guerra del petrolio e · delle...

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1 ramma comun1s1a IISTIIGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx, a L811in, a lifDml 1921, alla lutta dalla sinistra conlro la deganarazioni di Mina, al riliuto dei blocchi partiaiani, la dura opera del restaura ul la d1Uriaa a d1ll'oraan1 riJOluzionario, a contatto con la clam 1paraia, luori dal polilicanlismo parsanala ed elattoralasco. orsano del partito comunista internazionalista 13-30 dicembre 1954 - Anno III - N. 23 IL PROGRAMMA COMUNISTA - Cas. Post. 962 MI LANO Una copia L. 25 Sped. in Abbonamento pqstale Gruppo Il LA LOTTA Dl CLASSE è una realt à inso pprimibile Per radio e per giornale, i gaz- vello di vita del proletariato ame- zettieri e gli « u.omini di cultura » ricano è pagato con un aumento vanno ripetendoci da diversi anni più che geometrico del suo rendi- che, nell 'America dell '« economia in mento ( e qu.indi del suo sfrutta- espansionè », i contrasti e perfino mento) produ.ttivo; soprattu.tto, nes- le divisioni di cl asse si sono ormai su.no sforzo di propaganda ha potuto canceUatj; i più « progressisti » ri- impedire che, fra il silenzio ben petono la stessa canzone per quel comprensibile degli stessi gazzet- che riguarda lo Stato « assistenzia- tieri, le cose parlassero; che scop- ie» britannico, dove il pieno impie- piassero in lnghilterra gli « sciope- go avrebbe ottenuto l' analogo ei- ri pazzi »; che i dockers si mettes- fetto di sommergere le classi e i sero a braccia conserte contro la Zoro conf!itti in un mare di latte- volontà dei sindacati apportunisti miele- Il marxismo sarebbe dunque paralizzando per diverse settimane liquidato: non più crisi, non più la vita economica nazionale (son caos dell a produzione, non più du.nque abolite le classi e i conjl tti classi, non più guerra fra le classi; 1 di cl asse?). che a Detroit ali operai dunque, non più spettri vicini o di una grande azi enda scioperMsero Zontani di ri voluzione. per più di cento giorni resistendo E', per la verità, u.na vecchia a tutte le pressioni uffi ciali e sin- canzone, che oggi si ricanta solo dacali , organizzassero i loro picchet- perchè le condizioni eccezionali ti contro la polizia, trascinassero create dall a guerra, dal dopoguer- infi ne dietro di sè la solidarietà di ra ricostruttivo, e dallo sicscia- tutta la popolazione, e fra gli strilli mento, violento o subdolo, dell'or- di tutti i benpensanti, costringesse- ganizzazione internazionale del pro- ro i padroni a capitolare. letariato permettono di rispolverar- La verità è che la schiacciante la con una lontana parvenza di at- scon'fi tta patita dall a cl asse ope- tendibili tà. Nessuno perà ha di- raia con l'involuzione controrivolu- mostrato che nell' Inghilterra del zionaria russa e lo sfasciament o « Welfare State » il lavoro abbia dell'lnternazionale non potrà mai cessato di essere merce, e che mer- sopprimere e non ha soppresso la ci non siano i suai prodotti; nes- realtà della divisione dell a società suno ha potuto mai nascondere il i ncl assi e del loro continuo, laten- fatto che il miglioramento del li- te e aperto scontro. Ed esso esplode proprio là àove la società borghese sembra più salda; dove, comunque, afj etta la maggior sicurezza di sè. Non sopravvalutiamo questi episo- di nel senso di una previsione ot- timistica di facile ripresa; li regi- striamo a conferma delle indistrutti- bili basi dell a lotta proletaria e del- la sua teoria. Non c'è espedien te « politico » che possa distruggere queste basi: in esse è racchiusa - e scoppierà tanto più violenta quan- to più sarà stata compressa e sor- vegliata - la bomba atomica del- l'assalto proletario alle cittadell e del potere borghese. Abbtacci e sgambetti fra mercanti Di là e di gua Sia latta la volonta della FIAT Fiat voluntas ... della Fiat. Il Con- sig lio di Amministrazion~ del gran- de complesso industriale torinese annuncia che « richiamandosi all 'in- tendimento sin da allora (cioè nel- l'aprile scorso, quando fu distribui- to a tutti i dipendenti un premio di lire 7 .500) coniunicato di adot- tare ne! seconde semestre un'ana- !oga decisione, ove l'andamento produttivo avesse continuato a svi- lupparsi senza turbamenti e con la costante coll aborazione dei lavora- tori; constatata l'avvenuta realizza- zione, sino ad oggi, delle premesse sopraindicate, ha deliberato di cor- rispondere nel mese di dicembre un premio di lire 11.000 ... agli operai ed impiegati che avranno concreta- mente dimostrato la loro adesione ai principii della piena collabora- zione azi endale » riservandosi inol- tre di adottare analoghi provvedi- menti durante il 1955 « sulla base della situazione produttiva ed a- ziendale che verrà allora a deter- minarsi ». Dunque, il premio va ai lavora- tori che « hanno collaborato e col- laborano pienamente « con I'azien- da, è la ricompensa dell'avvenuta rinuncia alla lotta di classe, ed è, insieme, un mezzo di ult.eriore pres- sione e di ricatto per le rinunce fu- ture, sanzionate in anticipo dalle organizzazioni sindacali democrr- stiane e socialdemocratiche e coe- ·DISTENSI OIE IN l· ARCIA Da Occidente ad Oriente, la di- stensione è an marcia: lo preannun- ciano Eisenhower, Churchill , Men- dès-France, Dulles; la invocano da tempo Malenkov e concorti. Tutto il meccanismo internazionale della produzione e degli scambi lo chiede. La Russia ha ovviamente fame di merci e, probabilmente, di capitali, per i suoi giganteschi piani di in- dustrializzazione; !'America scoppia di merci e capitali; alla periferia dei due blocchi, tutto preme in quel senso, e Inghilt erra e Germania commerciano con la Cina, e nostri industriali cercano oltre cortina gli sbocchi che il mercato interno non offre, e la Cina ha bisogno di stru- menti di produzione e di beni di consume, e la Francia non sta più nella pelle di concorrere coi piu potenU vicini spi mercati « comu-. nisti ». (novità del giorno: il « co- munismo » offre un mercato!), e, poichè fra mercanti si bada allo affare e non all'ideologia, di qua e di là dalla cortina di ferro i fra- telli si fanno la forca, e si legge, a titolo d'esempio, · che il porto di Amburgo è in pieno flore perchè il trafflco ungherese e cecoslovacco preferisce servirsi di quella via piuttosto che della « consorella » oittà portuale polacca di Stettino, e insomma, già ora, tutta una rete d'interessi intreccia e salda gli uni e agfi altri i mercanti e produttori di tutto il mondo capitalista, abbia- no etichetta democratico-parlamen- tare o democratico-popolare. Non dubitiamo quindi minima- mente che, in primavera o in altra stagione, fra i due « irriducibili ne- rnici ideologici » ci sarà l'abbraccio. Non si tratterà nè di coesistenza fra sistemi sociali diversi », perchè i due sistemi sono entrambi bor- ghesi e capitalistici, si fondano sulla produzione e lo scambio di merci; non si tratterà neppure di « pacifica coesistenza » perchè fra mercanti si coesiste soltanto fregandosi 'a vi- cenda. Sarà una nuova edizione della « libertà di commercio », il trionfo dell'affarismo, della pirate- ria e della preparazione, all'ombra della conquistata pace, di nuovi conûittt. Questo è il ramoscello di olivo ohe le colombe di Picasso e di Roma recano nel becco per l'anno di grazia 1951, La guerra l'organizzazione statale. La cosa non ci stupisce aatto : i partiti borghesi, siano tali per tradizione o lo siano divenuti per essersi inse- riti nel meccanisme economico e politico capitalistico, sono anch'essi, come lo Stato, delle macchine a disposizione dell'affarismo. E gli af- fari si combinano mungendo frater- namente alle stesse mammelle: è il ... fr pnte popolare dei mercanti. Ma, nell'atto stesso che si abbrac- ciano, i mercanti si danno anche, per la stessa logica, lo sgarnbetto. Che forse, tuonando e prendendo provvedimenti contro le reti d'affari costituite per il finanziamento del P.C., ci si vorrà far oredere the queste reti d'affari esistono soltanto per questo partito, e che gli altri non dispongano di macchine altret- tanto produttive ed estese? Eh via: tanto scandalo ricorda il malumore dei grossi mercanti di lunga tradi- zione per i parvenus del commer- cio, la gola che ai maggiori fanno le xiserve di caccia createsi dai mi- nort. Ciô vale per le cooperative: quanto poi alle famose società im- port-export di cui i nostri bravi borghesi si servono per commercia- re con !'Oriente « rivoluzionario e materialista » e che il P.C. mette a disposizione dell'industria nazionale per attenuare le sue crisi, la gola è ancor più giustiflcata; sui qua- Per quanto la stampa di centro si drante internazionale batte - ri- affanni a trasformare lo scandalo cordate - la frase di cui ci deliziô il dell'INGIC in uno scandalo del P.C., fascismo? - l'ora della distensiqne, nessun funambolismo giornalistico e, allora, sotto a eliminare i privi- riesce a nascondere che a pompare I Jegi della guerra fredda e ad aprire quattrini e ad impinguarsi sulle la porta a tutti! imposte di consu~o. tanto depreca- 1 L'ideologia, in tutto questo, c'en- te ne lia demagogia elettorale e par- tra corne i cavoli a merenda; ma lamentare, erano uomini e funzio- è una buona copertura per salvare nari di tutti i grandi partiti e del- la 'faccia. del petrolio e · delle balene Nei primi quattro posti della gra- petrolio. La famosa iniziativa pr i- duatoria mondiale delle flotte mer- vata - data per morta egualmente cantili figurano altrettanti Stati; al dai piagnoni liberali, che vedono quinto posto non si quota uno Sta- socialismo ovunque, e dai teorici to, ma una persona, un nababbo fasulli della « economia di Stato », capitalista - l'armatore petroliero e la quale avrebbe creato la « nuo- baleniero, nonchè proprietario del va classe dominante dei burocrati Casino di Monaco e fabbricante di I statali », - la famosa- iniziativa pri- sigarette, Aristotele Socrate Onas- vata deve essere ancora ben viva sis, uno dei più ricchi uomini del e pugnace se avvrene che i masto- mondo. Quello che vi raccontiamo donti del petrolio fanno interveni- è, in sunto, un romanzo tipico del- re, nelle loro accanite compettzio- l'imprenditorato eapitalista. ni, i governi dei massimi Stati del · Greco di nascita, cittadino argen- rnondo, In origine, il conflitto plu- tino secondo lo stato civile, Aristo- tocratico provocato da Onassis era tel e Socrate Onassis è una questio- limitato alla sfera delle compagnie ne internazionale. Il Dipartimento petrolifere e delle società arrnato- di Stato, il Foreign Office, i mini- riali, di proprietà e di gestione pr i- steri degli Esteri del Perù, del- vata. Ma, allorchè i colpi mancini l'Arabia Saudita, della Norvegia, architettati dal mili ardario greco- della Svezia, direttamente o indi- argentino hanno preso a tartassa- rettamente, sono coinvolti nel gi- re la viva carne delle società pe- g~11-tesc_o conflitto, combattuto con trolifere americane, allora, corne colpi nelle Borse e obliqui siste- gli De( greci si mitebiavano nelle mi di corruzione polit ica, che sta contese armate dei mortali, il Di- sconvolgendo l'impero mondiale del partimento di Stato ha preso ad a- gitarsi e a far la voce grossa. L'accumulazione del capitale fa di questi scherzi. A sollecitare l'in- tervento del Dipartimento di Stato era la potente società petrolifera « Aramco », che detiene il monopo- lio della coltivazione dei giacimen- ti petroliferi dell' Arabia e control- la altresl alcune delle più grandi compagnie petrolifere americane (Standard Oil of California, Texas Oi l Company, Standard of New Jersey, Socony Vacuum). La produ- zione annua di petrolio dell'Arabia Si aggira sui 45 mili oni di tonnel- late, una cifra colossale. Ma per intendere appieno il grado di po- Terza:prl11avera della BÏbf Due guerre mondiali sono state combattute, prendendo fra l'altru a pretesto la minaccia del militarismo tedesco e del suo cuore economièo, la grande indu.stri a pesant e concen- trata nell a Ruhr. Era un pretesto, e infatti, dopo oanuno dei mCl$sacri, la Ruhr - che durante ent rambi i conflitti fu, nei suoi grandi impian- ti industriali e minerar'i, debita- mente risparmiata dai « liberatori », i quali , come fi,, dimostrato dopo la pri ma, vi erano fi nanziariamente inter essati e si guardavano bene da. l distruagere le attrezzature in cui i loro capitali erano investiti diretta- mente o indirettamente, e in cui ve- devano comunque una garanzia di salvezza dell a_ consorella borghe- sia dall a minacci a rivoluzionaria del proletariato - la Ruhr risorse più « pesante » e massiccia di pri- ma. Nel seconda confl itto, si parlo addiri ttura di « pastorizzazione » della Germania, di una sua trasfor- mazi one in nazi one agricola; av- venne per contro che le industrie, uscite intatte o quasi dallo scon- tro beni co, furono ampli ate e po- tenziate, arazie anche al contri buto fi nanziari o degli ex-nemici. Oggi si puo leggere che « in pochi anni, le diciotto acciaierie hanno investito per l'allargam.ento e ri.moderna- mento degli impianti tre miliardi di marchi... cioè una somma. superio- re del do ppio ai loro capltafi azio- nari, il che spiega la rapida ascesa dei titoli dell'industria pesante nel- le borse tedesche » (La Stampa, 5-12 ). Tre miliardi di marchi equi- valgono a ci rca 500 miliardi di lire ... E' la terza primavera della Ruhr sotto il segno della democrazia e dell a li berazione universali . Ora poi che si è alla vigilia del riarmo, la industria pesante tedesca celebre- rà la sua terza grande estate. E' una dell e facce della « crociata per l' Europa li, tenza della « Aramco », bisogna te- ner presente che nella recente spar- tizione del petrolio persiano, il 40 per cento della produzione totale fu aggiudicata appunto alle società petrolifere americane controllate dall' Aramco, di cui abbiamo dato sopra i nomi. A tale formidabile potenza finanziaria, Aristotele o-· nassis dichiarava guerra vibrando. inaspettamente, alla giapponese, un colpo tremendo. Il lato interessante della contro- versia è che lo _ scaltro armatore greco-argentino ha una posizione le- gale ineccepibile, il che comporta, per i suoi inferociti avversari, l'u- so di mezzi jugulatori. Infatti, 0- nassis è riuscito, pare ·corrompendo due Ministri di Re Saud, ad ottene- re dall'Arabia il virtuale monopo- lio del trasporto del petrolio arabo. La flotta petroliera di Onassis è impi ensa; tra pt troliere e baleniere egli possiede 114 unità per un to- tale di un milione duecentocinquan- tamila tonnellate. Se Lauro è un re dell'armamento, Onassis è certa- mente un imperatore. Lo spassoso è che il vivente oggetto dell'odio e della invidia dell'Aramco e degli armatori più potenti degli Stati U- niti, corninciô ad ammassare la sua fortuna, sposando la cognata del miliardario armatore americano, an- ch'esso di origine greca, Niarkos, il che gli permise di introdursi ne- gli ambienti armatoriali 1>tatuniten- si. Durante la guerra offri le sue petroliere in noleggio ai Governi al- leati, e, per i meriti acquisiti pres- so il Pentagono, comprô naviglio statunitense dai « surplus » di guer- ra. L'anno scorso, i cantieri ameri- cani e norvegesi impostarono ol- tre venti petroliere per la sua flot- ta. Dopo il colpo all'Aramco, a fe- steggiare la vittoria, ha fatto scen- dere in mare, ad Amburgo la « Al Malik Saud Al Awal » di 47 mila tonnellate, la petroliera più grande del mondo. (Continuaz. a pel a. ZJ Pesci piccoli e grandi « Inflazione », si legge a caratteri ma, i grandi trusts dell'imperial i- cubitali sull a prima. pagina del smo a scapito dell e piccole e medie « Corriere Mercantile» di Genova unità produttive care al dimissio- del 25 novembre. Diretto da un nario dott. Costa. E' una leaae che branco di piccoli e 1nedi borghesi fa scandalo se la proclama il mar- di tutti i settori economici, il gior- xismo, che ha diritto di cittadinan- nale si appell a al governo perchè za se la proclama il « Corri ere sia evitata la corsa all 'aument o dei Mercantile»: la legge della prole- generi di" comumo, - l'inflazione, tarizzazione dei ceti medi. - che i provvedimenti a favore Eppure, come i piccoli complessi degli statali inevitabilmente provo- industriali e commercial i non pos- cheranno, con relativa mortificazio- sono impedire ai grossi di divorar- ne dell'iniziativa pri va.ta e ruchio li, cosi i grossi, dopo essersi enor- per i piccoli e medi commercianti memente gonfi ati , non potranno im- di proletarizzarsi anche loro. pedire al loro becchino - la clas- Non c'è che dire: l'anali si è giu- se operaia - di seppellirli . L' eser- sta. Sè non riuscirete - e non po- cito dei proletari aumenterà nell a tet e riuscirvi se non in casi ecce- stessa misura in cui crescerà l'af~ zionali ssimi - a diventare gli A- fannosa corsa all a concentrazione gnelli , i Donegani, i Gaslini dell a del capitale in poche mani, e nuUa seconda metà del secoZo XX, la leg- potrà far sl che il caos dell a pro-' ge di quell a stess11. economia capi- duzione non esploda in tutto il talistica di cui siete i più zelanti mondo e, che, nel vortice dell a ri- assertori, di quell a stessa iniziati- voluzione proletaria, questo mar- va privata che trovu in voi i cam- cio sistema di sfruttamento non pioni più appassionati e nostalgici, crolli con fragore. All ora, i pesci vuole che i pesci piccolt siano divo- piccoli che oggi protesta.no bele- rati dai più grossi, e che tutto il ranno sulla « iniziativa privdta 11 servilismo del piccolo e medio ca- sopp,- essa, sulla « personali td li vio- pitale al grande serva solo a raffor- 1 lata, sui « valori spirituali » calpe- zare quest'uiti mo a scapito del pri - sta: servi fi na all'ulti mo . renti con tutta l 'impostazione pro- duttivistica e collaboratrice della stessa CGIL, anche se questa non è citata esplicitamente ne! comunica- to del prof. Valletta. Piegate il groppone, ed io vi premio: sia fat- ta la mia volontà, e avrete mill e lire-·e rotti di più al mese; moltipli- cate per cento i profltti aziendali, e ne riceverete una milionesima fra- zione. Più chiari di cosi non si po- trebb'essere; il Consiglio di Ammi- nistrazione della Fiat è una specie di Provvidenza terrena, che premi a in terra i « buoni » lasciando alla Provvidenza sovraterrena la missio- ne di ricompe _nsarli in cielo. Frattanto, benchè l'« andamento produttivo » sia, stato cosi buono e la collaborazione operaia cosi «pie- na», lo stesso comunicato annuncia la « dolorosa necessità di procedere al licenziamento dei dipendenti og- gi sospesi, data l'impossibilità del loro riassorbimento al lavoro », e la decisione di stanziare anche a lo- ro favore il premio ed un importo « con il quale provvedere ad alle- viarne le difflcoltà econ.omiche · du- rante il periodo · invernale ». Al tra carota con relativo bastone. Ora non c'è che da aspettare la terza : ma corne dubitare che avrà la stes- sa forma, lo stesso obiettivo, lo stes- so contenuto? La Fiat non è un en- te assistenziale; è una macchina per generare profitto, · E, dopo tutto, la teoria della collaborazione fra le classi e dell'aumento della produt- tività gliel'hanno scodellata bell'e pronta ' « sindacati operai ». Essa non fa che il suo mestiere: spreme- re plusvalore e prantirsi che la sprt!mltura contiruai ....._ in ragione geometrica e in nome degl' « inte- ressi superiori della Patria », coin- cidenti con gli interessi e la volontà della Fiat. Fame dl case Recentemente abbiamo appres.:> dal massimo organo russo in Italia l'« Unità », che il piano quinquen- nale< prevede una produzione di due mili oni e mezzo di nuovi ap- partamenti per una superficie tota- le di 105 milioni di metri quadra,ti: cioè 1370 appartamenti al giorno. A maggior sbalordimento degli <>- perai èhe leggono « il giornale del popolo », questo aggiungeva: « Una tale quantità di fabbricati, se fosse- ro di otto piani di altezza, potreb- be fiancheggiare sui due lati senza alcuna interruzione, tutta l'auto- strada Milano-Brescia ». S'intende che i nostri « comuni- sti » fanno affldamento sulla impos- sibilità da parte degli operai - per mancanza di tempo e dati - di ten- tar di vedere un po' più chiaro in simili sparate ... I 105 mili oni di metri quadrati, divisi per 2,5 mili oni di apparta- menti, corrispondono a mq, ,1,IIO per appartamento. Supponendo per largheggiare che tutti gli apparta- menti vengano effettivamente co- struiti di una tale metratura, abba- stanza modesta, e che i nuovi fab- bricati siano adibiti a famiglie pro- letarie (due locali di soli 16 mq. l'uno, un cucinino di cinque mq. e un bagnetto - o più alla buona, un « gabinetto non ministeriale ..:.. di quattro metri e mezzo), avremo in deflnitiva che gli appartamenti so- no composti di due soli vani ef- fettivi: in conclusione cinque mi- lioni di vani in cinq- anni: un milione di va.ni all 'anna! N ella povera Italietta, con una . popolazione di circa un sesto di quella russa, già si costruisce (e sappiamo, ahimè, quanto poco) per settecentomila locali l'anno, e nella Germania occidentale, con una po- polazione circa pari a quella ita- liana, quasi un mili one. Dove si vede che contrariamente a quanto, da veri servi del capitalismo russo, i togliattiani vorrebbero propinare ai proletari, la fame di case in Rus- sia - dove la « crisi degli alloggi » è sempre stata grandissima, anche a causa del livello raggiunto in mo- do vertiginoso dall'urbanesimo è della priorità concessa ad aitre pro,, duzioni, ed è inoltre stata aggrava,. ta dalla guerra - è, in propor zio. ne alla popolazione, ben maggiore che da noi - il che è tutto dire!

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• 1 • ramma comun1s1a IISTIIGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx, a L811in, a lifDml 1921, alla lutta dalla sinistra conlro la deganarazioni di Mina, al riliuto dei blocchi partiaiani, la dura opera del restaura ulla d1Uriaa a d1ll'oraan1 riJOluzionario, a contatto con la clam 1paraia, luori dal polilicanlismo parsanala ed elattoralasco.

orsano del partito comunista internazionalista

13-30 dicembre 1954 - Anno III - N. 23 IL PROGRAMMA COMUNISTA - Cas. Post. 962

MI LANO Una copia L. 25

Sped. in Abbonamento pqstale Gruppo Il

LA LOTTA Dl CLASSE è una realtà insopprimibile • Per radio e per giornale, i gaz- vello di vita del proletariato ame­

zettieri e gli « u.omini di cultura » ricano è pagato con un aumento vanno ripetendoci da diversi anni più che geometrico del suo rendi­ che, nell'America dell'« economia in mento ( e qu.indi del suo sfrutta­ espansionè », i contrasti e perfino mento) produ.ttivo; soprattu.tto, nes­ le divisioni di classe si sono ormai su.no sforzo di propaganda ha potuto canceUatj; i più « progressisti » ri- impedire che, fra il silenzio ben petono la stessa canzone per quel comprensibile degli stessi gazzet­ che riguarda lo Stato « assistenzia- tieri, le cose parlassero; che scop­ ie» britannico, dove il pieno impie- piassero in lnghilterra gli « sciope­ go avrebbe ottenuto l'analogo ei- ri pazzi »; che i dockers si mettes­ fetto di sommergere le classi e i sero a braccia conserte contro la Zoro conf!itti in un mare di latte- volontà dei sindacati apportunisti miele- Il marxismo sarebbe dunque paralizzando per diverse settimane liquidato: non più crisi, non più la vita economica nazionale (son caos della produzione, non più du.nque abolite le classi e i conjltti classi, non più guerra fra le classi; 1 di classe?). che a Detroit ali operai dunque, non più spettri vicini o di una grande azienda scioperMsero Zontani di rivoluzione. per più di cento giorni resistendo E', per la verità, u.na vecchia a tutte le pressioni ufficiali e sin­

canzone, che oggi si ricanta solo dacali, organizzassero i loro picchet­ perchè le condizioni eccezionali ti contro la polizia, trascinassero create dalla guerra, dal dopoguer- infine dietro di sè la solidarietà di ra ricostruttivo, e dallo sicscia- tutta la popolazione, e fra gli strilli mento, violento o subdolo, dell'or- di tutti i benpensanti, costringesse­ ganizzazione internazionale del pro- ro i padroni a capitolare. letariato permettono di rispolverar- La verità è che la schiacciante la con una lontana parvenza di at- scon'fitta patita dalla classe ope­ tendibilità. Nessuno perà ha di- raia con l'involuzione controrivolu­ mostrato che nell'Inghilterra del zionaria russa e lo sfasciamento « Welfare State » il lavoro abbia dell'lnternazionale non potrà mai cessato di essere merce, e che mer- sopprimere e non ha soppresso la ci non siano i suai prodotti; nes- realtà della divisione della società suno ha potuto mai nascondere il i nclassi e del loro continuo, laten­ fatto che il miglioramento del li- te e aperto scontro. Ed esso esplode

proprio là àove la società borghese sembra più salda; dove, comunque, afjetta la maggior sicurezza di sè. Non sopravvalutiamo questi episo­ di nel senso di una previsione ot­ timistica di facile ripresa; li regi­ striamo a conferma delle indistrutti­ bili basi della lotta proletaria e del­ la sua teoria. Non c'è espediente « politico » che possa distruggere queste basi: in esse è racchiusa - e scoppierà tanto più violenta quan­ to più sarà stata compressa e sor­ vegliata - la bomba atomica del­ l'assalto proletario alle cittadelle del potere borghese.

Abbtacci e sgambetti fra mercanti

Di là e di gua Sia latta la volonta della FIAT Fiat voluntas ... della Fiat. Il Con­

sig lio di Amministrazion~ del gran­ de complesso industriale torinese annuncia che « richiamandosi all 'in­ tendimento sin da allora (cioè nel­ l'aprile scorso, quando fu distribui­ to a tutti i dipendenti un premio di lire 7 .500) coniunicato di adot­ tare ne! seconde semestre un'ana­ !oga decisione, ove l'andamento produttivo avesse continuato a svi­ lupparsi senza turbamenti e con la costante collaborazione dei lavora­ tori; constatata l'avvenuta realizza­ zione, sino ad oggi, delle premesse sopraindicate, ha deliberato di cor­ rispondere nel mese di dicembre un premio di lire 11.000 ... agli operai ed impiegati che avranno concreta­ mente dimostrato la loro adesione ai principii della piena collabora­ zione aziendale » riservandosi inol­ tre di adottare analoghi provvedi­ menti durante il 1955 « sulla base della situazione produttiva ed a­ ziendale che verrà allora a deter­ minarsi ». Dunque, il premio va ai lavora­

tori che « hanno collaborato e col­ laborano pienamente « con I'azien­ da, è la ricompensa dell'avvenuta rinuncia alla lotta di classe, ed è, insieme, un mezzo di ult.eriore pres­ sione e di ricatto per le rinunce fu­ ture, sanzionate in anticipo dalle organizzazioni sindacali democrr­ stiane e socialdemocratiche e coe-

·DISTENSIOIE IN l·ARCIA

Da Occidente ad Oriente, la di­ stensione è an marcia: lo preannun­ ciano Eisenhower, Churchill, Men­ dès-France, Dulles; la invocano da tempo Malenkov e concorti. Tutto il meccanismo internazionale della produzione e degli scambi lo chiede. La Russia ha ovviamente fame di merci e, probabilmente, di capitali, per i suoi giganteschi piani di in­ dustrializzazione; !'America scoppia di merci e capitali; alla periferia dei due blocchi, tutto preme in quel senso, e Inghilterra e Germania commerciano con la Cina, e nostri industriali cercano oltre cortina gli sbocchi che il mercato interno non offre, e la Cina ha bisogno di stru­ menti di produzione e di beni di consume, e la Francia non sta più nella pelle di concorrere coi piu potenU vicini spi mercati « comu-. nisti ». (novità del giorno: il « co­ munismo » offre un mercato!), e, poichè fra mercanti si bada allo affare e non all'ideologia, di qua e di là dalla cortina di ferro i fra­ telli si fanno la forca, e si legge, a titolo d'esempio, · che il porto di Amburgo è in pieno flore perchè il trafflco ungherese e cecoslovacco preferisce servirsi di quella via piuttosto che della « consorella » oittà portuale polacca di Stettino, e insomma, già ora, tutta una rete d'interessi intreccia e salda gli uni e agfi altri i mercanti e produttori di tutto il mondo capitalista, abbia­ no etichetta democratico-parlamen­ tare o democratico-popolare. Non dubitiamo quindi minima­

mente che, in primavera o in altra stagione, fra i due « irriducibili ne­ rnici ideologici » ci sarà l'abbraccio. Non si tratterà nè di • coesistenza fra sistemi sociali diversi », perchè i due sistemi sono entrambi bor­ ghesi e capitalistici, si fondano sulla produzione e lo scambio di merci; non si tratterà neppure di « pacifica coesistenza » perchè fra mercanti si coesiste soltanto fregandosi 'a vi­ cenda. Sarà una nuova edizione della « libertà di commercio », il trionfo dell'affarismo, della pirate­ ria e della preparazione, all'ombra della conquistata pace, di nuovi conûittt. Questo è il ramoscello di olivo

ohe le colombe di Picasso e di Roma recano nel becco per l'anno di grazia 1951,

La guerra

l'organizzazione statale. La cosa non ci stupisce afîatto : i partiti borghesi, siano tali per tradizione o lo siano divenuti per essersi inse­ riti nel meccanisme economico e politico capitalistico, sono anch'essi, come lo Stato, delle macchine a disposizione dell'affarismo. E gli af­ fari si combinano mungendo frater­ namente alle stesse mammelle: è il ... frpnte popolare dei mercanti.

Ma, nell'atto stesso che si abbrac­ ciano, i mercanti si danno anche, per la stessa logica, lo sgarnbetto. Che forse, tuonando e prendendo provvedimenti contro le reti d'affari costituite per il finanziamento del P.C., ci si vorrà far oredere the queste reti d'affari esistono soltanto per questo partito, e che gli altri non dispongano di macchine altret­ tanto produttive ed estese? Eh via: tanto scandalo ricorda il malumore dei grossi mercanti di lunga tradi­ zione per i parvenus del commer­ cio, la gola che ai maggiori fanno le xiserve di caccia createsi dai mi­ nort. Ciô vale per le cooperative: quanto poi alle famose società im­ port-export di cui i nostri bravi borghesi si servono per commercia­ re con !'Oriente « rivoluzionario e materialista » e che il P.C. mette a disposizione dell'industria nazionale per attenuare le sue crisi, la gola è ancor più giustiflcata; sui qua-

Per quanto la stampa di centro si drante internazionale batte - ri­ affanni a trasformare lo scandalo cordate - la frase di cui ci deliziô il dell'INGIC in uno scandalo del P.C., fascismo? - l'ora della distensiqne, nessun funambolismo giornalistico e, allora, sotto a eliminare i privi­ riesce a nascondere che a pompare I Jegi della guerra fredda e ad aprire quattrini e ad impinguarsi sulle la porta a tutti! imposte di consu~o. tanto depreca-

1

L'ideologia, in tutto questo, c'en­ te ne lia demagogia elettorale e par- tra corne i cavoli a merenda; ma lamentare, erano uomini e funzio- è una buona copertura per salvare nari di tutti i grandi partiti e del- la 'faccia.

del petrolio e · delle balene Nei primi quattro posti della gra- petrolio. La famosa iniziativa pr i­

duatoria mondiale delle flotte mer- vata - data per morta egualmente cantili figurano altrettanti Stati; al dai piagnoni liberali, che vedono quinto posto non si quota uno Sta- socialismo ovunque, e dai teorici to, ma una persona, un nababbo fasulli della « economia di Stato », capitalista - l'armatore petroliero e la quale avrebbe creato la « nuo­ baleniero, nonchè proprietario del va classe dominante dei burocrati Casino di Monaco e fabbricante di

I statali », - la famosa- iniziativa pri­

sigarette, Aristotele Socrate Onas- vata deve essere ancora ben viva sis, uno dei più ricchi uomini del e pugnace se avvrene che i masto­ mondo. Quello che vi raccontiamo donti del petrolio fanno interveni­ è, in sunto, un romanzo tipico del- re, nelle loro accanite compettzio­ l'imprenditorato eapitalista. ni, i governi dei massimi Stati del · Greco di nascita, cittadino argen- rnondo, In origine, il conflitto plu­ tino secondo lo stato civile, Aristo- tocratico provocato da Onassis era tele Socrate Onassis è una questio- limitato alla sfera delle compagnie ne internazionale. Il Dipartimento petrolifere e delle società arrnato­ di Stato, il Foreign Office, i mini- riali, di proprietà e di gestione pr i­ steri degli Esteri del Perù, del- vata. Ma, allorchè i colpi mancini l'Arabia Saudita, della Norvegia, architettati dal miliardario greco­ della Svezia, direttamente o indi- argentino hanno preso a tartassa­ rettamente, sono coinvolti nel gi- re la viva carne delle società pe­ g~11-tesc_o conflitto, combattuto con trolifere americane, allora, corne colpi nelle Borse e obliqui siste- gli De( greci si mitebiavano nelle mi di corruzione politica, che sta contese armate dei mortali, il Di­ sconvolgendo l'impero mondiale del partimento di Stato ha preso ad a-

gitarsi e a far la voce grossa. L'accumulazione del capitale fa

di questi scherzi. A sollecitare l'in­ tervento del Dipartimento di Stato era la potente società petrolifera « Aramco », che detiene il monopo­ lio della coltivazione dei giacimen­ ti petroliferi dell' Arabia e control­ la altresl alcune delle più grandi compagnie petrolifere americane (Standard Oil of California, Texas Oil Company, Standard of New Jersey, Socony Vacuum). La produ­ zione annua di petrolio dell'Arabia Si aggira sui 45 milioni di tonnel­ late, una cifra colossale. Ma per intendere appieno il grado di po-

Terza:prl11avera della BÏbf

Due guerre mondiali sono state combattute, prendendo fra l'altru a pretesto la minaccia del militarismo tedesco e del suo cuore economièo, la grande indu.stria pesante concen­ trata nella Ruhr. Era un pretesto, e infatti, dopo oanuno dei mCl$sacri, la Ruhr - che durante entrambi i conflitti fu, nei suoi grandi impian­ ti industriali e minerar'i, debita­ mente risparmiata dai « liberatori », i quali, come fi,, dimostrato dopo la prima, vi erano finanziariamente interessati e si guardavano bene da.l distruagere le attrezzature in cui i loro capitali erano investiti diretta­ mente o indirettamente, e in cui ve­ devano comunque una garanzia di salvezza della_ consorella borghe­ sia dalla minaccia rivoluzionaria del proletariato - la Ruhr risorse più « pesante » e massiccia di pri­ ma. Nel seconda conflitto, si parlo addirittura di « pastorizzazione » della Germania, di una sua trasfor­ mazione in nazione agricola; av­ venne per contro che le industrie, uscite intatte o quasi dallo scon­ tro benico, furono ampliate e po­ tenziate, arazie anche al contributo finanziario degli ex-nemici. Oggi si

puo leggere che « in pochi anni, le diciotto acciaierie hanno investito per l'allargam.ento e ri.moderna­ mento degli impianti tre miliardi di marchi... cioè una somma. superio­ re del doppio ai loro capltafi azio­ nari, il che spiega la rapida ascesa dei titoli dell'industria pesante nel­ le borse tedesche » (La Stampa, 5-12 ). Tre miliardi di marchi equi­ valgono a circa 500 miliardi di lire ...

E' la terza primavera della Ruhr sotto il segno della democrazia e della liberazione universali. Ora poi che si è alla vigilia del riarmo, la industria pesante tedesca celebre­ rà la sua terza grande estate. E' una delle facce della « crociata per l'Europa li,

tenza della « Aramco », bisogna te­ ner presente che nella recente spar­ tizione del petrolio persiano, il 40 per cento della produzione totale fu aggiudicata appunto alle società petrolifere americane controllate dall' Aramco, di cui abbiamo dato sopra i nomi. A tale formidabile potenza finanziaria, Aristotele o-· nassis dichiarava guerra vibrando. inaspettamente, alla giapponese, un colpo tremendo. Il lato interessante della contro­

versia è che lo _ scaltro armatore greco-argentino ha una posizione le­ gale ineccepibile, il che comporta, per i suoi inferociti avversari, l'u­ so di mezzi jugulatori. Infatti, 0- nassis è riuscito, pare ·corrompendo due Ministri di Re Saud, ad ottene­ re dall'Arabia il virtuale monopo­ lio del trasporto del petrolio arabo. La flotta petroliera di Onassis è impiensa; tra pttroliere e baleniere egli possiede 114 unità per un to­ tale di un milione duecentocinquan-

tamila tonnellate. Se Lauro è un re dell'armamento, Onassis è certa­ mente un imperatore. Lo spassoso è che il vivente oggetto dell'odio e della invidia dell'Aramco e degli armatori più potenti degli Stati U­ niti, corninciô ad ammassare la sua fortuna, sposando la cognata del miliardario armatore americano, an­ ch'esso di origine greca, Niarkos, il che gli permise di introdursi ne­ gli ambienti armatoriali 1>tatuniten­ si. Durante la guerra offri le sue petroliere in noleggio ai Governi al­ leati, e, per i meriti acquisiti pres­ so il Pentagono, comprô naviglio statunitense dai « surplus » di guer­ ra. L'anno scorso, i cantieri ameri­ cani e norvegesi impostarono ol­ tre venti petroliere per la sua flot­ ta. Dopo il colpo all'Aramco, a fe­ steggiare la vittoria, ha fatto scen­ dere in mare, ad Amburgo la « Al Malik Saud Al Awal » di 47 mila tonnellate, la petroliera più grande del mondo. (Continuaz. a pela. ZJ

Pesci piccoli e grandi « Inflazione », si legge a caratteri ma, i grandi trusts dell'imperiali­

cubitali sulla prima. pagina del smo a scapito delle piccole e medie « Corriere Mercantile» di Genova unità produttive care al dimissio­ del 25 novembre. Diretto da un nario dott. Costa. E' una leaae che branco di piccoli e 1nedi borghesi fa scandalo se la proclama il mar­ di tutti i settori economici, il gior- xismo, che ha diritto di cittadinan­ nale si appella al governo perchè za se la proclama il « Corriere sia evitata la corsa all'aumento dei Mercantile»: la legge della prole­ generi di" comumo, - l'inflazione, tarizzazione dei ceti medi. - che i provvedimenti a favore Eppure, come i piccoli complessi degli statali inevitabilmente provo- industriali e commerciali non pos­ cheranno, con relativa mortificazio- sono impedire ai grossi di divorar­ ne dell'iniziativa priva.ta e ruchio li, cosi i grossi, dopo essersi enor­ per i piccoli e medi commercianti memente gonfiati, non potranno im­ di proletarizzarsi anche loro. pedire al loro becchino - la clas-

Non c'è che dire: l'analisi è giu- se operaia - di seppellirli. L'eser­ sta. Sè non riuscirete - e non po- cito dei proletari aumenterà nella tete riuscirvi se non in casi ecce- stessa misura in cui crescerà l'af~ zionalissimi - a diventare gli A- fannosa corsa alla concentrazione gnelli, i Donegani, i Gaslini della del capitale in poche mani, e nuUa seconda metà del secoZo XX, la leg- potrà far sl che il caos della pro-' ge di quella stess11. economia capi- duzione non esploda in tutto il talistica di cui siete i più zelanti mondo e, che, nel vortice della ri­ assertori, di quella stessa iniziati- voluzione proletaria, questo mar­ va privata che trovu in voi i cam- cio sistema di sfruttamento non pioni più appassionati e nostalgici, crolli con fragore. Allora, i pesci vuole che i pesci piccolt siano divo- piccoli che oggi protesta.no bele­ rati dai più grossi, e che tutto il ranno sulla « iniziativa privdta 11 servilismo del piccolo e medio ca- sopp,-essa, sulla « personalitd li vio­ pitale al grande serva solo a raffor-1 lata, · sui « valori spirituali » calpe­ zare quest'uitimo a scapito del pri- statî: servi fina all'ultimo.

renti con tutta l 'impostazione pro­ duttivistica e collaboratrice della stessa CGIL, anche se questa non è citata esplicitamente ne! comunica­ to del prof. Valletta. Piegate il groppone, ed io vi premio: sia fat­ ta la mia volontà, e avrete mille lire-·e rotti di più al mese; moltipli­ cate per cento i profltti aziendali, e ne riceverete una milionesima fra­ zione. Più chiari di cosi non si po­ trebb'essere; il Consiglio di Ammi­ nistrazione della Fiat è una specie di Provvidenza terrena, che premia in terra i « buoni » lasciando alla Provvidenza sovraterrena la missio­ ne di ricompe_nsarli in cielo. Frattanto, benchè l'« andamento

produttivo » sia, stato cosi buono e la collaborazione operaia cosi «pie­ na», lo stesso comunicato annuncia la « dolorosa necessità di procedere al licenziamento dei dipendenti og­ gi sospesi, data l'impossibilità del loro riassorbimento al lavoro », e la decisione di stanziare anche a lo­ ro favore il premio ed un importo « con il quale provvedere ad alle­ viarne le difflcoltà econ.omiche · du­ rante il periodo · invernale ». Altra carota con relativo bastone. Ora non c'è che da aspettare la terza : ma corne dubitare che avrà la stes­ sa forma, lo stesso obiettivo, lo stes­ so contenuto? La Fiat non è un en­ te assistenziale; è una macchina per generare profitto, · E, dopo tutto, la teoria della collaborazione fra le classi e dell'aumento della produt­ tività gliel'hanno scodellata bell'e pronta ' « sindacati operai ». Essa non fa che il suo mestiere: spreme­ re plusvalore e prantirsi che la sprt!mltura contiruai ..... _ in • ragione geometrica e in nome degl'« inte­ ressi superiori della •Patria », coin­ cidenti con gli interessi e la volontà della Fiat.

Fame dl case Recentemente abbiamo appres.:>

dal massimo organo russo in Italia l'« Unità », che il piano quinquen­ nale< prevede una produzione di due milioni e mezzo di nuovi ap­ partamenti per una superficie tota­ le di 105 milioni di metri quadra,ti: cioè 1370 appartamenti al giorno. A maggior sbalordimento degli <>­ perai èhe leggono « il giornale del popolo », questo aggiungeva: « Una tale quantità di fabbricati, se fosse­ ro di otto piani di altezza, potreb­ be fiancheggiare sui due lati senza alcuna interruzione, tutta l'auto­ strada Milano-Brescia ». S'intende che i nostri « comuni­

sti » fanno affldamento sulla impos­ sibilità da parte degli operai - per mancanza di tempo e dati - di ten­ tar di vedere un po' più chiaro in simili sparate ... I 105 milioni di metri quadrati,

divisi per 2,5 milioni di apparta­ menti, corrispondono a mq, ,1,IIO per appartamento. Supponendo per largheggiare che tutti gli apparta­ menti vengano effettivamente co­ struiti di una tale metratura, abba­ stanza modesta, e che i nuovi fab­ bricati siano adibiti a famiglie pro­ letarie (due locali di soli 16 mq. l'uno, un cucinino di cinque mq. e un bagnetto - o più alla buona, un « gabinetto • non ministeriale ..:.. di quattro metri e mezzo), avremo in deflnitiva che gli appartamenti so­ no composti di due soli vani ef­ fettivi: in conclusione cinque mi­ lioni di vani in cinq- anni: un milione di va.ni all'anna! N ella povera Italietta, con una .

popolazione di circa un sesto di quella russa, già si costruisce (e sappiamo, ahimè, quanto poco) per settecentomila locali l'anno, e nella Germania occidentale, con una po­ polazione circa pari a quella ita­ liana, quasi un milione. Dove si vede che contrariamente a quanto, da veri servi del capitalismo russo, i togliattiani vorrebbero propinare ai proletari, la fame di case in Rus­ sia - dove la « crisi degli alloggi » è sempre stata grandissima, anche a causa del livello raggiunto in mo­ do vertiginoso dall'urbanesimo è della priorità concessa ad aitre pro,, duzioni, ed è inoltre stata aggrava,. ta dalla guerra - è, in proporzio. ne alla popolazione, ben maggiore che da noi - il che è tutto dire!

Page 2: guerra del petrolio e · delle balenearchivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauches...stiane e socialdemocratiche e coe- ·DISTENSIOIE IN l·ARCIA Da Occidente ad Oriente,

IL •PROGRAMMA CUMUNIS'iA

La ou erra· del petrolio e delle balene Con alle spalle una siffatta po­

tenza, Aristotele Onassis poteva ben trattare Re Saud, è il caso di dirlo, da re a re. Se sangue reale non scorre nelle vene del miliarda­ rio imprenditore capitalista, d'al­ tro canto il Re dell'Arabia non pos­ siede forse una reggia altrettanto lussuosa e originale come quella di Onassis, La quale, raccontano i giornali, ha sede sullo « yacht » Cri­ stina. A questo punto, Onassis co­ mincia a rassomigliare, superandoli di gran lunga, a certi principi cor­ sari di Jules Verne e di Salgari. Co­ me il « Nautilus » del capitano Ne­ mo, la reggia galleggiante di Onas­ sis rappresenta il massimo del pro­ gresso tecnico e del lusso satrapico in materia. « Cristina » è lunga cen­ tro metri, stazza 1500 tonnellate, tutto a borda è automatico, dalla sa­ la chirurgica alla piscina riscalda­ ta elettricamente che, premendo un bottone, si trasforma in una sala da ballo. La stampa a rotocalco è an­ data in brodo di giuggiole buttando­ si su questo prodigio della tecnica (e della folle dissipazione: noi di­ ciamo) capitalil;ta di cui ha raccon­ tato le tneraviglie: Meraviglie su meraviglie. Le qurndici cabine de­ gli ospiti hanno caminetti alt'ingle­ se, le scalette interne sono coperte di marmo, tappeti d'Oriente si tro­ vano dappertutto, le pareti sono in­ crostate di lapislazzuli. In ultimo, il tocco alla Verne: a· poppa si tro­ va un bimotore sempre pronto a spiccare il volo nel caso che gli affari del vasto impero armatorile reclamino urgentemente la presen­ za di Onassis in qualche parte del monda. Si dice che lo « Yacht­ reggia costi da solo qualcosa co­ me un miliardo e mezzo di lire. Second > « Il Giornale », i punti

principali dell'accordo Onassis - Re Saud sono i seguenti: l) On assis si impegna a dotare l'Arabia di una flotta petroliera di almeno 500.000 tonnellate, navigante sotto bandie­ ra saudita e con nomi arabi : for­ mando cos! la Saudi Arabian Ma­ ritime Tankers C.

2) Re Saud garantisce per trenta anni a Onassis tutti i carichi di petrolio del paese, con la sola ecce­ zione del tonnellaggio trasportato dalla compagnia concessionaria A­ ramco. Ma la stessa « Aramco » non potrà utilizzare che le unità già in suo possesso e utilizzate per que­

. sti trasporti fino al 13 dicembre 1953. 3) Il traspotto del petrolio da

parte di Onassis sarà effettuato ad una tariffa prefissata sensibilmente superiore a quella ordinaria; Onas­ sis verserà alla Arabia uno scelli-

no e mezzo per ogrii tonnellata tra­ sportata. L'accordo poneva l'Aramco in

una situazione senza uscita. Onas­ sis, infatti, è riuscito, per ora, ad escludere dal mercato dei noli ma­ rittimi di Arabia tutte le compa­ gnie armatrici concorrenti, tranne le petroliere di proprietà della A­ ramco. Per il secondo articolo del­ l'accordo poi, la Aramco non po­ trà rimpizzare le navi attualmente in linea, sicchè Onassis perverrà progressivamente ad esercitare un monopolio assoluto sul trasporto del petrolio arabo. L'Aramco, compa­ grria concessionaria per lo sfrutta­ mento dei pozzi, dovrà pertanto ve­ nire a patti con la flotta Onassis per immettere il « suo » petrolio nel mercato internazionale. C'è quasi da divertirsi: il petrolio appartiene giuridicamente a Re Saud finchè rimane nelle viscere della terra, ap- pena esso viene alla superficie di­ venta proprietà dell'Aramco che lo estrae, ma la stessa Aramco potrà in pratica disporre del prodotto so­ lo dopo di aver pagato un pedag­ gio ad Onassis, sotto forma di no­ lo marittimo. Immaginarsi se la A­ ramco non doveva rivoltarsi furio­ samente come una belva caduta in trappola. II fatto che Onassis si è impegnato a pagare all'Arabia uno scellino e mezzo per ogrri tonnel­ lata, rivalendosi sull'Aramco, che sarà costretta a pagarè una tarif­ fa sensibilmente superiore a quella ordinaria, è stato veramente un « casus belli» per l'Aramco. E la guerra è scoppiata tra l'A

ramco e i più grossi armatori pe­ trolieri del mondo, da una parte, e il diabolico Onassis, dall'altra. A di­ mostrazione delt'assoluta soggezione dei governi e della burocrazia sta­ tale agli interessi delle imprese pri­ vate, energiche proteste diplomati­ che sono state fatte a Gedda dai rappresentanti dei governi degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, Svezia, Norvegia, Danimarca e Giappone. Situazione particolare è quella della Gran Bretagna, la qua­ le per la pdsiztone che detiene nel cartello internazionale del petrolio, deve afflancare l'azione degli Sta­ ti Uniti, cioè dell'Aramco, ma, con­ temporaneamente, è obbligata a di­ fendere Onassis nei confronti di un nuovo personaggio comparso nel ro­ manzo pluto-piratesco, il Perù. Sis­ signori, anche il Perù e in guerra contre Onassis, ma costui, dimo­ strando di possedere un intuito ·non comune, ha provveduto a stipu­ lare con i Lloyds di Londra un con­ tratto di assicurazione che gli as­ sicura l'indiretto appoggio del go-

(Continuaz. dalla 1.a pag.)

verno di Londra. Oggetto della contesa col Perù è

la flotta baleniera che Onassis tie­ ne nelle acque del Pacifico. A quan­ ta riferisce la stampa, si tratta di una flotta supermoderria, Dicono sia munita di elicotteri per rile­ vare le ... coordinate dei poveri ce­ tacei destinati alla fiocina, e di ra­ dar per scansare gli icebergs. Un siffatto formidabile strumento di produzione doveva necessariamente muovere ad invidia le imprese con­ correnti. Non per nulla è la più grossa flotta baleniera del mondo, attrezzata seconda gli ultimi ritro­ vati della tecnica, non esclusa, ca­ me visto, quella bel lica. Certo è che le 19 unità di Onassis hanno da­ ta molto fastidio ai pescatori di ba­ lene del Perù, del Cile e dell'Equa­ dor, i cui governi, facendosi stru­ mento degli interessi minacciati, si sono accordati, tempo fa, per negare il diritto di pesca a qualsi asi hale­ niera che, priva di uno speciale permesso, incrociasse a meno di 200 miglia dalle loro caste. Valendosi di questo trattato, che

l'Inghilterra ed altre potenze o­ steggiano per la limitazione attri­ buita alle acquè territoriali ,il Pe­ rù, nei giorni scorsi, ha sequestra-

to parte della flotta baleniera di Onassis. « Tempo » riferisce che si è trattato di una vera e propria azione di guerra. Le baleniere, che stavano scuoiando una balena en­ tra lo spazio considerato territo­ riale dal Perù; sono state assalite da aerei militari peruviani, che mi­ tragliavano e spezzonavano il ber­ saglio, proprio came in guerra. La nave ammiraglia riusciva a sfuggi­ re alla cattura; altri sei piroscafi in­ vece, tra cui uno di 15.000 tonnel­ late, erano costretti, sotto la minac­ cia delle artiglierie dei cacciator­ pedinieri peruviani, accorsi ... nel teatro delle operazioni, a dirigersi verso terra. Il governo peruviano, reagendo m

maniera draconiana aile deprecate attività di Onassis, accusato di pe­ scare più balene di quanta permet­ tano gli accordi internazionali, ha annunziato di aver sottoposto a con­ fisca le navi di Onassis. Modo curio­ so di fare giustizia! Se i balenieri peruviani si rafforzano con la flot­ ta tolta a Onassis, a pescare ba­ lene a dismisura saranno loro ! Ma il Perù è andato troppo svelto nel cantare vittoria: il Panama, sotto la cui bandiera navigano le navi di Onassis, ha protestato energicamen­ te, e si è rivolto al segretario del­ l'ONU, invitandolo ad intervenire nella controversia. La stessa In­ ghilterra ha dovuto fare udire la

sua voce. perché la polizza di assi­ curazione che Onassis ha concluso, due settimane prima dell'incidente nel Pacifico, con i Lloyds di Lon­ dra, contempla, oltre i normali ri­ schi di navigazione, anche il caso della confisca. Nè si tratta, pei Lloyds di una bagate lla, essendosi Onassis premurato di assicurare la sua flotta per una somma che si aggira sui 10 miliardi di lire ita­ liane, per il qual fatto gli assicura­ tori londinesi sono obbligati a ver­ sare 30 mila dollari al giorno sui conta di Onassis da! momento del sequestro e domani, per riscattare la flotta, e>Otrebbero essere costretti a pagare una multa di 3 milioni di dollari. Prenderà l'ONU dei provvedi­

menti contra Onassis? Per I'intrr­ cato intersecarsi degli interessi in gioco, dato il quale alcune Potenze debbano contemporaneamente op­ porsi e sostenere gli interessi di 0- nassis, ogni previsione sarebbe az­ zardata. Anche perchè i fili più im­ portanti che muovono i personaggi del romanzo. non sono quelli vi­ sibili. Ma e chiaro che non persa­ ne e gruppi di persane, anche se do­ tate di artigli e di fiuto di prim'or­ dine, sono le forze determinanti in gioco. Guardando al di là delle per­ sane si vede bene che i bestioni in latta sono le compagnie, i car­ telli internazionali, le imprèse pr i-

( Continuazione dal 11umero precedente)

La SPAHTIZIONE HITLEHO-STALINIANA dell' EURO PA Noi rifuggiamo dal culto dell'in- 1 nel quadro generale dell'evoluzione

dividuo che conduce egualmente al­ la divinizzazione e alla ·demonizza­ zione dei capi politici. Oggi non sprecheremmo un solo rigo di que­ sto foglio ad occuparci della morte di Viscinskj , se il nome suo non fosse legato alla tremenda epura­ zione staliniana che · doveva getta­ re le basi deU'odierno Stato tota­ litari:> russo .. Comunemente, si rap­ portano le cause dello sterminio della opposizione interna contra il regime staliniano - opposizione che non fu nè unita nè omogenea; nonostante la comune etichetta di « trotzkismo » ad essa afflbbiata dal­ la propaganda stalinista - all'as­ sassinio avvenuto ne! dicembre 1934 di Sergio Kirov, vicerè di Stalin a Leningrado. In realtà, l'eliminazio­ ne fisica degli oppositori del regi­ me staliniano, che si protasse fino all'inizio della seconda guerra mon­ diale - Trotzky fu assassinato dalla Ghepeu nell'agosto 1940 - va vista

to operaio abbandonato a se stesso duzione, delle nostre attrezzature scivola inevitabilmente « sotto le industriali? ali della borghesia »; • senza teoria , Il rapporta era cosi capovolto: rivoluzionaria, niente movimento ri- non l'ideologia del partito di classe voluzionario »; « solo un part ito che va portata entro il chiuso dei guidato da una teoria di avanguar- « rapporti fra , operaio e padrone » dia puô svolgere il ruolo del corn- per spezzarne il cerchio, e saldare battente di avanguardia ». Gramsci la Iotta dell'operaio sui terreno eco­ ha un bel riempire lo schema del nomico-aziendale alla lotta genera­ consiglio di fabbrica di obiettivi e le di classe per l'abbattimento de­ contenuti che vanno oltre il tradu- gli organi centrali del potere bor­ nionismo, in polemica (e qui giu- ghese; ma dal chiuso di piccole stamen'te) contro il professionalismo isole aziendali germoglia il pro­ gretto della burocrazta sindacale, gramma, (un programma non codi­ assegnandogli una funzione che po- ficato da un secolo di lotte proie­ tremmo chiamare di « levatrice del- tarie e da difendere strênu.amente l'operaio corne produttore »; ma dal e rabbiosamente contro ogni « rtm­ « quadro -rtstretto » detl'azienda non piccioli1rento alla scala del tradu­ si sale, più che dal quadro ristret- nionismo », contro il pericolo di to del mestrere inquadrato sinda- « rifugiarsi sotto le. ali della bor­ calmente, oltre il livello dei « rap- ghesia »> sale via via fi.no a permea­ porti fra operai e padroni li, oltre re l'intero tessuto della classe; è il livello del tradunionismo. Anzi, il reparto, non il partito, il depo­ peggio ancora: se il sindacalismo sitario del programma e di quella chiude la lotta proletaria nell'am- unica forma di « coscienza » che bito della lotta economica e · della noi marxisti possiamo concepire. riforma sui terreno delle contratta- Non dall'esterno ma dall'interno dei ~ioni salariali, l'aziendismo lega lo « rapporti fra operaio e padrone », operaio ad una sorta di fedeltà al non da) ferreo inquadramento teori­ reparto, alla « sua macchina li, co- co ma dalla spontanietà, non dal me tanto spesso ·ripete Gnnasci centro del movimento proletario ma (frase, ahimè, fatale!), al suo pic- dalla periferia, è il cammino del­ colo campanilismo di operaio della l'Ordine Nuovo; e il richiamo a Fiat, della Montecatini, della Snia una « teoria dei produttori » è una Viscosa, non lo mette neppure a scappatoia di marca chiaramente contatto di quella lotta generale idealistica (e infatti soreliana) per delle classi che, bene o male, Ine- riempire di qualcosa che non puà vitabilmente si riflette nel sindacato dare il perimetro dell'azienda. La di mestiere e nella tradizionale ca- quale è un'azienda capitalistica; e mera del lavoro. E' far torto alla agli ordinovisti non si pose neppu­ memoria di Gramsci osservare come re il quesito se· una II coscienza di­ questa teoria, dalla quale il suo ar- rettiva » della classe operaia potes­ tefice principale faticosamente si se mai formarsi modellandosi sullo sollevô sotto la spinta del movimen- schema di un'organizzazione per to, ma che doveva riapparire con azieride e a scopi di profitto che tutta la sua fatale influenza nei la rivoluzione comunista è destinata momenti di controrivoluzione, por- a spezzare e a ricostruire su basi tava diritto alle teorie odierne dei completamente diverse. Oggi - a produttivisti,. dei collaborazionisti I conferma del « Che fare? » - gli di classe, dei cavalieri erranti del- ex ?rdinovisti chiama°:o gli o?erai la noatra fabbrica, della nostr<J pro- a difendere la ... loro stderurgia, la

europea del totalitarismo. Le susse­ guentisi ondate di persecuzioni che costarono la morte o• la deportazio­ ne a centinaia di migliaia di persa­ ne, inquadrate nel partito bolscevi­ co, nell'amministrazione statale, nei sindacati, nell'Esercito rossa, si spiegano certamente con la Jotta in­ terna delle frazioni de] regime do-, minante, ma non si comprendereb­ be perchè la latta precipità, per iniziativa del governo di Stalin, verso la sua soluzione di sangue, se si ignorasse il significato degli avvenimenti svoltisi in Europa, e fuori di essa, ne! quinquennio che precedette la seconda guerra mon­ diale. Il 1936, il 1937, il 1938, il 1939 fu­

rono gli anni del)a avanzata del totalitarismo in Europa, l'epoca di incubazione dei blocchi imperiali­ stici di guerra, la vigilia della guer­ ra. Che avveniva in Europa in que­ sti anni, mentre in Russia, nei pro-

vate, che tengono al Joro serviziot la burocrazia statale che manovra­ no a loro piacimento. Da ogni avvertimento è possibile

ricavare una lezione. Dalla ... guer­ ra mondiale, combattutta contro la impresa Onassis, in cui le artigJie­ rie atomiche sono rappresentate da « cheques » di milioni di dollari. si ricava che, ad onta della pretesa soffocazione della iniziativa priva­ ta, il capitalismo è, oggi, al limite della sua esistenza, quello che era all'epoca del suo esplodere nelle vi­ scere sociali. Tutto quanta l'arma­ mentario delle misure statali con cui i governi pretendono demago­ gicamente di controllare Jo anarchi­ co agitarsi della iniziativa privata, si rivela, allorchè scoppia un caso .alla Onassis, null'altro .che una fragile pellicola su un torrente di lava incandescente. Il capitalismo non muore un pô alla volta, ma, fin­ chè esiste, esalta fino al parossismo le sue contraddizioni, perpetua. e­ sasperandole. le sue espressioni so­ ciali. II proletariato ha davanti a sè lo stesso nemico di sempre: lo imprenditore. Le misure « socialisti­ che » dell'interventismo statale mi­ rano unicamente a moltiplicare il suo potere, ponendo lo stato com­ pletamente ai suoi ordini.

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IL PROGRAMMA COMUNISTA

Conto Corr. i>ostale 3-4440

Casella Postale 962 - Milano

cui Francia ed Inghilterra si erano :i:assegnate, e si rafflgurava chiara­ mente che toccare la Polonla sa­ rebbe equivalso a provocare la guerra, come dimostrà l'evolvere degli avvenimenti. Nella certezza di provocare l'intervento armato della Francia e dell'Inghilterra, ap- pena avesse posto le mani addosso alla Polonia, Hitler miro a procac­ ciarsi l'amicizia di Stalin, al fine di evitare la lotta su due fronti. Da. questa necessità strategica scaturi il patto russo-tedesco del 23 ago­ sto 1939. Il procuratore ·generale Andrea

Viscinskj, in una sua requisitoria contra gli antistaliniani seduti sui banco degli accusati, concludeva con la solita teatralità «benedicendo il giorno in cui sulle tombe di que­ gli esecrabili traditori sarebbero cresciute le er~aece ».-. Êbbene, le erbacce cresciute sulle tombe delle ultime-vittime della repressione sta­ liniana, i diciotto fucilati del cosid­ detto a1occo di destra antisovietico, tra cui Bukharin, Rykov e Krestin­ skj, messi a morte nella primavera del 1938, non erano ancora com­ pletamente disseccate allorchè, po­ co più di un a.nnd dopo la strage, il governo di Stalin accoglieva a braccie aperte Ribbentrop. ministro degli este:i:i · di Hitler, e firmava con lui nel Cremlino il patta nazi-stali­ nista. Chi, dunque, era l'« agente di Hitler», chi agiva politicamente in modo da facilitare la guerra nazi­ sta? Nulla di tangibile è emerso mai. neppure all'epoca del proces­ so di Norimberga contro i capi na­ zisti sconfitti, che possa provare le accuse mosse aile vittime del ter­ rore stalinista. messe al muro sot­ to l 'imputazione di alto tradimen~ to a favore della Germania. Nesu­ na prova materiale esiste della pre, tesa soggezione - su cui Viscinskj Janciô le sue retoriche maledizio­ ni - dell'opposizione interna anti­ staliniana alle direttive politiche del nazisl\lo. Al contrario, tutta la prima fase I della seconda guerra mondiale sta li a provare che furo-­ no le medesime forze sociali, il me­ desimo regime politico, le medesi­ me figure di politicanti, che aveva­ no aperto il macello in Russia sotto il pretesto di distruggere le infil­ trazioni hitleriane, a spianare la. strada alla guerra nazista.

( continua al prossimo numero)

-SE

éessi spettacolari contra gli opposi­ tori del regime, il procuratore ge­ nerale Viscinskj chiedeva, ed otte­ neva ancora prima di chiedere, la fucilazione per gli ex capi del par­ tito e del governo bolscevico? Av­ veniva semplicemente che il fasci­ smo conquistasse una posizione do­ pa J'altra nella giungla internazio­ na!e. Sono note le tappe della san­ guinosa avventura: guerra d'Etio­ pia, rimilitarizzazione della Rena­ nia, Asse Roma-Berlino, guerra di Spagna, patto anti-komintern nip­ po-tedesco-italiano, conflitto nippo­ cinese, annessione dell'Austria al Terzo Reich, Monaco. I paesi del­ l'Europa orientale: l'Ungheria, la Romania, la Polonia, la Jugoi;lavia e, nel Mediterraneo, la Grecia, la Spagna, l'Albania, cadono sotto il tallone di ferro delle dittature so­ stenute dalle maggiori potenze nazi­ fasciste. NegJi Stati che ancorl\ si oppongono all'espansionismo della Germania nazista, e la guerra d,­ mostrerà con quanta impegno , le facessero, il movimento totalitario ingrossa e alleva i futuri « quis-

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• . Non fu certamente un caso che il , terrore staliniano si scatenasse pro- L «Ord1ne l\îuouo» 191 - . · rF~i:·~;~f.~:::J:::~~:·;::.~

loro industria pesante, la loro Fiat, Nei processi fatti celebrare con la Zoro galera dorata (e spesso nem- 1 macabra regia da Stalin contro la meno dorata). 1 Sinistra (Zinoviev, Kamenev ed al- Volete qualche citazione? K Muo- tri) e la Destra (Bukharin, Rykov,

vendo da questa cellula, la fabbri- Krestinksy ed altri), la composita ca, vista come unità, èome atto opposizio.ne antistaliniana fu dipin­ creatore di un determinato prodot- ta come una infernale cospirazione to, l'operaio assurge alla compren- fascista. Ancora unir volta, l'Unità sione di sempre più vaste unità... facendo l'esaltazione di rito del de­ Allora l'operaio è produttore, per- funto Viscinskj,.e alludendo ai pro­ chè ha acquistato, coscienza ,della cessi di 'Mosca, -getta sulla memoria sua funzione nel processo produt- dei condannati l'infame accusa di tivo, in tutti i suoi gradi, "tlalla fab- « agenti hitleriani », la stessa ri­ brica alla nazione, al mondo; allora petuta con sadica ten~cia da Viscin­ egli sente la classe,.. e diventa co- skj nel corso del!e. ud1enze. Per giu­ munista »: che è proprio l'inversa stificare l'assassm10 dei capi rico­ dell'impostazione leninista e l'esat- nosciuti dell'opposizione (per i no­ to equivalente del bersaglio degli mi oscuri, e furono migliaia, non strali del « Che fare? li. Ovvero: si badà a tanto) gli stalinisti pre­ « amalgamati intb:p.amente nelle c°:' tesero di dimostrare che l'opposi­ munità di produzione, i lavoraton zione lavorava, in maniera coscien­ sono automaticamente portati a e- te e su istruzioni del Governo di sprimere la loro volÔntà di potere Hitler, a spianare la strada alla alla stregua di principii stretta~en- conquista hitleriana della Russia. te inerenti ai rapporti di pro~uzione Accuse simili, gettate da Viscinskj e di scambio. Cadranno rapidamen- in faccia agli imputati, mentre fuo­ te dalla psicologia media proleta- r idei confini russi, il nazifascismo ria tutte le ideologie mistiche, uto- asserviva gran Parte del continen­ pistiche, religiose, piccolo-borghesi; te; e la restante Parte minacciava si consoliderà rapidamente e pe- continuamente di aggressione, era­ manentemente la psicologia co~u- no quelle che ci volevano per man­ nista, lievito costante di entus1a- dare gli imputati davanti ai ploto­ smo rivoluzionario, di tenace per- ni di esecuzione. M:a da quando fu severanza nella disciplina ferrea firmato a Mosca il patto di guerra del lavoro e della resistenza con- Stalin-Hitler, Chi crede più aile ca­ tro ogni assalto aperto o subdolo nagliesche invenzioni di Viscinskj? del passato... Il partito ~om~nista La marcia del fascismo sull'Euro­ non puô avere compehtor1 ne! pa ebbe una battuta d'arresto a mondo intimo del lavoro ». Monaco, anche se lo smembramen- Ci si stupirà che Gramsci metta to e la soggiogazione della Ceco­

sullo stesso piano l'insegnamento slovacchia segui di poco alcuni me­ di Lenin e quello di Daniel de si la capitolazione della coalizione Leon, e che, mentre si riunisce a franco-inglese di fronte ad Hitler. Mosca il II Congresso dell'Interna- Per potere attuare il suo progràm­ zionale, i suoi occhi si volgano agli ma di conquiste il nazismo dovet­ lWW am~ric~ni? Ci si_ ~eravi?lierà te, fino a M:ona~o, procurarsi, con - casa d1 cur Gramsci s1 stup1sce e l'arma del ricatto e con minacce, lo si addolora - · se da quel II Con- appoggio passiv<1 delle democrazie gresso venne la· condanna dell'a- occidentali. M'a dopo Monaco, al­ ziendismo ordinovista (e ne! difen- lorchè sulla tabella di marcia della dersi, Gramsci ricade nella confu- Wehrmacht scattà Ja Polonia, la sione fra Soviet e consiglio di tab- Germania nazista ebbe bisogno di brica)? Era nella logica d,i due po- un ben altro strumento. Berlino sa­ sizioni non soltanto diverse ma peva benissimo che la Cecoslovac­ antitetiche.. chia era stato il massimo sacrificio

L'a portata di questo orientamen­ to. e il suo carattere extramarxista, risultano appieno se si confrontano le formulazioni del gruppo dell'Or­ dine Nuovo con quelle classiche del • Che fare? » di Lenin, su cui si costrui non soltanto la teoria ma la pratica e l'organizzazione del par­ tito di classe e dell 'Internazionale Comunista (e che, val la pena di ricordarlo, aveva per bersaglio Jo economismo non soltanto dei sin­ dacalisti ma degli aziendisti). Per l'ordinovismo, il centro del movi­ mento proletario è l'azienda (per dirla con Lenin, l'arena « dei puri rapporti fra operai e padroni»): per Lenin, cioè per il marxismo, è la « sfera dei rapporti di tutte le classi e strati della popolazione con lo Sta­ to, 'il dominio dei rapporti di tutte le classi fra loro». Per l'ordinovismo la formazione di un'ideologia comu­ nista e di una coscienza di classe è il prodotto automatico dell'associa­ zione dei proletari per azienda e per reparto; per Lènin il quadro de1Ia lotta economica - e la lotta aziendale è forzatamente latta eco­ nomica - « è troppo ristretto li, « la coscienza politica di classe non puà essere apportata all'operaio che dal di fuori, cioè da! di fuori della lotta economica, dal di fuori della sfera dei rapporti fra operai e padroni ».-Per l'ordinovismo, la for­ mazione della coscienza di classe, del programma di classe e quindi del partito di classe è un prodotto della « spontaneità » di gruppi di Javoro plasticamente aderenti al processo di produzione; per Lenin, « non puô essere questione di una ideologia indipendente, elaborata dalle stesse masse operaie nel corso del loro movimento »; il partito si forma attraverso una « lotta impla­ cabile contro la spontaneità »; in­ chinarsi alla II spontaneità » è « ri­ condurre il ruolo della socialdemd­ crazia (si ricordi che socialdemocr~ zia era allora termine equivalente a partito di classe) a quello di semplice serva del movimento ope­ raio in quanto tale », e il movimen-

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'IL PROGRAMMA COMliNISTA

RUSSIA e RIVOLUZIONE nella TEORIA MARXISTA (Rapporto · alla riunione interfederale di Bologna)

-Segue: Parte I.

RIVOLUZIONE EUROPH ED AREA "GRANDE SUVA,,

(cfr. nuinero precedente)

12. La Questione Orientale Negli anni 1853, 54, 55 Carlo Marx

r if'ugrato a Londra dopo ra sconntta della rivoluzione tedesca ed euro­ pea, invia al giornale amencano New York Tribu.ne una serie di let­ tere-art1coh cne hanno per argo­ mento la predom1nante questrone delta polltica europea del tempo: la quest10ne d'Oriente. Non sr rratrava 01 test! dr partrto

ne rn co11aooraz10ne au... stampa der partito, e nemmeno ct1 un opera

. teoreuca sui pr mcip n del p art ito stesso, ailora rrdotto a pocm eie- mentl mspersi ueua « Lega dei co­ mumstl » cne aveva operato negli anm di ioua 1848-411. Il giornale era un g1ornale di mrormazrone e con una unta iceoiogica di genenca de­ mocraz1a raaicaie. 1vla nanno avuto sempre torto queUi cne nanno rrte­ nuto quegli scntu un comune la­ voro gwrnalistico cne Marx, sem­ pre in Iotta insieme ai suoi contro la nera miserra, avreboe dovuto as­ surnere solo, come suor nrrsr, « per la campata lt. Va reso onore al socialista di de­

stra Claudio Treves, gia direttore dell'Avanti! e organizzatore della edizione italiana degli scritti di Marx, che nella sua sensibilità dot­ trmale - assai meno spenta, mal­ grado il riformismo dicniarato, di quella degli odieri:u pretesi eatre­ misti - segnalava ai lettori iauc contenuto dialettico e socialista di quell'opera.

Si puè pure ammettere che, data la sfera dei lettori di quel giornale, talvolta il corrispondente europeo non si attenesse al rigido formulario della nostra specifica critica teorica, ma la potente efficacia con cui i fatti sono riportati e messi in rap­ porto, e la linea continua che corre · da un capo all'altro, valgono, per chi legga diversamente dal ricerca­ tore distratto dell'ultim!J. notîzia, ,quanto la più esplicita dimostrazio­ ne del metodo materialista orto­ dosso. Tutta la serre di scritti, che non

sono certo di un· teste indifferente ed imparziale, hanno al centro o corne spina dorsale una rivendica­ zione sola, quella antirussa, I'istan­ za che la Russia storica sia respinta indebolita e battuta. Una qualunque sonata giornalistica? No, un leit­ motiv apertamente rivoluzionario. Sulla zona della questione del vi­

cino Oriente si affacciano tre mo­ stri dei poteri medioevali: Austria, Turchia, Russia. Solo su questo ter:­ zo sono gli occhi di Marx, si di­ rebbe. Lo mostrerà una prima citazione,

della lettera 7 aprile 1853, la quaie descrive la forza conquistatrice ed imperiale dello Stato degli zar, col suo titolo:

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13. Il vero ~ogo in Jurchia

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« Ma essendo giunta fin qui sulla via dell'impero universale, è egli probabile ehe questa gigantesca e gonfta potenza voglia fermarsi nel­ la sua corsa veloce? Le circostanze se non la sua propria volontà, lo irnpediranno. Con l'annessione del­ la Turchia e della Grecia essa ha eccellenti porti di mare, mentre i greci le fornisconÔ abili marinai per la sua arrnata. Con Costantino­ poli, essa si trova Sulla soglra del Mediterraneo; con Durazzo e la costa dell' Albania da Antivari ad Arta, essa è nel vero centro del- 1 'Adriatico, in vista delle Isole Jonie britanniche e a trentasei ore da Malta. Fiancheggiando i domini au­ striaci al Nord, all'Est e al Sud, la fl,ussia conterà già gli asburghesi tra i suoi vassalli. Ed allora . una altra questione si presenta, e anche probabile. Le frontiere occidentali dell'Impero, rotte ed ondulate, mal definite rtspetto ai confini naturali, reclaroerebbero una rettificazione; apparirebbe naturale che la fron­ tiera naturale della Russia corra da Danzica, o forse da Stettino, a Trieste. E corne ë vero che la con­ quista segue la conquista, che l'an­ nessione segue l'annessione, cosi la conquista della Turchia da parte della Russia non sarebbe che il

1 preludio dell'annessione •dell'Unghe­ ria, della Prussia, della Galizia e della realizzazione finale dell'impe­ ro slavo, che alcunî fanatici nio- sofi panslavisti hanno sognato.

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bassa val le del Danubio, ed era distrutta dai russi la squadra turca del Mar Nero. Londra e Parigi rom­ pevano i rapporti diplomatici con Pietroburgo, la stessa Austria por­ tava truppe nei balcani, ma solo nel febbraio 1854 lo zar proclamava la guerra santa contro Francia ed In­ ghilterra « nemiche della cristia­ nità ». Con una lettera del 23 maggio

1854. intitolata « Le imprese nel Baltico e nel Mar Nero e il sistema di operazioni anglo-francesi », Marx traccia le prospettive della guerra: oltre alla operazione in Crimea, già in corso da parte di turchi, inglesi, francesi, coi reparti piemontesi in­ viati dall'abile intrigante Benso di Cavour, egli si prospetta la possi­ bilità della guerra generale in Eu­ rop a: questa fattrice gravida del feto rivoluzionario tarda sempre al gran parto, nella nostra attesa di un secolo e in cicli drammatici mi­ serabilme~te abortisce. Guai se anche nella seconda metà

del secolo attuale non sapr à, da questo utero ancora una volta ri­ gonfle. uscire tra ferro, fuoco e sarigue, terribilmente viva, la Sem­ pre Attesa.

« La vicenda della guerra è que­ sta: l'lnghilterra, e specialmente la Francia sono trascinate « inevita­ bilment~ quantunque con riluttan­ za » ad impegnare la maggior par­ te delle loro forze nell'Oriente e nel Baltièo, cioè in due ali avanzate di una posizione militare che non ha ne_ssun centro. più V:icino della La forza russa è dunque per Francia. La Russ1a sacnfica le sue Marx pericolo e minaccia: ed il mo­ ceste. la su~ flotta, parte delle sue vimento grande slavista ha per lui truppe per mdurre le 1:'otenze Oc- il significato stesso di controrivolu­ cidentali ad impegnarsi comp'leta- zione. Non la minima ombra di pre­ mente in questo movirr:~nto _anh- concetto nazionale o razziale sta strategico. Non appe_na CI~ sara ac- sotto questa tesi storica indiscut.i­ caduto, non appena 11 d~b1to. nume- , bile, legata a precisi campi di tem­ ro del~e ~ruppe ~rances1 sara ~an- po e di spazio. La valutazione posi­ dato ':'ia 1? pae~1 molto lontan~ da~ tiva di ogni fatto e dato concreto p~op_r10, 1 Aust_na e la Prussia si di- forza storica è per i marxisti

La serie degli scritti prevede la d1chiareranno m fa".ore della Rus- fondamentale. guerra, plaude alla guerra, invoca sia e. marceran~o. m un ~ume.ro Lo vedremo ora valutare la. de­ la guerra. Era la guerra per Co- superrore su Par!~1· Se ques ·.0 pu~- cisione del nuovo Zar Alessandro stantinopoli, che di continuo si af- n_o ries~e, ~o~ v e forza a disposi- II, nei suoi propositi di scalzare faccia, la guerra tra Russia e z1o~e di Lu1g1 Napoleo~e che possa dalle fondamenta la potenza .rivale Turchia per gli strètti, che chiudo- resistere all'ur!~· M~ v è una forza dell'impero austriaco. Dopo Seba­ no la comunicazione tra Mar Nero ~he « puè mobilltarst » da ~e stess_a stopoli, il predecessore Nicola I mo­ e Mecl.ite.i:.i:.ai;i.ea. che imlleqi,sc.o?}A 1? ogm .e!Ilergenz~, _che puo « mobi~ ri più di disperazione che di congé­ alla immense potenza militare ter- hta~ » anc~e Lmgi Bonapart~. e ~ stione polmonare, e andô al potere restre russa di divenire una potenza suoi seguaci, corne ha mobiütatt il 2 marzo 1855 Alessandro (per re­ oceanica e all'incandescente modo di tanti reggitori prima di questi. Que- gnare fino · al 13 marzo 1881 giorno produzione mercantile di incendiare sta forz~ è i~ g~ado di res.istere a in cui una bomba anonima se non la barriera tra due mondi. Ma la tutte le mvasrom, e lo ha dimostra- atomica disintegrà lui e la sua car­ guerra che vuole Marx è l'assisten- to già una volta all'E~ropa ~oaliz: rozza) che dal successo di Kars pre­ za alla Turchia, che da sola soc- zata; questa forza, la ~ivoluzione, e se l'avvio per una fase di riforme comberebbe e le potenze che de- certo che non verra n:ieno, nel all'interno e di espansione all'este­ vono impedire il passo avanti del- g~or~o in cui la sua azione sarà ro e di ritorno in forze nei Balca- la Russia sono Inghilterra e Fran- nch1esta ». ni corne Iiberatore dei cristiani dal cia guadagnate alla rivoluzione giogo mussulmano. bo;ghese. 15 Sebastopoli ail' 0 d g Ma nello stesso tempo fu con A- Abbiamo già detto che in questa • ' • • !essandro Il che la Russia si volse

fase l'Inghilterra è chiamata ad agi- Anche queilo era un perrodo ste- verso !'Oriente in modo deciso, oc- re in quanto i suoi interessi conver- rile corne questo: la guerra di Cri- cupando i ricchi khanati dell'Asia gono con quelli della « democrazia mea fini in episodio locale corne centrale fino alle frontiere della rivoluzionaria ». la guerra di Corea, senza incendia- Persia e dell'Afganistan ove nuove La serie delle lettere di Marx re il mondo: una buona cazzottata ragioni di contrasto con gli interessi

mostra il versipellismo di entrambi tra le ·corde di un piccolo ring geo- imperialisti inglesi si vengono a de­ i due grandi partiti borghesi in- grafico. Mentre i russi le prende- lineare (e sempre più quando si an­ glesi, che non sempre sono stati vano in Crimea, segnavano punti drà verso la moderna economia del cosl espliciti nella opposizione al sull'altro fronte di contatto coi tur- petrolio). potere dello zar. Esiteranno in av- chi, nel Caucaso, dove le flotte fran- Marx si guarda dall'applicare a ve_nir~ ancora, mentre m_ai Marx CO inglesi non_ pote"'.ano arr~vare; q_ueste divers~ direttrici della pres- 17. 11 comizio alla Martin's Hall es1tera, corne nella success1va guer- e dato che gh aere1 noq c erano s10ne espans1va russa una stessa · ra russo-turca · del 1877· in cui esul- ancora. L'onta della capitolazione di formoletta bella e fatta. Il passo Lasciamo il testo del 1853-56 e terà della gran vittoria di Plewna, Sebastopoli dopo lungo assedio, e- che citiamo è grandemente espres- passiamo ad un tempo di dieci anni meritre al successivo congresso d( sattamente cinquant'anni fa, fu in sivo, se lo confrontiamo con la si- posteriore:· quello della fondazione Berlino del 1878 deplorerà che 1 parte riscattata dalla caduta della tu.azione di oggi. Chiamando il go- della Prima lnternazionale. Si sono governi occidentali siano proni alle Cittadella di Kars nel Caucaso il verno attuale di Mosca governo ca- iniziate nel frattempo le guerre volontà dello Zar. E' notevole, CO'- 24 novembre 1855, e ciô rese possi- pitalista, non gli assestiamo nessun èhiarificatrici e sistematrici di cui me è ·stato ricordato a proposito bile, dopo un ultimatum presentato ceffone; nè gli contestiamo compi- lungamente riportammo nella riu­ delle recenti « rivelazioni » antirus- tramite l'Austria, la pace, al con- ti rivoluzionarii quando, con la sua nione a Trieste la valutazione mar­ se di Churchill, che non hanno ri- gresso di Parigi del 30 marzo 1856, enorme attività in Asia, · economica, xista. 1859: Francia ed Italia con­ velato proprio nulla, corne la tra- che sancl il celebre divieto a navi commerciale, di costruzione di co- tro Austria, che riceve un potente dizione inglese abbia sempre ve- da guerra di varcare i Dardanelli. municazioni e di trasferimento su primo scossone. 1866: Germania e duto di traverso gli approcci colla La freddezza di quella guerra da- nuovi piani di organizzazione uma- · Italia contro Austria, e ·secondo Russia. Alla debole politica del 1878 va sui nervi a Marx, che non ne na delle dormienti sterminate step- scossone. 1870: Germania contro del ministro lord Beaconsfield ri- poteva più di veder prendere Se- pe, fa camminare, come diceva Francia e caduta di Napoleone III. spose. un~ lettera ?ella. stessa regi- bas~opol~ .. divenuta simbolo dell_a I Mehring, _la Rivoluzione da o~cid_en- In ~utto questo ~~mmino fa_ Russia na Vittona: « Se I Ingh1lterra deve forza m1htare russa con la sua dt- te ad oriente. Le proclamaz1om 1- sara sempre fuon del conflltto ma baciare i piedi della Russia, la Re- sperata difesa. Egli scrive il 14 ot- deologiche sono sballate, e contro- sempre con le arroi lungo le fron­ gina non vuole partecipare alla tobre 1854 queste parole. rivoluzionarie verso occidente in tiere, pronta ad ·intervenire. Marx umiliazione del proprio paese, e de- « Sembra alftne ohe i Francesi e modo feroce, ma cio, corne per la la vedrà sempre come riserva della porrà piuttosto la Corona ... La R~- gli Inglesi, possano dare u.n colpo tendenza a espai;idersi della « gon- reazione, e tuttavia si avrà l'avvio ·gina sente che essa non puô conh- I al potere e al prestigio della R~s- :(ia poten~a » dell'ottocento, dipen- alla. indipendenza nazionale e for­ nuare a regnare su un paese. che sia e noi in questo paese guard1a- de do.lie circostanze e non dalla sua maz1one di uno stato unitario in si abbassa fino a baciare i piedi di mo' perciô con un rinnovato interes- propria volontà. Inutile, per cam- Germania ed ltalia. questi grandi barbari... ». Tradizione se al movimento contro Sebastopoli, biare questo, processare « banditi » Nel 1864 si era svolta solo la pri­ borghese e disprezzo della Russia di cui l'ultima notizia è data par- politici, o passare dati soggetti c ma di questo « storico· gruppo » di sono una cosa. La Regina borghese ticolarmente in altra colonna. Co- nominativi da processatore a pro- guerre che costruiscono le condizio­ e il « red terror doctor » hanno me è naturale, i giornali inglesi e cessato, uso Yagoda, uso Beria, o ni di passaggio da un periodo di dunque qua:lcosa in comune? Ba-1 francesi fanno un gran rumore in- altri non morti a tempo per resta- strategia rivoluzionaria al succes­ sta procedere' senza bigottismi. torno a questa intrapresa, e se noi re nell'albo nazionale delle glorie.. sivo. Ma una seconda guerra-insur- Vogliamo incastrare un altro ri- dobbiamo credere loro, nulla di più « Il panslavismo, come teoria po- rezione vi era stata, a rompere il

Ievamento di rotta da capisaldi sto- , grande fu mai udito nella storia mi- litica, ha avuto la sua più lumino- grigioi:e sinistro della fase di con­ rici. La prima grande guerra impe- litare; ma quelli che esaminano i sa e ftlosofica espressione negli trorivoluzione: quella di Polonia, e rialista scoppio, corne lo avevano fatti specifici, gli inesplicabili indu- scritti del conte Gurowski.' Ma que- con esito contrario alle guerre-in­ previsto Marx ed Engels più tardi, gi. le scuse senza senso che accom- sto dotto e distinto pubblicista, surrezioni italiane: la Polonia era nel 1870, fra i tedeschi e le razze pagnano la partenza della spedizio- mentre considerava la Russia come stata tritolata dalla forza russa nel­ unite degli slavi e dei latini. E la ne e tutte le circostanze che la pre- il pernio naturale intorno a cui i le istanze nazionali e democratiche. Inghilterra fu a ftanco della Russia, cedono e vi sono connesse - non destini di questo numeroso e vigo- lllustrammo allora a lungo con ancora zarista. Ma due anni prima, si lasciano imporre. La fine dell'in- roso ramo della umana famiglia la corrispondenza di Marx ed En­ riel 1912, la « stessa » guerra stette trapresa puo essere gloriosa ma il puo solo trovare un largo svilup- gels ed aitre fonti il vivo impegno per scoppiare sul piano del contra- suo inizio si direbbe piuttosto di- P? storico, non concer,iva il pansla- per la insurrezione polacca non so­ sto anglo-russo, per rivalità impe- sgraziato »· . , . . . . v1smo come. ~n~ lega contro l'Eu- l? _n·elle lettere e negli scritti_ poli­ riali nell'Oriente vicino e Iontano. Max dunque p1u m1htar1sta dei ropa e la c1v1lta europea. Dal suo tlc1, ma soprattutto nella « ufficia- La Jettera data prima era dell'a- generali ini?lesi e francesi? Cosl si punto di vista la mira legittima e la le » attività di partito, che culmina

prile: solo nel luglio 1853 l'esercito domanderebbero quelli che si osti- forza espansiva delle energie,slave I nel comizio di fondazione dell'In­ russo doveva, al comando del gene- nano a confondere col pacifismo im- era. l'Asia. A confronto. della deso- ternafionale dei lavoratori e nel po­ rale Paskevitch, rovesciarsi nella belle la posizione dei comunisti di laz10ne stagnante di quel vecchio deroso indirizzo che Marx ebbe

un secolo, finchè il gran movimento del 1789 evocô un antagonista di natura formidabile. N oi intendia­ mo la rivoluzione europea. la forza esplodente delle idee democratiche, e della innata sete di libertà del­ l'uomo. Fin da quell'epoca non vi sono stati in realtà che due poteri sul continente europeo: la Russia e l'assolutismo, la Rivoluzione e la Democrazia. Pel momento la rivo-

fronte alle guerre .Oggi tutto il pro­ letariato mondiale è imbestiato in una campagna sordidamente pacifi­ stica, ma al tempo stesso anche nel centro russo di questo imbonimen­ to internazionale non si desiste dal­ l'esaltare glorie militari, come quel­ le di cui .Marx parla. Ma un mo­ mento! La questione è semplice: nel periodo storico 1789-1871 il marxi­ smo approva date guerre, e una è quella di Crimea. Poi nel period;:i 1914 pa'ssa a disapprovare e a sa­ botare la guerra, da tutte e due le parti. Anche perà quando le appro­ vava, e incoraggiava, lo faceva da una parte sola! La approvazione della guerra da due parti al tempo stesso non troverà mai posto nel marxismo: essa è ammissibile solo per il più banale nazior;ialismo e sciovinismo borghese. Nella guerra di Sebastopoli si vedeva la gloria, concetto commestibile per i lettori comuni, solo dal lato degli assedia­ tori, ed era - bussora rivoluzion:.1- ria alla mano - una gran bella cosa che essi schiacciassero gli as­ sediati. Orbene, non moiti giorni addie­

tro le radiotrasmissioni hanno an­ m,mziato che solennemente il go­ verno attuale di Russia, che osten­ ta ideolog1e marxiste, ha conferito una altissima onorijicenza alla cit-

luzione sembra soppressa, ma essa vive ed è più che mai fortemente temuta.

« Ne è prova il terrore della rea­ zione all'annuncio dell'ultima rivol­ ta di Milano. Ma lasciate che la Russia prenda possesso della Tur­ chia e la sua forza è cresciuta del doppio ed essa diviene superiore a tutto il resto di Europa preso insie­ me. Un tale evento sarebbe una calamità indicibile per la causa del­ la rivoluzione. La conservazione dell'indipendenza turca, o, in caso di una possibile dissoluzione del­ l'lmpero ottomano, l'hnpedimento del disegno russo d'annessione, è una cosa della più grande importan­ za. In questa emergenza, gli inte­ ressi della democrazia rivoluzio­ naria e quelli dell'Inghilterra van­ no di pari passo. Nessuna delle due puà permettere allo zar di far di Costantinopoli una delle sue ca­ pitali, e noi troviamo che spinte contro il muro, l'una e l'altra. gli resisteranno con pari fermezza ». I corsivi sono stati posti da noi,

sia per sottolineare il concetto cen­ trale dell'antagonismo Russia-rivo­ luzione, sia per segnalare la poten­ za della indagine sul futuro storico, il dito posto sulle piaghe di ·conflitti di un secolo e più, corne localizzan­ do Danzica e Trieste sulle coste nord e sud di questa convellentesi Europa.

16. Europa

14. Venga la guerra !

tà di Sebastopoli. nel centenario dell'assedio, per celebrare la glo­ riosa sua resistenza! Simile genia potrebbe almeno di­

sinteressarsi di far portare in altra tomba le spoglie di Marx, in quan­ to i simboli sono -.per Marx e per chi lo intende - sempre imbecilli, ma superimbecilli quando, venen­ do dalla stessa mano, fanno a cal­ ci tra loro, si appendono al petto dei ladri e dei derubati, idealizza­ no carnefice e vittima. Del resto gli stessi onori sono

stati resi alla guarigione di Port Arthur per la lunga difesa del 1905 contro i giapponesi, al tempo in cui Lenin, come Marx per Sebasto­ poli, fremeva perchè la disfatta rus­ sa, come fu, scatenasse la rivolu­ zione, e faceva di quella resa l'e­ spressione del fiaccarsi dello zari- smo. Non si tratta solo di gesti, ma di

prove definitive che il compito sto­ rico del governo russo presente è quello di una rivoluzione borghese, uno dei cui aspetti essenziali è la esaltazione dei « valori » nazionali. ,Ecco Hitler che con piena logica storica innalzava monumenti ad Ar­ minio, o de Gaulle (ultimissimo chiamato a Mosca) che ben si rifa­ ceva all'eroe Vercingetorige.

ed Asia continente, la Russia è una forza civilizzatrice, e il suo contatto non potrebbe che essere benefico. Que­ sta generalizzazione principale, im­ ponente, non è stata, intanto, accet tata da tutte le menti inferiori che del Gurowski hanno adottato l'i­ dea fondamentale. Il panslavismo ha assunto una varietà di aspetti; ed, ora, alfine, noi lo troviamo im­ piegato, in una nuova forma e con un grande effetto apparente, come una minaccia di guerra. Come ta­ le esso certamente dà credito all'ar­ ditezza e alla decisione del nuo­ vo Zar. Ed a che punto la minaccia ha ispirato paura ail' Austria ci pro­ poniamo di dimostrare. (7 maggio 1855). » Rileviamo ancora che questo bra­

no (non. possiamo essere ancora più ampii nelle citazioni, che tuttavia, se alla lettura inserta nell'esposto orale forse affaticano, nella forma testuale riprodotta in resoconto non mancheranno di attirare l'attento studio dei compagni) diffondendosi sulla instabilità dell'Austria, ne pre­ vede .la dissoluzione, e cio in un tempo in cui la forza militare di Vienna era intatta e, negli stessi calcoli di Marx, decisiva in Euro­ pa, e malgrado la poca simpatia per il prevalere della pressione mo­ scovita e del suo piano di supre­ ma direzione degli slavi minori e ,balcanici. Anche qui il metodo se­ guito ha P'!rmesso previsioni sicu­ re sugli eventi, ma soprattutto sul senso delle forze che in essi si e­ splicano.

mandato di redigere. ln tutto que­ sto materiale la esecrazione per la· Russia è senza soste, come vedem­ mo. e nel documento principe la figura del « mostro » viene à caRl­ peggiare nel finale. ln· effetti la m;;­ nifestazione era sorta per solidarie- tà coi ribelli polacchi. e ad opera di Marx era venuto in primo piano l'argomento della lotta proletaria anticapitalista e la fiera critica al moderno regime economico e politi­ co delle potenze democratiche di oc­ cidente. Ecco la nota chiusa dell'in- , dirizzo del comizio 28 sett. 1864.

« Il vergognoso plauso, la simpa­ tia solo apparente o la circoscritta indifferenza, con cui le classi supe­ riori di Europa hanno veduto il ba­ luardo del Caucaso divenire preda della Russia, e l'eroica Polonia an­ nientata dalla Russia, gli attacchi non respinti di questa potenza baF­ barica, la cui testa è a Pietrobur­ go, le cui mani stanno in tutti i gabinetti di Europa, hanno insegn:'i­ to alle classi operaie il dovere di impadronirsi, anch'esse, dei mi­ steri della politica internazionale, di vigilare i tiri diplomatici dei lo­ ro governi, di lavorare, all'occor• renza, in controsenso di essi con o­ gni loro potere e, ove siano messi fuori possibilità di impedire il tiro, di unirsi in una contemporanea pubblica accusa e proclamare le semplici leggi della morale e del di­ ritto, che dovrebbero regolare tan­ to i rapporti dei singoli corne anche le leggi superiori dei mutui rappor­ ti delle ·nazioni. La lot ta per una . tale politica e­

stera costituisce una parte della lot­ ta generale per l'emancipazione del­ le classi lavoratrici. Proletari di tutti i paesi, unitevi». Come altre volte detto, anche

questo testo dovette subire l'impie­ go di una terminologia non piena­ mente soddisfacente per il redatto­ re; non solo operai ma anche « ri­ voluzionarii » intellettuali di varie nazionalità partecipavano a quel comizio e non era facile sradicare da tali teste ideologie più o men• umanitarie e romantiche. Ma sot­ to la forma resta la sostanza sto­ rica: l'appoggio alla Polonia non è in Marx un espediente per non rom­ pere subito con quelle forze. ma una reale urgenza del compito del proletariato, armi alla mano: mo­ strammo come la chiave di tutto il metodo sia li: derisione massima per il piagnisteo dei varii radicali patiti di pace e libertà, rispetto e legame stretto con gli insorti in una lotta con la polizia e l'esercito op­ pressore, indipendentemente dalla loro confessione e catalogazione po­ litica. Potè quindi Marx sctivere ad En­

gels il 4 nov. 1864 le sÙggestive pa­ role: « fui costretto ad ammettere dei passaggi sul dovere, il dirittü, la verità, la morale, e la giustizia: ma sono collocati in modo da non rovinare il complesso ... quelli stes­ si tipi avranno in questi giornt dei meetings con Bright e Cobden per il suffragio- universale (leggi: quel­ la frenaccia). Ci vorrà tempo pri­ ma che il risveglio del movimento permetta l'antica libertà di linguag­ gio... occorre comportarsi fQrtiter in re, suaviter in modo»: duri nel­ la realtà, dolci nella forma. Quanti fessoni ci sono oggi, du­

rissimi nelle chiacchiere, molli schi­ fosamente nella realtà. Qui interessava seguendo il no­

stro filo far vedere che nel 1864 non meno che nel 1854 le artiglie­ rie non cessano di essere puntate sulla II potenza barbarica » di Pie­ troburgo.

18. Bakunin, lo Zar, il panslavismo Possiamo balzare avanti di un al­

tro decennio giungendo al 1873. do­ po che il ciclo delle II guerre rivo­ luzionarie » è definitivamente chiu­ so, e vedremo ancora che la denun­ zia di una qualunque debolezza ver­ so la Russia è ancora per il marxi­ smo la bussola migliore per trova­ re 11 Nord rivoluzionario. Si tratta della lunga pubblicazio­

ne polemica seguita aile scissioni tra marxisti e baktministi nella sto­ rica crisi della I internazionale, se­ guita al tremendo rovesqio della Comune di Parigi, all'inizio del nuo­ vo periodo di controrivoluzione. Come nel 1848, Marx rivolge a'

Bakunin violenti attacchi: i più gravi sono quelli che si riferiscon• alla· sua 9pera politica in Russia, nei rapporti dello Zar riformatore Alessandro che nel 1861 aveva abD­ lita la servitù della gleba. Bakunia è accusato di avere, con suoi .llaDia festi e brochu.rea d~l 1862, mentTe eltri rivoluzionari. denum:iavano ,1 contenuto reazionario della rifor9"a, plaudito allo Zar o quanto meno di­ chiarato che Alessandro ben ppteva • porsi alla testa di una nuova RW!­ sia popolare, se avesse fatta una politica « antitedesca », condotta la guerra contro l'Austria e .la Germa­ nia, e tratteggiata una prospetfr,·a di accordo tra lo Zar e il popolo contadino che avrebbe evitata quel­ la rivoluzione, ftn d'allora invocata dal movimento populista. Marx, che sappiamo non dolce di sale, aupe­ rando la ovvia censura di avere la-­ vorato con Bakunin quando quesii « fece da internazionalista dopo il

(Continua in 4.a :P<lQ.)

\. ;

Page 4: guerra del petrolio e · delle balenearchivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauches...stiane e socialdemocratiche e coe- ·DISTENSIOIE IN l·ARCIA Da Occidente ad Oriente,

4 IL PROGRAMMA COMUNISTA

Russia e rivoluzione nella teoria marxista fJg~:JHl;~tH~tJ~] leggi eccezionali. Ne! 1914 il soci a­

- , !ismo tedesco fu gemello-nemico di quelle francese. Dopo la disfatta Berlino tente, con Carlo e Rosa, la sua Comune, collo stesso risultato: eroismo, sgozzamento da parte della repubb!ica socia!democratica. Venne Hitler a proletariato assente, cadde a proletariato assente, e al più al servizio di borghesie nemiche. Teste Italia. Contumace per i

troppi peccati di scimmiottamento del Risorgimento borghese. in cui più crassamente (malgrado il ge­ neroso comportamento nel dopo­ guerra I) è caduto colla !iberazione partigiana. La deposizione si dà per letta. Teste America. Capitalismo a mil­

le, rivoluzione e partito r i vo luz io­ nario a zero in tutte le epoche. Ed infatti non vi è stata rivoluzione borghese ed antifeudale che scal­ dasse il sangue ai lavoratori, nè poteva tanto la guerra civile 1866 in cui in fondo due mezze borghe­ sie si azzannavano tra loro. Teste Russia. (Vivi rumori ne l­

l'aula, voci di ricusazionè, di irn­ pugnativa di falsi). Questo prole­ tariato aveva da inforcare il più possente destriero di rivoluzione antimedievale che mai i secoli di storia abbiano allenato. Quella bor­ ghesia che « doveva inforcar li suoi arcioni » era una cavallerizza da hurla. Fu allora la classe operaia, che in lunghe attese si era adde­ strata, a fare la grande e tremenda cavalcata - coi passi obbligati di guerre rivoluzionarie e uccisione di monarchi, colla dittatura e il terro­ re, coi Marat e coi Robespierre. Il mito aveva detto che dopo di ciè il destriero della rivoluzione avreb­ be saltato, lanciando flamme dal­ le froge, l'altro tremendo osta­ colo, e iniziata la rivoluzione ope­ raia sullo slancio magnifico che la storia gli aveva offerto, ma al .suo balzo tu.tto J.'occidente proletarto doveva levarsi in piedi per la ca­ rica della morte al capitalismo. E' questo oggi in piedi.

• (Vedi pag. 31

1868 » arriva a commentare quei te­ sti con le seguenti dure parole: « Nel 1862, 11 anni or sono, alla età di 51 anni, il grande anarchico Ba­ kunini professava il culto del!o Sta­ to ed il patriottismo panslavista ». Non è ora il caso di rivagliare

le lunghe po!emiche sulla raggiun­ ta prova di tali accuse, ma preme rilevare corne il polo negativo ri­ voluzionario, nel corso di lunghe fasi, seguita ad essere ravvisato nel­ lo stato e ne!la dinastia di Pietro­ burgo. E siccome abbiamo un primo testo sulla situazione sociale di quel paese ne! giudizio di Marx, convie­ ne estrarlo da quei « pamphlets » tanto accesi.

« Il 3 marzo 1861, Alessandro II aveva proclamato l'emancipazione dei servi, riscuotendo il plauso di

. tutta l',Europa liberale. Gli sforzi di Cernycevskj e del partito rivo­ Iuztonario per ottenere la conserva­ zione del possesso comunale del suolo, erano riusciti, ma in una ma­ niera cosi poco soddisfacente, che anche prima della proclamazione a­ mancipatrice Cernycevskj confes­ sava tristemente: "se io avessi sa­ puto che la questione sollevata da me avrebbe avuto una tale solu­ zione, avrei amato meglio subire una disfatta 'che riportare simile

_vittoria. Avrei preferito che avès­ sero agito alla loro maniera senza alcqn riguardo per i nostri recla­ mi ". Infatti, l'atto emancipatore non era che un gioco di astuzia, La terra era tolta in gran parte ai suoi veri possessori e veniva pro­ clamato il sistema del riscatto del suolo da parte dei contadini. In quest'atto di malafede del!o Zar, Cernycevskj e il suo partito at­ tingevano un nuovo e irresistibile argomento contro le riforme impe­ l'iali. Il liberalismo, schierandosi sotto il vessillo di Herzen, gracchia­ va a squarciagola: "Tu hai vinto, o Galileo!" Galileo in bocca a loro voleva dire Alessandro II. Questo partito liberale, il cui organo era il Kolokol di Herzen, da quel momen­ to in poi non fece che cantare le fodi dello Zar liberatore e, per di­ stoghere l'attenzione pubblica dalle lagnanze e dai reclami che solleva­ va quest'atto impopolare, chiese al­ lo Zar di continuare la sua opera emancipatrice e di imzrare una crociata per la redenzione dei po­ poli slav i oppressi, per la realizza­ zione del panslavismo ». In altri termini, Marx assimila la

posizione di Bakunin a quella dei li­ berali russi cui era bastata la rifor­ ma agraria, senza neppure la pro­ mulgazione di un regime costitu­ zionale, per fare propria la prospet­ tiva di una Russia con lo Zar alla testa· sulla via di una politica bor­ ghese-liberale. Ad una condizione tanto vaga, si sarebbe da costoro potuto ammettere che in Europa le -baionette dello zarismo non fosse­ ro più la riserva principe della con­ trortvcluztone, ma una forza della civiltà liberale, purchè volte contro .gli impeti tedeschi. Da tale opinione Marx continuamente aborre, per quanta la ravina anche di quei due imperi sia al sommo dei suol voti. ·ed egli anche dopo le guerre del periodo medio dell'ottocento conser­ va la direttrice che ove è la forza russa. ivi è .il nemico numero uno della rivoluzione. L'opinione opposta, su una mis­

stone di civiltà europea delle armi russe, polarizzata in senso diame­

-tralmente opposto rispetto alla grande linea storica del marxismo, 'ben si mostra nel 1914 appropriata a liberali borghesi, a socialisti re­ visionisti del marxisme (per la via legalitaria o per quella volontari­ sta) e -da non pochi anarehicl.

moderno proletariato salariato. Come vedremo nello scritto di En­

gels sulle « Cose sociali in Russia », ben presto assume importanza pri­ maria la questione del movimento sociale in Russia, non solo in quan­ to il modo di produzione capitali­ sta comincia a penetrare nelle fron­ tiere in modo imponente, ma anche per la esatta definizione secondo le nostre dottrine della lotta nelle campagne, part.içolarmenta cornp les­ sa per la presenza di classi ed ist i­ tuti il cui schema non puo ridursi nemmeno a quello dell'agricoltura feudale nell'Europa di secoli addie­ tro. Sono infatti nel campo anche forme più antiche di quella feuda­ le, che hanno i caratteri di un co­ munismo primordiale, e ci si do­ manda corne una simile evoluzione si svolgerà, come si collegherà ad essa il formida bile risultato rivolu­ zionario - anche ai fini internazio­ nali - del cro!lo dello zarismo. Dicemmo che un tale quesito ri­

mase fuori dal quadro del Manife­ sto del 1848. Ma esso era già ur­ gente quando il nostro testo fonda­ mentale fu tradotto dalla Vera Sas­ sulich in russo. Stabilisce tale ca­ posaldo, ed apre il passaggio alla seconda parte della nostra ricerca sulla valutazione marxista classica dei problemi russi, la prefazione di Marx ed Engels a tale traduzio­ ne, datata 21 gennaio 1882, epoca in cui la lotta interna era in pie­ no sviluppo, il terrore rivoluziona­ rio aveva risposto al terrore auto­ cratico, e la elaborazione dottrina­ le dei problemi storici era pode­ rosamente cominciata. Il brano decisivo che imposta la

grande questione è quelle che se­ gue. Fu l'ultima prefazione firmata anche da Marx: ulteriormente trat­ tè la cosa direttamente Engels, ri­ pubblicando nel "1894 (ultimo scr'it­ to in materia anche per lui )' una sua nota del 1875, e facendo leva su una storica lettera di Marx del 1877: testi che dovremo citare e commentare estesamente. In tutto questo corso si esamineranno que­ stioni sociali di primo piano, ma ritornerà ancora e fino alla fine il leit-motiv: non passa la rivoluzio-

20.

ne in Europa, se la potenza russa non cade.

« Passiamo alla Russia. Al tempo della rivoluzione del 48-49, non solo i monarchici, ma gli stessi borghesi europei, vedevano nell'intervento russo la loro salvezza contre il proletariato che cominciava ad ac­ corgersi delle proprie forze. Essi proclamavano la zar capo della rea­ zione europea. Oggi questi si chiu­ de nella sua Gatchina, prigionierq di guerra della rivoluzione, e la Russia si è spinta ben avanti ne! movimento rivoluzionario di Eu­ ropa.

« Il compito del Manifesto cornu­ nista fu la proclamazione dellIne­ vitabile ed imminente crollo della odierna proprietà borghese. Ma in Russia, accanto all'ordinamento ca­ pitalistico che febbrilmente si svol­ ge e alla proprietà borçhese della terra che si va formando, noi tro­ viamo oltre la metà del suolo tut­ tora in proprietà comune dei conta­ dini.

« Si pone il problema: la comuni­ tà rurale russa, questa forma già in gran parte dissolta della origi­ naria proprietà comune, potrà essa fare immediato passaggio ad una forma comunistica più alta di pro­ prietà della terra, o dovrà essa prima attraversare lo stesso pro­ cesso di dissoluzione che ci presen­ ta l'evoluzione storica dell'Occi­ dente?

« Ecco la risposta oggi possibile: Se la rivoluzione russa darà il se­ gnale ad una rivoluzione dei lavo­ ratori in occidente, per modo che entrambe si completino assieme, m questo caso la odierna proprietà comune russa potrà servire di pun­ to di partenza a una evoluzione comunistica ». Prima di passare da! primo a­

spetto del gran tema storico, quel­ lo dell'antagonismo tra Russia au­ toJratica ed Europa democratica, al secondo, quello del rapporto tra rivoluzione russa e rivoluzione pro­ letaria europea, e tra questione a­ graria russa e ciclo del capitalis~o in Russia, occorrerà tuttavia una digressione.

Disegno· di una ·controtesi d isf attista

contadini, impiegati e cosi via; non lo puô, contro la borghesia, il pro­ letariato delle imprese, rivoluzio­ nario si come classe mobilitabile, ma non corne mobilitatore. Cosi eglr. cui potremmo dare cento noti no­ minativi, seguita a dire. Sistemata ovunque la moderna

civiltà capitalistica, sia pure con altri cicli di guerre locali e gene­ rali. ed esauriti i moti proletari che queste tappe avranno ist igato, saranno passate tutte le occasioni storiche di un potere autonomo del proletariato, di una società econo­ mica non basata sulla proprietà, la azienda e il mercato, e si chiuderà il ciclo di questa grande illusione dottrinale figlia dell'ottocento. Cos] egli continua.

21. Le pro,e del diavolo Il nostro scettico, cimco. itterico

avversario si china sul suo dos­ sier e snocciola la sua documen- tazione. Teste Inghilterra. Il proletariatci

di questo paese non ha fatto rivo­ luzioni dopo quella borghese, al tempo della quale non era una persona storica, e si e non fu visto dare una mano a decapitare il re, Sebbene dalle sue condizioni sia sta ta costrui ta la classica · teoria della inevitabile rivoluzione di classe, non ha avuto e non ha par­ titi rivoluzionari. Quando nel 48 i inarxisti inneggiano al moto car­ tista, non possono non ammettere che è una ribellione per una corn­ pleta, conseguente rivoluzione bor­ ghese, per una «_ carta » più hors ghese. Teste Francia. Il proletariato di

questo campo si è più volte battuto con eccezionale vigore. Ma è sempre scattato dalla rivoluzione borghese, e quando ha rotto colla borghesia e questa lo ha fiaccato, è rimasto lungamente colle reni rotte a ter­ ra. 1793: Babeuf lotta per una esa­ sperata uguagltanza: cade eroica-1 Due sono le conclusioni che vi mente ma nel vuoto: anche dal restano. il diabolico contraddittore, punto marxista aveva torto. 1831. I che abbiamo evocato, ci grida. Avviene lo stesso appena gli operai · Primo: per la sola via che la di Parigi osano pretendere di poter storia am mette, la rivoluzione di fare altro, che cambiare la monar- Marx ha vinto in Russia: riconosce­ chia codina con quella borghese. te in essa la vostra economia, la 1848-49. Idem con patate ossia con vostra società, la figlia della vera, borghesia a mani insanguinate fino della Santa Rivoluzione. al gomito, quando vogliono altro Secondo: la seconda delle due ri­ che repubblica borghese. Restano voluzioni giace abbattuta. Il santo imbelli ne! colpo di Stato di ·Luigi non è santo. La Russia è pieno cc­ Napoleone; lui, c non essi, mobilita pitalismo: non avrà più bisogno di la plebe. 1871. Insorgono per risol- rivoluzioni borghesi. Conforme all-a levare l'onore nazionale, ma appe- conclusione della storia, una rivo­ na la loro avanguardia costituisce luzione non vi esploderà più giam­ un governo di dittatura di classe e mai. Il procuratore forcuto ha con­ sono ancora una volta spazzati via, cluso. Il pubblico mormora che la cadendo da eroi, non rialzano ptù nostra causa è perduta. la testa. La Francia non avrà par- No. Nel seguito di questa nostra tito rivoluzionario, nè marxista po- ricostruzione storica, rigetteremo la tente: al 1914 il proletariato affo- prima conclusione perché in Russia gherà nelle istanze scioviniste iper- non è potere proletario e socialismo. borghesi. Ma rigetteremo la seconda. Ivi e Teste Germania. La nascente clas- dovunque, non essendo il marxismo

se operaia entrô in qualche modo un rigurgito di quarantottismo ma in scena ne! 1848-49 a fianco della una autoctona energia rivoluziona­ borghesia, di cui non condivise ria, la morte del capitalismo bor­ una gloriosa _ vittoria ma una vana I ghese. Barà morte violenta, rivolu­ impotenza. Si organizzô poi in mo- zonana, per ferro e per fuoco.

Sappiamo che la messa a punto j chè nebbia asfissiante in cui spart­ di questo argomento della solidarie- sce ogni netto contorno) da quelli tà, nel dato campo storico, tra mo- che vogliono avvalorare la sfiducia derna classe operaia e guerra di e il disfattismo di classe, e conce­ sistemazione nazionale e liberale, dere che la rivoluzione propriamen­ e più il collegamento e l'analogia te operaia ha perduto tutti gli au­ col rapporto attualissimo tra rivo- tobus della storia: non verrà più, luzione anticapitalistica e movimen- anzi non era che un semplice mi­ ti dei" popoli di colore, tanto con- raggio dei tempi romantici in cui tro i loro regimi interni quanto si sollevè la classe eroica per an­ contro l'imperialismo estero, non tonomasia: la borghesia, cui nel· lasciano di preoccupare moiti corn- Manifesto er igëmmo un monumen­ pagni, to, illudendoci di prepararle altret- N on è infatti agevole sistemare tanto grandioso il sepolcro: noi,

bene la differenza grandissima tra becchini falliti. la impostazione marxista della Il nostro. « avv~cato del diavolo » o· tr I . t d .

11 t .

questione e le tante deviazioni del (cosi si chiama nel linguaggio co-

~!~ag::!~e 0~:~:~:::~nth~0:e~: :u~:n~r:!!::~:t.

0 ~~e. i:::~::t0~es:! 18 0 e QDID 8 e a S Orla

lasciato alcun posto allo schiera- fini del contraddittorio di causa e Si legge sul Corriere della Sera a~e massime di una politica ame- mento aperto di classe del proleta- di una sicura decisione, di propu- deU'S corr., da Washington: ricana per tutto !'Oriente» di cui riato di fronte al capitalismo pie- gnare la tesi contraria, confutare i « Il contrammiraglio Kimmel, che si sapeva che i aiapponesi l'avreb­ namente sviluppato, alla integrale fatti, i miracoli, addotti a prova era comandan~e in capo della flotta bero immediatamente respinto, e autonomia, dalla nostra corrente della santità del soggetto) ha dun- del Pacifico durante l'attacco giap- che iu: infatti reBpinto come una sempre strenuamente propugnata, que la parola. Siamo per la libertà ponese a Pearl Harbour, dichi11ra « specie di ultimatum»; 2) redigen-. della teoria del partita, della sua di parola, dunque? Si, ma quando oggi che il Governo Roosevelt deli- do il giorno -dopo una dichiàrazion_e organizzazione: e delle sue istanze il contraddittore è fetente, gli <!et- beratamente permise che avvenis- secondo cui il « Giappone poteva storiche e politiche nel movimento, tiamo noi quello che ha da dire. se senza :preavviBo l'attacco giap- armai rompere da un momento ai­ ne! reale combattimento. · La storia non ha esempio di una ponese che tredici anni or sono get- l'altro » e che la parola era an'e- Per chiarire posizioni di questa rivoluzione della classe operaia che tà nella auerra l'America. sercito e alla flotta degli U.S.A.; 3)

natura abbiamo moite volte ricorso non abbia preso lo slancio e tro- Kimmel dice che gli esponenti ignorando volutamente i messaggi al metodo di tracciare noi le con- vato appoggio in una rivoluzione dei Dipartimenti della GueTTa e seareti intercettati in merito al trotesi con le quali ci 1i combatte, borghese, _ossia scatenata per riven- della Marina Mn notijicarono in- prossimo attacco a Pearl Harbour, e che sono in fondo le stesse, da dicazioni borghesi: indipendenza formazioni segrete e messaggi aiap- e la steBSa nota di rottura - giappo­ quando il marxismo si è formata nazionale, libertà politica, ugua- ponesi intercettati da cui si poteva nese che avrebbe dovuto euere

E' soltanto verso il 1875 che con ed imposto. Oggi l'avversario ha glianza giuridica dei cittadini. 'Cosi chiaramente capire che i'attacco consegnata alle ore 13 del 7 dicem­ .:acritti pubblici Marx, e con lui En- preso forme particolarmente flacci- egli esordisce. e·ra imminente. Se queste informa- bre e che i diriaenti americani fe­ ,gels, ci danno trattazioni d~l pro- ~e e s~nz~ contorno nè saldezza,. ed . 1~ mondo moderno afferma la sua zioni. fossero :rtate pa.,s~te _ egli cero in ~odo che fosse consegnata blema russo, oltre che sotto il pro- 1 colp1 v1 affondano senza fenre: c1v1Ità ~olla venuta al p_otere della afferma _ sia pure alla vigilia del- solo un ora dopo, un'ora trop­ fllo, fin qui da noi ricostruito, del questo _fattore concorre ,non poco bor~hes1a, è questa che m gene~ale l'attacco, le navi da auerra ame,,i- po tardi, cosicchè la flotta ame­ ,gtoco delle guerre - rivoluzioni di alla fase di totale smarrimer.ito del- av".1ene col -processo detto « ~i~o- cane che vennero distrutte nel ricana ricevette ordine di rimane­ formazione della Europa democra- l'azione d~lla classe opera1a, che (uzione »._ oss1a con la guerr~ c1v1le, porto, avrebbero potuto ,uscire al re concentrat~ ·a Pearl Harbour tico-capitalistica, sotto quello del ovunque s! trav~rsa: . . Il_ rove~~iament~ violenta di ~n re- largo per intercettare gli incursori dove, nelle prune ore del pomerig­ ,gioco delle forze sociali allo ÏJlter-1 Urge ev-1tare Il rifugio_ di qua!- gime, 1 msu~rezwne arm~ta, il, t~r- prima che scendessero all'attacco ». gio, fu attaccata e distruttci dai nip- no del misterioso immenso paese. che elemento buono e utile nel ri- rore contro 11 caduto reg1me, la dit- N . . . ponici. Non solo Roosevelt non fu

· · · · d 1· · ·t d' t t · l · · c si eg1· ro on conosc,amo il testo di que- Finora monarchia stato eserc1- g1d1smo, ne1 ua 1sm1 senza v1 a 1 aura nvo uz10nar1a. o I P - d' h' . . h bbl' dunque « sorpreso » dal fatto ma ' . ' · · · · 11 · t ste ic iaraz,oni c e, pu icate da · . • to russo li abbiamo v1sti trattah cm facemmo la critica ne a m ro- segue. f l .. t . . t , lo ncevette come premessa ne-

, · d' T · t s 1 1 ·t· d" l'zza e le una ra e piu no e rivis e ameri- . corne una forza operante corne um- duz1one al rapporto I ries e, o o a necess1 a I rea I r bb . ceBsana e come giustificazione · h t · t h d 'b'l l cane fare ero parte d1 un volume . tà· il che tuttavia non autor1zzava quando mostrammo anc e corne a- 1s anze c e ren ono poss1 1 e a . • . . . prefabbricata dell'entrata in guer-

. · · · · · · J d · 'ltà l'b l h I for di prossima pubbltcaz1one dell'am- al travisamento stupido dell'od10 le sempbc1smo s1stemahco s1a mo - mo erna c1v1 1 era e, a a • . . . . - ra. D'altronde deponendo davanti · · · d'ff I · · a d1· muover le m ss alla batta- miraglto. Ma dobbiamo dire che la . . • contro il popolo slavo attr1buito a to serv1to a I amare a posiz10ne z e a e . . . alla commissione d'inchiesta sull'at-

. · · t gl' · 1 t N s ge anno faccenda d1 Pearl Harbour era gia p Marx. Ora eompiamo un trapasso, assunta dalla sm1stra co~~ms a 1a. socia e _arma !'-. on or r . tacco a . earl Harbour nel l946, l'ex continuando sempre lo studio della italiana ed internazionale gia net- pari_ ever.iti _sto~1c1, qua~do t_utte nota da t~mpo, almeno a c~, ser,retario alla guerra Stimson· di­ valutazione della Russia nei classi- tamente nell'immediato primo. do- 1~ nvend1_caz10m della r1v?luz1one I a vesse occ~i per le~gere, <:ome ri- chiaro che « per ottenere il pieno ci testi marxisti, ma venendo ad e- poguerra, mentre è ?i g~ande. mt: ~1beral~ s1an~ state conqu1siate . e corda Dante( <?u:rm ( « Ou va le appoggi? del popolo americano » aaminare quella concernente le for- resse corne tale atbtudm~ dt cri- Il periodo d~ _I~tt~ con".ulsa, s1a ~euple americ~m. », v0!- I, p. 212), era desiderabile che Ki giapponen u interne, dopo avere rilevato i tica e dL risoluta opposiz1one ab- passato,_ per i~n~iativa dei soli la- il grande storico amencano Char- tirassero il primo colpo » e che, taglienti giudizi sulla azione all'e- bia avuto conferme decise, no~ 11oraton salar1ati e per _efl'.etto de~ les A. Beard raccontà nel 1948, nel- malgrado i rischi impliciti in que­ atemo. dalla popolarità, ma dagli stess1 fattore . del ~o~trasto _di _mteress~ l~ sua monumentale opera « P_re- sta tattica, il governo volle che il Ne abbiamo trovato un prim9 eventi storici. . tra _ess1 ~ ~h 1mprend1tor1, c~e ~1 sident Roosevelt an~ the C~mm~ primo atto di aperta (J(Jgressione

jipdnto nella ultima citazione con- Crediamo quindi uhle enucl~are esph_c~era m aitre_ forme_ e_ s1 r1- of th~ War »: la ~tona vera. d1 que, zo commettesse Tokyo. Cori il ma­ <tro Bakunin, in cui avviene uno corne il materiale del grand10_so s~lvera per aitre _v1~ ~ved1 ~1e~heg- .gmrn,, c~e si puo co~p~ndiare_ nel- cello fu preparato e voluto per la ch, nto contro il liberalismo problema della « doppia rivoluz10- g1are da modermss1m1 stud1 smda- la semphce formula. « il Presiden- gloria della democrazia e la "'"er-

.i ierame . . . t t 't . t ·1 f ... ' ,,_ .__ h e russo (di base intellettuale ne» ossia dell'innesto del movimen- cab ed econom1c1 s a um ens1 que- e e i suo governo ecero del loro . ra divenne una guerra di difesa ...,rg es 'd' · · ") 1· l' ··· ·• h c·aJe) a favore del moto to proletario sulla rivoluzione bor- ste ranci 1ss1me eccez1on1 . meg io per provocare aggressione contro l'aggressore' fi! of.c ': so r~ e terrorista delle ghese democratica (e nazionale) Puô la borghesia e la forza delle nipponica »: 1) rimettendo il 26 no- Andate poi a far~ una distinzione n~t"z~~::a~~ne, per insufflciente viene ordinato. (se a s_imile genl~ istan~e su~ l?roprie m~bilit~r! 1~ vembre 19~1 al governo. di Toky? fra attacco e difesa, fra aggressivi­ ~e esso &ia rispetto aile lotte del conv~nisse ordme mamfesto, anz1- class1 med1e, mtellettuah, arhg1am, un memoriale contenente le « esi- td e pacijismo, fra buoni e catti1'i!

)9. Russia dal di dentro

,.

Bilanci freddi

' « Ecco - espressa in miliardi di

lire - la progressione delle cifre relative alle spese militari comples­ sive dei Paesi europei associati nel patto atlantico: 1950: 32.500; 1951: 48.600; 1952: 66.100; 1953: 74.200. Occorre naturalmente aggiungere a questi dati le spese militari - al­ meno altrettanto inaenti - del blocco russo. Riesce quindi abba­ stanza facile a chiunque calcolar , quanto costino la guerra fredda , l'antagonismo dei due blocchi: al meno 150 mila miliardi. Una cifn che appare in tùtta la sua assurdc enormità solo che si ponga mente al fatto che il reddito nazionale ita­ liano è calcolato nella somma di diecimila miliardi di lire » (Risor­ gimento Socialista, 7-11 ). E' un bilancio freddo: figurarsi

poi se 'fasse· câtdo ...

VITA_ del

--•••-­ Teaaeramento

Rimangono in vigore per il 1955 le disposizioni per il tesseramento 1954: quote mensili di L. 100; tes­ sera lire 200, ferme restando le di­ sposizioni statutarie e di principio riguardanti l'iscrizione del militan­ te al Partito di classe. I gruppi, le sezioni e federazioni

e i compagni isolati, ci comunichi­ no sollecitamente il numero di tes­ sere richieste per il tesseramento 1954.

·-

'

t Giorliale Le sezioni provvedano al rinno­

vo degli abbonamenti di loro spet­ tanza, e i compagni procurino di allargare la cerchia degli abbonati. Dove è possibile, si studino e si · mettano in pratica i metodi di ven­ dita diretta e per edicola, per una maggiore diffusione del giornale. I risultati ottenuti ne! 1954 lascianc prevedere, se gli sforzi saranno con tinuati in modo tenace e costante, un graduale aumento della d;ffu­ , sione. I corrispondenti sono invit .i a

mettersi al lavoro per l'arricchi­ mento delle rubriche e del notizia­ rio del giornale.

SoHoscrizioni Le sottoscrizioni 1954 hanno rag­

giunto una cifra notevole; tuttavia insufficiente a far fronte alle spese della stampa e dell'organizzazione. Saranno distribuiti 'moduli per la raccolta di contribuiti 1955. Indipendentemente dalle sotto­

scrizioni. va rivolto a tutti i com­ pagni un appello per il rapido sal­ do delle pendenze verso l'ammini­ strazione in conto giornale e quo­ te. L'intensiftcazione della propa­ ganda, lo sviluppo delle pubblica­ zioni, i contatti con le sezioni, di­ ,pendono da un regolare afflusso al centro delle somme dovute.

: ·'Î ... f~' ,•·

Perchà la nostra sta1pa viva GENOVA: Bruno Sisifo 150, Giul­

li 50, Giuanin della pippa 50, Pino 50, Bianchi 50, Pasca 50, Tito 200, Moroni 50, Jaris 300, Dante 50, 0- r.e&te 50, Guglielmo 50, Ateo 50, Guido 100, Piero 150, Baffo 50, Fran­ cesco 50; TRIESTE: :XXX 200, Se­ condo I. 200, Papaci 500, Aldo 50, Franz -100, Nini 300, Dante 50, Vit­ torio 500, da un triestino all'estero, ricordando Teresa S,. Pietro Bullo e Pelis, Gruppo W 3000; MILANO: Il dentifricio di Sergio 200, Tonino 130, Bottiglie 200, Porcospino 560, W Lenin 440, Sergi.o 200, Poci salu,: tando tutti i vecchi compagni 500, la sezione al giomale 2240, Vitto­ rio 300; ANTRODOCO: Luciano 250, Lilliput 250; COSENZA: Natino 15,000; ROMA: Alfonso 10,000; CA­ SALE: Bec Baia del Re 75, Coppa . M. 50, Fermo 50, Rusin Baia 25, Pino Borgo 190, Bergamino ·75, Or­ dazzo 100, Zavattaro 50, il sarto 70, Miglietta 100, Checco salutando Asti ·65, TOTALE: 36:950; TOTALE PRE­

CEDJ™"TE: 505.203; TOTALE GE­ NERALE: 542,153.

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N.B. - La chiusura delle sotto­ scrizioni 1954 al prossimo numero.

VersamenH NAPOLI: 500; SCHIO: 600, AN­

TRODOCO: 600; FORLI': 3780; G~ NOVA: 1500; PORTOFERRAIO 300; CASALE: 900; GENOVA: 500. TRIESTE: 13,250,

Responsabile BRUNO MAFFI

Ind. Grafiche Bernabei e C. Via Orti. 16 - Milano Reg. Trib. Milano N. BI