@@griaaainrfl - idipsi.it ORGANIZZATE come l'isteria, la fobia, la depressione, ecc., ... della...

27
@@griaaainrfl II lavoro di cui parlerò oggi e di cui vi presenterò i risultati, dovrebbe dar luogo ad un libro che consegnerò tra poco e che riprende il vecchio progetto di Sluski e Veron sulle interpretazioni delle varie organizzazioni psicopato- logiche. In due autori, in un articolo del 1971 , si domandavano quali fossero i modelli di apprendimento che dessero ragione di alcune PSICOPATOLOGIE ORGANIZZATE come l'isteria, la fobia, la depressione, ecc., e quindi che tipo di esperienze precoci rendessero ragione dei quadri nevrotici o di quadri comunque psicopatoiigici strutturati e, comunque, non psicotici. In altre parole, si chiedevano quale poteva essere il tipo di contesto di apprendimento e, quindi, quale poteva essere il tipo di storia familiare che poteva giustificare questo. Agli psicologi, che non abbiano dimestichezza con il modello sistemico, potrà sembrare strano il fatto che io abbia citato un solo articolo per un problema di questo tipo perché, a rigor di logica, potrebbero benissimo pensare che il tema dei contesti di apprendimento delle psicopatologie sia il tema centrale dell* approccio sistemico e che questo, quale modello che si occupa delle relazioni interpersonali, avrebbe dovuto dare luogo a molte risposte riguardo a questo interrogativo. Invece le cose non stanno cosf e I1 articolo citato rimane l'unico articolo in cui, in modo molto esplicito, ci si chiede qual'è il contesto di apprendimento delle nevrosi o comunque delle psicopatologie strutturate. Le ragioni di questa stranezza vanno, in qualche modo, ricercate nelle premesse*di stampo behaviorista che hanno influenzato il modello sistemico a partire sostanzìamente da quando Bateson se ne andò. Questo si può riferire al 1962 con la premessa della mente come "SCATOLA NERA": l'idea dell'"hic et nunc", non soltanto in rapporto al principio del- P EQUIFINALITA' (idea che il passato non determini il presente), ma anche in riferimento all'idea behaviorista che "il passato non è attendibile" e che quindi non riveste alcuna importanza. Oggi il passato è stato recuperato ma con l'idea, anche dal punto di vista psicanalitico, che non abbia una influenza di carattere deterministico sul presente. In quel periodo, quindi, l'attenzione dei sistemici proprio per tali scelte in cui la mente veniva vista come "scatola nera" era, in qualche modo, tutta centrata sui pattern interattivi allora attuali della famiglia, sulla politica che la famiglia sviluppava attorno al sintomo, sugli effetti pragmatici del sintomo, anziché sui suoi contenuti semantici. S^ aggiunga che lo scopo era quello di spiegare la psicopatologia con concetti .quali quelli di OMEOSTASI, di MITO, e di REGOLE che trascendessero in qualche modo l'individuo. Quindi, il modello sistemico in polemica con gli indirizzi psicoterapeutici individualistici, che riconducevano la psicopatologia ad una una disfunzione del soggetto, aveva finito per negare I1 individuo precludendosi, in questo modo, la possibilità di spiegare le sindromi nevrotiche che per loro natura rimandano a specifiche organizzazioni del significato. Paradossalmente questo modello risultava possedere maggiori capacità esplicative nei confronti della psicosi ed in particolare della schizofrenia, che non a caso in letteratura vengono trattate ampiamente. Essi rilevavano che, "quando l'intero sistema conoscitivo del soggetto è rimasto imprigliato

Transcript of @@griaaainrfl - idipsi.it ORGANIZZATE come l'isteria, la fobia, la depressione, ecc., ... della...

@@griaaainrfl

II lavoro di cui parlerò oggi e di cui vi presenterò i risultati, dovrebbe darluogo ad un libro che consegnerò tra poco e che riprende il vecchio progettodi Sluski e Veron sulle interpretazioni delle varie organizzazioni psicopato-logiche. In due autori, in un articolo del 1971 , si domandavano qualifossero i modelli di apprendimento che dessero ragione di alcunePSICOPATOLOGIE ORGANIZZATE come l'isteria, la fobia, la depressione, ecc.,e quindi che tipo di esperienze precoci rendessero ragione dei quadrinevrotici o di quadri comunque psicopatoiigici strutturati e, comunque, nonpsicotici. In altre parole, si chiedevano quale poteva essere il tipo dicontesto di apprendimento e, quindi, quale poteva essere il tipo di storiafamiliare che poteva giustificare questo.Agli psicologi, che non abbiano dimestichezza con il modello sistemico, potràsembrare strano il fatto che io abbia citato un solo articolo per un problemadi questo tipo perché, a rigor di logica, potrebbero benissimo pensare che iltema dei contesti di apprendimento delle psicopatologie sia il tema centraledell* approccio sistemico e che questo, quale modello che si occupa dellerelazioni interpersonali, avrebbe dovuto dare luogo a molte risposteriguardo a questo interrogativo. Invece le cose non stanno cosf e I1 articolocitato rimane l'unico articolo in cui, in modo molto esplicito, ci si chiedequal'è il contesto di apprendimento delle nevrosi o comunque dellepsicopatologie strutturate. Le ragioni di questa stranezza vanno, in qualchemodo, ricercate nelle premesse*di stampo behaviorista che hanno influenzatoil modello sistemico a partire sostanzìamente da quando Bateson se ne andò.Questo si può riferire al 1962 con la premessa della mente come "SCATOLANERA": l'idea dell'"hic et nunc", non soltanto in rapporto al principio del-P EQUIFINALITA' (idea che il passato non determini il presente), maanche in riferimento all'idea behaviorista che "il passato non è attendibile"e che quindi non riveste alcuna importanza. Oggi il passato è statorecuperato ma con l'idea, anche dal punto di vista psicanalitico, che nonabbia una influenza di carattere deterministico sul presente.In quel periodo, quindi, l'attenzione dei sistemici proprio per tali scelte incui la mente veniva vista come "scatola nera" era, in qualche modo, tuttacentrata sui pattern interattivi allora attuali della famiglia, sulla politicache la famiglia sviluppava attorno al sintomo, sugli effetti pragmatici delsintomo, anziché sui suoi contenuti semantici. S^ aggiunga che lo scopo eraquello di spiegare la psicopatologia con concetti .quali quelli di OMEOSTASI,di MITO, e di REGOLE che trascendessero in qualche modo l'individuo.Quindi, il modello sistemico in polemica con gli indirizzi psicoterapeuticiindividualistici, che riconducevano la psicopatologia ad una una disfunzionedel soggetto, aveva finito per negare I1 individuo precludendosi, in questomodo, la possibilità di spiegare le sindromi nevrotiche che per loro naturarimandano a specifiche organizzazioni del significato.Paradossalmente questo modello risultava possedere maggiori capacitàesplicative nei confronti della psicosi ed in particolare della schizofrenia,che non a caso in letteratura vengono trattate ampiamente. Essi rilevavanoche, "quando l'intero sistema conoscitivo del soggetto è rimasto imprigliato

fin una rete di prospettive inconciliabili o, quantomeno, il soggetto nondispone più di alcun punto a partire dal quale può dar significato aglieventi, allora la contestualizzazione dei suoi comportamenti nel "qui ed ora"può risultare ed è forse l'unica via possibile per rendere comprensibile lapsicopatologia". Quindi il "qui ed ora" risultava molto più efficace a spiegareuna perdita profonda di significato, come quella della psicosi, piuttosto cheuna patologia come quella nevrotica dove sostanzialmente c'è una storia (unaorganizzazione) del significato.Nella letteratura e pratica cllnica di stampo psicanalitico, nonché in quellacognitivista più recente, esiste l'idea che le psicopatologie nevroticherimandano ad una STRUTTURA PARTICOLARE di PERSONALITÀ'. In effetti,lavorare con un DEPRESSO o con un ISTERICA significa avere a che fare conuno stile percettivo dell' indivìduo, cioè un MODO DI ORGANIZZARE e diVEDERE LA REALTA' (che è un modo di organizzare gli eventi), che da questopunto di vista sfugge alla contestualizzazione dei comportamenti del soggettoal qui ed ora, in quanto esiste una storia che evidentemente ha organizzatoquesta struttura di personalità.Questa ATTENZIONE ESCLUSIVA al PRESENTE, che per anni ha caratterizzatol'approccio sistemico, spiega perché l'articolo di Sluski e Veron sulleorganizzazioni nevrotiche costituisca una geniale eccezione che, non a caso,non solo si occupava di un tema che risultava, in qualche modo, impossibileda affrontare ma doveva per forza, prendere in considerazione anche il temadel SIGNIFICATO in quanto non è possibile affrontare le organizzazioninevrotiche senza prendere in esame anche tale tema.Le ipotesi esplicative che questi autori avanzano anche ora, a ventanni didistanza, manifestano ancora qualche grado di interesse in quanto Sluski eVeron individuano per ciascuna organizzazione nevrotica considerata unospecifico DOPPIO LEGAME: una specifica INGIUNZIONE PARADOSSALE cheavrebbe caraterizzato il contesto infantile del paziente.Tuttavia le ipotesi che questi autori avanzano presentano i limiti dellateoria classica del doppio legame e di ciò che sta intorno a ques taInnanzittutto, la presenza di un criterio meramente quantitativo perdifferenziare i contesti generatori di patologia dai contesti abituali: lateoria del doppio legame non ha specificato cosa differenzia un contestopatologico da uno normale, se non il criterio quantitativo.Ovviamente, è risaputo che i doppi legami (i messaggi paradossali) esistono

normalmente nell' esperienza quotidiana degli individui: ciò che qualifica,invece, l'elemento patologico è il fatto di manifestarsi in modo moltofrequente e di caratterizzare tutte le relazioni dei soggetti. Quindi, si puòdire che questo criterio quantitativo usato sia dalla teoria classica che daSluski e Veron è "meglio di niente", però è una teoria chiaramente deboleattraverso la quale non riescono a dare alcuna spiegazione del fatto cheall'interno di uno stesso contesto relazionale soltanto un soggetto, di regola,è portatore di una specifica organizzazione psicopatologica: non chiarisconoperché quel figlio o quel genitore e non un altro sviluppano laproblematica fobica. Infatti ali' interno di un contesto relazionale fobiconon tutti sono fobici: è uno solo il paziente che sviluppa una patologia anchese, occasionalmente, possono coesistere in vari membri altre patologie. Mamentre, in un quadro di tipo psicotipo, spesso esistono patologie latentivistose anche in altri membri, in un quadro di tipo nevrotico, invece, puòesistere frequentemente la situazione in cui gli altri componenti godonoottima salute ali' interno della famiglia.Vi cito quello che sostengono Sluski e Veron( rifacendosi appunto alla teoriaclassica del doppio legame) a proposito della sindrome fobica, per poter fareun confronto con la teoria che vi propongo per vedere quanto possa essereavanzata o no. Essi avanzano I1 ipotesi che il soggetto che diventerà inseguito fobico abbia vissuto, nel rapporto con i genitori, una situazione diapprendimento in cui le contraddizioni e i messaggi paradossali, propri del

troppo grossi perché, pler definizione aa gemimi, «'indipendenza è pericoloso. Non esiste, quindi, altro modo per superare

r impasse che agire indipendentemente solo in quelle aree che sono statedichiarate sicure dal genitore o in, altri termini, agire con una fìttizìaindipendenza*.In primo luogo, è inutile precisare che una situazione come questa èubiquitaria: è cioè sempre presente, a qualche livello, nelle relazioniadulto->bambino (genitori/figli, insegnanti/allievi) l'ingiunzioneparados-sale: "sii indipendente dipendendo da me" tanto che, è possibile affermareche questo paradosso è costitutivo di ogni rapporto educativo. Naturalmenteil fatto che un' ingiunzione di questo tipo costituisca un modello abituale, intermini di frequenza e di continuità nel tempo, può essere considerato uncriterio distintivo che, tuttavia, come tutte le spiegazioni quantitative è unchiarimento debole. In secondo luogo, questa spiegazione non fornisce alcunelemento che consenta di chiarire perché un eventuale fratello (visto che igenitori, essendo gli stessi, rimanderanno pure a quest1 altro figlio ilmessaggio implicito della paura per l'ambiente esterno) non sviluppi, anchelui, una patologia di tipo fobico. In terzo luogo, questo tipo di spiegazionecome tutte quelle basate sulla teoria classica del doppio legame, è unaspiegazione diadica, là dove il modello sistemico si è sempre caratterizzato,o avrebbe dovuto caratterizzarsi almeno nelle intenzioni, a t t raversospiegazioni di tipo triadico.In questo senso, dopo molti anni di distanza, sono partita cercando dirispondere agli stessi interrogativi espressi da Sluski e Veron NEL 1971,ma attraverso le teorizzazioni del modello sistemico attuale il cui contestoculturale , in questi venti anni, è profondamente modificato e segnato da unaprofonda attenzione al problema del SIGNIFICATO. Non solo, ma abbiamovisto nel frattempo la crescita di modelli diversi che hanno portato deicontributi molto forti alle teorie sistemiche: il modello cognitivista con ladescrizione delle organizzazioni psicopatologiche fornite da V. Guidano cheutilizzerò in gran parte, la teoria del Trattamento Coordinato del Significatoe soprattutto la revisione del concetto di doppio legame operata da Pìrsen eCronen in un articolo geniale del 1 982 col quale rilanciano tale teoria ma,togliendo ad essa, tutte quelle aporie in cui era incorsa la teoria classica.Tuttavia, a mio pare, il discorso di Pirsen e Cronen non è stato apprezzatofino in fondo, anche per il fatto che certi elementi di crisi del modellosistemico derivano, appunto, dalla crisi della teoria classica del doppiolegame, che si è manifestata molto fortemente, proprio per la difficoltà direndere accessibile clinicamente questo concetto. Questo, in effetti, èrisultato un concetto più allusivo che esplicativo: ha incuriosito per I1 ideache la patologia stesse in una incongruenza (contrad-dizione) delsignificato, ma poi risultava diffile (al dì là di qualche esempio classico,con i paradossi, codificato storicamente e culturalmente)per gli studiosi eper coloro che conoscevano e condividevano la teoria poter distinguere, dalpunto di vista pratico, un doppio legame da quello che invece non lo era.Il modello di Pirsen e Cronen, a mio avviso, risponde in modo assolutamenteadeguato a queste difficoltà e probabilmente non ha avuto un adeguatoriscontro sul piano clinico in quanto i due autori, quali studiosi della

comunicazione, nella loro elaborazione si sono attenuti più su un pianoteorico che di intervento pratico.

Oltre ai contributi citati ho utilizzato, per ripondere a questi interrogativi,il concetto di COSTRUTTI SEMANTICI FAMILIARI che ho elaboratopersonalmente e del quale vi parlerò oggi, quale parte di un progetto piùampio, che comprende le principali forme di psicopatologia centrate sul-I* organizzazione del significato che non è corretto chiamare di tipo nevroti-co. Infatti, ad esempio, la depressione può essere classificata non in terminidi una patologia nevrotica, in quanto fa parte del gruppo delle patologie asignificato strutturato. Da questo punto di vista presenterò a voi solo lapsicopatologia fobica introducendo ,però, inizialmente il concetto diCOSTRUTTI SEMANTICI che è strettamente connesso a tale argomento.Ogni gruppo con storia organizza la prorpìA realtà attraverso una serie dicostrutti che ritengo, in accordo con Kellj, bipolari. Queste polarità disignificato antagoniste concorrono a definire ciò che è rilevante per ciascungruppo. I COSTRUTTI SEMANTICI possono essere infatti assimilati ad unastruttura di rilevanza perché rispetto ad una realtà "oggettiva" uguale pertutti, ciascuno di noi sì differenzia dall' altro perché coglie certi aspetti enon altri (es. nella visione di un film c'è chi coglierà uomini o donne belle/ialtri interessante/i, altri brutte/i, c'è chi coglierà gli affetti: chi lapersona gelida, chi la persona estremamente affettuosa, calda e comunicativaecc.) della realtà che vediamo ed elaborandoli poi in modo diverso.Una famiglia è tale perché i suoi componenti condividono una certaSTRUTTURA SEMANTICA DI RILEVANZA formata, di regola, DA UN CERTONUMERO di COSTRUTTI e l'elemento di somiglianzà tra i membri dellafamiglia si limita a questo. Si appartiene ad una certa famiglia perché sicondivide con gli altri membri un certo numero di costrutti familiari ed èquesto l'elemento di somiglianzà: la condivìsione di una struttura dirilevanza anche se poi si può essere estremamente diversi gli uni daglialtri. Ciascun membro si colloca infatti in questa struttura di rilevanza (inquesti costrutti) in modo necessariamente diverso anche se interconnessorispetto a quello degli altri membri. In altre parole entro una strutturasemantica familiare analoga ciascun soggetto costruisce il propriosignificato personale, ossia il modo del tutto personale di vedere la realtà.Ed è proprio il fatto di appartenere alla stessa famiglia che fa si che duefratelli non possano essere uguali: quando ad esempio i genitori dicono: "masono due fratelli", ma è proprio per questo che non sono uguali. Pensate aldramma dei gemelli monomozigoti che tendenzialmente non sono aiutati adassumere una posizione diversa avendo una struttura biologica, in qualchemodo, simile e che quindi rende inaccettabile la differenza. E d'altra partela differenza deve esserci e proprio per questo a volte, infatti, i gemmellimonozigoti nella vita cambiano la loro posizione, rispetto a se stessi, addirittura in modo opposto: il dramma nasce quando ciascuno, vivendo nella stessafamiglia, condivide gli stessi costrutti ma non può avere la stessa posizionein questa struttura di rilevanza.Ed è proprio L1 ORGANIZZAZIONE DEL SIGNIFICATO secondo POLARITÀ1 chesono ANTAGONISTE a spiegare come mai I' IDENTITÀ' del soggetto richiede peril proprio mantenimento un contesto conversazìonale che comprende ancheI1 IDENTITÀ'. CIASCUNO INDIVIDUO NON PUÒ NON DEFINIRSI RISPETTO AlCOSTRUTTI DEL PROPRIO GRUPPO: se ad es. nella nostra famiglia ci sono 4-5costrutti, noi non possiamo non collocarci, non definendoci rispetto aquesti: che il costrutto sia buono o cattivo noi dovremo essere forzatamente obuoni o cattivi. Chi opera come terapeuta familiare avrà certamente avutol'esperienza come in ogni famiglia operano categorie diverse : in unafamiglia vige la categoria del buono/cattivo: "la madre è cattiva, i figli sonocattivi", in un1 altra famiglia usano altre categorie: del giusto/ingiusto ,altre famiglie ancora possono usare la categoria dell'intelligente/stupido

ecc. Se ad esempio pensiamo al costrutto della sincerità, si può affermareche non esiste la persona sincera, in una famiglia, se non c'è in casaqualche altro membro che sia bugiardo: si è semplicemente sinceri e ci vienein mente di considerarci sinceri, di definirci sinceri solo perché esistequalcun' altro che non lo è. Quindi, se nella mia famiglia esiste il costruttosincerità/ipocrisia noi dobbiamo per forza definirci, rispetto a questocostrutto: questo processo di definizione riguarda comunque i livellitacitidi ordinamento della realtà e non necessariamente viene tematizzatoverbalmente.Bisogna tenere presente che ogni conoscenza dell' esterno si traduce inconoscenza di noi stessi e che, tuttavia, L'INDIVIDUO NEL MOMENTO IN CUISI DEFINISCE RISPETTO A QUESTO COSTRUTTO DEVE COLLOCARSI IN UN PUNTOSPECIFICO DEL COSTRUTTO E, PROPRIO PER QUESTO, LA SUA IDENTITÀDIPENDE SOSTANZIALMENTE DALLA PRESENZA DI QUALCUNO CHE OCCUPIL'OPPOSTA POLARITÀ: se una persona è sincera può mantenersi sincera solofinché in famiglia c'è un bugiardo: non può vivere come sincera se nonesiste sostanzialmente qualcuno che costantemente dica delle bugie e chequindi le permetta di vivere come sincera. E il bugiardo non può viverecome bugiardo se non c'è qualcuno che lo sbugiardi costantemente con la suasincerità: in caso contrario potrebbe essere considerato semplicemente unfantasioso, uno che si confonde. Ad esempio cosa sarebbe I* identità di MariaTeresa di Calcutta senza il terzo mondo: non esisterebbe in quanto la suaesistenza è assolutamente dipendente dal terzo mondo.Se questo è vero L'ORGANIZZAZIONE DEL SIGNIFICATO, IN POLARITÀANTAGONISTE, GARANTISCE LMNTERSOGGETTIVITÀ RENDENDO LE IDENTITÀDEI SOGGETTI INTERDIPENDENTI e, quindi, LA RELAZIONALITÀ' E1 GARANTITAPROPRIO DAL FATTO che IL SIGNIFICATO ( quello dell' etero e autopercezione) E' ORGANIZZATO IN POLARITÀ' ANTAGONISTE e se il significato èORGANIZZATO in POLARITÀ1 ANTAGONISTE ho LMNTERSOGGETTIVITÀ': quindila nostra IDENTITÀ' DIPENDE sostanzialmente DAGLI ALTRI.Ad es. raffiguriamo il costrutto INTELLIGENTE/LIMITAO:

UKL1 : L o. USE IN ir

Se, ad esempio, il costrutto INTELLIGENTE/LIMITATO è parte della strutturadi rilevanza di una famiglia, esso costituirà l'importante categoria dilettura del proprio e dell* altrui comportamento e i membri di questafamiglia incontreranno persone intelligenti/molto intelligenti o al contrariointellettualmente limitate/del tutto ottuse: si impegnereanno e soffrirannoper essere cognitivamente brillanti o per rendere tale chi purtroppo non loè, entreranno in conflitto, competeranno affinchè le loro capacità sianoriconosciute, romperanno o, al contrario, stringeranno amicizie ematrimoni per problemi cognitivi. Qualche membro della famiglia saràsicuramente intellettualmente brillante o comunque sarà considerato tale,mentre altri dovranno risultare, a questo livello, necessariamente carenti.CIO CHE E CERTO E CHE TUTTI . IN QUESTA FAMIGLIA. DOVRANNO DEFINIRSIRISPETTO AL COSTRUTTO INTELLIGENTE /LIMITATO E CIASCUNO AVRÀBISOGNO. PER IL MANTENIMENTO DELLA PROPRIA IDENTITÀ'. CHE QUALCUNOSI COLLOCHI ALL1 OPPOSTA POLARITÀ'

Altre famiglie sebbene vìvano l'identico contesto culturale incontrerannoaltro costrutto: quello GENEROSO/EGOISTA.

un

Se, ad esempio, il costrutto GENEROSO/EGOISTA è parte della struttura dirilevanza di una famiglia, queste persone incontreranno nel bar, nella vitaprivata, nella rappresentazione cinematografica o teatrale, personegenerose/molto generose o al contrario egoiste/molto egoiste: stringerannoamicizie e si innamoreranno di persone capaci di dare, a volte oblative.Romperanno relazioni ed amori quando si accorgeranno che le persone in cuiavevano riposto la loro fiducia nascondevano un egoismo di fondo. Farannofigli generosi, a volte troppo disinteressati, a volte capaci solo di prendere,soffriranno per la prodigalità di qualcuno e per l'incapacità di altri di tenerconto delle esigenze e dei diritti altrui, i conflitti, le alleanze, gliallontanamenti e gli avvicinamenti saranno tutti giocati sui problemi diDARE e PRENDERE: nella storia della famiglia ci sarà stato qualcunoammirato da tutti per la munificenza, qualcun1 altro si sarà rovinato per laprodigalità, così come, non potrebbe mancare, chi ha spinto il proprioegoismo fino alla crudeltà.Comunque TUTTI I MEMBRI DI QUESTA FAMIGLIA DOVRANNO ASSOLUTAMENTEDEFINIRSI. COLLOCARSI RISPETTO A QUESTO COSTRUTTO EGOISMO/ ALTRUISMOE CIASCUNO AVRÀ' BISOGNO PER IL MANTENIMENTO DELLA PROPRIAIDENTITÀ' CHE QUALCUNO SI COLLOCHI ALU OPPOSTA POLARITÀ'

Naturalmente in tutte le famiglie sarano rilevanti più di un costrutto edentrambe le polarità di un costrutto possono essere presenti ali' interno diuna famiglia nucleare (Egosta/generoso- intelligente/limitato).Tuttavia può esistere il caso in cui tutti i membri di una famiglia sipongano alt1 interno di una polarità sebbene a livelli e a posizioni diverserispetto a questa polarità. QUANDO CIO ACCADE DIVENTA INDISPENSABILE ILRIFERIMENTO ALLA FAMIGLIA ESTESA: LA POLARITÀCONTRARIA/ ANTAGONISTA E' NELLA FAMLIGLIA ESTESA ED E EVIDENTE CHE.IN QUESTO CASO. IL SISTEMA DI SIGNIFICATO INCLUDE LA FAMIGLIA ESTESA.Infatti iterapia familiare si vedono famiglie che ci sembrano autosufficientie famiglie a cui sembra mancare un pezzo della famiglia e, in qualchemodo, l'intero giocofamiliare non c'è. In questi casi si ha soltanto una polarità all'interno diquella famiglia perché le polarità opposte sono fuori dalla famiglia stessa: sitrovano nella struttura della famìglia allargata.Esistono molte ipotesi che avvalorano questa idea che IL SIGNIFICATO SICOSTRUISCA ATTRAVERSO POLARITÀ1 ANTAGONISTE.jjflL_J|)ifflliB@ aagìaMBl è questo: l'idea che il SIGNIFICATO si costruiscaattraverso polarità antagoniste non è un idea nuova e in psicologìa ha unastoria lunga legata, in primo luogo a kelly e Osvod e poi ripresa da Guidanoed altri. Tuttavia questi autori dicono solo che, "il significato si costruisceper polarità antagoniste", ma non spiegano il perché come se fosse un fatto,in qualche modo, non ulteriormente riconducibile a qualcosa d'altro nonspiegabile, ed il discorso si ferma lì. Comunque nessuno di questi autori ha

inventato questo concetto perché ha una storia lunghissima nel pensiero ed èuno dei pochhìssìmì concetti che accomuna tanto la tradizione occidentalequanto quella orientale: l'idea (che deriva dal pensiero pre-socratico e poiformalizzata da Aristotele e Piatone che il mondo sia costruito attraversocoppie di opposti (non esìste bianco senza nero, non esiste pace senzaguerra), per arrivare ad Eraclito che invece in modo più esplicito ponel'interdipendenza degli opposti e al Taoismo col principio tutto concentratosulla complementarietà degli opposto: il benessere è visto dall' equilibriotra due forze vitali contrastanti lo Tmn e lo Yang.Oggi nessuno accrediterebbe le ipotesi dei pre-socratici: che gli oppostispiegano la realtà fisica esterna (il mondo è creato dall'acqua, dalfuoco,ecc.,) sono ipotesi che si sono rivelate interessanti per studiare laforma che ha assunto il pensiero storicamente, ma non vere.Però se si consideriamo la storia del pensiero, vediamo le prime forme dispiegazione che si affacciano sono quelle che spiegano il rapporto tra gliuomini: sono quelle forme del pensiero più intuitive e quindi più relazionali.Questo vale per la storia del pensiero come per la storia dell'individuo: ades. perché il bambino picchia la lavagna luminosa quando si fa male? lapicchia perché non riesce a pensare che esista una realtà che ha unasensibilità diversa dalla propria. Piaget tradizionalmente aveva spiegatoquesto fatto definendo il bambino egocentrico e che pensa solo a sé, ma alcuniautori formulano proprio l'ipotesi contraria: il bambino usa un pensierorelazionale perché le sue categorie nascono prima di tutto nella relazionaleìnterpersonale. E ancora oggi noi in fondo , in quanto adulti, qualche idea delpensiero magico c'è l'abbiamo: I' idea che la pianta ci ascolta se le parliamo,I1 idea che il nostro cane ci capisca quando lo accarezziamo ecc. Questoavviene perché, in quanto esserci sociali, siamo molto relazionali e lanostra prima forma di ragionamento è di tipo sociale e il modo intuitivo cheabbiamo di rapportarci agli altri (così come facevano i pre-socratìci cheutilizzavano proprio quei concetti opposti che servivano per le relazioniinterpersonali), è dovuto molto probabilmnete al fatto che il nostroragionamento avviene , nelle relazioni interpersonali, in termini di opposti.Infatti vediamo che tutti usano, quando parlano dei significato legato allarelazione interpersonale, le categorìe opposte ( i costrutti) senza spiegarlee senza soffermarsi sulla complementarietà.jjflja aa(§®sa(«l® aagxagSOS è che molti autori affermano che questapolarità è oggi centrale per la FISICA: nel libro "II tao della fisica" vienesottolineato come la fisica eisteiniana e post-eisteniana si centri tutto sullapolarità.Pffl Sorgo Qag)(aSS®5. sottoliea il fatto che tutti questi concetti ormaisono vecchi, l'unica idea nuova che io propongo E' CHE PROPRIO LAPOLARITÀ' FONDI L' INTERSOGGETTIVITA': quindi un uso del concetto diCOSTRUTTI SEMANTICI che è completamente diverso dì quello dì Kelly,Guidano, ecc.Questa è I1 idea di base: UNO degli ASPETTI che CONSENTE I' INTERSOGGETTI-VITA' è proprio il fatto che LA NOSTRA MENTE PRESUPPONGA UNA POLARITÀ'NEL SPIEGARE LA RELAZIONE INTERPERSONALE. In tal senso pensateall'origine della struttura del significato: tutte le ricerche sul!' etàevoluti-va dapprima avevano cercato di capire quanto il comportamento del bambinoinfluenzi quello dell' adulto e quanto il comportamento dell'adulto influenziquello del bambino. Negli anni '6O iniziano una serie di studi col titolo"COME IL BAMBINO SOCIALIZZA L' ADULTO" che, in qualche modo,capovolgono il paradigma e dimostrano che nel rapporto adulto>bambino nonè I' adulto che influenza il bambino ma che esiste una BIDIREZIONALITA': untipo di assunto, questo, che è stato così ampiamente dimostrato, da cosìtante

8

ricerche in psicologia, che nessuno lo mette più in dubbio.Invece per quanto riguarda il significato non è così: il bambino non nasceimmediatamente come essere sociale, ma nasce come essere predisposto alrapporto sociale e, in qualche modo, per quanto riguarda i significatisociali (ad es. il costrutto intelligente/stupido piuttosto che bello/brutto ocattivo/buono ecc.) sembra che vengano dati sostanzialmente, dai genitori,attraverso un' influenza unidirezionale.A questo bisogna fare attenzione perché tutti i genitori, per il bisogno di uninterlocutore sociale, attribuiscono significato al comportamento delbambino mentre, invece, una delle caratteristiche dei gesti del bambino è lasua indeterminazione e ambiguità: ad es. una mamma può dire: "ma guardacome sei dolce, ma guarda che vuoi già accarezzare il viso della tua mamma"mentre un1 altra può dire: "ma guarda come sei già li che fai le smorfie altuo papa, ma guarda come sei seduttiva..." un1 altra mamma ancora dice:"guarda come sei agressiva, sei già lì che vuoi picchiarmi o perché non tiprendo in braccio? e un'altra ancora che dice: "ma guarda come seiintelligente, come sei sveglia, sei proprio un Icone" ecc. E allora tuttequeste madri attribuiscono significato ai figli (solo nel caso dell1 autismoinfantile questo processo fallisce), però il tipo di costrutti semantici cheintroducono è diverso: c'è chi inserisce il costrutto DOLCEZZA/FREDDEZZA,un* altra inserisce il discorso AGGRESSIVITÀ1/ MITEZZA , un'altra ancoraquello di INTELLIGENTE/ STUPIDO ecc. Il fatto che una bambina vengadefinita come dolce non significa che diventi dolce, siccome il costrutto èsemantico e bipolare e, ad es. se è DOLCE/GELIDA, questa bambina può anchediventare una bambina (e poi una donna) GELIDA. Ma, attenzione, perchéquesta persona vedrà questo aspetto e sposerà magari un marito inveceestremamente DOLCE e avrà una storia dì gelidi dolcezze nella sua vita. Ed èproprio l'idea della bipolarità che fa sì che il costrutto semantico nondiventi una influenza unidirezionale : altrimenti avremmo unaBID1REZIONALITA' sul PIANO del COMPORTAMENTO, mentre nel caso deiCOSTRUTTI SEMANTICI avremmo una UNIDIREZION ALITA' per cui ci sarebbeuna influenza deterministica della famiglia. Invece la famiglia ci da GLI ASSISEMANTICI DI PARTENZA ma poi dove uno si colloca dipende dal gioco delleALLEANZE. In alcuni recenti studi di evolutiva che parlano del discorsosemantico dicono infatti che non c'è bidirezionalità: ma il costruttosemantico non è prettamente bidirezionale, è un costrutto rilevante ma nonha un1 influenza deterministica.Quanto ho detto, circa la definizione della bambina da parte della madre,vale anche circa la DEFINIZIONE del MONDO ESTERNO: es la mamma il cuifiglio ha portato un amichetto a casa e c'è la madre che dice: "Dio chebambino intelligente che hai portato, sa proprio tutto, devi imparare da lui"e invece un' altra dirà: " ma guarda come è sincero quel bambino" oppurenegativamente: "ma come è bugiardo quel bambino". Queste madri sia chedanno un giudizio positivo sia negativo, introduco dei costrutti diversi e unavolta che una persona legge la realtà esterna con questi costrutti, leggeanche se stessa in questo modo. Infatti qualsiasi conoscenza e qualsiasi nuovocostrutto che abbiamo lo traduciamo in una nuova conoscenza di noi stessi:nel momento in cui vedo dei bambini generos, questo lo vedrò anche per mestessa. Infatti proprio perché è BIPOLARE il costrutto ti consente la NONUNIDIREZIONALITA' dell1 INFLUENZA : il costrutto uno c'è l'ha, ma dovequesto si colloca è un problema di gioco di alleanze molto più complicato.ffljB feaiPa® (gagateS®3_ci serve per spiegare la CONFLITTUALITÀ1.Infatti pesso chi ha esperienza clinica si è trovato spesso a pensare di unacoppia: "ma perché non si separano": ci sono delle coppie che di fronte alaceranti conflittualità CONTINUANO A MANTENERE LO STESSO SISTEMA.Il concetto di COSTRUTTO SEMANTICO è una delle vie per spiegare COME ILCONFLITTO, ANCHE SE E1 LACERANTE, NON COMPORTA LA DISSOLUZIONE DEL

SISTEMA MA ANZI lo MANTIENE.Il CONFLITTO avviene tra POLARITÀ OPPOSTE, ma chi si colloca ENTROPOLARITÀ' OPPOSTE CONDIVIDE LA STESSA STRUTTURA DI SALIENZA,ALIMENTA la CONVERSAZIONE e GARANTISCE UN' IDENTITÀ1 INTERDIPENDENTE:se, ad esempio, se SONO GENEROSA il CRUDELE CINICO ed EGOISTA che VIVESOLO per se MANTIENE la MIA IDENTITÀ1 e l'altro mantiene la sua IDENTITÀ'di CINICO ED EGOISTA proprio perché vi è la possibilità di sfruttareuna GENEROSA. Ad es. nel Veneto e nella Lombardia in passato in moltefamiglie esisteva il costrutto BUONO/CATTIVO declinato in termini di unareligiosità bigotta e sessuofoba. in queste famiglie, dove di solitofrequentemente alcuni figli andavano nelle suore o nei preti, c'erano semprequalche fratello definito "libertino" (= sporcaccione) tutto dedito asfrenatezze di carattere sessuale. Questo non ci stupisce se usiamo ilconcetto dì COSTRUTTO SEMANTICO. In primo luogo la concezione del sesso diun libertino non è molto diversa da quella di una suora sessuofoba perchétutti i due condividono l'idea che il sesso sia una cosa sporca: a uno piaceperché è sporca e l'altro si astiene perché è sporca, ma la premessa èidentica per entrambi. Ma le supposte dossolutezze del libertino non fanno checonfermare la scelta di astinenza sessuale della suora, così come la rinuncia ela "secchezza" della suora conferma, quando il libertino la guarda, la vitalitàdella sua scelta: la conversazione si alimenta perché la suora prega per illibertino, il libertino sa che la suora è là che prega, tutta secca e chiusa, ecosì pensa di avere fatto la scelta giusta: con questo meccanismo laconversazione nella famiglia è mantenuta in quanto c'è una notevoleconversazione che è data dagli opposti.jaaL—gpflilg® aagìafift® è il concetto di POLARITÀ' distinto dal concetto diPOLARIZZAZIONE che ci riporta, a qualche livello, a Bateson nel senso che laPOLARITÀ' non implica necessariamente POLARIZZAZIONE : noi possiamo avereun BUONO e un CATTIVO, possiamo avere un INTELLIGENTE e un LIMITATO, manon necessariamente dobbiamo avere un PROCESSO SCHZMOGENETICO che,allora, produce la polarizzazione e in cui un BUONO diventa necessariamenteun SANTO e l'altro IL CATTIVO diventa necessariamente un MOSTRO. Nonabbiamo necessariamente bisogno di una estremizzazione: la schizmogenesi èun processo che attiene alla polarità dei costrutti e il processoschizmogenetìco può accadere ma non necessariamente accade. Quando ciòaccade noi abbiamo, in genere, un IMPOVERIMENTO della STRUTTURA DEICOSTRUTTI. Ciò significa che i costrutti importanti per I' individuo diventanoPOCHI perché l'individuo diventa MOLTO TIPIZZATO. Pensiamo al CARATTEREsi può dire che è sempre frutto di un processo SCHIZMOGENETÌCO: quando, adesempio, si dice che una persona ha TANTO CARATTERE, in genere, HA POCHICOSTRUTTI perché si opera una ESTREMIZZAZIONE. Invece, una persona conUNA DOLCEZZA INFINITA non fate fatica a descriverla perche dite: " è tuttadolcezza", cosf come una persona che è "tutta seduzione" non si fa fatica adescrìverla. Se un carattere è sempre frutto di un processo schizmogenetico:allora non esiste nessuna difficoltà a definirla mentre una persona piùarticolata con più costrutti, in genere è meno definita. In base a questo fatto,che un carattere è sempre frutto di un processo scizmogenetico, ad esempiouna persona eccellente si può intendendere eccellente sia nell1 intelligenzaquanto nella stupidità ( può avere organizzato tutta la sua intelligenza perdiventare profondamente stupido): certe qualità vengono estremizzate perchéqualsiasì eccellenza richiede processi scizmogenetici. Infatti quando Batesonandò a Bali si diceva: " non ci sono processi ischizmogenetici, tutto èequilibrato , non esiste I1 eccellenza, la stessa musica non aveva i picchi (glistrappi) che ha la nostra musica" Infatti nei paesi orientali c'è molta piùattenzione ad evitare l'eccellenza (lo strappo) che nei paesi occidentali.Questo processo schizmogenetico vale non solo per la COMPLEMENTARIETA1

che è molto facile da descrivere: se hai a che fare con una persona dura e

10

l'altra dolce uno diventa DURO come il MARMO insensibile e I' altraDOLCISSIMA che si scioglie di sensibilità. E* chiaro che uno che diventaTUTTO SENSIBILITÀ1 non può avere tanti altri costrutti: diventa moltoimpegnativo essere così e, quindi, sono pochi i costrutti compatìbili perchétutte le sue energie sono assorbite lì. Lo stesso vale per la schizmogenesiSIMMETRICA: se io devo competere sulla GENEROSITÀ1 (su chi è più generoso:un poco di più io o un poco di più luQsono tutta presa, in questo giocoschizmogenetico, per cui non ho più risorse da dedicare ali1 intelligenza, allasensibilità o alla seduzione ecc. Questo vale sia per la schizmogenesicomplementare che simmetrica in cui il numero dei costrutti diventa poco:questo spiega anche perché nell1 osservazione ECCELLENZA e PATOLOGIAvengono SPESSO ASSOCIATI perché se si ha puntato su un solo asse esistonopoco vie d1 uscita: di per sé è un processo che favorisce la strada dellapatologia, anche se non è sufficiente, però ci vogliono anche altri elementi. Adesemopio, se esiste un costrutto intelligentissmo /limitato dove c'è unprocesso schizmogenetico la persona stupida può avere, in un certo momento,problemi di apprendimento e, a questo punto, diventa patologico perché ilprocesso schizmogenetico comporta questo rìschio nel caso dell' eccellenzasulla debolezza. Tuttavia una persona può essere debolissìma ma ancora senzadisturbi psicopatologici, di fatto, e poi facile che l'estremizzazione delcostrutto porti alla patologia. Anche il fatto che una persona ha solo uncostrutto fondamentale ( o pochi altri), di fronte a certi eventi di vita tipredispone più facilmente alla possibilità della patologia. Tuttavia questo,per sé, non è sufficiente e vedrete che la spiegazione che dò, della fobia, nonè solo in termini di una polarizzazione e neanche, necessariamente, di unaschizmogenesi: questa si può anche mettere come elemento all'interno, perònon è quello fondamentale. Si può stare benissimo anche in una ECCELLENZAche, non necessariamente, DEVE ESSERE LEGATA ad UNA PATOLOGIA: certo puòun fattore prediponente ma come condizione necessaria ma non predisponente.

— C A M B I A M E N T O DEI COSTRUTTI SEMANTICI: Qualcuno divoi hA detto che esiste un pò di LINEARITÀ1: in effetti nell'esempio dellabambina giudicata seduttiva o intelligente o dolce dalla madre sono situazioniin cui la madre che impone il costrutto seduttiva/compiacente piuttosto cherigida/scostante o intelligente piuttosto che limitata o dolce piuttosto cheaspra ecc. Quindi una certa grado di LINEARITÀ1 mentre sul piano delCOMPOTRTAMENTO esìste una TOTALE BIDIREZIONALITA1, sul piano deiCOSTTRUTTI è LA FAMIGLIA che INIZIALMENTE da I COSTRUTTI. E questa è solola partita iniziale: quando si entra in una famiglia questa inizia a darti certiASSI SEMANTICI: questi sono dati dall' esterno perché il bambino non lipossidede come dotazione genetica e proprio perché sono già bupolari nonesiste una influenza deterministica. Ed è proprio attraverso questi primicostrutti semantici di partenza che la persona esiste in un certo tempo, inuna certa storia: è qualcosa di dato che ci colloca el tempo e nella storia. Maquesti primi costrutti semantici formano il primo aspetto, il primo inizio diCHIUSURA del SISTEMA (l'individuo è un sistema APERTO) che non ètotalmente UNIDIREZIONALE: il genitore da al figlio un certo grado dicostrutti semantici (un certo grado di chiusura del sistema) che non èdeterministico (lui vuole che il figlio sia dolce e questo diventa dolce) inquanto pone questo asse semantico, nei confronti del figlio, però, poi, esisteuna POSSIBILITÀ1 DI CAMBIAMENTO a PIÙ1 LIVELLI:a) LA PRIMA POSSIBILITÀ' di CAMBIAMENTO è il fatto di CAMBIARE POSIZIONEali1 INTERNO DEL COSTRUTTO: nel famoso ciclo di vita esiste la possibilità diprendere delle posizioni diverse. Ad esempio la persona estremamentegenerosa può poi avere delle punte di egoismo più notevole, la persona

11

estremamente calda può poi gelarsi in maniera impressionante. Il passare daun polo ali' altro dei costrutti è molto facile in quanto la persona che sta suun polo conosce anche l'altro: lo conosce come antagonista ma anche comeparte di sé.I COSTRUTTI possono essere anche alternati es. se una persona ha il costruttobuono/cattivo e intelligente /stupido può essere alternato come avviene, adesempio, nel film "IL SILENZIO DEGLI INNOCCENTI" in cui ci è stato resoplausibile che può esistere un cannibale cattivissimo, sul piano deisentimenti, che può essere anche una persona sveglia sul piano intellettivo:questo di solito è difficile nella vita reale perché di solito i cattivissimi sonoanche primitivi sul piano intellettuale.b) LA SECONDA POSSIBILITÀ' di CAMBIAMENTO è ATTRAVERSO L' INTERAZIONE:in genere LE PERSONE ENTRANO IN INTERAZIONE con quelle PERSONE chehanno dei COSTRUTTI VICINI Al LORO. Ad esempio, ciascuno di noi haesperienze con altre persone che sono o di neutralità (e quindi con costruttidiversi dai nostri) o di filing ( con costrutti simili ai nostri). Tuttaviaciascuno di noi, nei propri processi di apprendimento, non ha un solocostrutto rilevante ma ne ha 4 o 5 o 6: si entra in rapporto con un' altrapersona perché questa ha un aspetto di chiusura simile alla nostra, m aimmediatamente questo ci porta a confrontarci anche con altri costrutti chesono assolutamente diversi dai nostri. Quindi quando conosciamo edinteragiamo con un' altra persona inevitabilmnte questo ci porta esserediversi: altri costrutti sono entrati in noi e, da un certo punto di vista,entrano in gioco con l'altra persona i cosidetti "episodi enigmatici" che sonoquelli che ci portano a condividere un altro costrutto. Cioè I' episodioenigmatico è queir episodio che viene da noi considerato enigmatico proprioperché vediamo l'altra persona usare altri costrutti che ci incuriosiscono.Nel tentare di risolvere questo episodio enigmatico noi dobbiamo cercare diuscire da noi stessi, a qualche livello, e impare un altro modo di vedere larealtà: per questo ogni interazione importante ci modifica perché acquisiamonuovi costrutti. Quindi, da questo punto di vista, esistono:- INTERAZIONI che CONFERMANO la NOSTRA IDENTITÀ1 e avvengono, in genere

con persone che hanno molti costrutti simili ai nostri.- INTERAZIONI che CI CAMBIANO e che spesso sono quelle più complesse, più

conflittuali e difficili.Comunque sempre I' INTERAZIONE ci CAMBIA perché per conoscere un1 altrapersona DOBBIAMO CAMBIARE I NOSTRI COSTRUTTI, IL CAMBIAMENTO èCONTINUO e noi, rispetto ai costrutti, assumiamo posizioni diverse neidiversi contesti in cui interagiamo: nella nostra famiglia nucleare, rispetto aquel costrutto, possiamo avere una certa posizione, nella famiglia di nuovaacquisizione ne usiamo uno, nella famiglia d'origine un'altro ancora, mentrenei contesti di lavoro ci troviamo su posizioni diverse.Quindi i COSTRUTTI SI MODIFICANO CONTINUAMENTE nell 'INTERAZIONECOSTANTE CON GLI ALTRI e anche se riguarda l'aspetto di chiusura (il modocon cui uno percepisce la realtà) ma è all'intreno di una concezione che nonperde affatto il concetto dell' apertura dei sistemi.

gasaBUBO aaiaasso; MITO e COSTRUTTI SEMANTICI: il concetto di mito è umodo con cui storicamente è stato affrontato il problema del significato:quando la mente veniva considerata come "scatola nera" e il significato comeirrilevante di fatto, però, i terapeuti della famiglia non potevano nonconsiderare il significato ( perché ciò che "veniva espulso dalla portaentrava dalla finestra") oltre che nella pratica corrente, anche nella teoria.Ad esempio nella pragmatica della comunicazione, quando si parlava dellapunteggiatura, si diceva che non vale niente però si diceva, anche, che tuttipunteggiano: non si può non fare i conti col significato perché quando si ha ache fare col comportamento umano tale problema è ineludibile. E un altro

12

modo con cui il significato " veniva espulso dalla porta ed entrava dalla fine-stra" era il concetto di MITO. Questo è un capitolo complicai issimo nellastoria del pensiero filosofico che risale agli albori della civiltà, coninterpretazioni diversissime di questo concetto che i trerapeuti dellafamiglia non hanno utilizzato: ne parlano in modo molto affine al sensocomune e spesso in queste loro elaborazioni entra , a qualche livello, ilproblema del significato e per fare questo, spesso, il mito viene usato comesinonimo di attribuzioni (ad. es. la famiglia trigenerazionale), nellaaccezione corrente della terapia della famiglia, che non trovano un riscontroempirico e che avvengono all'interno del nucleo familiare. E tutto ciò noncentra niente col mito ma riguarda altri aspetti (come l'attribuzione disignificato) che non sono propriamente del mito. Ciò che comunque èimportante di questo concetto, a presindere dalle inesattezze, è il fatto che ingenere nel MITO, così come viene utilizzato dai terapeuti della famiglia, NONc'è INDIFFERENZIAZIONE TRA I MEMBRI DELLA FAMIGLIA perché IL MITO E'L'ELEMENTO DI CONDIVISIONE: il mito è condiviso da tutti e NONDIFFERENZIA i vari membri della famiglia per cui, il significato, sembraessere ciò che è questo elemento di condivisione.Invece il concetto di COSTRUTTI SEMANTICI, a differenza del mito, è unconcetto che PUÒ' DIFFERENZIARE I VARI MEMBRI della FAMIGLIA ed è questo èl'elemento interessante: permette di DIFFERENZIARE LE POSIZIONI DEI VARIMEBRI DELLA FAMIGLIA. E' anche vero, come è stato detto per il mito, che lafamìglia in ciò ha un elemento di condivisione, ma le persone poi didifferenziano rispetto a questo, e il concetto di COSTRUTTI SEMANTICI da un'idea, invece, di una possibile differenziazione nelle personeTuttavia il concetto di COSTRUTTI SEMANTICI non ESCLUDE il concetto diMITO, anche se viene inteso come CONDIVISIONE, la condivisione può esserePARTE DI UNA DELLE POLARITÀ1: laddove ci sono due polarità il MITO puòcostruirsi ali1 interno di UNA POLARITÀ1.Comunque anche all'interno dei COSTRUTTI SEMANTICI è necessario almenouna CONDIVISIONE DELL' ASSE SEMANTICO per DIFFERENZIARSI perché tuttie due i concetti (COSTRUTTI e MITO) guardano la CONDIVISIONE anche se sonoDUE MODI DIVERSI DI ACCOSTARSI AL PROBLEMA della CONDIVISIONE: ilconcetto di MITO pone un elemnto di INDIFFERENZIAZIONE sul SIGNIFICATO.Da questo punto dì vista, la struttura è molto più lineare perché essere inuna famiglia significa condividere UN MITO: nel periodo della pragmatica èl'unico concetto semantico per cui, di fatto, la semantica viene trasmessaattraverso i miti.Quindi il MITO vede solo l'elemento di CONDIVISANE mentre il concetto diCOSTRUTTO SEMANTICO permette di vedere "COME TUTTI CONDIVIDONOQUALCOSA" ma in realtà DA POSIZIONI DIVERSE: condividono l'asse ma non laposizione nell1 asse , per cui la CONVERSAZIONE può andare avanti ma sullabase di posizioni differenziate.E' chiaro che anche in un1 interazione terapeutica, se è un1 interazione, cisarà anche un apprendimento di nuovi costrutti che è una parte importante dagiocare perché come io ho cercato di dimostrare, OGNI PATOLOGIA E'LEGATA(anche se questa è solo una pre-condizione) AD UN PARTICOLARE TIPODI COSTRUTTO ed è quindi chiaro che poi il terapeuta è colui che INTRODUCECOSTRUTTI DIVERSI, anche se inizialmente dove usare anche CERTI COSTRUTTIche sono QUELLI della FAMIGLIA altrimenti non riuscirà ad entrare ininterazione.

__ SEGRETO FAMILIARE E COSTRUTTI SEMANTICI: u ideache II segreto familiare sia legato alla vergogna significa che, In questa famiglia,esiste il COSTRUTTO RISPETTABILE/VERGOGNOSO. In realtà esistono dellefamiglie che, In questo contesto sociale, fanno le cose più schifose senza, perquesto, non provare alcuna vergogna. Questo può essere legato a tante cose, hocomunque constatato che questo tipo di costrutto è molto presente nelle

13

PATOLOGIE ALIMENTARI (anoressia, bulimia, obesl)e nella PARANOIA, In cuiqueste persone, secondo la teoria dell'attribuzione, sono sempre degliETEROATTRIBUTORI nel senso che, In linea di massima, sono convinti che LACOLPA SIA DELL1 ALTRO: In queste famiglie, c'è In genere, UNA DEFINIZIONE DISE1 IN RAPPORTO ALLA COMUNITÀ' per cui molto spesso tale costrutto è moltopresente In quanto SI DEFINISCONO DALL* ESTERNO. Per questo le anoresslchenon hanno mai funzionato con gli psicanalisti che le ritenevano delle pslcotlcheperché non collaboravano.Comunque nelle psicopatologie, da me esaminate, il costruttorispettabile/vergognoso e quello che sembra più vicino alla psicopatologiaalimentare e paranoìde dove la definizione è molto in rapporto alla comunitàdei membri.

L' ipotesi che avanzo è che, sostanzialmente OGNI ORGANIZZAZIONEPSICOPATOLOGICA CON UN SIGNIFICATO STRUTTURATO ABBIA UNO SPECIFICOCOSTRUTTO SEMANTICO. Nel caso dell' ORGANIZZAZIONE FOBICA il costruttosemantico specìfico è LIBERTÀ/DIPENDENZA e DIPENDENZA /BISOGNO diPROTEZIONE:

( ORGANIZZAZIONE FOBICA)

poloLIBERTA'/INDIPENDENZA

( SE' +)- CLAUSTOFOBICI-

poloDIPENDENZA/BISOGNO DI PROTEZIONE

(RELAZIONE -)- AGOROFOBICI-

Questo schema significa che :A) NELLA FAMIGLIE CON ORGANIZZAZIONE FOBICA (con un paziente fobico),come in tutte le altre famiglie, non c'è un solo costrutto ma c'è ne sonovari, a seconda della specificità delle famiglie e purtuttavia, in tutte lefamiglie, dovrebbe esserci questo costrutto. Ciò significa che questocostrutto E1 UNA CATEGORIA DI LETTURA SALIENTE DEI COMPORTAMENTIINTERNI ED ESTERNI ALLA FAMIGLIA. Significa, in altri termini, che imembri di questa famiglia si imbattono in persone DIPENDENTI (incapaci dicavarsela da soli) o al contrario con persone DISPOSTE A PROTEGGERE.Inoltre significa, che i componenti di questa famiglia si spossano conpersone FRAGILI (dipendenti) ma anche talvolta con partner FUGGITIVI(indipendenti) e talvolta FUGGITTIVI è insofferenti di vivere. Queste personeSOFFRONO per la PROPRIA DIPENDENZA e cercano, in ogni modo, diCONQUISTARE LA PROPRIA AUTONOMIA. In altri casi sono orgogliosi dellaporpria INDIPENDENZA (libertà) che difendono sopra ogni cosa. E comunqueI1 AMMIRAZIONE, GLI SCREZI, I CONFLITTI, L' AMORE e L1 ODIO si giocano suproblemi di DIPENDENZA/INDIPENDENZA.In queste famiglie c'è chi è, come il paziente AGOROFOBICO, COSI'DIPENDENTE e BISOGNOSO di PROTEZIONE da non poter fare a meno che

14

qualcuno lo accompagni, ma c'è anche chi da prova di ECCEZIONALEAUTONOMIA.LO SVILUPPO di UN' ORGANIZZAZIONE FOBICA, non diversamente da quantoaccade per le altre organizzazioni psicopatologiche, tuttavia, NONDIPENDENDE SOLTANTO DA QUESTO SPECIFICO COSTRUTTO. Tutti nellafamiglia fobica condividono il costrutto DIPENDENZA/BISOGNO DIPROTEZIONE versus LIBERTA'/INDIPENDENZA ma SOLTANTO UN MEMBROdella famiglia SVILUPPA, di regola, UN' ORGANIZZAZIONE FOBICA.Tuttavia, esistono famiglie che hanno questo costrutto, ma nessuno deimembri sviluppa una organizzazione di tipo fobico: è semplicemente unacondizione necessaria ma non sufficiente perché, in base alla mia ipotesi,tutte le famiglie che sviluppano un' organizzazione fobica presentano questocostrutto, ma esistono anche famiglie senza patologia che possono averequesto costrutto: non è un costrutto patogeno.

b) LA PRECOND1ZIONE. PER LO SVILUPPO DELL* ORGANIZZAZIONE FOBICA.non è solo la presenza del costrutto ma esiste anche una precisaconnotazione valojiale: I1 idea che il POLO LIBERTÀ1/INDIPENDENZA deveESSERE VALORIZZATA POSITIVAMENTE (Sé +), cioè questo BISOGNO diINDIPENDENZA viene considerato come POSITIVO, sebbene a volte in modoambivalente, mentre il POLO della DIPENDENZA/BISOGNO DI PROTEZIONEdeve ESSERE SVALORIZZATO NEGATIVAMENTE (relazione-), cioè questoBISOGNO di PROTEZIONE viene visto come qualcosa di NEGATIVO.

e) IL COSTRUTTO DIPENDENZA/BISOGNO DI PROTEZIONE è soltanto UNAPRECONDIZ1ONE: affinchè SI VERIFICHI UN1 ORGANIZZAZIONE FOBICA _èNECESSARIO SOSTANZIALMENTE CHE IL SOGGETTO ASSUMA, ali' interno diquesto costrutto. UNA SltUAZIONE di DOPPIO LEGAME o meglio UNASITUAZIONE di "CIRCUITO RICORSIVO BIZZARRO"Quindi, Quello, che a mio avviso CONTRADDISTINGUE una ORGANIZZAZIONEFOBICA, è cioè il formarsi di UN CIRCUITO RICORSIVO BIZZARRO ALL1

INTERNO DEL COSTRUTTO SEMANTICO, io l'ho dedotto sia da osservazioni miema anche di altri autori e in particolare del cognitivismo anche, perché, diorganizzazioni fobiche se se sono occupati i Behavioristi, i cognitivisti emolto poco i sistemici. In base a ciò ho sviluppato l'ide che i pazienti, inqualche modo, scelgono anche i "propri" modelli di terapia, per cuui modellidiversi vedono patologie diverse. Alla fine di questo incontro capirete ilperché i fobici abbiano scelto sempre il modello prima behaviorista, poi ilmodello cognitivista e adesso anche sistemico: ciò è connesso al tipo diorganizzazione del significato fobico e questo solleva il problema complessodi quanti modelli terapeutici siano influenzati dalla patologia che vedono.Non è un caso che la psicanalisi attualmente si sta occupando di narcisismo: ipazienti naricìsisti adorano il setting analitico: mentre agli altri pazientinon piace avere un interlocutore "muto", il narciso è felice dì poter avereun referente non invasivo, che non rompa le scatole, che gli lasci dire tuttoquello che ha voglia dì dire e che lo possa immaginare come meglio crede.Quindi capirete perché ai fobici piacciono tanto i behabioristi.IN QUESTO CIRCUITO RICORSIVO BIZZARRO che si viene a creare e checontraddistingue I' ORGANIZZAZZIONE FOBICA è proprio la TENDENZA aCOSTRUIRE (usando la terminologia dei cognitivisti) ATTACCAMENTO(dipendenza e protezione) ed ESPLORAZIONE (indipendenza e libertà) comeRECIPROCAMENTE ESCLUDENDENTESI. Il soggetto sente, cioè, IL PROPRIO

DESIDERIO di LEGAMI AFFETTIVI INTENSI e RASSICURANTI comeINCONCILIABILE col BISOGNO dì LIBERTÀ' e INDIPENDENZA.ENTRAMBE , queste istanze, VENGONO RITENUTE IRRINUNCIABILI, sebbeneL' UNA POSSA ESSERE AVVERTITA MAGGIORMENTE DELL1 ALTRA: quando citroviamo di fronte ad un paziente adulto vediamo che esiste:

15

DESIDERIO di INDIPENDENZA e LIBERTÀ' (da un lato)

un conflittotra

DESIDERIO di DIPENDENZA e BISOGNO DI PROTEZIONE (dall'altro)

QUESTI DUE POLI VENGONO COSTRUITI COME RECIPROCAMENTEESCLUDENTESI e il CONFLITTO è particolarmente drammatico, perché dalmomento che il fobico costruisce la REALTA' come MINACCIOSA e SE STESSOcon l'idea di esseere affetto da qualche presunta DEBOLEZZA (che puòessere fisica o psichica come incapacità a controllare le emozioni), ilBISOGNO che sente delle FIGURE RASSICURANTI è FORTISSIMA: ogniallontanamento (fisico e psicologico) da queste figure rassicuranti lo ponenel rischio di trovarsi in BALIA della PROPRIA FRAGILITÀ1 e DEBOLEZZA.NEI FOBICI, comunque, L1 AUTOSTIMA sembra essere crucialmente connessaal GRADO DI LIBERTÀ' e di INDIPENDENZA che sono IN GRADO di ESPRIMERE,per cui questi soggetti si trovano coinvolti in UN CIRCUITO RICORSIVOBIZZARRO che COINVOLGE DUE LIVELLI:

- LA RELAZIONEche diventano RECIPROCAMENTE ESCLUDENTESI

IL SE'

- o si tratta di RINUNCIARE al BISOGNO di DIPENDENZA dall' ATTACCAMENTOed ESSERE AUTONOMO anche se il prezzoo è di restare SOLO in unAMBIENTE OSTILE.

- o si tratta di RINUNCIARE alla LIBERTÀ' e ALL1 ESPLORAZIONE in cambiodella PROTEZIONE RASSICURANTE ma al prezzo di avere UN' IMMAGINE di sé

NEGATIVA .

PER FRONTEGGIARE QUESTI DUE DILEMMA, da questo punto di vista, ESISTEUNA REGOLA di INTRANSITIVITÀ1 che RENDE INTRANSITIVI, QD@QO© ffSflglSBOifa©,QUESTI DUE LIVELLI:LIBERTA'/INDIPEDENZA viene visto come intransitivo verso PROTEZIONE/DIPENDENZA:Ai SE SONO LIBERO NON SONO PIÙ' IN RELAZIONEB') SE SONO IN RELAZIONE NON SONO PIÙ' LIBERO

IN genere tutte le patologie esprimono, poi , dei conflitti chesono presenti a livello generale: in tutta la nostra culturaesiste un certo grado di antagonismo tra questi due poli, mageneralmente nelle persone non c'è un INTRANSITIVITÀ' mentrevedremo che per I FOBICI esiste questa INTRANSITIVITÀ e allora:

- AVERE L f AUTOSTIMA ALTA di SE' significa ESSERE LONTANI dallaRELAZIONE

- AVERE L' AUTOSTIMA BASSA di SE' significa ESSERE DIPENDENTI ePROTETTI.

SE SONO IN RELAZIONE, HO UN' AUTOSTIMA BASSA DI ME PERCHE'SONO DIPENDENTE e MI FACCIO PROTEGGERE.

cioèSE HO UN1 AUTOSTIMA ALTA DI ME, IN QUANTO SONO AUTNOMO,

NON DEVO ESSERE IN RELAZIONE.

16

Rispetto a questo i FOBICI hanno sviluppato un' tpercontrollo delleemozioni: quando noi li incontriamo, da adulti, QUESTO CIRCUITORIFLESSIVO BIZZARRO non è nel pieno della RIFLESSIVITÀ'. Daquesto punto di vista, lf aspetto importante della teoria diCronen è di avere sottolineato come NON C'È1 UN DOPPIO LEGAMEovvero UN CIRCUITO RIFLESSIVO BIZZARRO che E' UGUALE PER TUTTI:dipende se esiste, per quella persona. L'INTRANSITIVITÀ*.(Infatti anche i paradossi classici come, ad esempio: "tutti ibolognesi sono bugiardi" detto da un bolognese, è un CIRCUITORIFLESSIVI BIZZARRO che ha creato grossi problemi interpretativiagli occidentali, ma per un certo pensiero orientale Ccomequello di Laozè) che, ad esempio, pensa che IL LINGUAGGIO SIAFALLACE, il paradosso non non è altro che la dimostrazione diquanto il linguaggio sia fallace: il circuito riflessivo diventaallora armonico, non più bizzarro.In tal senso, infatti, QUALSIASI CIRCUITO RIFLESSIVO PUÒ' ESSEREBIZZARRO a SECONDA del TIPO di PREMESSA che abbiamo: se abbiamola premessa che il linguaggio E' VERITIERO, il circuitoriflessivo "tutti i bolognesi sono bugiardi" detto da unbolognese, diventerà un grosso rompicapo, ma se partiamo dallapremessa è che "il linguaggio è fallace" non avremmo più ilcircuiti riflessivo bizzarro ma armonico)

Per quanto riguarda I LEGAMI AFFETTIVI non da tutte le persone, con problemipsicopatologici, vengono declineati nei termini di DIPENDENZA/BISOGNO DIPROTEZIONE: un FOBICO parlando dei legami sentimentali lo farà nei terminidel bisogno di sentirsi rassicurato, protetto, (mentre un DEPRESSO o UNANORESSICO non userà mai questo linguaggio), ad esempio un muio pazienteparlando di un legame sentimentale mi diceva: "ho capito che con lei misentivo al sicuro" e lo diceva anche per sminuirne il rapporto. C'è semprequesta connotazione in termini di BISOGNO di PROTEZIONE, di DIPENDENZA,di ATTACCAMENTO.Quindi un FOBICO:a)IN PRIMO LUOGO: declina i LEGAMI AFFETTIVI sempre nei termini dìBISOGNO di PROTEZIONE o dì BISOGNO DI ESSERE LIBERO(di essereindipendente da lui o da lei)b)IN SECONDO LUOGO questo COSTRUTTO diventa CIRCUITO RIFLESSIVOBIZZARRO nel senso che "SE IO SONO IN RELAZIONE MI SENTO DIPENDENTE EMI SENTO LIMITATO NELLA MIA LIBERTÀ IN MODO TOTALE " Ad es. NELMOMENTO DELL'INNAMORAMENTO tutti posso sentire un certo impatto traessere in relazione e sentirsi indipendenti, ma in genere questo diventa UNCIRCUITO ARMONICO perché quando uno è innamorato, in linea di massima,sta bene e anche un depresso si tira su. Invece LE ORGANIZZAZIONI FOBICHEsono una delle poche SITUAZIONI psicopatologie in cui uno INNAMORATO STAMALE: è tipico che nella luna di miele dei fobici subentrano attacchi dipanico terribìl. Cioè il FOBICO si trova IMPACCIATO allo stringersi dellerelazioni e in una situazione di innamoramento sì trova impacciato perchéentra in IN CIRCUITO RIFLESSIVO in CUI SUBENTRA L'INTRANSIVITA', e se sitrova in una RELAZIONE, è una brutta INTRANSITIVITÀ1: NON E' POSSIBILERINUNCIARE AD UN CERTO GRADO DI AUTOSTIMA, ma NON E1 NEMMENOPOPSSIBBILE RINUNCIARE AL FATTO DI ESSERE IN RELAZIONE. Quindi è unproblema non indifferente perche "SE MANTENBGO LA MIA AUTOSTIMAQUANTO PIÙ1 SONO LIBERO E' PERCHE' E' SOLTANTO QUANDO SONO SOLOCHE RIESCO A FUNZIONARE BENE ED ESSERE INDIPENDENTE ma NELLOSTESSO TEMPO HO BISOGNO DELLA RELAZIONE" e questo crea problemi nonindifferenti.Tuttavia essere in questo CIRCUITO RIFLESSIVO BIZZARRO (il cuigrado di RIFLESSIVITÀ1 NON ' ALL1 INIZIO MAI TOTALE, LO E' NEL MOMENTO IN

17

CUI PRECEDE LO SVILUPPO SINTOMATICO,) NON SIGNIFICA ESSERE DIFRONTE AD UNA UNA PATOLOGIA, ma il momento significa UN MODO DIORGANIZZARE IL SIGNIFICATO DA UN COSTRUTTO CRITICO DOVE C'È1 DELLARIFLESSIVITÀ1.In genere PER FRONTEGGIARE QUESTA RIFLESSIVITA't per uscire da questodilemma) noi vediamo che L ' D U L T O prende due tipi di posizioni (DISTRATEGIE) diverse PER RIDURRE, appunto, IL GRADO DI RIFLESSIVITÀ1.

dlì paa1LaÌl®OQ@ _è quella ^®@IS®1F©IBEC^ data dalfatto che questo adulto, che si colloca precedentemente inquesto tipo di polarità, è il quadro dì una persona che in genere èpiuttosto DIPENDENTE, con un BISOGNO DI PROTEZIONE particolare.- Come STORIA PERSONALE in genere è UNA PERSONA che si SPOSA GIOVANE,che quello sarà il suo partner per tutta la vita e che, in linea di massima,rimane per tutta la vita nel luogo in cui è nata: è una persona che potrebbeessere scambiata con il quadro di una persona UN PO' INIBITA, UN PO'APPICICATTICCIA CHE STA' SEMPRE ADDOSSO ALL1 ALTRO e che ha un forteCONTROLLO delle sue EMOZIONI.- Questo potrebbe apparire un quadro di normalità, come hanno tantissimepersone, e al massimo si può appunto dire che è una persona inibita. Non è unquadro di NORMALITÀ1 perché esiste un ELEMENTO CARATTERISTICO CHE LODISTINGUE SEMPRE: questa, con queste caratteristiche, ha sempre UN'AUTOSTIMA BASSA DI SE' e glustltlca , sempre, II fatto di essere così con qualchesua limitazione PERCHE1 SI SENTE FRAGILE, DELICATO perché GLI SONOSUCCESSE UNA SERIE DI COSE altrimenti sarebbe DIVERSO': cioè questepersone, pur essendo molto brave, molto competenti, "hanno sempre un gradino Inmeno , fanno sempre qualcosa In meno di, ciò che dovrebbero fare, dal i loronumeri. Dietro a questo, In realtà, c'è un ATTENZIONE ESASPERATA ALLARELAZIONI INTERPERSONALI e quindi non hanno tanta voglia di impegnarsi tropposul lavoro, sulla competenza, altrimenti gli sfuggono le relazioni a cui lui è sempremolto attento.- Questa persona, con questo dtipo di organizzazione fobica, "tutto casa, chiesa efamiglia" ha, in genere, un amico completamente diverso da lui a cui tienetantissimo. Lui non è mal uscito da paese ma viaggia attraverso le Immagini che gliriporta il suo amico che è sempre In giro per il mondo e che spesso (contrariamentea quanto ha fatto lui che si tiene donna per tutta la vita )è un slngle Impenitentecon moglie amanti ecc. per II quale lui stravede- spesso queste persone impazziscono per le eroine di harmony o delietelenovelas perché sognano sempre di essere stato altro, di avere fatto un' altravitae in realtà queste persone sono del potenziali traditori perché pensano sempre discappare stanno attaccato all'altro e lo controlllano perché sono loro, ciò avvienesolo nella fantasia, che vorrebbero andarseneCON QUESTE STRATEGIE, che potrebbero andare avanti tutta la vita, RIDUCONOLA RIFLESSIVITÀ1 con la tendenza ad UN SE' NEGATIVO e una scelta perLARELAZIONE : ©yi©T& 1" LA SITfìA'ini©!̂ &H©H©I?©[§Q©A che se siscompensa, si scompensa in termini agorofobicl I cui sintomi sono LA PAURADELLA LIBERTÀ1, LA PAURA degli SPAZI APERTI: paura che " se uno è libero nonriesce più a controllarsi, è perduto".

quella ©^yQTOP© !̂!©^^ in cui viene messo Inatto la strategia opposta LIBERTÀ' /INDIPENDENZA.- sono persone che in genere hanno un SE1 POSITIVO, valutato positivamente conul livello FORTE DI AUTOSTIMA- per queste persopne Importante è LA RIUSCITA PROFESSIONALE e la propria

L'INDIPENDENZA CHE ESPRIME NEL LAVORO.- sono persone che cercano di mantenere le RELAZIONI ma senza ('IMPEGNO chele RELAZIONI RICHIEDONO e mantenerle anche In un area PERCHè NON SISURRISCALDINO TROPPO. Tipico è II caso del slngle (dongiovanni) cheACCUMULA della " SCUOLA QUANTITATIVA" nel senso che tutto lo sforzo e

18

concentrato sul "mordi e fuggì" perché, In realtà, mentre sembrano molto disponibilialla relazione in realtà, per PAURA de COINVOLGIMENTO EMOTIVO hanno unaVITA EMOTIVA POVERA: non sono mal grandi amanti ma accumulano molterelazioni senza mal coinvolgersi troppo perché hanno II terrore del coinvolgimento.Infatti il SINTOMO CALSTOFOBICO ,che è LA PAURA di VIVERE In SPAZI CHIUSI, èI1 Idea "che quando sei Intrapplolato sei fatto a pezzi ", da qui II terrore per II treno,aereo da cui non possono uscire perché, In questi casi, NON POSSONO AVERE ILCONTROLLO DELLA SITUAZIONE. Quindi in questi soggetti esiste un grossoIPERCONTROLLO delle EMOZIONI del PARTNER, dei FIGLI.- paradossalmente cercano legami non Impegnativi per paura di coinvolgersi equindi la mantengono in termini indefiniti per anni ma poi RIMANE SEMPREQUELLA : non si coinvolgono per paura di perdere la libertà ma poi mantengono dellegami eterni. SONO ARTISTI nel MANTENERE LA RELAZIONE EVITANDI© I1Impegno.

NELLA PRATICA CLINICA CORRENTE SPESSO SI TROVANO MESCOLATI SINTOMIAGOROFOBICI E CLAUSTOFOBICI, cioè ci sono le situazioni " PULITE" ma nellamaggioranza esiste LA PREVALENZA DI UNA DELLE DUE SITUAZIONI, puressendoci SINTOMI anche dell1 ALTRO POLO.LE SITUAZIONI CHE PRODUCONO PATOLOGIA SONO DIVERSE :

A) - per chi si trova nel polo LIBERTÀ/INDIPENDENZA è lo "STRINGERSI di unaRELAZIONE" ( che è diverso dal caso dell' innamoramento) o UNA SVALUTAZIONEdel SE' (es. il lavoro che non funziona più perché MOLTO si E' PUNTATO suquesto.

B) -per chi si trova nel polo DIPENDENZA/ BISOGNO di PROTEZIONE è ilTIMOREdi PERDERE LA RELAZIONE sia col PARTNER o MARITO ma anche con IFIGLI: tipico è il caso di genitori di una certa età che per non perdere I figlisviluppano sintomi fobici.

a» flL ©MB

I) I COGN1TIUIST1 (GUIDRNO) E BOLBV E i KELHRN1 SPIEGRNO QUESTOIN TERMINI DIRDICI. si soffermano, cioè,sulla FIGURA PRINCIPALEdi ATTACCAMENTO: l'idea di base che viene espressa è che questaFIGURA din genere la MADRE) INIBISCE, NEL BAMBINO, ILCOMPORTAMENTO ESPLORATORIO (cioè ti bisogno di libertà eprotezione) eh, IN MODO INDIRETTO si MANIFESTA in questi MODI:

a) diventando IMPREVEDIBILE DI FRONTE Al COMPORTAMENTOESPLORATORIO. DEL BAMBINO, che In questo modo VIENE INIBITO : ad es. lamadre cambia dì umore, si allontana, si deprime e minaccia II suicidio nelle fasi diallontanamento del figlio. In questo modo, !a MADRE non FUNZIONA PIÙ' daBASE SICURA per II bambino perché, quando questo si allontana e poi ritornadalla madre, QUESTA LO ACCOGLIE con distacco emotivo, allontanamento,maltrattamento, depressione o minaccia di suicidio.a) Favorisce nel BAMBINO UNA COSTRUZIONE DI SE' FISCAMENTE DEBOLE .MALATICCIA. INCAPACE di CONTROLLARE LE EMOZIONI: ad es. arriva II bambinotutto contento, eccitato, sudato per aver giocato, la madre lo sente sudato sipreoccupa e lo mette a letto.e) Favorisce nel BAMBINO LA COSTRUZIONE DEL MONDO ESTERNO COMEOSTILE. PIENO di INCOGNITE, e quindi MINACCIOSO (tanto più che II bambino è

19

visto come debole).d) Favorisce UNA COSTRUZIONE FRAGILE DEL BAMBINO.DAL PUNTO DI VISTAEMOTIVO. In quanto Interpreta le emozioni manifestate dal figlio (planto,eccitazione e paura) come un SENSO di DEBOLEZZA o di MALATTIA: quindi gliInvia II messaggio che tali espressioni sono da evitare.

Questo quadro, che tali autori presentano, è INSUFFICIENTE perché NON SPIEGAIL BISOGNO DI INDIPENDENZA E LIBERTÀ1, COSI1 CARATTERISTICO In QUESTEORGANIZZAZIONI DEL SIGNIFICATO, in quanto non viene distinto IL QUADRO diUN FOBICO da un QUADRO di UN INIBITO. Addirittura nel caso di un quadroCLAUSTOFOBICO (LI berta/indi pendenza), è adlrittura palese questo bisogno dilibertà e la persona, che poi diventerà claustofoblca, è una personaeccezionalmente coraggiosa: un paziente da me seguito ha vuto il primo attaccomentre guidava un aliante. In genere LA PAURA, che è I1 EMOZIONEFONDAMENTALE di questa patologia, da luogo AL SOGGETTO PAUROSO, maanche a quello che VINCE LA PAURA, come il CLAUSTOFOBICO. Questo è unapersona estrememente libera e Indipendente, che viaggia In aereo.ecc. Quindiquesto aspetto, che è latente e nascosto nel I' agorofobico, è addirittura palese edesplicito nel "fratello complementare" che è II claustofoblco.Quindi, questi stessi autori che sottolineano la LIBERTÀ/INDIPENDENZA comepunto molto Importante, di questi soggetti, ne danno poi una spiegazionesbrigativa e non esaustiva, facendo appello peraltro "AD UNA VIOLAZIONEBIOLOGICA DEL BISOGNO DI INDIPENDENZA ". A parte il fatto che è molto difficilestabilire, nel!1 essere umano, una violazione biologica del bisogno di Indipendenza,nel casi da me seguiti, andando a vedere la loro storia di sviluppo, non si rilevaalcuna prova di questa coercizione così forte di libertà e Indipendenza ed è,quindi, assurdo pensare che esiste un limite biologico immancabile.

2) LB M1B IPOTESI, che SPIEGH IL CONTESTO DI BPPRENOIMENTO cheCENERfl QUESTO CIRCUITO HIFLESSIUO BIZZHRRO. non è in contrasto conmolte delle cose sottolineate dagli autori citati: anche dai casi da me seguitiemerge ad esemplo che la madre diventa Imprevedibile, che il mondo del bambinoviene costruito come minaccioso, ecc. Ma la MIA PROPOSTA è che BISOGN ARICONTESTUALIZZARE QUESTO RAPPORTO MADRE->F1GLIO ( a volte padre->figlio) NELL' AMBITO DI UNA RELAZIONE FAMILIARE.Da questa RICONTESTUALIZZAZIONE, emerge che questa figura principale diriferimento (grosso modo in accordo con Bowby, Guidano ecc.), con la quale IIbambino ha quel legame particolare precedentemente descritto, E1 COINVOLTA INUN LEGAME AFFETTIVO PARTICOLARMENTE INTENSO CON UN ALTRO MEMBRO DELLAFAMIGLIA, che si propone come AUTONOMO e INDIPENDENTE. Questa personache può essere il partner, un altro figlio o anche II genitore, rappresenta per lamadre IL LEGAME PIÙ' INTENSO, anche se a volte CONFLITTUALE.Di regola si tratta di una figura SCARSAMENTE COINVOLTA e "FUGGITIVA", nelRAPPORTO con-la MADRE, In misura ovviamente variabile, ma comunque tale daINDURRE In essa DEI SENTIMENTI di INSICUREZZA e dei DESIDERI diRASSICURAZIONE E, nonostante si tratti generalmente di UNA FIGURA POCOGRATIFICANTE e a volte oggetto di pesanti critiche, L' AUTONOMIA e L1

INDIPENDENZA che ESPRIME sono VALORIZZATE e INVIDIATE, a volte, sia dallaMADRE (Intesa come la figura principale di riferimento) sia dagli altri membri dellafamiglia.Ed è via via che II figlio percepisce questa situazione (che la madre con la quale ècoinvolto affettivamente è, nello stesso tempo, anche presa da un rapporto conun adulto che ha caratteristiche del tutto diverse dalle sue) chePROGRESSIVAMENTE COSTRUISCE, come RECIPROCAMENTE ESCLUDENTESI,IL PROPRIO DESIDERIO DI PROTEZIONE e di LEGAMI AFFETTIVI INTENSI con IIBISOGNO di ESPLORAZIONE e di LIBERTÀ'.La RELAZIONE , ENTRO cui II BAMBINO E1 COINVOLTO ( con la principale figura diriferimento), PREVEDE UNA DRASTICA RIDUZIONE In senso lato DEICOMPORTAMENTI ESPLORATORI di AUTONOMIA e INDIPENDENZA. Ma questistessi comportamenti, che LA MADRE SCORAGGIA nel figlio, SONO InvecePRESENTI nella figura DA CUI LA MADRE DIPENDE. Quindi, poter mantenere larelazione con la madre, significa per il bambino RICEVERE UNA DEFINIZIONE

20

NEGATIVA DI SE', per II fatto che LA MADRE VALORIZZA UN MEMBRO DELLAFAMLIGLIA che ha UN COMPORTAMENTO OPPOSTO a quello CHE LEI SOLLECITANEL BAMBINO.Si aggiunga che frequentemente il bambino si trova a svolgere un RUOLOCONSOLATORIO per la MADRE: la figura, da cui la madre dipende, non èsoltanto AUTONOMA e INDIPENDENTE, ma spesso "FUGGITIVA", tale dasuscitare in essa SENTIMENTI DI SICUREZZA, che sono in parte COMPENSATIdal bambino che funziona da PARTNER CONSOLATORIO.La descrizione che ho dato, fino ad ora, di questo CONTESTO diAPPRENDIMENTO potrebbe suggerire una QUALCHE INTENZIONALITÀ' eaddirittura, per usare l'espressione della Selvini Palazzoli, una sorte DIIMBROGLIO che invece, dal mio punto di vista, non è cosf. Accadesemplicemente che la madre sviluppa dei sentimenti di insicurezza e deidesideri di rassicurazione, proprio per il forte coinvolgimento che ha colpartner (o un figlio o un genitore), cosf tremendamente indipendente efuggitivo (mentre lei non lo è). Quindi la madre non sta operando alcunimbroglio, si trova semplicemente coinvolta in questa situazione relazionalee il bambino sente le richieste emotive della madre e si addatta a talirichieste, proprio perché non può fare diversamente.Questo contesto, che può essere considerato il CONTESTO di BASE per loSVILUPPO DELL' ORGANIZZAZIONE FOBICA, originariamente lo troviamo intutti e due i quadri considerati (Libertà/Indipendenza, Dipendenza /Bisognodi Protezione), nei quali NON ESISTE ANCORA UN CIRCUITO RIFLESSIVOBIZZARRO: non abbiamo una riflessività cosf forte, perché il bambino non èin condizioni di scegliere; sceglie quindi la relazione e non il se'. Infatti ilbambino non e in grado di optare per la scelta del se'; lo diventerà man manocon la crescita, quando progressivamente si renderà conto che IL SUO SE'VIENE DEFINITO NEGATIVAMENTE: questo, che avverrà solo nella tardainfanzia e adolescenza, provocherà una certa riflessività e quindi delletensioni. Infatti, la storia di sviluppo dei claustofobici rivela che questi,nella loro infanzia, erano stati dei bambini ansiosi e attaccatissimi alla loromadre o al loro padre, mentre solo in seguito diventeranno dei "grandiesploratori", in cui il se' diventerà più importante della relazione.Su questo contesto di base, nei casi dei soggetti a prevalenza claustofobica(che viene poi giocato, più tardivamente, anche nei soggetti agorofobici condei sintomi claustofobici), ad un certo punto il ragazzine, mano mano checresce, può operare il movimento di SPOSTARSI e ANDARE dal PARTNER dellaMADRE o, più in generale, PUÒ1 RIVOLGERSI AD UN ALTRA FIGURA dellafamiglia che, comunque, è dentro a questo polo di libertà/indipendenza. Inquesto salto di alleanza è caratteristica un aspetto: con questa persona concui si lega, il bambino non instaura una vero RAPPORTO di COINVOLGIMENTO,ma un RAPPORTO di AMMIRAZIONE, che poi farà ARRABBIARE il PARTNERORIGINARIO. Non solo, ma a volte il PARTNER ORIGINARIO instaura u nLEGAME STRETTO con QUALCUN1 ALTRO per cui, se ad esempio questo è unfratello più piccolo, egli viene poi attaccato e disprezzato per la debolezza,ecc. E, a seconda che questa mossa di spostamento sia tardiva o precoce, sìinstaura una sintomatologia diversa: se è molto precoce c'è una quasi totalitàdi sintomi claustofobici, se è molto tardiva c'è una quasi totalità di sintomiagorofobici. In questo modo spiegherei la compresenza, a volte, dei sintomi:questa mossa, da parte del bambino, di tradire il partner originario è usataspesso, soprattutto nell' adolescenza, quanto più forte diventa ilproblema dell1 autostima (del se1). Tuttavia, attraverso questo spostamento,che abbiamo definito come tipico del quadro claustofobico (anche se in realtàdiviene tale solo se si scompensa), il soggetto ottiene un GUADAGNO nellaDEFINIZIONE di SE' mentre ne consegue UNA PERDITA (un IMPOVERIMENTO)in TERMINI AFFETTIVI.Comunque questo CONTESTO ORIGINARIO deve essere abbastanza CONTESTUALIZ-ZATO nel TEMPO: già alla nascita ci potrebbe essere una configurazione

21

relazionate come quella descritta (quando ad esempio il comportamento dellamadre è vincolato ad un altro membro della famiglia con il quale intrattieneun legame affettivo intenso), ma non esiste ancora un contesto fobico inquanto il bambino appena nato non è in grado di coglierlo, non avendo ancorail problema del sé. Affinchè questa configurazione relazionale incominci asviluppare un CERTO GRADO DI RIFLESSIVITÀ1 (non ancora un circuitoaltamente riflessivo), deve esserci un minimo di AUTOCONSAPEVOLEZZA, cheavviene attorno ai 4-5 anni. Infatti Bowlby pone i primordi dell1 ORGANIZZA-ORGANIZZAZIONE FOBICA intorno ai 5-6 anni quando inizia A DELINEARSI lacoscienza del se1: sarà solo quando il bambino via via diventerà consapevole delsuo problema del se1, e cioè del fatto che stando in relazione con la madre, agradi diversi, significherà avere una bassa autostima di se'( dovuto al fattoche la madre è coinvolta in un altro rapporto importante), che man manocostruirà quel contesto fobico che abbiamo delineato.Tuttavia la SITUAZIONE CRITICA può NON ESSERCI ALLA NASCITA (può esseregenerata in seguito a particolari eventi), ma una volta che questaORGANIZZAZIONE DEL SIGNIFICATO è costruita, UNA SERIE di EVENTI possonosostanzialmente DETERMINARE una SINTOMATOLOGIA FOBICA CONCLAMATA:finché non c'è sintomatologia fobica conclamata, non parliamo semplicementedi ORGANIZZAZIONE DEL SIGNIFICATO PERSONALE con certe CARATTERISTICHE,con certi COSTRUTTI SEMANTICI e con un certo modo di VIVERE la RELAZIONEINTERPERSONALE, ma che è sostanzialmente UNA RELAZIONE NORMALISSIMA.

° CASO COH COHTCSTO DI APPREHDIMCHTO CLASSICO RISPETTO-*«^^

ALLE TEORIE DI BOHLBY ED ALTRI -il paziente si chiama EMILIO, è un giovane adulto di 24 a. che presenta un1

organizzazione di tipo strettamente fobico.sintomatologia marcata: sintomi di tipo agorofobico (come la paura di uscireda solo: si presenta in seduta accompagnato da un adulto) si alternano a quellidi tipo claustofobico (senso di svenimento in situazioni di affollamento: adesempio in discoteca). Inoltre presenta frequenti vissuti ipocondriaci dimorte ed anche violente somatizzazioni grastrointestinali, come nausea evomito. Infatti, la somatizzazìone è forte nei soggetti fobici,poiché esiste un' idea forte della fisicità; parlano col corpo: tuttele emozioni uengono tradotte in termini fisici.Vita sessuale: Emilio si dichiara omosessuale, anche se in realtà la sua vitasessuale risulta del tutto inesistente: comunque l'atteggiamento fisico, con cuisi presenta, è congruente con questa definizione.

Libertà (crisi di panico eIndipendenza vissuti di morte)

se'

Dipendenza (vomito eBisogno di protezione nausea)

relazione

SITUAZIONE PRESENTATA: La sintomatologia compare quando Emilio ha 21anni, allorché, dopo aver concluso in modo brillante gli studi ali1 Accademiadi Arte, si pone il probleme di concretizzare il progetto accarezzato da annidi diventare scenografo, che avrebbe richiesto il trasferimento a Roma. Il

22

progetto non viene abbandonato né ridimensionato, ma la patologia sistabilizza nel corso dei successivi tre anni impedendogli ogni scelta. Emilierimane nel piccolo centro della provincia veneta in cui vive, a carico completodei genitori, dando assai raramente una mano ad essi, a gestire il bar chepossiedono, essendo un* attività che il ragazzo disprezza.La sua variegata sintomatologia scandisce il conflitto centrale dell'organizza-zione fobica: ogni situazione in cui Emilio avverte il proprio bisogno dellamadre, che costituisce da sempre la sua principale figura di riferimento, èsubito seguita da violenti attacchi di vomito e nausea. Ogni suo tentativo diraggiungere I' autonomia e l'indipendenza (e con esse il rispetto e la stima dise' di cui sembra assolutamente mancare) è subito accompagnato da crisi dipanico e da vissuti ipocondriaci di morte, che si esprimono anche con sogniorrendi e terrificanti.SITUAZIONE FAMILIARE: Emilio è il primogenito, seguono a cinque anni didistanza due sorelle qemmelle. una delle quali indipendente e intraprendentesi trova, al momento in cui E. incontra per la prima volta la terapeuta, inInghilterra dove studia e lavora: si sposerà rimanendo in quel paese,quando laterapia del fratello starà per terminare. L' altra sorella, più omogenea allarealtà della vita del paese, ha terminato gli studi di segretara d'azienda elavora come impiegata.L' ultimogenito è un bambino di dieci anni. La madre è una persona emotiva edansiosa: è il punto di riferimento affettivo principale di tutta la famiglia,nonostante sia da anni impegnata nella gestione del bar. Il padre, uomodinamico e autoritario tiene il controllo della gestione economica dellafamiglia scontrandosi per questo assai frequentemente con i figli, ai qualiappare piuttosto distaccato: con la moglie è fuggitivo. Il bar avrebbe dovutocoronare il sogno della moglie di legare maggiormente a se il marito, invece,ha finto nel corso degli anni di delegare per un numero crescente di ore lagestiuone del bar alla signora dedicandosi ad altre attività commerciali con lapropria sorella ed a impegni nella banda locale. Il suo ruolo di marito ècomunque confermato in famiglia, in modo plateale, da frequenti erumorosissimi rapporti sessuali che, tuttavia, fa pensare ad uncomportamento alquanto singolare in una coppia così tradizionale, religiosa eanche un po' bigotta: il marito alla mattina si alza fa il segno della croce, dicele preghiere e poi ha questi rapporti sessuali che la moglie sembra gradire.Tuttavia, in questa famiglia, oltre a essere saliente il costrutto tìpico di tuttii contesti fobici DIPENDENZA/BISOGNO DI PROIEZIONE II E R S II S

LIBERTÀ'/INDIPENDENZA, anche il costrutto della la tematica sessuale RIFIUTOdelia SESSUALITÀ-/POTENZA SESSUALE ha, in questa famiglia, unaimportante storia trigenerazionale: la nonna materna, che muore durante laterapia, era una suora novizia ed era stata portata via dal convento dal nonnoche era vedovo ed era considerato una persona assai potente sessualmente,prepotente. Tra l'altro la nonna, quando aveva quaranta anni, aveva inventatouna malattia, allo scopo di interrompere i rapporti sessuali, e da allora ilmarito ha sempre vissuto in un altra stanza. La madre di Emilio, ultimogenitae figlia prediletta del padre, sposa un marito più affine al padre, mentretutte le altre figlie, si sposano con uomini che sono I1 opposto del padre ecioè asessuati. I figli che queste coppie hanno, compreso Emilio, pare abbianouna sessualità indefinita che io definisco di tipo "MINORE": sono tutti, più omeno coetanei, ma nessuno è sposato o fidanzato oppure si intrattienevisibilmente con una donna in modo regolare e uno di questi cuginetti, parefaccia con Emilio dei "pasticcietti", di tipo sessuale.AH1 interno di questi due costrutti (importanti per vedere gli aspettipatologici di E.) si precisa la posizione di Emilio: la madre che costituisce ilsuo legame affettivo principale sin dalP infanzia ha sempre inibitol'autonomia e il comportamento esploratorio del ragazzo diventando fredda edisaccata ed in alcuni casi depressa ad ogni iniziativa di E. che lo allontanasse

23

da lei. Ancora oggi, come risulta evidente nel corso della terapia, questereazioni persistono arrivando addirittura al punto di rivolgersi ad unopsichiatra, sentendosi depressa, quando E. fa dei movimenti grossi diautonomia.Tuttavia, questa relazione madre->figlio non è sufficiente per spiegare ilconflitto e la psicopatologia di Emilie: il punto è che la madre ècontemporaneamente coinvolta in un legame affettivo, a ben più alta intensità,con il marito che si propone con lei autonomo, indipendente e fuggitivo.lnfattil'investimento emotivo assolutamente prioritario, per questa donna, è ilmarito ancora molto legato alla propria famiglia di origine e soprattutto allasorella, con cui lavora, di cui la signora è gelosissima. Spesso qust1 uomo èpoco gratificante con la moglie, tranne che per gli aspetti erotici, cheappaiono molto gratificanti e, comunque, capaci di vincolarla emotivamente ase1.Rispetto a questa relazione Emilio ha sempre svolto un ruolo di "PARTNERCONSOLATORIO" e, soltanto via via che egli ha percepito, nei terminidescritti, (nel corso della seconda infanzia, della giovinezza e adolescenza) alivello di consapevolezza parziale e variabile la propria situazionerelazionale che, progressivamente ha costruito, come reciprocamenteescludentesi, IL PROPRIO DESIDERIO DI PROTEZIONE E DI LEGAMI AFFETTIVI INTENSICOI BISOGNO DI ESPLORAZIONE E DI LIBERTÀ.LA RELAZIONE CON LA MADRE, con cui è coinvolto, prevede una drasticariduzione dei comportamenti esploratori ma, questi stessi comportamenti chela madre scoraggia in lui sono, invece, presenti nel padre da cui la donnadipende.Il partner di collegamento alla terapia è molto rivelatore del conflitto delpaziente ( si era già parlato di come I1 interazione col terapeuta diventarivelatore di ciò che è): il primo contatto con E., da parte del terapeuta,avviene con quattro sedute concluse con la dichiarazione al ragazzo dell1inopportunità della terapia e accompagnate da un reframing paradossale teso afarlo smuovere: " la richiesta della terapia è inaccettabile al momento perchéconfusa e si scontra con la irrealistica speranza del paziente di trasferirsiquanto prima a Roma".Dopo otto mesi Emilio ricompare con una domanda terapeutica ben piùmassiccia e drammatica: racconta dei suo sforzi di rendersi autonomo(maturati a seguito degli incontri avuti col terapeuta), ma naufragatimiseramente con un viaggio in inghilterra dalla sorella; viaggio che era unasorte di prova generale, fatta a se stesso, delle sue capacità di indipendenzadalla madre. Infatti, Emilio racconta che pochi giorni dopo l'arrivo a Londrainiziano, per il ragazzo, delle crisi di panico di un'intensità e di una duratache non aveva mai sperimentato precedentemente: nelle pause tra un attacco el'altro implora la sorella di non costringerlo a rimanere da lei legandolo, seera necessario, al letto.Di fronte alla violenza della sintomatologia Emilio è costretto a cedere

lasciando Londra con un viaggio di ritorno in treno che E. descrive comel'inferno, per il vomito irrefrenabile: il ragazzo pensa di aver toccato ilfondo. E' inaccettabile per Emilio I1 idea ritornare dalla madre per ildisprezzo che prova per se stesso: tornare a casa è un' attacco inaccettabilealla propria autostima ma rimanere a Londra si è rilevato altrettantoimpossibile.Ed è, a questo punto, che per Emilio si apre una terza via: l'idea di venire interapia, a detta del ragazzo, durante il terribile viaggio in treno (in cui lariflessibilità era massima, creata anche dall'intervento paradossale delterapeuta di tentare l'autonomia andando a Londra), era l'unco modo cheriusciva a tranquilizzarlo perché era l'unico modo che aveva per uscire dalcircuito riflessivo.Questo tipo di CONTESTO di APPRENDIMENTO RICONTESTUALIZZA quella che è laversione Bowlbyana

24

"contesto di apprendimento tipico di unprofessionista della fobia"Situazione segnalata: Fabio di 6O a. ed è fobico dall' età di 18 a.: hafrequentato I maggiori terapeuti e la terapia di maggior successo è stata quella diGuidano e per ben 1O a. è stato senza sintomi tra I 4O ed i SO a. E'prevalentememente un agorofobloco con aspetti claustofoblcl.E1 una persona di straordinaria intelligenza e simpatia, sa parlare sette lingue èstato un grosso manager aziendale con delle capiscila travolgenti. E questapersona, con aspetti personali cosi ricchi, viene trovato, molte volte, dalla mogliemalmesso e ridotto come un cane : ha un raggio di azione llmitatisslma (che aseconda del periodi sì allarga o si stringe) e quando gli va bene, può scendere acomperare II giornale. Cioè la moglie non deve allontanarsi: può andare solo dalparrucchiere, ma se ritarda II marito Inizia ad innervosirsi.E questa persona, che è cosi capace di spaziare con la testa, vive questo assolutovincolo umiliante di non poter vivere In modo autonomo tant' è vero che a causadella patologia, dopo I nove ani di relativo benessere, fallisce anche nel lavoro,non potendo affrontare i viaggi in aereo e va In pensione a SO a, nel pieno delbenessere fisico.Contesto di apprendimento familiare: madre( ex Intellettuale) proviene dauna famiglia del Piemonte non colta, ma di ricchi propletarl terrieri. E' una donnamolto bella, ma quello che le Interessa è solo lo studio e frequenta filosofia a Torino(dove incontra Gobettl e tutto II giro Importante di Intellettuali) e decide di nonsposarsi per dedicarsi solo alla cultura tant1 è che non ha un partner fino a 25 aTuttavia, a questa età, dopo essersi laureata e in procinto di affermarsi ali'università, incontra il suo futuro marito, fratello di una compagna di corso e piùgiovane di tre anni, che si innamora perdutamente di questa donna e dalla qualeviene contraccambiato. Queste due persone sono profondamente felici, nasconodue bambini, fui dirige un' azienda (quasi come propietarlo) di un parente della suafamiglia di origine che è molto ricca e benestante. Tuttavia, a questa famiglia felicesuccede che una mattina^ siamo nel periodo fascista) la signora si alza e i fascistiprelevano il marito (che è un antifascista), proprio sotto I suoi occhi, accusandolo diaver causato la morte di due persone durante un attentato. Per questa persona(blando antifascista ali1 interno della borghesia) questo fatto è un affronto"Intollerabile e si suicida In carcere per "dimostrare l'Integrità del proprio se'lasciando una lettera di fuoco In cui dice che: "muore per difendere la propriaimmagine, perché mal avrebbe potuto causare la morte di qualcuno" .In questo contesto: il primogenito viene mandato via da del parenti materni inSpagna, attorno alla famiglia si forma "un1 Indesiderabilità sociale" e viene Isolatada tutti, (verrà controllata anche la posta) pur mantenendo un notevolebenessere. Le sorelle del padre, che ancora non si erano sposate, non sisposeranno più , e si renderanno devote ali' Immagine di questo padre fino adIdealizzarlo In modo terrificante. Fabio rimane con la madre e succede che questadonna che è stata tremendamente autonoma e indipendente, che non ha mai amatole persone dipendenti (infatti anche il marito era una persona cosi autonoma eIndipendente da uccidersi per difendere II propio se') si trova improvvisamente asubire un trauma che distrugge completamente la sua vita facendola piombare inuna profonda insicurezza. Quindi, succede che questa donna di fronte ai desideri aiautonomia del figlio, abbia cercato di trattenerlo, sia perché circondata da unambiente così ostile sarà stata probabilmente molto ansiosa, sia perché non amavaI comporamenti appiccicaticci. Anzi questo le dava molto fastidio, avendo gli occhiaddosso al marito (In carcere prima e con la morte dopo) e arrivando al punto diIdealizzarlo fortemente, dopo la sua morte, quale modello unico e lontano rispettoal figlio. Non a caso Fabio, ( vicino alla posizioni dei costrutti GIUSTIZIA/LIBERTÀ') siscompenserà la prima volta verso i 16-17 a (durante il periodo partiglano) quandogli dicono di portare una lettera e lui non c'è la fa per un attacco di panico: questosarà il primo esordio sintomatico del problema.Questo è un caso che pur avendo tutti gli Ingredienti per cui la madre di Fabio sicomporti, di fatto, come la mamma Bowlbyana, nello stesso tempo non c'è I' Ideadella personalità Bowlbyana, a un qualche livello.Come si vede GLI INGREDIENTI di FONDO rimangono gli stessi, ma li quadro simodifica completamente nel senso che altri costrutti entrano In gioco nella famiglie.

25

Mentre queste DUE ORGANIZZAZIONI DEL SIGNIFICATO ora presentate sono aprevalenza AGOROFOBICA . con una patologia conclamata e grav. ora vedremo uncaso a con un'organizzazione del significato personale . ad orientamentoclaustofoblco che si disorganizza In modo non molto forte. In concomitanza con unperiodo critico della vita adulta del ciclo vitale: si disorganizza nella transizione del3O a. e con eventi critici significativi.

Si tratta di Marco un medico milanese di 35 a. single, carrieraprofessionale ben avviata, in particolare dal punto di vista economico, e conmolti contatti sociali.Situazione sintomatica: Sebbene lamenti uno stato depressivo, non presentauna depressione clinica né un' organizzazione depressiva e pur soffrendonegli ultimi tempi sporadicamente di sintomi claustofobici non è per questache chiede una psicoterapia ma per una crisi esistenziale, in qualche modo,resasi negli ultimi mesi molto più acuta e iniziata da oltre un anno.Situazione segnalata: La crisi (di una strategia puramente adattiva) si èsviluppata in concomitanza con due eventi significativi: il primo eventocritico, che apre questo periodo per lui cosf difficile, è la malattia e morteda due mesi del padre per tumore polmonare. Il paziente essendo medico haseguito l'intero iter della malattia paterna durata un1 intero anno e tenutasegreta dal resto della famiglia nella prima fase del decosrso. Il secondoevento critico, che si aggiunge al primo, c'è il fallimento di una relazionesentimentale di breve durata (solo otto mesi) ma forse maggiormenteinvestita rispetto ad altre: Marco viene piantata a favore di un1 altro.Strategia adattiva messa in atto dal paziente (coerente col modelloclaustofobico): il paziente a fronte di una percezione t ipicadell'organizzazione claustofobica di attaccamento ed esplorazione, comereciprocamente escludentesi, PRIVILEGIA il SE1 a scapito della PROPRIA VITAAFFETTIVA. Mentre infatti la carriera, di studio prima e di lavoro poi, vieneinvestita, il coinvolgimento affettivo risulta sempre parziale e relazionifamiliari appaiono abbastanza congelate. Dal punto di vista sentimentale ilpaziente ha accumulato nel corso della sua vita un mucchio di storie, semprebrevi, scarsamente importanti e per lo più interrotte, o da parte sua o daparte del partner, allorché la necessità di un impegno più stabile e definitivosì faceva pressante: la tendenza del paziente, infatti, è sempre stata quella diprocastinare le decisioni sentimentali impegnative. Sebbene il pazientepresenti lui la sua situazione affettiva, in questi termini negativi, la suastrategia si era dimostrata adeguata fino ali' Anno precednte. Marco erasempre riuscito ad avere a disposizione una figura di riferimento affettivo egrazie a qualità personali di tatto e garbo non aveva mai avuto grossedifficoltà a defilarsi o ad accettare ad essere a sua volta scaricato. Ed è statala transizione dei 3O a. a cominciare mettere sotteraneamente in crisi questastrategia adattiva.Il paziente 3 anni fa, raggiunge I1 autonomia economica, ed appare inevitabileai suoi occhi andarsene da casa, gli amici tendono sempre di più privilegiarei rapporti di coppia stabili a scapito dei rapporti di gruppo. Il paziente nonrimane a corto di relazioni sociali ma deve frequantare persone sempre piùgiovani e, comunque, sono i due episodi( in questa fase del ciclo vitale che fada sfondo favorendo, in un certo senso, la crisi) citati precedentemente ametterlo in crisi.Ciò che lo destabilizza della malattia e della morte del padre non è ne1

l'iperesponsabilizzazìone, ne1 la perdita di un legame importante, ma lostringersi di questa relazione. Marco aveva avuto sempre un rapporto freddocol padre, ma durante la malattia di quest1 ultimo il coinvolgimento tra i duediventa molto forte: quest1 intensità di legame, per di più connessa allamorte, lo destabilizza facendogli scoprire esigenze di attaccamento, di

26

rassicurazione e di protezione fortissìme, che riversa sulla sua partner.Anche per questo l'abbandono, di quest' ultima, si configura come un'episodio critico e il se' del paziente risulta minacciato a più livelli: Marcoscopre, infatti, per la prima volta la propria dipendenza, che a tutti puòspiacere, ma per un soggetto la cui autostima dipende crucialmente dal gradodi dipendenza raggiunta, questa consapevolezza può portare ad una disistima.La presenza del terzo, che si inserisce nella relazione, lo induce ad assumerecomportamenti umilianti che ulteriormente abbassano la sua autostima, pocoimporta che si tratti di comportamenti del tutto usuali in ina situazione diquesto tipo: per lui sono tremendamente umiliant.Contesto di apprendimento familiare: il contesto di apprendiemto originanodel paziente le polarità valorizzate sono le solite: la p o l a r i t àLIBERTA'/INDIPENDENZA è nella famiglia estesa paterna e non in quellanucleare.La famìglia nucleare era composta: il padre impiegato, alcolista conclamato,dopo i cinquanta anni, la madre casalinga ed un fratello primogenito Gianniimpiegato di banca sposato ad una vedova con due figli: tra i due fratelli nonc'è stato mai un rapporto intenso (né buono ne cattivo) perché troppodiversi. Gianni è sempre stato iperprotetto e dipendente dalla madre ed inconflitto col padre e il paziente, dopo la prima infanzia, che si presumeabbia avuto un rapporto stretto con la propria madre, viene soppiantato dalfratello che attraverso alcune malattie fisiche riconverge le attenzionipreferenziali materne su se'. Marco furioso di gelosia verso la propriamadre non stringe alcun rapporto con il padre, che appare disimpegnatoverso l'intera famiglia, perché tutto preso dalla competizione verso ilproprio fratello maggiore. Questo fratello maggiore( zio preferito di Marco)è stato architetto, impegnato politicamente, durante il periodo fascista, siera mantenuto nel dopoguerra (così come il padre del paziente) fedele alregime: un uomo pieno di interessi, coraggioso fino ali' arditismo, scanzonatoanche con il denaro, ribelle a modo suo nei confronti delle convenzioni,attorno agli anni quaranta si era separato dalla moglie e si era unito con unadonna, con due bambini piccoli, con la quale ha vissuto fino alla morte. Ed ècon questo zio che Marco si lega, specilamente a partire dall' età scolare, conil quale si consola dalle ripetute delusioni che ha dai genitori: la madre,infatti, l'ha tradito rendendo stabile l'asse preferenziale con il fratello,diposto, pur di mantenere questa posizione, prima con continue malattie esuccessivamente ad essere battuto dal padre a causa di interventi in difesadalla madre.Il padre non sembrava avere spazi positivi né per Marco né per altri dellafamiglia, tuttavia i suoi occhi sempre rivolti al fratello finiscono perindicare a Marco la via da percorrere per prendere degli spazi suoi. Lo zionon avendo figli propri era disposta ad una affiliazione: ma Marco tuttavianon svilupperà un rapporto filiale vero con questo zio che diventerà, invece,oggetto di ammirazione e parametro di riferimento per v a l u t a r el'inadeguatezza dei padre della sua famiglia e, in età più adulta, di se stesso.IN SINTESI: per tutta la fanciullezza e l'adolescenza Marco farà riferimentoallo zio e alla sua famiglia vergogandosi dei propri genitori, inferiorisocialmente culturalmente e umanamente e di suo fratello dipendente dallamadre e per la sua incapacità dì autonomia e iniziativa. Tutti questisentimenti rimaranno sia allora che successivamente abbastanza inespressi:sarà poi la terapia a farglieli tirare fuori. E sebbene Marco cerchi diassomigliare allo zio, quest1 ultimo gli appare in quegli anni ed anche inseguito, come un ideale lontano. Ma questa alleanza ha un effetto importante:Marco acquista rispetto ali1 interno della sua famiglia (nel claustofobico c'èsempre il problema dell'autostima) essendosi conquistato un posto tra ivincenti: la laurea in medìcia è la logica conseguenza di questa scelta e glipermetterà di dare lavoro prima al padre e poi alla madre per ricevere incambio stima.

27

La richiesta terapeutica è singolare: il paziente chiede infatti una terapiaindividuale sistemica e in modo garbatamente seduttivo Marco mi spiega diavere avuta questa informazione dall' inviante. Cerco di saperne di più eMarco mi spiega come tutti i suoi amici abbiano alle spalle anni dipsicoterapie analitiche e da parte, pur non essendo allergico ali' analisi, hadei dubbi che questo modello vada bene per lui: una terapia adatta allerelazioni gli sembra più adeguata. Approfondisco i suoi interessi teorici,circa il modello sistemico: non ha nesuun interesse. cerco di capire secollega la sua crisi esistenziale alla vita relazionale familiare: apprendo cheMarco ha ben pochi ricordi relazionali, solo vaghi ricordi ed è ben lontano dariconnetterequanto gli stia succedendo con la sua storia familiare checonsidera chiusa, priva di interesse ed autoumiliante. Alla fine emerge, chenon ha nessuna intenzione di farsi coinvolgere da un rapporto, così intenso estretto e per un numero imprecisato di anni , come quello analìtico, perchéquesto lo atterisce. Ma è proprio il fatto di vivere il coinvolgimento emotivostretto come destabilizzante la capacità di funzionamento individuale, ad averreso obbligata quella condizione di single che ora Marco considera una delleprincipali cause della sua crisi, la terapia sistemica è quindi in linea conquelle relazioni brevi e disimpegnate che non vorrebbe più scegliere per suaidea: " la mia vita è stata povera, tutte queste relazioni sono stateinesistenti, non ho mai avuto un vero coinvolgimento"Trattandosi da un caso esistenziale dove la ricerca non parte da unasintomatologia conclamata, indago quali sono i cambiamenti di se1 che ilpaziente auspica. Emerge che la richiesta è una sola: " stare come una torreche non crolla, cioè diventare più forte, grintoso, con una maggior capacitàdi fronteggiare le relazioni sentimentali e soprattutto con la garanzia cheepisodi di umiliazione, come quello vissuto dopo I' abbandono della partner,non si ripetano mai più". D'altra parte l'idea della terapia gli era nata dagliesiti che aveva visto sulla sua ultima parte che grazie alla esperienzaterapeutica era diventata da timida ed introversa, grintosa e decisa aimporsi. E Marco precisa che, proprio questo cambiamento visto nella donna,l'ha convinto a superare I1 idea che chiedere un aiuto psicoterapeutico sia unevidente segno di stupidità e di debolezza. Il paziente, mentre da un latochiede unaa revisione totale delle sue premesse, responsabile a suo avviso,della crisi attuale, dall1 altro vede un superamento dei suoi problemi in unrafforzamento della polarità INDIPENDENTE, solo del suo costrutto, che èall'origine di tutti i malessere! denunciati.