GROUP SOLVENCY AND FINANCIAL CONDITION REPORT · C.2.3. Tecniche di mitigazione 70 C.2.4....
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GROUP SOLVENCY AND FINANCIAL CONDITION
REPORT Relazione sulla solvibilità e sulla condizione finanziaria di Gruppo
Indice
SUMMARY 7
A. ATTIVITÀ E RISULTATI 13
A.1. ATTIVITÀ 15 A.1.1. Informazioni generali 15 A.1.2. Aree di attività ed aree geografiche di business 16 A.1.3. Fatti sostanziali relativi all'attività o di altra natura 18 A.2. RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE 19 A.2.1. Risultati conseguiti 19 A.3. RISULTATI DI INVESTIMENTO 24 A.3.1. Risultati delle attività di investimento 24 A.4. RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ 25 A.4.1. Risultati delle altre attività 25 A.5. ALTRE INFORMAZIONI 25
B. SISTEMA DI GOVERNANCE 27
B.1. INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE 29 B.1.1. Struttura, ruoli e responsabilità 29 B.1.2. Politiche retributive 43 B.1.3. Transazioni significative e conflitti di interesse 46 B.1.4. Valutazione dell'adeguatezza dell'organo amministrativo 46 B.2. REQUISITI DI COMPETENZE E ONORABILITÀ 48 B.3. SISTEMA DI GESTIONE INTERNA DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA DEL
RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ 53 B.3.1. Sistema di gestione dei rischi 53 B.3.2. Funzione di risk management 54 B.3.3. Principi, obiettivi e procedure ai fini ORSA 55 B.3.4. Processo di determinazione del fabbisogno di capitale 56 B.4. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO 57 B.4.1. Funzione di compliance 59 B.4.1.1. Ruoli e obiettivi 59 B.5. SISTEMA DI AUDIT INTERNO 60 B.5.1. Ruoli e obiettivi 60 B.6. FUNZIONE ATTUARIALE 61 B.6.1. Ruoli e obiettivi 61 B.7. ESTERNALIZZAZIONE 62 B.8. ALTRE INFORMAZIONI 62
C. PROFILO DI RISCHIO 63
C.1. RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE 65 C.1.1. Descrizione del rischio 65 C.1.2. Esposizione 65 C.1.2.1. Misure di valutazione 66 C.1.2.2. Rischi sostanziali 66 C.1.3. Tecniche di mitigazione 67 C.1.4. Sensitivity analysis e stress test 67 C.2. RISCHIO DI MERCATO 68 C.2.1. Descrizione del rischio 68 C.2.2. Esposizione 68 C.2.2.1. Misure di valutazione 69 C.2.2.2. Rischi sostanziali 69 C.2.2.3. Investimento delle attività in conformità al principio della persone prudente 70
C.2.3. Tecniche di mitigazione 70 C.2.4. Sensitivity analysis e stress test 71 C.3. RISCHIO DI CREDITO 72 C.3.1. Descrizione del rischio 72 C.3.2. Esposizione 72 C.3.2.1. Misure di Valutazione 72 C.3.2.2. Rischi sostanziali 73 C.3.3. Tecniche di mitigazione 73 C.3.4. Sensitivity analysis e stress test 74 C.4. RISCHIO DI LIQUIDITÀ 75 C.4.1. Descrizione del rischio 75 C.4.2. Esposizione 75 C.4.2.1. Misure di valutazione 75 C.4.2.2. Rischi sostanziali 76 C.4.2.3. Utili attesi in premi futuri sezione Danni 76 C.4.2.4. Utili attesi in premi futuri sezione Vita 76 C.4.3. Tecniche di mitigazione liquidità 77 C.4.4. Sensitivity analysis e stress test liquidità 77 C.5. RISCHIO OPERATIVO 78 C.5.1. Descrizione del rischio operativo 78 C.5.2. Esposizione 78 C.5.2.1. Misure di valutazione 79 C.5.2.2. Rischi sostanziali 80 C.5.3. Tecniche di mitigazione 80 C.5.4. Sensitivity analysis e stress test 81 C.6. ALTRI RISCHI SOSTANZIALI 81 C.6.1. Descrizione dei rischi 81 C.6.2. Esposizione 81 C.6.2.1. Misure di valutazione 82 C.6.2.2. Rischi sostanziali 83 C.6.3. Tecniche di mitigazione 83 C.6.4. Sensitivity analysis e stress test 84 C.6.5. Operazioni infragruppo 84 C.6.6. Concentrazione 86 C.7. ALTRE INFORMAZIONI 87
D. VALUTAZIONE A FINI DI SOLVIBILITÀ 89
D.1. ATTIVITÀ 91 D.1.1. Valore delle attività alla data di valutazione 91 D.1.2. Metodologia e ipotesi utilizzate per la valutazione degli attivi 92 D.2. RISERVE TECNICHE 97 D.2.1. Riserve tecniche Non Life 97 D.2.1.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione 97 D.2.1.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche 97 D.2.1.3. Incertezza delle riserve tecniche 100 D.2.1.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo 100 D.2.1.5. Misure di garanzia a lungo termine 101 D.2.2. Riserve tecniche Life 102 D.2.2.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione 102 D.2.2.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche 102 D.2.2.3. Incertezza delle riserve tecniche 105 D.2.2.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo 106 D.2.2.5. Misure di garanzia a lungo termine 106 D.2.3. Valore delle altre passività alla data di valutazione 108 D.3. ALTRE PASSIVITÀ 109
D.3.1. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle altre passività 109 D.4. METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE 113 D.5. ALTRE INFORMAZIONI 113
E. GESTIONE DEL CAPITALE 115
E.1. FONDI PROPRI 117 E.1.1. Obiettivi, politiche e processi per la gestione dei fondi propri 117 E.1.2. Struttura, tiering e qualità dei fondi propri 118 E.2. REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO 124 E.2.1. Requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) 124 E.2.1.1. Importo e struttura del requisito patrimoniale di solvibilità 124 E.2.1.2. Semplificazioni adottate nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità 125 E.3. UTILIZZO DEL SOTTOMODULO DEL RISCHIO AZIONARIO 125 E.4. ALTRE INFORMAZIONI 125
F. ALLEGATO: TEMPLATES FOR THE SOLVENCY AND FINANCIAL CONDITION REPORT 127
G. RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE 141
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Summary
Il documento SFCR è stato prodotto in conformità con la normativa Solvency II e, in particolare, con il Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014 e con il Regolamento attuativo Ivass n. 33 del 6 dicembre 2016.
Overview societaria
Reale Group è costituito da quattordici imprese di cui sei società assicurative, due società immobiliari, una società bancaria, tre imprese di servizi e due holding assicurative.
Business performance
Il 2016 conferma l’andamento positivo di Reale Group con un utile netto di esercizio di 131 milioni di euro, contro un risultato positivo realizzato nello scorso esercizio, pari a 159 milioni di euro. La variazione è riconducibile al minore apporto delle plusvalenze da realizzo ottenute dalla gestione degli attivi mobiliari (60 milioni di euro contro 91 milioni di euro del 2015). Il risultato del conto economico complessivo, che comprende gli utili o perdite sulle attività finanziarie disponibili per la vendita e gli utili o perdite attuariali relative a piani a benefici definiti ammonta 106 milioni di euro (80 milioni di euro alla chiusura dell’esercizio precedente).
In termini di risultati di sottoscrizione, i premi lordi contabilizzati ammontano a 3.849,1 milioni di euro, in crescita delllo 0,05% rispetto al precedente esercizio, ottenuti per il 77,6% in Italia e per il 22,4% in Spagna. Le Lob Danni hanno realizzato una raccolta premi del lavoro diretto pari a 2.745,1 milioni di euro, in aumento dello 0,6% rispetto al 2015, mentre le Lob Vita evidenziano un calo nella raccolta premi del lavoro diretto del 1,4% e un volume complessivo pari a 1.102,8 migliaia di euro.
Il combined ratio operativo delle Lob Danni evidenzia una redditività operativa in miglioramento rispetto all’esercizio precedente, passando dal 95,6% del 2015 al 95,0% del 2016.
Sistema di governance
La Capogruppo, anche in relazione alla sua natura mutualistica, ha sempre posto particolare attenzione nella strutturazione del proprio sistema di governance con l’obiettivo di conseguire gli obiettivi strategici nel rispetto dei limiti di rischio prefissati e di diffondere una forte cultura del controllo dei rischi a tutti i livelli aziendali e a tutte le Società del Gruppo.
In relazione al sistema di gestione dei rischi, il Gruppo adotta un sistema a “tre linee di difesa”. A fronte degli obiettivi definiti dal Consiglio di Amministrazione (cd risk appetite), le singole funzioni di business sono responsabili della gestione e contenimento dei rischi di loro pertinenza, le funzioni di controllo di secondo livello supportano le funzioni operative nella definizione delle metodologie di gestione dei rischi e monitorano nel complesso l’aderenza del profilo di rischio del Gruppo rispetto al risk appetite, e la funzione di terzo livello (l’Audit Interno) verifica che l’impianto di gestione dei rischi risulti efficace e conforme alle normative interne ed esterne. Tutte le direttive impartire dal Consiglio di Amministrazione in relazione all’impostazione del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sono contenute in apposite policy che vengono implementate sotto la responsabilità dell’Alta Direzione e declinate in limiti operativi a cui le funzioni di business devono attenersi.
Non si segnalano variazioni significative nel sistema di governance nel corso dell’esercizio.
Profilo di rischio
Reale Group nella determinazione del requisito di capitale regolamentare, in accordo con quanto stabilito dalla normativa comunitaria e da quella nazionale di recepimento, utilizza la standard formula ai fini del calcolo del proprio SCR “Solvency Capital Requirement”. L’SCR è l’ammontare di capitale che deve essere detenuto per far fronte ad eventi estremi che si verificano mediamente una volta ogni 200 anni con
SFCR 2016 8
l’obiettivo di garantire un’elevata solidità nei confronti degli assicurati.
Di seguito la rappresentazione del profilo di rischio del Gruppo per singolo modulo di rischio della standard formula prima della diversificazione e prima dell’apporto del SCR delle compagnie collegate e di Banca Reale:
A seguito dell’effetto della diversificazione, dell’aggiustamento per imposte differite e per riserve tecniche e dell’apporto dell’SCR delle compagnie collegate e di Banca Reale, l’SCR ammonta complessivamente a 1.235.698 migliaia di euro.
Sulle esposizioni principali il Gruppo utilizza strumenti di mitigazione del rischio al fine di ridurre l’esposizione nei confronti dei rischi assunti, mediante il ricorso alla riassicurazione, e di limitare le perdite di valore a cui possono incorrere gli asset mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati di copertura.
Valutazione ai fini di solvibilità
Reale Group, ai fini di solvibilità e in coerenza con quanto stabilito dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35 e con il Regolamento Ivass n. 34/2017 ha valutato le attività in conformità ai principi contabili internazionali IAS/IFRS adottati dalla Commissione Europea a norma del Regolamento (CE) n. 1606/2002 a condizione che tali principi includessero metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva Solvency II 2009/138/CE. Nel caso in cui la valutazione prevista dagli IAS/IFRS non produca valori economici come richiesto dalla Direttiva Solvency II, sono stati applicati opportuni modelli di valutazione alternativi. In relazione alle riserve tecniche, in coerenza con il Regolamento Delegato (UE) 2015/35 e con il Regolamento Ivass n. 18/2016 sono state determinate come la “Best Estimate”, ovvero come la media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro a cui è stato aggiunto il “Risk Margin” calcolato come il costo della costituzione di un importo di fondi propri ammissibili pari al requisito patrimoniale di solvibilità necessario per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. Di seguito si riportano i valori di attivi e passivi valutati seguendo i criteri IAS/IFRS e Solvency II:
814.392
79.020
798.487
84.697
98.629
121.983
Market risk
Life underwriting risk
Non‐Life underwritingrisk
Health underwritingrisk
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Con riferimento agli attivi, le differenze di valutazione derivano principalmente dalla valutazione a fair value degli investimenti immobiliari, che nel bilancio redatto secondo i principi contabili IAS/IFRS sono valutati al costo ammortizzato. Si segnala che la parte di attivi soggetti a modelli alternativi di valutazione rappresenta una parte del portafoglio residuale pari a 3,46% del totale investimenti del Gruppo. Con riferimento ai passivi la principale variazione è determinata dalla sostituzione delle riserve IAS/IFRS con le riserve Solvency II determinate come precedentemente esposto.
Gestione del capitale
Il processo di determinazione dei fondi propri di Reale Group è stato effettuato partendo dalla quantificazione dei fondi propri di base, costituiti dal fondo di dotazione e dalla riserva di riconciliazione. La riserva di riconciliazione è stata definita come l’eccedenza delle attività sulle passività, valutate secondo i criteri illustrati nel paragrafo precedente. I fondi propri sono stati successivamente classificati per livello (Tier) sulla base dell’effettiva capacità di assorbire le perdite stimate nel processo di calcolo del capitale regolamentare (SCR).
Total
Assets
14.215 mln
Total
Liabilities
11.783 mln
Own Funds
2.432 mln
Total
Assets
14.577 mln
Total
Liabilities
11.509 mln
Own Funds
3.068 mln
Statutory Value Solvency II Value
SFCR 2016 10
Di seguito una tabella riepilogativa del livello dei fondi propri e del loro Tier:
Di seguito il rapporto fra gli Eligible Own Funds del Gruppo e il capitale regolamentare al 31 dicembre 2016 (importi in milioni di euro).
Total
Liabilities
11.509 mln
TIER 1
Total
Assets
14.577 mln
Own Funds
3.068 mln
Fondo di
Garanzia
60 mln
Reconciliation
Reserve
3.008 mln
Solvency II Value
Total
Liabilities
11.509 mln
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Il Solvency Ratio di Reale Group è pari a 247,8% e, considerando che il livello minimo prima che vengano attuati interventi di vigilanza è pari al 100%, rappresenta un grado di solidità particolarmente elevato e coerente con gli obiettivi prudenziali che guidano la strategia del Gruppo.
Eligible Own Funds 3.062 mln
SCR 1.236 mln
Solvency Ratio 247,8 %
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A.1. ATTIVITÀ A.1.1. INFORMAZIONI GENERALI
Reale Group opera in Italia, in Spagna e in Cile nel settore assicurativo attraverso la capogruppo e le Società controllate e collegate. Il Gruppo è attivo anche nel settore immobiliare, bancario e in quello dei servizi.
Reale Group ha sede legale e Direzione Generale in Via Corte d’Appello, 11 – 10122 Torino (Italia) ed è sottoposta alla vigilanza dell’Ivass con sede legale a Roma, 00198 – Via del Quirinale, 21 e alla Revisione Contabile della società E&Y S.p.A. con sede legale a Roma, 00198 – via Po,32; il Partner responsabile della Revisione Contabile è il dottor Paolo Ancona.
Nella tabella che segue si riporta l’elenco delle Società del Gruppo al 31 dicembre 2016, con l’indicazione della relativa quota di partecipazione diretta, indiretta e dell’interessenza totale di Gruppo.
Società Settore % Società e % Interessenza
diretta indiretta di Gruppo
ITALIANA ASSICURAZIONI S.p.A.
Milano assicurativo 100,00 ‐ ‐ 100,00
Cap. Soc. € 40.455.077 Danni e Vita
REALE SEGUROS GENERALES S.A.
Madrid assicurativo 95,00 Italiana Ass. S.p.A. 5,00 100,00
Cap. Soc. € 87.425.600 Danni
IGAR S.A.
Madrid immobiliare 95,00 Reale Seguros S.A. 5,00 100,00
Cap. Soc. € 33.343.480
REALE VIDA Y PENSIONES S.A.
Madrid assicurativo 5,00 Reale Seguros S.A. 95,00 100,00
Cap. Soc. € 10.000.000 Vita
REALE IMMOBILI S.p.A.
Torino immobiliare 85,92 Italiana Ass. S.p.A. 14,08 100,00
Cap. Soc. € 209.500.000
BANCA REALE S.p.A.
Torino bancario 95,00 Italiana Ass. S.p.A. 5,00 100,00
Cap. Soc. € 30.000.000
REALE ITES G.E.I.E.
Torino servizi 81,70 Italiana Ass. S.p.A. 0,02 100,00
Fondo di dotazione € 85.242.782 Reale Seguros S.A. 18,26
Reale Vida S.A. 0,01
Banca Reale S.p.A. 0,01
ITALNEXT S.r.l.
Milano servizi ‐ Italiana Ass. S.p.A. 100,00 100,00
Cap. Soc. € 1.150.000
BLUE ASSISTANCE S.p.A.
Torino servizi 100,00 ‐ ‐ 100,00
Cap. Soc. € 3.120.000
REALE GROUP LATAM S.p.A.
Santiago servizi ‐ Reale Seguros S.A. 100,00 100,00
Cap. Soc. € 9.169.501
REALE GROUP CHILE S.p.A.
Santiago servizi ‐ R. Group Latam S.p.A. 97,00 97,00
Cap. Soc. € 9.353.741
SARA ASSICURAZIONI S.p.A.
Roma assicurativo 31,43 ‐ ‐ 31,43
Cap. Soc. € 54.675.000 Danni
CREDEMASSICURAZIONI S.p.A.
Reggio Emilia assicurativo 50,00 ‐ ‐ 50,00
Cap. Soc. € 14.097.120 Danni
SFCR 2016 16
A.1.2. AREE DI ATTIVITA’ ED AREE GEOGRAFICHE DI BUSINESS
Reale Group svolge attività di assicurazione e di riassicurazione sia nel comparto Danni che nel comparto Vita. L’attività di riassicurazione è marginale, rappresentando lo 0,13% del totale della raccolta.
Il Gruppo svolge attività di assicurazione e di riassicurazione sul mercato italiano (attraverso la Capogruppo Reale Mutua e la controllata Italiana Assicurazioni) e sul mercato spagnolo (attraverso le controllate Reale Seguros e Reale Vida). Si riporta di seguito l’incidenza percentuale della raccolta del lavoro diretto realizzata in Italia e in Spagna (alla chiusura dell’esercizio precedente le percentuali di incidenza erano rispettivamente pari al 78,79% e al 21,21%).
Si riporta di seguito l’incidenza percentuale della raccolta Danni e della raccolta Vita del lavoro diretto sul totale della Compagnia al 31 dicembre 2016 (alla chiusura dell’esercizio precedente le percentuali di incidenza erano rispettivamente pari al 70,93% e al 29,07%).
LOB NON LIFE; 71,33%
LOB LIFE; 28,67%
TOTALE PREMI CONTABILIZZATI LAVORO DIRETTO
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Nei grafici che seguono si riporta l’incidenza percentuale delle singole Lob nell’ambito della raccolta Danni e della raccolta Vita:
SFCR 2016 18
A.1.3. FATTI SOSTANZIALI RELATIVI ALL'ATTIVITÀ O DI ALTRA NATURA
L’esercizio 2016 è stato caratterizzato dall’avvio del progetto mirato alla costituzione, da parte della controllata spagnola Reale Seguros, di una compagnia assicurativa Danni nel mercato cileno. Alla chiusura dell’esercizio risultano costituite e operative le due holding funzionali alla realizzazione dell’iniziativa (Reale Group Latam S.p.A. e Reale Group Chile S.p.A.), mentre per quanto riguarda la società assicurativa (Reale Chile Seguros Generales S.A.), è stata al momento presentata istanza autorizzativa all’esercizio dell’attività assicurativa.
Inoltre, in data 2 dicembre è stato sottoscritto un accordo da parte di Reale Mutua con Uniqa Internationale Beteilungs‐Verwaltungs GmbH per l’acquisizione del 99,72% del capitale sociale di Uniqa Assicurazioni S.p.A., società che detiene il 100% del capitale sociale di Uniqa Previdenza S.p.A. che a sua volta possiede il 90% di Uniqa Life S.p.A. e il 100% di Uniqa Intermediazioni S.r.l.. L’acquisizione, soggetta a comunicazioni e autorizzazioni verso le Autorità di Vigilanza, è coerente con la strategia di rafforzamento della presenza del Gruppo nei due mercati di riferimento (Italia e Spagna), è funzionale all’obiettivo di Reale Group di consolidare la propria presenza nel mercato italiano e si combina con lo sviluppo internazionale, attuato sia attraverso gli investimenti nel mercato spagnolo sia con il citato avvio dell’attività in Sud America. Il closing dell’operazione e le necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità competenti sono avvenuti nel primo semestre 2017.
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A.2. RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE A.2.1. RISULTATI CONSEGUITI
I commenti che seguono fanno riferimento ai dati riportati nel QRT S.05.01, che specifica le informazioni di premi, sinistri e spese a livello delle Line of business (Lob) definite dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35, utilizzando i principi di valutazione adottati nella redazione del bilancio consolidato IAS/IFRS.
Complessivamente i premi netti contabilizzati dal Gruppo (net premiums written), ammontano a 3.550.463 migliaia di euro, con un incremento rispetto all’esercizio precedente pari allo 0,13%.
(in migliaia di euro)
2016
Non life insurance gross direct business 2.744.873
Life insurance gross direct business 1.103.018
Total direct business 3.847.891
Reinsurance accepted 1.258
Total direct business + reinsurance accepted 3.849.149
Total no life insurance business 2.745.862
Total life insurance business 1.103.287
Reinsurers' share 298.686
Net 3.550.463
Gestione assicurativa Danni (non life business)
I premi netti contabilizzati (net premiums written) dettagliati per Lob sono i seguenti:
(in migliaia di euro)
Line of business 2016
Medical expense insurance 111.213
Income protection insurance 152.748
Workers' compensation insurance 0
Motor vehicle liability insurance 916.427
Other motor insurance 394.535
Marine, aviation and transport insurance 20.604
Fire and other damage to property insurance 730.601
General liability insurance 322.671
Credit and suretyship insurance 46.008
Legal expenses insurance 20.516
Assistance 21.999
Miscellaneous financial loss 7.551
Total direct business 2.744.873
Reinsurance accepted 988
Total direct business + reinsurance accepted 2.745.861
Reinsurers' share 271.989
Net 3.017.850
Le Lob Danni hanno realizzato una raccolta premi nel lavoro diretto (direct business) pari a 2.744.873 migliaia di euro, con un incremento dello 0,6% rispetto al 2015, determinato da una flessione del comparto Auto (Lob Motor vehicle liability insurance e Other motor insurance) del 1,1% e da un incremento nel settore Non Auto (Lob rimanenti) del 2,1%.
Nel mercato italiano, il Gruppo registra un decremento del comparto Auto più evidente (‐3,6%), principalmente a causa della significativa e generalizzata diminuzione del premio medio della Lob Motor vehicle liability insurance, mentre il comparto Non Auto registra un incremento del 1,5%, ottenuto in particolare grazie alla crescita delle Lob Fire and other damage to property insurance, General Liability Insurance e Credit and suretyship insurance.
SFCR 2016 20
Nel mercato spagnolo, invece, il Gruppo registra una crescita sia della raccolta del comparto Auto (4,0%), principalmente per l’incremento dei premi medi, che del comparto Non Auto (4,0%), principalmente per lo sviluppo del portafoglio delle Lob Fire and other damage to property insurance.
Con riferimento all’andamento dei sinistri nel corso dell’esercizio, nella tabella che segue si riportano l’importo dei sinistri di competenza costituito dalle componenti dei risarcimenti, dalla variazione della riserva sinistri e delle spese di perizia e resistenza (claims incurred) e l’importo delle spese interne di gestione dei sinistri (claims management expenses). Si riporta inoltre il totale del costo relativo ai sinistri di competenza (sommatoria della voce “claims incurred” e della voce “claims managemet expenses”) e la relativa incidenza sui premi di competenza (rapporto S/P).
(in migliaia di euro)
Line of business Claims incurred Claims
management expenses
Totale Rapporto S/P
Medical expense insurance 91.923 2.388 94.311 99,08%
Income protection insurance 73.246 5.034 78.280 52,72%
Workers' compensation insurance 0 0 0 ‐
Motor vehicle liability insurance 638.736 36.080 674.816 73,85%
Other motor insurance 210.596 11.022 221.618 56,58%
Marine, aviation and transport insurance 11.881 919 12.800 66,82%
Fire and other damage to property insurance 468.926 24.517 493.443 68,08%
General liability insurance 125.364 12.399 137.763 43,76%
Credit and suretyship insurance 16.083 460 16.543 38,79%
Legal expenses insurance 4.742 174 4.916 24,45%
Assistance 14.150 0 14.150 67,06%
Miscellaneous financial loss 905 103 1.008 13,96%
Total direct business 1.656.552 93.096 1.749.648 64,30%
Reinsurance accepted −1.792 0 −1.792
Total direct business + reinsurance accepted 1.654.760 93.096 1.747.856
Reinsurers' share 166.481 0 166.481
Net 1.488.279 93.096 1.581.375
Il rapporto sinistri a premi di competenza del periodo è pari al 64,3%, contro il 64,8% registrato nel 2015. L’andamento dell’indicatore risulta influenzato particolarmente dal miglioramento del comparto Non Auto del Gruppo Italia che passa dal 62,1% registrato nel 2015 al 60,9% registrato a fine 2016 principalmente per il buon andamento della sinistralità delle Lob General liability insurance e Credit and Suretyship insurance. Il rapporto sinistri a premi di competenza del comparto Auto di Gruppo registra un lieve incremento dello 0,2% (dal 68,8% al 69,0%) attribuibile al peggioramento dell’andamento tecnico della Lob Motor vehicle liability insurance.
All’andamento tecnico della gestione Danni hanno concorso gli oneri di acquisizione (acquisition expenses) e le altre spese di amministrazione (overhead expenses) sostenuti dal Gruppo nel corso dell’esercizio.
Gli oneri di acquisizione, al netto della quota a carico dei riassicuratori, ammontano complessivamente a 663.275 migliaia di euro (in incremento del 1,0% rispetto all’esercizio precedente) e sono dettagliati nella tabella che segue:
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(in migliaia di euro)
Line of business 2016
Medical expense insurance 26.236
Income protection insurance 50.947
Workers' compensation insurance 0
Motor vehicle liability insurance 176.668
Other motor insurance 93.091
Marine, aviation and transport insurance 6.201
Fire and other damage to property insurance 233.391
General liability insurance 102.110
Credit and suretyship insurance 14.616
Legal expenses insurance 6.764
Assistance 6.732
Miscellaneous financial loss 2.014
Total direct business 718.770
Reinsurance accepted 166
Total direct business + reinsurance accepted 718.936
Reinsurers' share 55.661
Net 663.275
Le altre spese di amministrazione alla chiusura dell’esercizio sono pari a 117.717 migliaia di euro, il dettaglio per Lob è riportato nella tabella che segue: (in migliaia di euro)
Line of business 2016
Medical expense insurance 6.597
Income protection insurance 8.162
Workers' compensation insurance 0
Motor vehicle liability insurance 39.055
Other motor insurance 12.622
Marine, aviation and transport insurance 791
Fire and other damage to property insurance 30.575
General liability insurance 15.002
Credit and suretyship insurance 2.251
Legal expenses insurance 1.120
Assistance 1.188
Miscellaneous financial loss 354
Total direct business 117.717
Reinsurance accepted 0
Total direct business + reinsurance accepted 117.717
Reinsurers' share 0
Net 117.717
In sintesi, l’attività di sottoscrizione di Reale Group ha comportato un expenses ratio pari al 30,7%, sostanzialmente in linea con quanto registrato nel 2015 (30,8%).
Il combined ratio, determinato dalla somma del rapporto sinistri a premi di competenza e dell’expenses ratio variando dal 95,8% del 2015 al 96,4% del 2016; il combined ratio operativo (che comprende il risultato della riassicurazione e le altre partite tecniche) evidenzia una redditività operativa pressoché analoga all’esercizio precedente, passando dal 99,8% del 2015 al 99,9% del 2016.
SFCR 2016 22
Gestione assicurativa Vita (life business)
I premi netti contabilizzati (net premiums written) nel 2016 sono i seguenti:
(in migliaia di euro)
Line of business 2016
Health insurance 176
Insurance with profit participation 752.048
Index‐linked and unit‐linked insurance 273.022
Other life insurance 77.151
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 0
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 620
Total direct business 1.103.017
Reinsurance accepted 270
Total direct business + reinsurance accepted 1.103.287
Reinsurers' share 26.697
Net 1.076.590
In particolare, i premi del lavoro diretto (direct business) diminuiscono del 1,3% rispetto all’esercizio precedente. La leggera flessione deriva principalmente da un ri‐orientamento strategico volto a integrare maggiormente la raccolta su nuovi prodotti di tipo Multiramo e Unit‐Linked al fine di contenere il rischio derivante dalla repentina riduzione dei tassi di interesse verificatasi nell’area Euro e garantire la sostenibilità nel tempo delle gestioni separate.
Gli oneri relativi ai sinistri (claims incurred), composti dalle somme pagate e dalla variazione delle somme da pagare ammontano a 588.398 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Line of business 2016
Health insurance 69
Insurance with profit participation 472.903
Index‐linked and unit‐linked insurance 99.865
Other life insurance 31.918Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 41
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 417
Total direct business 605.213
Reinsurance accepted 1.051
Total direct business + reinsurance accepted 606.264
Reinsurers' share 17.866
Net 588.398
All’andamento tecnico della gestione Vita hanno concorso gli oneri di acquisizione (acquisition expenses) e le altre spese di amministrazione (overhead expenses) sostenuti dalla Compagnia nel corso dell’esercizio.
Gli oneri di acquisizione, al netto della quota a carico dei riassicuratori, ammontano complessivamente a 39.103 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
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(in migliaia di euro)
Line of business 2016
Health insurance 12
Insurance with profit participation 17.464
Index‐linked and unit‐linked insurance 12.667
Other life insurance 13.714
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 0
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 0
Total direct business 43.857
Reinsurance accepted 24
Total direct business + reinsurance accepted 43.881
Reinsurers' share 4.778
Net 39.103
Le altre spese di amministrazione alla chiusura dell’esercizio sono pari a 19.724 migliaia di euro; il dettaglio per Lob è riportato nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Line of business 2016
Health insurance 3
Insurance with profit participation 13.214
Index‐linked and unit‐linked insurance 4.989
Other life insurance 1.506
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 0
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 12
Total direct business 19.724
Reinsurance accepted 0
Total direct business + reinsurance accepted 19.724
Reinsurers' share 0
Net 19.724
SFCR 2016 24
A.3. RISULTATI DI INVESTIMENTO A.3.1. RISULTATI DELLE ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO
La presente sezione illustra le informazioni circa ricavi, utili e perdite nel periodo di riferimento per ogni categoria degli investimenti dell’Economic Balance Sheet. Si segnala in particolare, che la voce “net gains and losses” è determinata come differenza tra il valore di vendita o di rimborso e il fair value Solvency II alla fine del precedente periodo di riferimento, mentre la voce “unrealised gains and losses” è determinata come differenza, per le attività non vendute né scadute nel periodo di riferimento, tra il fair value Solvency II alla fine del periodo di riferimento e l’analogo valore alla chiusura dell’esercizio precedente.
Nella tabella che segue si riporta il dettaglio, per classe di attività, dei proventi netti realizzati dal Gruppo, con il dettaglio tra proventi ordinari (dividendi, interest and rent), proventi netti da valutazione (unrealised gains and losses) e proventi netti da negoziazione (net gains and losses).
(in migliaia di euro)
Category Dividends / Interest /
Rent Net gains and losses
Unrealised gains and losses
Governement bonds 158.175 −5.111 −78.356
Corporate bonds 33.200 582 36.282
Equity 8.763 −7.640 40.301
Collective Investments Undertakings 10.506 −5.772 −4.579
Structured notes 14.571 −11 −3.938
Collateralised securities 0 0 0
Cash and deposits 319 8 0
Mortgages and loans 2.255 0 0
Property 78.685 12.134 39.294
Other investments 0 0 0
Futures 0 0 0
Call Options 0 −1 3
Put Options 0 0 0
Swaps −3.270 0 355
Forwards 0 0 0
Credit derivatives 0 0 0
Totale 303.205 −5.812 29.362
Nell’ambito dei costi per la gestione degli investimenti, l’ammontare delle “investment management expenses”, riportato nel QRT S.05.01, è pari a 11.467 migliaia di euro per le Lob Danni e a 8.789 migliaia di euro per le Lob Vita.
Segnaliamo infine che, in ottemperanza al Regolamento Ivass n. 24 del 6 giugno 2016, sulla base di quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione, il Gruppo non ammette investimenti in cartolarizzazioni. Con riferimento agli o perdite rilevati direttamente a patrimonio nel bilancio consolidato redatto secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS si segnala che quesa componente è relativa agli investimenti classificati nella categoria “Attività finanziarie disponibili per la vendita”.
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A.4. RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ A.4.1. RISULTATI DELLE ALTRE ATTIVITÀ
Nella sezione che segue sono riportati i risultati delle attività diverse dall’attività di sottoscrizione e dall’attività di investimento, analizzate nelle sezioni precedenti.
Si indicano di seguito i saldi delle voci “Altri ricavi” e “Altri costi” del bilancio consolidato redatto secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS, con il relativo confronto rispetto all’esercizio precedente. Si segnala che all’interno delle voci in questione trovano collocazione alcune poste che nel bilancio redatto secondo le regole contabili nazionali sarebbero classificate nel conto tecnico (“Altri proventi tecnici e “Provvigioni annullate” nell’ambito dei ricavi e “Altri oneri tecnici” e “Annullamento crediti verso assicurati per premi” nell’ambito dei costi).
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Altri proventi tecnici 3.753 1.982 1.771
Provvigioni annullate 7.563 7.299 264
Prelievi da fondi 60.905 61.837 −932
Recuperi spese e oneri amministrativi 3.979 3.839 140
Utili real. e ripr. val. su attivi materiali 556 1.035 −479
Differenze cambio positive 981 8.287 −7.306
Altri proventi e recuperi 22.918 19.569 3.349
Altre sopravvenienze attive 13.066 10.310 2.756
Totale altri ricavi 113.721 114.158 −437
Altri oneri tecnici 21.413 22.452 −1.039
Annullamento crediti verso assicurati per premi 34.864 35.046 −182
Accantonamenti a fondi 54.324 55.471 −1.147
Oneri amministrativi e spese conto terzi 3.979 3.839 140
Ammortamento su attivi materiali 7.863 8.619 −756
Ammortamento su attivi immateriali 35.113 31.655 3.458
Perd. real./riduz. valore su attivi materiali 517 2.698 −2.181
Perd. real./riduz. valore su attivi immateriali 0 0 0
Differenze cambio negative 0 505 −505
Imposte diverse 1.860 8.788 −6.928
Costi società immobiliari e di servizi 8.057 8.345 −288
Oneri diversi 4.332 4.250 82
Altre sopravvenienze passive 0 14.620 −14.620
Totale altri costi 172.322 196.288 −23.966
Totale altri ricevi netti −58.601 −82.130 23.529
Si segnala infine che al 31 dicembre 2016 non risultano attivi contratti di leasing significativi.
A.5. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
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B.1. INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE B.1.1. STRUTTURA, RUOLI E RESPONSABILITÀ
Consiglio di Amministrazione e Comitati interni all’Organo amministrativo medesimo
Il Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua, Società Capogruppo del Reale Group, il cui mandato è stato conferito dall’Assemblea dei Delegati il 28 aprile 2015 con durata triennale, è attualmente composto dal Presidente e da dodici Consiglieri. Nel 2016, è stato eletto un nuovo componente, in sostituzione di un membro dimessosi dalla carica.
Per previsione statutaria il Consiglio si riunisce normalmente una volta al mese per deliberare sui temi societari tipici, quali l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della Società e i piani strategici industriali e finanziari, nonché per adottare nei confronti delle imprese componenti il Gruppo i provvedimenti per l’attuazione delle disposizioni impartite dall’Autorità di Vigilanza nell’interesse della stabile ed efficiente gestione del Gruppo stesso.
Al fine di definire e riunire in un unico documento, in modo organico e coerente, tutti gli aspetti che riguardano l’amministrazione e la gestione di Reale Mutua, è stato redatto il Regolamento del Consiglio di Amministrazione. Tale documento, che richiama quanto già stabilito dalle norme di legge, sia primarie sia secondarie, e dallo Statuto Sociale, risponde alla necessità di disporre di specifici documenti formalizzati che disciplinino il funzionamento degli organi sociali, come previsto dalla normativa Solvency II tra i diversi aspetti di regolamentazione della governance aziendale.
Il Consiglio delega al Comitato (Esecutivo), nominato al suo interno e attualmente costituito da tre Amministratori e dal Presidente, alcuni poteri ai sensi dell’art. 2381 C.C., a eccezione di quelli che la norma riserva inderogabilmente al Consiglio. Il Comitato, su convocazione del Presidente, esamina e delibera in merito a singoli argomenti dell’ordinaria amministrazione e, in via eccezionale, ad atti di straordinaria amministrazione, quando sussistano ragioni di urgenza e di opportunità.
Il Comitato riferisce al Consiglio e al Collegio Sindacale, nella prima seduta successiva a ogni riunione, sui principali aspetti esaminati nell’ambito delle sue funzioni, in particolare per quanto attiene alle operazioni di maggior rilievo della Società e delle sue controllate. Il Comitato opera sulla base di una delega annuale del Consiglio di Amministrazione e di un Regolamento approvato dal Consiglio stesso.
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, utilizza appositi Commissioni e Comitati, istituiti nel suo ambito, aventi l’obiettivo di verificare particolari aspetti dell’andamento aziendale e del Gruppo, nonché di svolgere una funzione consultivo/propositiva per il Consiglio stesso.
Nel novero di questi organi, citiamo, oltre al summenzionato Comitato:
‐ la Commissione Investimenti di Gruppo, composta attualmente da quattro Amministratori e dal Presidente. Essa ha poteri consultivi e propositivi verso i Consigli di Amministrazione delle imprese del Gruppo e opera sia nel comparto dei titoli del portafoglio finanziario sia in quello immobiliare, con analisi periodiche di sensitività e di esposizione al rischio in genere;
‐ la Commissione Provvedimenti Mutualistici, composta attualmente da quattro Amministratori e dal Presidente. Essa ha poteri consultivi e propositivi verso il Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua e ha lo scopo di valutare i provvedimenti di mutualità preventivamente alla loro approvazione da parte dell’Assemblea;
‐ il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, organo attualmente composto da cinque membri, in rappresentanza delle principali le imprese del Gruppo. Ha funzioni istruttorie, propositive e consultive in materia di sistema dei controlli interni e di verifica periodica della sua adeguatezza e del suo effettivo funzionamento, nonché in materia di gestione dei rischi a livello di Gruppo, tenuto conto anche di quanto previsto dagli artt. 6 e 27 del Regolamento Isvap n. 20/2008;
‐ il Comitato, composto dal Presidente e dai membri del Comitato (Esecutivo) della Società, avente il compito di verificare in via preliminare al Consiglio il possesso dei requisiti, in termini di onorabilità, professionalità, indipendenza e insussistenza delle situazioni impeditive all’assunzione della carica, dei soggetti preposti alle funzioni di amministrazione, di direzione e di controllo e in materia di onorabilità, professionalità e indipendenza dei responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Chief Risk Officer (CRO), Risk Management, Compliance, Attuariale e Antiriciclaggio. Tale Comitato opera anche per la controllata Italiana Assicurazioni, ove, a seguito dell’esternalizzazione all’interno del Gruppo delle
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predette funzioni di Risk Management, Compliance e Antiriciclaggio, sono stati nominati e operano un referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Risk Management e uno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Compliance della Capogruppo, nonché un preposto interno alla funzione Antiriciclaggio; anche per tali soggetti è prevista la verifica in via preliminare, da parte del Comitato, dei sopra citati requisiti.
Il Consiglio di Amministrazione si avvale inoltre dell’attività dell’Organismo di Vigilanza, istituito ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001, avente compiti di vigilanza sul Modello di organizzazione, gestione e controllo e autonomi poteri di iniziativa e controllo.
Il Consiglio definisce le direttive in materia di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi e ne cura l’adeguamento annuale in caso di variazioni dell’operatività aziendale e delle condizioni esterne, anche avvalendosi dell’operato del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e di tutte le funzioni di controllo.
A tal proposito, il Consiglio, in relazione all’assunzione della delibera in materia di sistema dei controlli interni e gestione dei rischi ai sensi del Regolamento Ivass n. 20/2008, come modificato dal Provvedimento Ivass n. 17/2014, ha definito le direttive in materia di sistema dei controlli interni, con l’approvazione dei documenti riferiti alle diverse politiche redatte, anche in ambito di Gruppo, sui temi indicati dalla normativa dell’Autorità di Vigilanza.
Il Consiglio definisce le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi, in coerenza con il livello patrimoniale dell’impresa, fissa i livelli di tolleranza al rischio e formalizza e rende noti a tutte le imprese del Gruppo i criteri di identificazione, misurazione, gestione e controllo di tutti i rischi aziendali. A tal fine il Consiglio di Amministrazione della Società ha approvato la “Politica di gestione dei rischi”, documento che definisce le linee guida in tema di gestione dei rischi a cui il Reale Group è esposto, delineandone strategie e obiettivi, modalità di analisi, controllo e misurazione, nonché ruoli e responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte.
Il documento, definito in ambito di Gruppo, formalizza i criteri di identificazione, misurazione, gestione, reporting e controllo dei rischi aziendali, le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi, i livelli di propensione e tolleranza al rischio (il cosiddetto “risk appetite framework”), il modello organizzativo del sistema di gestione dei rischi e l’integrazione del sistema di gestione dei rischi con i processi decisionali. Esso, inoltre, ha l’obiettivo più generale di contribuire alla gestione dei rischi all’interno del Gruppo e alla diffusione della relativa cultura del controllo.
Tale Politica, come disposto dall’art. 5, comma 2, lett. d) del Regolamento Isvap n. 20/2008, è sottoposta a revisione annuale del Consiglio.
Il Consiglio di Amministrazione verifica la corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta Direzione attraverso l’analisi sistematica dello sviluppo delle regole, delle soluzioni organizzative, degli strumenti di analisi e misurazione dei rischi adottati per il mantenimento degli stessi a un livello accettabile e coerente con le disponibilità patrimoniali dell’impresa. A tal fine il Consiglio di Amministrazione si avvale anche dell’operato delle attività svolte dal CRO, dal Risk Management, dalla Compliance, dall’Antiriciclaggio e dalla funzione Attuariale (istituita dal Consiglio nella seduta del 28 novembre 2016), sulle cui attività effettua un regolare controllo.
Con cadenza annuale, l’Alta Direzione riporta al Consiglio di Amministrazione sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. Il Direttore Generale, anche sulla base di specifica documentazione prodotta dalle diverse funzioni aziendali di controllo e di gestione dei rischi relaziona annualmente al Consiglio sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
Al Consiglio e al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, su invito del Presidente, possono riferire periodicamente i responsabili dei diversi settori, per una più completa e dettagliata illustrazione di argomenti specifici, allo scopo di consentire un più preciso livello di verifica di congruità delle misure operative adottate, nei confronti delle direttive impartite.
L’attività del Consiglio di Amministrazione è disciplinata dalla normativa primaria e secondaria, nonché dallo Statuto Sociale e dal Regolamento del Consiglio di Amministrazione.
In particolare il Consiglio di Amministrazione, a norma dello Statuto Sociale, è investito dei seguenti poteri:
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‐ provvede a tutti gli atti inerenti all'amministrazione del patrimonio sociale, e così all'impiego, movimento, acquisto, custodia ed alienazione dei valori, ivi compreso l'acquisto e la vendita di immobili, alla stipulazione di locazioni, anche eccedenti il novennio, alla iscrizione, riduzione e cancellazione di ipoteche legali e convenzionali, sempre quando tali atti non siano espressamente devoluti all'Assemblea dei Delegati a norma dello Statuto Sociale;
‐ provvede a tutte le operazioni inerenti alla costituzione e allo sviluppo delle varie forme assicurative e riassicurative che costituiscono l'oggetto sociale;
‐ delibera sopra qualsiasi azione giudiziaria e amministrativa per qualunque sede e grado di giurisdizione, anche sovrannazionale o internazionale con facoltà di transigere o di compromettere in arbitri anche amichevoli compositori;
‐ provvede a tutte le operazioni presso gli Uffici della Pubblica Amministrazione e presso qualsiasi altro Ufficio pubblico o privato, con facoltà di rilascio di ogni opportuna dichiarazione di liberazione e scarico, e con facoltà di rinuncia all'iscrizione di ipoteca legale;
‐ provvede alla formazione e alla modificazione sia del regolamento organico del personale sia del regolamento pensioni e ne cura l'applicazione. Conseguentemente spetta al Consiglio di Amministrazione il provvedere all'assunzione di tutto il personale impiegatizio e alla determinazione dei suoi emolumenti, ai provvedimenti di carattere disciplinare di qualunque natura a carico del personale stesso, al suo licenziamento e alla liquidazione delle pensioni e delle indennità;
‐ provvede a istituire rappresentanze e agenzie principali sia in Italia che all'Estero con la nomina, la revoca e la sostituzione dei relativi titolari;
‐ provvede alla formazione del conto economico preventivo di competenza per l'anno successivo da sottoporsi all'approvazione dell'Assemblea dei Delegati;
‐ provvede alla formazione del conto consuntivo dell'esercizio precedente, nonché alla relazione illustrativa da sottoporsi all'Assemblea dei Delegati;
‐ provvede alla formulazione delle proposte da sottoporsi all'approvazione dell'Assemblea dei Delegati in merito a quanto disposto agli artt. 9 e 11 dello Statuto Sociale in tema di provvedimenti di mutualità;
‐ provvede all'esecuzione delle deliberazioni dell'Assemblea dei Delegati; ‐ provvede ad adeguare lo Statuto alle disposizioni normative; ‐ valuta l’adeguatezza nell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della Società; ‐ esamina i piani strategici industriali e finanziari della Società e, in ogni caso, il generale andamento della
gestione; ‐ provvede ad attuare tutti i compiti e le funzioni che le disposizioni normative attribuiscono al Consiglio
di Amministrazione.
Sono riservate all’esclusiva competenza del Consiglio di Amministrazione, in quanto organo amministrativo della società capogruppo, le decisioni concernenti la determinazione dei criteri per il coordinamento e la direzione delle imprese di Reale Group e per l’attuazione delle disposizioni impartite dall’Autorità di Vigilanza.
Il Consiglio di Amministrazione determina i poteri e le facoltà del Presidente del Consiglio di Amministrazione. Può, nel caso di assenza o di impedimento del Presidente, affidare a un proprio membro la firma sociale e la rappresentanza attiva e passiva della Società nei confronti dei terzi. Può inoltre affidare incarichi speciali a singoli Consiglieri, nominare uno o più Direttori Generali o Condirettori Generali, Direttori, Dirigenti, determinandone i poteri e le facoltà relative, e mandatari per determinati atti e categorie di atti. Nomina annualmente un Comitato composto dal Presidente e da due a quattro Amministratori a sensi dell'art. 2381 Codice Civile stabilendone i relativi poteri.
Al Consiglio di Amministrazione, inoltre, sono attribuiti i compiti e le responsabilità stabiliti dalla normativa di settore. In particolare, secondo quanto disposto dal Regolamento Isvap n. 20/2008, l’Organo amministrativo della Società ha la responsabilità ultima del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, del quale assicura la costante completezza, funzionalità ed efficacia, anche con riferimento alle attività esternalizzate. L’Organo amministrativo assicura inoltre che il sistema di gestione dei rischi consenta l’identificazione, la valutazione anche prospettica e il controllo dei rischi, ivi compresi quelli derivanti dalla non conformità alle norme, garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di medio‐lungo periodo.
A tali fini, il Consiglio di Amministrazione:
SFCR 2016 32
‐ è informato sistematicamente dall’Alta Direzione sui principali aspetti della gestione aziendale, quali:
il piano pluriennale di gestione, il budget e i relativi aggiornamenti; l’andamento dei premi, dei sinistri e delle riserve tecniche; i rendimenti dei prodotti previdenziali a base finanziaria e i rendiconti sui risultati delle gestioni
separate Vita; i dati di tesoreria; gli andamenti delle partecipazioni; gli investimenti mobiliari, con moduli di verifica del rispetto di vari parametri del livello del rischio
tollerato; gli investimenti immobiliari, con l’esame della composizione del patrimonio e della redditività
corrente; la composizione della forza lavoro; la rete agenziale, con dettagli sui nuovi mandati, sulle cessazioni e trasformazioni dei rapporti
contrattuali;
‐ approva, preliminarmente alla loro esecuzione, le modifiche significative dell’assetto organizzativo, quali creazioni o estinzioni di funzioni aziendali, ed esamina, almeno una volta all’anno, l’organigramma aziendale, corredato dalla descrizione dei compiti e delle responsabilità delle unità operative, nelle sue funzioni caratterizzanti, al fine di vigilare sull’adeguatezza e congruenza dell’assetto stesso, nonché sull’appropriata separazione delle funzioni;
‐ delega poteri e responsabilità, evitandone l’eccessiva concentrazione in capo a un singolo soggetto, ed esamina, almeno una volta all’anno, la mappa completa dell’articolazione delle deleghe. Inoltre, anche con il supporto delle funzioni preposte al controllo e alla gestione dei rischi, il Consiglio verifica l’effettivo esercizio dei poteri delegati, con conseguente possibilità di prevedere adeguati piani di emergenza (i cosiddetti “contingency arrangements”) qualora decida di avocare a sé i poteri delegati;
‐ definisce le direttive in materia di sistema dei controlli interni e dei rischi, rivedendole almeno una volta all’anno e curandone l’adeguamento all’evoluzione dell’operatività aziendale e delle condizioni esterne. Nell’ambito di tali direttive è ricompresa anche la politica relativa alle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale. Verifica altresì che il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sia coerente con gli indirizzi strategici e la propensione al rischio stabiliti e sia in grado di cogliere l’evoluzione dei rischi aziendali e l’interazione tra gli stessi;
‐ approva la politica di valutazione attuale e prospettica dei rischi (basata sui principi ORSA), i criteri e le metodologie seguite per le valutazioni, con particolare riguardo a quelli maggiormente significativi; approva gli esiti delle valutazioni e li comunica all’Alta Direzione e alle strutture interessate, unitamente alle conclusioni cui lo stesso è pervenuto (approccio cosiddetto “top down”);
‐ determina, sulla base delle valutazioni di cui al punto precedente, la propensione al rischio dell’impresa in coerenza con l’obiettivo di salvaguardia del patrimonio della stessa, fissando in modo coerente i livelli di tolleranza al rischio, che rivede almeno una volta all’anno, al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo;
‐ approva, sulla base degli elementi di cui ai due punti precedenti, la politica di gestione del rischio e le strategie anche in un’ottica di medio‐lungo periodo, nonché i piani di emergenza (il cosiddetto “contingency plan”) di cui all’articolo 19, comma 4, del Regolamento Isvap n. 20/2008, al fine di garantire la regolarità e continuità aziendale;
‐ approva, tenuto conto degli obiettivi strategici e in conformità con la politica di gestione dei rischi, le politiche di sottoscrizione, di riservazione, di riassicurazione e di altre tecniche di mitigazione del rischio, nonché di gestione del rischio operativo, in coerenza con i tre punti precedenti, e di gestione del capitale;
‐ definisce, ove ne ricorrano i presupposti, le direttive e i criteri per la circolazione e la raccolta dei dati e delle informazioni utili ai fini dell’esercizio della vigilanza supplementare di cui al Titolo XV del D. Lgs. 209/2005, nonché le direttive in materia di controllo interno per la verifica della completezza e tempestività dei relativi flussi informativi;
‐ approva la “Politica di governo societario” da diffondere a tutte le strutture interessate, in cui sono definiti:
i compiti e le responsabilità degli Organi sociali e dei Comitati consiliari; i flussi informativi, comprese le tempistiche, tra le diverse funzioni, i Comitati consiliari e tra questi
e gli Organi sociali; le modalità di coordinamento e di collaborazione tra i soggetti sopra indicati e le funzioni operative,
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nel caso in cui gli ambiti di controllo presentino aree di potenziale sovrapposizione o permettano di sviluppare sinergie. Nel definire le modalità di raccordo, le imprese prestano attenzione a non alterare, anche nella sostanza, le responsabilità ultime degli Organi sociali sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
‐ approva le politiche delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, nelle quali sono definiti compiti, poteri e responsabilità delle stesse;
‐ approva la politica aziendale in materia di esternalizzazione; ‐ approva la politica aziendale per la valutazione del possesso dei requisiti di idoneità alla carica, in termini
di onorabilità, professionalità e indipendenza, dei soggetti preposti alle funzioni di amministrazione, di direzione e di controllo, nonché dei responsabili delle funzioni di Revisione Interna, CRO, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, o in caso di esternalizzazione di queste ultime all’interno o all’esterno del Gruppo, rispettivamente, dei referenti interni o dei soggetti responsabili delle attività di controllo delle attività esternalizzate. Valuta la sussistenza dei requisiti in capo a tali soggetti con cadenza almeno annuale. In particolare, tale politica assicura che l’Organo amministrativo sia nel suo complesso in possesso di adeguate competenze tecniche almeno in materia di mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria ed attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli d’impresa;
‐ approva la politica delle segnalazioni destinate all’Ivass (la cosiddetta “reporting policy”), in coerenza con le vigenti disposizioni normative;
‐ verifica, che l’Alta Direzione implementi correttamente il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi secondo le direttive impartite e che ne valuti la funzionalità e l’adeguatezza;
‐ richiede di essere periodicamente informato sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e che gli siano riferite con tempestività le criticità più significative, siano esse individuate dall’Alta Direzione, dalle funzioni di Revisione Interna, CRO, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, dalle altre funzioni di controllo, dal personale, impartendo con tempestività le direttive per l’adozione di misure correttive, di cui successivamente valuta l’efficacia;
‐ individua particolari eventi o circostanze che richiedono un immediato intervento da parte dell’Alta Direzione;
‐ assicura che sussista un’idonea e continua interazione, ove applicabile, tra tutti i Comitati istituiti all’interno dell’Organo amministrativo stesso, l’Alta Direzione e le funzioni di Revisione Interna, CRO, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale, anche mediante interventi proattivi per garantirne l’efficacia;
‐ assicura un aggiornamento professionale continuo, esteso anche ai componenti l’Organo stesso, predisponendo, altresì, piani di formazione adeguati ad assicurare il bagaglio di competenze tecniche necessario per svolgere con consapevolezza il proprio ruolo, nel rispetto della natura, della portata e della complessità dei compiti assegnati, e preservare le proprie conoscenze nel tempo;
‐ effettua, almeno una volta all’anno, una valutazione sulla dimensione, sulla composizione e sul funzionamento dell’Organo amministrativo nel suo complesso, nonché dei suoi Comitati, esprimendo orientamenti sulle figure professionali la cui presenza nell’Organo amministrativo sia ritenuta opportuna e proponendo eventuali azioni correttive;
‐ assicura che la relazione sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, di cui all’art.28 del Regolamento Isvap n. 20/2008, illustri in modo adeguato ed esaustivo la struttura organizzativa dell’impresa e rappresenti le ragioni che rendono tale struttura idonea ad assicurare la completezza, la funzionalità ed efficacia del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, nonché valuta tale relazione prima dell’inoltro all’Autorità di Vigilanza;
‐ informa senza indugio l’Autorità di Vigilanza, qualora siano apportate significative modifiche alla struttura organizzativa dell’impresa, illustrando le cause e/o le motivazioni interne o esterne che hanno reso necessari tali interventi;
‐ si avvale del supporto del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo per le tematiche e l’espletamento dei compiti relativi al sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, stabilendone la composizione (con specifica nomina dei propri rappresentanti), i compiti e le modalità di funzionamento;
‐ definisce e approva i contenuti e/o le modifiche del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 anche sulla base delle proposte dell’Organismo di Vigilanza. Approva inoltre il piano annuale delle attività dello stesso Organismo e ne definisce il budget;
‐ promuove un alto livello di integrità e una cultura del controllo interno tale da sensibilizzare l’intero
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personale sull’importanza e utilità dei controlli interni. A tal fine emana un codice etico, che definisce le regole comportamentali, disciplina le situazioni di potenziale conflitto di interesse e prevede azioni correttive adeguate;
‐ approva annualmente il piano strategico sulla tecnologia dell’informazione e comunicazione, elaborato in ambito di Gruppo, volto ad assicurare l’esistenza e il mantenimento di un’architettura complessiva dei sistemi altamente integrata, dal punto di vista sia applicativo sia tecnologico, e adeguata ai bisogni dell’impresa;
‐ nomina e revoca il responsabile della funzione di Revisione Interna, cui attribuisce i compiti, poteri, responsabilità e modalità di reportistica al Consiglio stesso, verificando la sussistenza in capo a tale soggetto dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza stabiliti dalla Politica per la valutazione del possesso dei requisiti, ex art. 5, comma 2, lett. l, del Regolamento Isvap n. 20/2008. Approva il piano annuale della funzione;
‐ approva il programma annuale dell’attività del CRO, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo;
‐ approva il programma annuale dell’attività di Risk Management, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo;
‐ approva il programma annuale dell’attività di Compliance, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo;
‐ approva il programma annuale dell’attività di Antiriciclaggio, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo;
‐ approva il programma annuale dell’attività Attuariale, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo;
‐ definisce e formalizza i collegamenti tra le varie funzioni cui sono attribuiti compiti di controllo; ‐ approva gli esiti delle valutazioni sui rischi cui l’impresa è esposta in un’ottica attuale e prospettica e li
comunica all’Alta Direzione e alle strutture interessate, unitamente alle conclusioni cui è pervenuto.
Alta Direzione
L’Alta Direzione è composta dal Direttore Generale e, alla data del 31 dicembre 2016, da un Condirettore Generale, nominati dal Consiglio di Amministrazione.
Il Direttore Generale e il Condirettore Generale possiedono i requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza di cui alla Politica ex art. 5 del Regolamento Isvap n. 20/2008.
Il Direttore Generale riporta direttamente al Consiglio di Amministrazione su tutte le tematiche, comprese quelle relative al controllo; guida e coordina, nell’ambito delle deleghe a lui espressamente conferite, la gestione di tutta l’attività aziendale, con il supporto del Condirettore Generale e dell’intera dirigenza.
Il Direttore Generale della Società è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, in conformità con le direttive del Consiglio di Amministrazione; egli riporta annualmente al Consiglio di Amministrazione le valutazioni sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
L’Alta Direzione provvede inoltre a far redigere, coordinare, verificare preventivamente e a illustrare tutta la reportistica per il Consiglio di Amministrazione. Allo stesso modo provvede a formulare, comunicare, coordinare e verificare il flusso di ritorno di indicazioni strategiche che l’Organo amministrativo elabora sulla base delle informazioni, trasformandole in linee direttive e in attività di management.
L’insieme della documentazione e delle evidenze fornite dalle funzioni tecnico‐operative e dalle funzioni di staff, raccolto attraverso i flussi di comunicazione previsti, consente all’Alta Direzione di svolgere il ruolo di raccordo con il Consiglio di Amministrazione, in modo formalizzato e costante nel tempo.
L’Alta Direzione si coordina a livello di Gruppo in ambito di Comitato di Direzione di Gruppo, che si avvale a
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sua volta della collaborazione di gruppi collegiali di lavoro che, operativi anch’essi a livello di Gruppo, svolgono attività di approfondimento e di analisi su specifici temi.
In particolare, nell’ottica del recepimento della direttiva Solvency II opera inoltre il Comitato di Gruppo per la validazione del Modello interno, con il compito di presidiare correttamente il processo di validazione del Modello interno per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) secondo quanto previsto dalla Direttiva Solvency II, ovvero recepire le linee strategiche espresse dal Consiglio di Amministrazione, promuovere e sviluppare le iniziative atte a realizzare gli obiettivi indicati, verificare la loro applicazione, informare semestralmente il Comitato di Direzione di Gruppo sulle attività di validazione, riferire semestralmente al Consiglio di Amministrazione sulle attività svolte e sull’adeguatezza del Modello interno e assistere il Consiglio di Amministrazione e il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo nella valutazione/validazione del Modello interno.
L’Alta Direzione:
‐ definisce in dettaglio l’assetto organizzativo dell’impresa, i compiti e le responsabilità delle unità operative e dei relativi addetti, nonché i processi decisionali in coerenza con le direttive impartite dall’Organo amministrativo; in tale ambito attua l’appropriata separazione di compiti sia tra singoli soggetti sia tra funzioni in modo da evitare, per quanto possibile, l’insorgere di conflitti di interesse;
‐ attua le politiche di valutazione, anche prospettica, e di gestione dei rischi fissate dall’Organo amministrativo, assicurando la definizione di limiti operativi e la tempestiva verifica dei limiti medesimi, nonché il monitoraggio delle esposizioni ai rischi e il rispetto dei livelli di tolleranza;
‐ attua, tenuto conto degli obiettivi strategici e in coerenza con la politica di gestione dei rischi, le politiche di sottoscrizione, di riservazione, di riassicurazione e di altre tecniche di mitigazione del rischio nonché di gestione del rischio operativo;
‐ cura il mantenimento della funzionalità e dell’adeguatezza complessiva dell’assetto organizzativo, del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, incluso il rischio di non conformità alle norme;
‐ verifica che l’Organo amministrativo sia periodicamente informato sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi e della funzione di Compliance e comunque tempestivamente ogni qualvolta siano riscontrate criticità significative;
‐ dà attuazione alle indicazioni dell’Organo amministrativo in ordine alle misure da adottare per correggere le anomalie riscontrate e apportare miglioramenti;
‐ propone all’Organo amministrativo iniziative volte all’adeguamento e al rafforzamento del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
‐ è responsabile della promozione della cultura del controllo interno e assicura che il personale sia messo a conoscenza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità, in modo da essere effettivamente impegnato nello svolgimento dei controlli, intesi quale parte integrante della propria attività. A tal fine assicura la formalizzazione e l’adeguata diffusione tra il personale del sistema delle deleghe e delle procedure che regolano l’attribuzione di compiti, i processi operativi e i canali di reportistica;
‐ promuove continue iniziative formative e di comunicazione volte a favorire l’effettiva adesione di tutto il personale ai principi di integrità morale e ai valori etici;
‐ assicura che il Consiglio di Amministrazione abbia una conoscenza completa dei fatti aziendali rilevanti, anche attraverso la predisposizione di un’adeguata reportistica.
Collegio Sindacale
Il Collegio Sindacale è composto da tre sindaci effettivi, di cui un Presidente, e due sindaci supplenti.
Esso, nella sua qualità di “Comitato per il controllo interno e la revisione contabile”:
‐ monitora il processo di informativa finanziaria; ‐ controlla l’efficacia dei sistemi di controllo interno della qualità, di gestione del rischio dell’Impresa e di
revisione interna; ‐ monitora la revisione legale dei rendiconti periodici; ‐ verifica e monitora l’indipendenza della società di revisione legale, in particolare per quanto concerne
l’adeguatezza della prestazione di servizi diversi dalla revisione.
Ai fini di cui sopra, il Collegio Sindacale, fra l’altro:
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‐ raccoglie gli elementi utili ad esprimere le proprie valutazioni sull’idoneità delle deleghe e sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo aziendale;
‐ valuta l’efficienza e l’efficacia del sistema dei controlli interni, mantenendo un adeguato collegamento con i responsabili delle funzioni di controllo interno, con particolare riguardo ai rapporti con il responsabile della funzione di Revisione Interna;
‐ cura il tempestivo scambio di informazioni con la società di revisione legale e ne esamina i risultati del lavoro svolto.
Inoltre, il Collegio Sindacale di Reale Mutua effettua verifiche e approfondimenti sulla realtà societaria incontrando i responsabili delle diverse aree aziendali, con la partecipazione diretta del responsabile della funzione di Revisione Interna.
Il Collegio Sindacale partecipa alle riunioni del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo; in tale ambito approfondisce le tematiche relative al sistema dei controlli interni e alle risultanze delle attività svolte dalle funzioni a esso preposte.
Il Collegio Sindacale mantiene gli opportuni scambi informativi con l’Organismo di Vigilanza nominato ai sensi del D. Lgs. 231/2001.
Esso, nella sua veste di organo di controllo della Capogruppo, assicura i collegamenti funzionali e informativi con i Collegi Sindacali delle imprese controllate.
In relazione all’attività di antiriciclaggio e con riferimento alle norme di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, contenute nel D. Lgs. 231/2007 e s.m.i. e nel Regolamento Isvap 41/2012, il Collegio Sindacale riceve ed esamina le relazioni trimestrali prodotte dal responsabile della funzione antiriciclaggio e vigila sui processi aziendali, anche al fine di monitorare l’eventuale verificarsi dei presupposti per comunicazioni previste dal disposto dall’art. 52 del D. Lgs. 231/2007.
Funzione di Revisione Interna
Il Consiglio di Amministrazione ha istituito la funzione di Revisione Interna e l’ha dotata (unitamente al suo Responsabile) della necessaria autorità attraverso l’attribuzione di specifici compiti, poteri e responsabilità nonché modalità di reportistica al Consiglio.
Gli ambiti di intervento della funzione assegnati dal Consiglio di Amministrazione al responsabile e ai suoi membri sono i seguenti:
‐ monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema dei controlli interni anche attraverso l’attività di supporto e di consulenza alle altre funzioni aziendali;
‐ uniformare la propria attività agli standard professionali comunemente accettati a livello nazionale e internazionale e, in particolare, verificare:
i processi gestionali e le procedure organizzative; la regolarità e la funzionalità dei flussi informativi tra settori aziendali; l’adeguatezza dei Sistemi Informativi e la loro affidabilità affinché non sia inficiata la qualità delle
informazioni sulle quali il vertice aziendale basa le proprie decisioni; la rispondenza dei processi amministrativo ‐ contabili a criteri di correttezza e di regolare tenuta
della contabilità; l’efficienza dei controlli svolti sulle eventuali attività esternalizzate; pianificare l’attività in modo da identificare le aree da sottoporre prioritariamente ad audit e
sottoporre il piano di audit e le sue eventuali variazioni significative all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, previo esame da parte del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo;
‐ redigere rapporti di audit obiettivi, chiari, concisi e tempestivi, contenenti suggerimenti per eliminare le carenze riscontrate e far seguire all’attività di audit quella di follow up, ossia la verifica a distanza di tempo dell’efficacia delle correzioni apportate al sistema;
‐ effettuare le attività e le verifiche specifiche previste dall’Ivass e da altre Autorità di Vigilanza; ‐ svolgere l’attività di coordinamento con le funzioni analoghe delle imprese del Gruppo, ai sensi del
Regolamento di Gruppo;
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‐ fornire supporto all’impresa nella redazione della relazione annuale da trasmettere all’Ivass sul sistema dei controlli interni, affinché in essa vengano illustrate le nuove iniziative eventualmente intraprese o le modifiche apportate, le attività di revisione svolte, le eventuali carenze segnalate e le azioni correttive adottate;
‐ coadiuvare il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo nell’espletamento dei suoi compiti, partecipare alle riunioni dello stesso con la funzione di Segretario (svolta dal suo Responsabile), occuparsi della loro organizzazione e della redazione dei verbali delle stesse;
‐ partecipare alle riunioni dell’Organismo di Vigilanza della Società istituito ai sensi del D. Lgs. 231/2001 in qualità di membro (ruolo svolto dal suo Responsabile), come previsto dal Modello di organizzazione istituito dal Consiglio di Amministrazione della Società;
‐ svolgere le attività di cui sopra anche per alcune compagnie del Gruppo che non dispongono di una revisione interna, sulla base di uno specifico contratto;
‐ gestire, da parte del responsabile, la funzione di Revisione Interna, affinché la stessa lo coadiuvi nell’espletamento dei compiti sopra riportati.
Oltre alle sopra citate attività, la funzione di Revisione Interna fornisce la propria attività di supporto alla società di revisione esterna e al Collegio Sindacale, sia nella gestione delle proprie verifiche periodiche sia negli incontri che lo stesso effettua con le diverse unità aziendali e riferisce periodicamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo.
Chief Risk Officer (CRO)
La funzione Chief Risk Officer, istituita nel 2015, ha lo scopo di governare e coordinare, in maniera accentrata, tutte le tematiche afferenti al presidio dei rischi aziendali, nonché di assicurare la coerenza nell’implementazione delle linee guida definite, sulla materia, dall’Organo amministrativo.
Più in particolare, il CRO ha l’obiettivo di:
‐ coordinare le funzioni aziendali di controllo di secondo livello e dirigere il Servizio Affari Legali, con l’obiettivo di assicurare una corretta interazione fra di loro, migliorare la loro collaborazione, creare un unico polo di competenza normativa ed eliminare la sovrapposizione dei ruoli;
‐ coordinare le tematiche legate al presidio del rischio (di tipo sia normativo sia tecnico) al fine di garantire una visione/gestione complessiva e una copertura integrata dello stesso;
‐ facilitare l’integrazione dei processi connessi al presidio del rischio e delle politiche di monitoraggio e controllo del rischio;
‐ favorire le sinergie di competenza e di scopo delle funzioni aziendali di controllo di secondo livello e del Servizio Affari Legali;
‐ garantire la coerenza tra i piani annuali delle funzioni aziendali di controllo di secondo livello; ‐ facilitare la comunicazione tra le funzioni aziendali di controllo di secondo livello (nonché tra queste e il
Servizio Affari Legali) e la circolazione delle informazioni più rilevanti; ‐ ridurre i riporti al Direttore Generale in un quadro di complessità normativa crescente.
L’obiettivo ultimo della funzione CRO è, in sintesi, di facilitare e favorire l’integrazione del sistema dei controlli interni e la realizzazione di un sistema integrato di gestione dei rischi.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di CRO sono recepiti nella “Politica della funzione del CRO”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Funzione di Risk Management
La funzione di Risk Management funge da coordinatore delle attività di monitoraggio dei rischi. Le principali attività di competenza della funzione di Risk Management possono essere riassunte come segue:
‐ coordinamento della gestione dei rischi del Gruppo; ‐ supporto al Consiglio di Amministrazione e all’Alta Direzione nel presidio del sistema di gestione dei
rischi; ‐ concorso alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi e dei limiti operativi, definendo
appropriate procedure di verifica;
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‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “qualitativo/organizzativo”; ‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “quantitativo”; ‐ coordinamento per l’applicazione della normativa Solvency II nel Gruppo; ‐ attuazione, sviluppo e gestione del sistema di controllo della qualità dei dati (il cosiddetto “data
quality”); ‐ predisposizione della reportistica per i vertici aziendali e verifica della coerenza dei modelli di
misurazione dei rischi con l’operatività svolta dall’impresa; ‐ redazione annuale del Piano di attività, con il dettaglio delle attività e dei progetti da svolgere e con
indicazione della frequenza di presentazione del reporting e delle risultanze degli stress test; ‐ redazione annuale di una relazione che aggiorna il Consiglio di Amministrazione in merito
all’adeguatezza e all’efficacia del sistema di gestione dei rischi, delle metodologie e dei modelli utilizzati per il presidio dei rischi stessi, all’attività svolta, alle valutazioni effettuate, ai risultati emersi e alle criticità riscontrate, fornendo e dando conto dello stato di implementazione dei relativi interventi migliorativi, qualora effettuati;
‐ supporto all’impresa nella compilazione della relazione annuale da trasmettere all’Ivass sul sistema dei controlli interni e gestione dei rischi;
‐ svolgere le attività di cui sopra anche per le Compagnie dei Gruppo, sulla base di uno specifico contratto di outsourcing.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di Risk Management sono recepiti nella “Politica della funzione di Risk Management”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Funzione Attuariale
La Compagnia ha istituito al proprio interno la funzione Attuariale, che ha il compito di valutare l’adeguatezza e l’appropriatezza delle riserve tecniche secondo le logiche Solvency II, valutare la sufficienza delle riserve tecniche di bilancio, secondo i principi contabili nazionali, esprimere un parere sulle politiche di sottoscrizione e sugli accordi di riassicurazione e contribuire ad applicare in modo efficace il sistema di gestione dei rischi.
In particolare, i principali adempimenti che la funzione Attuariale è chiamata a svolgere sono:
‐ valutare l’adeguatezza delle riserve tecniche secondo i principi Solvency II; ‐ valutare la sufficienza delle riserve tecniche Vita e Auto secondo i principi contabili nazionali; ‐ formulare il parere sulle politiche di sottoscrizione; ‐ formulare il parere sugli accordi di riassicurazione; ‐ contribuire all’applicazione efficace del sistema di gestione dei rischi; ‐ predisporre il reporting per il Consiglio di Amministrazione, il Comitato per il Controllo e i Rischi di
Gruppo, l’Alta Direzione, i Comitati, le Commissioni e le strutture organizzative; ‐ sottoscrivere la relazione sulle procedure seguite dalle imprese italiane per l’elaborazione e il controllo
dei dati trasmessi alla stanza di compensazione; ‐ svolgere le attività di cui sopra anche per le compagnie del Gruppo, sulla base di uno specifico contratto
di outsourcing.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione Attuariale sono recepiti nella “Politica della funzione Attuariale”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Funzione di Compliance
La funzione di Compliance governa un processo trasversale, che consta di presidi organizzativi e operativi atti a evitare disallineamenti con l’insieme delle regole esterne e interne e ha il compito di individuare, adottando metodologie condivise con le altre funzioni del sistema dei controlli interni, idonee soluzioni per la mitigazione/eliminazione dei rischi di non conformità.
Le principali attività svolte dalla funzione di Compliance possono essere riassunte come segue:
‐ identificazione delle norme applicabili all’impresa e valutazione “ex ante” (incluse le norme di autoregolamentazione) del loro impatto sui processi e le procedure aziendali;
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‐ verifica dell’efficacia degli adeguamenti organizzativi (strutture, processi, procedure) suggeriti per la prevenzione e mitigazione del rischio di non conformità normativa;
‐ supporto al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e all’Alta Direzione nella definizione e adeguamento nel tempo delle strategie e delle politiche di valutazione e gestione del rischio di non conformità alle norme;
‐ valutazione “ex ante”, anche in chiave prospettica, della conformità dei nuovi prodotti e delle nuove strategie di sviluppo alla normativa vigente applicabile;
‐ predisposizione della reportistica nei confronti del Consiglio di Amministrazione, del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e dell’Alta Direzione e dei responsabili delle strutture operative circa l’evoluzione del rischio di non conformità normativa e l’eventuale violazione dei limiti operativi fissati;
‐ definizione e formalizzazione della pianificazione dell’attività di compliance attraverso un piano annuale da presentare per la sua approvazione al Consiglio di Amministrazione di norma in una delle prime riunioni dell’esercizio, previo esame da parte del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo;
‐ predisposizione della relazione annuale al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione sull’adeguatezza ed efficacia dei presidi adottati dall’impresa per la gestione del rischio di non conformità;
‐ supporto alla Scuola di Formazione di Gruppo nell’individuazione di percorsi formativi per il network dei referenti di compliance e, in generale, per gli aspetti di compliance connessi all’attività della funzione;
‐ svolgimento delle attività di cui sopra anche per le società assicurative italiane del Gruppo, sulla base di uno specifico contratto; in qualità di Capogruppo, presidio complessivo del rischio di non conformità alle norme del Gruppo, coerentemente con quanto stabilito dalla regolamentazione interna in materia di compliance group governance e dal Regolamento Isvap n. 20/2008 e Ivass n. 22/2008.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di Compliance sono recepiti nella “Politica della funzione di Compliance”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Funzione di Antiriciclaggio
La funzione verifica che i processi, le procedure e le strutture organizzative siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme di legge, di regolamenti e di autoregolamentazione in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
Di seguito i compiti della funzione definiti dal Consiglio di Amministrazione della Compagnia e formalizzati con apposita delibera dell’Organo stesso:
‐ identificare le norme applicabili in tema di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo e valutare il loro impatto sui processi e le procedure interne;
‐ collaborare alla definizione del sistema dei controlli interni e delle procedure finalizzati alla prevenzione e al contrasto dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, verificandone nel continuo l’efficacia;
‐ proporre modifiche organizzative e procedurali necessarie al fine di assicurare un adeguato presidio dei rischi di cui sopra, verificando l’idoneità del sistema dei controlli interni e delle relative procedure adottate;
‐ prestare consulenza e assistenza agli organi aziendali e all’Alta Direzione in relazione agli aspetti di sua competenza e curare la predisposizione di adeguati flussi informativi nei confronti degli stessi;
‐ verificare, anche tramite l’operato dei servizi informatici, l’affidabilità del sistema informativo di alimentazione dell’Archivio Unico Informatico;
‐ trasmettere mensilmente all’Unità di Informazione Finanziaria i dati aggregati concernenti le registrazioni nell’Archivio Unico Informatico;
‐ redigere flussi informativi diretti agli organi aziendali, all’Alta Direzione e all’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001;
‐ predisporre, in raccordo con altre funzioni aziendali competenti in materia di formazione, un adeguato piano formativo volto a garantire il continuo aggiornamento del personale;
‐ concorrere a diffondere la cultura in materia di antiriciclaggio anche attraverso la predisposizione di un documento, da sottoporre all’approvazione al Consiglio di Amministrazione, che riepiloghi responsabilità, compiti e modalità operative nella gestione dei rischi di riciclaggio e di finanziamento al
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terrorismo. Tale documento dovrà essere costantemente aggiornato e reso disponibile al personale e alla rete distributiva diretta;
‐ valutare l’adeguatezza dei sistemi e delle procedure interne volti all’assolvimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela e di registrazione, nonché dei sistemi di rilevazione, valutazione e segnalazione delle operazioni sospette; valutare inoltre l’appropriata conservazione della documentazione richiesta dalla normativa;
‐ effettuare controlli in loco su base campionaria per verificare l’efficacia e la funzionalità dell’adeguatezza dei sistemi e delle procedure interni volti all’assolvimento degli obblighi relativi all’adeguata verifica, alla registrazione dei dati e alla segnalazione delle operazioni sospette, individuando eventuali aree di criticità;
‐ svolgere attività di verifica rafforzata nei casi previsti dalla normativa, vale a dire nei casi in cui appaia particolarmente elevato il rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Verificare l’adeguatezza del processo di verifica rafforzata condotto dalla rete distributiva diretta;
‐ presentare, almeno una volta l’anno, agli organi aziendali una relazione sulle iniziative intraprese, le disfunzioni accertate e le relative azioni correttive da intraprendere, nonché sull’attività formativa;
‐ predisporre un piano annuale delle attività da presentare per la sua approvazione al Consiglio di Amministrazione di norma in una delle prime riunioni dell’esercizio, previo esame da parte del Comitato per il Controllo Interno di Gruppo;
‐ collaborare, in qualità di presidio aziendale specialistico antiriciclaggio, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d’Italia;
‐ raccordarsi con le imprese assicurative estere del Gruppo, operative nei rami Vita, per garantire un approccio globale alla gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo; verificare che le procedure in essere presso tali imprese siano in linea con gli standard del Gruppo e tali da assicurare la condivisione delle informazioni a livello consolidato.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione Antiriciclaggio sono recepiti nella “Politica della funzione Antiriciclaggio”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Modifiche significative al sistema di Governance
Nel corso del 2016 le più significative variazioni intervenute nella struttura organizzativa della Capogruppo hanno riguardato:
‐ l’allocazione, nell’ambito della struttura del Risk Management, della funzione Attuariale cui sono attribuiti compiti di coordinamento, di gestione e di controllo in materia di riserve tecniche in conformità alle indicazioni della Direttiva Solvency II;
‐ la costituzione, nell’ambito della Direzione Sinistri di Gruppo, di un Polo Amministrativo avente l’obiettivo di riunire in un’unica unità la gestione di tutte le attività amministrative della direzione;
‐ l’adozione di un nuovo modello di controllo costi attraverso la costituzione di poli di monitoraggio e presidio della componente costi all’interno delle Direzioni aziendali, con l’obiettivo di abilitare una ottimizzazione dei processi di gestione delle spese.
Per quanto concerne, invece, il sistema delle deleghe, lo stesso non ha subito modifiche rilevanti nel corso del periodo di riferimento.
Modalità attraverso le quali sono garantiti alle funzioni fondamentali i necessari poteri, le risorse e l’indipendenza funzionale dalle aree o unità operative
Funzione di Revisione Interna
La funzione di Revisione Interna è stata costituita presso la Società nel 1995; al fine di garantire l’indipendenza e l’autonomia della stessa opera nell’organigramma aziendale in staff al Direttore Generale e riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione, per i compiti specifici inerenti al sistema di controllo interno.
La funzione di Revisione Interna svolge la propria attività in conformità a quanto previsto dal Regolamento del Gruppo Reale e nel rispetto delle linee guida indicate dal Regolamento Isvap n. 20/2008, così come
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modificato e integrato dal Provvedimento Ivass n. 17 del 15 aprile 2015. Ai sensi delle modifiche occorse al citato Regolamento, il Consiglio di Amministrazione della Società, con delibera del 23 ottobre 2014, aggiornata il 20 ottobre 2016, ha approvato la politica della funzione di Revisione Interna; come richiesto dall’Organo di Vigilanza la stessa deve essere rivista su base annuale ovvero al ricorrere di novità significative in ordine alle caratteristiche e all’esercizio della funzione.
Il Consiglio di Amministrazione, con l’approvazione del sopra indicato documento, ha confermato la validità dell’operatività della già esistente funzione di Revisione Interna e, nella seduta del 23 ottobre 2014, ha inoltre confermato nel ruolo di responsabile della stessa il Dott. Michele Tazzer.
Con riferimento al suo profilo professionale, il Dott. Michele Tazzer, dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, ha lavorato per tredici anni presso una primaria società di revisione arrivando a ricoprire incarichi manageriali di audit per clienti operanti su settori industriali e finanziari. Dal 1995 ricopre il ruolo di responsabile della Revisione Interna di Reale Mutua e dal 2008 della società controllata Italiana Assicurazioni, con il compito di coordinamento delle funzioni di audit esistenti e operanti all’interno del Gruppo. Il Dott. Michele Tazzer è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e al Registro dei Revisori Legali.
La funzione di Revisione Interna di Reale Mutua è composta, come da organigramma aziendale, da un team di quattordici dipendenti (di cui uno non operativo) compreso il responsabile; nello specifico otto risorse sono dedicate all’audit del sistema dei controlli interni e all’audit IT.
La funzione inoltre accoglie al suo interno, in una struttura separata e dedicata, l’attività dell’ufficio Responsabilità Amministrativa Enti, svolta ai sensi del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. 231/2001 (cosiddetto “Compliance Officer 231/2001”) per la quale operano quattro persone.
Le funzioni di vigilanza e controllo sul Modello, la cui adozione è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Società a dicembre 2004, sono attuate dal soprammenzionato Organismo di Vigilanza, che si avvale dell’attività dell’ufficio Responsabilità Amministrativa Enti, al fine di garantire lo svolgimento delle verifiche, delle analisi e degli altri adempimenti di sua competenza.
L’ufficio Responsabilità Amministrativa Enti sopra citato svolge identiche funzioni e attività di supporto anche nei confronti dell’Organismo di Vigilanza di Reale Ites, istituito dal Consiglio di Amministrazione della Società nel novembre 2015 in conseguenza dell’adozione del proprio Modello di organizzazione, gestione e controllo.
Sempre con riguardo alla delibera del 23 ottobre 2014 e la relativa conferma nella seduta del 20 ottobre 2016, il Consiglio di Amministrazione della Società ha dotato la funzione di Revisione Interna e il relativo responsabile della necessaria autorità attraverso l’attribuzione di specifici compiti, poteri e responsabilità nonché modalità di reportistica al Consiglio.
Chief Risk Officer (CRO)
Il CRO riporta funzionalmente e gerarchicamente al Direttore Generale e direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, nonché al Consiglio di Amministrazione.
La funzione CRO è stata istituita con la finalità di garantire, nell’ambito del sistema dei controlli interni, la gestione complessiva dei rischi di Reale Mutua e, a tendere, del Gruppo di imprese che fanno capo alla stessa.
Il responsabile della funzione CRO è l’Avv. Filippo Manassero.
L’Avv. Manassero, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, ha lavorato per undici anni presso uno studio legale internazionale di cui è stato equity partner tra il 2007 e il 2011. Dal 2011 al 2015 ha ricoperto il ruolo di responsabile legali del Servizio Affari Legali del Gruppo e da maggio 2015 è diventato responsabile della funzione Chief Risk Officer.
Funzione di Risk Management
Ai sensi dell’art. 21 del Regolamento Isvap n. 20/2008, la funzione di Risk Management funge da coordinatore delle attività di monitoraggio dei rischi.
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La funzione di Risk Management è stata costituita presso Reale Mutua nel 2006 e svolge la propria attività nel rispetto del Regolamento Isvap n. 20/2008; opera nell’organigramma aziendale in staff al Direttore Generale e riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione dei rischi. La funzione svolge i propri compiti anche per le singole imprese assicurative del Gruppo dalle quali abbia ricevuto incarico in tal senso, con il riporto diretto agli Organi amministrativi delle stesse. Tale impostazione, oltre a soddisfare criteri di economicità e di sinergia, garantisce la coerenza dei sistemi posti in essere in tutte le imprese appartenenti al Gruppo, al fine di consentire l'identificazione, la valutazione, il monitoraggio e il controllo dei rischi a livello di Gruppo. La funzione è composta, come da organigramma aziendale, da un team di ventiquattro dipendenti compreso il responsabile.
Il responsabile della funzione è il Dott. Stefano Olocco, che, dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, ha maturato esperienze nell’ambito dell’analisi e della reingegnerizzazione di processi amministrativi. Ha ricoperto la carica di responsabile della Pianificazione e Controllo di Gestione presso una compagnia Vita del Gruppo e successivamente ha ricoperto la carica di responsabile unità Vita e Finanza nell’ambito della funzione di Pianificazione e Controllo di Reale Mutua. Dal 2006 è responsabile dell’unità organizzativa di Risk Management nell’ ambito della funzione di Pianificazione e Controllo e Risk Management. Dal 2010 è responsabile della funzione di Risk Management in staff al Direttore Generale.
Da gennaio 2015 ha assunto altresì la carica di responsabile della funzione di Risk Management della controllata spagnola Reale Seguros.
Funzione Attuariale
La funzione Attuariale è collocata nell’ambito della funzione di Risk Management di Gruppo, riporta gerarchicamente al responsabile di tale funzione e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione sono recepiti nella “Politica della funzione Attuariale”, approvata dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 20 ottobre 2016.
Il responsabile della funzione è il Dott. Stefano Olocco, che ricopre altresì l’incarico di responsabile della funzione di Risk Management.
Funzione di Compliance
La funzione di Compliance, istituita presso Reale Mutua nel 2008 ai sensi del Regolamento Isvap n. 20/2008, riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo Interno di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione del rischio di non conformità alle norme.
La funzione di Compliance, costituita in forma di specifica unità organizzativa presso Reale Mutua, svolge l’attività anche per le altre imprese del Gruppo, dalle quali ha ricevuto specifico incarico, con il riporto diretto agli Organi amministrativi delle stesse.
La funzione di Compliance di Reale Mutua, che ha adottato un modello organizzativo accentrato e diffuso ai sensi della Politica della funzione approvata dal Consiglio di Amministrazione, è affidata alla responsabilità del Dott. Giorgio Mentuccia e costituita da un’unità di coordinamento centrale; essa si avvale di un network di referenti di compliance presso tutte le strutture organizzative aziendali – i cosiddetti “focal point di Compliance” ‐ deputati all’esercizio dei controlli di secondo livello in materia di conformità normativa sui processi e le procedure aziendali di competenza. Il network dei referenti costituisce una rete di relazioni di corrispondenza verso l’unità di coordinamento centrale ed il responsabile della funzione.
La funzione di Compliance governa un processo trasversale, che consta di presidi organizzativi e operativi atti a evitare disallineamenti con l’insieme delle regole esterne e interne e ha il compito di individuare, adottando metodologie condivise con le altre funzioni del sistema dei controlli interni, idonee soluzioni per la mitigazione/eliminazione dei rischi di non conformità.
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Funzione di Antiriciclaggio
Tale funzione, affidata alla responsabilità della Dott.ssa Gabriella Erbetta, è deputata a prevenire e contrastare la realizzazione di operazioni di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, possiede requisiti d’indipendenza e ha accesso a tutte le attività e a tutte le informazioni dell’impresa rilevanti per lo svolgimento dei propri compiti.
La funzione, accentrata presso la Capogruppo, è operativa per Reale Mutua e per le altre imprese assicurative italiane del Gruppo dalle quali ha ricevuto incarico; riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e ai Consigli di Amministrazione.
Modalità di coordinamento tra gli organi di amministrazione e controllo e le funzioni di gestione del rischio, di conformità, di revisione interna ed attuariale e modalità attraverso le quali le funzioni fondamentali informano e supportano gli organi di amministrazione e controllo.
Tenuto conto della normativa interna adottata nel corso del tempo, la Compagnia individua una pluralità di report, rendicontazioni e analisi tra le diverse funzioni di controllo della Società, i Comitati consiliari e tra questi e gli Organi sociali. I flussi informativi della funzione Attuariale saranno definiti al momento del consolidamento della stessa.
B.1.2. POLITICHE RETRIBUTIVE
Politiche di remunerazione degli Amministratori
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, Società Reale Mutua di Assicurazioni, è composto da un Presidente e da dodici Consiglieri.
Il Consiglio nomina annualmente, ai sensi dell’art. 2381 del Codice Civile, un Comitato (Comitato Esecutivo), composto dal Presidente e da due a quattro Amministratori.
La remunerazione annuale dei Consiglieri è stabilita dall’Assemblea ordinaria. L’entità è determinata in misura fissa, su proposta del Presidente, in coerenza con la natura mutualistica della Società; i corrispettivi sono adeguati con cadenza di norma triennale.
Per il Presidente è previsto un compenso fisso più elevato, in relazione alle maggiori responsabilità a lui assegnate; ai Consiglieri facenti parte del Comitato Esecutivo è attribuita una remunerazione fissa suppletiva, in virtù di tale incarico.
A tutti gli Amministratori, compresi quelli facenti parte delle Commissioni varie (es. Commissione Investimenti di Gruppo, Commissione Provvedimenti Mutualistici), è altresì erogato un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera, determinati anch’essi, con cadenza di norma triennale, dall’Assemblea.
Ai Consiglieri cui sono attribuiti gli incarichi di Presidente del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, Presidente dell’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/01, Consigliere incaricato di sovraintendere le attività immobiliari di Gruppo è attribuita una remunerazione fissa, stabilita dal Consiglio di Amministrazione, su proposta del Presidente, e adeguata con cadenza di norma triennale secondo le stesse logiche sopra riportate, oltre a un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera; ai Consiglieri cui è attribuito l’incarico di membro del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo è corrisposto un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni.
Per gli Amministratori, in nessun caso, è prevista l’erogazione di componenti variabili.
Per gli Amministratori non sono inoltre previsti importi integrativi in caso di anticipata cessazione dall’incarico.
Politiche di remunerazione del Collegio Sindacale
Il Collegio Sindacale è composto da tre Sindaci effettivi, compreso il Presidente del Collegio stesso, e da due
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Sindaci supplenti.
La remunerazione annuale dei Sindaci è stabilita dall’Assemblea, su proposta del Presidente del Consiglio di Amministrazione. L’entità è determinata in misura fissa, in coerenza con la natura mutualistica della Società, e i corrispettivi sono adeguati con cadenza di norma triennale.
Per il Presidente del Collegio è previsto un compenso fisso suppletivo rispetto agli altri Sindaci effettivi, in relazione alle maggiori responsabilità a lui assegnate; ai Sindaci supplenti non spettano remunerazioni.
Ai Sindaci è attribuita altresì dall’Assemblea un’eventuale indennità di trasferta giornaliera, adeguata anch’essa con cadenza di norma triennale.
Al Sindaco che è membro dell’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/01 è attribuito un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera.
Per i Sindaci, in nessun caso, è prevista l’erogazione di compensi collegati ai risultati o basati su strumenti finanziari.
Politiche di remunerazione del personale rilevante e dei responsabili delle Funzioni di Controllo Interno
Tenuto conto della definizione di personale del Regolamento Isvap n. 39/2011 e considerata la dimensione, la complessità della Società, il crescente ruolo di indirizzo e coordinamento svolto da alcune funzioni a livello di Gruppo Italia o internazionale il personale rilevante è costituito da:
‐ Direttore Generale; ‐ Condirettore Generale; ‐ Vice Direttore Generale; ‐ Direttore Risorse; ‐ Direttore Amministrazione di Gruppo; ‐ Direttore Tecnico Danni; ‐ Direttore Distribuzione, Marketing e Brand di Gruppo; ‐ Direttore Welfare.
I responsabili delle funzioni di controllo interno, come individuati ai sensi del Regolamento Isvap n. 20 del 2008 e del Regolamento Isvap n. 41 del 2012 sono i seguenti:
‐ il Responsabile della Revisione Interna; ‐ il Responsabile della Compliance; ‐ il Responsabile del Risk Management; ‐ il Responsabile dell’Antiriciclaggio;
a cui si aggiunge la figura del Chief Risk Officer (C.R.O.).
Iter decisionale e informativo
Le politiche di remunerazione del personale citato sopra sono:
‐ definite dal Consiglio di Amministrazione; ‐ approvate dall’Assemblea.
Le politiche sono riviste annualmente dal Consiglio di Amministrazione.
Le politiche di remunerazione definite e approvate sono accessibili a tutto il personale a cui si applicano, nel rispetto del diritto di riservatezza di ciascun soggetto. Il personale interessato deve essere informato in anticipo dei criteri utilizzati per determinarne la remunerazione e la valutazione dei risultati cui è collegata la componente variabile.
La politica di remunerazione e il processo di valutazione sono adeguatamente documentati e resi trasparenti a ciascun soggetto interessato.
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Linee generali, motivazioni e finalità delle politiche di remunerazione del personale in oggetto
La Società adotta politiche di remunerazione del personale coerenti con i principi e la missione della stessa che derivano dalla sua natura mutualistica e sono legate al fatto di garantire ai Soci/assicurati qualità e certezza delle prestazioni promesse e continuità e indipendenza del Gruppo.
In coerenza con i principi riconducibili alla forma societaria della società, nonché di quanto previsto dal Codice Etico di Gruppo, da sempre le politiche di Reale Mutua, ivi comprese quelle remunerative, sono improntate alla sana e prudente gestione del rischio e coerenti con l’obiettivo di garantire redditività e equilibrio finanziario nel lungo termine.
La retribuzione del personale deve rafforzare la strategia aziendale e di Gruppo, consolidando gli indirizzi e le scelte di fondo dell’organizzazione.
ll personale è remunerato tramite una retribuzione fissa e una variabile ove prevista.
La remunerazione fissa è definita in funzione del ruolo ricoperto e tenendo conto delle prassi di mercato, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro.
La remunerazione variabile ricompensa la performance conseguita e la creazione di valore per l’impresa nel tempo. Il riconoscimento della componente variabile è subordinato al raggiungimento di risultati predeterminati, oggettivi e agevolmente misurabili.
La politica di remunerazione, nella fissazione dei risultati da raggiungere:
‐ prevede l’adozione di indicatori di performance che tengano conto dei rischi attuali o futuri connessi ai risultati prefissati e dei correlati oneri in termini di costo del capitale impiegato e di liquidità necessaria;
‐ tiene conto, ove appropriato, anche di criteri non finanziari che contribuiscono alla creazione di valore per l’impresa, quali la conformità alla normativa esterna ed interna e l’efficienza della gestione del servizio alla clientela;
‐ assicura che l’importo complessivo della componente variabile sia basato su una adeguata combinazione dei risultati ottenuti dal singolo e dei risultati complessivi dell’impresa o del gruppo di appartenenza.
Politiche di remunerazione del personale rilevante
Il personale rilevante è remunerato tramite una retribuzione fissa e una variabile.
La remunerazione fissa è definita in funzione del ruolo ricoperto, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro.
La remunerazione variabile è costituita da un compenso di natura monetaria legato al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Non sono previste altre forme di compenso variabile.
Gli obiettivi, che rappresentano il livello atteso di prestazione, hanno diversi orizzonti temporali al fine di incentivare scelte e comportamenti virtuosi che risultino sostenibili anche nel medio e lungo termine. Sono pertanto definiti degli obiettivi di breve periodo (annuali) e obiettivi di medio/lungo periodo (triennali) a cui è collegata la corresponsione dei rispettivi incentivi.
La remunerazione prevede un bilanciamento tra componente fissa e componente variabile per garantire stabilità nelle prestazioni e una maggiore fidelizzazione. Sono fissati pertanto limiti alla componente variabile, che non può essere determinata complessivamente per ogni anno in misura superiore al 50% della retribuzione annua lorda fissa.
Il compenso variabile annuale è legato al raggiungimento degli obiettivi annuali assegnati tramite la scheda obiettivi e deve essere corrisposto in seguito alla consuntivazione degli stessi.
Il compenso variabile triennale è legato agli obiettivi triennali ed è corrisposto in modo differito alla fine del periodo di osservazione.
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Politiche di remunerazione dei responsabili delle funzioni di controllo interno
I responsabili delle funzioni di controllo interno sono remunerati tramite una retribuzione fissa, definita in funzione del ruolo ricoperto, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro, secondo quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20 del 2008 e dal Regolamento Isvap n. 41 del 2012. Non sono previste componenti variabili legate a un sistema di incentivazione parametrato sul raggiungimento di specifici obiettivi e/o risultati.
B.1.3. TRANSAZIONI SIGNIFICATIVE E CONFLITTI DI INTERESSE
Premesso che non si segnalano transazioni significative e conflitti di interesse, ai fini di monitorare gli interessi degli amministratori nelle operazioni sulle quali sono chiamati a decidere, il Regolamento del Consiglio della Capogruppo prevede che ciascun Amministratore debba dare notizia agli altri Consiglieri e al Collegio Sindacale di ogni interesse che, per conto proprio o di terzi, abbia in una determinata operazione della Società, precisandone la natura, i termini, l’origine e la portata. In relazione a ciò, la delibera del Consiglio deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la Società nell’operazione.
L’informativa di cui sopra può essere data nell’ambito della riunione consiliare in cui l’operazione è deliberata o valutata ovvero, qualora l’Amministratore ritenga di non poter essere presente al predetto Consiglio, mediante comunicazione scritta inviata al Presidente del Consiglio e al Presidente del Collegio Sindacale, che ne danno lettura nell’ambito della seduta.
Nei casi di inosservanza di quanto appena descritto, ovvero nel caso di deliberazioni del Consiglio adottate con il voto determinante dell'Amministratore interessato, l'Amministratore risponde dei danni derivati alla Società dalla sua azione od omissione, fermo ogni altro rimedio previsto dalla legge.
B.1.4. VALUTAZIONE DELL'ADEGUATEZZA DELL'ORGANO AMMINISTRATIVO
Il processo di Autovalutazione del Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua, condotto ai sensi dell’art. 5 del Regolamento Isvap n. 20 del 26 marzo 2008, ha la finalità di valutare la composizione e il funzionamento dell’Organo Amministrativo, dei comitati interni all’organo medesimo, il livello di professionalità degli Amministratori rispetto all’operatività e al profilo di rischio dell’impresa. Esso vuole garantire che i membri del Consiglio possiedano adeguati requisiti di competenza e onorabilità, nonché siano previsti meccanismi per valutare che tali soggetti soddisfino i requisiti necessari.
Il Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua ha effettuato la propria Autovalutazione relativa all’esercizio 2016:
‐ seguendo un processo articolato nelle seguenti quattro fasi:
istruttoria, di raccolta delle informazioni e dei dati sulla base dei quali effettuare la valutazione; di elaborazione dei dati e delle informazioni di cui sopra; di predisposizione degli esiti del processo; di discussione collegiale degli esiti e di predisposizione di eventuali misure correttive opportune;
‐ esaminando i risultati ottenuti, evidenziando i punti di forza e di debolezza emersi; ‐ individuando alcune azioni correttive, nonché un piano per la loro attuazione, da riprendere nella
successiva Autovalutazione; ‐ riesaminando i risultati dell’attività di Autovalutazione effettuata nel precedente esercizio.
Il Consiglio di Amministrazione ha dato corso al processo di Autovalutazione con il supporto e il coordinamento della Segreteria Generale della Società – Ufficio Adempimenti Societari.
Gli obiettivi sottesi alla metodologia utilizzata per lo svolgimento dell’Autovalutazione sono sostanzialmente riconducibili a:
‐ valutazione e conferma del profilo teorico dei Consiglieri, sulla base delle previsioni normative e regolamentari, delle leading practice e delle norme di autoregolamentazione, nonché delle aree da indagare per verificare il corretto funzionamento del Consiglio;
‐ valutazione delle modalità di funzionamento dell’organo amministrativo e delle sua capacità di
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pervenire a decisioni ben informate e motivate, in relazione alle caratteristiche operative e dimensionali della Compagnia.
L’Autovalutazione è stata condotta utilizzando un questionario strutturato per aree di analisi. Per la valutazione del funzionamento e dell’adeguatezza del Consiglio ci si è basati sull’esito delle risposte ai questionari.
Dai risultati dei questionari compilati dai singoli Consiglieri, si evince che il Consiglio di Amministrazione della Compagnia è da ritenersi adeguato alle dimensioni e alla complessità della stessa.
Il Consiglio risulta inoltre essere di qualità, in quanto elevati sono i requisiti di conoscenza e specializzazione posseduti a livello individuale e collegiale, bilanciato nel mix di competenze e nella partecipazione attiva alle sessioni di lavoro.
Molto chiari i ruoli del Presidente e dei Consiglieri e cooperativo il rapporto con il Management, l’Organismo di Vigilanza e le funzioni di Controllo Interno, garantita altresì da un periodico flusso informativo nei confronti del Consiglio di Amministrazione.
Sulla base degli esiti del processo di Autovalutazione dell’Organo Amministrativo, sono stati individuati dai Consiglieri alcuni punti di miglioramento che riguardano taluni aspetti organizzativi e di funzionamento del Consiglio di Amministrazione.
Le predette aree di miglioramento e le connesse misure correttive sono state incluse in uno specifico “Action Plan”.
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B.2. REQUISITI DI COMPETENZE E ONORABILITÀ
REQUISITI RICHIESTI
La Capogruppo si è dotata da molti anni di un Codice Etico, che, aggiornato nel 2013, ha ora valenza per tutto Reale Group. Il documento declina i valori del Gruppo in principi di comportamento nei confronti di tutti i portatori di interesse, con lo scopo di guidare chiunque operi nell’ambito del Gruppo medesimo a perseguire gli obiettivi con metodi e condotte corretti, leali e coerenti con la cultura d’impresa, caratterizzata dalla natura mutualistica della Capogruppo.
L’agire della Capogruppo e del Gruppo non è infatti unicamente fondato sul puntuale rispetto delle norme vigenti, ma si concretizza anche nell'osservanza dei valori fondamentali del Gruppo stesso, volti a generare comportamenti eticamente responsabili e trasparenti verso tutti gli stakeholder che interagiscono con esso.
Il rispetto dei principi e l’adesione ai valori contenuti nel Codice Etico costituiscono il primo requisito a cui debbono attenersi i soggetti che seguono.
Requisiti per gli Amministratori, i Sindaci, il Direttore Generale e il Condirettore Generale
I requisiti di onorabilità e di professionalità richiesti agli Amministratori, ai Sindaci, al Direttore Generale e al Condirettore Generale sono quelli stabiliti dallo Statuto Sociale e dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, che fissa i requisiti per i soggetti preposti a funzione di amministrazione, direzione e controllo delle imprese di assicurazione e di riassicurazione; per i soli membri del Collegio Sindacale occorre fare riferimento anche a quanto stabilito dal Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/03/2000. I requisiti di indipendenza sono regolamentati, oltre che dal predetto Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, anche dal Decreto Legge n. 201 del 6/12/2011, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011.
Nello specifico, i requisiti di onorabilità previsti per i membri del Consiglio di Amministrazione, i componenti il Collegio Sindacale, il Direttore Generale e il Condirettore Generale sono quelli stabiliti dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011 (nel caso dei membri del Collegio Sindacale, in coerenza con quanto statuito dall’art. 2 del Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/03/2000), secondo cui il requisito dell’onorabilità non ricorre, se i soggetti interessati si trovano in una delle seguenti situazioni:
a) stato di interdizione legale ovvero interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e, comunque, tutte le situazioni previste dall'art. 2382 del Codice Civile;
b) assoggettamento a misure di prevenzione disposte dall'autorità giudiziaria ai sensi della Legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o della Legge 31 maggio 1965, n. 575, e della Legge 13 settembre 1982, n. 646, e successive modificazioni e integrazioni, salvi gli effetti della riabilitazione;
c) condanna con sentenza definitiva, salvi gli effetti della riabilitazione:
1) a pena detentiva per uno dei reati previsti dalla normativa speciale che regola il settore dell'assicurazione, finanziario, del credito, dei valori mobiliari e dei mercati mobiliari nonché dal Decreto Legislativo 21 novembre 2007, n. 231, e successive modificazioni e integrazioni;
2) alla reclusione per uno dei delitti previsti nel Titolo XI del Libro V del Codice Civile e nel Regio Decreto 16 marzo 1942, n.267;
3) alla reclusione per un tempo non inferiore a un anno per un delitto contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico, contro l'economia pubblica ovvero per un delitto in materia tributaria;
4) alla reclusione per un tempo non inferiore a due anni per un qualunque delitto non colposo.
Le suddette cariche non possono essere ricoperte da coloro ai quali sia stata applicata su richiesta delle parti una delle pene previste dalla precedente lettera c), salvo il caso di estinzione del reato. Nel caso in cui siano state applicate su richiesta delle parti, le pene previste dai numeri 1) e 2) della predetta lettera c) non rilevano se inferiori a un anno.
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Inoltre, non possono ricoprire le cariche sopra indicate coloro che nei tre anni precedenti all’adozione dei relativi provvedimenti hanno rivestito analoghe cariche in imprese sottoposte a procedure di amministrazione straordinaria, fallimento o liquidazione coatta amministrativa o a procedure equiparate (art. 4 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011).
I requisiti di professionalità per gli Amministratori e i Sindaci sono quelli disposti dall’art. 3 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011 (nel caso dei membri del Collegio Sindacale, in coerenza con quanto statuito dall’art. 1 del Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/03/2000), che prevede che essi debbano essere scelti secondo criteri di professionalità e competenza tra persone che abbiano maturato un’esperienza complessiva di almeno tre anni attraverso l’esercizio di una o più delle seguenti attività:
a) di amministrazione, direzione o controllo presso società ed enti del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
b) di amministrazione, direzione o controllo in enti pubblici o pubbliche amministrazioni aventi attinenza con il settore assicurativo, creditizio o finanziario ovvero anche con altri settori, se le funzioni svolte hanno comportato la gestione o il controllo della gestione di risorse economiche finanziarie;
c) di amministrazione, direzione o controllo in imprese pubbliche e private aventi dimensioni adeguate alla società che ha conferito l’incarico;
d) professionali in materie attinenti al settore assicurativo, creditizio o finanziario o attività di insegnamento universitario di ruolo in materie giuridiche, economiche o attuariali aventi rilievo per il settore assicurativo.
La norma richiede altresì che per il Presidente del Consiglio di Amministrazione, i membri del Comitato Esecutivo e almeno un terzo dei Sindaci (effettivi e supplenti), l’esperienza complessiva maturata di cui ai punti a), c) e d) sia di almeno un quinquennio. I Sindaci devono altresì essere iscritti nel registro dei revisori contabili.
Secondo quanto stabilito dall’art. 5, comma 2, lett. l), del Regolamento Isvap n. 20/2008, infine, l’Organo amministrativo, nel suo complesso, deve possedere adeguate competenze tecniche almeno in materia di mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria e attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli d’impresa.
L’art. 32 dello Statuto Sociale prevede che i Consiglieri debbano essere scelti tra i Soci Delegati della Società e, per quanto riguarda il Collegio Sindacale, l’art. 40 dello Statuto Sociale stabilisce che:
‐ il Presidente del Collegio stesso sia scelto tra i Soci Delegati o fra i Soci; ‐ non possano essere nominati Sindaci coloro che già ricoprono incarichi di Sindaco effettivo in altre
cinque o più società, tra quotate e assicurative non quotate, con esclusione delle società controllate dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni o a essa collegate.
Per la carica di Direttore Generale e di Condirettore Generale è richiesto il possesso di una specifica competenza professionale acquisita in materia assicurativa, creditizia o finanziaria attraverso esperienze di lavoro con funzioni dirigenziali di adeguata responsabilità, per un periodo non inferiore a un quinquennio.
I requisiti di indipendenza previsti per i membri del Consiglio di Amministrazione, i componenti il Collegio Sindacale, il Direttore Generale e il Condirettore Generale sono quelli stabiliti dall’art. 6 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, nonché dall’art. 36 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011. Secondo la prima delle due normative citate:
‐ la funzione di amministrazione, direzione o controllo in una impresa di assicurazione o riassicurazione non è compatibile con lo svolgimento di analoga funzione, con la sussistenza di rapporti di lavoro, di rapporti continuativi di consulenza o di prestazione d’opera retribuita o di altri rapporti di natura patrimoniale presso altre società di assicurazione o di riassicurazione, loro controllate o controllanti, tale da comprometterne l’indipendenza;
‐ ai fini della valutazione di compatibilità per la sussistenza del requisito di indipendenza di cui al precedente comma, si tiene conto della diversa rilevanza delle funzioni e del diverso ruolo esercitato dai soggetti interessati. In ogni caso non si considerano tali da compromettere l’indipendenza gli incarichi ed i rapporti con imprese appartenenti al medesimo gruppo assicurativo.
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In base all’art. 36 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011:
‐ è vietato ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti (il cosiddetto “divieto di interlocking”);
‐ ai fini del divieto di cui al comma 1, si intendono concorrenti le imprese o i gruppi di imprese tra i quali non vi sono rapporti di controllo ai sensi dell'art. 7 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287 e che operano nei medesimi mercati del prodotto e geografici.
I predetti soggetti, inoltre, non devono trovarsi nelle situazioni impeditive di cui all’art. 4 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011.
Requisiti per i responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, Attuariale e per il Chief Risk Officer (CRO)
Per quanto riguarda i requisiti di onorabilità richiesti ai responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, Attuariale e CRO si fa riferimento a quanto stabilito dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, sopra declinato.
Per i requisiti di professionalità, i responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance e Antiriciclaggio sono scelti tra persone in possesso di significative e consolidate competenze in ambito di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. In particolare, tali soggetti devono aver maturato un’esperienza complessiva di almeno un triennio in uno o più dei seguenti ambiti:
‐ nelle rispettive unità o funzioni aziendali di controllo di Reale Mutua o di altra società o enti preferibilmente del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
‐ nella materia dei controlli interni e di gestione dei rischi in società di consulenza o di servizi; ‐ nelle materie attinenti ai controlli interni e alla gestione dei rischi, nello svolgimento di attività
professionali.
Costituisce titolo preferenziale l’essere componente di organi sociali di associazioni o enti impegnati nello svolgimento di studi e ricerche in materie concernenti i controlli interni e in particolare quelle relative alle tematiche di audit, di risk management, di compliance e di antiriciclaggio.
Per quanto attiene al ruolo di responsabile della funzione di Revisione Interna, inoltre, la valutazione si basa sugli standard internazionali e il codice etico della professione previsti dall’International Professional Practices Framework per tale figura.
Al responsabile della funzione Attuariale sono richiesti i requisiti di professionalità stabiliti dall’art. 30‐sexies del D. Lgs. n. 74 del 12 maggio 2015. Pertanto, il responsabile dovrà essere un attuario iscritto nell’albo professionale di cui alla Legge n. 194 del 9 febbraio 1942 oppure:
‐ disporre di conoscenze di matematica attuariale e finanziaria adeguate alla natura, alla portata e alla complessità dei rischi inerenti all’attività dell’impresa;
‐ possedere comprovata esperienza professionale nelle materie rilevanti ai fini dell’espletamento dell’incarico.
Al CRO sono richiesti requisiti di natura professionale adeguati al ruolo che tale figura ricopre nell’ambito dell’organizzazione aziendale, con particolare riferimento a competenze in materia legale e di gestione dei rischi atte a garantire il presidio delle tematiche di carattere tecnico e normativo poste sotto il suo coordinamento.
E’ garantito il requisito di indipendenza in capo ai responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale in presenza delle seguenti condizioni:
‐ essere posti in posizione gerarchico‐funzionale adeguata. In particolare, i responsabili di Internal Audit e Risk Management sono collocati in staff al Direttore Generale della Società, non prevedendo lo Statuto Sociale la figura dell’Amministratore Delegato, con riporto funzionale diretto al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione; le funzioni di Compliance e di Antiriciclaggio riportano in line al CRO (Chief Risk Officer, funzione garante) e, al fine di garantirne l’indipendenza e
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l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione. Il responsabile della funzione Attuariale riporta in line al responsabile della funzione di Risk Management e con riporto funzionale diretto al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione, con lo scopo di assicurarne l’indipendenza e l’autonomia;
‐ non avere responsabilità diretta di aree operative sottoposte al loro controllo, né essere gerarchicamente subordinati ai responsabili di tali aree;
‐ essere nominati dal Consiglio di Amministrazione della Società con apposita delibera, in cui sono definiti, tra gli altri aspetti, i compiti, i poteri e le responsabilità della funzione, che ne sanciscono l’autonomia dalle strutture operative e da quelle di controllo interno, nel rispetto del principio di separatezza tra funzioni, e in cui sono stabiliti i principi che consentono alla funzione stessa di disporre dell’autorità, delle risorse e delle competenze necessarie per il corretto svolgimento dei suoi compiti. Il Consiglio di Amministrazione provvede inoltre alla revoca dei responsabili;
‐ riferire direttamente agli organi sociali. In particolare, i responsabili delle sopra richiamate funzioni hanno quindi accesso diretto oltre che al Consiglio di Amministrazione e al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, al Collegio Sindacale e all’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001 e si relazionano con essi senza restrizioni o intermediazioni;
‐ avere accesso libero e diretto a tutte le strutture aziendali e alla documentazione relativa alle aree aziendali oggetto di verifica, ognuno per le proprie competenze;
‐ avere una remunerazione, come previsto dalla politica della Società redatta ai sensi del Regolamento Isvap n. 39/2011, non determinata sulla base di parametri legati al raggiungimento di specifici obiettivi e risultati di natura industriale;
‐ avere la disponibilità di risorse finanziarie adeguate (ovvero un budget di spesa), stabilite e approvate dal Consiglio di Amministrazione, per lo svolgimento dei propri compiti.
Passando ai requisiti di indipendenza del CRO, tale figura, individuata dal Consiglio di Amministrazione, deve essere posta in posizione gerarchico‐funzionale adeguata. La funzione è collocata in staff al Direttore Generale della Società, non prevedendo lo Statuto Sociale la figura dell’Amministratore Delegato, con riporto funzionale diretto al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione. In tale ambito, il Chief Risk Officer ha quindi accesso diretto all’Organo amministrativo, al Collegio Sindacale, al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e all’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001, relazionandosi con essi senza restrizioni o intermediazioni.
Inoltre, il CRO ha accesso libero e diretto a tutte le strutture aziendali e alla documentazione a esse relativa, per le materie di propria competenza, e deve avere una remunerazione non basata su parametri riferiti al conseguimento di determinati risultati di natura industriale.
PROCEDURE DI VALUTAZIONE DEI REQUISITI DI IDONEITÀ ALLA CARICA
Procedura per la valutazione dei requisiti per gli Amministratori, i Sindaci, il Direttore Generale, il Condirettore Generale
L’accertamento dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza in capo agli Amministratori, ai Sindaci, al Direttore Generale e al Condirettore Generale, è svolto in via preliminare dal Comitato, costituito ad hoc e previsto dal Regolamento del Consiglio della Capogruppo.
Inoltre, il Comitato verifica in via preliminare che l’Organo amministrativo nel suo complesso, secondo quanto previsto dall’art. 5, comma 2, lett. l), del Regolamento Isvap n. 20/2008, sia in possesso di adeguate competenze tecniche, in particolare per quanto attiene alle materie indicate dall’Autorità di Vigilanza e che riguardano i mercati assicurativi e finanziari, i sistemi di governance, l’analisi finanziaria ed attuariale, il quadro regolamentare, le strategie commerciali e i modelli d’impresa.
A tal fine, il Comitato si avvale anche degli esiti dell’autovalutazione svolta annualmente dal Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 5, comma 2, lett. s), del Regolamento Isvap n. 20/2008.
Il Comitato presenta quindi gli esiti delle proprie valutazioni al Consiglio di Amministrazione, che, preso atto di questi ed esaminati i documenti sopra descritti, svolge la propria attività di verifica dei requisiti, tenendo conto in particolare, ai fini della valutazione di compatibilità per la sussistenza del requisito di indipendenza, della diversa rilevanza delle funzioni e del differente ruolo esercitato dai soggetti interessati.
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Qualora si verifichino situazioni impeditive all’assunzione o al mantenimento della carica, il Consiglio di Amministrazione assume le conseguenti determinazioni, secondo quanto disposto dalla normativa in vigore.
Procedura per la valutazione dei requisiti per i responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale e per il Chief Risk Officer (CRO)
L’accertamento dei requisiti di onorabilità e di professionalità in capo ai responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, Attuariale e al CRO è svolto in via preliminare dal predetto Comitato.
Il requisito di indipendenza è accertato anche attraverso l’esame dell’organigramma aziendale, da cui è possibile verificare la posizione gerarchico‐funzionale dei responsabili e delle valutazioni e prassi in essere svolte ai sensi del Regolamento Isvap n. 39/2011.
L’indipendenza è altresì garantita dal riporto funzionale al Consiglio di Amministrazione, in occasione dei vari incontri degli organi sociali, e dal contatto diretto dei responsabili delle funzioni e del CRO con il Collegio Sindacale, con il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e con l’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001.
Infine, la facoltà di libero e diretto accesso a tutta la struttura aziendale è assicurata anche dalle deleghe che il Consiglio di Amministrazione conferisce ai responsabili delle funzioni e del CRO, ognuno per la parte di propria competenza.
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B.3. SISTEMA DI GESTIONE INTERNA DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA
DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ B.3.1. SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI
La Capogruppo, in qualità di responsabile dell’attività di direzione e coordinamento del Gruppo, ha definito e formalizzato il proprio quadro di riferimento circa la gestione dei rischi a livello di Gruppo e ha conseguentemente sviluppato il proprio sistema di gestione dei rischi in tal senso, garantendo quindi un’uniforme approccio in tutte le imprese del Gruppo.
A tal fine, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha stabilito, attraverso il documento delle “Politica di gestione dei rischi” (in seguito il Documento), gli elementi fondanti del sistema di gestione dei rischi che sono di seguito riportati:
‐ i criteri di identificazione, misurazione, gestione, reporting e controllo dei rischi aziendali; ‐ i livelli di propensione e tolleranza al rischio (c.d. risk appetite framework); ‐ il modello organizzativo del sistema di gestione dei rischi; ‐ le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi; ‐ l’integrazione del sistema di gestione dei rischi con i processi decisionali.
Il documento è sottoposto alla revisione annuale dei Consigli di Amministrazione delle società assicurative e delle società strumentali rientranti nel perimetro di consolidamento integrale che provvedono a valutarlo, in ragione delle proprie specificità e del proprio contesto di mercato di riferimento, e ad approvarlo. Trova piena applicazione per le società assicurative e applicazione in termini di principi generali di approccio alla gestione del rischio per le società strumentali.
Con riferimento a Banca Reale, la gestione dei rischi è effettuata in base alle normative previste da Banca d’Italia in un’ottica di coordinamento con la Capogruppo, in particolare per quanto concerne la valutazione dei rischi a livello consolidato di Gruppo ed in coerenza con quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20/2008.
In base al quadro generale di riferimento per la gestione dei rischi, ed ai suoi elementi fondanti sopra riportati, il Gruppo ha attuato il proprio sistema di gestione dei rischi, che si basa sulle seguenti componenti:
‐ una procedura comune di censimento dei rischi, volta alla formalizzazione delle attività necessarie alla raccolta in via continuativa delle informazioni sui rischi attuali e prospettici a cui il Gruppo è esposto, e un quadro di riferimento univoco per l’analisi del profilo di rischi (c.d. framework dei rischi) per la classificazione e la descrizione dei rischi;
‐ un processo comune di valutazione dei rischi, realizzato sia con logiche attuali sia con logiche prospettiche (ivi incluse valutazioni dei rischi nascenti dall’offerta di nuovi prodotti, dall’ingresso in nuovi mercati e da operazioni di carattere strategico), tenendo conto di aspetti sia quantitativi sia qualitativi e considerando le interrelazioni tra attività e passività mediante l’utilizzo di tecniche di asset‐liability management (c.d. ALM). Gli strumenti di valutazione di cui si avvale il Gruppo sono il Modello interno parziale, la Macro Check List, il Risk Assessment e gli Stress Test;
‐ un quadro di riferimento per la propensione e la tolleranza al rischio, attraverso la definizione del Risk Appetite Framework (c.d. RAF) per la formalizzazione di un approccio comune per le strategie di rischio;
‐ un sistema di politiche di riferimento, per la formalizzazione delle strategie di assunzione, valutazione, controllo, gestione, misurazione e mitigazione dei rischio, l’identificazione del modello organizzativo e l’illustrazione delle interrelazioni fra il sistema di gestione dei rischi e i processi decisionali;
‐ un sistema di reporting per la tempestiva comunicazione dei risultati sull’evoluzione dei rischi ai Consigli di Amministrazione, all’Alta Direzione, ai Comitati, alle Commissioni e alle strutture aziendali delle imprese del Gruppo.
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B.3.2. FUNZIONE DI RISK MANAGEMENT
Il modello organizzativo di Gruppo prevede per la funzione di Risk Management di Capogruppo il più alto livello di accentramento, in ragione del fatto che la funzione stessa opera trasversalmente su tutte le Imprese, italiane e spagnole, impartendo direttive e linee guida comuni.
Il responsabile della funzione di Risk Management di Capogruppo riporta direttamente ai Consigli di Amministrazione delle Imprese del Gruppo e partecipa in maniera continuativa alle riunioni del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, attività che rappresenta un momento essenziale di coordinamento in merito alle tematiche inerenti il sistema dei controlli interni e il sistema di gestione dei rischi a livello di Gruppo.
La funzione partecipa inoltre ai gruppi di lavoro collegiali (Comitati e Commissioni) che si occupano di gestione dei rischi.
La struttura, il funzionamento, i compiti della funzione e del suo responsabile e i flussi informativi della funzione stessa sono disciplinati più in dettaglio nella “Politica della funzione di Risk Management”, documento approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e delle Società assicurative del Gruppo.
Con riferimento al sistema di gestione dei rischi e alla sua applicazione a livello di Gruppo, la funzione di Risk Management di Capogruppo è outsourcer verso le imprese partecipate così come di seguito indicato:
‐ in Italiana Assicurazioni, la funzione è esternalizzata integralmente alla Capogruppo; ‐ in Reale Seguros, la funzione, parzialmente esternalizzata alla Capogruppo per i temi connessi allo
sviluppo e alla gestione del modello interno, riporta all’Amministratore Delegato, al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione;
‐ in Reale Vida, la funzione è esternalizzata a Reale Seguros Generales.
Per le attività di gestione dei rischi di Reale Seguros Generales e di Reale Vida, non esternalizzate alla funzione di Capogruppo, è mantenuto un collegamento funzionale diretto con la funzione di Capogruppo.
Le attività di gestione dei rischi sono estese alle altre imprese non assicurative, in base alle caratteristiche della società, al fine di poter valutare i rischi cui il gruppo è esposto in un’ottica attuale e prospettica.
Nell’ambito del proprio perimetro operativo di Gruppo, la funzione di Risk Management tiene conto delle specificità e del mercato in cui operano le singole Imprese al fine di adeguare il proprio approccio al contesto di riferimento.
Le principali attività svolte nel corso dell’anno sono riassunte come segue:
‐ coordinamento della gestione dei rischi del Gruppo; ‐ supporto ai Consigli di Amministrazione e alle Alte Direzioni nel presidio del sistema di gestione dei rischi; ‐ concorso alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi e dei limiti operativi, definendo
appropriate procedure di verifica; ‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “qualitativo/ organizzativo”; ‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “quantitativo”; ‐ coordinamento del programma di convergenza verso Solvency II del Gruppo; ‐ attuazione, sviluppo e gestione del sistema di controllo della qualità dei dati (c.d. data quality); ‐ predisposizione della reportistica per i vertici aziendali e verifica della coerenza dei modelli di
misurazione dei rischi con l’operatività svolta dall’impresa; ‐ redazione annuale dei Piani di attività, con il dettaglio delle attività e dei progetti da svolgere e con
indicazione della frequenza di presentazione del reporting e delle risultanze degli stress test; ‐ redazione annuale di una relazione che aggiorna i Consigli di Amministrazione in merito all’adeguatezza
e all’efficacia del sistema di gestione dei rischi, delle metodologie e dei modelli utilizzati per il presidio dei rischi stessi, all’attività svolta, alle valutazioni effettuate, ai risultati emersi e alle criticità riscontrate, fornendo e dando conto dello stato di implementazione dei relativi interventi migliorativi, qualora effettuati.
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B.3.3. PRINCIPI, OBIETTIVI E PROCEDURE AI FINI ORSA
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi, l’ORSA – Own Risk and Solvency Assessment – è lo strumento attraverso il quale le imprese del Gruppo e il Gruppo nel suo insieme valutano la sostenibilità delle proprie strategie e stimano il fabbisogno di solvibilità complessivo in relazione al profilo di rischio, definito in base alle strategie di business formalizzate nel piano strategico.
Il processo ORSA è integrato all’interno del processo triennale di pianificazione strategica. Tale processo ha inizio con la determinazione della strategia entro la quale la compagnia (o il gruppo) deve operare. Le linee guida del piano strategico sono formalizzate all’interno di un documento (budget letter) che costituisce la guida per lo sviluppo del piano; il documento è portato all’attenzione dell’Alta Direzione delle società ed approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e delle altre società del Gruppo.
Gli elementi chiave del processo strategico sono il risk appetite framework (RAF) e la strategia di investimento. Il RAF definisce la strategia di rischio complessiva della singola compagnia e del Gruppo, i cui limiti e appetito al rischio sono approvati dai Consigli di Amministrazione. La strategia di investimento, che tiene conto dei limiti del RAF, è approvata preventivamente dalla Commissione Investimenti di Gruppo.
Lo sviluppo del piano avviene in concomitanza con il processo ORSA, con una logica di feedback ricorsivi per cui la valutazione dei rischi permette lo sviluppo del piano strategico.
Il processo ORSA è formalizzato secondo gli standard aziendali stabiliti per la mappatura dei processi che definiscono ruoli e responsabilità, strumenti e metodologie, dati di input e risultati, rischi e controlli utilizzando la metodologia di Business Process Management (BPM) basata su una logica di processo end‐to‐end.
Il processo ORSA è effettuato in concomitanza con il processo di pianificazione strategica ed è prevista una gestione all’occorrenza dello stesso in ragione di eventi che possano determinare una variazione significativa del profilo di rischio. La frequenza del processo ORSA è ritenuta adeguata e allineata alla frequenza di determinazione del piano strategico la cui implementazione è monitorata regolarmente. La posizione di solvibilità della compagnia (e del Gruppo) è monitorata su base trimestrale.
La valutazione del rischio e della solvibilità viene effettuata in termini di:
‐ identificazione dei rischi a cui le società e il Gruppo risulteranno esposti al fine di identificare la mappa dei rischi;
‐ valutazione del fabbisogno di solvibilità in funzione della mappa dei rischi utilizzando sia il modello interno sia la formula standard;
‐ proiezione dei fondi propri; ‐ valutazione della capacità patrimoniali e in scenari particolarmente avversi (stress test), in scenari
peggiorativi e migliorativi del piano strategico (analisi di sensitività) e analisi di reverse stress test; ‐ analisi qualitative per i rischi non quantificabili.
Le risultanze del processo ORSA sono inserite all’interno del report ORSA che costituisce l’informativa circa l’evoluzione prospettica dei rischi e della solvibilità sia con finalità interne alla società sia con finalità regolamentari verso l’Autorità di Vigilanza.
Il processo ORSA è integrato all’interno del processo strategico per assicurare il collegamento tra il processo di valutazione dei rischi e il processo decisionale. I risultati del processo ORSA sono tenuti in considerazione nei seguenti processi:
‐ business planning; ‐ risk strategy (RAF); ‐ gestione del capitale e della liquidità; ‐ allocazione del capitale; ‐ sviluppo prodotti.
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B.3.4. PROCESSO DI DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO DI CAPITALE
Nell’ambito del processo ORSA, Reale Group valuta la sostenibilità delle proprie strategie e stima il fabbisogno di solvibilità complessivo in relazione al proprio profilo di rischio; il processo di determinazione del fabbisogno di capitale è allineato con la politica di gestione del capitale che definisce il sistema di governo e controllo attraverso il quale viene garantito l’adeguato livello patrimoniale, attuale e prospettico, di ciascuna società del Gruppo e del Gruppo nel suo insieme, coerentemente con il complesso dei rischi assunti.
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B.4. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
Reale Group dispone di un sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi che permette alla Capogruppo di effettuare un controllo effettivo sia sulle scelte strategiche di Gruppo sia sull’equilibrio tecnico‐operativo e gestionale delle singole componenti.
Il sistema dei controlli interni nel Gruppo si articola sostanzialmente su tre livelli:
‐ controlli di primo livello: sono diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni nel perseguimento degli obiettivi assegnati e sono svolti dalle strutture organizzative responsabili delle attività;
‐ controlli di secondo livello: rappresentano l’insieme di attività svolte da funzioni/organi che, in posizione indipendente dai responsabili delle attività, hanno il compito di monitorare in via sistematica l’andamento delle diverse famiglie di rischio, l’operatività e l’adeguatezza dei controlli di primo livello;
‐ controlli di terzo livello: sono rappresentati dall'attività di Revisione Interna volta a valutare l’efficacia e l’efficienza del complessivo sistema dei controlli interni.
I principali organi/funzioni di controllo, interni ed esterni, operanti per le Società del Gruppo sono:
‐ il Comitato per il Controllo Interno e i Rischi di Gruppo; ‐ gli Organismi di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001; ‐ le Comisiónes de Auditoria; ‐ la Revisione Interna (Internal Audit); ‐ la Responsabilità Amministrativa Enti; ‐ il Chief Risk Officer (CRO); ‐ il Risk Management; ‐ la Compliance; ‐ l’Antiriciclaggio; ‐ la funzione Attuariale.
La Capogruppo, nell’ambito dell’attività di direzione e coordinamento, attuata ai sensi dell’art. 2497 e seguenti del Codice Civile, esercita il controllo sulle singole imprese e sul Gruppo nel suo complesso.
In particolare, in ambito di Gruppo, Reale Mutua esercita un controllo:
‐ strategico, sull’evoluzione delle diverse aree di attività in cui il Gruppo stesso opera e dei rischi a esse correlate;
‐ gestionale, con il fine di assicurare il mantenimento delle condizioni di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale, sia delle singole imprese sia del Gruppo nel suo insieme;
‐ tecnico‐operativo, con l’obiettivo di valutare i vari profili di rischio che le singole controllate possono apportare al Gruppo.
La Capogruppo presidia le tematiche inerenti il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi del Gruppo tramite le funzioni dedicate e attraverso:
‐ meccanismi di coordinamento e collegamento tra le imprese appartenenti al Gruppo per le principali attività;
‐ meccanismi di integrazione dei sistemi contabili; ‐ flussi informativi periodici che consentono di verificare il perseguimento degli obiettivi strategici e il
rispetto delle norme; ‐ procedure e prassi operative di segnalazione per l’accertamento, la quantificazione, il monitoraggio e il
controllo delle operazioni infragruppo; ‐ meccanismi che garantiscono la coerenza tra i dati e le informazioni prodotti ai fini dell’esercizio della
vigilanza supplementare e quelli prodotti ai fini dell’esercizio della vigilanza sul Gruppo; ‐ la definizione dei compiti e delle responsabilità delle singole funzioni di controllo e di gestione dei rischi
all’interno del Gruppo; ‐ procedure idonee a garantire in modo accentrato l’identificazione, la misurazione e la gestione dei rischi
a livello di Gruppo.
La Capogruppo formalizza e rende noti alle imprese del Gruppo i criteri di identificazione, misurazione, gestione e controllo di tutti i rischi.
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La Capogruppo, al fine di verificare la rispondenza dei comportamenti delle imprese appartenenti al Gruppo e l’efficacia dei sistemi di controllo interno, svolge accertamenti periodici nei confronti delle controllate per il tramite delle funzioni di controllo preposte.
I principi sopra esposti sono comunque applicati alla generalità delle imprese che compongono il Gruppo, tenendo conto delle peculiarità di quelle bancarie e finanziarie e delle specifiche normative nazionali e di settore.
Il Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua ha affidato alle strutture della Società il presidio e la responsabilità delle procedure di coordinamento e di collegamento con le imprese del Gruppo, dei meccanismi di comparazione contabile, delle procedure di segnalazione per l’accertamento delle operazioni infragruppo e delle misure necessarie a garantire la coerenza dei sistemi avviati nelle diverse Imprese del Gruppo stesso.
I Consigli di Amministrazione delle imprese di Reale Group hanno approvato conseguenti delibere di recepimento delle indicazioni della Capogruppo.
Il modello di governo del Gruppo prevede un unico Presidente per la quasi totalità delle imprese e la presenza di Amministratori e dell’Alta Direzione della Capogruppo nei Consigli di Amministrazione delle singole Imprese controllate.
Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi di Gruppo è strutturato in generale secondo la logica della centralizzazione presso la Capogruppo di alcune funzioni di controllo e della presenza di Comitati/Commissioni, operativi per l’intero Gruppo, composti, nella maggior parte dei casi, da rappresentanti delle singole Imprese; tale impostazione consente di garantire l’uniformità e l’idoneità delle metodologie, delle procedure e delle modalità operative in tema di controlli e di gestione dei rischi.
Il principale organo della Capogruppo avente funzioni istruttorie, propositive, consultive e di verifica in materia di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi a livello di Gruppo, è il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo.
Il Comitato è un organo collegiale composto da amministratori, non esecutivi e preferibilmente indipendenti, delle principali imprese del Gruppo, in modo che ognuna di esse abbia almeno un membro di propria nomina.
Il perimetro di attività del Comitato riguarda tutte le imprese del Gruppo.
Ai fini di un migliore e più efficace espletamento dei propri compiti e delle funzioni attribuiti al Comitato, quest’ultimo si avvale dell’attività delle principali funzioni di controllo presenti all’interno del Gruppo (Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, le funzioni Attuariali e il Chief Risk Officer).
Il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo può in tal modo coadiuvare i Consigli di Amministrazione delle imprese per le attività relative alla gestione di tali rischi che, per le loro caratteristiche, necessitano di particolare approfondimento, specializzazione e competenza.
Il Comitato, attraverso le relazioni semestrali rivolte ai Consigli di Amministrazione delle imprese del Gruppo, esprime una sintesi delle attività svolte e dei principali aspetti inerenti il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
Sempre nell’ambito del sistema di controllo interno di Gruppo i Consigli di Amministrazione delle Imprese di Reale Group, a eccezione di Italnext, hanno adottato uno specifico Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. n.231/2001.
Le funzioni di vigilanza e controllo sui rispettivi Modelli delle imprese del Gruppo sono attuate da specifici Organismi di Vigilanza, nominati dai Consigli di Amministrazione ai sensi del D.Lgs. n.231/2001 in conseguenza dell’adozione dei Modelli stessi; tali Organismi riferiscono periodicamente (semestralmente/annualmente) ai rispettivi Consigli di Amministrazione e predispongono un piano annuale delle verifiche da effettuare al fine di assolvere le funzioni e responsabilità loro conferite dai rispettivi Consigli di Amministrazione.
Al fine di armonizzare e garantire l’efficacia e la coerenza del Modello adottato da ciascuna impresa all’interno del Gruppo e, soprattutto, per assicurare una maggiore tutela dal rischio di commissione di reati, gli Organismi di Vigilanza delle imprese controllate operano coordinandosi e mantenendo contatti periodici
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con il corrispondente Organismo della Capogruppo.
Ai fini di un migliore e più efficace espletamento dei compiti e delle funzioni attribuiti agli Organismi, essi si avvalgono delle attività degli Uffici Responsabilità Amministrativa Enti di ciascuna Impresa.
B.4.1. FUNZIONE DI COMPLIANCE
B.4.1.1. RUOLI E OBIETTIVI
In coerenza con il Regolamento di Gruppo e i successivi Comunicati in materia di governance di Gruppo, nel mese di giugno 2016, è stato adottato il Comunicato di Gruppo n. 2/2016, con il quale sono state fornite specifiche linee guida in materia di governance del rischio di non conformità alle norme nel Gruppo, anche alla luce di quanto previsto nel Regolamento Isvap n. 20/2008, Capo VI “Disposizioni in materia di gruppo assicurativo”. In particolare sono stati individuati specifici presidi presso le imprese del Gruppo finalizzati ad assicurare e supportare, attraverso le modalità concordate (condivisione metodologie, flussi informativi e incontri periodici), la gestione complessiva dei sistemi di controlli interni e dei rischi, in materia di non conformità alle norme, da parte della funzione di Compliance di Capogruppo. In base al modello di compliance governance adottato:
‐ la Capogruppo Reale Mutua si è dotata di una specifica funzione di Compliance, che opera attraverso un modello organizzativo “accentrato e diffuso”, secondo quanto previsto dalla relativa Politica della Funzione, approvata dal Consiglio di Amministrazione della Società;
‐ Italiana Assicurazioni ha esternalizzato la funzione di Compliance alla Capogruppo, nel rispetto delle condizioni previste dall’art. 25 “Esternalizzazione della funzione di Compliance” e del Capo VII “Disposizioni in materia di esternalizzazioni” del Regolamento Isvap n. 20/2008 e ha adottato una Politica della funzione, approvata dal relativo Consiglio di Amministrazione. Italiana ha nominato un Referente [ex Reg. Isvap n. 20/2008, art. 25.2 lett. a)] che cura i rapporti con il Responsabile della funzione della Capogruppo; sono state altresì adottate adeguate procedure per garantire che le politiche di gestione del rischio di non conformità definite a livello di gruppo assicurativo siano adeguatamente calibrate rispetto alle caratteristiche operative di Italiana. Regolamento;
‐ presso Reale Seguros è stata istituita una specifica funzione di Compliance che opera secondo quanto previsto dalla relativa Politica della funzione, approvata dal Consiglio di Amministrazione della Società. Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati, sono attivate adeguate forme di coordinamento tra i Responsabili della funzione di Compliance di Reale Seguros e della Capogruppo. Reale Vida ha esternalizzato la funzione di Compliance a Reale Seguros, nel rispetto delle condizioni previste dalla normativa di riferimento applicabile;
‐ presso ciascuna società strumentale del Gruppo è individuato un Referente (rif. Reg. Isvap n. 20/2008, art. 27) che cura i rapporti con la funzione di Compliance di Capogruppo. I presidi, funzionali al perseguimento degli obiettivi sopra citati, sono individuati, in una logica di gradualità e proporzionalità, tenuto conto della natura, della portata e della complessità dei rischi di non conformità inerenti alle rispettive attività delle imprese. Tutte le società sopra citate hanno adottato la Politica di gestione del rischio di non conformità alle norme della Capogruppo, al fine di garantire regole comuni di individuazione/valutazione dei rischi e di rappresentazione dei risultati.
‐ Banca Reale dispone di una specifica funzione di Compliance ed è sottoposta alla vigilanza della propria Autorità di settore (Banca d’Italia). Banca Reale non fa parte dell’Albo delle società capogruppo, ma rientra nel perimetro della c.d. vigilanza supplementare; conseguentemente, ai sensi dei quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20/2008, art. 27.4, la Capogruppo deve tenere in considerazione il riflesso dei relativi rischi/interdipendenze sulla gestione complessiva dei rischi del Gruppo. Sono conseguentemente attivate forme di presidio e di reportistica dei rischi, verso la Capogruppo, funzionali alla finalità sopra indicata. Il Responsabile della funzione di Compliance bancaria coincide con il Responsabile della funzione di Compliance di Capogruppo.
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B.5. SISTEMA DI AUDIT INTERNO B.5.1. RUOLI E OBIETTIVI
Per quanto riguarda il presidio di terzo livello, la funzione di Revisione Interna di Reale Mutua sovraintende e coordina le corrispondenti funzioni esistenti all’interno del Gruppo; ne consegue che, secondo i principi di indirizzo e coordinamento enunciati dal Regolamento di Gruppo, la relativa definizione delle linee guida, dei compiti, delle responsabilità, della metodologia di lavoro e dei flussi di ritorno verso la Capogruppo è effettuata dalla funzione di Revisione Interna di Reale Mutua.
Nello spirito del Regolamento di Reale Group e ai sensi anche del Regolamento Isvap n. 20/2008, la funzione di Revisione Interna della Capogruppo svolge un ruolo di supervisione e coordinamento nei confronti delle altre funzioni di Revisione Interna istituite presso le altre realtà del Gruppo (Italiana Assicurazioni, Reale Seguros e Banca Reale).
Al fine di verificare la rispondenza dei comportamenti delle realtà appartenenti al Gruppo agli indirizzi della Capogruppo e l’efficacia dei sistemi di controllo interno, la funzione di Revisione Interna di Reale Mutua, a partire dal 2015, svolge gli accertamenti periodici necessari presso le imprese strumentali (Reale Immobili, Blue Assistance e Reale Ites).
Il responsabile della funzione di Capogruppo partecipa in qualità di segretario alle riunioni del Comitato di Controllo e i Rischi di Gruppo e assiste lo stesso nei lavori preparatori alle funzioni.
La funzione di Revisione Interna della Capogruppo accoglie al suo interno, in una struttura separata e dedicata, l’ufficio Responsabilità Amministrativa Enti ex D. Lgs. n.231/2001 (cosiddetto “Compliance Officer 231/2001”).
Esso si coordina con le corrispondenti unità organizzative istituite presso le imprese del Gruppo (collocate all’interno delle funzioni di Revisione Interna, laddove presenti, o all’interno di specifiche unità organizzative) scambiandosi ogni documento ritenuto necessario ad assolvere i compiti previsti dai rispettivi Modelli Organizzativi.
Le funzioni di Revisione Interna presenti all’interno del Gruppo svolgono la propria attività nel rispetto delle normative di riferimento e con metodologie comuni sulla base di politiche omogenee, seppure nel rispetto delle singole specificità societarie, dettate dai rispettivi Consigli di Amministrazione; al fine di garantire l’indipendenza e l’autonomia delle stesse, le funzioni sono collocate adeguatamente all’interno dei rispettivi organigrammi aziendali al fine di riportare direttamente ai Consigli di Amministrazione, coadiuvati dal Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, per i compiti specifici inerenti al sistema di controllo interno.
Al fine di garantire la necessaria autorità, la qualificazione professionale, le competenze e la piena indipendenza delle funzioni i Consigli di Amministrazione delle Società assegnano, attraverso la politica delle funzioni stesse, riviste su base annuale, i compiti, i poteri, le responsabilità e le modalità di reportistica delle funzioni ai Consigli medesimi.
Per gli aspetti di dettaglio si rimanda a quanto già indicato nel medesimo capitolo per la Capogruppo.
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B.6. FUNZIONE ATTUARIALE B.6.1. RUOLI E OBIETTIVI
Nell’ambito del Gruppo la Funzione Attuariale è organizzata come segue:
‐ in Reale Mutua è collocata all’interno della Funzione di Risk Management e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
‐ in Italiana Assicurazioni la funzione è esternalizzata integralmente alla Capogruppo; ‐ in Reale Seguros è collocata nell’ambito della funzione di Risk Management, riporta gerarchicamente al
Responsabile di tale funzione, e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione della società;
‐ in Reale Vida la Funzione Attuariale riporta direttamente all’Amministratore Delegato, al Consiglio di Amministrazione della società e al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo.
La Funzione Attuariale di Capogruppo esercita inoltre un ruolo di coordinamento a livello di gruppo attraverso la definizione del quadro metodologico ed operativo di riferimento, la standardizzazione dei processi di verifica di e controllo e la predisposizione di un sistema di reporting armonizzato.
La Funzione Attuariale è separata dalla funzione di Revisione Interna ed è sottoposta a verifica periodica da parte di quest’ultima.
Inoltre, la Funzione Attuariale è separata dagli Attuariati di business garantendo in tal modo piena indipendenza tra le attività operative e di calcolo delle riserve tecniche, affidate ai citati Attuariati, e le corrispondenti attività di controllo esercitate dalla funzione.
Le funzioni operano in coerenza con la politica deliberata dai Consigli di Amministrazione e i principali adempimenti che sono chiamate a svolgere sono i seguenti:
‐ valutare l’adeguatezza delle riserve tecniche secondo i principi Solvency II; ‐ valutare la sufficienza delle riserve tecniche Vita e Auto secondo i principi contabili nazionali per le
imprese italiane; ‐ formulare il parere sulle politiche di sottoscrizione; ‐ formulare il parere sugli accordi di riassicurazione; ‐ contribuire all’applicazione efficace del sistema di gestione dei rischi; ‐ predisporre il reporting per il Consiglio di Amministrazione, il Comitato per il Controllo e i Rischi di
Gruppo, l’Alta Direzione, i Comitati, le Commissioni e le strutture organizzative delle rispettive compagnie del gruppo;
‐ sottoscrivere la relazione sulle procedure seguite dalle imprese italiane per l’elaborazione e il controllo dei dati trasmessi alla stanza di compensazione.
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B.7. ESTERNALIZZAZIONE Ai sensi del Regolamento Isvap n. 20/2008, Reale Group si è dotata di una policy avente l’obiettivo di definire per le società assicurative le linee guida da adottare nel processo di esternalizzazione delle attività e nella scelta dei fornitori.
Attraverso tale documento sono stati definiti:
‐ i criteri di individuazione delle attività da esternalizzare; ‐ le modalità di selezione dei fornitori; ‐ le modalità da adottare per la valutazione del livello delle prestazioni del fornitore; ‐ i piani di emergenza dell’impresa e le relative procedure, ivi incluse le strategie di uscita nei casi di
esternalizzazioni di funzioni e attività essenziali o importanti.
Reale Mutua ricorre alla esternalizzazione di funzioni o attività operative cruciali o importanti per le seguenti ragioni:
‐ ottimizzazione dei costi, miglioramento della qualità dei servizi e dell’efficienza dei processi gestionali. ‐ presenza di competenze distintive specialistiche di una società controllata, nel caso di esternalizzazioni
all’interno di Reale Group.
Per quanto attiene alla selezione dei fornitori, la stessa avviene sulla base di accurata verifica che garantisca il possesso di determinati requisiti, tra cui, anche ai fini di quanto richiesto dall’art. 274 paragrafo 3, lettera a) Regolamento Delegato (UE) 2015/35:
‐ professionalità (competenza tecnico organizzativa, dimensioni/fatturato adeguato all’attività da svolgere, referenze sul mercato);
‐ onorabilità (verifica di eventuali procedure fallimentari, condanne); ‐ capacità economica (bilanci in attivo nell’ultimo triennio, fatturato, situazione economico‐patrimoniale); ‐ indipendenza (la scelta deve evitare situazioni di privilegio, come da Codice Etico della Compagnia). ‐ Infine, con riferimento alle esternalizzazioni essenziali o importanti, la policy prevede l’effettuazione di
una rilevazione periodica che ha lo scopo di garantire l’analisi del livello delle prestazioni dei fornitori e l’adeguatezza del servizio prestato. E’ inoltre previsto che i risultati dell’analisi siano sottoposti annualmente al Consiglio di Amministrazione.
A tal fine, per ogni contratto di esternalizzazione di attività essenziale o importante, è stata individuata una funzione referente per il presidio, cui è stato sottoposto uno specifico questionario.
B.8. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
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C.1. RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE C.1.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di sottoscrizione si riferisce all’andamento sfavorevole delle passività assicurative indotto da variazione nelle ipotesi tecniche utilizzate nei processi di tariffazione, per la determinazione dei premi, e di riservazione per la determinazione delle riserve tecniche. Nell’ambito del Framework dei rischi di Gruppo, tali rischi sono di natura tecnica e prevedono la seguente declinazione in fattori di rischio:
‐ Rischio di tariffazione: è relativo alla sottoscrizione dei contratti di assicurazione ed è associato agli eventi coperti, ai processi seguiti per la tariffazione e selezione dei rischi, all’andamento sfavorevole della sinistralità effettiva rispetto a quella stimata;
‐ Rischio di riservazione: è relativo alle ipotesi effettuate per la quantificazione delle riserve tecniche in termini di non sufficienza rispetto agli impegni assunti verso gli assicurati e i danneggiati;
‐ Rischi catastrofali: sono relativi alle potenziali perdite in cui l’impresa può incorrere come conseguenza del verificarsi di eventi estremi dovuti a eventi naturali, eventi causati dall’uomo e pandemie.
Ai fini del calcolo del requisito di solvibilità da standard formula nel rischio tecnico Danni è compreso anche il rischio legato ai riscatti dei contratti Danni, escluso dal Framework dei rischi per ragioni di materialità.
Con riferimento ai contratti assicurativi Vita, i rischi di tariffazione e riservazione sono congiuntamente declinati in rischi di mortalità, longevità, riscatto, spese e catastrofale.
Il requisito di capitale calcolato con metodologia di standard formula sul rischio di sottoscrizione Danni pesa il 40% mentre per il rischio di sottoscrizione Vita pesa il 4%, rispetto al profilo di rischio complessivo di Gruppo (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
C.1.2. ESPOSIZIONE
L’esposizione al rischio di sottoscrizione può essere rappresentata attraverso il valore dei premi e delle riserve tecniche come riportato nelle seguenti tabelle.
(in migliaia di euro)
Premi lordi contabilizzati 2016
Non Life 2.745.862
Life 1.103.287
Total 3.849.149
Con riferimento ai premi Danni, le esposizione principali sono relative alle linee di business Motor vehicle insurance liability (33%), Fire and other damage to property insurance (27%) e Other motor insurance (14%).
Con riferimento ai premi Vita, le esposizioni principali sono relative alla linea di business Insurance with profit participation (68%). La linea di business Index linked and unit linked insurance rappresenta il 25% dei premi e si riferisce esclusivamente ai contratti di tipo unit linked (senza garanzia di rendimento prestata dalla compagnia). Si segnala infine una componente limitata di premi relativi a contratti a copertura del solo rischio morte (7%) nell’ambito della linea di business Other life insurance.
Ulteriori dettagli circa la composizione dei premi per linea di business è riportata nella sezione A.2.1 Risultati conseguiti.
Nella seguente tabella è rappresentata la composizione delle riserve tecniche.
(in migliaia di euro)
Riserve tecniche 2016
Non Life 3.355.121
Health 272.558
Life 6.704.088
Total 10.331.767
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C.1.2.1. Misure di valutazione
Il rischio di sottoscrizione è misurato trimestralmente dal Gruppo con la metodologia prevista dalla formula standard. Inoltre, è prevista la valutazione del rischio di sottoscrizione mediante l’applicazione del modello interno per finalità di carattere gestionale. Quest’ultima analisi è realizzata con frequenza semestrale.
Al fine di monitorare la solvibilità prospettica il Gruppo valuta inoltre annualmente il rischio di sottoscrizione sull’orizzonte temporale di piano, secondo l’approccio ORSA.
Le misure di rischio utilizzate sono legate al concetto di capitale di solvibilità richiesto (Solvency Capital Requirement ‐ SCR), inteso come l’ammontare di capitale da detenere per fronteggiare i rischi derivanti dal business e misurato con l’ammontare della massima perdita potenziale, con riferimento a un determinato livello di probabilità e a un orizzonte temporale di riferimento.
L’SCR è calcolato mediante l’adozione di un livello di probabilità del 99,5% su un orizzonte temporale di un anno.
C.1.2.2. Rischi sostanziali
Non Life
La valutazione del requisito di capitale effettuata con riferimento ai dati al 31 dicembre 2016 evidenzia una prevalenza del rischio di tariffazione e riservazione (premium and reserve risk secondo la denominazione Solvency II) rispetto al rischio catastrofale.
Con riferimento ai rischi di tariffazione e riservazione, si segnala che le principali linee di business – in termini di requisito di capitale – risultano essere le seguenti:
Line of business SCR %
Motor, vehicle liability 43,3%
Third‐party liability 24,2%
Fire and other property damage 18,3%
Other LoB 14,2%
Total 100,0%
Il livello di capitale richiesto per tali line of business risulta essere proporzionale alle misure di volume (premi e riserve) e ai coefficienti di perdita stabiliti dalla formula standard.
Con riferimento ai rischi catastrofali, si segnala quanto segue:
Non Life catastrophe risk SCR %
Man‐made catastrophe risk 59,3%
Natural catastrophe risk 38,5%
Health catastrophe risk 2,2%
Total 100,0%
In termini di requisito di capitale il maggior assorbimento è dato dagli eventi catastrofali man‐made.
Life
La valutazione del requisito di capitale effettuata con riferimento ai dati al 31 dicembre 2016 evidenzia una prevalenza del rischio mortality sulle polizze without profit partecipation, del rischio lapse sulle polizze with profit partecipation e del rischio credito associato alle polizze with profit partecipation.
Il rischio longevity è non significativo e il rischio spese comunque contenuto per ogni line of business.
Le polizze unit linked non presentano assorbimenti di capitale elevati.
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C.1.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
La mitigazione dei rischi di sottoscrizione viene effettuata in modo prevalente con il ricorso alla riassicurazione quale strumento privilegiato di riduzione dell’esposizione al rischio. Inoltre, il Gruppo ha definito linee guida, limiti e approcci alla sottoscrizione e alla gestione dei relativi rischi, nell’ambito delle proprie politiche di sottoscrizione con l’obiettivo di presidiare adeguatamente l’esposizione al rischio.
Il programma di riassicurazione è progettato secondo le linee guida predisposte dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e approvate dai Consigli di Amministrazione delle imprese assicurative italiane che definiscono il livello di ritenzione netto, le caratteristiche delle coperture riassicurative, la loro coerenza con il business sottoscritto e i criteri per la selezione dei riassicuratori.
Nell’ambito del modello complessivo di governance del Gruppo sono previsti periodici momenti di confronto per il coordinamento della funzione Riassicurazione delle Compagnie italiane e spagnole per:
‐ individuare una tattica comune per la negoziazione dei rinnovi delle coperture riassicurative, che tenga conto dell’effettivo contesto di mercato;
‐ definire un piano coordinato di collocamento dei trattati riassicurativi; ‐ analizzare gli andamenti dei rispettivi portafogli protetti e delle relative coperture riassicurative.
La definizione delle strutture riassicurative è effettuata mediante l’utilizzo di analisi di carattere quantitativo per valutare l’efficacia dei trattati sulla base di scenari di sinistralità del portafoglio delle imprese tenendo conto dei seguenti elementi:
‐ dimensioni e caratteristiche delle linee di business; ‐ esposizioni; ‐ performance storica dei programmi di riassicurazione; ‐ cambiamenti rilevanti del profilo di rischio.
La scelta del programma di riassicurazione tiene inoltre conto dei risultati derivanti dall’applicazione di stress test al fine di valutare il comportamento dei trattati anche in scenari particolarmente avversi caratterizzati, in particolare, da eventi catastrofali o da sinistri ingenti.
Con riferimento alla valutazione del requisito di capitale, la mitigazione derivante dalla riassicurazione è considerata mediante l’applicazione di metodologie di tipo gross‐to‐net per quanto concerne i rischi di tariffazione e riservazione e mediante l’applicazione puntuale dei trattati in essere per quanto concerne i rischi catastrofali.
Relativamente ai rischi di tariffazione, il Gruppo ha predisposto il Manuale delle Regole Assuntive come strumento di comune indirizzo tecnico alla politica di sottoscrizione di ciascuna società del Gruppo con particolare riferimento ai prodotti non standard. C.1.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2017‐2019 sono state effettuate analisi di sensitività con riferimento all’andamento tecnico dei rami auto in termini di premi e sinistralità individuando due scenari alternativi, uno migliorativo e un peggiorativo, rispetto allo scenario base di definizione del piano strategico. In entrambi gli scenari si è provveduto a valutare la solvibilità del Gruppo, sia con modello interno sia con formula standard, e le risultanze non hanno evidenziato criticità.
Inoltre, con riferimento al modello interno, sono state svolte analisi di stress test mediante la valutazione del requisito di capitale ad un livello di probabilità pari al 99,90%.
Le analisi di stress test da modello consistono nel valutare la sostenibilità patrimoniale rispetto al requisito di capitale calcolato con modello interno al livello di probabilità pari al 99,90%. Tale livello è considerato come scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità prospettico (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio contemporaneamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
Anche in questo caso la posizione di solvibilità del Gruppo in tali scenari non ha evidenziato criticità.
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C.2. RISCHIO DI MERCATO C.2.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di mercato si riferisce a tutti quei rischi che hanno come effetto il deterioramento del valore degli investimenti mobiliari ed immobiliari.
Nell’ambito del Framework dei rischi di Gruppo tale rischio prevede la seguente declinazione in fattori di rischio:
‐ tassi di interesse, ovvero il rischio di una possibile perdita di valore di un’attività finanziaria in portafoglio in relazione ai movimenti dei tassi di interesse di mercato;
‐ corsi azionari, ovvero il rischio legato a perdite dovute a movimenti dei corsi azionari o di investimenti in organismi di risparmio collettivo;
‐ tassi di cambio, ovvero il rischio di possibili perdite sulle posizioni in valuta presenti in portafoglio in conseguenza dell’andamento dei tassi di cambio;
‐ spread, inteso come il rischio di perdita derivante da oscillazioni del merito creditizio dei soggetti nei confronti dei quali la società è esposta (le analisi prendono in considerazione i rischi connessi all’insolvenza e alla variazione degli spread creditizi);
‐ valore del patrimonio immobiliare, ovvero il rischio legato a perdite dovute a movimenti dei prezzi degli immobili;
‐ concentrazione degli investimenti inteso come:
per controparte, ovvero la concentrazione verso singole controparti (c.d. concentrazione single name) che risultano emittenti di strumenti finanziari o nei confronti delle quali vi sono contratti di mitigazione dei rischio;
per aggregazioni significative, ovvero la concentrazione degli investimenti per tipologia, area geografica e valuta.
Il requisito di capitale calcolato con metodologia di standard formula sul rischio di mercato pesa circa il 41% rispetto al profilo di rischio del Gruppo (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
C.2.2. ESPOSIZIONE
In termini di esposizione al rischio, l’attività finanziaria del Gruppo è caratterizzata da un’impostazione prudenziale realizzata, per quanto concerne il rischio tasso di interesse, attraverso una gestione congiunta di attivi e passivi utilizzando tecniche di gestione di tipo ALM (asset‐liability management). La duration complessiva degli investimenti obbligazionari, con riferimento al 31 dicembre 2016, è pari a circa 5,1 anni. La gestione finanziaria ha determinato un rendimento medio effettivo a scadenza del portafoglio obbligazionario pari a circa lo 0,5%.
Relativamente al rischio azionario, l’esposizione azionaria rappresenta lo 0,9% dell’intero portafoglio ed è costituita da altre azioni per un importo pari a 90 milioni di euro, di cui Banca d’Italia per 12,5 milioni di euro e Credito Emiliano per 8 milioni di euro. Complessivamente, il portafoglio azionario ha riflesso nel corso dell’esercizio una volatilità annua che, espressa in termini percentuali, risulta pari al 26,7%, con una gestione del comparto azionario rivolta prevalentemente al settore industriale, finanziario e bancario.
Per quanto riguarda il rischio dei tassi di cambio, le posizioni in divisa presenti in portafoglio hanno un’incidenza dello 0,01% circa rispetto al portafoglio complessivo.
Per quanto riguarda il rischio di credito, i titoli di debito in portafoglio presentano un rating medio di livello Baa1 espresso in scala Moody’s e le posizioni con rating non investment grade sono inferiori al 1,0% del portafoglio.
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C.2.2.1. Misure di valutazione
Il Gruppo adotta, nei confronti dei rischi di mercato, politiche di gestione che prevedono la definizione di limiti, linee guida e strategie di gestione.
I limiti relativi agli investimenti sono oggetto di verifica e controllo su base continua da parte delle funzioni aziendali preposte e, con frequenza periodica, i risultati di tali controlli sono portati all’attenzione della Commissione Investimenti di Gruppo.
Nell’ambito del processo di gestione dei rischi, le metodologie di valutazione e di misurazione dei rischi utilizzate nel processo di investimento sono coerenti con i principi del sistema di solvibilità Solvency II, in particolare i rischi sono valutati in conformità del Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione e suoi aggiornamenti.
Le misure di rischio utilizzate sono legate al concetto di capitale di solvibilità richiesto (Solvency Capital Requirement ‐ SCR), inteso come l’ammontare di capitale da detenere per fronteggiare i rischi derivanti dal business e misurato con l’ammontare della massima perdita potenziale, con riferimento a un determinato livello di probabilità e a un orizzonte temporale di riferimento.
L’SCR è calcolato mediante l’adozione di un livello di probabilità del 99,5% su un orizzonte temporale di un anno.
Il rischio di mercato è misurato trimestralmente dal Gruppo con la metodologia prevista dalla formula standard. Inoltre è prevista la valutazione del rischio di mercato mediante l’applicazione del modello interno per finalità di carattere gestionale. Quest’ultima analisi è realizzata con frequenza semestrale.
Al fine di monitorare la solvibilità prospettica il Gruppo valuta inoltre annualmente il rischio di mercato sull’orizzonte temporale di piano, secondo l’approccio ORSA.
C.2.2.2. Rischi sostanziali
Il portafoglio d’investimento del Reale Group è suddiviso nelle seguenti due macro classi:
‐ portafoglio di investimento stabile:
partecipazioni strategiche; investimenti immobiliari strategici (incluse le partecipazioni di controllo in società immobiliari);
‐ portafoglio mobiliare gestito:
portafoglio investimenti mobiliari (con esclusione della classe D di bilancio); investimenti dei portafogli dei prodotti assicurativi Vita il cui rischio è sopportato dagli assicurati e
dei fondi pensione (classe D dello Stato Patrimoniale).
Le due macro classi hanno differenti processi d’investimento. Il portafoglio d’investimento stabile è movimentato solo in attuazione di una specifica delibera del Consiglio di Amministrazione. Il portafoglio mobiliare gestito è movimentato nel rispetto delle strategie generali e dei limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione con la Politica degli Investimenti.
Nella composizione complessiva del portafoglio d’investimento si tiene conto dell’esposizione ai rischi, della struttura delle passività, dei vincoli legati alla copertura delle riserve tecniche e degli effetti sul solvency ratio.
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C.2.2.3. Investimento delle attività in conformità al principio della persone prudente
Reale Group persegue una politica di investimento coerente con il “principio della persona prudente”.
Tale politica è definita in funzione della natura, della portata e della complessità dei rischi inerenti gestiti, e coerenti con il profilo di rischio delle passività detenute, in modo tale da assicurare la continua disponibilità di attivi idonei e sufficienti a coprire le passività, nonché la sicurezza, la redditività e la liquidità degli investimenti, provvedendo ad una adeguata diversificazione degli stessi.
Nella selezione degli investimenti il Gruppo opera nel migliore interesse degli assicurati e dei beneficiari, tenuto conto del contesto di mercato.
In un’ottica di mitigazione di alcuni rischi finanziari su strumenti specifici e selezionati, le linee guida di Gruppo, recepite dalle singole Società, consentono l’utilizzo disciplinato di strumenti derivati e strutturati. L’impiego di tali prodotti finanziari è attivato esclusivamente per una equilibrata e prudente gestione di tutti i portafogli mobiliari delle società del Gruppo.
L’utilizzo di questi strumenti allo scopo di riduzione del rischio di investimento (copertura) è da intendersi come acquisti eseguiti in ammontare e qualità tali da proteggere il valore di singole attività o passività o di insiemi di attività o passività da avverse variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio o dei prezzi di mercato; l’analisi quantitativa e qualitativa delle esigenze di copertura sono documentate e discusse all’interno dei presidi formali che il Gruppo dedica alla condivisione e valutazione delle scelte di investimento.
L’utilizzo di strumenti derivativi per perseguire obiettivi di investimento (gestione efficace) è ammesso ma è soggetto a restrizioni in termini di limiti di investimenti e non deve peggiorare in misura sostanziale il profilo di rischio del portafoglio di riferimento. Sono in ogni caso esclusi gli strumenti derivati e strutturati che implicano l’assunzione di posizioni a rischio non definito.
Nell’ambito delle finalità sopra descritte e con le medesime limitazioni, nell’ottica di una maggiore flessibilità e varietà di impieghi mobiliari le linee guida di Gruppo ammettono il ricorso a prodotti strutturati (ad esempio obbligazioni a tasso misto o con rendimento parametrato a vari indici, obbligazioni convertibili, obbligazioni con epoca variabile di rimborso, titoli callable) purché prevedano in ogni caso il rimborso integrale del valore nominale alla scadenza o alla data dell’effettiva chiusura del rapporto di credito.
C.2.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Il Gruppo utilizza strumenti di mitigazione del rischio al fine di limitare le perdite di valore a cui possono incorrere gli asset mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati di copertura.
Reale Group investe limitatamente in strumenti finanziari derivati; la finalità di tali strumenti è in sintonia con il programma strategico del Gruppo stabilito con delibera dei Consigli d’Amministrazione delle singole Società, a norma del Regolamento Ivass n. 24 del 6 giugno 2016 e risponde ai requisiti previsti dal sistema di controllo sul portafoglio titoli.
Gli strumenti finanziari derivati sono esclusivamente utilizzati per finalità gestionali di copertura a riduzione del profilo di rischio delle attività/passività coperte, ovvero ad ottimizzazione del profilo di rischio rendimento. Inoltre, si precisa che tutti gli strumenti finanziari derivati sottoscritti dal Gruppo hanno come controparti primari operatori finanziari di standing nazionale ed internazionale.
Il Gruppo, al fine di mitigare l’esposizione ai rischi, si dota inoltre di una struttura di limiti monitorata trimestralmente e rivista annualmente nell’ambito del processo di revisione annuale della politica degli investimenti.
La definizione di limiti persegue l’obiettivo primario di contenere esposizioni rilevanti in singole asset class, evitare la concentrazione su alcuni segmenti di investimento (es. corporate, obbligazioni non governative, obbligazioni governative, equity per singoli settori economici e OICR) e limitare gli investimenti obbligazionari a controparti con merito creditizio alto o comunque adeguato secondo il modello interno di valutazione, utilizzato per finalità di carattere gestionale.
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C.2.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2017‐2019 sono state effettuate analisi di stress test, tenendo conto della condizione patrimoniale del Gruppo in condizioni particolarmente avverse. Le analisi di stress sono condotte secondo due modalità: stress test da modello e stress test sui titoli di stato italiani.
Le analisi di stress test da modello consistono nel valutare la sostenibilità patrimoniale rispetto al requisito di capitale calcolato con modello interno al livello di probabilità pari al 99,90%. Tale livello è considerato come scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità prospettico (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio contemporaneamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
Si è provveduto inoltre a valutare l’impatto sulla posizione di solvibilità di uno scenario avverso relativo agli investimenti in titoli di stato italiani. Tali investimenti, infatti, sono considerati come privi di rischio nell’ambito del modello interno utilizzato ai fini gestionali.
Si è adottata la metodologia di calcolo stabilita dallo stress test Eiopa (condotto nel 2016) che prevedeva una curva di incremento dello spread di credito variabile in un intervallo compreso da 103 e 135 punti base. Le perdite di valore derivanti dall’applicazione di tali incrementi di spread sono state considerate come stima del requisito di capitale per i titoli di stato e integrati nel requisito di capitale complessivo del Gruppo.
L’analisi della posizione di solvibilità del Gruppo negli scenari stressati non evidenzia situazioni di criticità.
Si segnala inoltre che nella revisione annuale dei limiti di cui al paragrafo C.3.3 oppure nel caso di operazioni strategiche di particolare rilievo, il Gruppo ne testa con analisi di what‐if la sostenibilità, valutandone l’impatto in termini di indice di solvibilità.
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C.3. RISCHIO CREDITO C.3.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di credito, denominato rischio di default all’interno del Framework dei rischi definito per il Gruppo, è riconducibile alle perdite connesse all’insolvenza di controparti quali riassicuratori, banche, assicurati, intermediari e agenti.
Il requisito di capitale calcolato con metodologia di standard formula sul rischio di credito pesa circa il 5% rispetto al profilo di rischio di Gruppo (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
C.3.2. ESPOSIZIONE
Dalle analisi effettuate sui dati di chiusura al 31 dicembre 2016 il Gruppo risulta maggiormente esposto, in termini di requisito di capitale da standard formula, verso esposizioni Type 2 che pesa l’85% del requisito di capitale della componente credito non diversificata.
Nella seguente tabella sono rappresentate le esposizioni Type 2, suddivise tra portafoglio Vita e portafoglio Danni.
(in migliaia di euro)
Gestione Vita Gestione Danni
Crediti verso Assicurati 58.668 285.178
Crediti verso Agenti (< 3 mesi) 49.964 140.092
Crediti verso Agenti (> 3 mesi) 1.331 5.515
Totale 109.963 430.785
Il maggior contributo al requisito di capitale è dato dalle esposizioni nei confronti degli assicurati, in particolare sulla gestione Danni.
Per quanto riguarda il rischio legato alla componente Type 1 si segnala che l’esposizione verso controparti riassicurative con rating pari o superiore ad A, secondo la scala Standard&Poor’s, è pari al 92,4%.
Per la componente di Type 1 legata alle esposizioni bancarie si segnala che la principale esposizione è verso la banca del gruppo, Banca Reale, che rappresenta circa il 55% dell’intera esposizione verso controparti bancarie.
C.3.2.1. Misure di Valutazione
Il rischio di credito è misurato trimestralmente dal Gruppo con metodologia prevista dalla standard formula. Inoltre semestralmente è anche data una misura di rischio attraverso l’applicazione del modello interno utilizzato a fini gestionali.
Al fine di monitorare la solvibilità prospettica il Gruppo valuta inoltre annualmente il rischio di sottoscrizione sull’orizzonte temporale di piano, secondo l’approccio ORSA.
Il requisito di capitale è calcolato, come previsto dagli Atti Delegati, distintamente per:
‐ Type 1: esposizioni verso riassicuratori e banche; ‐ Type 2: esposizioni verso assicurati, intermediari e agenti.
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C.3.2.2. Rischi sostanziali
Dalle analisi effettuate sui dati di chiusura al 31 dicembre 2016, il contributo principale al requisito di solvibilità del rischio di credito è dato principalmente dalla componente Type 2; nella tabella seguente si riportano i dettagli del requisito di solvibilità per questa categoria di esposizioni:
(in migliaia di euro)
SCR% Type 2
Crediti verso Assicurati 51.577
Crediti verso Agenti (< 3 mesi) 28.508
Crediti verso Agenti (> 3 mesi) 6.162
Totale 86.247
Il rischio legato alla componente Type 1 ha un peso minore per effetto dell’esposizione principalmente rivolta verso riassicuratori e banche con investment grade pari o superiore ad A.
C.3.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Al fine di mitigare il rischio relativo all’esposizione verso controparti riassicurative il Gruppo ha redatto politiche per la gestione e il controllo di tali esposizioni, definendo linee guida e limiti.
La funzione di Risk Management di Gruppo ha il compito di verificare annualmente e relazionare al Consiglio di Amministrazione le analisi condotte in merito al rispetto dei limiti operativi legato alle esposizioni verso controparti riassicurative.
La Delibera Quadro del Consiglio di Amministrazione del 26 gennaio 2017 in materia di riassicurazione passiva (ai sensi della Circolare Isvap n. 574/D) riassume le linee guida da utilizzare nelle strategie riassicurative e fornisce in particolare un’indicazione del livello netto di ritenzione ricercato, le caratteristiche delle coperture riassicurative, gli obiettivi e la congruenza delle stesse ai fini della copertura dei rischi assunti ed i criteri utilizzati per la selezione dei riassicuratori.
Nella delibera sono altresì identificate le procedure interne per l’attuazione della strategia delineata, con particolare attenzione al grado di concentrazione del rischio di controparte.
L’analisi effettuata persegue la finalità di verificare il rispetto dei limiti operativi contenuti nella Delibera Quadro per le coperture riassicurative, in particolare:
‐ livello minimo di rating: il livello minimo di rating dei riassicuratori deve essere pari o superiore al livello BBB attribuito dall’agenzia Standard & Poor’s. Per i rischi long tail il livello minimo deve essere almeno pari ad A‐;
‐ livello netto di ritenzione dei rischi ricercato: la ritenzione netta per singolo sinistro e/o evento ricercata è fissata a seconda del ramo di attività considerato;
‐ limite di concentrazione del rischio di controparte: il limite di concentrazione è definito in base al volume della raccolta premi del riassicuratore (ovvero, nel caso di appartenenza ad un gruppo, al volume dello stesso) e in base al livello di rating del riassicuratore attribuito dall’agenzia Standard & Poor’s.
L’analisi è aggiornata annualmente e presentata in Consiglio di Amministrazione per la sua approvazione.
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C.3.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2017‐2019 sono state effettuate analisi di stress test, tenendo conto della condizione patrimoniale del Gruppo in condizioni particolarmente avverse.
Le analisi di stress test da modello consistono nel valutare la sostenibilità patrimoniale rispetto al requisito di capitale calcolato con modello interno al livello di probabilità pari al 99,90%. Tale livello è considerato come scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità prospettico (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio contemporaneamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
L’analisi della posizione di solvibilità del Gruppo nello scenario stressato non evidenzia situazioni di criticità.
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C.4. RISCHIO LIQUIDITÀ C.4.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il liquidity risk, all’interno del Framework dei rischi definito dal Gruppo, rappresenta il rischio di non adempiere alle obbligazioni contrattuali derivanti dai contratti sottoscritti e dai relativi sinistri nel momento della loro manifestazione finanziaria.
In questi termini, il liquidity risk rappresenta la disponibilità di fondi o la certezza che i fondi siano disponibili senza incorrere in perdite significative rispetto al valore degli attivi realizzati. Tale disponibilità deve essere garantita dalla presenza in portafoglio di attivi facilmente alienabili e da una struttura di cash flow (in e out) coerente in termini di duration.
C.4.2. ESPOSIZIONE
Il Gruppo quantifica la sua posizione di solvibilità con le metriche della Formula Standard, che non prevede una quantificazione del rischio liquidità in termini di assorbimento di capitale.
Al fine di tenere sotto controllo l’esposizione a tale tipologia di rischio è previsto il monitoraggio, a livello di singola compagnia di Gruppo, di un insieme di indicatori che si basano sostanzialmente sull’identificazione degli high liquidity assets.
Rientrano in questa categoria di asset gli elementi di seguito riportati:
‐ fondi obbligazionari e monetari; ‐ obbligazioni governative e corporate con emissione uguale o superiore a 500 milioni di euro, rating
“investment grade", iscritte nel comparto non durevole e quotate su mercati attivi (livello 1 della gerarchia prevista dall’IFRS 7);
‐ disponibilità liquide (conti correnti).
Sulla base delle valutazioni effettuate sui dati al 31 dicembre 2016 gli high liquidity assets sono principalmente composti da obbligazioni governative.
C.4.2.1. Misure di valutazione
Reale Group declina il rischio di liquidità nelle seguenti categorie, in funzione dell’orizzonte temporale con cui viene analizzato il rischio stesso:
‐ short term liquidity risk, o cash management, riguarda il fabbisogno di liquidità in ordinarie condizioni di business (fino ad un mese);
‐ medium term liquidity risk, riguarda le stime dei cash flow prospettici con periodo di riferimento pari ad un anno;
‐ long term liquidity risk, concerne le analisi con arco temporale di riferimento fino a 3 anni.
Pur non essendo oggetto di calcolo di un requisito di capitale specifico, i principali indicatori con cui il Gruppo monitora il livello di liquidità dei propri investimenti sono di seguito riportati:
‐ quoziente di liquidity coverage: rapporto tra valore di mercato degli highly liquid assets alla data di valutazione e i flussi di cassa in uscita stimati per i successivi trenta giorni;
‐ liquidity gap: rapporto tra i flussi di cassa in entrata e i flussi di cassa in uscita calcolato in funzione di vari orizzonti temporali;
‐ liquidity survival period: lasso di tempo in cui gli highly liquid asset che possiede la Compagnia al momento della valutazione sono sufficienti a coprire i flussi di cassa in uscita (senza tenere in considerazione nella valutazione i flussi di cassa futuri in entrata);
‐ quoziente di copertura sinistri totali attesi: rapporto tra highly liquid asset alla data di valutazione e i sinistri totali attesi nell’esercizio successivo alla data di valutazione, calcolato in funzione di vari orizzonti;
‐ indice di disponibilità: rapporto tra highly liquid asset e asset totali alla data di valutazione.
Gli indicatori di liquidità sono calcolati sia sulla base di dati consuntivati sia con una logica prospettica, ovvero considerando i flussi futuri attesi all’istante di valutazione.
SFCR 2016 76
In particolare sono calcolati su dati consuntivati i seguenti indicatori con cadenza trimestrale:
‐ liquidity coverage; ‐ liquidity gap cumulative; ‐ indice di disponibilità.
Con cadenza almeno trimestrale, viene monitorata la situazione delle plusvalenze/minusvalenze latenti del portafoglio titoli al fine di poter quantificare gli impatti a conto economico delle possibili perdite finanziarie derivanti da una realizzazione forzosa.
C.4.2.2. Rischi sostanziali
Per quanto riguarda la valutazione del rischio di liquidità sono stati calcolati indicatori quantitativi per la gestione di tale fonte di rischio a livello di singola impresa e non si evidenziano situazioni di criticità.
C.4.2.3. Utili attesi in premi futuri sezione Danni
L’importo complessivo degli utili attesi compresi nei premi futuri (c.d. “E.P.I.F.P.” Earning Profit In Future Premiums), relativo al business Non Life, è stato calcolato come differenza, se positiva, tra le riserve tecniche senza margine di rischio nell'ipotesi che i premi relativi a contratti di assicurazione e di riassicurazione esistenti e la cui riscossione è attesa in un momento futuro non vengano riscossi per motivi diversi dal verificarsi dell'evento assicurato, indipendentemente dai diritti legali o contrattuali del contraente di disdire la polizza, e le riserve tecniche senza margine di rischio.
Come previsto dall’art. 75 del Regolamento Ivass n. 18/2016, il calcolo degli utili attesi compresi in utili futuri viene eseguito separatamente per i gruppi di rischi omogenei utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche.
Di seguito è riportato l’importo complessivo degli utili attesi compresi in utili futuri all’ultima data di valutazione.
(in migliaia di euro)
2016
Total 23.685
C.4.2.4. Utili attesi in premi futuri sezione Vita
L’importo complessivo degli utili attesi compresi in premi futuri (c.d. “E.P.I.F.P.” Earning Profit In Future Premiums) relativo al business Life è stato calcolato come differenza, se positiva, tra le Technical Provisions senza margine di rischio nell'ipotesi che i premi relativi a contratti di assicurazione e di riassicurazione esistenti e la cui riscossione è attesa in un momento futuro non vengano riscossi per motivi diversi dal verificarsi dell'evento assicurato, indipendentemente dai diritti legali o contrattuali del contraente di disdire la polizza, e le Technical Provisions senza margine di rischio.
Come previsto dall’art. 75 del Regolamento Ivass n. 18/2016, il calcolo degli utili attesi compresi in utili futuri viene eseguito separatamente per i gruppi di rischi omogenei utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche.
Di seguito sono riportati gli importi complessivi degli utili attesi compresi in utili futuri all’ultima data di valutazione.
(in migliaia di euro)
2016
Total 59.309
77
C.4.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE LIQUIDITÀ
Le azioni di mitigazione da intraprendere per creare maggiore liquidità, nel caso si debba far fronte ad una situazione di crisi, possono variare a seconda dei casi riscontrati e sono soggette al giudizio delle funzioni competenti. Si riportano alcune tra le possibili azioni da intraprendere in caso di necessità:
‐ intervento sul portafoglio mobiliare; ‐ raccolta di denaro tramite ricorso al debito; ‐ annullamento del pagamento dei dividendi; ‐ richiesta di pagamento di un dividendo straordinario; ‐ vendita di portafogli di business, immobili o altre attività; ‐ finanziamenti infragruppo.
Il sistema di monitoraggio prevede, al verificarsi di determinate condizioni, l’attivazione di un piano di emergenza (c.d. contingency plan).
Il contingency plan ha la finalità di fornire linee guida e di individuare ruoli e responsabilità sulle azioni da intraprendere nel caso si presentino situazioni che pregiudichino la liquidità e solvibilità, oltreché la capacità del Gruppo di far fronte ai propri impegni.
In particolare, il contingency plan prevede la definizione delle azioni da intraprendere nelle diverse situazioni di liquidità e l’istituzione di un crisis team per il coordinamento e la gestione delle azioni stesse nelle situazioni di tensione o di crisi di liquidità.
C.4.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST LIQUIDITÀ
Il rischio di liquidità è monitorato con appositi stress test e/o analisi di scenario, effettuati con cadenza almeno annuale su fattori di natura finanziaria e/o tecnica.
Tali analisi hanno la finalità di riconoscere ed individuare tempestivamente potenziali rischi a lungo termine.
Si segnala che sulla base degli stress test che sono stati eseguiti sulla situazione di liquidità delle singole compagnie nel 2016 gli indicatori previsionali di rischio liquidità non hanno evidenziato criticità alcuna. Gli scenari di stress analizzati sono:
‐ un rialzo della curva di 200 bp; ‐ relativamente alla gestione Vita un incremento dei riscatti del 40%; ‐ relativamente alla gestione Danni un flusso di cassa in uscita di 100 milioni di euro dovuti a un evento
imprevisto.
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C.5. RISCHIO OPERATIVO C.5.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO OPERATIVO
Nell’ambito del Framework dei rischi di Gruppo i rischi operativi riguardano le potenziali perdite in cui l’impresa può incorrere in seguito a inefficienze di:
‐ persone; ‐ processi; ‐ sistemi
o a causa di eventi esterni.
Il requisito patrimoniale di standard formula legato ai rischi operativi è pari a 126.732 milioni di euro al 31 dicembre 2016 e pesa circa il 6% rispetto al profilo di rischio di Gruppo (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
È importante sottolineare che la misurazione del capitale assorbito dai rischi operativi secondo logiche parametriche legate ai volumi del business non fornisce indicazioni utili a livello gestionale. Il Gruppo si è dotato di una metodologia di analisi qualitativa (c.d. Risk Assessment) con l’obiettivo di valutare il livello di rischiosità e la qualità dei controlli con riferimento ad ogni processo aziendale.
C.5.2. ESPOSIZIONE
La seguente tabella evidenzia come la maggioranza dei rischi lordi si concentra nel livello di rischiosità alto e medio (81,2%) ma, in virtù della mitigazione dei controlli, tale livello si riduca al 31,3%, con conseguente aumento del livello di rischiosità bassa (dal 18,3% al 68,6%). La rischiosità “estrema”, già limitata ante controlli (0,7%), per effetto della loro mitigazione tende a zero.
Totale rischi
Numero %
Lordo Netto Lordo Netto
Estremo 19 3 0,60% 0,09%
Alto 1.146 49 36,07% 1,54%
Medio 1.432 947 45,07% 29,81%
Basso 580 2.178 18,26% 68,56%
TOTALE 3.177 3.177 100,00% 100,00%
Le tabella seguente illustra il dettaglio della distribuzione dei rischi per fattore di rischio al lordo ed al netto dei relativi controlli. La maggioranza dei rischi rilevati sono stati identificati come rischi dovuti ai “processi“ (46,1%), seguiti da quelli rientranti nella categoria “risorse” (35,8%) e da quelli rientranti nella categoria “sistemi“ (18,2%).
di cui RISORSE 35,8% di cui PROCESSI 46,1% di cui SISTEMI 18,2%
Numero % Numero % Numero %
Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto
Estremo 8 3 0,70% 0,26% 7 0 0,48% 0,00% 4 0 0,69% 0,00%
Alto 331 8 29,14% 0,70% 645 32 44,06% 2,19% 170 9 29,46% 1,56%
Medio 514 269 45,25% 23,68% 672 499 45,90% 34,08% 246 179 42,63% 31,02%
Basso 283 856 24,91% 75,35% 140 933 9,56% 63,73% 157 389 27,21% 67,42%
TOTALE 1.136 1.136 100,00% 100,00% 1.464 1.464 100,00% 100,00% 577 577 100,00% 100,00%
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C.5.2.1. Misure di valutazione
La misurazione dell’esposizione ai rischi operativi, in termini di capitale assorbito, è effettuata dalla funzione di Risk Management con metodologia di standard formula.
La valutazione quantitativa si basa su logiche di volume che potrebbero non rappresentare pienamente la realtà delle imprese del Gruppo e pertanto la funzione di Risk Management effettua anche un’analisi del rischio operativo di tipo qualitativo, basata su due approcci distinti e complementari.
Il primo approccio adotta una metodologia di tipo “top down”, basata sullo strumento di autorilevazione della Macro Check List. La check list viene compilata dall’Alta Direzione con il supporto delle funzioni di Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio ed Internal Audit al fine di effettuare l’analisi attuale e prospettica del profilo di rischio ad alto livello e in una logica di carattere strategico. Il secondo approccio segue invece una logica di tipo “bottom up”, basata su una metodologia di risk assessment dove ogni responsabile di processo effettua l’identificazione/mappatura/valutazione dei rischi e dei controlli relativi ai processi di propria competenza. Il risk assessment è svolto con il supporto dell’applicativo ARIS, gestionale interno, con le seguenti funzionalità:
‐ mappatura dei flow‐chart di processo; ‐ analisi dei rischi operativi e dei relativi controlli e di secondo livello.
La raccolta delle informazioni avviene sulla base di alcuni modelli di riferimento, atti a garantire una classificazione omogenea dei dati stessi:
‐ il modello degli eventi operativi per l’identificazione e la classificazione delle tipologie di eventi che possono generare una perdita operativa;
‐ il modello dei fattori di rischio per l’identificazione e la classificazione delle cause potenzialmente all’origine degli eventi operativi;
‐ il modello organizzativo per la definizione del perimetro di raccolta dei dati e per l’univoca attribuzione degli stessi agli strumenti organizzativi.
Modello degli eventi
Il modello degli eventi risponde alla domanda “cosa è successo?” (es.una frode, un blocco dei sistemi) ed identifica la risposta classificandola tra le possibili tipologie di evento.
Tale modello consiste in una tassonomia composta da tre livelli gerarchici in base alla tipologia di evento. La categorizzazione principale, che costituisce il primo livello, prevede sette tipologie di eventi:
‐ illeciti interni ai danni del Gruppo (escluse le Agenzie); ‐ illeciti esterni ai danni del Gruppo (incluse le Agenzie); ‐ rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro; ‐ clienti, prodotti e prassi di business; ‐ danni a beni materiali ed altri eventi; ‐ interruzione/riduzione dell’operatività e disfunzione dei sistemi; ‐ esecuzione, completamento e gestione dei processi.
Modello dei fattori di rischio
Il modello dei fattori di rischio risponde alla domanda “perché è successo?” e consente di individuare l’entità da gestire in caso di mitigazione del rischio (es. il personale non è stato formato adeguatamente, il processo non è disegnato correttamente) permettendone la riclassificazione secondo le possibili tipologie di cause.
Tale modello consiste in una tassonomia composta da due livelli gerarchici in base alla tipologia di fattore di rischio. La categorizzazione principale, che costituisce il primo livello di tale classificazione, prevede tre tipologie di fattori di rischio così suddivise:
‐ risorse; ‐ processi; ‐ sistemi informativi.
SFCR 2016 80
Modello organizzativo
Il modello organizzativo fornisce gli strumenti che consentono di rispondere alla domanda “dove è successo?” ed identifica la risposta riconducendola a tutti i singoli elementi che lo compongono a partire dai processi della catena del valore e/o all’area/unità organizzativa all’interno del funzionigramma aziendale. Il modello organizzativo inoltre può essere utile all’individuazione di elementi per la gestione dei fattori di rischio (come ad esempio il piano di formazione, la mappatura delle competenze, opportuni adeguamenti dei sistemi informativi, reportistica dedicata etc.).
C.5.2.2. Rischi sostanziali
Dall’analisi effettuata sui rischi operativi al 31 dicembre 2016 emerge che la stratificazione degli eventi perdita evidenzia una forte predominanza degli eventi rientranti nell’area “esecuzione, consegna e gestione dei processi” e, a seguire nell’area “illeciti esterni” e nell’area “interruzione/riduzione dell’operatività e disfunzioni dei sistemi”.
C.5.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Il processo di gestione del rischio operativo prevede, nella fase di Risk Response, l’individuazione di possibili tecniche di mitigazione funzionali alla gestione dei rischi.
Nell’ambito della definizione delle tecniche di mitigazione sono individuate delle soglie di tolleranza al rischio.
In considerazione di una metodologia di gestione e di analisi dei rischi operativi integrati a livello di processo, la soglia di tolleranza al rischio è definita con riferimento alla rischiosità dei processi aziendali e con una logica «dinamica», intervenendo sempre su tutti gli eventuali processi con rischio estremo, secondo la scala di valutazione qualitativa adottata, ed attivandosi comunque su quelli con rischio inferiore che concorrono a determinare una percentuale significativa di rischiosità complessiva.
I limiti di tolleranza dei rischi operativi sono proposti dal Risk Management ed approvati dai Consigli di Amministrazione con cadenza annuale.
I limiti di tolleranza definiscono la soglia di rischio operativo che le Compagnie del Gruppo, nella consapevolezza delle probabilità di realizzazione del rischio assunto e delle possibili conseguenze connesse, accetta di detenere senza provvedere ad ulteriori azioni di mitigazione (che potrebbero avere un costo/opportunità superiore al rischio detenuto).
Nelle situazioni di superamento delle soglie predefinite, il Risk Management esegue ulteriori analisi con i responsabili dei processi interessati per giungere all’individuazione delle misure di copertura delle rischiosità non adeguatamente presidiate e ne dà informazione all’Alta Direzione e ai Consigli di Amministrazione.
Tra le tecniche di mitigazione è inoltre previsto, dove tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile, il trasferimento del rischio tramite attivazione di apposite coperture assicurative. Nell’ambito del processo di gestione delle coperture assicurative di Gruppo, la funzione di Risk Management, in occasione del risk assessment annuale, realizza un censimento dei rischi operativi, con indicazioni di massima in merito alla loro assicurabilità e ad eventuali interventi migliorativi del programma di ritenzione/trasferimento che li riguarda.
Ulteriore contributo alla mitigazione del rischio sono il Contingency Plan e il Disaster Recovery Plan.
Il Contingency Plan è finalizzato a garantire la continuità operativa e a salvaguardare l’incolumità delle persone, dei beni e il tempestivo ripristino dell’attività in caso di evento catastrofico. Il Contingency Plan comprende, relativamente agli aspetti informatici, un Disaster Recovery Plan focalizzato sul tema della continuità operativa attraverso la definizione di uno specifico piano strategico che consenta di minimizzare la perdita di informazioni ed i tempi di ripristino delle informazioni aziendali in situazioni particolarmente critiche.
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C.5.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
A parte le analisi degli scenari di stress utilizzati per la definizione del Contingency Plan e del Disaster Recovery, non vengono attualmente eseguiti stress test sistematici finalizzati ad analizzare la sensibilità dei rischi operativi, salvo attività mirate al presentarsi di situazioni specifiche.
C.6. ALTRI RISCHI SOSTANZIALI C.6.1. DESCRIZIONE DEI RISCHI
Nell’ambito della gestione dei rischi aziendali non quantitativi, la classificazione dei rischi di Gruppo comprende: ‐ il rischio strategico: il rischio attuale o potenziale di un impatto sui ricavi o sul capitale derivante da
decisioni di business errate, da un’impropria implementazione di tali decisioni o da scarsa reattività ai cambiamenti nel settore di riferimento;
‐ il rischio di non conformità alle norme: il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, subire perdite o danni reputazionali in conseguenza della mancata osservanza di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di condotta o codici di autodisciplina; rischio derivante da modifiche sfavorevoli del quadro normativo o degli orientamenti giurisprudenziali.
Il modello adottato per la valutazione del rischio operativo considera anche gli impatti di secondo livello di tale fattore di rischio in termini di: ‐ il rischio legato all’appartenenza al Gruppo: il rischio di “contagio” inteso come rischio che, a seguito dei
rapporti intercorrenti tra un’impresa con le altre entità del Gruppo, le situazioni di difficoltà che insorgono in un’entità del medesimo Gruppo possano propagarsi con effetti negativi sulla solvibilità dell’impresa stessa e il rischio di conflitto di interessi qualora la controparte non faccia parte del medesimo Gruppo assicurativo o sia legata alle imprese assicurative del Gruppo da rapporti di partecipazione e non di controllo;
‐ il rischio reputazionale: il rischio di deterioramento dell’immagine aziendale e di aumento della conflittualità con gli assicurati, dovuto anche alla scarsa qualità dei servizi offerti, al collocamento di polizze non adeguate o al comportamento della rete di vendita.
C.6.2. ESPOSIZIONE
Reale Group, nel processo di gestione del rischio reputazionale, identifica specifici eventi con un possibile o certo impatto reputazionale (definiti e presidiati attraverso specifici organismi e procedure quali la procedura di gestione dei sinistri sensibili, la procedura di gestione delle visite da esterni, la procedura di gestione dei reclami, la procedura di partecipazione a trasmissioni TV, la Commissione di Garanzia dell’assicurato, ecc.), al fine di definire iniziative atte a rispondere tempestivamente ed efficacemente a situazioni di criticità.
Gli eventuali rischi di carattere strategico e di appartenenza al Gruppo sono valutati nell’ambito dei processi di pianificazione strategica del Gruppo.
Tramite le attività ricorrenti di monitoraggio del rischio di non conformità, Reale Group identifica e valuta i rischi nell’ambito dei processi, dei nuovi prodotti e delle nuove norme. In particolare, la ricognizione della normativa (intercettazione e collegamento delle norme ai processi), consente di realizzare il cosiddetto repository normativo aziendale, che evidenzia i rischi normativi dei processi.
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C.6.2.1. Misure di valutazione
L’analisi qualitativa dei rischi di contagio e reputazionali è basata su due approcci distinti e complementari: il primo di tipo “bottom up”, basata su una metodologia di risk assessment e il secondo basato su una metodologia di tipo “top down” ed è incentrato sull’utilizzo dello strumento di auto‐rilevazione della Macro Check List, compilata dall’Alta Direzione con il supporto delle funzioni di Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Internal Audit e finalizzata all’analisi del profilo di rischio delle imprese del Gruppo.
Per un maggior dettaglio delle metodologie di monitoraggio dei rischi reputazionali e di appartenenza al Gruppo si rimanda al paragrafo relativo ai rischi operativi.
Analogamente, per la valutazione dei rischi strategici, la metodologia qualitativa utilizzata fa riferimento ad una metodologia di tipo “top down” incentrata sull’utilizzo dello strumento di auto‐rilevazione della Macro Check List.
La valutazione del rischio di non conformità è di tipo qualitativo e si basa sia su logiche di tipo “bottom up”, supportate dalla metodologia del Compliance Risk Assessment e/o delle Matrici di compliance – Matrico, (con la quale i focal point di compliance effettuano l’identificazione e la valutazione dei rischi e dei controlli relativi ai processi /prodotti/ normative di propria competenza), sia su logiche di tipo “top down”, che utilizzano tecniche di intervista alla Direzione Generale tramite lo strumento della Macro Check List.
In relazione alle diverse finalità, la valutazione del rischio di non conformità può essere effettuata, sia in modo analitico, a livello di singolo rischio, che in modo “aggregato” a livello di processo/impresa.
La metodologia di valutazione del rischio di non conformità è articolata nelle seguenti fasi:
‐ valutazione del rischio inerente (o rischio lordo) – cioè del rischio implicito nella natura stessa dell’attività e connesso a fattori quali processi, risorse e sistemi. Ad ogni rischio di non conformità viene associato un valore potenziale senza tenere conto dei controlli e di altre misure di mitigazione eventualmente già poste in essere presso l’impresa. L’attribuzione di un valore al rischio inerente si basa sui seguenti elementi: frequenza (o probabilità) di accadimento dell’evento rischioso; impatto (peso) economico/patrimoniale del rischio in caso di accadimento, con riferimento alla
rilevanza delle sanzioni giudiziarie/amministrative. Tali elementi consentono di assegnare un valore qualitativo al rischio lordo (estremo, alto, medio, basso);
‐ valutazione dei controlli in essere, ossia valutazione ex ante dell’esistenza/adeguatezza dei controlli per la mitigazione del rischio e del loro grado di presidio. Il grado di adeguatezza dei controlli può essere misurato assegnando un giudizio qualitativo: adeguato, parzialmente adeguato, inadeguato;
‐ determinazione del rischio residuo (o rischio netto) – cioè del rischio che rimane dopo l’applicazione dei controlli di cui alla fase precedente e che rappresenta la componente di rischio non presidiata dall’impresa. Il rischio residuo è ottenuto dalla combinazione degli score qualitativi del rischio lordo e dei controlli.
La valutazione dei rischi di non conformità si basa sulla metodologia sopra illustrata, utilizzando successivamente specifiche regole per il calcolo della cosiddetta rischiosità “aggregata” per singolo processo; tali regole sono finalizzate a definire una scala di riferimento per la comparazione del rischio complessivo (lordo e netto) dei singoli processi, in modo da poterli ordinare in ordine decrescente (dal processo a maggior rischio a quello a minor rischio) ed individuare, conseguentemente, le priorità di intervento e rimedio in funzione della soglia di tolleranza al rischio.
Non si segnalano nell’anno di riferimento modifiche significative alle metodologie sopra descritte.
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C.6.2.2. Rischi sostanziali
Relativamente ai rischi reputazionale, di appartenenza al Gruppo e strategico, le valutazioni effettuate nel 2016 non hanno evidenziato la presenza di rischi sostanziali.
Con riferimento al rischio di non conformità si segnala quanto segue:
‐ con riferimento alle società assicurative italiane, la Capogruppo Reale Mutua e Italiana Assicurazioni, nonché alla società strumentale Reale Ites, per le quali l’attività di monitoraggio avviene in modo ricorrente e completo, l’esito della profilatura complessiva del rischio netto di non conformità sui processi e sulle nuove norme ha fatto rilevare un livello di conformità complessivo medio‐alto. I rischi lordi sono adeguatamente mitigati dal sistema dei controlli e nessun processo risulta avere rischiosità superiore a quella tollerata. Relativamente ai nuovi prodotti commercializzati nel 2016, nessun prodotto ha fatto rilevare aspetti critici, in quanto per tutti questi la rischiosità è risultata entro la soglia tollerata. Sono state altresì condotte e concluse le attività di follow up sui processi che sono risultati a maggior rischio nel 2015; gli elementi raccolti e le azioni di rimedio individuate hanno portato per il 2016, al contenimento del rischio entro le soglie di tolleranza.
‐ per quanto riguarda le società assicurative spagnole del Gruppo (Reale Seguros e Reale Vida) che sono dotate di una specifica funzione di Compliance locale, nell’esercizio 2016 è stata avviata l’attività ricorrente di profilatura complessiva del rischio netto di non conformità, anche finalizzata a fornire al board della Capogruppo assurance ex art. 27 del Regolamento Isvap n. 20/2008. Gli esiti saranno disponibili a partire dal 2017; dall’esito della valutazione di alto livello e strategico (macro check list) il grado di presidio del rischio di non conformità alle norme risulta adeguato.
Relativamente, invece, alle società strumentali (Reale Immobili e Blue Assistance) l’attività di monitoraggio condotta nel 2016, in logica top‐down tramite la Macro check list, non ha fatto emergere rischi sostanziali o aspetti di particolare criticità.
C.6.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Il Gruppo ha predisposto una apposita politica in cui sono definite le linee guida della politica di gestione del rischio reputazionale. La gestione del rischio reputazionale ha carattere continuativo ed è disciplinata attraverso due modelli operativi distinti:
‐ il primo orientato alla preventiva identificazione e gestione dei rischi dai quali può derivare un danno alla reputazione di una o più Imprese del Gruppo (modello di gestione ex ante del rischio reputazionale);
‐ il secondo improntato alla gestione di un evento specifico già verificatosi e finalizzato all’eliminazione o alla mitigazione del danno reputazionale derivato o che ne può derivare (modello di gestione ex post del rischio reputazionale).
Il primo presidio nella gestione ex ante del rischio reputazionale è rappresentato dall’insieme di valori, regole, procedure, tecniche di controllo e strutture organizzative che contribuiscono ad assicurare il corretto funzionamento ed il buon andamento delle Imprese, disciplinandone i comportamenti e realizzando il complesso delle informazioni utili per la gestione d'insieme del sistema dei rischi.
Il secondo presidio nella gestione ex ante del rischio reputazionale è rappresentato dall’analisi qualitativa descritta nel paragrafo C.6.2.1.
La soglia di tolleranza al rischio di non conformità è definita annualmente dal Consiglio di Amministrazione delle singole società assicurative del Gruppo ed è formalizzata nel documento di Politica di gestione del rischio di non conformità alle norme. Tale documento viene recepito da tutte le società appartenenti al Gruppo.
L’attività della funzione Compliance è caratterizzata dall’intervento ex ante, di prevenzione del rischio, mettendo in atto analisi d’impatto e di individuazione dei gap rispetto ai requisiti normativi su tutte le principali novità normative, al fine di individuare e implementare in modo conforme alla normativa i presidi necessari, già al momento dell’entrata in vigore della norma (piano di implementazione). La funzione svolge anche un presidio ricorrente per verificare periodicamente il livello di rischiosità complessiva (profilatura del rischio): ove venga rilevata una eventuale inadeguatezza dei controlli e delle altre misure di mitigazione,
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a cui possono corrispondere valori di rischio residuo superiori a “Rischio Netto = Medio”, sono individuate le necessità di intervento con azioni correttive atte a ricondurre il rischio entro i limiti definiti e stabilite le opportune priorità tenendo in considerazione sia gli elementi di rischio che la valutazione dell’impatto dell’intervento.
Il piano degli interventi correttivi prende in esame sia gli interventi orientati a diminuire la frequenza di accadimento dell’evento rischioso, sia quelli orientati a diminuirne il peso in caso di accadimento sia, infine, gli interventi volti ad influire, rafforzandole, sulle altre misure di mitigazione eventualmente in essere, in particolare orientate alla gestione dei fattori di rischio (processi, risorse, sistemi). Nell’ambito della valutazione dei controlli in essere, così come nella programmazione degli interventi correttivi, si tiene nel dovuto conto il grado di diffusione della “cultura del controllo” e la formazione del personale in materia di compliance, in quanto fondamentali elementi di mitigazione del rischio.
Negli interventi ex post, i rischi sono mitigati con interventi di follow up. Per i rischi che risultano superiori alla soglia di tolleranza, vengono effettuati approfondimenti in merito ai fattori di rischio e/o ai driver che hanno causato il rischio di non conformità per individuare a attuare uno specifico piano di rimedio.
C.6.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito dei rischi qualitativi di cui alla presente sezione C.6, il Gruppo non identifica specifici scenari di stress. Eventuali impatti a carattere reputazionale, strategico, di appartenenza al Gruppo e di non conformità alle norme sono valutati nell’ambito della valutazione degli scenari di stress sui rischi operativi di cui al paragrafo C.5.4.
C.6.5. OPERAZIONI INFRAGRUPPO
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, in osservanza al disposto del Regolamento Ivass n. 30 del 26 ottobre 2016, ha redatto una Politica delle operazioni infragruppo che individua criteri e modalità dell’operatività infragruppo, le tipologie di operazioni che caratterizzano l’attività dell’impresa, le diverse categorie di controparti, i processi decisionali, le soglie di significatività e limiti di operatività. La politica infragruppo è oggetto di una specifica delibera quadro, adottata dai Consigli di Amministrazione della Capogruppo e delle Società assicurative controllate e rivista almeno una volta all’anno.
In particolare sono state internamente definite, per ogni tipologia di operazione infragruppo, le funzioni aziendali referenti, sono stati fissati i vincoli/limiti di operatività delle suddette operazioni e sono stati definiti i flussi informativi e di controllo da mettere in atto per la corretta gestione degli adempimenti di comunicazione verso l’autorità di vigilanza.
Nell’ottica di una strategia di Gruppo basata su logiche di sinergia, coordinamento e controllo, sono state concentrate attività e servizi comuni nell’ambito delle diverse realtà societarie italiane costituenti Reale Group.
In particolare, per le imprese controllate italiane, Reale Mutua ha accentrato presso le proprie funzioni la gestione dell’attività liquidativa, dei servizi generali, dei servizi relativi alle attività amministrative (quali la tenuta della contabilità generale e finanziaria, la redazione del bilancio, l’elaborazione di paghe e contributi, l’assistenza e la consulenza in materia legale, fiscale e giuslavoristica), di alcuni servizi inerenti l’ambito commerciale e di alcuni servizi di carattere tecnico. La Capogruppo gestisce inoltre, per le controllate italiane interessate, le attività di Risk Management, di Compliance e di Antiriciclaggio. Nell’esercizio 2016 tali servizi hanno generato ricavi per la Società, per complessivi 33.349 migliaia di euro.
Allo stesso tempo Reale Mutua ha ricevuto prestazioni di servizi principalmente nell’ambito dei servizi informatici, della gestione patrimoniale e finanziaria, immobiliare e logistica, della contabilità agenzie e dell’attività di call‐center, per un ammontare complessivo di 105.247 migliaia di euro. Le suddette attività sono fornite a normali condizioni di mercato e non incidono sostanzialmente sulla situazione economica e patrimoniale della società.
Nell’ambito dell’attività di prestazione di servizi e di coordinamento di Gruppo, al 31 dicembre 2016, 20 dipendenti di Reale Mutua, di cui 5 dirigenti, prestavano la loro opera, in regime di distacco, presso società controllate. Alla stessa data, 229 dipendenti di società del Gruppo, di cui un dirigente, erano distaccati presso
85
la Società.
Reale Mutua gestisce per conto della controllata spagnola Reale Seguros servizi di amministrazione e controllo sugli investimenti mobiliari, servizi di partecipazione e finanza e le attività di Risk Management, per la parte di sviluppo e gestione del modello interno. Al 31 dicembre 2016 un dirigente e 4 dipendenti di Reale Seguros erano parzialmente distaccati presso Reale Mutua. Nell’esercizio 2016 tali servizi hanno generato ricavi per la Società per complessivi 255 migliaia di euro e costi per 334 migliaia di euro.
Con riferimento a Italiana Assicurazioni, Reale Mutua ha accentrato presso le proprie funzioni la gestione dell’attività liquidativa, dei servizi generali, dei servizi relativi alle attività amministrative (quali la tenuta della contabilità generale e finanziaria, la redazione del bilancio, l’elaborazione di paghe e contributi, l’assistenza e la consulenza in materia legale, fiscale e giuslavoristica), di servizi inerenti l’ambito commerciale e di alcuni servizi di carattere tecnico. La Capogruppo gestisce inoltre, per conto della Società, le attività di Risk Management, di Compliance e di Antiriciclaggio.
Nell’esercizio 2016 tali servizi hanno generato costi per la Società per 31.455 migliaia di euro.
Allo stesso tempo Italiana Assicurazioni ha svolto prestazioni di servizi per la Controllante, principalmente per la gestione amministrativa e il personale in distacco, che hanno generato ricavi per 18.848 migliaia di euro.
Per quanto riguarda i rapporti con Italnext, società controllata al 100% da Italiana Assicurazioni, nei confronti della Controllante, i ricavi provvigionali ammontano a 64 migliaia di euro mentre i ricavi derivanti dalla gestione dei servizi amministrativi e gestionali delle “agenzie leggere” ammontano a 69 migliaia di euro.
Infine Italiana Assicurazioni riceve dalle Società consociate italiane prestazioni relative ai servizi informatici, alla gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare, all’assistenza e al call center, all’attività liquidativa e al personale distaccato. Il costo di tali servizi ammonta a 33.499 migliaia di euro. I servizi resi da Italiana Assicurazioni nei confronti delle consociate riguardano per contro le prestazioni del personale distaccato e l’attività di collocamento di prodotti bancari sul mercato da parte degli agenti, per un ammontare complessivo pari a 181 migliaia di euro.
Con riferimento alle compagnie spagnole si segnala che Reale Seguros e Reale Vida hanno ricevuto dalle società italiane prestazioni relative ai servizi informatici e alla gestione del patrimonio mobiliare, che hanno comportato un costo complessivo alla chiusura dell’esercizio pari a 20.195 migliaia di euro.
Ai sensi del Regolamento Ivass n. 30 del 26 ottobre 2016 il Gruppo ha provveduto ad identificare, nell’ambito delle operazioni infragruppo, le operazioni significative, molto significative e da comunicare in ogni circostanza da comunicare all’autorità di vigilanza utilizzando la reportistica prevista dagli articoli 20 e 36 del Regolamento Delegato (UE) n. 2015/2450, secondo i termini di cui agli articoli 312, comma 1, lettera c) e 373 degli atti delegati.
Il Gruppo considera operazioni infragruppo significative quelle che influenzano significativamente la solvibilità o la liquidità del Gruppo o di una delle imprese coinvolte in tali operazioni, in coerenza con le tipologie di operazioni e controparti e in funzione della natura, della portata, della complessità e dell’impatto sul proprio profilo di rischio.
Secondo il dettato dell’art. 9 del Regolamento Ivass n. 30 del 26 ottobre 2016 il Gruppo presume significative, salvo la differente valutazione di cui al comma 3, le operazioni infragruppo che coinvolgono almeno una compagnia assicurativa e il cui importo sia pari o superiore al 1% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa di cui all’articolo 3 del Regolamento stesso.
Ai sensi del Regolamento Ivass n. 30/2016, si intendono operazioni infragruppo molto significative (identificando relative soglie e limiti), quelle che influenzano in modo molto significativo la solvibilità o la liquidità del Gruppo o di una delle imprese di assicurazione e di riassicurazione coinvolte, in coerenza con le differenti tipologie di operazioni e controparti ed in funzione della natura, della portata, della complessità e dell’impatto sul proprio profilo di rischio.
Le Società assicurative appartenenti a Reale Group, pertanto, considerano quanto meno:
SFCR 2016 86
‐ movimenti di capitale o entrate non giustificate dalla Politica di gestione del capitale o dalla Politica dei dividendi;
‐ ogni inusuale o rilevante trasferimento di capitale infragruppo.
Sono ritenute da Reale Group molto significative le operazioni infragruppo che coinvolgono almeno una compagnia assicurativa e il cui importo sia pari o superiore al 5% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa di cui all’articolo 3 del Regolamento Ivass n. 30/2016.
Rientrano nella categoria delle operazioni infragruppo “da segnalare in ogni circostanza” quelle che, anche se inferiori alle soglie di significatività, sono attuate a condizioni diverse da quelle di mercato o non rispettano i criteri o le procedure stabilite nella Politica infragruppo.
Le operazioni infragruppo che superano le suddette soglie sono comunicate all’autorità di vigilanza nell’ambito della reportistica quantitativa (QRT) di Gruppo entro la scadenza normativa del 3 luglio 2017.
C.6.6. CONCENTRAZIONE
Il rischio di concentrazione si origina in caso di eccessive esposizioni del Gruppo verso uno stesso soggetto o gruppi di soggetti, esterni al Gruppo, individuali o interconnessi; in altri termini, il rischio di concentrazione si può definire come il rischio di subire perdite per l’inadeguata diversificazione del portafoglio delle attività e delle passività.
Il rischio di concentrazione è per sua natura un fattore di rischio che si origina in presenza di un altro rischio. In tal senso, il rischio di concentrazione può essere considerato come un rischio secondario e, conseguentemente, deve essere trattato unitamente al rischio primario a cui si riferisce al fine di consentirne una adeguata valutazione.
Gli ambiti nei quali può presentarsi un rischio di concentrazione sono indicati di seguito e, per ognuno di essi, è indicato il rischio primario a cui è associato secondo la classificazione prevista dal “Framework di riferimento per l’analisi del profilo di rischio”:
‐ Controparte, ovvero la concentrazione verso singole controparti (c.d. concentrazione single name) o fra loro interconnesse che risultano emittenti di strumenti finanziari o nei confronti delle quali vi sono contratti di mitigazione del rischio. I relativi rischi primari risultano essere i rischi di mercato e default;
‐ Investimenti finanziari, ovvero la concentrazione degli investimenti per tipologia, area geografica, valuta, fonte di rischio. Il relativo rischio primario risultano essere i rischi di mercato;
‐ Prodotti, ovvero la concentrazione di rischi per settore di attività assicurativa. Il relativo rischio primario risultano essere i rischio tecnici.
La gestione del rischio di concentrazione è disciplinata nell’ambito dei processi di gestione dei rischi primari.
La valutazione quantitativa del requisito di capitale (c.d. SCR) per singola Compagnia e a livello di Gruppo viene effettuata in coerenza con i principi del sistema di solvibilità Solvency II.
Le concentrazioni dei rischi sono adeguatamente considerate nel processo di valutazione del profilo di rischio con riguardo al rischio di contagio e al rischio di conflitto di interessi.
Con riferimento al rischio di sottoscrizione, il Gruppo ha definito limiti e soglie di attenzione sulle somme assicurate all’interno del Manuale delle regole assuntive e disposizioni operative emanate dalle singole aree di business riportate nelle Circolari e nelle Note Tecniche. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione definisce il livello di ritenzione netta, le caratteristiche delle coperture di riassicurazione, la coerenza con il business sottoscritto e i criteri per la scelta dei riassicuratori. I limiti operativi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione sono oggetto di verifica e controllo da parte della Funzione di Risk Management.
Con riferimento al rischio di mercato, il Gruppo ha definito limiti di concentrazione per singolo emittente o gruppo, in termini di esposizione massima. I limiti sono oggetto di verifica e controllo su base continuativa da parte della funzione Risk Management e delle altre funzioni aziendali preposte, le quali svolgono controlli di primo livello con frequenza maggiore al fine di garantire un adeguato presidio del rischio in sede di
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gestione ordinaria delle attività.
C.7. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
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D.1. ATTIVITÀ D.1.1. VALORE DELLE ATTIVITÀ ALLA DATA DI VALUTAZIONE
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Goodwill 0 201.114
Deferred acquisition costs 0 0
Intangible assets 0 121.827
Deferred tax assets 276.954 139.899
Pension benefit surplus 0 0
Property, plant & equipment held for own use 341.679 265.003
Investments (other than assets held for index‐linked and unit‐linked contracts) 11.299.159 10.731.035
Property (other than for own use) 1.492.850 977.506
Holdings in related undertakings, including participations 296.255 245.798
Equities 86.121 90.567
Equities – listed 61.236 65.682
Equities – unlisted 24.885 24.885
Bonds 8.938.005 8.931.236
Government Bonds 6.638.963 6.636.676
Corporate Bonds 2.148.220 2.143.738
Structured notes 150.822 150.822
Collateralised securities 0 0
Collective Investments Undertakings 448.140 448.140
Derivatives 0 0
Deposits other than cash equivalents 37.788 37.788
Other investments 0 0
Assets held for index‐linked and unit‐linked contracts 931.443 931.443
Loans and mortgages 51.838 51.838
Loans on policies 43.958 43.958
Loans and mortgages to individuals 3.528 3.528
Other loans and mortgages 4.352 4.352
Reinsurance recoverables from: 351.190 458.162
Non‐life and health similar to non‐life 284.219 396.661
Non‐life excluding health 269.835 376.341
Health similar to non‐life 14.384 20.320
Life and health similar to life, excluding health and index‐linked and unit‐linked 59.788 54.092
Health similar to life 1.230 1.638
Life excluding health and index‐linked and unit‐linked 58.558 52.454
Life index‐linked and unit‐linked 7.183 7.409
Deposits to cedants 4.601 4.601
Insurance and intermediaries receivables 697.060 697.060
Reinsurance receivables 19.572 19.572
Receivables (trade, not insurance) 298.648 297.769
Own shares (held directly) 0 0
Amounts due in respect of own fund items or initial fund called up but not yet paid in 0 0
Cash and cash equivalents 204.606 204.606
Any other assets, not elsewhere shown 99.878 91.053
Total assets 14.576.628 14.214.982
SFCR 2016 92
D.1.2. METODOLOGIA E IPOTESI UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEGLI ATTIVI
I criteri di valutazione delle attività adottati nella predisposizione dell’Economic Balance Sheet sono conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, al capo II del Regolamento Delegato (UE) 2015/35 (valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche), e seguono gli orientamenti Eiopa relative alle voci dell’Economic Balance Sheet.
Ai fini di solvibilità il Gruppo ha contabilizzato le attività in conformità ai principi contabili internazionali IAS/IFRS adottati dalla Commissione Europea a norma del Regolamento (CE) n. 1606/2002 a condizione che tali principi includano metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva Solvency II 2009/138/CE. Nel caso in cui la valutazione prevista dagli IAS/IFRS non abbia prodotto valori economici come richiesto dalla Direttiva Solvency II, specifici principi di valutazione sono stati applicati alle poste di bilancio.
Qualora i principi IAS/IFRS ammettano l’uso di più metodi di valutazione, il Gruppo ha utilizzato solo i metodi conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, ovvero le attività sono state valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta a normali condizioni di mercato.
Il Gruppo ha pertanto utilizzato il fair value così come definito dall’IFRS 13, ossia “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività”, in quanto ritenuto una consistent option ai fini della valutazione Solvency II.
Coerentemente con quanto definito dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35 il Gruppo adotta la seguente gerarchia di valutazione:
‐ Livello 1: le attività sono valutate ai prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse attività, laddove esistenti;
‐ Livello 2: quando l'uso dei prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse attività è impossibile, le attività sono valutate utilizzando prezzi di mercato quotati in mercati attivi per attività simili con adeguamenti per riflettere le differenze;
‐ Livello 3: laddove le due precedenti metodologie non siano applicabili, il Gruppo utilizza metodi alternativi di valutazione.
Si definisce “mercato attivo” un mercato regolamentato o sistema multilaterale di negoziazione, come definito dalla Direttiva 2004/39/CE, con livelli di spread bid‐ask storici contenuti le cui quotazioni rispecchino, qualora presenti, gli andamenti delle altre piazze finanziarie potenzialmente disponibili per la negoziazione.
Nel caso di utilizzo di metodi alternativi al fair value, nel determinare le ipotesi e gli input utilizzati nelle valutazioni alternative, il Gruppo valuta il rischio inerente l’adozione di un tale metodo nella determinazione del fair value.
I criteri di valutazione che seguono, indicati anche nella policy sulla valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche redatta ai sensi del Regolamento Ivass n. 34/2017, fanno riferimento alle categorie di assets previsti nell’Economic Balance Sheet. Si evidenzia che non sussistono variazioni rispetto ai criteri di valutazione adottati nell’esercizio precedente.
Si segnala inoltre che l’aggregazione secondo le classi previste dalla normativa consente di mettere in relazione le diverse tipologie di attività con i relativi fattori di rischio a cui esse sono esposte. Ciò consente pertanto di porre in relazione la situazione patrimoniale del Gruppo con il corrispondente profilo di rischio in termini di requisito di capitale regolamentare.
Si evidenzia infine che le basi, i metodi e le principali ipotesi utilizzati a livello di Gruppo per la valutazione ai fini di solvibilità delle attività del Gruppo sono sostanzialmente uguali a quelli utilizzati da una qualsiasi delle sue imprese figlie per la valutazione ai fini di solvibilità delle proprie attività.
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Goodwill
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Goodwill 0 201.114
L’avviamento nel bilancio Statutory rappresenta l’eccedenza del costo di acquisizione rispetto al fair value delle attività e delle passività dell’impresa acquisita. E’ rilevato come attività ed è sottoposto a test di impairment. Nel bilancio redatto ai fini di solvibilità è valutato pari a zero.
Intangible assets
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Intangible assets 0 121.827
Gli attivi immateriali, che nel bilancio Statutory sono iscritti al costo di acquisto inclusivo degli oneri accessori ed ammortizzati sistematicamente in relazione alla loro residua possibilità di utilizzo, nel bilancio redatto ai fini di solvibilità sono stati valutati pari a zero. Non sussistono infatti i presupposti affinché gli attivi in questione possano essere venduti separatamente né può essere dimostrata l’esistenza di un valore per attività identiche o simili.
Property
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Property, plant & equipement held for own use 341.679 265.003
Property (other than for own use) 1.492.850 977.506
Per la valutazione degli immobili uso impresa e degli investimenti immobiliari, sia nel bilancio Statutory che nel bilancio Solvency II, vengono applicati lo IAS 16 per la prima categoria di property e lo IAS 40 per la seconda categoria di property. Gli IAS prevedono due possibili criteri di valutazione: il costo ammortizzato oppure il fair value.
Gli immobili uso impresa nel bilancio Statutory sono iscritti al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo delle spese accessorie e degli eventuali oneri finanziari e sono esposti al netto del relativo fondo ammortamento. Nel bilancio Solvency II viene utilizzato il modello della rideterminazione del valore, considerato una buona approssimazione ai fini Solvency.
Gli investimenti immobiliari nel bilancio Statutory sono iscritti al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo delle spese accessorie e degli eventuali oneri finanziari. Nel bilancio Solvency II sono valutati al modello del fair value, considerato una buona approssimazione ai fini Solvency.
Il valore di mercato degli immobili uso impresa e degli investimenti immobiliari è basato sulle valutazioni redatte da periti indipendenti. Qualora la valutazione del bilancio di solvibilità si basi su una perizia precedente alla data di riferimento del bilancio, il Gruppo monitora e riflette nella valutazione dell’Economic Balance Sheet la variazione di valore intervenuta tra la data della perizia e la data di riferimento di bilancio.
SFCR 2016 94
Participations
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Holdings in related undertakings, including participations 296.255 245.798
Le partecipazioni nel bilancio Statutory rappresentano il patrimonio netto pro‐quota calcolato ai fini IAS/IFRS delle società collegate, joint venture e delle partecipazioni in società bancarie.
Nel bilancio Solvency II le partecipazioni devono essere valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta a normali condizioni di mercato. Nel caso di partecipazioni non quotate in mercati attivi trova applicazione il patrimonio netto rettificato e, nel calcolare la quota di patrimonio netto della partecipata, le relative attività e passività devono essere valutate sulla base dell’articolo 75 sopra citato e, ove applicabili, degli articoli dal 76 all’86 della Direttiva 2009/138/CE.
Non essendo possibile valutare le quote in società partecipate da Reale Group utilizzando prezzi di mercato quotati in un mercato attivo, vengono adottate le seguenti metodologie di valutazione:
‐ la valutazione delle partecipazioni in società assicurative è realizzata applicando la percentuale di possesso agli Own Funds risultanti dall’ultimo Economic Balance Sheet disponibile della compagnia partecipata;
‐ la valutazione delle partecipazioni in società bancarie è realizzata applicando la percentuale di possesso ai fondi propri determinati secondo la normativa bancaria Basilea.
Nella tabella che segue viene riportato il dettaglio della voce partecipazioni:
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
CredemAssicurazioni S.p.A. 18.655 14.925
Sara Assicurazioni S.p.A. 219.906 170.606
Banca Reale S.p.A. 57.694 60.267
Totale 296.255 245.798
Financial assets
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Equities 86.121 90.567
Equities ‐ listed 61.236 65.682
Equities ‐ unlisted 24.885 24.885
Bonds 8.938.005 8.931.236
Government Bonds 6.638.963 6.636.676
Corporate Bonds 2.148.220 2.143.738
Structured notes 150.822 150.822
Collateralised securities 0 0
Collective Investments Undertakings 448.140 448.140
Assets held for index‐linked and unit‐linked contracts 931.443 931.443
Nel bilancio Statutory, la valutazione dei financial assets è suddivisa tra:
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‐ “Finanziamenti e crediti”: sono ricompresi in tale categoria gli strumenti di debito non quotati con flussi in entrata fissi o determinabili, l’iscrizione a bilancio avviene al “costo ammortizzato”, determinato sulla base del tasso effettivo di rendimento. Tali valori vengono ridotti per perdite durevoli ed eventualmente ripristinati in esercizi successivi qualora vengano meno le motivazioni legate alle svalutazioni effettuate;
‐ “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e “Attività finanziarie a fair value rilevate a conto economico”: valorizzati al fair value in coerenza con la valutazione Solvency II.
Nel bilancio Solvency II, i financial assets sono valorizzati al fair value utilizzando i seguenti metodi di valutazione riportati nel QRT relativo alla “list of assets”:
‐ “prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse attività”: utilizzato per gli strumenti finanziari negoziati in mercati attivi;
‐ “metodi di valutazione alternativi”: utilizzato per gli strumenti finanziari negoziati in mercati non attivi; ‐ “valutazione di mercato, conformemente all'articolo 9, paragrafo 4, del Regolamento Delegato (UE)
2015/35”: utilizzato per gli strumenti finanziari le cui valutazioni non possono essere desumibili da negoziazioni su mercati finanziari.
Eventuali elementi di incertezza legati alla determinazione del fair price di specifici financial asset vengono risolti tramite l’opportuna attività di validazione conseguita per mezzo di un repricing effettuato con idonei modelli di calcolo.
Reinsurance recoverables
Per la voce in oggetto si rimanda a quanto riportato nella sezione D.2 Technical Provisions.
Insurance and intermediaries receivables
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Insurance and intermediaries receivables 697.060 697.060
La voce accoglie i crediti derivanti da operazioni di assicurazione diretta nei confronti degli assicurati per 339.355 migliaia di euro, degli intermediari di assicurazione per 317.924 migliaia di euro e di compagnie conti correnti per 39.781 migliaia di euro. Nella valutazione di tali crediti sono stati adottati i principi contabili IAS/IFRS, considerati coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della direttiva Solvency II 2009/138/CE.
Receivables (trade not insurance)
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Receivables (trade not insurance) 298.648 297.769
La voce accoglie i crediti diversi da quelli derivanti da operazioni di assicurazione diretta e da operazioni di riassicurazione. La valutazione è fatta secondo i principi IAS/IFRS, considerati coerenti con i criteri dettati dalla normativa Solvency II. Nell’ambito della composizione della voce si segnalano i crediti verso l’amministrazione finanziaria per ritenute d’acconto, acconti di imposta sulle riserve matematiche, acconto sull’imposta di assicurazione e carico degli assicurati dei rami danni e crediti di imposta per i quali è stato chiesto il rimborso con i relativi interessi maturati.
SFCR 2016 96
Contratti di leasing
Reale Group non ha in essere contratti di leasing finanziario; i contratti di leasing operativo non presentano importi materiali.
Deffered tax assets
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Deferred tax assets 276.954 139.899
Nel bilancio Statutory le attività per imposte anticipate sono calcolate sull’ammontare complessivo delle differenze temporanee fra il valore contabile delle attività e passività di bilancio ed il rispettivo valore fiscale secondo quanto previsto dallo IAS 12 e nella misura in cui sia probabile il loro futuro recupero.
Le imposte anticipate vengono determinate sulla base delle differenze temporanee – senza limiti temporali – tra il valore attribuito ad un’attività secondo i criteri civilistici ed i corrispondenti valori assunti ai fini fiscali.
L’effetto fiscale è determinato sulla base delle aliquote in vigore; nel corso dell’esercizio non sono intervenuti cambiamenti nelle aliquote fiscali.
Le differenze temporanee sono originate principalmente dalle rettifiche di valore su attività finanziarie per circa 4 milioni di euro, dalle variazioni delle riserve sinistri per circa 30 milioni di euro, dalle svalutazioni di crediti verso assicurati e altri crediti per circa 70 milioni di euro, dagli accantonamenti ai fondi rischi e oneri per circa 26 milioni di euro e dall’adeguamento di valore dei cespiti per circa 9 milioni di euro.
Nel bilancio Solvency II le attività fiscali differite sono integrate sulla base delle differenze tra i valori delle attività e delle passività ai fini Solvency II e i corrispondenti valori Statutory. L’effetto fiscale è determinato sulla base delle aliquote in vigore.
Ai fini di solvibilità le attività per imposte anticipate e benefici fiscali futuri ottenibili dal riporto a nuovo di perdite fiscali vengono rilevate nella misura in cui esista un’elevata probabilità del loro recupero, valutata sulla base della capacità del Gruppo di generare con continuità redditi imponibili nei futuri esercizi.
Per effetto dell’applicazione delle regole di valutazione Solvency II la voce “deferred tax assets” del bilancio Statutory, pari a 139.899 migliaia di euro, si incrementa di 137.055 migliaia di euro, arrivando ad un valore complessivo di 276.954 migliaia di euro. L’incremento è da imputare prevalentemente all’azzeramento degli attivi immateriali e all’incremento delle riserve tecniche vita valutate secondo i criteri Solvency II.
Si segnala infine che non sussistono perdite fiscali e crediti di imposta non utilizzati pertanto nessuna attività fiscale differita è stata rilevata in bilancio in relazione a tali voci.
Any other assets (not elsewhere shown)
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Any other assets, not elsewhere shown 99.878 91.053
La voce accoglie le poste dell’attivo residuali rispetto alle precedenti. Si segnala all’interno della posta l’ammontare delle regolazioni premio da incassare nell’esercizio successivo, dell’emesso tardivo e delle attività possedute per la vendita (quali il valore degli immobili detenuti dalla controllata Reale Immobili destinati alla vendita).
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D.2. RISERVE TECNICHE D.2.1. RISERVE TECNICHE NON LIFE
D.2.1.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione
Viene riportato di seguito il valore delle Technical Provisions alla chiusura dell’esercizio, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, separatamente per ciascuna macro linea di business prevista nell’Economic Balance Sheet.
(in migliaia di euro)
Descriptions Solvency II value Statutory accounts value
Technical provisions – non life 3.355.121 3.884.025
Technical provisions – non life (excluding health) 3.085.915 3.605.899
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 2.924.995
Risk margin 160.920
Technical provisions ‐ health (non SLT) 269.206 278.127
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 250.726
Risk margin 18.480
D.2.1.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche
Differenze tra la valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità e ai fini di bilancio civilistico
La valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità viene effettuata applicando i principi previsti dalla direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 (Solvency II) (di seguito “Direttiva”) e dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014, che integra la direttiva n. 2009/138/CE (di seguito “Atti Delegati”), che prevedono l’utilizzo di basi tecniche e metodi attuariali differenti rispetto a quelli utilizzati per la valutazione delle riserve tecniche ai fini della redazione del bilancio d’esercizio redatto sulla base dei principi IAS/IFRS.
Di seguito sono elencate le principali differenze metodologiche tra principi Solvency II e principi IAS/IFRS.
Relativamente alla componente Premium provision, la valutazione della Best estimate, espressa dalla stima dei future cash flows, rispetta i criteri che seguono.
Effetto Premi a copertura effettiva Include la porzione di premi contabilizzati a copertura effettiva dei sinistri futuri prevedibili, calcolati mediante l’utilizzo dell’indicatore di Loss Ratio atteso e integrati della porzione di expenses ratio relativa ai costi di struttura. Nella valutazione della Riserva Premi del bilancio IAS/IFRS l’accantonamento dei premi contabilizzati non è soggetto a ponderazione ma avviene per intero.
Effetto Premi futuri Include il risultato economico (premi – costi acquisizione e sinistri) abbinato al flusso dei premi non ancora contabilizzati ma attesi su polizze poliennali o su polizze a premio rateizzato (rate a scadere attese nell’anno successivo). Nella valutazione della Riserva premi del bilancio IAS/IFRS non è prevista la contabilizzazione di questi elementi.
Effetto Riserve premi integrative Non include nessuno stanziamento specifico per alcune categorie di eventi.
Effetto Sconto La BE Premium provision include la computazione dell’effetto di redditività derivante dall’investimento finanziario dei future cash flow. La disciplina che regola la valutazione della Riserva premi IAS/IFRS non prevede l’applicazione di effetti di
SFCR 2016 98
sconto.
Relativamente alla componente Claim provision, la valutazione della Best estimate, espressa dalla stima dei future cash flows, rispetta i criteri che seguono.
Effetto Recuperi futuri Il calcolo della BE Claim provision include la computazione del beneficio atteso derivante dai recuperi abbinati ai futuri pagamenti. Per la valutazione della Riserva sinistri IAS/IFRS non è consentito conteggiare le somme da recuperare sui futuri pagamenti.
Effetto Sconto La BE Claim provision include la computazione dell’effetto di redditività derivante dall’investimento finanziario dei future cash flows. La disciplina che regola la valutazione della Riserva sinistri IAS/IFRS vieta espressamente l’applicazione di effetti di sconto.
Effetto Criterio valutativo Il calcolo della BE Claim provision prevede un approccio di valutazione bilanciato e l’alea correlata al processo di stima trova corrispondenza nella componente claims del Risk Margin. Il criterio del Costo Ultimo richiamato nella valutazione della Riserva sinistri IAS/IFRS determina un processo di stima a prudenza implicita.
A compendio delle enunciate differenze strutturali di matrice regolamentare, che spiegano la parte rilevante degli scostamenti di calcolo, annotiamo altri elementi di differenziazione attribuibili all’attuale configurazione dei due processi di stima: BE Claim provision e Riserva sinistri IAS/IFRS.
Effetto Struttura di analisi Queste differenze sono riconducibili alla struttura della base dati e alla diversa segmentazione del processo di analisi.
Metodologie di calcolo
Il valore delle riserve tecniche per tutte le imprese di Reale Group è determinato valutando separatamente la migliore stima e il margine di rischio. Non esistono riserve tecniche valutate come elemento unico.
Per ognuna delle imprese del Gruppo, il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio.
Per ognuna delle imprese del Gruppo, il margine di rischio è calcolato determinando il costo della costituzione di un importo di fondi propri ammissibili pari al requisito patrimoniale di solvibilità necessario per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita.
Il calcolo delle riserve tecniche viene effettuato tramite un insieme di procedure volte alla valutazione e al controllo delle polizze Danni. In ottemperanza alla Direttiva 2009/138/CE, tali procedure di calcolo si basano su criteri di valutazione “market consistent". Le procedure di calcolo adottate calcolano per ogni HRG la migliore stima per riserva sinistri e per la riserva premi.
La valutazione attuariale per la migliore stima della riserva sinistri è condotto sul lavoro diretto lordo. La parte di business non elaborata è considerata nella valutazione attraverso un gross‐up. La migliore stima per le altre produzioni è ottenuta invece applicando un gross to net che prevede un calcolo separato per la deduzione degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo.
Al contrario, la valutazione attuariale per la migliore stima della riserva premi è condotta utilizzando un’estensione della semplificazione prevista dal regolamento Ivass n.18/2016. La valutazione è condotta su ogni produzione e il valore netto è ottenuto per differenza.
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Base Dati delle Passività La base dati utilizzata per il calcolo delle grandezze richieste ai fini di solvibilità è analoga a quella utilizzata ai fini delle valutazioni per il bilancio civilistico. La base dati per la valutazione delle Riserve Tecniche è organizzata secondo protocolli predefiniti che sono trasferiti nel sistema di calcolo ed è costituita da: ‐ dati del portafoglio passivi; ‐ dati di mercato. I dati sono forniti a vari livelli di granularità in funzione del sistema e della tipologia di calcolo. Il sistema di calcolo è alimentato da dati aggregati a livello di gruppi omogenei di rischio contenenti la contabilità di portafoglio aggiornati alla data di valutazione, da dati analitici sulle passività del portafoglio aggiornati alla data di valutazione e da dati aggregati a livello di gruppi omogenei di rischio contenenti la contabilità di portafoglio stimata alla fine dell’anno successivo.
Ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri La proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima tiene conto di tutte le entrate e uscite di cassa necessarie per regolare le obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. Nel calcolo della migliore stima della riserva sinistri specifiche ipotesi vengono adottate: ‐ il metodo proiettivo utilizzato viene calibrato in modo da intercettare e trattare adeguatamente
eventuali informazioni presenti nella base dati storica che presentano caratteristiche di non replicabilità nel futuro, al fine di evitare effetti distorcenti sulle stime;
‐ nei casi in cui la profondità storica dei dati disponibili non sia rappresentativa della completa evoluzione del processo di liquidazione vengono adottate ipotesi sui pagamenti residui.
Nel calcolo della migliore stima della riserva premi è stata adottata la seguente ipotesi: il tasso di recesso applicato ai premi di competenza futuri è stimato sulla base dell’evidenza storica ed è soggetto a controlli periodici. Rispetto al periodo precedente non sono state effettuate modifiche nelle ipotesi di calcolo della miglior stima della riserva premi e nel calcolo del margine di rischio. Nell’ambito del calcolo della miglior stima della riserva sinistri, sono state effettuate variazioni relativamente alle ipotesi elencate in precedenza.
Semplificazioni Nella valutazione attuariale vengono adottate alcune semplificazioni. Per il calcolo della migliore stima della riserva sinistri e della riserva premi sono adottate alcune delle semplificazioni previste nelle Specifiche Tecniche della fase preparatoria del 30 aprile 2014. Per l’allocazione del margine di rischio alle aree di attività è adottato un approccio semplificato come previsto dall’Orientamento Eiopa n. 63.
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D.2.1.3. Incertezza delle riserve tecniche
Il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio. I flussi di cassa sono sviluppati tenendo in considerazione tutte le possibili fonti di incertezza che potrebbero incidere sulla affidabilità dei risultati. Le fonti di incertezza che connotano il processo di valutazione sono:
‐ l’incertezza relativa agli importi dei sinistri e del periodo necessario per regolare e pagare i sinistri; ‐ l’incertezza riguardante l’importo delle spese; ‐ l’incertezza riguardante i futuri sviluppi; ‐ l’incertezza riguardante il comportamento dei contraenti.
Inoltre tutte le ipotesi adottate nella stima dei flussi di cassa futuri sono determinate prendendo in considerazione uno scenario medio. L’incertezza che lo connota è misurata attraverso le analisi di backtesting.
Alcune ipotesi sono calibrate sulle osservazioni storiche e sull’esperienza del Gruppo mentre altre sono prospettiche e ricavate dai piani di budget. In entrambi i casi, tali ipotesi sono costantemente monitorate.
D.2.1.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo
L'ammontare degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo viene calcolato da Reale Group in conformità degli articoli da 36‐bis a 36‐decies del Codice delle Assicurazioni Private.
La valutazione attuariale prevede il calcolo degli importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo per la riserva sinistri e la riserva premi. L’approccio è lo stesso.
Per ognuna delle imprese del Gruppo, per la riserva sinistri gli importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo sono determinati attraverso un approccio gross to net, mentre per la riserva premi sono calcolati adottando la stessa metodologia di calcolo usata per il lavoro diretto lordo alimentata opportunamente per la valutazione degli importi recuperabili.
Per tenere conto delle perdite attese a causa dell'inadempimento della controparte, la migliore stima degli importi recuperabili è aggiustata per le perdite attese dovute al rischio di default dei riassicuratori. Tale aggiustamento è basato sulla valutazione della probabilità di inadempimento della controparte in base al rating della stessa, e della perdita media in caso di inadempimento (perdita per inadempimento).
Di seguito sono riportati il valore degli importi recuperabili da riassicuratori alla chiusura dell’esercizio, separatamente per ciascuna macro linea di business prevista nell’Economic Balance Sheet.
(in migliaia di euro)
Solvency II value Statutory accounts value
Non Life (excluding health) 269.835 376.341
Health (non SLT) 14.384 20.320
Total 284.219 396.661
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D.2.1.5. Misure di garanzia a lungo termine
Matching adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group non adotta l’aggiustamento di congruità della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Matching Adjustment”), previsto dall’art. 36‐quinquies del Codice delle Assicurazioni Private.
Volatility adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group ha applicato ai tassi di interesse privi di rischio un aggiustamento per la volatilità della struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Volatility Adjustment”), secondo le disposizioni riportate all’art. 36–septies del Codice delle Assicurazioni Private.
Per effettuare tale aggiustamento alla data di valutazione sono state utilizzate le informazioni tecniche prodotte dall’Eiopa in base all’art. 36–octies del Codice delle Assicurazioni Private. L’aggiustamento per la volatilità applicato per la valutazione al 31/12/2016 è pari a 13 bps.
Reale Group ha altresì quantificato l'impatto dell'azzeramento dell'aggiustamento per la volatilità sulla posizione finanziaria del Gruppo, in particolare sull'importo delle riserve tecniche, sul requisito patrimoniale di solvibilità, sul requisito patrimoniale minimo, sui fondi propri di base e sugli importi dei fondi propri ammissibili a copertura del requisito patrimoniale minimo e del requisito patrimoniale di solvibilità. Tale valutazione è stata effettuata mantenendo inalterati tutti i dati e le ipotesi sottostanti e utilizzando la struttura dei tassi di interesse senza l’aggiustamento per la volatilità. La dettagliata quantificazione è riportata nel QRT S.22.01.01 che viene inviato all’Autorità di Vigilanza per le singole imprese che costituiscono il Gruppo.
Con riferimento all’impatto dell'aggiustamento per la volatilità, si riporta di seguito il valore delle riserve tecniche comprensivo o meno dell’aggiustamento, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, sia per il comparto Non Life che per il comparto Health Non Similar to Life.
(in migliaia di euro)
With V.A. Without V.A. Impact
Non Life (excluding health) 3.085.915 3.085.934 19
Health (non SLT) 269.206 269.194 −12
Total 3.355.121 3.355.128 7
Misura transitoria sui tassi privi di rischio
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group non adotta misure transitorie sui tassi privi di rischio previsti all'articolo 308 quater della direttiva 2009/138/CE.
Misura transitoria sulle riserve tecniche
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group non adotta l’applicazione della deduzione transitoria di cui all'articolo 308 quinquies della direttiva 2009/138/CE.
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D.2.2. RISERVE TECNICHE LIFE
D.2.2.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione
Viene riportato di seguito il valore delle Technical Provisions alla chiusura dell’esercizio, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, separatamente per ciascuna macro linea di business prevista nell’Economic Balance Sheet.
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Technical provisions ‐ Life and Health Similar to Life 6.706.463 6.873.094
Technical provisions ‐ health (similar to life) 3.352 3.665
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 3.140
Risk margin 212
Technical provisions – life (excluding health and index‐linked and unit‐linked) 5.787.806 5.929.773
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 5.730.682
Risk margin 57.124
Technical provisions – index‐linked and unit‐linked 915.305 939.657
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 906.516
Risk margin 8.789
D.2.2.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche
Differenze tra la valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità e ai fini di bilancio IAS/IFRS
La valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità viene effettuata applicando i principi previsti dalla direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 (Solvency II) (nel seguito “Direttiva”) e dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014, che integra la direttiva n. 2009/138/CE (nel seguito “Atti Delegati”), che prevedono l’utilizzo di basi tecniche e metodi attuariali differenti rispetto a quelli utilizzati per la valutazione della riserva matematica ai fini della redazione del bilancio consolidato redatto sulla base dei principi IAS/IFRS (nel seguito “Riserva Matematica Statutory”), per cui si applicano i principi contabili previsti dal Codice Civile, dai principi IAS/IFRS e i Regolamenti emanati dall’Ivass.
Di seguito sono elencate le principali differenze metodologiche tra principi Solvency II e principi IAS/IFRS.
Riserve Aggiuntive Local GAAP e IAS/IFRS colte dal modello di valutazione Solvency II I paragrafi 24 e 25 dell’allegato 14 del Regolamento n. 22 del 4 aprile 2008 dell’Ivass prevedono un accantonamento di riserve aggiuntive al fine di coprire i rischi finanziari legati alle polizze di cui al paragrafo 23 dell’Allegato 14 del sopra citato Regolamento. Nei paragrafi 19 e 38, inoltre, vengono richiesti ulteriori accantonamenti rispettivamente per le spese future generate dai contratti e per il rischio di longevità delle teste assicurate. Inoltre, i principi IAS/IFRS prevedono l’accantonamento della riserva per Shadow Accounting. Il modello di valutazione di tali grandezze previsto dalla Normativa Solvency II è differente rispetto a quello utilizzato in ambito Local GAAP. L’effetto di tali grandezze viene colto in parte nel valore delle Best Estimate e in parte nel valore del Solvency Capital Requirement (nel seguito “SCR”) previsto dalla Normativa Solvency II.
Basi Demografiche Ai fini del calcolo Solvency II le Best Estimate Liabilities Life (nel seguito “BEL”) sono calcolate adottando le basi demografiche al secondo ordine, definite considerando la mortalità realistica del portafoglio del Gruppo, come previsto agli art. 22 e 28 degli Atti Delegati (maggiori dettagli sono illustrati nel paragrafo relativo alle ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri). La valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, adotta le basi tecniche demografiche al primo ordine utilizzate in fase di tariffazione.
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Comportamento degli assicurati Ai fini del calcolo Solvency II le BEL sono calcolate adottando le basi demografiche e comportamentali al terzo ordine, che sono definite tenendo in considerazione la propensione all’esercizio dell’opzione di riscatto e di sospensione pagamento premi, come previsto agli art. 22, 26, 28 e 32 degli Atti Delegati (maggiori dettagli sono illustrati nel paragrafo relativo alle ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri). La valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, non tiene conto di questo fenomeno.
Costi e Caricamenti Ai fini del calcolo Solvency II le BEL sono calcolate tenendo in considerazione i costi strutturali indiretti del Gruppo Assicurativo e i costi diretti legati ai contratti, come previsto agli art. 28 e 31 degli Atti Delegati e si tiene altresì conto dei ricavi generati dai caricamenti sui premi futuri attesi. Nella valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, non è prevista la contabilizzazione di questi elementi.
Rivalutazione delle prestazioni Nella valutazione Solvency II delle BEL, i flussi di cassa probabilizzati delle prestazioni delle polizze rivalutabili vengono valutati considerando le future partecipazioni agli utili per le polizze rivalutabili e le future commissioni di rivalutazione per le polizze afferenti la Line of Business Unit e Index Linked, come previsto agli art. 24, 28 e 31 degli Atti Delegati. Nella valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, non è prevista la contabilizzazione di questi elementi, così come previsto dal paragrafo 21 dell’allegato 14 del Regolamento Ivass n. 22 del 4 aprile 2008 per i contratti tradizionali e dall’art.41 del Codice delle Assicurazioni Private per i contratti collegati a quote o a indici di mercato.
Attualizzazione dei flussi di cassa futuri Nella valutazione Solvency II delle BEL il valore dei flussi di cassa futuri rivalutati viene attualizzato alla data di valutazione utilizzando la struttura dei tassi di interesse Eiopa in base all’art.36 – octies del Codice delle Assicurazioni Private, a cui viene applicato l’aggiustamento per la volatilità, come meglio illustrato nel paragrafo relativo alla struttura dei tassi di interesse. Nello sviluppo dei flussi di cassa al primo ordine per la valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, viene operata una attualizzazione senza l’applicazione di una struttura per scadenza dei tassi di interesse, applicando il tasso di interesse precontato di tariffa (c.d. tasso tecnico).
Margine di Rischio Ai fini del calcolo delle Technical Provisions Solvency II, al valore delle Best Estimate viene aggiunto il valore del margine di rischio, mentre nella valutazione della Riserva Matematica Statutory non è prevista la contabilizzazione di questo elemento.
Metodologie di calcolo Il valore delle Technical Provisions di Reale Group è determinato valutando separatamente la migliore stima e il margine di rischio. Alla data di valutazione del 31/12/2016 non esistono Technical Provisions valutate come elemento unico. Il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio. Il margine di rischio è calcolato determinando il costo della costituzione di un importo di fondi propri ammissibili pari al requisito patrimoniale di solvibilità necessario per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. Come previsto dall’art. 28 del Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014, che integra la direttiva n. 2009/138/CE (nel seguito “Atti Delegati”), la proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima include tutti i seguenti flussi di cassa, nella misura in cui siano legati a contratti di assicurazione e di riassicurazione in vigore alla data di valutazione: ‐ Flussi di cassa in uscita:
Prestazioni di tipo Vita, Morte e Riscatto; Spese Future (dirette e indirette);
‐ Flussi di cassa in entrata: Premi di annualità successive (Ricorrenti e Annuali); Caricamenti sui Premi Futuri.
La proiezione dei flussi di cassa futuri è basata su ipotesi realistiche, come previsto dall’art. 22 degli Atti Delegati, e tali ipotesi sono definite basandosi su stime sui dati aziendali, circa i rischi biometrici, il
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comportamento degli assicurati e le spese. Inoltre, si considerano le azioni di gestione future per la proiezione dei rendimenti dei fondi che determinano la rivalutazione delle prestazioni dei contratti. Il calcolo delle Technical Provisions viene effettuato tramite un insieme di procedure volte alla valutazione e al controllo delle polizze vita. In ottemperanza alla Direttiva 2009/138/CE, tali procedure di calcolo si basano su criteri di valutazione in maniera coerente con le condizioni di mercato (c.d. “market consistency”) in una logica di option pricing. Per quanto riguarda i prodotti rivalutabili collegati a gestioni separate, le valutazioni si basano su logiche di Asset Liability Management e tengono conto dei principi contabili che regolano il bilancio delle gestioni separate. Le procedure di calcolo trattano i rischi di sottoscrizione vita (morte, riscatto, sospensione pagamento premi e costi). La migliore stima è calcolata senza la deduzione degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo. Tali importi sono calcolati separatamente, conformemente all’art. 81 della Direttiva 2009/138/CE e dell’Art.36‐undecies del Codice delle Assicurazioni Private; nel paragrafo D.2.2.4 si dà evidenza di tali importi.
Base Dati delle Passività La base dati utilizzata per il calcolo delle grandezze richieste ai fini di solvibilità è analoga a quella utilizzata ai fini delle valutazioni per il bilancio civilistico. Tale base dati per la valutazione delle Technical Provisions è organizzata secondo protocolli predefiniti che consentono di gestire in modo automatico il loro trasferimento nel sistema di calcolo ed è costituita dai seguenti dati: ‐ dati del portafoglio passivi; ‐ dati di mercato. I dati sono forniti con il più alto livello di granularità, rappresentato dal singolo asset per il portafoglio attivi e dalla singola polizza per il portafoglio passivi. Le procedure di alimentazione dei dati nel sistema dei calcolo costruiscono successivamente un portafoglio aggregato, in cui ad ogni record corrisponde ad un aggregato di polizze originali cui vengono attribuiti la somma delle riserve, dei capitali assicurati, dei premi e tutte le altre grandezze delle polizze di partenza necessarie per la valutazione del portafoglio. In base a tale definizione, questa aggregazione è non‐distruttiva: il portafoglio aggregato è equivalente al portafoglio originale, nel senso che la valutazione condotta sul portafoglio non aggregato (testa su testa) fornirebbe lo stesso risultato di quella condotta sul portafoglio aggregato, ma con tempi di elaborazione decisamente più lunghi.
Ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri La proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima tiene conto di tutte le entrate e uscite di cassa necessarie per regolare le obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. In particolare, le procedure di calcolo, relativamente ad ogni aggregato di polizze, costruiscono tutti i possibili flussi di cassa futuri, opportunamente valutati fino a scadenza; i flussi di cassa futuri derivano da eventuali incassi di premi e da eventuali uscite distinte per le varie cause (scadenza contrattuale, morte dell’assicurato, esercizio della opzione di riscatto totale o parziale). I flussi di cassa tengono conto anche di tutte le spese che saranno sostenute per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione, coerentemente con le scadenze temporali dei flussi delle obbligazioni assunte e tenendo altresì conto dell’evoluzione del processo di natura inflattiva. Nella proiezione dei flussi di cassa dei pagamenti sostenuti dal Gruppo nei confronti di contraenti e beneficiari sono incluse le future partecipazioni agli utili a carattere discrezionale che si prevede di fare, a prescindere dal fatto che siano o meno contrattualmente garantite. La determinazione degli importi dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità è basata sulle ipotesi realistiche di movimentazione del portafoglio determinate con specifici metodologie attuariali e basate sull’osservazione dei dati storici del Gruppo. Le ipotesi tecniche sottostanti allo sviluppo dei flussi di cassa sono aggiornate dal Gruppo con frequenza annuale. Le ipotesi realistiche adottate per il calcolo della migliore stima tengono conto delle seguenti componenti tecniche: ‐ uscite per decesso; ‐ uscite per abbandoni volontari; ‐ variazione della propensione al pagamento premi (in caso di tariffe a premi periodici); ‐ costi futuri di gestione del portafoglio in essere.
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Semplificazioni Nella valutazione delle Technical Provisions vengono adottate alcune approssimazioni e semplificazioni: ‐ i dati di portafoglio relativi ad alcune coassicurazioni e al portafoglio assunto in riassicurazione attiva
(lavoro indiretto) sono disponibili con un livello di granularità inferiore rispetto al restante del portafoglio del Gruppo; pertanto, le valutazioni vengono effettuate utilizzando raggruppamenti di portafoglio (c.d. model point) rappresentativi delle passività;
‐ gli importi recuperabili sono determinati utilizzando schemi di modellizzazione che si basano su criteri di proporzionalità con i valori delle riserve cedute del Bilancio Local GAAP per i quali sono in corso attività di sviluppo e affinamento;
‐ il risk margin è determinato utilizzando le semplificazioni fornite dal Regolamento Ivass n. 18/2016 (metodo 2);
‐ per l’allocazione del margine di rischio alle aree di attività è adottato un approccio semplificato come previsto dall’Orientamento Eiopa n. 63;
‐ le passività non modellizzate sono incorporate mediante una tecnica di gross‐up. Si sottolinea come l’adeguatezza delle approssimazioni e delle semplificazioni, anche se previste esplicitamente dalla normativa, viene monitorata costantemente in ragione dello sviluppo del portafoglio a cui si applicano e quindi della loro materialità.
D.2.2.3. Incertezza delle riserve tecniche
Il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio. I flussi di cassa sono sviluppati sulla base delle ipotesi realistiche circa i tassi di decesso e di riscatto, delle aliquote che esprimono la propensione al pagamento premi e degli importi dei costi di gestione del portafoglio in essere. Le ipotesi realistiche sono calibrate sulle osservazioni storiche e sull’esperienza del Gruppo e determinano ciascuna uno scenario medio. Pertanto, la proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima tiene implicitamente conto di tutte le incertezze dei flussi di cassa. Si precisa che, come documentato nella relazione sulla definizione delle ipotesi tecniche realistiche, con cadenza annuale si provvede a verificare la ragionevolezza delle ipotesi adottate, effettuando un confronto tra le ipotesi e le realizzazioni dei decessi, dei riscatti e dei costi di struttura.
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D.2.2.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo
L'ammontare degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo viene calcolato da Reale Group in conformità degli articoli da 36‐bis a 36‐decies del Codice delle Assicurazioni Private. In particolare, si applica la stessa metodologia adottata per il calcolo della migliore stima.
Ai fini del calcolo degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione, alla data di valutazione del 31/12/2016 Reale Group ha adottato criteri di proporzionalità e calcoli semplificati. Tuttavia, è in fase di ultimazione una evoluzione alle procedure di calcolo che consente una valutazione puntale a livello di tariffa, modellizzando le caratteristiche tecniche specifiche dei trattati di riassicurazione, applicate alle singole teste assicurate.
Per tenere conto delle perdite attese a causa dell'inadempimento della controparte, la migliore stima degli importi recuperabili è aggiustata per le perdite attese dovute al rischio di default dei riassicuratori. Tale aggiustamento è basato sulla valutazione della probabilità di inadempimento della controparte in base al rating della stessa, e della perdita media in caso di inadempimento (perdita per inadempimento).
Di seguito viene riportato il valore degli importi recuperabili da riassicuratori alla chiusura dell’esercizio, separatamente per ciascuna macro linea di Business prevista nell’Economic Balance Sheet.
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Recoverables from Reinsurance ‐ Life and Health Similar to Life 66.972 61.500
Health similar to life 1.230 1.638
Life excluding health and index‐linked and unit‐linked 58.558 52.454
Life index‐linked and unit‐linked 7.183 7.409
D.2.2.5. Misure di garanzia a lungo termine
Matching adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group non adotta l’aggiustamento di congruità della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Matching Adjustment”), previsto dall’art. 36‐quinquies del Codice delle Assicurazioni Private.
Volatility adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group ha applicato ai tassi di interesse privi di rischio un aggiustamento per la volatilità della struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Volatility Adjustment”), secondo le disposizioni riportate all’art. 36–septies del Codice delle Assicurazioni Private.
Per effettuare tale aggiustamento alla data di valutazione sono state utilizzate le informazioni tecniche prodotte dall’EIOPA in base all’art. 36–octies del Codice delle Assicurazioni Private. L’aggiustamento per la volatilità applicato per la valutazione al 31/12/2016 è pari a 13 bps.
Reale Group ha altresì quantificato l'impatto dell'azzeramento dell'aggiustamento per la volatilità sulla posizione finanziaria del Gruppo, in particolare sull'importo delle Technical Provisions, sul requisito patrimoniale di solvibilità, sul requisito patrimoniale minimo, sui fondi propri di base e sugli importi dei fondi propri ammissibili a copertura del requisito patrimoniale minimo e del requisito patrimoniale di solvibilità. Tale valutazione è stata effettuata mantenendo inalterati tutti i dati e le ipotesi sottostanti e utilizzando la struttura dei tassi di interesse senza l’aggiustamento per la volatilità. La dettagliata quantificazione è riportata nel QRT S.22.01.01 che viene inviato all’Autorità di Vigilanza per le singole Imprese che costituiscono il Gruppo.
Con riferimento all’impatto dell'aggiustamento per la volatilità sul valore delle Technical Provisions si riporta di seguito il dettaglio del valore delle Technical Provisions comprensivo o meno dell’aggiustamento, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, sia per il comparto Life che per il comparto Health Similar To Life.
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(in migliaia di euro)
Tecnical Provisions Life With V.A. Without V.A. Impatto
Total 6.703.111 6.705.170 −2.059
(in migliaia di euro)
Tecnical Provisions Health Similar to Life With V.A. Without V.A. Impatto
Total 3.352 3.356 −4
Misura transitoria sui tassi privi di rischio
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group non adotta misure transitorie sui tassi privi di rischio previsti all'articolo 308 quater della direttiva 2009/138/CE.
Misura transitoria sulle riserve tecniche
Ai fini del calcolo della migliore stima, Reale Group non adotta l’applicazione della deduzione transitoria di cui all'articolo 308 quinquies della direttiva 2009/138/CE.
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D.2.3. VALORE DELLE ALTRE PASSIVITÀ ALLA DATA DI VALUTAZIONE
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Contingent liabilities 0 0
Provisions other than technical provisions 87.282 87.282
Pension benefit obligations 58.303 58.303
Deposits from reinsurers 53.497 53.497
Deferred tax liabilities 714.917 258.318
Derivatives 15.935 15.935
Debts owed to credit institutions 0 0
Financial liabilities other than debts owed to credit institutions 1.438 1.438
Insurance & intermediaries payables 174.304 174.304
Reinsurance payables 14.769 14.769
Payables (trade, not insurance) 211.228 211.263
Subordinated liabilities 0 0
Any other liabilities, not elsewhere shown 115.976 116.068
109
D.3. ALTRE PASSIVITÀ D.3.1. METODOLOGIE E IPOTESI UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DELLE ALTRE PASSIVITÀ
I criteri di valutazione delle passività diverse dalle riserve tecniche adottati nella predisposizione dell’Economic Balance Sheet sono conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, al capo II del Regolamento Delegato (UE) 2015/35 (valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche) e seguono gli orientamenti Eiopa relative alle voci dell’Economic Balance Sheet.
Ai fini di solvibilità il Gruppo ha contabilizzato le passività in conformità ai principi contabili internazionali IAS/IFRS adottati dalla Commissione Europea a norma del Regolamento (CE) n. 1606/2002 a condizione che tali principi includano metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva Solvency II 2009/138/CE. Nel caso in cui la valutazione prevista dagli IAS/IFRS non ha prodotto valori economici come richiesto dalla Direttiva Solvency II, specifici principi di valutazione sono stati applicati alle poste di bilancio.
Qualora i principi IAS/IFRS ammettano l’uso di più metodi di valutazione, il Gruppo ha utilizzato solo i metodi conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, ovvero le passività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere trasferite o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti, in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato, senza alcun aggiustamento per tenere conto del merito di credito proprio della Compagnia.
Il Gruppo ha pertanto utilizzato il fair value così come definito dall’IFRS 13, ossia “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di una passività”, in quanto ritenuto una consistent option ai fini della valutazione Solvency II.
Coerentemente con quanto definito dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35 Reale Group adotta la seguente gerarchia di valutazione:
‐ Livello 1: le passività sono valutate ai prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse passività, laddove esistenti;
‐ Livello 2: quando l'uso dei prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse passività è impossibile, le passività sono valutate utilizzando prezzi di mercato quotati in mercati attivi per passività simili con adeguamenti per riflettere le differenze;
‐ Livello 3: laddove le due precedenti metodologie non siano applicabili, il Gruppo utilizza metodi alternativi di valutazione.
Nel caso di utilizzo di metodi alternativi al fair value, nel determinare le ipotesi e gli input utilizzati nelle valutazioni alternative, il Gruppo valuta il rischio inerente l’adozione di un tale metodo nella determinazione del fair value.
I criteri di valutazione che seguono, contenuti nella policy sulla valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche redatta ai sensi del regolamento Ivass n. 33/2016, fanno riferimento alle categorie di passività sostanziali diverse dalle riserve tecniche previste nell’Economic Balance Sheet. Non si segnalano variazioni rispetto ai criteri di valutazione nell’esercizio precedente.
Anche per le altre passività si evidenzia che l’aggregazione secondo le classi previste dalla normativa consente di mettere in relazione le diverse tipologie di passività con i relativi fattori di rischio a cui esse sono esposte. Ciò consente pertanto di porre in relazione la situazione patrimoniale della società con il corrispondente profilo di rischio in termini di requisito di capitale regolamentare.
Si evidenzia infine che le basi, i metodi e le principali ipotesi utilizzati a livello di Gruppo per la valutazione ai fini di solvibilità delle passività del Gruppo sono sostanzialmente uguali a quelli utilizzati da una qualsiasi delle sue imprese figlie per la valutazione ai fini di solvibilità delle proprie attività.
Contratti di leasing
Il Gruppo non ha in essere contratti di leasing finanziario; i contratti di leasing operativo non presentano importi materiali.
SFCR 2016 110
Provisions other than technical provisions
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Provisions other than technical provisions 87.282 87.282
Tale voce accoglie il fondo rischi e oneri relativo ad obbligazioni in corso quale risultato di eventi passati, il cui verificarsi è probabile e di cui si può effettuare una stima attendibile e comprende accantonamenti connessi ad aspetti fiscali per 422 migliaia di euro, contenziosi non tributari per 5.442 migliaia di euro, oneri nei confronti del personale per 35.096 migliaia di euro, rivalse non recuperabili per 19.853 migliaia di euro e altri accantonamenti per 26.469 migliaia di euro.
Pension benefit obligations
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Pension benefit obligations 58.303 58.303
Alla voce “Pensions benefits obligations” risultano contabilizzati, oltre al trattamento di fine rapporto, il fondo sanitario dirigenti, il fondo per il trattamento di quiescenza e i premi di anzianità.
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II
Trattamento di fine rapporto 15.871
Fondo sanitario dirigenti 14.246
Premi di anzianità 12.074
Fondo per il trattamento di quiescenza 16.112
Totale 58.303
Sia nel bilancio Statutory che nel bilancio redatto ai fini di solvibilità l’importo è determinato secondo i criteri di valutazione previsti dallo IAS 19, ritenuto un “consistent measurement principle”, come un “post employment benefit, del tipo defined benefit obligation”. Nell’ottica dei principi contabili internazionali, infatti, il TFR non può essere iscritto in bilancio per un importo corrispondente a quanto maturato (nell'ipotesi che tutti i dipendenti lascino la società alla data di bilancio), bensì la passività in questione deve essere calcolata proiettando l'ammontare già maturato al momento futuro di risoluzione del rapporto di lavoro ed attualizzando poi tale importo alla data di bilancio utilizzando il metodo attuariale “Projected Unit Credit Method”.
I Premi di Anzianità sono disciplinati dal C.C.N.L. del personale dipendente relativo al proprio settore di attività. Tali premi vengono corrisposti al compimento del 25° e del 35° anno di servizio prestato presso la stessa Società o presso altre Società del Gruppo e la misura del benefit è legata alla retribuzione annua del dipendente al momento della maturazione del diritto. In base a quanto disposto dallo IAS 19 Revised, i Premi di Anzianità, maturati ed erogati al raggiungimento di specifici requisiti di anzianità di servizio, rientrano nella categoria denominata “Other long term benefits”. La corrispondente rilevazione deve avvenire mediante ricorso alla metodologia attuariale “Projected Unit Credit Method” allo stesso modo di quanto avviene per il Fondo TFR.
La copertura sanitaria per i dirigenti in quiescenza è disciplinata dall’Accordo per l’assistenza sanitaria dei dirigenti delle imprese del Gruppo e prevede il riconoscimento di una forma di assistenza sanitaria ai Dirigenti ed ai loro coniugi o altri familiari a carico. Secondo le disposizioni dello IAS 19 Revised, la copertura sanitaria per i dirigenti in quiescenza rientra tra i “post employment benefit, del tipo “defined benefit”; si tratta dunque di un beneficio successivo al rapporto di lavoro a prestazioni definite, la cui rilevazione deve avvenire mediante ricorso a metodologie attuariali. Nell’ottica dei principi contabili internazionali, la passività in questione deve essere calcolata proiettando il beneficio già maturato fino al pensionamento del Dirigente
111
ed attualizzando poi tale importo alla data di bilancio utilizzando il metodo attuariale "Projected Unit Credit Method".
Da un punto di vista operativo, l’applicazione del “Projected Unit Credit Method” per la determinazione del debito del Gruppo in termini di TFR comporta i seguenti passi:
‐ proiettare il TFR già maturato alla data di valutazione fino al momento aleatorio di risoluzione del rapporto di lavoro o di liquidazione parziale delle somme maturate a titolo di anticipazione del TFR;
‐ attualizzare i flussi probabilizzati di uscita da ogni Società del Gruppo alla data di valutazione.
Per i premi di anzianità l’applicazione del “Projected Unit Credit Method” ha richiesto i seguenti passi operativi:
‐ stima della probabilità di raggiungimento dei requisiti necessari alla maturazione del benefit, ovvero probabilizzazione degli eventi “raggiungimento di almeno 20 anni di servizio” e “raggiungimento di almeno 30 anni di servizio”;
‐ proiezione della retribuzione utile ai fini del calcolo del Premio fino al momento aleatorio di maturazione del diritto al benefit;
‐ attualizzazione dei flussi probabilizzati di uscita da ogni Società del Gruppo alla data di valutazione; ‐ riproporzionamento delle prestazioni attualizzate in base all’anzianità maturata alla data di valutazione
rispetto all’anzianità complessiva al momento aleatorio di liquidazione da parte di ogni Società del Gruppo.
L’applicazione del “Projected Unit Credit Method” per la determinazione del debito del Gruppo in termini di copertura sanitaria per i dirigenti in quiescenza ha comportato invece i seguenti passi:
‐ determinazione dell’importo del rimborso da proiettare in base all’età del dante causa alla data di valutazione ed alla tavola di morbilità costruita sulle serie storiche aziendali relative a tale benefit;
‐ calcolo del valor capitale dei rimborsi successivi al rapporto di lavoro (post employment) tenendo in considerazione: la probabilità di decesso prima del raggiungimento dei requisiti di pensionamento ed accensione
della relativa copertura sui superstiti (ipotizzata al 60% solo sul coniuge o eventuale orfano); la probabilità di raggiungimento dei requisiti di pensionamento in azienda (tassi di turn over) ed
eventuale decesso con relativa accensione della copertura ai superstiti; la probabilità di raggiungimento dei requisiti di pensionamento in azienda (tassi di turn over) e
sopravvivenza del dante causa; ‐ attualizzazione dei flussi probabilizzati di uscita da ogni Società del Gruppo alla data di valutazione; ‐ riproporzionamento delle prestazioni attualizzate in base all’anzianità di servizio maturata nella
categoria (Dirigenti) alla data di valutazione, rispetto all’anzianità di categoria complessiva al momento aleatorio di liquidazione del benefit da parte di ogni Società del Gruppo.
Di seguito le principali ipotesi demografiche ed economico – finanziarie utilizzate per la valutazione della voce:
Principali ipotesi tecniche attuariali
Probabilità di cessazione del servizio 1,3%
Tavola di mortalità ISTAT 2015
Reale Mutua 2,7%
Italiana 2,9%
Frequenza di anticipo del TFR Blue Assistance 1,9%
Reale Immobili 1,0%
Banca Reale 1,0%
Reale Ites 2,7%
Percentuale di TFR anticipato 70,0%
Tassi di attualizzazione Euro Composite AA al 30
dicembre 2016
Tasso di inflazione 1,5%
SFCR 2016 112
Infine si segnala che il fondo per trattamento di quiescenza è relativo al trattamento di previdenza aziendale aggiuntivo impiegati e dirigenti della Capogruppo, per il quale il valore determinato secondo le regole contabili nazionali è allineato al valore determinato secondo le regole Solvency II.
Deffered tax liabilities
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Deferred tax liabilities 714.917 258.318
Nel bilancio Statutory le passività per imposte differite non sono contabilizzate qualora esistano scarse possibilità che il relativo debito insorga e accolgono l’effetto fiscale di tutte le differenze temporanee di natura patrimoniale o economica destinate a riversarsi negli esercizi futuri. L’effetto fiscale è determinato sulla base delle aliquote in vigore; nel corso dell’esercizio non sono intervenuti cambiamenti nelle aliquote fiscali.
Le passività fiscali differite, pari a 258.318 migliaia di euro, comprendono circa 155 milioni di euro relativi alle differenze tra valori contabili e valori fiscali degli investimenti immobiliari, circa 46 milioni di euro relativi a rettifiche operate per l’adozione dei principi IAS/IFRS sui valori delle attività finanziarie e circa 46 milioni di euro relativi a rettifiche operate per l’adozione dei principi IAS/IFRS sui valori delle riserve catastrofali, perequazione e altre riserve speciali.
Le passività per imposte differite risultanti dal bilancio Statutory sono integrate sulla base delle differenze tra i valori delle attività e delle passività ai fini di solvibilità e i corrispondenti valori Statutory.
Per effetto dell’applicazione delle regole di valutazione Solvency II la voce “deferred tax liabilities” del bilancio Statutory, pari a 258.318 migliaia di euro si incrementa di 456.599 migliaia di euro, arrivando ad un valore complessivo di 714.917 migliaia di euro. Tra le principali variazioni che hanno comportato l’incremento delle passività fiscali differite si segnala la rivalutazione degli immobili e la riduzione di valore delle riserve tecniche danni nel bilancio redatto secondo le regole di valutazione Solvency II.
Insurance and intermediaries payables
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Insurance and intermediaries payables 174.304 174.304
La voce è interamente relativa a debiti derivanti da operazioni di assicurazione diretta nei confronti di assicurati e intermediari di assicurazione.
Payables (trade non insurance)
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Payables (trade, not insurance) 211.228 211.263
La voce accoglie i debiti diversi da quelli derivanti da operazioni di assicurazione diretta e da operazioni di riassicurazione. All’interno dei debiti commerciali si segnala il debito per imposte a carico degli assicurati, i debiti verso fornitori e i debiti inerenti la gestione del personale.
113
Any other liabilities, not elsewhere shown
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Any other liabilities (not elsewhere shown) 115.976 116.068
La voce accoglie le poste del passivo residuali rispetto alle precedenti.
D.4. METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE
Si segnala che, con riferimento alla valutazione degli investimenti utilizzando criteri diversi rispetto all’uso di prezzi di mercato quotati in mercati attivi quali definiti dai principi contabili internazionali adottati dalla Commissione conformemente al regolamento (CE) n. 1606/2002, il Gruppo ha predisposto meccanismi di governance e di controllo a presidio dell’affidabilità delle valutazioni, tenuto conto dei potenziali effetti derivanti dall’adozione di metodologie non appropriate. La quota di attivi valutati con approcci alternativi è non significativa rappresentando, al 31 dicembre 2016, il 3,46% del totale investimenti del Gruppo.
D.5. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
117
E.1. FONDI PROPRI E.1.1. OBIETTIVI, POLITICHE E PROCESSI PER LA GESTIONE DEI FONDI PROPRI
La politica di gestione del capitale, e la politica di gestione dei rischi, definiscono il sistema di governo e controllo attraverso il quale viene garantito l’adeguato livello patrimoniale, attuale e prospettico, di ciascuna società del Gruppo e del Gruppo nel suo insieme, coerentemente con il complesso dei rischi assunti.
Tali politiche definiscono le modalità di determinazione dei fondi propri, i criteri per la classificazione degli stessi e gli strumenti utilizzabili per reperire capitale.
Al fine di garantire la solvibilità delle società del Gruppo e del Gruppo nel suo insieme viene sviluppato un apposito piano prospettico di gestione del capitale allineato con l’orizzonte temporale del piano strategico, in coerenza con le risultanze della valutazione prospettica dei rischi secondo l’approccio ORSA e con i limiti stabiliti dal Consiglio di Amministrazione in termini di appetito e tolleranza al rischio (c.d. RAF).
Il piano di gestione del capitale include anche le modalità di intervento qualora il livello di capitale risulti non coerente con i target fissati dal Consiglio di Amministrazione.
Non si segnalano cambiamenti sostanziali nel periodo di riferimento.
Il processo di determinazione dei fondi propri del Gruppo parte dalla quantificazione dei fondi propri di base, costituiti dal fondo di dotazione e dalla riserva di riconciliazione. La riserva di riconciliazione viene ottenuta dall’eccedenza delle attività sulle passività, valutate secondo i criteri illustrati nella sezione D, al netto delle seguenti voci:
‐ Fondo di dotazione; ‐ aggiustamento per Ring Fenced Funds, nel caso in cui l’ammontare dei fondi propri a livello di singolo
fondo sia maggiore dell’SCR nozionale.
I fondi propri vengono successivamente classificati per livello (Tier) sulla base delle seguenti caratteristiche:
‐ l’elemento è disponibile, o può essere richiamato su richiesta, per assorbire interamente le perdite nella prospettiva di continuità aziendale, nonché in caso di liquidazione;
‐ in caso di liquidazione, l’importo totale dell’elemento è disponibile per assorbire le perdite e il rimborso dell’elemento al possessore avviene solo dopo che sono state onorate tutte le altre obbligazioni (comprese quelle di assicurazione e di riassicurazione dell’impresa).
Si tiene conto anche della durata relativa dell’elemento considerato rispetto alla durata delle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione dell’impresa (in particolare se l’elemento ha una scadenza si richiede che questo abbia una durata sufficiente).
Sono inoltre prese in considerazione altre caratteristiche quali l’assenza di incentivi a rimborsare, assenza di costi obbligatori di servizio e l’assenza di gravami.
Per le risultanze al 31 dicembre 2016 si rimanda a quanto riportato nella successiva sezione E.1.2.
SFCR 2016 118
E.1.2. STRUTTURA, TIERING E QUALITÀ DEI FONDI PROPRI
I Basic Own Funds before deductions del Gruppo ammontano complessivamente a 3.062.329 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Initial funds, members' contributions or the equivalent basic own ‐ fund item for mutual and mutual‐type undertakings 60.000 60.000 0
Reconciliation reserve 3.002.329 3.107.983 −105.654
Total basic own funds before deductions 3.062.329 3.167.983 −105.654
I Basic Own Funds al netto delle deduzioni sono pari a 3.004.374 migliaia di euro: le deduzioni riguardano i fondi propri di Banca Reale determinati secondo la normativa del settore bancario Basilea, pari a 57.694 migliaia di euro e il patrimonio netto di pertinenza di terzi pari a 261 migliaia di euro. La tabella che segue illustra la composizione dei Basic Own Funds after deductions con il confronto con l’esercizio 2015.
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Total basic own funds before deductions 3.062.329 3.167.983 −105.654
Deductions for participations in other financial undertakings, including non‐regulated undertakings carrying out financial activities −57.694 −56.283 −1.411
Total of non‐available own fund items −261 0 −261
Total basic own funds after deductions 3.004.374 3.111.700 −107.326
Reale Group non detiene passività subordinate (subordinated liabilites).
La Reconciliation Reserve, pari a 3.002.329 migliaia di euro, è così composta:
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Excess of assets over liabilities 3.067.395 3.183.137 −115.742
Own shares (held directly and indirectly) 0 0 0
Foreseeable dividends, distributions and charges 0 0 0
Other basic own fund items −60.000 −60.000 0
Adjustment for restricted own fund items in respect of matching adjustment portfolios and ring fenced funds −5.066 −15.154 10.088
Total Reconciliation Reserve 3.002.329 3.107.983 −105.654
L’Excess of assets over liabilities, costituito dall’eccedenza delle attività sulle passività valutate conformemente all’articolo 75 della direttiva 2009/138/CE, è determinato dalla sommatoria del Patrimonio netto secondo le regole contabili IAS/IFRS e della riserva di riconciliazione finanziaria finalizzata a catturare l’effetto generato dalla diversa valutazione effettuata secondo i principi contabili IAS/IFRS rispetto alla valutazione basata secondo le regole Solvency II.
La tabella che segue illustra la composizione della voce:
119
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Patrimonio netto Statutory 2.432.343 2.325.646 106.697
Riserva da differente valutazione Statutory/Solvency II 635.052 857.491 −222.439
Total excess of assets over liabilities 3.067.395 3.183.137 −115.742
Il Patrimonio netto Statutory passa da 2.325.646 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente a 2.432.343 migliaia di euro alla chiusura del 2016; l’incremento è imputabile principalmente all’effetto positivo del risultato economico dell’esercizio 2016 pari a 131 milioni di euro e all’effetto negativo del decremento della voce utili o perdite su attività finanziarie disponibili per la vendita pari a 17 milioni di euro. Il prospetto che segue illustra la composizione della voce per gli esercizi 2015 e 2016.
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Patrimonio netto di pertinenza del Gruppo:
Capitale 60.000 60.000 0
Altri strumenti patrimoniali 0 0 0
Riserve di capitale 0 0 0
Riserve di utili e altre riserve patrimoniali 2.176.106 2.016.503 159.603
(Azioni proprie) 0 0 0
Riserva per differenze di cambio nette 0 0 0
Utili o perdite su attività finanziarie disp. per la vendita 74.014 91.087 −17.073
Altri utili o perdite rilevati direttamente nel patrimonio −9.075 −1.245 −7.830
Utile (perdita) dell'esercizio 131.037 159.301 −28.264
Totale di pertinenza del Gruppo 2.432.082 2.325.646 106.436
Patrimonio netto di pertinenza di terzi:
Capitale e riserve di terzi 281 0 281
Utili o perdite rilevati direttamente nel patrimonio 0 0 0
Utile (perdita) dell'esercizio di terzi −20 0 −20
Totale di pertinenza di terzi 261 0 261
Totale Patrimonio Netto Statutory 2.432.343 2.325.646 106.697
La riserva da differente valutazione Statutory/Solvency passa da 857.491 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente a 635.052 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio. Gli effetti delle principali rettifiche di valutazione intervenuti nel corso dell’esercizio, e il relativo confronto con l’esercizio precedente, sono riassunti nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Intangible assets −121.827 −120.447 −1.380
Goodwill −201.114 −201.114 0
Property 592.020 586.156 5.864
Financial assets 2.323 2.765 −442
Partecipations 50.457 17.329 33.128
Reinsurance recoverables −106.972 −54.704 −52.268
Technical provisions 729.881 1.040.034 −310.153
Other 9.828 229 9.599
Deferred tax on variations −319.544 −412.757 93.213
Totale 635.052 857.491 −222.439
Il Gruppo non possiede azioni proprie (own shares).
L’adjustement for restricted own funds in respect of matching adjustment portfolios and ring fenced funds, pari a 5.066 migliaia di euro, accoglie l’ammontare dei fondi propri di tipo “restricted” che supera l’SCR
SFCR 2016 120
nozionale dei Ring Fenced Funds presenti nel portafoglio vita del Gruppo. L’eccedenza per Ring Fenced Fund, considerata come indisponibile all’interno degli Own Funds del Gruppo, è dettagliata nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Descrizione Ring Fenced Funds
Fondo pensione Teseo
Cento Stelle Tax Plan (Gestioni Separate)
Cento Stelle (Unit)
Feel Good (Unit)
Planner (Gestioni Separate)
Own Funds (a) 7.554 2.770 622 601 968
Solvency Capital Requirement (b) 2.488 3.806 4.766 2.717 4.199
Adjustment for restricted own fund items in respect of ring fenced funds (b‐a) se b<a 5.066 0 0 0 0
Si segnala che Reale Group non possiede fondi propri accessori (ancillary own funds).
Per effetto di quanto sopra riportato, gli available own funds to meet the consolidated group SCR (excluding own funds from other financial sector), ovvero l’ammontare degli own funds che residuano dopo le eventuali deduzioni non comprese nella riserva di riconciliazione e dopo l’integrazione di eventuali fondi propri accessori, ammontano a 3.004.374 migliaia di euro.
Invece gli available own funds to meet the minimum consolidated group SCR sono pari a 3.062.068 migliaia di euro: essi sono comprensivi dei fondi propri di Banca Reale e dell’importo relativo ai fondi propri di terzi.
Gli eligible own funds to meet the minimum consolidated group SCR sono pari a 3.004.374 migliaia di euro. La tabella che segue riporta il dettaglio per Tier degli eligible own funds e il relativo confronto con i dati dell’esercizio precedente:
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Tier 1, unrestricted 3.004.374 3.167.983 −163.609
Tier 1, restricted 0 0 0
Tier 2 0 0 0
Tier 3 0 0 0
Totale 3.004.374 3.167.983 −163.609
Gli eligible own funds to meet the group SCR sono pari a 3.062.068 migliaia di euro. La tabella che segue riporta il dettaglio per Tier degli eligible own funds e il relativo confronto con i dati dell’esercizio precedente:
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Tier 1, unrestricted 3.062.068 3.167.983 −105.915
Tier 1, restricted 0 0 0
Tier 2 0 0 0
Tier 3 0 0 0
Totale 3.062.068 3.167.983 −105.915
Gli eligible own funds sono stati classificati di Tier 1, essendo composti esclusivamente dalla riserva di riconciliazione (3.002.329 migliaia di euro), classificata come tale da normativa, e dal fondo di dotazione del bilancio Statutory (60.000 migliaia di euro), che soddisfa le condizioni poste dall’articolo 71 degli Atti Delegati e al netto della quota di minority interest pari a 261 migliaia di euro. Si segnala che le attività fiscali differite nette del Gruppo sono minori di zero, essendo l’ammontare delle DTL (passività fiscali differite) maggiore delle DTA (attività fiscali differite).
Gli eligible own funds di Reale Group rispettano interamente le condizioni di ammissibilità per la copertura dell’SCR poiché:
121
‐ i fondi propri di Tier 1 rappresentano più del 50% del valore totale dei fondi propri eleggibili ‐ i fondi propri di Tier 3 sono pari a zero, quindi al di sotto della soglia massima del 15% del valore totale
dei fondi propri eleggibili ‐ gli elementi a copertura dell’MCR di classe Tier 1 rappresentano più dell’80% del totale.
Di seguito si riporta una tabella che illustra gli available own funds e gli eligible own funds di Gruppo con il relativo confronto con l’analogo importo riferito all’esercizio 2015.
(in migliaia di euro)
Descrizione 2016 2015 Variazione
Total available own funds to meet the consolidated group SCR (excluding own funds from other financial sector and from the undertakings included via D&A ) 3.004.374 3.111.700 −107.326
Total available own funds to meet the minimum consolidated group SCR 3.062.068 3.167.983 −105.915
Total eligible own funds to meet the consolidated group SCR (excluding own funds from other financial sector and from the undertakings included via D&A ) 3.004.374 3.111.700 −107.326
Total eligible own funds to meet the minimum consolidated group SCR 3.004.374 3.167.983 −163.609
Total eligible own funds to meet the group SCR (including own funds from other financial sector and from the undertakings included via D&A ) 3.062.068 3.167.983 −105.915
Si segnala che le operazioni infragruppo non hanno influenzato il calcolo dei fondi propri di Reale Group né nell’esercizio 2016 né nell’esercizio 2015.
Il calcolo della solvibilità di Gruppo è stato eseguito sulla base del metodo del bilancio consolidato previsto dall’articolo 230 della Direttiva 2009/138/CE. Per tutte le Compagnie del Gruppo non si segnalano limitazioni sulla trasferibilità di fondi propri all’interno del Gruppo.
Tutte le società controllate, ad eccezione di Banca Reale, sono state consolidate linea per linea, con le seguenti modalità:
‐ per le Compagnie assicurative sono stati considerati tutti gli attivi e passivi valutati a valori di mercato risultanti dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 e comunicato all’autorità di vigilanza entro la scadenza regolamentare del 20 maggio;
‐ per le Compagnie non assicurative sono stati considerati tutti gli attivi e i passivi risultanti dall’ultimo bilancio annuale redatto secondo i principi contabili internazionali, con le opportune correzioni laddove i criteri IAS/IFRS non costituiscano una buona approssimazione delle regole di valutazione Solvency (si segnala principalmente l’azzeramento degli attivi immateriali e la valutazione a fair value degli investimenti immobiliari).
Le società collegate e Banca Reale sono stato state consolidate a patrimonio netto con le seguenti modalità:
‐ per le Compagnie assicurative è stata considerato il pro – quota dell’Excess of Assets over Liabilities risultante dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 e comunicato all’autorità di vigilanza entro la scadenza regolamentare del 20 maggio;
‐ Per Banca Reale è stato considerato il patrimonio netto determinato secondo le regole di vigilanza di settore.
Si riportano di seguito i valori dell’Excess of Assets over Liabilities delle Compagnie di Reale Group utilizzati ai fini della determinazione degli Own Funds di Gruppo e, per le Compagnie assicurative, i valori degli eligible own funds e del Solvency Ratio.
SFCR 2016 122
Società Reale Mutua di Assicurazioni
L’Excess of Assets over Liabilities risultante dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 ammonta a 3.063.471 migliaia di euro. La Società dispone, a fronte di un requisito patrimoniale di solvibilità pari a 882.555 migliaia di euro, di eligible own funds pari 3.058.405 migliaia di euro, interamente classificabili di livello Tier 1 – unrestricted. Ne consegue un Solvency Ratio pari al 346,5%.
Italiana Assicurazioni S.p.A.
L’Excess of Assets over Liabilities risultante dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 ammonta a 568.648 migliaia di euro. La Società dispone, a fronte di un requisito patrimoniale di solvibilità pari a 203.976 migliaia di euro, di eligible own funds pari 565.777 migliaia di euro, interamente classificabili di livello Tier 1 – unrestricted. Ne consegue un Solvency Ratio pari al 277,4%.
Reale Seguros Generales S.A.
L’Excess of Assets over Liabilities risultante dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 ammonta a 475.495 migliaia di euro. La Società dispone, a fronte di un requisito patrimoniale di solvibilità pari a 219.447 migliaia di euro, di eligible own funds pari 459.538 migliaia di euro, interamente classificabili di livello Tier 1 – unrestricted. Ne consegue un Solvency Ratio pari al 209,4%.
Reale Vida Y Pensiones S.A.
L’Excess of Assets over Liabilities risultante dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 ammonta a 9.937 migliaia di euro. La Società dispone, a fronte di un requisito patrimoniale di solvibilità pari a 4.980 migliaia di euro, di eligible own funds pari 9.937 migliaia di euro, interamente classificabili di livello Tier 1 – unrestricted. Ne consegue un Solvency Ratio pari al 199,5%.
Reale Immobili S.p.A.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 risultante dal bilancio redatto secondo i principi contabili internazionali ammonta a 865.661 migliaia di euro. Per effetto delle rettifiche operate sulle poste di bilancio per le quali i principi contabili IAS/IFRS non costituiscono una buona approssimazione della valutazione Solvency II l’Exess of Assets over Liabilities utilizzato ai fini della determinazione degli Own Funds di Reale Group ammonta a 1.208.751 migliaia di euro. Tra le principali variazioni apportate si segnala l’azzeramento degli attivi immateriali e la valutazione a fair value degli investimenti immobiliari, al netto del relativo impatto fiscale.
Immobiliaria Grupo Asegurador Reale S.A.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 risultante dal bilancio redatto secondo i principi contabili internazionali ammonta a 43.762 migliaia di euro. Per effetto delle rettifiche operate sulle poste di bilancio per le quali i principi contabili IAS/IFRS non costituiscono una buona approssimazione della valutazione Solvency II l’Exess of Assets over Liabilities utilizzato ai fini della determinazione degli Own Funds di Reale Group ammonta a 59.770 migliaia di euro. La variazione ha riguardato la valutazione a fair value degli investimenti immobiliari, al netto del relativo impatto fiscale.
Blue Assistance S.p.A.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 risultante dal bilancio redatto secondo i principi contabili internazionali ammonta a 4.822 migliaia di euro. Per effetto delle rettifiche operate sulle poste di bilancio per le quali i principi contabili IAS/IFRS non costituiscono una buona approssimazione della valutazione Solvency II l’Exess of Assets over Liabilities utilizzato ai fini della determinazione degli Own Funds di Reale Group ammonta a 3.321 migliaia di euro. La variazione ha riguardato la valutazione a fair value degli investimenti immobiliari, al netto del relativo impatto fiscale.
Reale Ites GEIE
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 risultante dal bilancio redatto secondo i principi contabili internazionali ammonta a 93.148 migliaia di euro. Per effetto delle rettifiche operate sulle poste di bilancio per le quali i principi contabili IAS/IFRS non costituiscono una buona approssimazione della valutazione Solvency II l’Exess of Assets over Liabilities utilizzato ai fini della determinazione degli Own Funds di Reale Group ammonta a 18.567 migliaia di euro. La variazione ha riguardato l’azzeramento degli attivi immateriali,
123
al netto del relativo impatto fiscale.
Italnext S.r.L.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 risultante dal bilancio redatto secondo i principi contabili internazionali ammonta a 331 migliaia di euro. Per effetto delle rettifiche operate sulle poste di bilancio per le quali i principi contabili IAS/IFRS non costituiscono una buona approssimazione della valutazione Solvency II l’Exess of Assets over Liabilities utilizzato ai fini della determinazione degli Own Funds di Reale Group ammonta a 293 migliaia di euro. La variazione ha riguardato l’azzeramento degli attivi immateriali, al netto del relativo impatto fiscale.
Banca Reale S.p.A.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 determinato secondo le regole di vigilanza di settore ammonta a 57.694 migliaia di euro.
Reale Group Latam S.p.A.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 utilizzato ai fini della determinazione degli Own Funds di Reale Group ammonta a 9.164 migliaia di euro. Si segnala che il capitale sociale della Società, costituita nel corso del 2016, è stato interamente sottoscritto e versato nel corso dell’esercizio.
Reale Group Chile S.p.A.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 utilizzato ai fini della determinazione degli Own Funds di Reale Group ammonta a 8.677 migliaia di euro. Si segnala che il capitale sociale della Società, costituita nel corso del 2016, è stato interamente sottoscritto e versato nel corso dell’esercizio.
Sara Assicurazioni S.p.A.
L’Excess of Assets over Liabilities risultante dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 ammonta a 675.198 migliaia di euro. Al 31 dicembre 2016 il requisito di capitale è pari a 270.327 migliaia di euro. Per fronteggiare tali rischi la Compagnia dispone di mezzi patrimoniali disponibili per 646.475 migliaia di euro, ne deriva un indice di solvibilità pari al 239,1%
CredemAssicurazioni S.p.A.
L’Excess of Assets over Liabilities risultante dall’Economic Balance Sheet al 31 dicembre 2016 ammonta a 39.332 migliaia di euro. Al 31 dicembre 2016 il requisito di capitale è pari a 16.646 migliaia di euro. Per fronteggiare tali rischi CredemAssicurazioni dispone di mezzi patrimoniali disponibili per circa 37.311 migliaia di euro, ne deriva un indice di solvibilità pari al 224,14%
Per tutte le Compagnie del Gruppo non si segnalano limitazioni sulla trasferibilità di fondi propri all’interno del Gruppo.
Con riferimento all’impatto del volatility adjustment sui fondi propri di base e sui fondi propri ammissibili a copertura del requisito patrimoniale minimo si evidenzia infine un impatto positivo a livello di Gruppo pari a 1.425 migliaia di euro.
SFCR 2016 124
E.2. REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO
E.2.1. REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ (SCR)
E.2.1.1. Importo e struttura del requisito patrimoniale di solvibilità
In questo paragrafo sono illustrate le risultanze della valutazione della posizione di solvibilità di Gruppo effettuata con l’applicazione della standard formula, sui dati al 31 dicembre 2016.
Nella tabella seguente sono riportati i valori del requisito patrimoniale di solvibilità (SCR), con indicazione delle singole componenti, al 31 dicembre 2016 e al 31 dicembre 2015. Questi ultimi sono stati comunicati nell’ambito dell’informativa all’Autorità di Vigilanza prevista per il primo giorno di applicazione della normativa Solvency II (per le imprese con chiusura dell’anno contabile al 31 dicembre).
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
SCR 1.235.698 1.193.559 42.139
Adj TP −50.557 −60.384 9.828
Adj DT −329.869 −344.418 14.549
SCR NCP 110.922 137.104 −26.181
SCR OFS 18.006 18.291 −285
Adjustment due to RFF/MAP in nSCR aggregation 8.896 14.057 −5.161
SCR Operational 121.818 118.177 3.640
BSCR 1.356.481 1.310.732 45.749
Diversification −515.069 −496.063 −19.006
Somma SCR 1.871.550 1.806.795 64.755
SCR Market 811.959 753.511 58.448
SCR Non Life 798.487 795.011 3.475
SCR Default 98.627 109.845 −11.219
SCR Health 84.697 80.028 4.669
SCR Life 77.780 68.400 9.381
Con riferimento ai componenti dell’SCR si segnala quanto segue:
‐ Adj TP si riferisce all’aggiustamento per la capacità di assorbimento delle perdite delle riserve tecniche; ‐ Adj DT si riferisce all’aggiustamento per la capacità di assorbimento delle perdite delle imposte differite; ‐ SCR NCP si riferisce al requisito di solvibilità delle società consolidate con logica a patrimonio netto, Sara
Assicurazioni e CredemAssicurazioni; ‐ SCR OFS si riferisce al requisito patrimoniale della controllata Banca Reale, determinato secondo la
normativa vigente nel settore bancario; ‐ Diversification si riferisce all’effetto derivante dall’applicazione delle matrici di correlazione tra moduli
di rischio.
Da un confronto dei risultati, rispetto al precedente periodo di valutazione, si rilevano le seguenti principali variazioni:
‐ aumento dell’SCR Market dovuto in larga misura al rischio equity per effetto dell’incremento del coefficiente di perdita (aggiustamento simmetrico);
‐ riduzione della componente legata all’aggiustamento per imposte differite per effetto della revisione della metodologia di calcolo per le compagnie del gruppo.
Con riferimento all’analisi dei risultati si segnala che le principali fonti di rischio del Gruppo sono date dalla componente mercato e dalla componente dei rischi tecnici danni.
Di seguito è riportato il valore minimo del requisito patrimoniale di solvibilità di Gruppo consolidato, calcolato come somma del requisito patrimoniale minimo delle singole società appartenenti al Gruppo, tenuto conto della quota di possesso.
125
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Mimimum Consolidated Group SCR 644.257 538.846 105.410
E.2.1.2. Semplificazioni adottate nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità
Il Gruppo utilizza, per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità con formula standard, la metodologia semplificata prevista all’art. 107 del Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione (calcolo semplificato dell’effetto di attenuazione del rischio per gli accordi di riassicurazione o la cartolarizzazione).
E.3. UTILIZZO DEL SOTTOMODULO DEL RISCHIO AZIONARIO
Il Gruppo non utilizza il sottomodulo del rischio azionario basato sulla durata per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità con formula standard.
E.4. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
SFCR 2016 128
Annex I
S.02.01.02
Balance sheet
Asset Solvency II
value
Intangible assets R0030 0
Deferred tax assets R0040 276.954
Pension benefit surplus R0050 0
Property, plant & equipement held for own use ‐ Gross R0060 341.679
Investments (other than assets held for index‐linked and unit‐linked funds) R0070 11.299.159
Property (other than for own use) ‐ Gross R0080 1.492.850
Participations ‐ Gross R0090 296.255
Equities R0100 86.121
Equities ‐ listed R0110 61.236
Equities ‐ unlisted R0120 24.885
Bonds R0130 8.938.005
Government Bonds R0140 6.638.963
Corporate Bonds R0150 2.148.220
Structured notes R0160 150.822
Collateralised securities R0170 0
Investment funds R0180 448.140
Derivatives R0190 0
Deposits other than cash equivalents R0200 37.788
Other investments R0210 0
Assets held for index‐linked and unit‐linked funds R0220 931.443
Loans & mortgages R0230 51.838
Loans & mortgages to individuals R0240 43.958
Other loans & mortgages R0250 3.528
Loans on policies R0260 4.352
Reinsurance recoverables from: R0270 351.190
Non‐life and health similinar to non‐life R0280 284.219
Non‐life excluding health R0290 269.835
Health similar to non‐life R0300 14.384
Life and health similar to life, excluding health and index‐linked and unit‐linked R0310 59.788
Health similar to life R0320 1.230
Life excluding health and index‐linked and unit‐linked R0330 58.558
Life index‐linked and unit‐linked R0340 7.183
Deposits to cedants R0350 4.601
Insurance & intermediaries receivables R0360 697.060
Reinsurance receivables R0370 19.572
Receivables (trade, not insurance) R0380 298.648
Own shares R0390 0
Amounts due in respect of own fund items or initial fund called up but not yet paid in R0400 0
Cash and cash equivalents R0410 204.606
Any other assets, not elsewhere shown R0420 99.878
Total assets R0500 14.576.628
129
Liabilities
Solvency II value
Technical provisions – non‐life R0510 3.355.121
Technical provisions – non‐life (excluding health) R0520 3.085.915
TP calculated as a whole R0530 0
Best Estimate R0540 2.924.995
Risk margin R0550 160.920
Technical provisions ‐ health (similar to non‐life) R0560 269.206
TP calculated as a whole R0570 0
Best Estimate R0580 250.726
Risk margin R0590 18.480
Technical provisions life (excluding index‐linked and unit‐linked) R0600 5.791.158
Technical provisions ‐ health (similar to life) R0610 3.352
TP calculated as a whole R0620 0
Best Estimate R0630 3.140
Risk margin R0640 212
Technical provisions – life (excluding health and index‐linked and unit‐linked) R0650 5.787.806
TP calculated as a whole R0660 0
Best Estimate R0670 5.730.682
Risk margin R0680 57.124
Technical provisions – index‐linked and unit‐linked R0690 915.305
TP calculated as a whole R0700 0
Best Estimate R0710 906.516
Risk margin R0720 8.789
Contingent liabilities R0740 0
Provisions other than technical provisions R0750 87.282
Pension benefit obligations R0760 58.303
Deposits from reinsurers R0770 53.497
Deferred tax liabilities R0780 714.917
Derivatives R0790 15.935
Debts owed to credit institutions R0800 0
Financial liabilities other than debts owed to credit institutions R0810 1.438
Insurance & intermediaries payables R0820 174.304
Reinsurance payables R0830 14.769
Payables (trade, not insurance) R0840 211.228
Subordinated liabilities R0850 0
Subordinated liabilities not in BOF R0860 0
Subordinated liabilities in BOF R0870 0
Any other liabilities, not elsewhere shown R0880 115.976
Total liabilities R0900 11.509.233
Excess of assets over liabilities R1000 3.067.395
SFCR 2016 130
Total
C0200
2.744.873
988
271.989
2.473.872
2.722.500
1.057
265.279
2.458.278
1.656.552
−1.792
166.481
1.488.279
−26
0 0
−26
885.557
69.078
954.635
Line of Business for:
accepted non‐proportional reinsurance
Property
C0160
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Marine,
aviation,
transport
C0150
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Casualty
C0140
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Health
C0130
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Line of Business for: non‐life insurance and reinsurance obligations (direct business and accep
ted proportional reinsurance) Miscellaneo
u
s financial
loss
C0120
7.551
0
1.140
6.411
7.219
12
1.140
6.091
905
−64
−66
907 0
0 0
0
2.232
Assistance
C0110
21.999
0 0
21.999
21.100
0 0
21.100
14.150
0 0
14.150
0
0 0
0
7.957
Legal
expen
ses
insurance
C0100
20.516
0
11.045
9.471
20.104
0
10.805
9.299
4.742
0
3.058
1.684
0
0 0
0
2.183
Credit and
suretyship
insurance
C0090
46.008
66
19.728
26.346
42.651
43
18.209
24.485
16.083
−202
11.854
4.027
0
0 0
0
13.714
Gen
eral
liability
insurance
C0080
322.671
826
15.229
308.268
314.826
857
14.902
300.781
125.364
358
5.275
120.447
116
0 0
116
130.324
Fire and
other dam
age
to property
insurance
C0070
730.601
89
173.144
557.546
724.798
124
170.555
554.367
468.926
−1.013
111.340
356.573
−165
0 0
−165
255.491
Marine,
aviation and
transport
insurance
C0060
20.604
7
6.426
14.185
19.157
7
6.326
12.838
11.881
−231
3.154
8.496
180
0 0
180
5.783
Other m
otor
insurance
C0050
394.535
0
10.990
383.545
391.667
0
10.525
381.142
210.596
−8
6.849
203.739
0
0 0
0
117.194
Motor vehicle
liability
insurance
C0040
916.426
0
9.286
907.140
913.800
0
9.287
904.513
638.736
−328
11.401
627.007
0
0 0
0
255.377
Workers'
compen
satio
n insurance
C0030
0
0 0
0 0
0 0
0 0
0 0
0 0
0 0
0
0
Income
protection
insurance
C0020
152.748
0
4.958
147.790
153.923
7
5.459
148.471
73.246
−276
739
72.231
0
0 0
0
63.839
Annex I
S.05.01.02
Premiums, claim
s and expen
ses by line of business
Med
ical
expen
se
insurance
C0010
111.213
0
20.043
91.170
113.256
5
18.071
95.190
91.923
−26
12.876
79.021
−157
0 0
−157
31.461
R0110
R0120
R0130
R0140
R0200
R0210
R0220
R0230
R0240
R0300
R0310
R0320
R0330
R0340
R0400
R0410
R0420
R0430
R0440
R0500
R0550
R1200
R1300
Premiums written
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accep
ted
Reinsurers' share
Net
Premiums earned
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accep
ted
Reinsurers' share
Net
Claim
s incurred
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accep
ted
Reinsurers' share
Net
Chan
ges in other technical provisions
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐ proportional reinsurance accepted
Reinsurers'share
Net
Expen
ses incurred
Other expen
ses
Total expen
ses
131
Total
C0300
1.103.288
26.697
1.076.591
1.103.287
26.697
1.076.590
606.265
17.866
588.399
608.633
2.526
606.107
70.280
7.775
78.055
Life reinsurance
obligations Life
reinsurance
C0280
263
208
55
263
208
55
1.051
770
281
−752
−507
−245
1
Health
reinsurance
C0270
7
7
0 7
7
0 0
0
0 5
7
−2
0
Line of Business for: life insurance obligations
Annuities stem
ming
from non‐life
insurance contracts
and relating to
insurance
obligations other
than
health
insurance
obligations
C0260
620
0
620
620
0
620
417
0
417
796
0
796
32
Annuities
stemming from
non‐life
insurance
contracts and
relating to
health insurance
obligations
C0250
0
4
−4 0
4
−4 41 0
41
−169
84
−253
2
Other life
insurance
C0240
77.151
24.633
52.518
77.150
24.633
52.517
31.918
10.122
21.796
14.136
7.710
6.426
10.995
Index‐linked
and unit‐
linked
insurance
C0230
273.022
699
272.323
273.022
699
272.323
99.865
1.394
98.471
174.709
−766
175.475
19.295
Insurance
with profit
participatio
n
C0220
752.049
1.125
750.924
752.049
1.125
750.924
472.903
5.580
467.323
419.978
−3.953
423.931
39.939
Health
insurance
C0210
176
20
156
176
20
156
70 0
70
−70
−50
−20
18
R1410
R1420
R1500
R1510
R1520
R1600
R1610
R1620
R1700
R1710
R1720
R1800
R1900
R2500
R2600
Premiums written
Gross
Reinsurers' share
Net
Premiums earned
Gross
Reinsurers' share
Net
Claim
s incurred
Gross
Reinsurers' share
Net
Chan
ges in other technical provisions
Gross
Reinsurers' share
Net
Expen
ses incurred
Other expen
ses
Total expen
ses
SFCR 2016 132
Annex I
S.05.02.01
Premiums, claims and expenses by country
Home Country
Top 5 countries (by amount of gross premiums written) ‐ non‐life obligations
Total Top 5 and home country
C0010 C0020 C0030 C0040 C0050 C0060 C0070
R0010
C0080 C0090 C0100 C0110 C0120 C0130 C0140
Premiums written
Gross ‐ Direct Business R0110 2.743.271 0 0 0 0 0 2.743.271
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0120 988 0 0 0 0 0 988
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accepted R0130 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers' share R0140 271.989 0 0 0 0 0 271.989
Net R0200 2.472.270 0 0 0 0 0 2.472.270
Premiums earned
Gross ‐ Direct Business R0210 2.720.899 0 0 0 0 0 2.720.899
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0220 1.057 0 0 0 0 0 1.057
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accepted R0230 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers' share R0240 265.279 0 0 0 0 0 265.279
Net R0300 2.456.677 0 0 0 0 0 2.456.677
Claims incurred
Gross ‐ Direct Business R0310 1.655.878 0 0 0 0 0 1.655.878
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0320 −1.792 0 0 0 0 0 −1.792
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accepted R0330 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers' share R0340 166.481 0 0 0 0 0 166.481
Net R0400 1.487.605 0 0 0 0 0 1.487.605
Changes in other technical provisions
Gross ‐ Direct Business R0410 −26 0 0 0 0 0 −26
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0420 0 0 0 0 0 0 0
Gross ‐ Non‐ proportional reinsurance accepted R0430 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers'share R0440 0 0 0 0 0 0 0
Net R0500 −26 0 0 0 0 0 −26
Expenses incurred R0550 885.224 0 0 0 0 0 885.224
Other expenses R1200 69.078
Total expenses R1300 954.302
133
Home Country
Top 5 countries (by amount of gross premiums written) ‐ life obligations
Total Top 5 and home country
C0150 C0160 C0170 C0180 C0190 C0200 C0210
R1400
C0220 C0230 C0240 C0250 C0260 C0270 C0280
Premiums written
Gross R1410 1.102.201 0 0 0 0 0 1.102.201
Reinsurers' share R1420 26.697 0 0 0 0 0 26.697
Net R1500 1.075.504 0 0 0 0 0 1.075.504
Premiums earned
Gross R1510 1.102.200 0 0 0 0 0 1.102.200
Reinsurers' share R1520 26.697 0 0 0 0 0 26.697
Net R1600 1.075.503 0 0 0 0 0 1.075.503
Claims incurred
Gross R1610 606.181 0 0 0 0 0 606.181
Reinsurers' share R1620 17.866 0 0 0 0 0 17.866
Net R1700 588.315 0 0 0 0 0 588.315
Changes in other technical provisions
Gross R1710 608.633 0 0 0 0 0 608.633
Reinsurers' share R1720 2.526 0 0 0 0 0 2.526
Net R1800 606.107 0 0 0 0 0 606.107
Expenses incurred R1900 70.264 0 0 0 0 0 70.264
Other expenses R2500 7.775
Total expenses R2600 78.039
SFCR 2016 134
Annex I
S.22.01.22
Impact of long term guarantees measures and transitionals
Amount with LTG measures
and transitionals
Impact of the LTG measures and transitionals (Step‐by‐step approach)
Impact of transitional on technical provisions
Impact of transitional on interest
rate
Impact of volatility
adjustment set to zero
Impact of matching adjustment set to zero
C0010 C0030 C0050 C0070 C0090
Technical provisions R0010 9.710.393 0 0 2.061 0
Basic own funds R0020 3.062.068 0 0 −1.425 0
Eligible own funds to meet SCR R0050 3.062.068 0 0 −1.425 0
SCR R0090 1.235.698 0 0 −13.413 0
135
Annex I
S.23.01.22
Own funds
Total
Tier 1 ‐ unrestricted
Tier 1 ‐ restricted
Tier 2 Tier 3
C0010 C0020 C0030 C0040 C0050
Basic own funds before deduction for participations in other financial sector
Ordinary share capital (gross of own shares) R0010 0 0 0
Non‐available called but not paid in ordinary share capital at group level R0020 0 0 0
Share premium account related to ordinary share capital R0030 0 0 0
Iinitial funds, members' contributions or the equivalent basic own ‐ fund item for mutual and mutual‐type undertakings R0040 60.000 60.000 0
Subordinated mutual member accounts R0050 0 0 0 0
Non‐available subordinated mutual member accounts at group l l
R0060 0 0 0 0
Surplus funds R0070 0 0
Non‐available surplus funds at group level R0080 0 0
Preference shares R0090 0 0 0 0
Non‐available preference shares at group level R0100 0 0 0 0
Share premium account related to preference shares R0110 0 0 0 0
Non‐available share premium account related to preference shares at group level R0120 0 0 0 0
Reconciliation reserve R0130 3.002.329 3.002.329
Subordinated liabilities R0140 0 0 0 0
Non‐available subordinated liabilities at group level R0150 0 0 0 0
An amount equal to the value of net deferred tax assets R0160 0 0
The amount equal to the value of net deferred tax assets not available at the group level R0170 0 0
Other items approved by supervisory authority as basic own funds not specified above R0180 0 0 0 0 0
Non available own funds related to other own funds items approved by supervisory authority R0190 0 0 0 0 0
Minority interests (if not reported as part of a specific own fund item) R0200 0 0 0 0 0
Non‐available minority interests at group level R0210 261 261 0 0 0
Own funds from the financial statements that should not be represented by the reconciliation reserve and do not meet the criteria to be classified as Solvency II own funds
Own funds from the financial statements that should not be represented by the reconciliation reserve and do not meet the criteria to be classified as Solvency II own funds
R0220 0
Deductions
Deductions for participations in other financial undertakings, including non‐regulated undertakings carrying out financial activities
R0230 57.694 57.694 0 0
whereof deducted according to art 228 of the Directive 2009/138/EC
R0240 0 0 0 0 0
Deductions for participations where there is non‐availability of information (Article 229) R0250 0 0 0 0 0
Deduction for participations included by using D&A when a combination of methods is used R0260 0 0 0 0 0
Total of non‐available own fund items R0270 261 261 0 0 0
Total deductions R0280 57.955 57.955 0 0 0
Total basic own funds after deductions R0290 3.004.374 3.004.374 0 0 0
Ancillary own funds
Unpaid and uncalled ordinary share capital callable on demand R0300 0 0
Unpaid and uncalled initial funds, members' contributions or the equivalent basic own fund item for mutual and mutual ‐ type undertakings, callable on demand R0310 0 0
Unpaid and uncalled preference shares callable on demand R0320 0 0 0
Letters of credit and guarantees other than under Article 96(2) of the Directive 2009/138/EC R0350 0
Letters of credit and guarantees under Article 96(2) of the Directive 2009/138/EC R0340 0 0
Supplementary members calls under first subparagraph of Article 96(3) of the Directive 2009/138/EC R0360 0 0
SFCR 2016 136
Supplementary members calls ‐ other than under first subparagraph of Article 96(3) of the Directive 2009/138/EC R0370 0 0 0
Non available ancillary own funds at group level R0380 0 0 0
Other ancillary own funds R0390 0 0 0
Total ancillary own funds R0400 0 0 0
Own funds of other financial sectors
Credit Institutions, investment firms, financial insitutions, alternative investment fund manager, financial institutions
R0410 57.694 57.694 0 0
Institutions for occupational retirement provision R0420 0 0 0 0 0
Non regulated entities carrying out financial activities R0430 0 0 0 0
Total own funds of other financial sectors R0440 57.694 57.694 0 0
Own funds when using the D&A, exclusively or in combination of method 1
Own funds aggregated when using the D&A and combination of method R0450 0 0 0 0 0
Own funds aggregated when using the D&A and a combination of method net of IGT R0460 0 0 0 0 0
Total available own funds to meet the consolidated group SCR (excluding own funds from other financial sector and from the undertakings included via D&A ) R0520 3.004.374 3.004.374 0 0 0
Total available own funds to meet the minimum consolidated group SCR R0530 3.062.068 3.062.068 0 0
Total eligible own funds to meet the consolidated group SCR (excluding own funds from other financial sector and from the undertakings included via D&A ) R0560 3.004.374 3.004.374 0 0 0
Total eligible own funds to meet the minimum consolidated group SCR R0570 3.004.374 3.004.374 0 0
Minimum consolidated Group SCR (Article 230) R0610 644.257
Ratio of Eligible own funds to Minimum Consolidated Group SCR R0650 4,6633
Total eligible own funds to meet the group SCR (including own funds from other financial sector and from the undertakings included via D&A ) R0660 3.062.068 3.062.068 0 0 0
Group SCR R0680 1.235.698
Ratio of Eligible own funds to group SCR including other financial sectors and the undertakings included via D&A R0690 247,80%
C0060
Reconciliation reserve
Excess of assets over liabilities R0700 3.067.395
Own shares (included as assets on the balance sheet) R0710 0
Forseeable dividends, distributions and charges R0720 0
Other basic own fund items R0730 60.000
Adjustment for restricted own fund items in respect of matching adjustment portfolios and ring fenced funds R0740 5.066
Other non available own funds R0750 0
Reconciliation reserve R0760 3.002.329
Expected profits
Expected profits included in future premiums (EPIFP) ‐ Life business R0770 58.656
Expected profits included in future premiums (EPIFP) ‐ Non‐ life business R0780 23.685
Total EPIFP R0790 82.341
137
Annex I S.25.01.22 Solvency Capital Requirement ‐ for undertakings on Standard Formula
Gross solvency capital requirement
USP Semplifications
C0110 C0080 C0090
Market risk R0010 811.959 0Counterparty default risk R0020 98.627 Life underwriting risk R0030 77.780 0 0Health underwriting risk R0040 84.697 0 0Non‐life underwriting risk R0050 798.487 0 0Diversification R0060 −515.069 Intangible asset risk R0070 0 Basic Solvency Capital Requirement R0100 1.356.481
Calculation of Solvency Capital Requirement C0100
Operational risk R0130 121.818
Loss‐absorbing capacity of technical provisions R0140 −50.557
Loss‐absorbing capacity of deferred taxes R0150 −329.869 Capital requirement for business operated in accordance with Art. 4 of Directive 2003/41/EC
R0160 0
Solvency Capital Requirement excluding capital add‐on
R0200 1.106.769
Capital add‐on already set R0210 0 Solvency capital requirement R0220 1.235.698 Other information on SCR Capital requirement for duration‐based equity risk sub‐module
R0400 0
Total amount of Notional Solvency Capital Requirements for remaining part
R0410 1.088.932
Total amount of Notional Solvency Capital Requirements for ring fenced funds
R0420 17.975
Total amount of Notional Solvency Capital Requirement for matching adjustment portfolios
R0430 0
Diversification effects due to RFF nSCR aggregation for article 304
R0440 0
Minimum consolidated group solvency capital requirement
R0470 644.257
Information on other entities
Capital requirement for other financial sectors (Non‐insurance capital requirements)
R0500
18.006
Capital requirement for other financial sectors (Non‐insurance capital requirements) ‐ Credit institutions, investment firms and financial institutions, alternative investment funds managers, UCITS management companies
R0510
18.006
Capital requirement for other financial sectors (Non‐insurance capital requirements) ‐ Institutions for occupational retirement provisions
R0520
0
Capital requirement for other financial sectors (Non‐insurance capital requirements) ‐ Capital requirement for non‐ regulated entities carrying out financial activities
R0530
0
Capital requirement for non‐controlled participation requirements
R0540 110.922
Capital requirement for residual undertakings R0550 0
Overall SCR SCR for undertakings included via D and A R0560 0 Solvency capital requirement R0570 1.235.698
SFCR 2016 138
Legal form
C0060
Mutua
Società per azioni
Società per azioni
Socied
ad Anonim
a
Socied
ad Anonim
a
Socied
ad Anonim
a
Società per azioni
GEIE
Società per azioni
Società per azioni
Società per azioni
Società a responsabilità limitata
Socied
ad por acción cerrada
Socied
ad por acción cerrada
Type of undertaking
C0050
4 ‐ Composite undertaking
4 ‐ Composite undertaking
10 ‐ Ancillary services undertaking as defined
in
Article 1 (53) of Delegated Regulation (EU
)
2 ‐ Non life insurance undertaking
1 ‐ Life insurance undertaking
10 ‐ Ancillary services undertaking as defined
in
Article 1 (53) of Delegated Regulation (EU
)
10 ‐ Ancillary services undertaking as defined
in
Article 1 (53) of Delegated Regulation (EU
)
10 ‐ Ancillary services undertaking as defined
in
Article 1 (53) of Delegated Regulation (EU
)
2 ‐ Non life insurance undertaking
2 ‐ Non life insurance undertaking
8 ‐ Credit institution, investmen
t firm
and
financial institution
10 ‐ Ancillary services undertaking as defined
in
Article 1 (53) of Delegated Regulation (EU
)
5 ‐ Insurance holding company as defined
in
Article 212(1) (f) of Directive 2009/138/EC
5 ‐ Insurance holding company as defined
in
Article 212(1) (f) of Directive 2009/138/EC
Legal N
ame of the
undertaking
C0040
REA
LE M
UTU
A
ASSICURAZIONI
ITALIANA ASSICURAZIONI
SPA
REA
LE IM
MOBILI S.P.A.
REA
LE SEG
UROS GEN
ERALES
S.A.
REA
LE VIDA Y PEN
SIONES SA
IGAR SA
BLU
E ASSISTA
NCE SPA
REA
LE ITES GEIE
SARA ASSICURAZIONI SPA
CRED
EM ASSICURAZIONI
SPA
BANCA REA
LE SPA
ITALN
EXT SRL
REA
LE GROUP LATA
M S.P.A.
REA
LE GROUP CHILE S.P.A.
Annex I
S.32.01.22
Undertakings in the scope of the group
Type of code of
the ID
of the
undertaking
C0030
LEI
LEI
LEI
LEI
LEI
Specific Code
Specific Code
Specific Code
LEI
LEI
LEI
Specific Code
Specific Code
Specific Code
Identification code of the
undertaking
C0020
8156008A67817F12F058
815600B80820192C8579
8156003F2C62F6F76B63
959800EP5G0Z0WB69H19
9598005J5T59ESVVUK27
8156008A67817F12F058ES0
0013
8156008A67817F12F058IT0
0049
8156008A67817F12F058IT0
0081
81560081E1C9704FE816
81560017A194732B2F77
815600D852A98169B612
8156008A67817F12F058IT0
0082
8156008A67817F12F058CL0
0083
8156008A67817F12F058CL0
0084
Country
C0010
IT
IT
IT
ES
ES
ES
IT
IT
IT
IT
IT
IT
CL
CL
139
Method used and under method
1, treatment of the undertaking
C0260
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
3 ‐ M
ethod 1: A
djusted
equity
method
3 ‐ M
ethod 1: A
djusted
equity
method
3 ‐ M
ethod 1: A
djusted
equity
method
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
1 ‐ M
ethod 1: Full consolidation
Date of
decision if art.
214 is applied
C0250
Yes/No
C0240
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
1 – Included
in the scope
Proportional
share used for
group
solvency
calculation
C0230
100
100
100
100
100
100
100
31.43
50
100
100
100
100
Level o
f
influence
C0220
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
2 ‐ Significant
2 ‐ Significant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
1 ‐ Dominant
Other
criteria
C0210
% voting righ
ts
C0200
100
100
100
100
100
100
100
31.43
50
100
100
100
97
% used for
the
estab
lishme
nt of
consolid
ated
accounts
C0190
100
100
100
100
100
100
100
31.43
50
100
100
100
100
Annex I
S.32.01.22
Undertakings in the scope of the group
% cap
ital share
C0180
100
100
100
100
100
100
100
31.43
50
100
100
100
97
Supervisory
Authority
C0080
IVASS
IVASS
DGSSP
DGSSP
IVASS
IVASS
BANCAITALIA
Catego
ry
(mutual/ non
mutual)
C0070
Mutual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual
Non m
utual