GUIDA PER INFERMIERI PROFESSIONALI · guida per infermieri professionali ... che cosa si intende...

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– 1 – ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri MANAGEMENT IN CARDIOLOGIA GUIDA PER INFERMIERI PROFESSIONALI DOMENICO MICELI, IGNAZIO CATALANO, VINCENZO CIRRINCIONE Area Management & Qualità Area Nursing

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ANMCOAssociazione Nazionale MediciCardiologi Ospedalieri

MANAGEMENT IN CARDIOLOGIA

GUIDA PER INFERMIERI PROFESSIONALI

DOMENICO MICELI, IGNAZIO CATALANO, VINCENZO CIRRINCIONE

Area Management & QualitàArea Nursing

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ANMCOAssociazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri

Area Management & QualitàArea Nursing

MANAGEMENT IN CARDIOLOGIA

GUIDA PER INFERMIERI PROFESSIONALI

DOMENICO MICELI

IGNAZIO CATALANO

VINCENZO CIRRINCIONE

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Area Management & Qualità

Chairman: Marino Scherillo

Co-Chairman: Carlo Schweiger

Comitato di Coordinamento:Carlo Bellet, Umberto Guiducci,Domenico Miceli, Pier Antonio Ravazzi

Area Nursing

Chairman:Vincenzo Cirrincione

Co-Chairman:Fabrizio Ammirati

Comitato di Coordinamento:Nerella Buzzoni, Rosalia Conigliaro,Leonardo Odoguardi, Carmine Riccio

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L’AZIENDALIZZAZIONE………………………………p. 7

IL MANAGEMENT ………………………………………p. 7

IL NUOVO SISTEMA DI FINANZIAMENTO DEGLI OSPEDALI ………………………………………p. 7

IL PIANO SANITARIO NAZIONALE ……………p. 8

I LIVELLI DI ASSISTENZA ……………………………p. 8

QUOTA CAPITARIA ……………………………………p. 8

IL SISTEMA DRGs ………………………………………p. 9

LA SCHEDA DI DIMISSIONEOSPEDALIERA ……………………………………………p. 9

IL SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE (ICD) ………………………………p. 9

IL GROUPER ……………………………………………p. 10

I PRINCIPALI VANTAGGI DEL SISTEMA DRGs …………………………………p. 10

I PRINCIPALI LIMITI DEL SISTEMA DRGs …………………………………p. 11

IL CONTROLLO DI GESTIONE …………………p. 11

LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA ……………p. 11

LA CONTABILITÀ DIREZIONALE ………………p. 12

IL BUDGET ………………………………………………p. 12

IL SISTEMA DI REPORTING ………………………p. 12

CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA …………………p. 13

CHE COSA SI INTENDE PERQUALITÀ IN SANITÀ…………………………………p. 13

QUALITÀ PERCEPITAE QUALITÀ EROGATA ………………………………p. 14

LE NORME ISO …………………………………………p. 14

DALLA VRQ AL TOTAL QUALITY MANAGEMENT (TQM) ………………………………p. 15

CHI È IL RESPONSABILEDELLA QUALITÀ? ……………………………………p. 15

L’ACCREDITAMENTO ………………………………p. 16

LE LINEE GUIDA ………………………………………p. 16

CHE COS’È UN PROTOCOLLO? …………………p. 17

CHE COS’È LA CARTA DEI SERVIZI?……………p. 17

QUALIFICARE L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA ……………………………………p. 18

IL CAMBIAMENTO ……………………………………p. 18

LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DELPROCESSO DI AZIENDALIZZAZIONE …………p. 19

LA NUOVA FIGURA DELL’INFERMIEREPROFESSIONALE ………………………………………p. 20

I COMPITI SPECIFICI DELL’INFERMIERE PROFESSIONALE IN TEMA DI MANAGEMENT E QUALITÀ ……………………p. 20

APPENDICE

Allegato 1ISTITUZIONE DELLA “DIRIGENZA INFERMIERISTICA” (Decreto del Ministero Sanità in attuazione della Legge 4/9/98) ………………p. 22

Allegato 2IL NUOVO PROFILO PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE (Sintesi delle “Disposizioni in materia di professioni sanitarie”D.L.42 del 26/2/99 – Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2/3/99) ………………………p. 23

Allegato 3DALLO SCHEMA DELLA “CARTA DEI SERVIZI”(Presidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento della Funzione Pubblica e Ministero della Sanità): allegati sul “Ricovero Ospedaliero” (maggio 1995) ………p. 25

Allegato 4IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEGLI INFERMIERI PROFESSIONALI (febbraio 1999). A cura del Collegio Nazionale IPASVI - Roma …………………………p. 39

Indice generale

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Introduzione

Questo documento, promosso e realizzato dall’Area Management & Qualità edall’Area Nursing dell’ANMCO, si propone di fornire agli Infermieri Professionaligli elementi fondamentali dei nuovi criteri strutturali, gestionali ed organizzativi inambito sanitario.

I decreti legislativi 502/1992 e 517/1993 hanno introdotto una profonda tra-sformazione nella struttura e nel modello di funzionamento del nostro sistema sa-nitario: il passaggio dal pagamento per funzione al pagamento per prestazione haradicalmente modificato la nostra attività all’interno, e all’esterno, degli ospedali,avendo introdotto nel sistema pubblico alcuni parametri di riferimento (contabilitàanalitica, controllo di gestione, budget etc.) che fino adesso venivano riferiti alleaziende di tipo privatistico.

A livello locale, e particolarmente all’interno delle strutture ospedaliere, è ri-chiesto a tutti gli operatori sanitari, e dunque non soltanto ai medici, il possesso diun insieme di conoscenze che consenta la formulazione di programmi e di scelte intermini di obiettivi di salute, attraverso una organizzazione che tenga conto anchedell’analisi dei costi e dei fattori produttivi necessari al raggiungimento di risultatidi efficienza ed efficacia.

Per questo motivo anche gli Infermieri Professionali devono necessariamenteacquisire una mentalità “manageriale”, ed i principi stabiliti dal nuovo contrattodi lavoro, insieme alla istituzione della dirigenza infermieristica e all’avvio dei nuo-vi profili professionali, sembrano muoversi, a questo proposito, nella giusta direzio-ne.

A tale scopo invitiamo i Responsabili delle Unità Operative di Cardiologia e iCaposala a discutere il contenuto di questo documento con tutto il personale: abi-tuarsi alla comprensione e allo spirito del linguaggio del “management sanitario”,oltre che contribuire ad una crescita culturale comune, può rafforzare il senso diappartenenza all’Azienda e produrre risultati realmente efficaci con il concorso ditutte le forze lavorative.

Abbiamo inserito inoltre in allegato una serie di documenti alcuni dei quali re-centissimi, con i quali si inaugura, come dice uno slogan del collegio IPASVI, la“stagione della responsabilità” per gli infermieri.

Augurandoci che questo manuale possa essere di effettiva utilità, saremo gratia tutti coloro che vorranno proporre osservazioni ed integrazioni anche in vista diuna seconda e più completa stesura.

Marino Scherillo Vincenzo CirrincioneCHAIRMAN AREA MANAGEMENT & QUALITÀ CHAIRMAN AREA NURSING

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L’AZIENDALIZZAZIONE

Il tema dell’aziendalizzazione è stato introdotto nella Legge del 23 otto-bre 1992, n. 421 dove era prevista la Delega al Governo per l’emanazione diDecreti Legislativi sulla sanità con l’osservanza di alcuni principi e criteri di-rettivi.

Questi principi sono esplicitati nel D.Lgs 502 del 30 dicembre 1992, suc-cessivamente modificato dal D.Lgs. 517 del 7 dicembre 1993. Il modelloemergente della riforma è caratterizzato da un forte decentramento, da unaaccentuata regionalizzazione del sistema e dall’aziendalizzazione delle prin-cipali strutture pubbliche (unità sanitarie locali e ospedali) cui sono attri-buite maggiori autonomie e responsabilità.

La Riforma attribuisce alle Aziende USL la responsabilità di garantire i li-velli di assistenza che devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale,nel rispetto degli obiettivi previsti dal Piano Sanitario Nazionale, e cioè digarantire la soddisfazione delle necessità assistenziali della popolazione re-sidente nel proprio ambito territoriale.

A questo scopo le ASL ricevono attraverso le Regioni un finanziamentosu base capitaria, mentre i produttori di servizi sanitari (ospedali pubblici eprivati) sono finanziati in base al volume e al tipo delle prestazioni rese, se-condo sistemi di tariffe a base regionale.

IL MANAGEMENT

Il termine management si identifica nel complesso delle funzioni relativealla gestione e direzione di una azienda. Nell’espletamento delle suddettefunzioni deve ispirare le proprie strategie decisionali ed operative al conse-guimento della ottimizzazione del rapporto tra le risorse impiegate ed il li-vello quali-quantitativo dei servizi erogati all’utenza operando secondo cri-teri di efficienza, efficacia ed economicità.

IL NUOVO SISTEMA DI FINANZIAMENTODEGLI OSPEDALI

A partire dal 1° gennaio 1995, tutti gli ospedali pubblici e privati con-venzionati col SSN sono finanziati per la loro attività in degenza in base alnumero e alla complessità dei ricoveri effettuati, secondo un sistema di tarif-fe massime definite a livello regionale. L’unità di pagamento del nuovo si-stema di finanziamento dell’attività in degenza degli ospedali è rappresen-tato dal ricovero, differenziato per la complessità dell’assistenza ed i relativicosti secondo le 492 categorie descritte dai DRGs, ulteriormente differenziateper livello (ricovero in DH o ordinario) e per tipologia di assistenza (ricoveriin reparti per acuti o di lungodegenza e di riabilitazione).

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IL PIANO SANITARIO NAZIONALE

Il Piano Sanitario Nazionale è il documento di programmazione trienna-le predisposto dal Governo dove vengono previsti gli obiettivi di salute e de-finiti i macro-livelli di assistenza che le Regioni devono garantire in condi-zioni di uniformità su tutto il territorio nazionale a fronte della “quota capi-taria” ricevuta.

Il Piano Sanitario fissa la dotazione finanziaria complessiva per far fun-zionare il Servizio Sanitario Nazionale (per il 1998 era stato determinato in£. 103.160 miliardi), i fondi in conto capitale per l’ammodernamento tecno-logico ed una quota (3%) destinata a progetti finalizzati per obiettivi ritenu-ti prioritari.

I LIVELLI DI ASSISTENZA

I livelli di assistenza sono l’insieme delle necessità assistenziali che devo-no essere assicurate dal Servizio Sanitario Nazionale ai cittadini. La Rifor-ma, introdotta dai D.Lgs. 502/92 e 517/93, attribuisce alle Aziende USL laresponsabilità principale di garantire tali livelli alla popolazione residentenel proprio ambito territoriale.

I livelli di assistenza individuati dal Piano Sanitario Nazionale sono:

a) Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro• Profilassi delle malattie infettive e diffusive• Tutela dei rischi connessi con l’inquinamento ambientale• Tutela dei rischi connessi con gli ambienti di vita e di lavoro• Sanità pubblica veterinaria• Tutela igienico-sanitaria degli alimenti

b) Assistenza distrettuale• Assistenza sanitaria di base• Assistenza farmaceutica• Assistenza specialistica ambulatoriale• Assistenza territoriale e semiresidenziale• Assistenza residenziale sanitaria

c) Assistenza ospedaliera• Assistenza per acuti (emergenza, ricoveri ordinari, Day Hospital)• Assistenza post acuzie (riabilitazione ordinaria e in D.H. e lungode-

genza).

QUOTA CAPITARIA

La quota capitaria è il valore pro-capite medio nazionale necessario pergarantire la copertura di livelli uniformi di assistenza su tutto il territorio.La quota capitaria, a livello nazionale, viene “corretta” al fine di tenere

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conto delle specifiche caratteristiche demografiche e socio-sanitarie della po-polazione residente in ciascuna regione. Il Piano Sanitario Nazionale ha in-dividuato per l’anno 1999 una quota capitaria pari a £. 1.809.950, mentreper l’anno 2000 sarà pari a £. 1.837.100.

IL SISTEMA DRGs

Il Sistema DRG (Diagnosis Related Groups), definito in Italia ROD (Rag-gruppamento Omogeneo di Diagnosi) è stato sviluppato verso la fine deglianni settanta negli Stati Uniti da Robert Fetter.

I DRGs sono un sistema di classificazione dei pazienti dimessi dagli ospe-dali per acuti il cui obiettivo specifico è quello di definire categorie di ricove-ri che siano al tempo stesso clinicamente significative, in quanto raggrup-pano ricoveri di pazienti con problemi clinici simili, omogenee in quanto arisorse assorbite (sistema iso-risorse), mutuamente esclusivi ed esaustivi ditutti i ricoveri in ospedale.

Le informazioni cliniche e sociodemografiche per pervenire al DRG deri-vano esclusivamente dalla Scheda di dimissione ospedaliera (SDO).

LA SCHEDA DI DIMISSIONE OSPEDALIERA

La Scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO) è stata istituita con Decretodel Ministero della Sanità del 28 dicembre 1991, in cui viene definita “stru-mento ordinario per la raccolta delle informazioni relative ad ogni pazien-te dimesso dagli ospedali pubblici e privati; assume la stessa valenza di ca-rattere medico-legale della cartella clinica ed è atto pubblico, dotato di rile-vanza giuridica, la cui corretta compilazione obbliga la responsabilità delmedico”.

L’introduzione del nuovo sistema di pagamento a prestazione degli ospe-dali conferisce alla SDO un ruolo critico per la vitalità finanziaria dell’ospe-dale, infatti rappresenta la base informativa elementare del suddetto siste-ma di finanziamento, in quanto contiene le informazioni necessarie perl’individuazione della tariffa relativa a ciascun ricovero e costituisce titoloper il pagamento della prestazione. Inoltre, le informazioni contenute nellaSDO, elaborate dal Sistema Informativo Locale, rappresentano la base deisistemi di controllo di gestione degli ospedali.

IL SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALEDELLE MALATTIE (ICD)

La Classificazione Internazionale delle malattie (International Classifica-tions of Disease – ICD) è un sistema di classificazione e di codifica delle ma-

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lattie e dei traumatismi, che consente la registrazione sistematica dei dati dimortalità e di morbilità, attraverso la traduzione in codici numerici o alfa-numerici dei termini in cui sono formulate le diagnosi di malattia e gli altriproblemi relativi alle condizioni di salute.

In Italia è tuttora in uso la nona revisione della classificazione (ICD 9)approvata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1975. Le procedu-re siano esse chirurgiche o mediche vengono codificate con la modificazioneclinica dell’ICD 9 (ICD9-CM). A partire dell’anno 2000 è previsto anche inItalia l’uso dell’ICD9-CM per le diagnosi.

IL GROUPER

Il Grouper è il software che permette di attribuire a ciascun ricovero il re-lativo DRG sulla base delle informazioni contenute nella Scheda di dimissio-ne ospedaliera. I requisiti fondamentali richiesti dal Grouper per tale asse-gnazione sono: età, sesso, stato alla dimissione, diagnosi principale alla di-missione, diagnosi secondarie concomitanti o complicanti, interventi chirur-gici o procedure diagnostico-terapeutiche significative in termini di consu-mo di risorse.

In base a queste variabili ed in particolare alla diagnosi principale, ilGrouper individua il DRG da attribuire alla corrispondente MDC (Major dia-gnostic categories o categorie diagnostiche principali) che sono 25 e forma-no la struttura del sistema di classificazione.

I problemi per l’utilizzazione del Grouper derivano dal sistema di codifi-ca delle diagnosi di dimissione, in quanto il software utilizza la classificazio-ne in uso negli ospedali americani (ICD9-CM) e quindi necessita di una ta-bella di conversione da ICD9 (codifica utilizzata in Italia per le diagnosi) aICD9-CM.

I PRINCIPALI VANTAGGI DEL SISTEMA DRGs

I vantaggi che il DRG può portare sono quelli tipici di un sistema di fi-nanziamento a prestazione ed in particolare:

• Riduzione delle liste di attesa ed aumento della capacità potenzialedegli ospedali.

• Diminuzione della durata della degenza totale attraverso la ridu-zione delle giornate di degenza non appropriate ed eliminazionedelle inefficienze organizzative che comportano tempi di attesa in-terni lunghi per l’esecuzione di interventi o procedure diagnostiche.

• Selezione dei servizi offerti realizzando una specializzazione dell’as-sistenza per problemi clinici specifici per cui l’ospedale presentaparticolari competenze o ha raggiunto particolari livelli di efficien-za, il che può comportare un aumento della qualità ed una riduzio-ne dei costi del sistema.

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I PRINCIPALI LIMITI DEL SISTEMA DRGs

I principali limiti del sistema DRGs sono:• Modello americano adattato ad una realtà completamente diversa

e valido solo per pazienti dimessi da ospedali per acuti.• Dà solo valutazioni iso-risorse.• Possibilità di generare comportamenti opportunistici degli ospedali

tesi ad aggirare il rischio finanziario cui sono esposti, attraverso lamanipolazione delle informazioni contenute nella SDO.

• Aumento dei ricoveri non necessari: se ciò si verifica ne deriva unariduzione della qualità dell’assistenza con un aumento dei costidell’assistenza ospedaliera.

• Dimissioni precoci con rischio della salute del paziente e relativotrasferimento del carico assistenziale alla famiglia.

IL CONTROLLO DI GESTIONE

Il Controllo di Gestione è quel processo mediante il quale una organizza-zione si assicura il raggiungimento delle proprie finalità nel modo più effi-cace ed efficiente, attraverso una sistematica verifica della programmazio-ne, dei processi produttivi ed osservazione dei risultati raggiunti.

Il Controllo di Gestione non deve limitarsi alla descrizione della situazio-ne esistente, ma provocare un feedback sull’azione organizzativa, suggeren-do, se del caso, ai Manager a pervenire ad un processo di revisione dellastruttura organizzativa, della distribuzione dei carichi di lavoro, a predispor-re per gli operatori, oltre ad obiettivi diversi e più mirati, anche incentivi(premi - punizioni) volti ad ottenere comportamenti meglio confacenti allefinalità dell’organizzazione.

Gli strumenti del Controllo di Gestione sono:

• La Pianificazione strategica• La contabilità direzionale• Il sistema di budget• Il sistema di reporting

LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA

La Pianificazione strategica o programmazione aziendale è sicuramenteuno degli strumenti di maggiore rilevanza in una azienda e viene, solita-mente, definita in un arco temporale di medio-lungo periodo (3-5 anni).

Nella pianificazione si definiscono gli obiettivi strategici in linea con la“mission” aziendale e contestualmente le priorità nell’allocazione delle ri-sorse che condizionano la capacità produttiva dell’azienda stessa (persona-le, tecnologie, ….).

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In pratica devono essere definite le tipologie dei servizi che l’azienda in-tende erogare, il potenziamento di alcune attività rispetto ad altre, le risorseda utilizzare.

LA CONTABILITÀ DIREZIONALE

La contabilità direzionale è uno strumento operativo utile a supportare ilprocesso decisionale del Management aziendale. Esso è composto da nume-rosi sottosistemi di rilevazioni, di cui il principale è rappresentato dal siste-ma di contabilità analitica.

Sistema, questo, che rileva i costi ed i ricavi dell’azienda distinti per fat-tore produttivo (personale, beni di consumo, farmaci, utenze, ecc.) e per de-stinazione. A tal fine si costruisce il piano delle articolazioni delle Responsa-bilità aziendali (Centri di Responsabilità) e delle maggiori linee di attività inesse gestite (Centri di costo).

Ad es. una divisione di Cardiologia con annessa UTIC, nel suo complessoè un centro di responsabilità il cui Responsabile è il Primario; all’interno diquesto Centro di Responsabilità possono essere individuati più Centri di co-sto quali la degenza, la Terapia Intensiva, l’ambulatorio, il Day Hospital,che hanno, quindi, processi produttivi omogenei e uguali caratteristiche or-ganizzative.

IL BUDGET

Il Budget è un documento di previsione attraverso il quale si definisconogli obiettivi, ed i percorsi di verifica degli stessi da perseguire in un determi-nato periodo e le risorse necessarie all’attuazione dei processi produttivi.

Il processo di budget consente di identificare gli operatori coinvolti ed ilruolo che essi giocano nell’ambito del sistema. Il budget è uno strumento dimotivazione degli operatori, in quanto solo comportamenti individuali o digruppo orientati verso scopi condivisi permettono il raggiungimento degliobiettivi.

Un importante ruolo gioca in tal senso il sistema delle incentivazioni (in-teso come sistema di premio - punizione) che si proponga di generare moti-vazione tra gli operatori ed evitare, come spesso è accaduto in passato, chediventi un sistema di “disincentivazione”.

IL SISTEMA DI REPORTING

Il sistema di reporting è un meccanismo operativo fondamentale nelprocesso volto a responsabilizzare gli operatori, a tutti i livelli, verso il perse-guimento secondo efficienza dell’azienda sanitaria. Esso è uno strumento

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con il quale si provvede alla trasformazione dei dati sui consumi e sui livellidi attività in informazioni da destinare ai responsabili dell’attribuzione odell’impiego delle risorse.

CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA

Il sistema di contabilità finanziaria, in vigore a tutt’oggi in molte realtàregionali, risultava adeguato per un controllo di tipo burocratico-formale efondato prevalentemente sulla legittimità dei singoli atti, ma non idoneo afornire informazioni sull’effettivo utilizzo delle risorse.

La contabilità economica, introdotta come obbligo per le aziende sanita-rie dal D.Lgs. 502/92, è un sistema di contabilità basato sulle rilevazioni deicosti e dei ricavi, mediante la tecnica della partita doppia, ed a differenzadella contabilità finanziaria è centrato sul risultato economico della gestio-ne. L’obiettivo fondamentale del nuovo sistema di contabilità è, quindi,quello di spostare l’ottica del controllo dagli atti amministrativi ai fattori ge-stionali.

CHE COSA SI INTENDE PER QUALITÀ IN SANITÀ

Quando si parla di qualità in sanità l’immagine di riferimento generaleè quella di un operatore cortese che sa relazionare con il paziente in modoadeguato e gentile. In realtà indubbiamente tale modello è certamente veri-tiero, ma non è l’unico.

La qualità in sanità, in altri termini, non consiste soltanto nell’addestra-mento alle relazioni con gli utenti, ma riguarda anche altre attività ed altricampi acquistando un carattere multidimensionale che si allarga fino acomprendere l’intero processo organizzativo e produttivo attraverso cui sioffre il servizio all’utente (cittadino, malato, familiare, ecc.).

Della qualità in sanità sono state date diverse definizioni che qui è abba-stanza difficile sintetizzare; in linea generale, in riferimento ai vari aspettispecifici, si può dire che per qualità dei servizi sanitari si può intendere: ve-nire incontro pienamente alle richieste, al costo ottimale per l’organizzazio-ne in riferimento ai limiti e alle direttive imposte dalle esistenti normative edalle leggi di mercato.

In particolare la qualità non è solo migliorare la soddisfazione del clien-te, verifica professionale, migliorare l’efficienza e ridurre i costi, ma è ancheun programma per il continuo sviluppo del personale e dell’organizzazioneusando nuovi metodi; un’attenzione uguale alla specificazione e alla misu-razione come anche agli atteggiamenti e alle relazioni; costruire sulle buonepratiche come anche introdurre nuove procedure; aumentare la soddisfazio-ne del cliente e allo stesso tempo ridurre i costi e aumentare la produttività.

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QUALITÀ PERCEPITA E QUALITÀ EROGATA

La qualità può essere distinta anche secondo il punto di vista con cui siguarda alla sua valutazione. Così, se si sceglie il punto di vista dell’organiz-zazione, essa potrà essere analizzata in termini di qualità erogata, vale a di-re dei criteri e dei livelli con cui si garantisce il servizio all’utente; viceversa,il paziente che vive nell’ospedale o nell’ambulatorio il suo rapporto con lastruttura sanitaria, sarà concentrato su alcuni aspetti peculiari che gli da-ranno un’immagine della qualità della prestazione ricevuta.

Nel primo caso si parlerà di qualità erogata, di qualità della gestione ela sua valutazione consentirà di dare un giudizio sull’uso efficace e produtti-vo delle risorse (economiche, tecniche, umane, ecc.) impiegate dal sistemaorganizzativo per fornire i servizi, sempre all’interno dei limiti e delle nor-mative previste.

La qualità erogata riguarda quindi la qualità del processo organizzativoe produttivo finalizzato alla fornitura dei servizi.

Nel secondo caso si parla invece di qualità percepita, cioè della percezio-ne che l’utente si è costruito nel suo rapporto con l’organizzazione e con glioperatori sanitari e il suo livello di soddisfazione di tale relazione. Natural-mente esiste uno stretto rapporto tra la qualità percepita e quella attesa, nelsenso che tanto più alta è quest’ultima, tanto più bassa è la soddisfazionedell’utente.

LE NORME ISO

La sigla ISO sta per International Organization for Standardization. Definisce un organismo mondiale di normazione cui aderiscono circa

150 Paesi attraverso gli enti di normazione nazionale (per l’Italia, UNI = En-te Nazionale Italiano di Unificazione).

Tali enti stabiliscono i requisiti di un modello di Sistema Qualità, appli-cabile ad una vasta gamma di settori industriali e di altre attività economi-che ed anche in sanità, che assicura circa la capacità del fornitore nella pro-gettazione, installazione, sviluppo ed assistenza. Quando si tratta di normaeuropea, la sigla ISO è preceduta da EN; le norme italiane portano la siglaUNI EN ISO.

Le norme ISO sono ritenute uno strumento per introdurre un sistema diqualità in ambito sanitario: l’obiettivo è quello di fornire un prodotto o ser-vizio secondo le aspettative del paziente valorizzando le risorse disponibilied incrementando la professionalità di tutto il personale coinvolto nel siste-ma produttivo.

Anche in Italia, come già all’estero, vi sono già diverse strutture sanitarieche si sono certificate ISO 9000.

Una delle principali critiche che viene mossa al sistema delle norme ISO9000 è quella di prendere in esame le diverse fasi del processo produttivosenza considerare la valutazione degli esiti.

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DALLA VRQ AL TOTAL QUALITY MANAGEMENT (TQM)

L’attenzione alla qualità e, di conseguenza, i modelli operativi con cuiessa è stata analizzata e valutata nel corso degli anni all’interno del mondosanitario hanno subito alcune variazioni nel corso degli ultimi anni. Sullaspinta delle esperienze dell’industria giapponese e poi anche occidentale,l’approccio alla qualità è cambiato anche in ambito sanitario e, dalla valu-tazione della qualità del prodotto, centrata sulla rilevazione dell’errore, conun’analisi attuata dopo la realizzazione dell’errore, con la ricerca di respon-sabili specifici che, fungendo da capri espiatori, tendevano a scaricare l’or-ganizzazione nel suo complesso da responsabilità di alcun genere, con unavalutazione realizzata esclusivamente da esperti del settore e con una visio-ne del problema molto frammentata e settoriale, si è giunti al modello dellaVRQ (Verifica e Revisione della Qualità) che, viceversa, tende a coinvolgerenella valutazione tutto il gruppo di lavoro e l’intero processo organizzativoe soprattutto tende a pensare in termini di programmazione della qualità inmodo da prevenire gli errori piuttosto che trovarli, farli verificare e poi inter-venire.

La metodologia del Total Quality Management (TQM) in estrema sintesisi basa sul cosiddetto “Ciclo di Deming”, che si caratterizza con la siglaP.D.C.A. il cui significato è il seguente:

PLAN = Pianificare - DO = Fare - CHECK = Verificare - ACT = AgireIl modello TQM segue una particolare metodologia di lavoro e d’inter-

vento, espressa appunto da Deming in un ciclo logico rappresentato da fasiprincipali che non sono rigorosamente rigide e definite, ma costituisconol’elemento caratterizzante di questo nuovo approccio. Vediamo qui di segui-to le 4 fasi:• PLAN Pianificazione del programma. Si tratta di identificare e definire i

bisogni dei clienti (interni ed esterni), le risorse, i vincoli, la meto-dologia di lavoro per l’organizzazione dell’intervento.

• DO È il momento dell’attuazione concreta delle azioni studiate.• CHECK È la fase della valutazione e della verifica dei risultati, dei costi,

della soddisfazione dei clienti.• ACT È il momento dell’ampliamento del programma di miglioramen-

to della qualità o della riprogrammazione se qualcosa non hafunzionato come previsto.

La metodologia TQM fa inoltre riferimento ad alcuni strumenti fonda-mentali per la sua attuazione; tra questi ricordiamo, a titolo esemplificati-vo, il foglio raccolta dati, il diagramma causa effetto, il diagramma di flus-so, ecc.

CHI È IL RESPONSABILE DELLA QUALITÀ?

La qualità non è una questione di azioni settoriali ma è un problemaglobale di azienda. Tutti sono responsabili della qualità al proprio livellonel progetto generale di qualità dell’azienda.

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L’ACCREDITAMENTO

L’accreditamento è il processo di valutazione del funzionamento delle or-ganizzazioni sanitarie. Esso può essere applicato a interi ospedali, a sistemidi erogazione di servizi e ad attività professionali. Negli Stati Uniti l’accredi-tamento ha alcune caratteristiche peculiari: la partecipazione è di normavolontaria; la conformità ai requisiti dev’essere verificata da valutatori indi-pendenti dall’organizzazione che si sottopone al controllo; il risultato del-l’accreditamento è la promozione o la bocciatura, oppure un giudizio inter-medio in rapporto al grado di conformità ai requisiti.

Quando invece la regolamentazione è statale (in Italia è obbligo che lestrutture sanitarie che intrattengono rapporti con il SSN siano accreditate) ilruolo dell’accreditamento cambia dal modello professionale, formativo e disupporto (come avviene negli Stati Uniti ed altri Paesi) a quello di controllo.Gli standard previsti divengono ostacoli da superare, piuttosto che linee gui-da per la buona pratica. Il ruolo stesso dei valutatori cambia da supervisoriprofessionali a ispettori.

Ogni sistema di accreditamento richiede una struttura organizzativa pergestire le proprie attività, per sviluppare i propri standard, organizzare econtrollare il lavoro dei valutatori. Si rendono necessarie regole per control-lare le attività dell’organizzazione e direttive e procedure interne per svilup-parle.

LE LINEE GUIDA

Le linee guida (LG) sono “raccomandazioni di comportamento clinicoprodotte attraverso un processo metodologico sistematico allo scopo di for-nire a medici e pazienti un supporto per scegliere le modalità di assistenzapiù appropriate in specifiche circostanze cliniche”.

La elaborazione delle LG deriva dalla necessità di selezionare le evidenzescientifiche cui fare riferimento nel rispetto del criterio che l’interesse del sin-golo deve coincidere con quello della popolazione globale dei pazienti razio-nalizzando l’uso delle risorse disponibili.

Esistono metodi di produzione delle LG, ma il primo passo consiste nell’i-dentificare problemi di particolare rilevanza clinica ed economica (nel sensodel maggiore assorbimento di risorse); successivamente è necessario acquisi-re le evidenze scientifiche esistenti per quell’argomento che vanno esamina-te da un gruppo di esperti eventualmente distinguendole secondo una gra-dualità che tiene conto della attendibilità dei dati esistenti in letteratura: ta-le procedimento può presentare tempi più o meno lunghi che dipendonodalla metodologia adoperata e dal numero dei consulenti coinvolti.

L’ANMCO, in collaborazione con la SIC (Società Italiana di Cardiologia),ha messo a punto una serie di LG in particolare per quanto riguarda la ge-stione dei pazienti con angina instabile, infarto miocardico e scompensocardiaco.

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Un problema particolarmente sentito è quello della “implementazione”delle LG: dalla loro diffusione ed introduzione derivano infatti i protocollidiagnostico-terapeutici allo scopo di trasferire i risultati della ricerca scienti-fica alla pratica quotidiana.

CHE COS’È UN PROTOCOLLO?

Si può definire come una condotta che viene raccomandata nel corso delprocesso di assistenza ai pazienti che, sulla scorta delle linee-guida cliniche,indica i criteri validi e gli standard da adottare durante l’iter diagnostico el’approccio terapeutico allo scopo di renderli più omogenei, appropriati,economici ed efficienti.

Attraverso l’adozione dei protocolli di cura è possibile un ridimensiona-mento dell’ampia variabilità delle decisioni assistenziali di fronte a proble-mi clinicamente simili, che produce variabili livelli di consumo di risorse percaso trattato senza che ciò si traduca in reale miglioramento dello stato disalute della popolazione.

CHE COS’È LA CARTA DEI SERVIZI?

La “Carta dei Servizi” è un documento con il quale l’Azienda Sanitariadeve dichiarare pubblicamente i suoi fini istituzionali, l’attenzione e l’orien-tamento dei suoi servizi al cittadino, la volontà di perseguire obiettivi di tra-sparenza, di partecipazione e di qualità dei servizi erogati.

Deve trattarsi, quindi, di un processo di crescita, prima di tutto all’inter-no dell’Azienda, che sarà perseguito con continuità e per tappe successive.Allo stesso tempo la “Carta dei Servizi” si configura come uno strumento ditutela del diritto alla salute che attribuisce al cittadino/utente ed alle Asso-ciazioni di Volontariato la possibilità di momenti di controllo effettivo suiservizi erogati o sulla loro qualità.

Nella “Carta dei Servizi” devono essere individuati fattori di qualità,standard e impegni che ne devono caratterizzare l’erogazione (modalità diaccesso, di erogazione, tempi di attesa) ed in relazione alla quale l’Aziendasi deve impegnare a:

• Rendere noti gli standard adottati ai cittadini/utenti, attraverso appositeforme di comunicazione e di pubblicizzazione

• Assicurarne e verificarne il rispetto ed il grado di soddisfazione degliutenti

• Provvedere nei confronti del cittadino/utente con specifiche forme di tute-la e di risarcimento in caso di mancato rispetto.

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QUALIFICARE L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA

La crisi del sistema sanitario pubblico è anche crisi del rapporto fra strut-tura erogativa dei servizi e cittadino, è crisi di affidabilità e di fiducia; quali-ficare l’assistenza infermieristica significa recuperare il rapporto con l’uten-za, sintonizzarlo sulla tutela del bisogno, riproporlo in un diverso contesto“interpersonale” aperto alla valorizzazione dell’umanità.

L’azienda ospedaliera è oggi istituzionalmente azienda erogatrice di ser-vizi “alla persona”, deve essere quindi la persona il centro motore dell’orga-nizzazione, in quanto essa sola è la diretta destinataria delle prestazionicomplessive cui l’azienda è tenuta. L’azienda di servizi fallisce il suo manda-to se non qualifica i servizi che eroga, se non personalizza le prestazioni, senon valorizza al massimo le risorse umane e professionali di cui dispone aservizio dell’utenza, se non si pone in una strategia di affinamento progres-sivo e complessivo della sua “forza lavoro” che rappresenta il suo più gran-de investimento nell’esercizio e nell’adempimento del mandato.

Qualificare l’assistenza infermieristica significa recuperare culturalmentela filosofia dell’azienda di servizio, l’essenzialità ad essa immanente e lastrumentalità del potenziale umano nei confronti dei fini istituzionali, lainellutabilità della sovrapposizione fra azienda–personale, addetto-pazienteassolutamente sconosciuta nelle aziende di produzione o di scambio perchéesclusiva delle aziende di servizio.

Qualificare l’assistenza infermieristica significa in primo luogo riscoprirel’identità di una professione attraverso la ricerca e la valorizzazione del suo“specifico” professionale, non sotto il profilo esclusivamente “vocazione” e“missionario” che le è stato tradizionalmente e retoricamente riconosciuto,ma soprattutto mediante la precisa definizione normativa, funzionale ed or-ganizzativa del ruolo di sua competenza esclusiva o prevalente, e di sueconseguenti responsabilità altrettanto esclusive o prevalenti nel contestodella struttura e nel rapporto con le professioni in essa operanti, in partico-lare con la professione medica.

Significa in secondo luogo rivedere ed adattare i modelli organizzativiper adeguarli ai risultati del processo di identificazione attuato con tempe-stività, trasparenza, fermezza, sì da consentire il conseguimento dell’obietti-vo della valorizzazione e della responsabilizzazione in una diversa proiezio-ne dell’impegno professionale, a tutto vantaggio delle prestazioni erogate.

IL CAMBIAMENTO

Il processo di trasformazione delle vecchie e numerose USL in Aziende,impone evoluzioni e modifiche sia dei ruoli che delle professionalità ai varilivelli organizzativi; infatti la crisi del sistema pubblico è da collegare anchead una diffusa deresponsabilizzazione degli operatori indotta sicuramentein notevole misura dai criteri di funzionamento organizzativo inadeguatialle moderne esigenze di una azienda erogatrice di servizi.

Gli Infermieri Professionali, al pari della Dirigenza Sanitaria, devono es-

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sere protagonisti del “cambiamento”, perché se è vero che l’ospedale devefunzionare da azienda e quindi ispirare le sue strategie decisionali ed opera-tive al conseguimento di obiettivi secondo criteri di efficacia ed efficienza,questi difficilmente potranno essere raggiunti senza il pieno coinvolgimentodi tutti gli operatori.

Conseguentemente il “TOP Management” aziendale deve essere capacedi valorizzare, coinvolgere, gratificare e responsabilizzare tutti gli operatorisenza distinzione di ordine e grado, su obiettivi prioritari chiari, realistici,resi noti e condivisi, all’interno di strutture organizzative che facilitino la co-municazione, il lavoro di gruppo, l’integrazione delle responsabilità, le ca-pacità competitive e il senso di appartenenza.

LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DEL PROCESSODI AZIENDALIZZAZIONE

Il contratto di lavoro del personale del Comparto, di recente approvazio-ne, introduce, alla luce del nuovo assetto gestionale delle strutture ospeda-liere, elementi di flessibilità nella progressione di carriera e conseguente-mente economica che sono tipici delle aziende di nuova concezione rispettoai rigidi criteri fino ad oggi in vigore, che prevedevano il lavoro dell’infer-miere professionale racchiuso nei termini di un rigido mansionario ormaida ritenersi superato; sono stati infatti aboliti i precedenti livelli e sono stateintrodotte categorie di inquadramento con possibilità di passaggi in sensoverticale ed orizzontale e conseguente progressione economica in relazioneagli incarichi attribuiti in base alle funzioni effettivamente svolte e, in defi-nitiva, alla produttività.

Le vecchie incentivazioni, alla luce del nuovo contratto di lavoro, nonsono più legate alla resa di “plus orario” aggiuntivo, né allo svolgimento di“progetti obiettivi” che spesso risultavano essere semplici enunciazioni ge-neriche (prevenzioni, deospedalizzazione, ecc.) e dove la remunerazione eravista soltanto come oggetto di spartizione retributiva “a pioggia” (sistemi di-sincentivanti) e non piuttosto quale preziosa occasione di premi per la qua-lità del servizio reso.

Il nuovo sistema premiante presenta nuove modalità operative (è colle-gato al budget, anche se è stata concessa una proroga della precedente mo-dalità di erogazione degli incentivi per obiettivi SUB 2, ormai scaduta) cheindirizzano l’interesse degli operatori verso gli obiettivi reali del servizio reso“alla persona” più che al semplice adempimento della mansione ed a favo-rire, quindi, una nuova cultura rivolta soprattutto ai risultati dell’attivitàsvolta.

Tutto ciò presuppone una significativa capacità tecnico-organizzativa daparte della direzione aziendale che deve essere in grado di definire le reali fi-nalità di ciascuna Unità Operativa. L’attenzione rivolta alla qualità ed allaefficacia sanitaria del servizio reso piuttosto che alla quantità del suo pro-dotto favorisce il modo nuovo di concepire l’intervento sanitario, quello ditendere a soddisfare i reali bisogni dell’utenza.

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LA NUOVA FIGURA DELL’INFERMIEREPROFESSIONALE

L’Infermiere Professionale sta vivendo attualmente una fase di evidentecontraddizione tra la necessità di assumersi libertà proprie di professionistae il ruolo di passivo esecutore di ordini nel rispetto di un mansionario chenon risponde più in maniera adeguata ai bisogni dei cittadini-utenti.

Il nuovo regolamento, di imminente approvazione, sostituirà il “mansio-nario” che risale al 1974 delineando nuovi compiti e attribuzione di mag-giori competenze professionali.

In particolare è prevista l’iscrizione obbligatoria all’albo e la possibilitàdi prescrivere, somministrare o applicare dispositivi medici, prodotti sanitarie persino farmaci nell’ambito della propria competenza. Inoltre, in contestiparticolari (vedi ad esempio quanto già accade di fatto nelle nostre UTIC),se il medico è assente, l’infermiere è abilitato a mettere in atto protocolli dicure urgenti anche se non di stretta competenza infermieristica.

I COMPITI SPECIFICI DELL’INFERMIEREPROFESSIONALE IN TEMA DI MANAGEMENT E QUALITÀ

L’Infermiere collabora al processo di accreditamento della struttura econcorre alla elaborazione e alla implementazione delle linee-guida sui per-corsi assistenziali e diagnostico-terapeutici, per quanto di sua competenza.

L’Infermiere è coinvolto in attività di ricerca volta a produrre studi inmateria di assistenza, epidemiologia, igiene e sicurezza degli ambienti di la-voro (la legge 626/94 fissa precisi criteri e regole in tema di sicurezza sul la-voro con rilevanti ripercussioni di carattere pratico-applicativo che vannocurate e sorvegliate da personale specializzato).

L’Infermiere è parte integrante del processo di miglioramento della qua-lità dell’assistenza nel raggiungimento della “soddisfazione” dell’utente.

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Appendice

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ISTITUZIONE DELLA “DIRIGENZA INFERMIERISTICA”

Dal Decreto in attuazione della Legge delega 4/9/98 – art. 14: Modificazioni all’art. 17 del D.L. 502 del 30/12/92

Art. 17- ter:

1. È istituita la Dirigenza Infermieristica. Entro 180 giorni dalla data di

entrata in vigore del presente decreto, il Ministro dell’Università e del-

la Ricerca Scientifica e Tecnologica di concerto con il Ministro della

Sanità disciplina, con proprio decreto, l’ordinamento del corso di lau-

rea abilitante all’esercizio delle predette funzioni. L’accesso al corso di

laurea è riservato agli Infermieri.

2. Fino allo svolgimento dei primi corsi di laurea, in ogni dipartimento è

individuato un responsabile dipartimentale del personale infermieristi-

co. L’incarico, che ha durata triennale, è conferito dal Direttore Gene-

rale, su proposta del Direttore del dipartimento, a un Infermiere, con

adeguata esperienza e qualificazione professionale. Il responsabile del

servizio infermieristico è membro del Comitato di dipartimento.

3. Il responsabile dipartimentale del personale infermieristico collabora

con il direttore del dipartimento per la definizione dei provvedimenti di

organizzazione dell’assistenza infermieristica all’interno del diparti-

mento, nel rispetto degli indirizzi generali della Direzione Sanitaria e,

in particolare:

a) propone i piani annuali di intervento, gli obiettivi prioritari e gli in-

dicatori di qualità per l’assistenza infermieristica e per la umaniz-

zazione della stessa;

b) definisce i piani di informazione complementare e continua;

c) promuove le verifiche periodiche della qualità dell’assistenza infer-

mieristica secondo gli standard e gli indicatori stabiliti d’intesa con

il Direttore del dipartimento.

4. Nei dipartimenti composti da unità operative diverse da quelle di dia-

gnosi e cura la responsabilità del personale tecnico o della riabilita-

zione è affidata a un operatore professionale appartenente al predet-

to personale.

Allegato 1

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IL NUOVO PROFILO PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE

Ecco, qui di seguito, il provvedimento che segna l’inizio di una nuovastagione per la professione. È il caso, considerata la sua

importanza, di dargli la massima diffusione, anche attraverso l’esposizione di questa pagina nei luoghi di lavoro.

• ARTICOLO 1

1. È individuata la figura professionale dell’Infermiere con il seguente

profilo: l’Infermiere è l’operatore sanitario che in possesso del diploma

universitario abilitante e dell’iscrizione all’Albo professionale è respon-

sabile dell’assistenza generale infermieristica.

2. L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitati-

va è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni

sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabi-

li di tutte le età e l’educazione sanitaria.

3. L’Infermiere:

a) partecipa alla identificazione dei bisogni di salute della persona e

della collettività;

b) identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e del-

la collettività e formula i relativi obiettivi;

c) pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico;

d) garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-

terapeutiche;

e) agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri opera-

tori sanitari e sociali;

f) per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’ope-

ra del personale di supporto;

g) svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche

o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di

dipendenza o libero professionale.

4. L’Infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e

concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo

professionale e alla ricerca.

5. La formazione infermieristica post-base per la pratica specialistica è

intesa a fornire agli Infermieri di assistenza generale delle conoscenze

cliniche avanzate e delle capacità che permettano loro di fornire speci-

fiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti aree:

Allegato 2

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a) sanità pubblica: Infermiere di sanità pubblica;

b) pediatria: Infermiere pediatrico;

c) salute mentale-psichiatria: Infermiere psichiatrico;

d) geriatria: Infermiere geriatrico;

e) area critica: Infermiere di area critica.

6. In relazione a motivate esigenze emergenti dal Servizio sanitario na-

zionale, potranno essere individuate, con decreto del Ministero della

Sanità, ulteriori aree richiedenti una formazione complementare speci-

fica.

7. Il percorso formativo viene definito con decreto del Ministero della Sa-

nità e si conclude con il rilascio di un attestato di formazione speciali-

stica che costituisce titolo preferenziale per l’esercizio delle funzioni

specifiche nelle diverse aree, dopo il superamento di apposite prove va-

lutative. La natura preferenziale del titolo è strettamente legata alla

sussistenza di obiettive necessità del servizio e recede in presenza di

mutate condizioni di fatto.

• ARTICOLO 2

1. Il diploma universitario di Infermiere, conseguito ai sensi dell’articolo

6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e suc-

cessive modificazioni, abilita all’esercizio della professione, previa

iscrizione al relativo albo professionale.

• ARTICOLO 3

1. Con decreto del Ministro della Sanità di concerto con il Ministro del-

l’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica sono individuati i

diplomi e gli attestati, conseguiti in base al precedente ordinamento,

che sono equipollenti al diploma universitario di cui all’articolo 2 ai fi-

ni dell’esercizio della relativa attività professionale e dell’accesso ai

pubblici uffici.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella

raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto

obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

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CARTA DEI SERVIZI PUBBLICI SANITARI

Principi e criteri di attuazione, finalità, materiale illustrativo

IL RICOVERO OSPEDALIERO

Opuscolo informativoSi ritiene opportuno indicare una serie di argomenti che costituirannolo schema dell’opuscolo stesso. Ogni ospedale dovrà predisporre unopuscolo informativo in relazione alla propria realtà.

• Nota di accoglienza:

Gentile Signora, Egregio Signore,

…………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………

Firma: ………………………………………………………IL DIRETTORE GENERALE

• Brevi cenni storici

• Come raggiungere l’ospedale

• Planimetria semplificata dell’ospedale

• Reparti e responsabili

• Cosa portare in caso di ricovero: biancheria personale, pigiama e/o camiciada notte, vestaglia e/o giacca da camera, calzini, pantofole, asciugamani,sapone con porta sapone, spazzolino e dentifricio, pettine, necessario perbarba.

• È bene avere con sé: carta di identità, tessera sanitaria, codice fiscale, even-tuale documentazione clinica posseduta.

Si consiglia di non tenere in ospedale gioielli, oggetti di valore e grossesomme di denaro, sia perché non servono, sia perché l’assicurazione nonne risponde.

• Informazioni generali per degenti e visitatori.

È necessario dare informazioni su:

– Ambulanze

– Dimissioni

– Assistenti sociali

– Giornali

Allegato 3

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– Assistenza religiosa e spirituale

– Telefoni e relative schede

– Autentica firme

– Ufficio di Pubblica Tutela

– Banca

– Ufficio Accoglienza

– Cartelle cliniche

– Visite degenti

– Certificati di ricovero

– Volontariato

• Informazioni aggiuntive specifiche dell’Ente:

– Biblioteca degenti

– Distributori bevande calde e fredde

– Servizio parrucchiere

– ………………………………………………………………………………

• Numeri telefonici di maggior interesse:

– Centralino

– Emergenze

– Ufficio Accoglienza

– Ufficio di Pubblica Tutela

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IL RICOVERO OSPEDALIERO

Consigli ed Informazioni in occasione dei ricoveri ospedalieri

Gentile Signora, Gentile Signore,

nell’accoglierLa nel nostro ospedale Le vogliamo augurare una pronta

guarigione.

Cercheremo di rendere il Suo soggiorno il più sereno e confortevole

possibile; per questo saremmo interessati a conoscere la Sua opinione ri-

guardo il nostro ospedale, il personale che vi opera ed i servizi che esso

offre.

Le Sue indicazioni ci saranno molto utili per capire quali sono i pro-

blemi esistenti, e quali i possibili interventi e soluzioni per migliorare l’ef-

ficienza e la qualità dei servizi che Le vengono offerti.

Il questionario che Le chiediamo di compilare è assolutamente anoni-

mo; se Lei desidera però può firmarlo mantenendo comunque il diritto al-

la massima riservatezza da parte nostra.

Una volta compilata la scheda potrà essere inviata mediante il servi-

zio postale alla Direzione Sanitaria oppure consegnata direttamente agli

operatori sanitari che provvederanno a farla pervenire all’ufficio prepo-

sto.

Il questionario non si riferisce all’aspetto specifico delle cure mediche,

ma alle condizioni generali di degenza ed ai servizi in quanto i problemi

clinici personali vanno discussi esclusivamente con i medici curanti.

La ringraziamo per la collaborazione e per la sincerità dei giudizi che

vorrà esprimere.

Cordialmente

La Direzione Sanitaria

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COSA PORTARE IN OSPEDALE

In un luogo affollato come l’ospedale, il furto o lo smarrimento di de-

naro, gioielli o altri valori sono sempre possibili: la Direzione sanitaria

non si assume responsabilità per questi inconvenienti.

Consigliamo quindi di portare soltanto gli effetti personali strettamen-

te necessari: spazzolino da denti, dentifricio, sapone, deodorante, bian-

cheria personale, vestaglia, pantofole, asciugamani.

Ed inoltre:

– la tessera sanitaria rilasciata dall’Unità Sanitaria Locale

– la carta d’identità

– il codice fiscale.

È molto utile portare tutti gli esami e gli accertamenti diagnostici già

eseguiti ed eventuali cartelle cliniche di ricoveri precedenti.

È importante comunicare ai medici notizie relative ai farmaci che si

prendono abitualmente anche se si tratta soltanto di lassativi, antidolori-

fici o sciroppi per la tosse.

Nei giorni successivi al ricovero è sempre possibile farsi portare da ca-

sa quanto necessario.

Servizi vari

Sono a disposizione dell’ospite all’interno dell’ospedale un posto di ri-

storo ed alcuni distributori automatici di bevande ed acqua minerale.

Anche la vendita di quotidiani e giornali in genere viene effettuata si-

stematicamente all’interno della struttura.

Sempre all’interno dell’ospedale l’Azienda ospedaliera si impegna ad

installare un servizio tipo “Bancomat” del quale Lei potrà usufruire per le

esigenze immediate.

Inoltre, qualora lo si desideri, eventuali somme di denaro in possesso

potranno essere custodite presso gli appositi uffici cassa dell’Azienda.

Per la riscossione della pensione durante la degenza in ospedale po-

tranno essere presi opportuni contatti con il Capo-sala.

Il telefono

Negli spazi comuni accessibili dell’ospedale sono disponibili telefoni

pubblici con funzionamento a gettoni ed a monete che a richiesta po-

tranno essere utilizzati direttamente nelle stanze di degenza.

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Non è possibile, e ce ne scusiamo con i nostri ospiti, ricevere telefona-

te; eventuali chiamate dall’esterno saranno comunicate al paziente.

Il personale sanitario non può fornire informazioni telefoniche sui ri-

coverati.

Le norme antinfortunistiche e antincendio

Il personale del presidio ospedaliero è addestrato ad intervenire per

controllare gli incendi e tutelare la sicurezza dei degenti.

All’interno delle stanze di degenza saranno a disposizione dei pazienti

le norme antinfortunistiche ed antincendio da attuare in caso di neces-

sità.

L’assistenza sociale

In caso di necessità l’aiuto dell’assistente sociale può essere richiesto

da Lei, o da un suo familiare, informandone il Capo-sala.

Le consigliamo di effettuare l’eventuale richiesta nei primi giorni del

ricovero.

L’assistenza infermieristica

Il servizio garantisce tutti gli aspetti relativi all’assistenza infermieri-

stica, all’ospitalità degli utenti ed alla pulizia degli ambienti di degenza

tramite il proprio personale.

I pazienti possono rivolgersi a questo servizio tramite il Capo-sala per

qualsiasi problema inerente l’assistenza infermieristica.

La riabilitazione funzionale

L’Unità Sanitaria Locale garantisce agli utenti le prestazioni riabilita-

tive necessarie mediante proprio personale qualificato al fine di ripristi-

nare la loro funzionalità motoria.

I pazienti possono accedere a questa attività a seguito di specifica pre-

scrizione di personale medico.

Il volontariato

L’Unità Sanitaria Locale garantisce l’assistenza diretta ai propri assi-

stiti con personale qualificato.

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Tuttavia all’interno della struttura è presente personale appartenente

alle associazioni di volontariato regolarmente autorizzato ad effettuare

particolari forme di assistenza ai degenti.

L’assistenza religiosa

Per i pazienti di fede cattolica al piano terra si trova la Cappella, dove

in ogni giorno festivo viene celebrata la Santa Messa.

Un assistente religioso, pressoché quotidianamente, passerà a visitare

i degenti nei vari reparti; ogni paziente può ricevere l’assistenza religiosa

personale rivolgendosi al religioso che collabora con l’ospedale. Per i pa-

zienti di fede non cattolica l’assistenza religiosa può essere richiesta

informandone il Capo-sala.

Le visite dei medici

La visita medica è un momento diagnostico-terapeutico fondamentale

ed è quindi assolutamente necessario rimanere nella propria stanza du-

rante gli orari stabiliti ed evidenziati in una scheda allegata a questo

opuscolo.

Al di fuori di questi orari Lei potrà uscire dal reparto che la ospita, ri-

manendo entro l’area dell’ospedale, dopo aver chiesto il permesso agli

operatori sanitari informandoli della sua destinazione.

L’utente ed i suoi diritti

L’ospite ha diritto di chiedere informazioni complete riguardanti la

diagnosi anche provvisoria, e la prognosi in termini per lui facilmente

comprensibili.

Inoltre potrà ottenere informazioni essenziali riguardanti l’organiz-

zazione dei servizi, i compiti e le attribuzioni di amministratori ed ope-

ratori.

Come avere informazioni dai medici

È un diritto fondamentale del paziente essere informato sulle proprie

condizioni di salute.

Pertanto sia il Primario che i medici del reparto sono disponibili in

orari stabiliti (vedi scheda allegata) per fornire tutti i chiarimenti neces-

sari a Lei ed ai suoi familiari.

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Il servizio trasfusionale

L’Azienda ospedaliera garantisce al paziente in collaborazione con le

associazioni di volontariato preposte, la somministrazione di sangue in

caso di necessità.

È altresì possibile effettuare l’autotrasfusione per pazienti che ne fac-

ciano richiesta.

La pulizia e l’ordine

La pulizia di armadietti, letti e comodini viene effettuata da apposito

personale.

La preghiamo di mantenere in ordine questi arredi e la sua stanza.

In particolare Le chiediamo di non tenere in camera fiori o piante che

possono essere fonte di infezioni.

Per evitare disordine e per facilitare le operazioni di pulizia si prega di

non tenere sedie o sdraie e di non lasciare oggetti fuori dagli armadi per-

sonali; ai familiari non è consentito sedersi sui letti.

Il silenzio e la tranquillità

Per non arrecare disturbo agli altri pazienti, La preghiamo di evitare il

più possibile i rumori, di parlare a bassa voce durante le visite e di mode-

rare il volume della radio e della televisione.

Per favorire il riposo notturno è obbligatorio il silenzio dalle ore

………………… alle ore …………………

Il fumo

È assolutamente vietato fumare nelle stanze, nei corridoi e nelle corsie

dei reparti di cura: questo per disposizioni di legge e, soprattutto, per ri-

spetto della salute propria e degli altri pazienti.

I pasti

La colazione viene servita alle ore ………………… il pranzo alle ore

………………, e la cena alle ore ……………… circa; durante la distribuzione

del vitto i parenti sono pregati di non transitare nei corridoi.

Durante la permanenza in ospedale è sconsigliato integrare l’alimen-

tazione con cibi e bevande provenienti dall’esterno: se lo si desidera, il

Capo-sala ed i medici possono fornire i necessari chiarimenti al riguardo.

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Per alcune categorie di pazienti i cibi provenienti dall’esterno sono

sempre proibiti.

Abbiamo cercato di offrire cibi il più possibile gradevoli, puntando sul-

la qualità e varietà. Il menù prevede piatti tradizionali e qualche novità,

tutti cucinati in modo tale da assicurare la massima digeribilità.

I pasti verranno serviti in vassoi personalizzati che ne garantiranno

l’igiene e la tenuta termica.

Il menù è articolato in n. …………… giorni, per ognuno dei quali sono

previsti piatti diversi, sia per il pranzo che per la cena.

I pazienti potranno inoltre richiedere al Capo-sala di poter prendere

visione del menù giornaliero.

A volte il sapore dei cibi potrà sembrare meno gradevole per problemi

derivanti dalla malattia stessa o dai farmaci che vengono somministrati;

comunque come regola generale i cibi vengono preparati con una ridotta

quantità di sale e di condimenti.

Non tutti possono usufruire dei cibi previsti dal menù e pertanto il die-

tista del presidio ospedaliero, dietro prescrizione medica, sarà a disposi-

zione per fornire una dieta personalizzata.

Queste le diete più comuni che vengono servite:

– Dieta iposodica: con poco sale: è una dieta utile per tutti ed inspecial modo per chi ha la “pressione alta” però i cibi sarannomeno saporiti;

– Dieta per diabetici: con minore quantità di zuccheri, di pasta e dipane;

– Dieta ipoproteica con poche proteine e quindi con minor quantitàdi carne, uova, formaggi e legumi. La pasta ed il pane sono apro-teici, cioè privati della componente proteica e quindi hanno ungusto meno gradevole;

– Dieta ipolipidica con pochi grassi quali olio, burro, formaggi, pro-sciutto, utile per chi ha il “colesterolo alto”;

– Dieta ipocalorica: con una minore quantità di alimenti e comun-que vengono privilegiati quelli a minor contenuto di calorie; è in-dicata in chi presenta un peso corporeo eccessivo.

Ricordiamo che i cibi ricchi di fibre come la verdura e la frutta, impor-

tanti per una corretta alimentazione, vengono sospesi tre giorni prima di

un esame radiologico con mezzi di contrasto (es.: urografia).

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– 33 –

Inoltre coloro che debbono essere sottoposti ad un intervento chirurgi-

co necessitano di un periodo di digiuno che in generale viene attuato la

sera prima.

Il genitore che assiste il figlio ricoverato può richiedere al Capo-sala il

buono per usufruire dei pasti previo pagamento di uno quota fissata dal-

l’Azienda stessa.

Le visite di parenti e amici

Ogni paziente può ricevere visite da parte di parenti ed amici.

È necessario però che tali visite non siano d’ostacolo alle attività me-

diche e che non arrechino disturbo al riposo degli altri pazienti ricoverati.

Per questo La preghiamo di ricevere soltanto un visitatore alla volta ri-

spettando gli orari stabiliti esposti all’ingresso del reparto.

Inoltre non sono ammesse visite di bambini al di sotto dei 12 anni in

quanto fino a questa età l’ospedale è un ambiente sconsigliabile, sia per

il rischio di trasmissione di malattie infettive che per le situazioni di disa-

gio che si possono creare.

Per qualunque esigenza particolare potrà comunque rivolgersi al Ca-

po-sala che può concedere permessi di visita autorizzati dal Primario.

All’interno del presidio ospedaliero esistono appositi spazi destinati ad

attività varie di socializzazione dotate anche di apparecchi telefonici a

disposizione degli ospiti.

La dimissione

Al momento della dimissione Le verrà rilasciata una documentazione

da consegnare al medico curante.

Le sarà inoltre possibile richiedere presso la Direzione sanitaria, nei

giorni ed orari sottospecificati, copia della cartella clinica, di radiografie

effettuate durante la degenza ed altra documentazione previo pagamen-

to dei relativi diritti:

– dal ……………………………………… al ………………………………………

– dalle ore……………… alle ore ………………

– dalle ore……………… alle ore ………………

Presso gli ambulatori sarà possibile effettuare le visite di controllo suc-

cessive alla dimissione in giorni ed orari prestabiliti e previo appunta-

mento da concordare con il personale medico.

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– 34 –

Le facciamo inoltre presente che per le prestazioni da Lei ricevute, sia

durante la sua degenza in ospedale che in occasione delle successive visi-

te di controllo che effettuerà presso gli ambulatori, nulla è dovuto al per-

sonale sia medico che infermieristico ivi preposto.

Numeri telefonici di maggior interesse

– PRESIDIO OSPEDALIERO - CENTRALINO Tel. ………………………………

– EMERGENZA MEDICA Tel. ………………………………

– CENTRO UNICO DI PRENOTAZIONE Tel. ………………………………

– UFFICIO INFORMAZIONI Tel. ………………………………

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– 35 –

IL RICOVERO OSPEDALIERO

Scheda informativa sul reparto di degenza

Ogni reparto consegnerà al ricoverato una scheda con informazioni spe-

cifiche del reparto stesso.

Deve essere specificato:

• Il nome del Primario

• Il nome del Capo-sala

• Una giornata tipo di degenza

• Regole di convivenza in comunità

• Orario di ricevimento dei parenti

• Altre notizie utili

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– 36 –

IL RICOVERO OSPEDALIERO

Le informazioni relative al reparto di degenza

Gentile ospite,

La salutiamo cordialmente e ci auguriamo che il suo arrivo in questo

reparto avvenga nel migliore dei modi e che la sua permanenza possa es-

sere il più possibile tranquilla e serena: da parte nostra, Le possiamo as-

sicurare tutto il nostro impegno e la nostra disponibilità.

Per qualunque necessità può comunque rivolgersi al personale in ser-

vizio identificabile dal cartellino di riconoscimento.

La preghiamo di leggere con attenzione questo opuscolo che illustra i

vari aspetti della vita del nostro ospedale.

Le informazioni che vi troverà Le saranno utili per accedere in modo

più snello e meno difficoltoso ai servizi offerti dal nostro ospedale, per

meglio soggiornarvi e per comprendere come anche Lei, con il suo com-

portamento, possa facilitare il lavoro degli operatori sanitari.

Allegata a questo opuscolo troverà una scheda che Lei potrà usare per

comunicarci eventualmente i suoi giudizi, le sue osservazioni e le sue pro-

poste sui servizi offerti e che saranno tenuti nel debito conto al fine di ve-

nire incontro, nel modo più completo possibile, alle attese ed alle esigen-

ze dei nostri ospiti.

Questa scheda potrà essere inviata mediante il servizio postale alla

Direzione Sanitaria di questa Unità Sanitaria Locale, oppure consegnata

direttamente agli operatori sanitari che provvederanno a farla pervenire

all’ufficio preposto.

Per ogni informazione o reclamo inerente i servizi erogati dall’Unità

Sanitaria Locale Lei potrà rivolgersi all’apposito “Ufficio informazioni” al

numero telefonico.

Siamo certi di poter contare sulla sua collaborazione.

IL PRIMARIO

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– 37 –

UNITÀ OPERATIVA DI …………………………………………………

Primario Dott./Prof.: ……………………………………………………

Con questa scheda desideriamo fornirLe alcune informazioni su questaUnità Operativa:

Il Capo-sala è il Sig. …………………………………………………………… al

quale, come a tutti gli altri operatori sanitari, Lei potrà rivolgersi in caso

di necessità.

L’orario di visita ai degenti è dalle ore ……………… alle ore ………………

e dalle ore ……………… alle ore ……………… .

L’orario della visita medica è al mattino dalle ore ………………… alle

ore …………………… .

L’orario di ricevimento del Primario e dei suoi collaboratori medici per

informazioni ai degenti ed ai familiari è previsto dalle ore …………………

alle ore ……………… .

L’orario della Santa Messa è dalle ore ……………… alle ore ……………

di tutti i giorni festivi.

Informazioni specifiche

La presenza di personale estraneo adibito all’assistenza dei degenti

deve essere concordata con il personale medico od il Capo-sala.

È vietato restare o sostare nelle stanze durante la visita medica, la

somministrazione delle terapie, o comunque contemporaneamente alla

presenza di personale di servizio.

I dimessi dal reparto, per le successive visite di controllo, potranno ri-

correre ad una delle strutture poliambulatoriali dell’Unità Sanitaria Loca-

le in giorni ed orari prestabiliti previo appuntamento e con le modalità

da concordare con il personale medico.

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IL RICOVERO OSPEDALIERO

Questionario per i degenti ospedalieri

La preghiamo di rispondere alle seguenti domande per aiutarci a migliorare l’assistenzanel nostro ospedale. Sbarri il quadrato sotto l’espressione che meglio esprime la Sua opi-nione, come indicato nell’esempio qui sotto, con una penna nera o blu od una matita.

Esempio ❒ ❒ ❒ ❒Le risposte rimarranno anonime e non saranno viste dal personale del reparto. Se credepuò farsi aiutare dai Suoi familiari od amici nel compilare questa scheda. Le saremo gratise segnalerà gli aspetti positivi e negativi del Suo ricovero in dettaglio, ma La preghiamodi farlo sul retro di questo foglio.

Molto Soddisfatto Un po’ MoltoChe cosa pensa rispetto a: soddisfatto insoddisfatto insoddisfatto

– Assistenza medica . . . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Assistenza infermieristica . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Informazioni ricevute dai medici

sulla diagnosi . . . . . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Informazioni ricevute dai medici

su decorso malattia e cure . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Informazioni ricevute dagli Infermieri . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– L’orario e l’organizzazione delle visite . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– L’atmosfera di reparto . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Tipo di relazioni umane nel reparto . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– La pulizia nel reparto . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Pulizia ed igiene dei servizi igienici . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Ambiente e comfort

(arredamento, tranquillità, ecc.) . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– L’organizzazione della giornata nel reparto . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Cibo: Presentazione. . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒

Qualità . . . . . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒Quantità . . . . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒Orari pasti . . . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒

– Telefoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ❒ ❒ ❒ ❒– Grado di soddisfazione del Suo ricovero . . . . ❒ ❒ ❒ ❒

Commenti in dettaglio: Aspetti positivi …………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………

Aspetti da migliorare ………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………

– 38 –

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– 39 –

CODICE DEONTOLOGICOTesto approvato dal Comitato centrale - Febbraio 1999

1. PREMESSA

1.1. L’Infermiere è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma abi-

litante e dell’iscrizione all’Albo professionale, è responsabile dell’assisten-

za infermieristica.

1.2. L’assistenza infermieristica è servizio alla persona e alla collettività.

Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari, di

natura tecnica, relazionale ed educativa.

1.3. La responsabilità dell’Infermiere consiste nel curare e prendersi cura

della persona, nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della di-

gnità dell’individuo.

1.4. Il Codice deontologico guida l’Infermiere nello sviluppo della identità

professionale e nell’assunzione di un comportamento eticamente respon-

sabile. È uno strumento che informa il cittadino sui comportamenti che

può attendersi dall’Infermiere.

1.5. L’Infermiere, con la partecipazione ai propri organismi di rappresen-

tanza, manifesta la appartenenza al gruppo professionale, l’accettazione

dei valori contenuti nel Codice deontologico e l’impegno a viverli nel quo-

tidiano.

2. PRINCIPI ETICI DELLA PROFESSIONE

2.1. Il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei principi etici della

professione è condizione essenziale per l’assunzione della responsabilità

delle cure infermieristiche.

2.2. L’Infermiere riconosce la salute come bene fondamentale dell’indivi-

duo e interesse della collettività e si impegna a tutelarlo con attività di

prevenzione, cura e riabilitazione.

2.3. L’Infermiere riconosce che tutte le persone hanno diritto ad uguale

considerazione e le assiste indipendentemente dall’età, dalla condizione

sociale ed economica, dalle cause di malattia.

Allegato 4

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2.4. L’Infermiere agisce tenendo conto dei valori religiosi, ideologici ed

etici, nonché della cultura, etnia e sesso dell’individuo.

2.5. Nel caso di conflitti determinati da profonde diversità etiche, l’Infer-

miere si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. In presenza

di volontà profondamente in contrasto con i principi etici della professio-

ne e con la coscienza personale, si avvale del diritto all’obiezione di co-

scienza.

2.6. Nell’agire professionale, l’Infermiere si impegna a non nuocere,

orienta la sua azione all’autonomia e al bene dell’assistito, di cui attiva

le risorse anche quando questi si trova in condizioni di disabilità o svan-

taggio.

2.7. L’Infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche

attraverso l’uso ottimale delle risorse. In carenza delle stesse, individua le

priorità sulla base di criteri condivisi dalla comunità professionale.

3. NORME GENERALI

3.1. L’Infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione

permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca, al fine di mi-

gliorare la sua competenza.

L’Infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna-

te, così da garantire alla persona le cure e l’assistenza più efficaci.

L’Infermiere partecipa alla formazione professionale, promuove ed attiva

la ricerca, cura la diffusione dei risultati, al fine di migliorare l’assistenza

infermieristica.

3.2. L’Infermiere assume responsabilità in base al livello di competenza

raggiunto e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza di

esperti. Riconosce che l’integrazione è la migliore possibilità per far fron-

te ai problemi dell’assistito; riconosce altresì l’importanza di prestare

consulenza, ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della

comunità professionale.

3.3. L’Infermiere riconosce i limiti delle proprie conoscenze e competenze e

declina la responsabilità quando ritenga di non poter agire con sicurezza.

Ha il diritto ed il dovere di richiedere formazione e/o supervisione per pra-

– 40 –

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tiche nuove o sulle quali non ha esperienza; si astiene dal ricorrere a speri-

mentazioni prive di guida che possono costituire rischio per la persona.

3.4. L’Infermiere si attiva per l’analisi dei dilemmi etici vissuti nell’ope-

ratività quotidiana e ricorre, se necessario, alla consulenza professiona-

le e istituzionale, contribuendo così al continuo divenire della riflessio-

ne etica.

3.5. L’agire professionale non deve essere condizionato da pressioni o in-

teressi personali provenienti da persone assistite, altri operatori, imprese,

associazioni, organismi. In caso di conflitto devono prevalere gli interessi

dell’assistito.

L’Infermiere non può avvalersi di cariche politiche o pubbliche per conse-

guire vantaggi per sé od altri.

L’Infermiere può svolgere forme di volontariato con modalità conformi al-

la normativa vigente: è libero di prestare gratuitamente la sua opera,

sempre che questa avvenga occasionalmente.

3.6. L’Infermiere, in situazioni di emergenza, è tenuto a prestare soccorso

e ad attivarsi tempestivamente per garantire l’assistenza necessaria. In

caso di calamità, si mette a disposizione dell’autorità competente.

4. RAPPORTI CON LA PERSONA ASSISTITA

4.1. L’Infermiere promuove, attraverso l’educazione, stili di vita sani e la

diffusione di una cultura della salute; a tal fine attiva e mantiene la rete

di rapporti tra servizi e operatori.

4.2. L’Infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la

stessa i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assi-

stenza garantito e consentire all’assistito di esprimere le proprie scelte.

4.3. L’Infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall’assistito, ne fa-

cilita i rapporti con la comunità e le persone per lui significative, che

coinvolge nel piano di cura.

4.4. L’Infermiere ha il dovere di essere informato sul progetto diagnostico

terapeutico, per le influenze che questo ha sul piano di assistenza e le re-

lazioni con la persona.

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4.5. L’Infermiere, nell’aiutare e sostenere la persona nelle scelte tera-

peutiche, garantisce le informazioni relative al piano di assistenza ed

adegua il livello di comunicazione alla capacità del paziente di com-

prendere. Si adopera affinché la persona disponga di informazioni glo-

bali e non solo cliniche e ne riconosce il diritto alla scelta di non essere

informato.

4.6. L’Infermiere assicura e tutela la riservatezza delle informazioni rela-

tive alla persona. Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio di dati, si

limita a ciò che è pertinente all’assistenza.

4.7. L’Infermiere garantisce la continuità assistenziale anche attraverso

l’efficace gestione degli strumenti informativi.

4.8. L’Infermiere rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giu-

ridico, ma per intima convinzione e come risposta concreta alla fiducia

che l’assistito ripone in lui.

4.9. L’Infermiere promuove in ogni contesto assistenziale le migliori con-

dizioni possibili di sicurezza psicofisica dell’assistito e dei familiari.

4.10. L’Infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione fisica e

farmacologica sia evento straordinario e motivato, e non metodica abi-

tuale di accudimento. Considera la contenzione una scelta condivisibile

quando vi si configuri l’interesse della persona e inaccettabile quando sia

una implicita risposta alle necessità istituzionali.

4.11. L’Infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l’opi-

nione del minore rispetto alle scelte terapeutiche, in relazione all’età ed

al suo grado di maturità.

4.12. L’Infermiere si impegna a promuovere la tutela delle persone in

condizioni che ne limitano lo sviluppo o l’espressione di sé, quando la fa-

miglia e il contesto non siano adeguati ai loro bisogni.

4.13. L’Infermiere che rilevi maltrattamenti o privazioni a carico della

persona, deve mettere in opera tutti i mezzi per proteggerla ed allertare,

ove necessario, l’autorità competenti.

4.14. L’Infermiere si attiva per alleviare i sintomi, in particolare quelli

prevenibili. Si impegna a ricorrere all’uso di placebo solo per casi attenta-

mente valutati e su specifica indicazione medica.

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4.15. L’Infermiere assiste la persona, qualunque sia la sua condizione cli-

nica e fino al termine della vita, riconoscendo l’importanza del conforto

ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale. L’Infermiere tutela

il diritto a porre dei limiti ad eccessi diagnostici e terapeutici non coerenti

con la concezione di qualità della vita dell’assistito.

4.16. L’Infermiere sostiene i familiari dell’assistito, in particolare nel mo-

mento della perdita e nella elaborazione del lutto.

4.17. L’Infermiere non partecipa a trattamenti finalizzati a provocare la

morte dell’assistito, sia che la richiesta provenga dall’interessato, dai fa-

miliari o da altri.

4.18. L’Infermiere considera la donazione di sangue, tessuti ed organi

un’espressione di solidarietà. Si adopera per favorire informazione e so-

stegno alle persone coinvolte nel donare e nel ricevere.

5. RAPPORTI PROFESSIONALI CON COLLEGHI E ALTRI OPERATORI

5.1. L’Infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori, di cui rico-

nosce e rispetta lo specifico apporto all’interno dell’équipe.

Nell’ambito delle proprie conoscenze, esperienze e ruolo professionale

contribuisce allo sviluppo delle competenze assistenziali.

5.2. L’Infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso com-

portamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà. Si adopera affinché la di-

versità di opinione non ostacoli il progetto di cura.

5.3. L’Infermiere ha il dovere di autovalutarsi e di sottoporre il proprio

operato a verifica, anche ai fini dello sviluppo professionale.

5.4. Nell’esercizio autonomo della professione l’Infermiere si attiene alle

norme di comportamento emanate dai Collegi Ipasvi; nella definizione

del proprio onorario rispetta il vigente Nomenclatore Tariffario.

5.5. L’Infermiere tutela il decoro del proprio nome e qualifica professio-

nale anche attraverso il rispetto delle norme che regolano la pubblicità

sanitaria.

5.6. L’Infermiere è tenuto a segnalare al Collegio ogni abuso o comporta-

mento contrario alla deontologia, attuato dai colleghi.

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6. RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI

6.1. L’Infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orien-

tare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il

rispetto dei diritti degli assistiti, l’equo utilizzo delle risorse e la valorizza-

zione del ruolo professionale.

6.2. L’Infermiere compensa le carenze della struttura attraverso un com-

portamento ispirato alla cooperazione, nell’interesse dei cittadini e dell’i-

stituzione. L’Infermiere ha il dovere di opporsi alla compensazione quan-

do vengano a mancare i caratteri della eccezionalità o venga pregiudica-

to il suo prioritario mandato professionale.

6.3. L’Infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, di fronte a carenze o

disservizi provvede a darne comunicazione e per quanto possibile, a ri-

creare la situazione più favorevole.

6.4. L’Infermiere riferisce a persona competente e all’autorità professio-

nale qualsiasi circostanza che possa pregiudicare l’assistenza infermieri-

stica o la qualità delle cure, con particolare riguardo agli effetti sulla per-

sona.

6.5. L’Infermiere ha il diritto e il dovere di segnalare al Collegio le situa-

zioni in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano la

qualità delle cure o il decoro dell’esercizio professionale.

7. DISPOSIZIONI FINALI

7.1. Le norme deontologiche contenute nel presente codice sono vinco-

lanti: la loro inosservanza è punibile con sanzioni da parte del Collegio

professionale.

7.2. I Collegi Ipasvi si rendono garanti, nei confronti della persona e del-

la collettività, della qualificazione dei singoli professionisti e della compe-

tenza acquisita e mantenuta.

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IL PATTO INFERMIERE-CITTADINO

12 maggio 1996

Io Infermiere mi impegno nei tuoi confronti a:

PRESENTARMI al nostro primo incontro, spiegarti chi sono e cosa possofare per te.

SAPERE chi sei, riconoscerti, chiamarti per nome e cognome.

FARMI RICONOSCERE attraverso la divisa e il cartellino di riconosci-mento.

DARTI RISPOSTE chiare e comprensibili o indirizzarti alle persone e agliorgani competenti.

FORNIRTI INFORMAZIONI utili a rendere più agevole il tuo contattocon l’insieme dei servizi sanitari.

GARANTIRTI le migliori condizioni igieniche e ambientali.

FAVORIRTI nel mantenere le tue relazioni sociali e familiari.

RISPETTARE il tuo tempo e le tue abitudini.

AIUTARTI ad affrontare in modo equilibrato e dignitoso la tua giornatasupportandoti nei gesti quotidiani di mangiare, lavarsi, muoversi, dormi-re, quando non sei in grado di farlo da solo.

INDIVIDUARE i tuoi bisogni di assistenza, condividerli con te, proportile possibili soluzioni, operare insieme per risolvere i problemi.

INSEGNARTI quali sono i comportamenti più adeguati per ottimizzare iltuo stato di salute nel rispetto delle tue scelte e stile di vita.

GARANTIRTI competenza, abilità e umanità nello svolgimento delle tueprestazioni assistenziali.

RISPETTARE la tua dignità, le tue insicurezze e garantirti la riservatezza.

ASCOLTARTI con attenzione e disponibilità quando hai bisogno.

STARTI VICINO quando soffri, quando hai paura, quando la medicinae la tecnica non bastano.

PROMUOVERE e partecipare ad iniziative atte a migliorare le risposteassistenziali infermieristiche all’interno dell’organizzazione.

SEGNALARE agli organi e figure competenti le situazioni che ti possonocausare danni e disagi.

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Accreditamento . . . . . . . . . .p. 16

Assistenza, livelli di . . . . . . . . .p. 8

Assistenza, qualificare l’ . . . . . . p. 18

Aziendalizzazione . . . . . . . . .p. 7

Budget . . . . . . . . . . . . . .p. 12

Capitaria, quota (v. quota capitaria)

Carta dei Servizi . . . . . . . . . .p. 17

Ciclo di Deming (v. Deming)

Classificazione Internazionale delle Malattie (vedi ICD)

Contabilità direzionale . . . . . . . p. 12

Controllo di gestione . . . . . . . .p. 11

Deming, ciclo di . . . . . . . . . .p. 15

DRG, sistema . . . . . . . . . . . .p. 9

Finanziamento, degli ospedali . . .p. 7

Grouper . . . . . . . . . . . . . .p. 10

Linee guida . . . . . . . . . . . . .p. 16

ICD, classificazione . . . . . . . .p. 9

ISO 9000 . . . . . . . . . . . . . .p. 14

Management . . . . . . . . . . . .p. 7

MDC . . . . . . . . . . . . . . . .p. 6

Pianificazione strategica . . . . . .p. 11

Piano Sanitario Nazionale . . . . .p. 8

Protocolli, diagnostico-terapeutici . . .p. 17

Qualitàpercepita, erogata . . . . . . . . . .p. 14

Quota capitaria . . . . . . . . . .p. 8

Reporting . . . . . . . . . . . . . .p. 12

Scheda di dimissione (v. SDO)

SDO . . . . . . . . . . . . . . . .p. 9

TQM . . . . . . . . . . . . . . . .p. 15

VRQ . . . . . . . . . . . . . . . .p. 15

Indice Analitico

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QUESTIONARIO

1. Ritieni utile questo manuale sul Management in Cardiologia?

SI ❒ NO ❒

2. Quali altre iniziative su questo argomento vorresti proporre?

______________________________________________________________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________

3. Pensi che sia utile la collaborazione tra l’Area Nursing e le altre Aree dell’ANMCO?

SI ❒ NO ❒

4. Se sì, quali proposte vorresti fare?

______________________________________________________________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________

AREA NURSING CHI È INTERESSATO?

COGNOME _______________________________________________ NOME ________________________________________________________

❒ Socio ANMCO ❒ Non Socio ❒ Dirigente di II Livello ❒ Dirigente di I Livello ❒ Altro

Indirizzo abitazione:

VIA __________________________________________________________________________________________________________ N° ___________

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Notizie sulla Struttura:

DENOMINAZIONE OSPEDALE _________________________________________________________________________________________

DENOMINAZIONE STRUTTURA _______________________________________________________________________________________

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Nome del Primario ____________________________________________________________________________________________________

Ai sensi dell’Art. 10 della legge 675/96 la informiamo di quanto segue. I dati richiesti sono necessari ad ANMCO per poter offrire tutti ipropri servizi ed in mancanza degli stessi sarebbe preclusa la stessa possibilità di effettuare alcuna iscrizione. I dati vengono trattati pres-so la sede di ANMCO, anche in modo informatico, e vengono comunicati, per motivi inerenti all’attività istituzionale, a società del grup-po, tra cui ECO, società di servizi che è altresì responsabile dei trattamenti di cui sia titolare ANMCO e che opera anche nell’ambito delsettore di organizzazione di convegni a carattere scientifico. È possibile inoltre che i dati siano comunicati da ANMCO a terzi, in partico-lare a Case Editrici che si occupino del trattamento finalizzato alla spedizione delle riviste dell’Associazione o di altre pubblicazioni agliassociati, e ad altre Associazioni, anche estere.La informiamo che, ai sensi della l. n. 675/96, citata, la mancata prestazione di un suo specifico consenso a tali forme di comunicazionene impedisce l’esercizio. D’altra parte il rifiuto del consenso può comportare pregiudizio all’ordinario svolgimento dell’attività isti-tuzionale dell’Associazione.Un elenco dettagliato dei soggetti ai quali è possibile che siano comunicati i dati è disponibile presso la nostra sede.Infine, ma sempre soltanto dietro presentazione di (un ulteriore) specifico consenso, i Suoi dati potranno essere oggetto di pubblicazione(cfr., ad esempio, l’annuario degli associati o eventuali opuscoli di carattere informativo), in forma telematica, ovvero, più semplicemen-te, su supporto cartaceo.

INFORMATO Dl QUANTO SOPRA ESPOSTO, CON RIFERIMENTOCON RIFERIMENTO ALLA COMUNICAZIONE ALLA PUBBLICAZIONEDEI MIEI DATI A TERZI DEI MIEI DATI

DO IL CONSENSO DO IL CONSENSO

NEGO IL CONSENSO NEGO IL CONSENSO Firma ____________________________________________

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