Guida5per1000

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5 PER MILLE: CHE COS’È, COME SI SCEGLIE L’ultima occasione Nel nuovo Parlamento tanti i neoletti provenienti dal Terzo settore. Saranno loro a stabilizzare il 5 per mille? Uno sguardo europeo Così gli altri Paesi Ue usano il fisco per sostenere il non profit Dove vanno a finire soldi? Come 5 big del Terzo settore usano il 5 per mille. E come rendicontano i risultati Lo sapevate che... Dati, infografiche, Faq e suggerimenti per la dichiarazione dei redditi Una guida completa e 13 consigli VITA NUMERO SPECIALE www.vita.it

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La guida al 5XMille di Vita Non Profit

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5 PER MILLE:CHE COS’È, COME SI SCEGLIE

L’ultima occasioneNel nuovo Parlamento tanti i neolettiprovenienti dal Terzo settore. Saranno loro a stabilizzare il 5 per mille?

Uno sguardo europeo Così gli altri Paesi Ue usano il fiscoper sostenere il non profit

Dove vanno a finire soldi?Come 5 big del Terzo settoreusano il 5 per mille.E come rendicontano i risultati

Lo sapevate che... Dati, infografiche, Faq e suggerimentiper la dichiarazione dei redditi

Una guida completa e 13 consigli

VITANUMERO SPECIALE

www.vita.it

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iù che la cronistoria di una bella idea natadalbassoche“lapolitica”stacercandoditradurreinrealtà,ilcamminodel5permilledal2005aoggisembrapiùsimileaun(infinito)gio-

codell’oca.doveognibuonavolontàpertrasformareunodeipiùintelligenti–alivelloeuropeo–meccanismidisussi-diarietàfiscaleattraversoiqualiunostatocedeunaquotaminimadisovranitànellemanidelcittadino-contribuenterisaldandoilpattofiscaleedicittadinanza,einsiemeincentivandonelacapacitàdonativa,finiscesempreperricaderenellacaselladel“cidi-spiace,ritornaalpuntodipartenza”.allafacciadiquei15milionidiitalianichetestardamente,ognianno,almomentodellacompilazionedelladichiarazionedeireddi-ti,scelgonodidiresìal5permille,diricono-scerloneifatti,aldilàdellechiacchiere.

loscorsoanno,diquestitempi,lavorandoaque-stostesso“speciale”,avevamogagliardamentetito-lato:Il 2012, un anno decisivo.

decisivoperchéfinalmente,dopoannidiappelli,trattative,attivitàdisensibilizzazionecheavevanovistoVita sempreinprimalinea,sembravapropriodiessereriuscitiasuperarequesta“casella”,echecisipotessefinalmenteedavverolasciareallespal-leilGiocodell’oca.erailmesed’aprile,dateesca-denzeperl’edizionedel5permille2012sifacevanostrette,ederaarrivatadalPresidentedelconsiglioMarioMontiunadichiarazioneimpegnativaeim-portante:«entronovemesiilGovernostabilizzeràlanormadel5permille».sembravafatta.Final-mentesisarebbeuscitidalla“precarietà”dellanor-macontingente,ridefinitaerifinanziatadiannoinanno(quindicostantementesottolamannaiadelri-schiotagli,oaddiritturacancellazione),eil5permillesarebbediventatolegge.unarealtàsucuiilterzosettoreavrebbepotutocontareconcertezza,chevuoldirecertezzadirisorse,ovverodiprogettieattività(quantoecomeil5permillecontiperleonp,lospieghiamoinquestepagine),maan-checertezzadelfattochelostatodessefinalmentericonoscimentoedignitàaquestostrumentodiciviltà.

com’èandataafinire,gliitalianilosanno:conledimissioni,adi-cembre,delGovernoMonti,decadel’iterdellaleggedelegafiscalechecontenevalastabilizzazionedel5permille.ericominciailgiocodell’oca.

ungiococheperò,ora,siapreconunnuovoParlamentoadaltadensitàdineoelettiprovenientidallefiladelterzosettore,tantideiqualierano“daquestapartedellabarricata”quandoVita chiedevalastabilizzazione,echeoraquestoimpegnocampeggiaaltonelleloroagende–comecihannoriconfermato.eripartedaprogettidileggegiàmoltoconcreti,portatiavantinegliscorsiannidall’inter-gruppoperlasussidiarietà,econdivisi(allora)datutteleforzepoli-tiche.Mancherebbesolol’ultimoscattodivolontà:unpiccolopas-so,chediventaperòsmisuratovistal’incertezzaincuinaviganoleistituzioni.

Forse,larispostacheanchequest’anno,asuondifirmeedieurodonati,gliitalianisaprannodare–ilcomefarlo,ètuttoinquestepa-gine–potràdarelaspallatadecisiva.Proviamoci.

P

Una firma, un pattodi cittadinanza Il 5 per mille è una misura nata “dal basso”, sposata conconvinzione ogni anno da 15 milioni di italiani. Ma che la politicafatica a sposare con convinzione. Anche se, quest’anno...

di Mattia Schieppati

SommarioTutti i numeri p. 4

La storia, i protagonisti e le statistichesul 5 per mille

Domande frequenti p. 5

Vademecum al 5 per mille:come funziona, cosa sapere

La parola alla politica p. 6

Cari neo-Parlamentari: a quandola stabilizzazione?

Così in Europa p. 8

Come i diversi sistemi fiscali europeifacilitano le donazioni al non profit

Lega del Filo d’Oro p. 17

ABIO p. 19

ANT p. 19

Intervita p. 21

MCL p. 21

Opera San Francesco p. 22

Telethon p. 23

Trenta Ore per la Vita p. 23

Telefono Azzurro p. 22

5per1000focus 2013VITA3 APRILE 2013

AIL p. 13

Amnesty International p. 14

Cittadinanzattiva p. 15

Fondazione Dynamo p. 16

I commercialisti p. 10

Gli alleati del 5 per mille nel momentodella dichiarazione dei redditi

Rendicontazione p. 11

Come viene speso il 5 per mille?La parola al non profit

La nostra top 13

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B E R LU S C O N I I I I B E R LU S C O N I I V P R O D I I I

Giulio Tremonti Tommaso Padoa Schioppa Paolo Ferrero Rita-Levi Montalcini Giulio Tremonti Eugenia Roccella Gavino Sanna

VITAAPRILE 2013 4focus focus 2013

Risultati 2010Suddiviso per categorie discelta, l’ammontarecomplessivo delle firme e ilcorrispettivo beneficioeconomico (dati relativiall’edizione 2010 del 5 permille, ultima annatarendicontata disponibile).Nel 2010 le categorie eranoancora 5 - si è aggiunta lasesta nell’edizione 2012.

Gli speciali di www.vita.itPer approfondimenti, sul sito www.vita.it c’è una specialeguida digitale al 5 per mille, scaricabile, con indicazionipratiche sia per i contribuenti, che per le non profit. Sul sitovita.it, ogni giorno, gli aggiornamenti e le notizie sul tema.

Basta ritagli di giornale, codici fiscali scritti su foglietti vo-lanti. Anche quest’anno per i contribuenti smemorati c’è“5x”, l’App ideata da Vita che permette di avere susmartphone e tablet tutti i riferimenti necessari per lacompilazione della dichiarazione dei redditi e i codici fica-li delle onp aderenti. L’app è gratuita e disponibile per si-stemi iOs, Android, BlackBerry e Windows Phone.

Il 5 per mille è smartCon la app “5x” codici fiscali in tasca

DICEMBRE 2005Giulio Tremonti introduce il 5 per mille «a titoloiniziale e sperimentale» con la Finanziaria2006. La copertura è di 400 milioni di euro.Destinatari: volontariato, ricerca scienti ca,ricerca sanitaria, comuni.

OTTOBRE 2006La Finanziaria di Prodi-Padoa Schioppa “dimentica” di inserire il 5 permille. Paolo Ferrero, allora ministro della Solidarietà sociale, prometteun emendamento per reinserirlo.

DICEMBRE 2006Nella Finanziaria 2007 il 5 per mille viene riproposto. Il tetto vieneabbassato a 250 milioni di euro. Vengono esclusi i comuni fra idestinatari e lo 0,5% del totale viene attribuito alla Agenzia per le Onluse alle organizzazioni di secondo livello.

GIUGNO 2007Dopo mesi di protesta per l'abbassamento del tetto, Vita.it lancia unapetizione online per riconfermare i 400 milioni necessari che in pocotempo raccoglie 10mila fi rme. Il governo troverà i mancanti 150 milioni.Il Comitato editoriale di Vita incontra a Roma i Parlamentari più attential Terzo settore, che promettono il loro impegno.

OTTOBRE 2007Nòva-Il Sole 24 Ore promuove una petizione con cui sollecita il governoa rendere stabile la norma e senza limiti di copertura. Tra i firmatari ipremi Nobel: Renato Dulbecco, Carlo Rubbia e Rita Levi Montalcini. Lapetizione raccoglierà 5mila firme.

DICEMBRE 2007Finanziaria 2008. Questa volta il tetto è di 380 milioni di euro. Tra lenovità: vengono inserite le fondazioni nazionali di carattere culturale ele associazioni sportive dilettantistiche fra i destinatari. E l'obbligodi rendicontazione da parte delle associazioni.

GIUGNO 2008Solo il 40% dei benefi ciari, per un totale di 80 milioni di euro,ha ricevuto i soldi relativi al 5 per mille del 2006.

OTTOBRE 2008Il decreto legge n. 155 che prevede misure anticrisi contempla l'ipotesidi recuperare risorse per la stabilità del sistema creditizio anche dallacopertura del 5 per mille. Protesta il non profi t. La sottosegretariaEugenia Roccella rassicura che la norma non verrà toccata. E così sarà.

DICEMBRE 2008Nella Legge Finanziaria 2009 lo strumento viene riconfermatocon un tetto di 400 milioni. Novità: vengono reintrodotti i comunifra i destinatari.

FEBBRAIO 2009Un disegno di legge analogo a quello presentato al Senato (ddl 1366 del26 novembre 2008) viene depositato alla Camera con il numero 1955.

249 milioni54,1 milioni55,6 milioni12,1 milioni6,5 milioni

ENTRATE (IN EURO)

10.373.8822.449.3572.316.944569.537267.337

FIRME

Volontariato

Ricerca sanitaria

Ricerca scientifica

Comuni

Ass. sportive dilettant.

La top 5In questa grafica, le cinqueorganizzazioni beneficiarieiscritte nella categoria“Volontariato” che hannoricevuto più firme inoccasione del 5 per mille2010 (ultima annatarendicontata e disponibile)

*cifre relative solo alla quota dellacategoria “Volontariato”

EMERGENCY MEDICI SENZAFRONTIERE

AIRC* UNICEF AIL

10.699.131

8.455.0396.275.707 6.156.264

5.010.078

Governi

Protagonisti

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M O N T I

Riccardo Bonacina Maurizio Sacconi Mario Monti

VITA5 APRILE 2013

focus 2013 5per1000Cos’è il 5 per mille?Il 5 per mille è una misura di sussidiarietà fiscale introdotta per la prima volta nel-la Legge Finanziaria per il 2006. Si tratta ancora, formalmente, di una misura«provvisoria e sperimentale », che prevede per i contribuenti la possibilità di de-stinare il 5 per mille dell’Irpef scegliendo tra onlus, associazioni di promozionesociali, associazioni riconosciute, enti dediti alla ricerca scientifica e alla sanità,università, servizi sociali dei Comuni. Dal 2012 sono entrati nel novero dei benefi-ciari anche gli enti che si occupano di tutela dei beni culturali.

Quali sono gli enti o associazioni che possonobeneficiare del 5 per mille?Il 5 per mille può essere destinato a: associazioni di volontariato e altre organiz-zazioni non lucrative di utilità sociale come le coop sociali, associazioni di promo-zione sociale e associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori dicui all’articolo 10, comma 1, lettera a), del DL n. 460 del 1997; enti di ricercascientifica e dell’università; enti di ricerca sanitaria; associazioni sportive dilet-tantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI a norma di legge; attività socialisvolte dal comune di residenza del contribuente e, dal 2012, enti “esercenti atti-vità di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici”.

Come faccio a sapere quali enti possono beneficiaredel 5 per mille?Il meccanismo del 5 per mille ha introdotto una forma di democrazia fiscale fon-data sulla libertà di scelta dei contribuenti: la spesa efficiente è stata premiata, equella inefficiente tagliata in base a decisioni assunte dal basso; dai cittadini pri-ma che dalla politica. Per esprimere un’adesione convinta e responsabile e sce-gliere consapevolmente una specifica destinazione è bene essersi informati sul-l'attività dell'ente, verificarne serietà ed efficienza, leggere i bilanci e le relazionieconomiche. Per essere certi che l'associazione che ci sta a cuore sia tra i benefi-ciari effettivi del 5 per mille, comunque, è sufficiente controllare sul sito dell'A-genzia delle Entrate i nominativi degli enti che hanno effettivamente richiesto ilcontributo per il 2013, che saranno resi pubblici in maggio.Queste organizzazioni hanno dovuto superare le verifiche formali e sostanzialidell'Agenzia e quindi essere in regola con le normative; inoltre dal 2008 per i be-neficiari del 5 per mille vige un obbligo di rendicontazione delle somme raccolte,quindi se l'ente è da tempo inserito negli elenchi si può anche controllarne ex po-st la correttezza di gestione. È bene ricordare comunque che gli enti non am-messi per motivi formali possono rientrare ripresentando la domanda o inte-grando la documentazione entro il 30 settembre e ottemperando a una sanzio-ne di 258 euro.

Quanto mi costa?

Nulla. Non si ha nessun aggravio rispetto alla cifra che in ogni caso il contribuen-te è tenuto a pagare per l’Imposta sul Reddito.

Un’azienda può destinare il 5 per mille?

No. Il 5 per mille si riferisce esclusivamente all’IRPEF e non all’IRES. Un imprendi-tore può solo destinare il 5 per mille dei propri redditi personali.

Che differenza c’è tra il 5 e l’8 per mille?

Tre differenze fondamentali: la prima è la tipologia e la numerosità degli enti. Del5 per mille beneficiano decine di migliaia di enti di natura privata che promuovo-no attività solidaristiche, mentre dell’8 per mille godono poche realtà: lo Statostesso e altre 6 confessioni religiose. La seconda differenza, rispetto al 5 per mil-le, risiede nella destinazione di quella parte di fondi che non sono stati assegnatiad alcun soggetto. Se il contribuente non firma alcun riquadro, la parte non opta-ta del 5 per mille viene trattenuta dallo Stato per la spesa corrente. Nel caso dell’8 per mille, invece, la parte inoptata viene distribuita tra i parteci-panti proporzionatamente alle scelte ricevute. Infine, a differenza del meccanismo dell’8 per mille, in cui la partecipazione o nodei cittadini incide esclusivamente sulla destinazione dei fondi e non sull’am-montare degli stessi che è di natura predefinita, il meccanismo del 5 per milleconta sulla partecipazione di tutti: tanto più numerose saranno le firme, tantopiù ingenti saranno i fondi stanziati.

È possibile considerare il 5 per mille una donazione ebeneficiare delle agevolazioni fiscali previste?No, la destinazione del 5 per mille non è una donazione ma un’indicazione alloStato per indirizzare una quota delle proprie tasse verso i settori previsti, e quin-di non può godere delle relative agevolazioni.

Come verifico che cosa è stato fatto con il 5 per mille?

La Finanziaria 2008 ha introdotto l’obbligo di predisporre un rendiconto per tut-te le associazioni che ricevono il 5 per mille a partire dall’anno 2008 e seguenti(vedi il servizio a pagina 11). I ministeri competenti garantiscono di pubblicarlisuccessivamente sul proprio sito.

FAQ

APRILE 2009Giulio Tremonti ipotizza di introdurreil terremoto dell'Abruzzo nell'elenco dellecausali di destinazione per il 5 per mille.Vita.it lancia una petizione perché l'ideasnaturerebbe la norma. Il 23 aprile GiulioTremonti alza bandiera bianca.

DICEMBRE 2009Norma e copertura per il 5 per mille trovanospazio all'ultimo momento del cosiddetto“Milleproroghe” della Finanziaria 2010. Lacopertura è di nuovo di 400 milioni.

SETTEMBRE 2010Vita lancia la campagna “Signor Tremonti,ma...” fi rmata da Gavino Sanna Con cui chiededi stabilizzare la norma del 5 per mille senzalimiti di copertura.

NOVEMBRE 2010Il governo ipotizza una copertura di 100 milioniper il 5 per mille edizione 2011 nella Legge diStabilità 2011. Scatta la protesta. Vita.itraccoglie oltre 20mila firme online e lancia lacampagna “Chi ha lasciato in mutandeil non profi t?”.

APRILE 2011Alla Conferenza europea per l’Anno europeodel volontariato il ministro del Lavoro, MaurizioSacconi, dichiara di voler stabilizzare il 5 permille «anche se ogni anno dovremmo valutarequante risorse sono compatibili conl'andamento della finanza pubblica».

FEBBRAIO 2012La circolare 10/E dell’Agenzia delle Entrateaggiunge ai destinatari gli “esercenti attività ditutela, promozione e valorizzazione deibeni culturali e paesaggistici”. Nel riquadrodestinato ai beni culturali manca però la casellaper l'indicazione del codice fiscale del bene -ciario; tutto andrà nelle casse del ministeroBeni culturali. Per Ilaria Borletti (Fai), così si«mina la filosofia del 5 per mille comestrumento di sussidiarietà scale».

APRILE 2012Il Consiglio dei ministri inserisce nella Delegafiscale una voce che dice: «Verrà ancherazionalizzato e stabilizzato l’istituto del 5 permille». È la prima volta che questo concettoviene esplicitato in maniera ufficiale. Il Governosi impegna a tradurre in legge entro 9 mesiquesto enunciato.

DICEMBRE 2012Con le dimissioni del gioverno Monti e lachiamata a nuove elezioni decade l’iter dellaLegge delega fiscale. Il cammino pr lastabilizzazione del 5 per mille riparte quindi dazero.

Istruzioni per l’usoCome si compila la dichiarazione dei redditi per donare

Nell’immagine qui sopra, il fac-simile della sezio-ne dei modelli Unico, 730 o CUD in cui si può ef-fettuare la sceltarelativa al 5 per mille. Il contribuente può decidere di devolverlo generi-camente a uno dei settori a disposizione, peresempio al “volontariato”, e apportare la propriafirma nella casella, nell’apposito spazio tratteggia-to. Ma può anche scegliere a quale specifica orga-nizzazione, all’interno di quella categoria, vuoledestinare. In questo caso, deve scrivere il codice

fiscale dell’associazione prescelta negli spazi pre-disposti. Nel primo caso (quando cioè viene ap-posta unicamente la firma) l’importo del 5 permille va ripartito fra tutte le organizzazioni cheappartengono a quel settore, e che si sono regi-strate nell’apposito elenco. Quando invece si spe-cifica il codice fiscale, l’importo viene destinato al-l’ente prescelto. Nella compilazione di questa se-zione del modulo di dichiarazione dei redditi sipuò esprimere una sola preferenza.

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Sei riquadri, cinque elenchi, quattro ministeri coinvolti (più uno). Quella del 5 per mille è unamacchina complessa che si è via via costruita per accumulo. E richiederebbe quindi una razio-nalizzazione. In questo 2013– dopo la pubblicazione delle scadenze anche per i nuovi iscritti al-l’elenco della “ricerca sanitaria”, che hanno tempo fino al 30 aprile per chiedere l’iscrizione alministero della Salute - i contribuenti trovano sulla dichiarazione dei redditi sei spazi, corri-spondenti alle sei categorie di beneficiari: di questi, quattro prevedono la possibilità di scegliereil codice fiscale dell’ente (per volontariato, ricerca scientifica e sanitaria, associazioni sportivedilettantistiche), mentre per i Comuni non c’è scelta (si dona al Comune di residenza) e nel ri-quadro dei Beni Culturali si firma soltanto perché la distribuzione dei fondi ai beneficiari, iscrittiin un elenco chiuso, spetta al ministero competente. Per Comuni e Beni Culturali la procedura èpiù semplice: il 5 per mille agli enti locali viene trasferito direttamente, alle organizzazioni procultura prescelte (nel 2012 erano solo una quindicina) è veloce far arrivare i pagamenti.

Le cose si complicano quando si passa agli altri 4 elenchi. Gran parte della procedura è inmano all’Agenzia delle Entrate, che riceve telematicamente le iscrizioni degli enti del volontariatoe delle associazioni sportive e ne predispone poi l’elenco sulla base delle domande arrivate. IlMinistero dell’Istruzione prepara invece l’elenco degli enti della ricerca scientifica e dell’università,e poi lo trasmette all’Agenzia delle entrate; stessa cosa fa il ministero della Salute con l’elencodegli enti della ricerca sanitaria. Sempre l’Agenzia si occupa di far rientrare nel beneficio i “ritar-datari”, quelli cioè che si iscrivono, pagando una sanzione, entro il 30 settembre di ogni anno, edi correggere gli eventuali errori degli elenchi; al ministero del Lavoro e delle Politiche socialitocca invece procedere materialmente al pagamento delle quote per le associazioni di volontariatoe quelle sportive, una volta ricevuto l’ordine di cassa dal Ministero dell’Economia. Insomma unlavoro non da poco, da cui derivano cronici ritardi sia dei pagamenti sia delle comunicazioni:nulla si sa, ad esempio, del 5 per mille 2011... [G.M.]

Un meccanismo complessoche va razionalizzatoUn intrico di Ministeri e di procedure diverse. All’italiana...

ono tanti, e sono aggueriti. E anche se que-sto avvio di legislatura costringe a una na-vigazione quanto mai “a vista”, i neoparla-

mentari “sociali” eletti alle scorse elezioni - cheprovengono cioé a vario titolo dalle fila del Terzosettore - hanno le idee chiare almeno su un pun-to: vogliono essere loro quelli che «finalmente»,come dicono tutti, faranno diventarelegge il 5 per mille.

Di stabilizzare la misura fiscale piùattesa dal Terzo settore italiano (maanche dai contribuenti, che continua-no a sceglierla in massa, dimostrandouno spirito di gratuità ecezionale) siparla dall’anno del debutto, il 2006, e più volte levarie Commissioni parlamentari avevano esami-

nato progetti di legge in questo senso,ma senza fare mai grossi passi avanti.Alla fine dell’anno scorso sembravache si fosse finalmente vicini alla svol-ta, visto che la stabilizzazione del 5 per

mille era stata inserita nel dise-gno di Legge delega sulla

riforma fiscale, a cui ilgoverno Monti avevaappiccicato l’etichettadell’urgenza. Il testo dilegge prevedeva l’otti-ma novità di sganciare

il finanziamento del 5per mille dai possi-

bili risparmi do-vuti alla riduzione

del costo fiscale derivanteda deduzioni, detrazionie agevolazioni (in pratica,doveva essere finanziato

“a prescindere”) e introduceva l’ob-bligo per il governo di emanare in tem-pi brevi i necessari decreti attuativi.Peccato che l’accelerazione verso leelezioni impressa tra novembre e di-cembre 2012, e il conseguente sciogli-mento delle Camere, abbia impeditoal disegno di legge di andare in porto.E così il 5 per mille è rimasto in balìadelle leggi di bilancio che devono ri-confermarlo ogni anno.

L’avvio della diciassettesima legi-slatura, su questo, promette però be-ne, almeno a sentire gli onorevoli cheprovengono dal mondo associativo.«Mai come questa volta in Parlamento

S siedono persone che si sono spese in tutti i modia favore della stabilizzazione», osserva AndreaOlivero, ex presidente delle Acli e portavoce delForum del Terzo settore e oggi coordinatore poli-tico alla Camera per Scelta Civica. «Il punto è farlorientrare nella lista delle priorità, che gli spette-rebbe di diritto. Io personalmente mi impegno già

da ora perché questo possa avvenire».«Per me la stabilizzazione del 5 permille è una priorità assoluta», gli faeco il collega di partito Mario Sberna,già presidente e fondatore dell’Asso-ciazione Famiglie numerose, recente-mente assurto agli onori della cronaca

per i costumi sobri (a Roma dorme dalle suore) elo stile francescano (in Quaresima, qualunquetempo faccia, indossa i sandali senza calze). «IlPaese ha estremo bisogno di tutto il bene che stadietro al 5 per mille, che è una canale di finanzia-mento fondamentale. La nostra associazione,senza, sarebbe già chiusa. Bisogna uscire in frettada questa fase di emergenza e mettersi al lavoro.Io sono pronto». Anche una terza parlamentareeletta nelle liste di Mario Monti, l’ex presidente

del Fai Ilaria Borletti (che alla battaglia sul 5 permille ha dedicato molte energie, non risparmian-do neppure critiche all’ultima idea dell’uscenteministro Ornaghi di gestire direttamente la parterelativa ai beni culturali), non ha dubbi: «L’ho det-to fin dalla campagna elettorale: vado in Parla-mento per occuparmi di cultura e Terzo settore»,dice a Vita, «si figuri se non sono d’accordo sullastabilizzazione del 5 per mille. Mi batterò per que-sto e anche per ridare dignità a questa misura, in

VITAAPRILE 2013 6focus focus 2013

Sappiamo bene che si trattadi uno strumento chiaveper la sopravvivenza del non profitn ‘‘ ‘‘

Una leggesubito

L’ultimaoccasioneTanti i neoeletti onorevoli e senatori provenienti dalle fila del Terzosettore. Per tutti, la stabilizzazione del 5 per mille deve essere “la”priorità per l’agenda politica. Una condivisione bipartisan dopo leripetute docce fredde e le promesse non mantenute. Sta per iniziare- davvero - la legislatura decisiva per questo grande traguardo?

di Gabriella Meroni

Al lavoroL’Aula di Montecitorio riunita per la prima sedutadella nuova legislatura. Sarà quella che finalmentestabilizzerà la norma del 5 per mille?

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modo che abbia una dotazione finanziaria si-gnificativa».

Cambiando gruppo politico, la musica noncambia. Tra i banchi del Pd alla Camera si tro-vano infatti altri due esponenti di spicco delTerzo settore, Paolo Beni (tuttora presidentedell’Arci) e Edoardo Patriarca, il cui curriculumsembra una hall of fame del non profit: una vitanell’Agesci, è stato portavoce del Forum del ter-zo settore e componente dell’Agenzia per le on-lus, oltre che epresidente dell’Istituto italianodella donazione. «La stabilizzazione del 5 permille s’ha da fare, punto», esordisce Paolo Beni.«E non mi si venga a dire che non è una priorità,visto che si tratta di uno strumento chiave delsostegno al Terzo settore, senza il quale questopaese cadrebbe giù. Inoltre, potrebbe essere unterreno su cui diverse forze politiche potreb-bero trovare un punto di incontro, cosa che maicome oggi sarebbe necessaria per il bene del-l’Italia».

E la convergenza che si potrebbe trovare inParlamento proprio sul 5 per mille sta a cuoreanche a Patriarca: «Credo che su questo siamotutti d’accordo, non solo nel Pd, ma anche nellamaggior parte dei partiti. Se riuscissimo a por-tare a casa, tra le altre cose, anche la stabilizza-zione, noi parlamentari potremmo dirci dav-vero onorevoli», afferma il neodeputato Pd, cheha già le idee chiare anche su come dovrà essereil 5 per mille “definitivo”: «Uno dei nodi da scio-gliere sarà quello del tetto ai contributi, che do-vrà essere eliminato, poi quello della platea deibeneficiari, che dovrà essere fissata una voltaper tutte. Più delicata invece la questione dellaconcentrazione dei contributi a vantaggio di

poche associazioni: dovremo discutere se in-trodurre una qualche forma di perequazione».

Ma se qualcuno, come Patriarca, entra neidettagli di un testo di legge vero e proprio cheancora non esiste, ci sono altri elementi di cuitenere conto, che potrebbero in qualche modorallentare ancora una volta la stabilizzazione.Il primo è il futuro molto incerto dell’Intergrup-po parlamentare per la sussidiarietà, il coordi-namento bipartisan dei deputati e senatori piùsensibili ai temi cari al Terzo settore e ai corpiintermedi. A quanto si apprende da fonti diTransatlantico, infatti, una “riapertura” del ta-volo non è in agenda nelle prossime settimane,anche perché i gruppi devono ancora prendersile misure, gli onorevoli alla prima esperienzasono tanti e poi anche perché – si sussurra – gliaccordi interforze in questa fase farebbero gri-

dare “all’inciucio”. Bocce ferme, dunque. L’al-tro elemento di novità di cui tenere conto, al-meno a Montecitorio, è la posizione attendistadella neopresidente della Camera nonché de-putata Sel Laura Boldrini, che a Vita si era di-chiarata “prudente” su una possibile stabiliz-zazione del 5 per mille. Da ex portavoce diun’organizzazione come L’Unhcr che riceveesclusivamente fondi governativi e non bene-ficia del 5 per mille, Boldrini ci aveva confessatodi non conoscere “a fondo” l’argomento: «Pri-ma di esprimermi vorrei valutare alcune que-stioni, come le modalità di distribuzione deifondi, la rendicontazione, l’impatto effettivo.È un tema sfaccettato che credo meriti una seriariflessione». La pattuglia dei parlamentari “so-ciali”, pare, non vede l’ora effettivamente di di-scuterne....

VITA7 ApRILE 2013

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NUMERO SPECIALE A CURA DI VITA Società editoriale S.p.A.Via Marco D’Agrate, 43 - 20139 MilanoRegistrazione del Tribunale di Milano n. 397 dell’8/7/1994Direttore editoriale Riccardo Bonacina ([email protected])Direttore responsabile Giuseppe Frangi ([email protected])Stampa Centro Stampa Quotidiani via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (Bs)

Fin dalla prima sperimentazione del 5 per mille, nel 2005, Vitacon le associazioni che compongono il suo Comitato Editorialeha stimolato i diversi governi che si sono succeduti a trasfomarela norma in legge. Ecco, da un lavoro svolto fin dsal 2008 conl’allora Agenzia per il Terzo settore (soppressa lo scorso anno) l’i-ter per definire una disciplina legislativa che razionalizzi il 5 permille e lo stabilizzi in legge.1. Definire quali sono i soggetti beneficiari, che dovranno esse-re identificati una volta per sempre, validati e inseriti in un elen-co liberamente consultabile.2. La possibilità di destinare il 5 per mille non solo dell'Irpef maanche delle imposte sostitutive per i contribuenti cosiddetti"minimi".3. L'introduzione di una soglia minima (ad esempio 100 euro),al di sotto della quale la quota del 5 per mille destinata agli entinon sia loro attribuita, ma vada ad aggiungersi al complesso del-le quote del 5 per mille dei contribuenti che non hanno indicatoalcun codice fiscale (o uno errato), e che poi vengono ripartite inproporzione tra tutti gli enti. Analogamente, l'Agenzia propone

un'altra soglia, questa volta "in alto" raggiunta la quale i soggettiperdono il diritto alla ripartizione delle quote “inoptate” del 5per mille (cioè quelle per le quali il contribuente non ha specifi-cato il codice fiscale di un ente preciso).4. L'obbligo, per i soggetti beneficiari di pubblicare i propri bi-lanci utilizzando uno schema standard, trasparente e di facilecomprensione.5. L'eliminazione del tetto massimo di spesa, onde evitare cheil 5 per mille si traduca in 3 per mille, 2 per mille ecc.6. La semplificazione delle procedure amministrative a valledel calcolo dei contributi spettanti a ciascun beneficiario: le ri-sorse individuate dalla Agenzia delle Entrate potrebbero rima-nere nel bilancio del Mimistero delle Finanze in modo da fare ge-stire tutte le erogazioni ai beneficiari direttamente dall’Agenzia,mentre i controlli sui potenziali beneficiari dovrebbero rimanerein capo alle amministrazioni competenti. In questo modo nonsarebbe più necessario un decreto ministeriale di riparto dei fon-di nei bilanci di previsione dei singoli Ministeri e la gestione deipagamenti spetterebbe a un unico soggetto.

La via per arrivare (finalmente) a una leggeLa proposta articolata da Vita in una PIattaforma programmatica

La Via Crucis della stabilizzazioneSperanza delusaFino ad oggi sono state 8 le proposte di legge presentate in Parlamento eassegnate in Commissione per stabilizzare il 5 per mille. La più "antica" dellepdl risale all'aprile 2008, la più recente al gennaio 2010. Di queste, 7 nonhanno ancora iniziato l'iter parlamentare. Tutti gli schieramenti si sono in più epiù occasioni espressi a favore della stabilizzazione della norma. Ultimopronunciamento, quello del neoinsediato governo Monti, che (aprile 2012)promette la stabilizzazione del 5 per mille «entro nove mesi». Promessa peròdestinata a finire nel nulla a causa delle dimissioni del governo nel dicembre2012. L’ipotesi di stabilizzazione della misura era stata infatti inserita nelpacchetto della Legge delega fiscale, pacchetto che nel suo complesso èdecaduto con l’ultimo scioglimento delle Camere, che ha trascinato con séanche le speranze legate a una rapida “soluzione” per il 5 per mille.

La proposta Chiti-GasparriL'unico atto che ha iniziato l'esame è espressione dell'Intergruppoparlamentare per la sussidiarietà e porta la firma del senatore Pd Vannino Chiti(primo firmatario) con Maurizio Gasparri (Pdl-cofirmatario) insieme a 97colleghi. L'atto, DDL 1366, è stato assegnato alla 6ª Commissione permanente(Finanze e tesoro) in sede referente l'11 febbraio 2009 e attende i pareri dellecommissioni 1ª (Aff. cost.), 5ª (Bilancio), 7ª (Pubb. istruz.), 11ª (Lavoro), 12ª(Sanità). La discussione in Commissione Finanze è iniziata nel marzo 2009 edè stata sospesa nel novembre dello stesso anno.Il provvedimento , composto da un solo articolo, prevede che a beneficiare del5 per mille siano onlus, associazioni di promozione sociale iscritte nei registri,associazioni riconosciute e fondazioni che operano nei settori di cui all'articolo10 del Dlgs 460 del 1997, associazioni sportive dilettantistiche riconosciutedal Coni, enti di ricerca scientifica e delle università ed enti della ricercasanitaria. Comunque rimanda a un decreto di natura non regolamentare delPresidente del Consiglio su proposta dei Ministeri interessati, le modalità dirichiesta, le liste di soggetti ammessi al contributo e le modalità di riparto.

Il progetto dell’IntergruppoIl progetto di legge "gemello" (perché sempre espressione dell'Intergruppo) èstato presentato alla Camera dall'on. Maurizio Lupi (Pdl) con l'on. GuidoSposetti (Pd) nel novembre 2008. I firmatari totali sono 225 (un record).Assegnato nel febbraio 2009 alla 5ª Commissione permanente (Bilancio,tesoro e programmazione), con pareri previsti delle commissioni 1ª (Aff.costit.), 6ª (Finanze), 7ª (Cultura), 12ª (Aff. sociali), non è stato mai esaminato. Gli altri sei progetti di legge sono stati presentati (in ordine cronologico dal piùantico) dagli onorevoli Gian Luca Galletti (UdC), Giorgio Jannone (PdL),Rosario Giorgio Costa (PdL), Antonino Caruso (PdL), Antonio De Poli (UdC),Elio Lannutti (IdV).

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Fisco e non profiti diversi modelli in EuropaUn voto per i sistemi migliori. E quelli da tenere d’occhio

1. FRANCIALe donazioni per “opere di interessegenerale e utilità pubblica” sonorimborsate tramite deduzione fiscaleal 66%. Per le donazioni adassociazioni, fondazioni ed entid’intervento sociale la riduzioned’imposta è invece del 75% fino adonazioni di 521 euro, oltre questacifra si deduce al 66%.

2. GERMANIAIn Germania esiste un prelievo fiscaleche varia dall'8 al 9% (a seconda deidistretti fiscali) sulle imposte sulreddito che va a finanziare le Chiese.Il contributo è pagatoobbligatoriamente da chi indicaall'anagrafe la propria appartenenzaa una fede religiosa (le lettere EVindicano i protestanti, RK i cattolici),e lo Stato effettua controlli incrociatisu chi non adempie, incollaborazione con le varie Chiese.Chi ha dichiarato il proprio credo epoi non intende più versare la tassadeve dichiarare ufficialmente ilproprio distacco dalla Chiesaprescelta, assumendosene le relativeconseguenze: non potrà più quindiricevere i sacramenti.

3. IRLANDAIl sistema irlandese riprende quellobritannico (vedi sotto), ma lomigliora, semplificandolo: anche inIrlanda chi dona per esempio 10 europuò poi chiedere di averne 2,5indietro dallo Stato come beneficiofiscale. Non è proprio un“onepercent” classico, ma si trattacomunque della devoluzione delleproprie tasse all’organizzazioneprescelta nella massima libertà.Come succede in Gran Bretagna eRomania, l’associazione riceve la listadei contribuenti che l’hannosostenuta, in modo che li possaringraziare e rendicontare loro l’usodei contributi.

4. GRAN BRETAGNALa normativa «onepercent»britannica è particolarmentecomplessa. Prevista all'internodello schema legislativo chiamato«Gift Aid», consente al donatore dirivendicare dallo Stato fino a 28centesimi per ogni sterlina donata;se non le rivendica non avrà ilbeneficio fiscale. In alternativa,invece di donare 1 sterlina e farsirecapitare a casa 28 centesimi dirimborso dallo Stato, il donatorepuò chiedere allo Stato di devolverequei 28 centesimi a unaorganizzazione non profit di suascelta, anche – paradossalmente – aun’associazione diversa da quella acui aveva donato la sterlinaoriginaria, nella massima libertà.L’associazione conosce i nominatividei contribuenti “amici” ai qualiinvia ringraziamenti e rendiconto.

5. LITUANIALa sussidiarietà fiscale, in vigore dal2002, consente di destinare il 2%delle tasse sul reddito personale aenti non profit iscritti in un registronazionale.

6. MOLDOVALo scorso febbraio il ministero delleFinanze ha insediato un gruppo dilavoro per mettere a punto unmeccanismo di devoluzione del 2%delle imposte sul reddito a favore diun fondo che verrà utilizzato a finisociali. Per ora il progetto, chedovrebbe essere operativo nel 2014,riguarda solo le persone giuridiche enon i contribuenti persone fisiche,visto che il sistema fiscale moldavoprevede che le tasse individualivadano a favore degli enti locali.L’ipotesi di introdurre in futuro unalegge onepercent anche per lepersone fisiche tuttavia non è esclusa.

7. POLONIADal 2003 i polacchi possonodestinare a enti non profit l’1% delleimposte. Fino al 2007, dovevano“anticipare” la cifra all’ente presceltoe quindi chiedere la resistuzione alloStato come beneficio fiscale.

8. PORTOGALLODal 2001 il 5 per mille delle tasse puòessere devoluto a istituti pubblici oprivati di beneficenza. Ma senzascegliere il beneficiario.

9. ROMANIADal 2003 la legge consente disostenere il non profit destinando il2% delle imposte sul reddito. Inoltre, chi destina al non profit iproventi di proprietà intellettualibeneficia di una deduzione del 5%dell’imponibile.

10. SLOVACCHIAOgni contribuente, sia esso personafisica o impresa, può destinare il 2%della propria tassazione a unaorganizzazione non profit, anchespezzettando su più organizzazionila propria devoluzione, a patto cheogni parte sia di almeno 3 euro. Peresemplificare, se il 2% delle impostedovute da un contribuente è pari a30 euro, il cittadino si può destinare3 euro a 10 organizzazioni, 6 euro a 5organizzazioni, ecc. La legge è invigore dal 2004...

11. SLOVENIAIn Slovenia, ogni contribuente puòscegliere al massimo 5 organizzazionie donare a ciascuna di esse lo 0,1%della propria devoluzione (ma si puòanche dare tutto a una solaorganizzazione).

12. SPAGNAOgni contribuente può destinare il 7per mille delle proprie tassepersonali alla Chiesa cattolica o a “finisociali”, o entrambe le finalità (nelqual caso il contributo viene diviso ametà). I fondi sociali vanno poi acostituire un fondo che è il governo adecidere come distribuire; in praticail cittadino ha il potere di dire alloStato «voglio aiutare leorganizzazioni non profit», ma non èlibero di indirizzare il proprio aiuto.Nel 2012 oltre 9,7 milioni di spagnolihanno posto la propria firma nellacasella dei “fini sociali” (in esclusiva oin combinazione con a firma proChiesa), in aumento di 300mila unitàrispetto al 2011.

13. UNGHERIAI contribuenti ungheresi possonodevolvere l’1% dell’imposta sulreddito a organizzazioni della societàcivile e un altro 1% alle chieseoppure, in alternativa, al Programmastatale di sviluppo del talentonazionale, una novità introdotta dapoco. I beneficiari possono essereorganizzazioni non profit ma ancheenti statali che si occupano di culturae sanità, e le università. Lapercentuale di ungheresi che scegliedi destinare l’1 per mille è stabileattorno al 40%. La legge ungheresenon prevede alcuna forma direndicontazione per le sommeutilizzate, e le organizzazioni nonricevono un elenco dei cittadini chele hanno scelte..

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P erché lo Stato, un qualunque Stato in Europa, o nelmondo, dovrebbe facilitare la filantropia? Escludiamogli hegeliani e quei burocrati della vecchia generazione

convinti che lo Stato debba accompagnare i cittadini per manocome fossero dei bambini. Del resto siamo tutti d’accordo chelo Stato esiste per faciliatare il progetto di realizzazione perso-nale e collettiva dei propri cittadini. Ma è uno strumento, nonè un fine.

Perciò mi rallegrai quando il governo italiano introdusse il 5per mille. Perché è nell’intresse dello Stato la creazione di stru-menti che aiutino i cittadini a devolvere parte della propria ric-chezza a fini collettivi, facendosi carico della scelta degli stru-menti più adeguati. È una dimostrazione di maturità da partedi chi fa questa scelta che arricchisce la società, alleggerisce leistituzioni pubbliche nell’allocazione efficace delle risorse edovrebbe diminuire la burocrazia.

Questo principio è stato recepito in Gran Bretagna già damolto tempo. Nonostante i severi tagli alla spesa pubblica, ilgoverno inglese ha non solo mantenuto tutte le generose age-volazioni fiscali per le donazioni, ma quest’anno le ha esteseagli investimenti privati a finalità sociale (alias “finanza d’im-patto”). Anche lo stato Francese, di tradizione dirigista, ha ri-

conosciuto il valore dell’inervento privato nelpubblico e, negli ultimi anni, ha introdotto unalegislazione molto generosa : il contribuentefrancese può donare fino al 20% del proprio to-tale imponibile fiscale e dedurne il 66%. Altret-tanto generese sono le agevolazione per la tassasul patrimonio e per le imprese. L’attuale gover-no Hollande è a corto di risorse, ma non sembraintenzionato a fare marcia indietro su questo.

L’esempio eclatante come sempre vienedall’altra sponda dell’Atlantico dove, grazie alregime fiscale ottimale per le donazioni, i mi-liardari Gates e Buffett hanno già donato granparte della propria fortuna personale, circa 70miliardi di dollari, e hanno persino lanciato unacapagna “Giving Pledge”, convincendo 102 tragli uomini più ricchi al mondo a donare unaparte consoistente della propria eredità.

L’Italia, invece, non sembra convinto di que-sta direzione. Tanto è vero che il percorso del 5 per mille è dasempre travagliato, i pagamenti sono stati posticipati, limitati,tagliati, ribadendo quell’immagine di un’Italia che non è ingrado di progredire rispetto a una linea di sviluppo coerente eche non mantiene fede ai propri impegni verso gli italiani.

Chi è il colpevole? Non di certo gli italiani, che vogliono do-nare e sono pronti a prendersi la responsabilità di migliorare ilproprio Paese. Ma è uno Stato che, complice una burocrazia af-famata di risorse, preferisce svilire e inibire l’iniziativa dei pro-pri cittadini.

Che fare? Prima cosa, riconosciamo definitivamente agli ita-liani la possibilità e la responsabilità di essere parte attiva nelrispondere alle esigenze della comunità, sostenendo la capa-cità di azione individuale e collettiva. Già che ci siamo, po-tremmo poi fare un passo ulteriore. Diamo la possibilità di uti-lizzare le nuove opportunità create dalle tecnologie informati-che per tagliare i passaggi e avvicinare bisogni e soluzioni. Mipiacerebbe che nella revisione complessiva del meccanismodel 5 per mille fosse incluso anche un capitolo sul crowdfun-ding e sulla finanza d’impatto, che il Ministro uscente Profumoha appena presentato nell’Agenda italiana per l’innovazionesociale. Questo contribuirebbe anche a riportare il Paese alpasso con le politiche di sviluppo di Bruxells che hanno sco-perto nell’innovazione sociale uno dei motori per rilanciarecrescita e impiego.

Ad esempio Nesta, l’Agenzia inglese per l’innovazione, halanciato una competizione a premi per individuare le innova-zioni nel campo delle donazioni. Tra i vincitori c’è una formadi micro-donazione elettronica che utilizza le tessere per lametropolitana: prendi la metro e doni 50 centesimi.

Quindi, non si tratta di tagliare gli investimenti pubblici ma,al contrario, di trasformarli in “investimenti civili”, lasciandol’iniziativa ai cittadini.

Quanto allo Stato italiano una sola e semplice raccomanda-zione: meno spesa, meglio spesa. [Filippo Addarii]

Francia e Uk credonoin forme diinvestimento civileTante buone pratiche per un’Italia che tentenna

Chi èFilippo Addariiè direttore esecutivodi Euclid Network, larete europea che dal2007 connette oltre300 “innovationleader” della societàcivile di tutto ilContinente.

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indicedi virtuositàdel sistema

modellida tenere d’occhio

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Da facilitatori a sostenitori. Potrebbe essere questa laparabola seguita in questi anni dai dottori commercialistiitaliani, da sempre a fianco dei contribuenti anche nelmomento della dichiarazione dei redditi e convinti fandel 5 per mille. Solo che, se all’inizio dovevano in qualchemodo “assistere” i clienti alle prese con una novità maivista prima (5 per mille? firmare? codice fiscale?), oggitestimoniano con piacere la presa di coscienza dei con-tribuenti che non solo colgono in massa questa opportu-nità, ma soprattutto arrivano nei loro studi con il codicefiscale dell’associazione scelta in mano. «Sì, è vero, adessonon siamo più noi a suggerire di firmare per il 5 per mille;i clienti sanno già tutto e sono molto consapevoli», testi-monia il dottor Fausto Bertozzi, 57 anni, romagnolo constudio a Savignano sul Rubicone, presidente della Fon-dazione dell’Associazione Dottori Commercialisti nonchémembro del direttivo dell’Adc stessa.

Dottor Bertozzi, è vero che il 5 per mille ha “sfondato” in-nanzitutto tra i commercialisti italiani?

Vero. Questa misura fiscale è stata ac-colta da noi con estremo favore e cisiamo impegnati da subito a diffon-derla tra i clienti e anche tra le asso-ciazioni come possibilità di sostegnoconcreto, e a costo zero. Con il tempola consapevolezza dei contribuenti è

maturata, e oggi quasi nessuno arriva al momento delladichiarazione dei redditi impreparato: anzi, moltissimivengono in studio con il foglietto del codice fiscale inmano, sanno a chi donare, e come.

Merito dei commercialisti?Merito soprattutto delle associazioni, che hanno saputoin questi anni diffondere il messaggio in modo chiaro.

Gli italiani hanno capito che firmare nel riquadro del 5per mille non costa nulla ma significa molto. Semmai inquesti anni è emerso un altro problema…

Quale?La difficoltà di scelta. Le buone cause da sostenere sonotante, ma il codice fiscale da scrivere è uno solo. Un altroelemento che notiamo anche noi in sede di dichiarazionedei redditi è che data l’enorme platea dei beneficiari si ri-schia la frammentazione dei contributi, con migliaia diassociazioni che ricevono pochi euro. Poi c’è la questionedel tetto, che bisognerebbe eliminare per consentire undispiegamento pieno delle potenzialitàeconomiche del 5 per mille.

Cosa chiedono i clienti quando è il momen-to di devolvere il 5 per mille?

Quasi tutti hanno la preoccupazione chei propri soldi vengano utilizzati in modocorretto per gli obiettivi dichiarati dall’as-sociazione prescelta. È comprensibile egiusto, per questo la rendicontazione, obbligatoria pergli enti di maggiori dimensioni, ma auspicabile per tutti,è fondamentale.

I commercialisti spesso assistono pro bono le associazionidi volontariato alle prese con le procedure di iscrizione aglielenchi. Come se la cavano?

La nostra associazione è particolarmente attiva in questosettore e organizza spesso conferenze e momenti di for-mazione diretti proprio agli amministratori degli enti in-teressati. Ritengo siano iniziative utili perché in questocampo l’approssimazione non è consentita, e chi sbaglia,anche se in assoluta buona fede, paga con l’esclusionedal contributo, se non con sanzioni. Certo se ci fosse lastabilizzazione non sarebbe più necessario ripetere leprocedure di iscrizione ogni anno, e i margini di errore si

ridurrebbero quasi a zero, senza contare il risparmio didenaro, tempo ed energie che comunque l’iter attualecomporta.

I commercialisti non sono solo facilitatori, ma anche per-cettori di una quota del 5 per mille con la Fondazione Adc,che lei presiede. Di che cosa si occupa?

La Fondazione è nata sette anni fa a seguito del malcon-tento dei colleghi per il corrispettivo di pochi centesimiche lo Stato eroga agli intermediari per l’invio della di-chiarazione dei redditi, e che molti di noi si rifiutavanodi incassare. Si è pensato così di trovare una collocazione

adeguata a tale “obolo”, incassandolo e destinandolo afini sociali. Lo scorso anno la Fondazione ha ricevuto cir-ca 20mila euro grazie al 5 per mille.

Come avete utilizzato i contributi?La nostra mission è favorire progetti di autoimprendito-rialità nei paesi in via di sviluppo, e per questo negli annipassati abbiamo sostenuto piccoli imprenditori in paesicome Rwanda, Benin e Burkina Faso. Nel 2012 però, comeavevamo già fatto nel 2009 dopo il terremoto dell’Aquila,abbiamo scelto di aiutare le popolazioni colpite dal sismain Emilia: per questo abbiamo erogato 12 borse di studioa favore dei figli degli operai morti nel crollo dei capan-noni di Medolla, Mirandola, San Felice e Cavezzo, e ac-quistato un mezzo di trasporto per una cooperativa so-ciale la cui sede è andata distrutta. [G.M.]

«Il vero passo avanti, poi, sarebbe eliminarefinalmente il “tetto”. Solo cosìil 5 per mille potrebbe dispiegare appienole sue potenzialità economiche»

Bertozzi: «Se la misura fossestabilizzata si eviterebbero sprechi»Il presidente dell’Associazione commercialisti conferma: l’iter attuale è molto contorto

www.fundfacility.it

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VITA11 APRILE 2013

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La trasparenza innanzitutto.Dove va a finire il 5 per mille?Che cosa succede dopo che il

contribuente ha firmato nell’appo-sito spazio in dichiarazione dei red-

diti, lo Stato ha incassato, haconteggiato, e ha finalmente accreditato allerealtà destinatarie i fondi (meccanismo com-plesso, e soprattutto molto lungo in termini ditempo)? Anche per rispondere a questa do-manda, e a questa sostanziale esigenza di chia-rezza, è entrato in vigore, nel 2008, l’obbligoper le associazioni di Terzo settore che rice-vono il 5 per mille di rendicontare in un appo-sito documento, diverso dal bilancio“normale”, come si è spesa la somma ricevutadai contribuenti. Cinque anni fa la norma vi-geva per gli enti che avevano incassato oltre15mila euro, ma dal 2009 - grazie al Dpcm 3aprile 2009 - l’asticella si è alzata a quelli chehanno ricevuto almeno 20mila euro.

Così noi spendiamo il 5 per milleLe 5 onp più “premiate” del 2010 (ultimi dati disponibili) raccontano i progetti sostenuti grazie a queste risorse

A sovrintendere alle procedure di rendicon-tazione è il Dipartimento sociale del Ministerodel Lavoro, al quale vanno inviati i rendicontientro un anno dal ricevimento delle somme;per agevolare il lavoro delle organizzazioni (giàoberate da più di un rendiconto obbligatorioda redigere nel corso dell’anno, basti pensareal bilancio d’esercizio, a quelle ex raccolte pub-bliche di fondi, a quello in caso si ricevano fon-di pubblici o europei ecc. ecc.) il Ministero stes-so ha preparato un modello di rendicontazione,piuttosto agile, in cui le associazioni trovano 5voci di spesa (risorse umane, costi di funzio-namento, acquisto beni e servizi, erogazioni,altro) da “riempire” con gli euro spesi per so-stenere ciascuna sezione.

Sono inoltre disponibili delle Linee Guida,preparate anch’esse dal Ministero (il tutte nel-l’apposita sezione “5 per mille” del sitowww.lavoro. gov.it, una miniera di informa-zioni non solo per addetti ai lavori, ma anche

EmergencyI fondi del 5 per mille raccolti daEmergency non hanno unadestinazione specifica, ma sonofondamentali per sostenere tutto ilgrande meccanismo di interventoumanitario. «Tali fondi hannocoperto parte dei costi perl'acquisto di farmaci, materialisanitari e chirurgici e attrezzaturesanitarie necessari al trattamentodei nostri pazienti nel Centro Salamdi cardiochirurgia a Khartoum, inSudan, nel Centro chirurgico diBattambang, in Cambogia, nelCentro chirurgico e pediatrico diGoderich in Sierra Leone, nel Centrodi maternità di Anabah e nei Centrichirurgici ad Anabah, Kabul eLashkar-gah in Afghanistan», illustraCecilia Strada, presidente diEmergency. Inoltre, queste risorsehanno consentito di coprire i costiper il personale impiegato nellemissioni umanitarie in Afghanistan,Cambogia, Iraq, RepubblicaCentrafricana, Sierra Leone e Sudan,in Libia.

Ma il 5 per mille serve anche persensibilizzare i donatori: «Il 5 permille copre anche le spese diproduzione e spedizione dellarivista trimestrale gratuita diEmergency, inviata a tutti isostenitori e distribuita nel corso diiniziative dell'associazione e deigruppi territoriali, e in alcunelibrerie». Uno strumento direndicontzione dell’utilizo dei fondie delle attività: «È un sacrosantodovere verso il cittadino che ci dàuna parte delle sue tasse far saperedove e come utilizziamo i fondi.Consolida la fiducia fra i donatori el’organizzazione. La trasparenzaspinge il donatore a continuare asostenerci».

MSFMedici Senza Frontiere hasostenuto interventi d’emergenzacome quello in Libia a seguito delconflitto civile e progetti diassistenza sanitaria, destinando936.975 euro, e ha portato avantiinterventi già in corso. Comel’attività in Zimbawe che harichiesto 3milioni di euro. «I fondihanno finanziato un progetto per iltrattamento dell’Aids tramitefarmaci antiretrovirali e interventiper ridurre la mortalità», specificaKostas Moschochoritis, direttoregenerale di Medici Senza Frontiere.

Grazie al 5 per mille continua ilsostegno all’ospedale di AhmadShah Baba in Afghanistan (1 milionedi euro), del centro per le urgenzechirurgiche di Tabarre ad Haiti (1milione di euro), del progetto disalute materno-infantile “Gondamareferral Center – Bo district” inSierra Leone (sempre 1 milione) e didue progetti di prevenzione e curadell’Aids in Repubblica Democraticadel Congo (3 milioni). Interventianche in Italia, in particolare inLombardia, per la diagnosi dellamalattia di Chagas, diffusa fra lepopolazioni dell’America Latina.

Lo spazio privilegiato per larendicontazione è il portaleinternet: «I report di tutte le sedisono pubblicati on line perché chi èinteressato possa avere tutte leinformazioni quando vuole», spiegaMoschochoritis. Che aggiunge «Il 5per mille rappresenta oltre il 20%delle nostre entrate e quindisentiamo il dovere di essere il piùtrasparenti possibile. Questeinformazioni sono contenute inmaniera analitica anche nel nostrobilancio, che è certificato daauditors internazionali».

AircAIRC sostiene due programmi diricerca speciali che portano nellaloro denominazione il riferimento al5 per mille, per sottolineare la fontedel finanziamento e i tradizionaliInvestigators Grants. I primi sono:“Programma di oncologia clinicamolecolare 5 per mille” e “Diagnosiprecoce e analisi del rischio disviluppare un tumore 5 per mille”.«Ad essi afferiscono 14 programmidi ricerca multicentrici, della duratadi tre anni, a cui se ne aggiungonoaltri due dopo una valutazionescientifica positiva», spiega NiccolòContucci, direttore generale diAIRC. «Con il 5 per mille finanziamoanche una rilevante parte degliInvestigator Grants, cioè i progettidi ricerca triennali checostituiscono la colonna portantedella ricerca oncologica italiana eche quest’anno valgonocomplessivamente oltre 49 milionidi euro. La somma destinata aquesti ultimi e proveniente daicontributi del 5 per mille è pari a 9,2milioni di euro».

Da sempre AIRC è attenta allarendicontazione. «Le nostreprocedure prevedevano già primadell’introduzione del 5 per millel’obbligatorietà dellarendicontazione delle somme spesedai ricercatori» spiega Contucci.«AIRC rendiconta secondo leregole dei tre Ministeri cuifacciamo riferimento: ognuno deitre ha stabilito diverse modalità direndicontazione, a cui ci atteniamoscrupolosamente e a cui facciamo inmodo si attengano anche gli istitutiscientifici a cui destiniamo questifondi».

UnicefGli interventi più impegnativi dalpunto di vista finanziario, perUnicef, sono stati quelli attivati inChad, Repubblica Democratica delCongo (800mila euro), Costad’Avorio (700mila euro), Zambia(600mila euro), Tanzania eMyanmar (500mila euro). Uniceftiene costantemente informati idonatori soprattutto attraverso ilsito. «Qui è pubblicata la periodicarendicontazione verso i donatorisulla destinazione dei fondi ricevuticon la descrizione dei singoliprogrammi sostenuti. Un altroveicolo è rappresentato dal bilanciosociale. Informazioni, con unapproccio più divulgativo e menotecnico rispetto al bilancio, sonopubblicate sulla rivista dei donatori“Dalla Parte dei Bambini”», affermaDavide Usai, direttore generaleUnicef.

Unicef, come tutte le organizzazioninon profit che beneficiano del 5 permille, assolve anche l’obbligo direndicontazione prescritto dallalegge inviando la documentazioneai ministeri competenti. Per Unicefdare conto ai donatori di come lerisorse raccolte sono spese èfondamentale, come ribadisceDavide Usai: «Perché vogliamo che inostri donatori sappiano comesono stati impiegati i fondi ricevutie conoscano quali sono i risultaticonseguiti, quanti bambini abbiamopotuto salvare grazie al lorosupporto».

AilLa destinazione dei fondi del 5 permille in AIL segue uno schemacostante, illustrato dal direttoregenerale Tiziana Mazzini. «Il 10%dell’importo lo destiniamo aFondazione Gimema. Il restante, alnetto di un 15% di costi di struttura,lo ridistribuiamo alle 82 sezioni AILche lo impiegano per le attivitàtipiche delle sezioni che sono: curedomiciliari in ematologia, ricerca alivello locale, poiché FondazioneGimema è opera a livello nazionale,assistenza e supporto ai reparti diematologia e attività socio-assistenziali di supporto allefamiglie e ai pazienti ematologici».

La rendicontazione è una questionedi reputazione. «Noi pensiamo cherendicontare sia, in termini dimantenimento di alta reputazione,un obbligo che sentiamo aprescinde dalla norma. Conl’introduzione dell’obbligo dal2008, la rendicontazione è ancorapiù vincolante e seppure si tratta diuna modalità impegnativa, laconsidero corretta. Con i nostridonatori abbiamo unappuntamento annuale con lapubblicazione dei dati sul sito, oltreche nella rivista “Destinazionedomani”. Poi nel bilancio sociale, nelbilancio di esercizio e con unagrafica del bilancio consolidato suiprincipali media». C’è poi una“rendicontazione sul territorio”,come spiega il direttore generale.«Ridistribuendo alle sezioni locali, iterritori fanno una verifica diretta dicome vengono impiegati i fondi. Sitratta di un valore aggiunto cheserve alla presa di coscienza direttadi come sono investiti i fondi, nonsolo quelli del 5 per mille».

a cura di Carmen Morrone

per tutti i cittadini che vogliono restare infor-mati), che chiariscono la necessità di accom-pagnare il rendiconto sintetico con una rela-zione descrittiva nel caso siano stati compilatii campi “erogazioni” e “altre voci”, e ricordanoil divieto di «utilizzare la somma percepita percoprire, in tutto o in parte, le spese di pubbli-cità sostenute per fare campagna di sensibiliz-zazione sulla destinazione della quota».

Per esaminare, infine, i rendiconti che arri-vano agli Uffici ministeriali, è stata costituitalo scorso anno una Commissione di verificacomposta da personale interno al ministero,che ha esaminato e approvato lo scorso 16 gen-naio i primi rendiconti delle somme percepitenel 2010 a titolo del 5 per mille per l’anno fi-nanziario 2008 sui redditi 2007. Ovvero dati einformazioni su procedure avviate e chiuse seianni fa.

Che dire alla Commissione? Buon lavoro,perché il lavoro da fare è davvero tanto...

Sull’utilizzo dei fondic’è massima trasparenza.Nonostante le lentezze... Obbligo di rendicontazione per chi incassa più di 20mila euro

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AIL

Codice Fiscale80102390582

5per1000focus 2013

PERCHÈ CHIEDIAMOIL 5 PER MILLE

L’AIL – Associazione Italiana contro leLeucemie, linfomi e mieloma – Onlus,costituita a Roma l’8/04/1969 e ricono-sciuta con Decreto del Presidente dellaRepubblica n. 481 del 19/09/1975, è im-pegnata da più di 40 anni nella lotta con-tro le malattie del sangue. Fondamentaleè l’attività svolta dalle 82 sezioni provin-ciali a sostegno dei Centri di Ematologia,sia universitari che ospedalieri, su tuttoil territorio nazionale.

Aiutare l’AIL significa sostenere un’at-tività che persegue importanti obiettivi:rendere sempre più curabili leucemie,linfomi e mieloma, migliorare la qualitàdella vita dei malati e dei loro familiari,promuovere e sostenere la ricerca scien-tifica e il progresso delle terapie. L’AILorganizza il Servizio di Assistenza Domi-ciliare e Realizza “Case di Accoglienza”nei pressi dei Centri ematologici, perospitare i pazienti che devono affrontarei lunghi periodi di cura, assistiti dai fa-miliari. Mantenere e migliorare i risultaticonseguiti finora richiede però impegnoe fondi sempre crescenti ed è per talemotivo che quest’anno chiediamo anco-ra più fiducia a tutti. Il “5 per mille” èl’occasione giusta per dare un aiuto con-creto alla lotta contro le malattie del san-gue.

CHE COSA STIAMO FACENDORicerca. Oltre 5,5 milioni di euro sonodestinati in un anno alla ricerca scienti-fica, per realizzare laboratori, acquistareapparecchiature, sovvenzionare medici,biologi e altri professionisti. In partico-lare l’AIL finanzia il GIMEMA (GruppoItaliano Malattie Ematologiche dell’Adul-to) composto da 150 Centri di Ematologiapresenti sul territorio nazionale che ope-ra con l’obiettivo di identificare e divul-gare i migliori standard diagnostici e te-rapeutici in campo ematologico. Centridi Ematologia: più di 5 milioni di euro inun anno sono impiegati per sostenere lespese dei Centri di Terapia e per garantirealti livelli di prestazione.Assistenza. 6,5 milioni di euro sono de-stinati ai servizi di assistenza. L’assisten-za domiciliare: l’AIL offre attualmente 43servizi di cure domiciliari, che permet-tono di evitare il ricovero in ospedale diquei pazienti che possono essere curatia casa con l’aiuto dei familiari. In un an-

no sono stati seguiti 2.400 pazienti esvolte a domicilio oltre 46.000 visite.Tale forma di assistenza viene prati-cata da équipe multi - professionali(medici, infermieri, assistenti sociali,psicologi e volontari) che assistono ilpaziente a casa mantenendo un co-stante collegamento con l’ospedaledove il paziente è curato per la suamalattia ematologica. Le case AILhanno l’obiettivo di migliorare la qua-lità di vita dei malati e delle loro fa-miglie. Per questo motivo 33 sezioniprovinciali AIL hanno realizzato strut-ture e operano servizi che permettonodi alleviare i problemi dei pazienti re-sidenti lontano dai centri di cura. Inol-tre l’AIL realizza scuole, sale gioco esostiene le famiglie con difficoltà eco-nomiche.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTI I rilevanti progressi della RicercaScientifica e le terapie sempre più effi-caci e mirate, compreso il trapiantodi cellule staminali, hanno determi-nato un grande miglioramento nelladiagnosi e nella cura dei pazienti af-fetti da tumori del sangue, ma è ne-cessario un sostegno continuo e supiù fronti per raggiungere l’obiettivodi rendere leucemie, linfomi e mielo-ma sempre più guaribili.A questo proposito, i fondi del 5 permille sono una risorsa molto impor-tante per finanziare la ricerca scienti-fica, per potenziare i servizi di Assi-stenza Domiciliare, per migliorare le“Case alloggio AIL”, per realizzare in-terventi significativi nei reparti di de-genza, nei day hospital e nei Centri ditrapianto. Il 90% dei fondi raccoltisarà destinato alle Sezioni provincialiAIL per progetti specifici sul territorio.Sono le Sezioni, infatti, che accolgonoil malato e la sua famiglia e lo accom-pagnano per tutto il percorso dellamalattia. Si occupano direttamente diorganizzare i servizi di Assistenza Do-miciliare, di realizzare e mantenereoperative le “Case AIL”, di acquistarefarmaci costosi o difficilmente repe-ribili, di intervenire nelle esigenze deiCentri di Ematologia di riferimento.Il restante 10% è destinato al GIMEMA(Gruppo Italiano Malattie Ematologi-che dell’Adulto) per finanziare la ri-cerca scientifica.

Nome ente: AIL - Associazione Italiana contro le Leucemie, linfomi e mieloma - ONLUSIndirizzo: via Casilina, 5 - 00182 RomaTelefono: 06.7038601 Fax: 06.70386041Sito internet: www.ail.itE-mail: [email protected] fiscale: 80102390582

VITA13 APRILE 2013

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Amnesty International

Codice Fiscale03031110582

PERCHÉ CHIEDIAMO IL 5X1000Da oltre 50 anni lavoriamo instancabilmente in fa-vore dei prigionieri di coscienza e di tutti coloroche rischiano di essere vittime di sparizioni forzateo di subire maltrattamenti, discriminazioni, pro-cessi iniqui, torture, condanne a morte, sgomberiforzati: persone i cui diritti fondamentali quali lasalute, l’istruzione, l’accesso all’acqua, al cibo e allavoro vengono violati.Per un’associazione imparziale e indipendente co-me Amnesty International, che non accetta fondida governi, istituzioni politiche e gruppi economici,il sostegno di ogni singola persona è fondamentale.Devolvere il 5x1000 ad Amnesty International si-gnifica permetterci di rafforzare il nostro impegnoquotidiano per un mondo non più dominato daesclusione, violenza, discriminazione e impunitàma caratterizzato, invece, dal rispetto di tutti i di-ritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione uni-versale dei diritti umani del 1948.

CHE COSA STIAMO FACENDO Accanto alle tradizionali campagne in favore deidiritti civili e politici e al noto impegno contro latortura e la pena di morte in tutto il mondo, l’Asso-ciazione ha quest’anno lanciato nel nostro Paesela campagna “Ricordati che devi rispondere. L’Ita-lia e i diritti umani”, attraverso la quale ha sotto-posto ai leader delle coalizioni e a tutti i candidati

delle circoscrizionielettorali un’Agendain 10 punti per i dirittiumani in Italia. Dal2011 inoltre seguiamole crisi e le transizioniin Medio Oriente eAfrica del Nord e sia-mo accanto alle don-ne e agli uomini scesinelle piazze di Egitto,Siria, Tunisia, Yemen,Bahrein e di altri paesidella regione per chie-dere ai governi il pie-no rispetto dei loro di-ritti. In nessun altroPaese toccato dalle ri-volte, il costo umanoè stato così alto comein Siria: da quando leproteste hanno avuto inizio, nel marzo 2011, sonomorte decine di migliaia di persone. Amnesty In-ternational continuerà a chiedere a tutte le parti inconflitto di proteggere i civili. Per ottenere risultati concreti mobilitiamo la nostrarete di soci e sostenitori, oltre tre milioni in tutto ilmondo, così da proteggere i difensori dei dirittiumani, quelle persone che, ogni giorno, rischiano

la propria vita per difendere i loro diritti umani equelli degli altri. Svolgiamo quotidianamente, inol-tre, la nostra attività di educazione ai diritti umani,per sensibilizzare e promuovere i diritti all’internodelle scuole.Infine, l’Associazione prosegue il suo impegno nellacampagna “Io pretendo dignità” che punta l’atten-zione sugli abusi commessi nei confronti di chi vivein insediamenti abitativi precari, sulla responsabi-lità delle aziende, che possono essere complici - etalvolta direttamente responsabili - di diverse vio-lazioni dei diritti umani, e sulla tutela della salutematerna.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTINel corso dei prossimi mesi, continueremo a mo-nitorare la situazione dei diritti umani in Siria e intutto il Medio Oriente e Africa del Nord sostenendole proteste pacifiche di chi, dopo aver sfidato de-cenni di repressione, si batte ancora per un futurodi dignità e giustizia. Continueremo a portare avanti la campagna “Ri-cordati che devi rispondere” per la promozione ela difesa dei diritti umani in Italia e la campagna“Io pretendo dignità” per affermare che senza di-ritti umani non si sconfigge la povertà. Faremopressione per chiedere l’abolizione della pena dimorte dove ancora praticata. Chiederemo inoltre ai paesi dell’Europa di elimi-nare la persecuzione, l'esclusione e la discrimina-zione per motivi di etnia, nazionalità, religione,orientamento sessuale, identità di genere o di altriaspetti relativi alla coscienza di ogni persona affin-ché chiunque possa godere di un'effettiva prote-zione da ogni forma di discriminazione. Interver-remo dove leggi e prassi illegali tentano di respin-gere richiedenti asilo e rifugiati.

Nome ente: Amnesty International Sezione Italiana OnlusIndirizzo: via G. B. De Rossi, 10 - 00161 RomaTelefono: 06.4490210Fax: 06.4490243Sito internet: www.amnesty.itE-mail: [email protected] fiscale: 03031110582

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5per1000 focus 2013VITAAPRILE 2013 14

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Cittadinanzattiva Onlus

Codice Fiscale80436250585

5per1000focus 2013

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5x1000Un gesto che non ti costa nulla, ma può aiutare

i ragazzi, specialmente quelli con limitata capacitàmotoria o sensoriale, a vivere “senza barriere” ascuola. Vogliamo aggiungere rampe di accesso dovenecessario, spianare percorsi accidentati per le car-rozzine, mettere a norma servizi igienici non ac-cessibili, fornire ausili a chi ne è sprovvisto. Destinail tuo 5 per mille a Cittadinanzattiva, ci aiuterai aportare avanti la campagna “Assente ingiustifica-to”, che realizziamo con la Unione italiana per lalotta alla distrofia muscolare.

Il nostro obiettivo non è solo quello di fare sìche le scuole italiane non abbiano più barriere ar-chitettoniche, cioè qualunque elemento costrutti-vo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spo-stamenti o la fruizione di servizi, ma di lavorareperché i diritti di tutti gli studenti con disabilitàvengano rispettati.

Partecipare con costanza a tutte le attività sco-lastiche significa apprendere e dotarsi di un’istru-zione; significa anche socializzare e sviluppare leproprie possibilità di relazione. Per maggiori infor-mazioni sul progetto, sapere cosa stiamo facendoper rendere le scuole davvero senza barriere e so-stenere anche con il tuo lavoro le nostre attività,visita il nostro sito.

CHE COSA STIAMO FACENDOCittadinanzattiva nel 2013 è impegnata su

molteplici fronti, per promuovere la parte-cipazione civica, garantire la tutela dei dirittidei cittadini, con il nostro “Progetto integra-to di Tutela”, nei casi in cui vi sia una viola-zione, dare voce al punto di vista dei cittadinicon l’informazione civica. Si parte dalle at-tività svolte sul territorio dalle circa 500 se-zioni del Tribunale per i diritti del malato, icui volontari sono quotidianamente a tua di-sposizione per informarti sui tuoi diritti, aiu-tarti per tutelarli, rimuovere situazioni di ri-schio per la salute, lottare perché il ServizioSanitario Nazionale sia davvero universalee al servizio delle persone. E sono molte leattività che portiamo avanti anche nel set-tore dei consumi, della giustizia, dell’istru-zione e della cittadinanza europea. Anchequest’anno realizziamo la campagna “Impa-raresicuri”, attraverso la quale conduciamouna indagine a tappeto sullo stato della si-curezza strutturale delle scuole e lavoriamoaffinché le istituzioni rimuovano le situazio-ni di rischio. Inoltre, anche quest’anno il 25novembre celebreremo la “Giornata nazio-nale della sicurezza scolastica”, in collabo-

razione con il Dipartimento della Pro-tezione Civile, in 10mila istituti scola-stici, per insegnare a prevenire i rischie a mettere in campo comportamenti cheaiutino a evitarli.

Anche la Giustizia è tra le nostre attività.La nostra “Giustizia per i diritti” è una retedi professionisti e cittadini il cui obiettivo èquello di migliorare il sistema giudiziario, la-vorando affinché diventi davvero al serviziodel cittadino. I Procuratori dei cittadini sonola rete dedicata alle politiche dei consuma-tori, con attività e campagne sui temi delleassicurazioni, del trasporto pubblico locale,dei costi di accesso ai servizi essenziali comeluce, rifiuti, e asili nido, su come essere con-sci delle potenzialità e dei rischi del sistemabancario e creditizio. Come vedi, sono mol-tissime le attività che realizziamo ogni anno,anche grazie ai fondi che raccogliamo con il5 per mille, grazie a te. Se vuoi saperne dipiù, visita il nostro sito, e iscriviti gratuita-mente alla nostra newsletter settimanale.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTICittadinanzattiva onlus è un movimento

di partecipazione civica che opera in Italia ein Europa per la promozione e la tutela deidiritti dei cittadini e dei consumatori. Dal2000 siamo riconosciuti dal Cncu (presso ilMinistero dello Sviluppo Economico) come

associazione dei consumatori. Cittadinanzattiva,che nasce nel 1978, conta oggi 115.539 aderenti e15 associazioni federate, di cui 13 di malati cronici.È presente in Italia con 19 sedi regionali e 250 as-semblee locali. La missione dell’associazione trovail suo fondamento nell’art.118 della Costituzione,che recita: “Stato, regioni, province, città metro-politane, comuni favoriscono l'autonoma iniziativadei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimentodi attività di interesse generale, sulla base del prin-cipio della sussidiarietà”.

Cittadinanzattiva ha come obiettivi: intervenirea difesa del cittadino, prevenendo ingiustizie e sof-ferenze inutili; attivare le coscienze e modificare icomportamenti; attuare i diritti riconosciuti dalleleggi e favorire il riconoscimento di nuovi diritti;fornire ai cittadini strumenti per tutelarsi e dialo-gare ad un livello più consapevole con le istituzioni;costruire alleanze e collaborazioni indispensabiliper risolvere i conflitti e promuovere i diritti.

Cittadinanzattiva si occupa di: sanità, con il Tri-bunale per i diritti del malato ed il Coordinamentonazionale delle Associazioni dei malati cronici; po-litiche dei consumatori, con i Procuratori dei citta-dini; giustizia, con Giustizia per i diritti; scuola,con la Scuola di cittadinanza attiva; cittadinanzaeuropa, con Active citizenship network; attivismocivico, in Italia e nel mondo.

Nome ente: Cittadinanzattiva OnlusIndirizzo: via Flaminia, 53 - 00196 RomaTelefono: 06.367181Fax: 06.36718333Sito internet: www.cittadinanzattiva.it E-mail: [email protected] Fiscale: 80436250585

VITA15 APRILE 2013

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Dynamo Camp

Codice Fiscale90040240476

5per1000 focus 2013

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5 PER MILLE Dynamo Camp è il primo camp di Terapia Ricrea-

tiva in Italia, appositamente strutturato per ospitaregratuitamente bambini e ragazzi affetti da patologiegravi e croniche, dai 6 ai 17 anni, in terapia o nel pe-riodo di post ospedalizzazione. Si tratta principal-mente di bambini affetti da patologie oncoemato-logiche, patologie neurologiche, sindromi rare, spinabifida e diabete.

Il Camp lavora tutto l’anno e offre anche pro-grammi specifici rivolti all’intero nucleo familiare -genitori e fratelli sani compresi. Dynamo Camp vuo-le offrire a questi bambini malati l’opportunità ditornare ad essere “semplicemente bambini” trascor-rendo una settimana di divertimento in un ambienteprotetto. Sollevare un bambino dalla sua malattia –anche se per brevi periodi – può fare la differenzanella sua vita e in quella della sua famiglia. Il Campè situato a Limestre in provincia di Pistoia, in un’oasidi oltre 900 ettari affiliata WWF, Oasi Dynamo, e faparte dell’Associazione SeriousFunChildren’sNetwork (già Association of Hole in The Wall Camps)rete di camp fondati nel 1988 da Paul Newman e at-tivi in tutto il mondo. Il vostro contributo è visibilee concreto a Dynamo Camp che rimane visitabile inqualunque momento dell'anno per rendersi contodi come vengono spese le risorse raccolte anche gra-zie alla donazione del 5 per mille.

CHE COSA STIAMO FACENDOI bambini al Camp si divertono in totale sicurezza

e serenità, secondo i principi della Terapia Ricreativa

e con l’aiuto dei medici, di staff specializzato e vo-lontari selezionati e formati accuratamente. La Te-rapia Ricreativa è la base scientifica che ispira l’atti-vità del Camp. L’esperienza si concentra sulla sco-perta di nuove potenzialità e su nuove possibilità diapprendimento in varie forme. In questo modo i be-nefici tendono ad essere di lungo termine, spessopermanenti, e si verificano cambiamenti positivinella capacità dei bambini di confrontarsi con la loromalattia. Al Camp il rapporto è di un membro delpersonale ogni due ragazzi al fine di garantire unasupervisione costante e personalizzata. La supervi-sione medica a Dynamo Camp è garantita attraversoun'infermeria completamente attrezzata e dalla pre-senza costante, 24 ore su 24, dimedici ed infermieri specializ-zati in oncoematologia pedia-trica e nelle patologie che ilCamp ospita. Dynamo Campoggi offre attività sportive e al-l’aperto in strutture di eccellen-za con personale qualificato ecertificato: equitazione, tiro conl’arco, arrampicata, piscina ecampeggio overnight su in OasiDynamo. Le attività creative edespressive dei workshop sonoorganizzate per progetti e pre-vedono anche la partecipazionedi professionisti esterni forma-ti: teatro, Radio Dynamo, Dy-namo Art Factory, scuola di cir-co e Dynamo Studios per cine-

ma e foto. Da gennaio a dicembre sono previsti 17programmi: 11 sessioni per bambini e adolescenti,di cui una per i soli fratelli e sorelle sani (Siblingcamps) e 6 sessioni per famiglie. I bambini e ragazziprovengono da tutta Italia grazie alla collaborazionecon 67 ospedali e 55 associazioni di patologia.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTIDynamo Camp ha aperto le porte nel 2007 ospi-

tando 60 bambini. Nel 2012, al suo sesto anno di at-tività, ha accolto in modo completamente gratuito1.065 bambini e ragazzi e 149 famiglie. Il progetto èquello di continuare a offrire la possibilità di venireal Camp al maggior numero possibile di bambini efamiglie che ne hanno bisogno - coprendo anche icosti di viaggio - e farlo con sempre maggiore pro-fessionalità. Per fare questo il nostro sforzo si con-centra su diversi livelli: aumentare il numero di postiletto con nuove strutture di accoglienza; valutarecon il Comitato Medico Scientifico altre patologieammissibili al Camp che possano trarre beneficiodai programmi offerti; integrare i programmi inter-nazionali a quelli per i soli bambini italiani favorendoun’esperienza multiculturale; incrementare i pro-getti formativi Leaders in Training - LIT per gli ex-campers e offrire una formazione di livello agli oltre600 volontari che ogni anno donano il proprio tem-po, intelligenza e cuore.

La formazione di staff e volontari riguarda la ca-pacità di gestire necessità e problematiche di bam-bini e ragazzi con patologie gravi e croniche. Il con-tenuto si integra con gli obiettivi dei programmi diDynamo Camp, sul piano psicologico - contribuirea rafforzare l’autonomia nei bambini malati, la fi-ducia in se stessi e nelle proprie capacità e poten-zialità – e sul piano sociale – fare nuove amicizie e riconoscere il valore della collaborazione e delsostegno reciproco nell’affrontare i problemi dellavita.

VITAAPRILE 2013 16

Nome ente: Associazione Dynamo Camp OnlusIndirizzo: Via Ximenes, 662 (loc. Limestre) - 51028 San Marcello Pistoiese (PT)Telefono: 0573.62171 Fax: 0573.621757Sito internet: www.dynamocamp.org Mail: [email protected] Codice fiscale: 90040240476

Page 17: Guida5per1000

Lega del Filo d’Oro Onlus

Codice Fiscale80003150424

5per1000focus 2013

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5x1000La Lega del Filo d'Oro è una realtà unica in Italia

che, da quasi 50 anni, fornisce un servizio alta-mente qualificato alle persone sordocieche e plu-riminorate psicosensoriali. Le attività svolte ven-gono finanziate solo parzialmente da fondi pubblicie solo grazie alle risorse da privati, che rappresen-tano circa il 70% delle entrate, è possibile garantireagli utenti una completa assistenza, ampliare e po-tenziare i servizi offerti e dare risposte ai bisognidi un numero sempre maggiore di persone.

Per questa ragione la solidarietà per la Lega delFilo d’Oro ha un ruolo fondamentale per la vita elo sviluppo dell’Associazione stessa. Il meccanismodel 5xmille si è rivelato un’importante opportunitàdi finanziamento in più, che si va a sommare allaabituale donazione senza alcuna spesa aggiuntivaper il contribuente. Una firma per la Lega del Filod’Oro nella propria Dichiarazione dei redditi è ungesto che non costa nulla e vale tantissimo: rap-presenta una conferma di fiducia nell’opera svoltae un aiuto concreto all’Associazione, particolar-mente prezioso in questo periodo di difficoltà eco-nomica, in cui l’Ente è impegnato nell’ampliare lapresenza sul territorio e costantemente teso ad of-frire una migliore qualità nel servizio offerto.

CHE COSA STIAMO FACENDOPresso il Centro di Osimo (AN) si svolgono le at-

tività di diagnosi e riabilitazione e trovano ospita-lità bambini, giovani ed adulti sordociechi e pluri-minorati psicosensoriali. Per ogni ospite viene ela-borata una terapia riabilitativa personalizzata e si-stemi adeguati di comunicazione, per permettereloro di stabilire relazioni col mondo e recuperare,quanto più possibile, una dimensione fatta di di-

gnità e autonomia,grazie a uno staff dispecialisti che valutaquotidianamente, perognuno, le terapie e ilivelli di recupero rag-giunti. L’aumento co-stante di richieste diaccoglienza e assi-stenza specialisticaha spinto la Lega delFilo d’Oro a portaresul territorio naziona-le l’esperienza matu-rata a Osimo in quasi50 anni di attività. Unimpegno volto ad of-frire maggiori oppor-tunità in particolarealla fascia di età gio-vane/adulta che piùincontra difficoltà a

trovare risposte qualificate a livello territoriale eper la quale, visto il numero sempre crescente dicasi dovuto al progressivo aumento della vita me-dia, si richiede un tipo di assistenza specialistica.

Con questo obiettivo sono nati nel 2004 a Lesmo(MB), nel 2007 a Molfetta (BA), nel 2010 a TerminiImerese (PA) e nel 2013 a Modena, quattro CentriResidenziali. Fondamentale è anche l’attività deiservizi territoriali presenti nei Centri e delle sedi

territoriali di Roma e Napoli che offrono un servi-zio importante per gli utenti, le famiglie e sono disupporto alla rete dei servizi locali.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTILa Lega del Filo d’Oro ha iniziato il 2013 con nuo-

ve importanti sfide, che necessitano un sostegnosignificativo anche in termini economici e di dona-zioni. A gennaio sono state avviate le attività delnuovo centro socio-riabilitativo di Modena, con l’in-gresso dei primi ospiti. Il Centro emiliano, una voltaa regime, sarà in grado di accogliere 24 persone aricovero a tempo pieno. A oggi sono un centinaiogli utenti della Regione Emilia Romagna di cui lanostra associazione si occupa che ora potrannocontare su centro specialistico nel loro territorio.

Sono inoltre in fase di avviamento i lavori perla realizzazione di una nuova sede ad Osimo, sedeprincipale dell’Ente, che possa raccogliere in un’u-nica struttura tutti i servizi esistenti (attualmentedislocati in 15 edifici diversi). Il beneficio maggioredi questo progetto sarà un importante incrementodei posti disponibili presso il Centro di Riabilita-zione, con la conseguente riduzione delle lungheliste di attesa, oltre che un considerevole risparmiodi risorse e una maggiore efficienza dei servizi.

Tra i progetti in corso c’è quello di estendere lapresenza di servizi sul territorio nazionale, perconsentire un sostegno ulteriore alle famiglie e unamaggiore integrazione con il tessuto sociale e lestrutture ed i servizi locali.

Nome ente: lega del Filo d’Oro OnlusIndirizzo: Via Montecerno 1 - 60027 Osimo (aN)Telefono: 071.72451Fax: 071.717102Sito internet: www.legadelfilodoro.it E-mail: [email protected] Fiscale: 80003150424

VITA17 aprile 2013

Page 18: Guida5per1000

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Codice Fiscale97384230153

ABIO

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5 PER MILLEFar sorridere i bambini, anche in ospedale

Destinare il proprio 5x1000 a Fondazione ABIOItalia significa essere al nostro fianco per portareil sorriso dei volontari, il gioco e i colori nei repartidi pediatria. Con 64 Associazioni locali, costituiteda 5mila volontari presenti in più di 200 repartidi pediatria, aiutiamo ogni giorno i bambini cheaffrontano in ospedale l’impatto con un ambientesconosciuto, con la malattia, con la paura.

CHE COSA STIAMO FACENDOL’impegno per un ospedale"All’altezza dei bambini"

ABIO, insieme a Società Italiana di Pediatria eProgea, propone agli ospedali un percorso di valu-tazione dei servizi di cura pediatrici secondo i prin-cipi della Carta dei Diritti dei Bambini e degli Ado-lescenti in Ospedale; un risultato positivo porta allacertificazione come ospedale “All’altezza dei bam-bini”, che prende cioè in considerazione i bisogniemotivi, affettivi, culturali dei bambini e degli ado-lescenti ricoverati, nel pieno rispetto dei loro diritti.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTIDal 1978 ABIO è accanto ai bambini in ospedale

Grazie ai nostri sostenitori possiamo organiz-zare corsi di formazione, per portare nuovi volon-tari accanto ai bambini in ospedale; realizzare am-bienti ospedalieri in linea con i bisogni dei bambini(sale gioco, arredi per le stanze, decorazioni per icorridoi); promuovere i diritti dei bambini e degliadolescenti ricoverati. L’obiettivo è anche aprirenuove Associazioni, per portare il servizio ABIO innuovi reparti.

Nome ente: Fondazione ABIO Italia OnlusIndirizzo: Via don Giuseppe Gervasini, 33 - 20153 MilanoTelefono: 02.45497494Fax: 02.45497057Sito internet: www.abio.orgMail: [email protected] fiscale: 97384230153

Codice Fiscale

Fondazione

Onlus1978

01229650377

Ant

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5 PER MILLESono 421 i professionisti che lavorano per ANT,

cui si affiancano circa 1.600 volontari impegnatinella logistica e nella raccolta fondi. Solo il 17%di quanto ANT raccoglie per sostenere la propriaattività deriva da fondi pubblici, il resto è fruttodi donazioni di aziende e cittadini. Il 5 per millecostituisce il 13% del bilancio di ANT ed è quindiindispensabile per poter continuare a garantireassistenza domiciliare professionale gratuita aimalati di tumore in fase avanzata e avanzatissi-ma.

CHE COSA STIAMO FACENDOIl rientro a casa per un malato di tumore con

una prognosi delicata è una fase difficile, poichémancano i riferimenti e le certezze dell’ospedale.I medici, gli infermieri e gli psicologi ANT si pren-dono cura dei pazienti oncologici nelle loro casecon uno standard ospedaliero, in modo completa-mente gratuito per i malati e le loro famiglie. ANTassiste ogni giorno 3.800 persone in 9 regioni ita-liane, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Dal 1985 ANTha assistito oltre 93.000 malati oncologici.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTIIl progetto ANT è estendere il servizio di assi-

stenza specialistica domiciliare gratuita ovunqueci sia necessità. Curarsi nella propria casa produceindiscussi benefici per i malati di tumore e per lefamiglie, oltre a consentire un forte risparmio perla sanità pubblica. Una giornata di assistenza ANTcosta meno di 30 euro, mentre una giornata inOspedale costa in media 780 euro (inclusi di far-maci, servizi, ecc. Fonte: Ageing Society Osserva-torio Terza Età su dati Ministero della Salute 2009).

Nome ente: Fondazione ANT Italia OnlusIndirizzo: Via Jacopo di Paolo, 36 – 40128 BolognaTelefono: 051.7190111Fax: 051.377586Sito internet: www.ant.it Mail: [email protected] fiscale: 01229650377

5per1000focus 2013VITA19 APRILE 2013

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Codice Fiscale97241280151

Intervita

PERCHÉ CHIEDIAMO IL 5XMILLEL’impegno di Intervita è di contribuire al mi-

glioramento delle condizioni di vita delle popo-lazioni vulnerabili in Italia e nel Sud del Mondo.In particolare crediamo che i bambini, le donne ele comunità locali in Italia, come in Africa, Asia eAmerica Latina, abbiano bisogno di interventi im-mediati. Intervita opera nella lotta alla povertà ealle disuguaglianze per uno sviluppo sostenibile.Con il tuo 5 per mille potremo aiutare tante donnee bambini in Italia, Cambogia, Kenya, Benin, Bra-sile e in tutti gli altri paesi dove interveniamo.

CHE COSA STIAMO FACENDOVogliamo sviluppare un modello di intervento

altamente efficiente per la lotta alla povertà dellepopolazioni più svantaggiate con una nostra filo-sofia che si basa sullo Sviluppo Integrato e Soste-nibile. Intervita nel 2012 ha ampliato le proprie at-tività per difendere i diritti, sostenere l’educazionee contemporaneamente combattere ogni forma diabuso verso donne e bambini. In Italia ha avviatoun progetto contro l’abbandono scolastico, schie-randosi dalla parte di tutti i 690.000 ragazzi cheogni anno rischiano di lasciare la scuola prima dellaconclusione del ciclo dell’obbligo.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTIIntervita opera dal 1999 in Italia e nel Sud del

Mondo a supporto dell’infanzia, delle donne e del-le comunità locali nella lotta alla povertà e alle di-suguaglianze, per uno sviluppo sostenibile e du-raturo nel tempo.

Siamo anche attivi con campagne di sensibiliz-zazione e raccolta fondi per la tutela dei bambini edelle donne: “Diritti alla meta” dedicata alla tuteladei diritti dell’infanzia; “Siamo Pari” dalla partedei diritti delle donne, da sempre svantaggiate nel-la costruzione del futuro.

Codice Fiscale

Movimento Cristiano Lavoratori

Nome ente: Intervita Onlus Indirizzo: via Serio, 6 - 20139 MilanoTelefono: 02.55231193Sito internet: www.intervita.itMail: [email protected] fiscale: 97241280151

Nome ente: Movimento Cristiano LavoratoriIndirizzo: Via Luigi Luzzatti, 13/a - 00185 ROMATelefono: 06.7005110Fax: 06.7005153Sito internet: www.mcl.itMail: [email protected] fiscale: 80188650586

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5 PER MILLEIl Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl) è

un’associazione di promozione sociale che da 40anni, con una capillare diffusione sul territorio,ha modo di intercettare i bisogni delle persone:educazione, famiglia, assistenza previdenziale efiscale, tutela della non autosufficienza, forma-zione professionale, servizi al lavoro specie per igiovani.

Così utilizziamo il 5 per mille: per risponderealle urgenze fornendo accoglienza e spazi di con-fronto, per rafforzare la partecipazione e arginarel’individualismo egoista del nostro tempo.

CHE COSA STIAMO FACENDONuovi servizi sono stati avviati per accompa-

gnare i giovani inoccupati in una dimensione diresponsabilità e di intraprendenza (si veda peresempio il progetto “ProntolavoroMcl”).

Altre risorse sono state messe a servizio dei bi-sogni delle persone in varie forme: pasti, centrid’ascolto, informazioni sul lavoro, gestione dellepratiche necessarie al vivere quotidiano anche perl’immigrazione regolare.

Non sfugge poi la grave situazione che vivonomolti cristiani nel mondo, oggetto di attentati, vio-lenze, vessazioni.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTI Vari gli interventi per emergenze umanitarie:

Eritrea, Uganda, Congo, Brasile, Marocco, Senegal. Continuano i progetti nei Balcani e Est europeo

e in Moldova, nella regione della Transnistria, terradi scontri e divisioni, dove sono stati attivati unaserie di “Info point”.

Infine il sostegno al Patriarcato latino di Geru-salemme per l’Università cattolica di Madaba, un’o-pera enorme che intende formare una nuova classedirigente superando divisioni e conflitti attraversolo studio e il lavoro comune.

5per1000focus 2013VITA21 APRILE 2013

80188650586

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5per1000 focus 2013VITAAPRILE 2013 22

Codice Fiscale97051510150

Opera San Francesco

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5 PER MILLESostenere Opera San Francesco con il 5 per mil-

le vuol dire accogliere, aiutare e confortare chi èpovero ed emarginato.

La nostra missione da oltre 50 anni è quella dirispondere ai bisogni primari dell’uomo offrendoun pasto caldo, una doccia e un cambio di bian-cheria pulita, garantendo cure mediche e farmaciessenziali a chi non ha nulla. Offrire il 5 per millea Opera San Francesco significa contribuire a mi-gliorare concretamente la quotidianità di tantepersone povere, dando loro una speranza.

CHE COSA STIAMO FACENDOLa crisi della nostra società ha portato tante per-

sone in più a bussare alla nostra porta. Abbiamodunque registrato un significativo aumento di pre-senze ai nostri servizi gratuiti offerti ai poveri.

Nel 2012 sono stati oltre 30mila i rinnovi delletessere d’accesso ai servizi, oltre 8.900 le personeaccolte per la prima volta, più di 800mila i pasti,37.000 le visite mediche, 63mila gli accessi alledocce.

Tutto questo grazie al contributo di benefattorie aziende che sostengono la nostra missione.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTIQuando Fra Cecilio oltre 50 anni fa fondò la no-

stra Opera, i frati cappuccini di viale Piave distri-buivano una minestra e del pane ai poveri. Oggi laMensa di OSF è diventata un riferimento per mi-gliaia di persone, insieme al servizio Docce, Guar-daroba, all’Ambulatorio e all’Area Sociale.

Il nostro progetto più grande è quello di conti-nuare ad offrire gratuitamente e migliorare questiservizi, perché la lotta alla povertà è azione quoti-diana e fraterna nei confronti di chi è in difficoltà.

Nome ente: Opera San Francesco per i Poveri Indirizzo: viale Piave, 2 - 20129 MilanoTelefono: 02.77122400Fax: 02.77122410Sito internet: www.operasanfrancesco.itMail: [email protected] fiscale: 97051510150

Codice Fiscale92012690373

Telefono Azzurro

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5 PER MILLEPerché da oltre 25 anni Telefono Azzurro è al

fianco di bambini e adolescenti per garantire loroun’infanzia e un’adolescenza serena. Tutto questoè possibile anche grazie all'impegno di tanti vo-lontari, preparati e sempre pronti ad agire. ll5x1000 di Telefono Azzurro sarà quindi devolutoallo sviluppo di progetti concreti di ascolto, in-tervento e prevenzione a favore dell’infanzia, gra-zie alla formazione di sempre più volontari, cosìpreziosi per il futuro dell’associazione.

CHE COSA STIAMO FACENDOTelefono Azzurro difende i diritti di bambini e

adolescenti; ascolta, con la storica linea telefonicaper bambini 1.96.96 e in rete con la chat di www.az-zurro.it; risponde all’emergenza, con la linea 114Emergenza Infanzia e la linea 116.000, per segna-lare la scomparsa di un minore.

L’Associazione si occupa inoltre di progetti inscuole e carceri, di formazione di insegnanti, pro-fessionisti, volontari.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTIMolteplici sono le aree di intervento in cui l’As-

sociazione sta investendo energie con progetti mi-rati: l'abuso (emergenza e prevenzione in rete), laviolenza, la pedofilia, la sensibilizzazione dei bam-bini sui loro diritti, il bullismo e cyberbullismo.

E ancora la solitudine, l’area adolescenziale e ilcoinvolgimento attivo di giovani volontari, la crea-zione di network internazionali su infanzia e ado-lescenza per creare reti di intervento sempre piùefficaci in sinergia con altri paesi.

Nome ente: SOS Il Telefono Azzurro OnlusIndirizzo: corso Lodi, 47 – 20139, MilanoTelefono: 02.550271Fax: 02.55027200Sito internet: www.azzurro.itMail: [email protected] fiscale: 92012690373

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Codice Fiscale04879781005

Telethon

PERCHÉ CHIEDIAMO IL 5XMILLELe malattie rare conosciute sono oltre seimila,

di cui l’80% di origine genetica. Sono patologiegravi, spesso letali e, nella maggior parte dei casi,prive di terapie disponibili. Per la loro rarità sonotrascurate dai principali investimenti pubblici eprivati. Telethon ha scelto di occuparsene perchécrede che ogni singola vita ed ogni singola personasiano importanti e che tutti abbiano il diritto diricevere attenzione, senza essere lasciati soli a vi-vere il proprio problema.

CHE COSA STIAMO FACENDOIn oltre 20 anni di attività Telethon ha investito

oltre 371 milioni di euro per finanziare più di 2.400progetti di ricerca su oltre 400 malattie genetiche.Tutto questo si è tradotto in risultati di eccezionaleimportanza: una terapia per una grave malattia ge-netica, l’Ada Scid, è al vaglio delle autorità regola-torie e sta per essere resa disponibile a tutti pa-zienti che ne avranno bisogno, 7 studi clinici sonoattualmente in corso e 24 strategie terapeutichesono state avviate per 23 malattie.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTITelethon finanzierà la migliore ricerca scienti-

fica su malattie che altrimenti non avrebbero lapossibilità di essere studiate e curate, e con la suaattività continuerà a:- programmare l’avvio di nuovi progetti di ricerca;- sperimentare nuovi approcci terapeutici;- finanziare il lavoro dei propri istituti (Tigem, Hsr-Tiget, Dti e Tecnothon);- mantenere alto il nome della ricerca italiana nelmondo.

Codice Fiscale

Trenta Ore per la Vita

Nome ente: Fondazione Telethon*Indirizzo: via Carlo Spinola 16 - 00154 RomaTelefono: 06.44015721Sito internet: www.telethon.itMail: [email protected] fiscale: 04879781005

Nome ente: Associazione Trenta Ore per la Vita OnlusIndirizzo: via della Giuliana n.80 - 00195 RomaTelefono: 06.39725783Fax: 06.39720452Sito internet: www.trentaore.org Mail: [email protected] fiscale: 96335540587

PERCHÈ CHIEDIAMO IL 5 PER MILLECon il tuo 5x1000 sosterrai la realizzazione del-

le “Case Famiglia Trenta Ore per la Vita”, struttureche prevedono l’ospitalità protetta, in una resi-denza ad hoc, per i pazienti – spesso bambini - incura presso centri ospedalieri e i loro familiari,soprattutto a quelli che risiedono lontano daglistessi centri. Il ricreare, anche lontano da casa,un ambiente quanto più simile a quello familiare,aiuta non poco a vivere il forzato periodo di disa-gio in modo più sereno e con evidenti beneficipsicologici in un periodo delicato come quellodella crescita.

CHE COSA STIAMO FACENDONel 2013, per il terzo anno consecutivo, “Trenta

Ore per la Vita”, insieme a Croce Rossa Italiana,continuerà la campagna “Per salvare una vita nonservono super eroi” volta da un lato a diffonderenella popolazione italiana la conoscenza delle sem-plici pratiche di rianimazione cardio-polmonare,e dall’altro a incrementare la disponibilità di at-trezzature mediche salvavita nelle scuole statali enelle strutture sportive pubbliche attraverso la do-nazione alle stesse di defibrillatori, utilizzabili an-che da personale non sanitario, opportunamenteformato.

QUALI SONO I NOSTRI PROGETTI Fino al 31 ottobre 2013 saremo nelle piazze italia-

ne con Croce Rossa Italiana per informare l’opinionepubblica circa la drammaticità dei dati relativi allevittime di arresto cardiaco improvviso in Italia (circa70.000 all’anno, una ogni 8 minuti). Con il Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca abbia-mo promosso un concorso che ha coinvolto studentie insegnanti delle scuole italiane nella realizzazionedi una campagna di comunicazione che diffonda, apartire dai giovani, le regole generali del primo soc-corso e la conoscenza delle tecniche più adatte nellecondizioni di emergenza.

5per1000focus 2013VITA23 APRILE 2013

96335540587

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RACCOLTA DIFFERENZIATA

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