ha rinunciato al finanziamento pubblic o Nuovi caporali ... · descrivere la loro condizione. §...

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Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico €1, 40 Anno 94 n. 43 Venerdì, 24 Febbraio 2 0 17 unita.tv y(7HD9B7*KKMKKT( +/!z!$!?!& L’uscita di “Jackie” , il film di Pablo Larraín con Natalie Portman, è l’occasione per raccontare le storie e i ruoli anche delle altre signore di ferro immortalate dal cinema Crespi P. 12 Nuovi caporali, soliti sfruttatori Paola Clemente era stata uccisa dalla fatica. Arrestate sei persone grazie alla nuova legge I pm: caporalato nascosto nell’agenzia di lavoro interinale. 430mila i lavoratori sfruttati P. 2-3 Susanna Camusso C on una lunga stagione di lotta abbiamo conquistato la legge sul caporalato e l'intermediazione illecita di manodopera (prima inopinatamente cancellata dal nostro ordinamento). Le forze dell'ordine e della Procura svolgono le inchieste e procedono, e la cronaca di questi giorni plaude alla loro opera: si arrestano i caporali mascherati da agenzia interinale, si scoprono i braccianti rumeni ridotti in schiavitù. Il racconto di un'indagine complessa, che si è scontrata con l'omertà e soprattutto la paura delle braccianti a raccontare e descrivere la loro condizione. È una paura che ben conosciamo, la paura della disperazione, dell'assenza di lavoro, del bisogno. Quella che ti fa apparire “male minore” lo sfruttamento, l’ingiustizia e la rassegnazione al lavoro nero. Quella paura che fa sì che tutto diventi sopravvivenza, non vita, non lavoro e dignità. Rassegnazione alimentata dai tanti che invocano i lavoretti, la precarietà, che non hanno mai la forza di mettersi nei panni di chi non fa dichiarazioni ma ogni giorno subisce la via crucis del caporale, l'umiliazione delle buste paga decurtate, l'incertezza della “chiamata” il giorno dopo. Quella condizione che ha visto morire di fatica Paola Clemente e che ha visto l'ostinazione della famiglia e della Flai Cgil affinché ci si rendesse conto che era vittima di caporalato. Provare a infrangere quel muro di paura che porta all'omertà è la ragione del sindacato di strada, delle Tende Rosse, dell’essere tra loro: braccianti, uomini e donne, italiani e stranieri. Abbiamo sentito voci che usano la logica dei grandi numeri per dire: “Sono pochi, percentuali minori; perché affannarsi su questo, che getta cattiva luce sul Paese e sull'agricoltura”. Abbiamo sentito chi, continuando a contrastare la legge sul caporalato, dice: “Così si getta discredito sulle imprese sane, si dà un'idea di illegalità diffusa”. Purtroppo non è vero che sono pochi, ma se così fosse, anche una sola persona sfruttata e ricattata sarebbe insopportabile per un Paese civile, libero e democratico. Per questo va respinta la logica dei numeri e scelta, invece, quella del risolvere, del contrastare, del condannare. L'illegalità diffusa c'è, per questo vorremmo vedere le aziende sane in prima fila a denunciare e contrastare chi oltre a ledere la dignità delle persone, esercita concorrenza sleale ed alimenta i circuiti della criminalità. Per questo non ci fermiamo, bisogna applicare la legge, riconquistare la fiducia di lavoratrici e lavoratori che si sentono prigionieri. È necessario tradurre gli impegni presi nei protocolli e togliere gli alibi: organizzare trasporti leciti, trasparenti, controllati dal pubblico e un collocamento senza intermediari, applicare i contratti e sconfiggere l'idea del salario di piazza. Staino Roberto Roscani T ra due mesi sapremo. Il 23 aprile vota la Francia e scioglierà il primo dei grandi nodi europei. Fino a ieri i sondaggi ci dicevano che Marine Le Pen sarebbe arrivata prima al primo turno ma che avrebbe perso la sfida contro tutti i possibili migliori secondi. Venti punti la distanziavano dal repubblicano conservatore Fillon, trenta addirittura dal riformista Macron. Ora questo vantaggio si va assottigliando anche se il quadro sta subendo ancora dei mutamenti. Bayrou, che per gli schemi francesi potremmo descrivere come un centrista con un occhio a sinistra, aveva sempre concorso in passato per le presidenziali portando a casa tra il 9 e il 6%, stavolta ha deciso di non tentare la corsa solitaria e di appoggiare Macron, il socialista atipico, il «Renzi francese» come l’avevano raccontato i giornali, l’uomo che ha lasciato il Ps per fondare un suo movimento «En Marche», in marcia. Così Macron prende vantaggio come miglior secondo. E i socialisti? Stanno dietro e si tolgono voti a vicenda Hamon premiato dalle primarie non è riuscito a ricucire con Jean-Luc Mélenchon il giacobino che se n’è andato dal partito socialista qualche anno fa, ha inglobato i comunisti e corre da solo. Segue a pag 8 Oggi Direzione sulle regole: discussione ancora aperta sulla data delle primarie No ai populismi e alle destre ma senza inseguirli perché altrimenti vinceranno loro. Così, per «fare il Pd» e non il capo- corrente della sinistra interna, il mini- stro ministro Orlando si candida alla se- greteria del partito. Oggi la Direzione sul- le regole. Lombardo - Zegarelli P. 4-5 La sfida di Orlando: «Vinco il congresso e cambio il Pd» Radar Cosa c’è dietro il crowdfunding che alimenta musica, teatro, documentari, arte, fotografia (etc) De SanctisP. 13 I veri numeri del jobs act Marco Leonardi - Tommaso Nannicini D all’introduzione del Jobs Act la variazione netta sul totale dei rapporti di lavoro subordinato è positiva per oltre 967 mila unità. Considerando i soli contratti a tempo indeterminato il saldo supera il milione. P. 11 Cancelliamo sfruttamento e schiavitù Il male francese della sinistra L’INTERVISTA Calise: ora fra i democratici si apre un vero confronto Cundari P. 5 Stadio Roma: Raggi riapre la trattativa Oggi l’incontro decisivo dopo lo stop di Grillo. Pesa il timore di cause. Solani P. 7 Ve n t ’anni di galera per non aver commesso il fatto L’intercettazione era stata trascritta male e il giorno del delitto era da tutt’altra parte, ma un “pentito” lo accusava. Così Angelo Massaro è stato condannato per un omicidio mai commesso e messo in galera. Ci è entrato che aveva 29 anni. Oggi ne ha 55 ed è innocente Via libera alla riforma Madia: assunzioni dei precari storici Lavoro: con meno sgravi calano i contratti a tempo indeterminato. P. 6

Transcript of ha rinunciato al finanziamento pubblic o Nuovi caporali ... · descrivere la loro condizione. §...

Fondata daAntonio Gramscinel 1924

Questo giornaleha rinunciatoal finanziamentopubblic o

l€1, 40

Anno 94 n. 43Venerdì, 24 Febbraio 2 0 17

unita .tv

y(7HD

9B7*KK

MKKT( +

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&

L’uscita di “Ja ck i e” , il film di PabloLarraín con Natalie Portman, èl’occasione per raccontare le storie ei ruoli anche delle altre signore di ferroimmortalate dal cinema Crespi P. 12

Nuovi caporali, soliti sfruttatoril Paola Clemente era stata uccisa dalla fatica. Arrestate sei persone grazie alla nuova leggel I pm: caporalato nascosto nell’agenzia di lavoro interinale. 430mila i lavoratori sfruttati P. 2-3

Susanna Camusso

Con una lunga stagione dilotta abbiamo conquistatola legge sul caporalato el'intermediazione illecitadi manodopera (primai n o p i n a t a m e n te

cancellata dal nostro ordinamento). Leforze dell'ordine e della Procura svolgonole inchieste e procedono, e la cronaca diquesti giorni plaude alla loro opera: siarrestano i caporali mascherati daagenzia interinale, si scoprono ibraccianti rumeni ridotti in schiavitù. Ilracconto di un'indagine complessa, che siè scontrata con l'omertà e soprattutto lapaura delle braccianti a raccontare edescrivere la loro condizione. È una paurache ben conosciamo, la paura delladisperazione, dell'assenza di lavoro, delbisogno. Quella che ti fa apparire “malem i n o re” lo sfruttamento, l’ingiustizia e larassegnazione al lavoro nero. Quellapaura che fa sì che tutto diventisopravvivenza, non vita, non lavoro edignità. Rassegnazione alimentata daitanti che invocano i lavoretti, laprecarietà, che non hanno mai la forza dimettersi nei panni di chi non fadichiarazioni ma ogni giorno subisce lavia crucis del caporale, l'umiliazione dellebuste paga decurtate, l'incertezza della“c h i a m a t a” il giorno dopo. Quellacondizione che ha visto morire di faticaPaola Clemente e che ha vistol'ostinazione della famiglia e della FlaiCgil affinché ci si rendesse conto che eravittima di caporalato. Provare ainfrangere quel muro di paura che portaall'omertà è la ragione del sindacato distrada, delle Tende Rosse, dell’essere traloro: braccianti, uomini e donne, italiani estranieri. Abbiamo sentito voci che usanola logica dei grandi numeri per dire: “S onopochi, percentuali minori; perchéaffannarsi su questo, che getta cattiva lucesul Paese e sull'agricoltura”. Abbiamosentito chi, continuando a contrastare lalegge sul caporalato, dice: “Così si gettadiscredito sulle imprese sane, si dàun'idea di illegalità diffusa”. Purtropponon è vero che sono pochi, ma se cosìfosse, anche una sola persona sfruttata ericattata sarebbe insopportabile per unPaese civile, libero e democratico. Perquesto va respinta la logica dei numeri escelta, invece, quella del risolvere, delcontrastare, del condannare. L'illegalitàdiffusa c'è, per questo vorremmo vederele aziende sane in prima fila a denunciaree contrastare chi oltre a ledere la dignitàdelle persone, esercita concorrenza slealeed alimenta i circuiti della criminalità. Perquesto non ci fermiamo, bisognaapplicare la legge, riconquistare la fiduciadi lavoratrici e lavoratori che si sentonoprigionieri. È necessario tradurre gliimpegni presi nei protocolli e togliere glialibi: organizzare trasporti leciti,trasparenti, controllati dal pubblico e uncollocamento senza intermediari,applicare i contratti e sconfiggere l'ideadel salario di piazza.

St aino

Roberto Roscani

Tra due mesi sapremo. Il 23aprile vota la Francia escioglierà il primo deigrandi nodi europei. Fino a

ieri i sondaggi ci dicevano cheMarine Le Pen sarebbe arrivataprima al primo turno ma che avrebbeperso la sfida contro tutti i possibilimigliori secondi. Venti punti ladistanziavano dal repubblicanoconservatore Fillon, trentaaddirittura dal riformista Macron.Ora questo vantaggio si vaassottigliando anche se il quadro stasubendo ancora dei mutamenti.Bayrou, che per gli schemi francesipotremmo descrivere come uncentrista con un occhio a sinistra,aveva sempre concorso in passatoper le presidenziali portando a casatra il 9 e il 6%, stavolta ha deciso dinon tentare la corsa solitaria e diappoggiare Macron, il socialistaatipico, il «Renzi francese» comel’avevano raccontato i giornali,l’uomo che ha lasciato il Ps perfondare un suo movimento «EnMarche», in marcia. Così Macronprende vantaggio come migliorsecondo. E i socialisti? Stanno dietroe si tolgono voti a vicenda Hamonpremiato dalle primarie non èriuscito a ricucire con Jean-LucMélenchon il giacobino che se n’èandato dal partito socialista qualcheanno fa, ha inglobato i comunisti ecorre da solo.

Segue a pag 8

Oggi Direzione sulle regole:discussione ancora apertasulla data delle primarie

No ai populismi e alle destre ma senzainseguirli perché altrimenti vincerannoloro. Così, per «fare il Pd» e non il capo-corrente della sinistra interna, il mini-stro ministro Orlando si candida alla se-greteria del partito. Oggi la Direzione sul-leregole. Lombardo - Zegarelli P. 4-5

La sfida di Orlando: «Vincoil congresso e cambio il Pd»

Radar Cosa c’è dietro il crowdfunding che alimenta musica, teatro, documentari, arte, fotografia (etc) De Sanctis P. 13

I veri numeridel jobs actMarco Leonardi - Tommaso Nannicini

Dall’introduzione del Jobs Actla variazione netta sul totaledei rapporti di lavoro

subordinato è positiva per oltre 967mila unità. Considerando i solicontratti a tempo indeterminato ilsaldosuperailmilione. P. 11

C ancelliamosfr uttamentoe schiavitù

Il malefrance sedella sinistra

L’IN TERVISTA

Calise: ora frai democraticisi apre un veroc onfronto

Cundari P. 5

Stadio Roma:Raggi riaprela trattativaOggi l’incontro decisivodopo lo stop di Grillo.Pesa il timore di cause.

Solani P. 7

Ve n t ’anni di galera per non aver commesso il fattoL’intercettazione era stata trascritta male e il giorno del delitto era da tutt’altra parte, maun “pe n t i t o” lo accusava. Così Angelo Massaro è stato condannato per un omicidio maicommesso e messo in galera. Ci è entrato che aveva 29 anni. Oggi ne ha 55 ed è inno ce n te

Via libera allariforma Madia:assunzioni deiprecari storici

Lavoro: con meno sgravicalano i contratti a tempoindeterminato. P. 6

l’UnitàVenerdì, 24 Febbraio 2 0 17l12 l’Unità

Venerdì, 24 Febbraio 2 0 17 l13

G

Maurizio Scaparro hadonato il suo archivio allaFondazione Cini ed entra afar parte dell'Istituto per ilteatro e il melodramma

Da Il Gladiatore ad Angeli e Demoni,da Oceans 11 a Ben Hure kolossal comeIl Padrino. Domani Cinecittà festeggia80 anni con la mostra “Pezzi da Oscar.Le sculture del Cinema”, a CastelRomano. In mostra opere d'arte epezzi unici realizzati per i film che dal

1937 sono stati girati negli storiciStudios. È un suggestivo viaggio nellamemoria di film e kolossal immortalida Non ci resta che Piangere a Gangs ofNew York, Il Nome della Rosa, IlG attopardo , L'ultimo Imperatore e Ilthe nel Deserto.

CINECIT TÀ

Per gli ottant’anni degli Studios una mostra di oggetti di scena da Oscar

Parte oggi in cinque librerie di Lecce lacampagna di donazione di libri persostenere la biblioteca dei bambini chesta per nascere nel Carcere di BorgoSan Nicola. La biblioteca è uno degliinterventi dell'Associazione FermentiLattici, che nasce per avviare un

sistema di accoglienza per i bambini espazi di condivisione insieme allapropria famiglia. La biblioteca nasceràa marzo. Fermenti Lattici lancia,dunque, una campagna di donazionedi libri per l'infanzia che andranno arifornire gli scaffali della biblioteca.

DONAZIONE DI VOLUMI

Per far nascere uno spazio di lettura per bambini nel carcere di Lecce

Esce “Jack i e”, il filmdi Larraine, ritrattodella first ladyPer l’o ccasi o n eraccontiamo in brevealtre signore di ferronarrate dal cinema

li artisti raffigurano il potere almeno dai tempi delle grot-te di Altamura. I ritratti di re, regine, nobili e divinità per-corrono tutta la storia dell’arte. Quella cinematografica,fra le arti, è una delle ultime arrivate: è nata alla fine del-l’Ottocento come ideale sintesi di tutte le discipline pree-sistenti (teatro, musica, pittura, danza, letteratura). Hacominciato subito a mettere in scena i potenti: già nel1898, in Inghilterra, viene girato un M a c b e th , primo filmshakespeariano della storia sulla coppia regale più san-guinaria e affascinante di sempre. Questo per anticipareuna conclusione: fare un film su Jacqueline Kennedy, eintitolarlo Ja ck i e , non è esattamente l’i-dea più originale del nuovo millennio.Ma per capire cos’è, Ja ck i e (da ieri nei ci-nema), vogliamo prenderla alla larga.

Vi sembreremo ossessionati (e lo sia-mo!), ma il regista che meglio di tutti hacapito come si racconta il potere senzaattingere direttamente a Shakespeare(che sul tema è la massima autoritàmondiale) e senza fare banali biografiedi personaggi storici è Stanley Kubrick.Si sa, sognava di fare un film su Napo-leone: l’ha sublimato raccontando lastoria di un arrampicatore sociale irlan-dese nell’Inghilterra del ‘700. Barr yLyn d o n . Non un film “s u l l a” Storia, mamolto semplicemente “l a” Storia. In Barry Lyndon reGiorgio III c’è, interpretato da Roger Booth in una scenaquasi comica: il protagonista (Ryan O’Neal) gli vienepresentato a corte, il re non lo nota, un Lord gli fa notareche “il signor Lyndon ha finanziato una compagnia disoldati per combattere i suoi ribelli nelle colonie ameri-c a n e” e Sua Maestà chiosa: «Bene, signor Lyndon. For-matene un’altra e andate con loro!». Questa scena, scrit-ta da un americano residente a Londra come Kubrick, èun doppio sberleffo: alla supponenza inglese e allo sta-tus dell’America come “c o l o n i a”. È un concetto sul qua-

le, tra poco, torneremo.Ciò che Kubrick capisce meglio di tutti, in Barry Lyn-

don e in altri film, è che essendo il cinema rappresenta-zione concreta delle cose deve rifarsi ad altre rappresen-tazioni preesistenti. Lady Lyndon, la splendida MarisaBerenson, è identica nel film a un famoso quadro di SirJoshua Reynolds, massimo ritrattista della nobiltà bri-tannica del ‘700. È il ritratto di Lady Skipwith (1787), nonuna regina, ma la moglie di un Lord: al secolo SelinaShirley, sposata con Sir Thomas George Skipwith, notaal suo tempo per essere una donna energica e un’accla -

mata cavallerizza. Come sempre nei di-pinti di Reynolds, il viso non conta, l’a-bito e l’acconciatura sono tutto: LadySkipwith ha una montagna di capellicotonati, un enorme cappello con na-stro azzurro, un ampio vestito biancocon una gonna gonfia. Una delle tantetoilette di Marisa Berenson in Barr yLyn d o n è identica: la bellissima model-la, nel film, pronuncia sì e no una dozzi-na di battute ed è, sostanzialmente, u-n’icona; non una donna ma un ruolo so-ciale, strumento prima dell’ascesa delmarito poi della sua rovinosa caduta.

Molti hanno notato, vedendo Ja ck i e ,che il film è essenzialmente la storia di

un tailleur. Il celebre tailleur rosa di Chanel che Jacque-line Kennedy indossava quel giorno a Dallas, e nel film èmacchiato dal sangue del marito. È il momento di direche Ja ck i e non è un film biografico: racconta solo (conqualche flash-back) i quattro giorni subito dopo Dallas,nel corso dei quali la signora Bouvier-Kennedy deve rea-lizzare di non essere più una moglie e imparare a fare lavedova. Entrambi i ruoli sono, appunto, “ruoli”: appa-renze sociali che Jackie a volte subisce, a volte gestisce.Questa è la cosa interessante del film: non il fatto cheJackie diventi un’icona ma che lo sia già, da subito, an-

che da moglie e non solo da vedova. È solo in questachiave che il film, e il personaggio, sono interessanti. Lascena più divertente è quella che ricostruisce un mo-mento topico della storia della tv americana (e dei mass-media in generale): il tour della Casa Bianca che la giova-ne first lady fa compiere a una troupe della Cbs, rico-struito in modo filologico. Viene in mente una famosabattuta (vera, a quanto pare) del film Ni xo n di Oliver Sto-ne: lo staff di Nixon osserva dietro le quinte il dibattitotelevisivo contro Kennedy, per le elezioni del 1960, e unodi loro, vedendo l’abissale differenza fra i due, dice:“Beh, per fortuna non è un concorso dib ellezza”; e un collega, più “mo derno”,ribatte: “Ne siamo sicuri?”. Con JFK eJackie alla Casa Bianca nasce di fatto lapolitica-spettacolo, e questo il film loracconta bene. Ma appena il film escedalla rappresentazione iconografica etenta di raccontare Jacqueline Kenne-dy-Bouvier come una donna in carne edossa, diventa esile, stentato, calligrafico.P e rc h é ?

Qualcuno di voi avrà notato che nonabbiamo ancora nominato il regista. ÈPablo Larrain, cileno, autore di film no-tevoli come Post mortem, No, Il club. InPost mortem faceva i conti con il golpedel 1973 e con l’omicidio di Salvador Allende, e questo èprobabilmente il motivo per cui Darren Aronofsky, regi-sta e produttore, lo ha chiamato a dirigere Ja ck i e . C’èqualcosa di sinistramente “c o l o n i a l e” nell’idea che uncileno diriga un film su commissione su un presidenteUsa assassinato, ma magari Larrain l’ha vissuta comeuna rivincita, chissà? Che gli Usa, ex colonia, siano unpaese ferocemente colonialista anche nel cinema è unfatto, che forse non c’entra con Ja ck i e . C’entra molto, in-vece, il fatto che la sceneggiatura sia firmata da NoahOppenheim: non uno sceneggiatore bensì un giornali-

Alber toC re sp i

Una moda degli ultimi anni ouno strumento alternativo edefficiente rispetto al finanzia-mento pubblico? Dopo avernetanto sentito parlare e magarianche dopo aver dato il pro-

prio contributo a uno dei tantissimi progetticulturali realizzati grazie al crowdfunding, ec-co una prima indagine che fa il punto sullepotenzialità effettive di questa pratica. Storia,numeri, piattaforme e tecniche di comunica-

zione digitale sono tuttiracchiusi nel volume editoda Marsilio: Il crowdfun-ding nel settore culturale e

c re a t i v o , a cura dell’associazione Civita, cheieri lo ha presentato nel corso diun convegno nella sua sede dipiazza Venezia a Roma (Il cro-wdfunding per la cultura trafundraising e marketing, tra gliinterventi Angelo Rindone,Jessica Tanghetti, Marcella Lo-gli, Andrea Albanese, MauroFelicori, Antonio Augugliaro,Costanzo Zaino).

Di finanziamenti privati perla cultura, ormai incapace di so-stenersi solo attraverso le risor-se pubbliche, si è tornati a parla-re anche grazie all’Art Bonus, lamisura di incentivazione fiscaleintrodotta dalla legge di stabili-tà del 2016. E di finanziamentidal basso, in particolare, si parlasin dal 2005, quando è nata laprima piattaforma (Produzionidal Basso). Ma non staremo quia farvi la storia del crowdfun-ding in Italia. Di certo, però, pergli addetti culturali la raccoltafondi dai cittadini privati rap-presenta una bella opportunità che presuppo-ne, per il successo, una base solida nella comu-nità che vuole coinvolgere, cioè persone consa-pevoli e unite dallo steso obiettivo. Ecco quindiche diventa fondamentale la condivisone, la fi-ducia, la collaborazione, la motivazione, la pas-sione. Insomma, bisogna credere al progetto ebisogna pure essere in tanti. Detto questo, esi-ste ormai un donatore 3.0 (soprattutto donnedel Nord dai 25 ai 64 anni) che utilizza il webcome canale per le sue elargizioni, anche picco-le, in modo particolare per iniziative umanita-rie o cause sociali, ma non solo. Questa intera-zione fra i promotori di una idea creativa e un

vasto pubblico, ovviamente, accompagna tuttolo sviluppo del progetto, rendendo sempre piùforte e consapevole la modalità con cui contri-buire a dare slancio al settore culturale.

Ma quante sono le piattaforme specializzateattraverso le quali si può proporre il proprioprogetto e iniziare la raccolta? Ad ottobre del2016 erano 68. Tra queste BeCrowdy, per esem-pio, online dal 2014, che ha finanziato finoracirca 50 progetti di arte e cultura per un valorepari a 300mila euro. Poi c’è Cineama Srl per laproduzione di film indipendenti, Giffoni Cro-wdfundng per le idee creative, Innamorati dellacultura, Musicraiser, Micro Crédit Artistiqueecc... per un totale di 12 piattaforme dedicatealla cultura su 68 mappate. La cultura è il setto-

re che ha più fortuna, seguitodal no profit e da sostenibilitàa m b i e n t a l e.

Tantissimi i progetti finan-ziati attraverso questo canaleche ha come grande alleato isocial media, da Facebook a T-witter. In campo musicale, peresempio, il finanziamento dalbasso è una pratica molto soli-da. Due sono le piattaformemade in Italy: una è la celeber-rima Musicraiser fondata dalfrontman di Marta sui TubiGiovanni Gulino e dalla dj Ta-nia Varuni; l’altra è Banbac-kers, che consente ai donatoridi ottenere una parte degli utili.Ovviamente più un’idea è iro-nica, fantasiosa e dotata di unbuon piano comunicativo piùsono alte le possibilità di suc-cesso. Uno per tutti, CellamareMusic Festival, ha raccolto - perla manifestazione che si è svol-ta nell’agosto scorso in Puglia -

circa 27mila euro, il 10/% rispetto all’o b i e t t ivograzie a 667 donatori. Un bel risultato.

In campo cinematografico il finanziamentodal basso è particolarmente efficace soprattuttoper i filmaker emergenti e le produzioni indi-pendenti che vogliono realizzare progetti di im-pronta civile sociale. Il sogno di Fausto e Iaio, ilfilm di Daniele Biachessi e Giulio Peranzoni de-dicato alle indagini sulla morte di Fausto Tinel-li e Lorenzo “I a i o” Iannucci per mano di treneofascisti, è stato lanciato nel 2016 sulla piat-taforma BeCrowdy. Ha raddoppiato l’obietti -v o.

Naturalmente sono soprattutto le piccole

realtà, quelle che più faticano ad avventurarsiin nuove forme di raccolta fondi pur di realiz-zare i propri progetti.

Il Danae Festival, un punto di riferimentodella scena milanese dal 1999, è una manife-stazione trasversale che unisce teatro, danza,performing art, cinema, videoarte e musica dalvivo caratterizzato da una ricerca costante dispazi urbani non teatrali. Durante la campa-gna sono stati raccolti 15mila euro grazie so-prattutto a due elementi: la cura del dettaglio ela pianificazione scrupolosissima di ogni aspet-t o.

Infine, ecco il settore dell’editoria. Il crowd-funding apre nuove possibilità finanziarie e an-che spazi per instaurare nuovi rapporti con ipropri lettori: su piattaforme come Bookbook,tanto per fare un esempio, gli autori caricanouna preview del testo che vogliono finanziare,così da incuriosire il lettore sostenitore, chenon dona solo una quota ma acquista una copiadel libro, contribuendo così al raggiungimentodell’obiettivo di vendita di 150 copie.

Insomma... tutto bello, facile e sicuro? No.Ovviamente ci sono dei punti critici, (dall’in -quadramento giuridico alla sottovalutazione dicerti fattori tra cui una comunicazione digitalenon opportunamente pianificata), ma esistonoanche grandi potenzialità che potrebbe davve-ro essere un aiuto concreto per il “settore libri”,sempre più sofferente e carente di finanzia-menti.

Dalla musicaall’e ditoria,tanti i progettirealizz aticon l’a i u todei cittadinip r iva t i

La cultura salvatadal crowdfundingU n’indagine dell’associazione Civita fa il puntosulla pratica del finanziamento dal basso

Le immagini.Nella fotograndeNatalie Portmanpro tag onis tadi “Ja c k i e”.A sinistraMeryl Streep in“The Iron Lady”il film suM argaretT h a tc h e r,a destraHelen Mirren,p re m i oOscar 2007per “The Queen”

Fr a n c e s c aDe Sanctis

25- 64IL DONATORE TIPOIl donatore tipo, secondo unaindagine condottad a l l’Associazione Civita nel2009, è di genere femminile e hatra i 25 e 64 anni di età. Risiedeal Nord.

2 1-71

68

L’EROGAZIONE MEDIAIn termini monetari, ladisponibilità a donare sitradurrebbe in un’ero gazionemedia compresa fra i 21 e 71 euro.Un italiano su tre è disponibile adonare una somma peru n’Istituzione Museale.

PIATTAFORME CROWDFUNDINGAd ottobre 2016 si registrano 68piattaforme italiane dicrowdfunding. 12 delle 68piattaforme mappate sonodedicate alla cultura, 8 al noprofit, 5 ai progetti disostenibilità ambientale.

7 1%FONDATORI UOMINIIl profilo del fondatore dipiattaforma di crowdfunding èin larga misura paragonabileallo startupper italiano: è uomo(71%), con un’età media di 39anni.

15000PRODUZIONI DAL BASSOA fine ottobre 2016 erano circa1500 i progetti finanziati daProduzioni dal Basso, la primapiattaforma per il crowdfundingcreata in Italia (2004), per unammontare di 3 milioni di euro.

800PROGETTI MUSICARAISERSono oltre 800 i progettifinanziati da Musicraiser, lapiattaforma italiana diriferimento nel settore musicale,nata nel 2012, che ha proposto unmodello alternativo alladiscografia tradizionale.

60I TEMPI DI RACCOLTA FONDIL’elemento temporale èfondamentale per la raccoltafondi. La tempistica ideale è di 60giorni. Una campagna in grado diottenere il 30% del finanziamentoentro il primo terzo della suadurata ha ottime chance.

L’APPELLO DI MOSUL CONTRO I ROGHI DEI LIBRI

Portateci libri per fare viveredi nuovo le nostre biblioteche

Lo scempio di Mosul nel 2015,centinaia di libri bruciati dall'Isisperché considerati blasfemi neiconfronti di Allah e la distruzionedelle antiche e preziosebiblioteche dell'a città ha suscitatoorrore e scalpore, e ha mossocampagne di solidarietà in tutto ilmondo. Ora l'Isis, dopo un anno disilenzio, è tornata di nuovoall'offensiva. Mosul, città erededell’antica Ninive, la più famosadelle capitali dell’Assiria, è semprestata un polo culturale e la suauniversità era una delle miglioridel Paese. Le bibliotecheospitavano i manoscritti piùpreziosi e le stampe più rare ditutta la regione. Fino a quando,

due anni fa, la furia islamista hadistrutto gran parte delpatrimonio, bruciandolo, edistruggendo le statuepreislamiche del museo perchéconsiderate idolatria. Il blog“Mosul Eye” chiede dal web unaiuto per riorganizzare lebiblioteche e riempirle di nuovo divolumi. “È uno dei modi piùsignificativi per ricostruire laciviltà di Mosul”. Sirac c olgono “libri di tutte lediscipline sia umanistiche chescientifiche e in tutte le lingue”.Una volta raccolti, “licatalogheremo e li prepareremo inattesa di poter restaurare eriaprire le principali biblioteche.

Il crowdfundingnel settoreculturale e creativoA S S O CIA ZIONE CIVITAPP. 158Marsilio

I progetti. Anche i bradipi hanno gli occhiali, progetto di letteratura per bambini. Campagna lanciata su piattaforma Produzioni dal Basso, 2015. Nella foto più piccola Il lamento, ovverole lacrime, di Monica Bacio, spettacolo teatrale. Campagna lanciata su piattaforma Eppela, 2016.

Il p oteredelle donne

sta, e non uno qualsiasi. È il presidente di Nbc News, unodegli uomini più potenti del sistema mediatico statuni-tense, e non è certo un caso che il suo copione funzioniquando mette in scena gli ingranaggi della politica e deimedia e caschi miseramente quando dovrebbe dar car-ne e sangue ai personaggi (sangue vero, non quello fintosul tailleur). La Nbc è considerata, in America, una tv “disinis tra” (almeno rispetto a Fox News). Il copione di Op-penheim ricrea e rinforza il mito di Camelot, della cop-pia presidenziale più giovane, ricca e beata di sempre;quindi rischia, nelle parti più quotidiane e colloquiali, di

scadere nel santino, come accadeva aun altro film su una donna potente, TheIron Lady, nel quale Meryl Streep “imi -t ava” la Thatcher esattamente come quiNatalie Portman “i m i t a” la Kennedy; ecome non succedeva in The Queen, conHelen Mirren nei panni di Elisabetta II.Q ue st’ultimo il film più caldo ed empa-tico dei tre, ma anche il più lucido nelrendere umana una donna di potere cheè anche, in Gran Bretagna e nel mondo,u n’icona pop, un pezzo di immaginario:dai ritratti ufficiali alla famosa coperti-na di God Save the Queendei Sex Pistols,dove Elisabetta era raffigurata con unospillone punk infilato nelle labbra.

Ja ck i e sta al cinema come i ritratti di Reynolds stan-no alla pittura, ma il limite del cinema, paradossalmen-te, è nel far muovere i ritratti. Il potere invece è immobi-le. C’è più verità storica nello sberleffo dei Sex Pistols, onei ritratti della Kennedy fatti da Andy Warhol, che inmille film. In questi giorni circola in rete una foto di Wa-rhol accanto a Donald Trump, scattata nel 1983. Tutto sitiene, arte e potere vanno a braccetto anche inconsape-volmente. Un giorno, fra molti anni, qualcuno farà unfilm su Melania Trump e non saprà che Andy Warhol l’a-veva già pensato.

Un giornoarriverà pureu n’op erasu MelaniaTrump, giàpensata daAndy Warhol

La BouvierKennedy èu n’icona dasubito: siacome moglieche comeve dova