io mi gestisco il piccolo e mio marito le gemelle». In un libro (Hello daddy!, Mondadori) ha descritto la sua vita ar- cobaleno. Con ironia al telefono con- fessa: «Tre figli lasciano poco tempo per ragionamenti filosofici, stiamo più attenti a cambiare pannolini e a evitare che uno di loro finisca sotto un’auto». Le difficoltà future? «Ci ab- biamo stra-pensato, ora vorremmo di- menticarci di essere genitori gay. La differenza tra noi e molti altri eteroses- suali è che i nostri figli non possono mai nascere per un "incidente": arriva- no dopo tante riflessioni. Di sicuro, so- no molto amati». Tommaso Giartosio ha spiegato a Lia, la sua primogenita nata nel 2006 in California, che per metterla al mon- do sono stati necessari un seme, un ovetto e una pancia. Il papà aveva solo il seme, l’ovulo lo ha donato una don- na e un’altra, Nancy, ha fatto crescere in pancia prima Lia e, nel 2008, il suo fratellino Andrea. Prosegue Tommaso: «Nancy ha fatto anche da testimone di nozze a me e a Franco. Veniamo chia- mati entrambi "papà", o Papacco e Patò. Per adesso nessuno chiede dov’è la mamma. Quando sarà il momento, rintracceremo la donatrice». Giuseppina La Delfa, la mamma le- gale della Lisa-Marie che vive in Irpi- nia, è presidente dell’associazione Fa- miglie Arcobaleno. Conclude: «Non siamo tanto diverse dagli altri. La no- stra vita di madri è fatta per il 90 per cento di incombenze. Con qualche complicazione in più». Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA La decisione e la mancanza di studi certi L’affido e il ricorso del padre La sentenza Sconfitto il marito islamico che a Brescia voleva sottrarre il bimbo all’ex moglie lesbica 18 Sabato 12 Gennaio 2013 Corriere della Sera #

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I racconti La quotidianità fra pannolini, compiti, colazioni nel lettone

Common Law

I motivi

da 6 a 14 milioni

i bambini con genitori gay

NEGLI USA

I numeri

Ha un figlio il:

Con più di 40 anni

17,7% 20,5%dei gay delle lesbiche

Se si considerano tutte le fasce d’età, sono genitori un gay o una lesbica ogni 20

IN ITALIA

100.000bambini in Italia hanno almeno un genitore gay

49%delle coppie gay italiane vuole avere un figlio

2coppie a

settimana

si iscrivono

alle

Famiglie

Arcobaleno

Il caso

La vicenda

Se nei Paesi in cui la Cassazioneè il tribunale di ultima istanza(Italia, Francia, Belgio) lepronunce non sono vincolantiche per il giudizio al quale siriferiscono, negli Stati basatisulla Common Law (Inghilterra,Usa, Australia) ogni decisionepresa dai giudici supremi difatto vincola i giudici di tutti glialtri casi

Il diritto

Nella sentenza la Cassazionestabilisce invece che è un «meropregiudizio» sostenere che «siadannoso per l’equilibrato sviluppodel bambino il fatto di vivere conuna coppia omosessuale». Ilricorso del padre viene quindirespinto, dopo aver evidenziatoche alla base delle lamentele«non sono poste certezzescientifiche o dati di esperienza»

Il caso concreto deciso ieri è quellodi un musulmano che aveva avutoun figlio con una donna italiana(poi andata a convivere conun’altra donna) e aveva contestatol’esclusivo affidamento del figlioalla madre da parte della Corted’appello di Brescia, sostenendoche per il bimbo potevano esserci«ripercussioni negative». L’uomoha citato l’art. 29 della Costituzione

ROMA — Non basta il «meropregiudizio»: che sia «dannosoper l’equilibrato sviluppo delbambino il fatto di vivere inuna famiglia incentrata su unacoppia omosessuale va dimo-strato». Con questa motivazio-ne, la prima sezione civile dellaCorte di cassazione ha respintoil ricorso di un immigrato isla-mico, residente a Brescia, con-tro l’affidamento esclusivo delfiglio alla madre: una ex tossico-dipendente che lo aveva lascia-to per convivere con una educa-trice, conosciuta in comunitàdi recupero.

Una sentenza che scatena rea-zioni opposte. Festeggiata co-me «storica» dalle associazionigay. Avversata come «grave epericolosa» dal pdl MaurizioGasparri e dalla capolista mon-tiana Paola Binetti. E salutatacome «riconoscimento di unprincipio di civiltà» dal candi-dato pd Ignazio Marino.

In realtà i giudici non si sbi-lanciano. Restano al caso singo-lo del bambino conteso, cheaveva assistito a un episodio diviolenza compiuto dal padre aidanni della nuova conviventedi sua mamma e ne aveva trat-to «sentimenti di rabbia» neiconfronti dell’uomo. Il quale,per giunta, si era allontanato dalui, «sottraendosi anche agli in-contri protetti», «assumendo,quindi, un comportamentonon improntato a volontà di re-cupero delle funzioni genitoria-li e poco coerente con la stessarichiesta di affidamento condi-viso». Per questo la Corte d’ap-pello di Brescia il 26 luglio 2011aveva confermato l’affidamen-to del minore alla madre (e nonalla coppia). E per questo i ma-gistrati della Suprema Cortehanno respinto il ricorso. Speci-ficando che non si può conte-stare una simile decisione sen-

za «certezze scientifiche o datidi esperienza», ma solo avan-zando il «pre-giudizio che siadannoso» dà «per scontato ciòche invece è da dimostrare, os-sia la dannosità di quel conte-sto famigliare». Le «ripercussio-ni negative» sul bambino anda-vano dunque dimostrate, fan-no notare i giudici, rimarcandola «mancanza» già «stigmatizza-ta dai giudici di Appello». Cosìcome l’obiezione che quel con-testo nuocesse alla «educazio-ne religiosa di fede musulmanache non ammette figli educatida coppie omosessuali».

Divisi i commenti. Sconcertodalla Cei: «Non si può costruireuna civiltà attraverso le senten-ze dei tribunali», avverte monsi-gnor Domenico Sigalini, presi-dente della commissione per ilLaicato. «A questo bambino ilmeglio che l’umanità possa da-re sono un papà e una mam-ma», fa notare ancora, citandoa riprova «molti studi», e le«difficoltà che hanno i bambiniche perdono l’una delle due fi-gure». Paola Binetti, Udc, ag-giunge: le «coppie gay non han-no alcuna garanzia di vincolostabile».

«Stop alle odiose menzo-gne» esultano le associazionigay. Flavio Romani dell’Arcigayricorda «che già oggi in Italiaesistono migliaia di figli di cop-pie omosessuali discriminati».E i radicali invitano i candidati«a prendere nota della senten-za». Opinioni diverse nel Pdl.Maurizio Lupi censura l’«attac-co alla famiglia per via giudizia-ria già respinto dai cittadini ita-liani in altre occasioni», mentreGiancarlo Galan chiede alla po-litica di «non tornare indietro».Per Ignazio Marino, del Pd, «laconoscenza scientifica devecontribuire ad eliminare certitabù». Chiede di tutelare di piùle coppie di fatto, ma è contra-rio alle adozioni per i gay, Corra-do Passera. Mentre l’idv Patri-zia Bugnano auspica «una leg-ge sulle adozioni gay».

Virginia Piccolillo© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Cassazione sulle famiglie gay«I danni per i figli? Pregiudizi»Sconcerto dei vescovi: la civiltà non si costruisce nei tribunali

Nuoto e catechismo, la vita «arcobaleno»Due mamme: le maestre con noi sono gentili. Un padre: i nostri ragazzini tanto amati

La Corte Supremain Italiae le sentenze

Io e la mia compagnasiamo infermiere,cerchiamo di avere turniopposti così se mancauna in casa c’è l’altra

❜❜Per adesso nessunochiede dov’è la mamma.Quando sarà ilmomento, rintracceremola donatrice

❜❜

La Suprema Corte«I danni vannodimostrati. Ci voglionocertezze scientifichee dati di esperienza»

Le reazioniL’Arcigay:«È una sentenza storica»Gasparri e Binetti:«Grave e pericolosa»

Papà e papà Il giornalista Claudio Rossi Marcelli con il marito Manlio e i loro tre figli, Clelia, Maddalena e Bartolomeo, a Ginevra, in Svizzera (foto di Mario Conti)

Cronache

Il sistemaanglosassonee le ricadute

La Corte di Cassazione ha ilcompito di assicurarel’interpretazione uniforme delleleggi. Le sue sentenzecostituiscono un criterioorientatore della giurisprudenza,sono dei precedenti di cui igiudici non possono non tenerconto pur non essendo vincolantie facendo stato solo tra le particoinvolte nel singolo processo.

MILANO — Lisa-Marie ha dieci an-ni, frequenta la quarta elementare diun paesino dell’Irpinia, ha un cane eun fratellino (arrivati in quest’ordine).Quando si è stufata di studiare piano-forte ha litigato con sua madre e le hadetto che avrebbe continuato solo seavesse potuto fare anche danza e nonkarate, come voleva lei. Dopo la scuolatende a correre in camera sua per gio-care e anche lì ogni tanto c’è da discu-tere, perché prima le dicono di fare icompiti. Durante una trasmissione ti-vù il conduttore aveva detto che i bam-bini che non sanno chi è il loro padresono destinati a soffrire. Lisa-Marieera seduta sul divano. Accanto c’eranole sue due mamme, Giuseppina eRaphaelle. Una le ha chiesto: «Ti di-spiace non sapere chi è il tuo papà?». Elei: «Se non lo conosco nemmeno per-ché devo soffrire? La mia famiglia sie-te voi».

Anche Arianna ha 10 anni e vive aRoma. Fa nuoto e catechismo. Per que-st’ultimo si è impuntata, tutte le ami-che faranno la prima comunione in pri-mavera e non voleva essere da meno. Igenitori si sono separati quando avevaquattro anni. Il padre non l’ha presa be-ne e voleva togliere l’affido alla mam-ma. Poi i grandi si sono chiariti e han-

no divorziato. Federica, la madre, ave-va conosciuto quasi subito Cecilia.Due anni fa Arianna è volata con loro aBarcellona dove «Lilli» è stata feconda-ta dei gemelli Emma e Valerio, che orahanno 15 mesi. Il sabato, senza la scuo-la o l’asilo, fanno colazione tutti insie-me nel lettone. Federica racconta: «Ioe la mia compagna siamo infermiere.Cerchiamo di avere sempre i turni op-posti in modo che se manca una, in ca-sa c’è l’altra. Ci sentiamo una famiglianormale, le maestre sono gentili, an-diamo a prendere i bambini senza biso-gno di delega. La tragedia è che non cisono diritti. Se ci succede qualcosa l’al-tra non può fare niente».

Due madri o due padri, le famigliearcobaleno. Con oltre centomila figlisecondo le stime di Arcigay e l’Istituto

superiore di sanità ferme al 2005: il17,7% dei gay e il 20,5% delle lesbichecon più di 40 anni ha prole, e il 49%delle coppie omosessuali la vorrebbe.A sentir loro, più che gli studi scientifi-ci (perlopiù americani) a garanzia diu n a c r e s c i t a s e r e n a c o n t a l aquotidianità. Ammette Walter, 48 an-ni, direttore di una cooperativa socialea Livorno: «Il dubbio di aver fatto perloro la cosa giusta mi sfiora eccome. Ioe Mario abbiamo tre figli, il primo hadue anni e mezzo, i gemelli uno. Ci haaiutato conoscere e frequentare altrigenitori come noi. E ci confortano icolloqui positivi al nido. Abbiamo deiparametri di riferimento: da come ipiccoli si svegliano, a come e quantopiangono. Ci sembrano sereni. Abbia-mo mantenuto un rapporto con la "ge-statrice di sostegno". Dal punto di vi-sta sociale non c’è nessun problema.Dal punto di vista legale sì. Ma i bambi-ni sono cittadini americani, e lì siamoriconosciuti entrambi come padri. InItalia abbiamo dovuto prendere delletutele, come la nomina dell’ammini-stratore di sostegno in caso di morte odi incapacità di intendere e di volere».

Claudio Rossi Marcelli è un giornali-sta di Internazionale, dove risponde ailettori nella rubrica Dear daddy raccon-

tando di sé, del suo compagno,Manlio, e dei loro tre bambini: vivonoinsieme a Ginevra. A dicembre avevascritto: «Con tre figli la logistica è deci-samente più complicata: per allacciarele cinture dei tre seggiolini stipati unoaccanto all’altro sul sedile servirebbe-ro delle manine di fata, non certo quel-le di due papà. Non è più possibile di-vidersi un figlio ciascuno: in aereo iomi gestisco il piccolo e mio marito legemelle». In un libro (Hello daddy!,Mondadori) ha descritto la sua vita ar-cobaleno. Con ironia al telefono con-fessa: «Tre figli lasciano poco tempoper ragionamenti filosofici, stiamopiù attenti a cambiare pannolini e aevitare che uno di loro finisca sottoun’auto». Le difficoltà future? «Ci ab-biamo stra-pensato, ora vorremmo di-

menticarci di essere genitori gay. Ladifferenza tra noi e molti altri eteroses-suali è che i nostri figli non possonomai nascere per un "incidente": arriva-no dopo tante riflessioni. Di sicuro, so-no molto amati».

Tommaso Giartosio ha spiegato aLia, la sua primogenita nata nel 2006in California, che per metterla al mon-do sono stati necessari un seme, unovetto e una pancia. Il papà aveva soloil seme, l’ovulo lo ha donato una don-na e un’altra, Nancy, ha fatto crescerein pancia prima Lia e, nel 2008, il suofratellino Andrea. Prosegue Tommaso:«Nancy ha fatto anche da testimone dinozze a me e a Franco. Veniamo chia-mati entrambi "papà", o Papacco ePatò. Per adesso nessuno chiede dov’èla mamma. Quando sarà il momento,rintracceremo la donatrice».

Giuseppina La Delfa, la mamma le-gale della Lisa-Marie che vive in Irpi-nia, è presidente dell’associazione Fa-miglie Arcobaleno. Conclude: «Nonsiamo tanto diverse dagli altri. La no-stra vita di madri è fatta per il 90 percento di incombenze. Con qualchecomplicazione in più».

Elvira Serra@elvira_serra

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La decisionee la mancanzadi studi certi

L’affidoe il ricorsodel padre

La sentenza Sconfitto il marito islamico che a Brescia voleva sottrarre il bimbo all’ex moglie lesbica

18 Sabato 12 Gennaio 2013 Corriere della Sera#

Page 2: Ha un glio il: LaCassazionesullefamigliegay ... · Nella sentenza la Cassazione stabilisce invece che è un «mero pregiudizio» sostenere che «sia ... Per Ignazio Marino, del Pd,

EMANUELE LAMEDICA

i gay che non nascondono

il proprio orientamento

sessuale in alcun ambito sociale

41%i gay che

sono cattolici

60,7%

400

48,9%

i membri

delle Famiglie

Arcobaleno,

l’80% sono donne

delle

donne gay

vive in coppia

a fronte del 45,7%

dei maschi

facoming out

solo congli amici

16,5%

41%i gay che

sono cattolici

i gay che non nascondono

il proprio orientamento sessuale

in alcun ambito sociale

Fonti: dati presi dalla ricerca Modi-di condotta da Arcigay con il sostegno dell’Istituto superiore di Sanità - Ilga

1 milionedi genitori gay

IN GERMANIA

200 milabambini hanno almeno un genitore gay

IN FRANCIA

UsaDodici Stati permettono l’adozione alle coppie gay. Altri invece la vietano

CanadaL’adozioneper le coppie omosessualiè previstadal 2005

IsraeleDue gay unitiin matrimonio possono adottare dal 2008

IslandaLe coppie omosessuali possono adottare a partire dall’anno scorso

FranciaPossono adottarei singoli, ma nonle coppie unitedai Pacs. A fine gennaio la legge potrebbe cambiare

GermaniaÈ vietato a uno dei due partner gay adottare i figli già adottati in precedenza dal compagno

Gran BretagnaL’adozione è diventata legale con l’«Adoption and Children Act» del 2002e del 2007

Come funzionanegli altri Paesi

In cattedraCesare Mirabelli,70 anni (nellafoto), è presidenteemerito dellaCorteCostituzionale.Professoreordinario di dirittoecclesiasticosia all’Universitàdi Roma TorVergata, siaall’UniversitàEuropea di Roma,insegna anchediritto

costituzionalealla PontificiaUniversitàLateranense.Inoltre ricoprela caricadi consiglieregenerale pressolo Stato dellaCittà del Vaticano

Alla ConsultaMirabelli è statopresidentedella Cortecostituzionale dal23 febbraio 2000al 21 novembre2000 evicepresidente delConsigliosuperiore dellamagistratura dal1986 al 1990

ROMA — «Guardi che, perquello che ho potuto leggere del-la sentenza, bisogna stare attentia generalizzare: ci si è subito tuf-fati a contestare o, al contrario,ad affermare che la sentenza le-gittima la filiazione o l’adozionedelle coppie gay. Ma, mi creda,così non è».

Getta acqua sul fuoco CesareMirabelli, presidente emerito del-la Corte costituzionale, illustregiurista cattolico.

In che senso la sentenza dellaCassazione non è una legittima-zione alla filiazione delle cop-pie omosessuali?

«Innanzitutto, la sentenza ri-guarda un caso concreto, quellodi un minore che era già stato af-fidato in via esclusiva alla ma-dre. Questo già ci deve far inter-rogare sui motivi che avevanospinto il giudice a decidere inquesto senso, e quindi ad esclu-dere il padre. Ma c’è un secondomotivo per cui la Cassazione hadeciso di lasciare il minore allamadre».

Quale?«Non è stato per niente dimo-

strato dal padre che si era creatoo si sarebbe potuto creare un dan-no al minore per il fatto stesso diessere allevato in una casa dovela madre convive con un’altradonna. Insomma, ha detto la Cas-sazione, il fatto in sé e per sé nonpuò essere usato contro la ma-dre, perché se così fosse si tratte-rebbe di un "pregiudizio" di tipoculturale del padre, musulmano,un pregiudizio di tipo omofobi-co. Quindi, dal punto di vista giu-ridico si tratta di un tipico casodi assenza di prova del danno daparte del padre. Non si può giudi-care in astratto l’inidoneità edu-cativa della madre, questo ha sen-tenziato la Cassazione».

Allora, tanto rumore per nul-la?

«Vista il tipo di materia e vistoil periodo pre-elettorale si sonoimmediatamente scatenati i fron-ti opposti. Eppure non si tratta diquesto. Bisogna assolutamenteevitare in casi del genere il ri-schio mediatico di ritenere che lasentenza sia interpretata o comeuna legittimazione in sé della fi-liazione o dell’adozione da partedelle coppie omosessuali. O co-

me un attacco alla famiglia natu-rale costituita da un uomo e dauna donna».

Il rischio di un’interpretazio-ne distorta è solo mediatico oanche ideologico?

«Direi che c’è un rischio ideolo-gico e anche rischio politico deri-vante da una interpretazione amio parere assolutamente nongiustificata della sentenza».

Un rischio politico? Ci spie-ghi.

«È stata compiuta una vera epropria torsione della decisioneper cui — a livello ideologico —si è parlato del riconoscimentoda parte della Cassazione del di-ritto alla filiazione o adozionenel contesto di coppie omoses-suali. E sul piano politico si èchiesto di conseguenza, o addirit-tura si è pretesa, una disciplinanormativa che generalizzi per tut-

ti questo presun-to riconoscimen-to giurispruden-ziale. Invece, laCassazione nonha espresso nes-sun orientamen-to giurispruden-ziale in tal senso:questo deve esse-re chiaro».

Se la Cassazio-ne non ha sanci-to il diritto alla fi-

liazione da parte di coppie gay,che cosa ha deciso, in realtà?

«Il diritto della madre a non ve-dersi sottratto il figlio solo a mo-tivo della sua scelta omosessua-le: non basta invocare un dannopresunto al figlio. E ha sancito ildiritto del minore a rimanere nel-la sua situazione che, fino a pro-va contraria, era stata giudicatala migliore per lui. Tutto qui. Népiù né meno. Ma da questo a di-re che la sentenza ha dato il vialibera ai figli delle coppie gay, cene corre. La Cassazione ha solodeciso su un caso concreto. Que-sto tipo di problematiche nonpossono essere affrontate, per di-re così, a caldo, generalizzandocasi specifici e senza approfondi-re ogni aspetto di carattere psico-logico e sociale».

M. Antonietta Calabrò@maria_mcalabro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mirabelli: interpretazioni pre-elettorali

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Da un francese su due «sì» alle nozze omosessuali

In Veneto

Qualunque cosa pur di rive-dere sua sorella. Anche «ruba-re» la Mercedes Classe R delsuo padre adottivo. Anche gui-dare per più di mille chilome-tri senza fermarsi mai se nonper il carburante.

Così ha fatto un ragazzinotredicenne di origine polacca.La nostalgia per la sua fami-glia, per i suoi amichetti, per iluoghi in cui è cresciuto e, inparticolare, per la sorella conla quale aveva mantenuto uncontatto via Facebook, lo haconvinto che era arrivato il

momento di andarsene dal pa-esino del Trevigiano dove vi-ve dal 2010, dopo essere statoadottato da una coppia di im-prenditori italiani.

A dire il vero non si è tratta-to di sola nostalgia. C’è statoun motivo che ha acceso il suodesiderio di scappare: una pu-nizione per aver ricaricato il te-lefonino senza l’autorizzazionedei genitori. Il castigo decisoera il cellulare requisito perqualche giorno ed è per questoche il ragazzino, scomparso lasera di giovedì, non è stato rin-

tracciato se non nel primo po-meriggio di ieri.

Immaginando che si sareb-be diretto verso la Polonia, i ge-nitori adottivi hanno lanciatol’allarme chiedendo che fossericercato anche lungo i percor-si autostradali fra Treviso e lasua città d’origine. I carabinie-ri hanno esteso le ricerche Ol-tralpe e in effetti una pattugliadella polizia stradale tedesca loha rintracciato lungo l’autostra-da all’altezza di Moisburg, vici-no Lipsia, cioè a 200 chilome-tri dal confine polacco.

Era partito con 200 euro incontanti e i documenti. Nien-t’altro. E non si era nemmenofermato a mangiare un bocco-ne, soltanto una pausa per il ri-

fornimento dell’auto. Capellibiondi e occhi azzurri, il ragaz-zetto può contare su una gran-de abilità alla guida perché ap-passionato di motori e di gokart. E poi dimostra molti piùanni dei suoi tredici, quindinessuno si è insospettito in-crociandolo al volante dellaMercedes prima che imboccas-se l’autostrada in Italia, né lohanno fatto i gestori della sta-

zione di servizio dove ha fattotappa per il rifornimento.

Ha tirato dritto per tutta lanotte, insonne e determinatocome non mai. Destinazione:il paese dove ha vissuto finoal 2010 quando i suoi nuovigenitori sono andati a pren-derlo dall’istituto in cui vive-va per portarlo in Italia. «Sap-piamo che qui ha molti amici,che a scuola va bene e che non

ha mai avuto problemi di inte-grazione» dice Eleonora Spa-dati, comandante della Com-pagnia dei carabinieri di Mon-tebelluna che ha dato il via al-le ricerche. «I genitori eranocosì felici quando gli abbiamodetto che era stato ritrovato...Per fortuna è andato tutto be-ne ma c’era di che essere in an-sia perché in casi come questinon sai mai come può andarea finire».

Felici, dopo una notte inbianco passata a rimproverar-si inutilmente per quella puni-zione e a pregare che non glifosse successo nulla. Sono par-titi ieri pomeriggio per la Ger-mania, per gli abbracci e i ba-ci, e per farsi promettere che

non lo faccia mai più perché«è stato un tormento». «Gra-zie a tutti per averci aiutato»sono riusciti a dire emoziona-ti prima di mettersi in viaggioper la Germania. «Saperlo sa-no e salvo è stato per noi ilpiù grande sollievo di tutta lavita».

Prima di «rubare» la Merce-des del padre, pare che il ra-gazzino abbia cancellato il suoprofilo Facebook. Forse per-ché nei post c’era qualche indi-cazione che poteva renderlorintracciabile o magari perchéaveva scambiato messaggicon qualcuno che può averloaiutato a organizzare il pianodi fuga e l’accoglienza in Polo-nia. Di questo si stanno occu-pando i carabinieri mentre luiè di nuovo al sicuro.

Giusi Fasano@GiusiFasano

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La storia Fermato in Germania. Voleva raggiungere in Polonia la sorella naturale con cui si teneva in contatto via Facebook

Aveva con sé 200 euroe i documenti: una solasosta per il rifornimentodi carburante

Più della meta dei francesi voterebbe sì in caso direferendum sul matrimonio gay. Lo dicono due sondaggipubblicati alla vigilia della manifestazione contro lenozze omosessuali in programma domani a Parigi, per laquale sono attese migliaia di persone. Secondo l’istitutoTns, in caso di referendum il 52% dei francesi voterebbe afavore del progetto di legge sul matrimonio e l’adozioneda parte di coppie gay. Un sondaggio Isop, invece,registra un 60% di pareri favorevoli al matrimonioomosessuale ma solo un 46% di sì all’adozione per lecoppie omosessuali. Il testo del progetto di legge cheapre al diritto per le coppie omosessuali al matrimonio eall’adozione dovrà essere esaminato dall’Assembleanazionale francese a partire dal 29 gennaio e poi passeràal Senato. Per domani a Parigi sono previsti tre cortei, imanifestanti sono stati invitati a vestirsi in «blu, bianco erosa» e portare in mano il Codice civile.

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Domani a Parigi la marcia dei contrari

Lo studioso

Dal 2010 vivenel Trevigianocon una coppiad’imprenditori italiani

«È una decisionesul caso singoloNon va politicizzata»

I contrari Manifesti che annunciano il corteo di domani a Parigi

Alla guida per mille chilometridopo una lite con i genitori

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19CronacheCorriere della Sera Sabato 12 Gennaio 2013

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