Guida EuroProgettazione

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Guida alla PROGETTAZIONE EUROPEA per le organizzazioni di volontariato   s    t   r   u   m   e   n    t    i    p   e   r    i    l    v   o    l   o   n    t   a   r    i   a    t   o Guida alla PROGETTAZIONE EUROPEA per le organizzazioni di volontariato Roberto Ceschina

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Guida allaPROGETTAZIONE

EUROPEA

per le

organizzazioni

di volontariato

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Guida allaPROGETTAZIONE

EUROPEA

per leorganizzazionidi volontariato

Roberto Ceschina

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Roberto Ceschina

Laurea scientifica, docente e ricercatore nell'ambito della FormazioneComportamentale e Relazionale (comunicazione, dinamiche dei gruppi, gestionedei conflitti, progettazione e supporto alle organizzazioni di volontariato) è inoltreimpegnato come esperto e relatore per le tematiche legate all'intercultura. Lavorada circa 10 anni sui temi della Progettazione Sociale ed Europea collaborando conle Organizzazioni di Volontariato, gli Enti Locali e le Istituzioni Europee.Da alcuni anni collabora con Centro Iniziativa per l'Europa - del Piemonte. Si occu-pa da molti anni di mobilità giovanile internazionale inoltre è valutatore europeo del

Programma Europeo Lifelong Learning Programme (LLP) ambito universitario. È responsabile di una associazione di promozione sociale e culturale impegnata sia alivello nazionale sia a livello internazionale.

Realizzazione grafica: Serena Fabrizio - Servizio Comunicazione IDEA SOLIDALE

Realizzato in collaborazione con:

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ringraziamentiQuesto libro è il risultato di molti stimoli, collaborazioni ed aiuti, vor-rei quindi ringraziare tutti gli amici ed i colleghi del Centro Iniziativaper l'Europa - del Piemonte in particolare Riccardo Saraco. Mi sem-bra giusto ricordare inoltre Isidro Ferreras Martínez ed EmanuelaTraficante che hanno dato un prezioso contributo nella stesura diquesto lavoro. Ringrazio anche Federico Daneo per i suoi consigli esuggerimenti e l'Ufficio Scambi Internazionali del Comune di Torinoche per primo mi ha permesso di vivere la dimensione europea.

Dedico questa guida a Rinaldo Bontempi che ci ha trasmesso l'en-tusiasmo di una Europa partecipata e vissuta con passione.L'augurio è che questa guida sia di aiuto e stimolo per portareavanti i suoi pensieri e le sue idee.

Roberto Ceschina

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sommariointroduzione p. 5premessa. perchè una guida? p. 7

L’UNIONE EUROPEA p. 9LE TAPPE PIÙ IMPORTANTI p. 10LE MODALITÀ DI FINANZIAMENTO DELL’UNIONE p. 12

PROGETTARE IN EUROPA p. 19LA DESCRIZIONE DEL PROGETTO p. 22IL PARTENARIATO p. 23TROVARE UN PARTNER p. 24IL BUDGET p. 25LA RENDICONTAZIONE p. 27IL CICLO DI GESTIONE DEL PROGETTO (PCM) p. 27

LE FASI DEL PCM p. 29PROGRAMMAZIONE p. 30IDENTIFICAZIONE p. 31FORMULAZIONE p. 31REALIZZAZIONE p. 32VALUTAZIONE p. 33GLI STRUMENTI PER L’ANALISI

E DALL’IDEA AL PROGETTO p. 34BRAINSTORMING p. 35

QUESTIONARIO E ASCOLTO ATTIVO p. 36FOCUS GROUP p. 38ANALISI SWOT p. 38ALBERO DEI PROBLEMI p. 39ALBERO DEGLI OBIETTIVI p. 43IL QUADRO LOGICO (LOGICAL FRAMEWORK) p. 45TIMESHEET, FOGLIO DI GANTT O CRONOPROGRAMMA p. 48IN CONCLUSIONE...SUGGERIMENTI UTILI PER UN BUON PROGETTO p. 51IN CONCLUSIONE...SUGGERIMENTI PER LA SCRITTURA DI UN PROGETTO p. 51

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GLOSSARIO p. 53

BIBLIOGRAFIA p. 57

SITOGRAFIA p. 58

TORINO p. 59

FONDI DIRETTI p. 62

FONDI INDIRETTI p. 69

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introduzioneQuella che avete tra le mani non è solo una Guida alla progettazioneeuropea, un competente ed esaustivo vademecum per meglio districarsied orientarsi tra le molte opportunità che l'Unione Europea mette adisposizione, anche del volontariato, per sostenere progetti, promuoverescambi di buone prassi, incentivare collaborazioni ed iniziative di respirocontinentale. In queste pagine troverete tutto questo, ma anche qualchecosa di più. Troverete un'idea. L'idea che L'Europa o è dei cittadini edelle loro forme associative, oppure non è. L'idea che la cittadinanzaattiva, di cui il volontariato è la declinazione più diffusa e originale, sia

fondamentale per la costruzione per un'unità continentale basata suldiritto, sul rispetto degli altri, sull'integrazione dei più deboli, sulla tuteladell'ambiente.In queste pagine troverete gli strumenti tecnici per "tradurre in europeo"le idee e le attività che ogni giorno le organizzazioni di volontariato mettonoin campo sul nostro territorio come contributo alla sua crescita ed al suosviluppo. E' uno strumento che Idea Solidale mette a disposizione delleassociazioni integrandolo all'interno di un percorso denominato"L'Europa per i volontari". Finalizzato a sensibilizzare il "nostro mondo" versole tematiche continentali, "L'Europa per i volontari", prevede documen-tazione mirata, incontri formativi, approfondimenti tematici il tutto finaliz-zato a condurre le organizzazioni ad un corretto e fattivo rapporto con leopportunità che l'Europa mette loro a disposizione.Dicevamo di "una certa idea" di Europa che sottende a questo lavoro.Un'idea che, perlomeno a Torino, ha il volto, le parole, i gesti di RinaldoBontempi alla cui memoria questo volume vuole essere un piccolo omaggio.Rinaldo ci ha lasciato il 14 agosto scorso. Deputato europeo nel 1989, poiriconfermato nel 1994. Dal '75 al '89 consigliere regionale del Piemonte,è stato tra le altre cose vicepresidente della Commissione per le libertà

pubbliche e gli affari interni, membro della Commissione per gli affarisociali, l'occupazione e le condizioni di lavoro, della Delegazione per lerelazioni con l'Organizzazione delle Nazioni Unite, della Commissione giu-ridica e per i diritti dei cittadini. Negli ultimi anni si era anche occupatodelle Olimpiadi torinesi, diventando vicepresidente del comitato orga-nizzatore. Negli anni di permanenza a Strasburgo fonda il Centrod'Iniziativa Europea del Piemonte, diventandone prima il presidente e poi ilpresidente onorario.

Rinaldo ci ha lasciato ma quella idea di Europa rimarrà a lungo con noianche attraverso queste pagine.

Luciano Dematteis, Presidente IDEA SOLIDALE

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premessa: perchè una guida?Quando nasce negli anni '50, l'attuale Unione Europea ha un dupliceobiettivo: ricostruire e consolidare il tessuto economico integrato diPaesi provati dalla guerra e porre in tal modo le condizioni per unapace duratura sul continente. Ispirava questo progetto ambizioso laconvinzione che una ritrovata solidarietà tra i popoli europei avrebbegenerato una pacifica convivenza e un benessere condiviso edequamente ripartito.L'Unione Europea oggi è un po' meno sconosciuta per la maggior parte di noi, ma un tema che rimane ancora spinoso per molti sembraessere quello del essere protagonisti in Europa e di Progettare cone per l'Europa.Il primo punto da chiarire è che l'Unione Europea non è un'istituzioneche serve per raccogliere soldi. Non è quindi possibile sopperire aipropri debiti o difficoltà finanziare ricorrendo ai fondi europei.Innanzitutto i progetti sono co-finanziati dall'UE per cui sarà sempre

necessario avere delle risorse a disposizione da investire nel progettoche vogliamo attuare. Ma soprattutto chi selezionerà i progettifinanziati valuterà molto bene quanto il vostro progetto è frutto diun reale interesse e volontà d'impegno verso quello specifico temao è invece un progetto scritto soltanto perché "è uscito il bando".Inoltre, bisogna sapere che un punto fondamentale è la rilevanza,cioè quanto il vostro progetto è coerente e concretamente rispondeai programmi dell'Unione Europea.Data la complessità di tale argomento ci è sembrato importante

realizzare questa guida, per sciogliere un po' di nodi sull'argomentoe chiarire dei punti fondamentale sull'accesso ai fondi europei e sulloro migliore utilizzo.Questa guida, destinata alle associazioni di volontariato, è da con-siderarsi come una prima introduzione di base ad alcuni concetti etecniche essenziali per scrivere e realizzare un progetto finanziatodall'Unione Europea. Le prime pagine della guida sono quindi unaveloce descrizione su cos'è l'UE e come funziona, dovrebbero quindiservire da spunto di approfondimento per chiunque volesse sapernedi più.

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La seconda parte della guida si occupa di proporre alcuni strumentipratici di lavoro. Alcune di queste tecniche non sono esplicitamenterichieste dall'UE, ma se le utilizzerete sarete sicuramente apprezzatie il vostro progetto avrà una possibilità in più di essere finanziatodato che aiutano ad indirizzare l'attenzione verso i problemi realidei beneficiari finali dei progetti.Concludiamo questa introduzione segnalando che sicuramentequesta guida non pretende di essere esaustiva rispetto al temadella progettazione europea, data la complessità dell'argomento;invece l'obiettivo è dare un'introduzione esaustiva all'argomento epoi fornire gli spunti (soprattutto sottoforma di link) per eventuali

approfondimenti e specifiche di argomenti, programmi e bandi.Questa guida è quindi uno strumento per iniziare ad occuparsid'Europa, per appassionarsi al mondo della progettazione, per capire in che modo l'Unione Europea promuove la politica di coe-sione attraverso i Fondi Strutturali ed infine per capire le potenzialitàche i singoli cittadini e le associazioni di volontariato hanno per dare il loro contributo all'attuazione delle politiche comunitarie.Come augurio introduttivo al mondo della progettazione vorremmoricordarvi che: "Il metodo è ciò che permette alle persone ordinarie

di fare cose straordinarie", ma anche che non c'è limite alla creati-vità nella condivisione, cooperazione e lavoro di gruppo.

Buona lettura!

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L’UNIONE EUROPEAL'Unione Europea viene posta in essere allo scopo di metterefine alle guerre frequenti e sanguinose tra paesi vicini, culminatenella seconda guerra mondiale. Negli anni Cinquanta la Comunitàeuropea del carbone e dell'acciaio (CECA) comincia ad unire ipaesi europei sul piano economico e politico al fine di garantireuna pace duratura. I sei membri fondatori sono il Belgio, la Francia,la Germania, l'Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi.

L'Unione europea (UE) non è una federazione come gli Stati Uniti, néun semplice organismo per la cooperazione tra i governi, come leNazioni Unite. È, infatti, un organismo unico nel suo genere. I paesiche costituiscono l'UE (gli "Stati membri") uniscono le loro sovranitàper guadagnare una forza e un'influenza mondiale che nessuno diessi potrebbe acquisire da solo. Nella pratica, mettere insieme lesovranità significa che gli Stati membri delegano alcuni dei loro

poteri decisionali alle istituzioni comuni da loro stessi create in modoche le decisioni su questioni specifiche di interesse comune possa-no essere prese democraticamente a livello europeo. L'Europa è uncontinente con molte tradizioni e lingue diverse, ma anche convalori comuni da salvaguardare quali la democrazia, la libertà e lagiustizia sociale. Essa dà impulso alla cooperazione tra i popolid'Europa, promuovendo l'unità nel rispetto della diversità e garan-tendo che le decisioni vengano prese il più possibile a contatto coni cittadini.

Tutti i paesi europei possono aderire, a condizione di avere un sistemademocratico stabile che garantisca lo stato di diritto, i diritti umanie la tutela delle minoranze, ma anche un'economia di mercatoefficiente e un'amministrazione pubblica in grado di applicare lanormativa comunitaria.Bulgaria e Romania sono entrate a far parte dell'Unione Europeanel 2007, mentre i nuovi paesi candidati con cui sono state avviatetrattative di negoziato sono: la Turchia, la Croazia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Possono trascorrere anche dieci o piùanni fra il momento in cui un paese presenta la domanda di ade-

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sione e quello dell'adesione effettiva. Una volta approvato, il trattatodi adesione deve essere ratificato dal Parlamento europeo e daiparlamenti nazionali sia del paese candidato che di tutti gli Statimembri.

A febbraio 2007 la Commissione europea ha avviato un processo diconsultazione in tutta l'UE al fine di avvicinare l'Unione ai cittadini,che hanno preoccupazioni evidenti per l'Europa visto il rifiuto deglielettori in Francia e nei Paesi Bassi di accettare il progetto di costi-tuzione UE a metà del 2005. Infine nel Marzo 2007, per il cinquante-nario del Trattato di Roma, viene rilanciata la volontà di firma della

Costituzione Europea entro 2009.

LE TAPPE PIÙ IMPORTANTI

- 1949 - Consiglio d'Europa. Pur non essendo un'istituzione integratanell'Europa comunitaria, può considerarsi il primo embrione del-l'idea di Unione europea. Nelle intenzioni originarie, doveva rap-presentare l'omologo europeo dell'Onu a livello internazionale,con la funzione di avviare una cooperazione politica, basata sul

rispetto dei diritti umani e sui principi di libertà, di armonizzazionesociale e cooperazione culturale.

- 1951 - Ceca (Comunità europea del carbone e dell'acciaio). Ilministro degli esteri francese Robert Schuman presenta il 9 mag-gio 1950 il piano per questa organizzazione, alla quale aderisco-no Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda. Il 18aprile 1951 viene firmato a Parigi il Trattato istitutivo.

- 1957 - in Campidoglio (Roma) si svolge la cerimonia della firma dei

due Trattati di Roma istitutivi della Comunità economica europea(Cee) della Comunità europea dell'energia atomica (Euratom). Lifirmano, il 25 marzo, gli stessi paesi membri della Ceca: Belgio,Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda.

- 1973 - Entrano a fare parte della Cee a partire dal primo gennaioGran Bretagna, Irlanda e Danimarca.

- 1979 - Il 10 marzo viene adottato il sistema monetario europeo(Sme), mentre nel giugno successivo per la prima volta vengonoeletti a suffragio universale i 410 membri del Parlamento europeo.

- 1986 - Atto Unico: a Lussemburgo, il 17 febbraio viene firmato l'Attounico europeo, la prima riforma del Trattato Cee.- 1991 - Trattato di Maastricht: varato la notte tra il 10 e l'11 dicem-

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bre e firmato il 7 febbraio, è all'origine dell'unionemonetaria, stabilendo gli accordi per l'Unione politica(Upe) e l'Unione economica e monetaria (Uem). Pur essen-do raggiunto un risultato tendente all'unificazione, perma-ne la divisione di ruoli e di compiti di istituzioni preesistenti. Siè in presenza di una costruzione retta dai cosiddetti "tre pila-stri": le Comunità europee (Cee, comunità economica europea;Ceca, comunità europea del carbone e dell'acciaio; Ceea,comunità europea per l'energia atomica), la politica estera e disicurezza comune (Pesc), la cooperazione in materia di giustizia edi affari interni (Gai).

- 1993 - Unione europea: nasce ufficialmente il primo novembre.- 1995 - L'Ue a quindici: il primo gennaio aderiscono Austria, Sveziae Finlandia.

- 1995 - Convenzione di Schengen: entra il vigore in 26 marzo.Stabilisce la libera circolazione delle persone attuata da settepaesi dell'Unione: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo,Olanda, Portogallo. L'Italia vi entrerà il 26 ottobre 1997.

- 1997 - Trattato di Amsterdam: firmato durante il vertice europeo digiugno. Introduce il principio della "cooperazione rafforzata" e la

lotta contro ogni discriminazione. Vengono anche ridefiniti temiquali la libera circolazione delle persone e il coordinamento dellepolitiche di difesa e sicurezza. Il Trattato entra in vigore il primomaggio 1999.

- 2000 - Trattato di Nizza. Al Consiglio europeo di Nizza il 7 dicembreviene proclamata la Carta europea dei diritti fondamentali. L'11dicembre si conclude la Cig con l'approvazione del nuovoTrattato che, in vista dell' allargamento dell'Unione, interviene sul-l'assetto delle istituzioni europee.

- 2001 - La Convezione: a Laeken (Belgio) ne viene approvata l'isti-tuzione per la riforma delle istituzioni e la nascita di unaCostituzione dell'Unione.

- 2002 - Introduzione dell'euro. La nuova moneta comincia a circo-lare a partire dal primo gennaio in 12 Paesi (tutti quelli dell'Ue tran-ne Gran Bretagna, Svezia e Danimarca), anche se già dal 1° gen-naio del 1999 era già stato introdotto come "valuta scritturale",come valuta di conto nelle transazioni finanziarie. Al vertice di

Copenaghen, 12/13 dicembre 2002, l'Ue invita a entrarenell'Unione dal primo maggio 2004 dieci Stati (Cipro, Estonia,Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia,

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Slovenia e Ungheria); si raggiunge così un totale di 25 paesidell'Unione. Per l'adesione di Bulgaria e Romania si prevede l'anno2007, mentre per la Turchia deve ancora essere indicata una pos-sibile data. Il 28 febbraio iniziano i lavori della Convenzione per laredazione di una Costituzione dell'Unione.

- 2003 - Il 10 luglio si concludono i lavori della Convenzione con lapresentazione di una bozza di Costituzione per l'Ue.

- 2004 - 1° maggio, allargamento dell'Unione da 15 a 25 Stati mem-bri. Nel mese di giugno si rinnova il Parlamento europeo. A Roma,il 29 ottobre, viene firmato il Trattato costituzionale.

- 2005 - Nel mese di febbraio entra in vigore il protocollo di Kyoto

per ridurre l'impatto dei cambiamenti climatici.- 2007 - Il primo gennaio Bulgaria e Romania entrano a far partedell'UE. Si parla adesso di Europa a 27.

LE MODALITA' DI FINANZIAMENTO DELL'UNIONE

I fondi comunitari si suddividono in risorse gestite direttamente dallaCommissione europea e in risorse la cui gestione è demandata agli

Stati membri attraverso le amministrazioni centrali e periferiche.

Nel caso dei finanziamenti a gestione indiretta, le risorse finanziariedel bilancio comunitario vengono trasferite dalla Commissioneeuropea agli Stati membri, in particolare alle regioni, le quali, sullabase di una programmazione che deve essere approvata dallastessa Commissione, ne dispongono l'utilizzazione attraverso meto-dologie e procedure che rispondono a logiche e regole nazionali.

Queste risorse sono rappresentate principalmente dai Fondi struttu-rali e dal Fondo di coesione.

Nel caso dei finanziamenti a gestione diretta è la Commissioneeuropea che eroga i fondi e che stabilisce autonomamente i crite-ri e i principi di funzionamento dei vari programmi, che sono appun-to gestiti direttamente dalla Commissione con la metodologia deibandi comunitari. A differenza dei Fondi strutturali, l'utilizzo di questerisorse finanziarie è regolato da un rapporto diretto tra la

Commissione europea e gli utilizzatori finali.

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La politica regionaleIl sostegno allo sviluppo regionale riveste un ruolo essen-ziale ai fini della stabilità dell'Unione Europea. Il suo scopoè infatti di promuovere un grado elevato di competitività edi occupazione aiutando le regioni meno prospere o con dif-ficoltà strutturali a generare uno sviluppo sostenibile mediantel'adeguamento alle nuove condizioni del mercato del lavoro e allaconcorrenza mondiale. Tali situazioni di svantaggio si traduconospesso nell'arretratezza sociale, in sistemi scolastici di qualità sca-dente, in un più alto tasso di disoccupazione e nell'inadeguatezzadelle infrastrutture. La politica regionale europea costituisce uno

strumento di solidarietà finanziaria e un potente motore di integra-zione economica. Grazie ad essa, più di un terzo del bilancio comu-nitario, costituito in larga misura dall'apporto degli Stati membri piùricchi, viene trasferito alle regioni più arretrate. Questo meccanismonon avvantaggia soltanto i paesi beneficiari, bensì anche quelli cheforniscono il maggior contributo, dal momento che le loro impreseusufruiscono di considerevoli possibilità di investimento e di trasferi-mento di know-how economico e tecnologico, specialmente nelleregioni in cui alcuni tipi di attività non sono stati ancora avviati.

Attraverso la politica regionale l'Unione Europea intende contribui-re a riassorbire il ritardo delle regioni più svantaggiate, nonché afavorire la riconversione delle zone industriali in crisi, la diversificazio-ne economica delle campagne penalizzate dal declino delle atti-vità agricole e la riqualificazione dei quartieri cittadini in stato diabbandono e degrado. In sintesi, si tratta di rafforzare la coesioneeconomica e sociale dell'Unione Europea.

Le risorse disponibiliOltre un terzo del bilancio comunitario è destinato allo svilupporegionale e alla coesione economica e sociale e viene erogatonell'ambito di vari fondi europei.

La gestione indiretta delle risorse comunitarieGli aiuti strutturali non vengono assegnati a progetti scelti diretta-mente dalla Commissione europea. Quest'ultima negozia con gli

Stati membri le grandi priorità dei programmi di sviluppo e adottapiani e programmi sulla base dei propri orientamenti tematici.Tuttavia, la selezione dei progetti e la relativa gestione sono di com-

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petenza esclusiva delle autorità nazionali e regionali.

Questo processo di decentramento, ulteriormente rafforzato a par-tire dal 2000, costituisce una delle caratteristiche sostanziali dell'at-tuale periodo di programmazione. A ciò si aggiunge uno snellimen-to dei regolamenti che disciplinano i Fondi strutturali.

Una volta selezionati, i progetti ricevono un finanziamento misto:nazionale e comunitario. I programmi, infatti, sono sovvenzionati inparte con fondi europei e in parte con fondi nazionali (pubblici eprivati). Grazie a questo meccanismo di cofinanziamento, il denaro

dell'Unione Europea viene ad integrare le risorse dei singoli Stati inmodo da superare, secondo le necessità, i limiti imposti dalle rispet-tive capacità finanziarie.

Tuttavia, lo scopo dei fondi comunitari non è quello di permettereagli Stati membri di realizzare economie nei propri bilanci nazionali.I singoli Stati continuano infatti ad essere i principali attori dello svi-luppo delle proprie zone depresse. Finanziando programmi cherispecchiano le sfide europee e promuovono il trasferimento delle

esperienze condotte in altri paesi e regioni, l'Unione Europea aiutagli Stati membri a fare meglio e di più di quanto non sarebbero ingrado di realizzare da soli. In ciò consiste il valore aggiunto degliaiuti europei.

I Fondi strutturaliI Fondi strutturali (o fondi indiretti) rappresentano lo strumento privi-legiato della politica regionale dell'Unione Europea diretta a raffor-zare lo sviluppo economico degli Stati membri, riducendo le dispa-rità tra le differenti regioni europee e il ritardo di quelle meno favo-rite. L'autorità di gestione dei fondi strutturali è normalmente laRegione (per quanto riguarda l'Italia), in particolare per il Piemontel'approvazione del POR (Programma Operativo Regionale) avverràin seguito all'approvazione a Bruxelles del QSN (Quadro StrategicoNazionale) italiano che deve essere in linea con le linee guida chel'Unione ha delineato per la nuova programmazione dei fondi delperiodo 2007-2013.

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La gestione diretta delle risorse comunitarieNel caso dei finanziamenti a gestione diretta le risorsecomunitarie vengono erogate direttamente e centralmen-

te dalla commissione europea:Direttamente, in quanto il trasferimento dei fondi viene effet-tuato senza ulteriori passaggi dalla commissione europea, odall'organismo che la rappresenta, ai beneficiari;Centralmente, in quanto le procedure di selezione, assegnazione,controllo e audit sono gestite dalla commissione europea, o dall'or-ganismo che la rappresenta. E' quindi la commissione europea cheeroga i fondi e che stabilisce autonomamente i criteri di funziona-

mento dei vari programmi comunitari.Inoltre, in base agli obiettivi che si prefigge di realizzare, predisponedei programmi inerenti diversi settori, aventi generalmente unadurata pluriennale e attuati dalle varie direzioni generali (DG) dellacommissione. Le direzioni generali, ciascuna nel proprio settore,gestiscono direttamente gli stanziamenti previsti per i vari program-mi attraverso la pubblicazione periodica di bandi comunitari sullagazzetta ufficiale dell'unione europea (GUUE). La gazzetta ufficiale

dell'unione europea è la sua fonte ufficiale, disponibile in tutte le lin-gue dell'UE ed è articolata in tre serie: serie C (comunicazioni einformazioni), serie L (legislazione) e serie S (supplemento).

I bandi comunitari pubblicati sulla GUUE contengono la descrizionedel programma e la sua dotazione finanziaria, la procedura e i ter-mini di presentazione delle proposte, l'importo del contributo finan-ziario dell'unione europea, i requisiti minimi per poter partecipare, icriteri di selezione e gli indirizzi presso i quali si può ottenere la docu-

mentazione informativa (come il programma di lavoro, i moduli per la presentazione delle proposte).

Quasi tutti i progetti finanziabili, se non mirati a programmi di coo-perazione con i paesi terzi, sono individuabili in una delle politicheinterne, che comprendono ricerca e sviluppo tecnologico in quasitutti i settori, molti programmi di formazione, programmi e azioni per la promozione della cultura, programmi di sviluppo per progetti

audiovisivi, informazione e comunicazione ad ampio raggio, pianiper rafforzare l'occupazione, studi e azioni che promuovono obiet-tivi ritenuti socialmente importanti, piani di sviluppo e programmi nei

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settori di ambiente, energia, protezione del consumatore, reti tran-seuropee, ecc.

Le risorse gestite direttamente dalla commissione europea con lametodologia dei bandi comunitari, seguono due procedure diaggiudicazione distinte, che prevedono diverse modalità di parte-cipazione.

Le sovvenzioniPer sovvenzione si intende un versamento diretto di natura noncommerciale, effettuato dalla commissione europea nell'intento di

realizzare un obiettivo che si iscrive nel quadro di una politica del-l'unione europea. Le sovvenzioni sono dunque contributi finanziaridiretti a carico del bilancio comunitario, accordati a titolo di libera-lità a beneficiari esterni (organizzazioni pubbliche e private - qualiuniversità, imprese, ong - e, in alcuni casi, singoli cittadini) che pre-sentano proposte di progetti atti a promuovere l'attuazione dellepolitiche comunitarie nei settori della ricerca e dello sviluppo tecno-logico, dell'istruzione, della formazione, dell'ambiente, della tuteladei consumatori, dell'informazione, ecc..

Le sovvenzioni sono oggetto di una programmazione annuale,attuata mediante la pubblicazione di "inviti a presentare proposte"sulla GUUE, serie c, e sul sito web della commissione europea. Ibandi relativi agli "inviti a presentare proposte" hanno delle scaden-ze ben precise e dei temi ed azioni ben definite da rispettare.Esistono anche i bandi aperti, che si riferiscono a programmi comu-nitari che non hanno una scadenza precisa ma si basano su unfinanziamento specifico previsto da una linea di bilancio comunita-rio. In questo caso le proposte provengono direttamente dai sog-getti proponenti in base alle loro specifiche richieste.

I programmi concepiti e strutturati secondo logiche partecipative("inviti a presentare proposte") non finanziano mai interamenteun'azione: la filosofia di fondo è che la commissione europea age-vola iniziative e proposte progettuali provenienti dai vari soggettiammissibili, e quindi contribuisce al loro finanziamento, quando ne

condivide le finalità e gli scopi. Sia che il soggetto proponenterisponda ad un "invito a presentare proposte" sia che sottopongauna sua azione al finanziamento di un bando aperto, la commissione

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fondo e ad obiettivi che la commissione europea si prefigge alungo termine: i progetti finanziati seguono una procedura bot-tom/up, ovvero le proposte su come impiegare le risorse disponi-bili provengono dal basso (dagli stessi soggetti proponenti) sullabase di esigenze specifiche e di situazioni riscontrate sul campo.

- Gare d'appalto (call for tenders): ovvero richieste di servizi specifici,forniture e lavori, messe a gara ed aggiudicate secondo parame-tri di mercato attraverso "inviti a manifestare interessere" rispetto aspecifici programmi. La loro pubblicazione non segue calendaripredefiniti.

Le misure messe in atto dalla commissione europea sono destinatea rispondere a priorità ed esigenze di diverso genere, ordine egrado, che selezionano in modo preciso le tipologie di soggetti pro-ponenti e le loro strategie di approccio ai programmi comunitari.Una cosa infatti è ricercare un finanziamento per un progetto, siaesso imprenditoriale o meno, un'altra è presentare proposte nel-l'ambito di una rete tematica (un procedimento per così dire bot-tom/up) e un'altra ancora, offrire un servizio o una fornitura in rispostaad una gara d'appalto indetta da un programma la cui logica è

strutturata su principi assolutamente verticali (top/down).

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PROGETTARE IN EUROPACos'è un progettoIl progetto nasce da un’idea che trova base e fondamento dalcontesto o da un’esigenza. Scrivere un progetto significa focalizza-re e organizzare l’idea in elementi di progetto.

Elementi di un progetto… dall'idea al progettoSolitamente quando si pensa al progetto si considera un punto dipartenza che è l'idea del progetto ecco perché si parla di passaredall'idea al progetto

IDEASpazio liberoProposteFantasia/CreativitàIpotesi

Nel passaggio (creativo) dall'idea, al più strutturato, al progettospesso ci sembra una fatica (o peggio un lavoro) inutile il razionaliz-zare ed organizzare le nostre idee, vedremo però che anche inun'ottica di gestione e condivisione della nostra idea l'avere un pro-getto è a garanzia della realizzazione della nostra idea.

CHI: gli attori del progetto sono i soggetti, le persone che partecipano

al progetto (membri dell'associazione, gruppo di progettazione,beneficiari finali, istituzioni, enti locali, partner, ecc.). Deve essereindicato il contesto in cui si inserisce il progetto e deve prevedere uncontributo e una partecipazione attiva di tutti gli attori che sonocoinvolti.

DOVE: Significa non solo il luogo, l'ambito in cui svolgere il Progetto,ma anche lo scenario il contesto socioeconomico.

PROGETTOOrganizzazione delle ideeElementi di fattibilità/sostenibilitàAnalisi di contestoFocalizzazione delle azioni di progetto

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Suggerisco sempre alle associazioni di supportare il contesto anchecon l'ausilio di dati e cifre e studi appropriati. Oggi le moderne tec-nologie e la professionalità degli Enti di Ricerca e Servizi Pubbliciposso fornirci i dati che cerchiamo agevolmente. È sempre benepresentare dati il più possibile verificati ed aggiornati, meglio se ricavati da soggetti legittimati ed autorevoli. Ovviamente è sempred'obbligo citare la fonte!

PERCHÉ: è necessario definire esattamente lo scenario (esigenza oproblema) a cui il progetto vuol contribuire (e forse… a risolvere).

Consiglio sempre alle Associazioni di Volontariato quando pensanoad un progetto di porsi spesso la domanda Perché in quanto comevedremo in seguito ci permetti di individuare chiaramente gli obiet-tivi e le azioni ad esso collegate. In un gruppo di progettazione è sempre bene che qualcuno chieda: "perché abbiamo pensato aquesto interlocutore?"; "perché stiamo facendo questa ipotesi?";"perché pensiamo a questa attività in questo momento?".

Inoltre dietro alla domanda Perché troviamo elementi interessanti

su due direttrici fondamentali del progetto: fattibilità e sostenibilità.

OBIETTIVI: sono i risultati che vogliamo o speriamo di raggiungere.È fondamentale che gli obiettivi siano coerenti con l'analisi che èstata svolta rispetto al problema od esigenza individuata.

Spesso quando scriviamo un progetto lo dimentichiamo in un cas- setto, ma ad esempio gli obiettivi che ci siamo prefissati non devonoessere dimenticati, sono la nostra meta il punto di riferimento nondimentichiamoli in un cassetto una volta avviato il progetto. Sonouna importante garanzia nelle fasi di sviluppo e monitoraggio oltreche nella importate fase di valutazione.

Gli obiettivi devono essere chiari, definiti e misurabili

Quando collabora con le Associazioni di volontariato nella stesuradel progetto mi concentro molto sul lavoro di definizione degli

obiettivi che se troppo generici non permetto una reale gestione e realizzazione del progetto.

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COME/COSA: come facciamo a realizzare il progetto? Ilcome rappresenta la metodologia che intendiamo utiliz-zare il cosa è la sua traduzione in attività, azioni e tempi. Il

come/cosa deve essere quanto più dettagliato possibile (èquesto l'elemento in cui vengono descritti i tempi d'azioneed il chi fa cosa quando).

 A volte ci può sembrare inutile "elaborare un piano di lavoro" , maquesto può invece aiutare la condivisione del progetto e la divisionedei compiti per il raggiungimento del successo e realizzazioneauspicato.

Soprattutto nei come possono emergere le proposte innovative(spesso richiesto dai bandi di finanziamento), le metodologie ed imotivi del loro impiego.

Non sottovalutiamo i "prodotti" del nostro progetto (Testimonianza, raccolte filamate o fotografiche, report, documenti scritti, ecc.) sono spesso estremamente importanti in quanto elementi fonda-mentali per ottenere una buona trasferibilità (ovvero la capacità di

attuazione del medesimo progetto da parte di altri soggetti in con-testi simili). Per questo si consiglia di rendere informatizzato tutto ilmateriale prodotti. Nei contesti europei è sempre bene prevedereanche la traduzione degli stessi in modo da essere distribuiti nei varipaesi partner.

Pensando ai finanziamenti Europei una volta che un progetto èstato realizzato (ci auguriamo con successo e soddisfazione), un'in-formazione quanto più completa possibile sui risultati ottenuti e sui

prodotti realizzati dovrebbe essere preparata e diffusa presso ilmaggior numero di possibili utenti, non solo quindi presso laCommissione Europea o chi ha finanziato il progetto ma ancheverso altre organizzazioni che possono essere interessate a quantofatto durante il progetto.

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Sempre più in questi anni invito le Associazioni di volontariato a rea-lizzare documenti utili per lo scambio di Buone Prassi in quanto sonodi estremo interesse nella condivisione tra le Associazioni oOrganizzazioni nazionale ed estere

BUDGET: la parte economica del progetto, questa parte non deveessere trascurata e costantemente monitorata è fondamentaleverificare la fattibilità e sostenibilità economica del progetto.

Può capitare di trascurare i tempi e le modalità di erogazione del

finanziamento che non sono sempre "automatici". Inoltre è semprebene valutare la variabile del contributo economico chel'Associazione deve erogare.

LA DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Abbiamo visto che con il termine progetto si identifica il complesso

di attività correlate tra loro che partendo da uno scenario portanoal conseguimento di un risultato (rispetto a degli obiettivi) e ne defi-niscono caratteristiche e prestazioni, in un determinato tempo econ determinate risorse.Un progetto, inteso come complesso di attività/azioni, presentaquindi le seguenti principali caratteristiche:- esiste obiettivi generali e specifico, raggiungibili ed eventualmente

interconnessi con altri obiettivi o progetti;

- si deve predeterminare una durata;- al progetto sono assegnate risorse economiche e/o umane;- l'insieme delle attività, necessarie a raggiungere l'obiettivo o gli

obiettivi, sono chiaramente descritte;- durata temporale, l'impiego delle risorse destinate al progetto, le

modalità per il raggiungimento degli obiettivi- la valutazione (intermedia e finale)

Schematicamente possiamo distinguere gli elementi di un "buon

progetto" da un "cattivo progetto" ovviamente le indicazioni sonosuscettibili di commenti e non sono esaustive ma intendono fornireuna traccia di lavoro nel pensare al progetto.

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IL PARTENARIATO

Nella progettazione europea è importante avere ben presente ilpartnerariato in quanto è spesso richiesta la collaborazione con altrisoggetti (altre associazioni, enti pubblici, …) il carattere del partne-riato può essere nazionale o europeo.

Leggere sempre bene tutte le informazioni riportante sul bandoanche rispetto ai paesi che possiamo coinvolgere nel progetto.Non dimenticarne la "tipologia" (esempio caratteristiche dell'orga-nizzazione) verificare il numero dei partener (attenzione allo specifi-co numero di quelli dell'Unione Europea e quelli ammissibili cioè nondell'Unione Europea, ma che possono lo stesso far parte del gruppopartner).

Occorre inoltre assicurarsi che tutti i partner scelti condividano gli

obiettivi stabiliti, ne abbiano una comprensione identica e chesiano sinergici nella realizzazione degli obiettivi. L'esperienza di unpartner è molto importante ancor più se è il partner proponente o

Un "buon progetto"- Presentazione dello scenario e del "problema" (esempio

"dimensione europea, territoriale o settoriale")- Obiettivi chiari e ben esplicitati

- Chiare fasi esecutive e sequenza delle attività- Avere chiari i punti di controllo/verifica dell'avanza-

mento dei lavori- Evidenziare gli sviluppi e le "ricadute"

Un "cattivo progetto"- Assenza di analisi

- Obiettivi molto generici- Pianificare solo una o due attività, quandone occorrono molte altre

- Non considerare azioni importanti nellaGestione del Progetto

- Non verificare l'avanzamento del Progetto(e le criticità in itinere)

- Non prevedere la valutazione

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"capofila". Inoltre non solo è importante il curriculum e l'esperienzadell'associazione proponente e dei partner, ma assume molto rilie-vo la figura del coordinatore generale, di cui deve essere allegatoil curriculum. Il coordinatore generale, tendenzialmente indicatodall'associazione proponente, deve essere una persona con unabuona esperienza nella materia in questione e che abbia già lavo-rato in altri progetti.

TROVARE UN PARTNER

Particolarmente complessa risulta la ricerca dei partner trasnazio-

nali, se non abbiamo una rete europea o collaborazioni con i par-tner,.inoltre spesso la ricerca partner viene fatta a pochi giorni dallascadenza del bando.

Non vanifichiamo lo sforzo progettuale con l'assenza dei partner.Non dimentichiamo che la produzione di documentazione formalepuò richiedere dei tempi realizzativi che non possiamo prevedere.E' quindi importante sottolineare che le caratteristiche ed il numerodei partner costituiscono uno degli elementi più importanti ai fini

dell'approvazione del progetto e della sua riuscita, per ciò questafase deve essere affrontata con tempi e metodi adeguati.

Ai fini della ricerca dei partner, come primo passaggio, è necessariopredisporre un riassuntiva scheda del progetto (meglio se in inglesein generale o in una lingua comprensibile al partner). La schedariassuntiva è bene sia breve e scritto in un linguaggio semplice,deve evidenziare:

- il bando al quale si vuole partecipare,- la scadenza dello stesso,- gli obiettivi,- la metodologia di svolgimento e i risultati previsti.

Inoltre nella scheda progetto deve essere indicato anche l'even-tuale cofinanziamento richiesto al partner e spiegare se questodebba essere in contanti, o in ore uomo e affitti ed attrezzature. Sidovrà prevedere di richiedere inoltre al partner di nominare un

coordinatore, che non deve essere confuso con quello generale, dicui dovrà inviare il curriculum. A questo deve essere unita unabreve presentazione dell'associazione, sempre in inglese.

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Una volta predisposto il riassunto è necessario seleziona-re i soggetti con cui vogliano entrare in partenariato. Per prima cosa possiamo partire dalle reti territoriali di cui fac-ciamo parte (associazioni di associazioni, coordinamenti,ecc) e vedere se hanno contatti con altre realtà in Europa.I siti internet e gli organismi di informazione facilitano molto laricerca dei partner, questi strumenti infatti permettono di poter entrare in contatto con numerosi soggetti. Si può ad esempio verifi-care se la DG, che ha emanato l'invito, ha predisposto una bancadati in cui sono inseriti i soggetti che desiderano presentare doman-da o partecipare come partner. Può essere anche utile esaminare

le schede dei progetti finanziati negli anni scorsi e verificare se daquesti è possibile risalire ai dati dei partner. Una strada alternativada percorrere è quella di effettuare ricerche mirate, tramite inter-net, che permettano di selezionare gruppi di associazioni secondotemi specifici.Il passaggio successivo sarà quello di inviare ai soggetti selezionati ilriassunto del progetto, il curriculum della vostra associazione e suc-cessivamente contattarli telefonicamente. Qualora l'associazione simostri interessata si provvederà a spedire la lettera d'adesione che

deve essere rispedita firmata, generalmente vengono accettate lecopie, insieme al curriculum del coordinatore.

Suggerisco sempre alle associazioni di avere un rete partner infor-male nel senso che anche se non stiamo già pensando ad unprogetto europeo, il conoscere prima un partner internazione ciconsentirà non solo una gestione migliore del progetto nella fase realizzativa, ma anche nella fase propositiva.

IL BUDGET

Il budget in un progetto europeo è il preventivo di spesa delle atti-vità previste, e deve contemplare le voci di tutte le spese che voisosterrete per il progetto. Attenzione che non tutte le spese chesosterrete nel progetto possono essere finanziate. Le spese finanzia-bili (ammissibili) devono essere consultate nelle linee guide di ogni

singolo bando, dato che variano a seconda di quale bando si trat-ti; e occorre analizzarle nei formulari disponibili su Internet. Le speseammissibili vengono determinate nelle linee guida della proposta di

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finanziamento alcune delle indicazioni generali per poter essereammissibili sono:

- corrispondere alle attività del progetto,- rispettare la legislazione nazionale del paese dove si attua- essere effettivamente sostenute e giustificate

Tra le spese ammissibili si differenziano (prevedere gli opportuni pre-ventivi se richiesti):

- Costi diretti: costi del personale, spese di viaggio e soggiorno (ci

sono tabelle con i prezzi stabiliti per ogni paese europeo a pre-scindere del progetto), attrezzature, prestazioni di servizi/subcon-tratti (nessun partner può essere subcontrattato da un altro par-tner; altri costi specificati nelle linee guida (tali come fideiussionebancaria, costi per una revisione dei conti, ecc.).

- Costi indiretti: spese generali, si riferiscono al materiale di cancel-leria, il telefono o la comunicazione via posta o via Internet, ilriscaldamento, la luce, le fotocopie, la carta…

Per preparare la previsione dei costi di un progetto europeo innan-zitutto bisogna sapere quali costi sono ammessi: non tutti i costi diun progetto sono coperti dall'organismo finanziatore. Tra le spesenon ammissibili solitamente si trovano: i tributi quali l'IVA se non sidimostra essere parte delle spese progettuali, le spese sconsiderate(biglietti di aereo prima classe ad esempio), le contribuzioni "in kind"(in beni), se non autorizzate; i debiti o il pagamento degli interessi,ecc.

Suggerisco sempre alle Associazioni di non considerare il budgetcome un qualcosa di scollegato dal progetto un mero elenco divoci e cifre. Bisogna verificare che le spese sono coerenti e equili-brate rispetto alle attività previste. Tali voci devono essere sufficientichi per realizzare tutte le azioni del progetti, e devono rispettare inlinea di massima i tempi previsti per la loro realizzazione. Non dimen-tichiamo poi che un budget organizzato correttamente agevolaenormemente la rendicontazione delle spese.

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Le stime dei costi del progetto devono basarsi su unbudget accurato ed esaustivo. Tali cifre influenzeranno larealizzazione del progetto. Si può pensare per ogni attivitàdi specificare in una tabella, quella delle 'entrate' e delle'uscite'.- Tra le entrate, i pagamenti della Commissione o del organismo

finanziatore, i fondi propri, il contributo delle strutture o personaledisponibile, o eventualmente i guadagni provocati da una attivitàdel progetto, (quale per esempio la commercializzazione di unaGuida turistica ai Parchi Naturali della Calabria).

- Tra le uscite, le spese delle attività previste, siano costi diretti siano

indiretti, oppure anche tra questi costi si trovano quelli in natura o"in kind" o il lavoro dei volontari. In linea di massima non è neces-sario giustificarlo, ma occorre farlo risultare come risorsa utilizzataper il progetto.

LA RENDICONTAZIONE

L'organismo finanziatore specifica le date di rendicontazione per 

ogni singolo progetto e attraverso una valutazione economicadelle risorse economica impiegate. Ogni attività va usata comelista di controllo per assicurare che siano state calcolate le risorsenecessarie alla realizzazione delle attività, la documentazione giu-stificativa delle spese sostenute.La certificazione avviene solitamente con la produzione di un certi-ficato di audit esterno, redatto da un revisore per ogni periodo, cer-tificando che: i costi sostenuti sono quelli specificati nel contratto eche le entrate siano quelle dichiarate.

IL CICLO DI GESTIONE DEL PROGETTO (PCM)

Pur non volendo affermare che esista un solo modo per progettaresenza dubbio il metodo più conosciuto ed efficace è quello delCiclo Del Progetto in inglese Projet Cycle Management (PCM)1 . IlPCM è stato adottato sin dal 1992 come schema di riferimento, nel

1993 fu pubblicato il primo manuale del PCM "Manuale della

1European Commission, March 2002, Project Cycle Management - Handbook 

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Gestione del Ciclo del Progetto" ed il Quadro logico (LogicalFramework), quali strumenti per la realizzazione e valutazione deiprogetti sviluppo locale. La documentazione è stata ampliata edarricchita in versioni successive 2001 e 2004 (EuropeAid 2004)2

Attualmente la U.E. sta sempre più promuovendo il PCM nei bandirelativi a tutti gli ambiti di intervento progettuale.

La scelta di approfondire il PCM è proprio in linea con la diffusionedella metodologia progettuale che anche nell'ambito di altri bandinon proposti dall'Unione Europea. Utilizzare le tecniche e gli stru-

menti del PCM. Anche se non pensiamo ad un bando o un progettoeuropeo adottare gradualmente il linguaggio della progettazioneeuropea significa ragionare e progettare secondo le logiche emodalità dei programmi finanziati anche da altri soggetti per esserepronti in un successivo momento ad un progetto europeo.

Il PCM scandisce le diverse fasi di un progetto in alcuni passaggichiave (Fasi del Progetto):

1 Programmazione2. Identificazione3. Formulazione4. Finanziamento5. Implementazione6. Valutazione

Le Fasi del Progetto sono progressive: in generale non è possibile ini-ziare una fase se non è completata quella precedente, occorreuna specie di "validazione" da parte del gruppo di progettisti e del-l'organizzazione per procedere da una fase a quella successiva.È detto ciclo poiché la valutazione conclusiva trasferisce l'esperien-za degli interventi appena conclusi nella progettazione degli inter-venti futuri (feedback, riprogettazione, …)

Spesso progettando si pensa che "Scomporre un progetto" sia una"fatica" inutile, ma prevedere le Fasi del Progetto consente di defi-

nire e focalizzare le azioni chiave, le informazioni necessarie, la

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2Questo ed altri manuali della "Aid Delivery Methods" sono disponibili sul sito

http://ec.europa.eu/europeaid/index_en.htm

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 responsabilità ad ogni livello, garantendo una correttadivisione dei compiti e delle azioni necessarie. Inoltre ilgrande vantaggio del PCM, trattandosi di un percorso cicli-co, è che consente una verifica continua nella varie Fasi diProgetto (ben distinte e definite), sin dalla sua prima formula- zione e di intervenire in itinere sull'attività progettuale, apportan-do modifiche e/o miglioramenti.

Il PCM offre una struttura che garantisce di coinvolgere attivamen-te tutti gli attori nel processo di scrittura e realizzazione del proget-

to. Consente quindi di mettere tutte le informazioni che servono per il progetto sul tavolo, in modo tale da poter valutare tutte le ideedurante tutto il ciclo del progetto. Si tratta infatti di una metodolo-gia partecipativa (da impiegarsi con tutti i soggetti coinvolti nel pro-getto) per la presa di decisioni (cosa fare, per chi, e con chi) e per il disegno delle attività (come farlo).

LE FASI DEL PCM

Le fasi del PCM che descriviamo in questa parte della Guida sonoormai universalmente adottate in particolare nell'ambito di proget-ti. È molto difficile proporre, per ciascuna fase, un adattamento"standard" ad un contesto variegato come quello della organizza-zioni di volontariato: si è cercato tuttavia di mettere in evidenza, per ciascuna fase, le caratteristiche che questa può presentare nelcaso di iniziative di tale natura.

È bene sottolineare che il PCM non è un qualcosa di rigido ed avul- so dal contesto ma bensì una metodologia di riferimento per lagestione dei progetti che è possibile (anzi auspicabile) adattarealle esigenze di ogni contesto in cui si applica.

La struttura del ciclo del progetto è costituita da sei fasi fondamen-tali di seguito schematizzate.

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Come si può notare la metodologia considera il Ciclo del progettodall'inizio alla fine come un insieme di azioni ben definite ma altempo stesso fortemente correlate tra di loro in una sequenza circo-

lare. Tra le varie fasi non esiste quindi solo casualità, ma anche inte- razione ed interdipendenza.

PROGRAMMAZIONE

La prima fase del PCM è quella che serve a capire se il progettoche vogliamo fare è coerente con quanto i possibili enti donatorinazionali ed internazionali hanno in programma per i mesi o annifuturi. Lo scopo di questa fase è anche quello di identificare e met-tersi d'accordo sulle finalità principali del progetto. In secondoluogo, lo scopo è quello di fornire un prima idea di cosa pensiamodi realizzare, delle priorità e dei sogetti che pensiamo di coinvolge-re. È questa la fase in cui è molto importante documentarsi sullelinee guida e sulle documentazione esistente rispetto alla nostraidea progettuale che stiamo pensando di realizzare.

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IDENTIFICAZIONE

Identificazione dei partner di progettoIn questo fase vengono individuati i partner di progetto (asso-ciazioni di altre nazioni, organizzazioni locali del territorio) que-sta dipende dalla tipologia del progetto da realizzare. Queste duescelte dipendono dalla missione dell'Associazione di Volontariato edalla rete di relazione (partner) o dalla possibilità di attivare la retedi relazione. È fondamentale individuare i paesi che possono parte-cipare allo specifico progetto o bando (valutando che non sonosolo paesi aderenti all'Unione Europea).

Identificazione del progettoUna volta individuata i partner si procede con questa all'identifica-zione del progetto. In primo luogo devono essere considerate ilcontesto e lo scenario. Questo perché, una volta individuati i pro-blemi (o le esigenze), questi vengono considerati in relazione allepotenzialità e agli ostacoli che presenta il contesto. In genere nellafase di identificazione del progetto si procede all'elaborazione del

logical framework, ossia della struttura logica del progetto: unamatrice che visualizza tutti gli elementi essenziali del progetto, met-tendone in evidenza le relazioni.

FORMULAZIONE

La fase successiva all'identificazione è quella della formulazione delprogetto, ossia l'elaborazione e la stesura del testo definitivo, in cui

si sviluppano nel dettaglio tutti gli elementi del progetto. Il docu-mento finale sarà il testo ufficiale del progetto, ossia quello cheverrà presentato al possibile finanziatore. In genere il testo definitivodel progetto è composto da una breve sintesi dell'intervento edalla descrizione dettagliata del progetto. Occorre però sottolinea-re che ogni Ente finanziatore richiede specifiche modalità, informa-zioni, documentazioni per la composizione del dossier, elementiindispensabili affinché il progetto venga preso in esame. Quindi il

testo finale del progetto dovrà sempre essere elaborato tenendo inconsiderazione le procedure richieste dall'ente finanziatore, sapen-do che la non attuazione di tutte le procedure burocratiche fa per-

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dere la possibilità che il progetto venga poi valutato nei contenuti.

In questa fase inoltre è bene ragionare anche in termini di:- Fattibilità: cioè verificare che il progetto, così come identificato,

sia realizzabile. In particolare si analizzano tutte le condizioni inter-ne (coerenza con la missione dell'Associazione, le risorse tempo,persone, finanze) ed esterne ossia tutte quelle condizioni che, pur essendo apparentemente estranee al progetto, possono in qual-che modo impedirne il corretto svolgimento o renderne difficile larealizzazione o il raggiungimento degli obiettivi individuati.

- Valutazione ex ante: La valutazione realizzata in questo momento

del ciclo del progetto ha come finalità quella di valutare prelimi-narmente, e con forte sforzo di astrazione, il progetto così comeformulato. In questo modo è possibile già in fase di formulazionecorreggere quegli aspetti che con grande probabilità potrebbe-ro compromettere la realizzazione del progetto stesso (ad esem-pio gli obiettivi sono ben specificati e coerenti con l'analisi di sce-nario, le azioni previste sono legate agli obiettivi, …)Finanziamento

Una volta pronto, il testo del progetto viene presentato all'entefinanziatore prescelto per la richiesta del contributo per la realizza-zione. Il progetto viene quindi analizzato e, infine, l'ente finanziato-re si pronuncerà sull'approvazione o sul rigetto della proposta difinanziamento. La durata di questa fase è variabile e dipende dalleprocedure di selezione adottate dai diversi finanziatori, che in alcu-ni casi posso chiedere all'ente proponente di apportare modificheal testo presentato. Se la fase di selezione va a buon fine, EnteFinanziatore e ente proponente firmano un contratto che vincoleràle parti per tutta la durata del progetto.

REALIZZAZIONELa fase di realizzazione è quella in cui, una volta ottenuto il finanzia-mento, il progetto viene effettivamente implementato. In questafase vengono mobilitate tutte le risorse necessarie per la realizzazio-ne delle attività (che ovviamente abbiamo ben chiaro nelle fasi

precedenti quali sono). Viene inoltre ufficializzato il team del pro-getto (locale ed internazionale) e vengono validate e programma-te le attività previste.

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Nella fase di realizzazione del progetto sono importantidue elementi:- Gestione del progetto è molto importante in qualche

mondo è la condizione necessaria per l'implementazionedel progetto stesso. In genere rientrano la gestione finanzia-ria, del personale, dei materiali …

- Monitoraggio. Il monitoraggio è un'attività molto importante nelcontesto del ciclo del progetto: infatti solo una costante opera diconfronto sull'andamento delle attività realizzate, la raccoltadella documentazione, permette di individuare eventuali distor-sioni del progetto e, quindi, possibili soluzioni per non compromet-

terne la realizzazione. E' dunque una fase di valutazione interme-dia del progetto che si avvale dell'uso degli indicatori oggettivi dimisurabilità definiti in fase di progettazione.

VALUTAZIONECosì come il monitoraggio anche la valutazione può essere defini-ta un processo di misurazione, di raccolta e di documentazioni rela-tive all'andamento del progetto. Tuttavia il fine della valutazione

realizzata in seguito alla fine del progetto, è di verificare che si sianoraggiunti gli obiettivi programmati. La valutazione rientra e fa parteintegrante del ciclo del progetto, ma occorre sottolineare che sonopiù di uno i momenti nel PCM in cui è possibile e opportuno imple-mentare un'attività valutativa. Ricordo infatti nella fase di identifica-zione viene realizzata la valutazione ex ante mentre nel corso del-l'implementazione del progetto si realizza il monitoraggio comevalutazione intermedia. A queste seguono la valutazione finale e la

valutazione ex-post.- Valutazione finale. La valutazione finale si colloca, dal punto di

vista temporale, nel momento in cui il progetto è appena termi-nato o terminato da poco tempo. In questo caso l'oggetto dellavalutazione è l'obiettivo specifico del progetto e, in particolare, ilgrado di raggiungimento dei risultati attesi, alla luce delle moda-lità con cui sono state portate a termine le attività previste.

- Valutazione ex post. La valutazione ex post viene realizzata dopo

un certo lasso di tempo dalla fine del progetto, un anno o untempo più prolungato a seconda della complessità del progetto.Si parla in questo caso di valutazione d'impatto, ed è questa la

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tipologia di valutazione che permette di esprimere un giudiziocirca il grado di raggiungimento dell'obiettivo generale.

GLI STRUMENTI PER L'ANALISI E DALL'IDEA AL PROGETTO

Oltre che un approccio progettuale ed una capacità di analizzarei processi e le loro criticità il progetto è una realtà dinamica, capa-ce di adeguarsi e modificarsi nel tempo pur di raggiungere i suoiobiettivi strategici.

La fortuna di incontrare e collaborare con un variegato mondo diassociazioni mi convince sempre più che nel volontariato dietro adogni progetto c'è emozione e voglia di fare che spesso non vuolessere "rinchiusa" in schemi o strutture. Però l'organizzare le idee,come sottolineato, ci aiuta non solo nella gestione, ma anche nella scrittura del bando. Questo non toglie che possiamo riservarcimomenti di pensiero, anche in gruppo allargato, in cui dare libero spazio alle idee ed alla creatività. Non dobbiamo però dimenticarel'analisi di fattibilità delle nostre proposte progettuali.

Possiamo quindi prima di esplicitare il PCM una prima fase creativarelativa all'idea progettuale

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Nella proposta progettuale occorre innanzitutto com-prendere appieno il contesto di riferimento. Si tratta dichiarire qual è lo scenario, le esigenze o i problemi a cuivogliamo rispondere con il nostro progetto. Non trascuria-mo questa parte il valutatore valuterà il progetto sulla base diparametri esplicitati nel bando, non è sempre detto che siaesperto del tema oggetto del nostro progetto.

Nella mia esperienza di valutatore trovo spesso la parte di contestomolto trascurata. Chiarire bene il contesto fornisce invece forza allanostra idea progettuale ed oltre ad aiutarci rispetto al valutatore

del progetto è anche un valido aiuto nella fase dall'idea al progettoe nella valutazione dei risultati raggiunti.

Di seguito alcune tecniche che ben si prestano nella scrittura delprogetto.

BRAINSTORMING

Il brainstorming (letteralmente: tempesta di cervelli) è un metodoche ha lo scopo di sviluppare  soluzioni creative ai problemi.L'obiettivo del brainstorming è la produzione di "soluzioni possibili per uno scenario specifico". Alla base vi è l'idea del gioco quale dimen-sione leggera che permette di liberare la creatività dei singoli e delgruppo, e che normalmente è impedita da una serie di inibizioni. Ilgruppo ideale dei partecipanti non dovrebbe essere superiore aduna quindicina di persone. Una volta messo a fuoco il problema o

l'esigenza punto di partenza dell'idea progettuale (e fissato untempo limite per l'incontro), ciascuno esprimerà la "prima idea chegli viene in mente", in rapida sequenza e per associazione di idee.

Nei miei corsi di formazione ricordo sempre che il brainstorming pre-mia soluzioni il più possibile assurde, infatti nella creatività e fantasia si nascondono spesso idee geniali o punti di vista inesplorati. La regola fondamentale del brainstorming è che i partecipanti nondevono assolutamente esprimere giudizi sulle idee proposte dagli

altri. L'obiettivo è infatti quello di produrre nuove idee, mentre il giu-dizio introduce un elemento di freno e induce atteggiamenti difensivi.

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Le idee del brainstorming saranno successivamente affinate e riela-borate, di approfondimento, di revisione, da parte del gruppo, rifa-cendosi via via alle idee proposte da altri partecipanti, in modo datrasformare il carattere irrealizzabile e fantasioso delle idee iniziali inproposte sempre più pratiche e fattibili.

Uso spesso in aula la metafora dell'imbuto tante sono le idee all'inizioche poi successivamente affiniamo e selezioniamo e quindi sono innumero minore rispetto all'iniziale.

Il brainstorming è spazio creativo però può essere utile un facilitato-re delle dinamica del gruppo, il quale deve fare attenzione a:

- proporre lo scenario iniziale in modo chiaro e semplice;- richiamare ai partecipanti di sospendere il giudizio e di concen-

trarsi sull'espressione delle idee;- non temere le idee ritenute spiazzanti e ad accogliere qualsiasi

idea espressa;- può essere utile scrivere, su una lavagna o altro, per esempio su

post it, tutte le idee espresse, in modo che siano visibili a tutti epossano essere utilizzate per successive elaborazioni;

- incoraggiare i partecipanti ad approfondire ed elaborare le ideeespresse da altri.

È importante segnalare che nella progettazione europea, le risorseeconomiche e umane che solitamente realizzano questa fase pre-progettuale spesso non sono considerate spese ammissibili, ovverofanno parte delle risorse che le associazioni o altre realtà devonoavere a priori, la capacità d'azione che l'organismo finanziatorepresuppone.

QUESTIONARIO E ASCOLTO ATTIVO

Per rilevare i bisogni o le domande di un certo contesto, ossia chie-

dere agli interessati di esprimere le loro opinioni e le loro aspettati-ve, lo strumento più ovvio è il questionario. I questionari possono

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essere uno strumento utile, ma costituiscono una praticadi ascolto molto imperfetta (per esempio, a tutti sarà capi-tato l'imbarazzo di non riconoscersi nella risposta di un que-stionario).

Se decidiamo di analizzare il contesto con un questionario sug-gerisco sempre di ispirarsi ad un vero ascolto attivo (che chiamoanche attenzione attiva). Domande ben focalizzate e chiare, met-tersi nei panni della persona che compilerà il questionario.

L'ascolto attivo ha delle regole fondamentali:

- Prima di tutto se vuoi comprendere quello che un altro sta dicen-do, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vede-re le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. Passare quindi da unatteggiamento del tipo "giusto - sbagliato", "io ho ragione - tu haitorto", ad un altro che assume l'importanza nostra e dell'interlocu-tore i comportamenti che ci sembrano irragionevoli, per lui sonototalmente ragionevoli.

- Quello che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vede-re il tuo punto di vista, devi cambiare il tuo punto di vista. Infatti,solo mettendoci in discussione, senza dare per scontate le pre-messe da cui partiamo, possiamo essere in grado di ascoltare glialtri

- L'importanza delle emozioni e la loro gestione la comunicazione èfatta di contenuto ma anche di relazione ed i emozione. Non tiinformano su cosa vedi, ma su come guardi. L'atteggiamento giu-sto da assumere quando si pratica l'ascolto attivo è diametral-mente opposto a ciò che caratterizza quello che tradizionalmen-te viene considerato un buon osservatore: impassibile, neutrale,sicuro di sé, incurante delle proprie emozioni. Al contrario l'irritazio-ne, i malintesi, l'imbarazzo, la diffidenza, la rabbia, la vergognasono spie che ci aiutano a capire che c'è qualcosa che non vanella comunicazione con l'altro.

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FOCUS GROUP

Il focus group è un piccolo gruppo di persone (generalmente da 4a 12) che discute su uno specifico tema. Si ricorre a questa tecnicaquando si ha la necessità di mettere a fuoco (da cui il nome focusgroup) un fenomeno o indagare in profondità su uno specificoargomento, utilizzando l'interazione che si realizza tra i componentidel gruppo. I partecipanti devono essere selezionati con attenzionein modo da poter contribuire, da diversi punti di vista, alla focalizza-zione. È importante evitare squilibri troppo forti nella comunicazio-ne. Anche per i focus group è utile avere un facilitatore per orga-

nizzare i lavori chiarire e ribadire gli obiettivi del lavoro.

Sono spesso facilitatore nei focus group suggerisco di avere un altolivello di attenzione perché a differenza del brainstormig questo strumento non deve portare al divagazione o al perdersi rispettoalla focalizzazione. Chiariamo quindi nell'alternarsi degli interventiche dobbiamo rimare concentrati sugli obiettivi del lavoro di gruppo.

ANALISI SWOT

Conosciuta anche come Matrice TOWS, è uno strumento di analisiusata per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza(Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats)di un progetto o di uno scenario. L'analisi può riguardare l'ambien-te interno o esterno di un'organizzazione3. Questo tipo di analisi sibasa sulla dicotomia positivo- negativo nel modo qui riportato: alivello interno, gli effetti positivi sono i punti di forza e quelli negativisono i punti di debolezza. A livello esterno, i punti positivi sono leopportunità e quelli negativi sono le minacce, i rischi.

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3La tecnica è attribuita a Albert Humphrey, che ha guidato un progetto di ricerca alla

Università di Stanford fra gli anni Sessanta e Settanta.

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Nei corsi che tengo sulla progettazione spesso suggeri- sco di chiamare Punti di debolezza che è una letterariatraduzione linguistica in Aree di Miglioramento perché leparole hanno il loro significato e le loro… emozioni!

ALBERO DEI PROBLEMI

Mentre le altre metodologie appartengo alla progettazione ingenerale, l'albero dei problemi è una metodologia molto diffusa

nella Progettazione Europea e talvolta è richiesta all'interno del for-mulario.

Con l'aiuto di tutti i partner e dei beneficiari (quest'ultimi quandopossibile), i problemi e le esigenze legati alla nostra idea progetto.Può essere utile identificare soprattutto le cause che determinanolo specifico problema.

L'albero dei problemi rappresenta la collocazione dei problemi indi-

viduati in un diagramma di causa-effetto (ovvero determinare cosaprovoca cosa e cosa è provocato di qualcos'altro). L'albero deiproblemi, è in altre parole un diagramma che presenta, in sensoverticale dal basso verso l'alto, i legami causa-effetto tra i problemiidentificati.

Occorre controllare accuratamente i legami causa-effetto tra idiversi problemi in quanto costituiscono la base della futura proget-

tazione.Per elaborare il diagramma dell'albero bisogna prima di tutto iden-tificare i diversi problemi4 e sceglierne uno da cui partire. Si individuapoi un secondo problema in relazione al primo e si definisce se essosia:

- causa del primo, nel qual caso è posto graficamente ad un livel-lo inferiore

- effetto del primo, nel qual caso è posto graficamente ad un livel-

4Si possono ad esempio utilizzare i post-it da attaccare al muro o sulla lavagna. Gialli per 

i problemi e verdi per gli obiettivi.

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lo superiore- né causa né effetto, nel qual caso si pone sullo stesso piano.

Può darsi che lo stesso problema si presenti nelle diverse radici del-l'albero, o appaia come causa di due o più problemi diversi, ren-dendo difficile la logica verticale sulla quale si sviluppa l'albero deiproblemi. In ogni caso, non c'è un'unica soluzione assoluta, l'alberotende ad aprirsi nei livelli inferiori, detto in altro modo, ogni proble-ma è provocato da una o più cause

E' necessario coinvolgere quando più possibile tutti i soggetti coin-

volti, specialmente quando possibile, i beneficiari del nostro proget-to (o loro rappresentanti). Tendenzialmente si deve andare adapprofondire le cause del problema, in modo tale da aprire i ramidell'albero versi il basso (seguendo la metafora sono le radici delproblema), si otterranno cosi i risultati. Nella parte più alta ci saran-no le conseguenze, che però tendenzialmente saranno meno esaranno le questioni più ampie, non quelle che raggiungerà un sin-golo progetto. Sono i cosiddetti obiettivi generali.

Una volta completato l'albero, si identifica un unico problemafocale, che sarà lo scopo anche chiamato obiettivo specifico, ilperché del progetto.

Elaborare un albero dei problemi non è facile, ci sono due erroriclassici ad evitare:- i problemi sono espressi in modo generico come "scarsa cultura",

"marginalità". E' conveniente descrivere il problema in modo diretto,senza ricorrere ad una terminologia specialistica, ciò aiuta l'analisidelle possibili cause ed effetti e favorisce l'individuazione del con-seguente obiettivo.

- l'indicazione delle cosiddette "soluzioni assenti". Il primo passo con-siste nel chiedersi se il presunto problema nasconde una implicitasoluzione (solitamente espressa in termini di mancanza). In talcaso potrebbe trattarsi di una soluzione assente, si potrebbe deli-neare già una delle possibili soluzioni al problema. Se l'obiettivoottenuto ribaltando il nostro presunto problema ci porta a identi-

ficare un problema diverso da quella da cui siamo partiti è unaulteriore conferma di essere una soluzione assente.

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Dobbiamo verificare anche se ci sono delle alternativealla soluzione, e se i beneficiari finali sentono veramenteloro il problema. È bene quindi ricordare che il processo dianalisi dei problemi deve essere il più possibile approfondito,partecipativo e reiterato.

Quando approfondiamo il problema o l'esigenza evitare quindi diformulare i problemi in termini di "mancanza" ad esempio: "man-canza di spazi...": in questo modo non si identifica il vero problemadei beneficiari dell'intervento, ma si delinea già una delle possibili soluzioni al problema: "avere più spazi", per l'appunto. Ci si dovreb-

be, invece, chiedere: "Quale problema sarebbe risolto rispetto agli spazi"; a questa domanda una risposta possibile può essere adesempio: "i beneficiari non hanno nessuno che li sostenga nel tro-vare uno spazio". Ma un'altra domanda fondamentale è: comedovrebbero funzionare gli spazi perché contribuiscano effettiva-mente a raggiungere l'obiettivo?

Suggerisco sempre di:

- Descrivere il problema in modo diretto, senza ricorrere ad una ter-minologia specialistica: un problema descritto in maniera esplicita(esempio "accompagnamento nel sostegno scolastico dei bam-bini in condizioni di disagio") aiuta l'analisi delle possibili cause edeffetti e favorisce l'individuazione del conseguente obiettivo.

- Astenersi dalle valutazioni personali (es. "l'Ente X è incompetente"; inquesto caso il problema può essere invece "l'Ente X non è in gradodi svolgere questa attività").

- Evitare le affermazioni generiche è opportuno specificare meglioil problema o l'esigenza anche con l'ausilio di dati e citando sem-pre la fonte del PCM,

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è prevedibile (consigliabile) che si approfondiscano ilcontesto e gli ulteriori problemi strutturando ad esempioun articolato l'albero dei problemi, renderlo poi l'alberodegli obiettivi, scegliendo successivamente le attività daavviare (con particolare attenzione ai costi e tempi che com-porteranno). Il bisogno quindi si traduce in obiettivi e poi risultati.

ALBERO DEGLI OBIETTIVI

Attraverso la costruzione dell'albero dei problemi si è presentata la

situazione problematica/esigenza in un dato momento chiarendole relazioni di causa - effetto. L'analisi degli obiettivi parte dall'albe-ro dei problemi per rappresentare in un albero degli obiettivi lasituazione attesa futura che deriverebbe dalla piena soluzione deiproblemi rilevati ed analizzati.

È la trasformazione dei problemi (condizione "negativa" attuale) inobiettivi (condizione futura desiderata auspicabilemente in positiva).Dobbiamo trasformare ogni problema dell'albero in un obiettivo

realizzato. Se prima pensavamo i rapporti causa- effetto, adessopensiamo ai mezzi per ottenere gli scopi, pensiamo gli aspettipositivi. Ribaltiamo il problema e scriviamo l'obiettivo come se fosseraggiunto: l'albero degli obiettivi rispecchierà un quadro della situa-zione desiderata.

È importante sottolineare che a volte, realizzando un albero degliobiettivi, possiamo trovare degli obiettivi che non sono in relazionea problemi specifici indicati nell'albero dei problemi. Allora dobbia-mo trovare quale sia il problema che genera quel risultato atteso, inmodo di aiutarci a correggere il lavoro5.Occorre trasformare tutti i problemi in possibili obiettivi da raggiun-gere, riformulando in positivo la situazione negativa precedente-mente individuata. L'obiettivo, così inteso, rappresenta una condi-zione positiva da raggiungere. L'albero dei problemi diventa, così,un albero degli obiettivi.

5Anche in questo caso si possono utilizzare Post It di un altro colore rispetto ai problemi.

Scrivendo gli obiettivi come se fossero stati raggiunti: si consiglia di scriverli in modo di

esprime una condizione positiva effettivamente raggiunta (usare un verbo all'infinito o

un sostantivo indica un'azione che è in divenire, cioè una attività).

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Una volta delineato l'albero degli obiettivi, è bene sottolineare chenon possiamo affrontare con i nostri mezzi tutti gli obiettivi che nesono scaturiti. Sarebbe quasi impossibile farlo, e in più inadeguato,perché la sinergia degli attori del progetto deve concentrare leforze e risorse in solo alcuni "ambiti di intervento", altri progetti saran-no sviluppati eventualmente da altre organizzazioni. Per sceglieregli ambiti omogenei, raggruppiamo gli obiettivi da raggiungere.

Occorre scegliere e dividere gli ambiti di intervento ancora unavolta in sinergia con tutti, visto che ognuno potrà apportare la pro-pria iniziativa e le proprie risorse verso gli stessi obiettivi, ovvero met-

tere in campo competenze tecniche e istituzionali sostanzialmentesimili.

Gli obiettivi non raggiungibili dal progetto, quelli che restano fuoridegli ambiti di intervento, diventano obiettivi generali che vannooltre lo scopo del progetto ma che rappresentano il beneficio indi-retto che riceve l'intera società dal progetto, questo per dimostra-re come mai il progetto è importante non solo per i beneficiari fina-li ma anche per il resto della società, anche perché bisogna sotto-

lineare che i fondi europei sono soldi pubblici.

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IL QUADRO LOGICO (LOGICAL FRAMEWORK)

Il Quadro Logico (Logical Framework) è una matrice di progettazio-ne - ampiamente utilizzata nei programmi promossi dallaCommissione europea e da altri organismi internazionali - utile per 

definire in maniera chiara i diversi elementi di un intervento proget-tuale e per visualizzarli in modo efficace. Il Quadro Logico è artico-lato in tre colonne:

1. la prima, la logica di intervento, descrive gli elementi fondamen-tali del progetto secondo una logica di causa-effetto dal bassoverso l'alto. Ciò significa che le attività portano ai risultati, i risulta-ti conducono al raggiungimento dello scopo del progetto e loscopo contribuisce al raggiungimento degli obiettivi generali;

2. la seconda presenta gli indicatori oggettivamente verificabili: un

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indicatore è ciò che si può oggettivamente osservare quando unrisultato o un obiettivo è raggiunto;

3. la terza descrive le condizioni esterne, vale a dire quei fattoriesterni al progetto che però condizionano il raggiungimento degliobiettivi progettuali

1. Nelle quattro righe della prima colonna (Logica dell'Intervento)sono indicati:

- Obiettivi generali (obiettivi socio-economici di sviluppo come defi-niti a livello di politica o di programma)

- Obiettivo specifico dell'intervento che si desidera conseguire ("unoe uno solo")

- Risultati attesi che concorrono al raggiungimento dell'OS- Attività (azioni eseguite durante la realizzazione dell'intervento, per 

il raggiungimento dei singoli risultati)

2. Nella seconda colonna (Indicatori) si riporta:

- nelle prime tre righe, una definizione qualitativa e una specifica-zione quantitativa tramite opportuni indicatori

- nella quarta riga, una stima delle Risorse fisiche e non fisiche

necessarie per eseguire ciascuna attività.

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3. Nella terza colonna (chiamata Fonti di Verifica) si indi-cano:

- nelle prime tre righe, dove e in quale forma saranno reperi-te le informazioni per assegnare dei valori agli indicatoridella colonna precedente

- nella quarta riga, i costi stimati e la fonte di finanziamento per lamobilitazione delle risorse stimate come necessarie.

4. Nella quarta colonna (Condizioni ossia le ipotesi favorevoli il cuimancato verificarsi può impedire il corretto svolgersi dell'inter-

vento o inficiare il conseguimento di Risultati e Obiettivi) si indica-no:

- nelle prime quattro righe i fattori esterni (fuori dal controllo direttodell'intervento),

- essenziali per il raggiungimento di: Obiettivo specifico, Risultatiattesi, Attività

- sotto vengono indicate le pre condizioni che devono essere sod-disfatte prima che abbia inizio la realizzazione del progetto

Nei corsi di formazione mi concentro molto sugli indicatori in quanto sono elementi che spesso sono complessi da comprendere.Un indicatore è ciò che si può osservare nella realtà nel momentoin cui si raggiunge un obiettivo (o un risultato). Esso, di norma, ècostituito dai seguenti elementi:- una variabile- un gruppo di riferimento- un tempo di osservazione

- un valore di riferimento.

Il QL è particolarmente adatto a valutare la coerenza di un pro-gramma/progetto, nonché uno strumento che supporta l'individua-zione degli indicatori più adatti per monitorare e valutare gli effettidel progetto. Infatti nella matrice, vengono esposti tutti i fattorisalienti e le componenti necessarie per la realizzazione del proget-to e per la sua corrispondenza con gli obiettivi conseguiti, nonché i

legami logici che concatenano la successione degli eventi e i rela-tivi rapporti di causa effetto. Il significato del QL viene dato dagliincroci colonne/righe e dalle loro caselle a doppia entrata.

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TIMESHEET, FOGLIO DI GANTT O CRONOPROGRAMMA

Completato il Quadro Logico, le attività elencate nella colonna disinistra possono facilmente essere ricopiate in una nuova tabella: ilFoglio di Gantt6, (chiamato anche Timesheet) o cronoprogramma.Il cronoprogramma è scritto per stabilire in modo convenzionaleattività fasi e tempi ed il chi fa che cosa. Inoltre il cronoprogrammaè utile anche al fine di considerare lo sviluppo esecutivo del proget-to nel caso si presentino ritardi o sospensioni per fatti imputabiliall'impresa.

Suggerisco sempre di stampare il cronoprogramma e tenerlo benein vista in quanto è visivamente davvero molto utile per capire se cisono ritardi nelle fasi del progetto o quali sono i punti critici nelle fasirealizzative

I passi per la preparazione del Cronoprogramma possono utilizzaretutti i documenti progettuali precedentemente elaborati ad esem-pio quanto indicato nel QL

1. Lista delle Attività

Le Attività descritte nel QL riassumono quello che il progetto si pro-pone di mettere in atto per raggiungere i propri obiettivi. Una voltaindividuate le attività si procede alla divisione di ciascuna Attività incompiti operativi. Lo scopo della divisione delle attività in sotto-atti-vità o responsabilità specifiche è quello di renderle sufficientemen-

te semplici e facilmente gestibili. Il metodo è quello di dividereun'attività nelle sue sotto-attività, è consigliabile prendere ciascunasotto-attività e dividerla in compiti. Ogni compito quindi può essereassegnato ad una persona o ad un gruppo di lavoro.

L'errore più frequentemente commesso è quello di dividere e sotto-dividere le attività in modo illogico e non gestibile (pensiamo sem-pre se stiamo rispondendo alla domanda chi fa che cosa e conquale tempo).

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6Henry Laurence Gantt (1861 - 23 novembre 1919) era un ingegnere meccanico e consu-

lente di management statunitense

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 2. Definire le Competenze (eventuale)

Una volta individuati i compiti è possibile specificare latipologia delle competenze necessarie per realizzarle. Il per-sonale esperto spesso è già stato individuato in questa fase,ma questo passo rimane una buona occasione di confronto trai membri della Partnership, per controllare se il piano d'azione siafattibile date le risorse umane disponibili.

Questo elemento di dettaglio dipende molto dal progetto e dallatipologia dell'associazione talvolta può non essere esplicitato

anche per evitare troppo dettaglio ed un clima di lavoro pococoerente con la motivazione propria del volontariato.

3. Concordare i compiti

Questo passo implica molto più che dire semplicemente a ciascu-no cosa deve fare: con la ripartizione dei compiti si definiscono leresponsabilità per il raggiungimento degli obiettivi di ogni membro

della partnership. La ripartizione deve dunque prendere in conside-razione le capacità, le competenze e l'esperienza si ognuno.

Spesso se l'assegnazione dei compiti è generica o peggio un certocompito non è responsabilità di nessuno si hanno seri problemi nellagestione del progetto e criticità che possono persino compromet-tere i risultati. Suggerisco sempre quando si assegnano i compiti chevi sia chiarezza in ciò che ci si aspetta dall'esecuzione del compito.Se questa chiarezza non c'è, significa che il livello di dettaglio della

 specificazione dei compiti dovrà essere aumentato.

 4. Indicare i tempi

La sequenza temporale indica in quale ordine le attività devonoessere eseguite, la divisione di competenze e le interdipendenze traun'attività e l'altra. Specificare i tempi vuol dire fare una stima reali-

stica della durata di ogni compito. Spesso non è possibile stabilirequeste date con assoluta certezza. Per assicurarsi che queste stimesiano per lo meno realistiche, è necessario consultare degli esperti

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che abbiano esperienza e competenze.

Una volta completato anche il cronoprogramma si procede aduna dettagliata specificazione e previsione dei costi, il budget (giàipotizzati prima). Ogni progetto europeo fornisce tutti i documentinecessari per compilare le tabelle di spesa, e i file possono essere scaricati da Internet sotto la voce di "documenti". Ricordo sempredi attenersi ai formulari ufficiali e forniti ed in ogni caso di verificarecostantemente se ci sono variazioni ed aggiornamenti. Non è maibello vanificare il proprio lavoro per un documento sbagliato!

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IN CONCLUSIONE… SUGGERIMENTI UTILI PER UNBUON PROGETTO

Sicuramente questo elenco non sarà esaustivo! Condividocon voi l'esperienza di questi anni, i progetti, i confronti con altriprogettisti ed altre organizzazioni.

- L'idea progetto nasce dalle esperienze, dalla sensibilità e dallemotivazioni dell'Associazione.

- Il progettista non è mai da solo, coinvolgere tutti i soggetti possibilied interessanti nello sviluppo dell'idea progetto.

- Leggere attentamene tutta la documentazione fornita ed esistente- Chi promuove il progetto? Noi direttamente o un partner più qua-

lificato (istituzionalmente o tecnicamente).- La nostra Associazione è in grado autonomamente di redigere la

richiesta di finanziamento e gestire il progetto nell'eventualità incui venisse finanziato.

- Focalizzare il ragionamento sul progetto- Chiara identificazione del contesto.- A quale esigenza/bisogno risponde il progetto.- Identificazione dei problemi dei beneficiari e del contesto.

- Definizione dello scopo del progetto (inteso come beneficio per ibeneficiari).

- Definire obiettivi, individuare azioni, tempi e costi.- Prevedere le modalità di monitoraggio e valutazione del progetto.- Nelle gestione del progetto

- Avere ben archiviati ed organizzati tutti materiali di progetto.- Curare le relazioni sia con il gruppo di progetto, sia con i

beneficiari, sia con l'ente finanziatore.- Avere chiaro il cronoprogramma e monitorare l'andamen-to del progetto.

IN CONCLUSIONE… SUGGERIMENTI PER LA SCRITTURA DIUN PROGETTO

- Rispettare le indicazioni del formulario- La vostra proposta deve essere creata/pensata per risolvere i pro-

blemi indicati e le esigenze espresse- Mai dare l'impressione di scrivere un progetto perché si sta "sem-

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GLOSSARIOAcquis comunitario: è un termine francese che significa,sostanzialmente, "l'UE così com'è" - in altre parole, i diritti e gli obbli-ghi che i paesi dell'UE condividono. L'"acquis" comprende tutti i trat-tati e le leggi, le dichiarazioni e le risoluzioni, gli accordi internazio-nali in materie di competenza dell'UE e le sentenze pronunciatedalla Corte di Giustizia. Comprende anche le iniziative che i gover-ni dell'UE prendono insieme nel settore della "giustizia e degli affariinterni" e della politica comune estera e di sicurezza. "Accettarel'acquis" significa pertanto prendere l'UE così com'è. I paesi candi-dati devono accettare l'"acquis" prima di aderire all'UE e integrarela legislazione dell'UE nella loro legislazione nazionale.

Agenda: termine latino che significa letteralmente "cose da farsi". Siusa normalmente nel senso di "lista di argomenti da discutere in unariunione" ma nel linguaggio dei politici significa anche "cose che

intendiamo fare". L'"Agenda sociale" dell'UE, per esempio, identificagli obiettivi che l'Unione intende realizzare nei prossimi anni nelcampo delle politiche sociali e dell'occupazione. L'Agenda socialeè parte integrante della "strategia di Lisbona".

"Bruxelles ha deciso…": il termine "Bruxelles" è spesso utilizzato daimedia con riferimento alle istituzioni dell'UE, che hanno sede, per lopiù, nella città di Bruxelles. Le leggi dell'UE sono proposte dallaCommissione europea ma a discutere, modificare e infine decide-

re se adottare le leggi proposte sono il Consiglio dell'Unione euro-pea (i ministri dei governi nazionali) e il Parlamento europeo (elettodai cittadini europei).

Coesione: questo termine significa letteralmente "essere uniti".L'espressione 'promuovere la coesione sociale' significa che l'UEcerca di fare in modo che ogni persona abbia un posto nella socie-tà, per esempio combattendo la povertà, la disoccupazione e ladiscriminazione. Il bilancio dell'UE comprende un "Fondo diCoesione" che è utilizzato per finanziare i progetti che aiutano l'UEa "essere più unita". Per esempio finanzia nuovi collegamenti su stra-

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da o rotaia che aiutano le regioni svantaggiate a partecipare pie-namente all'economia dell'UE.

Competenze: termine che sta ad indicare 'poteri e responsabilità'. Iltermine ricorre spesso nel dibattito politico su quali poteri, facoltà ecompiti occorra demandare alle istituzioni dell'UE e quali debbanoessere lasciati alle autorità nazionali, regionali e locali.

Il Consiglio europeo: si tratta del consesso formato dai capi di Statoe/o di governo (ossia i presidenti e/o i primi ministri) di tutti i paesidell'UE più il Presidente della Commissione europea. Il Consiglio

europeo si riunisce, di norma, quattro volte l'anno per discutere lepolitiche europee nel loro insieme e per fare il punto della situazio-ne. Si tratta del più alto organo politico dell'Unione europea, ed èper questo che le sue riunioni vengono spesso chiamate "verticieuropei".

Criteri di Copenaghen: nel giugno 1993, i leader dell'UE riuniti aCopenaghen hanno stabilito tre criteri che qualsiasi paese candi-dato deve soddisfare per entrare a far parte dell'Unione europea.

Primo, deve avere istituzioni stabili che garantiscano la democrazia,la preminenza del diritto, i diritti umani ed il rispetto delle minoranze.Secondo, deve avere un'economia di mercato funzionante. Terzo,deve recepire nella sua interezza l'acquis comunitario e sottoscri-vere ai diversi obiettivi dell'Unione europea. Inoltre deve avereun'amministrazione pubblica capace di applicare e gestire pratica-mente la legislazione dell'UE. L'UE si riserva il diritto di decidere quan-do un paese candidato soddisfa questi criteri e quando l'UE è pron-ta ad accogliere il nuovo Stato membro.

Deficit democratico: si dice spesso che il processo decisionaledell'UE è troppo lontano dalle persone comuni, che non possonocomprenderne le complessità e i difficili testi giuridici. L'UE sta cer-cando di colmare tale "deficit democratico" mediante una sempli-ficazione giuridica, una migliore informazione del pubblico e dandoalla società civile (vedi) un peso maggiore nell'elaborazione dellepolitiche europee. I cittadini hanno comunque già la possibilità di

partecipare al processo decisionale dell'UE mediante il Parlamentoeuropeo.

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possibile di "stakeholder" prima di proporre nuovi atti legislativi enuove iniziative politiche.

Strategia di Lisbona: per competere con gli altri principali protago-nisti sulla scena mondiale, l'UE ha bisogno di un'economia modernaed efficiente. Riuniti a Lisbona nel marzo 2000, i leader politici dell'UEhanno indicato un nuovo obiettivo: l'UE deve, nel giro di un decennio,"diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva edinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economi-ca sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiorecoesione sociale."

I leader dell'UE hanno anche convenuto una strategia dettagliataper conseguire tale obiettivo che è anche stata rilanciata da poco.La "strategia di Lisbona" abbraccia questioni quali la ricerca, l'istru-zione, la formazione, l'accesso a Internet e il commercio elettronico.Ma riguarda anche Ia riforma dei sistemi europei di previdenzasociale, che devono essere resi finanziariamente sostenibili affinchéne possano continuare a beneficiare le generazioni future. Ognianno, a primavera, il Consiglio europeo dedica una riunione alla

valutazione dei progressi compiuti nell'attuazione della strategia diLisbona.

Strasburgo: Strasburgo è una città francese vicina al confine con laGermania dove si svolgono per una settimana al mese le sessioniplenarie del Parlamento europeo. La città ospita anche la Corteeuropea dei diritti dell'uomo e il Consiglio d'Europa che non sonoistituzioni dell'UE. Il termine "Strasburgo" è talvolta utilizzato daimedia per indicare l'una o l'altra di tali istituzioni.

Sussidiarietà: il "principio di sussidiarietà" implica che le decisionidell'UE devono essere prese il più possibile a contatto con i cittadini. Inaltre parole, l'Unione prende iniziative (tranne che nei settori in cuiè l'unica responsabile) solo se l'azione dell'UE è più efficace del-l'azione presa a livello nazionale, regionale o locale.

Voto a maggioranza qualificata: su gran parte delle questioni, il

Consiglio dell'Unione europea prende le sue decisioni con unavotazione. Ogni paese possiede un certo numero di voti che fonda-mentalmente sono proporzionali al numero di abitanti. Il numero di

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voti per paese è il seguente.Affinché una proposta venga adottata dal Consiglio, cideve essere una "maggioranza qualificata" a favore.Questo significa almeno 232 voti su un totale di 321. Deveessere anche a favore una maggioranza dei paesi (in alcunicasi una maggioranza di due terzi). Inoltre ogni paese può chie-dere al Consiglio di verificare che i paesi a favore rappresentinoalmeno il 62% della popolazione dell'UE.

BIBLIOGRAFIAProyect Cycle Managament. Manuale per la formazione.Introduzione di M. Rossi. Roma, 2002: Strumenti Formez. Presidenzadel Consiglio di Ministri. Dipartimento de la Funzione Pubblica.

Progettare con metodo. EQUAL II FASE. ANDERINI, S. et alt. Roma,2004: ISFOL.

 A più voci. Amministrazione Pubbliche, imprese, associazioni e citta-dini nei processi decisionali inclusivi. BOBBIO, L. Roma, 2004: EdizioniScientifiche Italiane.

El Enfoque del marco lógico. 10 casos prácticos. Cuaderno para laidentificación y diseño de proyectos de desarrollo. CAMACHO, H.et alt. Madrid, 2001: Acciones de desarrollo y cooperación.

Elogio e critica del volontariato. Fare volontariato nel XXI secolo inItlaia e in Europa. D'ORAZIO, E. Roma, 2003: Armando.

L'arte di ascoltare e mondi possibili. SCLAVI, M. Milano, 2003:Mondatori.

Progettazione e valutazione di progetti con il Quadro Logico. BUSSI,F. Roma, 2002: Seminario di progettazione.

Progettare la solidarietà. Marialessandra Sabarino, Strumenti delVolontariato, Idea Solidale.

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European Training FoundationAgenzia UEVilla Gualino V.le S. Severo 65 10133 TorinoTel. 011 [email protected]

Società italiana per l'organizzazione internazionale (SIOI)CDEc.so Unità d'Italia 125 10127 TorinoTel. 011 6961781 - 011 6961781

[email protected]

Antenna Media TorinoP.za Carignano 8 10123 TorinoTel. 011 539853 532463 - 011 [email protected]

Sportello APRE Piemonte c/o camere di commercio IRC

Via S. francesco da Paola 24 10123 torinoTel. 011 5716378 - 011 [email protected]

Info Point Europa - Euresvia M. Fanti 17 10128 TorinoTel. 011 5611988 - 011 [email protected]

Rettorato dell'Università di Torinosezione relazioni internazionali e progetti di mobilitàvia Verdi 15 10124 TorinoTel. 011 6702226/8 - 011 [email protected]

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Rettorato dell'Università di Torinoarea ricerca e relazioni internazionalivia Bogino 9 10124 TorinoTel. 011 6702486 - 011 [email protected]

Thompson Italia S.r.l. - BREvia G. Casalis 34 10146 TorinoTel. 011 4373939 - 011 [email protected]

www.thompsonitalia.itAgenzia europea di informazione dei consumatoriVia XX settembre 74 10122 TorinoTel. 011 4362319 - 011 [email protected]

Centro internazionale di formazione dell'OILC.so unità d'Italia 125, pad. f 10127 Torino

Tel. 011 [email protected]

Centro estero camere di commercio piemontesi - IRC BRE BC-NETVia Ventimiglia 165 10127 TorinoTel. 011 6700622 - 011 [email protected] [email protected]

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CULTURA (2007-2013)Obiettivi: contribuire alla valorizzazione di uno spazio culturale con-diviso dagli europei e basato su un comune patrimonio culturale,sviluppando la cooperazione culturale tra i creatori, gli operatoriculturali e le istituzioni; in particolare coinvolgendo piccole impreseculturali, laddove tali industrie svolgano una funzione culturalesenza scopo di lucroSettori di attività e temi specifici di lavoro: progetti di cooperazionepluriennale; azioni di cooperazione; azioni speciali; sostegno adorganismi attivi a livello europeo nel settore della cultura; sostegnoa lavori d'analisi e ad attività di raccolta e diffusione dell'informazione

e ad attività che ottimizzino l'impatto di progetti nel settore dellacooperazione culturale europea e dello sviluppo della politicaculturale europea.Destinatari dei finanziamenti: tutte le categorie di operatori cultura-li (industrie culturali, enti pubblici, fondazioni, associazioni, università,istituti di ricerca, ecc.)http://ec.europa.eu/culture/eac/index_en.html

DAPHNE II - PREVENZIONE E LOTTA CONTRO LA VIOLENZA CONTRO I

BAMBINI, I GIOVANI E LE DONNE E PER PROTEGGERE LE VITTIME E IGRUPPI A RISCHIO (2004-2008)Obiettivi: fornire ai cittadini un elevato livello di protezione dalla vio-lenza, che comprenda la tutela della salute fisica e psichica; pre-venire e combattere tutte le forme di violenza che si verificano nellasfera pubblica o privata contro i bambini, i giovani e le donnemediante misure preventive e sostegno alle vittime e ai gruppi arischio, ed in particolare la prevenzione dell'esposizione futura allaviolenza.Settori di attività e temi specifici di lavoro: individuazione e scambiodi migliori pratiche ed esperienze operative; indagini analitiche per categoria, studi e ricerche attraverso attività settoriali con la parte-cipazione dei beneficiari, costituzione di reti multidisciplinari durature,formazione ed ideazione di strumenti didattici; elaborazione edattuazione di programmi di trattamento e di sostegno destinati allevittime e alle persone a rischio e agli autori di atti di violenza. Azionidi sensibilizzazione rivolte a un pubblico specifico; divulgazione dei

risultati ottenuti dai due programmi Daphne: adattamento, trasferi-mento e utilizzazione da parte di altri beneficiari o in altre aree geo-grafiche.

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ne europea nel settore della gioventù.Destinatari dei finanziamenti: giovani dai 13 ai 30 anni, animatori eorganizzazioni giovanili, ONG e associazioni senza scopo di lucroattive nel settore della gioventù, enti pubblici operanti nel settorehttp://eacea.ec.europa.eu/static/en/youth/index_en.htm

MEDIA 2007 (2007-2013)Obiettivi: conservare e valorizzare la diversità culturale e linguisticaeuropea e il patrimonio audiovisivo cinematografico, garantire l'ac-cesso al pubblico dello stesso e favorire il dialogo tra le culture;accrescere la circolazione e la visibilità delle opere audiovisive

europee all'interno e all'esterno dell'Unione europea; rafforzare laconcorrenzialità del settore audiovisivo europeo nel quadro di unmercato europeo aperto e concorrenziale propizio all'occupazioneSettori di attività e temi specifici di lavoro: Media desk; progetti pilota;distribuzione, promozione e diffusione di prodotti audiovisivi; acqui-sizione e perfezionamento delle competenze nel settore audiovisivo.Destinatari dei finanziamenti: operatori e professionisti del settoreaudiovisivo (scuole di cinema e televisione, enti specializzati di for-mazione, società di produzione indipendenti, società di distribuzio-

ne, emittenti televisive, gestori di sale cinematografiche ecc.)http://ec.europa.eu/information_society/media/index_en.htm

PROGRAMMA DI AZIONE COMUNITARIA IN MATERIA DI POLITICA DEICONSUMATORI (2007-2013)Obiettivi: assicurare un grado elevato di tutela dei consumatori;assicurare un'applicazione efficace delle regole in materia di tute-la dei consumatoriSettori di attività e temi specifici di lavoro: migliorare le conoscenzedisponibili, la consultazionee la rappresentanza degli interessi dei consumatori.Destinatari dei finanziamenti: organismi pubblici o organismi senzascopo di lucro; istituzioni d'istruzione superiore; studenti e insegnantiche partecipano ai corsi integrati europei di specializzazione post-laurea in materia; funzionari addetti a controllare l'esecuzione dellenorme per la tutela dei consumatori; organizzazioni europee deiconsumatori ecc.

http://ec.europa.eu/consumers/overview/cons_policy/index_en.htm#programmes

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PROGRAMMA DI AZIONE NEL CAMPO DELL'APPRENDI-MENTO PERMANENTE (2007-2013)Obiettivi: contribuire, attraverso l'apprendimento perma-nente, allo sviluppo della Comunità quale società avanza-ta basata sulla conoscenza, con uno sviluppo economicosostenibile, nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coe-sione sociale, garantendo nel contempo una valida tutela dell'am-biente per le generazioni futureSettori di attività e temi specifici di lavoro: promuovere all'internodella Comunità gli scambi, la cooperazione e la mobilità tra i siste-mi di istruzione e formazione in modo che essi diventino un punto di

riferimento di qualità a livello mondiale. In particolare attraversoattività collegate ai programmi: Comenius (per attività di istruzionigenerali relative agli istituti scolastici fino al livello superiore dellascuola secondaria), Erasmus, Leonardo da Vinci, Grundtvig (per l'istruzione degli adulti) e Jean Monnet (a sostegno di azioni connesseall'integrazione europea, alle istituzioni e alle associazioni europeenei settori dell'istruzione e della formazione).Destinatari dei finanziamenti: studenti, persone in formazione eadulti; insegnanti, formatori; persone presenti sul mercato del lavoro;

istituzioni od organizzazioni che forniscono opportunità di apprendi-mento; persone e organismi responsabili dei sistemi e delle politicheriguardanti qualsiasi aspetto dell'apprendimento permanente;imprese, parti sociali, organizzazioni professionali; organismi che for-niscono servizi di orientamento, consulenza e informazione; organiz-zazioni senza fini di lucro, organismi di volontariato e ONG.http://ec.europa.eu/education/programmes/llp/index_en.html

PROGRAMMA SICUREZZA E TUTELA DELLE LIBERTA' - "PREVENZIONE,PREPARAZIONE E GESTIONE DELLE CONSEGUENZE IN MATERIA DI TER-RORISMO E DI ALTRI RISCHI CORRELATI ALLA SICUREZZA (2007-2013)Obiettivi: sostenere gli sforzi degli Stati membri nella prevenzione,nella preparazione e nella protezione della popolazione e delleinfrastrutture critiche contro gli attentati terroristici e altri incidenticorrelati alla sicurezza; protezione di settori quali la gestione dellecrisi, l'ambiente, la sanità pubblica, i trasporti, la ricerca e lo svilup-po tecnologico e la coesione economica e sociale nei confronti

del terrorismo.Settori di attività e temi specifici di lavoro: azioni mirate alla coope-razione e al coordinamento operativi; attività di analisi, monitoraggio,

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http://ec.europa.eu/employment_social/progress/Altri programmi comunitari:

- Attività collegate alla Proposta di regolamento delConsiglio che istituisce uno strumento di risposta rapida epreparazione delle emergenze gravi

- Attività a supporto della cooperazione esterna attraverso i pro-grammi: Strumento di preadesione, Strumento di vicinanza e par-tenariato, Strumento per la cooperazione allo sviluppo e la coo-perazione economica, Strumento per la stabilità.

- Attuazione di azioni comunitarie contro le mine antipersona all'in-

terno delle attività di cooperazione allo sviluppo- Attività legate al programma Life+ per contribuire alla conserva-zione della natura e della biodiversità ad esempio nelle attività disupporto alla promozione di ONG che operano in campoambientale.

FONDI INDIRETTI

FONDI STRUTTURALI 2007-2013Per quanto riguarda il Piemonte, la regione potrà usufruire dei FondiStrutturali 2007-2013 relativamente all'Obiettivo 2 "CompetitivitàRegionale e Occupazione" e all'Obiettivo 3 "Cooperazione territo-riale Europea". I fondi di competenza a questi due obiettivi sono: ilFondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ed il Fondo SocialeEuropeo (FSE).

Le associazioni di volontariato potranno partecipare a progettifinanziati da entrambi i fondi, anche se nella maggior parte dei casiil fondo di riferimento riteniamo possa essere il Fondo SocialeEuropeo.

Il FESR, disciplinato dal Regolamento 1080/2006, ha il compito disostenere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle economieregionali, inclusa la riconversione delle regioni industriali in declino edelle regioni in ritardo di sviluppo. In particolare contribuisce alfinanziamento di: investimenti produttivi che contribuiscono allacreazione e al mantenimento di posti di lavoro stabili, investimenti in

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infrastrutture, sviluppo di potenziale endogeno attraverso misureche sostengono lo sviluppo regionale e locale (in particolare attra-verso il sostegno e i servizi alle imprese, la creazione e lo sviluppo distrumenti finanziari, la messa in rete, la cooperazione e gli scambi diesperienze tra regioni, città e operatori sociali, economici eambientali interessati).

Il FSE, disciplinato dal Regolamento 1081/2006, contribuisce amigliorare le possibilità di occupazione e di impiego, favorendo unalto livello di occupazione e nuovi e migliori posti di lavoro. Conquesto obiettivo esso sostiene le politiche degli Stati membri volte a

conseguire la piena occupazione e la qualità e la produttività dellavoro, a promuovere l'inclusione sociale, compreso l'accessoall'occupazione delle persone svantaggiate, e a ridurre le disparitàoccupazionali a livello nazionale, regionale e locale.In particolare il FSE promuove le priorità della Comunità riconduci-bili all'esigenza di potenziare la coesione sociale, rafforzare la pro-duttività e la competitività e promuovere la crescita economica elo sviluppo sostenibile, tenendo conto delle priorità e degli obiettivicomunitari nei settori dell'istruzione e della formazione, per aumen-

tare la partecipazione delle persone economicamente inattive almercato del lavoro, combattere l'esclusione sociale e promuoverel'uguaglianza tra donne e uomini e la non discriminazione.

Le priorità individuate dalla Regione Piemonte per la programma-zione 2007-2013 sono quattro: attrattività, ricerca e sviluppo, nuovie migliori posti di lavoro, territorio e cooperazione. Per quantoriguarda il mondo del volontariato, questo potrebbe introdursi inprogetti inerenti alle diverse priorità, in particolare:- Attrattività: azioni di prevenzione dei rischi ambientali, risparmio

energetico ed impiego di fonti energetiche alternative rinnovabili.- Ricerca e sviluppo: azioni di cooperazione tra networks di imprese

e tra imprese e centri di ricerca pubblici.- Nuovi e migliori posti di lavoro: attività di supporto a politiche per 

categorie svantaggiate riguardo all'attrarre e trattenere personenel lavoro; attività di supporto allo sviluppo del capitale umanoattraverso il miglioramento dei sistemi di educazione e formazione.

- Territorio e Cooperazione: attività di valorizzazione del patrimonionaturale e culturale, rigenerazione ambientale e urbana, sviluppolocale e coesione sociale; attività di cooperazione territoriale

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(transfrontaliera, transnazionale e interregionale).Per quelle associazioni di volontariato che abbiano giàusufruito di fondi strutturali alleghiamo uno schema che evi-denzia le differenze tra vecchia e nuova programmazionee come alcuni programmi di iniziativa comunitaria (Equal,Urban, Interreg, Leader +) siano stati assorbiti dai nuovi fondi.

DIFFERENZE VECCHIA/NUOVA PROGRAMMAZIONE