GROTTE E MINIERE - Ambienteinliguria - Sito ufficiale della … · Ma non solo nel Finalese si...

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In Liguria esistono oltre milleduecento cavità naturali censite dal Catasto Speleologico Ligure. Cia- scuna di esse si differenzia dalle altre per caratteristiche morfologiche, per la flora e la fauna, per le particolari mineralizzazioni presenti, per i reperti preistorici che custodisce o che vi sono stati rinve- nuti. Impossibile quindi dare una descrizione completa di ognuna, anche perché la maggior parte è visitabile solo da speleologi o persone adeguatamente preparate e attrezzate. Tuttavia la Liguria of- fre numerose occasioni per conoscere questa faccia nascosta della terra anche ai meno esperti, che sono comunque affascinati dai misteriosi aspetti del sottosuolo. Quando si parla di grotte occorre cercare le zone dove le rocce possono dare origine a cavità sot- terranee: si tratta soprattutto dei calcari, in cui si manifestano i fenomeni del carsismo. Una delle aree carsiche più suggestive in Liguria è il Finalese, in provincia di Savona. La cosiddetta “pietra di Finale” è una roccia molto caratteristica costituita da un affioramento di quasi 25 km 2 di calcare detritico e organogeno (cioè costituito da resti di organismi per lo più marini: conchiglie, gusci, ecc.) permeabile e carsificabile. Sul contatto tra questa roccia e quelle sottostanti, meno permea- bili, si sono sviluppate molte grandi grotte con amplissimi antri di ingresso: l’Arma delle Fate e l’Ar- ma delle Manie sono così estese che furono utilizzate come riparo dai primi uomini. Ma non solo nel Finalese si concentrano le cavità sotterranee della Liguria. Numerose altre grotte di dimensioni piccole e medie si sviluppano nei calcari più puri che affiorano alle spalle di Genova: so- no le grotte del Monte Gazzo e le grotte di Isoverde. Importantissime aree carsiche si trovano anche lungo tutto il versante tirrenico da Bergeggi ad Albenga, dove si sviluppano grandi caverne. Sempre cavità, ma in questo caso create dall’uomo, sono le miniere e le cave di estrazione che an- cora oggi sono attive in alcune zone della Liguria. Tra le più interessanti e visitabili sono da ricorda- re il Centro minerario di Gambatesa e le Cave di ardesia in Val Fontanabuona. 49 4 GROTTE E MINIERE Arma delle Manie

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In Liguria esistono oltre milleduecento cavità naturali censite dal Catasto Speleologico Ligure. Cia-scuna di esse si differenzia dalle altre per caratteristiche morfologiche, per la flora e la fauna, per leparticolari mineralizzazioni presenti, per i reperti preistorici che custodisce o che vi sono stati rinve-nuti. Impossibile quindi dare una descrizione completa di ognuna, anche perché la maggior parte èvisitabile solo da speleologi o persone adeguatamente preparate e attrezzate. Tuttavia la Liguria of-fre numerose occasioni per conoscere questa faccia nascosta della terra anche ai meno esperti, chesono comunque affascinati dai misteriosi aspetti del sottosuolo.Quando si parla di grotte occorre cercare le zone dove le rocce possono dare origine a cavità sot-terranee: si tratta soprattutto dei calcari, in cui si manifestano i fenomeni del carsismo. Una dellearee carsiche più suggestive in Liguria è il Finalese, in provincia di Savona. La cosiddetta “pietra diFinale” è una roccia molto caratteristica costituita da un affioramento di quasi 25 km2 di calcaredetritico e organogeno (cioè costituito da resti di organismi per lo più marini: conchiglie, gusci,ecc.) permeabile e carsificabile. Sul contatto tra questa roccia e quelle sottostanti, meno permea-bili, si sono sviluppate molte grandi grotte con amplissimi antri di ingresso: l’Arma delle Fate e l’Ar-ma delle Manie sono così estese che furono utilizzate come riparo dai primi uomini.Ma non solo nel Finalese si concentrano le cavità sotterranee della Liguria. Numerose altre grotte didimensioni piccole e medie si sviluppano nei calcari più puri che affiorano alle spalle di Genova: so-no le grotte del Monte Gazzo e le grotte di Isoverde. Importantissime aree carsiche si trovano anchelungo tutto il versante tirrenico da Bergeggi ad Albenga, dove si sviluppano grandi caverne. Sempre cavità, ma in questo caso create dall’uomo, sono le miniere e le cave di estrazione che an-cora oggi sono attive in alcune zone della Liguria. Tra le più interessanti e visitabili sono da ricorda-re il Centro minerario di Gambatesa e le Cave di ardesia in Val Fontanabuona.

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4GROTTE E MINIERE

Arma delle Manie

Il rapporto dell’umanità con ilsottosuolo è del resto moltoantico: fin dalle origini infattil’uomo ha usufruito della grot-ta come riparo, rifugio, luogo diculto e sepoltura. In Liguria leprime tracce umane per ora ac-certate risalgono a circa150.000 anni fa ai Balzi Rossi eall’Arma delle Fate nel Finalese.Più tardi, nel Paleolitico medio(oltre 60.000 anni fa) vi sonotestimonianze dell’Uomo di Ne-anderthal nelle caverne dei Bal-zi Rossi, alle Manie, ecc. Non solo l’uomo ha trovato ri-fugio nelle grotte: animali dinotevoli dimensioni come l’or-so delle caverne hanno lasciatotracce di frequentazione;l’esempio più noto è quello delcomplesso delle grotte di Toira-no. Oggi le cavità sotterraneesono “abitate” solo da animalidi più modeste dimensioni, maaltamente specializzati (animalitroglobi); si tratta di insetti, do-tati di lunghe antenne che con-sentono loro di tastare il terri-torio circostante, oppure di an-fibi come il geotritone, similealla salamandra, che vaga sullepareti umide a caccia di insetti.L’elemento faunistico più notoe caratteristico è costituito dapipistrelli, utili mammiferi in-settivori come il Ferro di cavallomaggiore, chiamato così per laparticolare forma del muso.

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4 GROTTE E MINIERE

Regione Liguria Settore Parchi e Aree protette

Via Fieschi, 15 16121 – GenovaTel. 010.548.4172/4876E-mail: [email protected] web: www.regione.liguria.it – www.parks.it

Grotte di Toirano

Geotritone

Oltrepassata Ventimiglia, all’estremo confine occidentale della Liguria, al valico di Ponte San Ludo-vico, sono subito visibili gli ingressi a strapiombo sul mare delle caverne dei Balzi Rossi, uno dei si-ti di maggiore importanza per la storia dell’Uomo. Si tratta di un complesso costituito da numero-se grotte e ripari nei quali gli scavi e le esplorazioni archeologiche, incominciati fin dal 1846 e pro-seguiti in fasi successive, hanno condotto a importanti ritrovamenti. Sono stati infatti rinvenuti al-l’interno delle caverne resti di frequentazione umana e di sepolture del periodo compreso fra il Pa-leolitico inferiore (da 350.000 a 300.000 anni fa) a tutto il Paleolitico Superiore (35.000 a 10.000anni fa). Gli studi condotti hanno confermato la presenza in questi luoghi sia dell’Uomo di Nean-derthal sia di quello di Cro-Magnon. Nella Grotta dei Fanciulli sono state scoperte varie sepolturecon corredi funerari costituiti da conchiglie forate, mentre, nella Barma Grande, gli scavi hanno por-tato alla luce gli scheletri di alcuni individui, con corredo funerario formato, oltre che da conchiglieforate, anche da pendagli in osso lavorato, lame di selce, vertebre di pesce, denti di cervo. Altro im-portante ritrovamento all’interno della stessa grotta è costituito da una quindicina di statuette di

steatite, sorta di “Veneri paleoliti-che” rinvenute anche in altri luoghid’Europa. Si ricordano ancora il ri-trovamento, nella Grotta del Princi-pe, di un osso di donna risalente pro-babilmente al periodo precedente alNeanderthaliano e, nella grotta delCaviglione, oltre ad un’altra sepoltu-ra, la scoperta di un’incisione rap-presentante un cavallo. I numerosireperti sono conservati nell’adiacen-te Museo (vedi Cap. 6) da cui si ac-cede direttamente alle caverne.

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4Le caverne dei Balzi Rossi (IM)

Balzi Rossi

Riferimenti utili

Museo – Tel. 0184.38113 Riviera Trasporti Spa – Tel. 0184.592706Raggiungibilità

Auto: autostrada A10 uscita Ventimiglia quindi S.S. 1 Aurelia finoa subito prima del confine francese.Treno e bus: linea Genova Ventimiglia quindi autolinee Riviera Tra-sporti da Ventimiglia.Orari

8.30 – 19.30; chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1gennaio, 1 maggio.Visitatori disabili: accessibile, escluso 1° piano del Museo Vecchio.

Poco oltre il bel borgo di Toirano, in Val Varatella,è situato un complesso di grotte costituito da unacinquantina di cavità naturali ancora oggi in corsodi studio. Il percorso aperto al pubblico, di unalunghezza complessiva di circa 1300 m, compren-de la visita alla grotta della Bàsura (grotta dellastrega) e alla grotta Inferiore di Santa Lucia.La prima grotta, nota sin dal secolo scorso, è la piùspettacolare, formata da una serie di sale lungo unpercorso di circa 450 metri, che stupiscono per laricchezza e la varietà di concrezioni naturali. In unprimo ambiente è esposto uno scheletro parzial-mente ricostruito di Ursus spelaeus, l’orso delle ca-verne, che per millenni svernò in queste grotte e siestinse durante l’ultima glaciazione. Gli animaliraggiungevano gli spazi più profondi della cavernaper trascorrervi il letargo invernale e, durante que-sto periodo, potevano morire gli individui più de-boli. I resti hanno formato nel tempo un accumulodi ossa dal cui studio si sono dedotte le dimensio-ni che l’Ursus spelaeus poteva raggiungere: 2,80 m dialtezza in posizione eretta, ed oltre 600 kg di peso.Procedendo nella visita si apprezzano gli scenogra-fici spettacoli che l’acqua lavorando per millenniha creato nel sottosuolo, anche se l’aspetto forse più suggestivo di queste grotte sono le improntedi piedi, mani e ginocchia impresse nell’argilla di un corridoio, lasciate da uomini preistorici, mistea quelle di orsi delle caverne. Lo studio delle impronte ha dimostrato che sono riferibili a Homo sa-piens e risalgono a circa 12.000 anni fa (Paleolitico superiore).Nelle grotte è anche presente un laghetto nelle cui acque vive un piccolo crostaceo del genere Ny-phargus che non raggiunge il centimetro di lunghezza, depigmentato e cieco a causa della sua evolu-zione “cavernicola”.

La seconda parte del percorso si svolge nel-le sale della Grotta Inferiore di Santa Lucia,dove sono visibili particolari concrezioni, i“fiori di calcite” e una curiosa forma di cri-stallizzazione del carbonato di calcio, l’ara-gonite, che forma brillantissimi cristalli adago.Del complesso delle grotte di Toirano fan-no parte anche la Grotta Superiore di San-ta Lucia, che ospita il Santuario omonimo:generalmente chiusa, é visitabile solo il 13dicembre in occasione della festa della san-ta. La grotta del Colombo, di grande inte-resse preistorico è aperta solo agli studiosi.

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4 Grotte di Toirano (SV)

Interno delle grotte

Riferimenti utili

Autolinee SAR – Tel. 0182.21544Grotte: 0182.98062 – E-mail: [email protected]à

Auto: autostrada A10 uscita Pietra Ligure oppure uscitaAlbenga quindi S.S. 1 Aurelia fino a Borghetto S.S. e daqui proseguire per Toirano lungo la provinciale della Val Va-ratella.Treno e bus: stazioni di Pietra Ligure, Loano e BorghettoS.S. quindi su bus di linea (SAR).La temperatura interna è di 16°C circa.Orari: 9,30-12,30 14,00-17,00

Le Grotte di Borgio Verezzi furono sco-perte nel 1933 da tre ragazzini che, se-guendo le infiltrazioni del Rio Batto-rezza, si spinsero fino alla prima cavitàe “firmarono” la scoperta con la fulig-gine prodotta dal fumo delle loro can-dele. Nessuno però si rese conto del-l’entità del ritrovamento fino al 1951,quando iniziò l’esplorazione sistemati-ca della grotta. Le ricerche condusseroalla scoperta di un complesso di sale egallerie lungo alcuni chilometri, postoal di sotto dell’abitato di Borgio. Lastraordinaria bellezza di quel mondosotterraneo indusse la realizzazione diun percorso turistico inaugurato nel1970.Le grotte sono decorate da numerosee spettacolari concrezioni di carbona-to di calcio formatesi per deposizionechimica da parte delle acque percolan-ti attraverso le fratture della roccia. Lapresenza di laghi dalle acque immobilie trasparenti costituisce una delle

maggiori attrattive del percorso chesi snoda per circa 800 metri nel sot-tosuolo. Ricchissime le concrezionidi ogni forma: cannule, esili e quasitrasparenti, drappi sottili, grandicolonne, stalattiti filiformi. E dap-pertutto colori: dal bianco del cal-care ai toni del rosso e del giallocreati dai minerali ferrosi, sicché leGrotte di Borgio Verezzi sono tra lepiù colorate d’Italia.Di straordinaria importanza sonoanche i reperti ossei trovati in diver-se parti della cavità. Databili tra i500.000 ed i 750.000 anni fa, com-prendono resti di animali adatti avivere in climi caldi e freddi testimo-niando l’alternanza tra periodi gla-ciali e interglaciali che ha caratteriz-zato gli ultimi due milioni di anni divita del nostro pianeta.

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4Grotte di Borgio Verezzi (SV)

Sala paesaggio lunare

Riferimenti utili

Autolinee SAR – Tel. 0182.21544Ufficio grotte: 019.610150E-mail: [email protected] Sito web: www.grottediborgio.it Raggiungibilità

Auto: autostrada A10, uscite di Finale Ligure e Pietra Ligure quin-di per SP 1 fino a Borgio Verezzi.Treno e bus: stazioni di Finale Ligure e Pietra Ligure quindi bus del-le linee S.A.R. ogni 20 min.Orari

1° ottobre al 31 maggioingressi alle ore 9,30 - 10,30 - 11,30 - 15,00 - 16,00 - 17,00dal 1° giugno al 30 settembreaperto tutti i giorni: dalle 9,00 alle 11,30 e dalle 15,00 alle 17,30chiuso il lunedì (eccetto durante le festività natalizie e pasquali),il 25 dicembre ed il 1° gennaio.Durata della visita: 50-60 minuti.La temperatura interna è di 16°C costanti tutto l’anno.

Tra Bergeggi e Spotorno la costa frasta-gliata è tutta un’alternanza di promon-tori e cale, spiaggette e alte falesie in cuiil mare, insinuandosi, ha scavato picco-le grotte. Alcune, molto suggestive, si

trovano nella falesia calcarea posta proprio di fronteall’isola di Bergeggi e, in alcuni casi, sono visitabili conl’ausilio di una piccola barca.La più nota, nei pressi della Punta delle Grotte, è laGrotta Marina. Si può accedere alla grotta via mare,oppure scendendo la panoramica scalinata che ha ini-zio dai giardini a lato della Via Aurelia. Da entrambi gliingressi si perviene direttamente ad un’ampia sala, nel-la quale oggi entra il mare, dalla quale si staccano va-rie diramazioni. A ovest della cavità principale si apreuna breve galleria posta a circa 2 m s.l.m. Qui sono sta-ti rinvenuti numerosi reperti preistorici, tra cui vasella-me e resti umani forse risalenti al Neolitico. Quasi difronte, sul lato orientale della sala, è presente un’altracavità che ospita un laghetto di acqua salmastra colle-gato al mare tramite una galleria sommersa.Oltre Punta Predani vi sono altre quattro grotte, di ori-gine carsica, modificate dall’azione marina. La piùsuggestiva è la “Grotta Marina di Punta Predani”, incui il mare si spinge per tutta la sua lunghezza (58 m).Non molto lontano si trova ancora un’altra grotta interessante, quella della Galleria Ferroviaria, unacavità carsica che ha uno sviluppo di oltre 400 metri, formata da sale di diversa ampiezza. Fu scoper-ta casualmente nel 1870, durante i lavori di scavo della galleria ferroviaria che attraversa il promon-torio di Bergeggi. Vi si può accedere da una nicchia sovrastante la via Aurelia, posta di fronte ai Ba-

gni “Stella Maris”. Si percorre unagalleria di accesso, lunga 350 metriche conserva nel tratto iniziale traccedella fuliggine prodotta dai treni a va-pore che per circa cinquant’anni pas-sarono nella galleria ferroviaria. L’im-bocco della grotta, posto a 10 metris.l.m., è chiuso da un cancello. Dopoalcuni gradini intagliati nella roccia sipercorre una galleria che conduce adun’ampia sala posta a circa m 30s.l.m. Sul lato Ovest della sala la gal-leria prosegue, dividendosi in tre dira-mazioni: attualmente la visita è possi-bile solo nel cosiddetto “Ramo prin-cipale”. Il percorso si sviluppa fino adun’alta sala il cui fondo ospitava unbel laghetto, oggi scomparso a causadella captazione della falda idrica chelo alimentava, realizzata durante lacostruzione della nuova galleria ferro-viaria a monte della grotta.

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4 Grotte di Bergeggi (SV)

Riferimenti utili

ACTS SpA - Tel. 019.22011 - Comune di Bergeggi: Tel. 019.257901Sito web: www.comune.bergeggi.sv.itRaggiungibilità

Auto: autostrada A10 uscita di Spotorno, quindi verso Bergeggi.Treno: linea Genova – Ventimiglia, stazione di Bergeggi.Autobus: autolinee ACTSTelefonare per orari e località di partenza.Modalità di visita

L'ingresso della Grotta Marina è protetto da un cancello. Per vi-sitarla si possono chiedere le chiavi in Comune o presso l'UfficioIAT sulla Via Aurelia. È possibile accedere alla Galleria Ferroviariasolo se si è accompagnati da guide messe a disposizione dal Co-mune di Bergeggi, al quale ci si può rivolgere per concordare le mo-dalità di visita. N.B. Poiché la grotta non è attrezzata con impianti di illuminazio-ne e passerelle si raccomanda ai visitatori di munirsi di torciaelettrica, scarpe da ginnastica o scarponcini con suola di gommaantiscivolo, abbigliamento comodo e adeguato alla temperaturainterna costante di 15 gradi centigradi.

Grotta di Bergeggi

In alta Val Fontanabuona è sorta da alcuni anni la“Via dell’ardesia”. Si tratta di un ecomuseo, “a tap-pe”, nato con lo scopo di far conoscere il territorioda cui viene estratta la tipica pietra locale, nota an-che come “lavagna”.Il percorso è costituito da luoghi (centro espositivo di Chiappari-no di Cicagna, Cava di Isolona di Orero, Museo dell’ardesia di Ci-cagna, ecc.) e da sentieri (ad es. l’itinerario delle “cave storiche” diMonte Tuggio) che consentono di scoprire in prima persona comela pietra nera della valle viene estratta dalla montagna.L’ardesia è una roccia sedimentaria che si è formata per deposizio-ne di un fango finissimo sul fondo di un antico bacino oceanicodurante il Cretaceo (circa 70 milioni di anni fa). Questo fango,originato durante le prime fasi dell’orogenesi alpina a causa di fe-nomeni erosivi e depositato in profondità, ha subito successiva-mente varie modificazioni: spinte tettoniche, forti pressioni e altetemperature hanno influito sugli originari sedimenti provocando

un processo di metamorfismo, che ha conferito all’ardesia la tipica caratteristica di sfaldarsi in lamel-le, la “fissilità”. L’ardesia, infatti, mediante l’uso di strumenti appositi, può essere sfaldata in lastredi spessore millimetrico e dalla superficie particolarmente regolare. La sfaldatura, una delle fasi piùdelicate della lavorazione dell’ardesia, viene effettuata ancora oggi manualmente dallo “spacchino”che, con sorprendente manualità unita a un’esperienza considerevole, sfoglia il blocco in lastre dispessori incredibilmente sottili. La pietra deve essere sfaldata appena estratta, non indurita dall’ariae dalla luce, perciò sin dalle origini, per poterla lavorare, si è dovuto estrarla da cave sotterranee:non vi sono mai state cave a cielo aperto e soltanto negli anni ’70 ne sono state aperte due, prestoabbandonate.Secondo tradizione lo sfruttamento delle cave di ardesia ha avuto inizio sul monte S. Giacomo, so-pra la cittadina di Lavagna, da cui hanno preso il nome le tradizionali e ben note lastre “scolastiche”.Tuttavia il primo documento storico che tratta dell’estrazione dell’ardesia, risalente al 1176, si riferi-sce al monte Tuggio, alle spalle di Uscio, sul versante rivolto verso la Fontanabuona. Si può dire quin-di che lo sfruttamento delle cave nella valle risalga a vari secoli fa, anche se l’utilizzo intensivo dei gia-cimenti della Val Fontanabuona ha avuto inizio nella seconda metà dell’Ottocento. I percorsi della“Via dell’ardesia” abbinano visite di sicuro interesse, come quella del Museo dell’ardesia di Cicagnae del Centro espositivo del Chiapparino, un antico opificio per la lavorazione dell’ardesia oggi restau-rato, ad altre impressionanti e suggestive, come la visita delle antiche cave, dove gli uomini lavorava-no l’intera giornata senza mai vedere il sole. Sono le cosiddette cave storiche, le più antiche, situatelungo l’itinerario Colombiano. Si tratta di due gruppi, quelle dei “Fighetti” presso Tribogna e quelledi “Monte Rosso” presso Uscio: piccole cave, quasi simili a tane, buie, strette e lunghe, con le pare-ti segnate dai picconi, talvolta con il fondo colmo d’acqua. Oggi appaiono impensabili gli sforzi e glistenti dei minatori e dei trasportatori che, a spalla (nelle cave di San Giacomo erano le donne a svol-gere il trasporto, le famose “camalle” cogornine), portavano le lastre fino a Uscio o talvolta fino a

Recco. Più moderne, masempre suggestive e piùfacilmente accessibili,sono altre cave comequelle di Isolona di Ore-ro, attiva tra il 1870 e il1960, che si sviluppa,con annesso laboratorio,nel sottosuolo, introdu-cendo il visitatore pro-prio nel cuore dell’attivi-tà estrattiva.

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4Cave di ardesia in Fontanabuona (GE)

Riferimenti utili

ALI Autolinee Liguri Provincia di Genova – Tel. 010.54674210Autolinee Tigullio – Tel. 0185.373233Museo dell'ardesia di Cicagna palazzetto comunale di Cicagna, viale ItaliaTel. 0185.971672 (Comune).Raggiungibilità

Auto: dal casello di Chiavari o Lavagna, strada per Carasco quindi S.S. 225 del-la Fontanabuona fino a Chiapparino (Cicagna).Treno e bus: dalla stazione di Chiavari con linee bus Tigullio.Autolinee: da Genova, Piazza della Vittoria, tramite autolinee ALI gruppo S e T.

Spacchino al lavoro

In alta Val Graveglia, nel-l’entroterra di Chiavari eLavagna, proprio al margi-ne del Parco Naturale Re-gionale dell’Aveto, è situa-to l’importante centro mi-nerario di Gambatesa.Sono numerosissimi i gia-cimenti di minerali dellavalle, sicché la Val Graveglia è stata la maggiore area di produzione di manganese in Italia. La mi-niera di Gambatesa rappresenta il più ricco giacimento scoperto in Europa ed è l’ultimo cantiereancora in attività nella zona. Dalla miniera si sono estratti inizialmente solfuri misti di ferro e ramee solo successivamente ossidi e silicati di manganese. Le attività minerarie si protraggono da oltreun secolo ininterrottamente senza creare gravi turbamenti all’ambiente naturale circostante. Il centro di Gambatesa, dove è stato allestito un Centro Visitatori, ha voluto abbracciare l’idea diriconvertirsi, almeno in parte, in un vero e proprio museo, per consentire di illustrare ad un ampiopubblico un’attività per moltissimi completamente sconosciuta, anche tra gli stessi liguri.Oltre a buona parte dei sotterranei, delle strutture logistiche esterne, delle numerose attrezzature edegli archivi minerari mirati a preservare tradizioni secolari di attività estrattiva, sociale ed umana,nel Centro sono evidenziati aspetti naturalistici, geologici, storici e geografici, ma anche gli ambien-ti di vita quotidiana utilizzati dai minatori. L’obiettivo del centro di Gambatesa è infatti preponde-rantemente culturale, senza tuttavia dimenticare gli aspetti più suggestivi.La visita ai lavori sotterranei ha inizio attraverso l’imbocco di una galleria che viene percorsa per untratto iniziale di circa 1200 metri con un classico treno da miniera adibito al trasporto del persona-le, e per altri 1000 metri a piedi.I visitatori possono entrare a far parte del mondo della miniera imparando le modalità di estrazio-ne del minerale e percorrendo la rete di cunicoli e gallerie collegate tra loro come una gigantesca ra-gnatela che si sviluppa nel sottosuolo per oltre 25 chilometri.Durante la visita vengono proposte le reali condizioni di lavoro dei minatori e una grande attenzio-ne è rivolta agli aspetti umani della vita in miniera, compresi gli scherzi, le storie e le leggende cheessa contiene. La visita siconclude nel più grandesalone artificiale perl’estrazione di manganeserealizzato in Europa, dalquale sono state estratte,in oltre 20 anni di lavoroininterrotto, 600.000 ton-nellate del minerale.Nel centro è presente an-che un Museo Minerarioche consente di approfon-dire i vari aspetti del mon-do estrattivo.

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4 Le miniere di Gambatesa in Val Graveglia (GE)

Visita alla miniera

Riferimenti utili

Informazioni e prenotazioni: 0185.338876 E-mail: [email protected] Sito web: www.minieragambatesa.itDurata della visita: un’ora e trenta circa.Consigliabile l’uso di scarpe confortevoli e una giacca calda anche in estate.Raggiungibilità

Auto: autostrada A12 uscita Lavagna. Quindi procedere in direzione Carascofino alla deviazione a destra per Graveglia e Né. Oltrepassare i centri di Con-scenti e Frisolino e proseguire per Reppia. Circa due chilometri prima di que-st’ultima località seguire la strada privata con le indicazioni della miniera.Orari

Tutto l’anno con esclusione del lunedì e martedì (giornate riservate a lavoriminerari), dalle 9:00 alle 17:00. E’ consigliata la prenotazione almeno unasettimana prima.